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EGITTO:
IL CENTRO EL NADIM PER LE VITTIME DI VIOLENZA E TORTURA
NON DEVE ESSERE MESSO A TACERE!
Un numero crescente di casi di tortura, morte in carcere e sparizioni forzati vengono
documentati in Egitto, e alcuni di essi stanno ottenendo l'attenzione dei media internazionali.
Le autorità egiziane hanno preso misure per chiudere l'importante Centro El Nadim per la
Riabilitazione delle Vittime di Violenza e Tortura, una fonte di informazione chiave per i casi di
tortura, morte in strutture detentive e sull'impunita per questi crimini in Egitto.
Questa decisione rappresenta un altro passo nel giro di vite contro i difensori dei diritti
umani in Egitto.
Il 17 febbraio 2016, la polizia inviata dalle autorità locali è entrata nei locali del Centro per
notificare un ordine di chiusura amministrativa per "infrazioni relative alla licenza" con riferimento
alla legge 453/1954 sulla registrazione delle imprese e degli esercizi commerciali, ma basandosi su
una decisione del Ministro della Salute. Nessuna spiegazione è stata data sulle motivazioni di tale
decisione, o su quale norma El Nadim sia accusato di aver infranto.
El Nadim ha dichiarato che tre settimane prima un impiegato del Ministero della Sanità
aveva visitato i suoi locali per controllare le attività e aveva preso una copia della sua licenza. In
questa occasione, l'ufficiale non aveva fatto riferimento a nessuna violazione e nessun contatto è
stato poi preso dal Ministero con El Nadim prima di emettere la decisione che ha portato alla
notifica della chiusura amministrativa.
L'avvocato che rappresenta il Centro El Nadim è riuscito a negoziare il rinvio dell'esecuzione
del provvedimento di chiusura fino al 22 febbraio, per permettere alla dirigenza di El Nadim di
chiedere al Ministero della Salute informazioni riguardo le presunte violazioni.
Ma il 21 febbraio il Ministero della salute ha confermato l'ordine di chiusura, dichiarando
durante un incontro con i rappresentanti del Centro che a El Nadim viene contestato il lavoro di
documentazione sulla tortura.
Trova dunque conferma l'ipotesi che queste presunte violazioni di norme da parte di El
Nadim non abbiano nessuna giustificazione reale. Invece, il principale obiettivo di questo ordine
pare essere la soppressione di una fonte chiave di informazioni sulle torture, le morti in stato di
detenzione e l'impunità per questi crimini in Egitto.
Il Centro El Nadim è stato creato nel 1993, e da allora è stato impegnato a combattere la
violenza, la tortura e l'ingiustizia fornendo sostegno psicologico e terapie alle vittime di tortura e di
violenza contro le donne, e richiedendo cure mediche per le persone in detenzione.
Il Centro El Nadim ha una meritata reputazione di competenza in questo campo, essendo la
organizzazione leader nel provvedere assistenza e sostegno alle vittime della tortura in Egitto oggi,
così come per il suo lavoro di documentazione. E in effetti, è la sola organizzazione che produce in
modo sistematico dati sui casi di tortura, negazione di cure mediche e morti di detenuti, oltre che
su altre violazioni dei diritti umani.
Nei mesi passati, dozzine di autorevoli difensori dei diritti umani sono stati minacciati,
arrestati, denunciati o detenuti, in un chiaro tentativo di terrorizzare e zittire la vitale società civile
egiziana. Le vessazioni odierne contro la società civile egiziana impediscono un processo di vera
democratizzazione, nel quale le organizzazioni di società civile giocano un ruolo indispensabile.
Crediamo che l'ordine di chiusura del Centro El Nadim sia connesso alla volontà politica di
mettere a segno un giro di vite, attraverso minacce ed intimidazioni, contro le organizzazioni
egiziane per i diritti umani. La chiusura appare come un ulteriore attacco alla libertà di associazione,
come sottolineato da Kamal Habbas, componente del para-governativo Consiglio Nazionale per i
Diritti Umani il 18 febbraio.
La chiusura del Centro El Nadim costituirebbe una grandissima violazione del diritto di
associazione e di parola, così come una drammatica minaccia alle libertà civili, con migliaia di
prigionieri politici dietro le sbarre, tutti virtualmente minacciati di atti sistematici di tortura. Il
Centro El non può essere messo a tacere.
Chiediamo alle autorità egiziane di:
- Revocare immediatamente l'ordine di chiusura del Centro El Nadim
- Mettere fine immediatamente e incondizionatamente alla persecuzione dei difensori dei
diritti umani egiziani e delle organizzazioni di società civile, inclusa quella giudiziaria
- Abrogare tutta la legislazione che minaccia la libertà di associazione, di assemblea e di
espressione per renderla coerente con la Costituzione egiziana, e con i dispositivi internazionali e
regionali sottoscritti dall'Egitto.