Lettera da Villa Picco 15 - Santamontagna casa di preghiera

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Lettera da Villa Picco 15 - Santamontagna casa di preghiera
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Lettera n.15
da Villa Picco
ottobre-novembre 2011
nel 31mo anno della Casa di Preghiera “Santa Montagna”
IL NUOVO ANNO SOCIALE E PASTORALE
Crescendo come figli di Dio, sulle orme
del “Figlio” nostro ‘Fratello’: Gesù Cristo
Il nuovo anno sociale e pastorale ci chiama a rilanciare il messaggio di
questa estate 2011.. Vivere in pace con tutti! Ma la pace, riconosciuta
come dono, si sviluppa solo attraverso il cammino di conversione , di
educazione e formazione . Come figli di Dio dobbiamo crescere e ciò
significa che la nostra formazione non può distaccarsi dal modello per
eccellenza che è Cristo Gesù.
Dopo l’intensa estate 2011 affrontiamo il nuovo anno sociale
e pastorale 2011-2012.
Stiamo vivendo un momento molto importante della vita della casa e della sua famiglia spirituale. Importante per i religiosi-sacerdoti, e per i laici. Importante per l’Opera della
Santa Montagna, nel suo insieme. Poiché si tratta di sintonizzarci con ciò che oramai è divenuto necessario e che riguarda
l’educarci alla vita buona del Vangelo.
Il tema dell’educazione richiama quello della formazione.
Come a dire che la nostra esistenza per conformarsi al progetto di vita del Vangelo, deve necessariamente essere orientata, modellata e plasmata. Una conformazione che non viene
da sé, né si dà da sola pensando appunto che si è cristiani in
modo spontaneo. Si richiede impegno e non poco. Soprattutto
ai nostri giorni in cui la vocazione cristiana è minacciata e
l’essere cristiani sta diventando sempre più difficile.
Oggi è richiesta ai cristiani consapevolezza e decisionalità
per essere tali. E si rende necessario l’impegno educativo. Si
diventa ciò che mediante l’educazione si và appunto costruendo. Educarci alla fede e costruire o ricostruire se stessi
secondo il modello che è Cristo Gesù. Secondo l’Evangelo.
Ciò che colgo in questo momento della nostra casa dopo 31
anni è per me di grande importanza. E trovo interessanti le
coincidenze che ci sono tra quello che stiamo formulando e
traducendo in progetto con gli orientamenti della CEI. Compresi quelli della nostra Chiesa novarese.
Felici coincidenze che danno valore a ciò che il Crocifisso di
San Damiano ebbe a dire a Francesco di Assisi.
Parole di Gesù che invitavano il poverello di Assisi a incominciare a ricostruire, a restaurare la chiesa in rovina.
Di fatto possiamo davvero interpretare l’educazione come
un’opera tesa a ricostruire e a restaurare. Nel nostro caso
la vita dei figli di Dio, la loro vocazione cristiana, il loro essere fratelli. C’è molta rovina! Il degrado è evidente sotto
l’aspetto della dignità della persona umana. L’immoralità, le
devianze, le problematicità e le criticità non si contano. Oggi
è impressionante lo scenario che abbiamo modo di osservare
un po’ a tutti i livelli. Situazioni pesanti che si ripercuotono
sulla vita civile, ma soprattutto su quella ecclesiale. Si percepisce la necessità di non attendere oltre a tirarsi su le maniche. E Francesco di Assisi avrebbe da dirci molto sul come.
Ciò che si è reso di attualità è ciò che nel lontano 1980 era
percepito da coloro che con me iniziarono l’esperienza di
Villa Picco. Poiché allora forse non era evidente verso quale
sorte ci si stava incamminando e a quali cambiamenti saremmo stati messi di fronte. Ciò che si avvertiva era la necessità di liberare in noi stessi la vocazione cristiana recuperando la bellezza del battesimo, quindi riscoprendo la grazia di essere figli di Dio. Cosa che permise di formare in noi
condizioni per vivere davvero la comunità cristiana. Questa
iniziale esperienza pareva frutto di nostre fantasie religiose.
Eppure comprendevamo allora che molti di noi che ci ritenevamo cristiani, lo eravamo semplicemente in modo anagrafico. Sentivamo la necessità di assumere un atteggiamento più
maturo e coerente con la nostra dignità cristiana. Si coglieva
che non potevamo stare tranquilli perché si prendeva parte
alla messa domenicale, quando si andava a Messa. Poiché
molti di noi avevamo smesso di andarci. Concretamente non
avevamo nessuna consapevolezza, né coscienza di cosa significasse davvero essere di Cristo Gesù. Trent’anni fa avevamo un vuoto interiore e accentuata ignoranza di cosa significasse essere cristiani. Poi, la stanchezza, il vuoto, lo smarrimento e l’amarezza impose a noi una sincera ricerca di senso
e di verità di vita. Si riscoprì il Primato dello Spirito Santo!
La bellezza della preghiera, la ricchezza della Parola di Dio.
Ci si rese spontaneamente capaci di condividere tutto questa
riscoperta di valori interiori e spirituali. In pratica non siamo
pochi che in quegli anni iniziali, avevamo ritrovato la gioia di
credere e di camminare insieme nella fede. La gioia anche di
riscoprire il valore e l’importanza di essere chiesa! Tutto ci
veniva spontaneo. Qualcuno era convinto di ciò che aleggiava come convinzione generale: Cristo sì, chiesa nò! Oggi addirittura si direbbe: né Chiesa, né Cristo!
Eppure la formazione delle nostre coscienze, l’educazione
delle nostre esistenze conforme gli ideali evangelici, ci regalarono una capacità inaspettata di gustare le relazioni ecclesiali. E tutto ciò che si era scoperto si stava traducendo in
esperienza di comunità e di appartenenza. Negli anni successivi la nostra comunità e la nostra casa conobbe un incredibile e inatteso incremento. Un po’ da ovunque arrivavano persone mosse da medesimo desiderio di ritornare ad essere credenti.
Il tema della nuova evangelizzazione ci spingeva a custodirci nella grazia degli inizi e oggi quello della educazione al
vangelo parimenti viene da noi avvertito in tutta la sua importanza. Noi non facciamo altro che continuamente credere
che tutto ciò che ci ha visti coinvolti da anni e che è diventato
pane quotidiano, possa essere per tutti una ‘chance’ e che educarci alla buona vita del Vangelo sia possibile. Anzi, potremmo dire che sia l’unica realtà che può ancora risultare
affascinante in questo quadro storico di tristezza conseguente
alle delusioni e alle frustrazioni che la persona stà subendo.
La memoria del cammino che abbiamo fatto ci porta ad essere sempre più attenti, nel presente, a regalare le possibilità
sempre più ridotte, di recupero dell’identità cristiana. La nostra casa certamente offre una delle tante possibilità. Il percorso finalizzato al recupero e alla educazione non avviene
qui sotto un profilo semplicemente didattico. Non è una scuola di fede nel senso stretto. Ovvero non è un centro culturale
o di insegnamento religioso. Ciò che siamo chiamati a donare, attraverso la nostra esperienza è un insegnamento di vita
che passa attraverso molte realtà costitutive dell’essere. Pure
noi veniamo da un cammino in cui le nostre persone hanno
potuto beneficiare di educazione e formazione che ha saputo
prendere la totalità di noi stessi. Poiché qui si tratta di recuperare la nostra vocazione cristiana non tanto come concetti ma
come esperienza concettualmente valida. Il Vangelo non è
codice morale o ideologico. E’ progetto basato su una relazione con il Signore Gesù. E’ incontro che porta la persona
umana a comprendersi nel disegno di Dio come figlio grazie
a Gesù. A sentire la paternità divina come fondamentale per
espletare in pienezza la vita da figlio. E la riscoperta di questa dimensione apre anche a quella meravigliosa riscoperta
della fraternità cristiana.
Personalmente non ritengo che si sia ancora completato il
percorso indicatoci dalla provvidenza divina. Poiché, nuove
sfide vengono fatte ai credenti in Cristo. Abbiamo visto
quelle degli anni 80, successivamente quelli degli anni novanta e ora, quelle ancor più toste degli anni duemila.
Ma la nostra esperienza di fede e di vita è semplicemente
qualcosa di grande. Lo dice l’entusiasmo che ci anima, il desiderio di bene che ci pervade e la voglia di impegno che ci
caratterizza. Stavamo per implodere nelle complicazioni che
solitamente spengono gli slanci interiori. Oggi con leggerezza e con gioia viviamo la nostra vita cristiana e proprio questa leggerezza, questa gioia è contagiosa. Non che siamo risparmiati da qualche tristezza della vita, né perché siamo alla
larga di qualche problema. La nostra leggerezza è nell ’anima che ha riscoperto l’essenziale e che grazie a questo ritrova gusto per vivere con gioia la fede in Cristo, il suo Vangelo.
Sono fermamente convinto che uno che vuole insegnare
qualcosa agli altri debba per primo essere in se stesso capace
di vivere la bellezza e la gioia del Vangelo. Non mi stanco
di ripetere che dobbiamo comunicare la fede e testimoniarla
con pace e gioia. Un genitore che tristemente educa il suo
figlio metterà nel figlio la convinzione che ciò che offre il
genitore è qualcosa che messo in pratica gli regalerà quella
tristezza che gli vede in volto. Quindi non crederà che quanto
insegnato valga la pena di essere abbracciato.
La nostra comunità che ha intrapreso un cammino di novità
nella chiesa dovrà sicuramente trasmettere alla gente del nostro tempo la bellezza che già Jan Varnier diceva a proposito
della comunità come luogo del perdono e della festa. I miei
fratelli più anziani ricorderanno che il libro di Jan Varnier
che trasmetteva questa esperienza fu oggetto di molto studio
e di valutazione per scorgerne il segreto.
Il Vangelo non è forse una buona novella? Una bella notizia?
Un gioioso annuncio? E allora i fratelli aderenti alla ‘Vita
Nuova’ non possono trascurare di testimoniare il Vangelo.
Dobbiamo a tutti offrire la testimonianza che nulla vi è di più
bello che essere e sentirci figli di Dio. La nostra relazione
fraterna è conseguenza di questa identità e non qualcosa che
ha a che fare con il bonismo superficiale né con quella ilarità
fastidiosa di chi interpreta la letizia come una specie di gogliardìa.Poiché la gioia e la letizia cristiana è altra cosa di
quello che è ostentato nel mondo tanto per riuscire ad ammazzare la tristezza. E’ una composta reazione al malessere
dell’anima, frutto di un anima riconciliata nell’amore di Dio
e aperta all’amore fraterno.
Educare è un arte! L’educatore ha un compito delicato da
svolgere. E per primo necessita aver educato noi stessi e appresa l’arte mediante corsi lunghi e percorsi validi di esperienza. Non è educatore alla vita buona del vangelo chi
non si è lasciato pervadere dal Vangelo stesso fino a dimostrarsi vangelo vivo.
Da qui pertanto partiamo. Con queste convinzioni. Poiché
questo anno sociale e pastorale che ci apre alla missione, è
occasione in primis per noi di avanzare nel recupero dell ’originalità della nostra esperienza. Recupero già in atto, ma
che sempre di più vogliamo fare. Come ho detto a motivo
delle nuove sfide presenti. E sono convinto di trovarvi interessati e pronti per vivere insieme un’altra volta la grazia di
un nuovo anno sociale. Sono anche certo che ci siano tutti gli
ingredienti necessari perché questo nuovo anno ci possa portare a conseguire importanti traguardi di vita cristiana. Ne è
segno il movimento in corso di persone che ci stanno chiedendo aiuto, disponibilità, accoglienza.
Sempre sostenuti da Maria e da Gesù!
(P.Giulio Manera)
TTI
NON SOLO ATTIVITA’ PASTORALI MA ANCHE ESPERIENZE DI VITA COMUNITARIA
Ancora prima di ogni azione apostolica, ciò che conta è portare
avanti la dimensione comunitaria particolare.
L’estate 2011 si è chiusa il giorno 25 settembre. Una domenica importante nella quale si sono chiuse le attività estive di
accoglienza e di animazione. L’estate è sempre stata una stagione importante per la vita della casa. Quella di quest’anno
però è stata vissuta entro due importanti avvenimenti. Il primo fu quello del 3 luglio quando venne tra noi il Vescovo di
Novara e il secondo quello del 25 settembre quando fu tra noi
Don Gianni Colombo pro vicario generale.
Tra i due particolari e significativi momenti, si è articolata
l’estate ricca di attività apostolica. Ciò che di mezzo c’è stato, lo fu grazie a questi due sorprendenti momenti. Oggi noi
meglio possiamo comprenderli e leggerli nella loro ricchezza
di ‘segno’. Nel primo momento è stata la nostra Associazione, ovvero la nostra famiglia spirituale che ha avuto risalto.
Nel secondo momento è la nostra comunità religiosa laicale
della Santa Montagna che è stata posta all’attenzione di tutti
noi. Non possiamo pertanto trascurare questi due momenti,
né sottovalutarli. Solitamente guardiamo alle attività. E così
deve essere, ma quest’anno siamo in certo qual modo chiamati a prendere più coscienza di quanto sia importante in vista delle missione e dell’apostolato, l’ attenzione alla ‘vocazione’. Non lo facciamo perché ci và di puntare su questo,
ma perché molto ci sta portando a questo. E come solitamente facciamo, seguiamo con amore quanto viene emergendo da
sé. La consapevolezza che è nel cuore nostro che Dio guida
la nostra vita e non manca di darci indicazioni, motiva
l’impegno di seguire, e
di approfondire i ‘segni’
che sono chiari.
Dal 2009 il Centro di
Spiritualità, la sua famiglia spirituale e la sua
comunità
religiosalaicale si è staccata
dall’Ordine dei Cappuccini poiché i Superiori
dell’Ordine non riconoscevano tutto ciò espressione del carisma dell’Ordine. E di
conseguenza è stata la Diocesi di Novara che ne ha fatto accoglienza. Il distacco, non è stato nel segno di una rottura, ma
di una necessaria evoluzione di cose. Effettivamente tutto ciò
che è nato e cresciuto in questo luogo, è parso non coerente
con i princìpi dell’Ordine. E il discernimento dei Superiori è
stato prezioso per incamminarsi sulle strade tracciate dalla
provvidenza divina. Strade che oggi cominciano ad essere
più visualizzate. Sulle quali si sta camminando recuperando
lo slancio motivazionale degli inizi e rilanciando ciò che in
quegli inizi timidamente e in maniera alquanto incerta già
c’era.
E’ stato perciò importante quanto si è vissuto sia il 3 luglio,
sia il 25 settembre. E come ci siamo detti in altre occasioni,
ci attende un sereno lavoro per sviluppare ed accrescere la
nostra identità vocazionale
Bambini, giovani, adulti…
..
L’estate 2011 di grande movimento e densa di eventi formativi
Davvero non è facile fare una sintesi di questi mesi estivi sia di quanto avvenuto nella casa, sia di quanto alcuni nostri fratelli animatori hanno offerto altrove, fuori delle mura della casa. Si stà vivendo un momento di grazia ed è doveroso ringraziare il Signore
per le meraviglie che abbiamo visto. Un ringraziamento che và sia ai nostri giovani animatori, sia alla componente laica della comunità per tutto ciò che con gioia, senza guardare ai sacrifici messi in campo, si sono lodevolmente impegnati a fare. Un notevole
lavoro di evangelico servizio per favorire la crescita sia interiore che umana dei bambini, dei giovani e degli adulti. Questa fase di
servizio ci aiuta a renderci conto di ciò che stà maturando per grazia di Dio nella casa e tra i membri della sua comunità. Qui ci limitiamo a darne accenno. Sarebbe però opportuno che chi ha seguito e segue i diversi campi
di servizio potesse trovare il tempo per fissare la memoria degli avvenimenti sulla nostra
lettera. Si sa che il tempo è tiranno, ma occorre trovarlo. Si sa che la memoria è scolpita e
che ciascuno ha presente quanto ci è stato donato di vivere in questa estate. Ma ci si augura
che con puntualità si riesca a scrivere e a stampare quanto da noi vissuto. Non già per esaltarci, quanto per poter concretamente dire a lode del Signore che ci permette così tante stupende esperienze.
PADRE ALVARO E FRA SIMONE
FESTEGGIATI IL 25 SETTEMBRE 2011
Emozionante momento vissuto in casa con le vestizioni di P.Alvaro e di Fr. Simone. Che
arricchiscono la comunità religiosa della Santa Montagna.
P.Alvaro, milanese di origine, è stato accolto nel presbiterio diocesano e ammesso alla nostra comunità. Fra Simone, di Novara, figlio del Vice Presidente dell’Associazione, dopo
l’anno di postulandato, ammesso al noviziato ha dato inizio agli studi di teologia presso il
teologico di Novara. Ma il Signore ci sta regalando anche di avere giovani in ricerca vocaziona. Preghiamo e sosteniamo con affetto chi oggi ‘decide nel suo cuore il santo viaggio”
DOMENICHE DI FORMAZIONE
INIZIATIVE E ORARI DELLE ATTIVITA’ NELLA CASA DI PREGHIERA “VILLA P.PICCO”
GIORNI FERIALI DA LUNEDI’ A VENERDI’
La preghiera comunitaria nella casa al mattino è alle 7,30 con le Lodi Mattutine e alla sera alle ore 18 con il Rosario. Alle 18,30 la Santa Messa
PREGHIERA DEL SABATO ASSEMBLEARE dalle ore 16 e Santa Messa alle ore 18
PREGHIERA DELLA DOMENICA dalle ore 16, con Insegnamenti e Santa Messa alle 18,30
NB. Nel secondo sabato e domenica di ogni mese non si hanno attività aperte a tutti
COMPLEANNO DI PADRE GIULIO
SABATO 26 NOVEMBRE
Ricorre proprio nel giorno di sabato il compleanno di P.Giulio. Si è attesi per la festa che prevede come ogni sabato la preghiera e la Santa
Messa che sarà anticipata alle 17,30. Cena comunitaria e poi momento
di animazione.
NB: Si chiede la prenotazione della cena.
IMMACOLATA
GIOVEDI 8 DICEMBRE
Pomeriggio con attività come le domeniche, aperto a tutti
Week-end del 10-11 dicembre
RISERVATO ALLA COMUNITA DELLA SANTA MONTAGNA
quindi non aperto a tutti
PERCORSI PER I PICCOLI
E I GIOVANI
gli animatori della casa hanno improntato un calendario di attività specifiche per i bambini e per i giovani. Potranno essere ritirati i depliant
di queste attività presso la pagoda di ‘villapiccoli’.
RESTAURATA LA STATUA
D SAN GIUSEPPE
Si è restaurata la statua di statua di
san Giuseppe. Stupenda statua che era
rimasta a lungo un po’ marginalmente
presente nella casa e che ora è dignitosamente presente in cappella. Con
questo si è voluto far emergere amore
e devozione allo sposo di Maria, e padre putativo di Gesù. Tutto a seguito
di una nostra specifica intenzione di
ridare valore e significato alla presenza di San Giuseppe nella vita dei cristiani e quindi della chiesa. Che tutti
possiamo recuperare quella devozione
e quell’amore che talvolta non è sufficientemente espresso verso San Giuseppe. Definito come protettore della
Chiesa possa San Giuseppe proteggere la nostra comunità e la nostra associazione. Da qui assisterci e proteggerci nella vita presente e in vista della vera vita futura in Dio!
SAN GIUSEPPE INTERCEDI PER NOI!
La missione di Mida Sant’Anna
( Watamu- Kenia)
ha la sua tanto desiderata chiesa
Le foto che sono state inviate da Mida dimostrano il
frutto cresciuto della nostra solidarietà alla missione
di Don Piter. Grande soddisfazione per la popolazione del villaggio che desiderava questo luogo sacro per incominciare ad essere comunità. Ed è attorno a questo ‘centro’ che andranno a svilupparsi le
altre opere. Il Vescovo di Malindi, Mons. Emnanuele Barbara scrivendoci, si è congratulato ed ha chiesto di dare il suo più sentito ringraziamento ai benefattori della missione. Spera nella continuazione della collaborazione missionaria avviata che può essere
di grande e prezioso aiuto. E’ desideroso che il progetto di gemellaggio tra il Centro e la Missioni si
perfezioni.
Alle 16.200,00 euro raggiunti a giugno siamo arrivati a quota 20.000,00. Con gli amici di Cameri si è
così potuto assicurare un contributo di ben oltre 27
mila euro! Tutto in 7 mesi! Un miracolo dice Don
Piter. E pure noi! Sarò personalmente presente nella
missione a metà novembre per valutare altre opere
da fare e a Gennaio per l’inaugurazione della chiesa.