Lettera da Villa Picco 15 - Santamontagna casa di preghiera
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Lettera da Villa Picco 15 - Santamontagna casa di preghiera
Centro di spiritualità della Santa Montagna, via Verbano 3/a 28041 Arona (No) 0322-242479 fax 46431 www.santamontagna.it email villa [email protected] Lettera n.15 da Villa Picco ottobre-novembre 2011 nel 31mo anno della Casa di Preghiera “Santa Montagna” IL NUOVO ANNO SOCIALE E PASTORALE Crescendo come figli di Dio, sulle orme del “Figlio” nostro ‘Fratello’: Gesù Cristo Il nuovo anno sociale e pastorale ci chiama a rilanciare il messaggio di questa estate 2011.. Vivere in pace con tutti! Ma la pace, riconosciuta come dono, si sviluppa solo attraverso il cammino di conversione , di educazione e formazione . Come figli di Dio dobbiamo crescere e ciò significa che la nostra formazione non può distaccarsi dal modello per eccellenza che è Cristo Gesù. Dopo l’intensa estate 2011 affrontiamo il nuovo anno sociale e pastorale 2011-2012. Stiamo vivendo un momento molto importante della vita della casa e della sua famiglia spirituale. Importante per i religiosi-sacerdoti, e per i laici. Importante per l’Opera della Santa Montagna, nel suo insieme. Poiché si tratta di sintonizzarci con ciò che oramai è divenuto necessario e che riguarda l’educarci alla vita buona del Vangelo. Il tema dell’educazione richiama quello della formazione. Come a dire che la nostra esistenza per conformarsi al progetto di vita del Vangelo, deve necessariamente essere orientata, modellata e plasmata. Una conformazione che non viene da sé, né si dà da sola pensando appunto che si è cristiani in modo spontaneo. Si richiede impegno e non poco. Soprattutto ai nostri giorni in cui la vocazione cristiana è minacciata e l’essere cristiani sta diventando sempre più difficile. Oggi è richiesta ai cristiani consapevolezza e decisionalità per essere tali. E si rende necessario l’impegno educativo. Si diventa ciò che mediante l’educazione si và appunto costruendo. Educarci alla fede e costruire o ricostruire se stessi secondo il modello che è Cristo Gesù. Secondo l’Evangelo. Ciò che colgo in questo momento della nostra casa dopo 31 anni è per me di grande importanza. E trovo interessanti le coincidenze che ci sono tra quello che stiamo formulando e traducendo in progetto con gli orientamenti della CEI. Compresi quelli della nostra Chiesa novarese. Felici coincidenze che danno valore a ciò che il Crocifisso di San Damiano ebbe a dire a Francesco di Assisi. Parole di Gesù che invitavano il poverello di Assisi a incominciare a ricostruire, a restaurare la chiesa in rovina. Di fatto possiamo davvero interpretare l’educazione come un’opera tesa a ricostruire e a restaurare. Nel nostro caso la vita dei figli di Dio, la loro vocazione cristiana, il loro essere fratelli. C’è molta rovina! Il degrado è evidente sotto l’aspetto della dignità della persona umana. L’immoralità, le devianze, le problematicità e le criticità non si contano. Oggi è impressionante lo scenario che abbiamo modo di osservare un po’ a tutti i livelli. Situazioni pesanti che si ripercuotono sulla vita civile, ma soprattutto su quella ecclesiale. Si percepisce la necessità di non attendere oltre a tirarsi su le maniche. E Francesco di Assisi avrebbe da dirci molto sul come. Ciò che si è reso di attualità è ciò che nel lontano 1980 era percepito da coloro che con me iniziarono l’esperienza di Villa Picco. Poiché allora forse non era evidente verso quale sorte ci si stava incamminando e a quali cambiamenti saremmo stati messi di fronte. Ciò che si avvertiva era la necessità di liberare in noi stessi la vocazione cristiana recuperando la bellezza del battesimo, quindi riscoprendo la grazia di essere figli di Dio. Cosa che permise di formare in noi condizioni per vivere davvero la comunità cristiana. Questa iniziale esperienza pareva frutto di nostre fantasie religiose. Eppure comprendevamo allora che molti di noi che ci ritenevamo cristiani, lo eravamo semplicemente in modo anagrafico. Sentivamo la necessità di assumere un atteggiamento più maturo e coerente con la nostra dignità cristiana. Si coglieva che non potevamo stare tranquilli perché si prendeva parte alla messa domenicale, quando si andava a Messa. Poiché molti di noi avevamo smesso di andarci. Concretamente non avevamo nessuna consapevolezza, né coscienza di cosa significasse davvero essere di Cristo Gesù. Trent’anni fa avevamo un vuoto interiore e accentuata ignoranza di cosa significasse essere cristiani. Poi, la stanchezza, il vuoto, lo smarrimento e l’amarezza impose a noi una sincera ricerca di senso e di verità di vita. Si riscoprì il Primato dello Spirito Santo! La bellezza della preghiera, la ricchezza della Parola di Dio. Ci si rese spontaneamente capaci di condividere tutto questa riscoperta di valori interiori e spirituali. In pratica non siamo pochi che in quegli anni iniziali, avevamo ritrovato la gioia di credere e di camminare insieme nella fede. La gioia anche di riscoprire il valore e l’importanza di essere chiesa! Tutto ci veniva spontaneo. Qualcuno era convinto di ciò che aleggiava come convinzione generale: Cristo sì, chiesa nò! Oggi addirittura si direbbe: né Chiesa, né Cristo! Eppure la formazione delle nostre coscienze, l’educazione delle nostre esistenze conforme gli ideali evangelici, ci regalarono una capacità inaspettata di gustare le relazioni ecclesiali. E tutto ciò che si era scoperto si stava traducendo in esperienza di comunità e di appartenenza. Negli anni successivi la nostra comunità e la nostra casa conobbe un incredibile e inatteso incremento. Un po’ da ovunque arrivavano persone mosse da medesimo desiderio di ritornare ad essere credenti. Il tema della nuova evangelizzazione ci spingeva a custodirci nella grazia degli inizi e oggi quello della educazione al vangelo parimenti viene da noi avvertito in tutta la sua importanza. Noi non facciamo altro che continuamente credere che tutto ciò che ci ha visti coinvolti da anni e che è diventato pane quotidiano, possa essere per tutti una ‘chance’ e che educarci alla buona vita del Vangelo sia possibile. Anzi, potremmo dire che sia l’unica realtà che può ancora risultare affascinante in questo quadro storico di tristezza conseguente alle delusioni e alle frustrazioni che la persona stà subendo. La memoria del cammino che abbiamo fatto ci porta ad essere sempre più attenti, nel presente, a regalare le possibilità sempre più ridotte, di recupero dell’identità cristiana. La nostra casa certamente offre una delle tante possibilità. Il percorso finalizzato al recupero e alla educazione non avviene qui sotto un profilo semplicemente didattico. Non è una scuola di fede nel senso stretto. Ovvero non è un centro culturale o di insegnamento religioso. Ciò che siamo chiamati a donare, attraverso la nostra esperienza è un insegnamento di vita che passa attraverso molte realtà costitutive dell’essere. Pure noi veniamo da un cammino in cui le nostre persone hanno potuto beneficiare di educazione e formazione che ha saputo prendere la totalità di noi stessi. Poiché qui si tratta di recuperare la nostra vocazione cristiana non tanto come concetti ma come esperienza concettualmente valida. Il Vangelo non è codice morale o ideologico. E’ progetto basato su una relazione con il Signore Gesù. E’ incontro che porta la persona umana a comprendersi nel disegno di Dio come figlio grazie a Gesù. A sentire la paternità divina come fondamentale per espletare in pienezza la vita da figlio. E la riscoperta di questa dimensione apre anche a quella meravigliosa riscoperta della fraternità cristiana. Personalmente non ritengo che si sia ancora completato il percorso indicatoci dalla provvidenza divina. Poiché, nuove sfide vengono fatte ai credenti in Cristo. Abbiamo visto quelle degli anni 80, successivamente quelli degli anni novanta e ora, quelle ancor più toste degli anni duemila. Ma la nostra esperienza di fede e di vita è semplicemente qualcosa di grande. Lo dice l’entusiasmo che ci anima, il desiderio di bene che ci pervade e la voglia di impegno che ci caratterizza. Stavamo per implodere nelle complicazioni che solitamente spengono gli slanci interiori. Oggi con leggerezza e con gioia viviamo la nostra vita cristiana e proprio questa leggerezza, questa gioia è contagiosa. Non che siamo risparmiati da qualche tristezza della vita, né perché siamo alla larga di qualche problema. La nostra leggerezza è nell ’anima che ha riscoperto l’essenziale e che grazie a questo ritrova gusto per vivere con gioia la fede in Cristo, il suo Vangelo. Sono fermamente convinto che uno che vuole insegnare qualcosa agli altri debba per primo essere in se stesso capace di vivere la bellezza e la gioia del Vangelo. Non mi stanco di ripetere che dobbiamo comunicare la fede e testimoniarla con pace e gioia. Un genitore che tristemente educa il suo figlio metterà nel figlio la convinzione che ciò che offre il genitore è qualcosa che messo in pratica gli regalerà quella tristezza che gli vede in volto. Quindi non crederà che quanto insegnato valga la pena di essere abbracciato. La nostra comunità che ha intrapreso un cammino di novità nella chiesa dovrà sicuramente trasmettere alla gente del nostro tempo la bellezza che già Jan Varnier diceva a proposito della comunità come luogo del perdono e della festa. I miei fratelli più anziani ricorderanno che il libro di Jan Varnier che trasmetteva questa esperienza fu oggetto di molto studio e di valutazione per scorgerne il segreto. Il Vangelo non è forse una buona novella? Una bella notizia? Un gioioso annuncio? E allora i fratelli aderenti alla ‘Vita Nuova’ non possono trascurare di testimoniare il Vangelo. Dobbiamo a tutti offrire la testimonianza che nulla vi è di più bello che essere e sentirci figli di Dio. La nostra relazione fraterna è conseguenza di questa identità e non qualcosa che ha a che fare con il bonismo superficiale né con quella ilarità fastidiosa di chi interpreta la letizia come una specie di gogliardìa.Poiché la gioia e la letizia cristiana è altra cosa di quello che è ostentato nel mondo tanto per riuscire ad ammazzare la tristezza. E’ una composta reazione al malessere dell’anima, frutto di un anima riconciliata nell’amore di Dio e aperta all’amore fraterno. Educare è un arte! L’educatore ha un compito delicato da svolgere. E per primo necessita aver educato noi stessi e appresa l’arte mediante corsi lunghi e percorsi validi di esperienza. Non è educatore alla vita buona del vangelo chi non si è lasciato pervadere dal Vangelo stesso fino a dimostrarsi vangelo vivo. Da qui pertanto partiamo. Con queste convinzioni. Poiché questo anno sociale e pastorale che ci apre alla missione, è occasione in primis per noi di avanzare nel recupero dell ’originalità della nostra esperienza. Recupero già in atto, ma che sempre di più vogliamo fare. Come ho detto a motivo delle nuove sfide presenti. E sono convinto di trovarvi interessati e pronti per vivere insieme un’altra volta la grazia di un nuovo anno sociale. Sono anche certo che ci siano tutti gli ingredienti necessari perché questo nuovo anno ci possa portare a conseguire importanti traguardi di vita cristiana. Ne è segno il movimento in corso di persone che ci stanno chiedendo aiuto, disponibilità, accoglienza. Sempre sostenuti da Maria e da Gesù! (P.Giulio Manera) TTI NON SOLO ATTIVITA’ PASTORALI MA ANCHE ESPERIENZE DI VITA COMUNITARIA Ancora prima di ogni azione apostolica, ciò che conta è portare avanti la dimensione comunitaria particolare. L’estate 2011 si è chiusa il giorno 25 settembre. Una domenica importante nella quale si sono chiuse le attività estive di accoglienza e di animazione. L’estate è sempre stata una stagione importante per la vita della casa. Quella di quest’anno però è stata vissuta entro due importanti avvenimenti. Il primo fu quello del 3 luglio quando venne tra noi il Vescovo di Novara e il secondo quello del 25 settembre quando fu tra noi Don Gianni Colombo pro vicario generale. Tra i due particolari e significativi momenti, si è articolata l’estate ricca di attività apostolica. Ciò che di mezzo c’è stato, lo fu grazie a questi due sorprendenti momenti. Oggi noi meglio possiamo comprenderli e leggerli nella loro ricchezza di ‘segno’. Nel primo momento è stata la nostra Associazione, ovvero la nostra famiglia spirituale che ha avuto risalto. Nel secondo momento è la nostra comunità religiosa laicale della Santa Montagna che è stata posta all’attenzione di tutti noi. Non possiamo pertanto trascurare questi due momenti, né sottovalutarli. Solitamente guardiamo alle attività. E così deve essere, ma quest’anno siamo in certo qual modo chiamati a prendere più coscienza di quanto sia importante in vista delle missione e dell’apostolato, l’ attenzione alla ‘vocazione’. Non lo facciamo perché ci và di puntare su questo, ma perché molto ci sta portando a questo. E come solitamente facciamo, seguiamo con amore quanto viene emergendo da sé. La consapevolezza che è nel cuore nostro che Dio guida la nostra vita e non manca di darci indicazioni, motiva l’impegno di seguire, e di approfondire i ‘segni’ che sono chiari. Dal 2009 il Centro di Spiritualità, la sua famiglia spirituale e la sua comunità religiosalaicale si è staccata dall’Ordine dei Cappuccini poiché i Superiori dell’Ordine non riconoscevano tutto ciò espressione del carisma dell’Ordine. E di conseguenza è stata la Diocesi di Novara che ne ha fatto accoglienza. Il distacco, non è stato nel segno di una rottura, ma di una necessaria evoluzione di cose. Effettivamente tutto ciò che è nato e cresciuto in questo luogo, è parso non coerente con i princìpi dell’Ordine. E il discernimento dei Superiori è stato prezioso per incamminarsi sulle strade tracciate dalla provvidenza divina. Strade che oggi cominciano ad essere più visualizzate. Sulle quali si sta camminando recuperando lo slancio motivazionale degli inizi e rilanciando ciò che in quegli inizi timidamente e in maniera alquanto incerta già c’era. E’ stato perciò importante quanto si è vissuto sia il 3 luglio, sia il 25 settembre. E come ci siamo detti in altre occasioni, ci attende un sereno lavoro per sviluppare ed accrescere la nostra identità vocazionale Bambini, giovani, adulti… .. L’estate 2011 di grande movimento e densa di eventi formativi Davvero non è facile fare una sintesi di questi mesi estivi sia di quanto avvenuto nella casa, sia di quanto alcuni nostri fratelli animatori hanno offerto altrove, fuori delle mura della casa. Si stà vivendo un momento di grazia ed è doveroso ringraziare il Signore per le meraviglie che abbiamo visto. Un ringraziamento che và sia ai nostri giovani animatori, sia alla componente laica della comunità per tutto ciò che con gioia, senza guardare ai sacrifici messi in campo, si sono lodevolmente impegnati a fare. Un notevole lavoro di evangelico servizio per favorire la crescita sia interiore che umana dei bambini, dei giovani e degli adulti. Questa fase di servizio ci aiuta a renderci conto di ciò che stà maturando per grazia di Dio nella casa e tra i membri della sua comunità. Qui ci limitiamo a darne accenno. Sarebbe però opportuno che chi ha seguito e segue i diversi campi di servizio potesse trovare il tempo per fissare la memoria degli avvenimenti sulla nostra lettera. Si sa che il tempo è tiranno, ma occorre trovarlo. Si sa che la memoria è scolpita e che ciascuno ha presente quanto ci è stato donato di vivere in questa estate. Ma ci si augura che con puntualità si riesca a scrivere e a stampare quanto da noi vissuto. Non già per esaltarci, quanto per poter concretamente dire a lode del Signore che ci permette così tante stupende esperienze. PADRE ALVARO E FRA SIMONE FESTEGGIATI IL 25 SETTEMBRE 2011 Emozionante momento vissuto in casa con le vestizioni di P.Alvaro e di Fr. Simone. Che arricchiscono la comunità religiosa della Santa Montagna. P.Alvaro, milanese di origine, è stato accolto nel presbiterio diocesano e ammesso alla nostra comunità. Fra Simone, di Novara, figlio del Vice Presidente dell’Associazione, dopo l’anno di postulandato, ammesso al noviziato ha dato inizio agli studi di teologia presso il teologico di Novara. Ma il Signore ci sta regalando anche di avere giovani in ricerca vocaziona. Preghiamo e sosteniamo con affetto chi oggi ‘decide nel suo cuore il santo viaggio” DOMENICHE DI FORMAZIONE INIZIATIVE E ORARI DELLE ATTIVITA’ NELLA CASA DI PREGHIERA “VILLA P.PICCO” GIORNI FERIALI DA LUNEDI’ A VENERDI’ La preghiera comunitaria nella casa al mattino è alle 7,30 con le Lodi Mattutine e alla sera alle ore 18 con il Rosario. Alle 18,30 la Santa Messa PREGHIERA DEL SABATO ASSEMBLEARE dalle ore 16 e Santa Messa alle ore 18 PREGHIERA DELLA DOMENICA dalle ore 16, con Insegnamenti e Santa Messa alle 18,30 NB. Nel secondo sabato e domenica di ogni mese non si hanno attività aperte a tutti COMPLEANNO DI PADRE GIULIO SABATO 26 NOVEMBRE Ricorre proprio nel giorno di sabato il compleanno di P.Giulio. Si è attesi per la festa che prevede come ogni sabato la preghiera e la Santa Messa che sarà anticipata alle 17,30. Cena comunitaria e poi momento di animazione. NB: Si chiede la prenotazione della cena. IMMACOLATA GIOVEDI 8 DICEMBRE Pomeriggio con attività come le domeniche, aperto a tutti Week-end del 10-11 dicembre RISERVATO ALLA COMUNITA DELLA SANTA MONTAGNA quindi non aperto a tutti PERCORSI PER I PICCOLI E I GIOVANI gli animatori della casa hanno improntato un calendario di attività specifiche per i bambini e per i giovani. Potranno essere ritirati i depliant di queste attività presso la pagoda di ‘villapiccoli’. RESTAURATA LA STATUA D SAN GIUSEPPE Si è restaurata la statua di statua di san Giuseppe. Stupenda statua che era rimasta a lungo un po’ marginalmente presente nella casa e che ora è dignitosamente presente in cappella. Con questo si è voluto far emergere amore e devozione allo sposo di Maria, e padre putativo di Gesù. Tutto a seguito di una nostra specifica intenzione di ridare valore e significato alla presenza di San Giuseppe nella vita dei cristiani e quindi della chiesa. Che tutti possiamo recuperare quella devozione e quell’amore che talvolta non è sufficientemente espresso verso San Giuseppe. Definito come protettore della Chiesa possa San Giuseppe proteggere la nostra comunità e la nostra associazione. Da qui assisterci e proteggerci nella vita presente e in vista della vera vita futura in Dio! SAN GIUSEPPE INTERCEDI PER NOI! La missione di Mida Sant’Anna ( Watamu- Kenia) ha la sua tanto desiderata chiesa Le foto che sono state inviate da Mida dimostrano il frutto cresciuto della nostra solidarietà alla missione di Don Piter. Grande soddisfazione per la popolazione del villaggio che desiderava questo luogo sacro per incominciare ad essere comunità. Ed è attorno a questo ‘centro’ che andranno a svilupparsi le altre opere. Il Vescovo di Malindi, Mons. Emnanuele Barbara scrivendoci, si è congratulato ed ha chiesto di dare il suo più sentito ringraziamento ai benefattori della missione. Spera nella continuazione della collaborazione missionaria avviata che può essere di grande e prezioso aiuto. E’ desideroso che il progetto di gemellaggio tra il Centro e la Missioni si perfezioni. Alle 16.200,00 euro raggiunti a giugno siamo arrivati a quota 20.000,00. Con gli amici di Cameri si è così potuto assicurare un contributo di ben oltre 27 mila euro! Tutto in 7 mesi! Un miracolo dice Don Piter. E pure noi! Sarò personalmente presente nella missione a metà novembre per valutare altre opere da fare e a Gennaio per l’inaugurazione della chiesa.