Istituto MEME: Il feto e la vita sonora

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Istituto MEME: Il feto e la vita sonora
Istituto MEME
associato a
Université Européenne
Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles
IL FETO E LA VITA SONORA
Scuola di Specializzazione: Musicoterapia
Relatore: Dott.ssa Roberta Frison
Contesto di Project Work: Consultorio Famigliare di
Carpenedo VE
Tesista Specializzando: Giorgia Pugiotto
Anno di corso: Primo
Modena: 30 - 31 maggio 2009
Anno Accademico: 2008 - 2009
ISTITUTO MEME S.R.L. - MODENA ASSOCIATO UIVERSITÉ EUROPÉENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L. BRUXELLES
GIORGIA PUGIOTTO - SST IN MUSICOTERAPIA (PRIMO ANNO) A.A. 2008 - 2009
INDICE DEI CONTENUTI
INTRODUZIONE………………………………………………… 4
1° Capitolo. Analisi dello sviluppo dei cinque organi
di senso durante la vita prenatale…………………………….. 6
1.1.
Il tatto
………………………………………………... 7
1.2.
l’olfatto ………………………………………………... 9
1.3.
Il gusto ………………………………………………… 10
1.4.
l’udito
………………………………………………… 10
1.4.1 Lo sviluppo dell’orecchio ………………………...
12
1.5. La vista …………………………………………………
15
2° Capitolo. I cinque livelli di comunicazione
presenti durante la gravidanza…………………………………….
17
2.1.
Livello fisiologico …………………………………………...
17
2.2.
Livello comportamentale …………………………………...
17
2.3.
Livello emotivo
…………………………………………
18
2.4.
Livello mentale
…………………………………………
19
2.5.
Livello esistenziale ………………………………………….
20
2.6.
La comunicazione intrauterina secondo Benenzon …….
20
2.6.1 Il Principio dell’ISO ……………………………………
22
3° Capitolo. Gli studi ……………………………………………………
25
3.1.
Gli effetti dell’ascoltare musica durante la gravidanza e il
travaglio di parto: Descrizione di un’esperienza ………..
30
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3.2.
Il canto nella preparazione alla nascita …………………...
40
4° Capitolo. Il Project Work
Premessa ……………………………………………………………
46
4.1. Materiali e metodi ……………………………………………
48
4.2. Il setting
…………………………………………………
49
4.3. Lo strumentario ……………………………………………..
49
4.4. Le tecniche
………………………………………………..
50
4.5. La struttura ed organizzazione degli incontri ……………
77
4.6. I dati raccolti …………………………………………………
77
CONCLUSIONI …………………………………………………….
82
REPERTORIO MUSICALE .........................................................
83
BIBLIOGRAFIA E RIFERIMENTI SITOGRAFICI ………
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INTRODUZIONE
Il mio project work presenta l’esperienza di tirocinio di musicoterapica realizzata con due
gruppi di gestanti durante i corsi di preparazione alla nascita, nel Consultorio Familiare di
Carpenedo in Provincia di Venezia dove presto servizio come volontaria ostetrica.
Prima di intraprendere questa esperienza ho cercato alcune fonti che potessero essermi
utili.
“La Musicoterapica in gravidanza” è un tema che suscita grande curiosità ed interesse,
come evidenzia la presenza dell’argomento in convegni e congressi, (ad alcuni dei quali ho
anche partecipato “Famiglia, genitorialità e prenatalità” - Padova; “Musica e Vita” –
Sassuolo) ma di cui si possiede una scarsa letteratura, per altro non strutturata.
Due sono i libri che hanno dato inizio al mio percorso:
- “L’abbraccio sonoro in gravidanza - Percorso innovativo di musicoterapica in acqua
per future mamme” di Paola Ulrica Citterio.
- “Musicoterapia e Gravidanza” a cura di Raffaella Coluzzi.
Il primo capitolo della mia tesi tratta lo sviluppo, durante la vita prenatale, dei cinque sensi
che procedono secondo il seguente ordine: tatto, olfatto, gusto, udito e vista.
Volendomi soffermare sull’udito, ho ritenuto importante spiegare lo sviluppo della struttura
dell’orecchio dalla fase embrionale alla fase fetale.
Nel secondo capitolo si descrivono i livelli di comunicazione presenti durante la
gravidanza tra la madre ed il nascituro. Una particolare attenzione è stata data allo schema
della comunicazione intrauterina proposta da Benenzon e al concetto di ISO ossia
l’insieme delle energie sonore, acustiche e di movimento, che appartengono a un individuo
e lo caratterizzano.
Il terzo capitolo pone l’accento sugli studi realizzati (Piper, Salk, Fejoo, Gagnon, Milani
Comparetti, Franco Fornari) sulle relazioni tra stimoli sonori ed attività del feto ed,
essendo veneziana, ho voluto riportare per intero lo studio fatto da Pier Luigi Righetti
(Venezia 1995) sugli effetti dell’ascoltare musica durante la gravidanza e il travaglio di
parto.
Al termine del capitolo riporto le esperienze sull’uso della voce in gravidanza:
-
il canto carnatico, tipico dell’India;
-
la concezione del canto per Leboyer:
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-
gli studi di psicofonia di M. L Aucher e della sua studentessa Elisa Benassi.
Nel quarto ed ultimo capitolo, illustro nel dettaglio il project work realizzato a Carpendo
partendo dalla motivazione per cui ho deciso di fare questo progetto. Specifico, in
dettaglio, il setting, gli strumenti di lavoro utilizzati, la metodologia, le tecniche di
intervento e la struttura organizzativa degli incontri. Infine riporto, di sei gestanti, i dati
clinici ed alcune osservazioni sulle attività musicali che sono emerse durante gli incontri.
I mutamenti che avvengono a livello fisiologico e psicologico durante i nove mesi, sono
talvolta accompagnati da ansia, stress, paura e affaticamento che possono impedire alla
donna di vivere questo straordinario momento della vita. Con le tecniche di musicoterapia
volevo far scoprire alle gestanti un ulteriore mezzo per vivere la nascita con
consapevolezza e serenità: attenta e pronta ad assecondare i segnali provenienti dal suo
corpo e dal suo bambino.
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CAPITOLO 1
ANALISI DELLO SVILUPPO DEI CINQUE ORGANI DI SENSO
DURANTE LA VITA PRENATALE
Fino a poco tempo fa si pensava che il nascituro fosse una “massa psichicamente
indifferenziata” sulla quale venivano a fissarsi le esperienze, i pensieri e le azioni solo
dopo la nascita.
Solo recentemente questa concezione statico/passiva è stata sostituita dalla concezione
dinamico/attiva, orientata in senso evolutivo, che vede il neonato, nel suo primo impatto
con il mondo, portare con sé una serie di vissuti già organizzati e strutturati sui quali
formerà lo sviluppo successivo dell'IO.
Per essere più precisi, durante la gestazione, il nascituro sviluppa un Sé differente e
differenziato, perfettamente individualizzato, come le impronte digitali, che ha così nitide e
definite.
La moderna neurologia ha scoperto, ad esempio, che a partire dal settimo/ottavo mese
compaiono nel nascituro dei tracciati elettroencefalografici di diversi ritmi che consentono
di comprendere se il piccolo è sveglio o dorme, se il suo sonno è profondo o se sta
sognando.
Questo è un dato di grande valore e significato perché è stato riconosciuto, a partire da
Freud che riteneva il sogno la via regia dell'inconscio, che i sogni sono in stretta relazione
con la vita interiore e con i contenuti della vita psichica fatta di bisogni, desideri, emozioni
ecc.
Le ricerche effettuate nel campo della vita prenatale hanno dimostrato l'esistenza di
un’attività neurosensoriale presente già fin da prima della nascita.
Questo per dire che il feto, attraverso gli organi di senso, ha già a disposizione dei canali di
comunicazione aperti verso il mondo esterno che incidono, a partire dalle prime
esperienze, sulla propria crescita e quindi sulla propria organizzazione ed attività futura.
Un'attenta analisi dello sviluppo neurosensoriale permette di comprendere lo sviluppo e il
valore degli organi di senso che procede secondo il seguente ordine:
1) Tatto.
2) Olfatto.
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3) Gusto.
4) Udito.
5) Vista.
1.1. TATTO
La pelle è già completa dopo otto settimane di gravidanza.
E' stato possibile stabilire che il feto presenta:
- dall'8/9 settimana reazioni motorie e stimolazioni facciali centrate nella regione della
bocca;
- dalla 10/11 settimana si muove per oltre il 12% del tempo, comincia ad eseguire
movimenti per la respirazione e talvolta sobbalza d'improvviso; inoltre inizia, o lo farà tra
un paio di settimane al massimo, a bere liquido amniotico;
- dalla 12/13 settimana in risposta ad uno stimolo chiude la bocca ed inghiotte; manifesta
un ritmo di singhiozzo di 26-28 singulti al minuto;
- dalla 16 settimana ha ormai sviluppato il senso del gusto; si è rilevato che se il liquido
amniotico viene dolcificato artificialmente ne inghiotte una dose doppia; se si illumina
violentemente il ventre materno reagisce girando la testa mentre aumenta il battito
cardiaco;
- dalla 20 settimana muove il braccio su e giù ed è in grado di toccare ed afferrare
qualcosa: un dito, un piede; possiede “tutti i moduli di movimento della specie umana e ne
ha di più perché con il passar del tempo se ne perde e non se ne acquisisce nemmeno uno”;
- dalla 22 settimana comincia a fare precisi movimenti per succhiare; da questo momento
in poi si osserverà un aumento del battito cardiaco ogni volta che si muove;
- dalla 25 settimana può essere eccitato da forti e improvvisi rumori e calmato dalla madre
quando gli parla dolcemente;
- dalla 30 settimana sembra ascoltare il proprio cuore quasi per stabilire un proprio ritmo
post-natale;
- dalla 39 settimana, durante le fasi del sonno profondo (non-REM), muove la bocca ad
intervalli che vanno dai 10 ai 20 secondi; nel sonno REM o sonno attivo si muove ogni
0,5-2,5 minuti, e muove la bocca per 0,5-3 minuti. In questo periodo dorme per il 95% del
tempo.
Grazie alla sua stretta relazione con l'attività mobile del feto “il tatto è il primo e più
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importante organo d’informazione su noi stessi e sull'ambiente. Basta pensare il liquido
amniotico che circonda il bambino, alla capacità dell'embrione e del feto di muoversi in
questo liquido, ed alle sue mani molto vicine alla bocca per rendersi conto che la pelle è
continuamente stimolata ed in contatto con l'ambiente”
Il tatto è l'organo della relazione e l'esperienza che ne deriva è destinata a condizionare le
esperienze successive; quindi la pelle è l'organo della comunicazione primaria perché
permette di comunicare anche quando le altre forme di comunicazione espressiva, gestuale,
verbale, non sono presenti.
Il processo del toccare è sempre reciproco e quindi la sua attivazione determina
inevitabilmente una relazione.
In Olanda esiste l'Istituto per la Comunicazione Aptonomica (del toccare) diretto da
Veldman F., che insegna ai genitori come toccare il feto durante la gravidanza.
Questa tecnica consiste nel prendere, naturalmente con delicatezza, il contenuto del ventre
con le mani e fare delle pressioni o massaggi. Già dal quarto mese è possibile notare una
reazione del feto che al toccamento risponde attraverso il movimento.
Questa pratica sviluppa nei genitori la consapevolezza che il nascituro ha concretamente
una sua vita di relazione.
Ciò rafforza il legame affettivo genitori/figlio, attenua la preoccupazione rispetto alla
gestione della gravidanza e prepara alla relazione affettiva dopo la nascita.
Inoltre l'esperienza aiuta a comprendere le preferenze e i rifiuti o meglio le tendenze del
bambino.
E' di fondamentale importanza trasmettere al bambino dei messaggi di compiacimento per
averlo in grembo.
La madre, mentre lo tocca, può parlargli con dolcezza e comunicargli il suo amore con il
pensiero e con la parola, perché il bambino recepisce i messaggi ed ha una sua memoria
inconscia.
In questo modo il bambino sviluppa maggiormente la capacità di adattamento, di risposta e
di relazione.
Inoltre diventa più attivo, aumenta il tono della muscolatura e la capacità di provare
emozioni.
1.2. OLFATTO
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L'organo dell'olfatto entra in funzione durante il secondo mese di gravidanza. Le sostanze
legate all'ambiente e al cibo possono, con i loro odori, diventare parte del liquido
amniotico e produrre delle memorie olfattive importanti per lo sviluppo delle relazioni ed
esperienze future.
L'olfatto è in stretta relazione con l'intuizione, con l'orientamento spaziale e con la capacità
di discriminazione: probabilmente alla nascita il bambino riconosce la madre anche grazie
all'odore che emana.
Inoltre l'odorato è in rapporto con la vita affettiva e sessuale, con il comportamento
aggressivo ed affermativo, con il processo di maturazione, ed esercita in senso generale, un
ruolo significativo nella formazione, nello sviluppo dell'identità personale e “in tutta la vita
di relazione interpersonale”.
Una tecnica di un certo interesse, consigliata alle donne in gravidanza, consiste nel far uso
di essenze o profumi particolarmente graditi.
Questi permettono, in modo del tutto naturale, di agire sul grado di risposta emotiva, di
favorire un maggior senso di benessere e quindi di apertura e di adattamento: condizione
importante per poter affrontare adeguatamente i problemi e le difficoltà della vita in
armonia con sé e con il proprio figlio.
I profumi, per semplicità, sono classificati secondo tre diversi tipi di note:
Le prime sono le “note di testa” caratterizzate dagli aspetti volatili, schietti e poco
duraturi; in genere rappresentano l'aspetto sensibile del profumo molto vicino alla volatilità
del pensiero.
Esse sono costituite in prevalenza da agrumi (limone, bergamotto, mandarino) o da labiate
(salvia, rosmarino, issopo, menta).
Vengono poi le note dominanti o “note di cuore” legate al mondo delle emozioni e queste
determinano la personalità del profumo.
Ritroviamo tra queste i profumi di rosa, gelsomino, caprifoglio e mughetto.
E da ultime ci sono le “note di fondo”, dall'aroma intenso, che stimolano la vitalità come il
patchouly, labdano, muschio di quercia, benzoino, incenso.
1.3. IL GUSTO
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Il gusto entra in funzione verso il terzo mese.
All'introduzione di sostanze dolci o amare nel liquido amniotico, il feto reagisce,
rispettivamente, con momenti di suzione, di deglutizione o di smorfie, accompagnate al
tentativo di chiusura della bocca dimostrando la capacità di discriminare le differenze.
Nel liquido amniotico passano anche sapori di cibi che fanno parte dell'alimentazione della
madre.
“A questo proposito un’interessante ricerca è stata condotta in Francia, e più precisamente
in Provenza, su alcuni gruppi di bambini.
I figli di donne che durante la gravidanza e l'allattamento mangiavano molto aglio
dimostravano, fin dai primissimi anni di vita, una spiccata predilezione per gli alimenti
ricchi di aglio, sostanza che normalmente viene invece fermamente rifiutata dai lattanti”.
La memoria gustativa, ed in parte anche quella olfattiva, hanno un grande valore perché
possono determinare le esperienze successive che il bambino farà con il cibo, specialmente
durante la fase orale relativa al primo anno di vita, con l'allattamento e lo svezzamento e
quindi le sue abitudini alimentari.
Il gusto influenza le prime esperienze di accettazione o di rifiuto della realtà e svolge un
ruolo importante nello sviluppo della capacità di adattamento e del senso di appartenenza.
Alla gestante si consiglia un'alimentazione equilibrata con particolare attenzione alla
quantità, ma soprattutto alla qualità nella scelta dei cibi.
Ciò è estremamente importante per la salute della gestante, per l'andamento della
gravidanza e per lo stato di nutrizione e sviluppo psicofisico del nascituro.
1.4. L'UDITO
L'apparato uditivo completa la sua maturazione tra il secondo e il quinto mese di
gravidanza, perciò dopo il 6 mese il feto ha la capacità di ascoltare per tutto il tempo.
Gli stimoli sonori vengono percepiti, non solo attraverso l'apparato uditivo fetale, ma
anche tramite la pressione delle vibrazioni sonore su tutto il feto passando attraverso il
liquido amniotico.
Tutto il processo di crescita convive in simbiosi con la madre attraverso:
- le sue pulsazioni cardiache;
- la sua voce;
- il suo flusso ematico;
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- il rumore delle pareti uterine;
- i continui gorgoglii intestinali;
- le sonorità connesse al volume dell'aria inspirata ed espirata;
- il movimento ondulatorio del diaframma.
I rumori di fondo intrauterini sono pari a 24 dB (decibel), mentre la voce materna è pari a
60 dB.
Secondo le più recenti scoperte svolte da Versyp, nel 1985, la somma totale dei rumori
interni è di circa 30 dB.
Il feto probabilmente tende ad abituarsi convivendo con questi suoni permanenti.
La propagazione delle onde sonore nel liquido amniotico dà origine a una stimolazione di
tipo energetico. Tutte queste sollecitazioni acustiche, provenienti dall'interno, determinano
un coinvolgimento vibrotattile globale prima ancora che uditivo.
Le percezioni fetali e neonatali dipendono anche dalle strutture geneticamente determinate,
nelle quali la maturazione sembra derivare dalle stimolazioni esterne trasmesse dagli
organi di senso.
Gli stimoli, di origine esterna, provengono dai suoni, musiche, rumori e vibrazioni
dell'ambiente esterno e vengono filtrati attraverso i tessuti della madre.
I suoni maggiormente attutiti sono quelli acuti, mentre quelli bassi subiscono una minore
attenuazione: sopra i 1000 e 2000 Hz l'attenuazione è di 30 dB.
I suoni che passano meglio (senza l'attenuazione di protezione) sono, quindi, intorno ai
1000 Hz anche se, d'altra parte, rischiano di essere più compromessi, meno nitidi a causa
del “rumore” di fondo materno.
Le sonorità endouterine hanno perciò un'intensità variabile da 6,3 a 80,5 dB.
La voce materna (per trasmissione ossee, per vicinanza e per le vibrazioni prodotte
dall'apparato fonatorio) emerge fra tutte, filtrata.
La voce paterna (per la vicinanza e per il suo tono grave) e la musica contribuiscono nella
stimolazione dei suoni gravi.
L'attenuazione dei “rumori esterni” proviene principalmente dal fatto che le onde sonore
sono, in gran parte, riflesse dall'addome materno soprattutto per quanto riguarda i suoni
acuti. Questi sono dunque quelli più debolmente percepiti rispetto a quelli gravi.
1.4.1 LO SVILUPPO DELL'ORECCHIO
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L'orecchio è formato da tre parti anatomicamente diverse:
L'ORECCHIO ESTERNO, formato dal padiglione auricolare, dal meato acustico esterno
e dallo strato esterno della membrana timpanica.
L'ORECCHIO MEDIO, che è formato da una catena di tre ossicini uditivi, che
connettono lo strato interno della membrana timpanica con la finestra ovale dell'orecchio
interno.
L'ORECCHIO INTERNO, che è formato dall'organo vestibolo-cocleare, che è in
rapporto sia con la funzione uditiva che con quella dell'equilibrio.
Le parti esterne e medie dell'orecchio sono deputate alla trasmissione delle onde sonore
all'orecchio interno, che converte le onde in impulsi nervosi e registra i cambiamenti di
equilibrio.
SVILUPPO DELL'ORECCHIO INTERNO
L'orecchio interno è il primo delle tre parti anatomiche che inizia a svilupparsi.
All'inizio della quarta settimana appare su ciascun lato del mielencefalo, la parte caudale
del cervello posteriore, un ispessimento dell'ectoderma superficiale, il placode otico.
Ciascun placode otico presto s’invagina e affonda profondamente nell'ectoderma
superficiale fino a raggiungere il mesenchima sottostante. Così facendo forma la fossetta
otica. I bordi della fossetta otica si riuniscono e si fondono dando origine alla vescicola
otica, il primordio del labirinto membranoso. Le vescicole otiche perdono i loro contatti
con l'ectoderma superficiale e formano un diverticolo che si allunga dando origine al dotto
e al sacco endolinfatico.
A questo punto si riconoscono due regioni delle vescicole otiche:
UNA PARTE UTRICOLARE dorsale, dalla quale hanno origine il dotto endolinfatico e i
dotti semicircolari.
UNA PARTE SACCULARE ventrale, che dà origine al sacculo e al dotto cocleare; questo
dotto contiene l'organo spirale (del Corti).
I tre diverticoli discoidali si accrescono al di fuori della parte utricolare del labirinto
membranoso che si sta sviluppando.
Presto le parti centrali di questi diverticoli si fondono e scompaiono.
Le parti periferiche non fuse dei diverticoli diventano i dotti semicircolari. Dilatazioni
localizzate, le ampolle, si sviluppano a ciascuna estremità del dotto semicircolare. Le
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terminazioni nervose sensoriali - le creste ampollari - si differenziano in queste ampolle e
nell'utricolo e sacculo.
Dalla parte ventrale sacculare della vescicola otica si accresce un diverticolo tubulare - il
dotto cocleare - che si avvolge su se stesso formando la coclea membranosa. Subito si
forma una connessione tra la coclea e il sacculo, il dotto reuniente.
L'organo spirale (del Corti) si differenzia dalle cellule della parete del dotto cocleare.
Le cellule gangliari dell'ottavo nervo cranico migrano lungo l'avvolgimento della
membrana cocleare e formano il ganglio spirale (ganglio cocleare). Processi nervosi si
estendono da questo ganglio fino all'organo spirale, dove terminano nelle cellule capellute.
Le cellule del ganglio spirale mantengono la condizione embrionale bipolare; cioè, esse
non diventano unipolari come le cellule del ganglio spinale.
Influenze induttive provenienti dalla vescicola otica stimolano il mesenchima che circonda
la vescicola otica a condensarsi e a differenziarsi in una capsula otica cartilaginea.
Mentre si ingrandisce il labirinto membranoso, appaiono vacuoli nella capsula otica
cartilaginea che presto coalescono e formano lo spazio perilinfatico. Il labirinto
membranoso è ora sospeso nella perilinfa (liquido dello spazio perilinfatico). Lo spazio
perilinfatico relativo al dotto cocleare si divide in due parti, la scala del timpano e la scala
vestibolare. La capsula otica cartilaginea successivamente si ossifica e forma il labirinto
osseo dell'orecchio interno. L'orecchio interno raggiunge la sua dimensione e forma
definitive alla metà del periodo fetale (da 20-22 settimane).
SVILUPPO DELL'ORECCHIO MEDIO
La parte prossimale del recesso tubotimpanico forma la tuba faringotimpanica (tuba
uditiva).
La parte distale del recesso tubotimpanico si espande e diviene la cavità timpanica, che
gradualmente avvolge gli ossicini dell'udito (martello, incudine e staffa).
Durante l'ultima parte del periodo fetale, un’espansione della cavità timpanica, dà origine
all'antro mastoideo.
L'antro mastoideo ha, alla nascita, dimensioni quasi definitive; tuttavia non sono presenti
nel neonato cellule mastoidee.
A due anni di età le cellule mastoidee sono ben sviluppate e producono proiezioni coniche
delle ossa temporali, detti processi mastoidei. L'orecchio medio continua a crescere per
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tutta la pubertà.
SVILUPPO DELL'ORECCHIO ESTERNO
Il meato acustico esterno si sviluppa dall'estremità dorsale del primo solco faringeo. Le
cellule ectodermiche al fondo di questo tubo imbutiforme proliferano e formano una
lamina epiteliale solida, detta tappo del meato acustico. Successivamente, nel tardo periodo
fetale, le cellule centrali di questo tappo degenerano, formando una cavità che diviene la
parte interna del meato acustico esterno. Questo meato è relativamente corto alla nascita;
per questo, si deve avere cura di non ledere la membrana timpanica. Il meato acustico
esterno raggiunge la sua lunghezza definitiva circa al nono anno.
Il primordio della membrana timpanica è la prima membrana faringea, che separa il primo
solco faringeo dalla prima tasca faringea.
Mentre procede lo sviluppo, tra le due parti della membrana faringea, il mesenchima si
accresce e si differenzia producendo e organizzando le fibre collagene della membrana
timpanica. Il rivestimento esterno della membrana timpanica deriva dall'ectoderma
superficiale, mentre il suo rivestimento interno deriva dall'endoderma del recesso
tubotimpanico.
Per sintetizzare, la membrana timpanica si sviluppa da tre parti:
- dall’ectoderma del primo solco faringeo;
- dall'endoderma del recesso tubo timpanico;
- dal mesoderma del primo e secondo arco faringeo.
Il padiglione auricolare si sviluppa da sei aree mesenchimali proliferanti del primo e
secondo arco faringeo. Le prominenze, dette tubercoli auricolari, circondano il primo solco
faringeo.
Mentre si sviluppa il padiglione auricolare, si riduce il contributo del primo arco.
Il lobo (o lobulo) è l'ultima parte che si sviluppa. Il padiglione auricolare comincia a
svilupparsi alla base del collo. Con lo sviluppo della mandibola, il padiglione auricolare si
sposta verso la sua posizione definitiva ai lati della testa. L'orecchio esterno continua a
crescere per tutta la pubertà. Le parti del padiglione auricolare derivate dal primo arco
faringeo sono innervate dal nervo di questo arco il ramo mandibolare del nervo trigemino;
le parti derivanti dal secondo arco, sono innervate dal ramo cutaneo del plesso cervicale;
specialmente il piccolo nervo occipitale ed il nervo grande auricolare.
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Il nervo facciale del secondo arco ha pochi rami cutanei; alcune di queste fibre
contribuiscono all'innervazione sensoriale della pelle della regione mastoidea e,
probabilmente, di piccole aree di entrambe le facce del padiglione.
1.5. LA VISTA
L'organo sensoriale della vista funziona tra il quarto e il sesto mese mentre, prima della
nascita, tutti i recettori sono completi. Il feto che si trova nell'utero materno non vive
nell'oscurità ma all'interno di una variazione di tonalità luminose e cromatiche dipendenti
dal clima, dalla stagione e dallo stile di vita della madre, alle quali reagisce. Se si appoggia
una luce intensa sull'addome della madre il nascituro sembra notarla al punto che cerca di
distogliere gli occhi girando la testa dall'altra parte.
Per E. F. Baker, psicanalista reichiano, “la zona oculare è il primo livello evolutivo“ e
questa è in stretta relazione con le strutture fondamentali della psiche.
Durante la gravidanza è importante vivere l'esperienza del vedere e non del semplice
guardare in modo superficiale e distratto, così da partecipare coscientemente all'atto
percettivo e dare valore e significato all'esperienza.
Andrée Bertin, francese, presidente della A.N.E.P. (Association Nationale pour l'Education
Prénatale) propone alle madri in gravidanza di vestire e di tappezzare le pareti della casa
con colori chiari, vivi e luminosi, questo perché hanno un effetto stimolante e benefico
sulla crescita delle cellule e sugli organi del nascituro.
Vediamo ora, sia pur a grandi linee, il significato simbolico e l'effetto fisiologico dei
principali colori.
1) ROSSO: è il colore che rappresenta tutto ciò che concerne la vita e la sua affermazione
attraverso l'azione, la lotta ecc. E' anche in relazione con l'autorità e la volontà. Inoltre
rappresenta l'amore per gli esseri viventi. Interessa la muscolatura striata e volontaria e gli
organi della riproduzione.
2) ARANCIONE: è il colore dell'estroversione sentimentale, della nobiltà, della sanità,
della purezza e dell'unità della vita.
Sviluppa il desiderio di perfezione, di benessere e di salute.
E' in relazione al sistema circolatorio.
3) GIALLO: è il colore del sole e dell'oro. Simboleggia la luce, la gioia, l'ottimismo, la
chiarezza, il cambiamento e l'energia.
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Stimola l'esigenza di comprensione, di conoscenza e di riflessione. Gli organi del colore
giallo sono il sistema nervoso simpatico e parasimpatico
4) VERDE: è il colore della crescita, dello sviluppo e dell'evoluzione. Il verde dona
equilibrio e stabilità, però al tempo stesso è il colore della speranza e della ricchezza.
Corrisponde all'apparato digerente e alla muscolatura liscia.
5) BLU: il colore blu è il colore della verità, della fede e della religiosità.
Dona armonia, pace e serenità. Lo potremmo definire il colore dell'affettività, della
tenerezza e della musicalità. Il suo organo è la pelle e influenza il sistema respiratorio.
6) INDACO: è il colore della forza interiore, della dignità, della regalità e della giustizia.
Porta verso il mondo delle astrazioni e delle cause. Esso agisce sul sistema osseo.
7) VIOLA: è colore mistico, della creatività, della fantasia e della sensibilità. Rappresenta
il coraggio, il sacrificio e la spiritualità. Il viola è in relazione con il sistema endocrino.
8) BIANCO: è espressione del dissolversi, della fuga e della liberazione.
Rappresenta la libertà assoluta aperta a tutte le possibilità. E' il riflesso dell'Assoluto.
Manifesta anche la purezza e l'inizio di ogni cosa.
9) NERO: è il colore del blocco, della difesa e della negazione. Nero è anche il colore
dell’opposizione, del buio e della morte. In certi casi può essere in relazione con certe
forme di eleganza.
Il bianco stimola l'attività delle cellule dell'organismo mentre il nero le deprime.
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CAPITOLO 2
I CINQUE LIVELLI DI COMUNICAZIONE PRESENTI DURANTE
LA GRAVIDANZA
La comunicazione madre-nascituro si sviluppa secondo cinque livelli diversi:
1) fisiologico;
2) comportamentale;
3) emotivo;
4) mentale;
5) esistenziale.
2.1. LIVELLO FISIOLOGICO
Il livello fisiologico interessa tutti quei processi fisiologici che vanno dallo scambio di
sangue, di ossigeno, allo scambio di sostanze nutritive ed ormonali.
All'interno di questo livello sono del tutto assenti gli elementi coscienti, mentre è presente
una notevole sensibilità nei confronti dei fattori emotivi ed ambientali.
La carenza o l'eccesso di emozioni vissute dalla madre possono influire sulla attività
metabolica dell'organismo e questo può incidere negativamente sul processo di crescita e
sviluppo del nascituro.
Fumare, bere, assumere droghe o medicinali in dosi eccessive altera la comunicazione ed il
rapporto con il figlio.
2.2. LIVELLO COMPORTAMENTALE
La comunicazione attraverso il comportamento riguarda tutte quelle azioni, i modi di fare e
gli atteggiamenti che la madre assume durante la gravidanza, che di riflesso possono essere
graditi oppure infastidire il piccolo.
Dentro questo livello di comunicazione ritroviamo:
- il ritmo di vita, nelle sue diverse espressioni di attività e riposo;
- la postura, con i suoi diversi significati di adattamento e risposta, principalmente in
relazione agli stati di tensione e rilassamento;
- la gestualità ed il modo in cui vengono svolte le azioni ci dice molto su ciò che viene
comunicato dalla madre al nascituro;
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- il movimento lento o veloce è in relazione con il ritmo interiore e con la tendenza reattiva
dell'individuo.
Lo stress della vita quotidiana spesso ostacola ed impedisce la possibilità di vivere dei
movimenti piacevoli di abbandono e di rilassamento. Invece questi vanno vissuti più
spesso, in tutti i momenti consentiti, così da offrire al nascituro questo piacere che poi
conserverà per tutta la vita.
Potrebbe essere utile ascoltare musiche del repertorio medievale, barocco, classico,
romantico, celtico, New Age, di musica leggera e di suoni della natura (onde, ruscelli,
pioggia, canti di uccelli, vento ecc.) che evocano benessere e gioia.
Il gusto musicale materno, dove possibile, deve essere tenuto in considerazione. Essa
dovrebbe selezionare dal suo repertorio quelle musiche, canti e brani che le suscitano
emozioni particolari. Dovrà comunque fare attenzione a non insistere nell'ascolto di quei
brani nei quali la pulsazione ritmica è veloce, oltre i 60/80 battiti al minuto, perché
risulterebbe fastidiosa e creerebbe nervosismo e senso di inadeguatezza anche nel feto.
Sono sconsigliate tutte quelle musiche che attivano sentimenti depressivi, di solitudine, di
scoraggiamento, di tensione, di ansia e di angoscia.
2.3. LIVELLO EMOTIVO
Le emozioni, gli affetti ed i sentimenti sono espressioni del sentire.
In ogni rapporto, che l'individuo ha con se stesso o con l'altro, è sempre presente una
tonalità d'umore che lo contraddistingue. L'emozione oscilla tra il polo della gioia, del
piacere e dell'amore, da una parte, ed il polo della sofferenza, del dolore e dell'odio,
dall'altra.
Il tono emozionale della madre agisce a cascata sull'attività biochimica nell'ambiente
uterino ed influenza la formazione e lo sviluppo fisio-psichico del nascituro che reagisce
con la sua proprietà di espansione e contrazione tipica della pulsazione biologica.
Durante la gravidanza tutto quello che il nascituro riceve passa attraverso la madre e di
conseguenza la relazione diventa, fin dall'inizio, una componente fondamentale per lo
sviluppo del nuovo essere.
Molti studiosi, fra i quali l'ostetrico americano L. W. Sontag, hanno studiato le possibilità
presenti nel nascituro di apprendere le emozioni durante il periodo della gestazione, per
spiegare molti comportamenti che si manifestano dopo la nascita. Le emozioni materne
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negative quali l'ansia, lo spavento, la paura, l'angoscia, ecc. hanno delle serie conseguenze
sull'equilibrio del bambino. Esse provocano movimenti fetali più frequenti e più forti.
Inoltre, dopo la nascita, questi stessi bambini sono più irritabili, più iperattivi e spesso
hanno problemi con il cibo, la digestione e anche di concentrazione.
Un'accettazione immediata e serena, una relazione piena d'amore ed un atteggiamento
corretto della madre durante la gravidanza, non solo aiutano lo sviluppo del bambino, ma
favoriscono anche il lavoro educativo dei genitori. Infatti questi potranno, in avvenire,
contare su un bambino più centrato ed equilibrato, con capacità di adattamento all'ambiente
e dotato di maggior intelligenza ed anche meno nervoso
2.4. LIVELLO MENTALE
A livello mentale appartiene tutto ciò che si riferisce al mondo delle idee e dei pensieri al
quale viene attribuito il compito e la funzione di organizzare, in schemi logici ed attraverso
i processi di analisi e di sintesi, i diversi campi di esperienza che l'essere umano percorre,
dal pensiero, al sentimento, all'azione.
Durante la gravidanza la madre offre un modello di funzionamento mentale al nascituro.
Una carenza o al contrario un eccesso di attività mentale, dovuto ad esempio ad una logica
di incomprensione e contrapposizione verso la realtà, attiva le difese, accresce l'autocontrollo e limita ogni tipo di esperienza relazionale. Una situazione di questo tipo non
può che avere un effetto mortificante sul nascituro. Quindi è necessario fare uno sforzo per
organizzare e mettere ordine alle proprie idee e pensieri, per conoscere la realtà ed i
processi della vita e vivere in modo relazionale ed aperto l'esperienza.
Una sana lettura non può che essere d'aiuto al nascituro per stimolare lo sviluppo dei
processi cognitivi e di apprendimento. Essa va effettuata ad alta voce, con la
consapevolezza che ci si rivolge a lui, in modo da favorire l'azione delle energie acustiche
di tipo organizzativo formativo presenti all'interno del suono emesso. La lettura stimola lo
sviluppo delle strutture mentali del linguaggio ed agisce beneficamente negli altri livelli di
comunicazione.
Degno di nota è l'originale sistema, basato sull'uso della memoria prenatale, messo a punto
da Elen Ray, un'insegnante di origine scozzese. Essa propone alle madri, per rendere più
facile l'apprendimento della lingua ai bambini appena nati, di ascoltare con la cuffia
durante la gravidanza una cassetta registrata di musiche con paroline dolci nella lingua
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prescelta.
2.5. LIVELLO ESISTENZIALE
Il livello di comunicazione esistenziale si diversifica dai precedenti per il suo carattere
globale e unitario.
I contenuti del livello esistenziale riguardano la vita con i suoi significati e “il problema
della coscienza intesa come perenne intenzionalità verso i valori“.
La relazione esistenziale riguarda l'intuizione partecipante, l'empatia: cioè la capacità della
madre di sentire, di vivere e soprattutto di essere con l'altro e quindi con il nascituro.
Le tecniche quali la meditazione, l'ascolto ed il silenzio favoriscono l'apertura verso il
mondo interno e danno la possibilità di entrare in contatto con la parte più profonda del
proprio essere facilitando in questo modo il rapporto con il nascituro.
Durante questo periodo la madre può far uso dell'immaginazione creativa e quindi usare la
sua capacità per immaginare il figlio com’è o come potrebbe essere a partire da quello che
sente interiormente, in modo distinto dalla fantasticheria o fantasia, per incidere dal piano
psichico sul suo processo formativo. In questo senso essa la può immaginare,
indipendentemente dal suo sesso di appartenenza, di età più grande, già di uno o due anni o
anche di più.
Tutto questo è un chiaro messaggio di disponibilità perché la madre apre al figlio il suo
mondo interiore, la sua coscienza offrendogli uno spazio carico di energie e di prospettive
future.
2.6. LA COMUNICAZIONE INTRAUTERINA MADRE - FETO SECONDO
BENENZON
In uno schema preso da Benenzon (Benenzon, 1997), si nota una madre, il feto nel suo
grembo e tre fonti vibro – sonoro - musicali da cui il feto riceve lo stimolo della
comunicazione.
a) Una delle sorgenti è lo stesso corpo materno: il flusso del sangue, il ritmo del
battito cardiaco, il rumore delle pareti uterine, i suoni della respirazione con il
corrispondente movimento ritmico, il mormorio della voce materna con le sue
inflessioni, i rumori intestinali, gli sfregamenti muscolari e articolari.
Il ritmo del battito cardiaco materno è il più tipico degli stimoli, perché è l'unico che
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penetra l'organismo del feto, provocandogli la soddisfazione di ricevere l'ossigenazione, il
nutrimento e la termoregolazione del proprio corpo.
Qualunque variazione del ritmo rivela un aumento o una diminuzione di questi tre segni
vitali, ossia dell'istinto di vita e di morte del feto.
Da questo si possono evidenziare due ipotesi:
1) nell'epoca fetale, il cordone ombelicale si può paragonare all'orecchio dell'essere umano
in cui penetra un ritmo all'interno del corpo;
2) il ritmo binario del cuore provoca nella madre una sensazione ipnotica regressiva come
nell'epoca fetale. Il battito cardiaco della madre, così come il suo flusso sanguigno,
favoriscono il sorgere di un'impronta che servirà da modello per tutte le sensazioni e
manifestazioni ulteriori fra la madre e il neonato: il cullarlo, il cantargli le ninnananne, il
ritmo dell'allattamento, del succhiamento.
Tutti questi stimoli producono sensazioni che penetrano, attraverso un sistema
vibrazionale, nel corpo e all'interno del feto.
b) Un'altra sorgente di stimoli è rappresentata dal liquido amniotico che circonda il
feto.
Questo liquido riceve diverse vibrazioni dall'esterno: la voce del padre, i suoni della vita
quotidiana e dell'ambiente materno, i suoni culturali. Però riceve vibrazioni anche dal
corpo della madre, come ad esempio la voce, il suo canto o altri suoni, con i corrispondenti
movimenti. Qui compare il primo processo di differenziazione fra l'esterno, che in generale
fa arrivare i suoi stimoli con intensità attutita, e l'interno, i cui stimoli sono più intensi e
accompagnati da sensazioni cinestesiche. A sua volta l'interno dispone di un particolare
codice corporale di comunicazione fra madre e feto che si estenderà alla vita postnatale.
Tutti i processi descritti non sono unidirezionali, ma esistono anche movimenti e
modificazioni ritmiche che il feto trasmette alla madre: la tensione, la pressione, i
movimenti e lo stesso battito cardiaco fetale, che ha una frequenza distinta da quello
materno.
c) Un'altra sorgente di stimoli è rappresentata dalle energie dirette dall'inconscio della
madre all'inconscio del feto. Nel momento in cui accettiamo la presenza di un
inconscio
formato
da
infinite
energie
ereditate
filogeneticamente
e
ontogeneticamente, dobbiamo ammettere che queste si trasmettono al feto in un
processo di andata e ritorno dinamico. La madre, attraverso i suoi geni, trasmette al
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feto le identità sonore (ISO) di millenni e millenni. Le energie di queste identità
sonore permettono al feto di riconoscere le sorgenti precedentemente descritte.
Se nei geni del feto non fosse incorporata la scala pentafonica, il feto stesso non potrebbe
riconoscere le ninnenanne di sua madre.
Se nei geni del feto non fosse incorporata l'inflessione della voce materna (intervalli,
altezza, timbro, frequenza) esso non potrebbe distinguere la differenza fra lei e un'altra
donna. In questo modo nell'inconscio del feto si trovano l'ISO universale e quello
gestaltico ereditati, funzionanti con energia propria, e ad essi si aggiungeranno le energie
derivanti da tutte le situazioni vincolari che si produrranno durante la vita uterina. Con ciò
intendo dire che la comunicazione intrauterina segna le tracce su cui passerà tutto il futuro
percorso della comunicazione di questo individuo (la nuova musicoterapia). Stimolando la
madre a riconoscere le proprie identità sonore ed allenandola a percepire il suo nascituro,
miglioriamo la comunicazione fra madre e feto.
2.6.1 IL PRINCIPIO DELL'ISO
Si definisce principio dell'ISO l'insieme infinito delle energie sonore, acustiche e di
movimento che appartengono a un individuo e che lo caratterizzano. Questo flusso interno
di energie è formato dall'eredità sonora: dalle esperienze sonore intrauterine del periodo
gestazionale e dalle esperienze sonore fatte a partire dalla nascita fino al presente.
Nell'inconscio dell'essere umano esiste un moto continuo di energie che tendono a
scaricarsi. Queste energie, che fluttuano liberamente, si reggono secondo i principi di
quello che Freud ha denominato “Processo Primario”. Quest'ultimo è caratterizzato
dall'assenza del tempo: è atemporale, il che vuol dire che non esiste né passato, né futuro,
ma che tutto in esso è presente.
Non ha un ordine e non è governato da criteri illogici. Nell'inconscio le energie sonore
formano l'ISO universale e l'ISO gestaltico.
Nell'inconscio l'ISO universale include le energie sonore di base ereditate da millenni e
millenni. Queste energie sonore sono caratteristiche di tutto il genere umano, con le
varianti dei patrimoni ereditati più recenti: d'occidente e d'oriente, delle zone fredde, delle
zone tropicali, etc.
Nell'uomo occidentale della zona a clima variabile troviamo, fra le altre, le seguenti
energie sonore: il ritmo binario che imita il battito cardiaco, il suono e il movimento
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dell'acqua (liquido amniotico), i suoni dell'inspirazione e dell'espirazione, la scala
pentafonica con i suoi intervalli di seconda e di terza, la tonica e la dominante, l'accordo
perfetto, l'ostinato, il canone, i silenzi.
L'ISO gestaltico include nell'inconscio le energie sonore che si producono a partire dal
concepimento di ciascun individuo. Queste energie potranno modificare o influenzare
quelle che si trovano nell'ISO universale. Sebbene l'esperienza clinica dimostra che, un
ritmo binario, una ninna nanna a intervalli di seconda e terza producono uno stato di
tranquillità, di prevedibilità, di equilibrio perché vengono riconosciuti dalla memoria del
non verbale, questo dipenderà anche dalla storia del soggetto in questione.
Se nella storia di un individuo compare un'esperienza conflittuale grave, come ad esempio
quello di una guerra, in cui il ritmo binario primitivo si è combinato con il ritmo delle
marce militari, quest'ultimo modificherà il precedente e lo porterà a livelli di turbamento e
imprevedibilità.
In questo caso diremo che l’ISO gestaltico si è sovrapposto all'ISO universale
trasformando la lettura della produzione sonora, a seconda del transfert che il paziente
effettui, con il suo musicoterapeuta all'interno del contesto non - verbale.
Le energie che riescono a scaricarsi passano al livello del preconscio. Qui Freud ha
collocato il “Processo secondario”, con il quale compare un nuovo elemento: la
temporalità. Il passato e il futuro sono parte di essa.
E’ a questo punto che viene elaborato il concetto di ISO culturale.
L’ISO culturale è formato da flussi di energie sonoro - musicali formatesi a partire dalla
nascita e dal momento in cui l’individuo riceve gli stimoli sonori dell’ambiente che lo
circonda. Pertanto la produzione sonora di un individuo contiene implicitamente la somma
di tutti gli ISO menzionati.
Si possono individuare nei fenomeni sonoro - musicali i diversi ISO che lo compongono.
Un ritmo binario proviene dall’ISO universale. La voce della madre proviene dall’ISO
gestaltico. Un frammento melodico proviene dall’ISO culturale.
C’è una stretta relazione fra gli ISO, necessaria per il riconoscimento delle varie energie.
Un suono che proviene dall’esterno deve avere un’impatto sull’ISO gestaltico e sull’ISO
universale per poter essere riconosciuto e in tal modo divenire parte dell’ISO culturale.
Questa dinamica presuppone che le energie possano spostarsi da una parte all’altra e che
elementi inclusi nel processo secondario possano tornare al processo primario e viceversa.
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Energie sonore che possedevano temporalità possono smettere di averla in determinate
circostanze.
Il concetto d’imprinting di Lorenz comporta un’ulteriore complicazione, perché sia Lorenz
sia altri, come Gottlieb, Salk, Sluckin hanno fatto riferimento ai suoni. Lorenz stabilì che
un cucciolo d’uccello ha un corredo istintivo che semplicemente lo predispone a seguire la
prima cosa mobile che incontra: il più delle volte un altro membro della propria specie,
occasionalmente un membro di altre specie. E dopo aver realizzato qualche esperienza con
sua madre o con un altro animale o a volte con un essere umano, il piccolo stabilisce un
vincolo duraturo con l’individuo seguito inizialmente. Si dice allora che nell’animaletto è
rimasto un imprinting di questo individuo. L’imprinting si produce dopo la nascita.
Tuttavia Salk dice che “nel bebè nell’utero c’è un imprinting” uditivo del battito cardiaco
della madre.
L’ISO è un concetto dinamico che abbraccia l’individuo e la sua storia.
Infine c’è l’ISO di gruppo: questa identità compare nel processo terziario. Pertanto
dipende da un lavoro continuo nel tempo di un gruppo d’individui in cui gli ISO, gestaltico
e culturale di ciascuno, si adattano reciprocamente si intrecciano fra loro per costruire
un’identità creativa propria del gruppo in questione. Questo ISO di gruppo ha un tempo
biologico particolare, una logica determinata, una struttura di forme, ritmi, sequenze,
cadenze, che lo caratterizzano.
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CAPITOLO 3
GLI STUDI
I primi studi sulle relazioni tra stimoli sonori e attività del feto risalgono agli anni Venti;
già nel 1924 uno studioso tedesco A. Peiper, stimolando con dei suoni un feto di quaranta
settimane, riusciva a provocare reazioni motorie. Bisogna però attendere gli sviluppi
dell'ecografia fetale in questi ultimi anni, per avere ricerche più circostanziate sulla vita del
feto, sulle sue competenze e attività motorie ed anche sulla percezione sonora intrauterina.
Nel 1960-1962 le osservazioni di Salk hanno dimostrato che il rumore/battito cardiaco
riduceva i pianti e favoriva l'aumento del peso dei neonati. Il 70% dei neonati dopo 4
giorni erano aumentati di 40 grammi in media, mentre solo il 30% dei neonati, non
stimolati, aveva recuperato un peso inferiore. I neonati durante l'emissione sonora,
piangevano molto meno. Al contrario, un battito cardiaco accelerato, 128 battiti al minuto,
provocava un aumento dei pianti e una riduzione dei tempi di sonno.
Agli inizi degli anni '70, il Dottor Feijoo fece delle ricerche sui feti di 14-36 settimane per
determinare l'età d’inizio dell'ascolto fetale. L'esperimento si articolava attorno a tre
condizioni:
1) la scelta dello stimolo sonoro: una frase musicale presa dall'opera “Pierino e il lupo” di
Prokofiev eseguita con il fagotto. Questo estratto musicale si situava in una banda di
frequenza inferiore ai 2000 Hz;
2) il criterio dell'ascolto fetale, i movimenti attivi fetali: senza stimolo sonoro, il feto,
quando la madre si sdraiava, rispondeva con un movimento dopo 6-10 minuti. Se dopo uno
stimolo sonoro la risposta motoria era più precoce rispetto ai 6-10 minuti questa era
considerata attiva;
3) l’isolamento delle reazioni fetali: si era cercato di isolare il più possibile le reazioni
fetali da quelle materne, attraverso uno schermo posto tra la madre e la fonte sonora per
ridurre l'eccitazione dei recettori tattili materni.
Inoltre, la madre sdraiata prima dell'ascolto sonoro, veniva sottoposta a tecniche di
rilassamento attraverso l'ascolto di programmi musicali in cuffia.
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L'esperienza è stata condotta su 23 donne incinte che hanno ascoltato tre brani di seguito
(della frase musicale scelta) per otto volte (due volte a settimana a orari irregolari). Per
capire se si fosse verificata una forma di condizionamento fetale, Feijoo seguì due tipi di
controllo:
a) la registrazione delle reazioni alle stimolazioni sonore al di fuori del periodo di
rilassamento della madre:
b) la registrazione delle reazioni alla stimolazione dopo la nascita.
Nel primo controllo, su 16 feti di 22 settimane e più, 13 hanno risposto positivamente con
movimenti fetali attivi più veloci rispetto al gruppo di riferimento.
Nel secondo i risultati sono stati degni di nota. All'ascolto dell'estratto musicale, i nascituri
che piangevano, quando sottoposti all'audizione in utero, si sono immediatamente calmati;
oppure, hanno aperto gli occhi se questi erano chiusi e, allo stesso tempo, i movimenti
clonici (scosse del capo e degli arti) (10 casi su 14) sono scomparsi dopo la stimolazione
acustica.
Questi risultati mostrano che esiste una “memorizzazione” della stimolazione sonora
durante la vita intrauterina. I lavori di Feijoo sono, dunque, un primo esempio riguardo all'
“apprendimento fetale”.
Nel 1974, il giapponese Murooka ha inserito un microfono nel collo dell'utero di gestanti
vicine al momento del parto, con l'intenzione di registrare i rumori presenti nella cavità
uterina per 2-4 ore.
Da questa ricerca è emerso che il “suono predominante” è quello del battito cardiaco e, allo
stesso tempo, è l'elemento principale attraverso il quale il feto “fa esperienza” durante la
gestazione.
Infine, tale registrazione è stata fatta ascoltare ai neonati con l'intento di aiutarli
nell'assunzione di alcuni farmaci. I risultati sono stati positivi: nell'86% dei casi i pianti
sono cessati e nel 30% dei casi i bambini si sono addirittura addormentati.
Ciò dimostra che il neonato riconosce come suono familiare il battito cardiaco della madre
e che il feto inizia a memorizzarlo durante il periodo prenatale.
Il feto sente sia i suoni acuti che quelli gravi. Un'équipe di studiosi italiani, guidata da
Tajani, negli anni '80, ha evidenziato che i suoni acuti producono uno stato di iperattività
transitoria nel feto interpretabile come manifestazione di disagio o di scarso gradimento.
Inoltre, gli studiosi hanno registrato che “dalla ventiseiesima settimana uno stimolo sonoro
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acuto e di breve durata è in grado di far trasalire il feto. Questo pattern motorio è definito
“startle” ed è caratterizzato dal battito delle palpebre, dalla rotazione della testa,
dall'innalzamento delle braccia, dall'estensione delle gambe.
Gagnon, un medico canadese, e i suoi collaboratori hanno verificato che anche
stimolazioni sonore di bassa frequenza (100Hz) provocano un cambiamento da uno stato di
sonno tranquillo a uno stato di sonno attivo (REM) e che i suoni che superano i 500 cicli al
secondo provocano un aumento dell'attività motoria e un' accelerazione del battito cardiaco
che fa passare il feto da uno stato di sonno a uno stato di veglia.
Le reazioni del feto agli stimoli sonori non sono poi solo immediate.
Com’è stato dimostrato dall'équipe canadese di Gagnon, vi sono due tipi di risposte del
feto alle stimolazioni acustiche: un’immediata, consistente nell'accelerazione della
frequenza cardiaca fetale, e una tardiva (osservabile dalla 33 settimana in poi)
comprendente un incremento dei movimenti che può protrarsi anche un'ora e che provoca
appunto il passaggio da uno stato di sonno a uno stato di veglia. Le ricerche nel campo
della fetologia infine hanno dimostrato non solo la sensibilità acustica del feto, ma anche la
sua sensibilità ai ritmi. Il feto infatti ha i suoi ritmi ed è inserito nell'ambiente materno che
a sua volta è caratterizzato da ritmi: il battito cardiaco, i movimenti respiratori, l'attività
secretiva delle ghiandole surrenali e del pancreas, il ritmo sonno-veglia.
Un contributo significativo per lo studio del feto e del suo rapporto con l'ambiente materno
in relazione al mondo sonoro è venuto in questi anni dagli studi sul piano neurologico e
neuropsichiatrico di Milani Comparetti. Prima di poter disporre dei risultati delle ricerche
ecografiche, Milani Comparetti si era interessato ai movimenti fetali a partire dai suoi studi
sul comportamento motorio del neonato.
Il risultato di questi studi aveva portato alla conclusione che nessun pattern di movimento
osservabile nel neonato può essere nato con la nascita: ”Ne deriva la certezza che il feto
deve essere già in possesso del pieno repertorio dei movimenti osservabili nel neonato”.
L'importanza della vita intrauterina appare così anche da un punto di vista neurologico
nella sua pienezza: la nascita non può essere considerato un punto di partenza, ma di
arrivo. Dunque è sensato occuparsi del bambino e del suo sviluppo fin dall'epoca prenatale.
Queste acquisizioni comportano una precisa conseguenza anche sul piano dei rapporti fetosuono.
Il rapporto che si intende proporre tra madre e bambino attraverso il mondo dei suoni non
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può essere infatti un rapporto di semplice stimolazione unidirezionale dalla madre al
bambino, ma deve partire dall'ascolto del bambino stesso: occorre spostare l'attenzione
dallo studio delle risposte allo studio delle proposte del bambino.
L'approccio al bambino nel periodo prenatale (ma anche postnatale) che questa prospettiva
propone mette dunque al centro il rispetto dell'autonomia del bambino.
Questo rispetto significa ascolto e l'ascolto esige il silenzio.
La comunicazione quindi non è la negazione del silenzio, ma si fonda sul silenzio
considerato come orizzonte su cui solo possono stagliarsi significativamente suoni e
parole. Il silenzio è il luogo in cui viene custodita l'identità personale e viene rispettata la
“diversità” dell'altro. Scrive Milani Comparetti: ”Ho suggerito che l'identità personale,
nell'interazione interpersonale, include un elemento basilare: il segreto. Questo segreto
costituisce la privacy del silenzio e appartiene al dialogo in modo da definire la nicchia
soggettiva del sistema individuale nel sistema interattivo. Il segreto non è inadeguato per
esprimere l'intera identità personale. Io suggerisco che ciò che non è detto è una riserva
intenzionale e metà -intenzionale e quindi una caratteristica nascosta del sé mentale ....la
relazione con la madre è perfettamente equilibrata soprattutto nel periodo della reverie
neonatale, quando lei regredisce a una comunicazione epigenetica, emozionale, metaforica,
non verbale. In questa fase il non detto, il silenzio, il segreto del neonato è rispettato come
elemento creativo primario della sua identità personale”.
In questi ultimi anni suggestive indicazioni a proposito del rapporto tra suono e vita
prenatale sono venute anche dalla riflessione psicanalitica e in particolare dal pensiero di
Franco Fornari. Fornari riprende l'affermazione secondo cui il suono appartiene
all'esperienza originaria del bambino nel grembo materno, ma sottolinea che il mondo
sonoro è connotato fin dall'inizio da ritmo e intonazione. Questi suoni - ritmi - intonazioni
possono venir memorizzati dal bambino e se riascoltati dopo la nascita, vengono
riconosciuti e provocano nel bambino uno stato di tranquillità. Il suono postnatale, in
quanto rispecchia il suono prenatale, acquista così per il bambino un significato magico,
“legato all'intenzione inconscia di recuperare il senso del paradiso perduto”. Nelle prime
esperienze musicali del neonato, vocalizzazioni, nenie o filastrocche, ciò che prevale è
l'elemento ritmico: si tratta spesso di “nonsensi” linguistici che tuttavia hanno un senso
musicale.
Questa esperienza di riconoscimento, che Fornari definisce esperienza di specularità
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acustica primaria, avviene soprattutto nel momento della poppata. E' merito della
musicoterapia, secondo Fornari, aver osservato che “il neonato modella il ritmo della
propria poppata sul ritmo del battito cardiaco della madre”. Quest’osservazione consente di
allargare la dimensione osservata del ritmo-suono a quella del movimento, giacché nella
suzione sono coinvolti ritmicamente anche i muscoli.
Al ritmo-suono si aggiunge così il movimento, alla musica si unisce la danza. Ma c'è
ancora un elemento che Fornari sottolinea. Durante la poppata il neonato ha un'attività di
tipo REM, cioè di sonno attivo tipico del sogno. Il momento della poppata dunque,
connesso all'esperienza di ritmo - suono - movimento, è un momento di “stato sognante,
una sorta di danza onirica che rispecchia la situazione intrauterina con l'aggiunta, nella
situazione postnatale, della percezione visiva della madre, dell'ispezione del volto della
madre”.
La tesi di fondo di Fornari dunque è che l'esperienza sonoro è connessa con l'origine stessa
della vita ed esprime questo concetto attraverso la parafrasi del prologo del Vangelo di
Giovanni: ”All'inizio era il Suono, il Suono era presso la Madre e la Madre era il Suono”.
Attraverso il suono-ritmo il bambino (ma l'uomo in generale) tenta di recuperare a livello
di significato, ciò che nella realtà non si può recuperare, il paradiso perduto della vita
intrauterina. Questo secondo Fornari, è il significato inconscio della musica contenuto e
custodito dal mito di Orfeo. Attraverso la musica Orfeo riesce ad entrare nell'Ade (la vita
intrauterina) per recuperare Euridice, ossia l'unità perduta, e portarla alla luce. Ma il
progetto fallisce e deve fallire perchè portare alla luce significa appunto rompere l'unità
originaria:”Come Orfeo, dunque, il neonato non può portare la madre con sé, tuttavia il
suono gli permette di recuperare, significandolo, ciò che sta al posto dell'unità originaria
perduta, cioè il suono che è la madre.
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3.1 GLI EFFETTI DELL’ASCOLTARE MUSICA DURANTE LA GRAVIDANZA E
IL TRAVAGLIO DI PARTO: DESCRIZIONE DI UN’ESPERIENZA
ASPETTI INTRODUTTIVI
Musica e Prenatalità, un binomio che da alcuni anni desta una certa curiosità in chi si
occupa di gravidanza.
In particolare questa tematica è presente nel settore della Psicoprofilassi Ostetrica che
nell’ultimo decennio è riuscita a trovare degli approcci molto efficaci finalizzati ad una
migliore conduzione della gravidanza e del travaglio di parto. Quando si compie uno studio
sugli effetti che può avere un “addestramento musicale” in gravidanza si devono tenere a
bada due interrogativi principali: che effetto può avere sulla gestante e che effetto può
avere sul nascituro. L’addestramento effettuato con le gestanti, prese in considerazione in
questo studio, può essere inteso per molti aspetti come una forma particolare di
musicoterapica in quanto il punto centrale delle analisi svolte si è focalizzato sul binomio
Musica - Essere Umano. Perché quando una mamma fa sentire al suo bimbo una musica
che lei ascoltava durante la gravidanza il bambino si tranquillizza? Perché il bambino
dimostra di riconoscere questa musica? Questi sono dei semplici interrogativi del “senso
comune” ma sicuramente interessanti da studiare con metodologia sperimentale.
In questo lavoro si cercherà di valutare che tipo di benefici, da un punto di vista
psicofisiologico, può produrre un “addestramento” musico-rilassante su soggetti in
gravidanza e durante il periodo del loro travaglio di parto, che effetti si registrano sul
nascituro, quali sono le conseguenze psicologiche, ostetriche e ginecologiche che se ne
traggono.
METODOLOGIA
Campione
Il gruppo sperimentale utilizzato per lo studio comprende 10 gestanti campionate in 16°
settimana di gestazione. Si tratta di donne provenienti dalla provincia di Venezia, di livello
sociale medio - alto, primipare, di età compresa tra i 23 e i 32 anni.
La prima ecografia finalizzata all’analisi sperimentale è stata fatta a 22 S.G. mentre la
seconda a 32 S.G. La batteria di stimolazione neonatale è stata eseguita entro le 12 ore
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dalla nascita esclusivamente da parto spontaneo; i neonati presentavano valori APGAR
pari a 9/10/10.
METODOLOGIA APPLICATA
In ogni fase dello studio lo stimolo musicale è da intendersi come variabile indipendente,
difatti uno degli scopi principali è stato quello di controllare che tipo di effetto (rilassante)
ha prodotto l’addestramento musicale perdurato per tutta la gravidanza oltre che sulle
gestanti anche sul feto (prima) e il neonato (poi). Lo studio comprende due fasi principali:
FASE 1 “PRENATALE”: le gestanti sono state “addestrate” ad ascoltare della musica
rilassante del tipo New Age. Il loro compito è stato quello di ascoltare questo tipo di
musica ogni giorno a casa per almeno 30 minuti sdraiate o comunque in una posizione
comoda e rilassante: l’ascolto di questa musica è perdurato per tutta la gestazione fino al
ricovero finale. Si sono poi registrati i valori di modificazione in ambulatorio attraverso
due sedute sperimentali (una a 22 S.G. e una a circa 32 S.G. ): alle gestanti, sdraiate su un
lettino, si è fatto ascoltare lo stesso brano musicale ascoltato a casa per una durata di sette
minuti. I valori fisiologici controllati sono stati:
a) frequenze respiratorie delle gestanti;
b) ecografia dinamica-videoregistrata dei movimenti fetali;
c) cardiotocografia fetale.
Tra la prima e la seconda seduta sperimentale svolte in ambulatorio i soggetti hanno
continuato ad ascoltare la musica a casa. Una volta ricoverate per il parto hanno potuto
trovare la sala travaglio dotata di un impianto stereo in modo da poter ascoltare la musica
anche in questa fase della loro gravidanza.
FASE 2” NEONATALE”: al neonato disteso in culla si sono fatti ascoltare due diversi
brani musicali:
a) la stessa musica ascoltata dalla madre durante la gestazione;
b) un brano di controllo di musica rock con una frequenza e una ritmica molto più
accentuata. In questo caso i valori fisiologici controllati sono stati:
- FC neonato con ECG;
- movimento neonatale con videocamera.
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SCALE
Gli indici presi in considerazione sono stati:
- frequenza respiratoria materna (FRM);
- frequenza cardiaca fetale con cardiotocografo;
- movimento neonatale (MN) con videocamera.
I valori di rilassamento sono stati valutati sulla base di una risposta che ogni interpellata
dava alla seguente scala autovalutativa:
- durante la gestazione;
- rilassamento a casa prima della 1° seduta sperimentale;
- rilassamento durante la 1° seduta sperimentale (prima ECO);
- rilassamento a casa tra la 1° e la 2° seduta sperimentale;
- rilassamento durante la 2° seduta sperimentale (seconda ECO)
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
ATT
10
RIL
Le gravide dovevano indicare con una crocetta il valore di riferimento in base al livello di
rilassamento che riuscivano ad ottenere ascoltando la musica. Durante il travaglio:
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
MOLTO
NIENTE
DOLORE
DOLORE
Le gravide dovevano indicare con una crocetta il valore di riferimento di base al livello di
dolore percepito durante il travaglio.
RISULTATI
Manteniamo anche per l’analisi dei risultati la suddivisione tra la fase prenatale e quella
neonatale. Essendo il campione poco numeroso è più significativo proporre un’analisi di
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tipo qualitativo sull’evidenza clinica che la metodologia applicata ha portato; risulterebbe
inutile e fuorviante l’applicazione di qualsiasi disegno statistico.
FASE PRENATALE
In tab.1 si possono notare i valori di FR (frequenza respiratoria) delle gestanti alla prima
seduta sperimentale è evidente un valore alto di frequenza respiratoria che anzi aumenta
dai valori di base (BL) proprio all’ascolto della musica (STIM).
Sog
BL
Stim
01
20
26
02
14
16
03
22
24
04
16
20
05
15
20
06
16
20
07
20
26
08
19
25
09
20
23
10
18
24
Medie
17,8
22,4
Tab. 1: Frequenze respiratorie gestanti (1° seduta sperimentale).
Anche la FC (frequenza cardiaca fetale) e il movimento del feto sono relativamente alti. A
differenza però del dato materno, in questo caso la variazione tra i valori di base e quelli
ottenuti sotto stimolazione del suono non stanno ad indicare che il “feto non si sa rilassare”
ma, anzi, che risponde ad uno stimolo come se fosse in grado di riconoscerlo.
Sog
BL
Stim
01
142
142,8
02
130
140
03
140
157
04
135
141
05
135
149
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06
135
142,2
07
140
150
08
140
152
09
138
147
10
135
140
137
146,1
Medie
Tab. 2: Frequenze cardiache fetali (1° seduta sperimentale).
Sog
BL
Stim
01
0
50
02
0
39
03
0
30
04
0
30
05
0
45
06
0
50
07
0
62
08
0
33
09
0
37
10
0
33
0
40,9
Medie
Tab. 3: Numero movimenti fetali (1°seduta sperimentale).
Alla 32 settimana dopo quindi un lungo periodo di ascolto casalingo, la situazione cambia:
il notevole abbassamento delle FR delle gestanti indica che l’addestramento musicale ha
avuto dei risultati rilassanti. Difatti la diminuzione dell’attività respiratoria è un buon
indicatore psico-fisiologico di un’avvenuta induzione al rilassamento. Un primo dato
ottenuto è che queste gestanti sono in grado di rilassarsi con questo tipo di musica.
Sog
BL
Stim
01
20
20
02
14
14
___________________________________________________________________
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03
22
24
04
16
17
05
15
18
06
16
17
07
18
18
08
18
18
09
20
20
10
18
20
17,7
18,6
Medie
Tab. 4: Frequenze respiratorie gestanti (2° seduta sperimentale).
Per quanto riguarda invece i dati fetali, si denotano degli abbassamenti nei valori degli
indici registrati che rimangono comunque relativamente alti. Difatti, mentre alla prima
ecografia i range dei valori di FC e Movimento Fetale equivalevano rispettivamente a
140/157 su 33/50 (vedi tabelle precedenti), ora corrispondono relativamente a 126/153 su
20/46.
Come in altri studi precedenti anche questi dati suggeriscono che il feto “partecipa” al
rilassamento della madre mentre il mantenimento di buoni indici fisiologici (FC e
Movimento) indica, come suggerisce la letteratura, un buon livello di benessere
psicofisiologico generale.
Sog
BL
Stim
01
125
132.5
02
130
135
03
140
153
04
135
141
05
135
143
06
125
131.5
07
135
140
08
120
126
09
130
134
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10
125
132
Medie
130
136,8
Tab. 5: Frequenze cardiache fetali (2° seduta sperimentale).
Sog
BL
Stim
01
0
20
02
0
31
03
0
30
04
0
20
05
0
36
06
0
40
07
0
46
08
0
24
09
0
30
10
0
25
Medie
0
30,2
Tab. 6: Numero movimenti fetali (2° seduta sperimentale).
Nelle tabelle precedenti è stato possibile controllare gli effetti dell’addestramento musicale
in periodo prenatale, valutando la variazione che la musica ha determinato su precisi indici
fisiologici. Si può ritenere che questo tipo di addestramento in gravidanza porti a notevoli
benefici sia fisiologici che psicologici.
Sicuramente il dato più interessante che si è potuto registrare è il giudizio semantico che la
gravida ha fatto durante tutta la gestazione sugli effetti di questo addestramento.
Durante la gestazione si è partiti da un valore 5 (poco rilassata) riferito al momento del
campionamento (16 S.G.) per portarsi ad un valore medio di 9 (molto rilassata) a termine
di gravidanza e durante il travaglio di parto (poco dolore). Si ha una variazione
significativa dall’inizio alla fine della gestazione del livello di rilassamento. Attraverso un
“addestramento” relativamente semplice ed accessibile a chiunque si è riusciti a diminuire
il dolore del travaglio e ad aumentare i livelli di rilassamento in gravidanza.
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Sog
Casa
01
4
02
Casa
2° ECO
Trav
6
7
8
8
5
6
6
9
9
03
5
6
6
6
7
04
5
5
6
7
8
05
6
6
7
8
8
06
5
7
7
7
8
07
6
7
7
8
8
08
4
5
6
6
7
09
5
6
6
7
7
10
5
6
6
7
7
6
6,4
7,3
7,7
Medie
5
1° ECO
Tab. 7: Dati sull’effetto dell’addestramento al rilassamento.
I dati riportati permettono una semplice lettura degli effetti della musica: dati favorevoli
alla buona conduzione della gestazione e alla buona sopportazione del dolore durante il
travaglio e quindi ad un’ulteriore possibilità di utilizzare questa metodica anche con
finalità cliniche. In generale si possono riassumere i risultati prenatali nei seguenti punti:
1)
E’ possibile ottenere un rilassamento psicofisiologico semplicemente ascoltando
musica, dato questo che permette più d’ogni altro metodo di mantenere la gestazione in un
completo contesto di naturalezza e con costi molto bassi.
2)
Il dolore da travaglio è rimasto a livelli bassi e sopportabili.
3)
Il travaglio ha avuto un range di durata da 1-3 ore.
4) Si è notato un miglior contenimento dei valori di stress e stanchezza nelle donne
sottoposte allo studio.
5)
La risposta fetale è stata buona durante le fasi del parto, questo dato risulta essere
molto importante per la partecipazione fetale durante il passaggio nel canale da parto e
nella fase espulsiva.
6) Nessun cesareo, alzata delle puerpere in giornata, permanenza ospedaliera di 3 giorni.
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FASE NEONATALE
Il neonato è stato sottoposto all’ascolto della musica ascoltata durante la gestazione.
Sog
BL
01
100
02
BL
Stim
112,6
0
20
118
127
0
25
03
112
110
0
8
04
108
121
0
47
05
122
132
0
60
06
117
132
0
59
07
123,6
143
0
49
08
120
131
0
50
09
120
130
0
39
10
110
118
0
26
115,1
125,5
0
38,3
Medie
Stim
Tab. 8: Frequenze cardiache e movimenti neonatali.
Dalle FC (valore massimo 143 battiti/minuto e dal numero dei movimenti valore massimo
60), emessi dal neonato durante l’ascolto della musica, è possibile ipotizzare una sorta di
“riconoscimento” della musica. La risposta fetale è “vivace” e gli indici fisiologici
indicano un buon livello maturativo. A questo punto risulta necessaria una precisazione. In
uno studio precedente i movimenti del neonato registrati con stimolo “rilassante” erano
compresi tra i 7 e i 35 (su FC di 103 e 140 battiti al minuto) in questo caso i range dei
valori fisiologici sono simili e quindi si può ritenere che oltre ad esserci un riconoscimento
dello stimolo musicale questo è anche in grado di indurre rilassamento e tranquillità nel
neonato. Il dato è confermato dalla situazione di controllo dove cioè al neonato è stata fatta
sentire della musica rock molto diversa dalla New Age utilizzata come stimolo per tutta la
gravidanza; ascoltando questa musica la frequenza cardiaca e i movimenti dei neonati non
si spostano dai valori di base.
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Sog
BL
01
100
02
Stim
BL
Stim
101,6
0
5
118
120
0
13
03
112
110
0
8
04
108
113
0
22
05
122
122
0
28
06
117
123
0
31
07
123,6
123
0
13
08
120
124
0
27
09
120
121
0
18
10
110
111
0
12
Medie
115,1
116,8
0
17,7
Tab. 9: Frequenze cardiache e movimenti neonatali in situazione di controllo.
Questi ultimi risultati permettono di inferire che il neonato è significativamente più attivato
ossia “rilassato” ed ha una maggior capacità di riconoscimento quando sente la musica
“ascoltata” durante tutto il periodo uterino che non quando sente la musica Rock. Il
neonato emette una risposta più intensa quando sente la musica memorizzata durante il
periodo prenatale, dato, questo, che riconferma la capacità di riconoscimento.
Si possono così riassumere i dati neonatali ottenuti con questa metodica:
1) valori Apgar buoni;
2) buona motricità e risposta fisiologica;
3) primo attaccamento al seno positivo;
4) riconoscimento dello stimolo;
5) capacità di rilassarsi e tranquillizzarsi ascoltando questo tipo di musica.
CONCLUSIONI
I risultati ottenuti confermano le ipotesi iniziali e permettono di ritenere che una
“semplice” metodica, come quella descritta, porti a risultati favorevoli sia per il vissuto
psicologico della gestante verso il nascituro, che per implicazioni ostetrico-ginecologiche e
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neonatali.
3.2 IL CANTO NELLA PREPARAZIONE ALLA NASCITA
Nonostante la crescente attenzione nei confronti della vita prenatale e delle sue connessioni
con l'esperienza sonora, occorre rilevare che l'attenzione prevalente è concentrata sul feto
più che sulla madre. Là dove l'attenzione si sposta al vissuto della donna in gravidanza, i
riferimenti teorici all'importanza dell'esperienza sonoro musicale per la madre sono
praticamente assenti.
L'unica indicazione riguarda il canto.
Il canto è un evento essenziale della vita dell'uomo. Presso tutte le popolazioni della terra il
canto ha accompagnato ogni situazione della vita, sia gioiosa che dolorosa, allo scopo di
viverla nel modo migliore.
Nelle varie parti del mondo è usanza di molte civiltà cantare durante la gravidanza e il
parto, anche se con modalità diverse. In certe zone è la madre che canta, in altre sono una o
più donne che cantano di fronte alla gravidanza, in altre ancora vengono chiamati dei
musicisti per suonare e cantare alla madre, soprattutto dal quinto mese di gravidanza in
poi.
La pratica del canto prenatale si è tramandata di generazione in generazione per molti
secoli, significa, pertanto, che in qualche modo erano evidenziati dei benefici sia per la
madre che per il nascituro. Il canto prenatale non è una novità del nostro secolo, ma è una
tradizione secolare che è stata ripresa al fine di favorire un miglior benessere del nascituro
e nei futuri genitori.
Esperienze importanti sull'uso della voce in gravidanza sono:
1) IL CANTO CARNATICO, tipico dell'India, ha la finalità di portare alla presa di
coscienza del proprio essere tramite il respiro e il suono. Non si tratta di canzoni ma di
vocalizzi, che durano tutto il tempo del respiro, il quale diventa più profondo e, senza il
minimo sforzo, il suono acquista profondità, dolcezza e una qualità particolare di ogni
persona: con il canto carnatico si scoprono le sonorità. Non è una forma di ginnastica o un
esercizio, ma una ricerca interiore, una via verso la coscienza.
Tale coscienza è favorita anche dal fatto di lavorare con la voce tenendo conto della
“tonica” di ogni persona, suono base che ognuno ha dentro di sé e che esprime nel cantare
e nel parlare in uno stato di rilassamento. Il respirare profondamente crea benessere a tutto
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il corpo, perché muove dolcemente e totalmente il diaframma, che deve essere mantenuto
molto elastico per permettere la comunicazione tra il piano vegetativo e sessuale e quello
affettivo e cerebrale del corpo. Grazie al respiro profondo, infine, si dà al corpo la quantità
di ossigeno adeguata, cosa rara nella società occidentale dove le persone respirano
soprattutto con la parte superiore dei polmoni e quindi solo superficialmente.
Dal punto di vista musicale si susseguono:
- suoni uguali, eseguiti con vocali diverse, prima fra tutte la “a” perché è la vocale più
aperta e quindi facilita il rilassamento della mandibola e sblocca situazioni di chiusura
della madre
- un suono base ad un intervallo di 5° e 8° eseguiti con la stessa vocale e poi con altre
vocali, l'inspirazione avviene dopo ogni suono
- brevi frasi melodiche, facenti parte di raga indiani e cantate con sillabe con cui si indica
una successioni di sette suoni ascendenti: SA, RI, GA, MA, PA, DA, NI.
La tampaura, strumento indiano, accompagna il canto con note alla 5° e alla 8° che,
producendo suoni armonici, favorisce uno stato di concentrazione in chi canta.
Il feto, quindi è immerso in un'onda sonora che trasmette serenità e pace. Tale canto,
ripreso dopo la nascita, lo aiuterà a riconoscere la madre ed a ricordare quelle sensazioni.
Durante il travaglio di parto i suoni della tampaura, dolci ma ben scanditi, costituiscono un
sostegno per la donna, perché accompagnano il ritmo delle contrazioni.
La voce della madre attua un benefico massaggio a livello cellulare, le consente di
allontanare la tensione e di riempirsi di energia liberata dalle vibrazioni canore.
2) IN LEBOYER troviamo un'interpretazione del suono analoga a quella di Fornari: ”E'
una regressione, un ritorno alla fonte del seno della madre, ma è anche un ritorno alle
origini della vita, allora è un cammino personale, ma è anche il cammino della vita... Forse
prima della nascita, o piuttosto ancor prima del concepimento, uno era “uno” con la totalità
e di questo abbiamo nostalgia, fino a che non viene la morte...”. Le donne in gravidanza,
cantando, stimolate dal suono della tambura, recuperano l'unità originaria prima della
propria nascita e della nascita di tutte le cose, ed entrano in risonanza con il bambino che è
in loro.
Il canto appare dunque finalizzato alla riappropriazione da parte della madre dell'evento
nascita, attraverso la regressione all'origine, alla natura Uno -Tutto, nella convinzione - di
Leboyer - che il parto sia un evento naturale e possa essere vissuto nel modo migliore
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quanto più la madre riesce a farsi “natura”.
3) LA PSICOFONIA, scienza nata in Francia, in seguito agli studi condotti da M. L.
Aucher, cantante e musicista francese, presso l'ospedale di Pithiviers diretto da Michael
Odent.
Settimanalmente la Aucher incontra le gestanti e i loro partner e li invita a cantare
accompagnandoli con il pianoforte.
La funzione del canto è molteplice:
- tiene in esercizio i muscoli del diaframma ed aiuta a concentrarsi sull'espirazione, cosa
molto utile durante il parto;
- tranquillizza e rilassa le donne, stimolando in loro un vasta gamma di emozioni.
Il gruppo corale termina la serata con la danza (tradizionale, popolare, valzer e simili).
“Il movimento” della danza è benefico al senso cinestesico del feto, origine di un buon
equilibrio più tardi. Ma soprattutto c'è il piacere di cantare e di ballare. Il piacere non deve
essere sottovalutato: può solo migliorare la gravidanza. Anche qui ritroviamo l'indicazione
del canto, questa volta finalizzata alla stimolazione del bambino e al contenimento e
liberazione delle ansie della madre (canto di gruppo) e alla sua gratificazione.
M. L. Aucher, fondatrice della psicofonia assieme ad eminenti neurofisiologi della
Sorbona, ha saputo comprendere quali siano con precisione i distretti corporei del bambino
sollecitati dalla voce.
Ciò che nei suoi studi e nelle sue osservazioni emerge come aspetto di rilievo è il
riconoscimento della funzione strutturante di entrambe le voci dei genitori per cui anche
l'espressione vocale del padre vibra il bambino in modo significativo.
Essa ha elaborato una cartografia delle corrispondenze sonore del sistema neurovegetativo
in cui vengono posti in relazione i gangli paravertebrali con le frequenze della scala.
Si tratta della rappresentazione del sistema ortosimpatico come di una sorta di strumento
recettivo alle onde pressorie in grado di risuonare selettivamente alle note secondo
un'estensione che va da do3 a do4 per il bacino, da do4 a do5 per il torace, da do5 a do6
per le testa.
Per quanto attiene il nascituro, la voce paterna, più grave, è potenzialmente in grado di
stimolarlo dalle ginocchia alle spalle, quella più acuta della madre invece dalla vita
all'estremità cefalica.
L'osservazione di neonati figli di cantanti professionisti ha offerto a questa studiosa
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l'opportunità di verificare la validità delle sue supposizioni: laddove era la madre ad aver
cantato per tutta la gravidanza, il bambino mostrava alla nascita solidità della nuca, vigore
degli arti superiori, prensione pollice-indice, estensione della mano ed esposizione del
palmo alla ricezione della sonorità; quando invece si trattava del padre, gli effetti della
stimolazione continua in epoca prenatale riscontrati più frequentemente erano il vigore
degli arti inferiori alla nascita e la precoce deambulazione.
Già agli albori della psicofonia si è posto l'accento sulla necessità che entrambi i genitori
parlino al bambino in gravidanza, ma non solo: il canto realizzato per lui, è parsa la
modalità comunicativa più efficace, perché per il numero maggiore di frequenze che vi
rappresentano, è in grado di favorire l'equilibrio energetico del nascituro. Nel quadro della
psicofonia il bambino è visto come “l'incarnazione” della stessa voce dei genitori,
l'elemento sonoro capace di plasmarlo in tutte le tappe psicoaffettive del suo sviluppo.
Per M. L. Aucher già dall'epoca prenatale “Un essere umano messo in completa vacuità
sensoriale subisce un deterioramento del suo equilibrio psicosomatico. Un bambino il cui
entourage non solleciti il risveglio sensoriale non potrà sviluppare il suo capitale vitale”.
Negli innumerevoli convegni cui partecipa, questa cantante spiega come si configuri la
prima forma “corporizzata” di empatia: il bambino viene sollecitato dalla voce dei genitori
anche a livello di quei plessi nervosi che in loro si attivano nell'emissione vocale.
E' la componente parasimpatica del sistema neurovegetativo ed in modo particolare il
decimo paio di nervi cranici, la struttura che viene ritenuta responsabile di questa forma di
comunicazione.
Si tratta del nervo vago che attraversa tutto il corpo interessando la laringe, l'orecchio, i
polmoni, lo stomaco, l'intestino, la vescica, gli organi genitali, e che nell'emissione sonora
si carica di tutte le emozioni riposte nel profondo segreto delle viscere.
Il bambino raccoglie allora l'impatto delle vibrazioni nei plessi periferici corrispondenti a
quelli che hanno dato una tonalità affettiva alla voce dei genitori ed attiva una risposta
fortemente connotata in senso emotivo. Alla serie dei contributi citati che attengono alla
dimensione neurofisiologica e che ci danno una visione delle competenze recettive del
nascituro racchiuso nel bozzolo uterino, si associano quelli prodotti in ambito
psicoanalitico. Gli studi di Mancia ineriscono l'interpretazione della vita psichica del feto:
la voce materna viene elencata quale elemento di spicco tra i ritmi e i movimenti del
mondo prenatale.
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Si tratta del materiale sensoriale che contribuisce a determinare nel bambino dapprima la
costruzione del sé neurofisiologico (vale a dire la rappresentazione che egli ha di se stesso
come organismo funzionante capace di recepire e di emettere risposte adeguate) e
successivamente la definizione del sé mentale (cioè la rappresentazione di se stesso come
essere pensante attraverso la relazione con la madre). In uno dei suoi scritti più conosciuti,
“Psicoanalisi della musica”, Fornari evidenzia l'influenza della voce materna sul vissuto
originario e indica in questa uno degli elementi di continuità esperienziale tra la vita
prenatale e quella che segue la cesura della nascita.
In particolare essa rappresenta input di embrionali processi d’incantamento, di fantasia,
d’imageriè che si esprime in modo creativo attraverso la danza motoria del bambino.
La ricerca ad indirizzo psicanalitico avviata nel contesto musicoterapico ha avuto, rispetto
al nascituro, contributi di grande rilievo nei testi di E. Lècourt. Questa studiosa definisce il
“gruppo vocale familiare” come l'insieme delle voci dell'ambiente familiare che
accompagnano tutto il processo di crescita del nascituro in un concerto vocale ben
caratterizzato dal punto di vista dei toni, degli attacchi, delle intensità, dei silenzi. Caos od
ordine emotivo e relazionale tra i componenti del nucleo di appartenenza gli si presentano
molto precocemente in tutta la loro autenticità.
Se è vero che la famiglia appare come il “crogiolo delle prime impressione acustiche e
vocali, dove sono presi i primi punti di sapere e realizzate le discriminazioni, gli
aggiustamenti”, è altrettanto vero che questa socializzazione precocissima non è affatto
neutra poiché fa si che lo stesso pianto del bambino alla nascita sia ben integrato per la sua
modulazione, la sua intensità, la sua durata nella composizione sonora del nucleo familiare
di appartenenza.
Dal punto di vista metodologico la Aucher utilizza sia i vocalizzi che le canzoni. Il suo
metodo propone quindi un corretto utilizzo delle vocali e della consonante “m”, insieme a
esercitazioni ideate per rilassare il viso e il corpo, al fine di ottenere una miglior risonanza
interna.
Eseguire i vocalizzi significa imparare a direzionare il fiato, a sciogliere le tensioni
muscolari, ad amplificare la testa, il torace e l'addome.
Alcune canzoni provengono dal repertorio folkloristico francese mentre altre sono di sua
invenzione. Lo strumento di accompagnamento è il pianoforte. Prima di iniziare a cantare,
il gruppo legge il testo della canzone e ne immagina qualche sensazione.
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Successivamente attraverso il canto e l'aggiunta di passi di danza e di marcia si cercherà di
esprimerla.
In Italia la dottoressa Benassi ha applicato i principi e gli studi svolti da M. L. Aucher.
L'uso della voce, per la Benassi, non deve essere accompagnato da alcuno strumento, per
non infastidire o influenzare l'autenticità del proprio suono.
Durante il parto, essa propone alle gestanti di utilizzare la voce per accompagnare le
contrazioni.
Questi particolari suoni puntano sul diaframma, aumentando la pressione uterina e
favorendo un parto più veloce.
Anche la risposta di apertura perineale, fondamentale durante il travaglio e il parto risulta
efficace.
Il bambino viene identificato come l'eredità delle voci e dei suoni emessi dai genitori.
Già durante l'epoca prenatale bisogna sollecitare il suo risveglio sensoriale, affinché questi
possa sviluppare le sue potenzialità innate.
Il canto prenatale offre l’opportunità di lavorare sulle facoltà attive e ricettive della
gestante, in modo che in essa vi sia un’armonia tra la percezione del corpo agito e sentito,
soprattutto per quanto riguarda la dinamica sensorialità – gestualità (Benassi, 1998). Il
lavoro sulla voce viene confermato durante il travaglio e il parto con l’uso di brevi melodie
che attivano il torchio addominale.
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CAPITOLO 4
IL PROJECT WORK
PREMESSA
Da agosto 2008 svolgo l'attività di frequenza volontaria in qualità di ostetrica presso il
consultorio familiare di Carpenedo in provincia di Venezia.
Fra le attività a cui prendo parte ci sono anche i corsi pre-parto condotti dall'ostetrica del
consultorio.
Da qui è nato il mio desiderio di effettuare il progetto di musicoterapia all'interno di tali
corsi, ovviamente con il benestare dell'ostetrica.
Compito principale dei corsi pre-parto é diffondere la conoscenza sulla vita prima della
nascita per favorire la sintonia precoce e affettiva di tutti e tre i protagonisti dell'evento
madre-padre-bambino: l'utero materno è il primo e fondamentale contesto di
apprendimento, in cui il bambino fa le prime esperienze e incamera quei principi invarianti
che applicherà nelle relazioni successive.
L'impronta che il bambino riceve a livello prenatale è ben diversa se si è sentito rifiutato,
ignorato, svalutato piuttosto che al centro dei pensieri e dei desideri dei suoi genitori.
Se la madre vive uno stato ansiogeno durante la gravidanza il feto riceve delle scariche
ormonali che possono danneggiare sia l'orientamento di fondo della struttura psichica del
nascituro che lo schema di base del suo sviluppo corporeo lasciandone traccia nella
memoria cellulare a vari livelli di funzionamento dell'organismo: sul piano Emotivo
(gamma delle emozioni), su quello Fisiologico (respirazione, tono muscolare, soglie
percettive), sul piano Posturale (movimenti, morfologia). Al contrario, il fiume libero
dell'energia stimola nel figlio le funzioni vitali e risveglia nella donna l'intima capacità di
contenere, di comprendere il bambino, di rispondere ai suoi segnali.
Il nucleo primario del concepimento cerca la sua personale forma di essere nel contatto con
la realtà, e, per il nascituro, l'unica e totalizzante realtà è il mondo mamma. L'incontro per
eccellenza avviene tra il suo slancio vitale e la risposta materna, un messaggio di andata e
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ritorno percepito a livello preconscio e preverbale.
Alla luce di tutto ciò ho ritenuto importante utilizzare la musica come terapia in questo
contesto in quanto concorre alla prevenzione dei disagi comunicativo - relazionali che
possono verificarsi. Il primo aspetto preso in considerazione è che la madre si procura nella
musicoterapia uno spazio espressivo in cui manifestare liberamente i propri stati d'animo e,
soprattutto, dove attivare un processo creativo in cui riconoscersi e percepirsi. Il suono, la
musica, l'oggetto sonoro, presenti nella musicoterapia sono strettamente connessi con i
vissuti della gestante, con il suo sentire e pensare, con la sua storia e la sua attuale
situazione. Ciò attiva la sua capacità di ascolto e di autoascolto e, attraverso l'espressività
corporea-sonoro-musicale, la madre compie un cammino di propriocezione e di
accoglienza delle sue manifestazioni e di parte dei loro significati. E' il primo passo perché,
nella maggiore consapevolezza di sé, la gestante cominci a costruire spazi mentali di
accoglienza del bimbo. L'interazione futura del bimbo sarà di tipo corporeo e sonoro e in
questo modo egli manifesterà i suoi bisogni e il contatto con l'ambiente.
Nel mio percorso di musicoterapia la madre imparerà a cantare e a suonare per il bambino,
a riconoscere le risposte motorie al suono e ad attribuire ad esso competenze nella
comunicazione.
Si sperimenterà su un piano che è simbolico e concreto allo stesso tempo, poiché potrà
utilizzare il suo corpo e il suo sentire nel far musica, osservandone ricchezze e limiti e
imparando ad accogliere il suo stato d'animo, le sue fluttuazioni emozionali. In questo
cammino la presenza di altre donne facilita lo scambio ed evidenzia che molti vissuti sono
simili, rassicurando la gestante su alcune manifestazioni e sulle nuove sensazioni che
prova. L'agito musicoterapico avvicina le esperienze attraverso la comunicazione non verbale e favorisce la scoperta di modi e di saperi che oggi non si è portati a sottolineare e
porre in evidenza, ma che motivano la gestante alla riflessione e all'apprendimento di
metodi per la gestione del parto, di per sé ritmico nell'alternanza di dolore e pausa, in un
modo che non delega alla tecnica, ma che riscopre un corpo che si è capaci di ascoltare.
”Se le donne della nostra civiltà hanno bisogno di informazione, questo è perché hanno
perso le radici e il corpo carnale, intuitivo e profondo con loro stesse e il proprio corpo, un
rapporto che, invece, la cultura e l'educazione tradizionale sapevano sviluppare”.
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4.1. Materiali e metodi
Come detto in precedenza ho svolto il mio progetto di musicoterapia durante i corsi di
preparazione al parto nel Consultorio Familiare di Carpenedo in provincia di Venezia.
Ciascun corso di preparazione al parto si articolava in 8 incontri con cadenza una volta alla
settimana e ogni incontro durava 3 ore circa.
Le 3 ore erano ripartite in questo modo:
a) 1 ora e 30 minuti l'ostetrica dava le informazioni su gravidanza - parto - dopo parto.
b) 30 minuti l'ostetrica proponeva alcuni esercizi di ginnastica dolce o le varie posizioni da
utilizzare in travaglio.
c) 1ora io proponevo tecniche di musicoterapia alle gestanti.
Nella mia tesi verrà trattato solo il punto C.
Il mio progetto è stato proposto a due gruppi di gestanti:
1 gruppo (gennaio 2009 - marzo 2009) era composto da 13 gestanti tra le 28-32 settimane
di gestazione.
2 gruppo (marzo 2009 - maggio 2009) era composto da 10 gestanti tra le 28-34 settimane
di gestazione.
Per ogni partecipante sono stati raccolti i dati clinici sul decorso della gravidanza e
l'anamnesi familiare.
La scelta delle attività era in funzione agli obbiettivi da me prefissati che ritenevo
fondamentali nel proporre per questo corso pre-parto con l'uso della musicoterapia:
- stimolare nelle partecipanti la capacità di rilassamento;
- migliorare con esercizi ginnici di espressione corporea il tono muscolare (danza);
- socializzare, condividendo le dinamiche di gruppo ed esternando le proprie emozioni;
- sostenere la gestante aiutandola nella percezione di sé attraverso la percezione del corpo
che cambia;
- percepire il bambino come una parte di sè, favorendo la relazione fetale;
- aprire canali di comunicazione, espressivi, e affettivi al fine di arricchire il rapporto
madre-bambino;
- identificare il feto come un essere reale al quale ci si può rivolgere in modo indiretto,
parlandogli, chiamandolo per nome, coccolandolo, cantandogli dei suoni, delle melodie e
della canzoni;
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- migliorare il rapporto con la propria voce, giocarci per potenziarne l'aspetto
comunicativo;
- scoprire i suoni che ci appartengono per liberare stati d'ansia;
- risvegliare e favorire la creatività attraverso stimoli sonoro-ritmici, allo scopo di offrire
nuovi strumenti alla comunicazione madre-bimbo:
- fornire la possibilità di canalizzare le ansie, i momenti di solitudine e di angoscia per il
futuro;
- imparare a convivere con la nuova realtà, ricca di avvenimenti non sempre felici e spesso
difficili.
4.2. IL SETTING
Gli incontri di musicoterapia si sono svolti nella sala di attesa del consultorio; una stanza di
grandi dimensioni, illuminata, accogliente e ben riscaldata le cui finestre danno sul
giardino di Via Garibaldi.
Per lo svolgimento dei corsi venivano tolte le sedie e il tavolino presenti in modo da creare
un ampio spazio per poter disporre i materassini dove le gestanti potevano muoversi
liberamente e anche rilassarsi.
Erano presenti anche sei gymnic plus (palloni grandi utilizzati per gli esercizi di percezione
del perineo e durante il travaglio di parto), due scatoloni con all'interno delle palline
colorate, palline da tennis, palline - massage ball - e legnetti per il massaggio dei piedi.
Gli strumenti musicali erano disposti in un altro scatolone e tirati fuori al momento
opportuno al di fuori della tastiera che è riposta dentro l'armadio dell'ostetrica.
4.3. LO STRUMENTARIO
Gli strumenti musicali che sono stati utilizzati durante le attività sono:
- tamburelli, sonagli, cembali, djembe, triangolo, maracas (alcune da me costruite), legnetti
una ranetta giocattolo che riproduce il suono dei legnetti, due flauti dolci;
- una tastiera che veniva appoggiata a un tavolino;
- un lettore cd con a disposizione brani di musica classica, new age, suoni della natura,
ninna nanna ecc.;
Altri possibili strumenti non musicali sono teli, palloni gymnic plus, palline, fogli.
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4.4. LE TECNICHE
Dal primo incontro ad oggi non è stata mantenuta una struttura rigida nelle tecniche di
intervento, ma un binario guida che permettesse però delle fluttuazioni interne a seconda
delle esigenze espresse dal gruppo di volta in volta.
All'interno di queste fluttuazioni si possono individuare quattro aree d’intervento
fondamentali:
- Danza.
- Voce.
- Suono – ritmo.
- Rilassamento.
LA DANZA

Movimento del bacino Il gruppo si dispone in cerchio e balla ruotando il bacino poi
si mette in ginocchio tenendo la schiena eretta e le ginocchia leggermente divaricate.
Le gestanti appoggiano le mani ai fianchi e fanno dei movimenti circolari come nella
danza del ventre alternando il senso di rotazione (supporto audio).
Il bacino è la parte del corpo più direttamente impegnata nell'evento del parto. E' infatti
questa parte che il bambino deve attraversare per nascere.
Il bacino femminile è strutturato in modo tale da permettere questo passaggio. Infatti, se si
confrontano le dimensioni del cranio fetale con quelle dell'apertura del bacino, si vedono
come possono coincidere perfettamente.
Nella sua discesa nel canale da parto il bambino deve compiere una rotazione a spirale in
modo che il diametro più lungo del suo cranio coincida sempre col diametro più lungo del
bacino materno.
Il viaggio all'interno del bacino è reso così lungo e difficile rispetto a quel che avviene
nelle altre specie animali per due motivi.
Anzitutto perché il canale da parto è ricurvo e poi perché il feto umano ha una testa
voluminosa le cui ossa, benché morbide e sovrapponibili, trovano facilmente ostacolo
nell'ossatura della madre.
Questa, tuttavia, non è così rigida come si può pensare.
Alcuni ormoni secreti dal corpo materno in gravidanza hanno ammorbidito le articolazioni
che, al momento del parto, sapranno cedere e aprirsi senza per questo subire danni.
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In particolare l'articolazione del pube, posta sul davanti, si apre di più di un centimentro in
travaglio.
Le due articolazioni sacro-iliache che si trovano nella schiena si espandono di lato e si
spostano anche a cardine in modo da ampliare l'area del canale pelvico e favorire il
passaggio del bambino.
Infine l'articolazione sacro-coccigea si allenta in gravidanza, così che il coccige si sposterà
in fuori per far passare il bambino.
Lo stesso avviene quando ci si accovaccia o si sta in ginocchio.
Forma, mobilità ed elasticità del bacino sono fattori importantissimi nell'espletamento del
parto.
Acquisire una maggior conoscenza del proprio corpo e, in particolare, del bacino aiuta
meglio a guidare il bimbo durante il parto, non solo mentalmente ma anche fisicamente.

Io sono il mio bambino In gruppo, danzando, si imitano i movimenti del bambino
dentro la pancia della mamma.
Si utilizzano dei teli gialli e delle palline che muovendoli a ritmo simulano rispettivamente
il liquido amniotico e le bollicine che crea il bimbo con la bocca.
LA VOCE
Legata al secondo ambito (la Voce) è la respirazione.
A) Respirazione
Uno dei principi fondamentali è imparare a respirare in modo corretto e funzionale
permettendo loro di gestire, grazie al soffio indirizzato e cosciente, eventuali tensioni
muscolari, dolori, ansie e di vivere in simbiosi con il feto.
Anche “la presa di coscienza” del pavimento pelvico è collegata a uno specifico modo di
respirare.
Ad una respirazione scorretta si possono collegare diverse rigidità e tensioni muscolari.
Anche l'aspetto emotivo può alterare la funzione respiratoria. Infatti, nei momenti di stress,
il respiro si fa sempre più veloce e irregolare.
La donna in gravidanza deve imparare a respirare lentamente.
Attraverso l'ascolto del respiro la donna si pone in contatto con il proprio sé raggiungendo
uno stato meditativo.
La respirazione si sviluppa, dal basso verso l'alto, in tre livelli: addominale toracica e
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clavicolare.
La loro unione prende il nome di onda e si utilizza durante la gravidanza e durante il
travaglio quando non vi sono contrazioni.
L'unione della seconda e della terza si chiama “alta” e si utilizza sia durante il travaglio
quando vi è la contrazione e durante le spinte.
La respirazione addominale
- Ci si mette in posizione supina, con le gambe flesse, una mano appoggiata sul ventre (dx)
e l'altra sul petto (sn).
- S’inspira l'aria e la si visualizza mentre scende, immaginando un flauto verso il quale
indirizzarla (dal naso, attraverso la trachea, giunge ai bronchi fino agli alveoli polmonari
ed entra nel sangue; l'effetto di tale pratica è che il ventre si gonfia come un palloncino per
almeno 4 - 5 sec. ).
- Si tiene una piccola apnea di 2 secondi, per percepire meglio l'espirazione.
Le mani, inoltre, hanno una funzione di controllo:
- quella sull'addome si deve sollevare tramite la visualizzazione del riempimento del
palloncino dell'aria;
- quella sul petto deve rimanere ferma, altrimenti vorrebbe dire che si sta utilizzando,
scorrettamente, la sezione “clavicolare”.
Terminata la prima parte dell'esercizio, nella seconda parte ci si deve concentrare
nell'applicare l'apertura del perineo.
Durante l'espirazione, l'aria che scende verso il basso (ultimo foro del flauto) esce dal
perineo alto (la vagina) distendendo la zona interessata.
Eseguendo correttamente tali pratiche la madre si rilassa tanto che il feto comincia a
rispondere con dei movimenti.
La respirazione toracica
Si compone delle seguenti fasi:
- da sdraiate, bisogna appoggiare le mani lateralmente sul torace (dove vi sono i muscoli
intercostali inspiratori ed espiratori);
- durante l'inspirazione che dura 2-3 secondi, bisogna indirizzare l’aria verso l'esterno del
busto, riempiendo la cassa toracica senza sollevarla, ma espandendola lateralmente;
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- espirando, i muscoli intercostali rientrano, svuotando il torace.
Questa respirazione assume valore qualora venga aggiunta a quella clavicolare.
Entrambe, unite in un'unica respirazione, formano quella alta, da utilizzare durante le
contrazioni.
La respirazione clavicolare
La terza respirazione è quella “clavicolare” e si applica durante il dolore per le
contrazioni:
- inizialmente la posizione assunta è quella sdraiata, con le mani in appoggio come per la
respirazione “addominale”. Solo la mano sul petto si dovrà sollevare (come risposta
dell'avvenuta inspirazione) mentre l'altra, quella sull'addome, dovrà restare ferma;
- durante l'atto inspiratorio di 4 - 5 secondi, l'aria (che scende dall'alto verso il basso) si
espande subito nella parte più alta del petto;
- l'espirazione che dura almeno 5 - 7 secondi, deve essere lenta e quasi non percettibile
come l'inspirazione.
La respirazione completa: “l'onda”
Questa è la respirazione più completa.
Attraverso la sua pratica la gestante:
- recupera energia;
- ”sente” il nascituro, almeno tre volte al giorno;
- comunica e relaziona con il feto, anche cantando;
- ”vive” il travaglio tra una contrazione e l'altra.
La respirazione completa si ottiene unendo le tre sezioni, dal basso verso l'alto durante
un'unica inspirazione, per circa 10 secondi.
Dopo una piccola apnea di 2 secondi circa, si inizia ad espirare lentamente e
profondamente, sempre dall'alto verso il basso, concludendo con l'apertura del perineo.
La respirazione “alta”
Non si può pensare di utilizzare la respirazione completa anche durante le contrazioni.
Tutto ciò non è possibile a causa del dolore concentrato sull'addome o nella parte sacrolombare della schiena.
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Togliendo semplicemente la prima sezione (che coinvolge l'addome), si ottiene la
respirazione cosiddetta “alta”, frutto dell'unione della seconda e terza sezione:
- la posizione da assumere è supina seduta o in piedi;
- si inizia a inspirare con la “respirazione toracica”, per concludere con quella “clavicolare”
per circa 5 - 6 secondi;
- le spalle devono restare sempre rilassate e non bisogna alzarle;
- la espirazione, lunga e delicata, deve partire dall'alto per almeno 10 - 13 secondi (si
conclude con l'espirazione toracica).
Il rilassamento del perineo: “la respirazione perineale”
Il perineo è quella regione muscolare, costituita da tessuti molli fibro - muscolari, che si
trova nella parte inferiore del bacino, delimitata davanti dalla sinfisi pubica, dietro dal
coccige e lateralmente dai due ischi.
Si divide in due sezioni: quella anteriore vaginale e quella posteriore anale.
E' essenziale che la gestante prenda coscienza del corretto funzionamento di questo
muscolo: deve riconoscere quando “chiude”, cioè quando contrae il muscolo (sensazione
simile a quando si trattiene la minzione) e quando “apre” quando al contrario c'è la
minzione) ossia quando lo rilassa. La distensione perineale corrisponde alla fase
dell'espirazione: il fiato, scendendo, rilassa prima l'addome poi il pavimento pelvico
(dall'alto verso il basso, cioè dalla vagina all'ano).
Durante la gestazione è molto importante “allenare” questa muscolatura: ad esempio, in
posizione supina, sollevando il bacino a gambe aperte, aggiungo l'uso dei suoni S, F, SH,
durante l'espirazione, aumentando l'intensità della voce.
Si può eventualmente aggiungere anche la chiusura del perineo (durante l'inspirazione), per
percepire meglio la fase della distensione muscolare successiva (durante l'espirazione).
Così facendo, i tempi di distensione si allungano permettendo una migliore concentrazione
in vista anche del travaglio e parto.
Distinguere l'apertura delle due sezioni, vaginale e anale, è più difficile ma altrettanto utile.
A tal proposito si può applicare ”il gioco dell'ascensore“: le posizioni sono sempre le
stesse, si deve spostare l’attenzione dalla parte bassa anale a quella alta vaginale chiudendo
o aprendo in successione il muscolo interessato. Successivamente lo si applica con la
respirazione: quando s’inspira si contrae una parte mentre quando espira si distende l'altra.
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In tal modo, si percepiscono due differenti sensazioni: una di tensione e l'altra di
rilassamento.
Durante il travaglio, quando c'è la contrazione, il dolore porta la donna a irrigidirsi. Se al
contrario, la gestante si concentra sull'aprire il perineo in contemporanea alla sensazione di
tensione che c'è a livello addominale (dovuta alla contrazione) riuscirà, grazie al respiro ed
al rilassamento, a gestirsi diversamente. Anche durante la fase espulsiva, la gestante deve
utilizzare il torchio addominale e l'abbassamento del diaframma (durante l'apnea e nella
fase dell'espirazione) per spingere, contraendo ovviamente la muscolatura stessa. Se tutto
ciò dovesse avvenire non avendo la percezione simultanea del “perineo disteso, in
apertura”, i tempi si allungherebbero e la simbiosi con il feto legata alla discesa andrebbe
perduta.
Un altro esercizio utile per rilassare il perineo, consiste nell'applicare alcuni suoni
liberatori del momento, come OOH durante l'espirazione. S’inizia supine, schiena a terra,
con le braccia lungo i fianchi oppure intrecciate dietro la nuca:
- si inspira e si solleva il bacino da terra (spingendo nel frattempo le mani e i piedi al
suolo) senza usare la schiena, ma la forza delle gambe;
- si emette, durante l'espirazione, il suono prescelto restando sollevata da terra;
- si ripete l'esercizio almeno 20 volte, visualizzando l'apertura perineale durante
l'espirazione;
- si cerca di restare sempre in retroversione con la schiena;
- si prova ad associare, durante l'emissione dei suoni, delle ondulazioni (verso destra e
sinistra) del bacino (come una culla).
B) Esercizio di ascolto aderente al corpo
Per consapevolizzare il respiro e per sciogliere almeno in parte le tensioni della
muscolatura di molte parti del corpo, è stato talvolta effettuato un esercizio di ascolto
elementare, primario, aderente al corpo.
Come nel canto si usano le immagini mentali, nel travaglio non si usano le immagini ma
l'ascolto di se.
Come si procede:
Le donne, preferibilmente, devono stare sdraiate, supine a contatto con il materassino, luci
non forti.
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Il tono della voce non deve essere induttiva, ma avere un tono neutro e normale.
E' importante partire da dove le donne sono cioè dal mentale.
Distenditi sostenuta dai cuscini e mettiti in ascolto di te stessa, le gambe sono distese, le
mani sulla pancia o lungo i fianchi.
Senti la nuca: è tesa o distesa?
Il cuoio capelluto: è teso o disteso?
La fronte: è tesa o distesa?
Le sopracciglia: sono tese o distese?
Gli occhi: sono tesi o distesi?
Le guance: sono tese o distese?
Le orecchie: sono tese o distese?
Le labbra: sono tese o distese?
Le arcate dentali: sono aperte o chiuse ?
La lingua: tocca da qualche parte o è libera e
guizza come un pesciolino nella boccia?
Le spalle: sono tese o distese?
Le braccia: sono tese o distese?
Gli avambracci: sono tesi o distesi?
Le mani: sono tese o distese ? Di nuovo
Gli avambracci: sono tesi o distesi?
Le braccia: sono tese o distese?
Le spalle: sono tese o distese?
Il torace: quanto è ampio?
La vita quanto spazio prende, come appoggia?
Il bacino come appoggia, quanto è ampio?
Le cosce: sono tese o distese?
Le gambe: sono tese o distese?
I piedi: sono tesi o distesi? Di nuovo
Le gambe: sono tese o distese?
Le cosce: sono tese o distese?
I genitali: come li sentite?
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Il perineo: che tono ha il perineo?
La pancia: come si muove?
Il soffio ha lo stesso ritmo delle onde del mare; sentite il suono delle onde del mare? (Si
fanno sintonizzare sul respiro):
Il mare si gonfia sulla pancia e le onde si infrangono sulla nuca.
Fatevi cullare da questo ondeggiamento.
RIPRESA
Ci vuole una lenta ripresa
Si suggerisce di muovere le dita, i polsi, le braccia, s’invita a stirarsi
Bisogna stare attenti al tono della voce utilizzato; la voce lenta o grave può indurre
sensazioni che ostacolino l'ascolto, l'obiettivo è che l'immagine del mare sia nella pancia e
il suono nelle orecchie.
Il training psicofonetico per il parto fa appello all’unità psicofisica della persona e mette in
gioco l'espressività.
A questo punto dopo essersi liberati dalle tensioni anche psichiche portate dall'esterno ed
essersi avvicinati un po' di più alla fonte di energia che alimenta la voce, s’iniziano i
Vocalizzi.
C) Vocalizzi
I vocalizzi si dividono in:
Vocalizzi di base: consentono di far risuonare lo strumento, metterlo in risonanza e
contemporaneamente di richiamare in fonazione le varie parti del corpo. Si lavora nella
vibrazione.
In gravidanza i vocalizzi di base si usano per percepire il proprio corpo in completezza e
per sentire un senso di unità. Quando si incomincia con un gruppo bisogna iniziare con i
vocalizzi di base e solo dopo alcuni incontri con quelli di espressione.
Se gli incontri sono pochi ci si limita ai vocalizzi di base.
Vocalizzi di espressione: consentono di mettere in moto:
- il sistema emozionale;
- il sistema neurovegetativo, che si occupa di creare un equilibrio interno in relazione
all'ambiente.
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Sono i vocalizzi che toccano il nostro emozionale.
Servono per mobilizzare il diaframma e tutta la catena dei diaframmi per tonificarlo e
distenderlo.
Si lavoro sul ritmo e la colorazione affettiva che la vibrazione può assumere.
In gravidanza fanno si che la mamma bonifichi il suo pianto, la fanno sorridere e ridere per
il bambino, riscoprire la tenerezza che lei ha ricevuto perché possa darla al suo piccolo.
C'è anche tutta una gioia interiore per mezzo di cui il bambino viene integrato e
riconosciuto nella sua individualità.
Fuori gravidanza i vocalizzi si fanno rimanere e vibrare interiormente.
In gravidanza hanno una valenza personale soggettiva e una valenza interpretativa e
intersoggettiva, quindi relazionale.
Come si accompagnano i vocalizzi:
- mettendo le mani sui punti dove risuonano
1 Risonanza di testa il bambino viene pensato.
2 Risonanza di petto il bambino viene amato.
3 Risonanza di bacino il bambino viene accolto.
4 Risonanza delle gambe il bambino ha un posto e viene portato nel mondo;
- suggerendo dei gesti;
- suggerendo immagini mentali.
IMMAGINE MENTALE
Principio attivatore del tono. L'immagine mentale è un elemento organizzativo che
organizza tutto l'essere.
Le immagini devono essere
- corporizzate, ossia nascono dalla nostra stessa percezione corporea;
- positive, in grado di dare energia;
- devono seguire la logica della verticalità;
- pregnante;
- nitida/chiara;
- carica di contenuto affettivo.
Le immagini mentali non devono appartenere alla pura fantasia, ma devono incarnarsi nel
corpo.
Se l'immagine mentale modifica il corpo si usa solo quella altrimenti si usa anche il gesto
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L'immagine dell'aquilone fuori da me può essere pericolosa ma se vedo me come un
aquilone mi posso immaginare: le spalle come i lati, la cordicella che lo tiene è la corda
che mi da contrappeso.
OBIETTIVO DELL'IMMAGINE MENTALE
*Che le mamme respirino bene.
*Siano in buona condizione tonica.
*Che nella voce ci sia un equilibrio espressivo.
*Che la persona si accetti così com'è e riconosca le sue potenzialità.
Con l'uso di un buona immagine mentale la voce diventa indirizzata.
VOCALIZZI
MOOOOOOOOOOOO
Si vocalizza sulla quinta e poi sull'ottava.
Risuona sul ventre e sul bacino.
Consente la mobilizzazione del bacino.
Conserva l'asse verticale presente, per tutta la durata del vocalizzo, con i due piedi ben in
contatto con il suolo.
Il salto di un'ottava richiede una maggiore mobilizzazione dell'energia.
LA BELL' EAU
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Si posizionano le mani sulla pancia per creare una relazione con il bambino.
Risuona di testa e di petto
Circolazione energetica cuore-testa .Risveglia la ricettività profonda.
Favorisce l'ascolto interno, rassicura e armonizza.
OMNE' A IM
Risuona di testa, di petto e sul ventre.
Circolazione energetica cuore-testa.
Favorisce l’ascolto interiore.
MIAM vedi YOM YOM YOM
Risuona sulla testa, sul petto sul palato e sulle sensazioni gustative e olfattive.
Massaggio della maschera.
Questo vocalizzo risveglia le postazioni sensoriali e durante l’esecuzione bisogna cercare
di degustare e assaporare il suono.
Questo è la parte fissa per tutti i gruppi di psicofonia.
Esso permette di mettere in asse il suono, prende gli spazi giusti.
Eseguirlo anche con atteggiamento di sorpresa, apertura degli occhi, sollevamento del
palato, salita del suono più in alto.
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L'AS-TU VU ?
Risuona di testa e nel sorriso interiore.
Dinamizza l'energia dall'interno verso l'esterno.
Libera la nuca e massaggia l'area visiva.
Allunga e rafforza l'asse verticale.
Bisogna sorvegliare la direzione dello sguardo.
JE L'AI VU
Risuona di testa nel ventre e bacino.
Dinamizza l'energia dall'esterno verso l'interno.
Determina presenza e affermazione di sé.
OH LA LA
Risuona nel petto e addome.
Favorisce la distensione psichica.
Agisce dall'interno verso l'esterno.
Consente la distensione della mascella, la mobilizzazione delle guance e della lingua.
Distende l'atmosfera del gruppo.
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LA LA OH
Risonanza di petto e addome.
Favorisce la distensione psichica.
Agisce dall'esterno verso l'interno.
Consente la mobilizzazione della lingua e delle guance.
Favorisce l'ascolto interno.
Ricentra e calma.
YAMPATAM
Risuona di testa e di petto.
Dinamizza le consonanti.
Sollecita la costruzione della verticalità a partire dai piedi.
YOMPOTOM
Risuona di testa, di petto e sui piedi.
Permette l‘ancoraggio al suolo.
Consente di dinamizzare la m.
YANKANKAN
Risuona di petto, sul palato e sul sorriso interiore.
Risveglia la risonanza profonda.
Consente il sollevamento della volta del palato.
la distensione della mascella e dalla zona laringea.
Arricchimento armonico della voce.
JE HUME LE PARFUM = ANNUSO IL PROFUMO
je
hu - me le
par
fum
je
hu - me le
par
fum
Risuona di ventre, sul palato, sulle sensazioni gustative e olfattive e sul sorriso interiore.
Consente una dinamizzazione verticale.
Stabilisce il legame tra il bacino e la testa. Favorisce la concentrazione, la presenza a sé e
agli altri.
Crea uno stato di pacificazione interiore.
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VOCALI/CONSONANTI
Risuona sull'addome e su vari punti del viso.
Stimola l'energia.
Permette la sperimentazione di tutte le consonanti e del loro punto di articolazione.
Bisogna vigilare sull'intonazione delle note più acute.
L'utero può stare in asse.
Se l'utero è molto trattenuto bisogna lavorare con vocalizzi che incrementano la vibrazione
del bacino.
Se l'utero è portato molto fuori bisogna lavorare sulle immagini che tonificano.
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YOM YOM YOM
Un’accovacciata e una in piedi si tengono agganciando bene le braccia.
L'accovacciata esegue il vocalizzo flettendo in avanti il capo, guardando i genitali; i piedi
sono ben appoggiati con tutta la pianta a terra.
L'energia deve essere tratta da terra, abitare in basso ma salire verso l'alto.
Immagini mentali che accompagnano il vocalizzo:
- anfora con un bel fondo colorato;
- clessidra all'incontrario;
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Con le mamme è meglio che tutte e due siano accovacciate e agganciate con le braccia, o
da sole, appoggiate con la schiena al muro.
Nella gestione del gruppo si può osservare che una presenta una particolarità per esempio
potrebbe non eseguire correttamente il gesto.
Non si riprende la singola persona con il suo errore ma si fa per tutte l'offerta di un gesto o
di un suono che corregga l'errore.
JE VEUX DU FEU
Risuona sul petto e sul ventre in fase ascendente; mentre in fase discendente risuona
sull’apertura toracica e sul prolungamento dell’apertura costale.
Orienta l’energia dall’esterno verso l’interno in fase discendente.
Permette la giunzione tra verticalità e orizzontalità e tra interiorizzazione ed
esteriorizzazione.
Immagini mentali:
- il fuoco che cresce;
- il vulcano.
LA-I-EAU vedi LA BELL'EAU
Risuona sulla testa, sul petto sul ventre.
Prima si pone la mano sui punti di risonanza a uno a uno.
Poi si pone la mano sui punti a due a due.
Immagini mentali:
- zampillo;
- assertività;
- il sole.
Servono vocalizzi continui per favorire la fluidità, per ottenere più morbide e mobili le
articolazioni dell'anca e quella temporo mandibolare.
La bocca come contenitore corrisponde al bacino.
La mandibola corrisponde alla parte ossea del bacino.
Lo sgancio della bocca corrisponde al basculamento del bacino.
Si deve giocare con bacino e mandibola.
- sbadigli;
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- stiramenti;
- il gesto di lanciare.
Le fosse nasali corrispondono al torace.
I seni nasali corrispondono alla testa.
D) Presa di coscienza del perineo attraverso il soffio
Si pongono alle gestanti le seguenti domande:
1) Metti l’indice a 20 cm dalla bocca e immagina di spegnere una candelina o raffreddarsi
una scottatura sul dito: che tipo di soffio è freddo o caldo? Freddo.
2) Metti le mani a coppa a 20 cm dalla bocca e immagina di alitare sulle mani aperte
davanti alla bocca: che tipo di soffio è freddo o caldo? Caldo.
La presa di coscienza nasce dalle domande successive:
Si rifà il soffio freddo chiedendo:
Cosa senti alla bocca, alla lingua,
alla nuca, alle orecchie,
ai timpani, alla colonna,
al bacino, al perineo,
il perineo scende o sale?
Si rifà il soffio caldo chiedendo:
Cosa senti alla bocca, alla lingua,
alla nuca, alle orecchie,
ai timpani, alla colonna,
al bacino, al perineo,
il perineo scende o sale?
L'esperienza porta a percepire l'apertura del perineo con il soffio caldo.
Il soffio caldo deve dirigersi verso il basso in questo modo c'è basculamento del bacino.
Allora se il perineo si apre col soffio caldo cosa serve per partorire? IL SOFFIO CALDO.
Durante il soffio caldo il perineo molla in basso, il bacino va in avanti, le ginocchia
spontaneamente si flettono un po’.
Se una donna espira freddo si tende tutta la bocca; è strategico far inspirare freddo e
soffiare caldo.
Se i timpani non mollano e assieme si osserva rigidità degli zigomi, si lavora sull'uditivo.
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Si mette una mano a conca davanti all'orecchio e l'altra a scivolo; si espira caldo: in questo
modo l'espiro e il soffio caldo vanno verso l'orecchio.
Alla fine per chiudere le porte si prende una ciocca di capelli e la si porta verso l'alto e
si offre l'immagine di una scossa che passa dall'elevatore dell'ano alla testa,
accompagnando con l'emissione del suono BZ
D) Presa di coscienza della pressione del diaframma verso il basso traverso l’uso
del palloncino.
Si fa gonfiare il palloncino, che rappresenta l'utero, per 2/3 volte.
Si pongono le domande:
Che cosa fa il diaframma ai lati e verso il basso?
Se qualcuno non sente niente si fa chiudere il naso e soffiare verso le orecchie.
Successivamente senza palloncino si eseguono 3 soffi caldi con la schiena indietro e in
basso e 3 suoni caldi – BOOA - con la schiena indietro e in basso.
Si mette il palloncino sull'orecchio sinistro e si canta indirizzando con la mano destra il
suono al palloncino.
La stessa vibrazione che viene percepita dal soggetto la sente il bambino amplificata per 3.
L’uso del palloncino è utile per far capire come accompagnare con la voce il bambino nel
parto.
Si fa eseguire il soffio e suoni caldi – BOOA - in successione mantenendo il palloncino
gonfio all'orecchio sinistro.
In questo modo si ottiene la percezione del suono e della vibrazione così come viene
ricevuta dal bambino.
IL BAMBINO SI SENTE ACCOMPAGNATO al momento del parto se viene utilizzato il
soffio caldo e il suono caldo inoltre, durante l’emissione del suono, bisogna guardare il
bambino che esce, il bambino viene verso il nostro sguardo, il nostro sguardo va verso il
bambino.
E) Voce indirizzata
Si ottiene attraverso gesti - immagini mentali - contatto con il corpo – ascolto.
Esempio -1 tocca la pancia, 2 tocca la pancia + immagine mentale -3 palloncino.
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Toccare
Sentire
il bambino
Vedere
La madre ha un grande occasione per stare bene.
Se la donna s’indirizza al bambino incontra la possibilità di esprimersi al massimo delle
sue potenzialità sonore.
La voce indirizzata sa portare le emozioni.
Esempio:
Ci si divide a coppie, una gestante pone il palloncino sull'orecchio dell'altra gestante e,
appoggiando la bocca sul palloncino, canta una canzoncina (mama papi): la prima volta
pensando a una cosa qualunque, la seconda volta pensando che la canzone è rivolta al
bambino.
Si chiede alle mamme, che hanno ascoltato la canzoncina, cosa hanno percepito di diverso
tra la prima e la seconda volta nel tono della voce, nell'intensità e a livello delle emozioni
trasmesse.
RELAZIONE MADRE - BAMBINO PER MEZZO DEL CANTO
- toccare la pancia - il bambino è percepito;
- mano sul torace - il bambino oltre che percepito è anche investito;
- canto ad occhi chiusi;
- canto con orecchie tappate;
- contatto con le esperienze infantili con il gioco;
- vocalizzi con i gesti e con le immagini mentali;
- liquidazioni restituisco il senso dei confini del corpo;
- canzoni portate dalle donne antiche ed attuali;
- canzoni con contenuto affettivo.
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LE
CARATTERISTICHE
DELLA
VOCE LE CARATTERISTICHE DELLA VOCE
INDIRIZZATA
DISTRATTA
Intento comunicativo - costruisce relazioni
Non ha intento comunicativo non costruisce
relazioni
Avvolgimento
Dispersione
Contenimento
Abbandono
Calore
Freddezza
Accoglienza
Rifiuto
Attenzione
Distrazione
Affidamento
Diffidenza
Apertura
Chiusura
Sintonia
Divergenza
Carezza
Sgarbata
Benessere
Disagio
Fiducia
Sfiducia
Presenza
Assenza
Energia
Debolezza
Contatto profondo con sé
Contatto superficiale con sè
Responsabilità
Estraneità
Leggerezza
Pesantezza
Coinvolgimento
Lontananza
Concentrazione del corpo - canto per l'altro e per questo Dispersione - disattenzione
sento di più me stesso
Rotonda
Piatta
Morbida
Dura
Grave
Debole
Ricca di armonici
Povera di armonici
Più timbro
Meno timbro
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Direzionata
Dispersa
Espressiva
Inespressiva
Andamento lento
Andamento teso
F) Utero
Dopo aver disposto le gestanti in cerchio si cerca di ricreare l'utero (bimbo al centro).
Le gestanti tenendosi per mano, distendono le braccia verso il centro e, avvicinandosi,
cercano tramite il suono e il contatto di trasmettere un pensiero empatico al feto.
L'atto inspiratorio, sinonimo di ricarica energetica, viene eseguito dall'esterno verso il
centro.
La forza creata dal gruppo aiuta la singola donna a proporsi con la propria creatività fino a
creare un'unione di suoni e di ritmi tali da produrre sinergia, forza, sicurezza, gioia e
amore.
Durante l'espirazione, le gestanti riportano le braccia verso l'esterno scaricando l'energia
negativa accumulata e liberando con il suono e la musica le proprie tensioni.
SUONO - RITMO
Sono state proposte alcune attività ritmiche e di composizione attraverso l'utilizzo dello
strumentario ORFF.
A) Dialogo nascosto
Ciascuna partecipante prova a esprimere delle sensazioni che poi dovranno essere
comunicate a una persona prescelta attraverso l'utilizzo di strumenti musicali. Lo
scadenzare del ritmo strumentale aiuta a esprimere meglio la propria frase sonora. Ci si
“parla” con il ritmo e con i suoni degli strumenti.
Alla fine dell'esercizio, si svela, attraverso il linguaggio verbale, ciò che si è cercato di
trasmettere attraverso il “codice musicale”.
B) Orchestra sinfonica
Bisogna ricreare la sinfonia fetale con degli strumenti musicali. Si possono utilizzare:
- tamburi per riprodurre il basso continuo;
- flauti e piano per indicare le voci interne, quelle materne e dell'ambiente circostante;
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- sonagli, triangoli e maracas, cembali per rappresentare i suoni viscerali interni.
C) Sinfonia fetale
A scelta le gestanti prendono lo strumento che preferiscono per riprodurre un particolare
suono che loro immaginano che il feto senta.
D) Il gioco del battito cardiaco
La base musicale è quella del battito cardiaco.
Ci si mette a coppie, seduti, una mamma batte il tempo a ritmo sulla pancia riproducendo il
battito cardiaco dell'adulto (60-80 b/m) e l'altra mantiene la pulsazione del feto utilizzando
degli strumenti musicali a piacimento (120-160 b/m). Utilizzo anche del sonicaid.
Non si deve parlare.
L'essenziale è restare in contatto empatico con il feto:
- pensando a lui e a cosa sta facendo in quel momento;
- indirizzandogli una particolare emozione;
- creando una parola che lo raffiguri attraverso la visualizzazione;
- ripetendo il suo nome, mentalmente e con i suoni.
E) Si cantano alcune ninnenanne e filastrocche
Stella stellina, ci vuole un fiore, dolce sognar, lettera a pinocchio, ninnananna del chicco di
caffè, mamma tutto.
RILASSAMENTO
A termine della seduta veniva quasi sempre utilizzata la tecnica della visualizzazione o
alcuni esercizi di eutonia con un sottofondo musicale adeguato: brani di musica classica,
new age, suoni della natura.
La visualizzazione è un a tecnica efficace, semplice ed estremamente flessibile, che ci
mette in contatto con il nostro “panorama interno”, con il nostro immaginario. E' uno
strumento che facilita l'interazione continua tra mente e corpo, facendo affiorare
l'incredibile deposito d’immagini interne acquisite e di reazioni e risposte.
La visualizzazione ci mette in relazione con noi stessi, scopre e fa affiorare immagini,
vissuti, sensazioni che continuamente immagazziniamo.
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Offre alcuni benefici particolari:
- facilita il rilassamento;
- favorisce l'interazione con il bambino;
- aiuta a chiarire e a rafforzare le proprie reali aspettative e a modellare le proprie scelte per
il parto;
- facilita la dilatazione e il processo del travaglio e la fase espulsiva, aumentando la fiducia
in se stesse e nelle proprie capacità;
- chiarisce i ruoli e le scelte.

ESEMPI DI VISUALIZZAZIONI
LA GRAVIDANZA
Questa visualizzazione aiuta a sentirsi maggiormente a proprio agio con il corpo che
cambia durante la gravidanza.
Porta la tua attenzione al tuo utero.
L'utero è la fonte di tutti i cambiamenti: del tuo corpo, delle tue emozioni e persino del tuo
mondo esterno.
Immaginati capace di vedere dentro il tuo utero.
Puoi guardare dentro il tuo bambino in questo bellissimo e trasparente sacco avvolto da
questo chiaro e caldo fluido amniotico.
Guarda questo bellissimo cordone ombelicale.
Segui il cordone fino alla placenta, bene attaccata alla parete del tuo utero.
Immaginati l'ossigeno e tutte le sostanze nutritive che dal tuo corpo attraversano la
placenta e scendono attraverso il cordone fino al tuo bambino.
Puoi ripetere: ”Sono in grado di soddisfare i bisogni che il bambino ha per crescere e
mantenersi sano”. Considera tutto quello che sa fare il tuo corpo.
Ringrazia il tuo corpo per il miracolo che sta compiendo e per tutto quello che farà.
E ora, quando ti senti pronta, conta lentamente fino a 5, stiracchiati lentamente e apri gli
occhi.
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I PALLONCINI
Immaginati sulla riva di un fiume calmo e tranquillo.
La calma corrente spinge una barca vicino a te.
Sali sulla barca. La barca ti porta tranquillamente sul fiume.
Ti sta portando dove vorresti arrivare.
Senti il rumore dell'acqua che, gentilmente e armoniosamente, accarezza i fianchi della
barca.
Senti addosso il calore del sole.
Assapora la freschezza dell'aria.
Goditi questo viaggio, per un poco.
Ora, la barca approda dolcemente sull'altra sponda.
Scendi dalla barca ed esplora.
Ti trovi in un bellissimo posto.
Guardati attorno. Scorgi da lontano un insieme di colori, una macchia coloratissima.
Mentre ti avvicini cominci a riconoscere la forma di questa macchia colorata.
Sono tanti palloncini leggerissimi e coloratissimi.
Ti trovi in mezzo, li tocchi. Sono leggeri, rotondi, lisci, profumati.
Li puoi sollevare con un soffio, con un dito.
Li vedi sollevarsi e lentissimamente ridiscendere, ondeggiare.
Ti ritrovi a seguirli, a seguire la loro direzione.
Ti ritrovi a raggiungerli e a cambiare il loro movimento.
Ti sorprendi leggera, agile, flessibile, armoniosa, in sintonia con questi leggeri e colorati
palloncini.
Rimani con questa sensazione per 1 minuto di orologio.
E ora, quando ti senti pronta, conta fino a 5, fai un lungo sospiro, allungati e riapri gli
occhi.

Ascolto triplo di pance (con sottofondo musicale)
In cerchio ogni gestante tocca la pancia delle sue vicine. Il sentire è totalizzante, in quanto
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ognuna riesce a percepire sia il proprio nascituro (dal di dentro) che quello delle altre due
amiche.
Durante quest’attività le gestanti hanno percepito che l'utero si contraeva per la posizione
scomoda di conseguenza ho riproposto l'attività a coppie.

Stella a cinque punte
Ci si stende per terra (sui materassini) supine. Si allargano le gambe, le braccia e le mani
così da ritrovarsi come una stella a cinque punte.
Si prende un palloncino e lo si sposta dal cuore verso tutte le cinque punte.
Inspirando, si sposta il palloncino dal cuore verso il braccio sinistro e, espirando, lo si
riporta verso il centro. Si continua così: dal cuore verso la testa e ritorno al cuore, dal cuore
verso il braccio destro e poi espirando ritorno, dal cuore verso la gamba destra e poi
ritorno, dal cuore verso la gamba sinistra e poi ritorno.
In seguito s’immagina di spostare con il pensiero il palloncino energetico, verso tutte le
cinque punte.
Successivamente lo si fa rivolto al feto. Si possono anche aggiungere dei suoni emessi per
ciascuna parte del corpo.
Questo è un esercizio di tensione/rilassamento in cui si osserva l'equilibrio corporeo,
l'espressività e il rapporto con gli altri. Il corpo di ognuno di noi, attraverso l'estensione
degli arti, è avvolto nell'energia della sfera vissuta come il nostro spazio intimo che viene
condiviso o invaso dagli altri.

L'abbraccio delle lenzuola (con sottofondo musicale)
Una gestante viene avvolta in un lenzuolo e le altre la sostengono, coccolandola e
ninnandola. La richiesta è quella di far rivivere le emozioni dell'infanzia. L'essere avvolte
nelle lenzuola ci fa sentire amate. Si creano, così, momenti legati alla regressione e
momenti d’intensa relazione con il feto.

Eutonia (con sottofondo musicale)
Un gestante si sdraia al centro supina ad occhi chiusi. Il gruppo le gira attorno e una alla
volta, a turno, si accovaccia e sposta leggermente il lenzuolo su cui è sdraiata la gestante.
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ELABORAZIONE DEL DIARIO SONORO
Nel mio progetto iniziale la gestante avrebbe dovuto compilare a casa assieme al partner un
diario sonoro affinché entrambi potessero ripercorrere alcuni momenti della loro storia
personale sonora e ritrovare in essa vissuti corporei, emozionali e affettivi.
Ogni gestante lo avrebbe portato nel setting musicoterapico insieme al materiale sonoro
contenuto.
Il diario era suddiviso in quattro tappe:
- il periodo prescolare da zero a tre anni;
- dai tre ai dieci - dodici anni;
- l’adolescenza;
- il momento attuale dell'età adulta.
La stesura della prima tappa aveva lo scopo di cominciare a riappropriarsi dei contenuti
dell'esperienza corporeo-sonoro-musicale, di cui spesso si perde la memoria, che metteva
in contatto il bimbo ora adulto, con il mondo degli adulti. Hanno importanza non soltanto
le parole ma i modi in cui la tal filastrocca veniva cantata ed eseguita con l'adulto, la
qualità della sensazione che accompagna il ricordo, per poterla cantare di nuovo ripetendo
la gestualità, l'andamento ritmico.
Il ricordo sonoro porta con sé una rievocazione sensoriale, esperienziale e culturale
attraverso cui affondare le radici e rivalutare un musicale in cui ci si riconosca e che
identifichi affetti e relazioni.
La seconda tappa si riferiva al periodo dell'età prescolare e scolare, nella quale si
evidenzia il gioco cantato: importante momento di scambio e confronto con i coetanei di
allora; inoltre sono occasione per la gestante di riscoprire che giocava con la musica, che
questa scandiva momenti del suo quotidiano.
La terza tappa prevedeva un recupero del patrimonio sonoro dell'adolescenza.
Amori, timori e un nuovo modo di contattare il mondo passando attraverso le musiche di
questo periodo, colonna sonora di vissuti.
La quarta tappa si riferiva all'età adulta, quella in cui, generalmente, si trova la gestante
che partecipa ai corsi di preparazione alla nascita. In questa fase le scelte sonore e musicali
della gestante raccontano le sue necessità e la sua attuale situazione, già arricchita delle
riflessioni scaturite durante il percorso.
Tuttavia le gestanti per mancanza di tempo si sono rifiutate di compilare questo diario così
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ad ogni seduta si costruiva un pezzo della loro storia musicale personale.
4.5. LA STRUTTURA ED ORGANIZZAZIONE DEGLI INCONTRI
Ogni incontro era così strutturato:
1) Danza.
2) Esercizi di respirazione e di percezione del proprio corpo.
3) Vocalizzi o percezione del perineo e diaframma attraverso il soffio caldo e il suono
caldo o intonazione di alcuni canti (voce indirizzata).
4) Esercizi ritmici o di composizione con strumenti Orff.
5) Visualizzazione o Eutonia.
6) Elaborazione del diario sonoro.
4.6. DATI RACCOLTI
Per ogni gestante, come detto in precedenza, è stata compilata una cartella clinica che entra
nell’archivio del consultorio. Dai due gruppi ho estratto sei gestanti e per ciascuna di esse
riporto qui di seguito:
 Età.
 Numero di gravidanze precedenti.
 Anamnesi ginecologica.
 Andamento della gravidanza.
 L’elaborazione del diario sonoro e alcune osservazioni sulle attività svolte durante
gli incontri di musicoterapia.
S.C.
Data di nascita 16-01-1975.
Primipara.
Anamnesi ginecologica: ovaio micropollicistico, operata d'urgenza per scoppio emorragico
del corpo luteo, portatrice di fibromi.
Andamento della gravidanza: fisiologica, perdite ematiche di tanto in tanto per fragilità
vasale.
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Durante gli incontri è emerso:
E' cresciuta in un ambiente in cui i genitori non sono appassionati di musica né in famiglia
si sono mai suonati strumenti musicali a livello professionale o per passione.
Da piccola ascoltava la mamma cantare mentre faceva le faccende domestiche, ricorda le
canzoni e le filastrocche che ascoltava con in mano il giradischi per bambini che le aveva
comprato la zia per Natale.
In adolescenza ascoltava prevalentemente musica leggera di cantautori italiani che poteva
cantare e ballare.
Ritiene utile ascoltare la musica per rilassarsi o al contrario per raccogliere energia e per
entrare in contatto con il proprio intimo.
Spesso fa ascoltare la musica al suo bambino per trasmettergli le sensazioni che lei prova e
per tenerlo in contatto con ciò che succede all'esterno.
Il cantare e il suonare in gruppo gli ha creato un po' di imbarazzo soprattutto all'inizio non
essendo abituata a condividere questo aspetto, tuttavia, ha ritenuto le attività svolte molto
utili per stabilire un contatto più diretto con il proprio bambino: sa che il suono della sua
voce mentre canta lui lo può riconoscere e una volta venuto alla luce può ritrovare quel
suono. Lo strumento che ha utilizzato più spesso è stato il tamburo in quanto il suono
riproduce più fedelmente il battito cardiaco e lo sente più vicino alla realtà che va a
rappresentare.
M.F.B
Data di nascita 18-05-1972.
Primipara.
Anamnesi ginecologica: miomectomia nel 2006.
Andamento della gravidanza: fisiologica.
Durante gli incontri è emerso:
Ha cominciato a studiare musica dall'età di undici anni suonando prima il pianoforte poi la
chitarra e infine il flauto traverso.
Ricorda con nostalgia e tenerezza quando da piccola cantava le canzoni dello zecchino
d'oro in particolare “Jhonny Bassotto”, “Furia “ e “La Tartaruga”.
In adolescenza spaziava tutti i generi musicali: pop, rock ecc...
Ascolta spesso musica a casa perché la rilassa e sente che il bambino risponde attraverso i
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movimenti.
Le attività più gradite durante il corso sono state i vocalizzi e le ninne nanne, i primi perché
la facevano sorridere e divertire le seconde perché le potrà insegnare al suo bambino alla
nascita.
Tra gli strumenti i più utilizzati sono stati i sonaglini perché il tintinnio la riporta al suono
del carillon che la mamma le faceva ascoltare quand'era piccola prima di addormentarsi.
A.S
Data di nascita 20-03-1973.
Primipara.
Anamnesi ginecologica: neg.
Andamento della gravidanza: ipertensione gestazionale.
Durante gli incontri è emerso:
A 12 anni assieme al fratello si iscrisse a scuola di musica, lei suonò per un anno la tromba
ma prestò si ritirò mentre il fratello continuò a suonare il clarinetto per molti anni e
assieme alla zia, insegnante di pianoforte, si esibiva a casa.
Dell'infanzia ricorda le ninnenanne che le cantava la mamma prima di addormentarsi, le
canzoni con i compagni dell'asilo “Gli indiani”, “La bella lavanderina “, quelle dei cartoni
animati “mazinga”,” gig robot d'acciaio” e la spensieratezza che accompagnava quei
momenti.
Ascolta molto spesso musica durante il giorno mentre sbriga le faccende di casa, in
autobus, o in macchina con il suo compagno e talvolta appoggia gli auricolari sulla pancia
e chiede al suo bimbo se gli piace il genere.
Una volta era in macchina e stava ascoltando la salsa all'improvviso ha sentito dei calci
come se il bambino stesse ballando e il suo cuore si è riempito di gioia.
L'utilizzo della musica durante il corso l'ha trovato molto stimolante sia per lei sia per il
suo bambino e inoltre, anche se si considera stonata, il cantare istintivamente per divertirsi
l'ha portata a superare la timidezza e i limiti che spesso si impone. Inoltre, venendo meno
la paura di esprimersi con la voce, in sala parto si sentirà libera di urlare.
M.E.
Data di nascita: 14-06-1973.
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Primipara.
Anamnesi ginecologica: cicli irregolari e dismenorrea – setto fundico.
Andamento della gravidanza: fisiologico.
Durante gli incontri è emerso:
In passato ha suonato la chitarra ed è anche andata a scuola di danza.
Non ha ricordi particolari di canzoni o musiche legate all’infanzia, ricorda solo “il ballo del
quà quà” che ogni giorno, per un certo periodo nel giardino della scuola materna, le
insegnanti proponevano.
Dall’adolescenza in poi ha ascoltato solo musica italiana; a 15 anni riteneva inutile
ascoltare musica di cantanti stranieri: riusciva a capire solo metà delle parole.
Quando ascolta musica ne trae beneficio a livello fisico e mentale: canta spesso con la sua
voce melodie molto dolci, ed il bambino nella pancia si tranquillizza.
Tra tutti i vocalizzi svolti il suo preferito è stato miam miam in quanto essendo molto
golosa sentiva in bocca il gusto della cioccolata.
Le sue musiche preferite durante il corso sono state quelle che evocavano i rumori della
natura (le onde del mare, il bosco). Durante il gioco del battito cardiaco ha riferito: “e’ nato
una sorta di dialogo tra me e la mia bambina”.
Lei ha sentito il mio battito; mi ha risposto con il suo battito (che io ho sentito con il
sonicaid) ed io le ho risposto riproducendo il suo battito con lo strumento.
C.N.
Data di nascita:16-06-1979.
Primipara.
Anamnesi ginecologica: negativa.
Andamento della gravidanza: fisiologica.
E’ nata in Perù; sua mamma ha avuto sei gravidanze; non ricorda ninnenanne legate al suo
paese ma solo il rumore dell’oceano che si espandeva davanti alla casa (la mamma doveva
accudire tutta la famiglia e lavorare: non aveva il tempo per cantare).
Ama tutte le musiche e nessuna in particolare.
Durante il corso aveva paura di cantare perché si definisce molto timida; le piaceva più
ascoltare, rilassarsi e anche muovere il bacino.
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V.C.
Data di nascita: 18-05-1972.
Parità 1021 (un figlio vivo, due aborti spontanei precedenti).
Anamnesi ginecologica: negativa.
Andamento della gravidanza: problemi di minaccia d’aborto nel primo trimestre.
Da piccola ascoltava le cassette con incise le favole e le filastrocche.
Le sue preferite erano “Cenerentola, Nella vecchia fattoria, La casetta in Canadà”.
Oggi ascolta canzoni romantiche e malinconiche di cantanti italiani e stranieri.
Da quando è in gravidanza ascolta anche le canzoni dei cartoni animati: così le potrà
cantare alla sua piccola quando nasce.
Ad ogni attività sorride sempre: durante i canti, la danza, l’utilizzo degli strumenti.
Si è divertita molto nel gioco del dialogo nascosto perché attraverso il movimento che
faceva col cembalo prima con le maracas poi, voleva esprimere alla sua vicina il desiderio
di tenere in braccio e di cullare il suo bambino, ma dall’espressione del viso della
compagna non vedeva risultato.
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CONCLUSIONI
Nel contesto operativo dell’esperienza citata, sono state utilizzate tecniche attive e di
ascolto.
Il lavoro svolto a partire dal corpo nella sua essenza motoria, relazionale, cognitiva e
psichica, è stato orientato all’accettazione della totalità psicofisica di sé rispetto allo
specifico dello stato gravidico.
L’utilizzo degli strumenti musicali aveva lo scopo di esprimere lo spirito interiore
dell’esecutore, in quel dato momento, carico di particolari emozioni e sentimenti.
All’interno del gruppo ogni gestante, durante l’esecuzione strumentale, provava a
esprimere una particolare emozione, a esternare uno sfogo, a rivelare una paura, a
conquistare sicurezza a trasmetterla alle altre componenti del “gioco sonoro”.
L’uso della voce, l’ascolto e il canto di alcune ninnenanne, hanno aperto canali
comunicativi certamente efficaci dato che, per il piccolo, la scoperta del mondo avviene
sensibilmente tramite la percezione uditiva ed è mediata dalla madre, la cui voce assume
un significato rassicurante.
Per l’ascolto, i brani musicali sono stati scelti dal repertorio classico e dal filone della
“New Age”: obiettivo era quello di comunicare contenuti di pace ed appagamento per
consentire la rassicurazione, il rilassamento e una rappresentazione serena della gestazione.
Le verbalizzazioni successive ad ogni ascolto hanno confermato che ci si trova di fronte ad
un’incidenza molto complessa della musica, nel vissuto corporeo e mentale della gestante,
poiché essa nel fruire vi riversa non solo i pensieri, le fantasie, le emozioni proprie, ma
anche le aspettative e le tensioni legate al figlio che sta per nascere; inoltre si è rivelata
una diretta e ricchissima testimonianza dei sentimenti vissuti; che ha dimostrato, come
brani privi di spessore ansiogeno o depressogeno e tali da rappresentare quasi con
immediatezza realtà piacevolmente naturali, facciano vibrare corde di altissima e creativa
emotività.
Concludo la mia tesi con una frase della Dottoressa Benassi che, a mio parere, è molto
significativa:
“La colorazione timbrica e melodica della voce materna è veicolo di emozioni e affetti, è
una carezza ed una “coccola sonora”, ma anche un vero strumento per comunicare al
piccolo stati di “trepidante accoglienza o al contrario di gelido rifiuto” (Benassi 1998).
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REPERTORIO MUSICALE
BRANI DI MUSICA CLASSICA:
Beethoven: Sinfonia n 5, in do minore, op.67
Ciaikovsky: Valzer dei fiori da “Lo Schiaccianoci”op.71
Dvorak: Danza slava op 46 n.1
Massenet: Meditation da Thais
Addinsel: Concerto di Varsavia
Prokofiev: Danza dei cavalieri da Romeo e Giulietta, op. 64
Prokofiev: Sinfonia classica n.1, op 25-AllegroJ. Strauss: Marcia di Radetzky
Rodrigo: Concerto de Aranjuez per chitarra e orchestra-Adagio
Faurè: Pavane, op.50
Bramhs: Ninna nanna, op.49 n.4
Offenbach: Barcarola
Handel: Sarabande da suiten.4 in re minore
Moussorgsky: Una notte sul Monte Calvo
Albinoni: Adagio in sol m
Chopin: Valzer in La m (op. postuma)
Chopin: Nocturne op.9.n.2
Litz: Adagio, dal concerto in La M, n 2 per pianoforte e orchestra
Beethoven: Moonlight sonata
Mozart: K 314
Mozart: Adagio, concerto in La M Kv 622
Mozart: Concerto per arpa e flauto k 299-Andantino
CD The Mozart Effect
Pachebel: Canone in Re M
Schuman: Scene infantili op.15
Vivaldi: La primavera
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BRANI DI MUSICA NEW AGE , SUONI DELLA NATURA
Il temporale
Il bosco
Le onde
L’oceano
Il ruscello
Il battito cardiaco
Asian dreamer
Forest of India
BRANI PER LA DANZA
Leaving walbrook
Soun of silente
Hatan Runas
Pan Flute
Lonely shepherd
Hymne
Mohicano
Savary
Vientos del sur
African drums
Samba
Lambada
Musica latino - americana
NINNENANNE E FILASTROCCHE
Fai la ninna
Dormi, dormi
Stella stellina
Bella notte
Ci vuole un fiore
Mamma tutto
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Ninna nanna del chicco di caffè
Lettera a pinocchio
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BIBLIOGRAFIA E RIFRIMENTI SITOGRAFICI
1) Gino Soldera “La conoscenza del carattere del bambino prima della nascita”, Ed.
Accademia Nazionale di Scienze Igienistiche Naturali “G. Galilei”, 1992.
2) Kitzinger S. ”Gravidanza e parto“, Ed. Bompiani, Milano, 1988.
3) Milani Comparetti A., Seminario: “Motricità o Psicomotricità?”, Treviso,
19/02/1986.
4) Quattrocchi Montanaro S. ”Un essere umano”, Coop. Ed. Il Ventaglio, Roma, 1987.
5) Ragora A. ”L’Organo principe della nostra parte rettile “, Riza Psicosomatica n.110,
1990.
6) Barzanò C. “Il sapore del liquido amniotico è sempre buono”, Riza Psicosomatica
n.95, 1989.
7) Paola Ulrica Citterio “L’abbraccio sonoro in gravidanza – Percorso innovativo di
musicoterapica in acqua per future mamme”, Ed. Bonomi, 2007.
8) Moore Persaud, “ Lo sviluppo prenatale dell’uomo - Embriologia ad orientamento
medico”, EdiSES s.r.l. – Napoli, 1999.
9) Baker E. F. “L’uomo nella trappola”, Ed. Astrolabio, Roma, 1973.
10) R. O. Benenzon, G. Wagner, V. H. De Gainza, “La nuova musicoterapia”, Ed. Il
Minotauro, 2006.
11) Gerardo Manarolo e Massimo Borghesi, “Musica e terapia – Quaderni Italiani di
Musicoterapia” Ed. Cosmopolis, 1998.
12) Raffaella Coluzzi, “Musicoterapia in gravidanza”, Ed. Il Minotauro, 2004.
13) Piera Maghella “Organizzare e Condurre un corso di preparazione al parto” Ed.
RED.
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