Google Earth e la censura militare

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Google Earth e la censura militare
Roberto Weitnauer
29 marzo 2007
(4 pagine)
www.kalidoxa.com
Diritti riservati
- Google Earth e la censura militare -
Navigando sul globo col noto programma “Google Earth” s’incappa in un missile che
transita minaccioso sopra lo stato dello Utah. Questo, almeno, è quanto sembra. In realtà,
si tratta di un abbaglio, peraltro preso anche da alcune testate giornalistiche del settore
informatico. Il caso invita comunque a una riflessione: fin dove può e deve arrivare la
censura militare e quali informazioni strategiche o tattiche può restituire un programma
come Google Earth?
Navigando sul globo col famoso programma gratuito di visualizzazione aerea e
satellitare “Google Earth”, all’inizio del mese qualcuno si è accorto della presenza di
un’immagine davvero insolita, per non dire incredibile: un missile Tomahawk in volo sopra
lo stato dello Utah. Inserendo le coordinate [+38.226777, -112.299076] nel campo di
ricerca di Google Earth e procedendo con lo zoom, chiunque ne può individuare col
proprio pc il tipico profilo, provando sorpresa e sconcerto.
La notizia ha fatto il giro del mondo su vari forum dedicati in Internet ed è tuttora
riportata come veritiera da alcune testate. Tuttavia, osservando con attenzione, si notano
due ali scure, una doppia scia di scarico, dimensioni ragguardevoli e altri dettagli
incompatibili con l’ipotesi del missile. Quello che il satellite ha immortalato è un jet di linea.
Era dopotutto poco verosimile che la censura militare incappasse in una svista del genere,
soprattutto considerando che la zona fotografata, la società che supporta il software e il
missile sono tutti Usa.
Il caso c’invita comunque a una riflessione: fin dove può e deve arrivare la censura
militare e quali informazioni strategiche o tattiche può restituire un programma come
Google Earth? Dentro il suo colossale database d’immagini può finire di tutto, il che è
un’opportunità per i comuni curiosi, ma anche per malintenzionati e terroristi. Il software è
sulla carta vincolato da regole ben precise relative alla sicurezza nazionale dei vari paesi.
Questo spiega perché le foto d’impianti militari o di obiettivi giudicati sensibili siano talora
presentate a risoluzione inferiore o addirittura camuffate.
Naturalmente, gioca un ruolo anche la privacy. Le riprese dal cielo raggiungono oggi
definizioni notevolissime, al punto che qualcuno, tanto per fare un esempio, potrebbe
scorgere sullo schermo del pc l’auto della moglie parcheggiata davanti all’abitazione del
vecchio compagno di liceo. Lo stesso Google Earth fornisce una dimostrazione
impressionante di quanto si potrebbe ottenere in questi termini, se non fosse per il rispetto
della riservatezza. Basta andare ad esempio alle coordinate [-33.891555, +151.282311] e
ingrandire il riquadro sino a vedere bene le persone (a Sydney in Australia).
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Tutta questa potenzialità informativa, per giunta gratis, non poteva non attirare le
organizzazioni eversive. I casi segnalati non sono nemmeno pochi. Gli attentati condotti
nel settembre scorso contro alcuni impianti petroliferi dello Yemen (Marib e Hadhramout)
sono stati pianificati proprio con l’aiuto di Google Earth. A Fallujah, roccaforte irachena di
Al-Qaeda, si sono ritrovate foto di obiettivi europei ottenute con quel programma. E anche
gli Hezbollah libanesi sanno usare Internet per carpire immagini strategiche. Alcuni giorni
fa è emerso che gli attacchi dei terroristi alle basi UK di Bassora (Iraq) si sono pure
appoggiati alle informazioni del noto software. Questo solo per citare gli ultimi casi.
Sembra dunque che la censura militare non riesca a imporsi più di tanto.
In Italia un decreto pluridecennale impedisce la divulgazione d’informazioni che
possono infrangere il segreto militare. Eppure, con Google Earth si vedono benissimo
molte caserme nazionali, ma anche la base Usa di Brindisi, quella di Camp Darby o quella
di Aviano. Stesso dicasi di alcuni aeroporti o d’importanti installazioni industriali (come
l’Oto Melara). Diverse zone censurate su alcuni siti geografici (come atlanteitaliano.it) non
lo sono su Google Earth. In Francia, si delinea chiara la base navale di Tolone o quella dei
sommergibili di Brest. Tutto a portata del clic di un terrorista.
La lista delle lamentele internazionali è lunga. La recente richiesta dell’India a Google
Earth di oscurare alcuni impianti ed edifici sul proprio territorio non è che l’ultima di una
serie. Già altri paesi hanno ottenuto il provvedimento sulla scorta degli allarmi generati
dagli esperti d’intelligence. In futuro vedremo se lo sviluppo di questo nuovissimo campo
prevarrà, magari con l’integrazione di filmati, com’è nei programmi di Google Earth, oppure
se la portata del software verrà ridimensionata. È una contrapposizione tra libertà e
sicurezza.
(segue)
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Ecco l’incredibile immagine restituita da Google Earth alle coordinate di cui nel testo.
- Box Google Earth Google Earth (parente evoluto di Google Maps) nasce oltre un anno e mezzo fa in
California per opera di Sergei Brin e del genio informatico Jim Gray, recentemente persosi
nel Pacifico con la sua imbarcazione. Il software è liberamente scaricabile da Internet ed è
in pratica un client che risiede sul computer e che si affaccia a un enorme archivio di
fotografie della superficie terrestre (in condizioni di cielo non coperto) registrato su alcuni
server della grande rete.
Google Earth acquista da terzi riprese aeree e satellitari e le combina con un sistema
informativo geografico (Sig) che incorpora altimetrie, coordinate geografiche e altri dati
cartografici. In questo modo il programma consente all’utente non solo la visione
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planimetrica del globo terrestre, ma anche un’osservazione tridimensionale delle zone a
orografia accentuata. Si può basculare il quadro visivo e volare sopra il pianeta a varie
altitudini, percorrere vallate e seguire fiumi stando comodamente seduti davanti allo
schermo.
Per ragioni di sicurezza Google Earth non presenta immagini in tempo reale, ma fa
capo a fotografie declassificate dai militari; esse vengono comunque aggiornate dal
sistema nell’arco di settimane o mesi, a seconda dei casi.
Le immagini proposte arrivano spesso a una risoluzione di 15 metri per pixel, sufficienti
per vedere palazzi, strade e automobili. Talora la risoluzione è minore per questioni di
censura, ma può essere anche maggiore. I satelliti Keyhole 12 arrivano a una risoluzione
al suolo di 15 cm e forse ora ci sono sistemi ancora più precisi (le informazioni sono
riservate). La fotogrammetria dagli aerei va anche oltre. Tecnicamente è insomma quasi
possibile leggere dal cielo il titolo di un giornale lasciato su una panchina.
Per farsi un’idea della fedeltà di Google Earth sopra le Alpi svizzere si possono
confrontare due filmati nel sito http://www.dynamick.it/google-earth-simula-la-realta-sullealpi-svizzere-742.html. Uno è ripreso dalla carlinga di un caccia elvetico, l’altro è quanto
chiunque può vedere con il noto programma. Il confronto parla da sé.
Impostando la lingua di Google Earth sull’inglese, è anche possibile visualizzare il
pianeta secondo periodi storici di secoli passati.
Il campus di Google Earth si trova vicino a Palo Alto alle coordinate [+37.422324 122.084999] dove, ingrandendo col programma, si scorge una piscina con il logo di
Google.
All’indirizzo http://www.ogleearth.com si trovano notizie sui Sig con speciale riferimento
a Google Earth.
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