Sviluppo inclusivo e disabilità: una sfida da cogliere

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Sviluppo inclusivo e disabilità: una sfida da cogliere
Sviluppo inclusivo e disabilità: una sfida da cogliere
Al via la sperimentazione promossa dalla Cisl per l’inclusione dei lavoratori disabili nei contesti
aziendali
Vivere una condizione di disabilità è nel nostro paese, ancora oggi, fonte di forte disagio, specialmente
nell’ambito lavorativo.
Nonostante la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con disabilità - ratificata dal Parlamento italiano
nel 2009 - sancisca espressamente il divieto di «discriminare sulla base della disabilità con riguardo a tutte
le questioni concernenti ogni forma di occupazione, incluse le condizioni di selezione, assunzione e
impiego, mantenimento dell’impiego, avanzamento di carriera e le condizioni lavorative sicure e salubri»,
tra gli adulti con disabilità gravi il livello di disoccupazione è elevatissimo, così come il rischio di diventare o
restare poveri.
Ancora più numerosi e subdoli sono gli episodi di discriminazione durante lo svolgimento del rapporto di
lavoro. Pensiamo alle limitazioni nella progressione di carriera, correlate ad es. al fatto di utilizzare i
permessi 104 o alla difficoltà di mobilità, ai licenziamenti mascherati da motivi congiunturali o agli episodi
di mobbing o di presenza di barriere architettoniche nei luoghi di lavoro.
L’obiettivo fissato dalla Convenzione ONU di «piena ed effettiva partecipazione nella società su base di
uguaglianza con gli altri» è dunque ancora lontano dalla realizzazione, malgrado alcuni importanti passi
avanti come quelli contenuti nello Jobs Act in materia di “collocamento mirato” che aumenta gli incentivi
alle aziende che assumono a tempo indeterminato lavoratori disabili.
In questo contesto diventa fondamentale l’impegno delle organizzazioni sindacali per la promozione di
politiche attive partecipative finalizzate all’effettiva integrazione dei disabili nei luoghi di lavoro, politiche
che possano trasformarsi anche in opportunità per le aziende sempre più attente alla dimensione
reputazionale e di “responsabilità sociale” connessa alla valorizzazione delle diversità al proprio interno.
Da questa consapevolezza nasce il progetto sperimentale - sostenuto dalla Cisl in collaborazione con la
Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (FISH), la Fondazione ASPHI di Bologna e la rete
dei centri ausili Glic - per l’istituzione volontaria, nell’ambito di Gruppi o Aziende, di un Osservatorio
Tecnico Aziendale sull’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, partecipato in modo paritetico
dalle rappresentanze sindacali e che operi in stretta correlazione con un Disability Manager di fiducia
aziendale.
“In linea con il Programma d’azione biennale e le indicazioni dell’Osservatorio Nazionale sulle condizioni
delle persone con disabilità istituito presso il Ministero del lavoro”, ha dichiarato Silvia Stefanovichj,
promotrice dell’iniziativa e responsabile del settore disabilità per la CISL, “proponiamo alle Aziende di
misurarsi concretamente con l’istituzione di organismi che abbiano l’obiettivo di promuovere
l’empowerment dei lavoratori con disabilità nei luoghi di lavoro, a partire dal momento delicato
dell’inserimento sino a tutta la vita professionale, in vista del miglioramento del benessere organizzativo e
della produttività”.
L’Osservatorio tecnico aziendale sull’inclusione lavorativa agirà come organismo di garanzia ed avrà compiti
di indirizzo – anche vincolante – verso l’azione del Disability Manager e di monitoraggio, analisi ed
elaborazione della policy aziendale. Potrà essere riconosciuto all’interno di organismi esistenti o
disciplinato attraverso un accordo che ne definisca la composizione, nel rispetto della pariteticità delle
presenze e con l’eventuale coinvolgimento di figure tecniche di supporto.
Il monitoraggio della sperimentazione, in base ad indicatori condivisi, e la raccolta di buone pratiche
forniranno preziose indicazioni per l’eventuale estensione della modellizzazione a tutto il tessuto
produttivo italiano.
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"Crediamo che l'iniziativa promossa dalla Cisl, che costituisce un contributo significativo e concreto, meriti
tutto il nostro sostegno sia per l'aspetto relativo alla raccolta di buone prassi, utili per giungere alla
definizione di un modello generale, sia sotto il profilo dell'avvio degli osservatori tecnici aziendali, quali
privilegiate sedi paritetiche di confronto e ricerca di soluzioni condivise" ha affermato Sara Barberotti,
responsabile Struttura Nazionale Donne e Politiche di Parità e di Genere FIRST CISL.
Paola Vinciguerra
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