I luoghi d`arte contemporanea in Emilia

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I luoghi d`arte contemporanea in Emilia
ER MUSEI E TERRITORIO
Materiali
e ricerche
ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI
CULTURALI E NATURALI
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
I luoghi d’arte contemporanea
in Emilia-Romagna
Arti del Novecento e dopo
a cura di
Claudia Collina
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ER MUSEI E TERRITORIO
Materiali
e ricerche
ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI
CULTURALI E NATURALI
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
Crediti fotografici
C. Ferlauto, A. Scardova, Istituto Beni Artistici
Culturali e Naturali: pp. 225, 226, 227, 231, 235,
236, 237, 238, 240, 249, 251, 252, 253, 254
R. Vlahov, Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali:
pp. 239, 241, 244, 245, 246, 247, 250, 255
Courtesy Centro Studi e Archivio della
Comunicazione di Parma: pp. 229, 230
Courtesy Collezioni d’Arte e di Storia della
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna: pp. 242,
243
Courtesy Istituzione Galleria d’Arte Moderna
di Bologna: p. 228
Courtesy Musei Civici di Reggio Emilia: pp. 232,
233, 234
Courtesy Museo d’Arte della Città di Ravenna
Loggetta Lombardesca: p. 256
Courtesy Marco Pellizzola: p. 248
In copertina
Omar Galliani, Mantra per Laura, 1998, particolare,
courtesy Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
Impaginazione
Francesca Frenda
© 2004 Materiali e Ricerche
Istituto per i beni artistici culturali e naturali
della Regione Emilia-Romagna
Via Galliera 21 - 40121 Bologna
www.ibc.regione.emilia-romagna.it
© 2004 Editrice Compositori
via Stalingrado 97/2 - 40128 Bologna
tel. 051 3540111 - fax 051 327877
e-mail: [email protected]
http://www.compositori.it
ISBN 88-7794-465-X
ISTITUTO PER I BENI ARTISTICI CULTURALI E NATURALI
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
I luoghi d’arte contemporanea
in Emilia-Romagna
Arti del Novecento e dopo
a cura di
Claudia Collina
Ringraziamenti
Un primo sentito ringraziamento a tutti i miei
colleghi dell’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali
che con ogni segmento del loro lavoro, o con
informazioni, hanno facilitato e reso possibile
quest’opera, con partecipazione: Francesco Angrisano,
Anna Bacchelli, Carmela Baldino, Adriana Bellonzi,
Giuseppina Benassati, Argia Bertoni, Luisa Bitelli,
Elisabetta Bomprezzi, Rosaria Campioni, Laura
Carlini, Valeria Cicala, Enzo Colombo, Paola
Cristofori, Giusy Cucinotta, Antonio De Bonis,
Isabella Fabbri, Rossella Fanti, Costantino Ferlauto,
Vittorio Ferorelli, Luca Gamberini, Gabriella
Gallerani, Isabella Giacometti, Giuseppina Giagnorio,
Maria Pia Guermandi, Elisabetta Landi, Cristian
Mangherin, Dorotea Mattuzzi, Marco Muzzioli, Ivan
Orsini, Francesca Picchi, Orlando Piraccini, Tiziano
Ramosi, Antonella Salvi, Andrea Scardova, Ivonne
Stefanelli, Patrizia Tamassia, Giuseppina Thonet,
Cristina Trovato, Paola Vasini, Riccardo Vlahov,
Cristina Zappata, Lorenzo Zilli.
In particolare grazie a Ezio Raimondi, per i consigli
inesauribili, Alessandro Zucchini, che ha creduto in
questo lavoro, a Carlo Tovoli, che ne ha seguito ogni
passo editoriale, a Carlo Quarneti, che ha avuto cura
del suo supporto elettronico e a Lidia Bortolotti per
la sua generosa cooperazione.
Inoltre, ringrazio chi ha collaborato con attenzione,
entusiasmo e prodigalità di materiale: Stefania
Albertini, Silvia Allegri, Tiberio Artioli, Dede
Auregli, Nerina Baldi, Flaminio Balestra, Paolo
Barbaro, Francesco Barocelli, Piero Bellettini, Mario
Bernabei, Giovanni Bertozzi, Anna Rosa Bettazzoni,
Sandro Bolognesi, Giuditta Bonfiglioli, Ugo
Borlenghi, Silvana Borri, Paola Borsari, Donatella
Bracchi, Giancarlo Braghieri, Franco e Roberta
Callarota, Piero Cammarota, Graziano Campanini,
Antonella Caranese, Carla Carnerini, Claudia Casali,
Antonio Casalini, Chiara Casoni, Roberta Castellani,
Licia Castellari, Silvia Cavalchi, Piero Cipriani,
Vittoria Coen, Roberto Costi, Pirro Cuniberti,
Patrizia Cuzzani, Roberto Daolio, Susi Davoli, Beppe
De Simone, Simona Di Giovannantonio, Anna
Dionigi, Paolo Donini, Raul Duranti, Silvia
Evangelisti, Alberta Fabbri, Giuseppe Fantini,
Gianluca Farinelli, Francesca Faruolo, Laura
Ferrarini, Pier Luigi Foschi, Ario Franciosi, Luisa
Franciosi, Mara Frignani, Stefano Fugazza, Riccardo
Furini, Giovanni Gandini, Maria Vittoria Garelli,
Mirtide Gavelli, Elena Ghidini, Nives Ghizzardi,
Luciano Giuriola, Maria Rosa Gostoli, Fausto Gozzi,
Lorella Grossi, Walter Guadagnini, Mario Ledda,
Elisabetta Leonardi, Donatella Lodini, Giuseppina
Maccaluso, Vittorio Marangoni, Massimo Marchetti,
Elio e Carola Marchigiani, Graziella Martinelli
Braglia, Giuseppe Masetti, Alessandra Masina, Viller
Masoni, Fabio Matteuzzi, Cesare Melandri, Alfredo
Mezzogori, Fausto Moglia, Paola Monari, Sergio
Monari, Giorgio Mondardini, Roberto Mori,
Ombretta Musiani, Paolo Musiani, Mario Nanni,
Oriana Orsi, Massimo Ortolani, Simonetta Palandri,
Alfonso Panzetta, Manuela Parenti, Sandro
Parmiggiani, Ilaria Pedriali, Cristiana Pellacini,
Angela Pelliccioni, Marco Pellizzola, Carlo
Perucchetti, Chiara Pilati, Claudio Poppi, Massimo
Pulini, Roberta Re, Silvia Reggiani, Simona Riva,
Rita Rizzioli, Stefano Roffi, Mili Romano, Cinzia
Roncassaglia, Armando Rossetti, Manuela Rossi,
Claudio Sabatini, Manuela Saccani, Serenella
Sacchetti, Daniele Sargenti, Giuseppe Savini,
Francesco Scalzo, Davide Scarabelli, Mario Schiassi,
Barbara Secci, Lorenza Selleri, Renzo Semprini,
Sandra Sgarabotto, Emanuela Sitta, Sergio Spada,
Claudio Spadoni, Sandro Sproccati, Angela Tassinari,
Valeria Tassinari, Laura Torricella Antonella Tricoli,
Giovanni Tronchin, Carla Vaccari, Nico Ventura,
Paola Vergnani, Marcello Vianello, Consuelo
Vignarelli, Antonio Violetta, Jader Viroli, Attilio
Zammarchi, Nazareno Zanni; e Maurizio Avanzolini
per la sua totale collaborazione.
Indice
7
Presentazione
Marco Barbieri
9
Introduzione
Laura Carlini
13
Per una cronologia dell’arte contemporanea in Emilia-Romagna
Claudia Collina
Repertorio: i luoghi
33
40
52
68
93
132
149
169
187
Provincia di Piacenza
Provincia di Parma
Provincia di Reggio Emilia
Provincia di Modena
Provincia di Bologna
Provincia di Ferrara
Provincia di Ravenna
Provincia di Forlì-Cesena
Provincia di Rimini
195
Luoghi d’arte contemporanea nei teatri della Regione
Lidia Bortolotti
205
Arte e territorio: per un museo diffuso
Orlando Piraccini
223
Portfolio
Apparati
259
273
299
303
Bibliografia
Indice dei nomi del repertorio
Indice dei luoghi del repertorio
Indice dei premi, dei simposi e delle rassegne cicliche del repertorio
Presentazione
Nell’anno che festeggia il trentennale della sua nascita, l’Istituto Beni Artistici, Culturali e
Naturali della Regione Emilia-Romagna ha portato a termine una nuova ricognizione che
ha fatto affiorare, in maniera chiara e sistematica, l’articolato panorama dell’arte contemporanea diffuso nel nostro territorio.
Il volume I luoghi d’arte contemporanea in Emilia-Romagna. Arti del Novecento e dopo è
una valida guida non solo per gli operatori del settore ma anche per un pubblico più vasto
che voglia esplorare il mondo dell’arte contemporanea.
Questo censimento ragionato e commentato nasce da un’esigenza di conoscenza del sistema pubblico dell’arte contemporanea del territorio che, data la sua continua crescita, è sempre in trasformazione e si pone come ulteriore tessera di quel mosaico composito che è la
cultura dell’Emilia-Romagna.
Dall’indagine emerge, infatti, che molti sono gli spazi e le occasioni pubblici dedicati all’arte
contemporanea: 68 musei, gallerie e archivi con opere d’arte del Novecento e del presente,
43 raccolte d’arte d’istituti diversi, 96 sedi espositive, documentate con la loro attività di
mostre e rassegne, 26 tra parchi di scultura all’aperto e siti urbani arricchiti armoniosamente
con lavori artistici, 45 rassegne cicliche di cui la maggior parte sono costituite da manifestazioni a premi per acquisizione di opere di giovani artisti e incentivi alla loro creatività, 11
archivi di giovani artisti gestiti da organizzazioni istituzionali comunali e collegati al Coordinamento regionale Giovani Artisti dell’Emilia-Romagna, due Accademie di Belle Arti e
cinque saloni fieristici tra cui spiccano, per interesse scientifico e produttività economica del
sistema, Arte Fiera e il Salone del Restauro di Ferrara.
La ricerca ha permesso di delineare una mappa veramente sorprendente di potenzialità creative, culturali, turistiche ed economiche mosse dall’arte contemporanea della nostra regione che si caratterizza per numerosità d’artisti e partecipazione amministrativa, per versatile
interdisciplinarietà e fluidi rapporti tra tradizione e innovazione.
Marco Barbieri
Assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna
Introduzione
In anni recenti si è iniziato, nel nostro paese, a prestare maggior attenzione alle espressioni
artistiche contemporanee. Nuovi musei, quali MAXXI e MACRO a Roma e MART a Rovereto, per citare alcuni esempi inaugurati da fresca data, si sono affiancati alle istituzioni
esistenti nel ruolo di centri propulsivi per sviluppare l’arte del presente. Gallerie con una
storia pluridecennale, quali la GAM di Bologna, sono in fase di trasferimento in nuove sedi più ampie e idonee alla propria missione; progetti site-specific di arte pubblica in spazi urbani sono all’ordine del giorno nei programmi delle amministrazioni locali, andando ad affiancare la più consolidata tradizione di rassegne, manifestazioni, workshop, premi, che fioriscono da tempo in ogni regione.
A tanto fervore d’iniziative non aveva finora corrisposto un’attività sistematica di ricognizione di questo patrimonio che consentisse di valutarne appieno la consistenza, le caratteristiche e la qualità.
Tale azione conoscitiva, finalizzata alla costituzione di un sistema italiano dell’arte contemporanea, è parte integrante del Patto per l’arte contemporanea sottoscritto dal Ministero per
i Beni e le Attività culturali, le Regioni e le Autonomie Locali nel 2003 che si prefigge, tra
l’altro, di: conseguire un significativo sviluppo del settore in Italia, anche con riferimento
alla sua promozione internazionale; di definire altresì standard, linee guida e manuali di
buona pratica volti a garantire la qualità; di promuovere lo scambio e la condivisione di dati nonché l’elaborazione di studi, ricerche e analisi propedeutici alla soluzione di problemi
giuridici, organizzativi e gestionali tipici del sistema dell’arte contemporanea; di favorire la
creazione di reti e di altre forme di cooperazione fra i diversi soggetti attivi nel settore dell’arte contemporanea in ambito nazionale e comunitario; di incentivare la collaborazione interistituzionale; di potenziare l’immagine di un territorio che coniuga la civiltà attuale con
la tradizione culturale del passato nella continuità del sostegno alle sue espressioni artistiche; di promuovere e diffondere, anche nel settore scolastico, un’adeguata conoscenza della
ricerca dell’arte contemporanea.
La stesura della mappa dei luoghi e delle organizzazioni si configura, pertanto, quale atto preliminare all’attuazione del Patto. In tale scenario s’inquadra il censimento che l’Istituto per i Beni Culturali ha appena portato a compimento e ora pubblicato. Il repertorio dei luoghi dell’arte contemporanea in Emilia-Romagna costituisce il contributo
della nostra Regione alla conoscenza di questo settore, il punto da cui partire per costruire reti di collaborazioni sia infra che inter-regionali che rafforzino, mettendole a sistema, le produzioni locali.
10
Disegnare il ritratto della modernità artistica della nostra regione, restituendone la fisionomia e le espressioni d’identità, è l’obiettivo di questa pubblicazione. Raccogliere e sistematizzare le informazioni su musei, spazi, luoghi, organizzazioni artistiche, su tutti i soggetti che all’arte del nostro tempo dedicano le proprie energie e capacità professionali, aggiornando le informazioni sull’universo già noto e, nel contempo, scoprire realtà emergenti o semplicemente appartate, è stato l’impegnativo lavoro svolto dall’IBC per giungere a
tratteggiare il quadro di questo composito e brulicante mondo.
L’Istituto, com’è nella sua trentennale tradizione, si era prefisso, anche questa volta, di forgiare uno strumento conoscitivo con l’ambizione di essere d’ausilio a molteplici lettori:
• operatori (critici, curatori) affinché possano, se lo desiderano, elaborare nuovi progetti, instaurare inedite relazioni con altri colleghi e iniziare un percorso di collaborazione e/o di cooproduzione d’iniziative, anche per evitare duplicazioni o sovrapposizioni
nei rispettivi calendari, giovandosi di una base informativa dei soggetti e delle risorse
esistenti;
• artisti, per favorirli nell’individuare gli orientamenti concettuali, le politiche espositive
e di acquisizione dei diversi centri;
• insegnanti e studenti, per sostenerli nel pianificare attività integrative al percorso scolastico sulla base di esigenze didattiche specifiche;
• amministratori, per agevolarli nel definire indirizzi e strategie da adottare anche sulla
base del raffronto fra realtà operanti nello stesso ambito tematico e/o territoriale;
• residenti e turisti che desiderano fruire di questo patrimonio, per facilitarli nel creare
dei percorsi personalizzati, seguendo le loro intuizioni e inclinazioni.
La ricognizione ha individuato quasi 300 realtà, capillarmente diffuse in ogni provincia.
Un insieme costituito da musei, raccolte, sedi espositive per manifestazioni temporanee,
siti urbani e parchi artistici, premi e simposi ciclici, ma anche Accademie d’arte, archivi
di artisti, saloni fieristici, che ci dona l’immagine di un sistema dell’arte molto ricco,
complesso e vivo ma in qualche misura frammentario, poiché vi si coglie un’intensa vitalità propositiva, accompagnata però da un procedere individualistico che non riesce a
prestare adeguata attenzione all’operare altrui, con un effetto di polverizzazione e di isolamento delle proposte.
Il lavoro svolto per delineare questo compendio ha consentito di evidenziare alcuni fenomeni rimarchevoli: tra questi la modifica della destinazione d’uso di edifici storici (castelli,
chiese, teatri, strutture d’archeologia industriale) per trasformarli in musei ed esposizioni
d’arte attuale con un effetto sia di contrasto, sia di continuità tra i vari linguaggi. Di notevole impatto risulta pure l’estensione, sul territorio, della scultura quale elemento di trasformazione dell’habitat, sia naturale, sia urbano, con un proliferare di parchi e musei di
scultura all’aperto nati da simposi che hanno creato occasioni di scambio culturale a livello
internazionale e arricchito il “museo diffuso” della nostra regione.
I saggi che accompagnano il repertorio bene s’integrano fra loro e riflettono lo spirito con
il quale l’Istituto opera: studio e ricerca puntuale sulle fonti e sul campo per una conoscenza approfondita e accurata del territorio; consulenza e assistenza tecnico-scientifica e orga-
nizzativa nella realizzazione di attività di valorizzazione: mostre, convegni, premi, pubblicazioni; infine, attenzione all’integrazione dell’offerta culturale, alla contaminazione fertile di
generi con gli sconfinamenti, in questa occasione, dell’arte visiva nei teatri.
Apre un testo storico-artistico, propedeutico a chiarire cronologicamente i nodi cruciali delle più importanti trasformazioni artistiche avvenute nella regione, che ci propone un excursus sulle idee, tendenze, movimenti, artisti, critici, storici dell’arte che hanno segnato l’evoluzione del paesaggio artistico del Novecento in quest’area. Il saggio ben inquadra la storia
della creatività dell’Emilia-Romagna nel contesto dei rapporti nazionali e internazionali,
riuscendo a collocare con maestria i protagonisti dell’arte regionale in una prospettiva di
ampio respiro. All’elaborato introduttivo fa seguito il repertorio dei luoghi, provincia per
provincia, che sono stati descritti sia nel contenitore (ossia l’architettura), sia nel contenuto, la loro storia, la consistenza delle collezioni e l’attività.
Due testi trasversali completano efficacemente il volume: il primo che analizza il fenomeno
frequente dei teatri ad uso espositivo d’opere d’arte contemporanea e di mostre e il secondo che rende noto, in maniera estesa, l’impegno costante dell’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali in questo settore, con campagne di scavo documentario, valorizzazione e promozione dell’arte del Novecento della regione.
I materiali che costituiscono questa guida all’arte contemporanea in Emilia-Romagna confluiranno nella banca dati in linea che l’Istituto ha già predisposto al fine di dare la massima accessibilità all’informazione e garantire altresì il loro aggiornamento continuo.
L’Istituto ha, infine, avviato rapporti con altre Regioni nell’intendimento di porre i reciproci
sistemi informativi sull’arte del presente in grado di colloquiare interfacciandosi, con l’obiettivo di offrire l’accesso più esteso e l’informazione più completa possibile a tutte le categorie di fruitori, ponendo le basi per forme di collaborazione che superano i confini amministrativi.
Laura Carlini
Responsabile del Servizio Musei e Beni Culturali
Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali Regione Emilia-Romagna
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Per una cronologia dell’arte contemporanea
in Emilia-Romagna
Claudia Collina
Ridurre tutto a dilemma, indicando già qual’è la strada buona, mi pare ingiusto e assurdo; nessuno
di noi sa ancora qual è la via che prenderà l’arte del secolo, questa è la verità: e guai se non fosse così.
Vorrebbe dire che l’arte è un prevedibile prodotto di laboratorio, non una realtà vivente.
Francesco Arcangeli, 1948
Cercare una koinè che attraversi la cultura artistica, del Novecento e del presente, in questa
«eccentrica»1 e policentrica regione2 è impresa assai ardua data la rete di municipalità3 costituitesi in territorio geografico e amministrativo in seguito all’Unità d’Italia, ma alcune rare ed essenziali caratteristiche culturali possono essere ravvisate come costanti nella propensione a vivere simultaneamente istanze tradizionali, sperimentalismi e innovazioni “d’importazione” con fermezza e fervida ricettività; e già l’intelligenza zenitale di Roberto Longhi4 e la profonda sensibilità critica di Francesco Arcangeli avevano colto le dominanti che
distinguono l’arte emiliana nelle componenti naturali, espressive e popolari5 che scorrono
nel tempo senza precisa costanza, ma riaffiorano come fiumi carsici.
Sempre aggiornata alla molteplicità dei mutamenti artistici che hanno contraddistinto il XX secolo, l’Emilia-Romagna, unita e divisa (l’Emilia più reattiva alle sollecitazioni d’area lombarda e la Romagna più vicina alla Toscana), è stata ed è un territorio fertile per la ricerca culturale di artisti, storici dell’arte, critici e attività espositive, e quale
importante e attivo crocevia di esperienze provenienti da centri più all’avanguardia: da
Roma, Firenze, Milano e anche Torino per l’Italia, dall’arte americana e ora a quella
orientale6. E resta vero, come scrive Enrico Crispolti, che «le risposte più convincenti
vanno ricercate soprattutto in percorsi individuali, originalmente formulatisi a prescindere da ogni scadenziario di ‘tendenza’, e in semplici termini di autonoma convinta invenzione»7. Ogni singolo artista o gruppo, poi, crea o interpreta poetiche e movimenti
in relazione tra loro e in continuo divenire.
L’ARTE CONTEMPORANEA STORICA: DALL’INIZIO DEL NOVECENTO
ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
Il Novecento in regione si apriva con alcune personalità che interpretavano con misura il
gusto simbolista e modernista europeo: la stagione Liberty era condivisa, nel primo decennio, da Giovanni Costetti e Renato Brozzi a Reggio Emilia, e da Achille Casanova, Marcello Dudovich, Ugo Valeri, Augusto Majani e Luigi Bompard a Bologna, legati a quei “Giambardi della Sega” che si riunivano negli atelier di Palazzo Bentivoglio e che avevano dato vita ad una libera “Accademia della Lira”, in quel rinnovamento artistico che nobilitava anche
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l’artigianato e le arti decorative con l’Aemilia Ars; mentre in Romagna la Società del “Risveglio cittadino” promuoveva mostre e concorsi dove emergevano nella scultura Ercole
Drei e Domenico Rambelli, nella pittura Achille Calzi e Orazio Toschi, nell’incisione Francesco Nonni e Giuseppe Ugonia, tutti frequentatori assidui del cenacolo artistico istituito
da Domenico Baccarini a Faenza.
Intanto, nel 1906, Igino Benvenuto Supino s’insediava a Bologna, nella prima cattedra
universitaria di Storia dell’arte; e nel 1908 Adolfo De Carolis prendeva ad affrescare, con
uno stile neomichelangiolesco coniugato all’Art nouveau, la Sala dei Quattromila del Palazzo del Podestà di Bologna, mentre Leonardo Bistolfi scolpiva il monumento per Giosuè
Carducci nel nome di un classicismo tra il severo e il floreale. Ma sono anche gli anni in cui
Alfredo Protti, Giovanni Romagnoli, Garzia Fioresi e Carlo Corsi si accostavano al linguaggio della pittura francese, postimpressionista e fauve, con predilezione per una sensibilità intimista venata di sottile erotismo; come a Parma, con modi più contenuti e sentimentali, dipingeva Amedeo Bocchi.
L’avanguardia futurista, a sua volta, trovava fertile terreno tanto da affermarsi per alcuni
decenni e trasformarsi con nuove suggestioni poetiche8: in Romagna9 a Lugo, a casa Pratella prendeva così vita un cenacolo dove nel 1911 si riunivano bolognesi e romagnoli, tra cui
il futurista astrattista Arnaldo Ginna (Bruno Ginanni Corradini), Giorgio Morandi, Osvaldo Licini, Riccardo Bacchelli, Mario Broglio, Filippo de Pisis, Giannetto Malmerendi, Giacomo Vespignani, Nino Pasi e Domenico Rambelli, realizzando opere “d’insorgenza”10 futurista, esposte poi nel 1914 all’Hôtel Baglioni di Bologna alla presenza clamorosa di Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà, Luigi Russolo e del romagnolo Umberto Boccioni. Se
poi nei bolognesi si registrava, rispetto al Futurismo, un atteggiamento prudente e più “secessionista” (in direzione matissiana e cezanniana), a parte Angelo Caviglioni, e in una seconda fase Italo Cinti e Tato (Guglielmo Tato Sansoni), non era certo così per il faentino
Malmerendi o l’imolese Rezio Buscaroli, proiettati con entusiasmo verso una pittura dai volumi scomposti da un effetto dinamico che rimanipolava il genere tradizionale del ritratto;
e, a Cento, dopo una prima adesione al marinettismo, Aroldo Bonzagni trovava accenti più
consoni alla sua natura, accostandosi a soluzioni espressioniste di matrice austriaca.
Negli anni Venti, il secondo Futurismo e l’aeropittura si modulavano con nuove sollecitazioni poetiche, maturate contemporaneamente, come la Metafisica, il Surrealismo e l’oggettualità dada, mentre agli artisti che continuavano a lavorare ormeggiati all’istanza futurista, oltre ai già citati Caviglioni, Cinti e Tato, si aggiungevano Mario Molinari, Gino Pedron e Cino Cantimori, a Parma Pietro Illari, a Piacenza Bot (Osvaldo Barbieri), a Ferrara
Giovanni Korompay11 e in Romagna, Mario Guido Dal Monte; la ricerca artistica di quest’ultimo sfociava più tardi in esiti astrattisti, così com’esistono anche attualmente, in regione, autori che riprendono un dinamismo neofuturista, strutturato su radici graffitiste per
Wal a Reggio Emilia, o fumettistiche per Stefano Babini a Lugo, fondatore nel 1971 del
“Gruppo Futurista Lughese”.
Vero è che l’analisi della geografia artistica12 di un territorio – città, regione, nazione ecc.
– porta a riconoscere fenomeni di migrazione di artisti, idee e stili, a breve o lungo periodo, che fanno emergere una rete di relazioni umane, sociali e intellettuali e formano la trama del tessuto culturale e antropologico di un paese; e se sino ad ora il quadro delle situazioni indagate in Emilia-Romagna ha visto personalità dialoganti e sostanzialmente stanziali, da questo momento in poi diventa necessario valutare i flussi migratori e la loro incidenza
nella cultura artistica regionale, con la progressiva accelerazione di processi, scambi e attività espositive determinatasi dal secondo dopoguerra al presente; così saranno da valutare,
volta per volta se incisive, presenze e assenze, arrivi e partenze.
Nel 1915, in pieno svolgimento della Grande Guerra, giungevano a Ferrara, da Parigi,
Giorgio de Chirico e il fratello Alberto Savinio, ai quali si aggregava Carlo Carrà, assegnato
al medesimo 27° Reggimento Fanteria. Giorgio de Chirico era l’artefice di un «art intérieur
et cérébral» (Apollinaire) portatrice d’istanze culturali europee quanto mai originali, come la
traslitterazione visiva dell’inconscio freudiano, che sfocieranno nel programma inventivo della Metafisica. E la rappresentazione artistica di figure e oggetti in sospensione astorica e atemporale, quasi rebus del pensiero esistenziale, attraeva il ferrarese Filippo de Pisis, come da Bologna il giovane Giorgio Morandi: era un incontro di talenti primari che, portando alla massima estensione creativa teoria e prassi del movimento, esaltarono anche l’ispirazione per
nuove esperienze sia nel Surrealismo, sia nel secondo Futurismo13. La Metafisica ebbe una
stagione breve e intensa, nel febbrile incontrarsi a Villa Seminario, chiudendosi con la fine
della guerra, ma lasciando un’impronta decisiva in ognuno dei protagonisti in congedo da
Ferrara, e dando luogo a un epilogo di dibattito intellettuale sulla rivista “Valori Plastici” diretta dal piacentino d’origine, ma romano d’adozione, Mario Broglio, che organizzava anche
alcune mostre mirate alla coesione del gruppo metafisico, Morandi, de Chirico, Carrà, con
il complemento di Arturo Martini, Riccardo Francalancia e Roberto Melli.
Come si sa, gli anni Venti si aprivano sulla nuova stagione post bellica con l’esigenza di
un “ritorno all’ordine” e ai valori tradizionali del classico, a cui Morandi rispondeva con silenzioso travaglio sino a elaborare un nuovo, autonomo linguaggio in una lucida e quasi
stoica atmosfera di sospensione, cifra costante nel suo corpus di opere; e de Pisis poi accendeva la sua pittura con influenze stilistiche francesi, con intense meditazioni di matrice tardo impressionista.
Insieme agli sviluppi stilistici classicisti e monumentali di Novecento, non esenti da sottili arcaismi picassiani e riprese metafisiche, gli artisti emiliano-romagnoli che rispondevano con vari stimoli e modi al movimento promosso da Margherita Sarfatti a Milano, e sostenuto personalmente da Mussolini, erano Alberto Salietti, Giovanni Costetti, Esodo Pratelli e Antonio Maria Nardi, con un inserimento nella corrente inquieto e intriso di naturalismo; mentre Mario Pozzati e Sepo (Severo Pozzati) proponevano un lessico formale dal
plasticismo e dalla spazialità neogiottesca, nel solco delle figurazioni neoprimitive di Carlo
Carrà, con il precedente del Picasso precubista e cubista, e in consonanza con la prospettiva critica elaborata da Lionello Venturi nel Gusto dei primitivi, nel 1925.
Intorno al 1930, un altro côté d’artisti educati a una rappresentazione diretta della realtà
e legata ai temi della quotidianità naturale s’imponeva a Bologna e negli altri centri della regione: erano Nino Bertocchi, Lea Colliva, Nino Corazza, Guglielmo Pizzirani, Garzia Fioresi, Ubaldo Magnavacca, Anacleto Margotti. E i primi quattro, unitamente a Domenico
Rambelli e Giovanni Poggeschi, davano anche vita a una rivista, “L’orto”, testimone critico
e letterario degli sviluppi, o stasi, dell’arte locale.
Intanto il 1934 vedeva l’inizio delle mostre interprovinciali del sindacato degli artisti emiliano-romagnoli, cui parteciparono, sino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, con un’arte ancora figurativa, ma già ricca d’inquietudini e tensioni, Pompilio
Mandelli, Ilario Rossi, Aldo Borgonzoni, Luciano Miguzzi e Giovanni Ciangottini; nello stesso anno lo storico e critico d’arte Roberto Longhi s’insediava a Bologna nella cat-
15
16
tedra universitaria di Storia dell’arte, che da Supino era passata a Giuseppe Lipparini, e
il suo arrivo risultava determinante per la cultura artistica della città e per la definitiva
affermazione di Giorgio Morandi14.
«Chi legga la pittura contemporanea secondo la partecipazione al tempo, ed anche secondo lo
stesso attivo contrassegno del tempo in alcuni suoi caratteri specifici[…] non potrà forse fare
che un nome rappresentativo, e quasi riassuntivo: Picasso. […] Ma chi legga la pittura contemporanea secondo poesia, secondo assolutezza e perennità di poesia, dovrà, io credo, pronunciare altri nomi, e prima di tutto un nome: Morandi»15. Così Carlo Ludovico Ragghianti
iniziava la sua esegesi dell’artista bolognese, profondamente integrato alla sua terra e ai suoi intellettuali, da Giuseppe Raimondi a Riccardo Bacchelli, e sottolineava come il pittore fosse
l’emblema di una storia dell’arte costruita attraverso la lezione dei grandi maestri, pur non ignorando, all’interno della sua ricerca sui temi della natura morta tra bottiglie, fiori e paesaggi, tutte le evoluzioni dell’arte contemporanea, dalla Metafisica al Cubismo, dal “ritorno all’ordine”
all’Astrattismo e all’Informale, traendo ispirazione dalla pittura medievale e moderna più geometrica e silente (Giotto, Masaccio, Paolo Uccello, Chardin e Cézanne), rivissuta in uno stile
intimo e personale nell’organizzazione della forma entro lo spazio, nella concentrazione dei colori, nella resa luministica e nella misura emotiva della contemplazione.
Nel 1935 Bruno Saetti riproponeva in chiave figurativa e monumentale la tecnica dell’affresco e ne faceva la sua cifra personale, evoluta poi, nei decenni successivi, nella resa di
espressioni semifigurative postinformali, come nel memorabile ciclo dei Soli; contemporaneamente Virgilio Guidi arrivava all’Accademia di Belle Arti di Bologna e Osvaldo Licini
sperimentava astrazioni geometriche e romantiche, similarmente al parmense Atanasio Soldati, condotte sulla linea di un Klee e di un misurato Surrealismo.
Così, nell’ultimo scorcio degli anni Trenta, giungeva al suo culmine e insieme repentino
tramonto l’arte di Novecento, che conosceva con gli affreschi di Achille Funi a Ferrara uno
dei vertici di rivisitazione dell’espressionismo quattrocentesco locale trascritto dalla poetica
del regime; e totalmente agli antipodi dai significati del panorama artistico disegnato da Roberto Longhi nella sua geniale Officina ferrarese.
ARTE CONTEMPORANEA ATTUALE: DALLA SECONDA GUERRA MONDIALE
AL PRESENTE
Durante gli anni della Seconda Guerra crescevano e si affermavano, intersecandosi tra l’America e l’Europa, nuove istanze che rilanciavano definitivamente esperienze poetiche come
il Surrealismo e l’Astrattismo geometrico e concreto; nonché l’esplosiva novità dell’Espressionismo astratto americano, con l’Action Painting di Jackson Pollock, e le sua propaggini
evolutive nell’Informale europeo.
In quel periodo, la situazione artistica della regione emiliano-romagnola, più che mai
aperta e ricettiva alle novità, vedeva a Modena Nereo Annovi, a Ferrara Nemesio Orsatti e
a Reggio Emilia Marino Mazzacurati, Gino Gandini e Anton Ruggero Giorgi proseguire in
una figurazione antimonumentale fedele al soggetto, alla rappresentazione espressivamente
naturalistica della realtà, mentre a Parma, Piacenza, Reggio Emilia e Bologna venivano metabolizzati attivamente i fermenti artistici extranazionali, con un’attenzione soprattutto al
Neorealismo postbellico e antifascista di matrice milanese. Artisti come Bruno Cassinari,
Carlo Mattioli, Pompilio Mandelli, Giovanni Ciangottini, sono i primi a cogliere le novità,
stimolati nel dibattito da critici ed intellettuali quali Francesco Arcangeli e Enzo Biagi, fondatore a Bologna nel 1945 della rivista “Cronache”, cui seguiva subito l’apertura dell’omonima galleria diretta da Ciangottini, un luogo dove diventava possibile l’aggiornamento figurativo attraverso incontri e mostre con la crescita di una poetica esistenzialista, espressa
dal ritorno al soggetto umano e alla sua essenza (in simultaneità con l’arte di Alberto Giacometti16), come accadeva nel lavoro appassionato di Mandelli e Aldo Borgonzoni; mentre
Cassinari, attratto da poetiche astrattiste cresciute a Milano in seno a “Corrente”, abbandonava Piacenza per sviluppare, in parallelo con Ennio Morlotti, un Astrattismo naturalistico neoromantico17, così come Carlo Mattioli, stanziale tra Modena e Parma, intraprendeva un percorso artistico per certi versi analogo a quello di Morandi18 (ut pictura poesis)
nello sviluppo di una pittura esistenziale e sospesa, a partire dal dato di natura, umana e paesistica, sino a una sintesi formale e atmosferica d’evocato mistero. In parallelo, a Torino, Lionello Venturi19 sosteneva con vigore la poetica astrattista, inglobando Moreni e Morlotti nel
suo “gruppo degli 8”, scrivendo su Enrico Prampolini, Enzo Brunori, Bruno Cassinari, Atanasio Soldati, e promuovendo l’avanguardia astrattista quale “sintesi” delle arti, sottoscritta,
in seguito, anche da Remo Gaibazzi e Marco Gerra.
La complessità delle trasformazioni artistiche a metà degli anni Quaranta in Italia, il cui
indicatore rimane la mostra nazionale Alleanza della cultura tenutasi a Bologna nel 194820,
appare mirabilmente sintetizzata nella relazione conclusiva di Francesco Arcangeli, Astrattismo e realismo: «In sostanza, un’ala del manipolo si è svolta ad esasperare la sintesi neocubista e neofauvistica, genericamente picassiana, del movimento verso una esasperata ricerca
formale che è sfociata in un astrattismo più o meno assoluto (per esempio Turcato); l’altra
ala (per esempio Guttuso) ha ritenuto e ritiene che i mattoni procurati durante la fase neorealistica siano già pronti per costruire l’edificio di un realismo sociale. Ma intanto il dilemma è interno soltanto a uno stretto manipolo di giovani, non a tutti i giovani; e mi pare poi che, anche per quei pochi, sian venuti a imbrogliare le acque fatti che non c’entrano
con la loro sincera ed umana meditazione; sollecitazioni politiche e forse persino fatti di moda (per esempio, la prolungata esposizione della collezione Guggenheim, alla Biennale di
Venezia). Comunque, nella quarantina di artisti qui presenti ripeto che la realtà è ben più
complessa di quanto la si voglia proporre schematicamente. C’è chi studia d’innestarsi, rinnovandole, entro le forme e le ricerche della nostra generazione del Novecento, ritenendole a giusta ragione tutt’altro che formalistiche (e qui potrei citare soprattutto bolognesi come Mandelli, Rossi, Ciangottini; o il veneziano Breddo; o, in un certo senso, scultori come
Minguzzi o Greco, o Cappello); c’è chi accetta ancora i termini del neorealismo come intenso studio di enunciazione e di ricomposizione del mondo (Santomaso o il giovane Romiti, Fazzini o Leoncillo); c’è chi tenta di rinnovare, per le strutture neorealistiche, il valore ambiguo e feticcio che hanno in Picasso (Barnabè o Gaspari); c’è chi le carica ancora d’una passione intima o urlante o sensuale, di timbro neoromantico (e questo accade soprattutto a Milano, in Cassinari e in Francese, in Morlotti e in Birolli, in Chighine e in Tavernari); altri hanno derivato verso l’astrattismo puro (Corpora e Turcato); c’è invece chi riversa
in un astrattismo apparente un disperato amore al soggetto (Corsi) o si affatica e si agita entro le forme astratte con oscuri presentimenti di problemi forse a venire (Vedova e Pizzinato); c’è chi si serve di tali forme per un raffinato gioco formale e sentimentale (Afro e
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Mirko); c’è chi tenta di inalveare in esse significati surrealistici (Cagli e Peverelli); c’è chi si
risolve in una forma personale di postimpressionismo (Martina); c’è infine chi, forse troppo preoccupato di uscire dalla crisi, volge gli schemi neorealistici a un significato narrativo,
apertamente sociale (Guttuso, Treccani e in un certo senso anche Borgonzoni). Naturalmente in così rapida scorsa non voglio distinguere qualità, ma individuare degli atteggiamenti; e, ripeto, mi pare siano molto vari»21. Il critico bolognese individuava, di lì a poco,
un gruppo “padano” di artisti lombardo-emiliani che, in maniera del tutto indipendente,
sganciandosi dall’ethos collaudato della mimesi, sviluppava le proprie ricerche artistiche «frenati e animati da un rapporto: la natura»22. Così, nel 1954 Arcangeli scorgeva ne «gli ultimi naturalisti» gli autori capaci di un confronto viscerale ed espressivo con la vita, rinnovato esistenzialmente nel rapporto tra uomo e natura e nel suo linguaggio dall’arte informale,
«componente ineliminabile della ricerca contemporanea»23; Ennio Morlotti, Sergio Vacchi,
Sergio Romiti, Leone Pancaldi, Bruno Pulga, Giuseppe Ferrari, Mattia Moreni, inauguravano originalmente, nel territorio emiliano, la stagione dell’art autre; e alcuni di loro venivano presentati lo stesso anno dal critico alla mostra Dieci artisti bolognesi presso la galleria
La Bussola di Torino. Queste esperienze d’avanguardia critica e artistica, durante lo spazio
folgorante di un triennio, lasciavano un forte segno anche in Mario Nanni, Pirro Cuniberti, Andrea Raccagni, Germano Sartelli, Quinto Ghermandi, Luciano de Vita, Vittorio Mascalchi, Concetto Pozzati, Vasco Bendini, nella più isolata e romantica Lidia Puglioli, nel
più lontano Bruno Zoni, in discreto equilibrio con la figurazione, e nelle materiche tensioni esistenziali del cesenate Osvaldo Piraccini.
Nella regione, alla fine del quinto decennio, si dispiegava una situazione artistica profondamente diversa, con motivazioni fortemente naturalistiche ed espressioniste: prendeva a emergere, tra Reggio Emilia e Mantova, l’arte naïf: un’arte figurativa, chiamata a comunicare direttamente in maniera semplice, ingenua, infantile e spontanea, le emozioni e la vita di un mondo
contadino che era stato, sino a quel momento, il braccio dell’economia dell’Emilia-Romagna;
ma, contestualmente, il diverso espressionismo neorealista della scuola romana di Mario Mafai
e Scipione veniva assunto e introdotto nel reggiano da Cesare Zavattini e Marino Mazzacurati.
Erano atteggiamenti artistici ineguali, ma nella loro vitalità espressionistica miravano comunque a una realtà, in cui prevaleva il difetto, il difforme che sfiora l’informe, perché la drammatica realtà postbellica aveva infranto ogni bellezza ideale e chiedeva ora una resa visiva franca e
brutale. Cesare Zavattini, a sostegno del Neorealismo artistico e cinematografico, e sin dal 1948
nella giuria del Premio Suzzara, si batteva personalmente per la nascita del Museo Nazionale
delle Arti Naïves, che vedeva la luce a Luzzara nel 1965 e da subito prendeva slancio attraverso
l’annuale attività d’esposizioni e premi per questa poetica, rifacendosi alle invenzioni simboliste
e anti impressioniste di Gauguin, Van Gogh e Rousseau il Doganiere e trovando in Emilia interpreti d’eccezione come Antonio Ligabue, Pietro Ghizzardi, Bruno Rovesti, ai quali si aggiungeva, più di recente, Gino Covili.
Nel frattempo, anche se più lentamente, la Romagna conosceva un risveglio artistico sollecitato anche dall’impulso mecenatizio di Giuseppe Verzocchi, che dal 1949 dava inizio ad
un’importante collezione di dipinti dedicati al tema del lavoro, commissionati ai maggiori
artisti italiani: ne erano partecipi settantadue artisti, figurativi, informali e astrattisti geometrici, a cimentarsi sullo stesso argomento e nello stesso formato della tela; e tra i più significativi della collezione, presentata a Venezia nel 1950, spiccavano Bruno Cassinari,
Giorgio de Chirico, Filippo de Pisis, Achille Funi, Virgilio Guidi, Enrico Prampolini, Bru-
no Saetti e Alberto Salietti. Ma un’altra occasione di crescita culturale veniva offerta dall’istituzione del Premio Campigna, a Santa Sofia di Romagna, nel momento di massima fortuna, in regione, dei premi acquisto promossi dalle Amministrazioni comunali al fine di
creare un patrimonio pubblico d’arte contemporanea libera e opposta alla passata ideologia
di regime. Il Campigna, nato nel 1955 per volontà municipale, con le idee e l’inesauribile
impegno di Vero Stoppioni, è tuttora valido e produttivo, anche perché dopo le prime edizioni più locali e di carattere estemporaneo, dal 1966 si consolidava qualitativamente con
l’arrivo di personalità eminenti del mondo dell’arte, su invito di Stoppioni, quale Luigi Carluccio, Giuseppe Raimondi e Francesco Arcangeli; e fu proprio quest’ultimo ad aprire Santa Sofia alle esplorazioni artistiche più vive del territorio, come l’Informale ultimo naturalismo, l’Astrattismo concreto e la Pop Art. D’altro canto, dal 1967, il concorso diventava più
selettivo e l’organizzazione puntava sulla chiamata diretta di artisti e critici affermati come
Enrico Crispolti, Marco Valsecchi, Mario De Micheli, Andrea Emiliani, Mattia Moreni,
Ennio Morlotti, Concetto Pozzati, Lucio Saffaro, Giannetto Fieschi, Umberto Mariani,
Giovanni Korompay e Sergio Vacchi. Dal 1975 hanno fatto parte della giuria, essendo insieme curatori della mostra annuale, anche Claudio Spadoni, Adriano Baccilieri, Pier Giovanni Castagnoli, che introducevano figure come Franco Francese, Fabrizio Plessi e Roberto Ruggeri. Gli anni Ottanta, contrassegnati dalla cultura postmoderna, vedevano poi Renato Barilli proporre le ultime ricerche figurative dei Nuovi-Nuovi, che affiancavano gli artisti della generazione precedente: e il Premio Campigna veniva così strutturato da Barilli,
Spadoni e Enzo Di Martino in un programma triennale di tre rassegne tematiche legate ai
generi artistici tradizionali, reinterpretati nella luce della contemporaneità: l’auto/ritratto, il
paesaggio e la natura morta con la presenza di Mattia Moreni, Enzo Brunori, Piero Guccione, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, Bruno Benuzzi, Vittorio D’Augusta e Piero Manai.
Nel 1985 si avviava un nuovo progetto tematico, dal titolo Tempo e identità a cura di Spadoni, Baccilieri e Crispolti; e nello stesso anno Mattia Moreni, dal 1970 profondamente legato al luogo tanto da diventarne residente e assiduamente attivo in riferimento al Premio,
donava a Santa Sofia la summa della sua ricerca artistica, La mistura, una scultura polimaterica, metafora della totale regressione dell’essere umano e della sua decadenza. Intanto, dal
2002, la guida del premio e la direzione artistica della Galleria sono di Adriano Baccilieri,
con una doppia linea di programma triennale, nel cui ambito ha organizzato la mostra dedicata ai giovani artisti Ouverture Under 30 e gli omaggi retrospettivi a personalità significative del Novecento territoriale, come quello dedicato a Virgilio Guidi.
Conviene ora fare un passo indietro: a metà degli anni Cinquanta, a Bologna, si affermavano altre figure come Umberto Mastroianni e Quinto Ghermandi per la scultura; e Luciano Anceschi e Renato Barilli disegnavano un’ermeneutica estetica complementare all’interpretazione
storico-artistica, esercitata, invece, da Andrea Emiliani, Pier Giovanni Castagnoli, Flavio Caroli, Silvia Evangelisti, Marilena Pasquali, Claudio Cerritelli e Dario Trento a Bologna, e per breve tempo anche da Stefano Susinno; e così, allo stesso modo a Parma s’imponevano con altrettanta energia Arturo Carlo Quintavalle, Roberto Tassi e Gloria Bianchino, a Ravenna Claudio
Spadoni e a Rimini Pier Giorgio Pasini. Dagli insegnamenti di Barilli, con la coniugazione della fenomenologia dell’arte e delle riflessioni d’evoluzione tecnologica di Marshall Mc Luhan, è
nato un gruppo di critici, che hanno interpretato con felici intuizioni l’arte del secondo dopoguerra, come Paola Sega Serrazanetti, Dede Auregli, Francesca Alinovi, Roberto Pasini, Roberto Daolio, Fabio Cavallucci, Guido Molinari e Vittoria Coen.
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Vero è che la complessità di atteggiamenti indicati da Arcangeli e le indagini tra ritorni
e slanci d’avanguardia convivono con le sperimentazioni tecniche e interdisciplinari che si
sovrappongono, contaminandosi o differenziandosi con una velocità pari al progresso crescente dell’elettronica24: mentre all’inizio degli anni Sessanta si concludeva la prima grande
stagione Informale25 con la necessità degli artisti di confrontarsi nuovamente con la figura,
in una funzione squisitamente esistenziale, senza dimenticare la ricerca precedente e l’esempio radicale di Francis Bacon in Inghilterra, ecco una Nuova Figurazione, cui aderiscono con modalità del tutto personali artisti attivi, ancora, tra Bologna e Milano, come Mario Nanni, Valerio Adami, Vasco Bendini, Concetto Pozzati, Bepi Romagnoni, Emilio Scannavino, Piero Ruggeri, Gianni Dova, Cesare Peverelli e Sergio Vacchi, riuniti in un’esposizione a Roma dal titolo Possibilità di relazione, in cui era evidente il ritorno a una narratività e a un confronto con l’oggetto, che erano stati esclusi dall’Espressionismo astratto. Tale fronda dava ulteriormente conto della nuova esperienza visuale nella mostra Nuove prospettive della pittura italiana, tenutasi a Bologna nel 1962 a Palazzo Re Enzo, e nella quale
si comprendeva un’incidenza assai più ampia a livello nazionale della nuova corrente artistica figurativa.
Contemporaneamente, sul territorio italiano, si procedeva a una rivisitazione del Surrealismo storico e della Metafisica, all’esplosione dell’arte informale e concettuale di Alberto Burri, allo Spazialismo di Lucio Fontana e all’oggettualità estetizzante di Giulio Paolini,
che sanciscono un azzeramento dell’arte sinora praticata attraverso gli scardinanti effetti delle filosofie concettuali cui si aggiungono le componenti comportamentali (un nome per tutti Piero Manzoni), avviatisi su una non troppo occulta matrice duchampiana, dada e futurista; e se da un lato si assisteva all’effettiva realizzazione delle teorie percettive di Gillo Dorfles – che teorizzava la dissoluzione dell’articolazione disciplinare delle arti, raggruppandole nell’unica branca delle “arti visuali” dove pittura, scultura, architettura e disegno industriale sono in costante, osmotica, interattiva relazione e divenire, quali forme di comunicazione della contemporaneità – che portavano Arturo Carlo Quintavalle alla fondazione
del Centro Studi e Archivio della Comunicazione (CSAC) a Parma alla fine del decennio,
dall’altro lato si compiva la ricezione delle istanze Pop provenienti dall’Inghilterra e dagli
Stati Uniti, raccolte subito, quest’ultime, in territorio lombardo-emiliano da Valerio Adami, Emilio Tadini e Concetto Pozzati.
Questa convivenza plurima di arte Pop, cambiamenti cinevisuali e persistenze neorealiste era esplicitata nella mostra Il presente contestato, che si teneva nel 1965 a Bologna, mentre contestualmente, nell’ateneo felsineo, Luciano Anceschi dava vita alla rivista “Il Verri”,
dedicando ampio spazio al dibattito estetico e critico dell’attualità con la pubblicazione di
numeri monografici come quello sull’Arte programmata (1966) che, invece, in regione non
aveva fecondo terreno di crescita con personalità artistiche, e lo stesso destino aveva l’Astrattismo geometrico, tranne rari esempi come Lucio Saffaro. Si ribadiva, quindi, una koinè
artistica più velatamente legata al dato di natura, alle cose, alla figura; una latente solidità
padana che filtrava, comunque. Non solo, però.
Le prime espressioni concrete della rottura dei codici artistici pregressi in situazioni d’avanguardia avvenivano, anche in Emilia, con l’inizio della poesia visiva. Nel 1958 Umberto Eco aveva teorizzato Il problema dell’opera aperta26, la cui «indefinitezza» incorporava nell’opera stessa la fruizione da parte del pubblico e la cui «apertura» si trovava a essere in perfetta sintonia con l’evoluzione «della logica e delle scienze», la cui pluralità unitamente a
quella «delle spiegazioni geometriche, la relatività delle misure spazio temporali, la stessa ricerca psico-fenomenologica delle ambiguità percettive come momento positivo della conoscenza, tutti questi fenomeni fanno da sfondo chiarificatore al desiderio di ‘opere a più esiti’ che sostituiscono, anche nel campo della comunicazione artistica, la tendenza all’univocità con quella tendenza alla possibilità che è tipica della cultura contemporanea»27; nonché
approfondiva lo spostamento del codice semantico dell’opera d’arte contemporanea che da
esterno e patente al fruitore diveniva, nelle nuove ricerche visuali d’avanguardia, un codice
“individuale” e “contenuto” nell’opera, ora totalmente autonoma28; e con la possibilità di essere letta da chi è a conoscenza dei nuovi criptici significati e messaggi concettuali dell’arte
espressi con nuove forme e tecniche.
Queste “possibilità”, sperimentate dall’arte degli ultimi quarant’anni in tutte le modalità
semantiche e sintattiche sinora ideate dagli anni Sessanta al presente, che riconoscono a Eco
una chiaroveggenza veramente esplicativa della ricerca contemporanea, videro con la poesia
concreta e visiva le peculiarità d’apertura interdisciplinare attraverso l’osmosi creativa tra arte e letteratura; Umberto Eco era uno dei fondatori del gruppo letterario d’avanguardia
“Gruppo 63”, costituitosi a Palermo proprio nel 1963 e via via ospitato, nei suoi simposi,
da varie municipalità, tra cui più volte Reggio Emilia. Composto da poeti, critici e intellettuali di tutt’Italia vedeva, nella sua connessione, molti emiliano-romagnoli, tra cui Nanni
Balestrini, Lamberto Pignotti, Luciano Anceschi, Adriano Spatola, Renato Barilli, Angelo
Guglielmi, Gianni Celati e Giorgio Celli; ed è in questo contesto che sono nate le opere di
poesia concreta29 di Nanni Balestrini, Lamberto Pignotti, Adriano Spatola, Claudio Parmiggiani, William Xerra che, derivando il discorso dalla matrice ideologica e pragmatica
delle avanguardie futuriste e dada, apriva a nuovi esperimenti anche comportamentali sviluppati da Fluxus; e alle diverse sfumature della poesia visiva espresse prima dal “Gruppo
70”, nato da una costola dello smembrato “Gruppo 63” e di cui facevano parte Nanni Balestrini e Lamberto Pignotti, e in seguito da vari altri artisti del territorio come Nanni Menetti; nonché dal confluire delle istanze della Narrative Art su altri supporti pseudo cartacei, ma tecnologicamente avanzati come il fax e la mail, di cui davano conto Flavio Caroli,
Luciano Caramel e Maurizio Fagiolo Dall’Arco nel 1978, a Modigliana, nella mostra Parola e l’anno seguente, a Ravenna, in Ut pictura poesis, dove erano esposti lavori di Maurizio
Osti e William Xerra. In seguito, nella città adriatica, Lamberto Pignotti curava Multigrafie, con opere ancora di Osti, Pignotti e Franco Vaccari; più avanti, con sconfinamenti nella mail art di Omar Galliani e Xerra nella mostra C.D.O. – Parma mail art.
Contemporaneamente all’avvio delle nuove avanguardie, venivano organizzate a Bologna,
dalla Sezione regionale della Federazione Nazionale Artisti Pittori e Scultori, mostre annuali
assai aggiornate, che promuovevano l’Arte contemporanea in Emilia e Romagna30, presentando un vasto spaccato delle varie tendenze del momento sul territorio: «una mostra che vuole essere cioè momento autonomo di rispecchiamento dialettico dei diversi indirizzi di ricerca, nessuno di essi escluso, non potendosi legittimamente privilegiarne, a priori, alcuno, oggi in un contesto storico come l’attuale di grandi innovazioni e trasformazioni scientifiche e
tecniche e sociali, nel quale tutta la problematica afferente all’arte di conseguenza viene riproposta in termini nuovi, riesaminata ab imis, non solo in sede di pratica realizzazione dell’opera d’arte ma in sede critico-estetica, in sede scientifico-speculativa»31. Le mostre, organizzate di volta in volta da artisti come Aldo Borgonzoni, Giovanni Korompay, Mario Nanni, Paolo Pasotto, Sergio Romiti, Ilario Rossi e Tulllio Vietri, riassumevano l’ampio raggio
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delle ricerche in atto in regione ed erano abbinate a un bando di concorso di premi-acquisto
offerto da varie Amministrazioni, comunale, provinciali, dall’Associazione Industriali e dalla
Camera di Commercio, le cui opere vincitrici venivano selezionate dai migliori storici-critici del momento come Francesco Arcangeli e Andrea Emiliani. Tra gli artisti che vi hanno partecipato sono da ricordare le suggestioni pop di Nevio Bedeschi, Alvise Besutti, Roberto Roberti; la Nuova Figurazione di Sergio Vacchi, Tullio Vietri, Claudio Spattini, Antonio Saliola, e Mattia Moreni (che aggiungeva il poetico titolo quale elemento fondante dell’opera, in
tangenza con la poesia visiva adottata contestualmente anche da Pirro Cuniberti); il Pop tecnologico di Carlo Gaiani; le persistenze informali di Giuseppe Ferrari, Quinto Ghermandi;
lo Spazialismo di Andrea Franchi e Giuseppe Prati; il Nuclearismo di Dino Zuffi; l’Astrattismo geometrico di Lucio Saffaro e Paola de Laurentiis; l’Astrattismo concreto di Roberto Tirelli e il Concettuale comportamentale di Vanni Viviani.
La fine degli anni Sessanta codificava un denominatore comune alla maggior parte
dell’arte nel rifiuto dell’oggetto artistico: nel 1967 si assiste alla vera crisi dell’arte sinora intesa e allo straripamento dell’opera nell’ambiente, sempre con varietà di caratteristiche e “atteggiamenti” che oscillavano fluidamente tra le istanze dei due opposti della
Minimal Art e della Funk Art32 filtrate dagli Stati Uniti, dall’Inghilterra, dall’Olanda e
dalla Francia e che erano rielaborate in Italia, con assoluta originalità, nell’ambito dell’Arte Povera, nata tra il 1967 e il 1969 a Torino, e teorizzata da Germano Celant33 come un’arte «impegnata con l’evento mentale e comportamentistico, con la contingenza,
con l’astorico, con la concezione antropologica» contrapposta a un’arte «ricca»34 nelle sue
stratificazioni di rimandi e riferimenti a contesti più ampi quali la tecnologia e i modelli creati dalla storia dell’arte di tutti i tempi; un nuovo tentativo di azzeramento, quindi, per un’arte dalle radicali ambizioni di nuove sperimentazioni esistenziali attraverso
l’utilizzo di materiali tecnici d’uso comune, di scarto o naturali, talvolta abbinati a supporti più tradizionali e a misteriose evocazioni magiche.
Gli artisti che hanno raccolto la novità concettuale e oggettuale in Emilia-Romagna sono stati diversi, ma solo uno si è trovato coinvolto, quale protagonista, di tali ricerche operate in quegli anni: a Reggio Emilia Claudio Parmiggiani, con il lirismo che contraddistingue ogni sua fase poetica, esprimeva la sua raffinata oggettualità con una geometria costruttiva, d’origine minimalista, analogamente ravvisabile nei lavori di Giovanni Anselmo,
Mario Merz e Gilberto Zorio.
All’inizio degli anni Settanta si registrava ovunque una diffusa intensificazione dell’attività espositiva, che legittimava l’incisività e la validità dei nuovi percorsi artistici e critici,
sollecitati e trasformati da ampi dibattiti teorici e da scambi culturali nazionali e internazionali, vivificati attraverso frequentate mostre, organizzate sia da gallerie private35, sia da
spazi pubblici; tale situazione portava alla sentita necessità, da parte delle Amministrazioni,
di creare sedi deputate all’arte contemporanea con l’apertura di nuovi spazi, quali luoghi di
comunicazione visiva d’istanze culturali non esenti da significative valenze sociali e politiche: nel 1970 apriva la Galleria d’Arte Moderna di Cesena, nel 1972 il Centro Video Arte
a Ferrara, la Pinacoteca di Ravenna alla Loggetta Lombardesca e il Museo Cervi a Gattatico, nel 1973 il Museo del Deportato a Carpi, il Museo Alternativo Remo Brindisi a Spina
e aveva inizio la Raccolta d’Arte Moderna della Regione Emilia-Romagna, nel 1974 inauguravano la Galleria Civica di Modena e ArteFiera a Bologna, nel 1975 la Galleria d’Arte
Moderna di Bologna.
Al Museo Civico di Bologna Renato Barilli presentava e lanciava, nella 3. Biennale internazionale della giovane pittura, gennaio 70: comportamenti, progetti, mediazioni36, la fotopittura di Carlo Gaiani, le opere plastico-segniche concettuali di Mario Nanni, il post Pop
oggettuale-pittorico di Concetto Pozzati e il Poverismo di Vasco Bendini, inseriti nell’ampio contesto italiano che vedeva l’evoluzione dell’arte programmata di Gianni Colombo, del
post Pop di Mario Ceroli, Lucio Del Pezzo e Ugo Nespolo, l’Arte Povera di Gianni Anselmo, Giuseppe Penone, Gilberto Zorio, Mario Merz, Alighiero Boetti, Luciano Fabro, Pier
Paolo Calzolari e Jannis Kounellis, le opere concettuali di Giulio Paolini, le installazioni ambientali concettuali di Maurizio Mochetti, l’arte comportamentale di Gino De Dominicis e
le prime soluzioni di Land Art e Video Art; a Modena Arte e critica 70: segnalazioni37 si proponeva anch’essa di riflettere la complessità dell’arte contemporanea italiana; e a Ferrara Enrico Crispolti curava Possibilità di relazione: una mostra dieci anni dopo, Ferrara 70, in cui
veniva fatto il punto sugli sviluppi della ricerca figurativa coeva, dove emergevano le molteplici tendenze pittoriche, come il post Pop di Pozzati e Adami con l’attenzione sbilanciata sull’oggettualità quale nuovo orizzonte di ricerca mentale, linea di confine per l’indagine
sul nuovo rapporto tra l’uomo e le cose che investiva anche l’arte visionaria, neoespressionista, di Vacchi e Moreni, da loro percorsa con il prezioso bagaglio dell’esperienza informale sulle spalle; neoespressionismo in cui Enrico Crispolti ha ravvisato coeve suggestioni tedesche che influenzano anche l’attività incisoria di Luciano De Vita e arrivano sino a Piero
Manai, i cui esordi sono stati, invece, “otticisti” e “iperrealisti”.
Contemporaneamente si aveva, sin dalla metà degli anni Sessanta, una ripresa delle
istanze figurative del Surrealismo38, declinate con accenti europei e visionari che, prevalentemente in ambito padano39, ma anche in Romagna, hanno trovato fertile terreno d’espansione e continuità nel tempo sino al presente negli esiti pittorici, assai interessanti, del faentino Franco Gentilini, del ferrarese Antenore Magri, del riminese Federico Fellini, dei piacentini Armodio (Vilmore Schenardi), Pam (Giuseppe Schenardi) e Marco Cappelletti, nell’espressionismo materico e allucinato di Mattia Moreni, in quello onirico di Sergio Vacchi,
in quello cruento di Giulio Ruffini, in quello fiabesco di Gino Covili, nelle astrazioni oggettuali di Nani Tedeschi, nelle rievocazioni intimiste di Francesco Barilli, negli spaesamenti mistico-sociali di Fabrizio Passarella e nella straniante e fantastica umanità forgiata da Luciano Minguzzi, Gianni Brusamolino e Sergio Zanni; e nelle plastiche astrazioni metafisiche di Raimondo Rimondi.
A metà degli anni Settanta, nell’arte italiana, giungevano a maturazione alcune precedenti istanze e ne germinavano altre che hanno fruttato e nuovamente gemmato a cavallo
del nuovo millennio, come lo sviluppo di un nuovo Astrattismo, l’evoluzione dell’arte ambientale e sociale e la nascita dell’arte antropologica. Nel 1975 Giovanni Accame presentava alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna la mostra Pittura museo città40, in cui veniva
esposta al pubblico l’attività di ricerca artistica realizzata da un cenacolo “accademico” formato da artisti e critici (Castagnoli e Accame stesso) che si trovavano nel felsineo Palazzo
Bentivoglio, in stretta relazione con i luoghi creativi del tessuto della città, dislocati in maniera “distrettuale” nel quartiere Irnerio41. La nuova astrazione aniconica, priva di qualsiasi immagine, veniva elaborata da Maurizio Bottarelli, Bruno De Angelis, Vittorio Mascalchi, Gabriele Partisani, Vincenzo Satta, Severino Storti Gajani e Giorgio Zucchini. Due anni prima, a Ferrara, Giorgio Cortenova aveva proposto questo mutato percorso di pittura
astratta confrontando le esperienze nazionali e internazionali della “nuova pittura”, cui sta-
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vano lavorando anche Elio Marchigiani e Vittorio Guarnieri; e ai quali si affiliava, dopo poco, anche Vittorio D’Augusta. Nel 1976 Flavio Caroli creava un’importante occasione di
confronto culturale e visivo per gli artisti astrattisti del territorio con la mostra Europa America l’astrazione determinata 1960/197642, in cui l’arte minimalista ambientale americana di
Sol Le Witt, Bruce Nauman e Dan Flavin era posta in relazione “dialettica” con le ricerche
strutturaliste “programmate” di Gianni Colombo ed Enrico Castellani, nonché ai monocromi noveau réalisme di Yves Klein, in un confronto che suggeriva l’originalità della corrente “nuova pittura”, i cui prodromi giungono sino all’inizio del XXI secolo.
Parallelamente, altre forme estetiche solcavano incisivamente gli anni Settanta e proseguivano, evolvendosi in ricerche legate al comportamento e al corpo, come la performance
e l’happening, la Video Art, la Body Art e la fotografia. Nel 1977, a Bologna, aveva luogo la
Settimana internazionale della performance43, dove Barilli, Francesca Alinovi e Roberto Daolio presentavano un ampio ventaglio di ricerche tematiche sviluppate in questo settore, poi
nuovamente ribadite, dagli stessi, nella mostra Tutte le arti tendono alla performance, tenutasi a Ravenna nel 1981, alla Loggetta Lombardesca. Tra gli artisti del territorio si imponevano alla critica e al pubblico Luigi Ontani, Giovanni Mundula, Fabrizio Plessi e Franco
Vaccari; quest’ultimo, a Modena, sviluppava un’elaborazione comportamentale provocatoria, attraverso una pluralità di mezzi, fotomeccanici, filmici o performativi. Dopo due anni, Alinovi e Barilli indagavano un altro aspetto dell’arte coeva: nella mostra Pittura/Ambiente44 veniva fatta luce sul rapporto tra l’opera e l’ambiente, che in quegli anni si sviluppava in varie direzioni tra cui installazioni provvisorie o definitive, la rilevazione di rapporti o differenze tra i vari segni del contesto spaziale e l’opera, e una risolutezza nella necessaria modificazione del tessuto urbano attraverso l’opera. In quell’occasione venivano presentati i lavori di Mario Nanni, Vittorio D’Augusta, Giorgio Zucchini ed Elio Marchigiani; ed
è da registrare in quel periodo l’esplosione e la successiva diffusione, in regione come altrove, dei siti urbani artistici – il cui emblema rimane la mostra organizzata a Rimini Città spazio scultura – dei parchi di scultura all’aperto e dell’utilizzo di contenitori storici per l’arte
contemporanea, prevalentemente astratta, concettuale e oggettuale.
Alla fine degli anni Settanta si osserva una duplicità di fenomeni, di forza opposta: se da
un lato l’arte antropologica45 apre nuovi orizzonti d’avanguardia meditando su segni oggettuali e comportamentali, come le maschere di Luigi Ontani, dall’altro una rimeditazione nei
modelli della storia dell’arte portava a una crisi nei valori dell’ideologia e a un rifugio nel
passato che apriva l’era della postmodernità. Una delle prime mostre in cui il filone concettuale, oggettuale e comportamentale veniva esposto al pubblico, in regione, è stata Metafisica del quotidiano46, ponderosa indagine storico-critica, trasversale sui significati segnici
che, nell’arte, hanno sotteso i riti della quotidianità, allestita alla Galleria d’Arte Moderna
di Bologna: in quella sede, divise in sezioni, venivano presentate opere di artisti prevalentemente italiani che, indipendentemente dalla personale espressione poetica e tecnica, si confrontavano su tematiche come la “cara morte”, “l’ambiguità rituale”, “ianua coeli”, “segno e
labirinto”, “incontri ravvicinati d’architettura”, “l’acqua e l’estasi”, “l’avventura dell’oggetto”, “col pretesto dell’icona”, “l’immaginario geometrico”, “la pittura dell’irrealismo”, “il
doppio e l’intervallo” e “Fluxus come Fluxus”. Tra gli artisti nativi e adottivi emiliano-romagnoli, si distinguevano, in questo contesto, le felici ascese tecnologiche di Fabrizio Plessi e Xerra, definitivamente lanciati dalla mostra Videoarte a Palazzo dei Diamanti 1973/79;
e la ricerca oggettuale ambientale di Claudio Parmiggiani e Wal, nonché quella segnica di
D’Augusta e Mario Nanni. L’anno seguente, a Ravenna, Achille Bonito Oliva inaugurava la
mostra Italiana. Nuova Immagine, in cui proponeva, in Emilia-Romagna, la «straniata figurazione» (Crispolti) espressa dalla neonata Transavanguardia, nonché le ricerche della seconda scuola romana, in equilibrio tra astrazione e larvata iconicità.
Il secondo filone, invece, quello di un’operatività artistica che ipotizzava una nuova figuratività traente linfa da un confronto dialettico, talvolta ironico e ludico, con i modelli
precedenti (in più centri dell’Italia si assisteva contemporaneamente a una virata creativa
dell’«artista come storico dell’arte»47), è rivelato in Emilia da Renato Barilli che, nella mostra I nuovi nuovi48, faceva il punto dello sviluppo artistico in tal senso rispetto all’esposizione Gennaio 70: il critico registrava una trasformazione nella direzione suddetta nelle opere di Salvo, Luigi Ontani, Wal, Vittorio D’Augusta e Omar Galliani; mentre una seconda
riflessione veniva avviata da Francesca Alinovi, nel 1982, dove nella Registrazione di frequenze49 dell’attualità artistica individuava la “natura del segno” della ricerca neoespressionista, con influenze transavanguardiste, di Piero Manai.
La pittura iconologica degli anni Ottanta aveva, in regione, interpreti di alta statura artistica come Omar Galliani, Massimo Pulini e Stefano Canepari che hanno rielaborato, sino ad oggi, in chiave del tutto personale ed estremamente raffinata, citazioni da modelli del
passato, pur rimanendo fedeli e ricettivi alla propria epoca; cui si può aggiungere, sullo stesso piano, lo scultore Antonio Violetta.
Con la mostra AnniOttanta50, Barilli metteva antesignanamente in rete le sedi espositive
della regione, articolando la prima mostra tra Bologna, Imola, Ravenna e Rimini; nel 1985
veniva fatto il punto sulla complessità della situazione artistica europea, che vedeva intersecarsi
varie poetiche che, rielaborando anche un passato assai recente come l’Informale, l’Astrattismo, la Pop Art e il Concettualismo minimalista, davano vita a nuovi linguaggi assai interessanti. Al di fuori di schematismi non sempre utili nel tentativo di fotografare una realtà composita e mutevole, che nel «mito del sonno di Epimenide»51 trova un’affascinante spiegazione
filosofica sui ritorni di un oscuro passato che sempre riaffiora in un ambiguo presente, è assai
interessante, ai nostri fini, valutare quali artisti del territorio regionale siano stati valorizzati in
questo ambito per la loro ricerca postmoderna; sicuramente artisti che meritano e hanno avuto segnalazioni critiche più cogenti, piuttosto che il breve accenno fatto in questa sede alla figurazione teatrale di Luigi Ontani, a quella alchemica di Marcello Jori e quella simbolicamente evocativa di Davide Benati, quella fantastica di Bruno Benuzzi, al neosimbolismo narrativo e misterioso di Omar Galliani, al lavoro segnico di Vittorio D’Augusta, Giorgio Zucchini e Marcello Landi, al neoespressionismo esistenzialista di Piero Manai e Mattia Moreni,
al simbolismo ermetico di Antonio Violetta e all’esasperato decorativismo di Passarella, reiterato nelle cifre; cifre spesso di matrice graffitista52, per Wal e Nicola Cucchiaro.
Negli stessi anni le ricerche tecnologiche hanno trovato nella Videoarte un’espressione di
riflessione concettuale, comportamentale ed esistenziale che sfiora talvolta la spettacolarità:
tra Bologna, Milano e Ferrara, dal 1986 al 2001, sono state organizzate mostre che hanno
reso palese l’evoluzione delle ricerche artistiche con la tecnologia elettronica e multimediale come Install-video-side53, Arte e computer54, Video sculture, Poliset e L’arte elettronica: metamorfosi e metafore in cui sono spiccate la ricerca minimalista di Maurizio Camerani, il fluido astrattismo di Maurizio Bonora, ma soprattutto la poetica seduttiva delle videoinstallazioni di Fabrizio Plessi che affronta un dialettico, titanico e sublime confronto tra gli elementi essenziali della natura, come l’acqua e il fuoco e la tecnologia televisiva.
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Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio dell’ultimo decennio del XX secolo si opera una
svolta delle forme artistiche in senso strutturalista, ad opera degli artisti che già sperimentavano le possibilità segniche di “Nuova pittura”: Maurizio Bottarelli rivisita l’Informale con
elementi organici per mezzo di preziosismi tecnico-pittorici dal vellutato effetto, Vincenzo
Satta, Sergio Dagradi e Paolo Serra ricercano la cifra formale reiterata su raffinata superficie, mentre il romagnolo Enzo Tinarelli costruisce, con la materia, opere multiformi d’archetipe e fantastiche suggestioni.
La molteplicità di direzioni che presenta l’arte contemporanea alla fine degli anni Ottanta, la velocità sempre maggiore con la quale si susseguono le trasformazioni artistiche è
palese, il che porta a una leggera, obliosa, confusione da parte del fruitore estraneo alla molteplicità di trasformazioni dell’arte contemporanea. A Bologna, Dede Auregli e Adriano
Baccilieri avviavano una ricognizione sulla varia, caleidoscopica sfera delle proposte artistiche del periodo sul territorio: nelle mostre annuali Confronto per opera furono indagate la
maggior parte delle varie nuove situazioni già ricordate: dalla «figurazione immaginosa di
Pozzati, dagli ‘anacronismi di Galliani, dall’espressionismo di Moreni e Manai, dagli svolgimenti diversi, iconici o meno, dei ‘nuovi nuovi’ Benuzzi, Ontani, Jori, Zucchini e dall’iconismo archetipo di Pintori, o decorativo di Ligas […] alla congiuntura neoinformale costituita dal lavoro di Bendini, Bottarelli, Guerzoni, allo strutturalismo elementare e precario
della Bernardoni, alle stratificazioni pittoriche oggettuali di Nanni»55; restava solo da aggiungere il rapporto sempre più stretto tra fotografia, video, schermo elettronico e pittura,
dichiaratamente analoghe nella loro valenza estetica, verso una narratività artistica del quotidiano, interpretato sul doppio codice del sociale e dell’individuale.
Nel 1991, la mostra internazionale Anninovanta56, allestita tra Bologna, Rimini e Cattolica
rifletteva una situazione che piegava decisamente verso modi artistici concettuali e oggettuali,
come se dal «sonno di Epimenide» fosse emersa la necessità di consumare fino in fondo, in una
logica postmoderna, le ragioni e le tecniche delle prime avanguardie europee concettuali, riprese negli anni Sessanta e ormai logorate, a fine millennio, anche sul piano del mercato57, in particolare il concettuale comportamentale. Sta di fatto, che in quell’occasione internazionale, venivano valorizzate le invenzioni del ferrarese Maurizio Camerani, del reggiano Pietro Mussini,
e i contributi di Maurizio Goldoni, di Antonio Marchetti, di Passarella, e del forlivese Silvano
Venturi. In ogni modo, gli anni Novanta sembrano soprattutto caratterizzati da un’arte neoconcettuale, espressa non solo con l’oggettualità, ma anche attraverso la fotografia, nuovamente la scrittura, e poi la performance e la videoarte legate ad aspetti comportamentali, le installazioni ambientali e le creazioni di Land Art; ma anche il disegno dell’ambiente, la pittura e la
scultura in una sorta di eclettismo fin de siécle in cui forse si nasconde anche il futuro, più che
mai tra avanguardia e continuità. Ne è già un sintomo il desiderio di ritorno a valori condivisi
in nome dell’energia inesauribile della materia, a cui si appella il manifesto del Transvisionismo58 sottoscritto a Piacenza nel 1995 da Luigi Galli, Romano Costa e Luciano Carini, e di diversi artisti tra cui Ugo Borlenghi, Mario Bernardinello, Viviana Faiola, Erminio Tansini, Massimo Meucci e Stefano Sichel per costruire un movimento, neo Action Painting e neoinformale che, muovendo da una gestualità recuperata, mira a trascendere la materia sensibile, dal suo
interno, al fine di “vedere” al di là nuove forme, nuove ipotesi di scoperta.
Nel 1997 l’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna, in sinergia con la
Galleria d’Arte Moderna di Bologna, dava vita al progetto Spazio Aperto59, curato da Dede
Auregli con l’ausilio di un comitato scientifico composto, fra l’altro, da Claudio Spadoni,
Claudio Marra, Chiara Bertòla, Alessandra Vaccari e Roberto Daolio; e in questi nove anni
vari critici si sono avvicendati alla cura di mostre di giovani artisti, regionali o meno. La ricerca attuale delle giovani generazioni rivela una vivacità che si muove in più direzioni: è il
ready made fotografico di Francesco Izzo, la fotografia pittorica di Alessandra Tesi, la quotidianità di Francesco Bernardi, l’ironia oggettuale di Cuoghi Corsello, la scultura tecnomorfa di Nicola Cucchiaro, la poetica esistenziale e calligrafica di Andrea Renzini, la misura
astratto-segnica di Alessandro Aldrovandi, l’oggettualità fotografica, infantile e inquietante,
di Alessandro Rivola, la raffinata gestualità, tra pittura e Body Art, di Giovanni Manfredini
che, usando la tecnica del calco corporeo come le Antropometrie di Yves Klein, reinventa ambiguamente la figura sospesa tra trascendente e immanente; le ambientazioni di Narrative
Art di Sabrina Mezzaqui, l’atemporalità dei modelli rinnovati con poetica costruttivista coniugata alla potenza evocativa della scrittura da Luca Caccioni, la figuratività mostruosa, in
bilico tra Jeronimus Bosch e Steven Spielberg, di Leonardo Pivi, il gotico romanticismo
concettuale-oggettuale di Eva Marisaldi, la poetica neometafisica di Sergia Avveduti, l’oggettualità pittorica reinventata di Pier Paolo Campanini, le proiezioni astrali dell’immaginario onirico di Emilio Fantin, le metafore sociali e religiose di Sabrina Torelli in un gioco
di rimandi tra oggettualità e videoarte, l’ecologica ironia neopop delle sculture ceramiche di
Bertozzi & Casoni, il neopittorialismo fotografico di Paola De Pietri e la reinvenzione pittorica dello skyline urbano in nuove geometrie operato da Marco Neri; cui si può affiancare la medesima ricerca, realizzata con corrosivo iperrealismo, di Angelo Davoli e l’ubiquità
dell’architettura industriale dipinta da Andrea Chiesi.
Segnata dalla capillarità minuta di premi e manifestazioni volte a sostenere la creatività artistica, nel passato come nel presente, la regione ha visto moltiplicarsi, nell’ultimo decennio,
le diverse iniziative che hanno segnalato nuovi artisti, tanto che si può parlare di una rinnovata e fertile stagione dei premi: da Arteincontemporanea, a Modena, che ha fatto conoscere
il neoespressionismo materico di Leonardo Greco, a No border60, a Ravenna, dove Claudio
Spadoni, Maria Rita Bentini, Vittorio D’Augusta e Serena Simoni hanno premiato l’esperienza concettuale, comportamentale, sociale e urbana espressa dalle tecniche fotomeccaniche di Loretta Zaganelli, Gloria Salvatori, Fabrizio Rivola, Patrizia Piccinino, Daniele Pezzi,
Paolo Pennuti, Caterina Biancolella, Luca Gambi, Giovanni Lami, Emiliano Marangoni, Lia
Pari, o alternative, come il fumetto di Francesca Ghermandi, o le installazioni fotografiche di
Sergia Avveduti, o quelle semantico-comportamentali di Sandrine Nicoletta e segnico-oggettuali di Alessandra Andrini. Ma un altro appuntamento importante, che ha rivelato al pubblico le sperimentazioni artistiche del presente sul territorio romagnolo, è stata la Biennale
d’Arte Romagnola61, svoltasi a Cesena in più edizioni sul finire degli anni Novanta; del pari il
Premio Campigna a Santa Sofia e il Premio Carmen Silvestroni a Forlì continuano la loro attività di selezione seguita dalla critica non meno che dal pubblico: e quest’anno il Silvestroni è stato attribuito alla performer Sissi che, lavorando sull’emblema vivente di se stessa, istruisce consapevoli e sottili regressioni a una poetica oggettuale-ambientale.
Inutile ora chiedersi “qual è la via che prenderà l’arte del secolo” appena iniziato… In
un’attualità cibernetica e globalizzata, con il flusso elettronico orizzontale e istantaneo della
comunicazione planetaria è meglio pensare a sviluppi sorprendenti piuttosto che a “prevedibili prodotti di laboratorio” in linea con l’evoluzione delle scienze e della tecnologia, ma la
creatività artistica, nella sua indefinibilità, sa trascendere la realtà e il tempo, in particolare
quella di autori che comunicano il mistero della loro ricerca cognitiva coniugando tutte le
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strade aperte dall’intima poesia del talento e qualità tecnica sapiente a idee, metafore, simboli e significati anche occulti, ma percettibili e, a prescindere dal medium espressivo, con autori che sanno essere «nel cuore del tempo per una lotta perpetua col proprio tempo» (L. Anceschi); qualche nome del presente? Claudio Parmiggiani, Fabrizio Plessi, Omar Galliani,
Luigi Ontani, Massimo Pulini, Giorgio Zucchini, Antonio Violetta e i più giovani Giovanni Manfredini, Luca Caccioni, Michelangelo Galliani e Francesco Bocchini, in un costruttivo “pluralismo” di poetiche, analogamente alla letteratura contemporanea, che «non deve risolversi in una soluzione di comodo, ma deve essere piuttosto la scelta responsabile di entrare nelle diverse realtà del nostro presente per partecipare alla costruzione di una verità ripensabile profondamente nel tempo»62. È meglio, insomma, affidarsi all’osservazione diretta dei
fenomeni, al farsi delle storie individuali, all’incontro, che continua ancora, del vecchio e del
nuovo, con la volontà paziente di ricavarne un senso o piuttosto una pluralità plausibile di
risposte; e l’immaginazione, ancora una volta, farà la sua parte, se noi sapremo assecondarla.
Intanto, occorre conoscere i luoghi e gli eventi dove l’arte contemporanea, a capisaldi, capitoli o episodi, attende uno spettatore, cioè un cittadino, che voglia rendersi conto di una storia
di immagini e di forme del Novecento e dopo, che appartengono anche, giovane o anziano, alla sua vita e alla sua terra: tra topografia e racconto un repertorio serve proprio a questo.
Bidussa D., Smodati e sanguigni:
Emiliani e romagnoli visti dagli italiani, in Finzi R. (a cura di), Storia
d’Italia: le regioni dall’Unità a oggi,
Torino, Einaudi, 1997, p. 869.
2 Per una lettura dell’arte del XX secolo in Emilia-Romagna sono propedeutici testi a carattere trasversale, inerenti all’arte italiana, come
Negri A., Pirovano C., Esperienze,
tendenze e proposte del dopoguerra,
in La pittura in Italia. Il Novecento/2, Torino, Electa, 1993, pp. 27304; Vivarelli P., Ricerche degli Anni Sessanta, in Ibidem, pp. 305391; Crispolti E., Verso il contemporaneo, in Ibidem, pp. 599-600; Crispolti E., Gli anni dello smarginamento e della partecipazione, in La
pittura in Italia. Il Novecento/3, Torino, Electa, 1994, pp. 17-157 e
Crispolti E., Gli anni del disimpegno e del disinganno, in Ibidem, pp.
158-277; Gualdoni F., Arte in Italia 1943-1999, Vicenza, Neri Pozza, 2000; e altri che delineano, in
maniera generale, il panorama artistico della regione Emilia-Romagna nel corso del XX secolo: si trat1
ta di Nicosia C. e Riccòmini E.,
L’arte emiliana dopo l’Unità, in Storia d’Italia: le regioni dall’Unità a
oggi, Torino, Einaudi, 1997, pp.
835-850; Pasquali M., La pittura
del primo Novecento in Emilia
(1900-1945), in La pittura in Italia. Il Novecento/1, Torino, Electa,
1992, pp. 335-378; Cerritelli C.,
Bologna e dintorni, in La pittura in
Italia. Il Novecento/2, Torino, Electa, 1993, pp. 465-481; L’Accademia
di Bologna: Figure del Novecento, a
cura di Baccilieri A. e Evangelisti
S., Bologna, Nuova Alfa Editoriale,
1988, in particolare i testi di Spadoni C., Evangelisti S., Baccilieri
A., Trento D.; e Figure del ’900/2, a
cura di Baccilieri A., Carpi, Lalit,
2000; in particolare i saggi di Farneti F., Evangelisti S., Pasini R.,
Davoli E.M., Baccilieri A., Guadagnini W., Panzetta A., Daolio R.
Per una lettura trasversale e comparata tra arte e letteratura del Novecento si veda Sitta C.A. (a cura di),
L’orizzonte di bruma: luoghi del Novecento poetico in Emilia: Modena,
Reggio Emilia, Parma, Piacenza,
Parma, Edizioni del Laboratorio,
2002.
3 Avellini L., Cultura e società in Emilia-Romagna, in Storia d’Italia…, cit.
4 Longhi R., Momenti di pittura bolognese, in “L’Archiginnasio”, XXX,
1935.
5 Arcangeli F., Natura ed espressione
nell’arte bolognese-emiliana, Bologna, Edizioni Alfa, 1970.
6 Barilli R. (a cura di), Officina
Asia. Rete Emilia Romagna, catalogo della mostra tenutasi contemporaneamente a Bologna, Cesena e
Rimini, Milano, Mazzotta, 2004.
7 Crispolti E., op. cit., 1994.
8 Nalini A.M. (a cura di), Futurismo in Emilia Romagna, Modena,
Artioli, 1990; e Bertoni A. (a cura
di), Filippo Tommaso Marinetti:
Taccuini: 1915-1921, Bologna, il
Mulino, 1987.
9 Crispolti E., Futurismo in Romagna, Rimini, Maggioli, 1986.
10 Ragghianti C.L., Bologna cruciale 1914, Bologna, Edizioni Calderini, 1982.
11 Coen V. (a cura di), Arte ad alta
tensione: due generazioni di futuri-
sti, Bologna, Editrice Compositori,
2003.
12 Toscano B., Geografia artistica, in
Barocchi P. (a cura di), Storia moderna dell’arte in Italia, III, Torino,
Einaudi, 1992.
13 Barilli R., Solmi F., La Metafisica: gli anni venti, Bologna, Grafis,
1980; Coen E., Metafisica, Milano,
Electa, 2003.
14 Si veda Ragghianti C.L., Studi su
Morandi, in Bologna cruciale 1914,
cit.; Arcangeli F., Giorgio Morandi,
Torino, Einaudi, 1962 e la cospicua
ed esauriente bibliografia dedicata
all’artista da Marilena Pasquali.
15 Ragghianti C.L., Morandi interiore, in op. cit.
16 Spadoni C. (a cura di), Alberto Giacometti, Milano, Mazzotta, 2004.
17 Arcangeli F., Gli ultimi naturalisti
(1954), in Dal Romanticismo all’informale, II, Torino, Einaudi, 1977.
18 Pasquali M., op. cit.
19 Teodoro C.F. (a cura di), Lionello Venturi e l’avanguardia italiana,
Modena, Artioli, 1991.
20 Fanti G., Togliatti: l’astratto e il
concreto in Occhio alla pittura, Bologna, Gedit Edizioni, 2003. La
mostra, organizzata da Fanti, Arcangeli, Gnudi, Raimondi e Tavernari doveva rappresentare tutte le
tendenze «nessuna esclusa [... ed]
essere ecumenica».
21 Arcangeli F., Astrattismo e realismo, in Dal Romanticismo… cit.
22 Arcangeli F., Gli ultimi naturalisti, in op. cit.
23 Barilli R., La forza e i limiti dell’Informale storico, in Barilli R., Solmi F. (a cura di), L’Informale in Italia, Milano, Mazzotta, 1983.
24 Barilli R., Informale oggetto comportamento, 2 voll., Milano, Feltrinelli, 1988.
25 Spadoni C. (a cura di), Intorno al
Sessanta: aspetti dell’arte italiana dopo l’Informale 1958-1964, Milano,
Electa, 1988.
26 Eco U., L’opera aperta, in P. Barocchi (a cura di), op. cit.
27 Idem.
Eco U., Teoria della comunicazione e arti visuali (1966), in P. Barocchi (a cura di), op. cit.
29 Parmiggiani C. (a cura di), Alfabeto in Sogno. Dal carme figurato alla poesia concreta, Milano, Mazzotta, 2002.
30 Arte contemporanea in Emilia e
Romagna, Bologna, Tipografia
Ghelli, 1965-1968.
31 Vietri T., Presentazione al catalogo della mostra Arte contemporanea…, ibidem, 1968.
32 Barilli R., Funk Art, in Informale, oggetto… op. cit., vol. II.
33 Celant G., Arte Povera, in P. Barocchi, op. cit.
34 Barilli R., Arte ricca, in Informale, oggetto… op. cit., vol. I.
35 In questo contesto non è stato effettuato lo studio sul significativo
lavoro di scambio culturale e incremento del collezionismo operato
da alcune gallerie private d’arte
contemporanea della regione.
36 3. Biennale internazionale della
giovane pittura, gennaio 70: comportamenti, progetti, mediazioni, Bologna, Alfa, 1970.
37 Arte e critica 70: segnalazioni,
Modena, Cooptip, 1970.
38 Crispolti E. (a cura di), Alternative Attuali 3: rassegna internazionale d’arte contemporanea, Firenze,
Centro Di, 1968.
39 Sgarbi V. (a cura di), Surrealismo
padano: da de Chirico a Foppiani,
Milano, Skira, 2002.
40 Accame G.M. (a cura di), Pittura
museo città, Bologna, Grafis, 1975.
41 Su tale tema ha svolto un lungo
lavoro Emiliani A., Le Sale delle
Belle Arti. Un sistema espositivo e
d’informazione didattica dedicato ai
beni artistici, storici e ambientali.
Pinacoteca Nazionale e Accademia
di Belle Arti di Bologna, Fiesole,
Nardini Editore, 1998.
42 Caroli F. (a cura di), Europa America l’astrazione determinata
1960/1976, Bologna, Grafis, 1976.
43 Barilli R., Solmi F. (a cura di), La
performance oggi: settimana interna28
zionale della performance, Bologna,
La Nuova Foglio editrice, 1977.
44 Barilli R., Alinovi F. (a cura di),
Arte/Ambiente, Milano, Arti Grafiche Cordani, 1979.
45 Crispolti E., Gli anni dello smarginamento e della partecipazione, in
La pittura… op. cit., 1994.
46 Solmi F., Pasquali M. (a cura di)
La metafisica del quotidiano, Bologna, Grafis, 1978.
47 Crispolti E., Gli anni del disimpegno e del disinganno, in La pittura… op. cit., 1994.
48 Barilli R. (a cura di), Dieci anni
dopo i nuovi nuovi, Bologna, Grafis, 1980.
49 Registrazione di frequenze, Bologna, Grafis, 1982.
50 Gentili C. (a cura di), Anniottanta, Milano, Mazzotta, 1985.
51 Spadoni C., I tempi, il tempo (il
sonno di Epimenide), in ibidem.
52 Alinovi F. (a cura di), Arte di
frontiera: New York graffiti, Milano, G. Mazzotta, 1984.
53 Bonora L. (a cura di), Install-video-side, Bologna, Grafis, 1986.
54 Barilli R. (a cura di), Arte e computer, Milano, Electa, 1987.
55 Crispolti E., Ibidem, in op. cit.
56 Barilli R. (a cura di), Anninovanta,
Milano, Electa, 1991; in particolare,
per la situazione locale, il testo di D.
Auregli, Di alcuni fatti di casa nostra.
57 Arte e cultura negli anni Novanta: dalla fine del muro di Berlino
all’undici settembre, convegno
promosso dalla Quadriennale e
tenutosi a Roma il 16 aprile 2004.
58 Segato C. (a cura di), Transvisionismo, [s.l.], Panda edizioni, 2002.
59 “I quaderni di Spazio Aperto”,
1997-2004.
60 No border, 3 voll., Ravenna, Tipografia Moderna, 2000-2004.
61 Spadoni C., Zattini M. (a cura
di), Biennale d’Arte Romagnola, 3
voll., Cesena, Edizioni il Vicolo,
1995-1999.
62 Raimondi E., Novecento e dopo:
considerazioni su un secolo di letteratura, Roma, Carocci, 2003.
29
Repertorio: i luoghi*
Claudia Collina
accademie
archivi
collezioni
fondazioni
gallerie
mostre
musei
organizzazioni istituzionali
parchi artistici
premi
raccolte d’arte
saloni fieristici
sedi espositive
siti urbani
*aggiornato a settembre 2004
ICONE REPERTORIO
archivio
atelier per artisti
C
collezione
C M casa-museo
I D istituto didattico/accademia
M
museo
m a manifestazione artistica
m p manifestazione a premio
O I organizzazione istituzionale
P A parco artistico
R A raccolta d’arte/raccolta d’arte di istituto bancario
S
simposio
S E sede espositiva
S F salone fieristico
S I sito Internet
S U sito urbano
A
A A
33
Provincia di Piacenza
Castell’Arquato
ANTICO PALAZZO DELLA PRETURA S E
titolarità: Franco Spaggiari
via Magno
29100 Castell’Arquato (PC)
tel. 0523/803091 o Fondazione D’ARS 02/860290
[email protected]
www.dars.it
Aperto sabato e giorni festivi dalle 11.00
alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00; oppure
su prenotazione
Utilizzato come spazio espositivo per mostre
d’arte contemporanea di qualità, in sinergia
con MiM (cfr. p. 34) e la Fondazione D’ARS –
Oscar Signorini Onlus di Milano, l’Antico Palazzo della Pretura vanta una storia istituzionale ancor prima di diventare di proprietà della
famiglia Spaggiari. Il Palazzo, ultimato nella
struttura architettonica a più volumi realizzati
in cotto e sviluppati su tre piani nel 1296, per
volontà di Alberto Scoto, è una complessa costruzione cui è stata aggiunta, nel 1447, la doppia loggia. Esso divenne successivamente sede
del governo del Podestà e abitazione del Conte
di Santa Fiora; mentre, dalla fine del Cinquecento fino al 1850, fu occupato dalla pretura.
Nel 1995 l’attuale suo proprietario, Franco
Spaggiari, lo adibiva a sede espositiva per rassegne d’arte contemporanea di stretta attualità,
in sinergia con la Fondazione D’ARS di Milano, che si è avvalsa della consulenza del critico
francese Pierre Restany. Da quel momento ad
ora sono state realizzate più di trenta mostre e
coinvolti più di trecento artisti nazionali e internazionali, nonché una ventina di curatori,
con una particolare attenzione ad implicare le
nuove leve della critica italiana.
La filosofia portante dell’attività dell’Antico Palazzo della Pretura è tematica, ossia prevede il
confronto attivo tra artisti, critici e pubblico intorno a soggetti, o dettati, che inducono alla riflessione su vari argomenti: da queste esposizioni molte opere sono poi entrate a far parte della
collezione permanente del MiM di San Pietro
in Cerro. Percorrendo brevemente le esposizioni del Castello, nel 1995, l’attività d’esordio riguarda mostre sull’arte oggettuale, La presenza
delle cose, e sugli aspetti simbolici dell’esistenza,
Percorsi attuali del vero; nel 1996 Riciclo e riuso:
l’arte ritrovata si proponeva di riqualificare, in
senso artistico, i materiali di scarto industriale,
mentre Il paese della cuccagna faceva fuoco sugli
aspetti più ludici espressi dalla creatività; nel
1997 una mostra dedicata al romanzo di Antoine de Saint-Exupéry si proponeva come omaggio artistico d’ispirazione letteraria al Piccolo
principe, cui seguivano il difficile traguardo di
rappresentare l’invisibile nell’esposizione Eufonia e l’impegno sociale, politico e culturale di
Eroi, trasgressori e rivoluzionari; nel 1998 Di padre in figlio poneva l’accento sulla continuità generazionale in famiglie di artisti, mentre Art for
the Ocean with Love ripresentava il tema del mare e dell’acqua attraverso gli interpreti più attuali, sino alla craking art, e L’immagine e il suo
destino si proponeva di fare il punto odierno
sulla figurazione; il 1999 è stato l’anno delle Entità instabili, del Progetto Artechroma il cui protagonista indiscusso era il colore, dell’arte urbana e metropolitana attraverso Metropoli e arte; e
della poesia visiva ne La lettera e l’immagine; nel
2000 il Castello ha ospitato rassegne sull’estetica del corpo, Corpo libero. La carne, l’anima, il
sogno dell’immagine, sul rapporto tra maestro e
allievo, Strumenti dell’arte, e sulla matematica,
L’Arte dei numeri, i numeri dell’arte, in occasione dell’anno mondiale della matematica; il
2001 è stato l’anno delle celebrazioni per il centenario della morte di Giuseppe Verdi e la mo-
34
Provincia di Piacenza
stra Sempreverdi ha ripercorso, con l’ironia che
contraddistingue spesso l’arte contemporanea,
il tema della musica nel ricordo del compositore. Il progetto Terramare ha offerto lavori d’artisti legati alla cultura del Mediterraneo, mentre
Il sogno dell’oggetto riguardava l’evoluzione del
ready-made nell’arte più attuale; il 2003 ha avuto come fil-rouge il tema della complessità e, all’insegna di questa, sono state realizzate le mostre Isole frattali, Corpi liberi, Multietnicittà e
Paesaggio & Paesaggio; il 2004 ha inaugurato la
stagione con la mostra d’installazioni La crisi
della presenza, atta a testimoniare attraverso l’interazione dei linguaggi artistici, anche musicali,
gli attuali cambiamenti dell’uomo nella società
ed è proseguita con Il luogo del racconto metafore metropolitane tra artisti, poeti e fotografi, che si
esprimono visivamente con lessico figurativo,
letterario e fotomeccanico sulla città di Milano;
e sono proseguite le rassegne a tema in collaborazione con il CNRS di Parigi, giunte nel 2004
alla 21a edizione.
San Pietro in Cerro
MIM – MUSEUM IN MOTION M
titolarità: Franco Spaggiari
29010 San Pietro in Cerro (PC)
tel. 0523/983711; fax 0523/984722
[email protected]
www.piacenzamusei.it
Aperto da aprile a settembre, nei giorni festivi,
dalle 11.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Il Museo d’arte contemporanea dell’attualità
Museum in Motion è allestito all’interno del
Castello di San Pietro in Cerro. La costruzione fortilizia risale al XIII secolo, ma l’assetto architettonico attuale è della metà del
Quattrocento e realizzato per volontà del
fondatore Bartolomeo Barratieri, mentre documenti d’archivio risalenti al XVIII secolo
hanno consentito il recupero funzionale originario di molti degli ambienti del castello;
di proprietà dei Barattieri sino al 1993, è ora
della famiglia Spaggiari. Nel sottotetto, lungo tutto il percorso che si sviluppa tra le due
torrette, è stato allestito il MiM, di proprietà
di Franco Spaggiari, reso fruibile al pubblico
con un’interessante collezione d’arte comprensiva di più di trecento opere d’artisti internazionali, nazionali e locali dal dopoguerra ad oggi.
Dalla sua nascita, nel 2001 per volontà mecenatizia del suo proprietario, il MiM si è avvalso della collaborazione dell’associazione
parigina D’ARS e del sostegno critico di
Pierre Restany, ideatore del nome del museo,
quale testimonianza del continuo processo
evolutivo delle collezioni improntate alla valorizzazione delle più significative espressioni
artistiche dell’attualità; da quel momento il
museo conta sull’organizzazione di Roberta
Castellani.
Il museo è diviso in tre sezioni: le ricerche internazionali sono attestate da Gonzalo Martin
Calero, Roger Selden, Robin van Arsdol, Jaume Solè, Cordelia von den Steinen, Alzek Misheff, Javier Loren, mentre il panorama creativo italiano è rappresentato da numerosi artisti,
tra i quali Alberto Allegri, Agostino Bonalumi,
Gianni Brusamolino, Aurelio Caminati, Pino
Chiari, Marco Cornini, Carla Crosio, Roberto
Crippa, Sergio D’Angelo, Gioxe De Micheli,
Gianfranco Ferroni, Gianni Dova, Paolo Grimaldi, Omar Galliani, Ale Guzzetti, Ugo La
Pietra, Giancarlo Ossola, Fabrizio Plessi, Bruto Pomodoro, Concetto Pozzati, Valentino Vago, Franco Vaccari e Walter Valentini. Una
particolare attenzione è rivolta agli sviluppi
35
Provincia di Piacenza
dell’arte piacentina, valorizzata attraverso le
opere di Carlo Berté, Armodio, Bot, Sergio
Brizzolesi, Gustavo Foppiani, Mauro Fornari,
Alberto Gallerati, Giorgio Groppi, Paolo Perotti, Ludovico Mosconi, Cinello Losi, Luciano Spazzali e William Xerra.
Museum in Motion è circondato da un giardino, ove sono presenti alcune sculture e installazioni contemporanee del periodo post
cubista e post metafisico di Gianni Brusamolino, e della concettuale, poverista Pina
Inferrera Curtò.
Nel 2004 la direzione ha istituito il Premio
Luigi Pronti, dedicato ai giovani artisti fotografi, in memoria dell’attenzione e considerazione che il direttore dell’Apt di Piacenza,
prematuramente scomparso, ha sempre avuto nei loro confronti.
L’attività espositiva del museo si svolge a Castell’Arquato, all’interno del Palazzo della
Pretura (vedi p. 33).
Monticelli d’Ongina
MUSEO CIVICO R A
titolarità: Parrocchia di Monticelli
Rocca Pallavicino Casali
piazza Casali 10
29010 Monticelli d’Ongina (PC)
tel. 0523/827185-827195; fax 0523/814533
[email protected]
www.piacenzamusei.it
Il museo è etnografico ed è gestito dal Gruppo Culturale Mostre in collaborazione con la
Pro Loco. Unitamente ai cimeli e ai documenti appartenuti al compositore Amilcare
Zanella, e ad altri personaggi illustri di Monticelli, ospita una raccolta di dipinti d’autori
contemporanei del paese di Monticelli, tra cui
Giacomo Malfanti, Luigi Bisotti, Egidio Camoni, Giorgio Carpanini e Nando Paiella. In
occasione delle fiere annuali diventa spazio
espositivo per temporanee mostre d’arte.
Piacenza
GALLERIA D’ARTE MODERNA RICCI ODDI M
titolarità: Comune di Piacenza
via San Siro 13
29100 Piacenza (PC)
tel. e fax 0523/320742
[email protected]
www.piacenzamusei.it
Aperto dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00
alle 18.00; chiuso il lunedì
La Galleria Ricci Oddi è stata inaugurata nel
1931 negli spazi dell’ex Convento di San Siro, riattati a museo dall’architetto Giulio
Ulisse Arata; la gestazione della fruizione
pubblica della collezione di Giuseppe Ricci
Oddi fu assai lunga e problematica, proprio
perché il Comune desiderava ottemperare i
desideri del mecenate piacentino che aveva
Aperto in inverno, la domenica dalle 14.30
voluto destinare alla sua città una raccolta di
alle 17.00 e, in estate, la domenica dalle 15.00
rilievo artistico dalla pubblica utilità. La racalle 18.30; chiuso, ma aperto su prenotazione
nei mesi di gennaio, luglio agosto e dicembre
colta d’arte, a lui contemporanea, per Giuseppe Ricci Oddi (1868-1937) era iniziata
Il Museo Civico di Monticelli si trova all’in- nel 1897 con un gusto orientato sia verso le
terno della Rocca, castello fortilizio del XV espressioni piacentine, sia nei confronti delle
secolo costruito dai membri della famiglia di molteplici ricerche italiane della seconda
Rolando Pallavicino.
metà del XIX secolo, senza avvicinarsi mai
36
Provincia di Piacenza
troppo alle avanguardie più radicali; e con
un’attenzione indirizzata verso alcune novità
moderate d’inizio Novecento, come le suggestioni stilistiche del Simbolismo e le esperienze di matrice impressionista e fauve sviluppate dagli italiani più aggiornati.
Dopo il decesso del collezionista, la Galleria ha
proseguito l’incremento dell’arte del XX secolo e, in seguito a un consistente restauro durato dal 1997 al 2001, le collezioni sono presentate al pubblico in un nuovo allestimento che
prevede diversi spazi più corrispondenti alle
nuove esigenze museali: una sala sotterranea
ed un piano intero per la didattica.
Stefano Fugazza, attuale direttore, ha concepito il nuovo allestimento museale organizzandolo per sale: il salone d’onore è adibito a mostre temporanee o per l’esposizione di nuove acquisizioni, le sale sono allestite armonicamente con opere d’artisti
raggruppati per appartenenza ad aree geografiche limitrofe, assonanze stilistiche e
congruenze cronologiche che testimoniano, in particolare, le ricerche figurative dell’Ottocento e del primo Novecento. Il XX
secolo si apre con le opere degli emiliani,
come Amedeo Bocchi, Giuseppe Graziosi,
Garzia Fioresi, Alfredo Protti, Giovanni
Boldini, cui è stata affiancata la ricerca italo-francese di Mario Cavaglieri; ed è seguito dai lavori dei piacentini Luigi Arrigoni,
Alfredo Soressi, Luciano Richetti e Bruno
Cassinari, nonché arricchito dalle sculture
di Medardo Rosso, Domenico Trentecoste,
Libero Andreotti, Ermenegildo Luppi, Attilio Selva, Pietro Canonica, Quirino Ruggeri, Alessandro Moretti e Arturo Dazzi.
La cultura figurativa veneta del Novecento
è aperta da Pietro Fragiacomo, Guglielmo e
Beppe Ciardi, Francesco Sartorelli, Ettore
Tito, Ferruccio Scattola, Guido Cadorin e
Lino Selvatico; la ricerca pittorica romana è
testimoniata da Antonio Mancini, mentre il
meridione vede interessanti prove di Vincenzo Irolli.
Un movimento di transizione tra passato e
futuro, a cavallo del secolo, è stato il Simbolismo, nel quale si possono riconoscere manifeste spie del rinnovamento culturale poi
deflagrato nella nascita delle avanguardie europee. Figurativamente esso è rappresentato
da importanti opere di Giulio Aristide Sartorio, Plinio Nomellini, Camillo Innocenti e
Felice Carena, nonché da interessanti dipinti d’estrazione emiliano-romagnola, quali
quelli di Adolfo De Carolis, Mario De Maria, Cesare Laurenti.
La frequentazione alle Biennali del primo
trentennio del secolo scorso portava il collezionista Ricci Oddi alla conoscenza e all’apprezzamento dell’arte internazionale, in particolare di quella che aveva impresso significativi cambiamenti a quella italiana: da lui
venivano acquisiti lavori di Thorolf Holmboe, Alfred Napoléon Delaunois, Carl Larsson, Albin Egger-Lienz.
La vasta stagione del movimento artistico
del Novecento italiano, con molte delle sue
varianti, è rappresentata pittoricamente da
Piero Marussig, Gianfilippo Usellini, Massimo Campigli, Ottavio Steffenini, Carlo
Prada, Filippo De Pisis, Bruno Saetti, Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille
Funi, Gian Emilio Malerba, Ubaldo Oppi,
Mario Sironi, Felice Carena, Felice Casorati, Arturo Tosi, Aldo Carpi, Carlo Carrà,
Alberto Salietti, Michele Cascella; vi sono
inoltre opere scultoree di Adolfo Wildt,
Francesco Messina, Umberto Boccioni e
Siro Penagini.
37
Provincia di Piacenza
Per quanto concerne le collezioni d’arte
contemporanea dell’attualità, il secondo
Novecento è prevalentemente documentato da pittura, scultura e grafica piacentina,
con la presenza di lavori di Bruno Cassinari, Gustavo Foppiani, Ludovico Mosconi,
Armodio (Vilmore Schenardi), Carlo
Berté, Bruno Grassi, Alfredo Casali, Franco Corradini, Giancarlo Braghieri, Mauro
Fornari, Giacomo Malfanti, Bruno Sapiente, Bruno Missieri, Secondo Tizzoni, Giorgi Groppi, Paolo Perotti, Sergio Brizzolesi,
Giuseppe Serafini e Alfredo Sorresi, Ettore
Bonfatti Sabbioni; e da due nuclei di opere, la donazione Cogni di sculture di Lorenzo Pepe e i dipinti di Giancarlo Manara, che arricchiscono la Galleria incontrando nuovamente la sua naturale vocazione
di collezione d’arte dell’Italia contemporanea. Non vanno dimenticati, quindi, gli
esempi di pittura pavese di Contardo Barbieri e Alfredo Mantica, nonché degli emiliani Nando Negri, Pietro Ghizzardi, Giuseppe Motti e Carlo Mattioli.
L’attività della Galleria è mirata all’acquisizione di realtà artistiche contemporanee legate al territorio, nonché alla loro valorizzazione attraverso mostre, restauri, conferenze, letture, attività didattica, pubblicazioni e iniziative promozionali. Tra gli ultimi eventi si ricordano le esposizioni Scultura piacentina del primo Novecento (2002),
Pittura piacentina del Novecento (2002), la
donazione del poeta piacentino Ferdinando Cogni Sculture di Lorenzo Pepe (2002),
Sguardi sull’arte. Ventidue artisti piacentini
dei nostri giorni (2002); La piccolissima
Galleria. Donne artiste alla Ricci Oddi
(2003); La rivolta e l’incanto. Poesia, pittura e scultura in Nello Vegezzi, Lo specchio di
Venere. Sybille e la città e Luciano Ricchetti
alla prima edizione del Premio Cremona
(1939) e la mostra La donna nella grafica di
Boccioni (2004).
Piacenza
OFFICINA DELLA LUCE
EX CENTRALE EMILIA S E
titolarità: Comune di Piacenza
via Nino Bixio 27
29100 Piacenza (PC)
tel. 0523/609730
Aperto in occasioni espositive
Nuova sede espositiva del Comune di Piacenza per mostre d’arte contemporanea di
qualità.
Progettata dall’architetto Piero Portaluppi,
la centrale venne edificata su un’area di
26.000 mq, di cui 6.700 coperti, e fu inaugurata nel 1929. Dismessa nel 1985, questo esempio d’archeologia industriale di
elevato interesse estetico diventava dal
2003 sede di eventi e iniziative culturali legate alla contemporaneità. Sostenuta dalla
Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia
di Piacenza, e da sponsor privati, Officina
della Luce inaugurava la sua attività a maggio con la mostra Cover Theory. L’arte contemporanea come re-interpretazione, a cura
di Marco Senaldi, che ha orchestrato artisti
e intellettuali a confronto sul tema dell’originale e dell’ispirazione che esso può creare, a distanza di tempo: dalla sua “copia”,
che mai, in effetti, di duplicato si tratta, o
la sua rilettura. Con spirito post moderno
sono stati esposti lavori di Alighiero Boetti, Marcel Broodthaers, James Lee Byars,
Robert Longo, Luigi Paolini, Salvo, Anto-
38
Provincia di Piacenza
nio Trotta, Stefano Arienti, Bertozzi e Casoni con opere di Massimo Carozzi, Maurizio Cattelan, Loris Cecchini, Antonio De
Pascale, Claudia Losi, Amedeo Martegani,
Maurizio Mercuri, Sabrina Mezzaqui, Simon Morley, Luis Felipe Ortega, Leonardo
Pivi, Antonio Riello e Richard Prince. La
mostra ha avuto diverse iniziative a latere,
sempre legate al tema della re-interpretazione, come concerti, letture di poesie, balletti e un convegno, intesi a porre in rilievo come il remix di una cover non sia solo
un’espressione puramente musicale, ma sia
un meccanismo che interessa tutte le diverse forme artistiche; e di come l’arte contemporanea, sin dalle avanguardie storiche,
abbia usato osmoticamente la parola, la
musica, il teatro, il gesto, l’azione e l’oggetto nei suoi prodotti.
Piacenza
PALAZZO GOTICO S E
titolarità: Comune di Piacenza
piazza dei Cavalli
29100 Piacenza (PC)
tel. 0523/305254
www.comune.piacenza.it
Aperto in occasioni espositive
Il Palazzo del Comune, detto Gotico, sorse
nel 1281 per volontà di Alberto Scoto,
esponente della borghesia guelfa; ultimato,
il palazzo avrebbe dovuto essere quadrangolare, ma la costruzione si limitò al fronte
nord con il piano terreno aperto a portici e
il primo piano occupato da un unico salone
adibito ad accogliere, per lungo tempo, le
assemblee popolari.
Attualmente è utilizzato per grandi esposi-
zioni d’arte antica, moderna e contemporanea; di quest’ultima si ricordano le grandi
antologiche di due pittori piacentini, Luciano Ricchetti, nel 1997, e Ludovico Mosconi,
nel 2003 e la collettiva Surrealismo padano
nel 2002.
Piacenza
GIOVANI ARTISTI PIACENTINI
(G.A.P.) O I S I A
titolarità: Comune di Piacenza
Assessorato alle Politiche Giovanili
piazza dei Cavalli 2
29100 Piacenza (PC)
tel. e fax 0523/492398
[email protected]
www.comune.piacenza.it/giovani/gap/index.asp
Il G.A.P. Giovani Artisti Piacentini fa parte
del coordinamento regionale GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), istituito
nel 1998 come organismo istituzionale che si
propone il supporto, la documentazione e la
promozione del lavoro dei giovani artisti della regione. Il GA/ER è composto dalla Regione Emilia-Romagna e dalla maggior parte dei Comuni del territorio, Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma, Reggio Emilia,
Ravenna e Rimini, che hanno istituito centri
volti alla crescita della creatività dei giovani
artisti di ogni luogo la cui età sia compresa
tra i 18 e i 35 anni; ed è inserito all’interno
del circuito G.A.I. (Giovani Artisti Italiani).
Il G.A.P., istituito nel 2001, conta numerosi
artisti iscritti al suo Archivio nelle sezioni
tecniche di pittura, scultura, letteratura, interventi urbani, installazioni, incisione, fumetto, fotografia, creazioni multimediali e
cortometraggi; il sito internet ad esso riferito
offre numerose informazioni che riguardano
39
Provincia di Piacenza
il loro percorso espressivo e le attività espositive, anche in collaborazione con il Comune,
come le rassegne Tendenze e Pulcheria.
Attraverso il sito si possono contattare e vedere i lavori di alcuni giovani artisti piacentini, come Giovanni Alberti, Dario Baldinetti, Alessandra Chiappini, Davide Corona,
Isabella Genovese, Roberto Goldoni, Francesco Mutti, Maurizio Ottolinini, Elena
Pelò, Simone Roveda, Mario Branca, Chiara
Camoni, Sonia Mazzetta, Valerio Saltabelli,
Laura Segalini, Daniela Benedetti, Silvia Cagnani, Marco Piersanti, Laura Regalia, Daniela Groppi e Nadia Passerini.
Il G.A.P. si avvale dell’attività dell’associazione Team Promo Arte per il coinvolgimento e
la promozione della creatività giovanile, anche attraverso selezioni in istituti scolastici.
40
Provincia di Parma
Bedonia
MUSEO ROMEO MUSA M
titolarità: Seminario Vescovile
via Don Stefano Raffi 30
43041 Bedonia (PR)
tel. 0525/824420-824621; fax 0525/820004
[email protected]
web.tin.it/bedonia/seminari.htm
Aperto luglio e agosto dal martedì alla domenica,
dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 18.00.
Il resto dell’anno è aperto su prenotazione
Il museo, istituito nel 1996 in seguito alla
donazione dei figli dell’artista locale Romeo
Musa (1882-1960) al Seminario Vescovile,
attivo dal 1846, comprende matrici in legno
e xilografie, stampe, acquerelli, dipinti ad
olio e poesie eseguite dall’artista nel corso del
Novecento. L’opera omnia del pittore e xilografo Romeo Musa, nativo di Calice, è composta da una rassegna pressoché completa
della sua produzione artistica; inoltre, è illustrata ogni fase di lavoro per la realizzazione
di una xilografia con il corredo di tutti gli
strumenti di lavoro. Come pittore, Romeo
Musa è stato artefice di diverse opere a carattere religioso, testimoniate da acquerelli e
bozzetti preparatori per affreschi, poi realizzati nelle chiese di Bedonia e Calice con stile naturalistico verista.
Bedonia
MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U
titolarità: Comune di Bedonia
Parco della Peschiera
piazza Caduti per la Patria 1
43041 Bedonia (PR)
tel. 0525/824149; fax 0525/824150
[email protected]
www.comune.bedonia.pr.it
S
Le sculture realizzate nell’ambito dei Simposi internazionali di scultura in pietra
arenaria di Carniglia, iniziati nel 2000
con cadenza biennale, si trovano dislocate all’interno del tessuto urbano di Bedonia. Il Comune e l’Associazione culturale
Iter hanno istituito il Simposio di scultura in pietra arenaria di Carniglia, nel
2002 alla seconda edizione, per valorizzare anche dal punto di vista artistico, e
non solo produttivo, la pietra arenaria,
peculiarità territoriale della Val di Taro: si
tratta di una pietra particolarmente pregiata, di colore grigio intenso, che sin dall’inizio del XX secolo viene estratta vicino a Bedonia.
Nel 2000 la prima manifestazione ha avuto titolo La pietra scolpita: sono stati invitati 32 scultori, italiani e internazionali,
che hanno partecipato con un loro bozzetto, ma solo cinque sono stati invitati a realizzare la scultura finita. Lo stesso anno sono stati prescelti Gianantonio Cristalli,
Bon Gyu Lee, Olli Mantere, Sybille Pasche
e Jorge Romeo; nel 2002 il simposio ha
avuto come tema Una figura nella pietra…
e la partecipazione di 26 artisti, tra cui sono stati selezionati Massimo Canato, Ko
Jae Chun, Maria Goretti Alfonso Ortega,
Milena Taneva, Grazia Volanti. A latere
dell’evento sono state organizzate una mostra di sculture e una giornata di disegno
sulla pietra, tenutesi nel Centro civico del
Parco della Peschiera.
L’attività espositiva d’arte contemporanea,
a Bedonia, si divide tra i due centri, il primo sito nel paese, il cui centro storico si
presenta costituito da tre assi principali incentrati sulla chiesa parrocchiale, di origine
medioevale, risalente nella sua forma attua-
41
Provincia di Parma
le alla prima metà del XVII secolo; il secondo si trova all’interno del Parco della
Peschiera, dov’è visibile il settecentesco arco d’ingresso dell’antica possessione Silva,
ove si svolgono i Simposi biennali.
Tra le attività più recenti delle due sedi si ricordano le mostre di Giorgio Secchi, di Marija Rupreth e Roberta Cavalli.
Borgo Val di Taro
MUSEO DELLE MURA S E
titolarità: Comune di Borgo Val di Taro
via Cesare Battisti 82
43043 Borgo Val di Taro (PR)
tel. 0525/96796
www.valtaro.it
Aperto in giornate diverse a seconda
delle esposizioni; i feriali dalle 16.00 alle 19.30
e i festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00
alle 19.30
Si tratta di uno spazio museale, adibito a
sede espositiva, ricavato all’interno di alcune parti delle mura esterne quattrocentesche del paese, fatte realizzare per difesa da
Obietto Fieschi, e che circondano il nucleo
urbano con eleganti palazzi realizzati tra il
XVI e il XVIII secolo.
L’attività del Museo delle Mura è abbastanza intensa: in questa sede sono state realizzate prevalentemente mostre d’arte contemporanea a carattere monografico, per
Giovanni Costella, Graziano Bartolini,
Giorgio Bonici, Mario Madiai, Giovanna
Serventi, Mirella Costa e Mauro Davoli, e
alcune collettive come Intervallo paesaggi
italiani e Novecento 2000; nonché due retrospettive dedicate a Carlo Mattioli, Giorgio Morandi e Antonio Ligabue.
Collecchio
MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U
titolarità: Comune di Collecchio
viale Libertà 3
43044 Collecchio (PR)
tel. 0521/301126; fax 0521/301120
[email protected]
www.comune.collecchio.pr.it
www.collecchioonline.it
S
Il tessuto urbano di Collecchio s’è arricchito,
dal 2003, si sculture in pietra serena realizzate nell’ambito della prima Biennale Internazionale di Scultura Spettacolo.
La prima edizione di Serena. Biennale Internazionale di Scultura Spettacolo ha avuto luogo a Collecchio nel 2003 e si è svolta nel quartiere “Il Viale” dove cinque scultori hanno lavorato la pietra serena affinché le loro opere arricchissero artisticamente il tessuto urbano. Il
primo svolgimento di Serena ha avuto come
tema Il risveglio dell’uomo interpretato nelle valenze creative generate dal lavorare la pietra, riconosciute nella sua trasformazione da blocco
amorfo a forma scultorea. Gli artisti che hanno
partecipato a questa manifestazione sono Remo Belletti, Franco Daga, Kenneth Brickman
Metoxen, André Sandel e Nestor Vildoza.
Compiano
SALONE DEL MUNICIPIO S E
titolarità: Comune di Compiano
via M. Rossi Sidoli 3
43053 Compiano (PR)
tel. 0525/825125; fax 0525/825528
Il Salone è situato nella sede del Municipio
del paese, architettonicamente medievale e
caratterizzato dalla cinta muraria che racchiude strade strette e in salita, antichi palaz-
42
Provincia di Parma
zi e case torri ed è dominato dal Castello, che fiche e di pittura, proponendo collettive di
conserva gli arredi barocchi della marchesa artisti locali e monografiche, come quella del
Lina Raimondi Gambarotta e una collezione collecchiese Attilio Marchetti.
di oggetti massonici.
Dal 1991 Compiano ospita un’importante
manifestazione culturale quale l’assegnazione Langhirano
del premio letterario P.E.N., cui viene annual- CENTRO CULTURALE DEL COMUNE
DI LANGHIRANO S E
mente associata una mostra d’arte contempo- titolarità: Comune di Langhirano
ranea, di un artista che si sia espresso creativa- via Cesare Battisti 20
mente anche nella scrittura, e che si tiene nel 43013 Langhirano (PR)
Salone del Municipio. Hanno sinora esposto tel. 0521/351350-351352; fax 0521/351354
Salvatore Fiume, Enrico Baj, Emilio Tadini, [email protected]
Luciano Minguzzi, Tullio Pricoli, Floriano Bo- www.comune.langhirano.pr.it/online
dini, Aligi Sassu, Bruno Grassi, Mario Doni- Orari di apertura dal lunedì al venerdì dalle 8.30
zetti, Bruno Caruso e Giuseppe Ajmone.
alle 13.30 e dalle 14.30 alle 18.30; il sabato dalle
9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Collecchio
CENTRO CULTURALE VILLA SORAGNA S E
titolarità: Comune di Collecchio
Parco Nevicati
43044 Collecchio (PR)
tel. 0521/30111; fax 0521/301120
[email protected]
www.comune.collecchio.pr.it
Il Centro Culturale di Langhirano è assai attivo e, al suo interno, vi sono un’ampia sala
espositiva che ospita mostre d’arte contemporanea, la biblioteca comunale, la sala telematica, la fonoteca e la videoteca.
Le mostre che hanno avuto corso sono state sia
di carattere monografico che collettive, come
Giussani e Canetti, Agostino Monopoli e Alfa BeCentro polivalente adibito anche a esposizio- ta, una mostra quest’ultima che indagava la reni d’arte, ricavato negli spazi dell’ottocente- lazione del segno come scrittura tra pittura,
sca Villa Soragna dentro Parco Nevicati. Di scultura e fotografia.
proprietà Meli Lupi sino al 1963, essa è poi
passata al Comune che l’ha riattata con lavori di restauro che hanno messo in evidenza Parma
MUSEO AMEDEO BOCCHI M
gli affreschi con scene di mitologia, eseguiti titolarità: Fondazione Monte di Parma
sempre nel XIX secolo; all’interno sono ospi- Palazzo Sanvitale - strada Cairoli
tati diversi servizi culturali, come la bibliote- 43100 Parma (PR)
ca, l’informagiovani, l’emeroteca, l’archivio tel. 0521/228289-234166; fax 0521/209507
storico; nonché spazi destinati ad attività [email protected]
www.museobocchi.it
convegnistica e teatrale.
www.fondazionemonteparma.it
Le sale espositive, ai piani superiori della Villa, sono destinate a mostre artistiche che, nel Aperto da martedì a domenica, dalle 10.30
2004, si sono sviluppate in rassegne fotogra- alle 13.00. Chiuso il lunedì
43
Provincia di Parma
Il Museo Amedeo Bocchi è sito nel tardosettecentesco Palazzo Sanvitale, sede della
Fondazione Monte di Parma.
Il primo consistente ampliamento del palazzo, delle cui preesistenze si ha notizia
sin dal Duecento, risale al XVII secolo ad
opera del proprietario Alessandro Sanvitale, definitivamente poi riattato, nel 1787,
dall’architetto Angelo Rasori su progetto
di Domenico Cossetti. In seguito, il palazzo veniva affrescato e decorato a stucco
da vari artisti come Sebastiano Galeotti,
Grato e Giocondo Albertolli, Domenico
Muzzi, Carlo Bossi e J.B. Cousinet. Nel
1932 il palazzo veniva ceduto dal casato
Sanvitale all’ordine ecclesiastico delle Suore Figlie della Croce, poi, nel 1978, diventava residenza della Banca del Monte
di Parma, l’istituto che ha provveduto a
una delicata ed impegnativa campagna di
restauro dell’intero complesso e ha dato
vita a un polo museale che coniuga attività comuni tra la Fondazione e le amministrazioni pubbliche.
Il Museo Bocchi è stato costituito al piano
terra dell’edificio in seguito alla donazione
delle opere dell’artista da parte delle eredi
Rina Cabassi e Emilia Bocchi. Il museo è
composto da cinque sale a tema: le opere
del pittore parmense sono state suddivise
nei Ritratti di Bianca, Bozzetti e prove d’affresco per la Cassa di Risparmio di Parma, I
paesaggi, I ritratti di famiglia e Studi, disegni e bozzetti; quest’ultima sala completa il
museo monografico grazie all’ulteriore donazione delle eredi, avvenuta nel 2003.
Amedeo Bocchi (1883-1976) ha vissuto tra
la città emiliana e Roma, ma è rimasto fedele alle istanze internazionali recepite negli anni della sua formazione nella capitale,
ossia a quella linea di confine tra Simbolismo e Secessionismo, non esente dalla ricezione del francese fauvisme post impressionista variamente coniugato dagli artisti più
aggiornati della regione come Garzia Fioresi e Carlo Corsi; e in seguito rimaste, in filigrana, nei successivi lavori suggeriti dal
“ritorno all’ordine” della pittura del Novecento. La sua predilezione per l’interpretazione di tematiche sociali e della figura
umana, in particolare femminile, fu costante nel corso del lungo percorso testimoniato dalle opere del museo: Fior di loto, Bianca, La famiglia, Nudo femminile, Il
tè, La trebbia ed Esodo dimostrano la sensibilità e la qualità di questo artista emiliano
nell’aggiornare la pittura del territorio nel
delicato passaggio tra il XIX e il XX secolo.
Parma
MUSEO DELLA FONDAZIONE CASSA
DI RISPARMIO DI PARMA E MONTE
DI PEGNO SU BUSSETO R A
Palazzo Bossi Bocchi
strada al Ponte Caprazucca 4
43100 Parma (PR)
tel. 0521/532111; fax 0521/289761
[email protected]
www.fondazionecrp.it
Il Museo della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma e Monte di Pegno su Busseto ha sede nel cinquecentesco Palazzo Bossi Bocchi, riattato nel XIX secolo dall’allora proprietario Francesco Antonio Pelati;
nel 1894 Leonida Bocchi lo ampliava con
ulteriori ristrutturazioni su progetto dell’architetto Camillo Uccelli.
La Fondazione raccoglie testimonianze dell’arte parmense dal Seicento all’attualità. Il
44
Provincia di Parma
Novecento è rappresentato dalle opere pittoriche di Amedeo Bocchi, Daniele De
Strobel, Gianfranco Manara, Donnino
Pozzi e Bruno Zoni, mentre la scultura
contemporanea dalla collezione di bronzi,
marmi e gessi preparatori ai lavori monumentali di Luigi Froni.
La Fondazione promuove anche mostre
che valorizzino le proprie collezioni e la
cultura del territorio parmense, come le
monografiche Bruno Zoni. Opere 19301954; Bruno Zoni. La figurazione emozionata – gli anni ’50-’70; Luigi Froni. Ritratti dell’esistenza e Gianfranco Manara 19241993.
Parma
CENTRO STUDI E ARCHIVIO
DELLA COMUNICAZIONE (CSAC) A
titolarità: Università degli Studi di Parma
via Palermo 6 poi via Colorno
43100 Parma (PR)
tel. 0521/270847-270798; fax 0521/270832
[email protected]
www.unipr.it/arpa/csac/csachp.html
Aperto solo agli studiosi dal lunedì al giovedì
dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00;
il venerdì dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso sabato
e domenica
Fondato da Carlo Arturo Quintavalle, sin
dalla fine degli anni Sessanta all’Università
degli Studi di Parma, il CSAC viene ufficialmente riconosciuto nel 1986 con alle
spalle una cospicua attività d’archivio d’arti interdisciplinari, raccolta d’arte e centro
studi, il cui modello è riconducibile alle
collezioni universitarie degli Stati Uniti.
Fortemente centrato sugli sviluppi di ricerca dell’Istituto di Storia dell’Arte di Parma,
il CSAC si è primariamente caratterizzato
per la raccolta di materiali artistici riferiti
alla Pop Art, all’Informale e al rapporto tra
i media e i suoi fruitori; in seguito a ciò si
sono aperti altri filoni d’interesse per la
produzione artistica riferita a comunicazione, pubblicità, satira politica, moda e fotografia, architettura, disegno progettuale e
design, che hanno creato un rapporto
osmotico di tipo orizzontale, di matrice
culturale-antropologica, tra tutti i materiali raccolti dal CSAC; tutti leggibili trasversalmente come espressioni documentarie
dell’epoca e della civiltà contemporanea
cui si riferiscono.
Le sue vaste collezioni, dirette da Gloria
Bianchino, sono scaturite da un’intensa attività espositiva e da donazioni, e si dividono necessariamente in varie sezioni: nell’Arte sono presenti più di 1.200 dipinti,
200 sculture, 15.000 disegni, cartoni, tempere e arazzi. Nuclei significativi sono
quelli di opere di Mario Sironi, di Lucio
Fontana, di Arnaldo Pomodoro, ma anche
singoli pezzi testimoniano l’eccellente qualità delle raccolte, che spaziano dal locale
all’internazionale: sono conservati lavori di
Alberto Burri, Renato Guttuso, Renato Birolli, Carla Accardi, Afro Basaldella, Getulio Alviani, Franco Angeli, Enrico Baj, Vasco Bendini, Max Bill, Renata Boero, Rafael Canogar, Bruno Cassinari, Alik Cavaliere, Mario Ceroli, Pietro Consagra, De
Rocchi, Lucio Del Pezzo, Enrico Della Torre, Luciano Fabro, Giuseppe Ferrari, Tano
Festa, Giosetta Fioroni, Lucio Fontana, Attilio Forgioli, Pinot Gallizio, Garau, Garcia
Rossi, Marco Gastini, Franco Gentilini,
Giunni, Giorgio Griffa, Carlo Guenzi,
Pierluigi Lavagnino, Pompilio Mandelli,
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Provincia di Parma
Carlo Mattioli, Fausto Melotti, François
Morellet, Mattia Moreni, Ennio Morlotti,
Mario Nigro, Gastone Novelli, Giancarlo
Ossola, Padova, Giulio Paolini, Gianfranco
Pardi, Armando Pizzinato, Arnaldo Pomodoro, Concetto Pozzati, Mario Raciti, Mario Radice, Mauro Reggiani, Mimmo Rotella, Giuseppe Santomaso, Alberto Savinio, Emilio Scanavino, Mario Schifano,
Toti Scialoja, Atanasio Soldati, Giuseppe
Spagnulo, Emilio Tadini, Joe Tilson, Giuseppe Uncini, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Wolf Vostell, Xiao e molti altri.
La sezione Grafica comprende oltre 15.000
opere d’artisti italiani e di altri paesi; inoltre l’attenzione al campo dell’illustrazione
ha consentito la creazione di una raccolta
ove sono compresi 11.000 disegni di satira
e fumetto e 3.000 riguardanti periodici e
quotidiani.
La sezione del Progetto architettonico e del
design è formata da eccezionali archivi che
raggiungono più di un milione di disegni di
Gio Ponti, Ignazio Gardella, Giuseppe de Finetti, Pier Luigi Nervi, Figini e Pollini, Giuseppe Samonà e Marcello Nizzoli.
La sezione Fotografia è composta da oltre sei
milioni di pezzi formati da consistenti acquisizioni, come l’archivio integrale della romana Publifoto, Vasari e Tosi di Parma, mentre
nella sezione Spettacolo sono conservate
macchine da ripresa, pellicole e materiali
inerenti la progettazione filmica e scenografica; la sezione Moda comprende 70.000 disegni originali, tra cui modelli di Giorgio Armani, Krizia, Versace, Schubert, Lancetti e
Gianfranco Ferrè e nuclei di abiti, come
quelli di Walter Albini; e infine la sezione
Media, i cui materiali si riferiscono all’illustrazione e alla creazione di manifesti, testi-
moniata da diversi archivi tra cui si ricordano quelli di Sepo, Erberto Carboni e Anselmo Ballester.
L’attività espositiva e di ricerca del CSAC è
intensissima e, come spazio, si avvale del Salone delle Scuderie nel Palazzo della Pilotta:
le mostre nazionali e internazionali cui l’Archivio ha collaborato o che ha personalmente organizzato, dalla fine degli anni Settanta
all’attualità, sono più di 300; tale impegno
ha richiesto la creazione di specifiche collane
editoriali, prevalentemente a carattere monografico, che sviluppano ricerche e approfondimenti sugli artisti le cui opere sono
conservate al CSAC. In un’attività organizzativa che conta circa duecentocinquanta mostre in collaborazione con i più prestigiosi
istituti internazionali si ricordano alcune
delle principali collettive e monografiche,
dal 1978 al presente, realizzate a Parma come
Bruno Munari; Alfredo Chiappori;
Pericoli–Pirella; Sepo; Anselmo Ballester; Renato Calligaro; Walter Albini; Andrè Masson;
Giosetta Fioroni; Emilio Tadini; Remo Gaibazzi; Erberto Carboni. Dal Futurismo al
Bauhaus; Adriano Braglia; Bruno Zoni e Gastone Biggi.
Dal 1982 è in preparazione la nuova sede, attualmente in fase di riassetto, all’interno dell’antico complesso circestense, restaurato nel
XVIII secolo, dell’abbazia di Valserena (Paradinia). I vasti spazi di Paradinia consentiranno al CSAC di avere uno spazio funzionale e idoneo alla migliore valorizzazione del
suo patrimonio che, se fruito adeguatamente, svolgerà in maniera ottimale l’importante
attività educativa alla base della sua missione
e offrirà ulteriori stimoli all’approfondimento scientifico della conoscenza della civiltà
del Novecento e del Duemila.
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Provincia di Parma
Parma
PINACOTECA “G. STUARD” M
titolarità: Comune di Parma
via Borgo Parmigianino 2
43100 Parma (PR)
tel. 0521/231286; fax 0521/218875
[email protected]
www.comune.parma.it/pinacotecastuard
Aperto dalle 9.00 alle 18.30 tutti i giorni feriali; i
festivi dalle 9.00 alle 18.00. Chiuso il martedì
Dall’anno 2002 la Pinacoteca G. Stuard, diretta da Francesco Barocelli, trova sede nell’ex Monastero di San Paolo, convento benedettino alle cui preesistenze architettoniche
si coniugano le decorazioni pittoriche cinquecentesche del Correggio e di Alessandro
Araldi che incorniciano la collezione della
Pinacoteca, che espone oggetti e opere d’arte
che vanno dall’archeologia all’attualità.
Oltre alla Collezione di Giuseppe Stuard
(1790-1834), cui è stata intestata la Pinacoteca e di cui le opere da lui lasciate formano
il nucleo originario, nel museo è visibile un
piccolo segmento di opere dei periodi successivi del Novecento, frutto di donazioni e
acquisizioni che offrono prevalentemente
uno spaccato dell’arte contemporanea storica parmense e piacentina, con lavori di Giovanni Gaibazzi, Latino Barilli e Atanasio Soldati, Amedeo Bocchi, Daniele De Strobel,
Donino Pozzi, Walter Madoi, Osvaldo Bot,
Luciano Richetti, Ettore Ximenes, Giuseppe
Menozzi, Riccardo Fainardi, Paolo Baratta,
Giovanni Voltini, Aldo Antonelli, Giuseppe
Roboli, Umberto Concerti, Ugo Monica,
Silvio Barbieri, Giovanni Fabbi, Ferdinando
Silva, Giorgio Bandieri, Giovanni Bandieri,
Renzo Barilli e Giovanni Miglioli.
Per le esposizioni temporanee, la Pinacoteca G.
Stuard si avvale dell’attigua Galleria San Ludovico (cfr. scheda seguente) dove ha organizzato
mostre di Madoi, Gasparri e Francesco Barilli;
e delle Serre Petitot del Giardino Ducale dove
ha presentato i lavori di Carla Nadotti.
Parma
GALLERIA SAN LUDOVICO S E
titolarità: Comune di Parma
via Borgo Parmigianino 2/b
43100 Parma (PR)
tel. 0521/218669; fax 0521/231142
[email protected]
Aperta in occasione di mostre, dalle 10.00 alle
12.30 e dalle 16.00 alle 19.30. Chiuso il martedì
La Galleria San Ludovico fa parte del complesso monastico di San Paolo, costruito nel
X secolo; nel corso del Quattrocento e del
Cinquecento il monastero acquisì grande rilevanza e divenne un importante centro benedettino della città, impreziosito da affreschi di Alessandro Araldi e dal giovane Correggio che, nel 1518, vi dipinse la nota Camera di San Paolo. Progettata nella sua architettura attuale da Antonio Béttoli, la chiesa, che ospita l’odierna galleria, fu dedicata a
San Ludovico durante il regno di Maria Luigia; sconsacrata nel 1860, diveniva per lungo
tempo la sede di attività municipali.
Da qualche anno la chiesa è stata recuperata
a un uso più consono come spazio espositivo
coordinato dall’Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune di Parma. L’attività d’arte contemporanea più recente svoltasi in questo spazio riguarda una promozione prevalentemente volta alle emergenze artistiche locali come La collezione Carretta:
una passione per l’arte contemporanea a Par-
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Provincia di Parma
ma; Walter Madoi: la memoria donata; Il colorato volo del colibrì di Bruno Bricoli; Nino
Gasparri: il ritorno di un figlio; Installazioni
di Matteo Ferretti, Francesco Barilli: Dipingere è amare ancora e Pier Gatti: l’altra faccia del
pianeta; Bruno Barani. L’oro e il nero; Sara
Righi e Il kitsch di Roberto Orlandi.
ma; Iris Bourg En Presse a Parma; Addio al
Novecento; Una babele post moderna: realtà ed
allegoria nell’arte italiana degli anni ’90; La
collezione Carretta: una passione per l’arte contemporanea a Parma; e Jan Švankemajer Eva
Švankamajerovà. Animazione della memoria,
memoria dell’animazione.
Parma
PALAZZO PIGORINI S E
titolarità: Comune di Parma
via Repubblica 29
43100 Parma (PR)
tel. 0521/218967-218914; fax 0521/231142
[email protected]
www. comune.parma.it/pigorini
Parma
GALLERIA DEL TEATRO S E
titolarità: Comune di Parma
via Mameli 4
43100 Parma (PR)
tel. 0521/218968
Aperto durante le esposizioni dal martedì
alla domenica dalle 9.00 alle 19.00
Palazzo Pigorini nasce su una preesistenza assai più antica rispetto alle prime fonti che lo
documentano nella seconda metà del Settecento. Abitazione del poeta Angelo Mazza e
dell’esploratore Vittorio Bòttego, è ampiamente affrescato, con scene mitologiche, da
un artista riconosciuto nel romantico tardottocentesco Francesco Scaramuzza. Ai primi
del Novecento la proprietaria era Adriana Pigorini Lusignani che lo lasciava, nel 1980, al
Comune di Parma affinché fosse destinato,
in sua memoria, ad attività artistica museale
o similare.
Ristrutturato e messo a norma dal Comune
come sede espositiva per l’arte contemporanea a Parma, e coordinato da Manuela Saccani dell’Assessorato Attività Culturali e Teatrali, Palazzo Pigorini si è subito assai ben inserito nel tessuto culturale della città con
mostre di prestigio quali Salgado guarda Par-
La Galleria del Teatro è una porzione del Palazzo del Governatore, costruito nel 1283, sede del Capitano della Città e poi del Governatore e di magistrati del Comune. Il prestigioso
palazzo fu anche residenza di legati papali e
mantenne l’assetto medievale sino all’epoca
farnesiana; la sua facciata venne riattata da Ennemond-Alexandre Petitot durante il XVIII
secolo. Nel corso del tempo il Palazzo ha mantenuto immutata la sua destinazione pubblica
e oggi ospita diversi uffici comunali.
La Galleria del Teatro ha presentato alcune rassegne, prevalentemente fotografiche, come Vive libre. Fotografie di Lorenzo Ziliotti; L’Italia
che ride; Da L’Asino a ilbeccogiallo.com; Satira e
umorismo. Dai giornali del 1900 ai siti internet
del 2000; Città che cambia. Piazzale della Pace;
Frammenti istantanee di Pietro Chierici; nonché
la mostra dei due pittori parmigiani Stefano
Campori e Andrea Valenti, nell’ambito della
rassegna Sguardi. Non perdiamoci di vista,
organizzata dall’Assessorato alle Attività Culturali e Teatrali del Comune e l’Archivio Giovani Artisti di Parma e Provincia (cfr. pp. 48-49).
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Provincia di Parma
Parma
GALLERIA S. ANDREA S E
titolarità: Comune di Parma
via Cavestro 6
43100 Parma (PR)
Servizio Iniziative Culturali
tel. 0521/218663; fax.051/231142
[email protected]
Aperta in occasione di eventi espositivi
Spazio dedicato a mostre d’arte contemporanea, gestito dall’Assessorato Attività Culturali e Teatrali di Parma, è attivo da diverso
tempo e ha realizzato molte esposizioni tra
cui si ricordano le più recenti, come Alfredo
Chiapponi. “The horses”; I draghi di Sergio
Sergi e “Korri”; e Opere di Elio Corradini.
Parma
ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A
titolarità: Comune di Parma
via Saffi 6
43100 Parma (PR)
tel. 0521/384468-384469-384470
[email protected]
www.comune.parma.it/iniziativeculturali/content
/arte_palestra.htm
Orari di ufficio Archivio Giovani Artisti: dal lunedì
al venerdì, dalle 8.00 alle 13.00; lunedì e giovedì
anche dalle 15.00 alle 17.00
Inizialmente più orientato sulla ricerca giovanile in settori letterari, musicali e fotografici,
l’Archivio Giovani Artisti di Parma dell’Assessorato Attività Culturali e Teatrali collabora
con varie istituzioni tra cui il CSAC (Centro
Studi Archivio della Comunicazione cfr. pp.
44-45) e la Fondazione Monte Parma, l’editore Il Cavaliere Azzurro e gli Archivi dei giova-
ni artisti di tutta la Regione Emilia-Romagna,
con le quali ha coprodotto la rivista “La luna
di traverso” ed indetto numerosi concorsi.
L’attività dell’Archivio è rivolta a tutti i giovani che, con impegno e professionalità, vogliono dare testimonianza della loro espressione
creativa in ogni disciplina artistica: arti visive,
letteratura, musica, arti applicate, gastronomia, cinema, teatro, danza e fumetto.
Tra gli eventi realizzati dalla struttura si ricorda la mostra Briciole di Città dell’artista
Elisa Vignali e il progetto biennale per narratori e fotografi Città che cambia.
L’Archivio Giovani Artisti di Parma fa parte
del circuito GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), coordinamento istituito
nel 1998 che si propone il supporto, la documentazione e la promozione del lavoro dei
giovani artisti della regione. Il GA/ER è
composto dalla Regione Emilia-Romagna e
dalla maggior parte dei Comuni del territorio, Bologna, Ferrara, Forlì, Modena, Parma
e Reggio Emilia, che hanno istituito centri
volti alla crescita della creatività dei giovani
artisti di ogni luogo la cui età sia compresa
tra i diciotto e i trentacinque anni ed è inserito all’interno del circuito G.A.I. (Giovani
Artisti Italiani).
Le attività hanno luogo nella Galleria Palestra, spazio-laboratorio ricavato nell’ex palestra della scuola media “Pascoli” ed utilizzato dall’Archivio Giovani Artisti. La galleria non si configura come un tradizionale
luogo espositivo, ma come uno spazio dotato di grande flessibilità e punto d’incontro e di scambio tra le varie realtà dell’arte
giovanile. Esso mantiene vivo l’intendimento della sua origine quale luogo d’allenamento individuale e collettivo, non più
fisico ma intellettuale; è estremamente in-
49
Provincia di Parma
terattivo e le attività che ospita spaziano
dalle arti visuali al design, dal teatro alla
danza, dalla musica alla letteratura, toccando tutte le espressioni artistiche della contemporaneità.
Parma
ARTE PARMA S F
titolarità: Parma Fiere
via F. Rizzi 67/a
tel. 0521/9961; fax 0521/996270
43031 Baganzola – Parma (PR)
www.fiere.parma.it
Dopo aver ospitato per sette anni Museum
Parmainarte e Artisti in fiera, l’Ente Fiere
di Parma ha racchiuso in un’unica proposta
il salone fieristico dedicato all’arte contemporanea con Arte Parma, che ha luogo, annualmente, dal 2004. Questa nuova edizione è divisa in tre sezioni: una dedicata al
Novecento storico, una riservata al contemporaneo dell’attualità, dal secondo dopoguerra in poi, mentre la terza propone i
giovani artisti. Tali mostre mercato, ove le
gallerie private sono selezionate da un’apposita commissione, sono un’ottima occasione per la conoscenza effettiva dell’attualità artistica nazionale e internazionale, e
creano dinamiche d’incremento collezionistico nel territorio.
Soragna
GRAN PREMIO NAZIONALE SORAGNA m p
titolarità: Comune di Soragna
Palazzo delle Scuole
43019 Soragna (PR)
tel. 0524/597246-597909; fax 0524/597973
[email protected]
www.comune.soragna.pr.it
Il Gran Premio Nazionale Soragna è indetto dal Comune, in collaborazione con l’Associazione Famiglia Soragnese e il Circolo
Arte e Cultura di Parma e il patrocinio dalla Provincia. Si tratta di un premio acquisto, iniziato nel 2000 e giunto alla sua
quarta edizione, che l’Amministrazione offre a pittori, scultori, grafici e ceramisti,
anche internazionali per la realizzazione di
opere a tema contestualizzate alla cultura
del territorio locale. Quest’anno, il soggetto sul quale gli artisti sono stati invitati ad
esprimere la loro creatività è legato alla
musica di Giuseppe Verdi e al legame che
essa ha con le terre del compositore; una
particolare attenzione è stata riservata alle
opere realizzate in stile naïf che narrano
scorci del paese di Soragna.
Traversetolo
MUSEO “RENATO BROZZI” M
titolarità: Comune di Traversetolo
Palazzo Comunale, piazza Vittorio Veneto 30
43029 Traversetolo (PR)
tel. 0521/344511; fax 0521/344550
[email protected]
www.comune.traversetolo.pr.it
Aperto tutti i giorni e domenica dalle 9.00
alle 12.30 e su prenotazione. Chiuso il lunedì
Il museo monografico ha sede al secondo
piano della residenza municipale di Traversetolo ed è stato costituito grazie alla donazione di opere d’arte, beni documentari e
strumenti di lavoro dell’artista locale Renato Brozzi (1885-1963); ed è previsto il suo
inserimento all’interno del costituendo
Centro Culturale La Corte, in piazza Vittorio Veneto.
50
Provincia di Parma
Artista di stampo verista, Brozzi non si
discostò mai, nel corso della sua attività
di pittore, scultore ed orafo, dall’impostazione accademica tardo ottocentesca improntata ad un sinuoso naturalismo, pur
raggiungendo esiti di buona qualità nei
suoi lavori aggiornati al movimento inglese Arts and Crafts, tanto che i suoi
bronzi furono spesso premiati. Allievo di
Daniele De Strobel e Cecrope Barilli e sodale di Amedeo Bocchi al corso di pittura dell’Accademia di Belle Arti di Parma,
egli primariamente predilesse la scultura e
l’oreficeria, che realizzò nel tempo con
particolare raffinatezza e sapienza tanto
da incantare Gabriele D’Annunzio, il suo
maggior committente e amico dal 1920,
anno in cui si strinse il rapporto tra l’artista e il letterato: Brozzi divenne in tal
modo l’artefice di numerose opere per la
casa del poeta di Gargnasco a Gardone e
di diversi pezzi di piccola e grande scultura come la Coppa del Benaco, la Coppa
del liutaio, la Testuggine Cheli, la Vittoria
Navale, la cui gemella connota il Municipio di Traversetolo.
La collezione del museo testimonia la vita, le opere e gli interessi di Brozzi attraverso sezioni di pittura, scultura, la sua biblioteca, composta da libri, spartiti musicali, opuscoli, riviste, e dal cospicuo carteggio Brozzi - D’Annunzio. Il suo percorso pittorico è articolato in generi figurativi come esercitazioni accademiche e studi di nudo, animali, paesaggi, ritratti e studi preparatori, la scultura è, invece, divisa
per diversità tipologica in bronzi, placchette, medaglie e monete, targhe e medaglioni a sbalzo.
Traversetolo (Mamiano)
FONDAZIONE MAGNANI ROCCA. RACCOLTA
D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA M
titolarità: Fondazione Magnani Rocca
via Fondazione Magnani Rocca 4
43030 Mamiano di Traversetolo (PR)
tel. 0521/848327-848148; fax 0521/848337
[email protected]
www.magnanirocca.it
Aperto da marzo a novembre; dalle 10.00 alle
18.00, chiuso il lunedì
Nata nel 1977 per la volontà del letterato,
musicista e collezionista Luigi Magnani, in
ricordo dei genitori Giuseppe e Eugenia
Rocca, la Fondazione ha aperto al pubblico
nel 1990 la Villa Magnani con le sue notevolissime raccolte d’arte antica e moderna e
circondata da un parco romantico all’inglese
con vegetazione nostrana ed esotica plurisecolare. Nel 1904 l’architetto milanese Antonio Citterio finiva l’ampliamento dell’edificio, che risale a una committenza farnesiana
del XVII secolo, lasciando traccia della sua
peculiare impronta stilistica neo barocchetta
fin de siècle; nel 1965 veniva chiamato l’architetto bolognese Leone Pancaldi ad ingrandire la villa e la serra in funzione della
collezione d’arte e della biblioteca di Luigi
Magnani, la cui famiglia si era insediata a
Mamiano sin dal 1941.
La Fondazione è stata costituita e costruita
nel massimo rispetto degli intendimenti che
ispirarono il collezionista letterato, ossia
quelli di una casa-museo che rimandi e mantenga il più possibile l’atmosfera di chi l’ha
abitata. Anche gli ulteriori riattamenti per
l’apertura al pubblico delle collezioni d’arte e
l’attività espositiva, avvenuti nel 1990 ed eseguiti dagli architetti bolognesi Carlo De An-
51
Provincia di Parma
gelis, Paolo Nannelli e Roberto Scannavini,
sono stati fatti nel massimo rispetto della vocazione originaria della Fondazione.
Le opere raccolte da Luigi Magnani, conservate da Stefano Roffi, rispecchiano diverse tipologie tra cui significativi esempi di pittura
antica, moderna e contemporanea, scultura,
mobili, arredi e suppellettili varie, dislocate
per i piani della sede, in un rimando di suggestioni che evocano il mondo intellettuale e
culturale del fondatore.
La raccolta contemporanea va dall’Espressionismo francese fino all’Informale con capolavori dei maggiori artisti italiani, europei e
americani; vi sono alti esempi d’Espressionismo francese, Cubismo, Metafisica, Movimento di Novecento, Scuola romana e Realismo italiano testimoniati da Henri Matisse,
Georges Braque, Gino Severini, Giorgio de
Chirico, Carlo Carrà, Giorgio Morandi, Filippo de Pisis, Arturo Tosi, Mario Mafai, Orfeo Tamburi, Toti Scialoja, Piero Sadun, Renato Guttuso, Nicolas de Staël, Leoncillo,
Carlo Mattioli, Alberto Burri, Gianni Dova,
Wols, Jean Fautrier, Hans Hartung e Giacomo Manzù.
In seguito all’ultimo adattamento architettonico, la Fondazione ha iniziato una prestigiosa attività espositiva anche nell’ambito
dell’arte contemporanea, sono state organizzate le mostre La pittura in Liguria tra
Ottocento e Novecento, valorizzando opere
non visibili al pubblico della Galleria d’Arte Moderna di Genova e documentando lo
sviluppo delle avanguardie tra Otto e Novecento tra tradizione e innovazione; La Collezione Barilla d’Arte Moderna, che ha testimoniato la grande passione collezionistica
della famiglia d’industriali parmensi la cui
raccolta si compone di opere di pittura e
scultura dei maggiori artisti italiani e internazionali del Novecento; Nicolas de Staël,
monografica sull’attività dell’ultimo periodo dell’artista caratterizzato da un nuovo
confronto con la realtà attraverso la poetica
informale, in seguito all’abbandono del lessico astratto; Carlo Mattioli. Opere 19381993, un tributo antologico all’artista emiliano; e Jean Fautrier e l’informale in Europa, grande contestualizzazione del lavoro
dell’artista francese nell’ambito della stessa
poetica informale e confrontata tra diversi
autori internazionali nelle varie declinazioni stilistiche. Tutte le mostre organizzate
dalla Fondazione traggono spunto dalla valorizzazione di un’opera di un artista della
raccolta Magnani riletta attraverso nuovi ed
inediti percorsi storico-artistici.
52
Provincia di Reggio Emilia
Bibbiano
L’OTTAGONO. ARTE CONTEMPORANEA S E
titolarità: Comune di Bibbiano
piazza Chiesa 2
42021 Bibbiano (RE)
tel. 0522/882746
Aperta in occasione delle mostre, dal venerdì
a domenica, dalle ore 16.00 alle 19.00
Sala comunale polivalente adibita a mostre d’arte contemporanea, collettive e personali. Recentemente l’Ottagono ha ospitato le esposizioni
L’arte grafica nell’arte contemporanea reggiana, la
monografica di Francesco Manara, gli Artisti
iperrealisti Marco Arduini e Sarah Setchfield e i
lavori di Claudia Bianchi, Nicla Ferrari, Mariangela Guatteri, Clelia Mori, Silvia Nironi,
Sonia Possentini, Barbara Quinti e Daniela Sighicelli. L’Ottagono è stato, inoltre, una delle sedi della manifestazione Intonarumori – Terremoto Rock, concorso musicale, letterario ed artistico volto a far emergere, a livello interdisciplinare, la creatività giovanile del territorio reggiano e
promosso dal coordinamento regionale
GA/ER; a tale evento è stata affiancata una mostra collettiva di neoartisti come Matteo Beltrami, Massimo Catellani, Pietro Iori, Giovanna
Magnani, Angelo Montanari e Federico Vecchi.
Boretto
CASA MUSEO PIETRO GHIZZARDI
“AL BELVEDERE” M
titolarità: privato
via De Rossi 27/b
42022 Boretto (RE)
tel. 0522/965146
[email protected]
www.pietroghizzardi.it
Da marzo ad aprile, aperta venerdì, sabato
e domenica dalle 10.00 alle 17.00; gli altri giorni
apertura su prenotazione
Gestita dalla nipote del pittore, Nives Ghizzardi, la Casa Museo Pietro Ghizzardi è interamente dedicata all’attività retrospettiva
dell’artista ed è allestita all’interno dell’antica abitazione di famiglia.
Pietro Ghizzardi (1906-1986) ha avuto un lungo itinerario, letterario, pittorico, scultoreo e
grafico sempre all’interno dell’arte naïf, con peculiarità, tipicamente padane, sono state da lui
declinate, inizialmente, con uno stile espressionista venato di “terribilità romantica” che, via
via, si è sempre più semplificato in una disposizione stilizzata ed ingenua; e con una particolare predilezione per la ritrattistica coeva. Le sue
qualità sono state riconosciute assai tardi, dopo
una vita vissuta nella campagna dipingendo
con colori naturali e su supporti assai poveri:
nel 1977 riceveva il Premio letterario Viareggio
con la sua autobiografia e in seguito anche la
sua pittura veniva riconosciuta a livello internazionale con mostre antologiche tenutesi in Italia, Francia, Germania e Inghilterra.
Cavriago
SALA MOSTRE COMUNALE S E
titolarità: Comune di Cavriago
piazza Don G. Dossetti 1
Centro Culturale Comunale
piazza Zanti 4
42025 Cavriago (RE)
tel. 0522/ 371835-373469; fax 0522/575770
[email protected]
www.comune.cavriago.re.it
Aperta, in occasione delle mostre, il mercoledì,
il sabato e la domenica dalle 10.30 alle 12.30
e dalle 15.30 alle 18.30; martedì, giovedì
e venerdì dalle 15.30 alle 18.30. Chiusa il lunedì
La Sala Mostre Comunale di Cavriago
svolge un’interessante attività espositiva
53
Provincia di Reggio Emilia
d’arte contemporanea e fotografia in collaborazione con il Centro Culturale del Comune nato nel 1980. La Sala Mostre ha
ospitato le personali di Titina Maselli, nel
1988, di Giovanni Menada, nel 1989, di
Vincenzo De Moro, Daniela Mugnaioli e
Carlo Serafini presentati da Toti Scialoja,
nel 1990 e, nello stesso anno, di William
Catellani; di Piergiorgio Colombara, nel
1994, la retrospettiva postuma dell’artista
cavriaghese d’adozione Ugo Sterpini, nel
2000, e i lavori di Giordano Montorsi; per
quanto riguarda la fotografia si ricordano
le mostre di Giancarlo Pradelli e Marco
Manfredini. Ogni mostra è accompagnata
da un catalogo, fruibile in loco.
Correggio
MUSEO CIVICO “IL CORREGGIO” M
titolarità: Comune di Correggio
corso Cavour 7
42015 Correggio (RE)
tel. 0522/693296-691806; fax 0522/641105
[email protected]
www.museo.comune.correggio.re.it
Aperto dalle 10.30 alle 12.30 e dalla 15.30 alle
18.30 di ogni domenica del mese. Nei feriali su
prenotazione per gruppi
Riaperto nel 2004, il Museo Civico “Il
Correggio” trova sede nel Palazzo dei Principi, principale edificio del Rinascimento
locale, terminato nel 1508.
Le collezioni comprendono le raccolte comunali d’arte antica dal XV al XIX secolo,
una prestigiosa collezione di arazzi brussellesi della fine del XVI secolo ed una piccola collezione di opere del Novecento, frutto di donazioni ed acquisizioni nel corso
del tempo. Essa presenta oli, terrecotte, incisioni e grafiche di autori locali, tra i quali Raimondo Giovanetti, Normanno Gobbi, Carmela Adani,Verter Ghidini, Emilio
Meulli, Enrico Montessori, Enrico Bertolini, Pier Giacinto Terrachini, Bruto Terrachini; e alcuni lavori di artisti del territorio
regionale come Lorenzo Ceregato, Giannone, Bartoli, Giuseppe Zigaina, Renzo
Vespignani, Bruno Cassinari, Marino
Mazzacurati, Corrado Tiradini, Antonio
Carbonati.
Per le esposizioni temporanee, il Museo si
avvale delle adiacenti sale della Galleria di
Palazzo dei Principi, inaugurate con una
mostra monografica dedicata al fotografo
Franco Fontana.
Castelnovo di Sotto
MUSEO DI SCULTURA ALL’APERTO S U
titolarità: Comune di Castelnovo di Sotto
piazza IV Novembre 1
42024 Castelnovo di Sotto (RE)
Ufficio Cultura tel. 0522/485736
[email protected]
www.comune.castelnovo-di-sotto.re.it
S
In seguito al I° Simposio Internazionale di
Scultura, tenutosi a Castelnovo di Sotto
nella primavera del 2003 su curatela di
Marzio Dall’Acqua, l’Amministrazione comunale ha ritenuto che le opere, realizzate
dai sei scultori internazionali invitati diventassero patrimonio della comunità quale arricchimento del tessuto urbano del
luogo, integrandosi con l’architettura preesistente, antica e moderna. Le sculture, realizzate con materiali diversi, sono state collocate in luoghi strategici del paese, da via
Gramsci a piazza Prampolini, da Parco
54
Provincia di Reggio Emilia
Rocca a via della Repubblica sino ad arrivare a viale Sant’Andrea. I sei scultori nazionali e internazionali di riconosciuta professionalità che hanno lavorato “a cielo
aperto” sculture monumentali, diventate,
poi, parte del patrimonio artistico pubblico diffuso tra l’architettura del luogo sono
Bonaventura Anson, Gino Corsanini, KohEmon Hattori, Yann Liebard, Vasco Montecchi e Patrizio Zona, che con la loro creatività hanno coinvolto l’intera comunità in
un processo artistico di valorizzazione culturale del proprio territorio.
Gattatico
MUSEO CERVI M
titolarità: Istituto Alcide Cervi
via F.lli Cervi 9
42043 Praticello di Gattatico (RE)
tel. 0522/678356; fax 0522/477491
[email protected]
www.fratellicervi.it
È aperto tutto l’anno dal martedì alla domenica,
chiuso il lunedì feriali. Dal 1 aprile al 30
settembre, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00
alle 19.00. Dal 1 ottobre al 31 marzo: dalle 9.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30
Il Museo Cervi si sviluppa all’interno della casa colonica che sorge sul podere
Campi Rossi, che fu di proprietà di Alcide Cervi, nonché teatro dell’eccidio dei
suoi sette figli, fucilati dai nazifascisti per
la loro attività di resistenza il 28 dicembre 1943.
Nato nel 1972 il museo si configura come museo della Resistenza, fortemente
voluto da Alcide sin dal 1964, di cui perpetua i valori attraverso la memoria degli
oggetti e dei documenti della famiglia
Cervi, ma anche attraverso una collezione
d’arte del Novecento quale testimonianza
dell’impegno civile di tanti artisti alla lotta antifascista. Si tratta di tre nuclei comprensivi di più di duecento opere di pittura, scultura e grafica che vanno dal secondo dopoguerra al presente e vertono
sui temi della Resistenza e della lotta sociale ed evocano la tragedia della strage
Cervi e della vita della famiglia a Gattatico; e infine vi sono lavori artistici di denuncia del nazifascismo.
Tra i “quadri di resistenza e di lotta” troviamo dipinti di Ligio Tani, Tono Zancanaro, Armando Pizzinato, Alberto Cavallari, Renzo Grazzini, Ennio Calabria, Renato Guttuso, Renzo Bussotti, Ernesto
Treccani, Nando Negri, Ferdinando Farulli, Aldo Borgonzoni, Gino Covili, Arnaldo Bartoli; la “memoria dei Cervi” è
documentata visivamente da Luigi Bront,
Nello Leonardi, Lorenzo Ceregato, Anatoli Tarassov, Nicolaj Zukov, Nino Squarza, Nani Tedeschi, Amadeo Bellodi, Jucci
Ugolotti, Omero Ettorre, Mario Novellini, Achille Incerti, Enrico Manicardi; il
“racconto popolare” è narrato con poetica
naïf da Pantaleone, Ninetto Baracchi, Dino Fiorini, Corinto Bonazzi, Franca Restelli, Luisa Imbeni, Toni Roggeri, Elena
Guastalla e Adele Casoli.
Nel museo vi è anche la Sala della Solidarietà adibita ad esposizioni temporanee,
ove, nel 2004, si è tenuta la mostra Korri e
gli altri: territori dell’arte, poetiche a confronto, che documenta e pone a confronto
le ricerche artistiche del parmigiano Elio
Corradini con autori reggiani.
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Provincia di Reggio Emilia
Gualtieri
MUSEO DOCUMENTARIO E CENTRO STUDI
ANTONIO LIGABUE E DONAZIONE
UMBERTO TIRELLI M
titolarità: Comune di Gualtieri
Palazzo Bentivoglio
piazza IV Novembre
42044 Gualtieri (RE)
tel. 0522/828696-221829; fax 0522/828444
[email protected]
www.po-bassareggiana.com/tur/gualtieri/
museo_Ligabue.htm
Nei giorni feriali si visita per appuntamento;
festivi dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18.
Periodi di apertura: tutto l’anno, esclusi i mesi
di gennaio, febbraio e agosto
Istituito nel 1988 il Museo Ligabue è stato
allestito all’interno della Sala di Giove di Palazzo Bentivoglio sito al centro della piazza
del paese, piccolo centro assai attivo e prospero durante l’epoca rinascimentale. Il palazzo veniva eretto tra il 1594 e i primi anni
del ’600 da Ippolito, primogenito di Coneglio, discendenti della famiglia Bentivoglio
d’Aragona; dopo alterne vicende, nel 1726,
esso risultava essere ancora integro, mentre
nel 1751 i tre quarti del palazzo erano demoliti per arginare le piene del Po.
Al fine di valorizzare l’opera del pittore naïf Antonio Ligabue (1899-1965) e degli artisti a lui
affini, quali Bruno Rovesti e Pietro Ghizzardi
(cfr. p. 52), la collezione del museo ha raccolto
quanto più possibile sull’autore: essa è prevalentemente documentaria, con multipli scultorei, fotografie, stampe e numerosa pubblicistica
di promozione, ma conta tre dipinti originali e
alcune sue prove d’autore come incisioni.
La collezione di oli, disegni, chine e tempere
che il sarto Umberto Tirelli donò al suo paese nativo è ora esposta nella Sala d’Icaro del
palazzo, dove si possono ammirare più di
cinquanta lavori d’artisti del Novecento tra
cui Balthus, Renato Guttuso, Fabrizio Clerici, Marino Mazzacurati, Felice Casorati,
Giorgio de Chirico e Giacomo Manzù; nonché due costumi realizzati dallo stilista per
l’opera teatrale Enrico IV di Luigi Pirandello
e per il film Ludwig di Luchino Visconti.
All’interno del Palazzo Bentivoglio è anche sita la Sala dei Falegnami, spazio polivalente
adibito a esposizioni temporanee. Luogo deputato, un tempo, alla lavorazione del legno, la
Sala ospita attualmente rassegne d’arte contemporanea prevalentemente locale. Hanno
esposto Luciana Notari, Adele Novellini, Franco Mora, Mario Ferrario e Gian Luca Artoni.
Guastalla
MUSEO DELLA CITTÀ M
titolarità: Comune di Guastalla
42016 Guastalla (RE)
tel. 0522/839759-839762; fax 0522/839756
[email protected]
www.comune.guastalla.re.it
Aperto il sabato dalle 15.00 alle 18.30;
la domenica dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 15.00
alle 18.30. Da martedì a sabato mattina le visite
sono su prenotazione per singoli e gruppi.
Chiuso il lunedì
Il Museo della Città si trova nell’ex pretura
di corso Garibaldi, edificio storico ristrutturato appositamente per questa nuova destinazione d’uso, ubicato di fronte alla Biblioteca “Maldotti”, grazie alla cui preziosa collaborazione l’istituto è stato costituito.
Alcune espressioni artistiche del XX secolo trovano spazio nella quarta sala, dedicata ai materiali della storia e della cultura contemporanea
raccolte in forma di miscellanea commentata a
56
Provincia di Reggio Emilia
fini didattici che fornisce diverse interpretazio- Il Museo, unico in Italia dedicato all’arte
ni per una lettura delle vicende più recenti del- naïf, ha sede nell’ex Convento degli Agostil’arte e della cultura della città e del territorio. niani, edificio del Quattrocento con preziosi
affreschi, sito lungo la strada che collega
Luzzara a Suzzara. Più volte riattato nel corGuastalla
so dei secoli, il convento fu trasformato in
RACCOLTA MUSEALE DELLA BIBLIOTECA
ospedale nel 1824 da Maria Luigia duchessa
“MALDOTTI” R A
di Parma, Piacenza e Guastalla; tale destinatitolarità: Fondazione Biblioteca Maldotti
zione d’uso veniva poi mantenuta anche dai
via Garibaldi 54
successivi proprietari, i Lodigiani. Donato
42016 Guastalla (RE)
tel. 0522/826294; fax 0522/434058
alle Opere Pie di Luzzara, fu usato come [email protected]
fermeria e Casa di Riposo sino al 1978, anwww.municipio.re.it
no in cui fu destinato all’esposizione delle
opere vincitrici del Premio Nazionale Arti
Aperta dal lunedì al venerdì, dalle 14.00 alle
18.00; sabato e domenica solo su appuntamento Naïves “Cesare Zavattini”. Il premio, nato
su idea dello scrittore giornalista e sceneggiaAperto nel 1934, il museo è annesso alla biblio- tore nativo di Luzzara, è istituito dal 1967 ed
teca storica. La sezione del Novecento conclu- è ampiamente sostenuto dalle amministrade il percorso della pinacoteca, le cui collezioni zioni pubbliche del territorio regionale. Nel
sono tipologicamente composite e compren- museo sono state raccolti, ordinati ed esposti
dono opere realizzate dal XVII al XX secolo, ogni genere di documenti, che testimoniano
con una sezione naïf e più di duecento lavori tra l’attività naïf locale, nazionale e internaziodipinti, sculture e oggetti lasciati da Nevio Iori, nale: quadri, disegni, sculture, incisioni, listudioso della corrente figurativa padana.
bri, giornali, riviste, film, fotografie, cataloghi, nastri magnetici, diapositive compongono un unicum tematico riguardante questa
poetica artistica del Novecento, all’insegna
Luzzara
della genuinità originaria, primitiva e selvagMUSEO NAZIONALE DELLE ARTI NAÏVES
“CESARE ZAVATTINI” M
gia del linguaggio artistico, che ha trovato,
titolarità: Comune di Luzzara
nelle campagne della “bassa padana” tra Parvia Villa Superiore 29
ma e Reggio Emilia, un terreno di crescita
42045 Luzzara (RE)
particolarmente fertile.
tel. 0522/977283-977667; fax 0522/224830
Vi sono opere, acquisite tramite premio, di
[email protected] oppure [email protected]
Carmelina Alberino, Ferruccio Bolognesi,
www.naives.it/index.asp
Pietro Ghizzardi, Enrico Fereoli, Francesco
Il museo è aperto da martedì a venerdì, la
Galeotti, Enzo Pontiroli, Fernando De Anmattina. Per scuole e gruppi organizzati solo su
gelis, Mario Bortolami, Gino Covili, Norprenotazione. Chiuso sabato, domenica e lunedì
Nel periodo della rassegna Premio Nazionale delle berto Proietti, Eugenio Pieraccini, Bruno
Rovesti, Enrico Fereoli, Maria Grazia CeseArti Naïves, la mostra è visitabile da martedì a
lin, Carlo Sartori, Benito Beltrami, Graziolivenerdì dalle 15.30 alle 18.30
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Provincia di Reggio Emilia
na Rotunno, Lorenzo Lovo, Antonio Donati, Elena Guastalla, Bruno Bricoli, Annunziata Scipione, Amelia Pardo, Ivo Spaggiari,
Marisa Gramola, Belluzza Vergara, Giuseppe
Boschetti, Nino Giovanni Brescia, Ferruccio
Carretti, Luigi Pillitu, Sergio Subazzoli, Dino Daolio (Duren), Roberto Sguanci, Ninetto Baracchi, Paolo Bedoni, Mario Bagat,
Giovanni Canonica, Mario Ortolani, Salvatore Carmagno, Carlo Soricelli, Ivo Spaggiari (Pantaleone), Albino Bertagna, Angelo
Galli, Elio Nava, Marco Berlanda, Antonio
Capuzzo, Fausto Bianchini, Luigi Pillitu,
Franca Arleoni, Franco Mora, Cesare Novi,
Guido Vedovato, Giovanni Canonica e del
Gruppo Itinerante Murales Naïfs. Sono stati, inoltre, donati al museo lavori di Ugo
Astarita, Enrico Fereoli, Alceo Poltronieri e
Pietro Ghizzardi; e si può ammirare anche
un’opera, in deposito, di Antonio Ligabue.
Il Premio per le Arti Naïves, fondato nel
1967 da Renato Bolondi, su idea di Cesare
Zavattini, ha cadenza annuale, è a carattere
nazionale e, sino alla XII edizione, itinerante
in regione e in Lombardia; sono stati istituiti
tre premi, la Medaglia del Presidente della Repubblica, la Medaglia d’oro e la Sala omaggio,
con i quali sono riconosciute, da una Giuria
competente e da un pubblico coinvolto, le peculiarità artistiche dei migliori artisti che operano con stile naïf. Gli artisti in concorso non
possono presentare più di tre opere a testa, che
sono esposte nella rassegna e pubblicate in catalogo. Dal 1967 ad oggi hanno vinto artisti
come Carmelina Alberino, Ferruccio Bolognesi, Pietro Ghizzardi, Bruno Rovesti, Irene
Ivrea, Gino Covili, Mario Bortolami, Francesco Galeotti, Graziolina Rotunno, Elena Guastalla, Maria Andruszkievicz, Bruno Colibri,
Aldo Ordavo, Efisio Cadoni, Lorenzo Lovo,
Alceo Poltronieri, Ivonne Melli, Giovanni
Lazzarini, Luigi Pillitu, Laura Moruzzi, Albino Menozzi, Giuseppe Boschetti, Francesco
Galeotti, Gianfranco Savazzi, Elena Guastalla,
Brenno Benatti, Antonio Donati, Ninetto Baracchi, Enrico Fereoli, Adorno Bonciani, Antonio Montanari, Anna Antola, Anselma Ferrari, Carlo Soricelli, Fiancarlo Ferrari, Anna
Antola, Aldo Verzelloni, Francesco Montruccoli, Marco Berlanda, Franca Arleoni, Rosari
Lattuca, Alberto Guerzoni, Gianni Franceschini, Clara Salardi, Elio Nava, Franca Pantaleoni, Natale Fornasari, Silvano peruzzi, Narciso Bononi, Carlo Moretti, Massimo Giovanelli, Maria Rita Brunazzi, Ivo Spaggiari “Pantaleone”, Eugenio Floreancig “Eughen”, Franca Giovannini e Carlo Moretti. Il Premio per
le Arti Naïves è alla sua XXXVI edizione ed è
stato affiancato, nel 2004, da un’ampia mostra
retrospettiva di Ottone Rosai.
Montecchio
TORRE DEL CASTELLO DELLA ROCCA.
GALLERIA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Montecchio
piazza della Rocca
42027 Montecchio Emilia (RE)
tel. 0522/861861; fax 0522/860866
[email protected]
Palazzo del Municipio
piazza della Repubblica 1
tel. 0522/864546; fax 0522/863066
Aperto il sabato dalle 15.30 alle 18.30; i festivi
dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 18.30
Orari d’apertura della sede del Municipio, dal
lunedì al sabato dalle 8.00 alle 13.30
La Galleria civica d’arte contemporanea ha
sede nella Torre del Castello medievale, costruito nel sesto decennio del XIII secolo,
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Provincia di Reggio Emilia
edificio militare d’età matildica che aveva la
funzione d’avamposto di difesa.
La scelta di collocare la Galleria d’arte moderna negli spazi della Torre del Castello, recentemente restaurato, corrisponde a una tendenza,
tipica ormai del nostro territorio, di valorizzare la continuità dell’arte del passato con la contemporaneità, coniugando architetture e decorazioni antiche con l’arte dell’attualità.
Il patrimonio artistico permanente del Comune di Montecchio si disloca tra la Galleria e gli
uffici della sede del Comune e comprende
opere di carattere storico sociale, con Giovanni Battistini, un lavoro realista di William Catellani, il libro d’artista, poeticamente informale, di Alfredo Chighine, diversi quadri realizzati con simbolismo postmoderno da Omar
Galliani e Vettor Pisani e alcune sculture d’ispirazione poverista di Graziano Pompili.
L’attività promozionale della Galleria, coordinata da Mario Bernabei, è stata intermittente, ma assai interessante e legata, soprattutto,
alla provincia reggiana ed a quelle limitrofe: si
ricordano le collettive Arte in Provincia: l’attività artistica negli anni ’70 e ’80 tra Modena,
Reggio Emilia e Parma; Ultimo decennio: arte
contemporanea vocata al 2000 nelle Province
di Parma, Reggio Emilia, Modena e Dentro
l’immagine: percorsi d’arte; nonché l’antologica Catellani opere pittoriche e grafiche.
Novellara
RACCOLTA D’ARTE MODERNA DEL MUSEO
GONZAGA R A
titolarità: Comune di Novellara
Rocca dei Gonzaga
piazzale Marconi 1
42017 Novellara (RE)
Ufficio Cultura
tel. 0522/655426; fax 0522/652057
[email protected]
www.comune.novellara.re.it
Chiuso per restauri, prossima apertura
A testimonianza del percorso artistico di Vivaldo Poli (1914-1982) vi sono le opere della collezione Arrigo Negri, amico di Vivaldo sin da
ragazzo, donate nel 1995 per volontà di Giuseppina Negri al Comune. Si tratta di una serie
di acquerelli, tempere, oli di Poli che appartengono a un periodo compreso tra il 1930 e il
1960. Tale collezione, che era stata collocata in
una delle sale del Museo Gonzaga, sarà nuovamente fruibile, all’interno della Rocca dei Gonzaga, al termine dei lavori di ristrutturazione del
museo e dell’ala nord. La collezione d’arte contemporanea storica comprende, inoltre, un interessante nucleo di opere risalente all’edizione
del Premio di Pittura promosso dal Comune,
nel 1965, in occasione del ventesimo anniversario della Liberazione, sui temi della Resistenza:
si tratta di quattro lavori di Piero Sciavolino,
Elisa Rosa, Alberto Cavallari e Osvaldo Piraccini. All’interno del sito internet si segnala la sezione degli artisti novellaresi del Novecento.
Reggio Emilia
CAMERA DEL LAVORO TERRITORIALE
DI REGGIO EMILIA R A
titolarità: Confederazione Generale Italiana
del Lavoro
via Roma 53
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/4571; fax 0522/454161
[email protected]
www.cdltre.it
La Camera del Lavoro Territoriale di Reggio
Emilia ha sede in Palazzo Guicciardi Guidotti,
59
Provincia di Reggio Emilia
edificato intorno al 1660 con funzioni di filatoio per la seta. Restaurato, è ora arredato dalle opere d’arte contemporanea acquistate dalla CGIL territoriale nel corso degli anni che
vanno dal 1988 al 1995. Si tratta di una raccolta di lavori di 44 artisti, tra cui spiccano
opere di Valerio Adami, Luca Alinari, Arnaldo Bartoli, Davide Benati, Gabriella Benedini, Ermanno Beretti, Emma Bonazzi, Carmelo Capello, Tommaso Cascella, Tiziano Codeluppi, Piergiorgio Colombara, Pirro Cuniberti, Enrico Della Torre, Rina Ferri, Attilio
Forgioli, Omar Galliani, Gino Gandini, Marco Gerra, Maurizio Goldoni, Renato Guttuso, Pierluigi Lavagnino, Nello Leonardi, Riccardo Licata, Alberto Manfredi, Cirillo Manicardi, Ro Marcenaro, Carlo Mastronardi, Iler
Melioli, Agapito Miniuchi, Giordano Montorsi, Pietro Mussini, Reza Olia, Tonino Paroli, Vivaldo Poli, Graziano Pompili, Piero
Ruggeri, Denis Santachiara, Valdi Spagnulo,
Emilio Tadini, Nani Tedeschi, Walter Valentini, Tono Zancanaro.
Reggio Emilia
CREDITO EMILIANO S.P.A. R A
titolarità: Fondazione bancaria Credito Emiliano
Palazzo Spalletti-Trivelli
via Emilia San Pietro 4
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/582608-582378
www.credem.it
Ubicata nel seicentesco Palazzo Spalletti-Trivelli, che tutt’ora conserva visibili le preesistenze romane su cui è nato e gli affreschi di Prospero Minghetti e di Vincenzo Carnevali eseguiti in epoca storico-romantica, la collezione
d’arte del Credito Emiliano di Reggio Emilia,
conservata da Franco Bonvicini, si compone
prevalentemente di opere del Seicento e del
Settecento, nonché di un settore dedicato all’arte orientale, ma comprende anche un’interessante sezione d’arte contemporanea costituita da lavori di Giacomo Balla, Ennio Morlotti,
Carlo Mattioli, Atanasio Soldati, Alberto Manfredi, Alexander Calder e Arturo Martini.
Reggio Emilia
MUSEI CIVICI - GALLERIA DELLE ARTI
CONTEMPORANEE M A
titolarità: Comune di Reggio Emilia
via Secchi 2
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/456477; fax 0522/456476
[email protected]
http://musei.comune.re.it/cer/arte
Aperti da lunedì a sabato dalle ore 9.00 alle
12.00 e dalle ore 15.00 alle 19.00. Domenica
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
Al secondo piano del quattrocentesco Palazzo San Francesco, troverà sede la nuova Galleria delle Arti contemporanee. La Galleria è
frutto di un consistente riattamento, tutt’ora
in corso, che ridefinisce struttura e collezioni dei Musei Civici in un progetto di ristrutturazione finalizzato alla modernizzazione
dell’istituto. La sedimentazione delle preesistenze e dei vari interventi architettonici, sviluppatisi nel XV secolo, agli inizi del XVIII
e tra la fine del XIX e l’inizio del XX, è rispettata nell’ambito di un sistema museografico integrato con un’organizzazione flessibile ed organica degli itinerari di visita, articolati nella Collezione Lazzaro Spallanzani, la
Sala Venturi, l’Atrio dei Mosaici, il Museo
Chierici di Paleontologia, la Galleria dei
Marmi, il Museo Topografico Romano, il
Nuovo Museo Romano, le sezioni di Storia
60
Provincia di Reggio Emilia
Naturale, la Galleria Fontanesi, il Museo
d’Arte Industriale e la Galleria delle Arti
Contemporanee quale naturale completamento espositivo dell’arte reggiana del Novecento e del presente.
La Galleria, diretta da Elisabetta Farioli, è
costituita da opere frutto di donazioni, a
seguito di mostre, che comprendono vari
esemplari d’arte visiva ed applicata, come
design, fotografia e moda, di numerosi artisti che hanno segnato l’evoluzione dell’arte locale: da Ottorino Davoli a Gino Gandini, Pompilio Mandelli, Marco Gerra,
Claudio Parmiggiani, Fabrizio Plessi, Wal,
Omar Galliani e Daniele Benati, passando
per l’arte realista e d’impegno sociale all’Informale sino alle ricerche delle nuove
avanguardie degli anni Sessanta e Settanta,
in un panorama artistico del Novecento e
dell’attualità che vede, tra gli altri, testimonianze di Virgilio Guidi, Fausto Melotti,
Mimmo Rotella, Mario Nanni, Sergio Vacchi, Pirro Cuniberti, Enzo Mari, Germano
Sartelli e Roberto Barni. A queste si sommano importanti nuclei collezionistici come il Museo Marino Mazzacurati, le opere
di Cesare Zavattini e il deposito di lavori di
Antonio Ligabue.
Il Museo Marino Mazzacurati è stato inaugurato nel 1995 e raccoglie le opere donate
al Comune dalla moglie Carla Marzi nel
1974: si tratta di circa 80 esemplari che testimoniano il percorso artistico di Mazzacurati, attivo tra gli anni Trenta e i Sessanta del
Novecento. L’allestimento è articolato in cinque sezioni tematiche: gli esordi e i legami
con la “Scuola romana” di Scipione, Mafai e
Raphael; le sculture degli Obesi e Imperatori; la pittura realista che lo qualifica “artista
della Resistenza”; l’arte applicata alla cerami-
ca quale medium artistico privilegiato da
Mazzacurati e Leoncillo; e infine la ricerca
astratta che conclude il suo itinerario.
Le 120 opere di Cesare Zavattini sono state
acquisite dal museo nel 1998 e toccano un
lungo percorso cronologico del poliedrico
artista, dal 1938 al 1988. La produzione pittorica del famoso scrittore e sceneggiatore è
volta a una creatività immediata e libera da
schemi, che coniuga l’humus naïf della cultura padana reggiana con influenze internazionali come l’Art Brut.
Il deposito delle opere di Antonio Ligabue al
museo è dovuto a collezionisti privati che,
con sensibilità, hanno permesso la fruizione
pubblica di otto dipinti del famoso artista
espressionista e naïf: essi rappresentano i temi classici del pittore, come ritratti e animali selvaggi realizzati anche attraverso la tecnica incisoria, disegni ed una scultura.
Il museo si avvale di una Sala espositiva, situata al primo piano di Palazzo San Francesco
ed è stata realizzata negli anni Ottanta. Essa è
collegata all’ingresso di via Secchi e rinnovata
nell’ambito del progetto complessivo; in passato ha ospitato le importanti rassegne di Cicloregesto, quaranta mostre dedicate alla ricerca
artistica reggiana dell’attualità.
Gli uffici dei Musei Civici gestiscono anche l’Archivio dei Giovani Artisti di Reggio Emilia cui hanno dedicato nel 1988
un’esposizione dal titolo Selecta: sette autori dell’Archivio documentazione giovani artisti reggiani.
Reggio Emilia
CHIOSTRI DI SAN DOMENICO S E
titolarità: Comune di Reggio Emilia
via Dante Alighieri 11
42100 Reggio Emilia (RE)
61
Provincia di Reggio Emilia
Le ampie sale espositive dei Chiostri di San
Domenico sono state ricavate, dopo il restauro, all’interno dell’ex convento attiguo alla
chiesa, edificata nel 1233. Oltre alla sede per
le mostre, il complesso ospita gli uffici dell’Assessorato Cultura di Reggio Emilia, il Polo Archivistico e il Liceo Musicale “A. Peri”.
L’attività coordinata dalla Direzione dei Musei Civici è stata nel corso degli anni dinamica, interessante e volta, principalmente, alla
promozione dell’arte reggiana, ma con l’attenzione anche al panorama nazionale e internazionale: si ricordano le monografiche su
Gina Pane, Aldo Mondino, Marco Gerra,
Miro Zagnoli, Luigi Ghirri, Wal e Vostell; e
le collettive Alto impatto ambientale, Bandiera dipinta e Suburbia: periferie nel territorio
nella mente e nella comunicazione.
Reggio Emilia
RACCOLTA D’ARTE DELLA PROVINCIA R A
titolarità: Amministrazione Provinciale
di Reggio Emilia
Palazzo Magnani
corso Garibaldi 29
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/454437-444406; fax 0522/444436
[email protected]
www.palazzomagnani.it
La Raccolta d’arte della Provincia è allestita
in forma di mostra permanente all’interno di
Palazzo Magnani, sede di esposizioni periodiche dedicate all’arte contemporanea e
coordinate dal direttore Sandro Parmiggiani.
Palazzo Magnani è un palazzo del XVI secolo
che appartenne sino alla fine del Settecento alla famiglia Becchi, per poi passare ai Chioffi
che, nel 1841, riattarono l’edificio nella forma
in cui si presenta anche attualmente. In segui-
to il fabbricato diveniva proprietà della Cassa
di Risparmio di Reggio Emilia, poi della famiglia Ottavi sino al 1917, anno in cui era acquistato dal padre di Luigi Magnani (vedi
Fondazione Magnani Rocca pp. 50-51), Giuseppe. Dal 1989 è di proprietà della Provincia
di Reggio Emilia, che lo ha restaurato e reso
una dinamica ed eccellente sede espositiva. All’interno vi è una scultura in marmo rappresentante Giano bifronte attribuita a Propero
Spani detto il Clemente.
La raccolta d’arte, formatasi attraverso l’acquisizione di opere in seguito all’espletazione
dei concorsi relativi alla legge del 29 luglio
1949 n. 717, detta del 2%, per l’abbellimento artistico negli edifici pubblici, premi di
pittura e scultura, il Premio del Tricolore, il
Premio Sant’Ilario d’Enza e il Premio Correggio, e donazioni d’artisti in seguito alle
mostre organizzate loro dall’Ente per il Turismo provinciale, è conservata all’interno del
Palazzo. Vi sono opere di Carla Accardi, Ciro
Barbaro, Oddino Benevelli, Arnaldo Bartoli,
Margherita Benetti, Giuseppe Boriello, Angela Bergomi, Lino Barriviera Bianchi, Gastone Biggi, Alfonso Borghi, Dino Boschi,
Giuseppe Bravi, William Catellani, Carlo
Cattaneo, Vittorio Cavicchioni, Lorenzo Ceregato, Valeriano Ciai, Bruno Chersicla, Anna Cingi, Vittorio D’Augusta, Carlo Debbri,
Antonio Di Fabrizio, Giuseppe De Gregorio,
Omero Ettorre, Rina Ferri, Luigi Ferretti,
Luisa Fornaciari, Vivaldo Fornaciari, Remo
Gaibazzi, Gino Gandini, Pietro Gaudenzi,
Antonio Ruggero Giorgi, Armando Giuffredi, Tonino Grassi, Werther Ghidini, Achille
Incerti, Walter Iotti, Giovanni Korompay,
Pierluigi Lavagnino, Germaine Lecocq, Nello Leonardi, Emanuele Luzzati, Ro Marcenaro, Marino Mazzacurati, Paolo Minoli, Ro-
62
Provincia di Reggio Emilia
mano Notari, Mario Novellini, Paolo Orlandini, Giancarlo Ossola, Frida Osti, Vito Pavan, Walter Piacesi, Valentina Pianca, Vivaldo Poli, Vanni Saltarelli, Galileo Scorticati,
Emilio Scannavino, Albano Seguri, Emilio
Tadini, Nani Tedeschi, Pierangelo Tronconi,
Ernesto Treccani, Walter Valentini, Luigi Virili, Tono Zancanaro, Marco Giuseppe Zarattini e Carmelo Zotti.
Palazzo Magnani svolge anche un’intensa attività espositiva, prevalentemente centrata
sulla promozione di grandi mostre d’artisti e
fotografi, tra cui le monografiche di George
Braque, Fernand Léger, Pompilio Mandelli,
Arnold Newman, Davide Benati, Li Zhensheng, Edward S. Curtis, Piergiorgio Colombara, Daniel Spoerri e William Xerra.
Reggio Emilia
INVITO A… S U
Luciano Fabro, Sol Lewitt, Eliseo Mattiacci,
Robert Morris, Richard Serra
titolarità: Comune di Reggio Emilia – Assessorato
Cultura e Sapere
via Spallanzani 1
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/456635-456477;
fax 0522/456081-456476
[email protected]
http://musei.comune.re.it
ministrazione comunale di Reggio Emilia,
l’Assessorato alla Cultura e Sapere e la Direzione dei Musei Civici hanno quindi voluto coinvolgere l’artista affinché estendesse un invito
ad artisti che proseguissero questo dialogo artistico tra passato e presente con un atto di
committenza pubblica, ufficializzato nel Teatro Municipale della città emiliana il 4 dicembre 2003 e che prevede una progettualità di lavoro di tre anni in cui Luciano Fabro, Sol
LeWitt, Eliseo Mattiacci, Robert Morris e Richard Serra si confronteranno con i luoghi della città che ispireranno i loro lavori site specific,
appositamente creati per il tessuto urbano e
culturale reggiano: opere d’arte che si vanno ad
incastonare, man mano, nella sedimentazione
architettonica ed artistica di una delle cittàgioiello dell’Emilia-Romagna, in un’operazione complessiva di riqualificazione culturale
della città attraverso interventi d’arte pubblica
e nel rispetto della memoria preesistente.
I progetti prevedono, per ora, l’intervento wall
drawing di Sol Le Witt nella volta dellla Sala di
lettura della Biblioteca Panizzi e l’installazione
di Robert Morris nel Chiostro piccolo di San
Domenico; il progetto contempla l’esecuzione
di due opere all’anno a partire dal 2004.
Reggio Emilia
OFFICINA DELLE ARTI A A S E
titolarità: Comune di Reggio Emilia
via Brigata Reggio 29
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/703317; fax 0522/456476
[email protected]
http://musei.comune.re.it
Nel corso dell’anno 2003 Claudio Parmiggiani ha lasciato significative tracce artistiche nella struttura urbana di Reggio Emilia: le sue installazioni nella Chiesa di Sant’Agata e San
Carlo, Croce di luce, e nella Sinagoga, Icona nera, hanno dialogato con l’architettura storica
della città dando vita a un continuum poetico Edificio industriale adibito a centro per l’arte
tra arte antica e contemporanea che ha sugge- contemporanea, luogo di produzione e scamstionato e trascinato critica e pubblico. L’Am- bio d’esperienze dove la realtà giovanile può tro-
63
Provincia di Reggio Emilia
vare occasioni d’incontro e di sperimentazione
interdisciplinare. L’Officina è costituita da uno
spazio polifunzionale articolato in sede espositiva, sette atelier d’artisti, caffè letterario e spazio
per conferenze che alimentino il dibattito culturale relativo alle forme espressive dell’attualità.
Spazi individuali saranno affidati ad operatori
artistici cittadini qualificati - l’assegnazione avverrà attraverso un bando - mentre gli spazi collettivi saranno riservati ad esposizioni d’arte
temporanee, incontri, conferenze ed iniziative
atte a favorire la relazione e lo scambio con altri
soggetti nazionali e internazionali.
Una particolare attenzione è rivolta alla trasversalità dei linguaggi: dalle arti visive più
tradizionali alle interazioni con architettura,
design, fumetto, fotografia, progettazione
grafica, web art, editoria specializzata sino alle esperienze educative finalizzate alla comprensione e fruizione della complessità caleidoscopica della contemporaneità.
L’Officina, “non luogo” per elezione, privo
di particolari connotazioni, è stata realizzata
grazie all’impegno di Pietro Mussini e Elisabetta Farioli, che si sono prefissi un programma che consenta l’inserimento del centro all’interno del circuito culturale e sociale
cittadino nonché la valorizzazione di tale
esperienza attraverso iniziative didattiche e
promozione artistica d’attualità.
Lo spazio, che è stato inaugurato a maggio del
2004 con due mostre, Selecta.Opere dalle Collezioni della CCPL e Oversize dalle Collezioni
dei Musei Civici, prevede un programma espositivo che focalizza l’attenzione sul rapporto
multiculturale tra città e contemporaneità,
con la mostra Suburbia. Periferie nel territorio
nella mente e nella comunicazione, e sullo scambio tra la Giovane Arte a Reggio Emilia e i Giovani Artisti di Digione, oltre a un ciclo di con-
ferenze relative alla Public Art, workshop di artisti del territorio, incontri con la critica specializzata, galleristi e produttori web.
Reggio Emilia
LA FONDERIA S E
titolarità: Comune di Reggio Emilia
via della Costituzione 39
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/273006; fax 0522/452851
[email protected]
www.crd-aterballetto.it
Nei recuperati luoghi dell’ex Fonderia Lombardini, fabbrica di motori, è stata creata la
nuova sede stabile della Fondazione Nazionale
Danza – Aterballetto, dove, tra i vari spazi dedicati alla danza, è stata ricavata una suggestiva zona dedicata ad esposizioni temporanee. Si
tratta di un insediamento industriale degli anni Trenta, ubicato nella prima periferia della
città e riattato nel rispetto delle preesistenze archeologico-industriali, che ospita l’esperienza
creativa della danza intersecata alle diverse
espressioni delle arti visive: è stata una delle tre
sedi della mostra Suburbia: periferie nel territorio nella mente e nella comunicazione.
Reggio Emilia
INTONARUMORI. TERREMOTO ROCK m
titolarità: Provincia di Reggio Emilia e ARCI
Provincia di Reggio Emilia
corso Garibaldi 59
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/444111
[email protected].
www.arcire.it/intonarumori/index.html
Rassegna musicale del GA/ER, che per
l’anno 2002 ha aperto anche a una colletti-
64
Provincia di Reggio Emilia
va di giovani artisti che hanno esposto nel
Comune di Bibbiano. Concorso per artisti
visivi e musicisti che ha coinvolto la Provincia di Reggio Emilia, l’Arci e i Comuni
di Reggio Emilia, Bibbiano e Casalgrande,
il progetto “Intonarumori – Nei dintorni
dei suoni” ha promosso l’attività creativa
dei giovani artisti, come pittori, scultori,
fotografi, illustratori, videomaker, musicisti e scrittori residenti nella provincia di
Reggio Emilia, con la richiesta di confrontarsi con la disciplina musicale attraverso la
propria specificità artistica, in un’interazione di linguaggi che, sin dall’avanguardie
del primo Novecento, ha spesso caratterizzato la produzione artistica della contemporaneità.
Reggio Emilia
IMMAGINA. ARTE CONTEMPORANEA
IN FIERA S F
titolarità: SIPER Fiere di Reggio Emilia
via Filangieri 15
42100 Reggio Emilia (RE)
tel. 0522/503511; fax 0522/503555
[email protected]
www.fierereggioemilia.it/
www.immaginafiera.it
La mostra mercato d’arte contemporanea
Immagina è organizzata annualmente da
Renzo Mezzacapo ed è giunta alla sua VI
edizione. Salone della durata di quattro
giorni, dà spazio alle gallerie private e agli
artisti al fine di offrire un panorama esaustivo dell’attualità artistica e fornire un’occasione di mercato al collezionismo interessato. La manifestazione include un concorso di pittura e scultura che, l’anno precedente, aveva il titolo tematico Le stanze
di Eros: l’erotismo nell’immaginario artistico
contemporaneo. L’evento è corredato da un
ricco catalogo.
Reggiolo
MUSEO PINACOTECA ANTONIO RUGGERO
GIORGI M
titolarità: Comune di Reggiolo
piazza Martiri 38
42046 Reggiolo (RE)
tel. 0522/213799-213713; fax 0522/213714
[email protected]
www.comune.reggiolo.re.it
Visitabile su prenotazione nei giorni feriali
Il museo, istituito in seguito alla donazione di
Antonio Ruggero Giorgi (1887-1983), ospita
una quarantina di oli e numerose opere grafiche dell’artista reggiolese; in particolare del periodo compreso tra il 1920 e il 1970, raffiguranti nature morte e paesaggi agresti, nonché
da una collezione di grafica. Il pittore, dopo
una formazione giovanile da autodidatta e un
raffinamento accademico a Verona, compiva
un soggiorno di studio, tra il 1911 e il 1912, a
Praga, Monaco di Baviera e Parigi, dove ha
avuto importanti contatti culturali e un’apertura sulle avanguardie artistiche post impressioniste e cubiste. Fine disegnatore ed incisore,
al rientro in Italia, egli si dedicava prevalentemente all’attività calcografica, prediligendo
una poetica visiva verista, di matrice tardottocentesca, ispirata al cosmo padano, piuttosto
che lo sviluppo di un discorso filo avanguardista europeo. I suoi temi preferiti sono stati nature morte e ritratti, con un riconoscimento a
livello prevalentemente locale, negli anni Settanta, con mostre a Mantova e Milano e la vincita del Premio Suzzara nel 1976.
65
Provincia di Reggio Emilia
Rubiera
SALA MOSTRE EX PALAZZO CIVICO S E
titolarità: Comune di Rubiera
via Emilia Est 11
42048 Rubiera (RE)
tel. 0522/629403-626114
[email protected]
www.comune.rubiera.re.it
All’interno del rinascimentale ex Palazzo del
Podestà, sormontato da una massiccia torre
del XVI secolo, ha sede la Sala Mostre vicina
agli spazi della Biblioteca comunale di Rubiera. In tale sala hanno esposto giovani artisti emiliani, nuove leve che hanno saputo
farsi apprezzare anche dalla critica più attenta: sono Paola De Pietri, Leonardo Greco,
Pier Lanzillotta, Andrea Sessa e Giorgia Beltrami.
San Polo d’Enza
TORRE DELL’OROLOGIO S E
titolarità: Comune di San Polo d’Enza
piazza IV Novembre 1
42020 San Polo d’Enza (RE)
tel. 0522/241711; fax 0522/874867
[email protected]
www.comune.sanpolodenza.re.it
Aperta sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.30
e dalle 16.00 alle 19.30
A San Polo d’Enza le mostre d’arte contemporanea, più o meno locale, si tengono all’interno della medievale Torre dell’Orologio, sede anche del Municipio. Nel comune
è assai attivo il Circolo Artistico Val d’Enza,
che organizza diverse esposizioni: si ricordano per l’anno 2003 le personali di Carla
Manzotti, Mario Bertolini, Liliana Vespertini, Giuseppe Alesiani, Rino Bartoletti, Do-
menico Esposito e Romano Salami e le collettive interdisciplinari tra pittura, letteratura e fotografia di Bartoli, Cafarri, Fontanili,
Ghidoni, Manfredini, Pace, Pellini e Bigliardi, Cilloni, Olszewska. Nel 2004 sono state
allestite mostre di Maggiorino Caprari, Naide Bigliardi, Nicla Ferrari, Stefano Mussini,
Teobaldo Cattini, Giorgio Melli, Mirca Del
Monte, Iller Bedogni, Roberto Ferrari, Ettore Gastini, Silvia Marchesini, Renato Borsato, Giuseppe Siccardi, Lilliana Boubé, Pia
Vaccari e Pierluigi Rinaldi.
Sant’Ilario d’Enza
RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Sant’Ilario d’Enza
via Roma 84
42049 Sant’Ilario d’Enza (RE)
tel. 0522/902811; fax 0522/902890
In parte allestita presso la Biblioteca comunale, la Raccolta d’Arte Moderna del Comune
comprende oltre 100 opere, alcune delle quali
risalenti alle edizioni del Premio di Pittura,
promosso dal Comune di Sant’Ilario negli anni dell’immediato dopoguerra, generalmente
riferibili alla vicenda artistica emiliana compresa dal 1953 ad oggi. Hanno lasciato le loro
opere d’arte, in seguito al premio, Angelo Austoni, Giorgio Azzaroni, Giulio Bagnoli, Lidia
Bagnoli, Paolo Baratella, Eugenio Barbieri,
Renzo Barilli, Roberto Barni, Valentina Berardinone, Luciano Bertoli, Bruna Boni, Aldo
Borgonzoni, Franco Bruzzone, Marina Burani, Carlo Calzolari, Giovanni Cappelli, Luigi
Cavallari, Vittorio Cavicchioni, Anna Cingi,
Anna Coccoli, Giancarlo Colli, Carlo Crispini, Nino Crociani, Pirro Cuniberti, Carlo
Debbri, Armando De Lanzaneis, Francesco
Del Casino, Vincenzo De Moro, Omero Et-
66
Provincia di Reggio Emilia
torre, Candida Ferrari, Stefano Ferrari, Giovanni Ferretti, Luigi Ferretti, Rina Ferri, Lella
Fulgoni, Giuseppe Gagliardi, Remo Gaibazzi,
Gino Gandini, Werther Ghidini, Fiorenzo
Giacopini, Giuseppe Giannini, Maurizio Goldoni, Claudio Granaroli, Ginda Jannini, Luis
Jaquet, Pietro Leddi, Nello Leonardi, Manfredi Lombardi, Riccardo Lumaca, Giorgio Malagoli, Iros Marpicati, Giuseppe Martinelli, Titina Maselli, Gustavo Mattioli, Marino Mazzacurati, Iler Melioli, Sergio Minero, Giordano Montorsi, Roberto Moriconi, Gianni Morini, Daniela Mugnaioli, Marielle Muheim,
Bruno Munari, Pietro Mussini, Mario Nanni,
Giuseppe Natali, Sonia Notari, Bruno Olivi,
Osvaldo Piraccini, Dimitri Plescan, Concetto
Pozzati, Liana Ranieri, Italo Ricciputi, Mario
Rosati, Fabrizio Sabini, Arnaldo Scaccaglia,
Lorenzo Scaravelli, Toti Scialoja, Carlo Serafini, Sergio Sergi, Adriano Spatola, Claudio
Spattini, Nani Tedeschi, Alessandro Trinchero,
Bruno Vayenti, Enzo Vescovi, Alberto Vettori,
Andrea Vettori, Donatella Violi.
Sant’Ilario d’Enza
MAVARTA S E
titolarità: Comune di Sant’Ilario d’Enza
via Piave 2
42049 Sant’Ilario d’Enza (RE)
tel. 0522/671858; fax 0522/479534
[email protected]
www.mavarta.it
Aperta lunedì e giovedì dalle 10.00 alle 13.00
e martedì, mercoledì, venerdì e sabato
dalle 15.00 alle 19.00
VI secolo d.C. e convertita al Cristianesimo;
la sede è sita in prossimità del Parco urbano
del Comune. Si tratta di una struttura adibita a più funzioni d’ordine culturale; al piano
terra, che si avvale di uno spazio espositivo
integrato con le diverse attività del centro e
della biblioteca, sono conservate la maggior
parte delle opere d’arte di proprietà del Comune, elencate nella scheda precedente.
Mavarta ha ospitato alcune mostre: una retrospettiva della poliedrica attività artistica di
Bruno Munari; l’antologica 1953-1966: la
Biennale di Sant’Ilario tra realismo, astrattismo e
informale. Il confronto delle tendenze e le monografiche di Agapito Miniucchi, Stefano Ferrari, Graziano Pompili e Nello Leonardi.
Nel giardino, all’esterno, vi è una scultura di
Pompili, acquisita dal Comune con l’applicazione della legge del 29 luglio 1949 n.
717, detta del 2%.
Vetto d’Enza
MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA M
titolarità: Comune di Vetto d’Enza
viale Italia 2
42020 Vetto d’Enza (RE)
tel. 0522/870191
Municipio
tel. 0522/815221
[email protected]
Visitabile previa prenotazione con la responsabile
della Biblioteca comunale
Inaugurato nel 2002, il museo ha una collezione di pittura e scultura d’artisti contemporanei prevalentemente locali e con
Il centro polivalente ha sede in un’antica ca- qualche testimonianza a livello sia regionale
sa a torre, restaurata e dedicata alla giovane che dell’Italia del Nord: si tratta di più di
donna barbarica Mavarta vissuta tra il V e il 60 opere di Teobaldo Cattini, Renzo Ma-
67
Provincia di Reggio Emilia
rangoni, Gianluca Bacchi, Ruggero Mazza,
Piero Pacini, Adamo Tononi, Andrea Ghisori, Romano Salami, Rino Bartoletti, Fausto Govoni, Lucio Trabucco, Egidio Ghirlandi, Ulisse Gualtierio, Alessandra Casali,
Mario Tosio, Claudio Perina, Sigrida Nannucci, Paolo Fedeli, Franco Santi, Giovanni
Bontorin, Mara Frignani, Lima Amissao,
Mario Pavesi, Massimo Ragionieri, Giuseppe Siccardi, Elio Roberti, Roberto Boccato,
Mario Zappelletto, Carlo Ambrogio Crespi,
Aldo Aprile, Tiziano Celcari, Daniele Trevisan, Beppe Veranio, Romano Bertelli, Lau-
ra Ronca, Piergiorgio Fabbri, Claudio Guatteri, Osvaldo Moretti, Giuseppe La Torre,
Gabriele Pittarello, Luciano Filippi, Elio
Carnevali, Corrado Zanaga, Luigi Marmiroli, Stefano Fedolfi, Clemente Parmeggiani, Piergiorgio Balleroni, Michele Fabian del
Borso, Germano Cilento, Franca Arleoni,
Pasquale Montecchi Canossa.
L’attività espositiva del museo, sostenuta dall’Assessorato Cultura del Comune e dal Circolo Artistico Val d’Enza, si svolge a San Polo
d’Enza all’interno della Torre dell’Orologio
(cfr. p. 65).
68
Provincia di Modena
Carpi
MUSEO MONUMENTO AL DEPORTATO
POLITICO E RAZZIALE, MUSEO CIVICO
“GIULIO FERRARI” E MUSEO
DELLA XILOGRAFIA M
titolarità: Comune di Carpi
Castello dei Pio
piazza Martiri 68
41012 Carpi (MO)
tel. 059/649968; fax 059/649976
[email protected]
www.comune.carpi.mo.it/musei
Aperto giovedì, sabato, domenica e festivi
dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00.
Il Museo Civico “Giulio Ferrari” rimarrà chiuso
per restauro, presumibilmente fino al 2006
Il Museo del Deportato e il Museo “Giulio
Ferrari” si trovano all’interno del Castello dei
Pio, edificato in più riprese dall’età medievale
al XVII secolo e di proprietà dei signori di
Carpi dal 1331 al 1525. In quel periodo la
struttura architettonica e quella urbanistica del
luogo assumevano le peculiarità rinascimentali che tutt’ora caratterizzano il centro di Carpi;
in particolare tra l’ultimo decennio del XV e il
primo ventennio del XVI secolo, allorché il
principe Alberto III Pio fortificò il castello con
un’imponente ristrutturazione. Il complesso
castrense ha la connotazione di una grande
corte, le cui trasformazioni si sono stratificate
sommando stilemi medievali a variazioni rinascimentali, in particolare echi di classicismo
d’ispirazione romana introdotti nella città da
Baldassarre Peruzzi. Dopo la cacciata dei Pio
nel 1525, il castello diventava la sede di governo degli Estensi, che aggiungevano al palazzo
la Torre dell’Orologio, realizzata su progetto di
Guido Fassi tra il 1625 e il 1627. In seguito la
destinazione d’uso dell’edificio è stata varia, da
carcere a magazzino, da sede di uffici giudizia-
ri a teatro sino a diventare nel 1863 dopo l’Unità proprietà del Municipio, che ne cura da
tempo i lunghi e complessi restauri.
Il Museo Monumento al Deportato è stato
inaugurato nel 1973, ma la sua gestazione risale all’immediato secondo dopoguerra affinché rimanesse viva la memoria del sacrificio umano degli ebrei e dei deportati durante la II guerra mondiale nel vicino Campo di
Fossoli. Il progetto del museo veniva realizzato dal gruppo BBPR, Belgioioso, Banfi,
Peressutti e Rogers, in collaborazione con
Renato Guttuso; la motivazione dell’assegnazione dei lavori a questo gruppo d’architetti veniva indicata, dall’Amministrazione e
dal Comitato promotore, nella concezione
di un museo privo di facile retorica e banali
simbolismi. Collocato al piano terra del Castello, esso si sviluppa lungo tredici ambienti, alcuni dei quali affrescati con pertinenza
al tema della pace e della Resistenza, commemorando i deportati, da Pablo Picasso,
Emilio Longoni, Corrado Cagli, Fernand
Léger e Renato Guttuso; e ai quali si alternano suggestivi e toccanti pensieri dei condannati a morte della Resistenza europea che, attraverso il graffito, esortano civilmente alla
pace.
Nel 1999 il figlio del pittore milanese Aldo
Carpi, lo scrittore Pinin, ha donato al museo
150 opere del padre che ha vissuto e riportato
visivamente le tragedie delle due guerre mondiali; in particolare Il diario di Gunsen, ritratti
a disegno densi di pathos redatti con sintetico
realismo fotografico, che narrano l’orrore prodotto dai lager nazisti negli uomini.
L’attività espositiva del museo mira a conservare la memoria delle atrocità naziste quale memento e monito affinché non si possano perpetrare nuovamente altre crudeltà; qui sono
69
Provincia di Modena
spesso realizzate mostre documentarie o artistiche, che abbiano uno stretto legame con la
Resistenza, il sacrificio ebraico dell’Olocausto,
della prigionia e delle distruzioni provocate
dalla guerra come Monumenti in guerra 194345, gli alleati e i danni al patrimonio culturale
in Emilia Romagna.
Il Museo Civico “Giulio Ferrari”, istituito nel
1895 e inaugurato nel 1914, si trova all’interno del Castello dei Pio e le sue cospicue, eclettiche collezioni spaziano dall’arte antica sino
ad opere di esponenti dell’arte emiliana e padana del Novecento e della contemporaneità.
Le collezioni scultoree del museo comprendono lavori di vari artisti, come Arturo Martini,
Paolo Trubetzkoj, Renzo Baraldi, Romano Pelloni, Walter Discosti, Falesio Lugli, Fermo
Forti, Cesare Zocchi, Anacleto Barbieri e Ettore Ximenes; mentre la pittura, tradizionalmente figurativa, è testimoniata dai pittori carpigiani Casimiro Iodi, Orfeo Messori, Arcangelo Salvarani, Giuseppe Menozzi, Renzo Baraldi, Giuseppe Merighi, Gino Bascheri, Ivo Voltolini, Nello Mazelli, Ivo Beltrami, Enrico Casarini, Ermes Violi, Renzo Dotti, Sergio Vellani, Aldo Dallari; e, inotre, da un lavoro di Renato Guttuso.
Il Museo della Xilografia è allestito nell’appartamento affrescato dal parmense Giovanni del Segache, che ha dipinto le sale all’inizio del XVI secolo con una ricca simbologia
archeologica, classico-letteraria, alla base della cultura umanistica che aveva fatto di Carpi uno dei centri più importanti del Rinascimento. Nato come sezione dei Musei Civici
dedicata alla grafica veniva inaugurato da
Luigi Servolini nel 1936, in collaborazione
con l’Istituto per l’arte e la decorazione e l’illustrazione del libro di Urbino, e si proponeva come obiettivo la valorizzazione e la diffu-
sione dell’incisione e della stampa che a Carpi hanno avuto lunga tradizione, dal Cinquecento in poi, ed esiti assai alti con figure come Ugo da Carpi, Aldo Manuzio e Benedetto Dolcibelli; nel 1998 è stato aperto definitivamente il museo, la cui esposizione permanente è costituita dai fogli di Ugo da Carpi e
parte dei materiali dell’antica Stamperia comunale, mentre la grafica contemporanea è
in mostra a rotazione con rassegne monografiche collegate che approfondiscono l’attività
di un singolo autore.
Divisa per nuclei, la collezione del museo ha
più di 2.000 esemplari che documentano la
cultura artistica dal Seicento all’attualità. La
stampa d’arte contemporanea è divisa in due
sezioni: le donazioni di artisti storici entrate a
far parte del museo nel 1936 e le acquisizioni
avvenute in seguito alla I Mostra nazionale di
xilografia italiana, nel 1950, alle due Triennali
di xilografia negli anni Sessanta e Settanta, e
alle Biennali della xilografia, iniziate nel 1980.
Istituite con la consapevolezza che la tecnica
della xilografia è stata uno dei medium artistici più efficaci nella resa espressiva della storia
della arti visuali, da Dürer all’Ukijo-e sino all’Espressionismo, all’Astrattismo, al Neorealismo, e alla Transavanguardia, le Biennali hanno proposto, da subito, un rilancio della tecnica nella contemporaneità e in particolare un
invito rivolto ai giovani artisti, italiani e internazionali, ad esprimersi con essa; alternati a figure artistiche con più consolidata esperienza.
Nel corso degli anni hanno partecipato alle
rassegne, aggiornando la tecnica anche all’Astrattismo, all’Informale, al Naïf, al Surrealismo, al Concettuale, alla Pop art, al citazionismo postmoderno, con lasciti di loro opere al
museo, Vitaliano Angelini, Adriano Calavalle,
Manlio Chieppa, Nicola Costanzo, Maria
70
Provincia di Modena
Grazia Filetto, Mario Gambedotti, Daniele
Garota, Maria Giovanna Liberti, Roberto
Mazzetto, Edimo Mura, Laura D’Andrea Petrantoni, Lino Pirone, Gio’ Gallo, Clara Sarti,
Dario Scanabò, Nicola Sene, Mario Ticcò,
Franco Vecchiet, Carlo Venturi, Luigi Spacal,
Mauro Reggiani, Armando Giuffredi, Paola
Dessy, Amleto D’Ottavi, Franca Ghitti, Marcello Guasti, Riccardo Licata, Tranquillo Marangoni, Rosario Mele, Pietro Sanchini, Luca
Crippa, Norino Martinelli, Lea Botteri, William Catellani, Antonio Freiles, Adolfo Lugli,
Ulisse Melegari, Anna Moro-Lin, Annibel –
Cunoldi, Romola Bellandi, Faustino Bosio,
Alberto Cavalieri, Matilde Dolcetti, Salvatore
Esposito, Simone Gentile, Mariella Marini,
Gualtiero Mocenni, Giulia Pitacco, Silvano
Bozzolini, Bruno Blenner, Pio Carlo Barola,
Isidoro Cottino, Daniela Putzolu, Luca Vernizzi, Aldo Galli, Andrea Forges Davanzati,
Elena Mezzadra, Giancarlo Pozzi, Giovanni
Vitali, Luigi Veronesi, Marina Bindella, Giovanni Campus, Jill Carlson, Lucio Passerini,
Angela Occhipiniti, Francesco Vaccarone, Luigi Guerricchio, Tommaso Cascella ed Ezio
Gribaudo; ai quali è sempre stata affiancata, di
volta in volta, una sezione espositiva dedicata
agli xilografi di un’altra nazione.
Castelfranco Emilia
PALAZZO PIELLA S E
titolarità: Comune di Castelfranco Emilia
corso Martiri 204
41013 Castelfranco Emilia (MO)
tel. 059/959377
[email protected]
www.comune.castelfranco-emilia.mo.it
Aperta il sabato dalle 16.00 alle 19.00;
domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.30
e dalle 16.00 alle 19.00
Inaugurato nel 1999, Palazzo Piella è la sede
del Museo Archeologico del Comune, cui sono attigue le sale espositive per mostre anche
d’arte contemporanea; la sua attività, in collaborazione con gli Amici dell’Arte, è soprattutto volta alla promozione dell’arte locale, in
particolare degli artisti attivi tra Modena e
Bologna. A Palazzo Piella si sono svolte le mostre Claudio Benghi. Stanze oniriche; Ludwig
Lutz Ehremberger; Pietro Melecchi e Giovani
scultori studenti d’arte a Bologna, esposizione,
quest’ultima, che ha visto il coinvolgimento
dei giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) che lavorano
nei laboratori di Nicola Zamboni, Guglielmo
Vecchietti Masacci, Leonardi Scarinzi, Emanuele Giannetti e Donato Ovarini.
Castelnuovo Rangone
LA COLLINA DELLE FIABE P A
titolarità: Comune di Castelnuovo Rangone
Palazzo Comunale
via Roma 1
41051 Castelnuovo Rangone (MO)
tel. 059/534815; fax 059/534900
[email protected]
www.comune.castelnuovo-rangone.mo.it
La Collina delle Fiabe è un angolo del Parco
Rio Gamberi artisticamente arredato, dal
1998, con le sagome di alcuni celebri personaggi della letteratura dell’infanzia tra cui Pinocchio, Cappuccetto Rosso, Alice nel Paese delle
Meraviglie e il Teatrino di Mangiafuoco, disegnate dallo scenografo Emanuele Luzzati e realizzate dal Teatro della Tosse di Genova. Dal
2003 a Castelnuovo Rangone esiste anche il
Parco Sandro Pertini, integrato da disegni dell’artista-fumettista, precocemente scomparso,
Andrea Pazienza (1956-1988): i disegni sono
71
Provincia di Modena
tratti dal suo libro “Pertini”, pubblicato nel
1983 e dedicati a “Pert”, l’unico uomo politico
italiano della Repubblica percepito dai giovani
del ’77 come un “diverso”, un ribelle, un eroe
moderno che irradiava umanità e autenticità.
Castelvetro
MUS. A - MUSEO DELL’ASSURDO M
titolarità: Comune di Castelvetro
cortile della Biblioteca comunale
via Cialdini 14
41014 Castelvetro (MO)
tel. 059/758842
Ufficio Cultura
tel. 059/758836-758818
[email protected]
www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it
Aperto negli orari della Biblioteca. Orario estivo:
dal lunedì al sabato dalle 9.00 alle 12.30 e
martedì e giovedì dalle 16.00 alle 19.00; orario
invernale: dal lunedì al venerdì dalle 14.30 alle
18.30 e giovedì e sabato dalle 9.00 alle 12.30
Sull’onda del successo avuto da Mercuda, l’annuale “festival internazionale dell’assurdo” che
dal 1994 designa Castelvetro come luogo di
scambio d’invenzioni, idee assurde ed espressioni artistiche realizzate all’insegna della fantasia più sfrenata, che ha visto anche la realizzazione della Manifestazione irrazionale aperta a
tutte le intemperanze artistiche ricca d’interazioni interdisciplinari tra arti visive, spettacoli,
concerti e performance, è nato il Mus.A., museo di sculture all’aperto dedicate al tema della
fantasia e delle sue sfumature, inaugurato nel
giugno del 2002. Si tratta di una collezione i
cui lavori crescono esponenzialmente ogni anno e che si connota per privilegiare opere di
giovani artisti che svolgano ricerche all’avanguardia, nate, soprattutto, nei laboratori eletti-
vi d’idee che sono le Accademie di Belle Arti e
gli Istituti specializzati. Le prime opere sono
state realizzate dagli studenti dell’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “Ballardini” di Faenza, in particolare da Sara Mantovani, Lucas
Gundin, Alessandro Neretti, Rossella Tauro e
Antonio Sorrentino; a loro si è aggiunto Nicola Zamboni con una scultura sul tema. Il 6 giugno 2004 il Mus.A ha inaugurato la sezione coperta all’interno degli spazi dell’adiacente Centro di Documentazione Territoriale, dove sono
ora esposte le opere di Silvia Levenson, Wal,
Danilo Busia, Alex Pinna, Andrea Capucci e
Luca Lumaca.
Castelvetro
CENTRO ESPOSITIVO “PAKE” S E
titolarità: Comune di Castelvetro
via Cialdini 9
Ufficio Cultura
41014 Castelvetro (MO)
tel. 059/758836-758818
[email protected]
www.comune.castelvetro-di-modena.mo.it
Aperto in occasione di mostre il venerdì dalle
17.00 alle 19.00; e il sabato e la domenica dalle
10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.00
Situato nell’antico borgo di Castelvetro e da
poco inaugurato, il Centro espositivo polivalente Pake ha ospitato mostre di artisti appartenenti a varie correnti dell’arte contemporanea: dalle poetiche naïf, con la mostra
Referente – differente dove hanno esposto Nicoletta Bagatti, Annalisa Bondioli, Pietro
Bortolotti, Danilo Busia, Silvia Chiarini,
Damiano Fasso, Fabio Iemmi, Filippo Negroni, Sean Paul, Giorgio Pini, Massimo
Rossi, Matteo Serri, Arnaldo Viganli, Daniela Zanelli, a Fluxus sino alla Poesia visiva -
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Provincia di Modena
Gruppo 70, con lavori di Eugenio Miccini, Il Museo di sculture all’aperto di Fanano è
Luciano Ori, Michele Perfetti, Lucia Mar- stato istituito a seguito di un generale riordicucci, Lamberto Pignotti e Ketty La Rocca. no del centro urbano e del territorio circostante, integrato, a partire dal 1983, dalle
opere selezionate dal Simposio InternazioGuiglia
nale di Sculture in pietra, attualmente alla
PITTORI NAÏF A GUIGLIA m p
sua XVII edizione. Organizzata e promossa
titolarità: Comune di Guiglia
dall’Associazione “Fanano È” guidata da DaIl Castello
niele Sargenti, la manifestazione, all’origine
tel. 059/709951; fax 059/709950
annuale poi biennale, ha fatto sì che il [email protected]
www.prolocoguiglia.it/Naif
monio artistico diffuso di Fanano si arric41052 Guiglia (MO)
chisse di più di 200 sculture, realizzate prevalentemente con la pietra locale, il sasso di
Nelle sale del Castello, eretto dai signori del “Macchia”, e dislocate sul territorio locale
luogo nel 1362 e poi trasformato in dimora che coinvolge le frazioni di Lotta, Serrazzosignorile dai feudatari estensi Montecuccoli ne, Trignano, Canevare, Ospitale, Fellicarodopo il 1630, si tiene dal 1994 la rassegna lo, Trentino, con propaggini sino a Castelinternazionale dei Pittori Naïf a Guiglia. franco, Maranello, Marano sul Panaro, GuiGiunta quest’anno alla sua X edizione, la ras- glia e Modena dando così continuità alla
segna prevede una selezione d’artisti che millenaria tradizione locale che vedeva gli
espongono le loro opere soggette a giudizio scalpellini decorare ad arte, con bassorilievi
referendario del pubblico, che esprime il suo in pietra, l’architettura degli insediamenti
gradimento e assegna al vincitore la statuetta urbani dell’appennino tosco-emiliano.
del Borlengo d’oro. Si tratta di una manife- Al Simposio partecipano, attraverso un’accustazione che tiene viva la tradizione emiliana rata selezione, artisti provenienti da ogni pardella pittura naïf, esplosa nei primi anni del te del mondo, che hanno lasciato testimosecondo dopoguerra e rappresentata al me- nianza delle poetiche della contemporaneità
glio dal Museo per le Arti Naïves di Luzza- artistica dell’ultimo trentennio, figurativa
ra (cfr. pp. 56-57).
astratta e concettuale, con le proprie sculture:
si tratta di H.J. Al Saidi, Giancarlo Amidei,
Gabriel Angel, Vitenis Antanavicius, Joao
Antero, Miguel Ausili, Raquel Aversano, VitFanano
torio Balcone, Piergiorgio Balocchi, GiancarPARCO URBANO DI SCULTURE
lo Battilani, Krzysztof Bednarski, Maria Josée
IN PIETRA S U P A S
titolarità: Comune di Fanano
Begin, Remo Belletti, Giovanni Bellettini,
APT di Fanano
Maria Teresa Belloni, Roberto Bernacchi,
piazza Corsini 35
Franco Berretti, Giovanni Bertozzi, Stefan
41021 Fanano (MO)
Beuchel, Giorgio Bianchini, Raffaele Biolchitel. 0536/68696; fax 0536/66561
ni, Enrica Bixio, Elzbieta Bogdanowicz, [email protected]
www.simposiodifanano.it
turo Boldrini, Italo Bortolotti, Daniel Brago-
73
Provincia di Modena
ni, Maria Branea, Frank Breindenbruch, Julie Ann Bruhn, Pavel Bucur, Arghira Calinescu, Isabel Campana, Renato Camponeschi,
Enzo Carastro, Jean Cassamajor, Yong Chul
Lee, Cristina Cicero, Endro Cipollini, Francesco Cremoni, Claudio Crestale, Mihai
Curculescu, Jurgen Czaschza, Lode De Preter, Romolo del Deo, Spartak Dermegiev,
Antonio Di Tommaso, Franco Draga, Kra’lik
Dusan, Pepito Espin Anadon, A.G. FagioliBisso, Barbara Falender, Gabriele Fanelli,
Christian Feierle, Colin Figue, Jeanmarie Filaccio, Gheorgi Filin, Yoan Filippidu, Marco
Fornaciari, Frank Gad, Riccardo Galleni,
Antonella Gandini, Rami Gavish, Wictor
Gayda, Genia Gendelman, Piero Gensini,
Giumber Gichia, Walter Giovannini, Elieser
Gonzalez, Riccardo Grazzi, Giuseppe Grecoluciani, Becky Guttin, Seung Hee Lee, Kazuyoshi Hirai, Asano Hiroyuki, Noel Hoara,
Bryan Holt, Keum Hwa Choi, Kim Hwal
Kyung Hye-Sung Hyun, Gianni Imbelloni,
El Rayess Inad, Young Ja Cho, Mizera Jerzy,
Bouquin Joceline, Marie Josée Andriko, Elisabeth Juan, Hans Koenen, Stefan Koval, Romas Kvintas, Monika Leczew, Mikhailov, Loris Levoni, Hsiu-Ling Liao, Yan Liebard,
Adolfo Lugli, Dolly Lunais, Bruno Luzzani,
Nicola Maggi, Kobayashi Makoto, Manlio
Mangano, Luciano Massari, Mauro Mazzali,
Nelida Amata Mendoza, Takase Miki, Anna
Minardo, Slave Minekov, Sophie Mondini,
Kim Moon Kyu, Mara Moschini, Pyotr Muller, U.C. Muller Farina, Michiko Nakamichi,
Anne Beatrice Nicholson, Kouvaras Nikiforos, Yoshin Ogata, Alfridas Pajuodis, Andrea
Panizon, Francisco Pernudi, Gabriele Perugini, Claudia Pigors, Ahn Pil-Yun, Natale Platania, Graziano Pompili, P.A. Pratali – Valladares, Tania Preminger, Stefan Prokop, Luis
Quishpe Viracocha, Dino Radulescu, Jurgen
Ramacher, Francesco Rampin, Jean Rei Rosa, Ernest Reinha Boehling, Hans Reiynders,
Laurent Reynes, Yaghi Rintaro, Cesare Riva,
Silvia Rodriguez, Romelo Pervolovici, Jorge
Romeo, Cinzia Rossi, Bo Rudolfson, Lello
Ruggiero, Saul Salo, Antonio Sanna, Beatrice
Sassone, Kei Sazen, Jir Sellert, Margherita
Serra, Daniela Sighicelli, Claudia Sighicelli,
Paolo Sighinolfi, David Simon, Zizi Smail,
Kersijn Stokel, Jim Sub Han, Costadinov
Svilen, Antonio Tabanelli, Mario Tavolarelli,
Antonella Tiozzo, Peter Trmac, Frede Troelsen, Angela Valladares, Giorgio Vecchietti
Masacci, Virginia Venkuniene, Imre Veszpremi, Massimo Villani, Friedrich Volker, Verena, Kuo-Hsien Wang, Zoe Whittier, Antonina Wisoka, Manzen Yabe, Heon Youl Park,
Nicola Zamboni, Francziliewic Zbigniew,
Nico Colle, Dominika Griesgraber, Juan
Carlos Segovia, Giacomo Santini, Stefanie
Oberneder, Stefano Grattarola, Giuliano
Giussani, Kamen Tanev, Alessandro Canu,
Francesco Mazzotta, Andrea Buttazzo, Simona De Lorenzo, Luca Marovino, Giuliano
Orlandi, Ko Jae Chun ed i giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (pp.
109-111).
Il biennale Simposio Internazionale di Scultura in pietra è giunto alla XVII edizione, ed
è promosso dal Comune di Fanano e dall’Associazione per la Promozione Turistica e
Culturale di Fanano, APT Fanano, inoltre è
sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e
patrocinato dalla Presidenza della Repubblica e, nell’edizione del 1999, dal Comitato
per i Centenari del Duomo di Modena per il
Giubileo, con il coinvolgimento dei comuni
limitrofi di Riolunato, Sestola, Montese e
Gaggio Montano.
74
Provincia di Modena
Il primo Simposio risale al 1983 e si è ripetuto annualmente per 12 anni, puntando
sulla lavorazione della pietra in bassorilievi
che hanno decorato molti edifici del luogo.
Dal 1994 la manifestazione ha acquistato un
maggior respiro, ospitando artisti internazionali accreditati dai Ministeri dell’Unione Europea ed aprendo loro maggiori possibilità
espressive attraverso la scultura a tutto tondo; tale cambiamento ha portato anche una
maggiore attenzione da parte del turismo internazionale.
Nel 1999 il Simposio è stato associato alla valorizzazione della Via dei Pellegrini, itinerario
turistico da Nonantola a Pistoia attraverso la
Val Panaro, Fanano e la Valle dell’Ospitale; in
quell’occasione il tema cui si sono ispirati gli
scultori è stato, naturalmente, legato al pellegrinaggio. A latere veniva organizzato il I
Convegno degli Scalpellini – Premio Olimpio che ha visto l’affiancamento di altri artigiani, che hanno realizzato sei fontane in pietra, agli scultori e ai critici d’arte; mentre nel
2001 è stato organizzato il Congresso internazionale dei Simposi e dei Parchi di scultura d’Europa. Il Premio Olimpio, riservato
esclusivamente agli artigiani in pietra, è dedicato alla memoria di Olimpio Orlandini, riconosciuto alto autore dell’ultima generazione degli scalpellini fananesi.
Nel 2003 i temi consegnati agli scultori dall’organizzazione del Simposio sono stati due:
la Linea Gotica e il Parco dell’Emigrante. Per
il primo argomento gli artisti hanno realizzato opere all’insegna della pace e della libertà
conquistata e ritrovata, mentre per il secondo
essi hanno rievocato, simbolicamente o genericamente, la figura dell’emigrante che il Comune di Fanano ha voluto dedicare a Felice
Pedroni (Felix Pedro), emigrato dal Frignano
all’Alaska dove fondò la Fairbanks. Le sculture dell’ultimo Simposio sono state esposte anche a Modena, al Comparto Corassori, in
una mostra dal titolo Arte in Agorà. Incontro
con la scultura.
Finale Emilia
CASTELLO DELLE ROCCHE S E
titolarità: Comune di Finale Emilia
piazza Verdi 1
41034 Finale Emilia (MO)
tel. 0535/788178
[email protected]
www.comunefinale.net
Il Castello delle Rocche, costruito nel 1402 da
Bartolino da Novara sulla preesistenza di uno
più antico e decorato da Jacopo Orsini, è sede
del Museo Archeologico, del Museo di Storia
naturale e, nei sotterranei restaurati recentemente, di uno spazio espositivo per le mostre
d’arte organizzate dal Comune. All’interno del
Castello sono visibili i nuclei architettonici e decorativi voluti dagli Estensi nel secondo quarto
del secolo XV: la struttura dell’edificio e il loggiato sono dell’architetto Giovanni da Siena e
gli affreschi del ferrarese Ettore Bonaccolsi.
L’arte contemporanea è stata spesso oggetto di
rassegne all’interno dell’area espositiva del Castello: così sono state organizzate le monografiche del naïf Francesco Covili, di Domenico
Difilippo, Giancarlo Cazzaniga, Sandro Luporini, Loretta Dorbolò, Ivano Biasetti ed Ernesto Treccani; inoltre le collettive Di fronte
alla figura. Da Mattioli a Simonini; Schegge futuriste: Piero, Depero ed altro e 8 artisti per
Athena, mostra scambio con giovani artisti
della Francia e della Scozia, nonché Frammenti d’Europa e la Biennale internazionale di
scultura Città di Finale Emilia.
75
Provincia di Modena
Fiorano Modenese
MUSEO DELLA CERAMICA M
titolarità: Comune di Fiorano Modenese
Castello di Spezzano
via Castello 12
tel. 0536/845064-833412; fax 0536/832446
[email protected]
www.fiorano.it
41042 Fiorano Modenese (MO)
Aperto da aprile ad ottobre il sabato
e la domenica dalle 15.00 alle 19.00; da ottobre
a novembre, il sabato e la domenica
dalle 15.00 alle 18.00
Il Castello di Spezzano, edificato sotto la signoria dei da Spezzano nel XII secolo, è stato, nel corso dei secoli, il centro amministrativo del luogo, inserito in un ampio sistema
d’architetture fortificate. Assai semplice nella struttura, il castello era composto dalla
cinta muraria, il mastio, granai, magazzini,
case rurali abitate, un pozzo per il sostentamento idrico e la cappella dedicata a Sant’Agata, sostituita dal marchese Coccapani con
una cappella per la SS. Maria Vergine nella
seconda metà del Seicento, in seguito alla sua
distruzione. Adibito ad uso di rifugio e difesa sino al XV secolo, il castello diventa feudo
dei Pio sino a Settecento inoltrato; la sua destinazione a Museo della Ceramica è legata
allo sviluppo dell’industria ceramica nella seconda metà del Novecento. L’allestimento si
propone di documentare, con oggetti d’arte
e pannelli didattici, le varie tecniche di produzione ceramica dalle origini all’attualità:
sette millenni articolati in dieci sale divise
per epoca, dal Neolitico all’età del presente.
La Raccolta della Ceramica contemporanea
comprende bozzetti d’artisti e alti artigiani
che hanno partecipato alla Biennale della
Ceramica, nel 2004 al suo IV appuntamen-
to: concorso riservato a maestri dell’arte e
delle arti decorative invitati a progettare soluzioni d’arredo del tessuto urbano fioranese
che prevedano l’utilizzo del materiale ceramico. La collezione, recentemente riallestita,
è stata inaugurata nel 2000 all’interno della
X sala del castello e aumenta gradatamente
ad ogni occasione di pezzi unici e oggetti firmati d’alta qualità, anche di design, come i
lavori di Nino Caruso, Alessandro Mandini,
Dario Brugioni, Patty Wouters, Enzo Mari,
Carlo Zauli, Enzo Manara.
Il Castello di Spezzano è adibito anche a sede espositiva per rassegne d’arte antica, moderna e contemporanea; per quanto concerne il Novecento e il presente sono state organizzate le mostre monografiche di Marcello
Jori ed Enrico Manelli e la collettiva Rassegna
di artisti del Novecento.
Gombola
CHIESA DI SAN MICHELE ARCANGELO S E
titolarità: Comune di Polinago
corso Roma 71
41040 Gombola di Polinago (MO)
Pro Loco
tel. 0536/47540
Nella chiesa sconsacrata di San Michele Arcangelo, suggestivo edificio seicentesco recentemente restaurato dal Comune di Gombola di Polinago, si è tenuta la prima mostra
che ha inaugurato lo spazio quale sede espositiva per rassegne d’arte contemporanea, gestito dall’Associazione modenese Quaranta2
Contemporaneo, cui spetta l’encomiabile
merito di aver rivitalizzato il borgo medievale dell’Appennino modenese anche con l’ospitalità agli artisti nella Podesteria ed incentivando così il turismo culturale nel luogo.
76
Provincia di Modena
La mostra è stata Cento teste per Giovanni
Macchia, dedicata al Signore de “Le Macchie” Giovanni Antonio Macchia, vissuto
nel XVII secolo, il cui corpo mummificato
ancora si conserva nel borgo e si venera come un vero santo; gli artisti che gli hanno
dedicato un’opera, erano tutti emiliani, d’origine o d’adozione: hanno partecipato Agostino, Luigi Achilli Moreno, Sabrina Bastai,
Carlo Bordone, Sara Bolzani, Annalisa Bondioli, Roberto Brancolini, Andrea Chiesi,
Andrea Capucci, Carlo Candi, Alberto Caselli Manzini, Francesco Ceccarelli, Pirro
Cuniberti, Annalisa Cattani, Giuliano della
Casa, Carlo Cremaschi, Luca Caccioni, Elia,
Francesco Finotti, Franco Filippi, Fedra Boscaro, Marco Gioivani, Veronica Guiduzzi,
Mario Giovanardi, Cesare Leonardi, Leonardo Greco, Rhodri Jones, Franco Guerzoni,
Enrico Manelli, Giovanni Manfredini, Gian
Marco Montesano, Eleonora Magnani, Ettore Moni, Ilaria Martellacci, Matteo Monti,
Nicola Nannini, Alessandra Pace, Luigi Ontani, Stefano Pasquini, Filippo Partesotti,
Claudio Parmiggiani, Carlo Pacchetti,
Adriano Persiani, Graziano Pompili, Davide
Rivalta, Marco Pellizzola, Bruno Raspanti,
Andrea Sessa, Andrea Renzini, Roberto Rizzoli, Silvano Rutiliano, Matteo Soltanto,
Germano Sartelli, Mustafa Sabbagh, Claudio Sabbadini, Luca Trevisani, Enzo Savini,
Paolo Foscherini Coizzi, Adriana Torregrossa, Wainer Vaccari, Chiara Tagliazucchi,
Franco Vaccari, Paolo Terzi, Nicola Zamboni, Alberto Zamboni, Mataro da Vergato,
Maurizio Galimberti ed il compianto Piero
Manai.
Nel 2003 è stata allestita, sempre nella chiesa, la mostra Good bye Gombola / vulgaris che
ha visto gli artisti confrontarsi con la struttu-
ra architettonica di San Michele e le suggestioni energetiche delle reliquie del Macchia
attraverso installazioni site specific: hanno
partecipato Aureliaq, Carlo Cremaschi, Giovanna Caimmi, Fabio Di Camillo, Elia,
Francesco Finotti, Fabiano Gambetti, Leonardo Greco, Alberta Pellacani, Stefano Pasquini, Adriano Persiani, Roberto Rizzoli,
Carlo Sabbadini, Matteo Soltanto, Andrea
Sessa, Fabio Carboni, Walter Cascio, Dario
Moroldo, Stefano Paron e Luca Serra.
Modena
GIPSOTECA GRAZIOSI M
titolarità: Comune di Modena
Palazzo dei Musei
largo di Porta Sant’Agostino 337
41100 Modena (MO)
tel. 059/200100-243263-223892;
fax 059/200110
[email protected]
www.comune.modena.it/museoarte/italiano/racc
olte/gipso.html
Visitabile su prenotazione
Istituita nel 1984 in seguito alla donazione
degli eredi, la Gipsoteca Graziosi raccoglie un
importante nucleo di opere dell’artista modenese Giuseppe Graziosi (1879-1942), comprensivo di 66 gessi, bronzi, 13 dipinti e 236
lavori grafici, tra disegni, litografie e incisioni;
a cui si sono recentemente aggiunti 2.109 negativi fotografici sempre donati dai familiari
dell’artista e consultabili presso le Raccolte
Fotografiche Modenesi Giuseppe Panini. In
un primo tempo provvisoriamente ubicata
nella sala della chiesa dell’Istituto San Paolo,
la Gipsoteca è stata definitivamente collocata
nel 1994 al piano terra del Palazzo dei Musei
dove si trova strettamente collegata alle colle-
77
Provincia di Modena
zioni d’arte della città: essa è la testimonianza
dell’itinerario figurativo di questo artista verista, aggiornato alla tecnica divisionista, che
prediligeva i temi agresti e quotidiani della società rurale coeva, virando, poi, verso il classicismo promosso dalla corrente di Novecento;
egli fu un protagonista della scena artistica italiana del primo Novecento storico, con una
continua presenza di successo a diciannove
Biennali d’Arte di Venezia.
Nel corso degli anni, la raccolta è stata incrementa con alcuni bronzi e dipinti, di cui una
parte donati da Ferruccio Cambi.
Modena
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
DI MODENA R A
titolarità: Cassa di Risparmio di Modena
via Emilia Centro 283
41100 Modena (MO)
tel. 059/239888; fax 059/238966
[email protected]
www.fondazione-crmo.it
La Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, con sede nel settecentesco Palazzo Montecuccoli dal 1993, è un ente no profit, la cui
attività è iniziata nel 1991. Il Palazzo è stato
costruito su una preesistenza medievale, una
chiesa del 1189 distrutta all’inizio del XVI
secolo e poi ricostruita, ma definitivamente
demolita nel 1775; il palazzo dei Conti Munarini prima e Montecuccoli poi, è stato edificato alla fine del XVIII secolo su progetto
di Raimondo Cavazzuti. Le stanze di rappresentanza dell’edificio sono decorate con affreschi e stucchi risalenti all’età neoclassica e
ispirati a temi mitologici.
La Fondazione ha come obiettivo la collaborazione con istituzioni pubbliche ed associa-
zioni ai fini di promuovere e sostenere la ricerca e le attività culturali; in particolare la
conservazione, il restauro e la valorizzazione
del patrimonio artistico del territorio. Proprietaria di alcune opere di Giuseppe Graziosi, che costituiscono la collezione d’arte, la
Fondazione si è dedicata soprattutto all’organizzazione di grandi mostre, allestite negli
spazi del Foro Boario, riferite all’arte del XX
secolo, alcune in collaborazione con la Fondazione Peggy Guggenheim di Venezia, New
York e Bilbao. Si ricordano La penna e il bulino: momenti di grafica modenese del primo
’900; La fontana del Graziosi: giochi di luce ed
acqua; Le immagini di Elisa Turchi; I maestri
della scultura; Alberto Giacometti e Max Ernst
a Modena: Surrealismo e oltre nella Collezione
Guggenheim; Da Modigliani al contemporaneo: scultura dalle collezioni Guggenheim.
Modena
GALLERIA CIVICA M
titolarità: Comune di Modena
Palazzo Santa Margherita
corso Canalgrande 103
tel. 059/206911-206940; fax 059/206932
[email protected]
www.comune.modena.it/galleria/
41100 Modena (MO)
La Galleria Civica è stata istituita nel 1974,
in seguito a una lunga attività di tirocinio,
durata quindici anni, come Sala di Cultura
del Comune di Modena ed è stata trasferita
nell’attuale sede di Palazzo Santa Margherita
nel 1997. Il palazzo, recentemente restaurato, è stato progettato in stile neoclassico dall’architetto Francesco Vandelli nel 1830 e dal
1874 è stato utilizzato come sede del Patronato dei Figli del Popolo. All’interno del pa-
78
Provincia di Modena
lazzo trovano sede anche la Biblioteca Civica
Antonio Delfini, dal 1992, e il futuro Museo
della Figurina; nel corso del 2004 sono previste risistemazioni strutturali che vedranno
le collezioni della Galleria, alle quali si è recentemente unita la collezione di Don Bettelli, che comprende numerosi esemplari di
grafica internazionale, collocate al secondo
piano dell’edificio.
La Galleria Civica, grazie all’instancabile lavoro di Oscar Goldoni, Carlo Federico Teodoro, Pier Giovanni Castagnoli, Flaminio
Gualdoni e Walter Guadagnini, che si sono
avvicendati nei mandati direttivi, ha avuto,
nel corso degli anni, una sua organicità di
crescita e caratterizzazione verso le arti grafiche e fotografiche contemporanee, di cui
vanta attualmente collezioni cospicue e interessanti: la sezione di disegno contemporaneo è composta da oltre 5.000 esemplari,
mentre quella di fotografia conta circa 3.000
immagini d’autore.
Sin dalla fine degli anni Ottanta la raccolta dei disegni e delle stampe della Galleria
Civica si è sviluppata come un corpus unico nel suo genere: composto di opere su
carta, la sua crescita aumentava in maniera
esponenziale e mirata, attraverso acquisti,
donazioni e in occasione di mostre monografiche, per testimoniare l’evoluzione dell’arte nel Novecento attraverso l’espressione della tecnica disegnativa. Le due mostre
Disegno italiano tra le due guerre (1983) e
Disegno italiano del dopoguerra (1987) sensibilizzavano notevolmente il pubblico nei
confronti del filone di ricerca e collezionismo deciso dalla Galleria Civica, ove sono
conservati lavori grafici di Giuseppe Capogrossi, Ferruccio Ferrazzi, Mario Mafai,
Antonietta Raphael, Fausto Pirandello,
Antonio Ziveri, Gilberto Zorio, Carla Accardi, Claudio Olivieri, Marco Gastini,
Giuseppe Spagnulo, Toti Scialoja, Arcangelo, Stefano Arienti, Lucilla Catania, Massimo Kaufmann, Amedeo Martegani, Piero
Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Lucio Fontana, Mauro Reggiani, Renato Birolli, Fausto
Melotti, Mario Nigro, Antonio Sanfilippo,
Vincenzo Agnetti, Enrico Prampolini,
Osvaldo Licini, Luigi Veronesi, Wainer
Vaccari, Claudio Parmiggiani, Vasco Bendini, Piero Dorazio, Alighiero Boetti, Giulio Paolini, Dadamaino, Emilio Tadini,
Gianfranco Baruchello, Enzo Mari, Luigi
Malerba, Goffredo Parise, Aldo Rossi, Guido Cannella, Paolo Portoghesi, Carlo Aymonino, Ico Parisi, Romolo Romani Goccia, Renato Guttuso, Carlo Carrà, Giuseppe Penone, Pier Paolo Calzolari, Mario
Vellani Marchi, Vittorio Magelli, Pompeo
Vecchiati, Lucio Riva, Davide Benati,
Franco Guerzoni, Franco Vaccari, Carlo
Cremaschi, Giuliano Della Casa, Andrea
Chiesi, Giovanni Manfredini, Alberta Pellacani; e diversi esemplari degli esponenti
emiliani e nazionali della Poesia Visiva. In
comodato dalla Curia modenese sono collocate, presso la Galleria Civica, più di seicento opere grafiche e multipli d’autore
raccolti dal prelato Casimiro Bettelli, cultore d’arte e poesia, che ha collezionato, tra
gli altri, edizioni di Gino Severini, Giacomo Balla, George Braque, Arman, René
Magritte, Zadkine, Andy Warhol, Jim Dine, Victor Vasarely, Sol Le Witt, Mario
Schifano, Lucio Fontana e Alberto Burri.
La raccolta fotografica della Galleria Civica si è sviluppata contando sulla cultura
cittadina particolarmente attenta e sensibile nei confronti di quest’espressione artisti-
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Provincia di Modena
ca, riconosciuta tale solo negli anni Settanta, che sin dalla metà di questo decennio ha
visto l’istituto all’avanguardia nella valorizzazione, promozione e nella ricerca scientifica del settore con una collezione di più di
2.100 immagini. In quel decennio hanno
esposto, in alcuni casi per la prima volta,
Ghirri, Salbitani, Vimercati, Chiaramonte,
Zagaglia, Leonardi, Barbieri, Cresci, Guidi, Basilico, cui si sono susseguite esposizioni sui maestri storici come Michetti,
Rodchenko, Brancusi; collettive di ampio
respiro e la biennale di fotografia, all’ottava edizione, Modena per la fotografia.
Nel 1991 Franco Fontana ha donato la sua
collezione d’immagini, con più di cinquecento stampe, alla città: questa raccolta è
composta da scatti suoi e di Anton Giulio
Bragaglia, Man Ray, Henry Cartier Bresson, Robert Capa, Sander, Luigi Ghirri,
Oliviero Toscani, Ferdinando Scianna,
Fontcuberta, Hamilton, Doisneau, Berengo Gardin, Giacomelli, Avedon ed altri. Vi
sono doni d’altri fotografi, che hanno lasciato alla Galleria loro immagini: per ricordarne alcuni, si tratta di lavori di Beppe
Zagaglia, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri,
Mimmo Iodice, Paolo Gioli, Daniel
Schwartz, Antonio Biasucci, Philip Lorca
di Corcia, Aurelio Amendola.
L’attività culturale di Modena è stata assai
intensa sin dalla metà degli anni Cinquanta
con la I° Biennale internazionale d’arte fotografica (1958) e le continue mostre che mostrano la coerenza di lavoro della Galleria
negli ambiti del collezionismo, del disegno
e della fotografia contestualizzati agli ampi
settori delle arti visive della contemporaneità più aggiornata, locale, nazionale e internazionale. Si ricordano, oltre alle singole
monografiche per autore, le collettive Mostra degli artisti di “Corrente” (1963), L’espressionismo tedesco (1966), Arte in Emilia
(1968), la I Biennale delle Gallerie di tendenza italiane (1969), Arte e Critica ’70/Segnalazioni (1970), Il sonno della ragione genera mostri (1974), Aspetti dell’evoluzione
artistica modenese nel XX secolo (1975),
Avanguardia e sperimentazione. I generi e il
gesto (1976), Dal Dada al Surrealismo. Mostra di opere e testi (1977), La pratica politica. Il sistema dell’arte e il tessuto sociale
(1979), Transavanguardia Italia-America
(1982), I Futuristi e la fotografia (1985),
Equalizzazioni. Prima esposizione dell’Archivio di Documentazione Giovani Artisti Modenesi (1988), I collezionisti/1. Arte russa e
sovietica nelle raccolte italiane (1993) e I collezionisti/2. Una raccolta italiana (1993),
Gli artisti modenesi alla Biennale di Venezia
(1993), Gli occhi sulla città (1994), L’invenzione del paesaggio (1995), La collezione
Loulakis. Disegni e fotografie da Klee a Mapplethorpe (1997), 1960-2000: l’arte contemporanea nelle collezioni private modenesi
(1998), 1968-1998: fotografia e arte in Italia (1998), La vita delle forme. Fotografie,
disegni e grafiche da Picasso a Warhol (2003),
Arte in città/1: sei artisti e un progetto per
Modena (2004) e Pop Art UK: British Pop
Art 1956-1972 e Trilogia: Disegni di Mimmo Paladino, fotografie di Olivier Richon,
grafiche e multipli di Richard Artschwager
(2004); e le rassegne cicliche Modena per la
Fotografia (dal 1993), la biennale per giovani artisti fotografi Passaggi (dal 1998) e
Profili (dal 2001).
Le mostre si svolgono all’interno degli spazi
espositivi di Palazzo Santa Margherita e nell’attigua Palazzina dei Giardini.
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Provincia di Modena
Modena
PALAZZINA DEI GIARDINI S E
titolarità: Comune di Modena
corso Canalgrande
41100 Modena (MO)
tel. 059/222062
Aperta solo in occasione di mostre
Eretta nel 1634, l’ellittica Palazzina dei Giardini era sede di eventi musicali, concerti e
balli estivi, e infine utilizzata come serra. La
progettazione dell’edificio è controversa e
l’attribuzione varia da Girolamo Rainaldi a
Gaspare Vigarani; essa fu restaurata nel corso del XVIII secolo con modificazioni ai corpi laterali e l’aggiunta di vetrate, mentre la
parte centrale è stata decorata con otto busti
d’imperatori romani. La torretta ottagonale
sormonta il salone interno affrescato nell’Ottocento dal modenese Ferdinando Manzini
ed è dedicato al botanico Filippo Re.
Modena
RACCOLTE FOTOGRAFICHE MODENESI
GIUSEPPE PANINI S E
titolarità: Comune di Modena
via Giardini 160
tel. 059/224418; fax 059/238396
[email protected]
www.rfmpanini.it
41100 Modena
Aperto il lunedì dalle 15.00 alle 17.00; dal
martedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.00 e dalle
15.00 alle 17.00; il sabato, la domenica e i festivi
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00
La sede delle Raccolte fotografiche modenesi,
recentemente restaurata e adattata alle più
moderne e perfezionate tecnologie ove si conservano diversi archivi relativi alla fotografia
d’autore antica e moderna, ha un’ampia sala
espositiva che spesso accoglie mostre d’artisti
contemporanei che prediligono il mezzo fotomeccanico. Tra le più recenti rassegne, si ricordano Giuseppe Graziosi. Dalla fotografia al
quadro opere 1900 – 1942; Seduto in quel
caffè. Fotocronache dell’era beat, e il ciclo Immagini a contatto, in collaborazione con l’archivio di documentazione giovani artisti modenesi Giovani d’arte (cfr. scheda successiva),
che ha proposto lavori di Franco Vaccari,
Rocco Bizzarri, Luca Lumaca, Elisa Turchi,
Annalisa Bondioli e Antonio Marconi.
Modena
GIOVANI D’ARTE O I A m p
titolarità: Comune di Modena
Ufficio Cultura
via Galaverna 8
41100 Modena (MO)
tel. 059/206604; fax 059/206877
[email protected]
www.comune.modena.it/gioarte
Nato nel 1987 dall’attività sinergica dell’Assessorato alla Cultura e dell’Assessorato all’Istruzione e Sport del Comune di Modena, e
dell’Assessorato alla Cultura della Provincia,
Giovani d’Arte, coordinato da Ornella Corradini, ha lavorato costantemente con l’obiettivo di documentare, promuovere e formare i
giovani artisti del territorio provinciale modenese con una costante interazione con altri
partner del settore, istituzionali e privati.
Le iniziative che hanno riguardato la formazione hanno privilegiato cicli di conferenze
pubbliche che stimolassero riflessioni e dibattiti tra operatori e pubblico di giovani;
workshop con artisti e tecnici quali occasioni d’incontro e confronto con l’intento d’ap-
81
Provincia di Modena
profondire le tematiche artistiche più attuali
e con particolare riferimento all’uso delle
nuove tecnologie. Si ricordano la serie di
conferenze Dal realismo alla Pop Art e il
workshop condotto da Hidetoshi Nagasawa.
Per la promozione della creatività giovanile
del modenese sono state attivate reti e circuiti con vari livelli istituzionali, nazionali e regionali, come il Coordinamento per il Circuito Giovani Artisti Italiani (G.A.I.) e il
Coordinamento Giovani Artisti dell’EmiliaRomagna (GA/ER), che consentono esperienze relazionali e scambi con la variegata
geografia artistica della contemporaneità.
Nella sede di Giovani d’Arte è custodito
l’Archivio di documentazione Giovani Artisti Modenesi, banca dati che accoglie l’anagrafe artistica dei giovani che operano in
molteplici discipline, tra loro anche interattive, come video art, net art, teatro, pittura,
scultura, scenografia, architettura, cinema
danza, design, fotografia, fumetto, moda, illustrazione, grafica e letteratura; e l’anagrafe
degli operatori del sistema dell’arte del modenese. Il tutto crea una rete sinergica che
consente una capillare e puntuale informazione sulle iniziative del settore, nonché sulle opportunità occupazionali e concorsuali,
come la partecipazione alla Biennale dei
Giovani Artisti del Mediterraneo, alla sua
XII edizione nel 2005, o l’assegnazione in
uso di locali per atelier di giovani artisti.
Giovani d’Arte organizza diverse manifestazioni, in collaborazione con la Galleria Civica d’Arte Moderna di Modena (cfr. pp. 7779), come Arte in Contemporanea, biennale sostenuta dal Comune di Modena e dal
G.A.I., e all’interno della programmazione
del GA/ER, che coinvolge tutta la città in
spazi pubblici e gallerie private con mostre,
installazioni, performance, rassegne video,
conferenze, feste, apertura atelier, incontri e
visite guidate con la finalità di dare testimonianza dei linguaggi espressivi in trasformazione e delle nuove ricerche ad essi applicate;
inoltre seleziona i giovani artisti tramite concorso per acquisire le opere dei vincenti grazie al meccanismo dei premi-acquisto.
Unitamente alla Direzione per l’Architettura
e l’Arte Contemporanee del Ministero per i
Beni e le Attività Culturali e il G.A.I., Giovani d’Arte ha sviluppato il progetto Movin’Up. Mobilità nel mondo per giovani artisti, concorso annuale per la formazione,
che ha permesso ai giovani artisti di frequentare stage e workshop organizzati da istituzioni estere, promuovere i loro lavori e partecipare ad attività artistiche interdisciplinari
a livello internazionale. Con gli stessi partner, cui si sono aggiunti il Palazzo dei Musei
del Comune e l’Associazione Città Italiane
d’Arte e Cultura, Giovani d’Arte ha collaborato al progetto annuale Gemine Muse, volto sempre alla promozione dell’arte giovane,
che vede il coinvolgimento simultaneo di
ventotto città italiane in altrettanti musei
dove trentadue critici presentano ottantanove artisti, tra tradizione e innovazione.
Modena
SALA DEL PARADISINO S E
titolarità: Diocesi di Modena
corso Cavour 52
41100 Modena (MO)
tel. 059/206795
Sede espositiva dedicata all’arte contemporanea, gestita dall’Assessorato Cultura del Comune di Modena, è spesso utilizzata per le
82
Provincia di Modena
manifestazioni organizzate da Giovani d’Arte
(cfr. scheda precedente), che vi ha tenuto
workshop e rassegne varie, come la mostra
Konst! Svezia extra natura dedicata agli artisti
invitati nell’ambito del recente festival della
cultura svedese Scopriamo la Svezia.
Modena
LA TENDA S E
titolarità: Comune di Modena
viale Molza
41100 Modena (MO)
tel. 059/214435
In occasione di mostre, tutti i giorni dalle 16 alle 22
La Tenda è una struttura polivalente realizzata
nel 2003 dall’Assessorato alle Politiche Giovanili; si tratta di una tensostruttura, con valenze teatrali, adibita ad iniziative artistiche e di
spettacolo indirizzate prevalentemente a un
pubblico giovane. Grazie alla sua molteplice
valenza strutturale, Giovani d’Arte (cfr. pp.
80-81) si è valso di essa per organizzare alcune
iniziative interdisciplinari, come Farafinà. Arte
Africana a 360° e il ciclo di mostre Arte in
Cantiere, progetto mirato all’integrazione e al
confronto tra artisti di diversa provenienza
geografica che operano ne La Tenda, realizzando mostre con opere site specific come Liuba il
ragnatelone; Maicol & Mirco; Contrattempi di
Sabrina Muzi e Fabio Mantovani.
Modena
RACCOLTA D’ARTE DELLA PROVINCIA
DI MODENA R A m p
titolarità: Amministrazione provinciale di Modena
Palazzo della Provincia
viale Martiri della Libertà 34 e viale Barozzi 340
41100 Modena (MO)
tel. 059/209440; fax 059/220686
[email protected]
[email protected]
www.provincia.modena.it/servizi/musei
Aperto il sabato dalle ore 9.00 alle 11.30
o su prenotazione
La Raccolta d’Arte della Provincia di Modena è allestita in permanenza dal 1994 nelle
sale di rappresentanza della storica residenza
dell’Amministrazione provinciale. Essa comprende un cospicuo numero di dipinti, sculture e opere grafiche per lo più riferibili all’ambito modenese ed emiliano, che trovano
sede nelle stanze del palazzo della Provincia,
costruito in stile neorinascimentale dall’architetto Cesare Costa, fra il 1843 e il 1849.
Le opere d’arte della Raccolta della Provincia, diretta da Graziella Martinelli Braglia,
coprono un arco temporale di cultura visiva
locale assai ampio, dal XVI secolo all’attualità, formatosi attraverso numerose donazioni e, per quanto riguarda il Novecento, anche
attraverso l’acquisizione di opere provenienti
da un dinamico reticolo culturale cittadino
attivo attraverso le Mostre Sindacali, la Saletta degli Amici dell’Arte, la Sala Comunale
della Cultura, le “Settimane Modenesi” della
Società per le Esposizioni e gallerie private.
La raccolta è formata prevalentemente da dipinti, cui si aggiungono qualche scultura e
diverse incisioni: si tratta di opere di Giuseppe Graziosi, Evaristo Cappelli, Giovanni Forghieri, Casimiro Jodi, Ugo Lucerni, Augusto
Baracchi, Benito Boccolari, Arcangelo Salvarani, Pietro Pagliani, Mario Vellani Marchi,
Gaetano Augusto Bruni, Augusto Zoboli,
Leo Masinelli, Tino Pelloni, Mario Gherardini, Ivo Soli, Vittorio Magelli, Alessio Quartieri, Mario Molinari, Ubaldo Magnavacca,
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Provincia di Modena
Elpidio Melchisedeck Bertoli, Ugo Giuseppe
Ceccarelli, Emilio Tato Bortolucci, Nereo
Annovi, Pompeo Vecchiati, Gino Scapinelli,
Peppino Ascari, Ludovico Assirelli, Giorgio
Balboni, Renzo Barilli, Adriano Boccoletti,
Eros Bonamini, Attilio Braglia, Michele Cascella, Alberto Cavallari, Giambattista Cavani, Lorenzo Ceregato, Nino Corazziari, Gino
Covili, Walter Fornasari, Carmen Gentili,
Luciano Giberti, Oscar Govoni, Renato
Guttuso, Milan Konjovic, Vittorio Landi,
Elvio Mainardi, Walter Mac Mazzieri, Luciano Ossetti, Enzo Pasqui, Franco Pedrini, Luciano Prandini, Giorgio Preti, Romana Rebecchi, Giorgio Rocca, Cristina Roncati, Stefano Rosati, Ilario Rossi, Italo Rossi, Bruno
Salvalai, Marino Salvarani, Giorgio Scapinelli, Bruno Semprebon, Gianmarco Setti, Cesare Soli, Claudio Spattini, Alberto Sughi,
Franco Tavoni, Nani Tedeschi, Bruno Tosi,
Enzo Trevisi, Abeglio Tuci, Ermanno Vanni,
Franco Varroni, Gino Viano, Dante Zamboni, Tono Zancanaro, Ghigo Zanfrognini, Rino Zapparoli, Erio Carnevali, Davide Benati, Gianni Valbonesi, Ernesto Zigaina e Franco Vaccari.
Dal 1996 la Provincia di Modena organizza
la Biennale dei giovani artisti modenesi.
B.Giam e il premio dedicato alla memoria di
Giorgio Cornia, ai fini di valorizzare la creatività artistica contemporanea del territorio
provinciale. La prima edizione, nata con il
nome Orizzontale-Verticale si è tenuta all’interno del Palazzo della Provincia, per poi
convertirsi in B. Giam ed essere allestita negli spazi della Chiesa di San Paolo (cfr. scheda successiva). La mostra nasce dalla selezione di giovani artisti del modenese, vagliati e
premiati da una commissione composta da
qualificati operatori del settore, che verifica-
no la qualità e la novità espressiva dei linguaggi dei partecipanti. La mostra collettiva
dell’ultima edizione, nel 2002, è scaturita
dalla scelta, tra settantadue partecipanti, dei
lavori di Annalisa Bondioli, Lucio Domenico Cavallari, Alfio Consoli, Gianmaria Conti, Evelyn Daviddi, Leonardo Greco, Michela Lorenzi, Letizia Lugli, Luca Lumaca e Annalisa Serino.
Modena
CHIESA DI SAN PAOLO S E
titolarità: Provincia di Modena
via Francesco Selmi
41100 Modena (MO)
tel. 059/209440
[email protected]
www.provincia.modena.it
Aperta in occasione di mostre i giorni feriali,
dalle ore 16.30 alle 19.30; il sabato, la domenica
e i giorni festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle
16.30 alle 19.30; chiusa il lunedì
Antica chiesa medievale costruita nel 1192
e definitivamente restaurata da Fabio Massimo Pozzi in occasione del Quarto “Centenario di Modena Capitale 1598-1998” è
stata adibita dal 1998 a sede espositiva della Provincia di Modena per mostre d’arte
contemporanea, coordinate da Graziella
Martinelli Braglia.
Il restauro conservativo delle strutture e delle decorazioni murarie ha posto in evidenza
la storia artistica della chiesa, il cui interno
veniva parzialmente modificato nel corso del
XVI secolo da Raffaele Menia significativamente riattato in epoca barocca, nel 1653,
da Cristoforo Malagola; e nuovamente ripristinata, nella facciata, in stile neoromanico
nel 1890. Agli arredi artistici e votivi della
84
Provincia di Modena
chiesa, hanno lavorato diversi artisti nel corso dell’Età Moderna: Pellegrino Arteusi detto Munari, Giovan Battista Codebue, Giovan Battista Levizzani, Giovan Battista Pesari; mentre nell’Ottocento la chiesa veniva arredata con lavori di artisti diversi, come Modesto Marchesini, Girolamo Negri e alcuni
autori anonimi provenienti da altre chiese
della città, ora conservati nella Raccolta
d’Arte della Provincia di Modena (cfr. scheda precedente).
La Chiesa di San Paolo ha ospitato molte
rassegne d’arte contemporanea, tra cui le
monografiche di Francesco Covili, Alberto
Cavallari, Gabriella Goffi, Mario Merz, Ermanno Vanni e Claudio Spattini; nonché la
Biennale dei Giovani Artisti B.Giam, il
progetto artistico, culturale e civile Kaki
tree, dove hanno esposto i loro lavori Giuliano della Casa, Franco Guerzoni, Adolfo
Lugli e Cesare Leonardi, le retrospettive Immagini di Luce. Dalla Scuola di Burano al
Chiarismo fra pittura e fotografia e L’idea dell’uomo; e la manifestazione ciclica Coniugazioni, gemellaggio artistico tra la città di
Modena e la tedesca Weimar, i cui artisti declinano e confrontano le proprie poetiche in
sinergia e in concomitanza spazio-temporale. E, contemporaneamente, mentre a Modena, nella chiesa, espongono un artista tedesco e uno modenese, a Weimar, al Castello di Ettersburg accade la stessa cosa con altri due artisti. Nell’ambito di questa rassegna, hanno esposto nella Chiesa di San Paolo Corrado Bertarini e Stefan Dornbush, Fabrizio Corneli e Sibylle Mania, Franco
Guerzoni, Naomi Tereza Salmon e Vittorio
Messina; inoltre essa è stata una delle sedi
della collettiva Über menschen, realizzata
grazie a un progetto europeo.
Monchio
PARCO DELLA RESISTENZA DI MONTE
SANTA GIULIA P A
titolarità: Provincia di Modena
e Comune di Palagano
Provincia di Modena - Assessorato al Turismo
41040 Monchio nel Frignano (MO)
tel. 059/209525-961515; fax 0536/ 966064
In un’area boschiva assai vasta presso Monchio Palagano si sviluppa un parco, teatro di
sanguinosi avvenimenti legati alla Resistenza.
Al fine di ricordare il sacrificio di tanti uomini sono state installate sculture in pietra legate a questo tema nel parco di Monte Santa
Giulia, vicino al centro abitato. Nel 1944 un
cannoneggiamento tedesco distruggeva il
corpo e il campanile della piccola chiesa romanica insediata sulla cima del monte e il cui
rifacimento è stato solo parziale: a memoria
di tali sanguinosi eventi si è voluto mantenere con il Memorial Santa Giulia un significato simbolico, evocativo della Resistenza e dei
suoi morti attraverso un messaggio celebrativo che inneggia alla vita contro le atrocità
compiute dal nazifascismo, tra il 1943 e il
1945, nelle valli del Dolo e del Dragone.
Voluto dall’Amministrazione di Palagano,
coadiuvata nell’organizzazione dallo scultore
Italo Bortolotti nel rispetto della tradizione
culturale del luogo, il Memorial Santa Giulia
rievoca la solennità e la sacralità dei menhir di
Stonehenge, ed esprime, attraverso i monoliti
di pietra serena lavorati da quattordici scultori negli atelier dedicati alla scultura dal Simposio di Fanano (cfr. pp. 72-74), un’accorata
e silenziosa presenza significativa della memoria, ridestata attraverso complesse allegorie; le
sculture, disposte a cerchio, sono state realizzate da Miguel Ausili, Raffaele Biolchini, Italo Bortolotti, Jean T. Cassamajor, Francesco
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Provincia di Modena
Cremoni, Rami Gavish, Quinto Ghermandi,
Wang Kuo Hsien, Renzo Margonari, Yoshin
Ogata, Graziano Pompili, Dino Radulescu,
Pinuccio Sciola e Paolo Sighinolfi.
Presso l’Istituto storico della Resistenza e di
storia contemporanea di Modena, presidenza del comitato organizzatore del Memorial
Santa Giulia, sono custoditi i disegni, gli studi e i bozzetti di tutti i partecipanti: si tratta
di cinquanta opere conservate in un’unica sala che documentano le fasi creative del monumento e il suo valore etico e storico.
Montese
FORUM ARTIS MUSEUM R A
titolarità: Comune di Montese
Rocca di Montese
via della Rocca 291
41055 Montese (MO)
tel. 059/981491; fax 059/971106
[email protected]
Attualmente non attivo e chiuso al pubblico,
in via di ridefinizione
L’esposizione permanente, inaugurata nel
1995 in concomitanza alla prima rassegna
espositiva, aveva sede nella torre della duecentesca Rocca dei Montecuccoli, gravemente danneggiata, come tutto il paese, dai bombardamenti del 1945.
Il Forum Artis Museum era una raccolta di
un centinaio di opere plastiche di altrettanti
artisti di 16 paesi europei ed extracontinentali che documentavano alcune significative
esperienze dell’arte contemporanea, anche in
rapporto all’inserimento ambientale, con
una netta predilezione per l’Astrattismo,
l’Informale e il Concettuale, poetiche a loro
volta articolate ed interrelate, all’interno del
percorso espositivo, in cinque sezioni: Coloaction/Color-azione: esperienze artistiche
neoinformali; Abtracta: Arte Struktura/Movimento Madi; Arte Concettuale: Fluxus, i provocatori nell’arte; l’Ecole de Nice; Open sculpture/Interior sculpture.
La collezione contava opere di Graziano
Pompili, Martino Orsoni, Maximo Pellegrinetti, Maria Assunta Carini, Andrea Tedeschi, Riccardo Franco e Urlich Egger, ed era
esposta, a rotazione, tra gli spazi interni e
quelli esterni della Rocca; tranne l’opera di
Vincenzo Giubba che si trova, permanentemente, all’aperto.
Montese
SPAZI EX GHIACCIAIA S E
titolarità: Comune di Montese
via Cuoghi 2
41055 Montese (MO)
tel. 059/971104
www.comune.montese.mo.it
Recentemente inaugurata dopo un lungo lavoro di restauro, la nuova sala mostre di
Montese trova spazio nei locali dell’ex ghiacciaia. La struttura, edificata tra il 1888 e il
1889 su progetto del capomastro Carlo Mazzetti, era inizialmente adibita a magazzino
per neve e ghiaccio, grazie ai quali si conservavano gli alimenti nei mesi più caldi; in seguito diveniva un macello e infine un deposito. L’edificio, a pianta quasi quadrata, nei primi anni Sessanta era ancora coperto a falde e
si può presumere che la trasformazione a copertura piana sia avvenuta verso la fine del
decennio, mediante sopraelevazione dei muri
laterali e realizzazione della terrazza sovrastante. Il vano vero e proprio della ghiacciaia
è coperto da una volta a cuspide di grande al-
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Provincia di Modena
tezza e risulta completamente interrato, nonché nascosto alla vista da una parete in muratura, eretta sul fondo del locale antistante che
si apre su piazza della Repubblica.
Le mostre, prevalentemente esposizioni monografiche di pittura, si susseguono soprattutto durante il periodo estivo; hanno esposto sinora il bolognese Silvano Cresp, Roberto
Monfredini, Pierluigi Tinti e Marisa Mecagni.
le e le sue ombre e la rievocazione, nel 1999,
degli ultimi cinquant’anni d’insegnamento e
attività artistica dell’Istituto d’Arte “Adolfo
Venturi” di Modena Per una storia dell’Istituto d’Arte di Modena dal 1923 al 1970, in sinergia con le Gallerie Ducali di Pavullo (cfr.
scheda seguente) e con la Galleria Civica di
Modena (cfr. pp. 77-79) con cui collabora
per la biennale Modena per la Fotografia.
Nonantola
SALA DELLE COLONNE S E
titolarità: Comune di Nonantola
via Marconi 11
41015 Nonatola (MO)
tel. 059/896511; fax 059/896590
[email protected]
nonantola.webprofessional.it
Pavullo nel Frignano
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA
DI PALAZZO DUCALE O I S E
titolarità: Comune di Pavullo
Palazzo Ducale
via Giardini 3
40126 Pavullo nel Frignano (MO)
tel. 0536/21563-20675; fax 0536/20125
[email protected]
www.comune.pavullo-nel-frignano.mo.it
Aperta in occasione di mostre il venerdì
e il sabato dalle 15.00 alle 18.00
Adibita a sala espositiva per mostre d’arte
contemporanea, la Sala delle Colonne si trova all’interno del Palazzo del Comune, ex Palazzo Salimbeni, edificio che in passato faceva parte del complesso architettonico che
comprendeva l’antico monastero. Ora è sede
del Municipio di Nonantola e, nella sua ala
più antica restaurata, hanno sede l’Antiquarium, la Sala degli affreschi e l’Archivio storico comunale.
La Sala delle Colonne è destinata a mostre
d’arte contemporanea: tra le personali si ricordano quelle dedicate ad artisti del territorio come Franco Vaccari, Alfonso Frasnedi,
Andrea Capucci, Walter Manzini, Mario
Giovanardi, Andrea Chiesi, Marco Gerri,
Adolfo Lugli, Francesco Bocchini e Luca Maria Patella; tra le collettive si ricordano Il rea-
Aperte in occasioni di mostre il martedì dalle ore
16.00 alle 18.00; il giovedì e venerdì dalle 17.00
alle 19.30. Sabato e domenica dalle 10.00 alle
13.00 e dalle 17.00 alle 19.30
Le Gallerie civiche di Palazzo Ducale, con sede nell’ottocentesco edificio voluto da Francesco IV d’Este come residenza estiva, sono gestite dall’Assessorato alle Attività Culturali del
Comune di Pavullo e sono composte dalla
Galleria d’Arte Contemporanea, dalla Galleria dei Sotterranei e Ghiacciaia del Duca e
dalla Fonoteca dei Sotterranei; inoltre dalla sede staccata del Castello di Montecuccolo dove sarà aperta la Pinacoteca Civica, in corso di
progettazione.
L’attività espositiva della Galleria d’Arte
Contemporanea ha avuto origine nel corso
degli anni Ottanta, con la finalità di pro-
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Provincia di Modena
muovere e integrare l’arte locale contemporanea con le ricerche affrontate da artisti e
critici a livello nazionale: si ricorda a questo
proposito la grande rassegna Lionello Venturi e l’avanguardia italiana che coinvolgeva i
lavori di numerosi artisti, tra i quali Afro,
Renato Birolli, Bruno Cassinari, Felice Casorati, Piero Dorazio, Carlo Levi, Mario
Mafai, Giacomo Manzù, Arturo Martini,
Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Achille Perilli, Enrico Prampolini, Toti Scialoja, Giulio Turcato e Emilio Vedova, interpretati alla luce delle preferenze venturiane da Giulio
Carlo Argan, Carlo Federico Teodoro e Jadranka Bentini.
Alla fine degli anni Novanta, dal 1998 al
2000, la gestione della Galleria è stata affidata all’Associazione Botteghe d’Arte del Frignano, coordinata dall’artista Davide Scarabelli: in quel triennio sono state organizzate
le mostre monografiche dedicate a Remo
Storchi, Wainer Vaccari, Sabrina Bastai, Ernesto Altemura e Vasco Giannini, Franco Mulas,
Giuseppe Banchieri, Valter Giovannini, Tono
Zancanaro, Massimo Pedrazzi, Nino Migliori,
Maria Carolina Arletti, Corrado Bertarini,
Gian Pietro Bortolotti, Pino Vastarella, Giuseppe Ricci, Franco Fontana e Elio Morandi; le
collettive Il viaggio; I maestri del Venturi; Il
tempo dipinto; Onirica; Il cuore di una collezione e I Baruffi. Tre generazioni di fotografi;
nonché due edizioni del premio nazionale
Pavullo Città d’Arte.
Dal 2001 la gestione è tornata agli uffici dell’Assessorato Cultura, con la direzione di
Paolo Donini. L’attività dedicata alle arti figurative si è distinta per la costante sinergia
con le altre discipline artistiche, relazione cui
è dedicata la Galleria dei Sotterranei ove vengono esposte rassegne riferite ai linguaggi
multimediali o alle nuove emergenze culturali, tenendo anche conto dell’attività dell’attigua Fonoteca. Negli ultimi anni sono stati
organizzati eventi per dare delle ricerche artistiche maturate sul territorio, sia consolidate, sia sperimentali: si ricordano Minguzzi:
Disegni e sculture; Maurizio Carloni: Hortus
Mirabiliae; Il viaggio e l’anima: Antonella
Monzoni e Stefano Torreggiani; Roberto Covili: Paesaggi dell’anima; Gino Covili, le stagioni della vita; Giganti in città: un progetto di
pedagogia dell’arte; Quarto Movimento; Franca Lovino; Il terzo che ti cammina accanto;
Creativa arte al femminile; Vittorio Covili. Un
ciclo pittorico; Pinocchio, chi più ne ha più ne
metta; Visionariamente e A mano liber(A) con
opere di Nanni Menetti.
Nel corso degli anni gli artisti che esponevano nelle Gallerie di Palazzo Ducale hanno
donato all’istituto loro opere, per cui si è venuta a configurare una raccolta d’arte contemporanea, per il momento non esposta al
pubblico: essa comprende opere di carattere
figurativo, astratto e concettuale. Sono conservati circa 160 lavori di numerosi autori, tra
cui molti di Pavullo, che dimostra di essere
un interessante vivaio artistico della regione,
avendo visto crescere, tra i suoi abitanti, Carlo Minelli, Gino Covili, Walter Mac Mazzieri, Davide Scarabelli e Raffaele Biolchini. Nei
depositi delle Gallerie vi sono opere di Gian
Pietro Bortolotti, Giuseppe Ceccarelli, Giancarlo Cerri, Roberto Covili, Walter Mac
Mazzieri, Gianni Rovandi, Corrado Bertarini, Lorenzo Barani, Raffaele Biolchini, Pirro
Cuniberti, Giuliano Dalla Casa, Piero Dorazio, Loretta Dorbolò, Walter Giovannini,
Stefano Grasselli, Roberto Leoni, Franca Lovino, Paolo Mannucci, Umberto Mastroianni, Carlo Minelli, Mattia Moreni, Impero
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Provincia di Modena
Nigiani, Alessandro Palladini, Andrea Raccagni, Davide Scarabelli, Anton Celeste Simonini, Remo Storchi, Enzo Trevisi, Emilio Vedova e Mario Venturelli.
Pavullo nel Frignano
MOSTRA PERMANENTE DEL CASTELLO
DI MONTECUCCOLO R A
titolarità: Comune di Pavullo nel Frignano
Castello di Montecuccolo
41026 Pavullo nel Frignano (MO)
tel. 0536/23032-308070; fax 0536/20125
tel. Ufficio Cultura 0536/41251
[email protected]
www.ginocovili.com
In corso di apertura, la Mostra permanente
sarà allestita all’interno del restaurato castello
medievale, costruito intorno all’anno 1000. Il
Castello di Montecuccolo trae il nome dalla
località in cui fu eretto e con il quale la casata
proprietaria, nell’XI secolo, cambiò il proprio
nome da Corvoli in da Frignano, prima, e in
da Montecuccolo, poi; dinastia assai potente,
essi divennero, nel XV secolo, feudatari di un
territorio che si estendeva dal bolognese al
reggiano, mentre, nel Seicento, uno degli ultimi Montecuccoli, Raimondo, si distinse come acuto stratega militare.
Acquistato dal Comune di Pavullo nel 1961, il
castello iniziava a essere restaurato nel 1970 per
essere restituito a una generale funzionalità; dopo anni d’intervento assai impegnativo, il castello risulta parzialmente utilizzato, dal 1998,
per l’esposizione permanente delle opere degli
artisti del Frignano, come il ciclo di oli, tecniche miste e disegni Il paese ritrovato del pittore
pavullese Gino Covili e il corpus di disegni, incisioni, sculture in marmo, bronzo, terracotta e
legno del compianto Raffaele Biolchini.
San Felice sul Panaro
BIENNALE ALDO RONCAGLIA m p
titolarità: Comune di San Felice sul Panaro
Rocca Estense
via Mazzini
Ufficio municipale
41038 San Felice sul Panaro (MO)
tel. 0535/86311; fax 0535/84362
[email protected]
www.comunesanfelice.net
Nella Rocca estense – costruita nel 1340 dal
marchese Obizzo e riattata a fortezza nel
1406 per volere dell’erede Niccolò III dall’architetto militare Bartolino Ploti da Novara –
si tiene dal 1955 la rassegna d’arte dedicata al
pittore, musicista, architetto sanfelicese Aldo
Roncaglia. Nata nel 1954 come estemporanea di pittura, la rassegna divenne dall’anno
seguente Premio Aldo Roncaglia, immediatamente sostenuto dall’Amministrazione comunale, dalla Provincia e dal Sindacato Belle
Arti di Modena. Per undici anni il premio ebbe cadenza annuale e le selezioni avvennero
attraverso il parere di una giuria istituita appositamente con rilevanti personalità della
cultura artistica che aumentarono significativamente la qualità del premio. Nel 1964 la
rassegna si tramutò in Biennale, dotandosi di
un’organizzazione assai più strutturata e tecnica, che manteneva il sistema del premio acquisto come incremento del patrimonio artistico del Comune. Nel 1990 il meccanismo
cambiava: si tralasciava l’acquisto a favore
dell’invito a personalità della cultura che
avessero segnato le arti visive con la propria
ricerca. Nel corso delle Biennali, gli artisti
partecipanti hanno spesso lasciato in dono i
loro lavori, tanto che la XXVII edizione è avvenuta proprio all’insegna delle Donazioni al
fine di costituire definitivamente la Galleria
89
Provincia di Modena
Civica permanente, che avrà sede nell’ex
Scuola d’avviamento, con opere di Luca Alinari, Gianni Ambrogio, Lodovico Asirelli,
Pablo Atchugarry, Simon Benetton, Rinaldo
Bigi, Raffaele Biolchini, Floriano Bodini,
Corrado Bonomi, Maurizio Bonora, Paolo
Borghi, Aldo Borgonzoni, Edi Brancolini,
Cesare Bruno, Brunivio Buttarelli, Ennio Calabria, Antonio Caldarera, Antonella Cappuccio, Claudio Gargiolli, Arturo Carmassi,
Vannetta Cavallotti, Bruno Ceccobelli, Girolamo Ciulla, Michelangelo Conte, Angelo
Cortese, Fernando De Filippi, Lucio Del Pezzo, Raffaele De Rosa, Pasquale Di Fabio, Domenico Difilippo, Lino Dinetto, Pablo
Echaurren, Omar Galliani, Roberto Gasperini, Giuseppe Gavazzi, Giuliani Ghelli, Andrea Granchi, Enzo Guaricci, Silvia Guberti,
Franco Guerzoni, Alessandro Kokocinski,
Antonio Ievolella, Lanfranco, Giovanni Leto,
Riccardo Licata, Marco Lodola, Riccardo Lumaca, Walter Mac Mazzieri, Alfredo Malferrari, Nicola Maria Martino, Vittorio Mascalchi, Daniele Masini, Romano Masoni, Carlo
Mattioli, Franco Mulas, Mario Nanni, Yoshin Ogata, Roberto Orlandi, Gaetano Pallozzi, Aldo Rontini, Sergio Sarri, Germano
Sartelli, Ivo Sassi, Davide Scarabelli, Enzo
Sciavolino, Anton Celeste Simonini, Francesco Somaini, Franz Stähler, Valeriano Trubbiani, Franco Vaccari, Sergio Vacchi, Carlo
Venturi, Vanni Viviani e Sergio Zanni.
Sassuolo
PALAZZO DUCALE M S E
titolarità: Stato italiano
piazzale della Rosa
Soprintendenza per il Patrimonio Storico,
Artistico e Demoetnoantropologico di Modena
e Reggio Emilia
41049 Sassuolo (MO)
tel. 059/4395711; fax 059/230196
[email protected]
www.galleriaestense.it
www.comune.sassuolo.mo.it
Aperto su prenotazione da martedì a venerdì;
il sabato dalle 15.00 alle 18.00 e la domenica
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00
Prestigiosa residenza estiva estense nata su un
preesistente castello medievale di proprietà
dei Della Rosa, il Palazzo Ducale passò a
Francesco I d’Este, che lo riattò incaricando
importanti architetti e artisti per la sua realizzazione: tra il 1634 e il 1636 Bartolomeo
Avanzini iniziò la trasformazione architettonica che proseguì sino al XVIII secolo, sino
al ducato di Ercole III, che fece eseguire l’attuale facciata e lo scenografico parco su idea
di Pietro Bezzi.
Vero gioiello d’arte barocca, il Palazzo Ducale è costituito da numerose stanze che danno
luogo alla meraviglia illusionistica caratteristica di questo stile: vi è un teatro delle fontane, con nicchie e diversi percorsi dove l’architettura diventa roccia e la terrazza belvedere. Le pitture parietali sono state eseguite
da grandi artisti dell’epoca, da Angelo Colonna, Agostino Mitelli, Baldassarre Bianchi,
Gian Giacomo Monti, Boulanger e i fratelli
Cittadini; tre statue in stucco sono state eseguite su disegno di Gianlorenzo Bernini.
In seguito, alla fine dell’ancien régime coinciso con l’arrivo dei francesi in territorio italiano, nel 1796, il palazzo venne ceduto a diversi proprietari che si susseguirono sino alla
Grande Guerra, al cui termine risultava adibito a luogo per la lavorazione delle carni
suine, per essere poi sede, dalla fine della seconda guerra mondiale, dell’Accademia Mi-
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Provincia di Modena
litare; in seguito a un lungo e impegnativo
restauro, il Palazzo è nuovamente fruibile
nelle sue bellezze ed è passato di proprietà
dall’Accademia al Ministero dei Beni e delle
Attività Culturali il 28 maggio 2004.
Adibito a sede espositiva d’arte, il Palazzo è stato teatro di un prestigioso progetto triennale
d’arte contemporanea, curato dal Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico e Demoetnoantropologico di Modena e Reggio
Emilia, Filippo Trevisani, che ha contribuito a
qualificare il nostro territorio regionale attraverso l’osmosi culturale tra arte antica e contemporanea. Il Progetto contemporaneo 20012003 è iniziato con la prima mostra Presenze
italiane, che esponeva lavori dei massimi esponenti nazionali ed europei d’arte povera e concettuale, come Jannis Kounellis, Francesco Lo
Savio, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto,
Maurizio Mochetti, Emilio Prini e Pino Pascali; è seguita l’esposizione di artisti europei e
americani presenti nella collezione Panza di
Biumo Monochromatic light, con opere minimaliste e monocromatiche di Lawrence Carroll, Timothy Litzman, Anne Appleby, David
Simpson, Ettore Spalletti, Phil Sims e Winston
Roeth, che hanno campito i pannelli murari,
rimasti vuoti, dell’“appartamento degli stucchi
dorati” del Palazzo; nel 2003 ha concluso il
progetto la monografica del concettuale Maurizio Mochetti, le cui installazioni di luce hanno creato un suggestivo dialogo tra la ricerca
artistica contemporanea e quella più antica.
Questa prestigiosa attività ha fatto sì che l’importante collezione di arte minimal, prestata
da Giuseppe Panza di Biumo in occasione della mostra Monochromatic light, sia stata interamente donata al Palazzo Ducale di Sassuolo
come permanente; ad essa è stata aggiunta
un’installazione di Maurizio Mochetti.
Sassuolo
PAGGERIARTE S E
titolarità: Comune di Sassuolo
piazzale della Rosa
Ufficio Cultura Comune di Sassuolo
41049 Sassuolo (MO)
tel. 0536/1844770; fax 0536/1844909
[email protected]
www.comune.sassuolo.mo.it
Gestita dall’Associazione culturale Betta Frigieri, l’attività di tale spazio si è sviluppata
nell’ambito di una collaborazione tra settore
pubblico e privato, all’interno del quale nella programmazione espositiva annuale realizzata dal soggetto privato il Comune si è riservato l’organizzazione di due mostre d’arte
all’anno e altri eventi. Presso Paggeriarte
hanno esposto artisti locali ed internazionali, comunque protagonisti di ricerche espressive personali nell’ambito della contemporaneità più vibrante, come Marco Morandi,
Joe Tilson, Milan Kunc, Bob Bobson e Jackson Nkumanda, Dany Vescovi, Johanna
Kandl e Marco Samorè, Antonio Riello e
Leonardo Pivi; è stata inoltre una delle sedi
della collettiva Über menschen, in collaborazione con la Provincia di Modena e la città di
Weimar, dove si sono potuti vedere i lavori
dei migliori giovani esponenti dell’arte europea che hanno reinterpretato le proprie origini e tradizioni culturali attraverso poetiche
contemporanee, avvalendosi sia di mezzi tradizionali, come la pittura e il disegno, che di
più attuali come la fotografia e l’elettronica:
si tratta del gruppo AES, di Biljana Djurdjevic, Bea Emsbach, Jesus Galdòn, Oona Hyland, Sarah Lewtas, Giovanni Manfredini,
Bjørn Melhus, Alexandros Psychoulis, AnneBritte Rage, Silke Rehberg, Erik Schmidt e
Måns Wrange.
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Provincia di Modena
Sassuolo
GALLERIA COMUNALE D’ARTE
MODERNA R A
titolarità: Comune di Sassuolo
Ufficio Cultura Comune di Sassuolo
41049 Sassuolo (MO)
tel. 0536/1844770; fax 0536/1844909
[email protected]
www.comune.sassuolo.mo.it
Attualmente chiusa è in attesa di essere riaperta
in nuovi spazi
L’attività della Galleria d’Arte Moderna di Sassuolo inizia a essere documentata negli anni Ottanta, periodo in cui si tennero una serie di mostre che diedero l’avvio alla raccolta d’arte dell’istituto, mai esposta sinora. Si ricordano le personali di Walter Mac Mazzieri, Demetrio Casile, Franco Gianelli, Gino Scapinelli, Piero Gilardi, Ugo Bertolin, Guido Moretti, Mark Kostabi, Ezio Bellei, Graziella Gallerani, Giuseppe
Adani, Umberto Giorgione, Ferdinando Cottafavi, Laura Serri, Attilio Sergio Petazzi, Antonella Violante, Alessandro Rivola e Ezio Bellei;
le collettive dei pittori sassolesi e Art Attacks. Arte dei nuovi media. Da queste esposizioni è scaturita una raccolta d’arte che attende di essere
resa fruibile al pubblico in maniera adeguata.
Soliera
BIENNALE NAZIONALE DI PITTURA
“CITTÀ DI SOLIERA” m p
titolarità: Comune di Soliera
via Grandi 204
41019 Soliera (MO)
tel. 059/568582-568511; fax 059/568588
[email protected]
www.comune.soliera.mo.it
L’apertura è in occasione della Biennale, nei
giorni feriali dalle 20 alle 22; nei festivi dalle 10
alle 12.30, dalle 15 alle 19 e dalle 20 alle 22
Manifestazione di pittura contemporanea,
estemporanea, organizzata dal Comune di Soliera in collaborazione con l’associazione Amici dell’Arte, con cui organizza anche la ricorrente mostra mercato del “Miniquadro”.
Le origini della Biennale risalgono al 1969, l’anno della sua fondazione ad opera dell’allora Sindaco e pittore Danilo Lusvardi; da quel momento si sono svolte quindici edizioni la cui
premiazione è affidata a una giuria di studiosi e
artisti, per lo più locali, coordinati da Umberto
Zaccaria, che, nel corso del tempo, hanno contribuito alla scelta delle opere destinate a essere
acquistate dal Comune per formare la costituenda Pinacoteca comunale nelle sale restaurate del Castello Campori.
Sino a oggi la formula della Biennale prevede
che i pittori espongano per otto giorni le loro
opere presso il Centro sportivo Solierese. I premi-acquisto del Comune hanno interessato i
dipinti di Giuseppe Marchi, Umberto Scalise,
Arnaldo Galli, Francesco Speranza, Iler Melioli, Feriano Giardini, Giuseppe De Gregorio,
Giorgio Rinaldini, Claudio Gotti, Nevio Bedeschi, Piero Paoli, Franco Chiarani, Giovanni Duso, Franco Ferrari, Ido Erani, Davide De
Agostini; a questi si aggiungono i lavori provenienti dalle manifestazioni Pittori in ribalta e
Miniquadro, nonché dagli eventi a latere che
accompagnano la Biennale.
Vignola
CANTIERI CANTELLI C S E
titolarità: Comune di Vignola
via J. Cantelli
41058 Vignola (MO)
Ufficio Cultura
tel. 059/777706
[email protected]
www.comune.vignola.mo.it
92
Provincia di Modena
Aperto in occasione di mostre il sabato dalle
15.00 alle 19.00; domenica e festivi dalle 10.00
alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00. Nei giorni
feriali su prenotazione
Spazio espositivo di recente apertura, i Cantieri Cantelli hanno sede nel centro di Vignola nell’edificio dell’ex cantiere omonimo;
esso è nato per volontà dell’Amministrazione
quale laboratorio iniziale del progetto Museo della Città di Vignola, che sorgerà in
questo luogo che, work in progress, ha anche
aperto il suo spazio teatrale. Del museo sono
state per ora allestite alcune sezioni permanenti che comprendono la collezione di gessi, bronzi e studi dello scultore vignolese Ivo
Soli, donata alla città dal nipote Cesare Soli,
una raccolta di strumenti musicali a percussione e una collezione d’immagini fotografiche del territorio vignolese.
Sono state recentemente organizzate le mostre dello scultore Antonio Sgroi, dei fotografi Mauro Scurani e Pino Ninfa, la collettiva dei writer Manoscritti urbani realizzata
da Opusmagistri e Lastrazioni o tovagliette di
baruffe e stupori.
93
Provincia di Bologna
Baricella
GALLERIA SESSANTAQUATTRO
BARICELLARTE S E
titolarità: Comune di Baricella
via Roma 76
40052 Baricella (BO)
Ufficio Cultura
tel. 051/873117; fax 051/873399
[email protected]
www.comune.baricella.bo.it
Aperta il venerdì dalle 10.00 alle 12.00, il sabato
e la domenica dalle 17.00 alle 19.00
Spazio espositivo per giovani artisti contemporanei, costruito nel centro della piazza di
Baricella, creato dall’Assessorato alla Cultura
e gestito dal suo Ufficio in cooperazione con
l’Atelier Pozzati, l’Accademia di Belle Arti di
Bologna (cfr. pp. 109-111) e l’associazione
dei Comuni “Terre di Pianura” si avvale anche
del sostegno dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna.
La Galleria è nata con lo scopo di essere uno
spazio individuale e collettivo al contempo,
luogo di nuove sperimentazioni artistiche
fruite da un pubblico che desidera essere avvicinato dai nuovi linguaggi visivi.
Dal 2001 è stato varato il progetto Corsie, attualmente alla sua quarta edizione, volto alla
promozione dell’arte giovanile, frutto della ricerca sviluppata in Accademia: si tratta di quattro esposizioni annuali dove i giovani artisti sono posti a confronto per diversità di approccio
poetico e tecnico, nella pittura dell’arte concettuale, dalla scultura alla fotografia sino alle arti
tecnologiche. Nata come esposizione collettiva
dal titolo Corsie. Prima Biennale giovani di Terre di Pianura che coinvolgeva 32 artisti tra cui
Alessandra Andrini, Paolo Bertocchi, Andrea
Buratti, Elisa Canducci, Simone Filippi, Alessandra Gellini, Francesca Manfredi, Simone
Tosca, Lucia Anselmi, Paolo Chiasera, Brahim
Khanous, Angela Frascione, Marco Di Giovanni, Daniela Olivieri, Giulia Ricci, Simona
Spaggiari, Daniele Cardinali, Andrea Nacciarriti, Lara Facco, Marina Fulgeri, Serena Piccinini, Silvia Pinto, Serena Vantaggiato, Federico
Borselli, Mersia Bertesina, Miriam Bugiantella,
Cristian Chironi, Caterina Morelli, Annamaria
Malavasi, Silvia Chiarini, Anna Visani, Kaharina Dieckhoff. Il progetto è diventato, in seguito, annuale e proposto in quattro eventi come
Corsie. Rassegna d’arte in quattro tempi, per cui
hanno esposto sinora Maira Chinaglia, Lorenzo Commisso, Allegra Corbo, Elise Zobel, Luca Faggiano, Federica Guastaldon, Giulia Guderzo, Silke De Vivo, Monica Camaggi, Dinko
Gilbo, Giulia Ravazzolo, Veronica Sozzi, Alessandra Berni, Stefano Mandracchia, Silvia Nironi, Emanuele Sorano, Stefania Bandinu,
Giulia Casula, Danilo Nadj, Silvia Venturi, Lee
Jeonghwa, Federico Maddalozzo, Marco Mantovi e Barbara Silvestri.
Bazzano
ROCCA BENTIVOGLIO S E
titolarità: Comune di Bazzano
via Contessa Matilde
tel. 051/836445-336460
www.comune.bazzano.bo.it
40053 Bazzano (BO)
Aperta il giovedì dalle 15.30 alle 19.00; il sabato
dalle 15.30 alle 19.00; la domenica dalle 9.00
alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.00
La Rocca di Bazzano, sede del Museo Civico
Archeologico “Arsenio Crespellani”, è una costruzione fortilizia che risale a prima dell’anno
Mille; passata poi di proprietà a Matilde di Canossa veniva ceduta, in seguito, a Modena.
94
Provincia di Bologna
Dopo alcuni assedi da parte dei bolognesi, la
Rocca veniva espugnata nel 1247 e poi riattata da Azzo VIII d’Este, tra il 1296 e il 1311.
L’attuale aspetto risale però alle modificazioni
attuate in epoca rinascimentale da Giovanni II
Bentivoglio che la trasformò in residenza estiva, decorata all’interno da preziose pitture parietali che raffigurano paesaggi bazzanesi e territori bentivoleschi nella Sala dei Giganti e
simboliche belve e melograni nella Sala dei
Ghepardi. Nei secoli seguenti la Rocca veniva
utilizzata come sede del capitano della Montagna, poi come carcere alla fine del XVIII secolo e come teatro sino ai primi del Novecento –
nella Sala dei Giganti vi è un disegno parietale
futurista – in seguito come caserma e come
scuola, sino ad ospitare, attualmente, il Museo
Civico e l’attività espositiva del Comune. Sostenuta anche dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna, nell’ambito dell’arte
contemporanea ha ospitato personali di Vasco
Bendini, Claudio Benghi, Silvio Crea e Guido
Sammarchi, nonché le collettive Corpo di
guardia; Interazioni; I misteri dell’alchimia; Luci e colori del Marocco, rassegna sulla pittura figurativa marocchina dell’attualità, e Disvelamenti, mostra che pone a confronto le opere
pittoriche e scultoree di Pietro Finelli con i lavori fotografici di Philippe Antonello.
Bologna
RACCOLTA D’ARTE MODERNA
DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA R A
titolarità: Regione Emilia-Romagna
viale Aldo Moro 38
tel. 051/28308; fax 051/283084
[email protected]
40127 Bologna (BO)
Visitabile solo negli spazi pubblici dove sono
collocate le opere e previa richiesta
La raccolta d’arte della Regione è nata nel
1973 con il duplice scopo di valorizzare e
conservare opere significative del Novecento
regionale, nonché di sostenere, con i fondi
per le opere acquistate dagli artisti facenti
parte del Comitato Gaetano Arcangeli, la costituzione della Fondazione intitolata alla
memoria del letterato bolognese al fine di
premiare la giovane poesia contemporanea. Si
trattava di 67 lavori entrati a far parte di questo primo nucleo collezionistico, realizzati
anche da autori legati per stima e amicizia al
critico d’arte Francesco Arcangeli, fratello del
letterato da poco scomparso. In alcuni casi si
trattava di artisti della corrente informale regionale, che aveva trovato nell’ultimo naturalismo arcangeliano una ipotesi critica che legava alcuni esempi evolutivi della contemporaneità al tessuto storico-artistico della regione, o lavori figurativi sempre legati a questa
tradizione; vennero acquisite opere di Vasco
Bendini, Giuseppe De Gregorio, Gian Franco Fasce, Giannetto Fieschi, Giuseppe Gagliardi, Piero Giunni, Giovanni Korompay,
Luciano Leonardi, Pompilio Mandelli, Vittorio Mascalchi, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Mario Nanni, Bruno Olivi, Leone Pancaldi, Tino Pelloni, Giovanni Poggeschi, Bruno Pulga, Tino Repetto, Cristina Roncati,
Rosalba (Bianca Arcangeli), Giulio Ruffini,
Piero Ruggeri, Bruno Saetti, Lucio Saffaro,
Vincenzo Satta, Ermio Segatta, Domenico
Spinosa e Sergio Vacchi; nonché grafiche di
Lea Colliva, Romano Notari, Giovanni Romagnoli e Emilio Vedova.
In seguito, nei due decenni successivi, il primo
nucleo è stato ingrandito da numerosi acquisti, la maggior parte effettuati dagli artisti stessi con una predilizione orientata verso il figurativo e l’informale e i suoi sviluppi, e da doni,
95
Provincia di Bologna
nonché dall’acquisizione del patrimonio artistico del Servizio Difesa del Suolo. Si tratta di
dipinti di Antonio Babini, Ciro Barbaro, Nevio Bedeschi, Luciano Bertacchini, Andrea
Bertelli, Alvise Besutti, Giulio Bonazza, Mario
Bonazzi, Marcus Bondioli, Maurizio Bonora,
Aldo Borgonzoni, Alberto Burri, Rezio Buscaroli, Umberto Calvi, Claudio Cavazzini, Otello Ceccato, Barbera Cesarini, Paolo Conyi,
Carlo Corsi, Gino Covili, Carlo Crispini, Pirro Cuniberti, Walter Dall’Oppio, Gioxe De
Micheli, Pier Augusto Donati, Ervardo Fioravanti, Franca Donati Franceschi, Gino Gandini, Gianfranco Goberti, Angela Granini, Nello Leonardi, Pompilio Mandelli, Anacleto
Margotti, Carlo Mattioli, Giancarlo Mattioli,
Antonio Mazzotti, Salvatore Miglietta, Anna
Minelli, Luciano Mirabello, Bruno Olivi, Patricelli, Adriano Pezzoni, Giuliano Pini, Andrea Raccagni, Vincenzo Rolfi, Carlo Sozzo,
Romana Sinelli, Nani Tedeschi, Mirella Tonellotto, Cafiero Tuti, Irene Ugolini Zoli, Gianni
Valieri, Umberto Zanetti e Vincenzo Zoccola.
La raccolta di sculture, in materiali diversi tra
cui svariate opere in ceramica, è formata da
opere di Nino Beghelli, Felix Bernasconi, Angelo Biancini, Gian Antonio Bucci, Paolo
Conti, Venanzio Crocetti, Giancarlo Fiori,
Goffredo Gaeta, Quinto Ghermandi, Emilio
Greco, Giacomo Manzù, Mauro Mazzali, Luciano Minguzzi, Olia Reza, Enzo Pasqualini,
Carlo Pini, Ivo Sassi, Sepo (Severo Pozzati),
Vittorio Tavernari e Carlo Zauli; inoltre vi sono grandi mosaici della Cooperativa Mosaicisti Accademia di Belle Arti di Ravenna (cfr.
pp. 164-165) e di Aldo Borgonzoni.
Assai cospiqua è la raccolta di grafica che
congloba, tra gli altri, esemplari di Carla Accardi, Rafael Alberti, Carlo Amadori, Andrea
Bertelli, Renato Birolli, Floriano Bodini, Di-
no Boschi, Maurizio Bottarelli, Remo Brindisi, Ennio Calabria, Vittorio Cavicchioni,
Nino Corazza, Leonardo Cremonini, Lucio
Del Pezzo, Luciano De Vita, Gaspare Gambi, Quinto Ghermandi, Wassili Kandinsky,
Nello Leonardi; Mino Maccari, Paolo Manaresi, Giacomo Manzù, Norma Mascellani,
Roberto Sebastian Matta, Lorenzo Mattotti,
Luciano Minguzzi, Walter Mac Mazzieri,
Ennio Morlotti, Mario Nanni, Mimmo Pladino, Armando Pizzinato, Conectto Pozzati,
Ilario Rossi, Mario Schifano, Sepo, Alberto
Sughi, Graham Sutherland, Nani Tedeschi,
Ernesto Treccani, Sergio Vacchi, Emilio Vedova, Farpi Vignoli e Tono Zancanaro.
Bologna
COLLEZIONE DELLA PROVINCIA
DI BOLOGNA R A
titolarità: Provincia di Bologna
Palazzo Malvezzi de’ Medici
via Zamboni 13
40126 Bologna (BO)
tel. 051/6598321; fax 051/6598722
[email protected]
www.provincia.bologna.it
Dal 1931 l’Amministrazione della Provincia
di Bologna ha sede in Palazzo Malvezzi de’
Medici, residenza dell’omonima aristocratica
famiglia con radici bolognesi medievali. L’edificio veniva costruito nel 1560 su progetto
di Bartolomeo Trianchini e, in epoca tardo
barocca, arricchito dell’importante scalone
attribuito a Ferdinando Bibiena. A metà del
XIX secolo, le cariche politiche pubbliche assunte dall’allora proprietario Giovanni Malvezzi portarono il palazzo ad un ulteriore incremento artistico con l’intera decorazione a
stucchi delle stanze.
96
Provincia di Bologna
Prevalentemente costituita da arredi e oggetti, la Raccolta d’arte della Provincia ha una
parte di dipinti, stampe e disegni di artisti
del Novecento, tra cui Gino Signori, Alessandro Cervellati, Luigi Cervellati, Erich Arnuf Stegmann, Alessandro Trinchero, Liviana Mattioli, Oscar Govoni, Giusta Garzia,
Carlo Monini, Gaspare Gambi, Roberto
Franzoni, Renzo Biason, Giuseppe Rivani,
Virginia Simoncini, Carolina Pombo Canigosa, Enrico Visani, Giuseppe Gagliardi, Alberto Molinari, Alexanco Madrid, Dino Boschi, Martino Chirico, Giovanni Cappelli,
Concetto Pozzati, Alberto Sughi e Norma
Mascellani.
Bologna
ISTITUZIONE GALLERIA D’ARTE
MODERNA M S E m p
titolarità: Comune di Bologna
piazza Costituzione 3
tel. 051/502859; fax 051/371032
[email protected]
www.galleriadartemoderna.bo.it
40127 Bologna (BO)
Aperta dal martedì a domenica, dalle 10.00
alle 18.00, chiusa il lunedì
Fondata nel 1925 presso Villa delle Rose e
riordinata nel 1936, la Galleria d’Arte Moderna di Bologna ha sempre ospitato, nelle
sue collezioni, opere dell’Ottocento, del Novecento e del presente, il cui nucleo originario ha avuto un significativo incremento dal
1961, grazie alla direzione di Francesco Arcangeli e al breve mandato di Carlo Volpe.
Dal 1975 la Galleria ha sede nell’edificio
progettato dall’architetto Leone Pancaldi
nell’area fieristica della città; la sua parziale
realizzazione ha determinato un’esiguità di
spazi che ha frenato l’aumento delle collezioni e necessariamente privilegiato l’attività
espositiva. Da quel momento l’istituto è stato il centro vitale della cultura contemporanea urbana: inizialmente indirizzato da un
direttivo composto da critici e intellettuali
che affiancavano la direzione di Franco Solmi, tra cui Renato Barilli, Emilio Contini,
Vincenzo Accame e Giorgio Celli, nel primo
mandato, e nuovamente Barilli con Thomas
Maldonado, Italo Zannier, Flavio Caroli e
Pier Giovanni Castagnoli, nel secondo incarico, il museo è stato in seguito diretto da
Pier Giovanni Castagnoli, sino al 1994, anno in cui è stato trasformato in Istituzione
del Comune; da quell’anno si sono succeduti due direttori, Danilo Eccher e Peter Weiermair a mandato quadriennale, non particolarmente radicati nel tessuto culturale della
città, ma che hanno svolto con successo
un’intensa attività promozionale internazionale; il Consiglio d’Amministrazione e il Comitato scientifico della Galleria, anch’essi a
nomina del Sindaco, lavorano in accordo
con la Direzione.
Il patrimonio della galleria, curato per l’arte contemporanea storica da Claudio Poppi
e per l’arte contemporanea attuale da Dede
Auregli, vanta oltre 4.000 opere, per la
metà grafiche, esposte in permanenza e a
rotazione in spazi espositivi di circa 3.000
metri quadrati che accolgono anche grandi
mostre temporanee. Nelle collezioni è largamente rappresentato il panorama dell’arte
emiliana del Novecento integrato da importanti opere dei maggiori maestri dell’arte
italiana e da eminenti artisti sia europei che
americani: tra gli altri, vi sono lavori di Carla Accardi, Valerio Adami, Franco Angeli,
97
Provincia di Bologna
Karel Appel, Stefano Arienti, Hans Arp, Ugo
Attardi, Donald Baechler, Roberto Barni,
Vanessa Beecroft, Davide Benati, Vasco Bendini, Simon Benetton, Luigi Bianchi, Enzo
Bioli, Umberto Boccioni, Floriano Bodini,
Alighiero Boetti, Christian Boltanski, Aldo
Borgonzoni, Dino Boschi, Maurizio Bottarelli, Remo Brindisi, James Brown, Alberto
Burri, Carlo Carrà, Maceo Casadei, Athos
Casarini, Felice Casorati, Bruno Cassinari,
Enrico Castellani, Maurizio Catellan, Angelo Caviglioni, Bruno Ceccobelli, Mario Ceroli, César, Giovanni Ciangottini, Lea Colliva, Gianni Colombo, Pietro Consagra, Carlo Corsi, Gino Covili, Tony Cragg, Crash,
Leonardo Cremonini, Enzo Cucchi, Pirro
Cuniberti, Dadamaino, Giorgio de Chirico,
Mario De Maria, Paola De Pietri, Filippo De
Pisis, Luciano de Vita, Gianni Dova, Pablo
Echaurren, Max Ernst, Jean Fautrier, Ferruccio Ferrazzi, Giannetto Fieschi, Garzia Fioresi, Giosetta Fioroni, Jean Michel Folon, Lucio Fontana, Franco Francese, Futura 2000,
Giuseppe Gabellone, Remo Gaibazzi, Omar
Galliani, Gino Gandini, Marco Gastini,
Mimmo Germanà, Quinto Ghermandi, Ferruccio Giacomelli, Piero Gilardi, Gilbert &
George, Giuseppe Graziosi, Piero Guccione,
Giuseppe Guerreschi, Franco Guerzoni, Virgilio Guidi, Renato Guttuso, Eduoard Habicher, Keith Haring, Emilio Isgrò, Marcello
Jori, Yumi Karasumaru, Giovanni Korompay, Nello Leonardi, Leoncillo, Carlo Leoni,
Carlo Levi, Osvaldo Licini, Marco Lodola,
Emanuele Luzzati, Mino Maccari, René Magritte, Piero Manai, Paolo Manaresi, Pompilio Mandelli, Giovanni Manfredini, Giuseppe Maraniello, Anacleto Margotti, Vittorio
Mascalchi, Titina Maselli, Roberto Sebastian
Matta, Eliseo Mattiacci, Carlo Mattioli, Lo-
renzo Mattotti, Fausto Melotti, Plinio Mesciulam, Vittorio Messina, Nino Migliori,
Luciano Minguzzi, Gian Marco Montesano,
Henry Moore, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Ugo Mulas, Zoran Music, Hidetoshi
Nagasawa, Mario Nanni, Ugo Nespolo,
Nunzio, Luigi Ontani, Mimmo Paladino,
Leone Pancaldi, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Augusto Perez, Cesare Peverelli,
Lamberto Pignotti, Piero Pizzi Cannella, Armando Pizzinato, Fabrizio Plessi, Giovanni
Poggeschi, Jackson Pollock, Arnaldo Pomodoro, Graziano Pompili, Concetto Pozzati,
Sepo, Bruno Pulga, Andrea Raccagni, Oliviero Rainaldi, Carol Rama, Giuseppe Romagnoli, Sergio Romiti, Mimmo Rotella,
Bruno Saetti, Lucio Saffaro, Salvo, Juliaõ
Sarmento, Germano Sartelli, Aligi Sassu,
Emilio Scannavino, Mario Schifano, Julian
Schnabel, Toti Scialoia, Sean Scully, Gino
Severini, Ardengo Soffici, Mario Sironi, Pino Spagnulo, Adriano Spatola, Graham
Sutherland, Tancredi, Emilio Tadini, Antonio Tapies, Marco Tirelli, Mark Tobey, Ernesto Treccani, Giulio Turcato, Giuseppe Uncini, Franco Vaccari, Sergio Vacchi, Emilio Vedova, Claudio Verna, Lorenzo Viani, Farpi
Vignoli, Antonio Violetta, Wols, Erwin
Wurm, William Xerra e Nicola Zamboni.
Dal 1997 la Galleria è dotata di un nuovo settore espositivo, all’interno dell’edificio, denominato Spazio Aperto, mentre mostre temporanee si tengono anche a Villa delle Rose (cfr.
scheda seguente), trasformata in spazio per
mostre dal 1989. L’attività della Galleria d’Arte Moderna è stata, sin dalla sua apertura, assai
intensa e diretta alla valorizzazione e promozione delle ricerche contemporanee più significative e relazionali del panorama artistico regionale, nazionale e internazionale con l’orga-
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Provincia di Bologna
nizzazione di più di 395 mostre, tra cui le collettive L’arte come autocoscienza contro il fascismo di ieri e di oggi (1975); Europa/America –
L’astrazione determinata (1976); Il Liberty a
Bologna e nell’Emilia Romagna (1977); La forma della scrittura (1977); La performance oggi
(1977); La metafisica del quotidiano (1978);
Ars combinatoria (1979); Dieci anni dopo – I
Nuovi Nuovi (1980); La metafisica: gli anni
Venti (1980); La scuola dell’acquaforte a Bologna (1982); La sperimentazione fotografica in
Italia (1983); L’informale in Italia (1983); Arte
di frontiera. New York Graffiti (1984); Arte austriaca 1960-1984 (1984); Anniottanta
(1985); Scultura e ceramica in Italia nel ’900
(1989); Materialmente. Scultori degli anni 80
(1989); Anninovanta (1991), Nuova Officina
bolognese. Arte visiva e sonora (1992); Arte in
Francia 1970-1993 (1994); Officina Italia
(1997); Officina Europa (1999); Appereance
(2000); L’ombra della ragione (2000); Quadri
in Regione; e Arte italiana: Gli ultimi quarant’anni, ove si sono indagati i “materiali anomali”, la “pittura iconica” e “aniconica” (19971999), La natura della natura morta (2002) e
Il nudo tra ideale e realtà (2004); e le monografiche relative, in primis, a Giorgio Morandi
(1975); Xanti Schawinski, Luciano De Vita,
Luciano Minguzzi (1975); Carlo Corsi (1977);
Vasco Bendini, Giovanni Korompay (1979); Dino Boschi, Mattia Moreni, Renato Guttuso,
Mimmo Paladino (1981); Andrea Raccagni,
Emilio Vedova, Luigi Ontani (1982); Mario
Merz (1983); Mario Nanni, Bruno Saetti, Piero Manai (1985; 1988); Lucio Saffaro (1987);
Duilio Cambelotti (1990); Piero Dorazio, Concetto Pozzati, Lucio Fontana (1991); Tancredi
(1992); Luigi Ghirri (1993); Ilario Rossi
(1994); Gianfranco Ferroni, Maurizio Bottarelli, Franco Guerzoni, Vittorio D’Augusta, Nun-
zio, Jannis Kounellis, Pompilio Mandelli, Fabrizio Plessi (1995); Gilbert & George (1996); Julian Schnabel (1997); Anselm Kiefer (1999);
Arnulf Rainer, Augusto Perez, Sergio Romiti
(2001); Antonio Violetta, Erwin Wurm (2002);
Claudio Parmiggiani, Marco Tirelli, Raymond
Pettibon, Friedrich Dürematt, Bruno Pinto
(2003); Piero Manai e Pirro Cuniberti (2004),
quest’ultima realizzata nelle sale del Museo Archeologico di Bologna.
L’attività di Spazio Aperto – coordinata da
Dede Auregli coadiuvata da una commissione di esperti tra cui vi sono Chiara Bertola,
Roberto Daolio, Claudio Marra, Claudio
Spadoni, Alessandra Vaccari e il Direttore
della GAM – è nata nel 1997 ed è sostenuta
dall’Assessorato alla Cultura della Regione
Emilia-Romagna con il principale compito
di promuovere l’attività artistica giovanile
emergente dal territorio regionale. Il progetto ha ospitato diverse rassegne in maniera
continuativa, a diversa curatela, singolari, a
coppie o a più nomi, mostre scambio, collettive e premi, i cui protagonisti si sono poi
confermati nel tempo artisti capaci d’incidere nel sistema dell’arte: si ricordano Vincenzo
Izzo e Alessandra Tesi, Francesco Bernardi e
Cuoghi Corsello, Nicola Cucchiaro e Andrea
Renzini, Giovanni Manfredini, Maurizio Arcangeli e Yumi Karasumaru, Cristiano Pintaldi, Vanessa Beecroft e Shirin Neshat, Giovanni
Albanese e Sabrina Mezzaqui, Luca Caccioni,
Sara Ciracì-Michele Mariano-Marco Samorè,
Alessandro Bazan-Andrea Chiesi-Daniele Galliano, Mat Collishaw, Eva Marisaldi, Clara
Bonfiglio-Vittorio Corsini, Enrica Borghi,
Paola De Pietri, Marco Neri e Andrea Salvino,
Bertozzi & Casoni, Sabrina Torelli, Marcello
Maloberti, Emilio Fantin, Claudia Losi e le
collettive 8 artisti/8 critici, Collaudi, Spazio
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Provincia di Bologna
aperto al disegno e Keep’n Touch, il progetto
europeo Eurostar e, nel 2000, la retrospettiva
del Premio Alinovi. Il premio, istituito in
memoria della critica Francesca Alinovi da
un quintetto di critici “Amici di Francesca”
nel 1986, è alla sua diciannovesima edizione
e riconosce ai giovani prescelti il merito della sperimentazione artistica veramente innovativa, in linea con le ricerche della studiosa.
Hanno vinto Luigi Ontani, Societas Raffaello Sanzio, Denis Santachiara, Aldo Spoldi,
Piero Gilardi, Corrado Levi, Andrea Taddei,
Marcello Jori, Premiata Ditta, Studio Azzurro, Cuoghi e Corsello, Eva Marisaldi, Cesare
Viel, Cesare Pietroiusti, Luca Vitone, Sissi.
Dal 2005 la Galleria diventerà la sede del
Premio Furla per l’Arte, organizzato in collaborazione con la Fondazione Querini
Stampalia. Anche questo premio, alla sua
quinta edizione, mira a rimeritare i giovani
artisti emergenti dall’orizzonte artistico attraverso una selezione effettuata da critici locali, nazionali e internazionali.
La Galleria, inoltre, ospita la Sezione Arte del
Premio Dams. Arte, musica e spettacolo per il
concorso nazionale dei DAMS d’Italia, promosso dal Corso di Laurea DAMS dell’Università degli Studi di Bologna, nel 2004 alla sua
terza edizione, inteso alla valorizzazione della
creatività dei neolaureati in arte, cinema, musica e spettacolo; e per i giovani artisti italiani,
l’Associazione “Amici della Galleria d’Arte Moderna di Bologna” ha istituito, sempre nel
2004, il Premio Maretti che ha lo scopo, attraverso il mecenatismo di Christian Maretti, di ripristinare il meccanismo dei premi acquisto destinati a incrementare il patrimonio dell’Istituzione con opere che incentivano la creatività
delle nuove generazioni. Nella prima mostra
hanno esposto artisti che si sono già segnalati
nel circuito più qualificato dell’arte contemporanea sperimentale come Sergia Avveduti, Giuseppe Caccavale, Pier Paolo Campanili, Annalisa Cattani, Andrea Melloni, Federico Pietrella, Leonardo Pivi, Marco Samoré e Sissi.
La Galleria svolge una fondamentale attività
educativa all’arte attraverso il Dipartimento
didattico, il cui programma si struttura su
occasioni di studio destinate a bambini, ragazzi e docenti delle scuole di ogni ordine e
grado al fine di coinvolgere il suo pubblico ai
processi creativi del fare arte.
La Galleria d’Arte Moderna sarà trasferita nel
2006 nell’area archeologica-industriale dell’ex Forno del Pane che darà vita alla Manifattura delle Arti sorta dal restauro dell’ex
Manifattura Tabacchi, su progetto dell’architetto Aldo Rossi. Nella nuova Galleria d’Arte
Moderna sarà allestita l’esposizione permanente, ed organizzati ampi spazi per mostre
temporanee: questa eccellente situazione sarà
un’opportunità per l’incremento del patrimonio delle collezioni, nonché la possibilità
di essere in sinergia attiva con lo spazio della
Salara (dove si sono organizzate nel 1995 le
mostre di Kounellis e di Plessi), con la Raccolta Lercaro (cfr. pp. 103-104) e con i laboratori del Dipartimento di Musica e Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna.
Bologna
VILLA DELLE ROSE S E
titolarità: Comune di Bologna
via Saragozza 228/230
40134 Bologna (BO)
Tel. 051/502859-436818
Aperta in occasione di mostre temporanee
dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 20.00.
Sabato e domenica dalle 11.00 alle 18.00,
chiusa il lunedì
100
Provincia di Bologna
L’ottocentesca Villa delle Rose, donata dalla contessa Nerina Armandi Avogli al Comune, è stata, dal 1926, la prima sede della Galleria d’Arte Moderna. Le opere dell’Ottocento e del Novecento, di proprietà
dell’Amministrazione, sono state esposte
sino al 1947 nelle stanze dell’edificio a due
piani, decorato con pregevoli affreschi di
gusto tardo neoclassico; la Villa è contornata da un importante parco contraddistinto da varie essenze arboree esotiche e da
un lungo viale d’ippocastani, caratteristico
del gusto francese del XIX secolo.
Dal 1989 l’attività della Galleria in questa sede è stata assai intensa e diretta, in
particolare, alla promozione di artisti significativi la cui fama è stata o è in via di
maggior consolidamento, o collettive di
carattere storico o assai sperimentale: si
ricordano le esposizioni Anteprima. Paolini, Spagnulo, Mattiacci, Paladino, Pistoletto, Pisani, Turcato, Zorio, Gastini; Pit
Kroke sculture e dipinti; Helmut Newton
(1989); Penone; Mimmo Paladino; Paolini
(1990); Luigi Ontani; Parmiggiani
(1991); Morlotti; Nannucci. Light times time lights; Marco Gastini (1992); The last
garden; Domenico Bianchi; Nagasawa
(1993); Maraniello; La forma del quotidiano; Mainolfi (1994); Nunzio; Emilio
Tadini. Il ballo dei filosofi; La performance in Italia (1995); Christian Boltanski
(1997); Salvo; Marisa Merz; Quadri in Regione (1999); Pier Paolo Calzolari; Francesco Clemente; Officina Europa (1999); Luciano Bartolini (2000); Marcello Jori; Elger Esser (2001); Officina America (2001);
Andrea Fogli (2002); e la mostra dei giovani artisti del Premio Dams (2004) e del
Premio Furla.
Bologna
MUSEO MORANDI. SEZIONE
DELL’ISTITUZIONE GALLERIA D’ARTE
MODERNA DI BOLOGNA M S E
titolarità: Comune di Bologna
Palazzo d’Accursio
piazza Maggiore 6
40121 Bologna (BO)
tel. 051/203646; fax 051/203403
[email protected]
www.museomorandi.it
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 18.00.
Chiuso il lunedì
Interamente dedicato al celebre artista bolognese Giorgio Morandi (1890-1964), il museo è stato ufficialmente inaugurato nell’ottobre 1993, al secondo piano del medievale
Palazzo d’Accursio e diretto, sino al 2001, da
Marilena Pasquali.
Nato sulla scorta della sezione Archivio e Centro Studi Morandi, aperta nel 1982 in appositi spazi della Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp.
96-99), il museo è stato creato a Palazzo d’Accursio per vincolo testamentario espresso da
Maria Teresa Morandi in occasione della donazione delle opere del fratello alla città, raccolta integrata dalla sezione della Galleria.
La collezione monografica si compone di
254 opere, di cui 62 dipinti ad olio eseguiti
tra il 1910 e il 1964, 18 acquerelli, 92 disegni, 78 acqueforti, due sculture e due lastre
matrici esposte in un percorso filologico e dinamico che mira a ricordare l’atmosfera dello studio dell’artista con la sua collezione di
maestri d’arte antica. Giorgio Morandi ha
sviluppato la sua straordinaria poetica artistica con grande originalità, pur sfiorando, all’interno della sua ricerca centrata sui temi
della natura morta con bottiglie, dei fiori e
del paesaggio, tutte le evoluzioni dell’arte,
101
Provincia di Bologna
dalla metafisica all’informale, e traendo ispirazione dalla pittura medievale e moderna
più geometrica e silente, da Giotto a Masaccio e Paolo Uccello, da Chardin a Cézanne.
L’attività del Museo Morandi mira a valorizzare il proprio patrimonio e relazionare la figura del pittore e il suo operato con esperienze similari o parallele alla sua, in ambito
nazionale e internazionale, con particolare
riferimento al collezionismo: si ricordano le
mostre Zoran Music: Gli acquerelli veneziani;
Mostra dei ventisette dipinti di Giorgio Morandi già appartenuta alla Collezione José Luis
e Beatriz Plaza; Jean Michel Folon: Acquerelli
e sculture; Paul Klee: Figure e metamorfosi; Alberto Giacometti: disegni, sculture e grafica;
Max Klinger: Incisioni da una collezione privata bolognese; Julius Bissier: Opere dal 1925
al 1965; I Morandi della Collezione Giovanardi; Luciano de Vita: Le prime acqueforti.
1950-1956; e Domenico Rambelli: Disegni.
L’alta statura artistica di Morandi è stata riproposta all’estero in varie esposizioni tra cui
Giorgio Morandi: Dipinti ed opere su carta dal
1914 al 1963, a Lisbona, Morandi esposizione antologica, a Madrid, Giorgio Morandi:
Fiori e Paesaggi, a Tokio e Giorgio Morandi:
Acquerelli, a Vienna e Winterthur.
cinematografica che tiene conto degli aspetti
culturali e interdisciplinari con le arti visuali e
della comunicazione. Nel 2000 è stata inaugurata la nuova sede all’interno dell’area industriale dell’ex Macello, edificio d’archeologia industriale riattato e limitrofo all’ex Manifattura Tabacchi, nuova sede della Galleria d’Arte Moderna di Bologna (cfr. pp. 96-99). La nuova residenza della Cineteca ha una sede espositiva
dove sono state organizzate numerose rassegne
di fotografi del territorio regionale, come Cesare Zavattini, Antonio Masotti e Giuseppe Cavazza; esposizioni di manifesti cinematografici e
la mostra di pittura La biblioteca dipinta: un ciclo pittorico di Miria Malandri.
Bologna
COLLEZIONI D’ARTE E DI STORIA
DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
IN BOLOGNA – RACCOLTA ARTE
CONTEMPORANEA R A S E
titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio
in Bologna
via Morgagni 3
40122 Bologna (BO)
tel. 051/230727; fax 051/232676
[email protected]
www.fondazionecarisbo.it/carisbo/fondaz.nsf
Sviluppatosi come Centro d’arte e cultura riferito primariamente alla storia di Bologna,
San Giorgio in Poggiale è sede delle Collezioni della Fondazione della Cassa di Risparmio, dal 1992, subentrata alla Carisbo. Si
tratta di una struttura culturale realizzata all’interno dell’antica chiesa di San Giorgio,
assai danneggiata nel corso della seconda
guerra mondiale e poi acquistata dall’istituto
La Cineteca di Bologna è nata negli anni Ses- bancario dai frati Gesuiti, ultimi proprietari;
santa e ha sempre svolto una programmazione il Centro della Fondazione, diretto sino al
Bologna
ISTITUZIONE CINETECA DI BOLOGNA S E
titolarità: Comune di Bologna
via Riva di Reno 72
40122 Bologna (BO)
tel. 051/2194820; fax 051/2194821
[email protected]
www.cinetecadibologna.it
102
Provincia di Bologna
2001 da Franca Varignana e attualmente da
Vittoria Coen, è composto dai depositi per le
collezioni, dalla biblioteca, dall’emeroteca,
dalla fototeca e da due sedi espositive.
La raccolta d’arte è ordinata da esemplari che
documentano prevalentemente la cultura locale quale testimonianza degli sviluppi storici e civili del nostro territorio e dall’attività
espositiva, locale, ma anche nazionale e internazionale, legata alle collezioni: oltre a
opere antiche e moderne, per il Novecento e
l’attualità vi sono lavori di Giorgio Morandi,
Carlo Corsi, Pompilio Mandelli, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Dino Boschi, Lidia Puglioli, Mino Maccari, Jiri Dokoupil, Luca Pignatelli, Luciano Minguzzi, Sandro Chia,
Gian Marco Montesano, Aldo Mondino,
Marcello Jori, Paolo Conti, Piero Copertini,
Marco Lodola, Salvo, Enrico Castellani,
Alessandro Rivola, Carla Accardi, Nunzio,
Marco Tirelli, Luigi Ontani, Alberto Zamboni, Luigi Mainolfi, Carol Rama, Mario
Nanni, Enzo Cucchi, Sabrina Mezzaqui, Sabrina Torelli, Paolo Chiasera, Serse Roma,
Luca Caccioni, Luigi Carboni, Arturo Martini, Piero Pizzi Cannella, Francesco Spampinato, Les Rogers, Gianni Dessì, Giuseppe
Gallo, Aldo Galgano, Gianluigi Toccafondo,
Fabio Mauri, Maurizio Bottarelli, Marcello
Iori, Pirro Cuniberti, Angelo Davoli e Eric
Fischl.
L’attività espositiva delle Collezioni della
Fondazione in San Giorgio in Poggiale è stata equilibrata nel proporre eventi relativi sia
alla cultura del passato che a quella dell’attualità, ora intensificatasi per vocazione della nuova direzione: si ricordano le mostre Nino Migliori (1986); Biennale Giovani (1988);
Morandi nelle raccolte private bolognesi
(1989); Klee; Giacometti e un secolo di grafica
svizzera (1993); Transafricana; Klee e la musica, Klee e le immagini (2000); Cleto Tomba
(2001); Jiri Dokoupil, opere recenti (19992001); Gian Marco Montesano: Il teatro dell’arte (2002); Pictura Magistra Vitae (2003);
Il nuovo rit-ratto d’Europa: Identità dell’arte
italiana negli ultimi quarant’anni; Artisti messicani contemporanei e Eric Fischl (2004).
Nel 2006 è prevista l’inaugurazione del Museo della Città, voluto dalla Fondazione e
dal suo attuale Presidente, Fabio Roversi
Monaco, come luogo in cui ripercorrere interamente la storia di Bologna attraverso i
secoli e le sue tematiche più caratteristiche,
relative a una visione culturale complessiva e
geografica che tiene conto di tutti gli aspetti della vita, sia essa sociale, economica, politica e artistica, che determinano un’epoca;
tutto grazie a particolari strutture tecnologice e multimediali che consentiranno l’interazione e l’integrazione delle opere d’arte
della Fondazione con il tessuto museale urbano già esistente. Il museo avrà la sua sede
in Palazzo Pepoli Vecchio, in via Castiglione
10; e la sua ideazione architettonica e museografica è ad opera dell’architetto Mario
Bellini e del suo studio, che hanno vinto il
concorso d’idee indetto nel 2004.
Bologna
PALAZZO SARACENI – GUALANDI S E
titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio
in Bologna
via Farini 15
40124 Bologna
tel.051/6454111;fax 051/6454499
[email protected]
www.fondazione-carisbo.com/carisbo/fondaz.nsf
Aperto in occasioni di mostre, tutti i giorni
dalle 10.00 alle 20.00
103
Provincia di Bologna
Nel palazzo rinascimentale di Palazzo Saraceni
Gualandi, costruito alla fine del XV secolo da
ignoto architetto per commissione di Antonio
Saraceni, ha sede la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna; l’edificio, di proprietà
Gualandi sin dal XVIII secolo, veniva riattato
nel 1860, con un parziale interramento del
portico, e dal 1930 diveniva di proprietà del
Credito Fondiario dell’Istituto bancario che lo
ripristinava internamente sotto la direzione
dell’ingegner Augusto Baulina Paleotti e lo impreziosiva con decorazioni plastiche e figurative Art nouveau per mano di Roberto Franzoni.
Dal 1995 sono stati affrontati, ad opera dell’architetto Roberto Scannavini, altri lavori
strutturali dell’edificio che hanno consentito
l’apertura delle nuove sale espositive e degli
spazi dedicati alla convegnistica.
L’attività culturale sviluppatasi in questi spazi
è, quindi, assai recente e in perfetta sintonia
con la filosofia istituzionale delle Collezioni di
San Giorgio in Poggiale (cfr. scheda precedente): oltre a esposizioni che hanno documentato alcuni aspetti delle arti decorative del
territorio nel corso dei secoli, sono state dedicate all’arte e all’architettura contemporanea le
mostre Arte ad alta tensione-due generazioni di
futuristi (2003); Idee per il Museo della città;
Una Fondazione per l’arte del Novecento: Acquisizioni 2002-2004 e Piero Manai (2004).
Bologna
RACCOLTA LERCARO R A
titolarità: Fondazione “Cardinale Giacomo
Lercaro” Istituto Veritatis Splendor
via Riva Reno 57
40122 Bologna (BO)
tel. 051/472078; fax 051/476802
[email protected]
www.bologna.chiesacattolica.it/raccoltalercaro
Aperta dal mercoledì al sabato dalle 15.00
alle 18.00 e la domenica dalle 10.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 18.00
La raccolta Lercaro veniva istituita nel 1971
ed allestita nella sede di Villa San Giacomo,
di proprietà dell’Opera Diocesana “Madonna della Fiducia”. Intitolata al grande arcivescovo bolognese, Giacomo Lercaro, la fondazione detiene una importante raccolta d’arte
contemporanea formatasi agli inizi degli anni Settanta per volontà di un gruppo di pittori e scultori bolognesi, Ilario Rossi, Pompilio Mandelli, Enzo Pasquini e Aldo Borgonzoni, che donarono il primo nucleo di opere
pittoriche e scultoree al Cardinale, in occasione del suo ottantesimo compleanno. Dal
momento della sua dipartita, la Fondazione
ha continuato ad acquisire opere, tramite
donazione, con lo scopo di riaffermare le alte finalità spirituali, sociali, etiche ed estetiche che Lercaro ravvisava nell’arte contemporanea, in particolare nella scultura che dà
corpo alla parte più cospicua della collezione; dall’inizio degli anni Settanta ad oggi, la
raccolta è stata diretta da Elva Bonzagni Poggi, Franco Solmi e Marilena Pasquali in collaborazione con la Presidenza di Mons. Arnaldo Fraccaroli ed è stata aperta alla fruizione pubblica dal 1989. Nel maggio del 2003
è stata inaugurata la nuova sede della Raccolta Lercaro nell’edificio recentemente riattato che ospita l’Istituto Veritatis Splendor,
attiguo alla Cineteca (cfr. p. 101) e alla futura nuova Galleria d’Arte Moderna (cfr. pp.
96-99), all’interno del Polo culturale della
Manifattura delle Arti.
La Raccolta è formata da circa 700 opere,
pitture, sculture, disegni e grafica, di artisti
che hanno operato nel corso del XX secolo
104
Provincia di Bologna
in varie direzioni poetiche che vanno, solo
per citare le maggiori, dal figurativo verista e
di Novecento all’Informale, dall’arte astrattaconcreta allo Spazialismo, dal Modernismo
al Post moderno, dal Surrealismo al Concettuale con lavori di Medardo Rosso, Paolo
Troubetzkoy, Adolfo Wildt, Carlo Corsi,
Pietro Dodero, Pietro Melandri, Ercole
Drei, Aroldo Bonzagni, Giorgio de Chirico,
Arturo Martini, Giorgio Morandi, Virgilio
Guidi, Michele Cascella, Severo Pozzati, Luciano Baldessari, Nino Corazza, Henry
Moore, Mino Maccari, Francesco Messina,
Marino Marini, Bruno Saetti, Giovanni Korompay, Alberto Viani, Giacomo Manzù,
Mirko (Balsadella), Corrado Cagli, Toni Benetton, Luciano Minguzzi, Pietro Annigoni,
Angelo Biancini, Vittorio Magelli, Renato
Guttuso, Aligi Sassu, Bruno Cassinari, Piero
Giunni, Giovanni Ciangottini, Ivo Tartarini,
Guidone Romagnoli, Pericle Fazzini, Antonio Mazzotti, Gastone Breddo, Quinto
Ghermandi, Nello Leonardi, Remo Brindisi,
Gino Covili, Ernesto Treccani, Giuseppe
Ferrari, Raimondo Rimondi, Vasco Bendini,
Mario Nanni, Dino Boschi, Pirro Cuniberti,
Sergio Vacchi, Germano Sartelli, Arnaldo e
Giò Pomodoro, Carlo Zauli, Mario Bocchini, Sergio Romiti, Luciano De Vita, Floriano Bodini, Simon Benetton, Concetto Pozzati, Richard Hesse, Ivo Sassi, Carlo Santachiara, Davide Scarabelli, Enrico Mulazzani,
Fabrizio Passarella, Bianca Rosa Arcangeli
(Rosalba), Alberto Giacometti, Roberto Sebastian Matta, Jean Michel Folon e Lucio
Fontana.
Completano l’esposizione permanente, dislocata su due piani, una sala per le mostre
temporanee, una per convegni e una biblioteca con più di 10.000 libri d’arte.
Bologna
MUSEO DELLA SANITÀ
E DELL’ASSISTENZA – RACCOLTA D’ARTE
CONTEMPORANEA R A
titolarità: Azienda U.S.L. di Bologna
via Clavature 8
40124 Bologna (BO)
tel. 051/230260; fax 051/6569777
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00
e dalle 15.00 alle 18.00; da maggio a settembre
tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00
alle 19.00
All’interno del complesso barocco di Santa
Maria della Vita è situato il Museo della
Sanità e dell’Assistenza, che raccoglie le testimonianze artistiche legate alla storia del
santuario e alla Confraternita dei Battuti,
fondata alla fine del XIII secolo, attiva nell’assistenza ai malati e dedita al culto della
Vergine; il museo conserva inoltre opere e
oggetti provenienti dall’antico Ospedale
della Vita e dalla sua farmacia.
Recentemente restaurato e, dal 2000,
aperto al pubblico che può ammirare i capolavori rinascimentali scultorei in terracotta di Niccolò dell’Arca e Alfonso Lombardi, il museo, diretto da Graziano
Campanini, conserva un piccolo nucleo
di opere d’arte del Novecento entrate a
far parte della collezione d’arte dell’Azienda U.S.L. di Bologna dal 1967, quando l’Ospedale Maggiore di Bologna volle
costituire una raccolta d’arte contemporanea che alleviasse la permanenza nella
struttura dei degenti. Vennero così donate opere di Aldo Borgonzoni, Carlo Corsi, Paolo Manaresi, Norma Mascellani,
Giorgio Morandi, Guglielmo Pizzirani,
Ilario Rossi, Bruno Saetti, Cleto Tomba e
Farpi Vignoli.
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Provincia di Bologna
Bologna
MUSEO INTERNAZIONALE E BIBLIOTECA
DELLA MUSICA M
titolarità: Comune di Bologna
strada Maggiore 34
40125 Bologna (BO)
tel. 051/2757711-221117; fax 051/2757728
[email protected]
www.museomusicabologna.it
Aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle
18.00. Chiuso i lunedì feriali e il mese di agosto
Inaugurato nel 2004, il museo ha sede in palazzo Sanguinetti, donato al Comune nel 1986
dall’ultima proprietaria e discendente della famiglia, Eleonora Sanguinetti. L’edificio, la cui
origine risale agli inizi del XVI secolo, è stato
riattato alla fine del XVIII secolo per volontà
di Antonio Aldini e su progetto di Giovanni
Battista Martinetti; è decorato alle pareti da
Serafino Barozzi, Antonio Basoli, Pelagio Palagi, Vincenzo Martinelli, Luigi Busatti e Francesco Santini. La quadreria del museo, il cui
nucleo centrale è composto dalle commissioni
effettuate da Padre Giambattista Martini, si
sviluppa per diverse sale con opere che vanno
dal XVII secolo in poi e ritraggono personaggi
del mondo culturale musicale; seppur numericamente ridotta per quanto concerne il Novecento e l’attualità, la collezione del museo ha
alcuni dipinti di Giuseppe De Sanctis, Giuseppe Tivoli, Fabio Fabbi, Gino Marzocchi, L.
Casoni e Felice Casorati.
Bologna
BANCA DI BOLOGNA R A
titolarità: Banca di Bologna
piazza Galvani 4
40124 Bologna (BO)
tel. 051/6571111; fax 051/6571100
www.bancadibologna.it
Nell’entrata della sede bancaria, i cui uffici si
trovano a ridosso delle pareti della chiesa di
San Petronio, sono esposte al pubblico in
permanenza le sculture di artisti attivi nel
bolognese come Bruno Pinto, Raimondo Rimondi e Guglielmo Vecchietti Masacci e un
quadro astrattista di Pinto, Interno, eseguito
dall’artista tra il 1977 e il 1990.
Bologna
UNICREDIT R A
titolarità: UniCredit S.p.A.
Palazzo Magnani
40126 Bologna (BO)
via Zamboni 20
tel. 051/2962508
Palazzo Magnani fu di proprietà, sin dal XIII
secolo, dell’omonima famiglia di bancari e senatori. Il palazzo, il cui prospetto risale al XVI
secolo ed è attribuito al genio dell’architetto
Domenico Tibaldi, veniva decorato dai Carracci con le Storie della Fondazione di Roma e da
Annibale, in particolare, con i Ludi Lupercali.
Al piano terra del palazzo, attuale sede della
UniCredit Banca, è conservata la Collezione
d’arte antica e moderna dell’istituto bancario
che, per quanto concerne il Novecento, è illustrata da prestigiose opere di Ennio Morlotti, Pompilio Mandelli, Virgilio Guidi,
Sergio Romiti, Fritz Wotruba, Graham Suterland, Luciano Minguzzi, Carlo Zauli, Otto Dix, Giovanni Prampolini, Mauro Reggiani, Giorgio Morandi, Hans Hartung, Jean
Fautrier, Filippo de Pisis, Quinto Ghermandi, Nino Franchina, Mario Negri, Alberto
Burri e Roberto Sebastian Matta; capolavori
che dimostrano una propensione collezionistica verso le poetiche informali, in particolare quelle indagate da Francesco Arcangeli.
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Provincia di Bologna
Bologna
MUSEO DELLA CERTOSA – OPERE D’ARTE
DEL NOVECENTO S U
titolarità: Comune di Bologna
via della Certosa 18
40133 Bologna (BO)
tel. 051/204640; fax 051/204761
presidency@significantcemeteries
[email protected]
www.progettocertosa.it
www.significantcemeteries.it
Aperto tutti i giorni sino alle 17.00
Nell’ampia area cimiteriale, istituita nel
1801 e trasformata in museo nel dicembre
del 2000, la scultura del Novecento, come
l’arte funeraria degli altri secoli, ha la precisa funzione di conservazione della memoria famigliare. Ai monumenti che formano
questo straordinario museo a cielo aperto
costruito intorno alla tardomedievale Certosa di San Girolamo, riattata a più riprese
nel corso dei secoli, hanno lavorato diversi
artisti dell’Ottocento, del secolo passato e
di oggi, con interventi dislocati sia all’interno del cosiddetto cimitero ottocentesco,
sia negli ampliamenti effettuati nel Novecento e dopo il Duemila. Le sculture, prevalentemente figurative per forte evocazione simbolica, ma anche con importanti
esempi astrattisti e informali, sono di Pasquale Rizzoli, Silverio Montaguti, Pietro
Veronesi, Sergio Cremonini, Leonardo Bistolfi, Dante Carpigiani, Marco Marchesini, Giorgio Lenzi, Piero Muratori, Renaud
Martelli, Rito Valla, Gino Marzocchi, Bruno Raspanti, Alfonso Borghesani, Gaetano
Samoggia, Mario Sarto, Amerigo Tot, Ercole Drei, Pinno Nucci, Giuseppe Romagnoli, Cesarino Vincenzi, Beppe Marzot,
Alfonso Borghesani, Andrea Franchi, Bru-
no Bandoli, Paolo Gualandi, Francesco
Brunetti, Marco Marchesini, Enzo Pasqualini, Leone Pancaldi, Carlo Santachiara,
Luciano Minguzzi, Armando Minguzzi,
Bruno Bandoli, Cleto Tomba, Nicola Zamboni, Carlo Zauli, Farpi Vignoli, Giacomo
Manzù, Marco Marchesini e Bruno Saetti.
Bologna
PARCO PIER PAOLO PASOLINI P A
titolarità: Comune di Bologna
Quartiere San Donato
via San Donato 68
40127 Bologna (BO)
tel. 051/6337530; fax 051/501850
Aperto da aprile a settembre, dalle 6.00 alle
24.00 e da ottobre a marzo dalle 7.00 alle 18.00
All’interno dell’ampio parco, disegnato da
Paolo Bettini e Marco Ferrari, lo scultore Nicola Zamboni ha modellato 200 figure umane, compiute tra il 1974 e il 1984, che popolano come astanti l’area ambientale formando una sorta di silente necropoli nel verde pubblico; ed inoltre, nello stesso luogo,
l’artista ha realizzato un teatro-scultura. L’intero complesso, gravemente danneggiato, è
in attesa di restauro.
Bologna
CAPPELLA DI SANTA MARIA DEI CARCERATI
IN PALAZZO RE ENZO A BOLOGNA S U
titolarità: Comune di Bologna
Palazzo re Enzo
Voltone del Podestà, piazza Maggiore
Emporio della Cultura
40124 Bologna (BO)
tel. 051/2960812
Visite guidate su appuntamento
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Provincia di Bologna
All’interno della restaurata Cappella di Santa
Maria dei Carcerati, costruita nel 1371 per volontà del vicario pontificio Anglico de Grimoard ed adibita al conforto spirituale di chi
era imprigionato nel vicino Palazzo del Capitano, l’artista inglese Tavid Tremlett (1945) ha
realizzato uno dei suoi wall drawing, coniugando l’arte del passato con l’attuale Astrattismo, perpetuando un senso di continuità e
rottura al tempo stesso, che caratterizza molti
interventi site specific nella nostra regione (cfr.
Invito a… di Reggio Emilia p. 62, Palazzo
Ducale di Sassuolo pp. 89-90).
Inaugurata il 10 maggio del 2003, l’opera è stata eseguita grazie al mecenatismo di privati bolognesi, che hanno collaborato con il Comune
per la sua realizzazione. David Tremlett è uno
scultore che predilige scolpire il muro con i colori, “massaggiandoli” sulle pareti quali supporto per i suoi lavori astratti, che nascono da un
profondo rapporto emozionale e progettuale
con il luogo prescelto e le sue preesistenze; le
sue forme geometriche ed essenziali vibrano attraverso i colori e la luce, sempre in armonia
con l’architettura che le ospita e che è alla radice dei suoi concepimenti artistici.
Bologna
SALA D’ERCOLE S E
titolarità: Comune di Bologna
Palazzo d’Accursio
piazza Maggiore 6
40121 Bologna (BO)
tel. 051/204690
Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.00.
Chiusa il lunedì
pianto architettonico originale, pur lasciando
trasparire le modificazioni effettuate nel corso
del XVII secolo. La sua denominazione deriva dalla statua di Ercole che abbatte Idra di Lerna, eseguita nel 1519 da Alfonso Lombardi, e
posizionata al termine della Sala; sulla parete
destra vi è l’affresco di Francesco Francia che
raffigura la Madonna del Terremoto, proveniente dalla Cappella degli Anziani.
Tale spazio è usato, prevalentemente, per
piccole esposizioni d’arte contemporanea, in
particolare fotografica, e d’illustratori dell’attualità. Si ricordano le mostre d’arte visiva di
Fabrizio Plessi, Carlo Zauli, Carlo Santachiara e Lorenzo Cappellini; le rassegne fotografiche dal titolo L’occhio d’Ercole, che
hanno visto succedersi dieci autori, Riciclando 2003 e Bologna 1950-2000. Inoltre ha
ospitato gli illustratori contemporanei della
cultura fiamminga all’interno della mostra
Le maschere dentro.
Bologna
PALAZZO DEL PODESTÀ S E
titolarità: Comune di Bologna
piazza del Nettuno 2
40121 Bologna (BO)
Assessorato alla Cultura
tel. 051/204690-204680; fax 051/226031
Aperto in occasioni di mostre il lunedì e venerdì
dalle 16.00 alle 22.00, il martedì e giovedì dalle
9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 22.00,
il mercoledì dalle 10.00 alle 17.00 e il sabato
e la domenica dalle 10.00 alle 22.00
Il Palazzo del Podestà è stato costruito nel
corso del XIII secolo ed era la sede delle
riunioni dei rappresentanti amministrativi
Situata all’interno del rinascimentale Palazzo della città; centro della vita bolognese nei
del Municipio, la Sala d’Ercole mantiene l’im- secoli successivi, venne riattato per volere
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Provincia di Bologna
di Giovanni II Bentivoglio dopo il 1484,
su ispirazione architettonica serliana. Gravemente danneggiato in epoca napoleonica, veniva restaurato e decorato, a partire
dal 1908, dall’architetto Alfonso Rubbiani
e dal pittore Adolfo De Carolis, che affrescava la Sala dei Quattromila con stile neomichelangiolesco aggiornato all’Art nouveau. Tali affreschi furono terminati dall’artista nel 1928, anno della sua dipartita,
ma le polemiche che avevano investito il lavoro considerato ormai anacronistico portarono al loro strappo nel 1969 e a un interminabile restauro.
Il Palazzo del Podestà, collegato a Palazzo
re Enzo, ha ospitato diverse rassegne artistiche, di cui alcune relative all’arte contemporanea locale come le monografiche
dedicate a Giovanni Romagnoli, Norma
Mascellani, Alessandro Giusberti, Anacleto
Margotti, Cesare Castagnoli, Andrea Pazienza e Athos Casarini, ma è stata anche
sede di diverse collettive, in particolare negli anni Cinquanta e Sessanta, come Indagine 1987 la ricerca artistica giovanile in
Emilia Romagna; 2 mostra d’arte contemporanea; Mostra d’arte contemporanea organizzata dalla sezione bolognese del Sindacato
pittori e scultori; Mostra d’arte premio Comune di Bologna; Prima mostra nazionale
d’arte contemporanea; Prima mostra nazionale degli artisti romagnoli; Mostra della
scultura italiana del 20° secolo; Nuove prospettive della pittura italiana; Pittura cubana contemporanea; Premio Sperticano 1973
e omaggio a Virgilio Guidi e la Biennale
d’arte contemporanea di Bologna. Nel 2004
si è tenuta un’importante manifestazione
trasversale al mondo dell’arte contemporanea: il Festival del libro d’arte Artelibro, sa-
lone denso d’eventi quali mostre, dibattiti
e convegni volti alla valorizzazione e promozione dell’editoria artistica specializzata.
Bologna
SPAZIO EX CHIESA DI SAN MATTIA S E
titolarità: Stato italiano
via Sant’Isaia 14 A
40123 Bologna (BO)
Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività
Culturali dell’Emilia-Romagna
via Sant’Isaia 20
tel. 051/3397011
[email protected]
Ex chiesa barocca, nata all’interno del Convento di San Mattia sorto come emanazione delle suore Eremitesse di Santa Maria del
Monte della Guardia, è stata recentemente
restaurata e adibita a spazio per convegnistica ed esposizioni. L’attuale impianto veniva realizzato, nel rispetto delle preesistenze, dall’architetto Pietro Fiorini alla fine del
XVI secolo.
Suggestiva sede di diverse attività gestite dalla
Soprintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali dell’Emilia Romagna, per
quanto concerne l’arte contemporanea ha
ospitato varie mostre, con una vocazione particolare nei confronti dell’architettura, realizzate in collaborazione anche con enti pubblici o associazioni private, come l’Istituto Beni
Culturali Artistici e Naturali della Regione, il
Comune di Bologna, l’A.N.P.I. e Palazzo
Stella (cfr. p. 117). Si ricordano le rassegne
Architettura a Bologna 2000; Architetti contemporanei, Polis urban [e] motion; Morire per
Amore: Arte e Resistenza a Bologna e le monografiche del pittore iperrealista Angelo Davoli
e dello scultore concettuale Ivo Gensini.
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Provincia di Bologna
Bologna
CONVENTO DI SANTA CRISTINA S E
titolarità: Comune di Bologna e Università
degli Studi di Bologna
piazzetta Morandi 2
40125 Bologna
tel. 051/2099785
[email protected]
www.unibo.it
Aperto in occasione di mostre, da martedì a
venerdì dalle 15.00 alle 21.00; il sabato e la
domenica dalle 10.00 alle 19.00. La mattina solo
su appuntamento. Chiuso il lunedì
Costruito per ospitare le monache camaldolesi, nel 1247, il complesso di Santa Cristina
divenne poi caserma dell’Arma dei Carabinieri e infine, dopo un lungo restauro ad
opera di Roberto Scannavini, che ha messo
in luce le decorazioni parietali di cultura bolognese risalenti all’epoca tardoquattrocentesca e seicentesca, è destinato a sede del Dipartimento di Arti Visive, dell’Università
degli Studi di Bologna, della Fondazione Federico Zeri, della Biblioteca Nazionale delle
Donne; è inoltre un centro espositivo, recentemente reso attivo con le mostre monografiche del pittore figurativo Antonio Saliola,
ispirata al tema della fiaba, e del ritrattista
Pietro Annigoni.
Bologna
ACCADEMIA DI BELLE ARTI
DI BOLOGNA I D S E m p
titolarità: Stato italiano
via Belle Arti 56
40126 Bologna (BO)
tel. 051/243064-244252; fax 051/253032
[email protected]
[email protected]
www.accademiabelleartibologna.it
L’Accademia di Belle Arti di Bologna ha sede, unitamente alla Pinacoteca Nazionale,
(cfr. scheda seguente) nel complesso della
chiesa di Sant’Ignazio e del noviziato dei Gesuiti, costruito, tra il 1728 e il 1735, da
Alfonso Torrigiani; la chiesa, cui è stata ridotta la cupola, è ora trasformata nell’Aula
Magna dell’Accademia, cui successivamente
è stata aggiunta l’ala progettata dall’architetto Edoardo Collamarini. Nel 1997 sono stati aperti nuovi spazi nell’interrato: il Museo
dell’Accademia e le Sale delle Belle Arti, in
comunione con la Pinacoteca. Nuovi lavori,
nel 2001, hanno sviluppato altri ampliamenti come il recupero dell’ex teatro ora divenuto sala polivalente intestata a Luciano De Vita, cui sono aggiunti spazi didattici ed espositivi intitolati a Virgilio Guidi.
L’Accademia nasce, originariamente, dall’Accademia Clementina fondata, nel 1710, da
Luigi Ferdinando Marsili e da Giampiero
Zanotti col proposito di continuare le istanze culturali ereditate dall’Accademia degli
Incamminati istituita dai Carracci nel 1590.
Il regno napoleonico portò l’istituzione ad
essere riconosciuta a livello nazionale, nel
1802, unitamente all’Accademia di Milano
con la quale essa condivise alcuni insegnamenti. Da quel momento ad oggi si sono
susseguite diverse fasi che hanno trasformato
l’istituto, portandolo alla cessione della Pinacoteca, nel 1882, ai cambiamenti attuati dalla Riforma Gentile e dalla legge di riforma
del 1999, che ha collocato tutte le Accademie all’interno del Ministero dell’Università,
dell’Istruzionone e della Ricerca.
L’Accademia è stata, sin dalla sua prima istituzione, l’alveo dell’arte contemporanea ad ogni
epoca: il Novecento si è aperto con il proseguimento dell’attività di artisti che avevano
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Provincia di Bologna
avuto successo con le poetiche tardo romantiche e neo rococò del XIX secolo, come Antonio Muzzi, o sensibili al rinnovamento artistico modernista d’inizio secolo, come Augusto
Majani, e Achille Casanova; dal 1930 in poi il
ritorno all’ordine del Novecento viene originalmente interpretato da Giorgio Morandi,
che assume la cattedra d’incisione, affiancato
da Ercole Drei, Giovanni Romagnoli e Nino
Bertocchi. Gli allievi di Morandi, Paolo Manaresi e Luciano De Vita proseguivano la lezione del maestro percorrendo correnti diverse: figurativa il primo e informale il secondo.
In seguito alla cattedra di pittura si susseguivano Virgilio Guidi, Ilario Rossi e Pompilio
Mandelli, quest’ultimo tra i maggiori esponenti dell’ultimo naturalismo arcangeliano e
della lunga stagione informale emiliana; e si
giovavano dell’affiancamento di altre personalità artistiche, quali Umberto Mastroianni e
Quinto Ghermandi per la scultura.
L’attualità ha visto, e tutt’ora vede, interpreti
della scena culturale, artisti, teorici e critici
quali Concetto Pozzati, Mauro Mazzali, Davide Benati, Riccardo Camoni, Enrico Manelli,
Nicola Zamboni, Giovanni Mundula, Luca
Caccioni, Bruno Benuzzi, Gabriele Partisani,
Pinuccia Bernardoni, Mauro Mazzali, Silvia
Evangelisti, Walter Guadagnini, Sandro
Sproccati, Roberto Daolio, Mili Romano, Sergia Avveduti, Stefano Scheda, Paolo Parisi, Fabia Farneti, Carlo Branzaglia, Massimo Pulini,
Cristina Improta, Mario Bratella, Adriano Bacilieri, Vincenza Scassellati e Vittorio Mascalchi, alcuni dei quali avvicendatisi al ruolo della direzione, e presieduti da Andrea Emiliani.
L’Accademia si pone, quindi, come centro
propulsore della creatività emiliana da cui hanno tratto linfa artisti che hanno conquistato,
una volta diplomati, il loro spazio all’interno
del sistema dell’arte: solo per ricordane alcuni,
tra le ultime generazioni, Flavio De Marco,
Eva Marisaldi, Sabrina Torelli e Walter Cascio.
L’attività espositiva realizzata nei nuovi spazi è
stata intensa: si sono susseguite le mostre collettive Figure del Novecento 1: I maestri e Figure del Novecento 2: Oltre l’Accademia e le antologiche dedicate a Leonardo Cremonini, Luciano De Vita, Vasco Bendini e Giovanni D’Agostino. Al fine di promuovere la crescita del
lavoro dei giovani artisti, l’Accademia organizza premi e manifestazioni, alcune delle quali ricorrenti e consolidate nel tempo come il Premio Morandi, il Premio Zucchelli e Accademia in Stazione: Manifestazione in memoria
della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Il Premio Giorgio Morandi veniva istituito
nel 1985 per volontà dell’amico collezionista
di opere del maestro, Vincenzo Ghirlandi, affinché gli studenti d’incisione potessero beneficiare di un incentivo per proseguire in tale
tecnica. Il premio, alla sua XIX edizione nel
2004, ha un numero assai cospicuo di partecipanti ed è realizzato in sinergia con il Museo
Morandi (cfr. pp. 100-101) e la Galleria
d’Arte Moderna (cfr. pp. 96-99). Il premio
Zucchelli, invece, affianca l’Accademia al
Conservatorio Musicale di Bologna: si tratta
di una borsa di studio commissionata dalla
Fondazione Zucchelli per una decina di studenti particolarmente distinti in tutte le discipline, le cui opere diventano poi patrimonio
della Fondazione stessa, dopo la loro esposizione in Accademia.
La Manifestazione Arte in Accademia, in memoria della strage del 2 agosto 1980, coordinata da Roberto Daolio e Mili Romano, è nata
nel 1997 e, giunta ormai alla sua ottava edizione, si svolge annualmente all’interno della Stazione Centrale di Bologna al fine di tenere vi-
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Provincia di Bologna
va e sollecita, in maniera non retorica, la memoria delle numerose vittime dell’efferato attentato di matrice fascista; un modo di ricordare, attraverso esempi di vitale e interattiva arte
pubblica, creata site specific da performance, video e installazioni di tipo concettuale, l’accaduto al pubblico distratto che transita senza soffermarsi in un “non luogo” per eccellenza, come possono essere gli spazi di passaggio di una
stazione. A questo evento artistico hanno lavorato, nel corso degli anni, i migliori studenti
dell’Accademia, alcuni dei quali hanno già raggiunto una personale affermazione; si ricordano Andrea Melloni, Alessandra Andrini, Sissi,
Paolo Bertocchi, Vanessa Chimera, Federico
Badalozzo, Andrea Naciarriti, Paolo Chiasera e
Marina Friggeri. L’originale progetto è stato poi
esportato a Parigi, con il coinvolgimento di alcune Accademie d’Arte europee per la realizzazione d’interventi di “public art” nel tessuto urbano della capitale francese.
Dall’Accademia provengono anche i giovani
artisti che partecipano alla selezione delle varie sezioni del Festival delle Arti, organizzato a Bologna da Andrea Mingardi, che coinvolge diverse istituzioni quale l’Università, il
Comune di Bologna e la stessa Accademia, e
si tiene annualmente presso la struttura temporanea del Palacuore.
Bologna
PINACOTECA NAZIONALE. GABINETTO
DELLE STAMPE E DEI DISEGNI M S E
titolarità: Stato italiano
via Belle Arti 56
40126 Bologna (BO)
tel. 051/4209411; fax 051/251368
[email protected]
www.pinacotecabologna.it
Aperto su prenotazione
La Pinacoteca Nazionale di Bologna ha sede
nell’ex Convento dei Gesuiti, costruito, tra il
1728 e il 1735, da Alfonso Torrigiani, attiguo agli spazi riservati all’Accademia di Belle Arti (cfr. scheda precedente).
Nel 1997 sono terminati i lavori di scavo nei
sotterranei che hanno portato alla realizzazione di servizi didattici ed espositivi, che vengono utilizzati in sinergia con l’Accademia, al
fine di ricongiungere la cultura della memoria museale con quella della creatività in perenne trasformazione: si tratta delle Sale delle
Belle Arti, articolate nel grande salone centrale, detto degli Incamminati, adibito ad
ospitare eventi temporanei. Le Sale delle Belle Arti sono il primo segmento di un grande
progetto edilizio, iniziato dall’allora Soprintendente Andrea Emiliani nel 1984, che ha
previsto un grande ampliamento degli spazi
espositivi, didattici e multimediali della Pinacoteca, nonché il suo collegamento all’Accademia di Belle Arti, ed attende l’ingrandimento a nord dell’edificio complessivo nonché il recupero degli immobili di Medicina legale; disegno ereditato dall’ex Soprintendente, Jadranka Bentini che ha, inoltre, incentivato la promozione e la valorizzazione dell’arte contemporanea nelle Sale delle Belle Arti,
dove sono state allestite alcune mostre sulla
cultura artistica del Novecento e del tempo
presente, alternate ai grandi eventi riguardanti l’età medievale e moderna. Si ricordano la
grande retrospettiva di Virgilio Guidi, i disegni e i cartoni di Mario Sironi, per la grande
decorazione, e la Collezione di stampe, nazionali e internazionali, raccolte dalla bolognese
storica dell’arte Luciana Tabarroni e conservate nel Gabinetto delle Stampe e dei disegni
della Pinacoteca, coordinato per lungo tempo
da Marzia Faietti e ora da Elena Rossoni.
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Provincia di Bologna
Quest’importante collezione di grafica del
Novecento raccoglie 1.948 fogli, raggruppati
per nazione, che rendono un ampio ed esauriente spaccato delle scuole e correnti artistiche determinatesi in Europa nel corso del XX
secolo; solo per fare qulache esempio, la raccolta contiene esemplari d’arte italiana di
Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Gino Severini, Arturo Martini, Giorgio Morandi,
Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Felice Casorati, Alberto Savinio, Bruno Munari, Zoran
Music, Giuseppe Capogrossi, Domenico
Gnoli, Pietro Consagra, Lucio Fontana, Alberto Burri, Piero Dorazio e Arnaldo Pomodoro. La scuola francese è rappresentata da
opere di Henry de Toulouse-Lautrec, Paul
Cézanne, George Braque, Pablo Picasso,
Henri Matisse, Maurice Denis, Robert Delunay, Marc Chagall, Fernand Léger, Jean Fautrier, Ives Tanguy, Jean Dubuffet, Jean Arp,
Marcel Duchamp; la Germania con lavori di
Ernst Ludwig Kirchner, George Grosz, Max
Beckmann, Vasilij Kandinskij, Otto Dix,
Max Ernst, Hans Hartung, Horst Janssen e
Klaus Fussmann. La Gran Bretagna è illustrata con stampe di Claude Flight, Henry Moore, Graham Sutherland, Allen Jones, David
Hockney e Francis Bacon. Delineano il panorama svizzero le grafiche di Felix Vallotton,
Ferdinand Hodler, Paul Klee, Alberto Giacometti, Max Bill e Jean Tinguely; quello belga
opere di James Ensor, Fernand Khnopff, Paul
Joostens, Georges Vantongerloo, Raul Ubac,
René Magritte e Paul Delvaux; la cultura visiva austriaca Stefan Eggeler, Egon Schiele,
Oskar Kokoschka, Arnulf Rainer e Alfred
Hrdlicka, mentre la spagnola espressioni grafiche di Antoni Clavè, Salvator Dalì, Antonio
Saura, Eduardo Chillida, Antoni Tapies, Joan
Mirò. La sensibilità e la competenza portaro-
no Luciana Tabarroni ad interessarsi anche
delle scuole meno preponderanti, che riservano comunque lavori raffinati e assai aggiornati e noti come, per l’Olanda, Jacoba van
Heemskerk, Corneille e Karel Appel; per la
Danimarca, Asger Jorn, Richard Mortesen e
Benny Doré; per la Finlandia, Kristian
Krokfors; per la Norvegia e la Svezia Edvard
Munch, Anna Eva Bergman e Bengt Lindström; per la Cecoslovacchia Frantisek
Kupka, Alfred Kubin, Pravoslav Sovak, Hratchya e Jirì Kolar. L’Ungheria è rappresentata
da Laszlo Moholy-Nagy, Dora Maurer, Victor
Vasarely e Tihamér Gyarmathy; la Serbia da
Drancoli Bahrj; e la Grecia da George Derpapas e Jannis Kounellis.
Bologna
MUSEO DI SAN GIUSEPPE M
titolarità: Convento dei Capuccini
via Bellinzona 6
40134 Bologna (BO)
tel. 051/3397637; fax 051/339611
[email protected]
Attualmente chiuso per lavori di ristrutturazione
Il museo si trova all’interno del Convento di
San Giuseppe dei Capuccini, la cui origine
risale al XI secolo, al cui fianco venne costruita la seconda chiesa dall’architetto Filippo Antolini, edificata tra il 1841 e il 1844,
che s’ispirò ad un tardo neoclassicismo ricondotto allo stile purista del tempo. La collezione del museo, il cui allestimento museografico è stato realizzato da Leone Pancaldi
nel 1970, è composta da dipinti, sculture e
oggetti d’arte che vanno dall’età medievale
sino alla fine del Novecento, provenienti dai
conventi Capuccini della provincia. Vi si tro-
113
Provincia di Bologna
vano oli, disegni e stampe di Augusto Maja- deo ed elaborazioni computerizzate di Antoini, Giovanni Poggeschi, Roberto Tirelli, Ri- ne Caramagli, Sara Picco e Giulia Ravazzolo;
na Ferri, Pericle Fazzini, Angelo Biancini.
nonché sono state organizzate le personali di
Yuri Ancarani e Anna Valeria Borsari.
Bologna
VILLA SERENA S E
titolarità: Comune di Bologna
via della Barca 1
40133 Bologna
Tel. 051/6156789; fax 051/6152598
[email protected]
www.vserena.it
Centro polivalente del Quartiere Reno, Villa
Serena è ubicata in una villa del XIX secolo,
circondata da un ampio giardino. Si è contraddistinta come sede d’arte contemporanea
d’avanguardia giovanile per la dinamica attività espositiva realizzata dai gestori del Centro, Altercoop e le Macchine Celibi, in collaborazione con istituzioni qualificate come
l’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp.
109-111) e l’Istituto Gramsci; dal 2004 l’attività è stata potenziata dalla collaborazione
con l’associazione Bo.art (www.bo-art.it), associazione tra privati e istituzioni che, attraverso una rete di sostegno per l’arte contemporanea e la comunicazione, ha saputo collegare diversi soggetti del sistema artistico istituzionale e rendere più efficace l’operato svolto nella sede, dedicata particolarmente agli
sperimentalismi tecnologici e all’attività
performativa. Si ricordano le mostre Fantasmagramma, associata alle performance di
gruppi musicali elettronici, Manifesto! Una
storia della comunicazione sociale e politica, e il
ciclo d’iniziative Not Com. Iconografie del
marginale dedicate alla street art, al design underground e alla ricerca tra suono e immagine
prodotta dal live media Insideout con lavori vi-
Bologna
UFFICIO PROMOZIONE GIOVANI
ARTISTI O I A M P
titolarità: Comune di Bologna
via Oberdan 24
40126 Bologna (BO)
tel. 051/204622; fax 051/268636
[email protected]
www.iceberg.bo.it
L’Ufficio Promozione Giovani Artisti di Bologna organizza dal 1990 il concorso biennale Iceberg, dedicato alla creatività giovanile
bolognese. Il bando del concorso è articolato
in numerose sezioni, coordinate da una valente giuria di critici. Dal 2004 le sezioni
hanno carattere nazionale, per l’architettura
e l’illustrazione, regionale per cinema e video, design industriale, fumetto, narrazione
e provinciale per arti plastiche, fotografia,
grafica di comunicazione, musica e spettacolo. Il Comune di Bologna organizza, in seguito, l’esposizione delle loro opere nell’ambito del Festival di Iceberg, che si tiene l’anno seguente, e offre agli artisti del settore arti visive e applicate l’occasione di partecipare
alla tematica Biennale del Mediterraneo,
volta a promuovere l’arte dei giovani del bacino mediterraneo, manifestazione che, nel
1988, si è tenuta a Bologna, nel 1997 a Torino e nel 2005 ritornerà a Napoli, nuovamente in territorio italiano.
Ad Iceberg, che fa parte del coordinamento
regionale GA/ER, sono collegate diverse iniziative di cui in particolare si segnalano il Pre-
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Provincia di Bologna
mio Guercino e il Premio Hera. Il primo
comprende cinque premi offerti da Marisa
Barbieri Zucchini Solimei, ultima discendente di Giovanni Francesco Barbieri detto il
Guercino, riservati alle arti plastiche, fotografia, fumetto e illustrazione; il secondo riguarda due premi che la società Hera S.p.A. ha
istituito per le sezioni Narrazione e Design
industriale a sfondo tematico ed ecologico.
Questo lungo lavoro d’organizzazione e promozione ha consentito all’Ufficio di creare
un consistente archivio relativo ai giovani artisti del territorio e ha in progetto la creazione di una banca dati che consente l’iscrizione on line.
Bologna
ARTE FIERA S F
titolarità: BolognaFiere
viale della Fiera 20
40127 Bologna (BO)
tel. 051/282257; fax 051/6374019
artefiera@bolognafiere
www.artefiera.bolognafiere.it
Nata nel 1974, in concomitanza dell’apertura della vicina Galleria d’Arte Moderna
(cfr. pp. 96-99), Arte Fiera si è da subito
qualificata come evento annuale altamente
specializzato per operatori e fruitori del settore d’arte contemporanea, nazionale e internazionale e, anche se le sue caratteristiche di base sono sempre state mercantili, è
diventato un punto di riferimento imprescindibile per l’aggiornamento artistico più
attuale, parimenti a Basilea, a cui è seconda come nascita, e ad altri appuntamenti
analoghi.
Per anni suddivisa in due padiglioni che
presentavano rispettivamente le istanze
dell’arte contemporanea storica in uno e le
tendenze più attuali nell’altro, è stata da
tempo ampliata con spazi riservati a gallerie d’arte che espongono arte d’attualità ormai storicizzata, con mostre internazionali,
una ricca convegnistica di qualità e un
maggiore intervento dell’editoria d’arte
specializzata, che rende sempre più stretta
la connessione tra produzione e mercato
dell’arte, dando meritato rilievo al lavoro
del gallerista privato, che spesso resta attore occulto nel processo organizzativo d’importanti eventi culturali.
Caratterizzatasi sin dagli esordi per elevati
standard qualitativi, ArteFiera ha coinvolto
nel corso del tempo i maggiori galleristi occidentali, come Leo Castelli e Ileana Sonnabend e i protagonisti artistici delle correnti più avanzate come la Pop Art, l’Arte
Povera, l’Arte Concettuale e Oggettuale, la
Transavanguardia, la Minimal Art, la nuova figurazione sino alle nuove ricerche fotografiche e multimediali. Il salone fieristico, dal 1978, ha puntato molto anche sulle novità espresse dall’arte giovanile, promossa in apposite sezioni e con una serie di
mostre come Under 35.
Al passo con la continua trasformazione
dei tempi e delle espressioni culturali, Arte
Fiera, dal 1999, ha dedicato appositi spazi
alla scultura e alle installazioni ambientali
con l’intento di rendere esplicito lo sviluppo delle nuove ricerche sulla scultura e
quanto esse abbiano contribuito alla mutazione del suo concetto originario in nuove
interpretazioni.
Dal 2005, sotto la guida di Silvia Evangelisti, è previsto un significativo cambiamento: la globalizzazione che si riflette anche
nel sistema dell’arte impone ampliamenti
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Provincia di Bologna
ulteriori verso scenari planetari: saranno
quindi presenti gallerie da tutto il mondo,
una maggior offerta e cognizione delle ricerche artistiche più attuali che aprono a
prospettive future, tenendo conto delle radici della contemporaneità storica, che
continuerà a essere presente senza più separazioni, nel giusto continuum necessario alla lettura complessiva del Novecento con il
nuovo in perenne trasformazione; è l’occasione per una grande mostra retrospettiva
sull’arte del Novecento e i suoi sviluppi e
innovazioni nel nuovo secolo, che mira a
coinvolgere la larga platea che forma il sistema dell’arte contemporanea, unitamente al mondo finanziario e imprenditoriale
sempre più coinvolto nel collezionismo e
nella gestione dei beni culturali. Tale mainstream avrà occasione di dibattere in appositi spazi nei nuovi padiglioni di ArteFiera
Artfirst: sono previsti una serie d’incontri
con scrittori, critici, artisti e responsabili di
musei che si confronteranno, insieme al
pubblico, sulla complessa situazione attuale del sistema dell’arte; nonché avrà seguito
il processo d’approfondimento, iniziato nel
2004, nei confronti delle evoluzioni artistiche dell’Est europeo.
Cadriano
IDEE IN FABBRICA S U S E
titolarità: Sabatini S.p.A
via B. Buozzi 25
40057 Cadriano (BO)
tel. 051/6020111; fax 051/756038
[email protected]
www.grupposabatini.com
Aperto in occasione di mostre temporanee,
tutti i giorni dalle 9.00 alle 18.00;
o su prenotazione
Inaugurata nel gennaio 2003, Idee in fabbrica si connota come “mostra permanente
dedicata alla creatività”, ideata e fortemente voluta dal proprietario della Sabatini
S.p.A, Claudio Sabatini, e progettata da
Laura Villani. Si tratta della riqualificazione
ergonomica della fabbrica del Gruppo Sabatini che, nell’ambito di tale disegno, ha
trovato modo di rendere fruibili, ai suoi dipendenti ed al pubblico, le testimonianze
artistiche e creative entrate a far parte della
collezione Sabatini attraverso numerose rassegne del Futur Show. Opere d’arte, di design, di comunicazione e di fotografia sono
diventate arredo integrato di uffici, sale riunioni, scale, ascensori, bagni, cucina, centralino, biblioteca, palestra, lavanderia, area
per la preghiera e capannoni in un continuum spazio d’autore atto alla felice osmosi tra pensiero ideativo ed effettiva operatività, nonché all’ottimale integrazione psicofisica tra comunità lavorativa e territorio
che la ospita. All’interno della fabbrica vi
sono opere di Massimiliano Fuksas, Fabrizio Plessi, Mario Bellini, Laura Villani,
Alessandro Mendini, Ettore Sottsass, Dieter, Michael Christian Sieger, Achille Castiglioni, David La Chapelle, Claudio Porcarelli, Guido Harari, Shigeru Ban, Sonia
Vukievic, Emilio Ambasz, Ottmar Kiefer,
Enrica Borghi e Inge Feltrinelli.
I padiglioni della fabbrica ospitano le mostre
temporanee, incontri ed eventi culturali organizzati dal Gruppo Sabatini, in sinergia
con qualificate professionalità del mondo artistico: sinora sono state organizzate le esposizioni Bologna, le radici del futuro; L’arte è
servita: Suggestioni, immagini e installazioni,
alla ricerca dell’arte nei giacimenti golosi e Svestiti usciamo.
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Provincia di Bologna
Castel San Pietro Terme
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA S E
titolarità: Comune di Castel San Pietro
via Matteotti 79
40024 Castel San Pietro Terme (BO)
tel. 051/6954154-940320
[email protected]
www.comune.castelsanpietroterme.bo.it
Aperta i giorni feriali dalle 16.00 alle 19.00
e i festivi dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00
alle 19.00. Aperta per le scuole il lunedì mattina
Nata come Saletta comunale d’esposizione, la Galleria d’arte contemporanea di
Castel San Pietro si trova nel cuore del
centro del Comune e la sua attività, cogestita dall’Assessorato Cultura e dall’Associazione Culturale Pneuma, si è dimostrata, nel corso del tempo, dinamica, efficace e orientata a valorizzare e promuovere
l’arte contemporanea del territorio regionale, con alcuni approfondimenti sulle
emergenze nazionali, in un intenso confronto e dialogo tra esponenti di diverse
correnti artistiche. La Rassegna di giovani
artisti presentati da giovani critici, già
giunta alla sua XVI edizione, è stata trampolino di lancio per autori che da quell’esordio si sono poi affermati, mentre il ciclo di mostre Critica in opera, giunto alla
XXXI edizione con la curatela di Gino
Gianuizzi che da quest’anno ha raccolto
l’eredità di Mauro Manara, pone a confronto la giovane arte contemporanea territoriale con quella europea, privilegiando
i linguaggi visuali più attuali come quelli
multimediali.
È, inoltre, assai significativa la serie di monografiche annuali, iniziata nel 2001 con
l’organizzazione di Carola Pandolfo e la
curatela di Bruno D’Amore, L’artista al lavoro: Mostre dedicate a grandi artisti del
panorama dell’arte contemporanea italiana, che ha visto esporre Pirro Cuniberti,
Elio Marchigiani, Concetto Pozzati, Giovanni Mundula, Graziano Pompili, Walter
Valentini, Giuliano Giuman, Fernando De
Filippi, Umberto Mariani, Gabriella Benedini, Omar Galliani, Ugo La Pietra, Lucio
Del Pezzo, Giovanni Campus, Lucia Pescador e Mario Nanni. Inoltre si ricorda
che trovano sede anche negli spazi della
Galleria Il Fienile (cfr. scheda successiva)
le rassegne di Critica in opera, nonché le
mostre A rebours, Cosa vedono le mie fosche
pupille e la retrospettiva dedicata a Lucio
Del Pezzo.
Castel San Pietro Terme
IL FIENILE S E
titolarità: Comune di Castel San Pietro
via Manzoni 18
40024 Castel San Pietro Terme (BO)
tel. 051/940320
[email protected]
www.comune.castelsanpietroterme.bo.it
Spazio gestito dall’Associazione Culturale
Pneuma e utilizzato per mostre d’arte contemporanea dell’attualità, in sinergia con la
Galleria d’Arte Contemporanea (cfr. scheda
precedente), ha attuato una programmazione dedicata alla promozione dei linguaggi
espressivi dei giovani artisti. Si ricordano le
iniziative Mentre le cose stanno succedendo;
Da dove; Mostra d’Emergenza; Non stop 1 &
2; Facing nature e Il corpo nell’arte; nonché le
mostre monografiche dedicate a Marco Ara,
Maurizio Rossi, Pino Mascia, Davide Bassi e
Maria Grazia Avoni.
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Provincia di Bologna
Crespellano
PALAZZO STELLA S E P A
titolarità: Associazione Palazzo Stella
via Cassola 14
40056 Crespellano (BO)
tel. 051/6722231
[email protected]
www.palazzostella.org
Palazzo Stella è un antico edificio sito all’interno di un ampio podere ed è contornato da
un parco di tipo romantico, ricco di piante
secolari. Le prime notizie storiche risalgono a
metà del XVII secolo, all’allora proprietario
Giuseppe Stella; in seguito il palazzo veniva
ristrutturato e decorato nella prima metà del
XIX secolo. Dal 1993 appartiene all’attuale
proprietria, Anna Maria Barbiroli, che l’ha
riattato nuovamente e destinato ad uso promozionale di attività culturali musicali ed artistiche, in particolare riferite alla valorizzazione della creatività dei giovani artisti, che
trovano nelle rassegne di Palazzo Stella un’ottimale occasione per esporre il proprio lavoro. A questo proposito è stato istituito il Premio Stella, un concorso annuale riservato ai
talenti delle Accademie di Belle Arti d’Italia
che si confrontano, ogni volta, con gli artisti
dell’Accademia di Bologna (cfr. pp. 109111). Il premio, coordinato da Silvia Evangelisti a capo di una commissione di esperti, è
giunto alla sua terza edizione con l’esplorazione delle nuove espressioni nei campi della
scultura, della pittura e della fotografia. Questa esperienza ha lasciato segno anche nel parco del Palazzo dove sono dislocate le sculture
e le installazioni dei giovani artisti Nicola
Evangelisti, Nicola Frignani, Sara Maccarinelli, Matteo Norzi e Ilario Isola.
L’esordio espositivo di Palazzo Stella è stato con la mostra I sembianti della scultura
per poi proseguire con Polis urban [e]motion, realizzata a Bologna nella ex chiesa
di San Mattia (cfr. p. 108), Essenza: Opere di Pizzi e Massimo Zani; l’attività del
centro culturale è, inoltre, proiettata sull’organizzazione di eventi musicali e cicli
di conferenze come le Conversazioni sui
giardini d’arte.
Dozza Imolese
PINACOTECA DEL MURO DIPINTO –
GALLERIA D’ARTE MODERNA M S U
titolarità: Comune di Dozza Imolese
Rocca Malvezzi Campeggi
via XX Settembre 37
40060 Dozza Imolese (BO)
tel. 0542/678116-678351-678382
[email protected]
http://www.comune.dozza.bo.it
www.murodipinto.it
Aperta da martedì a sabato dalle 10.00
alle 12.00 e dalle 14.00 alle 17.00; la domenica
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.00 alle 18.00.
Chiusa il lunedì tranne i festivi
Situata nel medievale comune di Dozza, la
cinquecentesca Rocca è stata prima dimora
di Caterina Sforza e in seguito della famiglia Malvezzi Campeggi, da cui l’Amministrazione cittadina l’ha acquistata nel 1960.
Dopo un adeguato restauro dell’edificio e
l’istituzione della rassegna d’arte all’aperto
Muro dipinto, nel 1962 è stata aperta al
pubblico la Pinacoteca del Muro dipinto,
Galleria d’arte moderna dove sono conservati più di 180 bozzetti delle opere che tanti artisti hanno realizzato sui muri della cittadina; nonché sono conservati alcuni dipinti murari strappati perché considerati
ad alto rischio di danneggiamento, eseguiti
118
Provincia di Bologna
da Riccardo Licata, Bruno Saetti, Roberto
Sebastian Matta e Domenico Purificato, e
una donazione di 22 dipinti di Norma Mascellani.
La rassegna Muro Dipinto è nata nel 1960
come estemporanea annuale di pittura, ma il
successo immediato di pubblico e critica ha
portato presto alla sua trasformazione a
Biennale d’Arte Moderna, concorso che,
dall’edizione del 1965, ha visto presenti nomi prestigiosi d’artisti e della critica, come
Mario De Micheli e Marco Valsecchi. Nel
1973 veniva abolito il concorso, con la premiazione equanime per tutti i pittori chiamati alla realizzazione di un’opera d’arte muraria della città che nel 2004 si trova a celebrare sua XIX edizione.
Dozza si pone quindi come un grande museo all’aperto in sito urbano che conserva
sui muri delle sue case opere di artisti di diverse correnti poetiche, anche se con una
netta prevalenza del linguaggio figurativo, e
varie generazioni di artisti tra cui si ricordano Luca Alinari, Gianni Arde, Nevio Bedeschi, Simon Benetton, Aldo Borgonzoni,
Remo Brindisi, Luca Caccioni, Maurizio
Cacioli, Walter Cascio, Carlo Cattaneo,
Bruno Ceccobelli, Guido Chiti, Emilio
Contini, Giuseppe De Gregorio, Ubaldo
Della Volpe, Bruno Donzelli, Sergio Frabboni, Alfonso Frasnedi, Giuseppe Gagliardi, Tonino Gottarelli, Nello Leonardi, Piero Lenzini, Riccardo Licata, Dante Maffei,
Elvio Marchionni, Norma Mascellani,
Franco Messina, Concetto Pozzati, Giuliano Pini, Tano Pisano, Walter Piacesi, Berto
Ravotti, Aligi Sassu, Paolo Scarpa, Luca
Serra, Orio Silvani, Alberto Sughi, Roberto
Sebastian Matta, Bruno Saetti, Nani Tedeschi, Giuseppe Zigaina e Tono Zancanaro.
Grizzana Morandi
CENTRO DOCUMENTAZIONE GIORGIO
MORANDI C M
titolarità: Comune di Grizzana Morandi
loc. Campiaro 112
40030 Grizzana Morandi (BO)
tel. 051/6730017-6730007; fax 051/913014
[email protected]
www.comune.grizzanamorandi.bo.it
Apertura su prenotazione
Il Centro di Documentazione Giorgio Morandi è composto da tre strutture: la casamuseo “G. Morandi”, la donazione Mascellani e la biblioteca. Esso si trova ubicato nella casa frequentata nei mesi estivi dal pittore
Giorgio Morandi (1890-1964), donata al
Comune di Grizzana dalla sorella Maria Teresa a condizione della sua integrità totale e
fruibilità al pubblico (cfr. anche Museo Morandi, p….). Si tratta, quindi, della casa museo dell’artista, la cui biblioteca risulta illuminante per la comprensione della sua formazione e del suo operato, così come lo studio laboratorio con gli oggetti da cui traeva
ispirazione per i suoi quadri, vasi, bottiglie,
caraffe, e i suoi strumenti di lavoro; da qui la
veduta verso il paesaggio che spesso ha ispirato l’artista, come i fienili di Campiaro, casa Veggetti e Villa Tonelli.
Attualmente la casa è diventata la sede della Biblioteca Comunale di Grizzana, cui è
annessa una sala mostre e la Donazione
Norma Mascellani, composta da 22 oli e
quattro acqueforti dell’artista bolognese, allieva di Morandi.
Nel 2004, in occasione del quarantesimo
della scomparsa dell’artista, il Centro di
Documentazione Giorgio Morandi, presieduto da Marilena Pasquali, ha proposto al-
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Provincia di Bologna
cune iniziative in memoria del pittore come
la struttura multimediale che costituisce Il
Grande Libro Morandiano attraverso un
percorso interattivo con la vita dell’artista, i
luoghi appenninici da lui vissuti e l’attività
del Centro; e tre giornate di studio in cui è
stato presentato il volume di Marilena Pasquali, Un grande artista bolognese, il suo
ambiente, il suo paesaggio.
Imola
PINACOTECA CIVICA – RACCOLTA D’ARTE
MODERNA M S E
titolarità: Comune di Imola
via Sacchi 4
40026 Imola (BO)
tel. 0542/602609; fax 0542/602608
[email protected]
www.comune.imola.bo.it/museicomunali
Aperta il sabato e la domenica dalle 9.30
alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.
Gli altri giorni su prenotazione
La Raccolta d’arte contemporanea della Pinacoteca di Imola ha sede in un braccio interno del medievale ex complesso conventuale di San Domenico dove sono raccolti,
dal 1988, i manufatti artistici dell’antichità e
dell’età moderna che fanno parte del patrimonio artistico del Comune di Imola. La
nascita del museo risale circa a duecento anni addietro, ma la sua apertura ufficiale al
pubblico è del 1938, con l’ordinamento dei
materiali deciso da Luisa Becherucci nell’ex
convento di San Francesco.
L’ex convento domenicano, invece, sede dei
frati dell’ordine sino al 1797 e poi caserma
militare dei francesi, è stato più volte riattato nel corso dei secoli e il suo restauro complessivo, che attende di essere ultimato,
ospiterà tutti i Musei Civici di Imola. Dalla
sua orgine, si sono avvicendate alla curatela
del museo diverse figure di studiosi, come
Romeo Galli, Fausto Mancini, Guido Achille Mansuelli e, l’attuale direttore, Claudia
Pedrini.
Il percorso dell’arte del Novecento e dell’attualità è strettamente collegato all’allestimento delle collezioni dell’Ottocento, dove
artisti imolesi affiancano il lavoro espresso da
realtà non solo regionali, ma anche di livello
nazionale ed europeo. Nata sulla scorta di lasciti, donazioni ed acquisti, iniziati nell’immediato dopoguerra in seguito alle mostre
organizzate a Palazzo Sersanti dagli Amici
dell’Arte, la consistenza della Galleria è stata
via via intensificata sino ad avere circa una
trentina di opere esposte in Pinacoteca, che
coprono l’arco dell’intero XX secolo sino alla poetica informale e alla Pop Art: si tratta
di lavori di Ercole Drei, Tommaso Della Volpe, Felice Casorati, Amleto Montevecchi,
Raffaele De Grada, Alberto Salietti, Virgilio
Guidi, Filippo De Pisis, Anacleto Margotti,
Mario Guido Dal Monte, Domenico Cantatore, Luciano Minguzzi, Ilario Rossi, Renato
Guttuso, Umberto Folli, Andrea Raccagni,
Germano Sartelli e Joe Tilson.
L’attività espositiva temporanea della Pinacoteca si articola tra il quadriloggiato e gli
spazi adiacenti conosciuti come Chiostri di
San Domenico e la vicina Rocca Sforzesca:
nei Chiostri sono state organizzate le mostre Nuove presenze nell’arte italiana (1970);
Intorno al Sessanta: Aspetti dell’arte italiana
dopo l’informale 1958-1964 (1988); Andrea
Raccagni: L’informale e Liberi 1945-1965
(1993); Germano Sartelli 1954-1994
(1994); Salgado: La mano dell’uomo (1996);
Eccentrica (1999); Italo Zuffi: Profilati
120
Provincia di Bologna
(1999); Sabrina Torelli: Complanari (2000);
Sabrina Mezzaqui: Pensieri in sottofondo
(2000); Tonino Gottarelli: La poesia si fa immagine (2000); nonché i Chiostri di San
Domenico sono stati una delle sedi in cui si
articolavano la serie di Officine dedicate da
Renato Barilli all’Emilia-Romagna, all’Italia
e all’America del Nord.
Imola
ROCCA SFORZESCA S E
titolarità: Comune di Imola
piazza Giovanni dalle Bande Nere
40026 Imola (BO)
tel. 0542/602609; fax 0542/602608
[email protected]
www.comune.imola.bo.it/museicomunali
Aperta il sabato dalle 9.00 alle 12.00 e dalle
15.00 alle 19.00 e la domenica dalle 15.00 alle
19.00. Aperura infrasettimanale su prenotazione
Costruita come fortilizio nel corso del XIII
secolo, la Rocca è stata poi ristrutturata e
ulteriormente fortificata dai Riario Sforza,
tra il 1472 e il 1484, per essere poi destinata ad uso carcerario tra il XVI e il XX secolo. È stata aperta al pubblico nel 1973 e
ora ospita la collezione d’armi e ceramiche
di proprietà dei Musei Civici (cfr. scheda
precedente).
Gli ambienti medievali e rinascimentali
dell’edificio sono assai appropriati per
ospitare mostre d’arte contemporanea che
creano il duplice, suggestivo effetto di rottura e continuità con l’arte del passato.
Nella Rocca Sforzeca sono state allestite le
mostre degli scultori Giuseppe Maraniello
e Richard Hess, nell’ambito della rassegna
triennale Rocche e scultori contemporanei, e le personali di Mauro Mazzali, Ivano
Vitali, Claudia Losi e Germano Sartelli;
nonché è stata spesso sede collegate di
esposizioni organizzate nei Chiostri di San
Domenico. Nel 2003 ha preso avvio il progetto di public art Area d’Azione, curato da
Roberto Daolio, Claudia Baroncini e Claudia Pedrini e meglio conosciuto con l’acronimo Ad’A, che rivitalizza e si integra negli
spazi della società imolese attraverso nuove
poetiche e tecniche diversificate quali
performance, installazioni, video, sound
work, happening e applicazioni multimediali. Tra gli altri, hanno esposto in questa
rassegna riproposta nel 2004: Paolo Bertocchi, Raniero Bittante, Andrea Melloni,
Sandrin Nicoletta, Mirko Fabbri, Marina
Fulgeri, Federico Madalozzo, Eva Marisaldi, Sabrina Muzi, Sandrine Nicoletta, Mili
Romano e Diego Zuelli, Marcello Maloberti, Sissi, Marco Samoré, Cuoghi Corsello, Marco Fantini e Alessandra Tesi.
Imola
FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO
DI IMOLA R A
titolarità: Fondazione Cassa di Risparmio di Imola
Palazzo Sersanti
piazza Matteotti 8
40026 Imola (BO)
tel. 0542/26606; fax 0542/26999
[email protected]
www.fondcrimola.it
Aperta da lunedì a domenica dalle 9.00 alle
12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Aperture speciali
su prenotazione
All’interno del rinascimentale ex Palazzo
Riario Sforza oggi Sersanti, costruito nel
1480 da Giorgio Fiorentino per volontà di
Caterina Sforza e Girolamo Riario, ha sede
121
Provincia di Bologna
nel centro di Imola la Fondazione Cassa di
Risparmio cui, nel 1975, è stata donata dallo stesso autore la Raccolta di opere d’arte di
Anacleto Margotti (1895-1984). Egli è stato
un pittore precoce, sensibile all’avanguardia artistica nel cenacolo lughese del musicista futurista Gian Battista Pratella; il pittore, prima di
compiere la scelta di una figuratività improntata alla narrazione dei temi rurali sulla scorta
della tradizione realista di François Millet e
Gustave Courbet sino ad esempi post impressionisti di matrice espressionista, compì un
viaggio di studio a Parigi che lo pose ancor più
in contatto con le ricerche d’avanguardia compiute da Pablo Picasso e da Henri Matisse; la
scelta di ispirarsi ai temi del lavoro agreste attraverso un linguaggio realista e popolare fu
quindi maturata e sentita tanto da consentirgli
un discreto successo a livello nazionale all’insegna di un’arte di tradizione pervasa da una sfumatura di novità.
La Raccolta, composta da 250 dipinti, una
terracotta e 150 disegni, è in parte dislocata
negli spazi del Palazzo, cui si alternano opere di Tommaso Della Volpe, M.G. Dal Monte e Tonino Dal Re.
Imola
SALA DELL’ANNUNZIATA S E
titolarità: Comune di Imola
via Fratelli Bandiera 17/a
Ufficio Cultura
via Emilia 88
40026 Imola (BO)
tel. 0542/602615
[email protected]
www.comune.imola.bo.it
Aperta dal martedi al venerdì, dalle 16.30 alle
19.00. Sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00
e dalle 16.00 alle 20.00. Chiusa il lunedì
Nella settecentesca, restaurata, ex chiesa dell’Annunziata si tengono mostre d’arte legate
alla contemporaneità locale o alle sperimentazioni delle nuove generazioni. Sono state allestite rassegne dove sono state esposte opere di
Luciano Poli, Paolo Bernabini, Giorgio Fersini, Vanea Parmiggiani, Achille Ghidini, Gianni Sevini e Pierluigi Predieri; nonché la collettiva Invito #1, mostra scambio tra artisti italiani e slavi, organizzata da Artenati (cfr. scheda
seguente) e i Musei Civici (cfr. pp. 119-120).
Imola
ARTENATI – ARCHIVIO GIOVANI
ARTISTI O I A
titolarità: Comune di Imola
Ufficio Progetto Giovani
piazza Gramsci 21
40026 Imola (BO)
tel. 0542/602300
[email protected]
www.comune.imola.bo.it/temi/giovani/index
Il Servizio Progetto Giovani dell’Assessorato
alla Cultura del Comune di Imola ha istituito
Artenati, archivio di documentazione on line
dei giovani artisti del circondario imolese. Si
tratta di una banca dati la cui iscrizione è riservata a chi ha un’età compresa tra i 16 e i 35
anni e desidera esprimere la propria creatività
negli ambiti mutidisciplinari dell’arte contemporanea, dalle arti visive alla grafica, dal design
alle arti performative e tecnologiche. Tale archivio consente agli operatori del settore di conoscere le realtà emergenti del territorio, mentre gli iscritti possono essere informati su iniziative e opportunità, nonché avere occasioni
promozionali ed entrare nel circuito dei Giovani Artisti Italiani e in altre reti d’arte contemporanea.
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Provincia di Bologna
Lizzano in Belvedere
SENTIERO D’ARTE P A
titolarità: Comune di Lizzano in Belvedere
piazza Marconi 6
40042 Lizzano in Belvedere (Bo)
tel. 0534/51024; fax 0534/51536
[email protected]
www.comune.lizzano.bo.it
www.valledelreno.provincia.bologna.it
museoaperto04.asp
Presso la località Pian d’Ivo, all’inizio del
sentiero denominato “Via dei Signori” che
arriva sino a Pianaccio, sono state collocate
quattro sculture, mentre altre dieci sono state installate presso la cascata di Vidiciatico.
Tra gli artisti che hanno lavorato a questo
“Sentiero d’arte” promosso dalla Provincia di
Bologna, vi sono Claudio Costa, Rinaldo
Novali e Graziano Pompili, le cui opere sono
tutte ispirate al contesto ambientale che le
ospita, con una netta preferenza nei confronti di poetiche artistiche poveriste.
Marzabotto
RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Marzabotto
piazza XX Settembre 1
40043 Marzabotto (BO)
tel. 051/6780511; fax 051/931350
[email protected]
http://www.comune.marzabotto.bo.it
Visitabile su prenotazione
Attualmente depositata nei locali della Biblioteca comunale e della residenza municipale, la raccolta comprende opere pittoriche
che commemorano l’“Eccidio di Marzabotto”, avvenuto per mano nazifascista nel 1944.
Di notevole interesse è il nucleo che si riferi-
sce alle due edizioni del Premio Marzabotto
(1960-61), con opere di esponenti di primo
piano della pittura italiana della metà del Novecento, regionale e nazionale, selezionati da
qualificate giurie di esperti. Si tratta di pittura il cui impegno sociale viene interpretato alla luce delle diverse correnti stilistiche che variano le poetiche figurative ed informali del
secondo dopoguerra; vi si trovano lavori di
Luciano Caldari, Giovanni Cappelli, Oliviero Bovi, Osvaldo Piraccini, Gaudio Serra, Italo Riciputi, Antonio Randazzo, Nello Leonardi, Germano Pessarelli, Alberto Sughi,
Dino Boschi, Attilio Forgioli, Giuseppe
Guerreschi, Luciano Leonardi, Callisto Casadio, Aldo Borgonzoni, Ilario Rossi, Franco
Pardi, Renzo Margonari, Xavier Bueno, Lorenzo Ceregato, Omero Ettorre, Umberto
Faini, Tommaso Dalla Volpe, Alberto Cavallari, Mario Novellini, Nevio Bedeschi, Valentina Berardinone, Giacomo Soffiantino, Evaristo Govoni, Severino Maccaferri, Aldo Ratti, Irene Ugolini Zoli, Gigi Valsecchi, Tullio
Vietri ed Emilio Contini. Nel corso del tempo la raccolta, composta in tutto da un centinaio di dipinti, ha acquisito opere di altri autori sempre legati al tema della Resistenza,
come Ernesto Marchiò Quarti, Dario Melloni, Salvatore Miglietta, Piero Minchieri,
Emilio Novarro, Orvieto, Arvieri, Alberto
Pellizzola, Terzo Savini, Gino Signori, Ivo
Spaggiari, Mario Topia, Gualtiero Vittori e
Tono Zancanaro.
Medicina
MUSEO CIVICO – PINACOTECA ALDO
BORGONZONI M
titolarità: Comune di Medicina
via Pillio 5
40059 Medicina (BO)
Provincia di Bologna
Rambelli, Enzo Bioli. Alcuni interpreti sono
personalità artistiche più attuali tra cui Maurizio Osti, Adriano Avanzolini e la medicinese Paola Fabbri.
Aperto la terza domenica del mese dalle 15.00
La donazione Rambaldi riguarda pitture e
alle 18.00; gli altri giorni su prenotazione, dalle
8.00 alle 14.00
sculture realizzate dallo stesso donatore, artista prevalentemente figurativo, legato alla
Il museo si compone di opere che vanno dal- sua terra, che ha interpretato nature morte,
l’antichità all’attualità e la sezione del Nove- paesaggi e ritratti concedendosi qualche
cento è costituita da lavori ricevuti in dono esperienza anche nell’arte astratta.
da artisti nativi di Medicina: la collezione Aldo Borgonzoni (1913-2004), donata in due
riprese nel 1986 e nel 1991, e la collezione Pianoro
VILLA BALDISSERA P A
Giovanni Rambaldi (1924-2002).
titolarità: Paolo e Ombretta Musiani Baldissera
La collezione Borgonzoni comprende un nu- via dei Cedri 2
trito nucleo di opere, disegni, dipinti e scul- 40065 Pianoro (BO)
ture dello stesso artista, oltre a dipinti e dise- tel. 051/221188; fax 051/235003
gni di altri autori per lo più di ambito bolo- [email protected]
gnese ed emiliano facenti parte della collezione personale del noto pittore medicinese. Aperto in occasione di eventi e su prenotazione
Borgonzoni ha sviluppato la sua ricerca artistica nell’ambito della figurazione, d’impe- Costruita da Giona Cesare Baldissera, la vilgno etico e sociale e incentrata sulle lotte so- la è circondata da un immenso parco con
ciali, all’epoca dell’antifascismo e della Resi- specie arboree diverse e una moltitudine asstenza, sulla vicenda quotidiana dei contadi- sai varia di tipi di rose; ed arricchita da un
ni, delle mondine e dei lavoratori, nonché progetto artistico realizzato quasi interamensulle istanze del Concilio Vaticano II. Realiz- te dall’artista Quinto Ghermandi, nel corso
zato con linguaggio pittorico di matrice degli anni Cinquanta e Sessanta, con scultuespressionista, il suo lavoro non è esente da re in bronzo eseguite a cera persa. Si tratta di
influenze cubiste e da successive meditazioni un chiaro esempio di mecenatismo del neo
di tipo astrattista. Nel 1948 egli realizza, collezionista Baldissera, che ha voluto dare
presso la Camera del Lavoro di Medicina, un’impronta aristica del tutto personale aluna grande pittura murale a tema sociale che l’antica villa Daolio, da lui acquistata e tranarra episodi della storia e del lavoro medici- sformata.
Partendo dall’edificio, e scendendo per il
nese del Novecento.
Oltre a numerosi dipinti dell’artista, fanno sentiero del parco, sono disseminate più di
parte della collezione sculture di Umberto 50 sculture informali di Quinto GhermanTirelli, Germano Sartelli, Francesco Brunet- di, eseguite tra il 1954 e il 1963, animali in
ti, Carlo Santachiara; nonché altri lavori di continua trasformazione visiva che accomMario Schifano, Renzo Grazzini, Amilcare pagnano alle tre stanze, adibite in passato a
tel. 051/6970356-6979244; fax 051/6979222
[email protected]
www.comune.medicina.bo.it/cultura.htm
123
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Provincia di Bologna
ghiacciaie deputate alla conservazione dei
cibi, simbolicamente dedicate all’agiografia
del profeta Giona, alle sue parabole e ad altri passi biblici, in cui Giona Baldissera s’identificava: la prima racchiude opere dello
scultore bolognese e due pannelli ceramici,
raffiguranti gli avidi e i prodighi, di Pirro
Cuniberti; la seconda, al centro, è dedicata
alla traduzione visiva delle vicende del profeta tratte dall’Antico Testamento. Una cancellata in bronzo, realizzata da Ghermandi
nel 1958, descrive l’essenza della storia di
Giona, che ricevette da Dio l’incarico di
convertire i pagani, ma spaventato invertì la
rotta della sua nave fino a confessare la sua
colpa ed essere buttato in mare dai suoi marinai. All’interno della stanza, dove il proprietario conservava il vino, è adagiata in
una nicchia la statua di Giona, raffigurato
classicamente da Alfonso Bortolotti con l’attributo del pesce e un medaglione con il memento “Dio ti protegge”, mentre decorano
le pareti piccole sculture dello stesso artista
che simboleggiano i 12 segni zodiacali unitamente alle figure mitologiche di Bacco, Sileno e Adone. La terza stanza, architettonicamente concava come la precedente, è decorata alle pareti da un grande naufragio ad
affresco di Luciano De Vita, con un continuum pittorico informale che, nell’impaginazione, rimanda alle Ninfee di Claude Monet del Jeu de Pomme a Parigi, e circonda
un’altra opera in bronzo di Ghermandi, eletta a emblema della scultura e della materia
che emerge dal caos quale nucleo primigenio. Le tre stanze vengono così a configurarsi quali moderne grotte, in una sorta di continuità che richiama il gusto in voga nel
XVIII secolo, ma nato alla fine del Cinquecento, che prevedeva l’integrazione di opere
d’arte scultoree in sintonia con l’ambiente,
sofisticate fontane e grotte quali allegorie di
complessi e ampi progetti culturali.
Si arriva poi a una grande vasca in cemento
e bronzo di proporzioni grandiose, con grande invaso, disseminata all’interno da sculture
del Ghermandi e sul perimetro da 72 suoi
vasi; nonché sormontata dal significativo
gruppo che ritrae la figlia di Baldissera, Lia,
con i nipoti Ombretta e Paolo, attuali proprietari della tenuta, realizzati da Ghermandi in stile figurativo monumentale, mentre a
lato animali fantastici ad opera di G. Bagnoli riprendono, con maniera, lo stile dello
scultore informale. Completano il parco artistico un’altra piccola fontana con un fauno
e numerose altre sculture di Ghermandi, che
ricorda nella sua biografia come l’incontro
con questo mecenate abbia cambiato la sua
carriera artistica, nonché un piccolo nudo di
Marcello Mascherini.
Pieve di Cento
PINACOTECA CIVICA – COLLEZIONI
COMUNALI DEL NOVECENTO M
titolarità: Comune di Pieve di Cento
piazza Andrea Costa 10
40066 Pieve di Cento (BO)
tel. 051/975031-6862621; fax 051/975533
[email protected]
www.pieve.provincia.bo.it/home/itinerario/
pinacoteca.htm
Aperta il sabato e la domenica dalle 10.00 alle
12.00 e dalle 15.30 alle 18.30
La Pinacoteca civica ha sede in un palazzo
del XVIII secolo che ospita anche altri istituti e servizi culturali del Comune, come la Biblioteca, l’Archivio Storico e l’antica Biblioteca del Collegio degli Scolopi, tutti accor-
125
Provincia di Bologna
pati all’interno del Centro Culturale Vladimiro Ramponi.
La Pinacoteca, istituita nel 1980, è articolata
in due sezioni d’arte, antica e del Novecento,
le cui collezioni sono cresciute in maniera
marcata grazie all’attività espositiva, a donazioni, acquisti e prestiti da enti pubblici e
privati.
Le Collezioni comunali del Novecento sono
organizzate, dal 1989, in un’ala del museo
che consente la loro valorizzazione ottimale
attraverso il percorso didattico che pone in
luce il loro sviluppo attraverso l’acquisizione
delle sculture del pievese Antonio Alberghini, della donazione Giorgio Anderloni di
opere di Alberto Martini, le donazioni degli
artisti Mascellani, Sepo e Cuniberti, e i diversi lavori prestati da Giulio Bargellini. L’ala del Novecento è, quindi, articolata per nuclei collezionistici, che offrono un interessante spaccato della cultura artistica italiana
e padana, storica e presente, con più di 200
lavori, tra pitture, sculture e disegni, di Antonio Alberghini, Alberto Martini, Pietro
Annigoni, Ugo Attardi, Giuseppe Guerreschi, Carlo Levi, Giò Pomodoro, Mauro
Reggiani, Sergio Vacchi, Tono Zancanaro,
Cesare Zavattini, Pirro Cuniberti, Severo
Pozzati (Sepo), Mario Giovanetti, Luigi Veronesi, Maria Grazia Bertacci, Adriano Boni,
Franco Bruzzone, Piero Copertini, Teresa
Curtarello, Norma Mascellani, Mauro Mazzali, Graziano Pompili, Ilario Rossi, Teresa
Sorgente, Guglielmo Vecchietti Masacci e
Bruno Vidoni. Ad essi si affianca un corpus
di cinque opere di artisti catalani: Albert
Barreda, Albert Prats, Carles Vergés.
L’attività della Pinacoteca di Cento, relativamente all’arte contemporanea, è stata dinamica e di qualità: si ricordano le mostre di
Sepo, Pirro Cuniberti, Luigi Veronesi e Mario Giovanetti, nonché la serie di mostre
Informazione 1960-1980, a cura di Renato
Barilli.
Pieve di Cento
MUSEO D’ARTE DELLE GENERAZIONI
ITALIANE DEL ’900 “G. BARGELLINI”
titolarità: Giulio Bargellini
via Rusticana 1/A
40066 Pieve di Cento (BO)
tel. 051/6861545; fax 051/6860364
[email protected]
www.museobargellini.com
Aperto dal martedì alla domenica, dalle 10.00
alle 18.00. Chiuso il lunedì
Dedicato esclusivamente all’arte del Novecento e attuale, il Museo d’Arte delle generazioni
italiane del ’900 è nato per volontà del collezionista pievese Giulio Bargellini, in sinergia
con l’Amministrazione comunale di Pieve, e
con la collaborazione dell’editore Edoardo
Brandani e del critico Giorgio Di Genova, attuale Direttore artistico del museo. Inaugurato
nel 1999, il museo trova sede nell’ex Silo per
lo stoccaggio del grano, edificio industriale del
1933, appositamente ristrutturato dall’architetto Giuseppe Davanzo. Si tratta di un museo privato riconosciuto, che si è sviluppato
grazie al collezionismo dell’imprenditore
Bargellini, che ha desiderato rendere fruibile
e efficace il suo patrimonio artistico del Novecento attraverso questo istituto e la sua attività. Impostato da Giorgio Di Genova, l’allestimento musivo segue i criteri generazionali per classificare gli artisti presenti in collezione e contestualizzarli all’interno delle
poetiche e delle correnti stilistiche che for-
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Provincia di Bologna
mano la complessità della storia dell’arte del
Novecento; tale patrimonio artistico, esposto
a rotazione in diverse sale, è assai cospicuo,
ma non sempre all’altezza qualitativa raggiunta dalla maturità degli autori.
La sala dei maestri storici, dedicata alle avanguardie e al Novecento, è allestita con dipinti, sculture e disegni di Antonio Alberghini,
Antonio Ambrogio Alciati, Giacomo Balla,
Aroldo Bonzagni, Umberto Boccioni, Massimo Campigli, Francesco Cangiullo, Carlo
Carrà, Ambrogio Casati, Felice Casorati,
Carlo Corsi, Gerardo Dottori, Giorgio de
Chirico, Raffaele De Grada, Angelo Del
Bon, Fortunato Depero, Ercole Drei, Gennaro Favai, Maria Ferrero Gussago, Garzia
Fioresi, Riccardo Francalancia, Antonio Luigi Gajoni, Virgilio Guidi, Savino Labò, Antonio Ligabue, Mino Maccari, Alberto Magnelli, Giannetto Malmerendi, Fernando
Mariotti, Alberto Martini, Arturo Martini,
Galliano Mazzon, Francesco Menzio, Amedeo Modigliani, Emilio Notte, Fausto Pirandello, Enrico Prampolini, Alfredo Protti,
Ruggero Alfredo Michahelles, Mauro Reggiani, Luigi Russolo, Alberto Savinio, Sepo,
Gino Severini, Mario Sironi, Atanasio Soldati, Tato, Cleto Tomba, Mario Tozzi; e lavori
di Orazio Amato, Gabriele Mucchi, Ennio
Pozzi, Enzo Pregno, Ottone Rosai e Gino
Rossi, provenienti dalla collezione di mini
quadri di Cesare Zavattini. La sala della generazione di artisti nati nel primo decennio
del secolo scorso è allestita con opere di Attilio Alfieri, Carlo Belli, Enzo Benedetto, Lino Bianchi Barriviera, Renato Birolli, Bruno
Calvani, Giuseppe Capogrossi, Alberto
Chiancone, Primo Conti, Antonio Corpora,
Alfredo Bovio Di Giovanni, Alfredo Furiga,
Franco Gentilini, Giovanni Korompay, Car-
lo Levi, Mario Mafai, Giacomo Manzù,
Norma Mascellani, Marcello Mascherini,
Fausto Melotti, Francesco Messina, Luigi
Montanarini, Rosario Murabito, Anton Zoran Music, Enzo Nenci, Goliardo Padova,
Ideo Pantaleoni, Enrico Paulucci, Osvaldo
Peruzzi, Bruno Saetti, Masi Simonetti, Siro,
Dario Treves, Amedeo Trivisonno, Gianfilippo Usellini, Carlo Verdecchia, Renato Vernizzi, Luigi Veronesi, Alberto Viani, Nino
Za, Tono Zancanaro, Cesare Zavattini; dalla
collezione di quest’ultimo in questa sezione
vi sono miniquadri di Enrico Allimandi,
Raffaele Castello, Katy Castellucci, Pietro
Ghizzardi, Achille Incerti, Giacomo Manzù,
Marino Marini, Pino Ponti e Bruno Rovesti.
La sala della generazione degli anni Dieci
comprende opere di Afro, Edoardo Alfieri,
Alberto Bardi, Renato Barisani, Toni Benetton, Renzo Biasion, Andrea Bizanzio, Aldo
Borgonzoni, Mario Balocco, Alberto Burri,
Corrado Cagli, Mario Carletti, Sebastiano
Carta, Dario Cecchi, Fabrizio Clerici, Michelangelo Conte, Mino Delle Site, Pericle
Fazzini, Alfredo Libero Ferretti, Nino Gagliardi, Piero Gauli, Emilio Greco, Lorenzo
Guerrini, Renato Guttuso, Pompilio Mandelli, Umberto Mastroianni, Carlo Mattioli,
Luciano Minguzzi, Mirko, Sante Monachesi, Ennio Morlotti, Leone Pancaldi, Adriano
Parisot, Umberto Peschi, Carla Prina, Ilario
Rossi, Piero Sadun, Aligi Sassu, Toti Scialoja,
Antonio Scordia, Filippo Scroppo, Domenico Spinosa, Raffaele Spizzico, Vittorio Tavernari, Ugolino da Belluno, Emilio Vedova,
Venturino Venturi, Silvio Zanella; e dalla
collezione Zavattini, piccoli dipinti di Antonio Bonetti, Aldo Borgonzoni, Riccardo
Manzi, Milena Milani, Angelo Savelli, Antonio Scordia, Achille Sdruscia e Antonio Van-
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Provincia di Bologna
gelli. Le opere degli artisti nati negli anni
Venti sono di Enrico Accatino, Lorenzo
Alessandri, Gianni Ambrogio, Richard
Anthoi, Ugo Attardi, Mirella Bentivoglio,
Giovanni Benvenuti, Valentina Berardinone,
Vinicio Berti, Annibale Biglione, Cherubino
Binelli, Mario Bizzarri, Luigi Boille, Dino
Boschi, Gianni Brusamolino, Aurelio Caminati, Sara Campesan, Giovanni Campus,
Nado Canuti, Antonio Carena, Eugenio
Carmi, Rino Carrara, Eugenio Cavicchioni,
Giorgio Celiberti, Ferdinando Chevrier, Ciro Ciriacono, Pirro Cuniberti, Ugo D’Ambrosi, Antonio Del Donno, Mario De Maio,
Maria Teresa De Zorzi, Elio Di Blasio, Pasquale Di Fabio, Antonio Di Girolamo, Nino Di Salvatore, Gianni Dova, Lia Drei, Salvatore Emblema, Giuseppe Ferrari, Gianfranco Ferroni, Carlo Gajani, Augusto Garau, Gianisto Gasparini, Rocco Genovese,
Silvano Girardello, Giuseppe Guerreschi,
Nedda Guidi, Luciano Lattanzi, Carlo Leoni, Elio Marchigiani, Plinio Mesciulam,
Mattia Moreni, Anna Moro-Lin, Augusto
Murer, Magdalo Mussio, Carlo Nangeroni,
Mario Nanni, Gualtiero Nativi, Mario Padovan, Gaetano Pallozzi, Graziana Pentich,
Lamberto Pignotti, Carlo Ramous, Raimondo Rimondi, Joaquìn Roca-Rey, Giulio Ruffini, Alba Savoi, Emilio Scannavino, Paolo
Schiavocampo, Sergio Schirato, Turi Simeti,
Ugo Sterpini, Tito, Anna Torelli, Mino Trafeli, Wladimiro Tulli, Aldo Turchiaro, Livio
Orazio Valentini, Walter Valentini, Anna
Maria Vancheri, Gian Berto Vanni, Giuseppe Zunica; dalla collezione Zavattini, Giuseppe Banchieri, Saverio Barbaro, Gianni
Bertini, Walter Bianconi, Egidio Bonfante,
Carlo Caroli, Alik Cavaliere, Piero Garino,
Ezio Gribaudo e Francesco Somaini.
La generazione degli artisti nati negli anni
Trenta è rappresentata da lavori di più di 280
artisti, la cui espressione visiva oscilla tra iconicità, aniconicità e poesia visiva; con l’uso
di materiali diversi per la realizzazione di
quadri, sculture, fotografie e installazioni.
Tra i molti che documentano ampiamente la
molteplice vivacità creativa del territorio nazionale attiva dagli anni Sessanta in poi, si ricordano Vincenzo Accame, Getulio Alviani,
Paolo Baratella, Giuliano Barbanti, Marilla
Battilana, Alberto Biasi, Enzo Bioli, Agostino Bonalumi, Alessandra Bonelli, Paolo
Buggiani, Enrico Bugli, Nicola Carrino,
Claudio Cintoli, Nino Crociani, Bruno Del
Gaizo, Enrico Della Torre, Lucio Del Pezzo,
Fabio De Sanctis, Ennio Di Vincenzo, Novello Finotti, Giosetta Fioroni, Alfonso Frasnedi, Marco Gastini, Gustavo Giulietti,
Franco Lastraroli, Luciano Leonardi, Mauro
Manfredi, Renzo Margonari, Umberto Mariani, Elio, Luigi e Rosario Mazzella, Mario
Molinari, Franco Mulas, Giancarlo Ossola,
Paolo Pasotto, Luca Maria Patella, Oscar
Piattella, Giò Pomodoro, Concetto Pozzati,
Vincenzo Satta, Luigi Senesi, Franca Sonnino, Tino Stefanoni, Attilio Stefanoni, Franco Summa, Franco Vaccari, Valentino Vago,
Claudio Verna, William Xerra; e dalla “Collezione 8 x 10” di Zavattini, lavori di Getulio Alviani, Rodolfo Aricò, Paolo Buggiani,
Giorgio Colombo, Luciano Fabro, Marco
Gastini, Giuseppe Landini, Sergio Lombardo, Nerone, Giuliano Poltronieri, Antonio
Recalcati, Antonio Saliola, Renzo Schirolli,
Angelo Titonel e Angelo Verga.
Nel 2003, a un anno dalla sua dipartita,
l’artista medicinese Aldo Borgonzoni ha
voluto donare al museo un corpus di 76
opere che vanno dal 1943-45 al 1995 e che
128
Provincia di Bologna
documentano mezzo secolo di sensibilità,
di matrice espressionista, verso temi sociali
e religiosi; e sempre nello stesso anno il
museo ha accolto la donazione di un altro
artista scomparso, Cesare Siviglia, che ha
lasciato numerosi dipinti murali, sculture
in ferro e ceramica che testimoniano il suo
cammino artistico intriso di radici culturali latino americane, archetipiche, antiche e
moderne, in particolare della Colombia,
sua terra d’orgine.
All’esterno del museo prosegue il percorso
espositivo nel Giardino di sculture all’aperto, ove vi sono opere di Mirko, Claudio
Capotondi, Pino Castagna, Ivo Sassi, Francesco Somaini, Felice Vatteroni, Valerio
Trubbiani, Guglielmo Vecchietti Masacci,
Augusto Perez, Agapito Miniucchi, Guido
Di Fidio, Simon Benetton, Guido Di Fidio, Franco Scepi, Valerio Trubbiani, e
Giorgio de Chirico.
L’attività dell’istituto è stata, dalla fine del
1999 ad ora, intensa e diretta alla promozione degli artisti presenti nelle collezioni
del territorio pievese e non solo, alla quale
si associa un ricco carnet d’iniziative che
comprendono presentazioni di libri e convegni; si ricordano le mostre realizzate negli appositi spazi per temporanee, come le
annuali Giornate dell’artista, Tende al mare
e Confronti da museo, mentre la cosiddetta
Sala ospiti accoglie mostre collettive e monografichedi cui si ricordano quelle dedicate ad Alberto Zamboni, Sara Bolzani, Nicola Nannini, Lorenzo D’Angiolo, Vito
Sardano, Francesco Finotti, Carlo Leoni e
Luminita Taranu, Simone Butturini, Anna
Boschi, Denis Riva, Guido Sammarchi,
Salvatore Sebaste, Vando Fontanesi e Alberto Martini.
Pontecchio Marconi
PREMIO GUGLIELMO MARCONI m p
titolarità: Fondazione Guglielmo Marconi – Circolo
Artistico – Università degli Studi di Bologna
Museo Marconi
Villa Griffone
via Celestini 1
40044 Pontecchio Marconi (BO)
tel. 051/846121; fax 051/846951
[email protected]
www.fgm.it
Il Premio internazionale di pittura, scultura ed
arte elettronica Guglielmo Marconi è stato istituito nel 1988 dalla Fondazione Marconi, congiuntamente al Circolo Artistico di Bologna e
all’Università degli Studi bolognese; esso, in
memoria del grande scienziato, è rivolto ad artisti che operano nella comunicazione e all’insegna del binomio arte e scienza. Nato sotto la
guida intellettuale di Giulio Carlo Argan, il
Premio è sempre stato sotto la responsabilità
scientifica di Claudio Cerritelli e l’organizzazione di Bartolomeo di Gioia che hanno fatto
annualmente coincidere la premiazione a un
convegno dedicato alle complessità del rapporto tra arte e scienza, nell’ambito della Giornata
Marconiana; e l’hanno unito a diverse mostre
che documentano l’attività degli artisti partecipanti al bando, dislocate tra spazi istituzionali e
privati della città.
Nel 1988 la rassegna inaugurò con una mostra
antologica dedicata al premiato Max Bill tenutasi presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna (cfr. pp. 96-99), preceduta dal convegno
Arte come scienza; la seconda edizione vide il
convegno centrato su Il segno, la luce tra arte e
tecnologia mentre la mostra, sempre alla GAM,
si sviluppava sulle forme artistiche realizzate attraverso l’utilizzo delle nuove tecnologie come
il fax, Artefax, e il premio veniva consegnato a
129
Provincia di Bologna
Bruno Munari, protagonista poi della rassegna
espositiva l’anno successivo; nel 1993 il premio
era assegnato a Lucio Saffaro. Nel 1994 era insignito del premio Concetto Pozzati, cui veniva
affiancata la mostra Arte e comunicazione con
opere di Gillo Dorfles, Pirro Cuniberti, Giovanni Pintori e Walter Cascio; mentre nel 1995
il testimone passava allo stesso Cuniberti. L’anno successivo fu l’occasione per una prima riflessione sull’iniziativa nel suo complesso e
un’occasione per commemorare la personalità
critica di Giulio Carlo Argan, da poco scomparso; il premio lo vinse l’artista collezionista
Francesco Martani. Si susseguirono poi, sino
ad oggi, premi a Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Emilo Tadini, Mirta Carroli, Giò Pomodoro, Mario Nanni, Nanni Menetti, Nino Migliori, Elio Nanni, Nicola Evangelisti, Pompilio Mandelli, Gillo Dorfles, Raimondo Rimondi, Marco Cardini, Leonello Tarabella,
Pietro Cascella, Salvatore Scarpitta, Giorgio
Bariani, Bruno Raspanti, Luciano Giaccari e
Eugenio Carmi, a cui si è sempre affiancata
un’aggiornata consequenziale riflessione critica
sul tema “arte, scienza e idea di comunicazione” a cui hanno partecipato diversi intellettuali, tra cui Andrea Emiliani, Filiberto Menna,
Achille Bonito Oliva, Renato Barilli, Flavio
Caroli, Enrico Crispolti, Giorgio Celli, Luciano Caramel, Adriano Bacilieri, Bruno Bandini,
Tommaso Trini, Carlo Pirovano, Pietro Bellasi,
Vittoria Coen e Luciano Nanni.
San Giovanni in Persiceto
EX CHIESA DI SANT’APOLLINARE S E
titolarità: Comune di San Giovanni in Persiceto
via Sant’Apollinare 4
40017 San Giovanni in Persiceto (BO)
Ufficio Cultura
tel. 051/6812951
[email protected]
www.comunepersiceto.it
Aperta in occasione di mostre, dal giovedì al
sabato, dalle 17.00 alle 20.00; domenica e festivi,
dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 20.00
Antica chiesa medievale, le prime notizie della sua esistenza risalgono al 1214, Sant’Apollinare è stata modificata tra il XIV ed il XV
secolo e più volte restaurata, nel corso del
tempo, a causa dei numerosi saccheggi e calamità di cui è stata oggetto. Sconsacrata, essa è
divenuta suggestiva sede espositiva del Comune, che affianca la Sala esposizioni di Palazzo San Salvatore, ove si allestiscono mostre temporanee anche d’arte contemporanea. Sant’Apollinare ha ospitato le personali
di Daniele Sartori e dell’eclettico medico,
collezionista e artista bolognese Francesco
Martani, proprietario di Cà La Ghironda
(cfr. pp. 130-131) e la collettiva Immagini
della pittura italiana fra gli anni Venti e Sessanta, entrambe curate da Claudio Cerritelli.
Nella cittadina emiliana si tiene la manifestazione Arte e città, giunta alla sua IX edizione, che vede interagire in sinergia spazi
espositivi e siti urbani pubblici con mostre e
confererenze sul tema dell’arte del Novecento e dell’attualità.
San Pietro in Casale
CASA FRABBONI M S E
titolarità: Comune di San Pietro in Casale
via Matteotti 137
40018 San Pietro in Casale
tel. 051/6669511; fax 051/817984
www.comune.san-pietro-in-casale.bo.it
Aperta martedì dalle 10.00 alle 13.00; sabato
dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00;
domenica dalle 10.00 alle 13.00
130
Provincia di Bologna
Casa Frabboni, inaugurata a dicembre del
2003, è la nuova sede museale ed espositiva
di San Pietro in Casale; si tratta della casa restaurata, parte di un ex barchessa, in cui ha
abitato e lavorato per lungo tempo il pittore
Natale Guido Frabboni (1926-1994), che ha
donato al Comune la sua dimora, le sue opere, circa 200, le sue collezioni di maioliche e
icone; tale patrimonio sarà parte integrante
del futuro Museo della città e del Parco Culturale in corso di realizzazione, ideato da
Graziano Campanini e realizzato da Pier
Luigi Cervellati, per volontà del sindaco
Giuliano Barigazzi, con la finalità di valorizzare la cultura e la storia di San Pietro, così
presente nei quadri dell’artista.
Il museo ha inaugurato la sua attività con un’esposizione di lavori dello stesso donatore, affiancata da un convegno a carattere monografico, dove sono stati messi in rilievo gli intenti
ideologici e poetici dell’autore – facente parte
del gruppo programmatico Immagini Alternative, composto da Carlo Amadori, Guido Mariani, Ugo Sergi e Franco Solmi – volto per
lungo tempo alla narrazione figurata della vita
umana, colta nella sua alienazione e solitudine,
simbolicamente espressa dagli oggetti attraverso la coniugazione di stilemi di “nuova figurazione” e della Pop Art, sottesi da valenze d’impegno politico, che ricordano da vicino l’espressione di Valerio Adami e Concetto Pozzati, per poi piegare verso una distillazione, sintetica e silenziosa, di architetture e riferimenti
d’archeologia classica.
L’attività di Casa Frabboni è proseguita con
una mostra dedicata a un altro artista nativo di San Pietro, il pittore e scultore post
informale e post surrealista Raimondo Rimondi, e con una rassegna di incisioni di
Maurizio Boiani.
Zola Predosa
FONDAZIONE “CÀ LA GHIRONDA” M
P A
S E
titolarità: Fondazione “Cà La Ghironda”
via Leonardo da Vinci 19
40069 Ponte Ronca di Zola Predosa (BO)
tel. 051/757419; fax 051/6160119
[email protected]
www.ghironda.it
Aperta il sabato e la domenica, dalle 10.00 alle
12.00 e dalle 15.00 alle 18.00; negli altri giorni
su prenotazione. Chiusa il lunedì
Cà la Ghironda è nata per volontà del collezionista ed artista Francesco Martani che ha
desiderato primariamente coniugare l’equilibrio naturale del podere con quello artistico
della scultura all’aperto, dislocata sulle pendici del parco di Ponte Ronca, con l’esposizione della sua collezione di opere del Novecento e dell’attualità, che hanno trovato sede
nell’edificio che affianca la casa padronale,
realizzato su disegno di Renzo Piano.
Museo en plein air di 210 opere distribuite
nell’ordinata natura, disegnata all’italiana con
particolare attenzione alla varietà delle specie
arboree, le sculture sono di artisti attivi nella
seconda metà del Novecento, di livello sia nazionale che internazionale, con una significativa presenza di scultori della regione EmiliaRomagna. La selezione è comprensiva delle
soluzioni formali espresse dalla scultura negli
ultimi decenni: figurazione, astrazione e concettualità sono documentate con opere che
esprimono le diverse sfumature stilistiche degli autori nell’ambito dell’espressività del linguaggio visivo. La plastica italiana è rappresentata da lavori di Virgilio Guidi, Giuliano
Vangi, Luigi Mainolfi, Fausto Melotti, Giuseppe Uncini, Giacomo Manzù, Aldo Mondino, Pietro Cascella, Leonardo Santoli, Pietro
131
Provincia di Bologna
Consagra, Toni Benetton, Mario Ceroli,
Nunzio, Giò Pomodoro, Giuseppe Maraniello, Augusto Perez e Gilberto Zorio; le istanze
internazionali sono di Arman, Nag Arnoldi,
Cesar, Igor Mitoraj, Daniel Couvreur, Jacques
Basler, Josè Carlos Balanza, Pavel Bukur, Anna Chormy, Tadeus Koper, Charlotte Morman. Una particolare attenzione è stata riservata all’evoluzione dei linguaggi poetici di
matrice emiliano-romagnola, dove figurano
Mario Nanni, Sergio Zanni, Luciano Minguzzi, Carlo Zauli, Quinto Ghermandi, Ettore Colla, Angelo Biancini, Adriano Avanzolini, Luca Caccioni e Francesco Martani.
Vivace centro culturale, riconosciuto da enti
pubblici che collaborano e sostengono le sue
iniziative, la Fondazione Cà la Ghironda, nel
corso del tempo, ha ampliato la struttura
espositiva adattatandola alle esigenze del collezionismo in espansione del suo fondatore
che ha raccolto opere di artisti moderni, dal
XVI al XIX secolo, e di artisti del Novecento
e dopo; e di uno spazio dedicato ad ospitare
e promuovere mostre temporanee di artisti
non ancora raggiunti da chiara fama. Dal
1959 ad oggi, sono state acquisite da Francesco Martani centinaia di opere di pittura e
scultura tra cui figurano lavori di Francis Bacon, Giacomo Manzù, Max Bill, Massimo
Campigli, Giuseppe Capogrossi, Ettore Colla, Giorgio de Chirico, Fortunato Depero,
Giuliano Vangi, Feranandez Arman, Virgilio
Guidi, Giuseppe Uncini, Lucio Fontana,
Willem de Köoning, Graham Sutherland,
Giulio Turcato, Renato Guttuso, Toti Scialoja, Paul Jenkins, Mario Schifano, Piero Manai, Fausto Melotti, Giuseppe Maraniello,
Arnaldo Pomodoro, Umberto Mastroianni,
Giorgio Morandi, René Magritte, Pablo Picasso, Joan Mirò e Marc Chagall.
132
Provincia di Ferrara
Argenta
RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Argenta
piazza Garibaldi 1
44011 Argenta (FE)
tel. 0532/330111
[email protected]
Il Comune di Argenta è proprietario di una
raccolta d’arte del Novecento formatasi in occasione delle diverse edizioni del Premio Nazionale di Pittura Città di Argenta, una manifestazione che ha avuto continuità e successo tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo
appena passato. Attualmente la raccolta è ospitata nella residenza del municipio, dislocata
nei vari uffici, ed è composta da circa 60 opere di vari artisti, tra cui Lorenzo Ceregato, Tono Zancanaro, Remo Brindisi, Achille Incerti,
Salvatore Nocera, Carlo Crispini, Ugo Pasini,
Pino Reggiani, Emanuele Bolognesi, Aligi Sassu, Filippo Albertoni, Bruno Bandoli, Ilario
Fioravanti, Emilio Contini, Virgilio Guidi,
Rosetta Berardi, Dino Boschi, Neda Dal Bene,
Osvaldo Piraccini e Domenico Cantatore.
Bondeno
PINACOTECA CIVICA
“GALILEO CATTABRIGA” M
titolarità: Comune di Bondeno
piazza Garibaldi 9
44012 Bondeno (FE)
tel. 0532/899255; fax 0532/899258
[email protected]
www.comune.bondeno.fe.it
Aperta giovedì e venerdì dalle 15.00 alle 18.30;
sabato, domenica e festivi dalle 10.30 alle 12.30
e dalle 15.00 alle 18.30
Istituita nel 1996 e dedicata alla memoria
dell’artista figurativo bondenese scomparso
nel 1969, Galileo Cattabriga (1901-1969)
che tanto si adoperò affinché la sua città
avesse il museo d’arte, la pinacoteca è stata
realizzata nell’edificio d’archeologia industriale del XIX secolo, il Magazzino ex Tomasi, sotto la curatela di Graziano Campanini e il progetto architettonico di Alberto
Guzzon.
L’Amministrazione comunale della città possiede un patrimonio di oltre 200 opere, tra
dipinti, sculture e grafiche, che vanno da alcuni esemplari del XVI secolo all’attualità,
allogati in vari uffici e solo parzialmente
esposti nella pinacoteca; e di cui si ricordano
per la contemporaneità i lavori di Marco Pellizzola, Armando Pizzinato, Tonino Gottarelli e Gianni Guidi acquisiti anche attraverso il Premio Galileo Cattabriga, istituito nel
1985. In pinacoteca sono esposte opere del
primo e del secondo Novecento, in prevalenza d’autori di ambito padano-veneto, in particolare legati alla sfera artistica figurativa del
Cattabriga, allievo di Filippo De Pisis. Oltre
ai dipinti di Galileo Cattabriga vi sono lavori di Armando Balboni, Luisa Bemporad,
Riccardo Biavati, Remo Brindisi, Alberto
Cavallari, Otello Ceccato, Gianni Cestari,
Giovan Battista Crema, Teresa Curtatello,
Guerrino Ferraresi, Nicola Laurenti, Nevio
Nalin, Carlo Rambaldi, Edgardo Rossaro,
Tato, Gaetano Sgarbi, Giuseppe Siccardi,
Gaetano Tassi, Giancarlo Tassi, Nani Tedeschi, Antonio Torresi, Vitale Vitali e Tono
Zancanaro.
Bondeno
OASI DEI 7 POLESINI P A
titolarità: Famiglia Orpelli
località Settepolesini
44012 Bondeno (FE)
133
Provincia di Ferrara
Inaugurato nel 2002, adiacente al centro di
documentazione di storia naturale, il parco
di sculture all’aperto è ispirato a simbologie
antropologiche la cui valenza è accresciuta
dalla materia con cui è stato realizzato il primo nucleo, argilla refrattaria ferrarese, e il
contesto naturale in cui esse sono collocate,
il sito paleontologico. Con la supervisione di
Valeria Tassinari, nel parco sono esposte opere concettuali, figurative e astratte di Oscar
Accorsi, Gianni Cestari, Alcide Fontanesi,
Gianni Guidi, Marcovinicio, Marco Pellizzola, Graziano Pompili, Franco Rasma, Giovanni Scardovi, Pietro Weber, Mario Callens, Jean Claude Saudoyez.
Bondeno
ROCCA DI POSSENTE DI STELLATA S E
titolarità: Comune di Bondeno
via Argine Po
44010 Stellata di Bondeno (FE)
tel. 0532/885470-899245-899258
[email protected]
www.comune.bondeno.fe.it
Aperta da marzo a settembre nei giorni festivi
dalle 15.30 alle 18.30. In inverno aperta solo in
occasione di mostre temporanee
Edificata nel 1385 per volere di Niccolò II
d’Este, la Rocca fu concepita a difesa di uno
dei nodi strategici del territorio di confine tra
Ferrara e Mantova; nuovamente rinforzata
nel 1557 da Ercole II veniva poi riattata dal
papa Urbano VIII nel 1629, anche in seguito
al suo passaggio di proprietà allo Stato Pontificio, avvenuto nel 1598. Ricordata da Ludovico Ariosto nel XLIII canto dell’Orlando furioso, la fortezza presenta una singolare pianta a forma di stella a quattro punte, databile
al XVI secolo nel momento d’introduzione
dell’artiglieria da fuoco, e si articola in quattro piani di cui l’ultimo è una vasta terrazza
con vista sulla zona golenale polesana.
Come molti edifici antichi della regione, la
Rocca Possente di Stellata è stata adibita a sede espositiva di mostre, prevalentemente
d’arte contemporanea: vi sono state organizzate numerose monografiche di artisti come
Giovanni Scardovi, Marinella Galletti, Paola
Paganelli, Gianfranco Goberti, Gianni Guidi, Enzo Guaricci, Armando Pizzinato,
Maurizio Bonora e Sergio Zanni; ed alcune
collettive come Sogni d’oro: Quindici artisti
per Salvador Dalì; Spisani: Past present future
to celebrate thirty years of style; Ceramiche
d’arte contemporanea a Faenza: Ultimi esiti
anni Novanta e Tre installazioni: Bersezio,
Camerani, Ievolella.
Cento
GALLERIA D’ARTE MODERNA
“AROLDO BONZAGNI” M
titolarità: Comune di Cento
Palazzo del Governatore
piazza Guercino 39
44042 Cento (FE)
tel. 051/6843390-904196
[email protected]
www.comune.cento.fe.it
Aperta sabato e domenica dalle 9.30 alle 12.30 e
dalle 16.00 alle 19.00; gli altri giorni previa
prenotazione
Istituita nel 1988 e dedicata al pittore Aroldo Bonzagni (1887-1918), la galleria ha sede nel rinascimentale Palazzo del Governatore, edificato nel 1502. Essa è nata grazie
alla donazione della sorella di Bonzagni, Elva Poggi, e vanta un considerevole patrimo-
134
Provincia di Ferrara
nio artistico formato da un consistente nucleo di lavori dell’artista centese, interprete
di un espressionismo sensibile alle ricerche
europee d’inizio secolo e al primo futurismo, e di molte altre opere, pittoriche e
scultoree, di artisti italiani e locali del Novecento, prevalentemente figurativi, con qualche presenza di esponenti astrattisti, informali, spazialisti e concettuali; si ricordano le
opere di Libero Andreotti, Aldo Carpi, Leonardo Dudreville, Luigi Russolo, Adolfo
Wildt, Anselmo Bucci, Achille Funi, Guido
Marussig, Marcello Dudovich, Umberto
Lilloni, Raffaele De Grada, Leonardo Borgese, Enrico Mazzolani, Giannino Castiglioni, Francesco Wildt, Remo Taccani, Antonio Simionato, Felice Carena, Tullio Figini,
Ugo Celada da Virgilio, Filippo De Pisis,
Virginio Ciminaghi, Roberto Castagnino,
Alberto Salietti, Guido Tallone, Renato Vernizzi, Virgilio Guidi, Mario Sironi, Cesare
Monti, Michele Cascella, Guido Cinotti,
Aldo Conti, Ocri da Feltre, Giuseppe Amisani, Antonio Alberghini, Timo Bortolotti,
Cesara Mottironi, Giuseppe Montanari, Eugenio Polesello, Savinio Labò, Giuseppe
Novello, Aldo Salvadori, Floriano Bodini,
Jean Costanzo, Alessandro Nastasio, Sandro
Parmeggiani, Adraino Spilimbergo, Luciano
Minguzzi, Ferdinando Mandelli, Giuseppe
Biasi da Teulada, Siro Penagini, Orfeo Tamburi, Pompeo Borra, Giuseppe Scalvini, Attilio Rossi, Emilio Greco, Pietro Annigoni,
Mario Vellani Marchi, Domenico Cantatore, Renato Birolli, Fiorenzo Tomea, Lorenzo
Pepe, Carlo Ramous, Ernesto Treccani, Aligi Sassu, Mario Molteni, Alik Cavaliere, Roberto Sambonet, Agenore Fabbri, Giuseppe
Broggini, Lucio Fontana, Franco Cannilla,
Giorgio Cigna, Antonio Cereda, Marcello
Mascherini, Giulio Cassinari, Mario Lepore, Giuseppe Aimone, Roberto Crippa, Arnaldo Pomodoro, Giò Pomodoro, Mauro
Reggiani, Ennio Morlotti, Luca Crippa,
Carmelo Capello, Sergio Romiti, Giuseppe
Capogrossi, Gianni Dova, Enrico Baj, Remo Brindisi, Sergio D’Angelo, Mario Rossello, Vincenzo Frunzo, Guido Mosca, Mario Nigro, Aldo Calò, Tom Pozzi, Elisabeth
Sotilis, Lodovico Mosconi, Pio Semenghini,
Ibrahim Kodra, Ernesto Tavernari, Gino
Meloni, Carlo Nangeroni, Giovanni Omiccioli, Arnaldo Carpanetti, Emilio Scannavino, Remo Bianco, Giacomo Benevelli e Roberto Crippa.
Cento
ROCCA DI CENTO S E
titolarità: Comune di Cento
piazzale della Rocca
Servizi Culturali
via Guercino 39
44042 Cento (FE)
tel. 051/6843390; fax 051/904531
[email protected]
www. comune.cento.fe.it
Attualmente chiusa per restauri. Apertura
prevista per l’anno 2006
Costruita nel 1378 da Bernardo di Bonnevalle, la Rocca veniva distrutta e poi riedificata
nel 1465, abbellita e fortificata da Giuliano
della Rovere nel 1483 durante gli anni del suo
vescovato a Bologna. Rocca di difesa per i paladini della Repubblica Cisalpina nel 1800, veniva poi adibita a carcere nel corso del XIX secolo; ora è sede di eventi espositivi, anche d’arte contemporanea. Si ricordano le mostre monografiche di Alberta Grilanda, Alessandro Rivola, Albino Trigilio, Matteo Nannini e del fo-
135
Provincia di Ferrara
tografo Bruno Vidoni; nonché le rassegne collettive Arroccamenti: Natura morta, paesaggio,
figura; Cento città d’arte e 1948-1998: cinquant’anni di fotografia amatoriale in Italia.
Cento
IL GIARDINO DEL GIGANTE P A
titolarità: Comune di Cento
via Respighi
44042 Cento (FE)
Le sculture vivibili a misura d’uomo, di Marco Pellizzola, sono realizzate in mosaico ceramico dalle forti inflessioni pittoriche e luministiche ed evocano un mondo fiabesco, colorato, che dialoga con la natura peculiare della zona del ferrarese, creando un oasi fantastica all’interno dell’attuale contesto urbano. Si tratta
di un’opera d’arte ambientale, che trae diretta
ispirazione stilistica dalle panchine progettate
da Antoni Gaudí nel Parco Güell a Barcellona,
nei primi due decenni del Novecento. Il parco
di Pellizzola si articola all’interno di una zona
verde, aperta, arricchita dalle opere quali infrastrutture compiute nel rispetto del contesto
che le ospita con soggetti giganteschi di carattere naturalistico.
Cento Renazzo
MUSEO SANDRO PARMEGGIANI M
titolarità: Associazione Museo Sandro
Parmeggiani
Palazzo della Delegazione
via di Renazzo 52
44045 Cento Renazzo (FE)
tel. 051/6836171
www.renazzo.it/museo.htm
Aperto giovedì, venerdì e sabato dalle 16.00 alle
19.00. Domenica e festivi dalle 9.30 alle 12.30 e
dalle 16.00 alle 19.00
Il museo ha sede nel Palazzo della Delegazione di Renazzo ed è dedicato al pittore milanese Sandro Parmeggiani (1910-2003) di cui
l’istituto conserva numerose opere, curate da
Maria Censi. Pittore figurativo, naturalista e
pronto a suggestioni post impressioniste che
lo accompagnarono per tutta la sua lunga attività sino alla virata verso esperienze aniconiche, Parmeggiani risiedette a Renazzo nel
corso del secondo conflitto mondiale dove
trasse ispirazione per realizzare nature morte
e paesaggi.
L’attività del museo è stata sinora proiettata
verso la promozione di rassegne tematiche ad
invito di artisti, come Emozioni belliniane
nella pittura contemporanea, o verso collettive
retrospettive delle poetiche artistiche del primo Novecento come Tecniche, poetiche, suggestioni divisioniste; Viaggi senza ritorno: Dipinti di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi e
Vanita Vanitatum, Et omnia Vanitas: Il tema
della “vanità” nella pittura e nella scultura italiana contemporanea.
Comacchio
MUSEO MARIANO D’ARTE SACRA
CONTEMPORANEA M
titolarità: Convento dei Frati Cappuccini
Santuario di Santa Maria in Aula Regia
via Mazzini 179
44022 Comacchio (FE)
tel. 0533/81234
www.comune.comacchio.fe.it
Aperto su prenotazione
Istituito nel 1977, il museo ha sede attigua all’antico convento francescano annesso alla chiesa di Santa Maria in Aula Regia. Costituitosi in base alle donazioni ricevute dai frati capuccini che l’hanno vo-
136
Provincia di Ferrara
luto nel desiderio che si rinnovasse uno
stretto rapporto tra arte, sacralità e religione, esso possiede, oltre alla sezione di
opere storiche, un patrimonio di circa 150
lavori tra dipinti, sculture e oggetti artistici di vari autori italiani del Novecento
ispirati al culto mariano, tra i quali vi sono opere di Remo Brindisi, che del museo
è stato uno degli animatori, Dino Zuffi,
Pietro Lenzini, Aldo Rontini, Emma Civillero, Gian Carlo Basili, Stefano Bottoni, Paola Forlani, Giordano Pavan, Patrizia Bentini, Mirto Gattini, Franco Patruno, Pericle Fazzini, Luigi Mezzogori, Arnoldo Pomodoro, Fra Ugolino Emilio Bellotti e Sepo; attualmente parte delle opere
sono esposte nel Museo di San Giuseppe
a Bologna (cfr. pp. 112-113).
Copparo
QUADRERIA CIVICA D’ARTE
CONTEMPORANEA EX CARCERI
“ALDA COSTA” M
titolarità: Comune di Copparo
via Roma 38
44034 Copparo (FE)
tel. 0532/864619; fax 0532/864647
[email protected]
www.comune.copparo.fe.it
Aperta giovedì e venerdì dalle 9.00 alle 12.00;
sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00
Inaugurata nel 2003, la Galleria è sita nelle tardo ottocentesche ex carceri mandamentali, riattate a questo uso da Dario
Ambrosone, intitolate all’intellettuale socialista Alda Costa; nel museo sono permanentemente esposte le opere del Novecento
donate al Comune dal gallerista d’arte
Renzo Melotti, mentre un ampliamento
degli edifici attigui alla galleria consentirà
un allestimento più ampio con lavori d’altri artisti contemporanei di proprietà dell’Amministrazione, ora custoditi in depositi. La donazione Melotti, che testimonia il
gusto prevalentemente figurativo del collezionista, è composta da 110 lavori, tra dipinti, sculture, disegni ed esemplari grafici
di Aurelio Alabardi, Piero Arrighini, Ugo
Attardi, Galeazzo Auzzi, Giuseppe Aymone, Vincenzo Balsamo, Giuseppe Barone,
Renato Birolli, Antonio Bonetti, Maurizio
Bonora, Remo Brindisi, Antonio Bueno,
Ennio Calabria, Giovanni Cappelli, Robert
Carroll, Carlo Cattaneo, Alberto Cavallari,
Patrizia Comand, Primo Conti, Gino Covili, Gioxe De Micheli, Luigi Falai, Enzo
Faraoni, Alfredo Filippini, Felicita Frai, Alberto Fremura, Aziz Fuad, Achille Funi,
Giancarlo Gavelli, Pietro Guizzardi, Paolo
Giorgi, Monica Grandi, Federico Graziani,
Giovanni Gromo, Nino La Barbera, Lia
Laterza, Ernesto Lombardo, Luigi Mazzella, Gabriele Mucchi, Antonio Munciguerra, Rolando Nicodemi, Marisa Occari, Cristina Palandri, Vito Pancella, Osvaldo Peruzzi, Walter Piacesi, Giuliano Pini, Giò
Pomodoro, Massimo Storari, Giampaolo
Talani, Orfeo Tamburi, Nani Tedeschi,
Sergio Terzi, Ernesto Treccani, Tono Zancanaro, Cesare Zavattini e Patrizio Zona.
Copparo – Berra- Jolanda – Tresigallo –
Formignana – Ro
FABBRICA CREATIVA – MUSEO DIFFUSO
SUL TERRITORIO S U
titolarità: Associazione dei Comuni del Copparese
BERCO di Copparo
CAPA di Berra
137
Provincia di Ferrara
FALEGNAMERIA ROSSIGNOLI di Jolanda di Savoja
MAZZONI di Tresigallo
B.M. di Formignana
BBS di Ro
Comune di Copparo
44034 Copparo (FE)
tel. 0532/864511; fax 0532/864660
www.copparo.net/fabbrica/fabbrica.htm
Nel 2003 è stata inaugurata Fabbrica
Creativa, un’iniziativa di grande ergonomia sociale, voluta dall’Associazione dei
Comuni del Copparese di cui il Comune
di Copparo è capofila, progettata da Pasquale Persico e curata da Ugo Marano,
che ha portato alla realizzazione di opere
d’arte all’interno delle fabbriche dei Comuni di Copparo, Berra, Jolanda di Savoja, Tresigallo, Formignana e Ro. L’obiettivo era rendere più espressivo il lavoro
nelle fabbriche attraverso la creatività artistica che, tramite la realizzazione delle
opere, è un ideale collante culturale che
correla i luoghi produttivi del territorio,
radicandoli ancor di più al contesto urbano che li ospita. L’arte contemporanea come fil rouge, quindi, attraverso il compimento di dipinti e installazioni site specific, i cui temi, simbolicamente riferiti alla
solidarietà o al territorio, sono ad opera di
alcuni novizi, artisti che si sono espressi
con diversa sensibilità figurativa: si tratta
di Cicci Zanella, Alfio Pesci, Gemino Caveduri, Mohammed Rohuani, Edda Donati, Massmo Cavalieri, Gianluca Dolcetti, Piero Casisa, Renzo Piccoli, Carlo
Campi, Bruno Picchiani, Angelo Vallin,
Dario Finessi, Marco Gallini, Lauretta Bigoni, Giacomo Bonati, Nicola Ferrari, Antonio Bertazzini, Mario Marzocchi, Roberto Pozzati e Valeria Aggio.
Ferrara
CIVICHE GALLERIE D’ARTE MODERNA E
CONTEMPORANEA M
titolarità: Comune di Ferrara
Palazzo Bevilacqua Massari – Palazzina Cavalieri
di Malta
corso Porta Mare 5 e 9
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/209988-243415;
fax 0532/203064-205035
[email protected]
www.comune.fe.it
www.talete.org/musei/musei/
Aperte tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle
15.00 alle 18.00. Chiuse il lunedì
Le Civiche Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara, dirette da Andrea
Buzzoni, coadiuvato nel corso del tempo da
curatori e studiosi come Angelo Andreotti,
Marcello Tofanello e Maria Luisa Pacella, sono situate, dal 1975, all’interno di Palazzo
Massari Bevilacqua, edificato nel 1590 per
volere di Onofrio Bevilacqua su progetto di
un anonimo architetto e costruite all’insegna
della coniugazione tra tradizione locale e innovazione classicista. Nel corso dell’ultimo
quarto del XVIII secolo veniva affiancata al
palazzo una costruzione neoclassica denominata Palazzina Bianca che per sobrietà esteriore inganna per rivelare, negli spazi interni,
uno sfarzo architettonico ispirato ai modelli
francesi; coevo alla Palazzina è il parco circostante realizzato all’italiana da Luigi Bertelli,
costruttore anche della coffee-house a guisa di
tempio classico visibile su corso Ercole I d’Este. Nel 1860 il Palazzo veniva acquistato
dalla famiglia Massari, che restituiva ad esso
la magnificenza sottrattagli dalle spogliazioni
dei francesi in epoca napoleonica e riattava il
parco come è fruibile attualmente.
138
Provincia di Ferrara
Al piano nobile ha sede il Museo Boldini
nato grazie all’acquisto, da parte delle Amministrazioni Comunale e Provinciale di
Ferrara, delle opere dell’artista Giovanni
Boldini (1842-1931), la cui moglie, rimasta
erede, aveva già donato alla città, nel 1934.
L’anno successivo Cesare Brandi organizzava
a Palazzo dei Diamanti (cfr. pp. 139-140) la
prima restrospettiva del pittore ferrarese,
con un allestimento che rievocava, unitamente al suo percorso artistico, l’atmosfera
del suo studio anche attraverso gli oggetti
originali. Nel 1975 è stato allestito l’attuale
museo monografico che snoda il suo percorso all’interno delle sale stile Impero del palazzo: si tratta di 24 sezioni che documentano, dagli esordi alla fine, l’evoluzione di
Boldini: la sua formazione ferrarese è presto
influenzata dalla breve stagione macchiaiola,
suggestionata da istanze stilistiche impressioniste francesi, dalla grande ritrattistica inglese del XVIII secolo e dalla pittura barocca fiamminga; e se, una volta trasferitosi a
Parigi, la meditazione sul tardobarocco francese e veneto lo portava a seguire la corrente neosettecentista di Jean Luois Ernest
Meissonier, nel 1892 egli compiva una svolta che lo indirizza verso un’originalità esecutiva caratterizzata da un segno pittorico assai
libero, fluido e centrifugo che tocca il suo
apice nella ritrattistica artistocratica femminile e nella descrizione visiva della modernità urbana; con un occhio al divisionismo
e alle prime ricerche artistiche e fotomeccaniche sul dinamismo, che precorrono le
avanguardie storiche futuriste. Nel museo
sono conservati circa 60 dipinti ad olio, 50
acquerelli, più di 1.000 disegni, pastelli,
stampe e matrici, mobili e oggetti dello studio parigino dell’artista.
Il Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis” è installato al piano
terreno del palazzo ed è fruibile al pubblico
dal 1998, nell’attuale allestimento articolato
per sale monografiche dedicate ad artisti ferraresi; e con la presenza di pochi, ma significativi pezzi di Carlo Carrà e Mario Sironi. Le
sale documentano la creatività artistica locale della prima metà del secolo scorso, in cui
Ferrara fu il vivaio d’interessanti e incisive
personalità e correnti artistiche, come l’Espressionismo modernista, la Metafisica e il
Novecento. Vi solo stanze dedicate ad Aroldo Bonzagni, Achille Funi, Arrigo Minerbi,
Giuseppe Virgili, Enzo Nenci, Annibale
Zucchini, Mimì Quilici Buzzacchi, Aldo
Bandinelli, Roberto Melli, Mario Pozzati e
Filippo de Pisis. La collezione relativa a quest’ultimo si divide in due importanti nuclei
che documentano antologicamente il percorso del pittore: il primo acquistato dalla
Fondazione Giuseppe Pianori e dalla Cassa
di Risparmio di Ferrara, il secondo, la collezione Manlio e Franca Calabotta, avuto in
dono alla città dalla vedova del notaio triestino. La poetica di de Pisis si rivela splendidamente nelle sale con opere che trattano i
temi da lui prediletti, le nature morte, e vanno dai suoi esordi di natura metafisico crepuscolare alle influenze postimpressioniste
francesi, che porteranno il suo stile a declinare contenuti esistenziali con segni sempre
più abbreviati e rarefatti; la collezione Malabotta ha lasciato al museo anche una vasta
selezione di disegni, acquerelli, pastelli e litografie dell’artista.
Nel 2004 l’Amministrazione comunale di
Ferrara ha presentato al MusArc (cfr. p. 142)
l’obiettivo Polo d’arte moderna e contemporanea, progettato da Massimo e Gabriella
139
Provincia di Ferrara
Caramassi, che prevede la ridistribuzione logistica degli istituti artistici compresi tra Palazzo dei Diamanti, Palazzo Bevilacqua Massari e Palazzina dei Cavalieri di Malta con
l’accorpamento, nel sistema museale integrato, di Palazzo Prosperi Sacrati quale futura
sede del Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Filippo de Pisis”.
La collezione di scultura del museo è esposta
prevalentemente nelle sale interne, ma alcune
opere di Rita da Re, Maurizio Bonora, Man
Ray, Carmelo Capello, Aldo Calò, Filippo Tallone, Augusto Murer, Emilio Greco, Marcello
Mascherini e Laura Rivalta sono ubicate anche
nel cortile di Palazzo Massari. All’interno delle
sezioni del Museo Boldini e del Museo d’Arte
Moderna e Contemporanea vi sono lavori di
scultori d’area ferrarese come Roberto Melli,
Arrigo Minerbi, Giuseppe Virgili, Annibale
Zucchini; ed inoltre opere di Enzo Nenci, Egidio Casarotti e Laerte Milani.
Ferrara
PADIGLIONE D’ARTE
CONTEMPORANEA S E
titolarità: Comune di Ferrara
Palazzo Massari
corso Porta Mare 5
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/241417; fax 0532/205035
[email protected]
www.comune.fe.it
Aperto solo in occasione di mostre temporanee
All’interno dei giardini di palazzo Bevilacqua
Massari si trova il Padiglione d’Arte Contemporanea, sede espositiva all’interno degli edifici che compongono la struttura museale
delle Civiche Gallerie d’Arte Moderna e
Contemporanea (cfr. scheda precedente). Interamente riattato e reso funzionale per mostre temporanee, il PAC ha ospitato diverse
rassegne relative ad artisti della contemporaneità, nazionale e internazionale, tra cui le
monografiche di Bice Lazzari, Carlo Dell’Amico, Charles Freger, Marco Caselli, Nirmal
Shubey Matsuyama, Franco Guerzoni, Omar
Galliani, Piero Pizzi Cannella, Dante Bighi,
Carol Rama, Carlo Lorenzetti, Germano Sartelli Sandro Martini, Perino e Vele, Carlo
Dell’Amico e Sergio Zanni; nonché è stato
spesso sede della Biennale Donna, nata negli
anni Ottanta per volontà dell’Unione Donne
Italiane e dell’Amministrazione comunale
ferrarese, al fine di sottolineare il valore e la
qualità della creatività artistica femminile con
un’esposizione a carattere tematico e reiterata
nel tempo.
Ferrara
PALAZZO DEI DIAMANTI S E
titolarità: Comune di Ferrara
corso Ercole I d’Este 21
tel. 0532/205844-209988; fax 0532/203064
[email protected]
www.palazzodiamanti.it
44100 Ferrara (FE)
Aperto tutto l’anno: i giorni feriali dalle 9.00
alle 14.00, giovedì dalle 9.00 alle 19.00; i festivi
dalle 9.00 alle 13.00. Chiuso il lunedì
Fatto costruire da Sigismondo d’Este nel
1493, Palazzo dei Diamanti è stato progettato dall’architetto rinascimentale Biagio Rossetti, che concepì la decorazione esterna dell’edificio con un rivestimento a bugnato
composto da 8.500 formelle in marmo scolpite a diamante e con candelabre ornamen-
140
Provincia di Ferrara
tali realizzate da Gabriele Frisoni; sito ad angolo, nel cuore dell’addizione erculea, il palazzo si ergeva quale simbolo del prestigio e
potere degli Este.
Al piano nobile si trova la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, che ospita collezioni d’arte che
coprono un arco temporale compreso tra il
XIII e il XVIII secolo; il piano terra è adibito a
sede espositiva delle Civiche Gallerie d’Arte
Moderna e Contemporanea (cfr. pp. 137139) la cui attività espositiva è realizzata d’intesa con la società pubblica Ferrara Arte. Nata
nel 1991, per volontà degli amministratori del
Comune e della Provincia, Ferrara Arte ha l’obiettivo di organizzare mostre che valorizzino
il patrimonio artistico della città o offrano importanti momenti di riflessione culturale sull’arte nazionale e internazionale. Per quanto
concerne il Novecento e il presente, sono state
organizzate esposizioni retrospettive o attuali,
di movimenti o tematiche artistiche come Pittura e realtà; Il pittore allo specchio; Autoritratti
italiani del ’900; Il rinnovamento della pittura
in Italia: Milano 1950-59 e Venezia 1950-59;
Da Dahl a Munch; Arte elettronica, metamorfosi e metafore e la più recente Il Cubismo: Rivoluzione e tradizione. Numerose anche le monografiche organizzate con le stesse ragioni
progettuali, tra cui quelle dedicate a Giorgio
Morandi, Enrico Baj, Giuseppe Mentessi,
Leone Pancaldi, Mauro Reggiani, Piero Manai, Gabriele Partisani, Ugo Attardi, Giosetta
Fioroni, Leo Contini, Alessandro Stefani, Beppe Sesia, Gianni Guidi, Filippo de Pisis, Max
Klinger, Camille Pisarro, Sergio Zanni, Marc
Chagall, Toti Scialoja e Robert Rauschenberg.
Palazzo dei Diamanti ospita, inoltre, il Centro
Video Arte, importante luogo di documentazione sull’arte audiovisiva ed elettronica nato
nel 1972 e diretto, sino al 1994, da Lola Bo-
nora, coadiuvata da Carlo Ansaloni e Giovanni Grandi; in seguito l’archivio è stato assorbito in seno alla Civiche Gallerie e affidato alla
cura di Francesca Gallo.
Ferrara
MUSEO MICHELANGELO ANTONIONI M A
titolarità: Comune di Ferrara
corso Ercole I d’Este 17
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/210830
[email protected]
www.talete.org/musei/musei/antonioni
Aperto tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
Situato all’interno di Palazzo dei Diamanti (cfr.
scheda precedente), il Museo Michelangelo
Antonioni, diretto da Andrea Buzzoni, è stato
inaugurato nel 1995 al fine di valorizzare e promuovere la produzione filmica e artistica del regista ferrarese, che coniuga la sua geniale creatività nella cinematografia e nella pittura, un
aspetto meno conosciuto ma assai lirico e qualitativamente alto che conferma lo stretto rapporto tra cinema e pittura che esiste nell’arte di
Michelangelo Antonioni (1912), formatosi prima nell’arte visiva e in seguito nel cinema.
Il museo presenta integralmente l’attività pittorica di Antonioni, dagli anni Sessanta agli
Ottanta, con circa 60 lavori divisi in “opere
piccole, medie e grandi”, “le montagne incantate”, “oli e ritratti”, realizzati tutti a olio
e acquerello e in formati ridottissimi; si tratta
di momenti di un processo creativo non disgiunto dall’opera cinematografica che trova
nell’ingrandimento fotografico del quadro il
punto d’equilibrio tra le due arti di Antonioni che nella pittura alterna diverse fasi, pros-
141
Provincia di Ferrara
sime ai momenti d’Avanguardia storica, sfiorando l’Astrattismo cubista, il Raggismo, il
Futurismo, la Pop Art e, soprattutto, l’Informale materico di Alberto Burri, con un linguaggio del tutto originale, etereo e materico
al tempo stesso, che conosce punte di grande
lirismo sino all’astrazione della realtà che l’ha
ispirato; in particolare la serie delle “montagne incantate”, paesaggi visionari, romantici
e sublimi che, attraverso la sintesi della fantasia dell’artista e il suo senso del colore, diventano esistenziali luoghi dell’anima poeticamente similari a quelli di Carlo Mattioli.
Nato sulla scorta delle mostre monografiche
tenutesi a Venezia, Parma, Roma, Parigi e
Ferrara, il museo dalla sua apertura ha acquisito documenti e beni personali di Antonioni come sceneggiature, epistolari, interventi
critici e materiali fotografici.
L’attività promozionale dell’istituto si articola in mostre, proiezioni e convegni che collegano, in maniera trasversale, il lavoro di Antonioni a vari argomenti culturali: si ricordano l’esposizione Cinque artisti per i manifesti
dei film di Michelangelo Antonioni, gli studi
su Le sonorità del visibile e le proiezioni delle
pellicole del regista.
Ferrara
MUSEO DELL’ILLUSTRAZIONE CENTRO STUDI
SULL’IMMAGINE RIPRODOTTA (MIL) M
titolarità: Comune di Ferrara
Casa Frescobaldi
via Frescobaldi 40
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/211339; fax 0532/211339
[email protected]
www.comune.fe.it
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle
15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
Il MIL, Museo dell’Illustrazione, Centro
Studi sull’Immagine Riprodotta è stato fondato da Paola Pallottino nel 1992, sulla base
di una donazione effettuata dallo scenografo
Mario Pompei e con la volontà di documentare la storia dell’illustrazione in Italia, dalla
metà del XIX secolo a oggi, attraverso un cospicuo patrimonio di disegni, bozzetti d’artisti, stampe originali, manifesti, caricature,
cartelloni, edizioni rare e caricature; esso ha
sede a Casa Frescobaldi, edificio costruito
nel 1573 da Alessandro Caldori e riattato nel
1974, dove nacque e visse nella prima metà
del XVII secolo il musicista barocco Girolamo Frescobaldi.
Il museo, dal 2003 gestito da VACA (Vari
Cervelli Associati) e diretto da Paola Pallottino, è nato con il triplice obiettivo di conservare, valorizzare e promuovere l’illustrazione
e l’immagine riprodotta attraverso ricerche e
studi, catalogazione e mostre relative a questa branca dell’arte che si esprime soprattutto su supporti cartacei; il museo è dotato di
strumentazione scientifica e conservativa che
consente la fruizione delle opere donate, della biblioteca e dell’emeroteca specializzata
sull’editoria periodica, dall’Ottocento al presente. L’attività del MIL è assai viva e conta
sulla collaborazione di diverse istituzioni: si
ricordano le mostre Mario Pompei, Scenografo, illustratore e cartellonista 1903-1958;
Le jeux sont faits, 99%: un secolo d’illustratori
italiani 1840-1940; Renzo C. Ventura tra Secessione e Decò (Lorenzo Contratti 18861940); I Trent’anni della Pergola; Tattoo Comics; Le donne ridono; Fate soavemente scarmigliate: Antonio Maria Nardi illustratore;
Duilio Cambelotti (1876-1960): la furia d’illustrare; Franco Summa e Francesca Ghermandi eventi cui si aggiungono i convegni come
142
Provincia di Ferrara
Identificazione, catalogazione, salvaguardia,
studio e divulgazione delle immagini riprodotte, l’approfondimento di sviluppi tecnici e
creativi che, nel corso del tempo, hanno caratterizzato l’evoluzione dall’incisione al fumetto e il concorso per libri d’artista Libri
mai visti, organizzato a Russi, nell’ ex chiesa
in Albis (cfr. p. 168).
lità; in futuro è previsto il suo inserimento sistematico all’interno del Polo d’arte moderna e contemporanea (cfr. pp. 138-139).
Dalla mostra Together. Prove d’autore per la pace è scaturita, per donazione degli artisti, la
piccola collezione d’opere d’arte concettuale
presente nel museo: si tratta di una ventina di
lavori di Eero Aarnio, David Chipperfield,
Giancarlo de Carlo, Vittorio Gregotti, Hans
Haaeke, Toyo Ito, Joseph Kosuth, Sol LeWitt,
Ferrara
Richard Meier, Mario Merz, Aiko Miyawaki,
MUSARC MUSEO NAZIONALE
Bob Noorda, Denis Oppenheim, Dominique
DI ARCHITETTURA M S E
Perrault, Richard Rogers, Martha Schwartz,
titolarità: Comune di Ferrara
Álvaro Siza, Ettore Sottsass e Oswald Mathias
via XX Settembre 152
Ungers.
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/742332; fax 0532/744042
L’attività espositiva del museo si è [email protected]
temente fondata su mostre dello sviluppo
www.comune.fe.it/musarc/
dell’assetto urbano della città estense, sempre
Aperto tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle in relazione a vari aspetti culturali interrelati, come Muoversi nella città; Lleida; Ferrara:
15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
Riqualificazione urbana; Praga 1. Futuro e
presente; Ferrara: Tracce di città futura; Arte e
Inaugurato nel 1998, il MusArc ha sede nel- città: Il Polo d’arte moderna e contemporanea
la casa dell’architetto Biagio Rossetti, da lui e Donne in bicicletta.
stesso edificata nel 1490 declinando con armonia e originalità gli stilemi architettonici
della cultura rinascimentale. Articolato su Ferrara
due piani, l’edificio presenta le caratteristi- CASA DELL’ARIOSTO S E
titolarità: Comune di Ferrara
che ottimali per una sede espositiva di picco- via Ariosto 67
le dimensioni; l’attività del museo è coordi- tel. 0532/21028
nata da Nico Ventura, coadiuvato da Riccar- [email protected]
44100 Ferrara (FE)
do Furini.
Unico museo specializzato in architettura, a
livello nazionale, ha sinora svolto un’attività Aperta da martedì a sabato dalle 9.00 alle 13.00
e dalle 15.00 alle 18.00; domenica dalle 9.00
di mostre e convegni su temi riguardanti la alle 13.00. Chiusa il lunedì
progettazione urbana, l’architettura, l’arte
contemporanea e il design, con l’obiettivo di
tendere alla valorizzazione della continuità L’edificio rinascimentale, costruito alla fine
esistente, tra tradizione e avanguardie, tra la del XV secolo, è stato l’abitazione del poeta
cultura visiva del passato e quella dell’attua- Ludovico Ariosto dal 1526 sino alla fine del-
143
Provincia di Ferrara
la vita. La casa-museo articolata su due piani, ospita spesso, nel salone d’onore, mostre
d’arte contemporanea con un suggestivo
contrasto tra contenitore architettonico d’epoca antica e arte attuale, così peculiare e frequentemente attuato in Emilia-Romagna; in
questa sede si ricordano le ultime esposizioni
Confini mobili di Edda Bonini e Antropodigitale di Massimo Festi.
Ferrara
PORTA DEGLI ANGELI S E
titolarità: Comune di Ferrara
Rampari di Belfiore 1
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/209988
Assessorato Cultura
tel. 0532/418300
[email protected]
www.comune.fe.it
Aperto solo in occasione di mostre temporanee,
da martedì a domenica dalle 10.00 alle 13.00 e
dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
La Porta degli Angeli è situata nella cinta
muraria della città e, dal 2001, è diventata
una nuova sede espositiva per l’arte contemporanea dell’attualità rivolta alla promozione
della progettualità artistica giovanile nazionale e internazionale, in particolare a quella
espressa dal linguaggio fotografico. La struttura, interpretata come spazio aperto e flessibile alle esigenze interdisciplinari dell’arte
contemporanea, è stata voluta dall’Amministrazione comunale e dalla Regione EmiliaRomagna che ha sostenuto il progetto pluriennale Viavai. Pontespositivo, curato da
Angelo Andreotti e presentato all’interno
delle manifestazioni proposte dal coordinamento GA/ER. Viavai è un disegno espositi-
vo che ha previsto, dal suo esordio, l’alternarsi di artisti che hanno eseguito i loro lavori in stretta relazione con l’architettura
dell’edificio, site specific: nell’ambito dell’evento ciclico hanno esposto Lucia Anselmi,
Roberta Cavallari, Matteo Sacchi, Alessandra Vecchietti, Alessandro Quaranta, Silvia
Stuki, Lucia Bruni, Vittorio Colamussi, Lilli
Doriguzzi, Cristina Mirandola, Stefano Catozzi, Stefano Balestra, Michele Rio e Marco
Zagaria.
La sede espositiva collabora costantemente
con il MusArc (cfr. p. 142) per la realizzazione
di manifestazioni che leghino le arti visive con
l’architettura; oltre a organizzare mostre e attività formative insieme con le Gallerie Civiche
d’Arte Contemporanea (cfr. pp. 137-139).
Ferrara
CASA GIORGIO CINI S E
titolarità: Diocesi di Ferrara
via Boccanale Santo Stefano 24
44100 Ferrara (FE)
tel. 0532/204700; fax 0532/200839
casa [email protected]
Aperta dal martedì al sabato, dalle 9.30 alle
12.30 e dalle 15.30 alle 18.30. Chiusa il lunedì
Casa Giorgio Cini ha sede in un accorpamento d’edifici d’origini medievali, riattati
ad unica abitazione intorno alla metà del XV
secolo. Di proprietà della Mensa Vescovile
della città, passò nel 1481 a Severo Severi, segretario ducale, e poi a Tommaso Cammelli
nel 1505; poi si sono susseguiti diversi altri
passaggi di proprietà dell’edificio sino all’acquisto da parte della famiglia Cini nel 1822.
Un secolo dopo, nel 1941, il conte Vittorio
Cini provvedeva al suo totale restauro che ri-
144
Provincia di Ferrara
portava in luce il rinascimentale soffitto decorato a grottesche. Donata alla Compagnia
dei Padri Gesuiti con la finalità di accogliere
a Ferrara gli studenti, Casa Cini è intitolata
alla memoria del figlio Giorgio, tragicamente
e prematuramente scomparso nel 1948; è
passata alla Diocesi di Ferrara nel 1984 ed è
diretta da Don Franco Patrono, la cui sensibilità culturale ha fatto sì che Casa Cini diventasse un centro attivo anche nella promozione d’arte contemporanea e nella sua diffusione tramite esposizioni, conferenze e con
un’attività indirizzata primariamente al rapporto tra arte e sacralità religiosa, ma non solo. Le mostre sono tenute in due spazi diversi: le Salette del Chiostro e l’Aula Magna,
quest’ultima riservata a rassegne di grafica e
fotografia. Dalla metà degli anni Ottanta si
sono tenute numerose mostre a carattere monografico-tematico, orientate alle finalità spirituali del centro: si ricordano le esposizioni
di Ilario Fioravanti, Adriano Pompa, Maurizio Di Puolo, Ervin Hatibi, Paola Bonora,
Agostino Rocco, Frederich Cantor, Giovanni
Cappello, Daniele Montis, Niko, Salvatore
Sebaste, Piero Sacchetto, Hanne Elf, Cristiana Isoleri, Alberto Givanni, Antonietta Sabatini, Maurizio Bonora, Alberto Gambale, Silvio Natali, Sergio Zanni, Fabio Tosi, Paolo
Gubinelli, Massimo Cova, Pirro Cuniberti,
Paolo Pallara, Roberto Farina, Giorgia Pezzoli Gonzales, Otello Mamprin e Rosario Calì,
Gianni Cestari, Nimo Nemo, Roberto Sanesi, Adriano Avanzolini, Alessandro Savelli,
Giuseppe Barone, Venanzio Agostino Reali,
Marco Tessaro, Daniele Campiglio, Marc
Chagall, Pierantonio Verga, Ulderico Fabbri,
Giovanni Poggeschi, Pompilio Mandelli,
Giovanni Nicolli, Marco Caselli e Giuseppe
Bertolino.
Ferrara
SALONE DEL RESTAURO S F
titolarità: Acropoli srl
tel. 051/6646832
Quartiere Fieristico di Ferrara
via della Fiera 11
44100 Ferrara (FE)
[email protected]
www.salonedelrestauro.com
www.ibc.regione.emilia-romagna.it
Il Salone dell’Arte del Restauro e della Conservazione dei Beni Culturali e Ambientali è
un appuntamento annuale dedicato ad operatori del settore conservativo e ad esperti dei
beni culturali che annovera, oltre alla fiera
degli espositori, mostre, convegni ed incontri tecnici tematici, anche riferiti all’arte contemporanea. Nato nel 1991 come “Arte Progetto Restauro”, sin dalla prima edizione allora biennale, il Salone ha visto coinvolto l’Istituto Beni Artistici Culturali e Naturali
della Regione Emilia-Romagna (IBC) nell’organizzazione di eventi e iniziative culturali, nonché la sua presenza costante con uno
stand ricco di pubblicazioni relative alle ricerche e alle azioni poste in essere dall’Istituto, dal 1975 a oggi, con il coordinamento
degli interventi scientifici del Salone riferiti
al tema della prevenzione e della conservazione sul territorio, in relazione a musei, fondazioni, architetture e arte esposta all’aperto;
e con una particolare attenzione agli aspetti
legislativi che regolano i beni culturali.
Nel corso degli anni, l’Istituto ha lavorato sui
temi dell’arte contemporanea nell’orizzonte
delle peculiarità che contraddistinguono le
sue attività: organo tecnico scientifico culturale dell’ente amministrativo regionale, esso
elabora interventi intesi alla tutela, conservazione, valorizzazione e promozione dei beni
145
Provincia di Ferrara
culturali dell’Emilia-Romagna, sulla base di
ricerche indirizzate alla conoscenza della cultura e della sua più ampia fruizione, in collaborazione con enti amministrativi e istituti.
Sin dall’inizio degli anni Novanta, l’IBC ha
effettuato studi, pubblicazioni, mostre e catalogazioni sull’arte del Novecento e, in particolare, nell’ambito del Salone del Restauro ha
realizzato i convegni e gli atti La conservazione e il restauro oggi: Conservare l’arte contemporanea; I territori della scultura contemporanea: Arte all’aperto in Emilia Romagna, cui è
stata affiancata l’omonima mostra, e La città
e l’arte contemporanea: quale ruolo per lo spazio
pubblico?; nonché la ricerca e l’esposizione Archivi dell’arte e la pubblicazione del volume di
Heinz Althöfer, Il restauro delle opere d’arte
contemporanee; inoltre ha patrocinato il concorso Luce alla luce. L’attenzione specifica alle
varie realtà artistiche diffuse, ha portato l’IBC
a proporre originali e utili questioni relative
alla conservazione e a indicare soluzioni innovative, attraverso dibattiti e interventi tecnici
sperimentali, come il convegno nazionale sulla Scultura all’aperto di Riccione (cfr. pp.
189-190) e il restauro delle opere presenti nel
giardino di sculture del Museo Alternativo
Remo Brindisi (cfr. pp. 146-147), nonché
nei Giardini Pubblici di Reggio Emilia.
Ferrara
UNITÀ OPERATIVA GIOVANI O I
GIOVANI ARTISTI FERRARESI
titolarità: Comune di Ferrara
via De’ Romei 3
tel. 0532/418306; fax 0532/418308
[email protected]
www.comune.fe.it
44100 Ferrara (FE)
Aperto in orari d’ufficio
A
L’ufficio Giovani Artisti del Comune di Ferrara è nato con il fine di sostenere le espressioni artistiche giovanili locali, in qualsiasi
forma esse si manifestino; l’ufficio fa parte
del Coordinamento Provinciale Giovani Artisti Ferraresi, un organismo che favorisce
iniziative specifiche per la documentazione,
l’informazione, l’orientamento, la formazione e la promozione dei linguaggi artistici di
giovani d’età compresa tra i 18 e i 35 anni,
anche attraverso l’Archivio dei Giovani Artisti gestito dall’Unità Operativa Giovani. Tale archivio svolge un ruolo d’informazione
sulle discipline artistiche contemporanee,
quali letteratura, musica, arti visuali, cinema,
teatro, danza, design, moda e fumetto,
creando una rete funzionale alla conoscenza
dello sviluppo dell’arte giovanile sul territorio, mentre genera, tra gli iscritti, occasioni e
opportunità formative o concorsuali, come
la partecipazione alla Biennale Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo.
Membro del coordinamento GA/ER, l’Unità ha svolto attività espositiva insieme con
la Porta degli Angeli (cfr. p. 143) e ha ideato la rivista cartacea e telematica “Viaggio
Distruzione”, palestra di confronto per illustratori, fumettisti, scrittori e graffitisti.
Gambulaga di Portomaggiore
DELIZIA ESTENSE DEL VERGINESE S E
titolarità: Provincia di Ferrara
Servizi Culturali
tel. 0532/326258; fax 0532/320462
44010 Gambulaga di Portomaggiore (FE)
[email protected]
www.comune.portomaggiore.fe.it
Aperta venerdì e sabato dalle 14.00 alle 18.00;
la domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 14.00
alle 18.00
146
Provincia di Ferrara
Nato come casale di campagna, la Delizia veniva trasformata in piccolo maniero dal duca
Alfonso I d’Este, che lo destinava poi a delizia
estiva architettonicamente progettata, sembra,
da Gerolamo da Carpi, la cui impronta stilistica si può riconoscere nelle quattro torrette scenografiche che sormontano la copertura. Riattata nel XVIII secolo dagli allora proprietari
Bargellesi, la Delizia veniva circondata da abitazioni rurali nel corso dell’Ottocento; donata
dall’avvocato Fontana all’Amministrazione
provinciale di Ferrara negli anni Settanta, l’edificio è stato tutto restaurato nel 1993 e affidato
in comodato gratuito al Comune di Portomaggiore e all’Università degli Studi di Ferrara. Destinato a sede espositiva, al suo interno sono
state organizzate diverse mostre d’arte contemporanea che sfruttano il suggestivo contrasto
tra architettura antica e arti visuali dell’attualità: si ricordano le personali di Michele Rio,
Silvia Donini, Maurizio Bonora, Adriano Vanzi, Andreoli, Leonardo Canella, Nadia Fanzaga, Michele Cavalcoli e Alberto Gambale, nonché le esposizioni a coppia di Davide Antolini e
Gianfranco Goberti, Angelo Barone e Vittorio
D’Augusta; tra le collettive N(e)obody: Il corpo
multimediale e Iside svelata: La realtà ambigua
della fotografia.
Lido di Spina
MUSEO ALTERNATIVO
REMO BRINDISI M A P A
titolarità: Comune di Comacchio
Villa Brindisi
via Niccolò Pisano 45
44024 Lido di Spina di Comacchio (FE)
tel. 0533/318748-318704; fax 0533/310304
[email protected]
www.comune.comacchio.fe.it
Aperto ogni mercoledì, su prenotazione telefonica
Riaperta nel 2004, la casa-museo di Remo
Brindisi (1918-1996) diventava Museo Alternativo per l’Integrazione delle Arti per
volontà dell’artista nel 1973, all’interno della sua abitazione in precisi spazi deputati.
L’edificio, realizzato agli inizi degli anni Settanta su progetto di Nanda Vigo, s’articola
in parti distinte, la casa, l’atelier e il museo,
che trovano il punto d’intersezione nel cilindro centrale percorso da una scala elicoidale che congiunge i vari piani e le numerose sale espositive; tale progetto museale, nato con il volere dell’artista di dare visibilità
compiuta alle relazioni interdisciplinari che
legano architettura, pittura, scultura, grafica
e design del Novecento, è stato perseguito
dall’autore sino al 1996, l’anno della sua
scomparsa e donazione del suo patrimonio
immobile e artistico all’Amministrazione
comunale di Comacchio. Dopo un lungo
restauro, la casa-museo Remo Brindisi è stata parzialmente riaperta alla fruizione pubblica: oltre a includere un cospicuo numero
di opere dell’artista, il cui lavoro puntava alla sintesi di temi metropolitani, storico-civili e di conflittualità sociale realizzati con un
originale tratto stilistico tipicamente espressionistico, venato d’ascendenze post cubiste
e trascritto con drammatico lirismo, il museo vanta una collezione assai vasta di opere
di altri artisti nazionali e internazionali, una
notevole fototeca, l’archivio dell’artista e la
sua biblioteca; nonché un giardino dove sono collocate numerose sculture all’aperto.
La collezione comprende più di 1.000 lavori che rispecchiano le molteplici correnti
poetiche del Novecento, con esemplari di
Enrico Prampolini, Gianni Dova, Pablo Picasso, Carlo Carrà, Aldo Bergolli, Achille
Perilli, Massimo Campigli, Concetto Pozza-
147
Provincia di Ferrara
ti, Giò Pomodoro, Felice Casorati, Max
Ernst, Filippo de Pisis, Mario Sironi, Pio Semenghini, Piero Dorazio, Lucio Fontana,
Enrico Baj, Franco Angeli, Philippe Artias,
Mario Schifano, Franx Kline, Manlio Carli,
Bruno Cassinari, Getulio Aviani, Francis
Bacon, Fausto Pirandello, Pablo Picasso,
Salvatore D’Addario, Umberto Lilloni, Giacomo Balla, Luigi Bartolini, Primo Bonelli,
Giuliana De Angeli, Giorgio Celiberti, Luca
Crippa, Agenore Fabbri, Gastone Biggi, Arman, Valerio Adami, Mario Ceroli, Alberto
Savinio, Gerardo Dottori, Riccardo Licata,
Giannetto Fieschi, Alberto Burri, Tano Festa, Roberto Crippa, Osvaldo Licini, Renato Birolli, Fortunato Depero, Aldo Borgonzoni, Corrado Cagli, Giordano Pavan,
Gianfranco Ferroni, Cesare Peverelli, Yves
Klein, Gastone Breddo, Giovanni Korompay, Mauro Reggiani, Agostino Bonalumi,
Jackson Pollock, Pietro Consagra, Alexander
Calder, Giorgio de Chirico, Fabrizio Plessi,
Roberto Crippa, Giuseppe Capogrossi, Floriano Bodini, Loris Ferrari, Jim Dine, Fernando De Filippi, Primo Conti, Jean Arp,
Antonio Corpora, Raphael Perez, Lucio Del
Pezzo, Claudio Papola, Christo, Marc Chagall, Tancredi Parmeggiani, Giuseppe Ajmone, César, Alik Cavaliere, Gianni Colombo,
Ibrahim Kodra, Salvator Dalì, Salvatore Fiume, Nivio Covelli, Bruno Dossi, Arnaldo
Pomodoro, Max Ernst, Bee, Andrea Cascella, Miguel Berrocal, Oskar Kokoschka, Bruno Contenotte, Giordano Pavan, Novello
Finotti, Pericle Fazzini, Gianni Colombo,
Marcel Duchamp, Sergio Pacini, Alexander
Archipenko, Giovanni Campus, Nado Canuti, Agenore Fabbri, Bruno Contenotte,
Nino Cassani, Antonio Paradiso, Camillo
De Carolis e Miguel Berrocal.
Migliarino
L’UOMO E IL FIUME S U
titolarità: Comune di Migliarino
Darsena fluviale
piazza Pertini
44027 Migliarino (FE)
tel. 0533/649611
[email protected]
Al fine di riqualificare artisticamente il tessuto
urbano attiguo alla Darsena di Migliarino, nel
2001, è stato attuato un progetto d’arte pubblica, curato da Alfonso Panzetta e coordinato
da Mauro Mazzali e Nicola Zamboni, rispettivamente direttori dell’Accademia di Belle Arti di Bologna (cfr. pp. 109-111) e dell’Accademia di Brera di Milano. Si tratta di un intervento permanente, site specific, di 15 giovani
artisti studenti delle due istituzioni che, su
committenza dell’Amministrazione comunale,
hanno realizzato 15 elementi scultorei ispirati
al rapporto tra L’uomo e il fiume.
La valorizzazione artistica di quest’area del territorio è stata affidata a Vincenzo Astuto, Enzo Baion, Sara Bolzani, Red Cappelletti, Fausta Cerizza, Federico Civolani, Rino Garzarelli, Irene Grillone, Max Loner, Sara Maccarinelli, Gabriel Manzo, Antonello Paladino,
Marco Scifo, e Elvira Tevini.
Portomaggiore
RIDOTTO DEL TEATRO SOCIALE DELLA
CONCORDIA S E
titolarità: Comune di Portomaggiore
corso Vittorio Emanuele II
44015 Portomaggiore (FE)
tel. 0532/326258
[email protected]
Aperto su prenotazione o in occasione di mostre
temporanee che vi si svolgono in primavera
e in autunno
148
Provincia di Ferrara
Il Teatro Sociale della Concordia, inaugurato
nell’autunno 1844, sorse per volontà di una
società di facoltosi cittadini portuensi all’uopo
costituitasi. La struttura, semplice ma armoniosa, ideata dall’architetto ferrarese Giovanni
Tosi, è formata da una facciata timpanata e da
una sala teatrale di forma ellittica con palchetti disposti su tre ordini, atrio e ridotto. Chiuso
dal 1955 sino alla fine degli anni Novanta, il
teatro è stato acquisito completamente dal Comune, che ha proceduto a una serie di interventi urgenti per scongiurare la rovina definitiva del pregevole contenitore. Il restauro della
facciata e il recupero del ridotto hanno reso disponibili alcuni ambienti in cui è stata allestita
una piccola pinacoteca, in particolare in una
sala utilizzata anche per altri eventi culturali
come conferenze, concerti e presentazioni,
hanno trovato sede espositiva “dieci ritratti di
Ferraresi illustri” di Remo Brindisi (acquistati
dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara e ceduti in comodato al Comune) che creano una significativa galleria; e altre opere pittoriche contemporanee di vari autori, tra cui
Francesco Musante, Nani Tedeschi, Lucio Del
Pezzo, sono collocate in una saletta adiacente.
Negli spazi dell’atrio, a piano terra, trovano sede le mostre temporanee, soprattutto pittura e
fotografia, organizzate dai Servizi Culturali del
Comune di Portomaggiore in primavera e in
autunno.
Vallette di Ostellato
CIEL’OSTELLATO PARCO COMUNALE
DI SCULTURA CONTEMPORANEA
OSTELLATO P A
titolarità: Comune di Ostellato
Anse Vallive - Coop. Sorgeva
via Argine Mezzano, 1
44020 Ostellato (FE)
tel. 0533/680376-680376
www.comune.ostellato.fe.it/turismo/cielo.htm
Visitabile tutto l’anno, dall’alba al tramonto
Il Parco Comunale di Scultura contemporanea nasce alle Vallette di Ostellato nel
1998, attraverso diversi simposi di scultura
che animano l’ambiente lagunare del Delta
del Po anche grazie all’interazione con l’arte plastica che cresce, di anno in anno. Organizzato artisticamente da un unico curatore, Alfonso Panzetta, il parco di sculture
si può definire tematico in relazione ai soggetti commissionati dall’Amministrazione,
che ha voluto sottolineare il legame con il
vicino osservatorio richiedendo agli artisti
l’espressione visiva di soggetti offerti dal
cielo, in particolare le costellazioni e i fenomeni cosmici. Il più delle opere, tra i
sentieri del parco e quello del fiume, è realizzato attraverso le possibilità narrative del
lessico figurativo, tra volumi plastici e descrittività analitica. Gli artisti italiani coinvolti sinora nel progetto sono stati Gianni
Busso, Antonio Caselli, Elisa Corsini, Gabriele Garbolino, Valentino Morabei Gabbrielli, Enzo Sciavolino, Vannetta Cavallotti, Sergio Cervietti, Mario Gallina,
Mauro Mazzali, Sara Bolzani, Vito Quagliotti e Andrea Nicita. Un’attenzione particolare è riservata alla presenza di scultori
nati in Emilia-Romagna: vi sono opere di
Antonio Caselli, Ilario Fioravanti, Raffaele
Mondami, Maurizio Bonora, Nicola Zamboni e Serglio Zanni.
149
Provincia di Ravenna
Alfonsine
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Alfonsine
Palazzo del Comune
piazza Antonio Gramsci 1
tel. 0544/866611; fax 0544/80440
[email protected]
www.comune.alfonsine.ra.it
48011 Alfonsine (RA)
Assai esigua nel numero di opere d’arte del
Novecento e dell’attualità, la Raccolta d’arte
del Comune di Alfonsine è composta da un
dipinto figurativo a soggetto sociale di Giorgio Ruffini e da alcune testimonianze acquisite dall’espletamento, negli anni Sessanta,
del Premio di pittura d’Alfonsine e da alcune mostre temporanee tenutesi, sporadicamente, al Museo del Senio.
Bagnacavallo
CENTRO CULTURALE
“LE CAPPUCCINE” M S E A
titolarità: Comune di Bagnacavallo
via Vittorio Veneto 1/a
tel. 0545/280913-280911; fax 0545/63881
[email protected]
www.centrolecappucine.it
48012 Bagnacavallo (RA)
Aperto da ottobre a marzo, tutti i giorni dalle
10.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. Da
aprile a settembre, aperto tutti i giorni dalle
10.00 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Chiuso
il lunedì, Natale, Capodanno e Ferragosto
Inaugurato nel 1976 il Centro Culturale e
Museo Le Cappuccine, diretto da Giuseppe
Masetti, ha sede nell’ex convento d’origine
cinquecentesca, riattato nel XVIII secolo,
delle RR.MM. Capuccine di San Girolamo;
agli inizi degli anni Settanta è passato al-
l’Amministrazione comunale che vi ha destinato la Pinacoteca Storica, la Sezione di Arte
Moderna, il Gabinetto delle Stampe, la Biblioteca comunale, l’Archivio Storico Comunale e la Sezione Naturalistica.
La Sezione d’Arte Moderna e Contemporanea è costituita da circa 50 opere entrate a far
parte delle collezioni del Museo per donazione, esse sono dislocate lungo l’ala est dell’edificio e allestite per nuclei o con criteri cronologici e affinità stilistiche. Un importante corpus
di dipinti di Enzo Morelli (1896-1976) è entrato nel museo grazie alla donazione della vedova dell’artista, unitamente al suo archivio, al
suo epistolario e alla sua collezione d’arte formata da opere chiariste di Pio Semenghini e
Giuseppe Novello e da un paesaggio di Achille Funi. Nativo di Bagnacavallo, Morelli aveva
iniziato la carriera come pubblicitario, dedicandosi poi interamente alla pittura che interpretò nel segno poetico di Novecento, non trascurando ispirazioni postimpressioniste di matrice francese.
Un’altra interessante collezione del museo è
quella donata dall’ingegnere e medico faentino Vittorio Del Borgo: si tratta di sculture di
Medardo Rosso, Giacomo Manzù, Tullio Figini, Giovanni Prini, Lello Scorzelli, Mario
Rudelli, Enrico Manfrini, Ambrogio Grassi,
Augusto e Mauro Bartolotti, Pietro Melandri
e Angelo Biancini. Inoltre il museo conserva
opere di Giulio Avveduti, Luigi Arzuffi, Remo Brindisi, Fausto Cheng, Silvio Consadori,
Venanzio Crocetti, Alfredo D’Angelo, Umberto Folli, Giulio Galassi, Walter Gasperoni,
Virgilio Guidi, Pietro Lenzini, Anacleto Margotti, Claudio Neri, Giovanni Omiccioli, Nemesio Orsatti, Fortuné Pirazzini, Giuseppe
Rambelli, Mario Scorzelli, Giulio Ruffini, Elmo Sandri, Ernesto Treccani, Francesco Ver-
150
Provincia di Ravenna
licchi, Enrico Manera, Werter Morigi, Giovanni Minguzzi, Ugo Gieri, Osvaldo Piraccini, Giuseppe Bartoli, Mario Bocchini, Nevio
Bedeschi, Primo Costa, Velda Ponti, Anna
Boschi e Pietro Lenzini.
Altamente specializzato nel settore della grafica contemporanea, il Centro Culturale ha
un attrezzato Gabinetto delle Stampe, il cui
repertorio a stampa degli incisori italiani è
giunto alla IV edizione; vi sono esemplari
grafici prevalentemente d’arte regionale e nazionale, di autori che hanno anche scelto d’esprimersi artisticamente solo attraverso questa tecnica: tra i numerosi lavori si ricordano
quelli di Enrico Baj, Maria Baldan, Nevio
Bedeschi, Ilario Bellinazzi, Davide Benati,
Luciano Bertacchini, Maurizio Bonora, Dino Boschi, Arturo Caramassi, Jacopo Giugni
Dalmastri, Roberto Ciaccia, Robert Carroll,
Luca Foppiano, Emilio Greco, Luciano
Minguzzi, Walter Piacesi, Armando Pizzinato, Concetto Pozzati, Walter Sarfatti, Mario
Scarpati, Riccardo Tommasi Ferroni, Virgilio Tramontin, Giuliano Vangi, Emilio Vedova, Renzo Vespignani, Tullio Vietri, Paolo
Zauli, Roberto Barni, Giuseppe Bartolini,
Paola Collina, Giannetto Fieschi, Gino Gandini, Stefano Lopresti Luigi Mainolfi, Carol
Rama, Aligi Sassu, Renzo Sommaruga, Annamaria Stanghellini, Armando Tantillo,
Sergio Agosti, Massimo Arduini, Enzo Bellini, Giampaolo Berto, Bruno Caruso, Andrea
Corsini, Luciano Cottini, David Dalla Venezia, Vito Galfano, Ernesto Treccani, Nani
Tedeschi, Remo Wolf, Giuseppe Zigaina,
Matteo Accarino, Giuseppe Ajmone, Ugo
Attardi, Ermes Bajoni, Floriano Bodini, Andrea Chiesi, Piero Guccione, Bruno Missieri, Manuel Ortega, Roberto Rampinelli,
Giulio Ruffini, Nicola Samorì, Guido Straz-
za, Livio Stroppiana, Luigi Timoncini, Luciano De Vita e Walter Valentini.
L’attività espositiva del Centro culturale è assai intensa e può contare su spazi ampi, articolati e suggestivi. Si ricordano le mostre che
hanno indagato i materiali della Donazione
Enzo Morelli, Enzo Morelli (1896-1976):
Una collezione e un archivio d’arte; Enzo Morelli: Società per le Belle Arti ed Esposizione
Permanente; Morelli; le collettive Segni nella
Romagna degli anni ’80; Archivi dell’arte: Il
contemporaneo in Romagna; Pulsioni alla luce
della luna; Angeli; Manerafter 30; Bagnacavallo bella dentro; Nel tempo dell’adesso: Walter Benjamin tra storia, natura e artificio ed
Esserci: La volontà di crearsi non la necessità di
essere creati.
Anche l’organizzazione di eventi legati alla
grafica ha visto impegnato il Centro Culturale in mostre e presentazioni: si ricordano le
monografiche dedicate a Viviani; Dolores Sella; Ennio Calabria; Giulio Ruffini; Nani Tedeschi; Benvenuto Disertori; Leonardo Castellani; Elisa Mestroni e Luigi Bartolini; le collettive Acqua fortis: Acquaforte contemporanea
in Italia e La scuola urbinate dell’incisione;
nonché il convegno Novità presunte e novità
reali dell’incisione italiana contemporanea.
Dal 2004, il Centro Culturale Le Capuccine si
avvale di una nuova sede espositiva: la centrale chiesa del Suffragio, luogo di culto d’architettura e decorazioni barocche, costruito nel
XVII secolo dai Gesuiti e dedicato a Sant’Ignazio di Loyola, poi passato alla Confraternita del Suffragio e ora gestito dal museo, per
mostre e altri eventi. I nuovi spazi sono stati
inaugurati con la presentazione del IV volume
del Repertorio degli incisori italiani italiani nel
Gabinetto delle Stampe Antiche e Moderne del
Comune di Bagnacavallo.
151
Provincia di Ravenna
Brisighella
MUSEO CIVICO “GIUSEPPE UGONIA” M
titolarità: Comune di Brisighella
piazzetta Porta Gabalo
48013 Brisighella (RA)
tel. 0546/85777-994419; fax 0546/80295
[email protected]
www.racine.ra.it/provincia/guidamusei/provincia
sito/musei/
Aperto dal 16 ottobre al 14 aprile, sabato dalle
15.00 alle 18.30, domenica e festivi dalle 10.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Dal 15 aprile
al 15 ottobre, venerdì, sabato, domenica e festivi
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 19.30
Chiuso il 1 gennaio e a Natale
Il Museo Giuseppe Ugonia ha sede nell’ex
Palazzo della Pretura, edificato nel XIX secolo e ristrutturato nel 1981 al fine di ospitare
l’ingente donazione fatta all’Amministrazione comunale di Brisighella da Elena Ugonia
Mignini, vedova dell’artista figurativo romagnolo Giuseppe Ugonia (1881-1944). Fine
disegnatore, egli sperimentava con varie tecniche incisorie e litografiche una figurazione
legata ai temi della quotidianità e del paesaggio, espressi dal movimento italiano del primo Novecento codificato con il termine di
“strapaese”. Nel museo, che si articola su due
piani ove sono esposti anche opere e oggetti
artistici antichi, sono conservati circa 400 lavori di Ugonia, acquerelli e litografie dedicati al territorio di Brisighella; e lo studio dell’artista con il suoi strumenti come il torchio,
le pietre litografiche e alcuni colori. Il patrimonio del museo s’è arricchito ulteriormente
grazie alla donazione di Silvio Morselli, il cui
nucleo di stampe d’autori contemporanei è di
circa 1.000 esemplari, consentendo anche la
creazione di un piccolo Gabinetto delle
Stampe fruibile su richiesta.
Brisighella
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Brisighella
Palazzo Maghinardo
Municipio di Brisighella
via Naldi 2
48013 Brisighella (RA)
tel. 0546/994423-994409
[email protected]
Ubicata nell’ottocentesco Palazzo Maghinardo, la Raccolta d’arte del Comune di Brisighella si è formata soprattutto in virtù delle
mostre estemporanee provinciali del Trebbo
di pittura, giunto nel 2004 alla sua quarantacinquesima edizione, ma anche con altre
acquisizioni che hanno complessivamente
incrementato il patrimonio artistico dell’Amministrazione municipale con opere di
artisti prevalentemente di ambito romagnolo
di cui si ricordano i lavori di Virgilio Guidi,
Maceo Casadei, Nevio Bedeschi, Guido
Onofri e Pier Claudio Pantieri.
Casola Valsenio
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Casola Valsenio
Sede del Municipio
via Roma 50
48010 Comune di Casola Valsenio (Ra)
tel. 0546/73609; fax 0546/73909
[email protected]
www.comune.casolavalsenio.ra.it
Ubicata in un edificio della seconda metà del
XX secolo, la raccolta d’arte è distribuita come
arredo in vari uffici. Entrate nel patrimonio
dell’Amministrazione locale attraverso mostre
estemporanee, le opere testimoniano la cultura figurativa romagnola con i lavori di Vito
Montanari, Maceo Casadei e Guido Onofri.
152
Provincia di Ravenna
Castel Bolognese
MUSEO CIVICO M
titolare: Comune di Castel Bolognese
viale Umberto I 50
48014 Castel Bolognese (RA)
tel. 0546/50909; fax 0546/50322
[email protected]
www.comune.castelbolognese.ra.it/servizi/
Aperto tutto l’anno, prima e terza domenica di
ogni mese dalle 10.00 alle 12.00
Inaugurato nel 1999, il Museo Civico di Castel Bolognese è diviso in tre sezioni: la sezione artistica, l’archeologica e la storica.
Nella parte dedicata all’arte, con testimonianze che vanno dal XIV al XX secolo, vi
sono opere di artisti locali come Giovanni
Piancastelli, cui si deve il nucleo originario
del museo, Giuseppe Guidi, Giovanni Antonio Antolini, Cassiano Balducci, Mario Morelli, Fausto Ferlini e Angelo Biancini, scultore e fine ceramista, cui la città dedica mostre retrospettive anche negli spazi urbani.
Castel Bolognese
C.ETRA. IL PARCO
DELLA SCULTURA S E P A
titolarità: Associazione C.etra
via Sigla 328
48014 Castel Bolognese (RA)
tel. 338/8780760
[email protected]
Aperto su prenotazione durante il periodo estivo
Inaugurata nel 2002, l’Associazione culturale C.etra, diretta dallo scultore Sergio Monari, è nata con l’intento di promuovere attività
culturali e artistiche legate alla contemporaneità negli spazi contigui della galleria e del
parco artistico. Situata all’interno di una casa rurale restaurata sulle colline romagnole di
Castel Bolognese, limitrofa al bosco della
Serra, C.etra ha sinora realizzato mostre e incontri che facessero dialogare arti visive e letterarie come le collettive Lo sguardo dell’albatros e Ars captiva; e le monografiche dedicate
a Pier Paolo Calzolari, Silvano Venturi, Vittorio Mascalchi e Sergio Monari.
Nel terreno circostante è stato dato inizio al
costituendo parco artistico di scultura all’aperto con lavori di artisti contemporanei attivi nel territorio regionale come Gianni
Guidi, Sergio Monari, Graziano Spinosi,
Graziano Pompili, Sergio Zanni, Alessandra
Bonoli, Giovanni Scardovi, Paola Babini,
Mirella Salluzzo, Bruno Raspanti, Pino Mascia e Maurizio Bonora.
Cervia
RACCOLTA COMUNALE. MOSTRA
PERMANENTE DI “M. CASADEI” R A
Palazzo Comunale
piazza Garibaldi 1
48015 Cervia (RA)
tel. 0544/979330-979234-971013
[email protected]
www.comunecervia.it
Aperto dalle 7.30 alle 19.00; chiuso la domenica
Nel settecentesco e tardo barocco Palazzo
Comunale è ospitata la raccolta di opere di
Maceo Casadei (1889-1992), donazione dell’artista forlivese all’Amministrazione locale.
Si tratta di un corpus, di 24 dipinti e otto acquerelli, esposto permanentemente lungo le
pareti che portano alla Sala del Consiglio.
Epigono della tradizione figurativa ottocentesca di matrice tardo impressionista, Casa-
153
Provincia di Ravenna
dei ha realizzato paesaggi e vedute dedicati Berlino e Barcellona; Mark Kostabi & Luca
alla Romagna e alla sua costa marina, con Matti e le monografiche dedicate a Antonio
particolari richiami alla località balneare di Marchetti ed Enrico Benedetti.
Cervia.
Cervia
MAGAZZINI DEL SALE S E
titolarità: Comune di Cervia
via Nazario Sauro
48015 Cervia (RA)
Ufficio Cultura
tel. 0544/979239; fax. 0544/71498
[email protected]
www.comunecervia.it
Cervia
ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I
titolarità: Comune di Cervia
Centro Informagiovani Cervia
corso Mazzini 40
48015 Cervia (RA)
tel. 0544/979355; fax 0544/913301
[email protected]
www.racine.ra.it/impronta
A
Aperto in orari d’ufficio
Aperta in occasione di mostre dal martedì
al venerdì dalle 16.00 alle 18.00; il sabato e la
domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 15.00
alle 18.00; in altri orari su prenotazione
Nell’area del porto canale di Cervia sono
ubicati i Magazzini del Sale, struttura adibita all’attività delle antiche saline e composta
da due edifici d’età moderna: la Torre realizzata nel 1691 e la Darsena costruita nel
1712. Attualmente restaurato, il complesso è
stato destinato a centro culturale, sede espositiva e spazio per convegnistica, arricchito
nel giardino antistante dalla fontana Il tappeto sospeso ideata da Tonino Guerra e realizzata a mosaico da Marco Bravura nel 1997, in
occasione del trecentesimo anniversario della fondazione di Cervia. Le mostre d’arte
contemporanea allestite in questi spazi, alternate nel corso del tempo ad altri eventi, sono state Suggerimenti: 22 artisti per l’abbellimento dei luoghi di accoglienza turistica dell’Adriatico romagnolo; Attention, Art! Ipotesi a
confronto 1992: dipinti, sculture e installazioni di giovani autori, opere di allievi delle Accademie di Belle Arti di Urbino, Ravenna,
Rivolto a tutti i giovani, d’età compresa tra
i 14 e i 35 anni che si esprimono artisticamente nel Comune di Cervia, l’Archivio
Giovani Artisti si propone di essere primariamente un servizio che favorisce reti di
giovani, informazioni su opportunità lavorative ed occasioni espositive. L’Archivio è
costituito da una banca dati cartacea e
informatizzata, consultabile dal pubblico e
dagli operatori del settore artistico; il censimento della realtà artistica giovanile cervese
avviene per mezzo di un pubblico invito alla compilazione di una scheda on line e il
relativo invio di materiale fotografico agli
operatori dell’Archivio che, dopo un’accurata selezione dei curricula effettuata da una
commissione di esperti, inseriscono i dati e
svolgono attività informativa su formazione
e possibilità di promozione espositiva. I settori disciplinari cui l’Archivio si rivolge sono architettura, cinema, danza, design, fotografia, fumetto, grafica, illustrazione,
poesia, moda, narrativa, scenografia, pittura, mosaico, scultura, video e teatro.
154
Provincia di Ravenna
Cotignola
CASA E MUSEO LUIGI VAROLI M S E
titolarità: Comune di Cotignola
Palazzo Sforza
via Sforza 24
48010 Cotignola (RA)
tel. 0545/908811-40111; fax 0545/41282
[email protected]
www.racine.ra.it
Aperto su prenotazione
All’interno del tardo medievale Palazzo Sforza,
costruito per volere di Giovanni Attendolo nel
1376 e ricostruito nel 1961 utilizzando elementi architettonici originali, hanno sede sia il
Museo Archeologico, sia il Museo Varoli, dedicato all’artista romagnolo natio di Cotignola. Situata al primo piano, la collezione dedicata a Luigi Varoli (1889-1958) è composta da
sculture lignee, in terracotta e in cartapesta,
nonché da dipinti realizzati dal professore di
disegno, fine ceramista, esponente della corrente figurativa postimpressionista e animatore dei cenacoli artistici romagnoli del primo
dopoguerra, frequentati da artisti come Umberto Folli, Giulio Ruffini e Primo Costa. Il
museo è articolato in tre spazi che si integrano
vicendevolmente: Palazzo Sforza, Casa Varoli
e la Scuola delle Arti e del Disegno, dove Varoli ha svolto a lungo la sua attività didattica.
Le sale al piano terra di Palazzo Sforza sono sede espositiva di mostre temporanee, come Extemporanea, la rassegna di pittura estemporanea attiva da 14 anni, e il progetto Cantiere delle arti che, dal 1996, promuove l’arte contemporanea più d’avanguardia realizzando un’attività ad ampio raggio che coinvolge diversi artisti e curatori a seconda dei temi sviluppati. Si ricordano, nell’ambito della manifestazione, le
mostre dedicate a Studio Othe; Fabrizio Varesco;
Claudio Baldisserri; Gianluca Liverani per il percorso dell’immagine progettata, a Graziano
Pompili per la materialità e a Francesco Bocchini, Andrea Gustavino, Francesco Izzo, Andrea
Facco, Davide Fontanili, Andrae Galvani, Pietro Iori, Cristian Tomasi, quali nuove proposte
di un fare arte attraverso lo sviluppo delle tecniche tradizionali e delle nuove tecnologie; nonché si ricorda la collettiva Saluti da Cotignola,
dove 16 giovani artisti hanno collocato le loro
opere in diversi luoghi della cittadina per la
creazione di un percorso artistico interrelato tra
pittura, arte fotografica, installazioni, musica,
teatro e performance con protagonisti Lucia
Baldini, Cesare Baracca, Paolo Buzzi, Daniele
Casadio, Enzo Castagno, Massimiliano Fabbri,
Sabrina Foschini, Francesco Izzo, Andrea Gustavino, Massimo Modula, Andrea Salvatori,
Mauro Santini e Gloria Salvatori. Palazzo Sforza è stato anche sede espositiva decentrata della
rassegna R.A.M. (cfr. p. 166), promossa dal
Comune di Ravenna, all’interno del coordinamento regionale GA/ER.
Faenza
MUSEO INTERNAZIONALE DELLE
CERAMICHE (MIC) M S E
titolarità: Fondazione MIC
viale Baccarini 19 - via Campidori 2
48018 Faenza (RA)
tel. 0546/697311; fax 0546/27141
[email protected]
www.micfaenza.org
Aperto dal 1 novembre al 31 marzo da martedì
a venerdì, dalle 9.00 alle13.30; sabato,
domenica e festivi dalle 9.30 alle 13.00 e dalle
15.00 alle 18.00. Dal 1 aprile al 31 ottobre da
martedì a sabato dalle 9.00 alle 19.00; domenica
e festivi dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle
19.00. Chiuso il 1 gennaio, 1 maggio, 15 agosto
e 25 dicembre
155
Provincia di Ravenna
Il Museo Internazionale delle Ceramiche
con la sua collezione specializzata di più di
30.000 esemplari di ceramica e porcellana,
dalla preistoria all’attualità, si segnala a livello mondiale come il più esaustivo e ricco sull’argomento, essendo in grado di documentare l’evoluzione nel corso dei secoli
dell’arte figulina di cinque continenti.
Fondato nel 1908 da Gaetano Ballardini
in seguito a un’esposizione nelle sale dell’ex convento di San Maglorio, il museo
assumeva la sua precisa fisionomia d’ente
morale destinato alla conservazione, all’incremento e allo studio della produzione
ceramica, nazionale e straniera, attraverso
i punti delineati dallo statuto approvato
per Regio Decreto nel 1912; e si sviluppava e ampliava significativamente con acquisti e donazioni, nonché avviava la rivista scientifica “Faenza” ed istituiva un premio internazionale annuale. Nel 1976, anni in cui la direzione era di Gian Carlo
Bojani, il museo passava alla titolarità
completa dell’Amministrazione comunale
faentina per poi essere trasformato, nel
1995, in istituzione e, infine, dal 31 luglio
2001 in Fondazione partecipata e rappresentata dal Comune di Ravenna, Provincia
di Ravenna, Camera di Commercio ravennate, Banca di Romagna, Banca di Credito Cooperativo Provincia di Ravenna,
Cna, Confartigianato e Immagine Faentina. La Fondazione MIC è attualmente retta dal Presidente Dante Stefani, mentre il
museo è diretto da Jadranka Bentini, con
un Comitato Scientifico internazionale di
storici dell’arte ed esperti del settore come
Antonio Paolucci, Carmen Ravanelli Guidotti, Antoine d’Albis, Alessandro Bettagno, Chiara Guarneri, Marco Spallanzani,
Andrea Emiliani, Anna Maria Iannucci e
Marcella Vitali.
L’arte del Novecento, locale, nazionale e
internazionale, è proposta in due stanze del
museo che testimoniano la formazione della sezione della “moderna ceramica italiana
d’arte”, iniziata dal 1926 e incrementata
dal 1938, attraverso il concorso annuale, e
poi biennale e internazionale, Premio
Faenza, manufatti artistici nuovamente allestiti nel 1997 in nuova sezione contemporanea.
Nato nel momento di piena espressione
della corrente modernista fin de siècle, che
in Italia e in particolare nella nostra regione si mostrava assai ricettiva nei confronti
dei lavori d’arte applicata e decorativa, sulla scorta del movimento inglese Arts and
Crafts promosso da William Morris a metà
del XIX secolo, il museo iniziava la sua raccolta d’arte contemporanea con esemplari
prodotti dalle ceramiche faentine attive all’inizio del XX secolo e proseguendo con
opere degli artisti che, attraverso l’uso del
materiale ceramico, hanno interpretato le
correnti poetiche in continua trasformazione sino ad arrivare agli esiti internazionali
del presente, accogliendo ed esponendo, solo per citarne alcuni, i lavori dei Fratelli
Minardi, di Achille Calzi, Domenico Baccarini, Pietro Melandri, Francesco Nonni,
Riccardo Gatti, Anselmo Bucci, Angelo
Biancini, Carlo Zauli, Ivo Sassi, Aldo Rontini, Gian Battista Valentini, Alberto Mingotti, Guido Gambone, Leoncillo Leonardi, Colin Pearson, Toshio Matsui Aki,
Franz Stahler, Enrico Stropparo, Tjok Dessauvage, Michae Cleff, Ana Cecilia Hillar e
Jun Nishida.
Un ulteriore incremento di opere di grandi
156
Provincia di Ravenna
artisti del Novecento è venuto dalle donazioni della famiglia faentina Liverani, di
Gian Tomaso e del nipote Gian Filippo che
hanno lasciato al museo collezioni con importanti esemplari della storia della ceramica, dal XVI secolo alla fine del Novecento,
tra cui si ricordano opere di Aligi Sassu,
Lucio Fontana, Pablo Picasso, Jean Cocteau, César (Cesare Baldaccini), Marc Chagall, Fernand Léger, Henry Matisse, Georges Rouault, Alberto Burri, Arturo Martini, Fausto Melotti, Ugo Nespolo, Roberto
Sebastian Matta, Arman, Mattia Moreni,
Pino Castagna ed Enrico Baj. Inoltre, il
museo conserva sculture ceramiche esposte
anche all’esterno della sua sede: nel cortile
figurano opere di Pino Spagnulo, Carlo
Zauli e Franz Stahler.
Un’intensa attività promozionale ha, da
sempre, caratterizzato il museo che organizza oltre al Premio Faenza, giunto alla
sua cinquantasettesima edizione nel 2003,
esposizioni dedicate alla ceramica antica,
moderna e contemporanea, locale e internazionale con sinergici scambi tra istituti
di tutto il pianeta. Si ricorda l’attività sul
contemporaneo effettuata nel corso del
2004 dedicata a Gian Tomaso Liverani: Le
donazioni, la mostra itinerante in Europa
Cultura, ceramica ed innovazione: I cambiamenti nella ceramica europea dal 1851
ad oggi, le monografiche dedicate ad Angelo Biancini, Kurt Spurey e Nedo Merendi; nonché l’attività didattica del laboratorio “Giocare con l’arte” nata nel 1978
da un’idea di Bruno Munari e di Gian
Carlo Bojani e l’intensa programmazione
di seminari, convegni e presentazioni dedicati al settore della ceramica d’arte e di
design.
Faenza
PINACOTECA COMUNALE – GALLERIA
D’ARTE MODERNA M
titolarità: Comune di Faenza
Pinacoteca Comunale
via Santa Maria dell’Angelo 1
48018 Faenza (RA)
tel. 0546/660799; fax 0546/691679
[email protected]
dev.racine.ra.it/sistemamusei/sezioni/
Attualmente chiusa per ristrutturazione, apre su
prenotazione
La Pinacoteca Comunale di Faenza veniva istituita nel 1797, allorché l’Amministrazione
municipale acquisì il nucleo collezionistico di
Giuseppe Zauli ed iniziò ad ampliarlo con il
patrimonio artistico derivante dalle soppressioni ecclesiastiche messe in atto dalle norme
napoleoniche. Aperta al pubblico nel 1879, all’interno dell’ex convento dei Gesuiti, la Pinacoteca incrementava le sue collezioni attraverso nuove acquisizioni e donazioni confluenti
nelle due sezioni, antica e moderna, quest’ultima organizzata quell’anno da Federico Argnani anche con opere d’arte contemporanee. Nel
1969 la sezione d’arte moderna veniva trasferita in Palazzo Zauli Naldi e chiusa al pubblico
nel 1981, mentre la parte antica conservata in
Palazzo Studi è chiusa dal 1988.
Le collezioni d’arte della sezione contemporanea sono composte da numerose opere d’artisti romagnoli, testimonianze di gusto e rilievo
storico-artistico che documentano visivamente la cultura del Novecento: vi sono le ricerche
simboliste del Cenacolo Baccariniano, con le
opere di Domenico Baccarini e Odoardo Neri, poi i lavori pittorici e scultorei di Armando
Spadini, Leo Guerrini, Mario Puccini, Domenico Rambelli, Antonio Argnani, Giuseppe
157
Provincia di Ravenna
Graziosi, Marcello Dudovich, Carlo Corsi,
Giovanni Guerrini, Augusto Mussini, Felice
Carena, Lorenzo Viani, Achille Lega, Arturo
Tosi, Giovanni Romagnoli, Franco Gentilini,
Ettore Bocchini, Amleto Montevecchi, Giovanni Malmerendi, Alfredo Morini, Arturo
Martini, Giorgio Morandi, Mino Maccari,
Bruno Saetti, Giuseppe Ciardi, Giovanni Costetti, Orazio Toschi, Gianni Vagnetti, Filippo
de Pisis, Angelo Pavan, Giuseppe Cesetti,
Amerigo Bartoli Natinguerra, Mario Varagnolo, Ercole Drei e Angelo Biancini; nonché
la recente donazione di opere di Giuseppe
Tampieri. Vi si aggiunge anche il Gabinetto
dei disegni e delle stampe che conserva più di
20.000 fogli, tra cui numerosi esemplari d’arte contemporanea locale ed europea.
Per ovviare all’impossibilità della fruizione
delle opere al pubblico, causata dalla ventennale chiusura, la Pinacoteca ha organizzato
diverse mostre che hanno consentito la loro
visione: presso Palazzo delle Esposizioni sono state presentate Pittura dell’Ottocento e
Novecento nelle collezioni della Pinacoteca Comunale di Faenza; Il Museo nascosto: Arte Moderna nella Pinacoteca di Faenza; Domenico
Baccarini (1882-1995) e La Pinacoteca Civica di Faenza: restauri, recuperi ed acquisizioni
(1985-1995).
Faenza
GALLERIA COMUNALE D’ARTE S E
titolarità: Comune di Faenza
Voltone Molinella 2
tel. 0546/664555
48018 Faenza (RA)
Servizio Cultura
tel. 0546/691665; fax. 0546/691679
[email protected]
www.racine.ra.it/faenza/
Aperta in occasione di mostre, martedì, giovedì,
sabato e domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle
19.00 alle 19.00; mercoledì e venerdì dalle
16.00 alle 19.00. Chiusa il lunedì
Si tratta di una sede espositiva che il Comune
destina a mostre d’arte contemporanea organizzate da vari enti o associazioni, o dalla stessa amministrazione municipale. Recentemente riaperta dopo restauri in occasione della mostra sulla donazione di opere al MIC (cfr. pp.
154-156) del faentino Gian Tomaso Liverani,
proprietario della galleria d’arte “La salita” di
Roma, ha ospitato varie mostre, personali e
collettive, di cui si ricordano quelle dedicate a
Carla Poggi, Bruno Peinado, Mathieu Mercier
e Antonio Violetta, alla Donazione Tampieri,
alla generazione d’artisti che partecipò ai premi d’arte in Romagna negli anni Cinquanta e
Sessanta, Trentaquaranta: Una generazione alla
prova del tempo, sino alle miscele artistiche e
soniche di Good Stuff Performance.
Faenza
MUSEO CARLO ZAULI M
titolarità: Centro Carlo Zauli
via della Croce 6
48018 Faenza (RA)
tel. e fax 0546/22123
[email protected]
www.museozauli.it
Aperto da martedi a domenica dalle 9.30 alle
13.00 e dalle 15.00 alle 18.30. Chiuso il lunedì
Il museo è allestito, dal 2002, all’interno di
quello che fu il laboratorio del ceramista faentino Carlo Zauli (1926-2002) ed è gestito
dalla famiglia dell’artista in sinergia con il
Museo Internazionale delle Ceramiche (cfr.
158
Provincia di Ravenna
pp. 154-156). Le collezioni del museo sono
composte dai lavori di Zauli e ordinate in un
percorso antologico che illustra la vitalità creativa dello scultore, dall’inizio degli anni Cinquanta alla fine del Millennio, e la varietà delle sue tecniche testimoniate dagli arnesi, dai
materiali e dalle stanze di lavoro dello studiobottega, dalla cantina delle argille, alla stanza
degli smalti, dalla sala dei forni e a quella dei
rilievi. Un suggestivo museo laboratorio che
ricorda l’itinerario artistico del faentino, noto
a livello internazionale. Allievo di Anselmo
Bucci e Domenico Rambelli, egli affiancava
Angelo Biancini avviando una collaborazione
che gli valse una grande esperienza nell’arte
ceramica; nel 1950, insieme a Umberto Zannoni, Averardo Giovannini e Renato Zama,
avvia la “Nuova Cà Pirota”, in nome della famosa tradizione rinascimentale locale, ma, affrancandosi da qualsiasi rivisitazione stilistica,
inizia un’ottima carriera sensibile alle istanze
più aggiornate dell’arte astratta spazialista e
informale, che lo portano a una personale cifra artistica che esalta la forma in virtù della
materia, la cui gamma cromatica sfuma tutte
le tonalità monocrome del bianco (Bianco di
Zauli). Tale originalità tecnica ed estetica lo
condusse alla frequentazione intellettuale e alla stima di numerosi artisti come Leoncillo
Leonardi, Nanni Valentini, Enzo Brunori, Arnaldo e Giò Pomodoro, Giuseppe Spagnulo e
Lucio Fontana solo per citarne alcuni, con i
quali condivise le espressioni più geometriche
dell’Arte Concettuale.
Il Museo Carlo Zauli organizza un’attività
espositiva mirata alla valorizzazione e promozione del proprio patrimonio figulino anche attraverso l’organizzazione di mostre, collettive e
personali, come Terra viva: Scultura ceramica
negli anni Settanta, il progetto Residenza d’arti-
sta: Mathieu Mercier e avvalendosi di altre sedi
espositive come il MIC e la Galleria d’arte moderna della Molinella (cfr. scheda precedente).
Faenza
IL PRATO DELLA LUCE S U
titolarità: Comune di Faenza
Quartiere Santa Lucia
48018 Faenza (RA)
[email protected]
www.racine.ra.it/faenza
Nel quartiere Santa Lucia sta sorgendo un sito residenziale bioedilizio, realizzato nell’ambito del progetto europeo di pianificazione
urbana e regionale, che riqualifica il tessuto
cittadino più popolare di Faenza. Voluta dal
Comune, questa ricaratterizzazione si appella per l’arte contemporanea attraverso la
creazione di un rapporto estetico ed emozionale tra bioarchitettura del sito, collocato alle pendici delle colline faentine, e abitanti
grazie alle commissioni di public art ad artisti concettuali nazionali e internazionali come Hidetoshi Nagasawa, che ha ideato una
fontana per la piazza centrale, e Giuseppe
Spagnulo che ha ripensato una cabina Enel
rivestita da una corteccia naturalistica impressa nel cemento, dal poetico titolo Il prato della luce. Si tratta d’interventi artistici armonici, realizzati per la crescita ecologica
della città e la salvaguardia dell’ambiente.
Fusignano
MUSEO CIVICO SAN ROCCO COLLEZIONE
RAUL VISTOLI M
titolarità: Comune di Fusignano
via Monti 5
48010 Fusignano (RA)
tel. 0545/51621; fax 0545/50164
159
Provincia di Ravenna
Ufficio Cultura
tel. 0545/955653
[email protected]
www.comune.fusignano.ra.it
Aperto da martedì a sabato dalle 15.30
alle 18.30; i festivi dalle 10.30 alle 12.00
e dalle 15.30 alle 18.30. Chiuso il lunedì
Aperto sabato, domenica e festivi, dalle ore
15.30 alle 18.30
Ubicato in un antico edificio signorile restaurato, Il Granaio nasce nel 1990 come
centro culturale per attività artistiche interdisciplinari tra arti visive, poesia e drammaturgia. Coordinato da Paolo Trioschi, il centro ha dedicato la sua programmazione espositiva principalmente all’arte contemporanea
più attuale e alle espressioni artistiche emergenti dal settore giovanile. Si ricordano le
principali mostre relative a Mario Schifano,
Mimmo Rotella, Alberto Sughi, Attilio Gigli, Pietro Meletti, Antonio Caranti, Giovanni Gurioli, Amissao Lima, Andrea Tampieri, Lucia Baldini e Remo Brindisi; e le collettive Il lavoro nell’arte; Paesaggio: cinquanta
pittori nella Romagna del ’900 e I colori dell’incanto, centrata sull’arte naïf.
Inaugurato nel 2001, all’interno del settecentesco edificio che ospitava l’ospedale, il Museo
Civico di San Rocco è conosciuto per la sua
ricca collezione di targhe devozionali che coprono un’arco temporale che va dal XVII secolo al presente.
Oltre alla raccolta di ceramiche, nelle stanze del
piano terra, è conservato il consistente nucleo
di opere dello scultore Raul Vistoli (19151990) che rappresenta l’elemento di maggior
interesse della raccolta, numericamente esigua
e incentrata essenzialmente sulla vicenda pittorica del secondo Novecento ravennate. Donate
dagli eredi dell’artista, le sculture, alcune delle
quali di grande formato, documentano la parabola creativa di Vistoli, natio del luogo, ma fin
dal 1938 attivo a Roma, dove ha ottenuto riconoscimenti come autore di opere monumentali e di carattere religioso.
Il complesso di San Rocco ha anche spazi
destinati all’attività espositiva che, riferita al
Novecento e dopo, è collegata al Centro
Culturale Il Granaio (cfr. scheda seguente).
Fusignano
CENTRO CULTURALE “IL GRANAIO” S E
titolarità: Comune di Fusignano
piazza Corelli 16
48010 Fusignano (RA)
tel. 0545/955611; fax 0545/50164
Ufficio Cultura
tel. 0545/955653
[email protected]
www.comune.fusignano.ra.it
Lugo
RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Lugo
Palazzo del Comune
48022 Lugo di Romagna (RA)
largo Relencini 1
[email protected]
[email protected]
www.comune.lugo.ra.it
Presso la Biblioteca civica Trisi e negli uffici
dell’Amministrazione municipale sono dislocate più di 100 opere d’arte moderna e
contemporanea che andranno in futuro riunite nella costituenda Pinacoteca all’interno
della Rocca di Lugo, negli spazi che furono
destinati nel XIX secolo al mercato del pesce
e dove ora sono allestite rassegne espositive,
160
Provincia di Ravenna
spesso ordinate coinvolgendo la seconda se- plari grafici di Ilario Rossi, Giulio Ruffini e
de di Casa Rossini, come le mostre Verso la Umberto Folli.
pinacoteca comunale di Lugo e Primo Costa
(1937-1986): La pittura del silenzio.
Un primo censimento del patrimonio artistico Ravenna
lughese veniva effettuato nel 1988 da Giordano MUSEO D’ARTE DELLA CITTÀ DI RAVENNA LOGGETTA LOMBARDESCA M S E
Viroli mentre, attualmente, con il coordina- titolarità: Comune di Ravenna
mento di Daniele Serafini coadiuvato da Orlan- via di Roma 13
do Piraccini, si è giunti a una più completa 48100 Ravenna (RA)
schedatura delle opere e degli artisti: tra essi fi- tel.0544/482791-482760; fax 0544/212092
gurano molti romagnoli che si sono espressi [email protected]
poeticamente in varie direzioni, figurative e [email protected]
www.museocitta.ra.it
astratte, come Alberto Bardi, Giulio Avveduti,
Luca Argelli, Serafino Babini, Gino Croari, Pa- In inverno, aperto il martedì dalle 9.00 alle
ride Baccarini, Nevio Bedeschi, Enrico Calde- 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00; il mercoledì e
roni, Massimiliano Fabbri, Adriano Fava, Gian giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle
Ruggero Manzoni, Anacleto Margotti, Sonia 21.00; venerdì, sabato e domenica dalle 9.00
13.00. Chiuso il lunedì. In estate, da martedì
Micela, Sergio Monari, Mario Morigi, Claudio alle
a venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle
Neri, Osvaldo Piraccini, Virgilio Ricci, Giulio 18.00; sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00.
Ruffini, Giovanni Scardovi, Alberto Sughi, An- Chiuso il lunedì. Si consiglia di telefonare per
drea Tampieri, Ermanno Toschi, Luigi Varoli e variazioni di orari in occasioni di mostre
Giacomo Vespignani.
Il Museo della Città di Ravenna è situato
nel rinascimentale edificio attiguo alla chieMassa Lombarda
sa di Santa Maria in Porto ed era originaRACCOLTA COMUNALE R A
riamente adibito a sede monastica dei Catitolarità: Comune di Massa Lombarda
nonici Lateranensi Portuensi; la Loggetta
Palazzo del Municipio
Lombardesca veniva costruita, tra il 1503 e
piazza Matteotti 16
il 1518, in stile “lombardesco”, ravvisabile
48024 Massa Lombarda (RA)
Ufficio Cultura
nei capitelli, che fondeva competenze scaltel. 0545/985831; fax 0545/985837
pelline campionesi e lombarde attive, nel
[email protected]
corso del Cinquecento, a Ravenna. In sewww.comune.massalombarda.ra.it/default.htm
guito alle soppressioni ecclesiastiche ordinate dalle leggi napoleoniche, la Loggetta
Raccolta d’arte volta a documentare le era adibita a vari usi impropri, come depoespressioni figurative della cultura roma- sito per merci e caserma, sino al secolo
gnola e formata da un nucleo di opere di scorso quando, negli anni Settanta, veniva
Ettore Panighi donate all’Amministrazione destinata a sede dell’Accademia di Belle
del luogo natio; inoltre sono presenti nella Arti di Ravenna (cfr. pp. 164-165), della
stessa lavori di Giuseppina Zardi ed esem- Pinacoteca e del Museo Ornitologico di
161
Provincia di Ravenna
Scienze Naturali. Il Museo e l’Accademia
hanno una storia comune che s’intreccia sin
dal 1829, l’anno in cui la Pinacoteca veniva inaugurata come Gallerie dell’Accademia, e la loro ubicazione era all’interno della Biblioteca Classense. Dopo un’ulteriore
convivenza trentennale all’interno della
Loggetta, nel 1999, il Museo Ornitologico
e l’Accademia sono stati trasferiti in nuovi
adeguati spazi e la struttura è stata interamente adibita a sede museale ed espositiva,
opportunamente ampliata, al fine di garantire la sua attività ottimale diretta da Claudio Spadoni. Trasformata giuridicamente,
nell’autonomia e negli spazi dal 2002, l’istituzione Museo della Città di Ravenna ha
nella direzione di Spadoni la garanzia di
una profonda conoscenza delle esigenze
culturali territoriali – è stata creata, nel
2004, la nuova sezione Centro Internazionale di Documentazione sul Mosaico per
la valorizzazione della tradizione musiva
antica e moderna e di cui il museo conserva un’interessante collezione datata agli anni Cinquanta – coniugate a un’esperienza
critica nazionale e internazionale sì da fare
di Ravenna uno dei più importanti poli
culturali della nostra regione.
Le collezioni del museo, conservate da Nadia
Ceroni, si dividono in due sezioni: antica e
moderna (sino alla prima metà del ’900) e
contemporanea (dal secondo dopoguerra all’attualità). Costituitesi in seguito a donazioni, lasciti, depositi e mediante l’attività espositiva temporanea, le collezioni del Novecento e del presente del museo sono formate da
numerose opere d’arte, espressioni delle correnti artistiche più rappresentative e delle tecniche più moderne del secolo, con lavori di
artisti nazionali, internazionali e della regio-
ne, con un giusto spazio riservato anche agli
artisti romagnoli. Si ricordano, in collezione,
Felice Carena, Gustav Klimt, Domenico Baccarini, Giuseppe Rambelli, Giuseppe Ugonia, Carlo Corsi, Alfredo Muller, Alfredo
Protti, Armando Spadini, Ercole Drei, Orazio Toschi, Guido Ferroni, Arnaldo Ginna,
Luigi Varoli, Alberto Salietti, Virgilio Guidi,
Tato (Guglielmo Sansoni), Savinio Labò,
Maceo Casadei, Arnaldo Ginna, Bruno Saetti, Cafiero Tuti, Violetta Branzanti, Antonio
Rocchi, Carlo Leoni, Franco Angeli, Giancarlo Bargoni, Pinuccia Bernardoni, Alessandra Bonoli, Tommaso Cascella, Giorgio Cattani, Maurizio Cattelan, Fausto De Nisco,
Luciano Fabro, Pietro Finelli, Riccardo
Guarnieri, Francis Lansing, Francesco Martani, Graziella Minguzzi, Sergio Monari, Mimmo Paladino, Ideo Pantaleoni, Gianni Pellegrini, Bruno Pinto, Andrea Raccagni, Oliviero Rainaldi, Bruno Raspanti, Gianfranco Baruchello, Marcello Landi, Renzogallo (Lorenzo Gallo), Marco Nereo Rotelli, Monica Sarsini, Vincenzo Satta, Giandomenico Sozzi,
Vittorio Mascalchi, Stanić Stanios Josip, Antonio Violetta, Umberto Zanetti, Gilberto
Zorio, Carla Accardi, Davide Benati, Enrico
Castellani, Tano Festa, Franco Francese, Piero Manai, Titina Maselli, Ennio Morlotti,
Concetto Pozzati, Giorgio Collina, Manlio
Bacosi, Vasco Bendini, Italo Bressan, Luciano
Bartolini, Alighiero Boetti, Maurizio Bonora,
Pier Achille Cuniberti, Dadamaino, Giulio
Turcato, Emilio Villa, Franco Guerzoni, Paola Fonticoli, Gianni Gori, Mirko (Balsadella),
Piero Manzoni, Claudio Olivieri, Massimo
Pulini, Renato Novali, Dino Pedriali, Piero
Ruggieri, Germano Sartelli, Mario Schifano,
Sergio Sermidi, Guido Schlinkert, Claudio
Verna, Luigi Veronesi, Nanni Menetti, Ric-
162
Provincia di Ravenna
cardo Righini, Rosetta Berardi, Mario Nanni, Sergio Dagradi, Giulio Ruffini, Marco Samorè e Sergio Zanni; le opere contemporanee a mosaico sono state realizzate dai ravennati Romolo Papa, Renato Signorini, Antonio Rocchi, Libera Musiani, Zelo Molducci,
Sergio Cicognani, Isler Medici e Ines Morigi,
che hanno tradotto i cartoni pensati da Afro
(Oreste Balsadella), Renato Birolli, Corrado
Cagli, Antonio Corpora, Franco Gentilini,
Renato Guttuso, Mirko, Mattia Moreni, Enrico Paolucci, Mauro Reggiani, Bruno Saetti,
Rolf Sandquist, Giuseppe Santomaso, Emilio
Vedova, Massimo Campigli, Giuseppe Capogrossi, Bruno Cassinari, Marc Chagall, Mario
Deluigi e Georges Mathieu.
In aggiunta vi è la sezione grafica del museo, il Gabinetto delle Stampe, ove sono
conservati esemplari di Vittorio Guaccimanni, Giuseppe Ugonia, Francesco Nonni, Luigi Varoli, Gaspare Gambi, Luigi Bartolini, Antonio Carbonati, Tono Zancanaro, Ettore Panighi, Umberto Folli, Gaetano
Giangrandi, Giulio Ruffini, Angelo Ranzi e
Enrico Maioli.
Assai intensa, sin dagli anni Settanta, l’attività espositiva che ha consentito l’ampliamento in progress della collezione d’arte contemporanea attraverso acquisti e donazioni;
dal 2002 il disegno culturale della direzione
si sviluppa parallelamente, realizzando sia
mostre a carattere storico, sia esposizioni
monografiche dedicate a protagonisti del
Novecento e dell’attualità, allestite nell’ala
sud della Loggetta, in un percorso che si
snoda su tre piani. Si ricordano le rassegne
Arte Americana degli anni Novanta; Tutto in
scena; Frammenti di un discorso illusivo; Roberto Longhi: Da Renoir a De Staël; nonché
quelle centrate sull’attività di artisti come
Gilberto Zorio, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Piero Dorazio, Ennio Morlotti, Enrico
Castellani, Mario Schifano, Giulio Turcato,
Giosetta Fioroni, Piero Gilardi, Fabrizio
Plessi, Sandro Chia, Aldo Mondino e Alberto Giacometti. Inoltre, sono state attivate
una serie d’iniziative espositive centrate sull’arte fotografica in collaborazione con Guido Guidi dello I.U.A.V. di Venezia e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna (cfr. pp.
164-165); e una collaborazione con le Associazioni G.A.I. e CIDAC per la rassegna Gemine Muse curata da Virginia Baradel, che
promuove la nuova scena artistica nazionale
attraverso un network di 28 città italiane che
ospitano i lavori dei giovani artisti realizzati,
site specific, nei luoghi della memoria in
un’originale compenetrazione tra presente e
passato.
Il Museo della Città di Ravenna s’avvale anche della sede espositiva di Santa Maria delle Croci (cfr. scheda successiva), luogo deputato alla promozione delle espressioni artistiche più sperimentali.
Ravenna
SANTA MARIA DELLE CROCI S E m p
titolarità: Comune di Ravenna
via Guaccimanni 5/7
48100 Ravenna (RA)
tel. 0544/482054
[email protected]
[email protected]
www.museocitta.ra.it
Aperta in occasioni di mostre, dalle 10.00 alle
13.00 e dalle 17.00 alle 20.00, con variazioni
d’orario. Chiusa il lunedì
Santa Maria delle Croci era una chiesa dedicata al culto di Sant’Apollonia, ora è adibita
163
Provincia di Ravenna
a sede espositiva del Museo d’Arte della
Città Loggetta Lombardesca (cfr. scheda
precedente), che vi ha organizzato numerose
mostre riferite, in particolare, all’attività dei
giovani artisti con collettive e monografiche.
Si ricordano le rassegne Sailing to Byzantium;
Action Imageante; Art Like ed il progetto
quadriennale No border, a cura di Maria Rita Bentini, Serena Simoni e Claudio Spadoni che hanno presentato l’arte giovanile italiana e ravennate, correlata all’attualità internazionale, attraverso appuntamenti che hanno indagato, via via, i linguaggi artistici filtrati da espressioni e situazioni diverse come
il fumetto, la fotografia, la tecnologia multimediale, il nomadismo interterritoriale, gli
sconfinamenti in luoghi e “non luoghi” connessi all’esistenza umana e letti attraverso la
lente dell’antropologia culturale declinata alla critica d’arte.
In collaborazione con l’Associazione Mirada,
il Museo della Città ha ospitato in questa sede le ultime due edizioni di R.A.M. mostre
di giovani artisti ravennati, concorso a premi nato nell’ambito di gallerie private per la
promozione dei giovani artisti della città e
inserito all’interno delle manifestazioni del
Coordinamento regionale GA/ER, circuitate
anche dal G.A.I. e promosse dall’Archivio
Giovani Artisti di Ravenna (cfr. pp. 165166). In seguito a una selezione effetuata da
una giuria di critici formata da Claudio Spadoni, Sabina Ghinassi, Serena Simoni, Maria
Rita Bentini, Felice Nittolo e Gianluca Costantini, i giovani artisti vincitori espongono
le loro opere in spazi pubblici deputati, sparsi per la Provincia di Ravenna, al fine di agevolare una sempre maggior conoscenza della
sperimentazione artistica visuale locale.
Dell’attività di Santa Maria delle Croci si se-
gnalano, inoltre, le monografiche intitolate a
Giovanni Zaffagnini, Dino Pedriali, Chiara
Dynys e Marjane Satrapi.
Ravenna
CASSA DI RISPARMIO DI RAVENNA R A
titolarità: Cassa di Risparmio di Ravenna
piazza Garibaldi 6
48100 Ravenna (RA)
tel. 0544/480580
[email protected]
www.carira.it
Operativa sin dal 1847, la Cassa di Risparmio di Ravenna ha sede nello storico palazzo di piazza Garibaldi dal 1895 e ha collezionato, sin da allora, un considerevole patrimonio artistico d’opere d’arte antica, moderna e contemporanea storica, con una
particolare attenzione allo sviluppo dell’invenzione figurativa romagnola e con rare testimonianze di poetica astratta; la raccolta
d’arte del Novecento è formata da lavori di
artisti della nostra regione come Gaspare
Gambi, Luigi Varoli, Alberto Salietti, Giovanni Naglia, Antonio Mingolini, Tato (Guglielmo Sansoni), Luigi Pasquini, Ettore
Bocchini, Gianna Nardi Spada, Enrico Lama, Felice Baroni, Carlo Crispini, Alfredo
di Romagna (Alfredo Scarponi), Gino Croari, Baldo Guberti, Francesco Gurioli, Gino
Lucchi, Violetta Branzanti, Renzo Morandi,
Domenico Dalmonte, Werther Morigi, Lorenzo Givanni, Remo Brindisi, Umberto
Folli, Enzo Pasqui, Giulio Ruffini, Sante
Ghinassi, Claudio Neri, Nazzareno Cugur,
Elvio Cornacchia, Giorgio Spada, Pier
Claudio Pantieri, Carlo Polgrossi, Alfiero
Tavanti, Gianni Borta, Fiorenzo Bertoli,
Mauro Maltoni e Anna Silenzio.
164
Provincia di Ravenna
Ravenna
CENTRO DANTESCO. RACCOLTA
DEL BRONZETTO DANTESCO R A
titolarità: Frati Minori Conventuali
via Dante Alighieri 4
48100 Ravenna (RA)
tel. 0544/33667; fax 0544/218476
[email protected]
www.racine.ra.it/centrodantesco
www.centrodantesco.it/
m p
Dal 1 ottobre al 31 marzo, aperto dal martedì
alla domenica dalle 9.00 alle 12.00;
dal 1 aprile al 30 settembre, dal martedì
alla domenica, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle
15.00 alle 18.00. Chiuso il lunedì
Situato dal 1989 all’interno dell’antico
convento, attiguo alla Basilica di San Francesco e alla tomba di Dante Alghieri, il
Centro Dantesco nacque nel 1963 al fine
di mantenere viva la memoria del Poeta
con un progetto a lungo termine che favorisse lo sviluppo degli studi e la sua celebrazione attraverso le arti visive, in particolare la scultura.
Articolato in tre sezioni, biblioteca, museo
e spazi espositivi, il Centro ha un patrimonio artistico di circa 2.300 pezzi di soggetto dantesco realizzati da artisti di tutto il
mondo, il cui incremento è stato determinato dalla Biennale internazionale dantesca: concorso internazionale del bronzetto
e della piccola scultura organizzato, di volta in volta, su temi riferiti all’Alighieri. A
questa manifestazione, arrivata alla tredicesima edizione e sostenuta da una giuria internazionale di 15 membri, hanno sinora
partecipato 1.063 artisti provenienti da 27
paesi diversi: per l’Italia si ricordano opere
di Adriano Avanzolini, Mirko, Simon Benetton, Angelo Biancini, Ilario Fioravanti,
Giacomo Manzù, Quinto Ghermandi, Marino Marini, Luciano Minguzzi, Augusto
Murer, Arnaldo e Giò Pomodoro e Carlo
Zauli; molte le presenze di artisti dell’Est
europeo e del bacino mediterraneo, con testimonianze scultoree provenienti anche da
altre parti del globo.
Nel museo sono conservate anche opere
pittoriche della prima metà del Novecento:
si tratta dei bozzeti per i mai realizzati affreschi della Basilica ravennate di San Francesco, ideati nel 1920 da Adolfo de Carolis, Guido Cadorin, Carlo Wostry e Arduino Berlam; sono conservati, inoltre, alcuni
esemplari grafici di Vittorio Guaccimanni,
Alberto Martini e dello stesso de Carolis.
L’attività espositiva del Centro Dantesco è
imperniata sulla promozione di rassegne
monografiche di artisti, di cui si ricordano
le mostre di Amos Nattini, Aligi Sassu,
Giacomo Manzù, Emilio Greco e di mostre
collettive tematiche o geografiche, come
Artisti sovietici; 50 artisti italiani; Artisti
australiani; Artisti bulgari; Artisti polacchi e
Artisti romeni.
Ravenna
ACCADEMIA DI BELLE ARTI I D
titolarità: Comune di Ravenna
via dell’Industria 76
48100 Ravenna (RA)
tel. 0544/453125-455784; fax 0544/451104
[email protected]
www.accademiabellearti.ra.it
Nata “in nuce” nel 1803, l’Accademia di
Belle Arti di Ravenna è stata fondata nel
1827 e la sua storia s’intreccia strettamente
con quella del Museo d’Arte della Città (pp.
160-162), il quale a sua volta veniva conce-
165
Provincia di Ravenna
pito nel 1829 come Gallerie dell’Accademia,
fortemente volute dal Legato pontificio della città romagnola, cardinale Rivarola, che
seguì la realizzazione di tale progetto anche
da Roma, caldeggiando le eventuali donazioni provenienti dalla nobiltà ravennate e bolognese a lui intrinseca; la sede allora scelta
per esse, ma inadeguata, fu la Biblioteca
Classense dove rimasero sino agli inizi degli
anni Settanta del secolo appena passato.
L’Accademia Belle Arti di Ravenna, naturale evoluzione della settecentesca Scuola Artistica del Convitto Collegio dei Nobili,
veniva equiparata nel 1897 alle Accademie
Regie, con materie d’insegnamento sviluppate anche nella direzione di continuità
della tradizione musiva cittadina.
Nel 1936 il Comune e la Provincia di Ravenna creavano il “Consorzio per l’Accademia”, al fine di una miglior gestione della scuola e della pinacoteca: tale forma
durò a fasi alterne sino al 1974, quando
l’Accademia veniva riconosciuta a livello
statale, anche se la sua titolarità rimarrà
sempre dell’Amministrazione municipale.
Nel 1970 l’Accademia e la Pinacoteca erano trasferite alla Loggetta Lombardesca:
nel nuovo istituto venivano attivati ulteriori corsi sulle arti applicate, in particolare avveniva il potenziamento dell’insegnamento del mosaico e l’introduzione dell’oreficeria. Dal 1976 al 1983 Claudio Spadoni è stato, insieme, direttore e docente
di Storia dell’Arte dell’Accademia, in seguito la guida dell’istituto è passata all’artista Vittorio D’Augusta.
Nuovamente, Accademia e Pinacoteca, venivano giuridicamente separate per poi esserlo
anche logisticamente nel 1998, anno del trasloco dell’istituto didattico nell’attuale sede
dell’ex Albe Stainer, anche se la collaborazione
tra gli istituti continua attivamente per iniziative culturali ed esposizioni come la mostra dei
migliori talenti artistici ravennati I Magnifici
11 e Tutta testa organizzate in Santa Maria
delle Croci (cfr. pp. 162-163). Nel 2001 è stato avviato il progetto sperimentale Mosaico:
tecnica ed espressività, insegnamento universitario specialistico che rende specifica l’Accademia di Ravenna e onora la tradizione locale.
Il corpo docente attuale è formato da artisti,
storici e critici d’arte tra cui si segnalano Antonio Violetta, Marco Neri, Giovanni Gori,
Daniele Strada, Guido Guidi, Graziano Spinosi, Raniero Bittante, Giordano Viroli,
Bruno Bandini, Valerio Dehò, Alberto Cassani, oltre a D’Augusta. I docenti sono anche
i curatori di mostre temporanee dirette alla
promozione dei migliori allievi e realizzate in
sinergia con diversi istituti: gli ultimi eventi
realizzati sono La ferrovia: una linea tra due
istanti ospitato alla Stazione di Ravenna, Discoli, Architettando, in sinergia con il Museo
dell’Arredo Contemporaneo di Russi (cfr. p.
167), Tende al mare (cfr. p. 175) e Vernice
Art Fair presso la fiera d’arte di Forlì Contemporanea (cfr. pp. 179-180) e la Prima
Biennale Internazionale di Ravenna. Ravenna for Art.
Ravenna
ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A m p
titolarità: Comune di Ravenna
Assessorato Politiche Giovanili
via Massimo d’Azeglio 2
48100 Ravenna (RA)
tel. 0544/482314-482060; fax 0544/482355
[email protected]
www.comune.ravenna.it
www.racine.ra.it
166
Provincia di Ravenna
Organizzazione istituzionale che fa parte
del coordinamento regionale GA/ER e del
circuito italiano Giovani Artisti Italiani,
l’Archivio Giovani Artisti di Ravenna lavora in stretto rapporto con l’Associazione
culturale Mirada, presieduta da Elettra
Stramboulis, con la quale organizza diverse
manifestazioni rivolte alla valorizzazione e
promozione della giovane arte ravennate,
under 35, avvalendosi di un database aggiornato e svolgendo il servizio d’organizzazione di mostre; in particolare attraverso
precise connessioni con il panorama artistico europeo attuale. In tale contesto sono
state organizzate le cinque edizioni di
R.A.M. Mostre di giovani artisti ravennati, che hanno proposto al largo pubblico,
dopo un’accurata selezione, i lavori di Andrea Birgit Hess, Vincenzo Izzo, Sara Guberti, Remo Suprani, Gianluca Costantini,
Davide Reviati, Pietro Bruni, Caterina Baldassarri, Emiliano Marangoni, Giulia Ricci, Marco Paci, Leonardo Guardigli, Andrea Salvatori, Silvia Chiarini, Wladimiro
Bendandi, Francesca Proia, Giulio Guberti,
Silvia Rampelli, Francesco Izzo, Anna Visani, Greta Guberti, Angelo Mennillo,
Marco Lobietti, Mudesign, Yuri Ancarani,
Marco Antonini, Flavio Montelli, Lia Pari,
Nadia Trotta e Loretta Zaganelli. Sono state, inoltre, organizzate mostre in varie sedi
istituzionali del Comune e della Provincia,
coniugate a concerti e performance, come
Nuvole da oltre frontiera. Antologica del fumettista-giornalista Joe Sacco al Museo d’Arte della Città di Ravenna (cfr. pp. 160162), Peshawar. Opere di Chiara Dynys a
Santa Maria delle Croci (cfr. pp. 162-163),
Prova d’artista alla Sala delle Colonne di
Bagnacavallo.
Riolo Terme
ROCCA TRECENTESCA S E P A
titolarità: Comune di Riolo Terme
piazza Mazzanti 1
48025 Riolo Terme (RA)
tel. 0546/71025
Ufficio cultura
tel. 0546/77445; fax 0546/70842
[email protected]
www.racine.ra.it/rioloterme/
Aperta tutto l’anno, si visita su prenotazione
tranne in occasione di mostre temporanee
Edificata come architettura fortilizia, la Rocca
veniva ulteriormente rinforzata a metà del XV
secolo per volontà di Caterina Sforza per poi
passare, nel 1506, alla Santa Sede e in seguito
all’Amministrazione comunale. Sviluppata su
quattro livelli e con quattro torri angolari, la
Rocca è stata recentemente restaurata, recuperando il più possibile la sua struttura originaria, e destinata a sede del costituendo Museo
della Cultura Gastronomica e a spazio espositivo per mostre temporanee d’arte del Novecento e del presente. Si ricorda che nell’ultimo
anno, particolarmente dinamico, si sono svolte le mostre di Giovanni Bellettini, Mario Addis, Mirella Saluzzo e Pablo Echuarren.
L’Amministrazione municipale di Riolo si avvale anche, come sede espositiva, della rinascimentale ex chiesa di San Giovanni Battista
in via Verdi, restaurata nel 1989, dove sono
state apprestate diverse mostre temporanee,
monografiche e colletive, di cui si ricordano
quelle dedicate a Gianni Sevini, Aurelio Caruso e al concorso ravennate R.A.M. (cfr.
scheda precedente).
Nell’immediate vicinanze dell’antica cinta
muraria di Riolo è stato costruito il Parco
sotto le mura ove sono state inserite, all’interno della vegetazione, le sculture dell’arti-
167
Provincia di Ravenna
sta Giovanni Bertozzi (Gio Bert), natio di
Brisighella e residente nel comune termale.
Si tratta di una scultura monumentale e 18
altorilievi figurativi che traggono ispirazione
artistica dal volume di Leonida Costa, Le
127 giornate di Riolo, rievocazione letteraria
delle drammatiche giornate in cui la cittadina di Riolo, nel 1944-45, divenne teatro della lotta di Resistenza per oltre quattro mesi
durante la seconda guerra mondiale; un parco della memoria, quindi, che tiene viva il ricordo delle vittime del nazifascismo e del dolore di quei sanguinosi momenti.
Russi
MUSEO DELL’ARREDO CONTEMPORANEO M
titolarità: Studio Raffaello Biagetti
via SS S. Vitale 253
48026 Russi (RA)
tel. 0544/419299-3381598105;
fax 0544/416119
[email protected]
www.museoarredocontemporaneo.com
Aperto venerdì, sabato e domenica dalle 15.00
alle 20.00. Dal martedì al venerdì visite per
gruppi su prenotazione. Chiuso il lunedì
Nato nella seconda metà degli anni Ottanta per volontà di Raffaello Biagetti, il museo, diretto da Davide Ferri, si propone
d’illustrare la storia del design attraverso testimonianze e opere che hanno scandito il
dispiegare cronologico di questo fenomeno
artistico e socio culturale caratteristico del
Novecento a livello globale. La collezione
permanente, allestita con l’ausilio di esperti del settore come Giovanni Klaus Koenig,
Giuseppe Chigiotti e Filippo Alison, è
composta da 150 oggetti d’arredamento,
all’interno di una moderna struttura indu-
striale, che rappresentano l’evoluzione del
design dal 1880 al presente attraverso i
maggiori protagonisti, relazionati alla cronologia dei movimenti e degli stili della
storia dell’arte e del costume sociale. Vi sono esempi di Art Nouveau, rappresentati da
Anton Gaudì, Michael Thonet e Charles R.
Mackintosh; la Wiener Werkstätte da Joseph
Hoffmann, De Stijl da Gerrit T. Rietveld e
Keler, il Costruttivismo russo da El Lissitskij, il Bauhaus da Walter Gropius, Marcel
Breuer, Mies Van der Rohe, il Funzionalismo razionalista francese e italiano degli
anni Trenta, sfociato poi nella Decorative
Arts, da Le Corbusier (Charles-Edouard
Jeanneret), Jean Prouvè, Gio Ponti e Giuseppe Terragni, il Modernismo organico di
matrice nordica, allargato significamente a
livello europeo e intercontinentale, da Alvar Alto, Charles Eames e Gio Ponti, il made in Italy, espressione del boom economico, design industriale italiano negli anni
Sessanta e Settanta, è testimoniato da lavori di Carlo Scarpa, Gae Aulenti, Bruno Munari, Marco Zanuso, Mario Bellini, sino ad
arrivare alle idee di Ettore Sottsass e Vico
Magistretti, strettamente interrelate alle altre discipline artistiche quali la moda, la
grafica, la pittura, il cinema, l’architettura e
le arti applicate.
L’attività espositiva del museo è assai dinamica: sono state realizzate diverse mostre a
carattere monografico dedicate a designers
e artisti come Roger Kelly, Alice Guareschi,
Lisa Ponti, Mattia Battistini, Pasquale
Martini, Patrizia Piccino, Massimiliano
Fabbri, Marco Neri, Bas Meerman, Gabriele Picco e Flavio Favelli, nonché la rassegna Advento: 100 oggetti di design Tecali
Puebla Mexico.
168
Provincia di Ravenna
Russi
PINACOTECA COMUNALE E EX CHIESA
IN ALBIS M S E m p
titolarità: Comune di Russi
Rocca di Russi
piazza Farini
48026 Russi (RA)
Ufficio Cultura
tel.0544/587641; fax 0544/582237
[email protected]
www.racine.ra.it/russi/
La Rocca è aperta il sabato dalle 9.00 alle 12.00;
gli altri giorni aperta solo su prenotazione
L’ex chiesa in Albis è aperta in occasione di
mostre temporanee, tutti i giorni feriali dalle
15.30 alle 19.00; i festivi dalle 10.00 alle 13.00
La Rocca di Russi veniva originariamente
edificata nel XIV secolo, poi riattata e ulteriormente fortificata nella seconda metà del
secolo seguente per volontà di Astorgio II
Manfredi. Danneggiata da un terremoto nel
1688, la Rocca è stata restaurata e destinata
a uso culturale: all’interno vi si allineano il
Museo Archeologico e la Pinacoteca che
conserva testimonianze artistiche figurative,
legate alle esperienze romagnole più tradizionali del primo Novecento storico, di Silvio
Gordini e Cino Cantimori.
Adiacente, nella stessa piazza, sorge l’ex
chiesa di Santa Maria in Albis (o dei Battuti Bianchi), un’architettura barocca ora
adibita a sede espositiva ove si confrontano
arte antica, con opere di Guercino e Tommaso Missiroli, e arte contemporanea con
mostre di Armodio, Alessandro Tofanelli,
Nicola Samorì, Mattia Moreni, Vittorio
Mascalchi, Paolo Buzzi, Giovanni Scardovi
e Sergio Monari, Rosetta Berardi e Alessandra Bonoli, Floriano Fabbri, Aurelio Caruso, Kierkiè, Nicola Berardi; e la collettiva 6
artisti contemporanei, con lavori di Enrico
Benedetti, Piero Dosi, Umberto Giovannini, Eriz Gorini, Maria Donata Papadia e
Davide Reviati.
Ogni anno, inoltre, viene organizzata in questa sede la rassegna Mostra dei libri mai visti, concorso per libri d’artista giunto alla sua
X edizione e curato da VACA, Vari Cervelli
Associati, già gestori del Museo dell’Illustrazione di Ferrara (cfr. pp. 141-142).
169
Provincia di Forlì-Cesena
Bagno di Romagna
PALAZZO DEL CAPITANO C S E
titolarità: Comune di Bagno di Romagna
via Fiorentina 38
47021 Bagno di Romagna (FC)
tel. 0543/911037-911046; fax 0543/911026
[email protected]
www.bagnodiromagnaturismo.it
La collezione è visitabile dal lunedì al venerdì,
dalle 14.00 alle 18.00. La sede espositiva è
aperta, in occasioni di mostre, dal martedì al
venerdì dalle 16.30 alle 18.30 e dalle 20.30 alle
22.30; la domenica dalle 10.00 alle 12.00.
Chiusa il lunedì
Palazzo medievale di proprietà dei conti
Guidi di Bagno, dal 1454, il Palazzo del Capitano è stato poi sede del governo fiorentino che modificava la sua architettura con diversi riattamenti quali simboli del potere di
una lunga amministrazione, terminata nel
1923 con il passaggio del Comune di Bagno
alla Provincia forlivese. Ulteriormente ristrutturato dal Comune, tra il 1984 e il
1994, il Palazzo del Capitano è stato deputato a centro culturale e turistico: trovano luogo, all’interno, la Biblioteca, l’Archivio Storico del Comune, il Centro di Studi Storici,
il Centro Studi Valgimigliani, la Donazione
Amilcar Zannoni (1922) e alcune sale espositive. La Donazione Zannoni consiste in un
nucleo di 14 sculture in ferro regalate dallo
scultore figurativo surrealista di Bagno nel
1990, alla cittadina natia, pur essendo egli
residente da tempo in Francia.
Le sale del piano nobile sono riservate a mostre e convegni: l’attività espositiva relativa
all’arte contemporanea ha riguardato, in prevalenza, manifestazioni collettive e monografiche attinenti sia alle peculiarità culturali del
luogo, sia al territorio regionale, come le mo-
stre monografiche su Bartolomeo Balzoni,
Ugo Pasini, Alessio Atzeni e Silvano Fabiani,
Artan Shabani, Tono Zancanaro e le collettive Gli eredi dei Macchiaioli; Storie di pietra;
Stile libero under 30; ed Artisti nel paesaggio:
Aspetti e figure della pittura contemporanea
nelle vallate della Romagna.
Bertinoro
MUSEO BRUNORI M A
titolarità: Associazione Culturale Enzo Brunori
via Monticino 1435
47032 Monticino di Bertinoro (FC)
tel. 0543/448014; cell. 3483853123;
fax 0543/448014
[email protected]
www.museobrunori.com
Aperto da giugno a settembre, nei giorni
di sabato e domenica dalle 16.00 alle 20.00.
Gli altri giorni su prenotazione
Enzo Brunori (1924-1993) è stato un fervido interprete di quel passaggio artistico,
dell’immediato secondo dopoguerra, che
vide l’affermazione delle poetiche astrattiste
rispetto alle figurative. Nato a Perugia e residente a Roma, Brunori conobbe da subito
il consenso critico di Lionello Venturi, con
la definizione astratto-concreto, e di altri
importanti esegeti come Maurizio Calvesi,
Enrico Crispolti e Maurizio Fagiolo dell’Arco. Le radici figurative della sua ricerca lo
portarono a diversi passaggi sino alla scelta
definitiva di una pittura astratta densa di riferimenti naturalistici entro una cromia accesa e vibrante. Docente di pittura alle Accademie di Belle Arti di L’Aquila e Roma,
egli sviluppava una passione per Bertinoro e
in particolare per la sede che ospita le opere dopo la sua dipartita.
170
Provincia di Forlì-Cesena
Il Museo Brunori, curato privatamente da
Attilio Zammarchi, è formato dall’esposizione di circa 80 opere dell’artista e dal suo archivio, attualmente ordinato e studiato da
Enrico Crispolti; alla conservazione s’affianca un’intermittente attività di mostre, prevalentemente monografiche dedicate a scultori, come Aldo Canuti, Brunivo Buttarelli e
Giampiero Carlesso.
È previsto l’ampliamento del museo con un
giardino di sculture all’aperto, dove già si
può ammirare un lavoro di Aldo Calò.
Cesena
PINACOTECA COMUNALE. RACCOLTA
D’ARTE MODERNA M
titolarità: Comune di Cesena
via Aldini 26
47023 Cesena (FC)
tel. 0547/355727
Ufficio Cultura
tel. 0547/355722; fax 0547/355720
[email protected]
www.vista.it/pina/
Aperta tutti i giorni dalle 15.00 alle 18.00.
Chiuso il lunedì. È possibile effettuare visite su
appuntamento
Aperta al pubblico dal 1984, la Pinacoteca di
Cesena ha sede nel tardo trecentesco complesso di San Biagio, ex convento benedettino riattato da Pier Luigi Cervellati nel 1977
per essere destinato a centro culturale polivalente e polifunzionale.
Nella raccolta d’arte della Pinacoteca, il cui
patrimonio vanta opere che vanno dal XV
secolo all’attualità, sono confluiti i beni artistici passati di proprietà comunale in seguito alle soppressioni ecclesiastiche napoleoniche e i doni, i lasciti e gli acquisti fat-
ti nel corso del tempo dalla municipalità,
che allestiva una prima sala di opere visibili al pubblico all’interno della Biblioteca
Malatestiana; in seguito essa era rivista e
nuovamente ordinata, negli anni Sessanta,
grazie alla sensibilità e competenza professionale di Francesco Arcangeli, Cesare
Gnudi e Biagio Dradi Marradi.
Divisa in tre sezioni, antica, moderna e contemporanea, la Pinacoteca ospita le opere del
Novecento e del presente all’interno dell’ala
destra dell’edificio, dedicata al pittore astrattista Luigi Veronesi; e, pur conservando
un’attenzione particolare nei confronti degli
esempi dell’arte cesenate, con opere di Veronesi, Alessandro Bagioli, Giovanni Cappelli,
Jole Ambrosioni, Mario Morigi, Giordano
Severi, Fortunato Teodorani, Luciano Caldari, Tullo Golfarelli, Alberto Sughi, Osvaldo
Piraccini, e Mario Bocchini, ha ampliato la
sua raccolta anche in direzione nazionale, acquisendo la donazione Moroello Morellini,
composta di opere pittoriche, scultoree e grafiche di Claudio Astrologo, Marcello Avenali, Corrado Cagli, Antonio Cardile, Sebastiano Carta, Eliano Fantuzzi, Pericle Fazzini,
Nino Franchina, Nino Gasparri, Alberto Gerardi, Emilio Greco, Lorenzo Guerrini, Renato Guttuso, Mario Mafai, Marino Mazzacurati, Giuseppe Mazullo, Roberto Melli,
Mirko, Sante Monachesi, Luigi Montanarini,
Eraldo Mori-Cristiani, Franco Muzzi, Alberto Natali, Giovanni Omiccioli, Domenico
Purificato, Amadeo Ruggiero, Alberto Sartoris, Giulio Turcato, Antonio Vangelli, Franco
Villoresi e Amiro Yaria; ed incrementato il
patrimonio attraverso donazioni degli artisti,
seguite a mostre tenutesi nella Galleria Comunale d’Arte (vedi scheda seguente), e con
i dipinti di Adriano Bogoni.
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Provincia di Forlì-Cesena
Cesena
GALLERIA COMUNALE D’ARTE S E
titolarità: Comune di Cesena
Palazzo del Ridotto
piazza Almerici
47023 Cesena (FC)
tel. 0547/22883
Ufficio Cultura
tel. 0547/355722; fax 0547/355720
[email protected]
www.comune.cesena.fc.it
m p
Aperta in occasione di mostre temporanee
con orari variabili
Il Palazzo del Ridotto veniva edificato, su preesistenza medievale, tra il 1466 e il 1472, per
volontà del papa Paolo II che lo destinava a sede dell’autorità comunale dei Conservatori,
degli Anziani e del Consiglio municipale; riattato diverse volte nel corso dei secoli, rimangono visibili nell’edificio gli interventi sulla
torre campanaria di Cristoforo Branzanti e Sebastiano Sassi, sulla facciata di Cosimo Morelli e sul fianco occidentale di Davide Angeli; il
suo nome, Palazzo del Ridotto, deriva dalla
creazione del teatro ridotto, su desiderio della
nobiltà cesenate, in epoca neoclassica.
Dal 1970, al piano terra, ha sede la Galleria
Comunale d’Arte, sede espositiva di molte
mostre d’arte contemporanea che testimoniano l’intensa attività del centro, uno dei fulcri
di scambio delle istanze stilistiche del territorio tra cultura locale, nazionale e internazionale, anche grazie alla felice collaborazione tra
la direzione di Ario Franciosi e l’impegno critico di Claudio Spadoni. Si ricordano, ad annum, le più significative rassegne monografiche e collettive promosse dalla Galleria: Giannetto Malmerendi, Tre artisti in Romagna
(1973); Giovanni Cappelli, Luciano Caldari
(1974); Adriano Bogoni, Mario Bocchini
(1975); Reza Olia (1976); Fortunato Teodorani (1979); Mario Schifano (1980); Leonardo
Castellani (1982); Presenze - arti visive, gli artisti del premio “Fenati”, Edoer Agostini-Alberto
Biasi-Ferruccio Gard (1983); I dipinti delle collezioni cesenati (gli anni sessanta), Carmelo
Cappello, Spazio scultura - spazio citta: Sculture di Simon Benetton (1985); Daniel Bec, Giuliano Pini, Pompilio Mandelli (1986); Alberto
Sughi (1987); Massimo Pulini, Esplorazione
nella pittura cesenate degli anni Ottanta, Osvaldo Piraccini - 40 anni di pittura, Ilario Fioravanti (1988); Pier Paolo Pollini, Piero Dorazio,
Il clima dell’uomo: Opere di Ennio CalabriaEnnio di Vincenzo-Sergio Sarri-Valeriano
Trubbiani, Omar Galliani, Giannetto Malmerendi (1989); Gregorio Ravaioli, Lucio Cangini, Esplorazione nella pittura cesenate degli anni novanta, Luigi Veronesi, Achille Perilli, Marino Marini (1990); Ugo Pasini, Emilio Tadini,
Remo Bridisi, Gianni Dova (1991); Il teatro
dell’arte, Giamaica-arte a Milano-1946/1959,
Alberto Bardi (1992); Piero Ruggeri, Hermann
Albert, Ennio Morlotti, Dino Benucci, Giannetto Fieschi, Floriano Bodini (1993); Emilio
Scanavino, Mattia Moreni, Bepi Romagnoni,
Aligi Sassu (1994); Forma 1, Lo sguardo narrante, Franco Francese, Biennale d’arte romagnola. Pittura (1995); Giuseppe Guerreschi,
Susanne Vehland, Medhat Shafik (1996); Richard Hess, Paola Campidelli, Biennale d’arte
romagnola. Scultura e mosaico (1997); Libera
mente, Gesine Arps, Angelo Fabbri, Francesco
Messina (1998); Alessandro La Motta, Figurazioni al femminile tra la prima e la seconda
guerra mondiale, Ugo Nespolo, Biennale d’arte
romagnola: Pittura e forografia (1999); Luca
Piovaccari, Joe Tilson, Enrico Baj (2000); Lucio
Fontana, Digitale-progetto campionamento,
Cantiere giovani, Graziano Spinosi (2001);
172
Provincia di Forlì-Cesena
Vittorio d’Augusta, Adrian Tranquilli, Cantiere
giovani: Pittura, scultura, installazioni (2002);
Franco Pozzi / Massimo Pulini, Bruno Munari,
Enzo Brunori, Sivano Barducci (2003); Sergio
Vacchi, Mario Morigi, Officina Asia (2004).
Si deve poi sottolineare l’importanza della
Biennale d’Arte Romagnola, sostenuta dalla
Banca Popolare di Cesena, Fondazione interna della Banca Popolare dell’Emilia Romagna,
che ha sostituito il Premio Cassiano Fenati attivo dal 1960 al 1970; essa è ormai giunta alla
quarta nuova edizione, riservando l’esposizione al pubblico di un’ampia selezione di opere
di giovani artisti del territorio romagnolo, i cui
premi vanno a integrare la Raccolta d’arte della Fondazione che, con il Premio Fenati, aveva
acquisito opere di Osvaldo Piraccini, Obes
Gazza, Giovanni Cappelli, Concetto Pozzati,
Vittorio D’Augusta e Ugo Pasini.
Dal 1996 al 1999 la Direzione del Settore
cultura di Cesena si è avvalsa anche degli
spazi dell’edificio d’archeologia industriale
Padiglione ex Arrigoni, sede dello stabilimento Arrigoni nella prima metà del Novecento, dove ha ospitato le mostre collettive
Adicere Animos (1996); Officina Italia
(1997); Officina Europa (1999).
Cesena
GALLERIA COMUNALE D’ARTE
EX PESCHERIA S E
titolarità: Comune di Cesena
via Pescheria 23
47023 Cesena (FC)
tel. 0547/22472
Ufficio Cultura
tel. 0547/355722; fax 0547/355720
[email protected]
www.comune.cesena.fc.it
Aperta in occasione di mostre temporanee
All’interno del restaurato edificio, costruito nel
1767 su progetto dell’architetto Pietro Carlo
Borboni e adibito alla vendita del pesce sino agli
anni Settanta del XX secolo, è stata inaugurata
nel 1992, al termine di un lungo restauro, una
nuova sede espositiva cesenate che ha già accolto
interessanti mostre d’arte e di fotografia contemporanea, a conferma della vitalità della linea culturale del Centro San Biagio diretto da Ario
Franciosi: si ricordano in questa sede le rassegne
monografiche di Anton Roca, Roberto Nottoli,
Marina Caldari, Gianfranco Ferlisi, Graziano
Spinosi, Aristide Gattavecchia, Arnaldo Pomodoro, Nicola Cucchiaro, Francesco Somaini,
Gianfranco Giorni, Elio Carnevali, Bruto Pomodoro, Ruudt Wakers, Franco Giuli, Tanino
Sedda, Domenico Cancelli, Anny Wernert, Luciano Boschi, Gianfranco Collina, Gabriele
Gambuti, Stefania Albertini, Vittorio Brighi,
Tonino Gottarelli, Stefano Maltoni, Mario Bertozzi e Franco Palazzo; e le collettive Manzù,
Minguzzi, Fabbri; Nanni - Arno’ - Coppola – Gallo; I Poliedrici (A. Ancarani-E. Morelli-S. Saviotti-G. Trivelli); Samori’ / Buell; Officina America e
Officina Asia; nonché la rassegna pluriennale dedicata all’arte fotomeccanica Fotografi di scena
e il concorso nazionale per fotografi di scena,
giunto alla sua settima edizione, CiCiak.
Cesena
GALLERIA DI VICOLO CESUOLA S E
titolarità: Comune di Cesena
vicolo Cesuola 2/c
Ufficio Cultura
47023 Cesena (FC)
tel. 0547/356327; fax 0547/356329
[email protected]
www.comune.cesena.fc.it
Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle
16.30 alle 19.30. Chiusa il lunedì
173
Provincia di Forlì-Cesena
In pieno centro storico, lungo la recuperata via Cesuola sopra il torrente da cui
trae il nome, è stata inaugurata nell’aprile
del 2004 la nuova sede espositiva gestita
dall’Amministrazione comunale; dopo significativi interventi di riqualificazione
dell’area e dello spazioso edificio, cui si
collega l’intervento scultoreo di arte pubblica realizzato da Leonardo Lucchi, essa è
destinata ad accogliere prevalentemente
mostre di artisti che operano nel nostro
territorio.
La prima mostra è stata dedicata al pittore e poeta cesenate Walter Galli, mentre il
secondo evento ha riguardato una sezione
di lavori dello scultore Ivan Theimer, nell’ambito della rassegna continuativa Rocche e scultori contemporanei. Tale manifestazione, che ha preso avvio nel 2001
con il sostegno della Regione Emilia-Romagna, ha avuto come obiettivo la valorizzazione e la promozione della scultura
contemporanea nazionale attraverso la sua
contestualizzazione all’interno di rocche
medievali e rinascimentali sul territorio regionale, come la Fortezza medievale di
Castrocaro Terme e Terra del Sole, la Rocca Albornoziana di Forlimpopoli, la Rocca Sforzesca di Imola (cfr. p. 120), la Rocca vescovile di Bertinoro, la Rocca Sforzesca di Riolo Terme (cfr. pp. 166-167),
la Rocca Malatestiana di Cesena e il Castello di Monteleone di Roncofreddo.
Con la cura di Marisa Zattini hanno sinora esposto le loro opere Richard Hess,
Ugo Nespolo, Enrico Baj, Alberto Mingotti, Alex Pinna, Antonio Violetta, Giuseppe Maraniello, Gloria Argelés, Luigi
Mainolfi, Floriano Bodini, Bruno Ceccobelli, Massimo Ghiotti e Adriano Bimbi.
Cesena
GALLERIA DEL LOGGIATO S E
titolarità: Comune di Cesena
piazza del Popolo 15-16
tel. 0547/355727
Ufficio Cultura
tel. 0547/355722; fax 0547/355720
[email protected]
www.comune.cesena.fc.it
47023 Cesena (FC)
Aperta in occasioni di mostre temporanee, tutti i
giorni dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 20.30 alle
22.30; il sabato dalle 10.30 alle 12.30 e dalle
16.30 alle 19.00. Chiusa il giovedì
Nel 2004 è stata riattivata la sede espositiva
d’arte contemporanea e fotografica ubicata
sotto la loggia del Palazzo comunale e dedicata, in particolare, ai giovani artisti. Il palazzo
risale alla metà del XIV secolo, quando il cardinale Albornoz lo volle edificare a fianco della preesistente sede comunale. Riattato sotto il
dominio papale, nel corso del XV secolo, la
struttura architettonica veniva affrescata nel
1567 da Pietro Giacomo da Forlì e Agostino
da Cesena; il loggiato, costruito nel 1523,
ospitava inizialmente varie botteghe per il
commercio. A metà del XIX secolo il palazzo
assunse l’attuale aspetto, cui venne affiancata
anche la caserma “Oderlaffi”.
Nella Galleria del Loggiato hanno sinora esposto Luca Piccinini, Graziano Bartolini, Sabrina
Alessandroni, Hélene Spada, Claudio Irmi e
Filippo Santi.
Cesena
RACCOLTA DELLA CASSA DI RISPARMIO R A
titolarità: Cassa di Risparmio di Cesena
corso Garibaldi 18
47023 Cesena (FC)
tel. 0547/358111; fax 0547/358306
174
Provincia di Forlì-Cesena
[email protected]
www.carispcesena.it
www.fondazionecarispcesena.it
Visitabile previa prenotazione negli orari di
apertura dell’Istituto bancario
Il segmento d’arte contemporanea della
Pinacoteca della Cassa di Risparmio cesenate, complessivamente composta da sezioni d’arte antica e moderna, è interamente custodito nell’ottocentesco palazzo
che ospita la sede centrale dell’istituto
bancario. Si tratta di un patrimonio artistico collezionato per testimoniare lo sviluppo, nel corso dei secoli, della cultura
visiva figurativa nazionale e romagnola,
che per l’arte del Novecento e del presente è composto da opere di Virgilio Guidi,
Raffaele De Grada, Arturo Tosi, Giovanni
Cappelli, Osvaldo Piraccini Obes Gazza,
Luciano Caldari e Alberto Sughi.
Cesenatico
RACCOLTA D’ARTE MODERNA R A
titolarità: Comune di Cesenatico
Palazzo del Municipio
via Marino Moretti 3/5
47042 Cesenatico (FC)
Palazzo del Turismo
via Roma 112
Servizio Cultura
tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327
[email protected]
www.cesenatico.it/cultura/rarte.asp
La Raccolta d’arte del Novecento del Comune di Cesenatico è distribuita in due sedi diverse, Palazzo del Turismo e sale di
rappresentanza del Municipio, in attesa di
confluire nel futuro Museo della Città, de-
stinato all’edificio modernista di via Armellini.
Il nucleo iniziale della raccolta si è costituito con la formula dei premi acquisto derivati dal Premio Cesenatico, la cui attività
si è svolta dal 1952 al 1956, per poi proseguire, nel corso del tempo, con donazioni
dirette da parte degli artisti che si sono avvicendati nelle mostre della sede espositiva
Galleria comunale d’arte Leonardo da
Vinci di Cesenatico (cfr. scheda seguente).
La Raccolta d’arte del Novecento e del presente del Comune romagnolo è formata
prevalentemente da artisti astrattisti, informali, concettuali e figurativi, locali e regionali, con alcune presenze anche di livello
nazionale: vi sono opere pittoriche, scultoree e grafiche di Enrico Accatino, Ugo Attardi, Giuseppe Banchieri, Vasco Bendini,
Simon Benetton, Matteo Bosi, Giancarlo
Bugli, Luciano Caldari, Lucio Cangini,
Giovanni Cappelli, Bruno Cassinari, Giancarlo Cazzaniga, Mino Ceretti, Carlo Crispini, Raffaele De Grada, Giuseppe De
Gregorio, Carmine di Ruggero, Amleto
Fabbri, Dario Fo, Manlio Guberti, Giuseppe Guerreschi, Riccardo Licata, Giuseppe
Maestri, Pompilio Mandelli, Anacleto
Margotti, Bianca Maria Martelli, Gino
Meloni, Ennio Morlotti, Ugo Pasini, Enzo
Petrillo, Osvaldo Piraccini, Gianni Pisani,
Massimo Pulini, Piero Raspi, Riccardo Righini, Ilario Rossi, Giulio Ruffini, Piero
Ruggeri, Brunella Saetti, Sergio Saroni,
Cesare Scarabelli, Giordano Severi, Raimondo Sirotti, Giacomo Soffiantino, Alberto Sughi, Fortunato Teodorani, Ernesto
Treccani, Wladimiro Tulli, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro e Carmelo Zotti.
La raccolta sedimentata negli spazi del Pa-
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Provincia di Forlì-Cesena
lazzo del Turismo si è costituita a partire
dai primi anni Cinquanta attraverso le edizioni del premio per artisti promosso dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e donazioni varie. La raccolta è prevalentemente
composta da opere di grafica e di pittura,
tra cui i lavori di Pompilio Mandelli,
Osvaldo Piraccini, Riccardo Licata, Luciano Caldari, Tono Zancanaro, Ernesto Treccani, Ilario Rossi, Giulio Ruffini, Ennio
Morlotti e Bruno Cassinari.
Cesenatico
GALLERIA COMUNALE D’ARTE
“LEONARDO DA VINCI” S E
titolarità: Comune di Cesenatico
viale Anita Garibaldi 3
Servizio Cultura
47042 Cesenatico (FC)
tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327
[email protected]
www.cesenatico.it/cultura/larte/mostre.asp
Aperta tutti i giorni dalle 15.30 alle 19.30.
Chiusa il lunedì
Grande spazio espositivo sito nel pieno centro di Cesenatico, la Galleria Comunale
d’Arte si caratterizza come una “kunsthalle”
coordinata da Claudio Ceredi e Orlando Piraccini che organizzano l’attività espositiva
del centro culturale sull’alternanza di mostre
monografiche e collettive di artisti del Novecento e del presente, particolarmente legati
agli istituti museali del territorio regionale.
La Galleria ha sinora ospitato rassegne dedicate a Matteo Bosi, Massimo Pulini, Cesare
Scarabelli, Wladimiro Tulli, Tono Zancanaro, Tonina Gianca, Alan Gattamorta, Mattia
Moreni, nonché a opere provenienti da San-
ta Sofia (cfr. pp. 184-186), a Bruno Munari
e a dipinti e sculture di Remo Brindisi da Lido di Spina (cfr. pp. 146-147); e la mostra
Novecento: Maestri storici nel Museo d’arte
delle generazioni del ’900 “G. Bargellini” di
Pieve di Cento (cfr. pp. 125-128).
Cesenatico
TENDE AL MARE m a
titolarità: Comune di Cesenatico
spiaggia libera di via Andrea Costa
47042 Cesenatico (FC)
Servizio Cultura
tel. 0547/79274-79255; fax 0547/79327
[email protected]
www.comune.cesenatico.fo.it/cultura/cultura/
tende1.asp
Ogni anno, in luglio e agosto
Si tratta di una manifestazione artistica, a
cura di Claudio Ceredi e Orlando Piraccini,
volta a promuovere la potenzialità artistica
degli studenti delle Accademie di Belle Arti
in un luogo assai frequentato turisticamente
come la spiaggia. Iniziata nel 1998, la rassegna è giunta alla settima edizione: la sua formula prevede la rivisitazione dell’operato di
grandi artisti d’ogni epoca attraverso la personale interpretazione dei giovani pittori
che realizzano grandi tele dipinte. Sino ad
ora vi hanno partecipato gli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna e di Brera (cfr. pp. 164-165), cimentandosi in tende
dal tema, annualmente, sempre diverso si ricordano: Tende al mare di Dario Fo, di Tinin
Mantegazza, di Tono Zancanaro, di Lele Luzzati, nel segno di Leonardo, Omaggio a Bruno
Munari e Bagnanti d’autore: La grande pittura del Novecento.
176
Provincia di Forlì-Cesena
Forlì
PINACOTECA CIVICA - RACCOLTA D’ARTE
CONTEMPORANEA M
titolarità: Comune di Forlì
Palazzo Merenda
corso della Repubblica 72
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/712606-712609
[email protected]
www.comune.forli.fo.it/cultura/sdmuseo.asp
Aperta da martedì a sabato, dalle 9.00 alle
13.30; il martedì e il giovedì anche dalle 15.00
alle 17.30. Domenica dalle 9.00 alle 13.00.
Chiusa il lunedì
La Pinacoteca di Forlì nacque in epoca post napoleonica, tra il 1838 e il 1846, per
volontà del canonico Brunelli e del Gonfaloniere della città, Pietro Guarini; il primo
nucleo di opere sfuggite ai trafugamenti
francesi veniva esposto nelle sale del Palazzo della Missione. Nel 1922 la collezione
d’arte veniva spostata in Palazzo Merenda
dov’è tutt’ora è in attesa di essere trasferita
nei nuovi spazi, al primo piano del Complesso Monumentale del San Domenico.
Le collezioni della Pinacoteca, composte da
opere che vanno dall’età medievale al presente saranno ordinate, tra i due chiostri
della nuova residenza, in un percorso cronologico articolato in due branche: l’età
antica e moderna e l’epoca contemporanea.
La raccolta d’arte del Novecento è formata
da alcuni nuclei artistici confluiti attraverso
importanti donazioni: il marchese Raniero
Paolucci de Calboli ha lasciato lavori di
Afolfo Wildt, mentre artisti locali come Carlo Stanghellini, Maceo Casadei, Ettore Nadiani, Piero Angelini, Edgardo Zauli Saiani
e Bernardino Boifava hanno direttamente
regalato opere loro; il lascito Righini ha con-
sentito al museo di avere dipinti di Giorgio
Morandi; e Giuseppe Verzocchi donava, nel
1961, la sua importante collezione di dipinti dedicati al tema del lavoro, da lui stesso
personalmente commissionata ad artisti invitati a esprimersi sul soggetto indicato, a
partire dal 1949. Si tratta di un raro esempio
di mecenatismo che vide coinvolti 72 artisti,
figurativi, informali e astrattisti, cimentarsi
sullo stesso argomento e nello stesso formato della tela (cm 70⫻90), con l’obbligo d’inserire una metafora comune che richiamasse
l’azienda di Verzocchi e Ottavio Vittorio De
Romano: un mattone refrattario con la sigla
dei due soci d’affari. Aderirono a questo incarico Afro, Amerigo Bartoli Natinguerra,
Luigi Bartolini, Aldo Bergamini, Ugo Bernasconi, Renato Birolli, Marcello Boccacci,
Leonardo Borgese, Pompeo Borra, Giovanni
Brancaccio, Gastone Breddo, Anselmo Bucci, Guido Cadorin, Corrado Cagli, Massimo
Campigli, Domenico Cantatore,Giuseppe
Capogrossi, Felice Carena, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Felice Casorati, Bruno Cassinari,
Primo Conti, Antonio Corpora, Giorgio de
Chirico, Raffaele de Grada, Fortunato Depero, Filippo de Pisis, Francesco de Rocchi,
Antonio Donghi, Cesare Fratino, Achille
Funi, Bepi Galletti, Luciano Gaspari, Romano Gazzera, Virgilio Guidi, Cipriano Efisio
Oppo, Carlo Parmeggiani, Fausto Pirandello, Armando Pizzinato, Enrico Prampolini,
Ottone Rosai, Bruno Saetti, Alberto Salietti,
Aldo Salvadori, Giuseppe Santomaso, Aligi
Sassu, Pio Semenghini, Gino Severini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Orfeo Tamburi,
Fiorenzo Tomea, Arturo Tosi, Giulio Turcato, Gianni Vagnetti, Italo Valenti, Emilio
Vedova, Mario Velleani Marchi e Umberto
Vittorini. Inoltre, numerose opere d’arte so-
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Provincia di Forlì-Cesena
no entrate a far parte della raccolta contemporanea attraverso lo svolgimento, dal secondo dopoguerra in poi, della Biennale
d’Arte Romagnola di Forlì, del Premio
Forlì e del Premio Campigna (cfr. pp. 184186), come i lavori di Leonida Brunetti, Baldo Guberti, Pio Rossi, Maceo Casadei, Gino
Mandonesi, Carlo Dalla Zorza, Lino Bianchi Barriviera, Gianna Nardi Spada, Sonia
Micela, Pier Carlo Pantieri, Francesco Verlicchi, Umberto Folli, Giovanni Naglia, Ettore Panighi, Alberto Pacciani, Giordano Viroli, Andrea Raccagni, Claudio Neri, Carmen Silvestroni, Osvaldo Piraccini, Gino
Croari, Mauro Maltoni, Renato Degidi,
Francesco Taioli, Alfiero Tavanti, Vanni
Spazzoli, Carlo Panzavolta, Vittorio Basigli,
Sergio Saviotti, Franco Aleotti e Paola Emiliani attraverso la Biennale Romagnola; invece i lavori di Wladimir Velickovic, Piero
Ruggeri, Mario Nanni, Giulio Ruffini, Vincenzo Eulisse, Andrea Pagnacco, Sergio Sarri e Francesco Vaccarone, sono stati acquisiti con il Premio Campigna.
Forlì
ORATORIO DI SAN SEBASTIANO S E
titolarità: Comune di Forlì
piazza Guido da Montefeltro
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/21424; fax 0543/712600
[email protected]
www.comune.forli.fo.it/cultura /sansebastiano.asp
Aperto da martedì a domenica dalle ore 9.30
alle 12.30
Ubicato a fianco del Complesso Monumentale del San Domenico (cfr. scheda precedente) l’Oratorio di San Sebastiano veniva
edificato tra il il 1494 e il 1502 dall’architet-
to Pace di Maso del Bombace. Struttura architettonica con pianta a croce greca, esso riporta caratteristiche di chiara matrice brunelleschiana e albertiana che, per particolare
qualità esecutiva, hanno fatto ipotizzare l’intervento ideativo di Melozzo degli Ambrogi.
Originariamente destinato a ospitare la confraternita dei Battuti Bianchi, l’Oratorio diveniva poi sede della confraternita degli Ortolani; chiuso in età napoleonica e utilizzato
come fienile, deposito merci e officina, è stato restaurato e poi adibito a sede espositiva di
mostre d’arte contemporanea, collettive e
personali, valorizzate dallo spazio raffinato e
suggestivo. Sono state organizzate le esposizioni Homo Faber e L’Arte generosa; monografiche dedicate a Giorgio Morandi, Francesco
Messina, Massimo Sansavini, Carmen Silvestroni, Oliana Spazzoli, Leonardo Pivi, Alessandra Bonoli, Antonio Marchetti, Daniela
Carati e Fathi Hassan, Pino Pingitore, Sante
Ghinassi, Graziano Spinosi, Carlo Lorenzetti, Velda Ponti; e collettive che hanno fatto
meglio conoscere Angelo Fabbri, Maria Grazia Frattini, Jacopo Dalmastri Giugni, Lucio
Costanzi, Paolo De Angelis, Luigi Carboni,
Ascanio Renda, Massimo Pulini, Graziano
Spinosi, Pierluigi Pusole e Leonardo Santoli.
Forlì
RACCOLTA D’ARTE MODERNA
DELLA PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA R A
titolarità: Amministrazione Provinciale
di Forlì-Cesena
Provincia di Forlì-Cesena Assessorato alla Cultura
piazza Morgagni 9
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/714279-714280-714219
[email protected]
www.provincia.forlicesena.it/cultura/quadri/default.htm
178
Provincia di Forlì-Cesena
L’Amministrazione Provinciale di Forlì e Cesena ha sede in un edificio settecentesco che incorpora una piccola chiesa barocca, forse costruita su progettazione dell’architetto Giuseppe Merenda. La Raccolta d’arte contemporanea è dislocata negli uffici e nelle sale di rappresentanza del prestigioso palazzo. Costituitasi a partire dagli anni Cinquanta, dopo le prime edizioni della Biennale d’Arte Romagnola
di Forlì, attiva dal 1951 al 1979 grazie alla volontà dell’Amministrazione e all’impegno dell’artista Gianna Nardi Spada, sì è man mano
arricchita grazie a donazioni e acquisti, legati
anche al Premio Campigna (cfr. pp. 184-186),
ma soprattutto al Premio di pittura Città di
Forlì. Centrata prevalentemente sulla valorizzazione dell’arte locale del Novecento, la Raccolta è attualmente formata da circa 300 opere
di pittura, scultura e grafica figurativa che rappresentano soggetti paesistici, nature morte,
scene di genere, temi sociali e lavorativi, studi
di figura e scorci metropolitani; anche se non
manca qualche raro esempio di poetica informale. Vi sono opere di Franco Aleotti, Silvio
Albertini, Paolo Ancarani, Giorgio Antonioli,
Ugo Attardi, Giuseppe Balestra, Eugenio Barbieri, Guerrino Bardeggia, Vittorio Basigli,
Umberto Bastia, Antonietta Bellini, Elvio Bernardi, Innocente Biserni, Mario Bocchini, Demos Bonini, Aldo Borgonzoni, Leonida Brunetti, Rezio Buscaroli, Luciano Caldari, Sergio
Camporesi, Sergio Camprini, Giovanni Cappelli, Claudio Casadei, Maceo Casadei, Roberto Casadio, Lorenzo Ceregato, Renzo Codognotto, Maurizio Crescioli, Carlo Crispini,
Vittorio d’Augusta, Augusto Del Bianco, Armido Della Bartola, Paola Emiliani, Francesco
Evangelisti, Giulio Fabbri, Cesare Filippi, Luciano Filippi, Glauco Fiorini, Giovanni Forghieri, Mauro Gardelli, Obes Gazza, Antonio
Giosa, Luciano Greggi, Francesco Gurioli,
Mario Magnanelli, Mauro Maltoni, Pompilio
Mandelli, Gino Meldolesi, Sergio Manfredi,
Sigfrido Mannucci, Marco Marzocchi, Achille
Medri, Salvatore Migneco, Carlo Minelli, Fausto Minestrini, Vito Montanari, Werter Morigi, Ennio Morlotti, Marcello Muccini, Ettore
Nadiani, Gino Navacchia, Pier Claudio Pantieri, Carlo Panzavolta, Riccardo Pellicciotti,
Osvaldo Piraccini, Gianfranco Pogni, Alieto
Ragazzini, Pompeo Randi, Albino Reggiori,
Italo Riciputi, Giorgio Rinaldini, Secondo
Rossi, Paolo Ruffilli, Giulio Ruffini, Duilio
Santarini, Aligi Sassu, Sergio Saviotti, Pier
Franco Sbaragli, Luigi Servolini, Giovanni Sesto Menghi, Carmen Silvestroni, Emilio Spada, Gianna Nardi, Giorgio Spada, Alberto Sughi, Nino Tapparo, Romolo Tassinari, Vito
Tongiani, Ernesto Treccani, Irene Ugolini Zoli, Sebrino Vignuzzi, Roberto Viroli, Miro
Wladi e Sergio Zoli. Dalla raccolta sono state
selezionate diverse opere che hanno dato corpo
alla mostra itinerante Quadri in Provincia.
Forlì
MOSTRA PERMANENTE
FRANCESCO OLIVUCCI C
titolarità: Comune di Forlì
Casa Saffi
via Albicini 25
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/28999
[email protected]
Aperto dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.30
e dalle 15.30 alle 18.00. Chiuso il mese di
agosto, nelle festività e il 4 febbraio
La sede dell’esposizione permanente di opere
grafiche, centrate sui temi della Resistenza,
dell’artista figurativo forlivese Francesco Oli-
179
Provincia di Forlì-Cesena
vucci (1899-1985) è l’Istituto per la Storia
della Resistenza e dell’Età Contemporanea di
Forlì–Cesena, ospitato, a sua volta, nel palazzo natio dello scrittore politico patriota Aurelio Saffi. Allestito a seguito della donazione
effettuata dall’artista all’Amministrazione comunale, a metà degli anni Settanta, il museo
è stato compiutamente ordinato nel 1999,
l’anno in cui i 60 esemplari d’incisioni e xilografie di Olivucci sono stati collegati a un ricco itinerario didattico sulle tematiche antifasciste, della lotta partigiana e dei dolorosi anni della seconda guerra mondiale.
Forlì
PALAZZO ALBERTINI S E
titolarità: Comune di Forlì
piazza Saffi 50
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/24184
[email protected]
www.comune.forli.fo.it/cultura/albertini.asp
Aperto da martedì a domenica dalle 9.30 alle
12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Chiuso il lunedì
grande mostra sulla scultura di Adolfo Wildt e
Biblioteca dipinta, con i quadri di Miria Melandri. Nel 2003 è stata organizzata, nelle sale
del palazzo, la rassegna Dovadola invita la Romagna promossa dall’Associazione Artisti Dovadolesi e realizzata nell’ambito del quinquennale progetto di promozione degli artisti romagnoli di Forlì, Faenza, Cesena, Ravenna,
Rimini e Dovadola, le cui opere sono state anche esposte, in precedenza, nelle sale del settecentesco Oratorio di Sant’Antonio di Dovadola, luogo adibito occasionalmente a manifestazioni musicali e artistiche.
A Palazzo Albertini viene espletato il Premio
Carmen Silvestroni, giunto nel 2004 alla sua
terza edizione, volto alla valorizzazione e
promozione dei giovani artisti dell’EmiliaRomagna con meno di 35 anni. Alcuni critici di fama della regione hanno il compito
d’indicare sei artisti, le cui opere vengono selezionate da un’altra giuria rappresentativa di
autorevoli istituzioni, come il MAXXI (Museo delle Arti del XXI secolo), Accademie e
Università; quest’anno ha vinto l’artista Sissi.
L’edificio rinascimentale, eretto tra la fine del Forlì
XV e l’inizio del XVI secolo per volere degli CONTEMPORANEA FIERA D’ARTE S F
titolarità: Forlì Fiera
speziali Albertini da architetto ignoto, è sta- Quartiere Fieristico
to più volte restaurato nel rispetto dei raffi- via Punta di Ferro 2
nati materiali con cui è stato originariamen- tel. 0543/798283; fax 0543/794357
te costruito, pietra d’istria e cotto locale, e [email protected]
www.fieracontemporanea.it
dell’ordine corinzio che lo scandisce.
Attualmente sede di varie manifestazioni cul- 47100 Forlì (FC)
turali ed esposizioni temporanee, in particola- Nei giorni d’apertura, da venerdì a domenica, dalle
re fotografiche, Palazzo Albertini ha ospitato, 10.00 alle 20.00; lunedì dalle 10.00 alle 13.00
nell’ambito dell’arte contemporanea, le mostre
I colori della luce, meritevole iniziativa che ha Contemporanea è una fiera d’arte annuale,
accentrato l’attenzione sulla spiritualità inven- organizzata da Coinè srl, che oltre a offrire
tiva dei detenuti, D’Alonzo, Petrucci, Nenè, la uno spazio espositivo alle gallerie private na-
180
Provincia di Forlì-Cesena
zionali d’arte contemporanea si avvale della
consulenza di Orlando Piraccini, dell’Istituto
Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna, per l’organizzazione
di eventi espositivi collaterali. Sin dal 2000 la
fiera si è distinta per una sezione particolare
dedicata alla scultura dove, di anno in anno,
hanno esposto le loro opere artisti del territorio locale e nazionale, unitamente ad artisti
internazionali, mentre erano realizzate altre
esposizioni che hanno messo in rilievo sia il
singolo operato di artisti come Bruno Ceccobelli, Cesare Peverelli, Osvaldo Piraccini,
Giampiero Podestà, Concetto Pozzati e
Gianfranco Ferroni, o hanno dato conto dello stato d’incremento patrimoniale d’arte
contemporanea compiuto dagli istituti museali della Provincia di Forlì e Cesena; tutte
esposizioni arricchite con dibattiti e convegni
mirati alla riflessione sulle politiche culturali
adottate dalle realtà isituzionali romagnole
nei confronti della contemporaneità.
Forlì
ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A
titolarità: Comune di Forlì
Unità Operativa Giovani
via Caterina Sforza 16
47100 Forlì (FC)
tel. 0543/712382; fax 0543/712393
[email protected]
www.comune.forli.fo.it/contenuti/upg/
L’Archivio Giovani Artisti di Forlì è nato nel
1989 con l’intento di essere centro di raccolta e
informazione di dati riguardanti l’attività creativa e professionale dei giovani artisti della città
romagnola, d’età compresa tra i 18 e i 35 anni.
L’intento istituzionale è appunto la documentazione del loro lavoro, l’offerta di servizi e l’or-
ganizzazione di azioni formative e promozionali per le discipline artistiche e performative,
nei settori delle arti visuali, nella musica, moda,
teatro, danza, letteratura, design, cinema, video, grafica, illustrazione e fumetto. Collegato
al G.A.I. (Giovani Artisti Italiani) e membro
del coordinamento regionale GA/ER, l’Archivio studia anche occasioni per l’ampliamento
della conoscenza artistica dei giovani, a livello
nazionale e internazionale, attraverso eventi
espositivi che favoriscano lo scambio d’esperienze e di ricerca, tenendo conto anche degli
aspetti indotti dal collezionismo e dal mercato
attento al contemporaneo.
Forlimpopoli
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Forlimpopoli
Municipio
piazza Fratti 2
47034 Forlimpopoli (FC)
tel. 0543/749111; fax 0543/749247
Ufficio Cultura
tel. 0543/749234
[email protected]
www.comune.forlimpopoli.fc.it
La Raccolta d’arte inventariata, ma che non ha
ancora trovato una collocazione unitaria e fruibile pubblicamente, si trova negli spazi del Municipio che ha sede nella medievale Rocca. Costruita sulla preesistenza della vecchia cattedrale, nella seconda metà del XIV secolo, l’architettura fortilizia ebbe, nel corso dei secoli, diversi
proprietari e successive modificazioni strutturali; riattata nella seconda metà degli anni Settanta del Novecento, la Rocca mantiene la sua mole, a pianta quadrangolare, con le quattro torri
ai lati e il bastione d’ingresso e all’interno dell’ala nord ospita gli uffici dell’Amministrazione
181
Provincia di Forlì-Cesena
comunale, a est il Museo Archeologico e a sud il
Centro Culturale Polivalente.
Le opere d’arte del Novecento, acquisite attraverso manifestazioni indirizzate a promuovere
la cultura figurativa locale, sono composte da
alcune decine di lavori tra cui spiccano quelli
di Nevio Bedeschi, Mario Bocchini, Maceo
Casadei, Silvano Barducci e Giorgio Spada.
Gambettola
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Gambettola
Palazzo Comunale
piazza II Risorgimento 6
47035 Gambettola (FC)
tel. 0547/45338
[email protected]
www.comune.gambettola.fc.it
Nell’atrio del Palazzo Comunale di Gambettola, costruito nel 1913, sono conservate e
visibili al pubblico opere di artisti contemporanei, prevalentemente originari del luogo, i cui lavori sono stati acquisiti in seguito
a rassegne espositive; si ricordano le testimonianze visuali di Pino Pandolfini, Luciano
Canducci, Raffaele Ermeti e Pietro Severi.
Longiano
FONDAZIONE “TITO BALESTRA” M
titolarità: Fondazione “Tito Balestra” O.n.l.u.s.
Castello Malatestiano
piazza Malatestiana 1
47020 Longiano (FC)
tel. 0547/665850-665420; fax 0547/667007
[email protected]
www.romagna.net/fondazionebalestra
http://fondazione.longiano.info/
Aperta tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle
15.00 alle 19.00. Chiusa il lunedì
Riconosciuta ufficialmente nel 1989 e attiva
dal 1991, la Fondazione Tito Balestra nasce
sulla base della donazione di 2.185 opere, dipinti, sculture e grafica, effettuata dalla vedova del poeta novecentesco, Anna Maria
De Agazio, all’Amministrazione comunale
di Longiano. Esposta per la prima volta nel
1982 in una sala comunale, la collezione Balestra ha trovato sede nel Castello Malatestiano le cui origini longobarde risalgono a
prima della metà del Mille per poi divenire
residenza dei Malatesta dal 1295 al 1462 e
quindi passare di proprietà del Pontefice, che
lo concedeva in feudo ai conti Rangoni di
Modena sino al 1531; in seguito rimase alla
Chiesa per poi esserle espropriato durante il
regno napoleonico. Dopo l’Unità d’Italia, il
castello veniva restaurato e decorato, nella
Sala dell’Arengo e in quelle adiacenti, da
Giovanni Canepa e Girolamo Bellani e la sua
imponente struttura difensiva accoglieva, nel
corso della seconda guerra mondiale, gli sfollati sotto i suoi ospitali cunicoli.
Curata da Flaminio Balestra, la Fondazione
opera con l’obiettivo di studio e divulgazione
della conoscenza delle arti visuali contemporanee e il loro costante incremento, soprattutto della grafica di cui possiede un cospicuo
patrimonio, attraverso l’esposizione permanente, mostre temporanee ed eventi connessi
a donazioni e nuove acquisizioni. Il percorso
espositivo del museo si snoda sui piani del castello, dal primo al terzo, dove si trovano, divisi per sezioni, i lavori di Luciano Bartolini,
Massimo Campigli, Pietro Consagra, Filippo
de Pisis, Riccardo Francalancia, Renato Guttuso, Mino Maccari, Mario Mafai, Giacomo
Manzù, Marino Marini, Mario Sironi, Ardengo Soffici, Antonello Trombadori, Antonio Vangelli, Alberto Sughi, Ottone Rosai,
182
Provincia di Forlì-Cesena
Ennio Morlotti, Giorgio Morandi, Renzo Vespignani, Tono Zancanaro, Francisco Goya y
Lucientes, Marc Chagall, Oscar Kokoscha,
Fernand Léger, Henry Matisse, Georges
Rouault, Cy Twombly; nonché possiede
un’importante raccolta di 1.800 oli e opere
grafiche di Mino Maccari.
Al piano seminterrato si svolge l’attività espositiva temporanea della Fondazione, di cui si
ricorda la rassegna annuale d’arte, musica e
poesia Sagge sono le muse, le mostre Cuba la
isla grande: Arte società e cultura; Antonio Vangelli: Opere dal 1946 al 1997; Vanitas vanitatum, & omnia vanita: Il tema della vanità nella pittura e nella scultura italiana contemporanea; Incisioni di Mino Maccari per “Il Selvaggio” 1924-1943; Renzo Vespignani: Disegni e
incisioni all’acquaforte 1943-1983; Lalla Romano Pittura Disegni Manoscritti e Documenti, le monografiche dedicate a Ilario Fioravanti: Ottanta incisioni, Compianto sul Cristo,
Sculture Disegni incisioni 1973-1998, la grande retrospettiva sull’esperienza critica e artistica di Francesco, Gaetano e Rosalba Arcangeli e la sempre rinnovata memoria, attraveso
varie iniziative, del poeta Tito Balestra.
Orsini ove ora sono insediati alcuni uffici
dell’Amministrazione locale tra cui la Biblioteca e il Centro Culturale Polivalente, è
collocata la Raccolta d’arte del Comune formatasi attraverso le donazioni di artisti, l’espletamento del Premio Versari e l’attività
espositiva organizzata presso l’Oratorio del
Santissimo Crocefisso (cfr. scheda successiva) all’interno dell’Ospedale Vecchio. L’arte
del Novecento è rappresentata da artisti
operanti nella cultura figurativa del versante
tosco-romagnolo, con qualche presenza
emiliana, come Aldo Borgonzoni, Maceo
Casadei, Osvaldo Piraccini, Enzo Bellini,
Dino Benucci, Werter Morigi, Giorgio Spada e Ugo Pasini.
Meldola
CHIESINA DELL’EX OSPEDALE S E
titolarità: Comune di Meldola
via Cavour 60
47014 Meldola (FC)
Ufficio Cultura
tel. 0543/499411; fax 0543/490862
[email protected]
www.comune.meldola.fo.it
m p
Aperta in occasione di mostre temporanee
Meldola
RACCOLTA COMUNALE R A
titolarità: Comune di Meldola
Palazzo Comunale
piazza Felice Orsini 29
47014 Meldola (FC)
tel. 0543/499411; fax 0543/490862
[email protected]
www.comune.meldola.fo.it
La chiesina dell’ex Ospedale, conosciuta anche come Oratorio del Santissimo Crocefisso (cfr. scheda precedente), è sita all’interno dell’Ospedale Vecchio ed è gestita dall’Amministrazione comunale come sede
espositiva per mostre di pittura e fotografia
organizzate da associazioni e artisti che ne
fanno richiesta.
Nell’edificio municipale, attiguo al settecen- In questo luogo l’Accademia degli Imperfettesco Palazzo Doria Pamphili, residenza del- ti, in collaborazione con l’Assessorato alla
la casata omonima e casa natale di Felice Cultura di Meldola, organizza la mostra del
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Provincia di Forlì-Cesena
vincitore del Premio Maria Giuditta Versari, manifestazione annuale giunta alla settima edizione e rivolta alla promozione della
creatività artistica locale selezionata da critici
ed esperti; una sala dedicata ai dipinti di
Nella Versari è allestita nel Palazzo Doria
Pamphili di Meldola.
Nel corso dell’anno 2004 hanno esposto nella
chiesina gli artisti Mario Rivalta, Silvia Cimatti,
Cesare Siboni, Aldo Aprile e Lucia Gennaretti.
Modigliana
PINACOTECA COMUNALE
“SILVESTRO LEGA” M
titolarità: Comune di Modigliana
47015 Modigliana (FC)
tel.0546/941019-941431
[email protected]
www.comune.modigliana.fc.it
Aperta tutte le domeniche dalle 15.00 alle 19.00
Inaugurata nel 1999, la Pinacoteca Comunale
“Silvestro Lega” ha avuto una gestazione durata quarant’anni, ossia da quando Michele
Campana donò, nel 1959, il primo nucleo di
opere all’Amministrazione comunale affinché
si desse avvio a un museo rappresentativo dell’arte dell’Ottocento e del Novecento, d’area
tosco-emiliano romagnola, intestato al pittore
macchiaiolo originario di Modigliana. La ricerca di una struttura architettonica idonea ha
rallentato il progetto, che poi ha trovato felice
concretizzazione nelle sale del medievale Palazzo Pretorio. Sede, sin dal 1374, del Podestà e
del Pretore fiorentino, allora amministratore
del paese, l’edificio presentava caratteristiche
architettoniche gotiche, riattate nell’attuale
forma a causa dei numerosi terremoti e nel
1896 veniva ampliato lateralmente.
La collezione si compone di quattro grandi
sezioni: la prima dedicata ai dipinti di Silvestro Lega, la seconda formata dalle opere figurative, di stile postimpressionista o di tradizione “strapaese”, donate da Michele Campana, la terza propone le avanguardie del secondo dopoguerra con lavori dell’Espressionismo astratto, della Op Art e dell’Astrattismo geometrico, entrati grazie al Premio Silvestro Lega, attivo dal 1959 al 1967 e dal
1975 al 1980; e l’ultima sezione è la somma
di numerose donazioni e acquisizioni diversificate e in prevalenza riferite ad esempi artistici locali. Fanno parte della collezione d’arte del XX secolo quadri, disegni e incisioni di
Tito Livio Macrini, Gino Romiti, Giulio
Gherarducci, Romano Morando, Adelindo
Tassi, Giovan Battista Crema, Francesco
Bansi, Antonio Pietro Manca, Bruno Migliorini, Dino Sergio Chesini, Marco Guido Dal
Monte, Giovanni Molteni, Domenico Rambelli, Gino Barbieri, Domenico Baccarini,
Enrico Ludolf Verworner, Giovanni Malesci,
Krimer (Cristoforo Mercati), Vincenzo Stagnani, Engel Pierini, Eduardo Gordigiani,
Pietro Senno, Giovanni Pellis, Aldo Fortunati, Maria Baccio Bacci, Guglielmo Micheli,
Luigi Varoli, Orazio Toschi, Igino Tuniz,
Giovanni Sircana, Bruno Ricchi, Oreste Zuccoli, Umberto Cocci, Tommaso Della Volpe,
Bruno Minucci, Tarcisio Cardinali, Giorgio
Bossola, Alberto Caligiani, Giuseppe Golfieri, Eduardo Gordigiani, Anacleto Margotti,
Armando Spadini, Pietro Dossola, Carmelo
Floris, Giovanni Costetti, Giuseppe Fraschetti, Vincenzo Stagnani, Carlo Servolini,
Bruno Pruno, Nevio Bedeschi, Pier Luigi
Ponteri, Piero Ricci, Remo Gordigiani, Giovanni Gurioli, Sonia Micela, Miria Malandri,
Vincenzo Stagnani, Maceo Casadei, Gino
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Provincia di Forlì-Cesena
Mandolesi, Francesco Nonni, Riccardo
Guarnieri, Fortunato Celli, Ugo Pierotti, Rina Ferri, Giorgio Bossola, Emanuele Cappello, Vittorio Tremante, Valentino Ghiglia, Mina Angelini, Vincenzo Sommaruga, Nerino
Tassoni, Guido Codagnone, Gianna Spagna
Nardi, Alfonsina Poggialini, Carmelo Zotti,
Giovanni Fabbri, Irene Ugolini Zoli, Sergio
Sasso, Concetto Pozzati, Getulio Alviani,
Sergio Saviotti, Alfiero Tavanti, Giulio Ruffini, Romano Campagnoli, Mario Nanni, Paolo Patelli, Plinio Mesciulam, Giorgio Bellandi, Leonardo Poggiolini, Umberto Zannoni,
Giulio Turci, Sergio Cicognani, Mario Bocchini, Vincenzo Stagnani, Nevio Bedeschi,
Attilio Bragaglia, Aldo Pazzagli, Enzo Bongiovanni, Adriana Biondi, Augusto Zoboli,
Antonio Bazzotti e Piero Bertolini.
Predappio
CASA NATALE MUSSOLINI S E
titolarità: Comune di Predappio
via Varano Costa
47016 Predappio (FC)
tel. 0543/927138; fax 0543/923417
[email protected]
www.comune.predappio.fo.it
Aperta in luglio e agosto dalle 10.30 alle 12.30 e
dalle 15.00 alle 18.30; in aprile, maggio, giugno
e settembre il sabato e la domenica dalle 10.30
alle 12.30 e dalle 14.30 alle 18.00
Casa natale Mussolini è un centro espositivo
dedicato alla cultura del Novecento ubicato
nella casa in cui nacque Benito Mussolini. Si
tratta di un edificio in sasso della fine dell’Ottocento, tipica architettura popolare romagnola, restaurato recentemente e, dal
1999, attivo come sede di mostre.
Gli eventi che sono stati sinora organizzati in-
tendono approfondire la conoscenza di aspetti della vita artistica e culturale che si rifanno,
in vari modi, al ventennio mussoliniano, come le esposizioni tematiche Romagna del duce in cartolina; Città progettata; Arte per il consenso; Sport e arte; Bibendum 1900-1950: Il
gesto del bere nell’arte del Novecento e Il volo,
l’arte, il mito: Aerei, piloti e costruttori nell’arte
del primo Novecento.
Santa Sofia
GALLERIA D’ARTE CONTEMPORANEA
“VERO STOPPIONI” M m p P A
titolarità: Comune di Santa Sofia
viale Roma 5/A
47018 Santa Sofia (FC)
Centro Culturale di Santa Sofia di Romagna
tel. 0543/974551-972123-972551; fax
0543/970345
[email protected]
www.comune.santa-sofia.fo.it
Aperta da martedì a domenica, dalle 10.00 alle
12.00 e dalle 16.00 alle 19.00. In inverno, la
Galleria apre da martedì a domenica dalle 10.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 18.00
La Galleria d’Arte Contemporanea di Santa
Sofia è stata inaugurata nel 1990, sulla scorta
di un’attività artistica cresciuta nelle edizioni
annuali del Premio Campigna, nato nel
1955 per volontà dell’Amministrazione comunale e con le idee e l’inesauribile impegno
dell’insegnante Vero Stoppioni, cui è stato
dedicato il museo.
Il premio Campigna nacque nell’immediato
secondo dopoguerra, tra gli anni Cinquanta
e Sessanta, un periodo che vide la parabola
dei premi artistici locali e il farsi di interessanti esperienze culturali fra tradizione e innovazione.
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Provincia di Forlì-Cesena
Le prime edizioni della manifestazione furono prettamente locali, mentre dal 1958 al
1966 la proposta diventava di carattere
estemporaneo, con l’invito agli artisti ad eseguire i propri dipinti en plein air, all’interno
della foresta abetina di Campigna, ispirandosi a temi paesistici e ambientali. Sono gli anni
in cui la corrente figurativa neorealista sembrava prevalere su qualsiasi altra e al premio
veniva abbinata una mostra monografica che
approfondiva un percorso artistico, di volta in
volta, diverso. Ma è proprio dal ’66 che l’evento iniziava a crescere culturalmente e qualitativamente con l’arrivo di personalità del
mondo dell’arte, invitate da Stoppioni, come
Luigi Carluccio, Giuseppe Raimondi e Francesco Arcangeli; e sarà proprio quest’ultimo
ad aprire Santa Sofia alle testimonianze visive
delle ricerche artistiche più attuali del territorio, come l’informale ultimo naturalismo,
l’Astrattismo concreto e la Pop Art. Dal 1967
il concorso diventava più selettivo e l’organizzazione passava dalla libera partecipazione alla formula dell’invito ad artisti e critici affermati come Enrico Crispolti, Marco Valsecchi,
Mario De Micheli, Andrea Emiliani, Mattia
Moreni, Ennio Morlotti, Concetto Pozzati,
Lucio Saffaro, Giannetto Fieschi, Umberto
Mariani, Giovanni Korompay e Sergio Vacchi. La rassegna a tema rimaneva, comunque,
la caratteristica del Premio Campigna, unitamente alla finalità di un rapporto diretto e
osmotico tra le foreste Casentinesi e l’ispirazione artistica degli artisti invitati, nonché
l’occasione di dibattito sullo stato dell’arte
della contemporaneità. Dal 1975 sono presenti in giuria e come curatori della mostra
annuale anche Claudio Spadoni, Adriano
Baccilieri e Pier Giovanni Castagnoli che portano a Santa Sofia artisti come Franco France-
se, Fabrizio Plessi e Roberto Ruggeri. Gli anni Ottanta, contrassegnati dalla cultura postmoderna, vedono portare da Renato Barilli le
ultime ricerche figurative dei Nuovi-Nuovi,
che affiancano gli artisti di generazione precedente: il premio viene organizzato da Barilli,
Spadoni e Enzo Di Martino in un programma triennale di tre rassegne tematiche legate
ai generi artistici più tradizionali, riletti nella
chiave mobile della contemporaneità, come
l’auto/ritratto, il paesaggio e la natura morta
dove espongono Mattia Moreni, Enzo Brunori, Piero Guccione, Giosetta Fioroni, Giulio Turcato, Bruno Benuzzi, Vittorio D’Augusta e Piero Manai. Nel 1985 si avvia un
nuovo progetto triennale a soggetto, dal titolo Tempo e identità e curato da Spadoni, Baccilieri e Crispolti; nello stesso anno l’artista
Mattia Moreni, dal 1970 profondamente legato al luogo tanto da diventarne residente e
assiduamente attivo nel Premio, dona a Santa
Sofia la summa della sua ricerca artistica, La
mistura, scultura polimaterica, metafora della
totale regressione dell’essere umano e della
sua decadenza, mentre nel corso degli anni
successivi egli lascia al Comune, per la Galleria, un cospicuo numero di suoi lavori.
Le collezioni della Galleria, curate per alcuni
anni da Fabio Cavallucci e ora da Veruska
Eneidi, sono composte da opere di Eugéne
Berman, Giovanni Korompay, Arturo Bonfanti, Tino Pelloni, Giuseppe Gagliardi, Anacleto Margotti, Aldo Borgonzoni, Pompilio
Mandelli, Mattia Moreni, Andrea Raccagni,
Enzo Brunori, Germano Sartelli, Piero Ruggeri, Sergio Vacchi, Giannetto Fieschi, Franco Francese, Giovanni Cappelli, Alberto Sughi, Carlo Leoni, Francesco Somaini, Carlo
Zauli, Renata Boero, Giosetta Fioroni, Nato
Frascà, Piero Guccione, Umberto Mariani,
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Provincia di Forlì-Cesena
Irvin Petlin, Osvaldo Piraccini, Concetto
Pozzati, Lucio Saffaro, Giacomo Soffiantino,
Bruno Benuzzi, Maurizio Cosua, Vittorio
D’Augusta, Giuseppe Del Franco, Enzo
Esposito, Riccardo Lumaca, Piero Manai,
Andrea Nelli, Giorgio Pagano, Fabrizio Plessi, Cristina Roncati, Giangiacomo Spadari,
Luigi Viola; e, d’ambito romagnolo, da dipinti di Giovanni Marchini, Carlo Crispini,
Maceo Casadei, Innocente Biserni, Luciano
Greggi ed Enzo Bellini.
Renato Barilli e Claudio Spadoni segnano un
nuovo corso del Premio Campigna dal 1992,
anno in cui inizia la realizzazione del Parco di
sculture all’aperto della valle del Bidente che
parte dal centro di Santa Sofia e arriva a Capaccio, con opere d’arte ambientale quale metafora del complesso rapporto tra l’uomo e la natura. Sono intervenuti sul territorio gli artisti Nicola Carrino, Luigi Mainolfi, Eliseo Mattiacci,
Anne e Patrick Poirier, Francesco Somaini,
Mauro Staccioli e Hidetoshi Nagasawa.
Dal 2002 la cura del premio e la direzione artistica della Galleria sono di Adriano Baccilieri che ha individuato due linee di programma
triennale su cui sviluppare il premio: promozione dei giovani, in questo ambito ha organizzato la mostra dedicata agli artisti Overture Under 30, e omaggi retrospettivi a figure
artistiche significative del Novecento, cui ha
dedicato la mostra Guidi autre.
Savignano sul Rubicone
EX PESCHERIA. GALLERIA
DELL’IMMAGINE S E A m p
titolarità: Comune di Savignano sul Rubicone
corso Vendemini 51
47039 Savignano sul Rubicone (FC)
Ufficio Cultura
tel. 0541/809676
[email protected]
www.comune.savignano-sul-rubicone.fo.it
Aperto in occasione di mostre
Si tratta degli spazi ricavati dal complesso architettonico della fine del Settecento che
ospitava la Vecchia Pescheria. Recentemente
restaurati, essi sono ora adibiti a sede espositiva, nel pieno centro della cittadina, culturalmente assai attiva con la vicina Accademia
dei Filopatridi, la cui collezione d’opere
d’arte del Novecento è formata da opere di
Maceo Casadei, Rezio Buscaroli, Giovanni
Sesto, Giuseppe Manghi, Alberto Salietti,
Federico Moroni, Giannetto Malmerendi e
Antonio Saliola, e il Centro Culturale di Palazzo Vendemini.
La Galleria dell’Immagine, oltre che luogo
espositivo, è destinato a incrementare la sua attività come archivio delle immagini e biblioteca specializzata nelle arti visive, caratterizzate
con un cospicuo patrimonio della fotografia
d’autore costituitosi in seguito alle tredici edizioni di Portfolio in Piazza, organizzate dal
Comune, dal Circolo fotografico e dall’Associazione Cultura e Immagine. La manifestazione annuale, coordinata da Paola Sorbero, prevede tre giorni in cui Savignano diventa il centro della fotografia d’arte attraverso un ricco
carnet d’iniziative con letture pubbliche, tavole
rotonde, incontri su tecniche creative, presentazioni d’editoria specializzata e mostre, ospitate anche nella Galleria dell’Immagine, come la
collettiva àc-qua, la monografica di Stefano De
Luigi e il Premio Festival Foto Portfolio 2002.
La rassegna fotografica Portfolio, oltre al premio del festival, prevede altri riconoscimenti
per i fotografi le cui opere sono selezionate da
una giuria specializzata.
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Provincia di Rimini
Cattolica
GALLERIA COMUNALE SANTA CROCE S E
titolarità: Comune di Cattolica
via Pascoli 21
47841 Cattolica (RN)
tel. 0541/967802; fax 0541/967803
Centro Culturale Polivalente
tel. 0541/966603
[email protected]
www.cattolica.net/cultura
Aperta in occasione di mostre
Situata nel cuore dell’antico centro della
città, la Galleria Comunale Santa Croce è
strettamente collegata al Centro Culturale
Polivalente, realizzato su progetto di Pier
Luigi Cervellati, e adibita a sede espositiva.
Si tratta di spazi ricavati all’interno di un ex
oratorio, della fine del XVII secolo, di cui è
conservata l’originale facciata, situati accanto
all’Ospedale dei Pellegrini.
L’attività espositiva della Galleria è iniziata nel
1980, articolandosi in mostre non solo a carattere artistico, ma anche documentario degli
aspetti archeologici e ambientali del territorio.
Le manifestazioni d’arte contemporanea sono
state particolarmente volte a promuovere le
espressioni poetiche dell’area romagnolo-marchigiana, di cui il Centro detiene una Raccolta d’arte, parzialmente collocata negli uffici
della residenza municipale, cui si aggiungono
esemplari di grafica acquisiti attraverso la Prima Biennale della Grafica, svoltasi a Cattolica
nel 1984, e oggetti tratti dalla rassegna di prototipi per il design “balneare”, cui hanno partecipato architetti come Ugo La Pietra, Ugo
Liberi e Paolo Vandelli. Si ricordano in questa
sede alcune mostre degli ultimi anni dedicate
a Walter Albini, Francesco Anemoni, Fortunato Teodorani, Pietro Lenzini, Mara Verni,
Emilio Filippini, Stefano Ronci, Giovanni
Toccafondo, Sara Guberti e Stefano Tampieri
e le collettive Luogo Comune, con lavori di
Gianni Gori, Flavio Marchetti e Piero Delucca; e l’esposizione Visitati dai sogni, con opere
di Gesine Arps, Claudio Balestracci, Francesca
Carta e Davide Dall’Osso, più che mai all’insegna di una visività letteraria.
Montefiore Conca
ROCCA MALATESTIANA S E m p
titolarità: Comune di Montefiore Conca
Municipio
via Roma 3
47834 Montefiore Conca (RN)
tel. 0541/980035; fax 0541/980206
[email protected]
www. comune.montefiore-conca.rn.it
Aperta da aprile a ottobre la domenica
dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 14.30 alle 18.30;
da maggio a settembre, tutti i giorni dalle 10.00
alle 12.00 e dalle 15.00 alle 19.00; luglio
e agosto, tutti i giorni, dalle 10.00 alle 12.00
e dalle 15.30 alle 19.30
Edificata dai Malatesta a metà del XIV secolo, la Rocca fu casa natale di Galeotto Novello Malatesta; abitata anche da Sigismondo
Malatesta, nel XV secolo, essa divenne centro
vivo di espansione culturale e urbanistica del
riminese. Decaduta la dinastia malatestiana,
la Rocca passò a vari proprietari tra cui i Borgia, la Repubblica di Venezia e Costantino
Commeno, principe di Macedonia; divenne
patrimonio dello Stato Pontificio, della Repubblica Cisalpina e infine proprietà pubblica. Fortezza affrescata da Jacopo Avanzi, con
scene di battaglia e altri soggetti laici, la Rocca ha mantenuto la sua originaria struttura ed
è attualmente adibita a sede espositiva dove
188
Provincia di Rimini
sono state organizzate diverse mostre d’arte
contemporanea per i giovani artisti delle Accademie di Belle Arti del territorio, come
quella d’Urbino, l’Accademia di Belle Arti di
Bologna (cfr. pp. 109-111) e l’Accademia di
Belle Arti di Ravenna (cfr. p. 164-165). Si ricordano le esposizioni Scultura e immagine fotografica: la tridimensionalità dispiegata; Lulz
Brockhaus – Udo Grabow; Dietro
l’angolo/Beyond the edge; Frontiere; 110 e lode;
Alcaline; Ipertesi e Lune parlanti, collettiva
con presenze artistiche interdisciplinari come
Donald Baechler, Domenico Bianchi, Carlos
Ceci, Gino De Dominicis, Federico Fellini,
Emilio Tadini e Cesare Zavattini.
A Montefiore Conca si tiene il Concorso Internazionale di scultura “La Giovane Scultura” organizzato dall’Associazione Culturale
Montemaggiore Arte e presieduta dallo scultore Umberto Corsucci, giunta alla quinta edizione. Essa consiste in una selezione, esposta al
pubblico, di bozzetti di opere plastiche di giovani scultori da realizzarsi nell’area di Montemaggiore, ex cava Cesar, per incrementare il
Parco di sculture all’aperto di Montemaggiore dove, attualmente, sono presenti i lavori di
Umberto Corsucci, Ghenty Tavanhxiu, Valentino Giampaoli e, in corso di realizzazione, le
opere di Guido Pettenò e Rita Mancini.
Riccione
GALLERIA D’ARTE MODERNA DI VILLA
FRANCESCHI M S E m p
titolarità: Comune di Riccione
Comune di Riccione
47838 Riccione (RN)
viale Vittorio Emanuele II
tel. 0541/608111
[email protected]
www.villafranceschi.it
Ancora in fase di allestimento, si prevede che
l’inaugurazione della Galleria d’Arte Moderna
di Riccione sia nella nuova sede di Villa Franceschi, un villino balneare in stile Liberty costruito nei primi anni Venti dall’omonima famiglia di Bologna e, attualmente, in fase di restauro. Il nuovo istituto museale ospiterà la
Raccolta Comunale d’Arte, composta dal patrimonio artistico formatosi nella stagione dei
premi, nei due decenni successivi al secondo
dopoguerra, e dalle donazioni Franceschi e Casadei; inoltre dalla ‘Collezione Arcangeli’, di
proprietà della Raccolta d’Arte della Regione
Emilia-Romagna (cfr. pp. 96-97) dal 1973.
Saranno fruibili al pubblico dipinti, sculture,
disegni ed esemplari grafici delle poetiche figurative, in particolare della Romagna, dell’arte
contemporanea storica e attuale con lavori di
Giancarlo Balzani, Enzo Anginoni, Maceo Casadei, Roberto Sebastian Matta, Amleto Montevecchi, Franco Fiorucci, Carlo Crispini, Guido Fabbri, Guerrino Bardeggia, Giorgio Bastianelli, Nildo Breviglieri, Romano Buratti,
Walter Faraoni, Mario Magnanelli, Nello Pari,
Giacomo Pastore, Auguso Montevecchi, Armido Della Bartola, Guido Di Carlo, Aldo Astolfi, Boris Bonomi, Miksic Jusa, Rodolfo Pantaleoni, Ugo Rassati, Guido Roveri, Paolo Tommaselli, Sante Arduini, Federico Moroni, Nello Leonardi, Leonardo Castellani, Gino Mandolesi, Giovanni Omiccioli, Giò Pomodoro,
Alberto Sughi, Giulio Turci, Luigi Veronesi,
Virgilio Guidi, Vasco Bendini, Vincenzo Satta,
Sergio Vacchi, Pompilio Mandelli, Giuseppe
De Gregorio, Giovanni Romagnoli, Giulio
Ruffini, Bruno Saetti, Mattia Moreni, Ervardo
Fioravanti, Tino Repetto, Vittorio Tavernari,
Maurizio Bottarelli, Bruno Pulga, Nanni Tedeschi, Emilio Vedova, Nino Corazza, Luciano
Minguzzi, Gino Gandini, Rezio Buscaroli,
189
Provincia di Rimini
Cristina Roncati, Giovanni Poggeschi, Giovanni Korompay, Farpi Vignoli, Mario Nanni,
Andrea Raccagni, Giannetto Fieschi, Carlo
Corsi, Giovanni Ciangottini, Rosalba (Bianca
Arcangeli), Renato Birolli, Gian Franco Fasce,
Piero Ruggeri, Emilio Greco, Renzo Pasqualini, Angelo Biancini, Ennio Morlotti, Piero
Giunni, Giuseppe Gagliardi, Vittorio Mascalchi, Tino Pelloni, Severo Pozzati, Alberto Burri, Bruno Olivi, Giorgio Baratti.
L’istituto, strutturato nell’edificio in tre diverse porzioni come il torricino belvedere, la galleria e la terrazza, intende essere un servizio
culturale dinamico diretto alla sperimentazione interdisciplinare; si avvale di una rivista
mensile on line, villafranceschi.it, che è diventata sede elettronica delle iniziative culturali
contemporanee promosse sul territorio, inoltre
ha indetto il premio artistico Concorso Creolo, giunto alla seconda edizione vinta da Cristina Ballarini.
Riccione
CASTELLO DEGLI AGOLANTI S E
titolarità: Comune di Riccione
via Caprera
Museo del Territorio
47036 Riccione (RN)
tel. 0541/600113
[email protected]
www.comune.riccione.rimini.it
Aperto, in occasione di mostre, tutti i giorni dalle
15.00 alle 19.30
Realizzato nel XIII secolo dalla famiglia fiorentina in esilio degli Agolanti, il Castello divenne il nucleo centrale intorno cui si aggregava e cresceva l’antico borgo riccionese; nel corso dei secoli il Castello è rimasto di proprietà
della nobile famiglia, che aveva relazioni con i
più influenti casati d’Europa. All’inizio del
XVIII secolo il Castello passava in possesso di
altri proprietari sino alla sua distruzione, a causa di un terremoto, nel 1768; demolito e destinato a casa colonica, esso era comprato dalla famiglia Verni e ceduto all’Amministrazione
comunale di Riccione nel 1982 che, dopo
averlo restaurato, destinava il suo utilizzo al
Museo del Territorio e a sede espositiva di numerose mostre di varia natura. Tra le rassegne
che hanno toccato ultimamente l’arte del Novecento e del presente sono da citare le monografiche dedicate a Paolo Gubinelli, Massimo
Sansavini, Chiara Mongiello, Cecilia Coppola
e Pirro Cuniberti, quest’ultima parte dell’esposizione Immagine e segni: IBC: La rivista illustrata, insieme a Fotografi per i beni culturali;
altrettanto da ricordare l’encomiabile collettiva
Arte-Fatta, con opere d’arte eseguite da artisti
affetti da diversi tipi di handicap.
Riccione
MUSEO ALL’APERTO DI SCULTURE
CONTEMPORANEE S U
titolarità: Comune di Riccione
Museo del Territorio
47036 Riccione (RN)
tel. 0541/600113
[email protected]
www.comune.riccione.rn.it
Costituito nel 1995, a complemento delle
cinque edizioni della rassegna d’arte Le pietre e il mare, il sito urbano comprende opere di scultori italiani ed europei. Avviato nel
1991 con un progetto ideato da Umberto
Corsucci e Maria Grazia Zampino, il Museo
all’aperto di sculture contemporanee giungeva all’attuale configurazione in seguito all’installazione di opere scultoree nei diversi per-
190
Provincia di Rimini
corsi del tessuto urbano della città: tra i
Giardini del Centro, il Centro della Pesa e il
Parco della Resistenza. A questo intervento
di Public Art, definito “laboratorio a cielo
aperto”, hanno partecipato numerosi artisti,
tra cui Edgardo Abbozzo, Pietrantonio Arminio, Diana Baylon, Adriano Bergozza,
Nello Bocci, Giovanni Borgarello, Areia Bove Nastasescu, Federico Brook, Sestilio Burattini, Lorenzo Canducci, Maria Assunta
Carini, Massimo Chiappetta, Santo Ciconte,
Umberto Corsucci, Goran Cpajak, Luciano
Dionisi, Derek A. Fitzsimons, Augusto Gennari, Riziero Giunti, Satoshi Izumi, J. Manuel Llàcer, Tina Lupo, Giulio Marcucci,
Nelida Mnedoza, Toshihiko Minamoto,
Yousef Minawi, Gabriele Perugini, Ursel
Rippe, Loreno Sguanci, Giovanni Urbinati
Pasqualino Versari, Silvio Viola, Nicola
Zamboni e Nane Zavagno.
dall’architetto Alfonso Torreggiani; acquistato
dall’Amministrazione comunale nel 1980 la
struttura è stata riadattata e adeguata alla destinazione d’uso culturale. Adibita ad accogliere al suo interno istituti di diverse tipologie, il museo non è ancora giunto alla sua
completa ristrutturazione con un progetto
che prevede l’adeguamento dell’attigua Palazzina, edificata negli anni Trenta del XX secolo in via Cavalieri, a sede delle collezioni d’arte contemporanea e spazi espositivi specifici.
Attualmente sono fruibili al pubblico i piani
destinati alla Pinacoteca, con opere d’arte che
coprono un arco temporale che va dall’antichità alla prima metà del Novecento, dove si
ammira la sala degli autoritratti del XX secolo, la sala delle sculture di Arnaldo Pomodoro, lo spazio permanente riservato all’originalità creativa del grafico riminese Renè Gruau
(Renato Zavagli) e il lapidario romano.
La Pinacoteca, ordinata all’inizio del XX secolo all’interno dell’ex Convento di San
Francesco, aveva alcuni spazi in cui erano
Rimini
esposte opere d’arte contemporanee storiMUSEO DELLA CITTÀ. RACCOLTA D’ARTE
CONTEMPORANEA M
che: si trattava di dipinti provenienti da dotitolarità: Comune di Rimini
nazioni di artisti, quali Gino Ravaioli, Franvia L. Tonini 1
cesco Brici, e dell’acquisto di sculture di Ro47900 Rimini (RN)
meo Pazzini. Un consistente incremento del
tel. 0541/21482-22168
settore venne dalla direzione di Mario ZufDirezione Uffici
fa, a capo anche della Biblioteca Gambalunvia Cavalieri 26
tel. 0541/55414; fax 0541/28692
ga dal 1954 al 1970, che destinò fondi per
[email protected]
gli acquisti di opere provenienti dalla Bienwww.comune.rimini.it/cultura/musei/
nale del Mare, iniziata nel 1953 su tematiche marine, arricchendo il patrimonio con
Aperto dal martedì al sabato dalle 10.00 alle
lavori di Ugo Attardi, Aldo Borgonzoni,
12.30 e dalle 16.30 alle 19.30. Domenica e
Carlo Carrà, Vittorio Cavicchioni, Alberto
festivi dalle 16.30 alle 19.30
Sughi, Giulio Turcato e Ampelio TettamanIl Museo della Città di Rimini ha sede, dal ti. Un’altra spinta veniva poi dal progetto di
1990, nell’edificio settecentesco dell’ex Colle- riqualificazione urbana della città che, attragio dei Gesuiti e poi Ospedale civile, ideato verso la mostra di scultura annuale
191
Provincia di Rimini
Città/Spazio/scultura, introduceva nel tessuto cittadino opere di artisti come Giuliano
Vangi, Pietro Consagra, Pino Castagna e Alberto Viani, che ampliavano anche le collezioni del museo; e infine la raccolta si completava grazie alle numerose mostre tenutesi
nel corso degli anni attraverso i mandati direttivi di Andreina Tripponi e Pierluigi Foschi. Il patrimonio artistico contemporaneo
del Municipio è quindi cresciuto in tre direzioni: una locale, di documentazione della
cultura visiva del riminese, con un orientamento legato alla tradizione figurativa naturalistica, una nazionale che mostra una città
aperta e curiosa alle sperimentazioni astratte
e concettuali che hanno fatto una parte importante della storia dell’arte del Novecento
e l’ultima propone artisti riminesi che hanno aderito al linguaggio delle avanguardie,
entrando a far parte del circuito internazionale, come Vittorio D’Augusta. Diviso tra
depositi e uffici, in attesa dell’apertura della
sezione contemporanea alla Palazzina, tale
patrimonio comprende, oltre ai già citati,
opere di Vladimiro Antonini, Isidoro Barilari, Giorgio Benzi, Alberto Bianchi, Ettore
Bocchini, Rezio Buscaroli, Corrado Cagli,
Renzo Del Greco, Giovanni Sesto Menghi,
Mario Morigi, Luigi Pasquini, Edoardo Pazzini, Gino Ravaioli, Tono Zancanaro, Celso
Miselli, Demos Bonini, Mario Valentini,
Armido Della Bartola, Giuseppe Piombini,
Elio Morri, Bruno Marabini, Gilberto Filiberto Dasi, Guido Baldini, Giuliana Mazzarocchi, Carlo Corrà, Vincenzo Cecchini, Pino Parini, Aldo Villani, Flavio Casadei, Antonio Valmaggi, Giancarlo Valentini, Massimo Marra, Dario Campana, Eugenio Lombardini, Emanuela Santarini, Giovanni Tiboni, Giovanni Urbinati, Giovanni Lom-
bardini, Paolo Serra, Luigi Poiaghi, Piero
Delucca e Nicola Cucchiaro.
Il Museo della Città ha destinato alcuni
spazi della struttura a sede espositiva dove
sono state organizzate alcune mostre d’arte
contemporanea come quelle per le sculture
di Angela Micheli, o per le ceramiche di
Guido Baldini; e anche se per la promozione di questo settore è privilegiata la Galleria dell’Immagine (cfr. scheda seguente), si
vogliono qui ricordare le importanti mostre
realizzate nella cosiddetta Sala d’Arte Contemporanea, dal 1980 al 1990, in attesa
dell’istituzione del Museo della Città, in
particolare le monografiche dedicate a Lucio Fontana, Pietro Consagra, Jannis Kounellis e le collettive Lo sguardo instabile;
L’Annunciazione; Sonorità prospettiche e
Tutta l’arte tende alla performance.
Rimini
GALLERIA DELL’IMMAGINE S E
titolarità: Comune di Rimini
Palazzo Gambalunga
via Gambalunga 26
47900 Rimini (RN)
tel. 0541/55082
Ufficio Cultura
Tel. e fax 0541/28692
[email protected]
www.comune.rimini.it/cultura
Aperta in occasione di mostre, dal lunedì al
venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 16.00 alle
19.00; il sabato dalle 10.00 alle 12.00. Chiusa la
domenica
La Galleria dell’Immagine è una delle sedi
espositive del Settore Cultura del Comune di
Rimini, diretto da Renzo Semprini. Si tratta
di due piccole sale situate al piano terra del
192
Provincia di Rimini
seicentesco Palazzo Gambalunga, fatto erigere da Alessandro Gambalunga nel 1610, a
fianco del Tempio Malatestiano, e donato al
Comune dallo stesso proprietario nel 1619,
presto diventato sede della prestigiosa Biblioteca Gambalunghiana.
La Galleria è attiva nella presentazione dell’arte contemporanea dal 1979, in particolare con la promozione delle arti fotografiche e
delle sperimentazioni espressive degli artisti
giovani e in via d’affermazione; tra le mostre
dedicate alla fotografia si ricordano quella
organizzata da Luigi Ghirri, Descrittiva e Immagini fra invenzione e produzione, nonché le
monografiche dei fotografi internazionali e
nazionali Manfred Willmann, Alfred Seiland, Joachin Bonnemaison, Arnaud Class,
Christian Vogt, Joan Fontcuberta, Paul
Graham, Vincenzo Castella, Mario Vimercati, Piero Delucca, Piero Castellano. Tra quelle dei giovani artisti si segnalano le esposizioni che hanno fatto conoscere, negli ultimi
anni, Davide Feligioni-Pantaleoni, Andrea
Gustavino, Anton Roca, Stefano Ronci, Paolo Gubinelli, Leonardo Pivi, Fathi Hassan,
Emanuela Santarini, Davide Frisoni e Umberto Palestini.
Rimini
PALAZZO DELL’ARENGO S E
titolarità: Comune di Rimini
piazza Cavour
47900 Rimini (RN)
tel. 0541/55082
Ufficio Cultura
tel. e fax 0541/28692
[email protected]
www.comune.rimini.it/cultura
Aperto in occasione di mostre, dal martedì a
domenica dalle 17.00 alle 22.00. Chiuso il lunedì
Il Palazzo dell’Arengo, costruito nel 1204 come luogo deputato all’Assemblea del Comune
e all’amministrazione della Giustizia, è situato
accanto al trecentesco Palazzo del Podestà. Lo
stile architettonico del Palazzo dell’Arengo pone in evidenza il passaggio tra romanico e gotico; è stato affrescato, all’interno, dalla scuola
riminese del XIV secolo, di cui è conservato
anche il Giudizio universale staccato dalla chiesa di sant’Agostino e conserva un’Ultima cena,
dipinta nel Cinquecento. Restaurato nel
1926, una parte del palazzo è stata deputata a
ospitare le grandi mostre del Comune di Rimini dal 1979: per l’arte contemporanea si ricordano le monografiche di Pietro Consagra,
Bruno Marabini, Alberto Viani, Vittorio Tavernari, Alessia Delvecchio e Nicola Rosti,
nonché le importanti collettive Neropece, grottalcova, pecenera; Officina America; Officina
Asia; Ordine e disordine; Il Premio Morgan’s
Paint; Realismi: Arti figurative, letteratura e cinema in Italia dal 1943 al 1953 e Paradise lost.
Rimini
MUSEO FEDERICO FELLINI M
titolarità: Fondazione Federico Fellini O.N.L.U.S.
via Clementini 2
47900 Rimini (RN)
tel. 0541/50085; fax 0541/57378
Fondazione Federico Fellini
via Oberdan 1
[email protected]
www.federicofellini.it
Aperto in occasione di mostre, dal martedì al
venerdì, dalle 16.00 alle 19.00; il sabato e la
domenica dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 16.00
alle 19.00. Chiuso il lunedì
La Fondazione Federico Fellini è nata nel
1995, per volontà di Maddalena Fellini e Pu-
193
Provincia di Rimini
pi Avati. Diretta da Vittorio Boarini, la fondazione ha gli obiettivi di conservare, valorizzare e promuovere, anche a livello internazionale, il lavoro artistico e cinematografico
del sensibilissimo e prodigioso regista riminese Federico Fellini (1920-1993) attraverso
mostre, convegni e attività permanenti.
Il patrimonio della Fondazione è composto
dall’archivio del regista, in cui sono conservati circa 400 suoi disegni e acquerelli a testimonianza della inesauribile e ironica vena fantastica; una parte di essi sono stati esposti nella mostra Il cinema di carta: L’eredità di Fellini in mostra, organizzata nel 2004 nella sede
museale, attigua alla Fondazione.
ne. Tale progetto si propone, dal 1989, di
creare un luogo d’incontro e scambio d’esperienze artistiche interdisciplinari tra i
giovani che si occupano di musica, teatro,
arti grafiche, arti visive e linguaggi multimediali; tale rassegna ha luogo nella casa
colonica denominata Casa Pomposa dove
in tre serate sono organizzati vari eventi che
danno conto della vocazione multidisciplinare dell’arte del Novecento e del presente
in un allestimento multispaziale dedicato a
mostre, performance, concerti, sito in una
tensostruttura che accoglie il pubblico che
vuole essere informato sulla sperimentazione artistica locale.
Rimini
ARCHIVIO GIOVANI ARTISTI O I A
titolarità: Comune di Rimini
Servizio Politiche Giovanili
piazza Cavour 27
47900 Rimini (RN)
tel. 0541/704155; fax 0541/704165
[email protected]
www.casapomposa.it/indexdeidiletti.htm
Verucchio
GALLERIA COMUNALE D’ARTE
MODERNA R A
titolarità: Comune di Verucchio
piazza Malatesta 28
Ufficio Cultura
tel. 0541/670154; fax 0541/679570
47826 Verucchio (RN)
m a
Attualmente chiusa al pubblico
Aperto in orari d’ufficio
Iscritto al circuito G.A.I. (Giovani Artisti
Italiani) e al coordinamento GA/ER (Giovani Artisti dell’Emilia Romagna), l’Archivio Giovani Artisti di Rimini svolge in primis un ruolo di raccordo e informazione per
i giovani, così come dirige la sua attività a
valorizzare e promuovere i giovani talenti
artistici riminesi attraverso una manifestazione annuale, Dei diletti e delle penne,
giunta nel 2004 alla sua tredicesima edizio-
Inaugurata nel 1982, la Galleria Comunale
d’Arte Moderna è attualmente chiusa. Essa
comprende un nucleo di opere, prevalentemente grafiche, di maestri italiani del Novecento, acquisito in occasione di significative
manifestazioni artistiche realizzate negli anni
Cinquanta. Si segnalano i lavori di Giovanni
Korompay, Giuseppe Capogrossi, Lucio Fontana, Romeo Pazzini, Enzo Assenza, Emilio
Vedova, Concetto Pozzati, Sergio Romiti, Ilario Rossi, Eugenio Carmi e Gofredo Gaeta.
Luoghi d’arte contemporanea nei teatri della Regione
Lidia Bortolotti
I teatri sono generalmente sistemi complessi, articolati, in cui architettura, arte, tecnologia,
decorazione colloquiano armoniosamente e che al di là della specifica funzione di luogo dato ai pubblici spettacoli, cui sono precipuamente destinati, contengono molte altre valenze.
Lo stesso termine teatro ha molti significati e può dare adito a sviluppi tematici diversi a seconda che si riferisca al contenitore o alle funzioni cui esso è destinato. È luogo ove si materializza la sintesi delle arti, letteratura, musica, pittura, danza concorrono in sinergia alla
realizzazione di quella particolare opera d’arte che è la rappresentazione scenica.
Nelle note che seguono s’intende da un lato ripercorrere un significativo itinerario di
quelle che sono, negli edifici teatrali storici, specifiche emergenze decorative ad opera di artisti attivi dalla prima metà del Novecento, dall’altro lato evidenziare alcune particolari situazioni che hanno visto in tempi recenti l’introduzione di opere d’arte contemporanee nei
teatri sia come elementi fissi quali sipari, decorazioni ed elementi dell’arredo, sia in quanto
eventi/esposizioni volti a una maggiore valorizzazione e a un uso diversificato degli spazi accessori del teatro, sottolineandone la natura di luogo in cui l’arte in tutte le sue forme incontra il pubblico; non percorrendo l’analisi di quegli aspetti che, portando al superamento delle diverse discipline, hanno determinato un allargamento dell’ambito delle azioni artistiche confluite in una diversa formulazione dei rapporti tra pittura e teatro espresse nell’happening. Né sono presi in considerazione, per l’ampiezza e la specificità dell’argomento,
quegli ambiti della scenografia contemporanea in cui gli influssi tra plastica scenica e pittura sono reciproci, ove l’artista, abbandonando il limite bidimensionale della superficie, può
appropriarsi di uno spazio in cui realizzare sperimentazioni e ricerche.
I teatri storici in particolare costituiscono un patrimonio architettonico e d’arte in senso
ampio di straordinaria significazione per tutto il territorio nazionale e specificamente per la
nostra regione. Nei primi anni Ottanta, in un periodo contraddistinto da un notevole fervore conoscitivo per i beni culturali, l’IBACN conduce un primo censimento dei teatri storici dell’Emilia-Romagna, portando alla conoscenza di amministratori e cittadini un ingente patrimonio storico artistico, in parte attivo e in buono stato e in parte inutilizzato, se non
in pessimo stato di conservazione. La divulgazione dei dati raccolti, attraverso una mostra e
un catalogo, sollecita implicitamente amministratori e cittadini a una maggiore considerazione verso questi beni, consigliandone la tutela e la salvaguardia e, ove fosse necessario, un
doveroso restauro secondo corrette linee d’intervento.
L’intento principale è quello di portare a un progetto di recupero intellettuale ancor
prima che materiale di quella complessa realtà storica che l’edificio teatrale rappresenta:
luogo di sedimentazione di specifiche conoscenze tecniche ma anche di produzione di
azioni culturali.
196
Questo primo atto conoscitivo si collocava in un periodo in cui il teatro, dopo un parziale
declino, tornava a rianimarsi. Si apriva una stagione di fermenti e sperimentazioni e con una
notevole vitalità si formavano numerosi e variegati gruppi teatrali e gli spettacoli tornavano
a susseguirsi con una certa vivacità.
Una seconda indagine condotta a metà degli anni Novanta dava poi conto dei numerosi
interventi di recupero operati intanto sugli edifici teatrali, interventi che peraltro hanno continuato a susseguirsi, restituendo alla fruizione dei cittadini un considerevole numero di sale.
I teatri edificati tra la seconda metà del Settecento e la prima metà del Novecento che
tuttora si conservano, cui successivamente si sono aggiunti altri edifici moderni, rappresentano solo una porzione di quello che è stato un fenomeno imponente e capillare che
ha visto trionfare sul piano architettonico e su quello produttivo il cosiddetto “teatro all’italiana”.
Con significativa evidenza ogni teatro è testimone di una storia collettiva che ha origini
lontane. Risalgono talora alla prima metà del Seicento testimonianze di locali adibiti ad uso
di teatro sia in edifici privati che pubblici da parte di cittadini sovente aggregati in accademie, non di rado sovvenzionati con denaro pubblico, poiché si riconosce nel teatro uno
strumento educativo e culturale: luogo dove una comunità si consolida e accresce il proprio
stile di vita. Collocato quasi sempre al centro della topografia urbana, e comunque in siti
urbanisticamente significativi, è motore artistico, vitale e pulsante della città. Ancora oggi
può essere, ed è, sede favorita di ricerca e d’invenzione, opificio di nuove esperienze e di poetiche artistiche innovative.
Quando non è racchiuso nella stessa residenza municipale l’edificio teatrale, che nel tempo si è andato sempre più arricchendo di numerosi ambienti destinati a svariati usi sociali
integrando e arricchendo lo spazio della sala teatrale vera e propria, si qualifica sulla scena
urbana con una specifica fisionomia che lo rende immediatamente riconoscibile. La connotazione di polo laico destinato alla cultura e all’intrattenimento è data in particolare dalla facciata che, enfatizzando caratteristiche costruttive di edifici realizzati nel medesimo periodo, somma esigenze di funzionalità e volontà rappresentative di decoro e, quando è possibile, di magnificenza. Nel primo Novecento i moderni teatri sono sempre più spesso edifici autonomi concepiti perlopiù per molteplici forme di spettacolo, sulla scena urbana non
rinunciano a confermarsi protagonisti e, adottando stilemi e moduli tardo liberty ed eclettici, tradotti talvolta in un linguaggio retorico, esaltano la figurazione simbolica della funzione per la quale sono stati creati. Mentre all’interno le esigenze di razionalità e funzionalità superano quelle del decoro e della fastosità, sempre più il teatro viene concepito come
servizio piuttosto che espressione di un orgoglio collettivo.
In provincia di Reggio Emilia, a Rio Saliceto, c’è un teatro che non rispetta questo canone
in cui i ruoli si mescolano e si confondono. Esteriormente si presenta come un condominio
piccolo borghese del primo Novecento con botteghe a piano terra, perché così volle chi lo fece costruire, un edificio polifunzionale e redditizio. Anche all’interno il gioco delle finzioni
continua, la sala ha dimensioni molto contenute sia in pianta che in alzato ma non rinuncia
alla monumentalità e attraverso espedienti stilistici la platea, con due ordini di logge sorrette da colonne con capitelli corinzi di gusto eclettico, simula un’ampiezza che non ha. In occasione del restauro (il teatro è stato riaperto nel 1993) è stata affidata al pittore naïf Luigi
Pillitu la decorazione delle balconate. Marzio Dall’Acqua presentando l’opera creata da Pilli-
tu scrive «Il teatro è il non luogo, il luogo che non c’è. È spazio magico che trasforma il quotidiano, il noto, ciò che ci circonda in altro, creando un linguaggio delle cose, dei corpi, dei
suoni, delle persone, delle azioni, delle luci e delle ombre che in questo rimescolamento, in
questo ribaltamento producono arte che è reinvenzione, ma anche riscrizione ed interpretazione del mondo»1. Le decorazioni di Pillitu riprendono il tema del teatro, dello spettacolo e
degli spettatori esaltando il gioco dell’infingimento. Al pubblico reale che prende posto sulle balconate si alternano due nuovi ordini creati dall’artista, su fondo nero sono raffigurate
con gusto ironico e fiabesco allo stesso tempo, un direttore d’orchestra e i suoi musicisti al
primo ordine, mentre attori, giocolieri e clown prendono posto al secondo ordine, ed evocando in maniera permanente tale reinvenzione si rovesciano nuovamente i ruoli.
Tra gli elementi decorativi e d’arredo della sala teatrale al sipario spetta un ruolo speciale.
Posto al confine dello spazio scenico non definisce soltanto la separazione tra il luogo della
rappresentazione e gli spettatori, non è soltanto un regolatore dei tempi dello spettacolo, è
anche luogo di frontiera, reale e metaforico al tempo stesso tra azione scenica e spettatore,
di cui intrattiene l’attesa e, a seconda che si apra o che si chiuda, diviene strumento di comunicazione. La sua origine è da ricercarsi nella aulàia del teatro greco, dove altro non era
che un pezzo di tessuto che veniva sollevato dal basso in alto per mezzo di argani e aveva il
compito di celare agli spettatori la preparazione delle scene e gli attori e all’incontrario, precipitando molto rapidamente verso il basso, doveva svelare repentinamente la scena, lasciando lo spettatore prima sgomento e poi stupito. Torna in auge, caricato di molteplici significati, nell’età moderna.
Uno dei primi sipari dipinti di cui sia stata trasmessa memoria risale al 1565, ed è una
cortina di grandi dimensioni dipinta da Francesco Zuccari che aveva il compito di celare
agli occhi dei visitatori la scena approntata, nel Salone dei Cinquecento a Firenze, per la recita della commedia La Cofanaria in occasione delle nozze di Francesco de’ Medici e Giovanna d’Austria.
Nell’Ottocento il sipario, inteso come inserto figurativo, assume all’interno del teatro un
particolare valore simbolico esplicitando quei valori morali, etici e ideologici in cui l’élite politica e culturale si riflette e si riconosce, superando logiche puramente decorative e «assumendo
uno statuto assimilabile a quello della pittura di storia», rispecchierà «le evoluzioni stilistiche di
quest’ultimo genere»2, quelli che tuttora si conservano in alcuni teatri dell’Emilia-Romagna ne
sono un eloquente esempio. Nello stesso secolo è introdotto e si impone l’altro sipario, divenuto poi emblematico, di velluto con le frange dorate, privo di decorazioni, che partecipa e
rinforza l’unitarietà della sala e, a differenza di quello dipinto, che è prologo visivo della scena,
simboleggia l’attesa ma non incanta, né comunica, né evoca.
Nel 1991 ai due sipari storici, ottocenteschi, dipinti rispettivamente da Alfonso Chierici e
Giovanni Fontanesi per il Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia se ne affianca un terzo la cui realizzazione è affidata a un artista di grande talento quale Omar Galliani, si tratta di un’operazione che apparentemente è una sfida, quasi un azzardo, ma è anche
emozione nel momento in cui, per la creazione della grande tela, si ripristina temporaneamente l’antica ampia sala dei pittori posta nel sottotetto del teatro, restituendola alla sua originaria funzione ormai da tempo sostituita dalle prove per i balletti. Al fotografo Luigi Ghirri il compito di documentare la realizzazione dell’opera. È un intervento intenso che da un
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lato ripropone un soggetto ormai desueto: il sipario dipinto, e dall’altro introduce un’opera d’arte contemporanea di qualità in un teatro storico, analogamente a quanto aveva voluto a suo tempo André Malraux per i soffitti parigini dell’Opéra e dell’Odéon dipinti rispettivamente da Marc Chagall e André Masson. Del resto i teatri sono organismi dinamici, per
loro natura produttori di accadimenti da cui traggono linfa vitale.
Per questo sipario, destinato a essere incorniciato dagli ori, stucchi e velluti che armoniosamente decorano la sala teatrale del Valli, Galliani concepisce una astrale, vorticosa variazione sulle arti, denominata Siderea. E il rosso delimita e serra, anche concettualmente,
la smisurata immagine e sapientemente la fa dialogare con la cavea; i suoi arredi, le sue tappezzerie e nel contempo «non rinuncia alla convocazione del senso altro, della tentazione
poetica». Dal rosso arretra il campo principale, un blu cosmico, profondo, intenso, un cielo antico intriso di umori mitologici nel cui centro si allarga e prende forma un elemento
che, sottoposto alla legge del divenire, è destinato a emergere, totem apotropaico, una sorta di Ariel «imponderabile e fuggente, come una promessa della grande magia: e come una
memoria che rimonta atavica, originaria, a confermarci in una cultura che, attraverso fortune, non dismette i propri valori, le proprie fondative certezze»3. Come altre, nello schema
e nei modi del darsi dell’opera di Galliani di quel periodo.
L’occasione di creare per lo storico Teatro Comunale “Alessandro Bonci” di Cesena un nuovo sipario è inizialmente scaturita dalla necessità di celare il tagliafuoco installato per ragioni di sicurezza. La realizzazione, affidata dalla Direzione del teatro e dall’Assessore alla Cultura del Comune all’artista cesenate Massimo Pulini, è quindi l’occasione per creare un
“evento” quando, nell’autunno 1999, l’opera viene inaugurata.
Nella fase progettuale dell’opera l’artista si è concentrato sul tempo dell’attesa, quando
il pubblico, dopo aver preso posto in sala, si carica di aspettative verso la rappresentazione
che sta per avere inizio e gli occhi, scorrendo gli elementi decorativi della sala, s’inebriano
di immagini. Ha quindi creato una iconografia labirintica e armonica nell’architettura e nei
simboli, costituita da più elementi di grande forza evocativa che, riprendendo tematiche già
visitate e percorse crea una sorta di quadro che visita un altro quadro e un altro ancora. Immagini dalle tonalità quasi monocrome si susseguono e si compenetrano: all’ampio colonnato circolare che rammenta la Villa Adrianea di Tivoli si sovrappone un bacile di qualche
consistenza materica, da quest’ultimo emerge la figura intera di Mercurio, dal fondo affiora una grande testa virile contraddistinta da pacata canizie, realizzata nelle tonalità del bianco. Significativamente quest’opera segna la cesura di un particolare periodo creativo dell’artista. Sulle compenetrazioni che Pulini realizza negli anni che precedono il sipario di Cesena giova rammentare le parole di Maurizio Calvesi, per cui esse «creano un tenue vortice
che celebra squisitamente la pittura come materia di un’ispirata alchimia, nei cui cicli il tempo si fa diafano, inconsumabile tempo della trasformazione e del ritorno»4.
Per ragioni tecniche in fase di montaggio non è stato possibile far aderire il nuovo sipario al tagliafuoco, ma è stato installato autonomamente. Anche il bozzetto dell’opera si conserva in un ambiente del ridotto del Bonci.
Tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento si registra in Emilia-Romagna la
realizzazione di un certo numero di teatri il cui modello si differenzia notevolmente da quelli costruiti nel corso del XIX secolo, la cui tipologia a palchetti di derivazione barocca, per-
fezionatasi nel corso del Settecento, rispondeva alle esigenze di quella società e ben ne esplicitava le gerarchie sociali.
I nuovi teatri, già se n’è fatto cenno ricalcando modelli importati dall’estero si caratterizzano per la notevole versatilità, denominati talvolta politeama, sono predisposti per accogliere diversi generi di spettacolo, tra cui quelli circensi e di arte varia, inoltre si contraddistinguono per la disposizione del pubblico diversamente dinamica, più fluida grazie all’adozione di gallerie aperte e continue. È evidente che queste sale si caratterizzano anche per
un diverso gusto negli apparati decorativi, quando ovviamente previsti. Tra questi un’attenzione particolare merita il Teatro “Ludovico Ariosto” di Reggio Emilia, per il quale Anselmo Govi dipinse nel 1927 il sipario, la cupola della sala e le decorazioni dell’atrio. Govi concepì per il centro della cupola una vasta e complessa figurazione costituita da dieci dei principali episodi dell’Orlando Furioso, creando una composizione ad andamento circolare che,
traendo ispirazione dalla tradizione emiliana delle cupole di correggesca memoria, sviluppa
una «ricchissima fenomenologia del fantastico … densa, anche cromaticamente, di straniante kitsch fin de siècle»5. Sul sipario di gusto neorinascimentale, più sobrio, l’artista rappresenta una scena ambientata nella reggiana Villa del Mauriziano con l’Ariosto circondato
da altri letterati e cortigiani, mentre nell’atrio sono raffigurati putti e amorini, fauni e leopardi. Il felice esito di queste pitture esuberanti, realizzate con grande abilità compositiva,
potrebbe indurre a vedere in Anselmo Govi l’ultimo erede di una grande scuola di decorazione e scenografia.
È opera del pittore russo Alexandre Jacovleff un episodio decorativo dedicato a una piccola sala teatrale. La principessa Maria Ruspoli Gramont, proprietaria dal 1922 al 1934 del
Castello di Vigoleno, in provincia di Piacenza, si adoperò per rendere l’edificio abitabile,
realizzandovi numerosi restauri e ricavando in una sala del primo piano un piccolo teatro
sulle cui pareti l’artista russo dipinse a vivaci colori decori di gusto cinesizzante con animali, figure esotiche e danzanti dal significato simbolico, musici e dame in abiti settecenteschi,
mentre al centro della scena una rappresentazione stilizzata del borgo medievale evoca il realismo magico di Gino Severini.
È in stile Novecento la decorazione pittorica del velario del teatro di Concordia sulla
Secchia nella provincia di Modena; inaugurato nel 1934 come Teatro del Littorio, nel dopoguerra assumerà la denominazione, che tuttora conserva, di Teatro del Popolo, recentemente restaurato è attualmente attivo. La sala a pianta rettangolare è costituita da platea,
galleria e loggione, scomparsi i mascheroni che decoravano il fronte di una delle due balconate, resta il bel soffitto dipinto. L’artista vi ha raffigurato otto eleganti e sensuali figure femminili, connotate da notevole plasticità ed espressività cromatica, racchiuse in altrettante
specchiature mistilinee che richiamano modelli compositivi ottocenteschi, sei rappresentano le classiche Muse mentre due sono dedicate alle moderne Arti del Cinema e della Radio,
due tondi con putti danzanti completano l’insieme. La firma «A. Salvarani» posta a margine di uno dei due tondi riconduce ad Arcangelo Salvarani, carpigiano di nascita, una tra le
personalità più interessanti dell’arte modenese di quel periodo, dedito soprattutto alla tecnica dell’acquerello, appresa nel corso di un soggiorno in Polonia e Ucraina, l’artista fu docente di Decorazione pittorica murale presso l’Istituto d’Arte “Venturi” di Modena.
Negli stessi anni vengono inaugurati il Teatro Consorziale di Budrio (1928) che, interamente ricostruito su una sala preesistente, presenta una sobria decorazione plastica di Armando Aldrovandi e il Cinema-Teatro Manzoni di Bologna (1933), una moderna sala fun-
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zionale e capiente, il cui soffitto decorato (l’attribuzione vuole sia opera del bolognese Ruggero Frazzoni) propone forme geometriche, i cui vivaci contrasti cromatici propongono un
piacevole effetto caleidoscopio che risponde al gusto art déco dell’epoca.
Altrove una struttura innovativa ed essenziale quale quella della sala del Teatro Comunale di San Felice sul Panaro, progettata dal modenese Arturo Prati, uno dei maggiori
esponenti emiliani del rinnovamento modernista, inaugurata nel 1907, viene sostituita
da un impianto più tradizionale (galleria, due ordini di palchi e loggione) nel 1923-24.
Dell’opera ideata dal Prati restano alcuni particolari tra cui la decorazione della volta,
una cospicua corona circolare con motivi floreali Liberty. Decorazioni tardo Liberty si
trovano inoltre in alcuni teatri del modenese, al Teatro Sociale di Finale Emilia (1910)
e in quello di Novi (1923-29) e nel Teatro Storchi, ristrutturato e nuovamente decorato
negli anni tra il 1927 e il 1931.
È opportuno ricordare inoltre che in alcuni teatri si conservano permanentemente opere
di artisti contemporanei, come è il caso del Teatro “Ebe Stignani” di Imola in cui sono collocati dipinti appartenenti alle Collezioni dei Musei comunali, e si segnalano tra le altre la presenza di opere di C. Detti, M. Dal Monte, A. Margotti, A. Montevecchi, A. Sughi; mentre nel
caffè del Municipale di Piacenza è collocato il Ritratto di donna con i tre galli, un grande dipinto del 1950 opera del piacentino Luciano Spazzali; e così sono di Davide Benati due dipinti posti nel Teatro della Cavallerizza di Reggio Emilia; e continuando ancora, alcune opere d’arte contemporanea, tra cui una ceramica, si conservano nel ridotto del Teatro Comunale di Cervia. Ma una nota particolare merita il moderno Cinema-teatro di Pavullo nel Frignano, inaugurato nel 2001 e dedicato a Walter Mac Mazzieri, alla cui arte i frequentatori del polivalente spazio sono invitati a ripensare dalla scultura in bronzo, installata all’esterno dell’edificio, Alla corte dell’arabo antico del 1974 e da due quadri collocati nel foyer.
Francesco Bocchini ha realizzato per il Teatro Verdi di Cesena (cui di seguito si farà ancora menzione), in occasione del recente restauro, una grande composizione a muro costituita da 160 maschere in lamiera di ferro dipinte a olio, per lo spazio che accoglie il bar foyer,
dedicate in modo ironico e spavaldo a personaggi della musica e dello spettacolo.
I teatri, quelli storici in particolare, sono sovente dotati di foyer o ridotto, ossia ambienti più
o meno ampi, il più delle volte fastosi ed eleganti, destinati principalmente all’accoglienza
e all’incontro del pubblico. Nel foyer si prepara un’atmosfera prima di accedere all’universo
teatrale, in questo spazio è consentita un’attività autonoma, con un clima diverso, un tempo il ridotto dei teatri era destinato al gioco d’azzardo, riservato quasi esclusivamente agli
uomini. Il foyer, scrive George Banu, è il prodotto di una differenza, restando all’interno dell’edificio teatro consente di godere dei piaceri della città «permette alla società urbana di ricostituirsi», di rincontrarsi all’interno del teatro, città e teatro qui non si confondono, semplicemente coesistono, ciò genera «l’impurità del foyer e la sua seduzione»6.
Alcuni teatri hanno aperto questi ambienti all’attività espositiva, talvolta supplendo temporaneamente in quella determinata località alla mancanza di sedi adeguate, altre volte come precisa scelta con la finalità di accrescere l’offerta culturale, in questo contesto particolare favore hanno trovato le mostre di artisti contemporanei.
In due casi specifici la possibilità di utilizzare il foyer del teatro per mostre e rassegne è
stato un mezzo per rendere nuovamente fruibile uno spazio socialmente e culturalmente significativo e per restituirlo a una funzione sociale.
Chiuso per inagibilità nel 1962 il Teatro Verdi di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) si appresta a portare a compimento un lungo e oneroso intervento di recupero avviato alla fine
degli anni Novanta. Il primo stralcio d’intervento, recuperando la parte anteriore del teatro,
ne ha reso possibile un parziale utilizzo e a partire dal giugno del 2002 l’Assessorato alla Cultura del Comune ha promosso un’intensa attività espositiva coordinata dallo scultore Ugo
Borlenghi e curata dal critico Luciano Carini, direttore artistico delle manifestazioni; l’iniziativa ha colto un duplice obiettivo consentendo il riappropriarsi di un luogo e avvicinando un pubblico molto eterogeneo all’arte contemporanea, proposta in forme e stili diversi,
attraendo anche chi se n’era fino a quel momento tenuto distante. Tra i numerosi artisti che
in questo luogo hanno esposto le loro opere si rammentano le personali di Michelangelo
Badini, Gisella Farinin, Antonio Saporito, Federico Belicchi, Ugo Mainetti, Francesco Ferlisi e Marisa Montesissa.
Una situazione in parte analoga si offre a Portomaggiore (Ferrara) al Teatro Sociale della
Concordia, oggetto di una serie di interventi di recupero diretti a scongiurarne il definitivo degrado, dopo che il Comune alla fine degli anni Novanta lo ha acquisito completamente dagli
ultimi privati che ancora detenevano quote di proprietà. Anche in questo caso il recupero della parte anteriore dell’edificio, oltre a restituire dignità alla facciata, ha reso utilizzabili alcuni
ambienti del piano terra, adoperati per mostre temporanee, mentre in altri, siti al primo piano,
ha trovato posto una piccola pinacoteca di opere contemporanee, in particolare una serie di ritratti di Remo Brindisi (si veda in questo stesso volume la scheda dedicata al Ridotto del Teatro Sociale della Concordia). Purtroppo, in questo caso, allo stato attuale appare ancora lontano il completamento dell’intervento di restauro del teatro nella sua interezza.
A partire dalla stagione teatrale 2002-2003 è stata avviata al Teatro Comunale di Bologna
un’iniziativa denominata “Arte a Teatro. Le grandi collezioni”. Per ogni opera prevista in
cartellone viene organizzata una mostra (sovente si tratta di collettive di arte contemporanea), allestita nel foyer “Ottorino Respighi”. Alcune delle esposizioni finora realizzate sono
state rese possibili grazie alla collaborazione con importanti istituzioni bolognesi quale la
Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna con la rassegna “Omaggio a Bologna” che ha visto, tra gli altri, la presenza di opere di Bruno Pulga, Pompilio Mandelli e Vasco Bendini.
In coincidenza con l’inaugurazione della sede espositiva di via Riva Reno a Bologna è
stata realizzata, in collaborazione con la Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro, una significativa rassegna di opere plastiche, grafiche e pittoriche appartenenti a questa collezione, si ricordano tra gli altri Giorgio De Chirico, Giacomo Manzù, Antonio Mancini, Bruno Saetti e Filippo De Pisis.
Con la Galleria d’Arte Moderna di Bologna è stata realizzata Aria di primavera, mostra
che ha presentato opere realizzate tra il 1990 e il 2002 da artisti che da meno di dieci anni
conducono ricerche innovative evidenziando l’impiego di tecniche diverse, tra gli altri Vanessa Beecroft, Enrica Borghi, Maurizio Cattelan e Yumi Karasumaru.
“Ridotto ad Arte” è l’appellativo di un’iniziativa realizzata da Teatro Evento, Teatro Stabile d’Innovazione per l’Infanzia e le Nuove Generazioni, gestore da oltre dieci anni del Teatro Comunale Testoni di Casalecchio di Reno, nella persona di Vittorio Marangoni, dedicata all’arte contemporanea e inaugurata nella Stagione Teatrale 1998-1999, con l’intento di dare vita a una trama trasversale di temi e proposte culturali, creando opportunità di riflessione e approfondi-
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mento interdisciplinare e con il proposito di sostenere artisti e progetti di qualità, vivificando il
dibattito sulla contemporaneità, dando inoltre modo al pubblico che frequenta il teatro di conoscere linguaggi ed espressioni artistiche differenti. Interlocutrice di Teatro Evento nella realizzazione di una rete di comunicazione e produzione artistica è la Galleria Graffio di Bologna,
affiancata in un primo tempo dal Centro Grafio di Prato. Al Teatro Testoni hanno esposto tra
gli altri lo stesso Vittorio Marangoni, Vittorio Vighi, Roberto Pupi, Andrea Abati, Claudia
Ascari, Andrea Indelicati, Carmine Minichiello, Roberta Crotti, Mirco Tarsi, Pietro Passarini,
Elisabetta Coppola; inoltre si sono svolte due collettive di “libri d’artista”.
È stata avviata cinque anni fa una rassegna d’arte ospitata nel foyer e nelle attigue salette fumatori del Teatro Comunale “Alessandro Bonci” di Cesena, oltre agli spazi del teatro già utilizzati per mostre d’arte, conferenze e incontri culturali quali la Sala Morellini. Organizzata
dalla pittrice Stefania Albertini, dapprima come presidente dell’Associazione Culturale cesenate “lecivettesulcomò” e successivamente in modo autonomo, in collaborazione con la
Direzione del teatro, l’iniziativa si propone di favorire esposizioni sia di giovani artisti emergenti, che hanno difficoltà a trovare spazi espositivi, sia di altri già affermati, siano essi di
area regionale o provenienti da altre zone dell’Italia, offrendo loro gratuitamente questi ambienti particolari in alternativa alle gallerie convenzionali del Comune di Cesena. In breve
tempo l’iniziativa è cresciuta facendo conoscere questo spazio agli artisti, tanto da avere per
la prossima stagione una corposa programmazione di mostre, e riscontrando nel pubblico
una attenzione sempre maggiore. Nell’estate appena trascorsa, in concomitanza con la manifestazione “I suoni del tempo”, è stata la stessa sala teatrale a ospitare nei palchi del primo
ordine una mostra di fotografie e in platea un’opera di Anton Roca proveniente dalle Collezioni d’arte del Comune di Cesena, per l’occasione è stato calato anche il sipario di Massimo Pulini. Tra quanti hanno finora esposto al Bonci si rammentano la stessa Stefania Albertini, Lorenza Altamore, Piero Bartolini, Vittorio Berardi, Domenico Cancelli, Amanda
Chiarucci, Claudio Irmi, Teresa Maccarone (Macò), Luciano Novacchia, Fiorella Vandi.
Sempre a Cesena a poca distanza dal Bonci, il Teatro Verdi, fondato nel 1874 come Arena
Giardino, originariamente sede primaria dello spettacolo di varietà e successivamente adibito a
cinematografo, da poco integralmente recuperato e restituito alla pubblica fruizione, si caratterizza per un’offerta culturale e d’intrattenimento particolarmente diversificata. Il linguaggio dell’arte nell’accezione più ampia delle sue diverse espressioni è in grado di rinnovare lo spirito aggregativo, creativo e culturale: muovendosi da questa formula gli operatori di questo spazio hanno dato vita nell’estate appena trascorsa ad un progetto definito “TeatrArte”, che ha implicato
l’accoglienza di opere di artisti contemporanei quali Annaluigia Boeretto (Annalù), Enzo Fiore
e Simone Pellegrini, promuovendo nel contempo incontri tra il pubblico e la critica, nel corso
dei quali si è dato spazio anche alla presentazione di riviste d’arte contemporanea. Il fine, espresso da Giorgio Mondardini, responsabile della Direzione artistica del teatro, è di sviluppare e
ampliare tematiche individuate nel corso di questa prima esperienza, proponendo nello spazio
polivalente del teatro Verdi un rapporto interattivo e dinamico con l’arte contemporanea.
Sono preferibilmente dedicate a giovani artisti forlivesi le mostre allestite durante la stagione teatrale nel foyer del moderno Teatro “Diego Fabbri”, mentre nella stagione estiva è la
Rocca di Ravaldino che si propone quale luogo di azione artistica in cui le attività culturali si mescolano e tra loro interagiscono, essendo questa sede di spettacoli e manifestazioni
musicali e ospitando mostre di arte contemporanea, quale ad esempio Alcaline, una collettiva di artisti di generazioni diverse accomunati dalla volontà di disacidificare un ambiente,
una situazione, tentando di contrastare “la tossicità dell’avvelenamento iconico”, che si è tenuta nella passata stagione.
Del monumentale teatro progettato da Luigi Poletti per la città di Rimini si conserva soltanto
l’avancorpo, dopo che, in seguito a un’incursione aerea del 1943, fu gravemente danneggiata la cavea, di cui purtroppo non si operò un tempestivo recupero. Un ampio salone posto al
piano terra di questo corpo superstite dell’edificio, costituito da portico, atri e scaloni, è stato adibito a spazio mostre. L’attività espositiva, che vi si svolgeva già in passato, è stata interrotta a causa di una serie di indispensabili lavori di consolidamento e ripresa dal 2001, dopo
un intervallo di cinque anni. Annualmente vi si tengono le mostre di Carton Club, nell’ambito del Festival internazionale dell’animazione e del fumetto che si svolge regolarmente a Rimini. Se si escludono alcune rassegne seguite direttamente dal Comune non esiste di fatto
una programmazione e una selezione critica delle opere e degli artisti che espongono e c’è in
sostanza una certa disomogeneità in quanto lo spazio è affittato prevalentemente a privati in
base a un regolamento comunale che ne stabilisce tempi, modalità e costi.
Nel foyer del Teatro Carani di Sassuolo si tengono regolarmente mostre d’arte, in particolare di opere pittoriche, fin dagli anni Trenta (il teatro è stato inaugurato per l’appunto nel
1930) e ad oggi sono oltre quattrocento. Si tratta soprattutto di pittori locali, quali per
esempio Gino Fontana ed Emilio Toschi, di gusto prevalentemente figurativo, di alcuni si
conservano opere negli uffici del teatro e nell’atrio, si segnala in particolare la presenza di
una serie di ritratti di musicisti e direttori d’orchestra di Virgilio Carbonari di Seriate (Bergamo) che nel teatro ha tenuto alcune personali.
A Castel San Giovanni, provincia di Piacenza, il foyer del Teatro Verdi è stato opportunamente attrezzato per accogliere mostre, prevalentemente d’ambito locale, di opere pittoriche, sculture e fotografie. L’attività espositiva è gestita direttamente dall’Ufficio cultura del
Comune che, attraverso una commissione appositamente costituita, seleziona le numerose
richieste pervenute. Hanno esposto tra gli altri Alessia Alberici e Ottavio Sabia (Otsa).
A differenza delle situazioni sopra descritte che, pur con le dovute variabili, si contraddistinguono per la metodica con cui vengono organizzate quando non sono addirittura sostenute da un
vero e proprio progetto culturale, in altri teatri storici si registrano casi che non hanno carattere
sistematico. Il Teatro Comunale “Girolamo Magnani” di Fidenza può talvolta ospitare mostre
d’arte contemporanea o fotografia in occasioni particolari quali la Gran Fiera di Borgo San Donnino (ottobre) o il Festival Teatrale Giostra di maggio. Anche il foyer del Teatro Nuovo di Mirandola è stato saltuariamente concesso per mostre d’arte in occasione delle locali fiere.
Il Centro Culturale Polivalente di Palazzo Dolcini a Mercato Saraceno, in cui ha sede anche il teatro, è in grado di ospitare manifestazioni e iniziative culturali di vario genere tra
cui mostre d’arte.
Il Teatro De Micheli di Copparo, riaperto nell’ottobre 2004 dopo un lungo intervento
di recupero, può sì ospitare mostre temporanee ma non esclusivamente e necessariamente
d’arte contemporanea.
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Tra gli spazi teatrali moderni si segnala a Parma il Teatro del Parco sede della Compagnia delle
Briciole, posto all’interno dello storico Parco Ducale, nel cui foyer e in altri spazi contigui si è
tenuta nella primavera 2004 Rodisioapritiaprile una collettiva di alcuni giovanissimi artisti parmigiani e non, le cui opere passano dalla fotografia al video, dalla pittura ai fumetti.
Un ulteriore esempio di intersezione tra arte e luogo di spettacolo è offerto dalla recente mostra, patrocinata dalla Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Ravenna,
Luoghi del tempo. Dai naturalisti del primo Novecento agli astrattisti della seconda metà presentata al Palazzo della Cultura Mauro de André di Ravenna, sede prevalentemente di eventi musicali e di spettacolo, in cui il tema proposto era un percorso tra i “luoghi” immortalati da artisti di fama mondiale.
Alle strutture più o meno tradizionali recentemente si sono aggiunte moderne strutture a
carattere polivalente e sperimentale dedicate sia all’attività espositiva che a quella teatrale, quali La Tenda di Modena (cfr. p. 82), l’Officina delle arti di Reggio Emilia (cfr. pp. 62-63) e i Cantieri Cantelli di Vignola (cfr. pp. 91-92).
Hanno infine avuto un carattere eccezionale le due esposizioni realizzate nella primavera 2001 nel Salone degli Scenografi del Teatro Municipale di Piacenza in occasione delle celebrazioni per il primo centenario della morte di Giuseppe Verdi. Si è trattato di una mostra di opere pittoriche di Pietro Fornari che, ispirandosi alle opere del maestro, ha raffigurato eroi ed eroine noti e meno noti del repertorio verdiano. A questa è seguita una rassegna di opere grafiche di Giancarlo Braghieri, ispirate alle musiche di Verdi, una mostra, quest’ultima, allestita successivamente nel foyer del Teatro Regio di Parma.
Interpretando quindi con formule diversificate un’amicizia antica, ma sempre attuale
con l’arte, il teatro si conferma una creatura dinamica e viva.
1 Marzio Dall’Acqua, Magia e finzioni, in Premio nazionale …, Luzzara 1993, p. 173.
2 Claudio Poppi, I sogni degli artisti
in forma di immagini: i sipari di
Alfonso Chierici e Giovanni Fonta-
nesi per il nuovo teatro di Reggio,
Reggio Emilia 1991, p. 13.
3 Flaminio Gualdoni, Il sipario di
Omar Galliani: un duplice evento,
Reggio Emilia 1991, p. 37.
4 Maurizio Calvesi, Ars memoriae,
in Massimo Pulini…, [1997], pp.
10-11.
5 Giuseppe Berti, Mostra …, 1980,
p. 25.
6 George Banu, Il rosso e oro …,
Milano 1990, pp. 184-185.
Arte e territorio: per un museo diffuso
Orlando Piraccini
Bisogna ritornare ai primi anni ’90, e siamo dunque poco oltre lo scadere del terzo lustro di
attività dell’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna,
ma anche al tempo dell’entrata in vigore della Legge Regionale n. 20 in materia di musei e
biblioteche, se si vuol assegnare un avvio effettivo a quel processo di pari dignità e di integrazione dell’arte contemporanea fra i beni culturali del nostro territorio che risulta oggi almeno in parte compiuto.
Certo, all’inizio non è stato facile l’operare intorno a una tipologia di bene culturale che
non aveva fin lì ancora trovato un giusto riconoscimento sul piano istituzionale.
Ma se pure non è qui il caso di richiamare alla memoria la generale arretratezza e il
diffuso abbandono che ancora a quel tempo caratterizzavano lo “stato” dell’arte novecentesca e contemporanea in Italia e, si dovrebbe dire, anche nella nostra regione, può
essere invece di qualche utilità riferire a proposito di alcuni percorsi conoscitivi svolti
dall’Istituto e che hanno certamente agevolato la costruzione del cosiddetto sistema museografico emiliano e romagnolo.
In definitiva, non vi è oggi carta o repertorio dei “luoghi” dell’arte contemporanea, infatti, che possa esprimere per intero la sua funzione d’uso anche solo semplicemente a livello informativo in mancanza d’un confronto, pur sommario e di largo respiro, con le mappe disegnate precedentemente, a mano a mano che andava procedendo, ad esempio, l’accertamento del patrimonio esistente e veniva assumendo contorni sempre più precisi la presenza di un vero e proprio “museo diffuso” sul territorio regionale. E questo tanto più se si
considera il profondo cambiamento che ha segnato i vari “territori” dell’arte della nostra regione mentre lungo il corso di quest’ultimo decennio veniva definendosi il quadro d’insieme dei musei, delle raccolte, dei fondi, e perfino dei manufatti erratici novecenteschi o anche di quelli connessi alla più stretta attualità e avevano luogo significativi tentativi di ricostruzione della scena artistica novecentesca emiliana e romagnola; e, ugualmente, se si prende atto dell’affermarsi di un metodo comune appartenente sia alle questioni più interne alla gestione, alla tutela e alla conservazione dei patrimoni artistici della contemporaneità, ma
riguardante anche gli indirizzi programmatici per la loro piena valorizzazione e fruizione e
la sperimentazione di una logica e di una prassi relazionale fra le diverse istituzioni in grado di favorire un incremento di interesse delle singole comunità verso le forme e le espressioni dell’arte del nostro tempo e, in particolare, delle più giovani generazioni.
Una prima rappresentazione della dimensione “stellare” dell’arte contemporanea in Emilia
e in Romagna venne offerta dall’Istituto per i Beni Culturali nel 1996 con un inserto del
suo periodico interamente dedicato alla rete museale del contemporaneo (“IBC”, anno 4,
n. 5, settembre-ottobre 1996, pp. 50-72). I risultati scaturiti dalla fase investigativa svolta
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nell’ambito della ricerca denominata “Archivi dell’Arte”, promossa dalla Soprintendenza per
i Beni Librari e Documentari, consentirono di tracciare in quella sede un quadro sintetico
della realtà regionale e, al tempo stesso, di definire un percorso di lavoro proiettato negli anni a venire. A questo proposito, può essere d’un qualche vantaggio alla decifrazione della più
stretta attualità la rilettura di alcune questioni poste fin nell’“editoriale” della rivista (Anche
il contemporaneo è un bene da tutelare): come quelle largamente sollecitate dall’urgenza di dare maggiore impulso alla nascita di un sistema museale territoriale in relazione alle effettive
possibilità offerte in questa direzione dall’apposita legislazione regionale; o come quelle riferite alla necessità di una promozione conoscitiva del contemporaneo, all’effettivo utilizzo
del potenziale operativo dei maggiori musei e gallerie della nostra regione sul terreno della
divulgazione e dell’informazione; o come, ancora, quelle sviluppate dalla crescente richiesta
di un’apertura di confronto degli artisti con le istituzioni e di un’attivazione di strumenti incentivanti a favore della creatività giovanile, come pure dall’urgenza di una riforma delle
scuole (Accademie di belle arti in testa) di istruzione e di avviamento ai mestieri artistici.
Con riferimento ai dati e ai risultati scaturiti dalle ricerche in corso da parte dell’IBC,
vien scritto tra l’altro: «[...] Alla fase ricognitiva dovrà poi corrispondere anche un riassetto
e un riequilibrio degli attuali modelli espositivi di molti musei della Regione, a favore, si capisce, delle raccolte d’arte finora rimaste in secondo piano. Allo stesso modo diventa necessario decidere quale ordine assegnare al cospicuo patrimonio attualmente senza una adeguata cura conservativa e disperso, per di più, in diverse sedi pubbliche. Ma esiste anche il
problema di una politica delle acquisizioni, che in questi ultimi decenni è stata quasi sempre limitata. Come può chiamarsi d’arte contemporanea una Galleria che non continui a
proporre, via via, l’arte dei nostri giorni con un costante e sistematico aggiornamento?
Anche al Museo del contemporaneo spetta una funzione primaria di giudizio storico critico. Ma questo significa insieme attendere alla tutela della memoria, se non si vuole fare del
presente e delle sue invenzioni una semplice superficie di immagini ed eventi, senza la
profondità, la prospettiva lunga di un contesto. Di qui la sua natura di Istituto di ricerca,
di luogo di studio metodico di forme e di progetti libero da ogni condizionamento a un gusto che sia soltanto quello diretto del mercato. Insegnare a comprendere vuol dire anche, in
questo caso, orientarsi su ciò che ci sta intorno, facendo dell’arte uno strumento attivo contro il pregiudizio, contro la cristallizzazione delle idee. Va da sé, per tornare alla nostra dimensione regionale, che ciò che occorre è una rete dinamica di scambi e di dialoghi fra le
comunità e le istituzioni presenti nel nostro tessuto sociale [...]».
Di certo non si poteva non riconoscere all’arte novecentesca e contemporanea nella nostra regione, a meno di un decennio dallo scadere del secolo, quella condizione così gravemente d’emarginazione di cui si parlava all’inizio. Per di più, appariva realmente corrispondere all’ immobilismo delle istituzioni museali una totale assenza di strumenti informativi
e di forme di divulgazione finalizzati a promuovere il patrimonio esistente e, più in generale, le manifestazioni della creatività contemporanea nelle diverse realtà, sia urbane che territoriali, della nostra regione.
Basterebbe ricordare, a, questo proposito, l’approssimativa rappresentazione della realtà
museale emiliana e romagnola generalmente fornita dalle guide e dagli itinerari artistici nazionali del tempo. In un repertorio divulgato dalla rivista “Arte” di Mondadori pochi mesi
prima dell’uscita dell’inserto di “IBC”, tra le ottanta istituzioni italiane depositarie dell’arte
moderna si segnalavano tredici musei della nostra regione (Piacenza, Galleria Ricci Oddi;
Parma, Csac; Modena, Galleria Civica; Reggio Emilia, Musei Civici; Ravenna, Pinacoteca
Civica; Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche; Cesena, Pinacoteca Comunale;
Cento, Galleria Civica “Aroldo Bonzagni”; Ferrara, Museo Boldini; Lido di Spina, Museo
Alternativo “Remo Brindisi”; Santa Sofia, Galleria Comunale d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni”; Bologna, Galleria Comunale d’Arte Moderna e Museo Morandi).
Dunque, un numero davvero limitato di musei nostrani elevati alla considerazione
nazionale e popolare, per di più attraverso una selezione assai discutibile, capace di evidenziare modeste “appendici” museali (come nel caso di Cesena) a scapito di raccolte
prestigiose come nel caso di Forlì (con la collezione Verzocchi) o di Longiano (con la
Fondazione Tito Balestra).
In realtà, la “mappatura” territoriale realizzata in avvio della ricerca denominata “Archivi
dell’Arte”, oltre a rilevare l’effettiva realtà della rete museale emiliano-romagnola, consentiva
finalmente di conoscere la portata di un patrimonio “diffuso” fin lì largamente sconosciuto,
come quello rappresentato da tanti fondi presenti (ma per lo più ai margini degli assetti espositivi) nelle pinacoteche delle nostra regione, dalle raccolte esistenti in edifici pubblici, residenze municipali, sedi provinciali, dalle opere d’arte monumentali collocate nei contesti urbani e territoriali. Basti pensare, a questo proposito, che in un’area campione corrispondente alle province di Bologna, Ferrara e all’intero territorio romagnolo venivano individuate ben
44 raccolte e nuclei patrimoniali “esterni” alla rete dei musei con un calcolo di circa 10.000
opere d’arte collocate in ambiti e contesti non fruibili da parte del pubblico.
La connessione del patrimonio novecentesco e contemporaneo diffuso sul territorio al
sistema museale regionale ha dunque rappresentato per l’Istituto per i Beni Culturali un
obiettivo primario. Al lavoro di “scavo” sul territorio emiliano e romagnolo, che ha consentito – come si è detto – il riaffioramento di rilevanti testimonianze riguardanti la vicenda figurativa del secolo scorso, ha fatto così seguito una fase contrassegnata da positive esperienze tese a favorire nuovi ordinamenti museali e processi di valorizzazione e di divulgazione del “Novecento ritrovato”.
Si può dire oggi che una tale attività ha certamente contribuito a rendere di fatto più dinamico il ruolo delle arti visive contemporanee all’interno delle politiche culturali espresse
dalle singole amministrazioni pubbliche ai vari livelli territoriali e a determinare e sviluppare, nel contempo, una reale capacità di coordinamento e di comunicazione fra le diverse entità istituzionali.
Per questo, può essere di qualche utilità, almeno crediamo, ricordare qui alcuni significativi episodi che, all’interno di uno stesso orizzonte, in quest’ultimo decennio hanno coinvolto “luoghi” diversi della nostra regione e, specialmente, la rete museale policentrica romagnola: scavi, scoperte, ritrovamenti, ma anche le restituzioni alle singole collettività di patrimoni nascosti e le rivelazioni di presenze e di fenomeni dell’arte fino ad allora rimasti nascosti o solo appena intravisti. Non un semplice inventario, dunque, ma piuttosto un diario di “memorie”, capaci forse di orientare meglio il visitatore di oggi da un “luogo” dell’arte all’altro all’interno di questo nostro grande e straordinario “museo diffuso”.
1994 - A compimento della prima fase d’indagine sulle raccolte d’arte moderna e contemporanea presenti in musei, pinacoteche, edifici pubblici delle province di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, viene allestita a Bagnacavallo la mostra Archivi dell’Arte. Il Contemporaneo in Romagna.
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Con oltre cento opere esposte, la rassegna documenta la portata e la ricchezza di un patrimonio generalmente poco noto e solo in parte esposto al pubblico nelle diverse sedi museali.
In evidenza le principali donazioni effettuate nel corso della seconda metà del secolo (tra
le altre la Collezione Verzocchi a Forlì, la Raccolta Balestra a Longiano, la Collezione Morellini a Cesena). Spazio è anche riservato a importanti nuclei di opere largamente sconosciuti, annessi alla varie raccolte pubbliche fin dagli anni dell’immediato dopoguerra, in occasione di importanti concorsi e rassegne d’arte promossi in diverse località romagnole, da
Cesenatico a Modigliana, da Santa Sofia a Rimini, da Forlì a Imola.
Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (25 settembre – 20 novembre 1994)
Enti promotori: IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari), Comune di Bagnacavallo
Catalogo a cura di O. Piraccini, G. Serpe, A. Sibilia, introduzione di E. Raimondi, testi di O. Piraccini, A. Sibilia, IBC Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1994.
1995 - Realizzata nell’ambito delle manifestazioni ufficiali della Regione Emilia-Romagna per il cinquantesimo anniversario della Liberazione, viene allestita a Medicina la
mostra La Premiata Resistenza. Concorsi d’arte nel dopoguerra in Emilia-Romagna. Realizzata a seguito di una campagna conoscitiva riguardante l’intero territorio regionale
volta a individuare e censire opere d’arte e monumenti legati alla memoria resistenziale,
l’esposizione pone in particolare evidenza le raccolte riferite ai concorsi di pittura promossi a Marzabotto, Bologna, Ferrara e in diverse località emiliane tra gli anni Cinquanta e Sessanta.
Medicina, Palazzo della Comunità (29 aprile – 28 maggio 1995); successivamente la mostra viene
ospitata a Longiano (Fondazione Balestra), Bologna (Sale del Baraccano), Ravenna (Biblioteca Classense), Gattatico (Museo Cervi)
Enti promotori: IBC, Comune di Medicina, in collaborazione con Istituto Regionale “Ferruccio Parri”, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Bologna, Laboratorio Nazionale per la Didattica
della Storia
Catalogo a cura di O. Piraccini, G. Serpe, A. Sibilia, introduzione di E. Raimondi, testi di O. Piraccini, W. Guadagnini, P. Dogliani, L. Scardino, A. Sibilia, E. Guerra, E. Lorenzinini, P. Deggiovanni, L. Arbizzani, D. Barbieri, E. Biavati, L. Grossi, IBC Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1995.
1995 - L’apporto dell’arte, della fotografia, del cinema, della letteratura per la conoscenza
della realtà e del paesaggio padani nel corso del Novecento è il tema della mostra allestita a
Mesola e intitolata Il Po del ’900. Arte, cinema, letteratura. La rassegna (che per le arti figurative propone opere di Cagli, Cappelli, Chessa, Covili, De Pisis, Ligabue, Mazzacurati,
Morlotti, Mucchi, Murer, Paulucci, Pizzinato, Zancanaro, Zigaina e di altri artisti che dal
Po e dal suo ambiente hanno tratto ispirazione) intende offrire al visitatore la percezione di
una forte ragione unitaria, quasi di una matrice unica, che ha legato fra loro le varie forme
creative.
Mesola, Castello Estense (maggio – agosto 1995)
Enti promotori: Comune di Mesola, Provincia di Ferrara, IBC
Catalogo con scritti di R. Candia, G. Antonio Cibotto, M. De Micheli, A. Folli, L. Gavioli, A.M.
Quarzi, E. Raimondi, R. Roda, I. Zannier, introduzione di E. Raimondi, N. Pisauri, IBC, Immagini e Documenti, Grafis Edizioni, Bologna, 1995.
1995 - Dall’esplorazione di un territorio profondamente segnato per tutto il corso del Novecento dalla presenza e dalla fervida creatività dei suo artisti prende forma la mostra Novecento. Artisti nei dintorni ravennati. Allestita a Bagnacavallo, in uno dei centri della “bassa”
che anche oggi manifesta sintomi non comuni di vitalità artistica, l’esposizione ripercorre la
vicenda figurativa novecentesca nel comprensorio ravennate passando dalla riscoperta delle
“Scuole Comunali” (e dell’importante ruolo svolto per la promozione di “Arti e Mestieri”,
specialmente nel corso della prima metà del secolo) a una rassegna di pittori e scultori operosi nei diversi centri del territorio con opere per lo più inedite e in larga parte provenienti
da musei e raccolte pubbliche locali.
Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (24 settembre – 22 ottobre 1995)
Enti promotori: Comune di Bagnacavallo, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, A. Savini, introduzione di E. Raimondi, testi e schede di O. Piraccini, A. Savini, Edit Faenza, Faenza, 1995.
1996 - Con la mostra Quadri in Comune. Per una Galleria d’Arte Moderna a Riccione
prende avvio un ciclo di esposizioni in diversi luoghi della regione riguardanti singole
raccolte individuate in contesti extramuseali e quindi sottoposte a opportune indagini
conoscitive.
Nel caso di Riccione, l’esposizione segna il primo atto di un percorso progettuale per l’istituzione di una Galleria Comunale d’Arte Moderna con sede a Villa Franceschi, tipico edificio in stile Liberty risalente all’inizio della vicenda turistico-balneare della cittadina romagnola. A conclusione della capillare campagna di censimento del patrimonio artistico comunale esistente nel Palazzo municipale e in altri luoghi cittadini, sono esposte oltre settanta opere di artisti per lo più di ambito regionale, oltre ad alcuni dipinti e arredi provenienti da Villa Franceschi.
Palazzo del Turismo (21 dicembre 1995 – 21 gennaio 1996)
Enti promotori: Comune di Riccione, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di F. De Bartolomeis, testi di W. Bergamini, O. Piraccini, A. Sibilia, Quaderno n. 23 Centro della Pesa, Riccione, 1995.
1996 - Approfondite indagini ricognitive condotte sui fondi archivistici, documentari e
librari, nonché sulla raccolta d’arte conservati da Bianca Rosa Arcangeli consentono la
realizzazione della mostra Gli Arcangeli. Nino, Gaetano, Francesco, Bianca tra musica, arte e poesia. Allestita al Castello Malatestiano di Longiano, l’esposizione dedica il suo nucleo centrale ai rapporti di vita e di lavoro dei quattro fratelli Arcangeli, mentre preziose testimonianze riguardano anche l’attività svolta da ciascun componente della famiglia.
In particolare, l’illustrazione della figura e del lavoro di Francesco come studioso e critico d’arte si avvale di un notevole numero di opere di artisti novecenteschi, in larga misura provenienti dalla collezione privata dello stesso Arcangeli.
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Longiano, Fondazione Tito Balestra (18 maggio – 16 luglio 1996); successivamente, la mostra è stata allestita a Bologna nelle sale espositive del Museo Civico Archeologico
Enti promotori: IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari), Fondazione Tito Balestra
Catalogo a cura di F. Balestra, O. Piraccini, testi di F. Balestra, L. Cesari, O. Piraccini, C. Spadoni,
D. Trento, All’Insegna del pesce d’oro di Vanni Scheiwiller, Milano, 1996.
1996 - Nella ricorrenza del primo centenario della nascita del noto artista Enzo Morelli viene realizzata una campagna di catalogazione della ingentissima raccolta di dipinti e opere
grafiche (oltre duemila esemplari) e un primo riordinamento dei fondi archivistici e documentari acquisiti per donazione dalla Pinacoteca Comunale di Bagnacavallo. Da questa attività conoscitiva scaturisce la mostra Enzo Morelli (1896-1976). Una collezione e un archivio d’arte che consente per la prima volta la visione al pubblico di dipinti, acquerelli, disegni, incisioni facenti parte della raccolta bagnacavallese, oltre a cartoni preparatori per decorazioni, fotografie, carte d’archivio ed esemplari della ricca biblioteca d’arte appartenuta
al Morelli. In esposizione anche alcune opere di artisti sodali dello stesso Morelli durante il
lungo periodo di lavoro trascorso a Milano.
Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (22 settembre – 17 novembre 1996)
Enti promotori: IBC, Comune di Bagnacavallo
Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di N. Pisauri, testi e regesti di E. Colombo, R. De Grada, A. Magrograssi, A. Mazzotti, O. Piraccini, G. Repossi, A. Sibilia, IBC Immagini e Documenti,
Grafis Edizioni, Bologna, 1996.
1997 – Al ritrovamento di importanti nuclei artistici legati alle tematiche resistenziali segue uno
specifico programma di iniziative destinato a promuovere la conoscenza di questo importante
patrimonio “diffuso” sul territorio regionale. A seguito della schedatura analitica e dall’ordinamento del notevole corpus di incisioni e litografie conservate presso la Fondazione Tito Balestra
viene allestita a Longiano la mostra Tono Zancanaro. Dal Gibbo alle tematiche della Resistenza
incentrata sulla satira politica e sulla grafica di impegno del noto artista padovano. L’esposizione ospita anche rari esemplari provenienti dall’Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova.
Longiano, Castello Malatestiano (25 aprile – 20 giugno 1997); successivamente la mostra viene allestita al Palazzo del Turismo di Riccione
Enti promotori: Fondazione Tito Balestra di Longiano, Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova, IBC
Catalogo a cura di F. Balestra, O. Piraccini, Quaderni della Fondazione Tito Balestra, Longiano, 1997.
1997 – Nuove indagini condotte sul patrimonio novecentesco e contemporaneo “diffuso” nel territorio romagnolo consentono una rappresentazione dei principali nuclei pittorici riferiti alla “stagione” dei concorsi d’arte promossi in ambito forlivese e cesenate
tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Con oltre cento opere attualmente presenti nelle varie raccolte pubbliche della provincia, la mostra Il ‘Campigna’ e gli altri. Concorsi d’arte
nel dopoguerra a Forlì e dintorni ripercorre la storia di alcune importanti manifestazioni
artistiche quali il “Premio Campigna”, il “Premio Cesenatico”, il “Premio Silvestro Lega” di Modigliana, il “Premio Cassiano Fenati” di Cesena e le “Biennali d’Arte Romagnola” di Forlì.
Forlì, Palazzo Albertini (14 settembre – 12 ottobre 1997)
Enti promotori: Comune di Forlì, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di E. Raimondi, testi di F. Cavallucci, O. Piraccini, A.
Sibilia, Grafis Edizioni, Bologna, 1997.
1997 - Il censimento delle opere d’arte conservate nel Palazzo del Turismo e in altri edifici
pubblici di Cesenatico offre lo spunto per una mostra destinata a promuovere la conoscenza di una raccolta di notevole valore, strettamente connessa alla vita turistica e culturale della cittadina romagnola. Intitolata Artisti italiani del Novecento a Cesenatico. Per una Galleria
Comunale d’Arte Moderna l’esposizione documenta la formazione e lo sviluppo della collezione, dagli anni del rinomato “Premio Cesenatico” (1952-56) all’attività della Galleria
d’Arte “Il Bragozzo”, fino alle più recenti acquisizioni connesse all’attività svolta dalla Galleria Comunale d’Arte.
Un capitolo della mostra è riservato agli artisti che dal dopoguerra in poi hanno frequentato Cesenatico, con un approfondimento sulla presenza di Tono Zancanaro (particolarmente assidua tra gli anni Sessanta e Ottanta), documentata attraverso un significativo
nucleo di opere ispirate all’ambiente marino locale, immagini fotografiche, epistolari inediti e altre carte d’archivio.
Cesenatico, Palazzo delle Scuole Elementari (19 luglio – 27 agosto 1997)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, testi e schede di M. Corradini, M. Gaddi, D. Gnola, O. Piraccini, N. Scalabrin, G. Segato, A. Sibilia, R. Zavatta, IBC Immagini e Documenti, Edizioni Grafis, Bologna, 1997.
1997 - L’installazione della grande opera progettata dai coniugi Poirier nel tratto cittadino
dell’alveo del fiume Bidente rappresenta una tappa importante per lo sviluppo e l’ampliamento del “Parco di Sculture all’Aperto”, istituito nel 1993 con la “messa in opera” delle
creazioni di Mauro Staccioli. Il complesso scultoreo, realizzato con il determinante contributo finanziario della Regione Emilia-Romagna, viene presentato nell’ambito della mostra
Premio Campigna XLI edizione. Anne e Patrick Poirier, L’esilio di Ulisse (curatori: R. Barilli,
F. Cavallucci, C. Spadoni), con progetti e studi originali.
Santa Sofia, Parco di Sculture all’Aperto, Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” (13 dicembre 1997 – 15 febbraio 1998)
Enti promotori: Comune e Pro Loco di Santa Sofia, Provincia di Forlì-Cesena, IBC
1998 - Con l’intento di favorire la più ampia divulgazione dell’importante patrimonio d’arte
conservato dalla Fondazione Tito Balestra di Longiano attraverso una “rete” di relazioni e scambi con altri enti e istituzioni culturali in ambito emiliano e romagnolo, viene presentata a Massa Lombarda la mostra Le donne di Mino Maccari nelle opere della Collezione Tito Balestra (curatori: F. Balestra, O. Piraccini). In esposizione figurano opere scelte tra gli oltre mille esemplari del celebre artista già facenti parte della collezione personale del poeta romagnolo.
Massa Lombarda, Sala del Carmine (24 gennaio – 8 febbraio 1998)
Enti promotori: Comune di Massa Lombarda, Fondazione Tito Balestra di Longiano, IBC
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1998 - In occasione della grande mostra Pupazzi con rabbia e sentimento. La vita e l’arte di
Dario Fo e Franca Rame si svolge la prima edizione di una rassegna di arte all’aperto destinata a riproporsi negli anni successivi. Realizzate da Fo in collaborazione con i giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, vengono esposte nella spiaggia libera della cittadina romagnola venti pitture ispirate in larga parte alla celebre rappresentazione del Johan
Padan, eseguite nella forma dei caratteristici elementi del tradizionale arredo balneare di Cesenatico, oggi in disuso.
Le successive edizioni, realizzate in collaborazione con le Accademie di Ravenna e di Brera hanno visto all’opera celebri illustratori come Mantegazza e Lele Luzzati o si sono riferite al ricordo di artisti (come nel caso di Tono Zancanaro e di Bruno Munari) legati alla recente storia balneare di Cesenatico. Per la particolarità dell’impianto progettuale, la rassegna Tende al mare di Cesenatico è oggi generalmente considerata tra le più originali esperienze di “arte all’aperto” in ambito nazionale.
Cesenatico, Spiaggia libera di piazza Andrea Costa; Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci”
(estate 1998 – estate 2004)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC
Cataloghi a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 19982004.
1998 - Posto in luce grazie a una meticolosa ricognizione nelle diverse sedi della Regione
Emilia-Romagna, al consistente nucleo patrimoniale di pertinenza dell’ente regionale può
essere pienamente riconosciuta una rilevanza di primo piano tra le pubbliche collezioni d’arte novecentesca e contemporanea presenti in contesti extramuseali. Di tale raccolta viene offerto un primo livello di conoscenza attraverso la mostra itinerante Quadri in Regione. Le
collezioni d’arte moderna del Consiglio e della Giunta dell’Emilia-Romagna. Con approfondite informazioni sulla costituzione e sulla effettiva composizione del patrimonio regionale si
pongono in rilievo le accessioni più significative, come quella costituita dagli oltre sessanta
esemplari, fra dipinti, disegni e sculture, di noti artisti italiani del secondo Novecento appartenenti alla sfera del critico Francesco Arcangeli, acquistata dalla Giunta regionale nel
1973 a contributo della costituzione della Fondazione Gaetano Arcangeli. In rassegna anche le più recenti aquisizioni delle collezioni regionali, tra le quali sono senz’altro segnalabili i bozzetti di Alberto Burri per i due grandi arazzi attualmente collocati all’ingresso di
una delle “torri” di via Aldo Moro e le grandi sculture di Luciano Minguzzi.
Bologna, Villa delle Rose (16 luglio – 27 settembre 1998). Successivamente, la mostra è stata ospitata a Longiano (Fondazione Tito Balestra), Savignano di Romagna (Centro culturale “ex Pescheria”), Forlì (Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea”), Cesenatico (Galleria Comunale d’Arte
“Leonardo da Vinci”), Riccione (Palazzo del Turismo)
Enti promotori: Regione Emilia-Romagna, IBC, Galleria d’Arte Moderna di Bologna
Catalogo a cura di O. Piraccini, prefazione di D. Eccher, testi di D. Auregli, O. Piraccini, repertorio generale delle opere di F. Balestra, A. Sibilia, Supplemento della rivista “IBC”, n. 2/98.
1998 - Alternandosi con le iniziative legate al Parco delle Sculture all’Aperto prosegue l’attività del “Premio Campigna” di Santa Sofia con rassegne tematiche dedicate ad aspetti sa-
lienti della pittura contemporanea. Con la mostra Premio Campigna XLII edizione. Francesco Arcangeli a Santa Sofia (1967-1973) viene ricordato un momento particolarmente importante nella lunga storia del concorso santasofiese contrassegnato dalla presenza e dall’apporto del noto critico bolognese.
Oltre a inediti documenti, fotografie, carteggi tratti dall’archivio del “Premio”, vengono
esposte le opere vincitrici delle varie edizioni del concorso, tra gli anni Sessanta e Settanta,
oggi conservate nella Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” di Santa Sofia, accanto ad opere degli stessi autori di più recente esecuzione.
Santa Sofia, Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” (8 dicembre 1998 – 7 febbraio 1999)
Enti promotori: Comune e Pro Loco di Santa Sofia, IBC
Catalogo a cura di D. Trento, testi di E. Crispolti, C. Spadoni, A. Sibilia, Santa Sofia, 1998.
1998 - Nel quadro di un’indagine riguardante patrimoni ed emergenze artistiche del Novecento nel territorio di Cattolica, al confine tra Romagna, Marche e Montefeltro, viene dato risalto alla presenza dell’arte sacra, a cominciare dai cicli decorativi di Fortunato Teodorani.
All’artista cesenate, assai noto in tutta la Romagna, ma anche in altri ambiti territoriali
per la sua attività di “frescante”, viene dedicata la mostra Fortunato Teodorani (1888-1960).
Arte sacra e impressioni dal vero incentrata soprattutto sul ciclo ornamentale eseguito attorno al 1940 nelle volte e alle pareti della grande chiesa parrocchiale di San Pio V a Cattolica. Dello stesso pittore si presentano opere inedite ispirate al paesaggio locale, sia marino
che collinare, alla cui rappresentazione viene attribuito un particolare interesse anche sul
piano documentario e iconografico.
Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce (19 dicembre 1998 – 31 gennaio 1999)
Enti promotori: Comune di Cattolica, IBC
Catalogo a cura di A. Bernucci, O. Piraccini, La Pieve Poligrafica Editore, Rimini, 1998.
1999 – Un’indagine conoscitiva sulle raccolte artistiche e sui fondi archivistici e documentari tuttora conservati nella “casa-studio” della famiglia Visani di Lugo consente di ricostruire un capitolo assai importante della vicenda culturale e artistica romagnola novecentesca.
Con la mostra I Visani a Lugo. Paolo, Giulia, Veronica, Domenico, Carlo. Arte, fotografia, architettura tra Ottocento e Novecento, si delinea un percorso generazionale che
comprende i singoli esponenti della famiglia lughese: Paolo scultore e architetto, Giulia e Veronica fotografe, Domenico pittore, decoratore e maestro d’arte, Carlo progettista e illustratore.
L’esposizione segna l’avvio di un programma poliennale per la valorizzazione del patrimonio artistico novecentesco lughese.
Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (17 aprile – 30 maggio 1999)
Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzione di R. Campioni, testi di O. Piraccini, A. Savini, P. Visani, R. Vlahov, U. Zoli, Edit Faenza, Faenza, 1999.
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1999 - Oltre trecento incisioni dal 1953 agli anni Novanta vengono donate dal noto pittore ravennate Giulio Ruffini al Gabinetto delle Stampe della Pinacoteca di Bagnacavallo. A
compimento di un’accurata campagna censitiva e di un primo ordinamento dell’eccezionale corpus grafico, viene allestita la mostra Giulio Ruffini: una storia di segni. Incisioni dal 1953
al 1999. La Donazione al Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. Nel porre in risalto l’importanza dell’acquisizione da parte del museo bagnacavallese, l’esposizione traccia un inedito percorso conoscitivo dell’arte di Ruffini avente come filo conduttore soggetti e temi legati alla denuncia sociale e alla satira politica.
Bagnacavallo, Centro Culturale Le Cappuccine (19 settembre – 17 ottobre 1999)
Enti promotori: Comune di Bagnacavallo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazioni di M. Mazzotti, R. Campioni, schede di A. Mazzotti, Edizioni del Gabinetto delle Stampe antiche e moderne, Faenza, 1999.
1999 - A compimento della campagna di catalogazione che ha riguardato le oltre trecento opere d’arte del Novecento e contemporanee di pertinenza dell’Amministrazione Provinciale di
Forlì-Cesena, viene allestita la mostra itinerante Quadri in Provincia. Pittura romagnola tra gli
anni Cinquanta e Sessanta. L’esposizione trae spunto dal ritrovamento di un notevole nucleo
di dipinti e disegni per lo più inediti, acquisiti in occasione dei principali concorsi di pittura
promossi dalle civiche amministrazioni locali nel periodo postbellico. Tali opere, straordinariamente rappresentative del fervido clima culturale e figurativo del tempo, rappresentano nel
loro insieme uno dei motivi di maggior interesse dell’intera raccolta provinciale.
Forlì, Palazzo Albertini (12 settembre – 10 ottobre 1999); successivamente la mostra è stata allestita a Santa Sofia (Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” e a Cesenatico (Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci”)
Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazioni di L. Zanetti, N. Pisauri, repertorio generale delle opere di A. Sibilia, Edizioni Coiné, Forlì, 1999.
1999 - Alla riscoperta dei fondi artistici e documentari di “Casa Visani” si collega il ritrovamento di interessanti memorie riguardanti un altro pittore lughese, Giulio Avveduti, figura di spicco nel panorama artistico romagnolo, titolare della cattedra di Disegno alla
Scuola comunale d’arte di Fusignano e maestro di tanti giovani destinati a brillanti carriere, tra i quali Francesco Verlicchi e Raul Vistoli.
Opere inedite, studi ed abbozzi, ma anche carteggi, fotografie, oggetti e strumenti figurano nella mostra Natura e sentimento nella pittura di Giulio Avveduti (1889-1986). Scoperte e ritrovamenti. In esposizione figurano anche i dipinti avvedutiani conservati nella Raccolta Comunale d’Arte ed esemplari tratti dal cospicuo nucleo di opere acquisito di recente dalla Banca di Romagna di Lugo.
Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (18 dicembre 1999 – 23 gennaio 2000)
Enti promotori: Comune di Lugo, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, introduzioni di D. Ferrieri, R. Campioni, Edit Faenza,
Faenza, 1999.
2000 - Lungo il percorso per la costituzione di una civica pinacoteca a Lugo si colloca una specifica indagine ricognitiva tesa a individuare la presenza in altri contesti museali emiliani e romagnoli di opere rappresentative del “cenacolo” novecentesco locale. Nasce così la mostra Arte
lughese del Novecento nei musei dell’Emilia-Romagna. Verso la Pinacoteca Comunale di Lugo.
Provenienti da Piacenza e da Bologna, da Forlì e da Cesena, da Ravenna e da Bagnacavallo, oltre che dalla stessa raccolta civica lughese, sono esposte opere dei maggiori artisti locali: da Ruina a Visani, da Pratella a Toschi, da Montevecchi a Esodo Pratelli per la prima
metà del Novecento, da Margotti a Paride Baccarini, da Baroni a Neri, da Baruzzi a Costa
per la seconda parte del secolo.
Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (27 maggio – 2 luglio 2000)
Enti promotori: Comune di Lugo, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, introduzioni di D. Ferrieri, N. Pisauri, Edit Faenza, Faenza, 2000.
2000 - La rete museale dell’arte novecentesca e contemporanea nel territorio provinciale di
Forlì e di Cesena viene sottoposta a un approfondito esame conoscitivo. Si raccolgono dati
relativi anche al patrimonio “diffuso” nelle città e nei vari contesti paesistici, con significativi riscontri riguardanti le sue varietà tipologiche e la consistenza. I risultati dell’indagine
vengono riferiti dalla mostra Un territorio per l’arte. Il Novecento nella rete museale della Provincia di Forlì-Cesena comprendente anche una sezione espositiva intitolata “Rocche in Provincia” con il suggestivo itinerario pittorico nelle vallate forlivesi e cesenati offerto dalle tavole pittoriche eseguite en plein air dall’artista cesenate Giordano Severi attorno al 1930, oggi conservate nel Museo Etnografico di Forlì.
Forlì, IV Edizione del Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (3-6 novembre 2000)
Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena (Coordinamento provinciale per la promozione dell’arte
contemporanea), IBC
Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, presentazione di L. Zanetti, testi di A. Bellandi, L. Prati, O. Piraccini, Edizioni Coiné, Forlì, 2000.
2000 - Con la mostra Idillio e colore nell’opera di Carlo Patrignani (1869-1948) prosegue il ciclo espositivo dedicato a momenti, aspetti e figure dell’arte del Novecento a Cattolica e nel suo
circondario al confine tra Romagna, Marche e Montefeltro. L’opera di Carlo Patrignani, protagonista dimenticato della vicenda artistica ultimo-ottocentesca e d’inizio Novecento, viene qui
considerata anche per il suo notevole valore documentario e iconografico. Infatti, il paesaggio,
sia marino che collinare, rappresenta l’elemento saliente per l’ispirazione dell’artista.
Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce (17 dicembre 2000 – 4 febbraio 2001)
Enti promotori: Comune di Riccione, IBC
Catalogo a cura di A. Bernucci, prefazione di F.V. Lombardi, testi di A. Bernucci, O. Piraccini, La
Pieve Poligrafica Editore, Rimini, 2000.
2000 - Al ritrovamento delle testimonianze figurative riguardanti l’eccidio di Marzabotto,
nel quadro delle ricerche condotte in occasione del Cinquantesimo Anniversario della Liberazione in Emilia-Romagna, segue un piano di valorizzazione e di divulgazione di un pa-
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trimonio straordinariamente importante non solo sul piano rievocativo, ma anche per i suoi
effettivi contenuti artistici.
La raccolta, la cui formazione risale alle due edizioni del “Premio Marzabotto” del 1960
e del 1961, viene resa nota pubblicamente dapprima con un allestimento temporaneo nella residenza municipale della cittadina martire e successivamente attraverso la mostra itinerante Pittura e Memoria. La Raccolta d’Arte di Marzabotto. Contemporaneamente, è allo studio uno specifico progetto per l’effettivo inserimento della collezione nella rete museale regionale riguardante il secondo Risorgimento italiano.
Marzabotto, Residenza Municipale (ottobre 2000); Fusignano, Centro Culturale “Il Granaio” (14
aprile – 9 maggio 2001)
Enti promotori: Comune di Marzabotto, Comune di Fusignano, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Tamassia, presentazioni di A. De Maria, N. Pisauri, introduzione
di P. Tamassia, testi di B. Magni, O. Piraccini, repertorio delle opere di A. Sibilia, Grafis Edizioni,
Bologna, 2000.
2001 - Nel nuovo ordinamento del Museo Cervi di Gattatico, insieme ai “fondi” archivistici e documentari, agli arredi e agli strumenti del lavoro contadino, a ricordi e cimeli d’ogni tipo, un ruolo preminente viene riservato alla raccolta d’arte composta da dipinti, sculture, disegni, incisioni, opere litografiche acquisite a partire dall’immediato dopoguerra e
generalmente legate ai temi della Resistenza. Nella sezione espositiva Museo Cervi. La Raccolta d’Arte Contemporanea figurano, tra le altre, opere di Borgonzoni, Treccani, Zancanaro, Pizzinato, Guttuso, Calabria, Farulli, Negri e un nucleo di pitture “naïf ”.
Gattatico, Museo Cervi (in occasione del nuovo allestimento espositivo, aprile 2001)
Enti promotori: Istituto Alcide Cervi, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Varesi, introduzione di U. Benassi, testi di F. Boiardi, P. Varesi,
O. Piraccini, A. Gianolio, A. Canovi, Ed. Istituto A.Cervi, Reggio Emilia, 2001.
2001 - Grazie al rinvenimento di numerose e inedite testimonianze, è possibile scrivere un
nuovo capitolo sulla vita e sull’attività di Tono Zancanaro in Romagna durante i frequenti
soggiorni estivi a Cesenatico e nel periodo d’insegnamento sulla cattedra di Incisione dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna.
Con la mostra Tono in Romagna. Vita e opere di Zancanaro tra gli anni Sessanta e Settanta l’attenzione viene posta specialmente sulla produzione ceramica e sulle raffinate composizioni musive realizzate a contatto con il noto mosaicista Romolo Papa.
Fusignano, Centro Culturale di San Rocco (28 aprile – 20 maggio 2001); successivamente la mostra
è stata allestita presso il Palazzo dei Capitani di Bagno di Romagna
Enti promotori: Comune di Fusignano, IBC, Archivio Storico Tono Zancanaro di Padova
Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, testi di M. Gaddi, N. Micieli, O. Piraccini, Edizioni il
Granaio, Fusignano, 2001.
2001 - A conclusione di una prima indagine ricognitiva riguardante l’archivio dell’ex Azienda di Soggiorno e grazie al ritrovamento di documenti relativi alla realtà turistico-culturale
di Cesenatico dall’immediato dopoguerra agli anni Settanta, viene allestita la mostra Diva
Cesenatico. Realtà e miti della città balneare dal dopoguerra agli anni Sessanta nei suggestivi
ambienti dell’ex colonia Veronese, nel cuore della città balneare.
Sezioni espositive sono dedicate ai principali eventi artistici e mondani di quel periodo,
a cominciare dalle edizioni dei Premi di pittura “Città di Cesenatico” (1952-1956) e “Cassiano Fenati” (1960-1970) al “Premio Agrodolce” destinato alle maggiori celebrità nel campo del cinema e del teatro, alle grandi mostre promosse dalla Galleria d’Arte “Il Bragozzo”
all’interno del Palazzo del Turismo.
Cesenatico, ex colonia Veronese (20 luglio – 2 settembre 2001)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC
Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, testi intoduttivi di V. Emiliani, L. Goldoni, I. Cucci, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2001.
2001 - Nuove verifiche sullo “stato” dell’arte contemporanea nell’ambito provinciale di
Forlì-Cesena e i risultati di un analitico censimento delle “sculture all’aperto” esistenti nei
diversi centri urbani e nei vari contesti paesistici vengono presentati al pubblico in forma di
vero e proprio itinerario territoriale. Dal museo al paesaggio. Indagine sul patrimonio artistico del Novecento nella provincia di Forlì-Cesena. Sculture a cielo aperto tra città e territorio:
questo il titolo di una mostra nella quale sono documentati fotograficamente, ma anche attraverso bozzetti e studi originali, monumenti celebrativi e commemorativi dal dopoguerra
a oggi e opere plastiche realizzate con la cosiddetta legge del “due per cento”; specifiche sezioni sono riservate al Parco di Sculture di Santa Sofia, la cui istituzione risale ai primi anni Novanta e alle “fontane” progettate e in parte realizzate da celebri scultori italiani su iniziativa di Romagna-Acque.
Forlì, V Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (9-12 novembre 2001)
Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC
Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, prefazione di L. Zanetti, Edizioni Coiné, Forlì, 2001.
2001 - La “colonia Novarese”, una delle più importanti strutture balneari della costa romagnola è al centro di studi e ricerche sul piano architettonico ed edilizio, ma riguardanti anche lo stato di degrado dell’edificio e il suo recupero finalizzato a un uso museale.
La storia, l’aspetto attuale, i piani di restauro e l’ipotesi di utilizzo della grande fabbrica, progettata nel 1934 dall’ingegnere Giuseppe Peverelli, vengono illustrati con l’esposizione Un relitto moderno. La Colonia Novarese di Rimini attraverso fotografie e documenti storici. Al centro della mostra, un servizio fotografico realizzato dalla nota fotografa americana Andrea Frank.
Rimini, Palazzo Gambalunga (15 dicembre 2001 – 12 gennaio 2002)
Enti promotori: Comune di Rimini, IBC
Catalogo a cura di O. Maroni, O. Piraccini, presentazioni di M. Di Bella, M. Foschi, S. Pivato, testi di V. Emiliani, A. Paolucci, A. Mignemi, G. Bonetta, G. Cerasoli, L. Faenza, R. Copioli, A. Agnoletti, A. Villani, C. Fabbri, G. Giovagnoli, G. Mulazzani, G. Conti, P.L. Cervellati, Supplemento
della rivista “IBC”, IX, 4, 2001.
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2002 - Nel quadro dei rapporti con altri enti e istituzioni museali attivati dall’Amministrazione Comunale di Riccione in vista della costituzione della Galleria d’Arte Moderna di Villa Franceschi, nei suggestivi ambienti del Castello degli Agolanti viene allestita la mostra Incisori contemporanei tra Romagna e Marche. Opere del Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. L’iniziativa, se da una parte rappresenta un significativo momento divulgativo dell’importante raccolta bagnacavallese, assume un particolare valore come atto conoscitivo della
creatività presente nel territorio di confine fra Romagna, Marche e Montefeltro.
Riccione, Castello degli Agolanti (23 febbraio – 8 marzo 2002)
Enti promotori: Comune di Riccione, Comune di Bagnacavallo, IBC
2002 - Promuovere in ambito romagnolo il Museo Nazionale delle Arti Naïves “Cesare Zavattini” di Luzzara: questo l’obiettivo principale della mostra Romanzo popolare. Un percorso con l’arte naïve, che segna anche l’avvio di un’indagine tesa a individuare la presenza di
opere inscrivibili alla sfera creativa dei “pittori ingenui” in raccolte, gallerie e musei della nostra regione. Oltre cinquanta opere sono inserite in un percorso espositivo che illustra la formazione e lo sviluppo del Museo Nazionale con il succedersi delle varie edizioni del famoso “Premio Luzzara”. Un ricordo particolare viene dedicato alla figura di Cesare Zavattini e
alla sua opera svolta a sostegno dell’arte popolare.
Fusignano, Museo Civico San Rocco (30 marzo – 5 maggio 2002)
Enti promotori: Comune di Fusignano, Comune di Luzzara, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, testi di M. Dall’Acqua, O. Piraccini, Edizioni Il Granaio, Faenza, 2002.
2002 – Qualificandosi come importante “vetrina” di significative componenti del patrimonio artistico regionale, Fusignano ospita la raccolta d’arte della Casa Cervi di Gattatico
comprendente un importante nucleo di opere pittoriche e grafiche dedicate ai temi resistenziali e sociali.
Nella mostra Memoria e mito. Opere d’arte dal Museo Cervi viene presentata al pubblico
romagnolo una selezione di dipinti e disegni specificamente intitolati alla figura di papà Alcide e all’atroce eccidio dei suoi sette figli.
Fusignano, Centro Culturale “Il Granaio” (24 aprile – 5 maggio 2002)
Enti promotori: Comune di Fusignano, Istituto Alcide Cervi, IBC
2002 - Ancora i musei d’arte moderna e contemporanea nel territorio provinciale forlivese
e cesenate sotto la lente di una verifica mirata ad accertare i recenti livelli di crescita e di sviluppo dei rispettivi patrimoni. I risultati dell’indagine vengono illustrati con la mostra Il sistema museale dell’arte contemporanea nella Provincia di Forlì-Cesena. Incrementi e nuove acquisizioni.
Pur in presenza di alcune rilevanti donazioni da parte di collezionisti privati e singoli artisti, l’esposizione non manca di evidenziare la necessità di una nuova e mirata “politica delle acquisizioni” a favore dei musei d’arte contemporanea.
Forlì, VI Salone dell’Arte Moderna “Contemporanea” (22-25 novembre 2002)
Enti promotori: Provincia di Forlì-Cesena, IBC
Catalogo a cura di A. Bellandi, O. Piraccini, prefazione di L. Zanetti, Edizioni Coiné, Forlì, 2002.
2002 – L’acquisizione da parte dell’Amministrazione Comunale di Lugo di un nucleo di opere di Primo Costa offre lo spunto per una ricerca tesa a documentare la vita e l’attività dell’artista, scomparso prematuramente nel 1986. Il ritrovamento di importanti testimonianze e di
numerose opere inedite consentono di realizzare la mostra Primo Costa, 1937-1986. La pittura
del silenzio che, oltre a tracciare un percorso retrospettivo dell’artista, offre lo spunto per la riproposizione del progetto costitutivo, già a suo tempo elaborato, di una struttura espositiva permanente della notevole raccolta comunale d’arte novecentesca e contemporanea.
Lugo, Pescherie della Rocca, Casa Rossini (14 dicembre 2002 – 12 gennaio 2003)
Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, presentazioni di M. Roi, D. Ferrieri, R. Campioni, testi di O. Piraccini, D. Serafini, C. Spadoni, Edit Faenza, Faenza, 2002.
2002 - Prosegue la serie espositiva dedicata ad aspetti e figure salienti dell’arte del Novecento a Cattolica e nell’ambito territoriale circostante. Con la mostra Omaggio a Giovanni
Toccafondo (1932-1996), scaturita da approfondite ricerche d’archivio e dal ritrovamento di
un cospicuo numero di opere per lo più inedite, tuttora conservate nella raccolta degli eredi, si propone una sorta di “ritratto” di un pittore e scultore schivo e solitario, ma sempre
straordinariamente “al passo” con l’arte del suo tempo.
Cattolica, Galleria Comunale Santa Croce, Centro Culturale (22 dicembre 2002 – 30 marzo 2003)
Enti promotori: Comune di Cattolica, IBC
Catalogo a cura di A. Bernucci, O. Piraccini, La Pieve Poligrafica, Rimini, 2002.
2003 - La momentanea chiusura della Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia e il
deposito delle opere presso la Pinacoteca Comunale di Forlì motivano alcune iniziative di
promozione e di valorizzazione dell’importante istituzione museale e del suo patrimonio.
Con questo obiettivo è allestita una grande mostra (Dal ‘Campigna’ a Moreni. Le raccolte d’arte della Galleria d’Arte Contemporanea ‘Vero Stoppioni’ di Santa Sofia; curatori: O. Piraccini, L. Prati) che se da una parte risulta riepilogativa delle varie edizioni del rinomato
“Premio”, inaugurato nel lontano 1955 all’interno della foresta casentinese, dall’altra comprende le più recenti acquisizioni con uno spazio particolare per le opere di Mattia Moreni.
Infine, studi e bozzetti di noti scultori italiani rimandano all’istituzione e agli sviluppi del
Parco di Sculture di Santa Sofia nel corso degli anni Novanta.
Forlì, Palazzo Albertini (16 marzo – 27 aprile 2003)
Enti promotori: Comune di Forlì, Comune di Santa Sofia, Provincia di Forlì-Cesena, IBC
2003 - I risultati di una ricognizione riguardante un aspetto specifico del patrimonio artistico regionale, svolta sull’intero area emiliana e romagnola, sono illustrati nella mostra I territori della scultura contemporanea. Arte all’aperto in Emilia-Romagna. Realtà ed esperienze.
219
220
L’esposizione propone un’ampia rappresentazione di un aspetto largamente sconosciuto del
patrimonio artistico regionale costituito dalle cosiddette “sculture all’aperto”. Oltre a un ricco
apparato fotografico sono presenti grandi opere plastiche provenienti da diversi ambiti territoriali, oltre a studi, bozzetti, progetti che rimandano ai maggiori parchi museali della regione.
In una sezione della mostra viene particolarmente approfondita la realtà riguardante il
territorio provinciale di Forlì-Cesena con opere a carattere celebrativo e commemorativo o
legate alle realizzazioni espresse dalla cosiddetta legge del “due per cento” fino alle più recenti acquisizioni finalizzate agli arredi urbani e agli assetti viari.
Ferrara, Salone del Restauro (3-6 aprile 2003); la sezione documentaria della mostra è stata successivamente allestita a Riccione (Centro Culturale della Pesa, 7-22 giugno 2003), sede di un Museo di
Sculture all’Aperto tra i più interessanti a livello regionale
Ente promotore: IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, presentazione di M. Barbieri, testi di L. Bortolotti, F. Caillaud, C. Collina, O. Piraccini, L. Vanghi, fotografie di R. Vlahov, Supplemento della rivista “IBC”, XI, I, 2003.
2003 - L’interesse suscitato da una precedente mostra allestita a Fusignano, incentrata sul
Museo Nazionale “Cesare Zavattini” di Luzzara, per le manifestazioni dell’“arte naïf ”, induce a svolgere un’indagine tesa ad accertare l’esistenza di una linea espressiva d’impronta
popolare in ambito romagnolo. I risultati di tale ricerca offrono lo spunto per l’allestimento di una rassegna I colori dell’incanto. Romagna: un percorso con l’arte naïve. La mostra ha il
merito di fissare l’attenzione su un aspetto della creatività territoriale finora generalmente
obsoleta, ma con radici profonde nello spirito e nella dimensione originali già indagate e sostenute da Zavattini a proposito delle iniziative luzzaresi. Tra le rivelazioni più interessanti,
quelle del pittore fusignanese Luigi Annibale Bargamini, scomparso tragicamente in età ancora giovanile e dell’anziano pittore contadino di Marradi, Francesco Galeotti.
Fusignano, Museo Civico San Rocco, Centro Culturale “Il Granaio” (19 aprile – 20 maggio 2003)
Enti promotori: Comune di Fusignano, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, P.Trioschi, testi di V. Marchetti, O. Piraccini, P. Trioschi, Edizioni
Il Granaio, Faenza, 2003.
2003 - Nella ricorrenza del primo centenario della scomparsa di Anselmo Gianfanti viene
avviato un riordinamento del nucleo di opere dell’artista romagnolo conservate nella Pinacoteca Comunale di Cesena. Nell’occasione sono indagati alcuni fondi documentari, epistolari e fascicoli di vecchi ritagli giornalistici conservati presso la Biblioteca Malatestiana
che pongono in miglior luce alcuni tratti della vita e dell’opera dell’artista scomparso prematuramente nel 1903, all’età di 36 anni.
I risultati della ricerca sono illustrati nella mostra L’ingegno non la fortuna. Anselmo Gianfanti (Montiano 1857 – Cesena 1903), allestita a Montiano, paese natale dell’artista e comprendente un nucleo fondamentale di opere, documenti d’archivio e fotografici.
Montiano, Centro Culturale San Francesco (27 settembre – 26 ottobre 2003)
Enti promotori: Comune di Cesena, Comune di Montiano, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesena, Cesena, 2003.
2003 - L’acquisizione da parte del Comune di Cesenatico dell’intero corpus litografico di Tono Zancanaro, voluta dall’Archivio Storico intitolato all’artista padovano con il contributo
della Regione Emilia-Romagna, viene resa pubblicamente nota con la mostra Tono Zancanaro Pittore Litografo e la pubblicazione di un CD-Rom illustrativo dell’intera raccolta. Viene così onorato il profondo legame di amicizia che ha unito Tono Zancanaro alla realtà di
Cesenatico per un lungo tratto della sua esistenza a partire dalla metà degli anni Sessanta.
Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” (17 maggio – 8 giugno 2003)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, IBC, Provincia di Forlì-Cesena
Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, testi di C. Ceredi, M. Gaddi, G. Grossato, O. Piraccini,
Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2003.
2003 - Prosegue l’azione promozionale e divulgativa a favore della Galleria d’Arte Contemporanea di Santa Sofia in altri contesti territoriali. Nella mostra allestita a Cesenatico I Moreni di Santa Sofia. Opere della Galleria d’Arte Contemporanea “Vero Stoppioni” l’attenzione
si concentra sull’importante nucleo di opere del celebre artista presenti nel museo. In esposizione figura l’intera serie dei celebri “Autoritratti” risalenti alla metà degli anni Ottanta,
oltre a una scultura in ferro dipinto risalente agli anni d’esecuzione della celebre, monumentale Mistura e alcune opere grafiche più recenti.
Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” (14 giugno – 6 luglio 2003)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, Comune di Santa Sofia, IBC, Provincia di Forlì-Cesena
Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesenatico, Cesena, 2003.
2003 - Con la presentazione al pubblico della donazione voluta oltre vent’anni fa dal pittore
Felice Baroni di un cospicuo nucleo di sue opere pittoriche destinate alla costituenda Pinacoteca civica di Lugo si propone una rivisitazione dell’intero percorso creativo dell’artista.
Il ritrovamento e la consultazione dell’archivio personale del pittore consentono il recupero
di un notevole numero di dipinti, disegni, incisioni in raccolte pubbliche e private, molte delle quali figurano nella mostra Felice Baroni (Lugo 1901-1986). Dipingere con arte.
Lugo, Pescherie della Rocca e Casa Rossini (21 dicembre 2003 – 18 gennaio 2004)
Enti promotori: Comune di Lugo, IBC (Soprintendenza Beni Librari e Documentari)
Catalogo a cura di O. Piraccini, D. Serafini, Edit Faenza, Faenza 2003.
2004 - A cent’anni dalla nascita di Mario Morigi viene avviato un generale riordino della
consistente raccolta di opere dell’artista cesenate giacente da tempo nei depositi della Pinacoteca Comunale, mentre viene resa possibile la consultazione dell’archivio personale dell’artista. Dipinti, disegni, sculture, ceramiche del museo figurano così nella grande mostra
Mario Morigi (Cesena 1904-1978) nel primo centenario della nascita, assieme a un nutrito
gruppo di opere inedite riferite all’ultima fase di lavoro del pittore.
Cesena, Galleria Comunale d’Arte e Pinacoteca Comunale (27 marzo – 2 maggio 2004)
Enti promotori: Comune di Cesena, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, Edizioni del Comune di Cesena, Cesena, 2004.
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222
2004 - L’apertura della Casa-Museo “Remo Brindisi” viene preceduta da alcune iniziative
tese a divulgare la conoscenza dell’ingente patrimonio artistico conservato nell’edificio di
Lido di Spina.
Con la mostra I Brindisi di Remo Brindisi. Opere dalla Casa Museo di Lido di Spina, allestita prima a Fusignano e poi, durante la stagione balneare, a Cesenatico, si propone all’attenzione del pubblico romagnolo una serie di opere del celebre maestro tuttora conservate nella casa museo di Lido di Spina accanto agli oltre mille esemplari di altri esponenti
del Novecento, raccolti e collezionati dallo stesso artista.
Sono presenti nell’esposizione alcune grandi tele tratte dal notissimo ciclo sulla Resistenza del 1960-61 e dipinti e sculture di recente produzione, alcune delle quali eseguiti negli ultimi anni di vita dell’artista e mai prima esposte in pubblico.
Fusignano, Museo Civico San Rocco e Centro Culturale “Il Granaio” (10 aprile – 2 maggio 2004);
successivamente, la mostra è stata ospitata alla Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” di Cesenatico
Enti promotori: Comune di Fusignano, Comune di Comacchio, IBC
Catalogo a cura di O. Piraccini, P. Trioschi, Edizioni Il Granaio, Fusignano 2004.
2004 - Novecento. Maestri storici nel Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento: questo il titolo della mostra realizzata con l’intento di promuovere la prestigiosa istituzione nel contesto turistico balneare romagnolo. L’esposizione, frutto
del profondo legame di amicizia che da decenni unisce il noto collezionista Giulio Bargellini all’ambiente di Cesenatico, comprende una selezione di opere tratta dalla sezione “maestri storici” del museo: da Severini a Carrà, da Sironi a De Chirico, da Campigli a Casorati, da Pirandello a Guidi.
Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte (17 luglio – 22 agosto 2004)
Enti promotori: Comune di Cesenatico, Museo d’Arte delle Generazioni Italiane del ’900 “G. Bargellini” di Pieve di Cento, IBC
Catalogo a cura di C. Ceredi, O. Piraccini, Edizioni Comune di Cesenatico, Cesenatico, 2004.
Portfolio
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Modena, Gipsoteca Graziosi, Veduta d’insieme con gessi di Giuseppe Graziosi.
226
Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, Veduta d’insieme.
227
Luciano Ricchetti, Modelle in riposo, 1934, Piacenza, Galleria d’arte moderna Ricci Oddi.
228
Luigi Ontani, Son testa son paesaggio turrito, 1984, Bologna, Istituzione Galleria d’Arte Moderna.
229
Carlo Mattioli, Paesaggio in collina, 1980, Parma, Csac.
230
Carlo Mattioli, Ritratto di Roberto Longhi, 1965, Parma, Csac.
231
Alberto Burri, Sacco, 1954, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca.
232
Pompilio Mandelli, Figure bianco e nero, 1967, Reggio Emilia, Musei Civici.
233
Claudio Parmiggiani, Il Sognatore, 1983, Reggio Emilia, Musei Civici.
234
Sol LeWitt, Whirls and Twirls, 2004, Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi.
235
Giorgio Morandi, Natura morta metafisica, 1918, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca.
236
Filippo de Pisis, W Mozart, 1941, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca.
237
Gianni Dova, Natura morta con i pesci, 1947, Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca.
238
Renato Guttuso, Sala dei graffiti, Carpi, Museo del Deportato.
239
Italo Bortolotti, Renzo Margonari, Dino Radulescu, Memorial Santa Giulia, Monchio di Palagano.
240
San Pietro in Cerro, Mim. Museum in motion, veduta d’insieme.
241
Bologna, Istituzione Galleria d’Arte Moderna, Veduta delle collezioni permanenti, 1997 ca.
242
Aldo Mondino, Turcata, 2002, Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione
Cassa di Risparmio in Bologna.
243
Mario Bellini, plastico progettuale per il Museo della Città di Bologna.
244
Nado Canuti, Rosso mutevole forma, 1998, Pieve di Cento, Museo delle generazioni del ’900 “G. Bargellini”.
245
Luciano De Vita, Quinto Ghermandi, [La materia emerge dal caos], 1955-1960 ca., Pianoro, Villa Baldissera.
246
Giacomo Manzù, Il Cardinale, 1989, Zola Predosa, Fondazione Cà La Ghironda.
247
Bruno Raspanti, La grande trave sacra di Houkosai, 1994, Lizzano in Belvedere, Sentieri d’Arte.
248
Marco Pellizzola, La faccia della storia, 2000, Bondeno, Oasi dei Sette Polesini.
249
Lucio Fontana, Attesa-anno 2022 (concetto spaziale), 1959-60, Cento, Galleria d’Arte Moderna “Aroldo Bonzagni”.
250
Nicola Zamboni, Segno del Cancro, 1998, Vallette d’Ostellato, Ciel’Ostellato.
251
Carmen Silvestroni, Maternità, 1970, Raccolta d’Arte della Provincia di Forlì-Cesena.
252
Longiano, Fondazione Tito Balestra, Veduta d’insieme.
253
Ilario Fioravanti, Ragazzina sulla mura, 1977, Longiano, Fondazione Tito Balestra.
254
Concetto Pozzati, Morsa urbana, 1964, Modigliana, Pinacoteca Silvestro Lega.
255
Francesco Somaini, Stele ai caduti dell’acquedotto, 1991-1994, Parco delle sculture all’aperto di Santa Sofia.
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271
Indice dei nomi del repertorio
Aarnio, E., 142
Abbozzo, E., 190
Accame, V., 96, 127
Accardi, C., 44, 61, 78, 95, 96,
102, 161
Accarino, M., 150
Accatino, E., 127, 174
Accorsi, O., 133
Adami, V., 59, 96, 130, 147
Adani, C., 53
Adani, G., 91
Addis, M., 166
AES, gruppo, 91
Afro (Oreste Balsadella), 44, 87,
126, 162, 176
Aggio, V., 137
Agnetti, V., 78
Agosti, S., 150
Agostino da Cesena, 173
Agostino, 76
Aimone, G., 134
Ajmone, G., 42, 147, 150
Aki, T.M., 156
Al Saidi, H.J., 72
Alabardi, A., 136
Albanese, G., 98
Alberghini, A., 125, 126, 134
Alberino, C., 56, 57
Albert, H., 171
Alberti, G., 39
Alberti, R., 95
Albertini, Silvio, 178
Albertini, Stefania, 172
Alberto III Pio, 68
Albertolli, G. e G., 43
Albertoni, F., 132
Albini, W., 45, 187
Alciati, A.A., 126
Aleotti, F., 177, 178
Alesiani, G., 65
Alessandri, L., 127
Alessandroni, S., 173
Alfieri, A., 126
Alfieri, E., 126
Alfonso I d’Este, 146
Alfredo di Romagna (Alfredo
Scarponi), 163
Alighieri, D., 164
Alinari, L., 59, 89, 118
Alinovi, F., 99
Alison, F., 167
Allegri, A., 34
Allimandi, A., 126
Althöfer, H., 145
Alto, A., 167
Alviani, G., 44, 127, 128, 184
Amadori, C., 95, 130
Amato, O., 126
Ambasz, E., 115
Ambrogio, G., 89, 127
Ambrosioni, J., 170
Ambrosone, D., 136
Amendola, A., 79
Amidei, G., 72
Amisani, G., 134
Amissao, L., 67
Anadon, P.E., 73
Ancarani, P., 178
Ancarani, Y., 113, 166
Anderloni, G., 125
Andreoli, 146
Andreotti, A., 137, 143
Andreotti, L., 36, 134
Andriko, M.J., 73
Andrini, A., 93, 111
Andruszkievicz, M., 57
Anemoni, F., 187
Angel, G., 72
Angeli, D., 171
Angeli, F., 44, 96, 147, 161
Angelini, M., 184
Angelini, P., 176
Angelini, V., 69
Anginoni, E., 188
Annibel, 70
Annigoni, P., 104, 109, 125, 134
Annovi, N., 83
Ansaloni, C., 140
Anselmi, L., 93, 143
Anson, B., 54
Antanavicius, V., 72
Antero, J., 72
Anthoi, R., 127
Antola, A., 57
Antolini, D., 146
Antolini, F., 112
Antolini, G.A., 152
Antonelli, A., 46
Antonello, P., 94
Antonini, M., 166
Antonini, W., 191
Antonioli, G., 178
Antonioni, M., 140, 141
Appel, C., 112
Appel, K., 97, 112
Appleby, A., 90
Aprile, A., 67, 183
Ara, M., 117
Araldi, A., 46
Arata, G.U., 35
Arcangeli, B.R. (Rosalba), 104,
182
Arcangeli, F., 94, 96, 106, 170,
182, 185
Arcangeli, G., 94, 182
Arcangeli, M., 98
Arcangelo, 78
Archipenko, A., 147
Arde, G., 118
Arduini, M., 150
Arduini, S., 188
Argan, G.C., 87, 128, 129
Argelés, G., 173
Argelli, L., 160
Argnani, A., 157
Argnani, F., 156
274
Aricò, R., 128
Arienti, S., 38, 78, 97
Ariosto, L., 133, 142
Arleoni, F., 57, 67
Arman, F., 78, 131, 147, 156
Armandi Avogli, N., 100
Armani, G., 45
Arminio, P., 190
Armodio, 35, 37, 168
Arnoldi, N., 131
Arp, H., 97
Arp, J., 112, 147
Arps, G., 171, 187
Arrighini, P., 136
Arrigoni, L., 36
Arsdol, R. van, 34
Arteusi, P., detto Munari, 84
Artias, P., 147
Artoni, G.L., 55
Artschwager, R., 79
Arvieri, 123
Arzuffi, L., 149
Ascari, P., 83
Asirelli, L., 89
Assenza, E., 193
Assirelli, L., 83
Astarita, U., 57
Astolfi, A., 188
Astorgio II Manfredi, 168
Astrologo, C., 170
Astuto, V., 147
Atchugarry, P., 89
Attardi, U., 97, 125, 127, 136,
140, 150, 174, 178, 190
Attendolo, G., 154
Atzeni, A., 169
Aulenti, G., 167
Auregli, D., 96, 98
Aureliaq, 76
Ausili, M., 72, 85
Austoni, A., 65
Auzzi, G., 136
Avanzi, J., 187
Avanzini, B., 89
Avanzolini, A., 123, 131, 144,
164
Avedon 79
Avenali, M., 170
Aversano, R., 72
Aviani, G., 147
Avoni, M.G., 117
Avveduti, G., 149, 160
Avveduti, S., 99, 110
Aymone, G., 136
Aymonino, C., 78
Azzaroni, G., 65
Azzo VIII d’Este, 94
Babini, A., 95
Babini, P., 152
Babini, S., 160
Baccarini, D., 155, 157, 161, 183
Baccarini, P., 160
Bacchi, G., 66
Baccilieri, A., 185, 186
Baccio Bacci, M., 183
Bacilieri, A., 110, 129
Bacon, F., 112, 131, 147
Bacosi, M., 161
Badalozzo, F., 111
Baechler, D., 97, 188
Bagat, M., 57
Bagatti, N., 71
Bagioli, A., 170
Bagnoli, G., 65, 124
Bagnoli, L., 65
Bahrj, D., 112
Baion, E., 147
Baj, E., 42, 44, 134, 140, 147,
150, 156, 171, 173
Bajoni, E., 150
Balanza, J.C., 131
Balboni, A., 132
Balboni, G., 83
Balcone, V., 72
Baldan, M., 150
Baldassarri, C., 166
Baldessari, L., 104
Baldinetti, D., 39
Baldini, G., 191
Baldini, L., 154, 159
Baldissera, G.C., 123
Baldissera, L., 124
Baldissera, O., 124
Baldissera, P., 124
Baldisserri, C., 154
Balducci, C., 152
Balestra, F., 181
Balestra, G., 178
Balestra, S., 143
Balestra, T., 182
Balestracci, C., 187
Balla, G., 59, 78, 126, 147
Ballardini, G., 155
Ballarini, C., 189
Balleroni, P., 67
Ballester, A., 45
Balocchi, P., 72
Balocco, M., 126
Balsamo, V., 136
Balthus, 55
Balzani, G., 188
Balzoni, B., 169
Ban, S., 115
Banchieri, Giuseppe, 127, 174
Bandieri, Giorgio, 46
Bandieri, Giovanni, 46
Bandinelli, A., 138
Bandini, B., 129, 165
Bandinu, S., 93
Bandoli, B., 106, 132
Banfi, 68
Bansi, F., 183
Baracca, C., 154
Baracchi, A., 82
Baracchi, N., 54, 57
Baraldi, R., 69
Barani, L., 87
Baratella, P., 65, 127
Baratta, P., 46
Baratti, G., 189
Barbanti, G., 127
Barbaro, C., 61, 95
Barbaro, S., 127
Barbieri S., 46
Barbieri Zucchini Solimei, M.,
114
Barbieri, A., 69
Barbieri, C., 37
Barbieri, E., 65, 178
Barbieri, G., 183
Barbieri, G.F., detto il Guercino,
114
Barbieri, O., 79
Barbiroli, A.M., 117
Bardeggia, G., 178, 188
Bardi, A., 126, 160, 171
Barducci, S., 172, 181
Bargellini, G., 125
Bargoni, G., 161
Bariani, G., 129
Barigazzi, G., 130
Barilari, I., 191
Barilli, C., 50
Barilli, F., 46, 47
Barilli, L., 46
Barilli, Renato, 96, 120, 125, 129,
185
Barilli, Renzo, 46, 65, 83
Barisani, R., 126
Barni, R., 60, 65, 97, 150
Barocelli, F., 46
Barola, P.C., 70
Baroncini, C., 120
Barone, A., 146
Barone, G., 136, 144
Baroni, F., 163
Barozzi, S., 105
Barratieri, B., 34
Barreda, A., 125
Barriviera Bianchi, L., 61
Bartoletti, R., 65, 67
Bartoli Natinguerra, A., 157, 176
Bartoli, A., 53, 54, 59, 61
Bartoli, G., 150
Bartolini, Giuseppe, 150
Bartolini, Graziano, 41, 173
Bartolini, Luciano, 100, 161, 181
Bartolini, Luigi, 147, 162, 176
Bartolino da Novara, 74
Bartolino Ploti da Novara, 88
Bartolotti, A., 149
Bartolotti, M., 149
Baruchello, G., 78, 161
Basaldella, A., 44
Bascheri, G., 69
Basigli, V., 177, 178
Basili, G.C., 136
Basilico, G., 79
Basler, J., 131
Basoli, A., 105
Bassi, D., 117
Bastai, S., 76
Bastia, U., 178
Bastianelli, G., 188
Battilana, M., 127
Battilani, G., 72
Battistini, G., 58
Battistini, M., 168
Baulina Paleotti, A., 103
Baylon, D., 190
Bazan, A., 98
Bazzotti, A., 184
BBPR, gruppo, 68
Bec, D., 171
Becherucci, L., 119
Beckmann, M., 112
Bedeschi, N., 91, 95, 118, 122,
150, 151, 160, 181, 184
Bednarski, K., 72
Bedogni, I., 65
Bedoni, P., 57
Bee, 147
Beecroft, V., 97, 98
Beghelli, N., 95
Begin, M.J., 72
Belgioioso, 68
Bellandi, G., 184
Bellandi, R., 70
Bellani, G., 181
Bellasi, P., 129
Bellei, E., 91
Belletti, R., 41, 72
Bellettini, G., 72, 166
Belli, C., 126
Bellinazzi, I., 150
Bellini, A., 178
Bellini, E., 150, 182, 186
Bellini, M., 102, 115, 167
Bellodi, A., 54
Belloni, M.T., 72
Bellotti, U.E., fra, 136
Belluno, U. da, 127
Beltrami, B., 56
Beltrami, G., 65
Beltrami, I., 69
Beltrami, M., 52
Bemporad, L., 132
Benati, Daniele, 60
Benati, Davide, 59, 62, 78, 83,
97, 110, 150, 161
Benatti, B., 57
Bendandi, W., 166
Bendini, V., 44, 78, 94, 97, 98,
104, 110, 161, 174, 188
Benedetti, D., 39
Benedetti, E., 153, 168
Benedetto, E., 126
Benedini, G., 59, 116
Benetti, M., 61
Benetton, S., 89, 97, 104, 118,
128, 164, 171, 174
Benetton, T., 104, 126, 131
Benevelli, G., 134
Benevelli, O., 61
Benghi, C., 70, 94
Bentini, J., 87, 111, 155
Bentini, M.R., 163
Bentini, P., 136
Bentivoglio d’Aragona, famiglia,
55
Bentivoglio, M., 127
Benucci, D., 171, 182
Benuzzi, B., 110, 185, 186
Benvenuti, G., 127
Benzi, G., 191
Berardi, N., 168
Berardi, R., 132, 162, 168
Berardinone, V., 65, 122, 127
Beretti, E., 59
Bergamini, A., 176
Bergman, A.E., 112
Bergolli, A., 147
Bergomi 61
Bergozza, A., 190
Berlam, A., 164
Berlanda, M., 57
Berman, E., 185
Bernabei, M., 58
Bernabini, P., 121
Bernacchi, R., 72
Bernardi, E., 178
Bernardi, F., 98
Bernardoni, P., 110, 161
Bernasconi, F., 95
Bernasconi, U., 176
Berni, A., 93
Bernini, G., 89
Berretti, F., 72
Berrocal, M., 147
Bertacchini, L., 95, 150
Bertacci, M.G., 125
Bertagna, A., 57
Bertarini, C., 84, 87
Bertazzini, A., 137
Berté, C., 35, 37
Bertelli, A., 95
Bertelli, L., 137
Bertelli, R., 67
Bertesina, M., 93
Berti, V., 127
Bertini, G., 127
Berto, G., 150
Bertocchi, N., 110
Bertocchi, P., 93, 111, 120
Bertola, C., 98
Bertoli, E.M., 83
Bertoli, F., 164
Bertoli, L., 65
Bertolin, U., 91
Bertolini, E., 53
Bertolini, M., 65
Bertolini, P., 184
Bertolino, G., 144
Bertozzi e Casoni, 38, 98
Bertozzi, G. (Gio Bert), 72, 167
Bertozzi, M., 172
Besutti, A., 95
Bettagno, A., 155
275
276
Bettelli, C., 78
Bettelli, D., 78
Béttoli, A., 46
Beuchel, S., 72
Bezzi, P., 89
Biagetti, R., 167
Bianchi Barriviera, L., 126, 177
Bianchi, A., 191
Bianchi, B., 89
Bianchi, C., 52
Bianchi, D., 100, 188
Bianchi, L., 97
Bianchini, F., 57
Bianchini, G., 72
Bianchino, G., 44
Biancini, A., 95, 104, 113, 131,
149, 152, 155, 156, 157, 158,
164, 189
Bianco, R., 134
Bianconi, W., 127
Biasetti, I., 74
Biasi da Teulada, G., 134
Biasi, A., 127
Biasion, R., 126
Biason, R., 96
Biasucci, A., 79
Biavati, R., 132
Bibiena, F., 95
Biggi, G., 45, 61, 147
Bighi, D., 139
Bigi, R., 89
Biglione, A., 127
Bigoni, B., 137
Bill, M., 44, 112, 129, 131
Bimbi, A., 173
Bindella, M., 70
Binelli, C., 127
Biolchini, R., 72, 85, 87, 88, 89
Bioli, E., 97, 123, 127
Biondi, A., 184
Birolli, R., 44, 78, 87, 95, 126,
134, 136, 147, 162, 176, 189
Biserni, I., 178, 186
Bisotti, L., 35
Bissier, J., 101
Bistolfi, L., 106
Bittante, R., 120, 165
Bixio, E., 72
Bizanzio, A., 126
Bizzarri, M., 127
Bizzarri, R., 80
Blenner, B., 70
Boarini, V., 193
Bobson, B., 90
Boccacci, M., 176
Boccato, R., 67
Bocchi, A., 36, 43, 44, 46, 50
Bocchi, E., 43
Bocchi, L., 43
Bocchini, E., 157, 163, 191
Bocchini, F., 86, 154
Bocchini, M., 104, 150, 170, 171,
178, 181, 184
Bocci, N., 190
Boccioni, U., 36, 37, 97, 112,
126
Boccolari, B., 82
Boccoletti, A., 83
Bodini, F., 42, 89, 95, 97, 104,
134, 147, 150, 171, 173
Boehling, E.R., 73
Boero, R., 44, 186
Boetti, A., 37, 78, 97, 161
Bogdanowicz, E., 72
Bogoni, A., 170, 171
Boiani, M., 130
Boifava, B., 176
Boille, L., 127
Bojani, G.C., 155, 156
Boldini, 135
Boldini, G., 36, 138
Boldrini, A., 72
Bolognesi, E., 132
Bolognesi, F., 56, 57
Bolondi, R., 57
Boltanski, C., 97, 100
Bolzani, S., 76, 128, 147, 148
Bonaccolsi, E., 74
Bonalumi, A., 34, 127, 147
Bonamini, E., 83
Bonati, G., 137
Bonazza, G., 95
Bonazzi, C., 54
Bonazzi, E., 59
Bonazzi, M., 95
Bonciani, A., 57
Bondioli, A., 71, 76, 80, 83
Bondioli, M., 95
Bonelli, A., 127
Bonelli, P., 147
Bonetti, A., 127, 136
Bonfante, E., 127
Bonfanti, A., 185
Bonfatti Sabbioni, E., 37
Bonfiglio, C., 98
Bongiovanni, E., 184
Boni, A., 125
Boni, B., 65
Bonici, G., 41
Bonini, D., 178, 191
Bonini, E., 143
Bonito Oliva, A., 129
Bonnemaison, J., 192
Bonoli, A., 152, 161, 168, 177
Bonomi, B., 188
Bonomi, C., 89
Bononi, N., 57
Bonora, L., 140
Bonora, M., 89, 95, 133, 136,
139, 144, 146, 148, 150, 152,
161
Bonora, P., 144
Bontorin, G., 67
Bonvicini, F., 59
Bonzagni Poggi, E., 103
Bonzagni, A., 104, 126, 133, 138
Borboni, P.C., 172
Bordone, C., 76
Borgarello, G., 190
Borgese, L., 134, 176
Borghesani, A., 106
Borghi, A., 61
Borghi, E., 98, 116
Borghi, P., 89
Borgonzoni, A., 54, 65, 89, 95,
97, 103, 105, 118, 122, 123,
126, 127, 128, 147, 178, 182,
185, 190
Boriello, G., 61
Borra, P., 134, 176
Borsari, A.V., 113
Borsato, R., 65
Borselli, F., 93
Borta, G., 164
Bortolami, M., 56, 57
Bortolotti, A., 124
Bortolotti, I., 72, 84, 85
Bortolotti, P., 71, 87
Bortolotti, T., 134
Bortolucci, E.T., 83
Boscaro, F., 76
Boschetti, G., 57
Boschi, A., 128, 150
Boschi, D., 61, 95, 96, 97, 98,
102, 104, 122, 127, 132, 150
Boschi, L., 172
Bosi, M., 174, 175
Bosio 70
Bossi, C., 43
Bossola, G., 183, 184
Bot, O., 35, 46
Bottarelli, M., 95, 97, 98, 102,
188
Bòttego, V., 47
Botteri, L., 70
Bottoni, S., 136
Boubé, L., 65
Boulanger, 89
Bourg, I., 47
Bove Nastasescu, A., 190
Bovi, O., 122
Bovio Di Giovanni, A., 126
Bozzolini, S., 70
Bragaglia, A., 184
Bragaglia, A.G., 79
Braghieri, G., 37
Braglia, Adriano, 45
Braglia, Attilio, 83
Bragoni, D., 73
Branca, M., 39
Brancaccio, G., 176
Brancolini, E., 89
Brancolini, R., 76
Brandani, E., 125
Brandi, C., 138
Branea, M., 73
Branzaglia, C., 110
Branzanti, C., 171
Branzanti, V., 161, 163
Braque, G., 51, 62, 78, 112
Bratella, M., 110
Bravi, G., 61
Bravura, M., 153
Breddo, G., 104, 147, 176
Breindenbruch, F., 73
Brescia, N.G., 57
Bressan, I., 161
Breuer, M., 167
Breviglieri, N., 188
Brici, F., 190
Bricoli, B., 47, 57
Brighi, V., 172
Brindisi, R., 95, 97, 104, 118,
132, 134, 136, 145, 146, 148,
149, 159, 164, 171, 175
Brizzolesi, S., 35, 37
Brockhaus, L., 188
Broggini, G., 134
Bront, L., 54
Broodthaers, M., 37
Brook, F., 190
Brown, J., 97
Brozzi, R., 49, 50
Brugioni, D., 75
Bruhn, J.A., 73
Brunazzi, M.R., 57
Brunetti, F., 106, 123
Brunetti, L., 177, 178
Bruni, G.A., 83
Bruni, L., 143
Bruni, P., 166
Bruno, C., 89
Brunori, E., 158, 172, 185
Brusamolino, G., 34, 35, 127
Bruzzone, F., 65, 125
Bucci, A., 36, 134, 155, 158, 176
Bucci, G.A., 95
Bucur, P., 73
Bueno, A., 136
Bueno, X., 122
Buggiani, P., 127, 128
Bugiantella, M., 93
Bugli, E., 127
Bugli, G., 174
Bukur, P., 131
Burani, M., 65
Buratti, A., 93
Buratti, R., 188
Burattini, S., 190
Burri, A., 44, 51, 78, 95, 97, 106,
112, 126, 141, 147, 156, 189
Busatti, L., 105
Buscaroli, R., 95, 178, 186,
189, 191
Busia, D., 71
Busso, G., 148
Bussotti, R., 54
Buttarelli, B., 89, 170
Buttazzo, A., 73
Butturini, S., 128
Buzzi, P., 154, 168
Buzzoni, A., 137, 140
Byars, J.L., 37
Cabassi, R., 43
Caccavale, G., 99
Caccioni, L., 76, 98, 102, 110,
118, 131
Cacioli, M., 118
Cadoni, E., 57
Cadorin, G., 36, 164, 176
Cagli, C., 68, 104, 126, 147, 162,
170, 176, 191
Cagnani, S., 39
Caimmi, G., 76
Calabotta, F., 138
Calabotta, M., 138
Calabria, E., 54, 89, 95, 136,
150, 171
Calavalle, A., 69
Caldarera, A., 89
Caldari, L., 122, 170, 171, 174,
175, 178
Caldari, M., 172
Calder, A., 59, 147
Calderoni, E., 160
Caldori, A., 141
Calero, G.M., 34
Calì, R., 144
Caligiani, A., 183
Calinescu, A., 73
Callens, M., 133
Calligaro, R., 45
Calò, A., 134, 139, 170
Calvani, B., 126
Calvesi, M., 169
Calvi, U., 95
Calzi, A., 155
Calzolari, C., 65
Calzolari, P.P., 78, 100, 152
Camaggi, M., 93
Cambelotti, D., 98, 141
Cambi, F., 77
Caminati, A., 34, 127
Cammelli, T., 143
Camoni, C., 39
Camoni, E., 35
Camoni, R., 110
Campagnoli, R., 184
Campana, D., 191
Campana, I., 73
Campana, M., 183
Campanili, P.P., 99
Campanini, G., 104, 130, 132
Campesan, S., 127
Campi, C., 137
Campidelli, P., 171
Campigli, M., 36, 126, 131, 147,
162, 176, 181
Campiglio, D., 144
Camponeschi, R., 73
Camporesi, S., 178
Campori, S., 47
Camprini, S., 178
Campus, G., 70, 127, 147
Canato, M., 40
Cancelli, C., 172
Candi, C., 76
Canducci, E., 93
277
278
Canducci, Lorenzo, 190
Canducci, Luciano, 181
Canella, L., 146
Canepa, G., 181
Cangini, L., 171, 174
Cangiullo, F., 126
Cannella, G., 78
Cannilla, F., 134
Canogar, R., 44
Canonica G., 57
Canonica, P., 36
Cantatore, D., 119, 132, 134, 176
Cantimori, C., 168
Cantor, F., 144
Canu, A., 73
Canuti, A., 170
Canuti, N., 127, 147
Capa, R., 79
Capello, C., 59, 134, 139
Capogrossi, G., 78, 112, 126,
131, 134, 147, 162, 176, 193
Capotondi, C., 128
Cappelletti, R., 147
Cappelli, E., 82
Cappelli, G., 65, 96, 122, 136,
170, 171, 172, 174, 178, 186
Cappellini, L., 107
Cappello, E., 184
Cappello, G., 144
Cappuccio, A., 89
Capucci, A., 71, 76, 86
Capuzzo, A., 57
Caramagli, A., 113
Caramassi, A., 150
Caramassi, G., 139
Caramassi, M., 138
Caramel, L., 129
Caranti, A., 159
Carastro, E., 73
Carati, D., 177
Carbonati, A., 53, 162
Carboni, E., 45
Carboni, F., 76
Carboni, L., 102, 177
Cardile, A., 170
Cardinali, D., 93
Cardinali, T., 183
Cardini, M., 129
Carena, A., 127
Carena, F., 36, 134, 157, 161,
176
Carini, M.A., 85, 190
Carlesso, G., 170
Carletti, M., 126
Carli, M., 147
Carlson, J., 70
Carluccio, L., 185
Carmagno, S., 57
Carmassi, A., 89
Carmi, E., 127, 129, 193
Carnevali, Elio, 67, 172
Carnevali, Erio, 83
Carnevali, V., 59
Caroli, C., 127
Caroli, F., 96, 129
Carozzi, M., 38
Carpanetti, A., 134
Carpanini, G., 35
Carpi, A., 36, 68, 134, 176
Carpigiani, D., 106
Carrà, C., 36, 51, 78, 97, 112,
126, 138, 147, 176, 190
Carrara, R., 127
Carretti, F., 57
Carrino, N., 127, 186
Carroli, M., 129
Carroll, L., 90
Carroll, R., 136, 150
Carta, F., 187
Carta, S., 126, 170
Cartier Bresson, H., 79
Caruso, A., 167, 168
Caruso, B., 42, 150
Caruso, N., 75
Casadei, C., 178
Casadei, F., 191
Casadei, M., 97, 151, 152, 153,
161, 176, 177, 178, 181, 182,
184, 186, 188
Casadio, C., 122
Casadio, D., 154
Casadio, R., 178
Casali, Alessandra, 67
Casali, Alfredo, 37
Casanova, A., 110
Casarini, A., 97, 108
Casarini, E., 69
Casarotti, E., 139
Casati, A., 126
Cascella, A., 147
Cascella, M., 36, 83, 104, 134
Cascella, P., 129, 131
Cascella, T., 59, 70, 161
Cascio, W., 76, 110, 118, 129
Caselli Manzini, A., 76
Caselli, A., 148
Caselli, M., 139, 144
Casile, D., 91
Casisa, P., 137
Casoli, A., 54
Casoni, L., 105
Casorati, F., 36, 55, 87, 97, 105,
112, 119, 126, 147, 176
Cassamajor, J.T., 73, 85
Cassani, A., 165
Cassani, N., 147
Cassinari, B., 36, 37, 44, 53, 87,
97, 104, 147, 162, 174, 175,
176
Cassinari, G., 134
Castagna, P., 128, 156, 191
Castagnino, R., 134
Castagno, E., 154
Castagnoli, C., 108
Castagnoli, P.G., 78, 96, 185
Castella, V., 192
Castellani, E., 97, 102, 161, 162
Castellani, L., 171, 188
Castellano, P., 192
Castelli, L., 114
Castello, R., 126
Castellucci, K., 126
Castiglioni, A., 115
Castiglioni, G., 134
Casula, G., 93
Catania 78
Catellan, Maurizio, 97
Catellani, Massimo, 52
Catellani, W., 53, 58, 61, 70
Catozzi, S., 143
Cattabriga, G., 132
Cattaneo, C., 61, 118, 136
Cattani, A., 76, 99
Cattani, G., 161
Cattelan, M., 38, 161
Cattini, T., 65, 66
Cavaglieri, M., 36
Cavalcoli, M., 146
Cavaliere, A., 44, 127, 134, 147
Cavalieri, A., 70
Cavalieri, M., 137
Cavallari, A., 54, 58, 83, 84, 122,
132, 136, 143
Cavallari, L., 65
Cavallari, L.D., 83
Cavalli, R., 41
Cavallotti, V., 89, 148
Cavallucci, F., 185
Cavani, G., 83
Cavazza, G., 101
Cavazzini, C., 95
Cavazzuti, R., 77
Caveduri, G., 137
Cavicchioni, E., 127
Cavicchioni, V., 61, 65, 95, 190
Caviglioni, A., 97
Cazzaniga, G., 74, 174
Ceccarelli, F., 76
Ceccarelli, G., 87
Ceccarelli, U.G., 83
Ceccato, O., 95, 132
Cecchi, D., 126
Cecchini, L., 38
Cecchini, V., 191
Ceccobelli, B., 89, 97, 118, 173,
180
Ceci, C., 188
Celada da Virgilio, U., 134
Celcari, T., 67
Celiberti, G., 127, 147
Celli, F., 184
Celli, G., 96, 129
Censi, M., 135
Cereda, A., 134
Ceredi, C., 175
Ceregato, L., 53, 54, 61, 83, 122,
132, 178
Ceretti, M., 174
Cerizza, F., 147
Ceroli, M., 44, 97, 131, 147
Ceroni, N., 161
Cerri, G., 87
Cerritelli, C., 129
Cervellati, A., 96
Cervellati, L., 96
Cervellati, P.L., 130, 170, 187
Cervi, A., 54
Cervietti, S., 148
César (Cesare Baldaccini), 97,
131, 147, 156
Cesarini, B., 95
Ceselin, M.G., 56
Cesetti, G., 157
Cestari, G., 132, 133, 144
Cézanne, P., 101, 112
Chagall, M., 112, 131, 140, 144,
147, 156, 162, 182
Chardin, 101
Cheng, F., 149
Chersicla, B., 61
Chesini, D.S., 183
Chevrier, F., 127
Chia, S., 102, 162
Chiancone, A., 126
Chiappetta, M., 190
Chiappini, A., 39
Chiapponi, A., 48
Chiappori, A., 45
Chiaramonte 79
Chiarani, F., 91
Chiari, P., 34
Chiarini, S., 71, 93, 166
Chiasera, P., 93, 102, 111
Chieppa, M., 69
Chierici, P., 47
Chiesi, A., 76, 78, 86, 98, 150
Chighine, A., 58
Chigiotti, G., 167
Chillida, E., 112
Chimera, V., 111
Chinaglia, M., 93
Chipperfield, C., 142
Chirico, M., 96
Chironi, C., 93
Chiti, G., 118
Cho, Y.J., 73
Choi, K.H., 73
Chormy, A., 131
Christo, 147
Chun, K.J., 40, 73
Ciaccia, R., 150
Ciai, V., 61
Ciangottini, G., 97, 104, 189
Ciardi, G., 36, 157
Cicero, C., 73
Cicognani, S., 162, 184
Ciconte, S., 190
Cigna, G., 134
Cilento, G., 67
Cimatti, S., 183
Ciminaghi, V., 134
Cingi, A., 61, 65
Cini, V., 144
Cinotti, G., 134
Cintoli, C., 127
Cipollini, E., 73
Ciracì, S., 98
Ciriacono, C., 127
Cittadini, fratelli, 89
Citterio, A., 50
Ciulla, G., 89
Civillero, E., 136
Civolani, F., 147
Class, A., 192
Clavè, A., 112
Cleff, M., 156
Clemente, F., 100
Clerici, F., 55, 126
Cocci, U., 183
Coccoli, A., 65
Cocteau, J., 156
Codagnone, G., 184
Codebue, G.B., 84
Codeluppi, T., 59
Codognotto, R., 178
Coen, V., 102, 129
Cogni, F., 37
Colamussi, V., 143
Colibri, B., 57
Colla, E., 131
Collamarini, E., 109
Colle, N., 73
Colli, G., 65
Collina, Gianfranco 172
Collina, Giorgio, 161
Collina, P., 150
Collishaw, M., 98
Colliva, L., 94, 97
Colombara, P., 53, 59, 62
Colombo, Gianni, 97, 147
Colombo, Giorgio, 128
Colonna, A., 89
Comand, P., 136
Commeno, C., 187
Commisso, L., 93
Concerti, U., 46
Coneglio, 55
Consadori, S., 149
Consagra, P., 44, 97, 112, 131,
147, 181, 191, 192
Consoli, A., 83
Conte, M., 89, 126
Contenotte, B., 147
Conti, A., 134
Conti, G., 83
Conti, Paolo, 95, 102
Conti, Primo, 126, 136, 147, 176
Contini, E., 96, 118, 122, 132
Contini, L., 140
Conyi, P., 95
Copertini, P., 102, 125
Coppola, C., 189
Corazza, N., 95, 104, 188
Corazziari, N., 83
Corbo, A., 93
Cornacchia, E., 164
Corneli, F., 84
Cornini, M., 34
279
280
Corona, D., 39
Corpora, A., 126, 147, 162, 176
Corrà, C., 191
Corradini, E., 48, 54
Corradini, F., 37
Corradini, O., 80
Correggio 46
Corsanini, G., 54
Corsello, C., 98, 120
Corsi, C., 43, 95, 97, 98, 102,
104, 105, 126, 157, 161, 189
Corsini, A., 150
Corsini, E., 148
Corsini, V., 98
Corsucci, U., 188, 189, 190
Cortese, A., 89
Cossetti, D., 43
Costa, A., 136
Costa, C., 82, 122
Costa, L., 167
Costa, M., 41
Costa, P., 150, 154, 160
Costantini, G., 163, 166
Costanzi, L., 177
Costanzo, J., 134
Costanzo, N., 69
Costella, G., 41
Costetti, G., 157, 183
Cosua, M., 186
Cottafavi, F., 91
Cottini, L., 150
Cottino, I., 70
Cousinet, J.B., 43
Couvreur, D., 131
Cova, M., 144
Covelli, N., 147
Covili, F., 74, 84
Covili, G., 54, 56, 57, 83, 87, 88,
95, 97, 104, 136
Covili, R., 87
Covili, V., 87
Cpajak, G., 190
Cragg, T., 97
Crash, 97
Crea, S., 94
Crema, G.B., 132, 183
Cremaschi, C., 76, 78
Cremoni, F., 73, 85
Cremonini, L., 95, 97, 110
Cremonini, S., 106
Cresci 79
Crescioli, M., 178
Cresp, S., 86
Crespi, C.A., 67
Crestale, C., 73
Crippa, L., 70, 134, 147
Crippa, R., 34, 134, 147
Crispini, C., 65, 95, 132, 163,
174, 178, 186, 188
Crispolti, E., 129, 169, 170, 185
Cristalli, G., 40
Croari, G., 160, 163, 177
Crocetti, V., 95, 149
Crociani, N., 65, 127
Crosio, C., 34
Cucchi, E., 97, 102
Cucchiaro, N., 98, 172, 191
Cugur, N., 164
Cuniberti, P., 59, 60, 65, 76, 88,
95, 97, 98, 102, 104, 116, 124,
125, 127, 129, 144, 189
Cuniberti, P.A., 162
Cunoldi, 70
Cuoghi e Corsello, 99
Curculescu, M., 73
Curtarello, T., 125, 132
Curtis, E.S., 62
Czaschza, J., 73
D’Addario, S., 147
D’Agostino, G., 110
d’Albis, A., 155
D’Ambrosi, U., 127
D’Amore, B., 116
D’Andrea Petrantoni, L., 70
D’Angelo, A., 149
D’Angelo, S., 34, 134
D’Angiolo, L., 128
D’Annunzio, G., 50
D’Augusta, V., 61, 98, 146, 165,
172, 178, 185, 186, 191
D’Ottavi, A., 70
da Re, R., 139
Dadamaino, 78, 97, 162
Daga, F., 41
Dagradi, S., 162
Dal Bene, N., 132
Dal Monte, M.G., 119, 121, 183
Dal Re, T., 121
Dalì, S., 112, 133, 147
Dall’Acqua, M., 53
Dall’Oppio, W., 95
Dall’Osso, D., 187
Dalla Casa, G., 88
Dalla Venezia, D., 150
Dalla Zorza, C., 177
Dallari, A., 69
Dalmastri Giugni, J., 177
Dalmonte, D., 164
Daolio, D., v. Duren, 57
Daolio, R., 98, 110, 111, 120
Dasi, G.F., 191
Davanzo, G., 126
Daviddi, E., 83
Davoli, A., 102, 109
Davoli, M., 41
Davoli, O., 60
Dazzi, A., 36
De Agazio, A.M., 181
De Agostini, D., 91
De Angeli, G., 147
De Angelis, C., 50
De Angelis, F., 56
De Angelis, P., 177
de Carlo, G., 142
De Carolis, A., 36, 108, 164
De Carolis, C., 147
de Chirico, G., 51, 55, 97, 104,
112, 126, 128, 131, 147, 176
De Dominicis, G., 188
De Filippi, F., 89, 116, 147
de Finetti, G., 45
De Grada, R., 119, 126, 134,
174, 176
De Gregorio, G., 61, 91, 94, 118,
174, 188
De Lanzaneis, A., 65
De Lorenzo, S., 73
De Luigi, S., 186
De Maio, M., 127
De Marco, F., 110
De Maria, M., 36, 97
De Micheli, G., 34, 95, 136
De Micheli, M., 118, 185
De Moro, V., 53, 65
De Nisco, F., 161
De Nittis, 135
De Pascale, A., 38
De Pietri, P., 65, 97, 98
De Pisis, F., 36, 97, 119, 132, 134
de Pisis, F., 51, 105, 138, 139,
140, 147, 157, 176, 181
De Preter, L., 73
De Rocchi, 44
de Rocchi, F., 176
De Romano, O.V., 176
De Rosa, R., 89
De Sanctis, F., 127
De Sanctis, G., 105
de Staël, N., 51
De Strobel, D., 44, 46, 50
De Vita, L., 95, 97, 98, 101, 104,
109, 110, 124, 150
De Vivo, S., 93
De Zorzi, M.T., 127
Debbri, C., 61, 65
Degidi, R., 177
Dehò, V., 165
Del Bianco, A., 178
Del Bon, A., 126
Del Borgo, V., 149
del Borso, M.F., 67
Del Casino 65
del Deo, R., 73
Del Donno, A., 127
Del Franco, G., 186
Del Gaizo, B., 127
Del Greco, R., 191
Del Monte, M., 65
Del Pezzo, L., 44, 89, 95, 116,
127, 147, 148
Delaunois, A.N., 36
Dell’Amico, C., 139
dell’Arca, N., 104
Della Bartola, A., 178, 188, 191
della Casa, G., 76, 78, 84
Della Torre E., 44, 59, 127
Della Volpe, T., 119, 121, 122,
183
Della Volpe, U., 118
Delle Site, M., 126
Delucca, P., 187, 191, 192
Deluigi, M., 162
Delunay, R., 112
Delvaux, P., 112
Delvecchio, A., 192
Denis, M., 112
Depero, F., 126, 131, 147, 176
Dermegiev, S., 73
Derpapas, G., 112
Dessauvage, T., 156
Dessì, G., 102
Dessy, P., 70
Di Blasio, E., 127
Di Camillo, F., 76
Di Carlo, G., 188
Di Fabio, P., 89, 127
Di Fabrizio, A., 61
Di Fidio, G., 128
Di Genova, G., 125, 126
di Gioia, B., 128
Di Giovanni, M., 93
Di Girolamo, A., 127
Di Martino, E., 185
Di Puolo, M., 144
di Ruggero, C., 174
Di Salvatore, N., 127
Di Tommaso, A., 73
Di Vincenzo, E., 127, 171
Dieckhoff, K., 93
Dieter, 115
Difilippo, D., 74, 89
Dine, J., 78, 147
Dinetto, L., 89
Dionisi, L., 190
Discosti, W., 69
Dix, O., 105, 112
Djurdjevic, B., 91
Dodero, P., 104
Doisneau, 79
Dokoupil, J., 102
Dolcetti, G., 137
Dolcetti, M., 70
Dolcibelli, B., 69
Donati Franceschi, F., 95
Donati, A., 57
Donati, E., 137
Donati, P.A., 95
Donghi, A., 176
Donini, P., 87
Donini, S., 146
Donizetti, M., 42
Donzelli, B., 118
Dorazio, P., 78, 87, 88, 98, 112,
147, 162, 171
Dorbolò, L., 74, 88
Doré, B., 112
Dorfles, G., 129
Doriguzzi, L., 143
Dornbush, S., 84
Dosi, P., 168
Dossi, B., 147
Dossola, P., 183
Dotti, R., 69
Dottori, G., 126, 147
Dova, G., 34, 51, 97, 127, 134,
147, 171
Dradi Marradi, B., 170
Draga, F., 73
Drei, E., 104, 106, 110, 119, 126,
157, 161
Drei, L., 127
Dubuffet, J., 112
Duchamp, M., 112, 147
Dudovich, M., 134, 157
Dudreville, D., 36, 134
Dürematt, F., 98
Duren, v. Daolio, D., 57
Dusan, K., 73
Duso, G., 91
Dynys, C., 163
Eames, C., 167
Eccher, D., 96
Echaurren, P., 89, 97
Echuarren, P., 166
Eggeler, S., 112
Egger, U., 85
Egger-Lienz, A., 36
Ehremberger, L.L., 70
Elf, H., 144
Elia, 76
Elio, 127
Emblema, S., 127
Emiliani, A., 110, 111, 129, 155,
185
Emiliani, P., 177, 178
Emsbach, B., 91
Eneidi, V., 185
Ensor, J., 112
Erani, I., 91
Ercole II, 133
Ermeti, R., 181
Ernst, M., 77, 97, 112, 147
Esposito, D., 65
Esposito, E., 186
Esposito, S., 70
Esser, E., 100
Ettorre, O., 54, 61, 65, 122
Eulisse, V., 177
Evangelisti, F., 178
Evangelisti, N., 117, 129
Evangelisti, S., 110, 115, 117
Fabbi G., 46
Fabbi, F., 105
Fabbri, Agenore, 134, 147
Fabbri, Amleto, 174
Fabbri, Angelo, 171, 177
Fabbri, F., 168
Fabbri, Giovanni, 184
Fabbri, Giulio, 178
Fabbri, Guido, 188
Fabbri, Massimiliano, 154, 160,
168
Fabbri, Mirko, 120
Fabbri, Paola, 123
Fabbri, Piergiorgio, 67
Fabbri, U., 144
Fabiani, S., 169
Fabro, L., 44, 62, 128, 161, 162
281
282
Facco, A., 154
Facco, L., 93
Faggiano, L., 93
Fagioli-Bisso, A.G., 73
Fagiolo dell’Arco, M., 169
Fainardi, R., 46
Faini, U., 122
Falai, L., 136
Falender, B., 73
Fanelli, G., 73
Fantin, E., 98
Fantini, M., 120
Fantuzzi, E., 170
Fanzaga, N., 146
Faraoni, E., 136
Faraoni, W., 188
Farina, R., 144
Farioli, E., 60, 63
Farneti, F., 110
Farulli, F., 54
Fasce, G.F., 94, 189
Fassi, G., 68
Fasso, D., 71
Fautrier, J., 51, 97, 105, 112
Fava, A., 160
Favai, G., 126
Favelli, F., 168
Fazzini, P., 104, 113, 126, 136,
147, 170
Fedeli, P., 67
Fedolfi, S., 67
Feierle, C., 73
Feligioni-Pantaleoni, D., 192
Fellini, F., 188, 193
Fellini, M., 193
Feltrinelli, I., 116
Fereoli, E., 56, 57
Ferlini, F., 152
Ferlisi, G., 172
Ferraresi, G., 132
Ferrari, C., 66
Ferrari, F., 91
Ferrari, G., 44, 104, 127
Ferrari, L., 147
Ferrari, N., 52, 65, 137
Ferrari, R., 65
Ferrari, S., 66
Ferrario, M., 55
Ferrazzi, F., 78, 97
Ferrè, G., 45
Ferrero Gussago, M., 126
Ferretti, A.L., 126
Ferretti, G., 66
Ferretti, L., 61, 66
Ferretti, M., 47
Ferri, D., 167
Ferri, R., 59, 61, 66, 113, 184
Ferroni, Gianfranco, 34, 98, 127,
147, 180
Ferroni, Guido, 161
Fersini, G., 121
Festa, T., 44, 147, 161
Festi, M., 143
Fieschi, G., 94, 97, 147, 150,
171, 185, 186, 189
Fieschi, O., 41
Figini, T., 45, 134, 149
Figue, C., 73
Filaccio, J., 73
Filetto, M.G., 70
Filin, G., 73
Filippi, C., 178
Filippi, F., 76
Filippi, L., 67, 178
Filippi, S., 93
Filippidu, Y., 73
Filippini, A., 136
Filippini, E., 187
Finelli, P., 94, 161
Finessi, D., 137
Finotti, F., 76, 128
Finotti, N., 127, 147
Fioravanti, E., 95, 188
Fioravanti, I., 132, 144, 148, 164,
171, 182
Fioresi, G., 36, 43, 97, 126
Fiori, G., 95
Fiorini, D., 54
Fiorini, G., 178
Fiorini, P., 108
Fioroni, G., 44, 45, 97, 127, 140,
162, 185, 186
Fiorucci, F., 188
Fischl, E., 102
Fitzsimons, D.A., 190
Fiume, S., 42, 147
Flight, C., 112
Floreancig, E., 57
Floris, C., 183
Fo, D., 174, 175
Fogli, A., 100
Folli, U., 119, 149, 154, 160,
162, 164, 177
Folon, J.M., 97, 101, 104
Fontana, F., 53, 79, 87
Fontana, L., 44, 78, 97, 98, 104,
112, 131, 134, 147, 156, 158,
171, 191, 193
Fontanesi, A., 133
Fontanesi, V., 128
Fontanili, D., 154
Fontcuberta, J., 79, 192
Fonticoli, P., 162
Foppiani, G., 35, 37
Foppiano, L., 150
Forges Davanzati, A., 70
Forghieri, G., 82, 178
Forgioli, A., 44, 59, 122
Forlani, P., 136
Fornaciari, L., 61
Fornaciari, M., 73
Fornaciari, V., 61
Fornari, M., 35, 37
Fornasari, W., 57, 83
Forti, F., 69
Fortunati, A., 183
Foscherini Coizzi, P., 76
Foschi, P., 191
Foschini, S., 154
Frabboni, G., 130
Frabboni, S., 118
Fraccaroli, A., 103
Fragiacomo, P., 36
Frai, F., 136
Francalancia, R., 126, 181
Franceschini, G., 57
Francesco I d’Este, 89
Francese, F., 97, 161, 171, 185,
186
Franchi, A., 106
Franchina, N., 106, 170
Francia, F., 107
Franciosi, A., 172
Franco, R., 85
Franzoni, R., 96, 103
Frascà, N., 186
Fraschetti, G., 183
Frascione, A., 93
Frasnedi, A., 86, 118, 127
Fratino, C., 176
Frattini, M.G., 177
Freger, C., 139
Freiles, A., 70
Fremura, A., 136
Frescobaldi, G., 141
Friggeri, M., 111
Frigieri, B., 90
Frignani, M., 67
Frignani, N., 117
Frisoni, D., 192
Frisoni, G., 140
Froni, L., 44
Frunzo, V., 134
Fuad, A., 136
Fugazza, S., 36
Fuksas, M., 115
Fulgeri, M., 93, 120
Fulgoni, L., 66
Funi, A., 36, 134, 136, 138, 149,
176
Furiga 126
Furini, R., 142
Fussmann, K., 112
Futura 2000, 97
Gabellone, G., 97
Gad, F., 73
Gaeta, G., 95, 193
Gagliardi, G., 66, 94, 96, 118,
185, 189
Gagliardi, N., 126
Gaibazzi, G., 46
Gaibazzi, R., 45, 61, 66, 97
Gajani, C., 127
Gajoni, A.L., 126
Galassi, G., 149
Galdòn, J., 91
Galeotti, F., 56, 57
Galeotti, S., 43
Galfano, V., 150
Galgano, A., 102
Galimberti, M., 76
Galleni, R., 73
Gallerani, G., 91
Gallerati, A., 35
Galletti, B., 176
Galletti, M., 133
Galli, Aldo, 70
Galli, Angelo, 57
Galli, Arnaldo, 91
Galli, R., 119
Galli, W., 173
Galliani, O., 34, 58, 59, 60, 89,
97, 116, 139, 171
Galliano, D., 98
Gallina, M., 148
Gallini, M., 137
Gallizio, P., 44
Gallo, F., 140
Gallo, Gio', 70
Gallo, Giuseppe, 102
Galvani, A., 154
Gambale, A., 144, 146
Gambalunga, A., 192
Gambedotti, M., 70
Gambetti, F., 76
Gambi, G., 95, 96, 162, 163
Gambone, G., 156
Gambuti, G., 172
Gandini, A., 73
Gandini, G., 59, 60, 61, 66, 95,
97, 150, 189
Garau, A., 44, 127
Garbolino, G., 148
Gardella, I., 45
Gardelli, M., 178
Gardin, B., 79
Gargiolli, C., 89
Garino, P., 127
Garota, D., 70
Garzarelli, R., 147
Garzia, G., 96
Gaspari, L., 176
Gasparini, G., 127
Gasparri, N., 46, 47, 170
Gasperini, R., 89
Gasperoni, W., 149
Gastini 100
Gastini, E., 65
Gastini, M., 44, 78, 97, 100, 127,
128
Gattamorta, A., 175
Gattavecchia, A., 172
Gatti, P., 47
Gatti, R., 155
Gattini, M., 136
Gaudenzi, P., 61
Gaudí, A., 135, 167
Gauli, P., 127
Gavazzi, G., 89
Gavelli, G., 136
Gavish, R., 73, 85
Gayda, W., 73
Gazza, O., 172, 174, 178
Gazzera, R., 176
Gellini, A., 93
Gendelman, G., 73
Gennaretti, L., 183
Gennari, A., 190
Genovese, I., 39
Genovese, R., 127
Gensini, I., 109
Gensini, P., 73
Gentile, S., 70
Gentili, C., 83
Gentilini, F., 44, 126, 157, 162
Gerardi, A., 170
Germanà, M., 97
Gerolamo da Carpi, 146
Gerra, M., 59, 60, 61
Gerri, M., 86
Ghelli, G, 89
Gherardini, M., 83
Gherarducci, G., 183
Ghermandi, F., 141
Ghermandi, Q., 85, 95, 97, 104,
105, 110, 124, 131, 164
Ghidini, A., 121
Ghidini, V., 53
Ghidini, W., 61, 66
Ghiglia, V., 184
Ghinassi, Sabina, 163
Ghinassi, Sante, 164, 177
Ghiotti, M., 173
Ghirlandi, E., 67
Ghirlandi, V., 110
Ghirri, L., 61, 79, 98, 192
Ghisori, A., 67
Ghitti, F., 70
Ghizzardi, N., 52
Ghizzardi, P., 37, 52, 55, 56, 57,
126
Giaccari, L., 129
Giacomelli, F., 79, 97
Giacometti, 102
Giacometti, A., 77, 101, 104,
112, 162
Giacopini, F., 66
Giampaoli, V., 188
Gianca, T., 175
Gianelli, F., 91
Giangrandi, G., 162
Giannetti, E., 70
Giannini, G., 66
Giannone, 53
Gianuizzi, G., 116
Giardini, F., 91
Giberti, L., 83
Gichia, G., 73
Gieri, U., 150
Gigli, A., 159
Gilardi, P., 91, 97, 99, 162
Gilbert & George, 97, 98
Gilbo, D., 93
Ginna, A., 161
Gioivani, M., 76
Gioli, P., 79
Giorgi, A.R., 61, 64
Giorgi, P., 136
283
284
Giorgione, U., 91
Giorni, G., 172
Giosa, A., 178
Giotto, 101
Giovanardi, M., 76, 86
Giovanelli, M., 57
Giovanetti, M., 125
Giovanetti, R., 53
Giovanni da Siena, 74
Giovanni II Bentivoglio, 94, 108
Giovannini, A., 158
Giovannini, F., 57
Giovannini, U., 168
Giovannini, W., 73, 88
Girardello, S., 127
Giubba, V., 85
Giuffredi, A., 61, 70
Giugni Dalmastri, J., 150
Giuli, F., 172
Giulietti, G., 127
Giuman, G., 116
Giunni, P., 44, 94, 104, 189
Giunti, R., 190
Giusberti, A., 108
Giussani, G., 73
Givanni, A., 144
Givanni, L., 164
Gnoli, D., 112
Gnudi, C., 170
Gobbi, N., 53
Goberti, G., 95, 133, 146
Goffi, G., 84
Goldoni, M., 59, 66
Goldoni, O., 78
Goldoni, R., 39
Golfarelli, T., 170
Golfieri, G., 183
Gonzalez, E., 73
Gordigiani, E., 183
Gordigiani, R., 184
Gordini, S., 168
Gori, Gianni, 162, 187
Gori, Giovanni, 165
Gorini, E., 168
Gottarelli, T., 118, 120, 132, 172
Gotti, C., 91
Govoni, E., 122
Govoni, F., 67
Govoni, O., 83, 96
Goya y Lucientes, F., 182
Grabow, U., 188
Graham, P., 192
Gramola, M., 57
Granaroli, C., 66
Granchi, A., 89
Grandi, G., 140
Grandi, M., 136
Granini, A., 95
Grasselli, S., 88
Grassi, A., 149
Grassi, B., 37, 42
Grassi, T., 61
Grattarola, S., 73
Graziani, F., 136
Graziosi, G., 36, 76, 77, 80, 82,
97, 157
Grazzi, R., 73
Grazzini, R., 54, 123
Greco, E., 95, 127, 134, 139,
150, 164, 170, 189
Greco, L., 65, 76, 83
Grecoluciani, G., 73
Greggi, L., 178, 186
Gregotti, V., 142
Gribaudo, E., 70, 127
Griesgraber, D., 73
Griffa, G., 44
Grillone, I., 147
Grimaldi, P., 34
Gromo, G., 136
Gropius, W., 167
Groppi, D., 39
Groppi, G., 35, 37
Grosz, G., 112
Gruau, R. (Renato Zavagli), 190
Gruppo Itinerante Murales Naïfs,
57
Guaccimanni, V., 162, 164
Guadagnini, W., 78, 110
Gualandi, P., 106
Gualdoni, F., 78
Gualtierio, U., 67
Guardigli, L., 166
Guareschi, A., 168
Guaricci, E., 89, 133
Guarini, P., 176
Guarneri, C., 155
Guarnieri, R., 161, 184
Guastaldon, F., 93
Guastalla, E., 54, 57
Guasti, M., 70
Guatteri, C., 67
Guatteri, M., 52
Guberti, B., 163, 177
Guberti, Giulio, 166
Guberti, Greta, 166
Guberti, M., 174
Guberti, Sara, 166, 187
Guberti, Silvia, 89
Gubinelli, P., 144, 189, 192
Guccione, P., 97, 150, 185, 186
Guderzo, G., 93
Guenzi, C., 44
Guercino, 168
Guerra, T., 153
Guerreschi, G., 97, 122, 125,
127, 171, 174
Guerricchio, L., 70
Guerrini, G., 157
Guerrini, Leo, 157
Guerrini, Lorenzo, 127, 170
Guerzoni, A., 57
Guerzoni, F., 76, 78, 84, 89, 97,
98, 139, 162
Guidi, Gianni, 132, 133, 140,
152
Guidi, Giuseppe, 152
Guidi, Guido, 162, 165
Guidi, N., 79, 127
Guidi, V., 60, 97, 104, 105, 108,
109, 110, 112, 119, 126, 131,
132, 134, 149, 151, 161, 174,
176, 188
Guiduzzi, V., 76
Guizzardi, P., 136
Gundin, L., 71
Gurioli, F., 163, 178
Gurioli, G., 159, 184
Gustavino, A., 154, 192
Guttin, B., 73
Guttuso, R., 44, 51, 54, 55, 59,
68, 69, 78, 83, 97, 98, 104,
119, 127, 131, 162, 170, 182
Guzzetti, A., 34
Guzzon, A., 132
Gyarmathy, T., 112
Haaeke, H., 142
Habicher, E., 97
Hamilton, 79
Han, J.S., 73
Harari, G., 115
Haring, K., 97
Hartung, H., 51, 105, 112
Hassan, F., 177, 192
Hatibi, E., 144
Hattori, K.-E., 54
Heemskerk, J., van, 112
Hess, A.B., 166
Hesse, R., 104, 120, 171, 173
Hillar, A.C., 156
Hirai, K., 73
Hiroyuki, A., 73
Hoara, N., 73
Hockney, D., 112
Hodler, F., 112
Hoffmann, J., 167
Holmboe, T., 36
Holt, B., 73
Hrdlicka, A., 112
Hsien, W.K., 85
Hyland, O., 91
Iannucci, A.M., 155
Iemmi, F., 71
Ievolella, A., 89
Ignazio di Loyola, sant’, 150
Imbelloni, G., 73
Imbeni, L., 54
Improta, C., 110
Inad, E.R., 73
Incerti, A., 54, 61, 126, 132
Inferrera Curtò, P., 35
Innocenti, C., 36
Iodi, C., 69
Iodice, M., 79
Iori, M., 102
Iori, N., 56
Iori, P., 52, 154
Iotti, W., 61
Ippolito, 55
Irmi, C., 173
Isgrò, E., 97
Isola, I., 117
Isoleri, C., 144
Ito, T., 142
Ivrea, I., 57
Izumi, S., 190
Izzo, F., 154, 166
Izzo, V., 98, 166
Jannini, G., 66
Janssen, H., 112
Jaquet, L., 66
Jenkins, P., 131
Jeonghwa, L., 93
Jerzy, M., 73
Joceline, B., 73
Jodi, C., 82
Jones, A., 112
Jones, R., 76
Joostens, P., 112
Jori, M., 75, 97, 99, 100, 102
Jorn, A., 112
Josip, S.S., 161
Juan, E., 73
Jusa, M., 188
Kandinsky, W., 95, 112
Kandl, J., 90
Karasumaru, Y., 97, 98
Kaufmann, M., 78
Keler, 167
Kelly, R., 168
Khanous, B., 93
Khnopff, F., 112
Kiefer, A., 98
Kiefer, O., 115
Kierkiè, 168
Kim Hwal Kyung Hye-Sung
Hyun, 73
Kirchner, E.L., 112
Klee, P., 101, 102, 112
Klein, Y., 147
Klimt, G., 161
Kline, F., 147
Klinger, M., 101, 140
Kodra, I., 134, 147
Koenen, H., 73
Koenig, G.K., 167
Kokocinski, A., 89
Kokoschka, O., 112, 147, 182
Kolar, H., 112
Kolar, J., 112
Konjovic, M., 83
Köoning, W. de, 131
Koper, T., 131
Korompay, G., 61, 94, 97, 98,
104, 126, 147, 185, 189, 193
Kostabi, M., 91, 153
Kosuth, J., 142
Kounellis, J., 90, 98, 112, 191
Koval, S., 73
Krimer (Cristoforo Mercati), 183
Krizia, 45
Kroke, P., 100
Krokfors, K., 112
Kubin, A., 112
Kunc, M., 90
Kupka, F., 112
Kvintas, R., 73
Kyu, K.M., 73
La Barbera, N., 136
La Chapelle, D., 115
La Motta, A., 171
La Pietra, U., 34, 116, 187
La Rocca, K., 72
La Torre, G., 67
Labò, S., 126, 134, 161
Lama, E., 163
Lancetti, 45
Landi, M., 161
Landi, V., 83
Landini, G., 128
Lanfranco, 89
Lansing, F., 161
Lanzillotta, P., 65
Larsson, C., 36
Lastraroli, F., 127
Laterza, L., 136
Lattanzi, L., 127
Lattuca, R., 57
Laurenti, C., 36
Laurenti, N., 132
Lavagnino, P., 44, 59, 61
Lazzari, B., 139
Lazzarini, G., 57
Le Corbusier (Charles-Edouard
Jeanneret), 167
Lecocq, G., 61
Leczew, M., 73
Leddi, P., 66
Lee, B.G., 40
Lee, S.H., 73
Lee, Y.C., 73
Lega, A., 157
Lega, S., 183
Léger, Fernand, 62, 68, 112, 156,
182
Lenzi, G., 106
Lenzini, P., 118, 136, 149, 150,
187
Leonardi Scarinzi, 70
Leonardi, C., 76, 84
Leonardi, L., 156, 158
Leonardi, Luciano, 94, 122, 127
Leonardi, N., 54, 59, 61, 66, 79,
95, 97, 104, 118, 122, 188
Leonardo, 176
Leoncillo, 51, 60, 97
Leoni, C., 97, 127, 128, 161, 186
Leoni, R., 88
Lepore, M., 134
Lercaro, G., 103
Les Rogers, 102
Leto, G., 89
Levenson, S., 71
Levi, Carlo, 87, 97, 125, 126
Levi, Corrado, 99
Levizzani, G.B., 84
Levoni, L., 73
LeWitt, S., 62, 78, 142
285
286
Lewtas, S., 91
Liao, H.L., 73
Liberi, U., 187
Liberti, M.G., 70
Licata, R., 59, 70, 89, 118, 147,
174, 175
Licini, O., 78, 97, 147
Liebard, Y., 54, 73
Ligabue, A., 41, 55, 57, 60, 126
Lilloni, U., 134, 147
Lima, A., 159
Lindström, B., 112
Lissitskij, E., 167
Litzman, T., 90
Liverani, 156
Liverani, G., 154
Liverani, G.F., 156
Liverani, G.T., 156, 157
Llàcer, J.M., 190
Lo Savio, F., 90
Lobietti, M., 166
Lodola, M., 89, 97, 102
Lombardi, A., 107
Lombardi, M., 66
Lombardini, E., 191
Lombardini, G., 191
Lombardo, E., 136
Lombardo, S., 128
Loner, M., 147
Longhi, R., 162
Longo, R., 37
Longoni, E., 68
Lopresti, S., 150
Lorca di Corcia, P., 79
Loren, J., 34
Lorenzetti, C., 139, 177
Lorenzi, M., 83
Losi, Cinello, 35
Losi, Claudia, 38, 99, 120
Lovino, F., 87, 88
Lovo, L., 57
Lucchi, G., 163
Lucchi, L., 173
Lucerni, U., 82
Lugli, A., 70, 73, 84, 86
Lugli, F., 69
Lugli, L., 83
Luis, J., 101
Lumaca, L., 71, 80, 83
Lumaca, R., 66, 89, 186
Lunais, D., 73
Lupo, T., 190
Luporini, S., 74
Luppi, E., 36
Lusvardi, D., 91
Luzzani, B., 73
Luzzati, E., 61, 70, 97
Luzzati, L., 176
Mac Mazzieri, W., 83, 87, 89, 91,
95
Maccaferri, S., 122
Maccari, M., 95, 97, 102, 104,
126, 157, 182
Maccarinelli, S., 117, 147
Macchia, G.A., 76
Mackintosh, C.R., 167
Macrini, T.L., 183
Madalozzo, F., 120
Maddalozzo, F., 93
Madiai, M., 41
Madoi, W., 46, 47
Madrid, A., 96
Maestri, G., 174
Mafai, M., 51, 60, 78, 87, 126,
170, 182
Maffei, D., 118
Magelli, V., 78, 83, 104
Maggi, N., 73
Magistretti, V., 167
Magnanelli, M., 178, 188
Magnani, E., 76
Magnani, G., 52
Magnani, L., 50, 51, 61
Magnavacca, U., 83
Magnelli, A., 126
Magritte, R., 78, 97, 112, 131
Mainardi, E., 83
Mainolfi, L., 100, 102, 131, 150,
173, 186
Maioli, E., 162
Majani, A., 110, 113
Makoto, K., 73
Malagola, C., 84
Malagoli, G., 66
Malandri, M., 101, 184
Malatesta, G.N., 187
Malatesta, S., 187
Malavasi, A., 93
Maldonado, T., 96
Malerba, G.E., 36
Malerba, L., 78
Malesci, G., 183
Malfanti, G., 35, 37
Malferrari, A., 89
Malmerendi, Giannetto, 126,
171, 186
Malmerendi, Giovanni, 157
Maloberti, M., 98, 120
Maltoni, M., 164, 177, 178
Maltoni, S., 172
Malvezzi, G., 95
Mamprin, O., 144
Manai, P., 76, 97, 98, 131, 140,
161, 185, 186
Manara, E., 75
Manara, F., 52
Manara, Giancarlo, 37
Manara, Gianfranco, 44
Manaresi, P., 95, 97, 105, 110
Manca, A.P., 183
Mancini, F., 119
Mancini, R., 188
Mandelli, F., 134
Mandelli, P., 44, 60, 62, 94, 95,
97, 98, 102, 103, 105, 110,
127, 129, 144, 171, 174, 175,
178, 185, 188
Mandini, A., 75
Mandolesi, G., 184, 188
Mandonesi, G., 177
Mandracchia, S., 93
Manelli, E., 75, 76, 110
Manera, E., 150
Manfredi, A., 59
Manfredi, F., 93
Manfredi, M., 127
Manfredi, S., 178
Manfredini, G., 76, 78, 91, 97,
98
Manfredini, M., 53
Manfrini, E., 149
Mangano, M., 73
Manghi, G., 186
Mania, S., 84
Manicardi, C., 59
Manicardi, E., 54
Mannucci, P., 88
Mannucci, S., 178
Mansuelli, G.A., 119
Mantegazza, T., 175
Mantere, O., 40
Mantica, A., 37
Mantovani, F., 82
Mantovani, S., 71
Mantovi, M., 93
Manuzio, A., 69
Manzi, R., 127
Manzini, W., 86
Manzo, G., 147
Manzoni, P., 162
Manzoni, R., 160
Manzotti, C., 65
Manzù, G., 51, 55, 87, 95, 104,
106, 126, 131, 149, 164, 182
Marabini, B., 191, 192
Marangoni, E., 166
Marangoni, R., 66
Marangoni, T., 70
Maraniello, G., 97, 120, 131, 173
Marano, U., 137
Marcenaro, R., 59, 61
Marchesini, Marco, 106
Marchesini, Modesto, 84
Marchesini, S., 65
Marchetti, Antonio, 153, 177
Marchetti, Attilio, 42
Marchetti, F., 187
Marchi, G., 91
Marchigiani, E., 116, 127
Marchini, G., 186
Marchiò Quarti, E., 123
Marchionni, E., 118
Marconi, A., 80
Marconi, G., 128
Marcovinicio, 133
Marcucci, G., 190
Marcucci, L., 72
Maretti, C., 99
Margonari, R., 85, 122, 127
Margotti, A., 95, 97, 108, 119,
121, 149, 160, 174, 183, 185
Mari, E., 60, 75, 78
Maria Luigia, duchessa di Parma,
Piacenza e Guastalla, 46, 56
Mariani, G., 130
Mariani, U., 116, 127, 185, 186
Mariano, M., 98
Marini, Mariella, 70
Marini, Marino, 104, 126, 164,
171, 182
Mariotti, F., 126
Marisaldi, E., 98, 99, 110, 120
Marmiroli, L., 67
Marovino, L., 73
Marpicati, I., 66
Marra, C., 98
Marra, M., 191
Marsili, L.F., 109
Martani, F., 129, 130, 131, 161
Martegani, A., 38, 78
Martellacci, I., 76
Martelli, B.M., 174
Martelli, R., 106
Martinelli Braglia, G., 82, 83
Martinelli, G., 66
Martinelli, N., 70
Martinelli, V., 105
Martinetti, G.B., 105
Martini, Alberto, 125, 126, 128,
164
Martini, Arturo, 59, 69, 87, 102,
104, 112, 126, 156, 157
Martini, G., 105
Martini, P., 168
Martini, S., 139
Martino, N.M., 89
Marussig, G., 134
Marussig, P., 36
Marzi, C., 60
Marzocchi, G., 105, 106
Marzocchi, Marco 178
Marzocchi, Mario, 137
Marzot, B., 106
Masaccio, 101
Mascalchi, V., 89, 94, 97, 110,
152, 161, 168, 189
Mascellani, N., 95, 96, 105, 108,
118, 119, 125, 126
Mascherini, M., 124, 126, 134,
139
Mascia, P., 117, 152
Maselli, T., 53, 66, 97, 161
Masetti, G., 149
Masinelli, L., 83
Masini, D., 89
Masoni, R., 89
Masotti, A., 101
Massari, L., 73
Masson, A., 45
Mastroianni, U., 88, 110, 127,
131
Mastronardi, C., 59
Mataro da Vergato, 76
Mathieu, G., 162
Matilde di Canossa, 93
Matisse, H., 51, 112, 121, 156,
182
Matsuyama, N.S., 139
Matta, R.S., 95, 97, 104, 106,
118, 156, 188
Matti, L., 153
Mattiacci 100
Mattiacci, E., 62, 97, 186
Mattioli, C., 37, 41, 45, 51, 59,
89, 95, 97, 127, 141
Mattioli, Giancarlo, 95
Mattioli, Gustavo, 66
Mattioli, L., 96
Mattotti, L., 95, 97
Maurer, D., 112
Mauri, F., 102
Mavarta, 66
Mazelli, N., 69
Mazullo, G., 170
Mazza A., 47
Mazza, R., 66
Mazzacurati, M., 53, 55, 60, 61,
66, 170
Mazzali, M., 73, 95, 110, 120,
125, 147, 148
Mazzarocchi, G., 191
Mazzella, L., 127, 136
Mazzella, R., 127
Mazzetta, S., 39
Mazzetti, C., 85
Mazzetto, R., 70
Mazzolani, E., 134
Mazzon, G., 126
Mazzotta, F., 73
Mazzotti, A., 95, 104
Mecagni, M., 86
Medici, I., 162
Medri, A., 178
Meerman, B., 168
Meier, R., 142
Meissonier, J.L.E., 138
Melandri, M., 179
Melandri, P., 104, 149, 155
Meldolesi, G., 178
Mele, R., 70
Melecchi 70
Melegari, U., 70
Meletti, P., 159
Melhus, B., 91
Melioli, Iler, 59, 66, 91
Melli, G., 65
Melli, I., 57
Melli, R., 138, 139, 170
Melloni, A., 99, 111, 120
Melloni, D., 123
Meloni, G., 134, 174
Melotti, F., 45, 60, 78, 97, 126,
131, 156
Melotti, R., 136
Melozzo degli Ambrogi, 177
Menada, G., 53
Mendini, A., 115
Mendoza, N.A., 73
287
288
Menetti, N., 87, 129, 162
Menghi, G.S., 178, 191
Menia, R., 83
Menna, F., 129
Mennillo, A., 166
Menozzi, A., 57
Menozzi, G., 46, 69
Mentessi, G., 140
Menzio, F., 126
Mercier, M., 157, 158
Mercuri, M., 38
Merenda, G., 178
Merendi, N., 156
Merighi, G., 69
Merz, Mario, 84, 98, 142
Merz, Marisa, 100
Mesciulam, P., 97, 127, 184
Messina, F., 36, 104, 118, 126,
171, 177
Messina, V., 84, 97
Messori, O., 69
Metoxen, K.B., 41
Meulli, E., 53
Mezzacapo, R., 64
Mezzadra, E., 70
Mezzaqui, S., 38, 98, 102, 120
Mezzogori, L., 136
Miccini, E., 72
Micela, S., 160, 177, 184
Michahelles, R.A., 126
Micheli, A., 191
Micheli, G., 183
Miglietta, S., 95, 123
Miglioli, G., 46
Migliori, N., 97, 102, 129
Migliorini, B., 183
Migneco, S., 178
Mikhailov, 73
Miki, T., 73
Milani, L., 139
Milani, M., 127
Minamoto, T., 190
Minardo, A., 73
Minawi, Y., 190
Minchieri, P., 123
Minekov, S., 73
Minelli, A., 95
Minelli, C., 87, 88, 178
Minerbi, A., 138, 139
Minero, S., 66
Minestrini, F., 178
Minghetti, P., 59
Mingolini, A., 163
Mingotti, A., 156, 173
Minguzzi, A., 106
Minguzzi, Giovanni, 150
Minguzzi, Graziella 161
Minguzzi, L., 42, 87, 95, 97, 98,
102, 104, 105, 106, 119, 127,
129, 131, 134, 150, 164, 189
Miniucchi, A., 66, 128
Miniuchi, A., 59
Minoli, P., 61
Minucci, B., 183
Mirabello, L., 95
Mirandola, C., 143
Mirko (Balsadella), 104, 127, 128,
162, 164, 170
Mirò, J., 112, 131
Miselli, C., 191
Misheff, A., 34
Missieri, B., 37, 150
Missiroli, T., 168
Mitelli, A., 89
Mitoraj, I., 131
Miyawaki, A., 142
Mnedoza, N., 190
Mocenni, G., 70
Mochetti, M., 90
Modigliani, A., 126
Modula, M., 154
Moholy-Nagy, L., 112
Molducci, Z., 162
Molinari, A., 96
Molinari, M., 83, 127
Molteni, G., 183
Molteni, M., 134
Monachesi, S., 127, 170
Monari, S., 152, 160, 161, 168
Mondami, R., 148
Mondini, S., 73
Mondino, A., 61, 102, 131, 162
Monet, C., 124
Monfredini, R., 86
Mongiello, C., 189
Moni, E., 76
Monica, U., 46
Monini, C., 96
Monopoli, A., 42
Montaguti, S., 106
Montanari, Angelo, 52
Montanari, Antonio, 57
Montanari, G., 134
Montanari, V., 152, 178
Montanarini, L., 126, 170
Montecchi Canossa, P., 67
Montecchi, V., 54
Montecuccoli, R., 88
Montelli, F., 166
Montesano, G.M., 76, 97, 102
Montessori, E., 53
Montevecchi, Amleto, 119, 157,
188
Montevecchi, Augusto, 188
Monti, C., 134
Monti, G.G., 89
Monti, M., 76
Montis, D., 144
Montorsi, G., 53, 59, 66
Montruccoli, F., 57
Moore, H., 97, 104, 112
Mora, F., 55, 57
Morabei Gabbrielli, V., 148
Morandi, G., 41, 51, 98, 100,
101, 102, 104, 105, 110, 112,
118, 119, 131, 140, 157, 176,
177, 182
Morandi, M., 90
Morandi, M.T., 100, 118
Morandi, R., 163
Morando, R., 183
Morellet, F., 45
Morelli, Caterina, 93
Morelli, Cosimo, 171
Morelli, E., 149, 150
Morelli, M., 152
Morellini, M., 170
Moreni, M., 45, 87, 88, 94, 97,
98, 127, 156, 162, 168, 171,
175, 185, 188
Moreno, L.A., 76
Moretti, A., 36
Moretti, C., 57
Moretti, G., 91
Moretti, O., 67
Mori, C., 52
Mori-Cristiani, E., 170
Moriconi, R., 66
Morigi, I., 162
Morigi, M., 160, 170, 172, 191
Morigi, W., 150, 164, 178, 182
Morini, A., 157
Morini, G., 66
Morley, S., 38
Morlotti 100
Morlotti, E., 45, 59, 87, 94, 95,
97, 105, 127, 134, 161, 162,
171, 174, 175, 178, 182, 185,
189
Morman, C., 131
Moro-Lin, A., 70, 127
Moroldo, D., 76
Moroni, F., 186, 188
Morri, E., 191
Morris, R., 62
Morselli, S., 151
Mortesen, R., 112
Moruzzi, L., 57
Mosca, G., 134
Moschini, M., 73
Mosconi, L., 35, 37, 38, 134
Motti, G., 37
Mottironi, C., 134
Mucchi, G., 126, 136
Muccini, M., 178
Mudesign, 166
Mugnaioli, D., 53, 66
Muheim, M., 66
Mulas, F., 89, 127
Mulas, U., 97
Mulazzani, E., 104
Muller Farina, U.C., 73
Muller, A., 161
Muller, P., 73
Munari, B., 45, 66, 112, 129,
156, 167, 172, 175, 176
Munch, E., 112
Munciguerra, A., 136
Mundula, G., 110, 116
Mura, E., 70
Murabito, R., 126
Muratori, P., 106
Murer, A., 127, 139, 164
Musa, R., 40
Musante, F., 148
Musiani, L., 162
Music, Z., 97, 101, 112, 126
Mussini, A., 157
Mussini, P., 59, 63, 66
Mussini, S., 65
Mussio, M., 127
Mussolini, B., 184
Mutti, F., 39
Muzi, S., 82, 120
Muzzi, A., 110
Muzzi, D., 43
Muzzi, F., 170
Nacciarriti, A., 93
Naciarriti, A., 111
Nadiani, E., 176, 178
Nadj, D., 93
Nadotti, C., 46
Nagasawa 100
Nagasawa, H., 81, 97, 158, 186
Naglia, G., 163, 177
Nakamichi, M., 73
Nalin, N., 132
Nangeroni, C., 127, 134
Nannelli, P., 51
Nanni, E., 129
Nanni, L., 129
Nanni, M., 60, 66, 89, 94, 95,
97, 98, 102, 104, 116, 127,
129, 131, 162, 177, 184, 189
Nannini, N., 76, 128
Nannucci 100
Nannucci, S., 67
Nardi Spada, G., 163, 177, 178
Nardi, A.M., 141
Nastasio, A., 134
Natali, A., 170
Natali, G., 66
Natali, S., 144
Nativi, G., 127
Nattini, A., 164
Nava, E., 57
Navacchia, G., 178
Negri, A., 58
Negri, Girolamo, 84
Negri, Giuseppina, 58
Negri, M., 106
Negri, N., 37, 54
Negroni, F., 71
Nelli, A., 186
Nemo, N., 144
Nenci, E., 126, 138, 139
Neretti, A., 71
Neri, C., 149, 160, 164, 177
Neri, M., 98, 165, 168
Neri, O., 157
Nerone, 128
Nervi, P.L., 45
Neshat, S., 98
Nespolo, U., 97, 156, 171, 173
Newman, A., 62
Newton, H., 100
Niccolò II d’Este, 133
Nicholson, A.B., 73
Nicita, A., 148
Nicodemi, R., 136
Nicoletta, S., 120
Nicolli, G., 144
Nigiani, I., 88
Nigro, M., 45, 78, 134
Nikiforos, K., 73
Niko, 144
Ninfa, P., 92
Nironi, S., 52, 93
Nishida, J., 156
Nittolo, F., 163
Nizzoli, M., 45
Nkumanda, J., 90
Nocera, S., 132
Nomellini, P., 36
Nonni, F., 155, 162, 184
Noorda, B., 142
Norzi, M., 117
Notari, L., 55
Notari, R., 62, 94
Notari, S., 66
Notte, E., 126
Nottoli, R., 172
Novali, Renato 162
Novali, Rinaldo, 122
Novarro, E., 123
Novelli, G., 45
Novellini, A., 55
Novellini, M., 54, 62, 122
Novello, G., 134, 149
Novi, C., 57
Nucci, P., 106
Nunzio, 97, 98, 100, 102, 131
Oberneder, S., 73
Occari, M., 136
Occhipiniti, A., 70
Ocri da Feltre, 134
Ogata, Y., 73, 85, 89
Olia, R., 59, 171
Olivi, B., 66, 94, 95, 189
Olivieri, C., 78, 162
Olivieri, D., 93
Olivucci, F., 179
Omiccioli, G., 134, 149, 170, 188
Onofri, G., 151, 152
Ontani, L., 76, 97, 98, 99, 100,
102
Oppenheim, D., 142
Oppi, U., 36
Oppo, C.E., 176
Opusmagistri, 92
Ordavo, A., 57
Ori, L., 72
Orlandi, G., 73
Orlandi, R., 47, 89
Orlandini, P., 62
Orsatti, N., 149
Orsini, F., 182
Orsini, J., 74
289
290
Orsoni, M., 85
Ortega, L.F., 38
Ortega, M., 150
Ortega, M.G.A., 40
Ortolani, M., 57
Orvieto, 123
Ossetti, L., 83
Ossola, G., 34, 45, 62, 127
Osti, F., 62
Osti, M., 123
Ottolinini, M., 39
Ovarini, D., 70
Pacchetti, C., 76
Pacciani, A., 177
Pace di Maso del Bombace, 177
Pace, A., 76
Pacella, M.L., 137
Paci, M., 166
Pacini, P., 66
Pacini, S., 147
Padova, G., 45, 126
Padovan, M., 127
Paganelli, P., 133
Pagano, G., 186
Pagliani, P., 82
Pagnacco, A., 177
Paiella, N., 35
Pajuodis, A., 73
Paladino, A., 100, 147
Paladino, M., 97, 98, 100, 161
Palagi, P., 105
Palandri, C., 136
Palazzo, F., 172
Palestini, U., 192
Palladini, A., 88
Pallara, P., 144
Pallottino, P., 141
Pallozzi, G., 89, 127
Pancaldi, L., 50, 94, 96, 97, 106,
113, 127, 140
Pancella, V., 136
Pandolfini, P., 181
Pandolfo, C., 116
Pane, G., 61
Panighi, E., 160, 162, 177
Panizon, A., 73
Pantaleone, v. I. Spaggiari, 54, 57
Pantaleoni, F. 57
Pantaleoni, I., 126, 161
Pantaleoni, R., 188
Pantieri, P.C., 151, 164, 177, 178
Panza di Biumo, G., 90
Panzavolta, C., 177, 178
Panzetta, A., 147, 148
Paoli, P., 91
Paolini 100
Paolini, G., 45, 78, 90, 97, 162
Paolini, L., 37
Paolo II, papa, 171
Paolucci de Calboli, R., 176
Paolucci, A., 155
Paolucci, E., 162
Papa, R., 162
Papadia, M.D. 168
Papola, C., 147
Paradiso, A., 147
Pardi, F., 122
Pardi, G., 45
Pardo, A., 57
Pari, L., 166
Pari, N., 188
Parini, P., 191
Parise, G., 78
Parisi, I., 78
Parisi, P., 110
Parisot, A., 127
Park, H.Y., 73
Parmeggiani, Carlo 176
Parmeggiani, Clemente, 67
Parmeggiani, S., 134, 135
Parmeggiani, T., 147
Parmiggiani, C., 60, 62, 76, 78,
97, 98
Parmiggiani, S., 61
Parmiggiani, V., 100, 121
Paroli, T., 59
Paron, S., 76
Partesotti, F., 76
Partisani, G., 110, 140
Pascali, P., 90
Pasche S., 40
Pasini, U., 132, 169, 171, 172,
174, 182
Pasotto, P., 127
Pasquali, M., 100, 103, 119
Pasqualini, E., 95, 106
Pasqualini, R., 189
Pasqui, E., 83, 164
Pasquini, E., 103
Pasquini, L., 163, 191
Pasquini, S., 76
Passarella, F., 104
Passerini, L., 70
Passerini, N., 39
Pastore, G., 188
Patella, L.M., 86, 127
Patelli, P., 184
Patricelli, 95
Patrono, F., don, 144
Patruno, F., 136
Paul, S., 71
Paulucci, E., 126
Pavan, A., 157
Pavan, G., 136, 147
Pavan, V., 62
Pavesi, M., 67
Pazienza, A., 70, 108
Pazzagli, A., 184
Pazzini, E., 191
Pazzini, R., 190, 193
Pearson, C., 156
Pedriali, D., 162, 163
Pedrini, C., 119, 120
Pedrini, F., 83
Pedroni, F., v. Felix Pedro, 74
Peinado, B., 157
Pelati, F.A., 43
Pellacani, A., 76, 78
Pellegrinetti, M., 85
Pellegrini, G., 161
Pellicciotti, R., 178
Pellis, G., 183
Pellizzola, A., 123
Pellizzola, M., 76, 132, 133, 135
Pelloni, R., 69
Pelloni, T., 83, 94, 185, 189
Pelò, E., 39
Penagini, S., 36, 134
Penone, G., 78, 100
Pentich, G., 127
Pepe, L., 37, 134
Peressutti, 68
Perez, A., 97, 98, 128, 131
Perez, R., 147
Perfetti, M., 72
Pericoli–Pirella, 45
Perilli, A., 87, 147, 171
Perina, C., 67
Perino, 139
Pernudi, F., 73
Perotti P., 35, 37
Perrault, D., 142
Persiani, A., 76
Persico, P., 137
Perugini, G., 73, 190
Peruzzi, B., 68
Peruzzi, O., 126, 136
Peruzzi, S., 57
Pervolovici, R., 73
Pesari, G.B., 84
Pescador, L., 116
Peschi, U., 127
Pesci, A., 137
Pessarelli, G., 122
Petazzi, A.S., 91
Petitot, E.-A., 47
Petlin, I., 186
Petrillo, E., 174
Pettenò, G., 188
Pettibon, R., 98
Peverelli, C., 97, 147, 180
Pezzoli Gonzales, G., 144
Pezzoni, A., 95
Piacesi, W., 62, 118, 136, 150
Pianca, V., 62
Piancastelli, P., 152
Piano, R., 131
Piattella, O., 127
Picasso, P., 68, 112, 121, 131,
147, 156
Picchiani, B., 137
Piccinini, L., 173
Piccinini, S., 93
Piccino, P., 168
Picco, G., 168
Picco, S., 113
Piccoli, R., 137
Pieraccini, E., 56
Pierini, E., 183
Pierotti, U., 184
Piersanti, M., 39
Pietrella, F., 99
Pietro Giacomo da Forlì, 173
Pietroiusti, C., 99
Pignatelli, L., 102
Pignotti, L., 72, 97, 127
Pigorini Lusignani, A., 47
Pigors, C., 73
Pil-Yun, A., 73
Pillitu, L., 57
Pingitore, P., 177
Pini, C., 95
Pini, Giorgio, 71
Pini, Giuliano, 95, 118, 136, 171
Pinna, A., 71, 173
Pintaldi, C., 98
Pinto, B., 98, 105, 161
Pinto, S., 93
Pintori, G., 129
Piombini, G., 191
Piovaccari, L., 171
Piraccini, Orlando, 160, 175, 180
Piraccini, Osvaldo, 58, 66, 122,
132, 150, 160, 170, 171, 172,
174, 175, 177, 178, 180, 182,
186
Pirandello, F., 78, 126, 147, 176
Pirandello, L., 55
Pirazzini, F., 149
Pirone, L., 70
Pirovano, C., 129
Pisani, 100
Pisani, G., 174
Pisani, V., 58
Pisano, T., 118
Pisarro, C, 140
Pistoletto 100
Pistoletto, M., 90
Pitacco, G., 70
Pittarello, G., 67
Pivi, L., 38, 90, 99, 177, 192
Pizzi Cannella, P., 78, 97, 102,
139
Pizzinato, A., 45, 54, 95, 97, 132,
133, 150, 176
Pizzirani, G., 105
Pladino, M., 95
Platania, N., 73
Plaza, B., 101
Plescan, D., 66
Plessi, F., 34, 60, 97, 98, 99, 107,
115, 147, 162, 185, 186
Podestà, G., 180
Poggeschi, G., 94, 97, 113, 144,
189
Poggi, C., 157
Poggi, E., 133
Poggialini, A., 184
Poggiolini, L., 184
Pogni, G., 178
Poiaghi, L., 191
Poirier, A., 186
Poirier, P., 186
Polesello, E., 134
Polgrossi, C., 164
Poli, L., 121
Poli, V., 58, 59, 62
Pollini, P.P., 45, 171
Pollock, J., 97, 147
Poltronieri, A., 57
Poltronieri, G., 128
Pombo Canigosa, C., 96
Pomodoro, A., 44, 45, 97, 104,
112, 131, 134, 136, 147, 158,
164, 172, 190
Pomodoro, B., 34, 172
Pomodoro, G., 104, 125, 127,
129, 131, 134, 136, 147, 158,
164, 188
Pompa, A., 144
Pompei, M., 141
Pompili, G., 58, 59, 66, 73, 76,
85, 97, 116, 122, 125, 133,
152, 154
Ponteri, P.L., 184
Ponti, G., 45, 167
Ponti, L., 168
Ponti, P., 126
Ponti, V., 150, 177
Pontiroli, E., 56
Poppi, C., 96
Porcarelli, C., 115
Portaluppi, P., 37
Portoghesi, P., 78
Possentini S., 52
Pozzati, C., 34, 45, 66, 95, 96,
97, 98, 104, 110, 116, 118,
128, 129, 130, 147, 150, 161,
172, 180, 184, 185, 186, 193
Pozzati, M., 138
Pozzati, R., 137
Pozzati, S., 104, 189
Pozzi, D., 44, 46
Pozzi, E., 126
Pozzi, F., 172
Pozzi, G., 70
Pozzi, T., 134
Prada, C., 36
Pradelli, G., 53
Prampolini, E., 126, 147, 176
Prampolini, G., 105
Prandini, L., 83
Pratali – Valladares, P.A., 73
Pratella, G.B., 121
Prats, A., 125
Predieri, P., 121
Pregno, E., 126
Premiata Ditta, 99
Preminger, T., 73
Preti, G., 83
Pricoli, T., 42
Prina, C., 127
Prince, R., 38
Prini, E., 90
Prini, G., 149
Proia, F., 166
Proietti, N., 56
Prokop, S., 73
291
292
Protti, A., 36, 126, 161
Prouvè, J., 167
Pruno, B., 184
Psychoulis, A., 91
Puccini, M., 157
Puglioli, L., 102
Pulga, B., 94, 97, 188
Pulini, M., 110, 162, 171, 172,
174, 175, 177
Pupi Avati, 193
Purificato, D., 118, 170
Pusole, P., 177
Putzolu, D., 70
Quagliotti, V., 148
Quaranta, A., 143
Quartieri, A., 83
Quilici Buzzacchi, M., 138
Quintavalle, C.A., 44
Quinti, B., 52
Raccagni, A., 88, 95, 97, 98, 119,
120, 161, 177, 185, 189
Raciti, M., 45
Radice, M., 45
Radulescu, D., 73, 85
Ragazzini, A., 178
Rage, A.-B., 91
Ragionieri, M., 67
Raimondi Gambarotta, L., 42
Raimondi, G., 185
Rainaldi, G., 80
Rainaldi, O., 97, 161
Rainer, A., 98, 112
Rama, C., 97, 102, 139, 150
Ramacher, J., 73
Rambaldi, C., 132
Rambaldi, G., 123
Rambelli, A., 123
Rambelli, D., 101, 157, 158, 183
Rambelli, G., 149, 161
Ramous, C., 127, 134
Rampelli, S., 166
Rampin, F., 73
Rampinelli, R., 150
Randazzo, A., 122
Randi 178
Ranieri, L., 66
Ranzi, A., 162
Raphael, A., 60, 78
Rasma, F., 133
Rasori, A., 43
Raspanti, B., 76, 106, 129, 152,
161
Raspi, P., 174
Rassati, U., 188
Ratti, A., 122
Rauschenberg, R., 140
Ravaioli, Gino, 190, 191
Ravaioli, Gregorio, 171
Ravazzolo, G., 93, 113
Ravotti, B., 118
Ray, 79, 139
Re, F., 80
Reali, V.A., 144
Rebecchi, R., 83
Recalcati, A., 128
Regalia, L., 39
Reggiani, M., 45, 70, 78, 105,
125, 126, 134, 140, 147, 162
Reggiani, P., 132
Reggiori, A., 178
Rehberg, S., 91
Rei Rosa, J., 73
Reiynders, H., 73
Renda, A., 177
Renzini, A., 76, 98
Renzogallo (Lorenzo Gallo), 161
Repetto, T., 94, 188
Restany, P., 33, 34
Restelli, F., 54
Reviati, D., 166, 168
Reynes, L., 73
Reza, O., 95
Riario, G., 121
Ricchetti, L., 37, 38
Ricchi, B., 183
Ricci Oddi, G., 35, 36
Ricci, G., 93, 166
Ricci, P., 184
Ricci, V., 160
Ricciputi, I., 66
Richetti, L., 36, 46
Richon, O., 79
Riciputi, I., 122, 178
Riello, A., 38, 90
Rietveld, G.T., 167
Righi, S., 47
Righini, R., 162, 174
Rimondi, R, 104, 105, 127, 129,
130
Rinaldi, P., 65
Rinaldini, G., 91, 178
Rintaro, Y., 73
Rio, M., 143, 146
Rippe, U., 190
Riva, C., 73
Riva, D., 128
Riva, L., 78
Rivalta, D., 76
Rivalta, L., 139
Rivalta, M., 183
Rivani, G., 96
Rivola, A., 91, 102
Rizzoli, P., 106
Rizzoli, R., 76
Roberti, E., 67
Roboli, G., 46
Roca, A., 172, 192
Roca-Rey, J., 127
Rocca, G., 83
Rocca, Giuseppe e Eugenia 50
Rocchi, A., 161, 162
Rocco, A., 144
Rodriguez, S., 73
Roeth, W., 90
Roffi, S., 51
Rogers, 68
Rogers, R., 142
Roggeri, T., 54
Rohuani, M., 137
Rolfi, V., 95
Roma, S., 102
Romagnoli, Giovanni, 94, 108,
110, 157, 188
Romagnoli, Giuseppe, 97, 106
Romagnoli, Guidone, 104
Romagnoni, B., 171
Romani Goccia, R., 78
Romano, L., 182
Romano, M., 110, 111, 120
Romeo J., 40, 73
Romiti, G., 183
Romiti, S., 97, 98, 102, 104, 105,
134, 193
Ronca, L., 67
Roncaglia, A., 88
Roncati, C., 83, 94, 186, 189
Ronci, S., 187, 192
Rontini, A., 89, 136, 155
Rosa, E., 58
Rosai, O., 57, 126, 176, 182
Rosalba (Bianca Arcangeli), 94,
189
Rosati, M., 66
Rosati, S., 83
Rossaro, E., 132
Rossello, M., 134
Rossetti, B., 139, 142
Rossi, Aldo, 78, 99
Rossi, Attilio, 134
Rossi, C., 73
Rossi, G., 44, 126
Rossi, Ilario, 83, 95, 98, 102, 103,
105, 110, 119, 122, 125, 127,
160, 174, 175, 193
Rossi, Italo, 83
Rossi, Massimo, 71
Rossi, Maurizio, 117
Rossi, P., 177
Rossi, S., 178
Rosso, M., 36, 104, 149
Rosti, N., 192
Rotella, M., 45, 60, 97, 159
Rotelli, M.N., 161
Rotunno, G., 57
Rouault, G., 156, 182
Rovandi, G., 87
Roveda, S., 39
Roveri, G., 188
Roversi Monaco, F., 102
Rovesti, B., 55, 56, 57, 126
Rudelli, M., 149
Rudolfson, B., 73
Ruffilli, P., 178
Ruffini, Giorgio, 149
Ruffini, Giulio, 94, 127, 149,
150, 154, 160, 162, 164, 174,
175, 177, 178, 184, 188
Ruggeri, P., 59, 94, 171, 174,
177, 185, 189
Ruggeri, Q., 36
Ruggeri, R., 185
Ruggieri, P., 161
Ruggiero, A., 170
Ruggiero, L., 73
Rupreth, M., 41
Russolo, L., 112, 126, 134
Rutiliano, S., 76
Sabatini, A., 144
Sabatini, S., 115
Sabbadini, C., 76
Sabbagh, M., 76
Sabini, F., 66
Saccani, M., 47
Sacchetto, P., 144
Sacchi, M., 143
Sadun, P., 51, 127
Saetti, Brunella, 174
Saetti, Bruno, 36, 94, 97, 98, 104,
105, 106, 118, 126, 157, 161,
162, 176, 188
Saffaro, L., 94, 97, 98, 129, 185,
186
Saffi, A., 179
Saint-Exupéry, A. de, 33
Salami, R., 65, 67
Salardi, C., 57
Salbitani 79
Salgado 47, 120
Salietti, A., 36, 119, 134, 161,
163, 176, 186
Saliola, A., 109, 128, 186
Salluzzo, M., 152
Salmon, N.T., 84
Salo, S., 73
Saltabelli, V., 39
Saltarelli 62
Saluzzo, M., 166
Salvadori, A., 134, 176
Salvalai, B., 83
Salvarani, A., 69, 82
Salvarani, M., 83
Salvatori, A., 154, 166
Salvatori, G., 154
Salvino, A., 98
Salvo, 37, 97, 100, 102
Sambonet, R., 134
Sammarchi, G., 94, 128
Samoggia, G., 106
Samonà, G., 45
Samorè, M., 90, 98, 99, 120, 162
Samorì, N., 150, 168
Sanchini, P., 70
Sandel, A., 41
Sander, 79
Sandquist, R., 162
Sandri, E., 149
Sandrin, N., 120
Sanesi, R., 144
Sanfilippo, A., 78
Sanguinetti, E., 105
Sanna, A., 73
Sansavini, M., 177, 189
Santachiara, C., 104, 106, 107,
123
Santachiara, D., 59, 99
Santarini, D., 178
Santarini, E., 191, 192
Santi, Filippo, 173
Santi, Franco, 67
Santini, F., 105
Santini, G., 73
Santini, M., 154
Santoli, L., 131, 177
Santomaso, G., 45, 162, 176
Sanvitale, A., 43
Sapiente, B., 37
Saraceni, A., 103
Sardano, V., 128
Sarfatti, W., 150
Sargenti, D., 72
Sarmento, J., 97
Saroni, S., 174
Sarri, S., 89, 171, 177
Sarsini, M., 161
Sartelli, G., 60, 76, 89, 97, 104,
120, 123, 139, 162, 185
Sarti, C., 70
Sarto, M., 106
Sartorelli, F., 36
Sartori, C., 56
Sartori, D., 129
Sartorio, G.A., 36
Sartoris, A., 170
Sassi, I., 89, 95, 104, 128, 155
Sassi, S., 171
Sasso, S., 184
Sassone, B., 73
Sassu, A., 42, 97, 104, 118, 127,
132, 134, 150, 156, 164, 171,
176, 178
Satrapi, M., 163
Satta, V., 94, 128, 161, 188
Saudoyez, J.C., 133
Saura, A., 112
Savazzi, G., 57
Savelli, A., 127, 144
Savini, E., 76
Savini, T., 123
Savinio, A., 45, 112, 126, 147
Saviotti, S., 177, 178, 184
Savoi, A., 127
Sazen, K., 73
Sbaragli, P.F., 178
Scaccaglia, A., 66
Scalise, U., 91
Scalvini, G., 134
Scanabò, D., 70
Scanavino, E., 45, 171
Scannavini, R., 51, 103, 109
Scannavino, E., 62, 97, 127, 134
Scapinelli, Gino, 83, 91
Scapinelli, Giorgio, 83
Scarabelli, C., 174, 175
Scarabelli, D., 87, 88, 89, 104
Scaramuzza, F., 47
Scaravelli, L., 66
Scardovi, G., 133, 152, 160, 168
Scarpa, C., 167
293
294
Scarpa, P., 118
Scarpati, M., 150
Scarpitta, S., 129
Scassellati, V., 110
Scattola, F., 36
Scepi, F., 128
Schawinski, X., 98
Scheda, S., 110
Schenardi, V., v. Armodio 37
Schiavocampo, P., 127
Schiele, E., 112
Schifano, M., 45, 78, 95, 97, 123,
131, 147, 159, 162, 171
Schirato, S., 127
Schirolli, R., 128
Schlinkert, G., 162
Schmidt, E., 91
Schnabel, J., 97, 98
Schubert, 45
Schwartz, D., 79
Schwartz, M., 142
Scialoja, T., 45, 51, 53, 66, 78,
87, 97, 127, 131, 140
Scianna, F., 79
Sciavolino, E., 89, 148
Sciavolino, P., 58
Scifo, M., 147
Sciola, P., 85
Scipione, A., 57, 60
Scordia, A., 127
Scorticati, G., 62
Scorzelli, L., 149
Scorzelli, M., 149
Scoto, A., 33, 38
Scroppo, F., 127
Scully, S., 97
Scurani, M., 92
Sdruscia, A., 127
Sebaste, S., 128, 144
Secchi, G., 41
Sedda, T., 172
Segalini, L., 39
Segatta, E., 94
Segovia, J.C., 73
Seguri, A., 62
Seiland, A., 192
Selden, R., 34
Sellert, J., 73
Selva, A., 36
Selvatico, L., 36
Semenghini, P., 134, 147, 149,
176
Semprebon, B., 83
Semprini, R., 191
Senaldi, S., 37
Sene, N., 70
Senesi, L., 128
Senno, P., 183
Sepo (Severo Pozzati), 45, 95, 97,
125, 126, 136
Serafini, C., 53, 66
Serafini, D., 160
Serafini, G., 37
Sergi, S., 48, 66
Sergi, U., 130
Serino, A., 83
Sermidi, S., 162
Serra, G., 122
Serra, L., 76, 118
Serra, M., 73
Serra, P., 191
Serra, R., 62
Serri, L., 91
Serri, M., 71
Serventi, G., 41
Servolini, C., 184
Servolini, L., 69, 178
Sesia, B., 140
Sessa, A., 65, 76
Sesto, G., 186
Setti, G., 83
Severi, G., 170, 174
Severi, P., 181
Severi, S., 143
Severini, G., 51, 78, 97, 112, 126,
177
Sevini, G., 121, 167
Sforza, C., 121, 166
Sgarbi, G., 132
Sgroi, A., 92
Sguanci, L., 190
Sguanci, R., 57
Shabani, A., 169
Shafik, M., 171
Siboni, C., 183
Siccardi, G., 65, 67, 132
Sieger, M.C., 115
Sighicelli, C., 73
Sighicelli, D., 52, 73
Sighinolfi, P., 73, 85
Sigismondo d’Este, 139
Signori, G., 96, 123
Signorini, R., 162
Silenzio, S., 164
Silva, F., 46
Silvani, O., 118
Silvestri, B., 93
Silvestroni, C., 177, 178
Simeti, T., 127
Simionato, A., 134
Simon, D., 73
Simoncini, V., 96
Simonetti, M., 126
Simoni, S., 163
Simonini, A.C., 88, 89
Simpson, D., 90
Sims, P., 90
Sinelli, R., 95
Sircana, G., 183
Siro, 126
Sironi, M., 36, 44, 97, 112, 126,
134, 138, 147, 177, 182
Sirotti, R., 174
Sissi, 99, 111, 120
Siviglia, C., 128
Siza, A., 142
Smail, Z., 73
Societas Raffaello Sanzio, 99
Soffiantino, G., 122, 174, 186
Soffici, A., 97, 177, 182
Soldati, A., 45, 46, 59, 126
Solè, J., 34
Soli, C., 83, 92
Soli, I., 83
Solmi, F., 96, 103, 130
Soltanto, M., 76
Somaini, F., 89, 127, 128, 172,
186
Sommaruga, R., 150
Sommaruga, V., 184
Sonnabend, I., 114
Sonnino, F., 128
Sorano, E., 93
Soressi, A., 36
Sorgente, T., 125
Soricelli, C., 57
Sorrentino, A., 71
Sorresi, A., 37
Sotilis, E., 134
Sottsass, E., 115, 142, 167
Sovak, P., 112
Sozzi, G., 161
Sozzi, V., 93
Sozzo, C., 95
Spacal, L., 70
Spada, E., 178
Spada, G., 164, 178, 181, 182
Spada, H., 173
Spadari, G., 186
Spadini, A., 157, 161, 183
Spadoni, C., 98, 161, 163, 165,
171, 185
Spaggiari, F., 33, 34
Spaggiari, I., Pantaleone, 57, 123
Spaggiari, S., 93
Spagna Nardi, G., 184
Spagnulo, G., 45, 78, 158
Spagnulo, P., 97, 100, 156
Spagnulo, V., 59
Spallanzani, M., 155
Spalletti, E., 90
Spampinato, F., 102
Spani P., detto il Clemente, 61
Spatola, A., 66, 97
Spattini, C., 66, 83, 84
Spazzali, L., 35
Spazzoli, O., 177
Spazzoli, V., 177
Speranza, F., 91
Spilimbergo, A., 134
Spinosa, D., 94, 127
Spinosi, G., 152, 165, 171, 172,
177
Spizzico, R., 127
Spoerri, D., 62
Spoldi, A., 99
Sproccati, S., 110
Spurey, K., 156
Squarza, N., 54
Staccioli, M., 186
Stagnani, V., 183, 184
Stähler, F., 89, 156
Stanghellini, A., 150
Stanghellini, C., 176
Stefani, A., 140
Stefanoni, A., 128
Stefanoni, T., 128
Steffenini, O., 36
Stegmann, E.A., 96
Steinen, C. von den, 34
Sterpini, U., 53, 127
Stokel, K., 73
Stoppioni, V., 184, 185
Storari, M., 136
Storchi, R., 88
Strada, D., 165
Strazza, G., 150
Stropparo, E., 156
Stroppiana, L., 150
Stuard, G., 46
Studio Azzurro, 99
Studio Othe, 154
Stuki, S., 143
Subazzoli, S., 57
Sughi, A., 83, 95, 96, 118, 122,
159, 160, 170, 171, 174, 178,
182, 186, 188, 190
Summa, F., 128, 141
Suprani, R., 166
Sutherland, G., 95, 97, 105, 112,
131
Svilen, C., 73
Sˇvankamajerovà, E., 47
Sˇvankemajer, J., 47
Tabanelli, A., 73
Tabarroni, L., 112
Taccani, R., 134
Taddei, A., 99
Tadini, E., 42, 45, 59, 62, 78, 97,
100, 129, 171, 188
Tagliazucchi, C., 76
Taioli, F., 177
Talani, G., 136
Tallone, F., 139
Tallone, G., 134
Tamburi, O., 51, 134, 136, 177
Tampieri, A., 159, 160
Tampieri, G., 157
Tampieri, S., 187
Tancredi, 97, 98
Tanev, K., 73
Taneva, M., 40
Tanguy, I., 112
Tani, L., 54
Tantillo, A., 150
Tapies, A., 97, 112
Tapparo, N., 178
Tarabella, L., 129
Taranu, L., 128
Tarassov, A., 54
Tartarini, I., 104
Tassi, A., 183
Tassi, Gaetano, 132
Tassi, Giancarlo, 132
Tassinari, R., 178
Tassinari, V., 133
Tassoni, N., 184
Tato (Guglielmo Sansoni), 126,
132, 161, 163
Tauro, R., 71
Tavanhxiu, G., 188
Tavanti, A., 164, 177, 184
Tavernari, E., 134
Tavernari, V., 95, 127, 188, 192
Tavolarelli, M., 73
Tavoni, F., 83
Tedeschi, A., 85
Tedeschi, N., 54, 59, 62, 66, 83,
95, 118, 132, 136, 148, 150,
188
Teodorani, F., 170, 171, 174, 187
Teodoro, C.F. 78, 87
Terrachini, B., 53
Terrachini, P.G., 53
Terragni, G., 167
Terzi, P., 76
Terzi, S., 136
Tesi, A., 98, 120
Tessaro, M., 144
Tettamanti, A., 190
Tevini, E., 147
Theimer, I., 173
Thonet, M., 167
Tibaldi, D., 105
Tiboni, G., 191
Ticcò, M., 70
Tilson, J., 45, 90, 120, 171
Timoncini, L., 150
Tinguely, J., 112
Tinti, P., 86
Tiozzo A., 73
Tiradini, C., 53
Tirelli, M., 78, 97, 98, 102
Tirelli, R., 113
Tirelli, U., 55, 123
Tito, 127
Tito, E., 36
Titonel, A., 128
Tivoli, G., 105
Tizzoni, S., 37
Tobey, M., 97
Toccafondo, Gianluigi, 102
Toccafondo, Giovanni, 187
Tofanelli, A., 168
Tofanello, M., 137
Tomasi, C., 154
Tomba, C., 102, 105, 106, 126
Tomea, F., 134, 177
Tommaselli, P., 188
Tommasi Ferroni, R., 150
Tonellotto, M., 95
Tongiani, V., 178
Tononi, A., 67
Topia, M., 123
Torelli, A., 127
Torelli, S., 98, 102, 110, 120
Torreggiani, A., 190
Torregrossa, A., 76
295
296
Torresi, A., 132
Torrigiani, A., 109, 111
Tosca, S., 93
Toscani, O., 79
Toschi, E., 160
Toschi, O., 157, 161, 183
Tosi, A., 36, 51, 157, 174, 177
Tosi, B., 83
Tosi, F., 144
Tosi, G., 148
Tosio, M., 67
Tot, A., 106
Toulouse-Lautrec, H. de, 112
Tozzi, M., 126
Trabucco, L., 67
Trafeli, M., 127
Tramontin, V., 150
Tranquilli, A., 172
Treccani, E., 54, 62, 74, 95, 97,
104, 134, 136, 149, 150, 175,
178
Tremante, V., 184
Tremlett, D., 107
Trentecoste, D., 36
Treves, D., 126
Trevisan, D., 67
Trevisani, F., 90
Trevisani, L., 76
Trevisi, E., 83, 88
Trianchini, B., 95
Trinchero, A., 66, 96
Trini, T., 129
Trioschi, P., 159
Tripponi, A., 191
Trivisonno, A., 126
Trmac, P., 73
Troelsen, F., 73
Trombadori, A., 182
Tronconi, P., 62
Trotta, A., 38
Trotta, N., 166
Troubetzkoy, P., 104
Trubbiani, Valeriano, 89, 171
Trubbiani, Valerio, 128
Trubetzkoj, P., 69
Tuci, A., 83
Tulli, W., 127, 175
Tuniz, I., 183
Turcato, G., 87, 97, 131, 162,
170, 177, 185, 190
Turchi, E., 77, 80
Turchiaro, A., 127
Turci, G., 184, 188
Tuti, C., 95, 161
Twombly, C., 182
Ubac, R., 112
Uccelli, C., 43
Uccello, P., 101
Ugo da Carpi, 69
Ugolini Zoli, I., 95, 122, 178, 184
Ugolotti, J., 54
Ugonia Mignini, E., 151
Ugonia, G., 151, 161, 162
Uncini, G., 45, 97, 131
Ungers, O.M., 142
Urbano VIII, 133
Urbinati, G., 190, 191
Usellini, G., 36, 126
Vaccari, A., 98
Vaccari, F., 34, 76, 78, 80, 83, 86,
89, 97, 128
Vaccari, P., 65
Vaccari, W., 76, 78, 87
Vaccarone, F., 70, 177
Vacchi, S., 60, 89, 94, 95, 97,
104, 125, 172, 185, 186, 188
Vagnetti, G., 157, 177
Vago, V., 34, 128
Valbonesi, G., 83
Valenti, A., 47
Valenti, I., 177
Valentini, G., 191
Valentini, G.B., 155
Valentini, L.O., 127
Valentini, M., 191
Valentini, N., 158
Valentini, W., 34, 59, 62, 116,
127, 150
Valieri, G., 95
Valla, R., 106
Valladares, A., 73
Vallin, A., 137
Vallotton, F., 112
Valmaggi, A., 191
Valsecchi, G., 122
Valsecchi, M., 118, 185
Van der Rohe, M., 167
Vancheri, A.M., 127
Vandelli, F., 77
Vandelli, P., 187
Vangelli, A., 127, 170, 182
Vangi, G., 131, 150, 191
Vanni, E., 83, 84
Vanni, G.B., 127
Vantaggiato, S., 93
Vantongerloo, G., 112
Vanzi, A., 146
Varagnolo, M., 157
Varesco, F., 154
Varignana, F., 102
Varoli, L., 154, 160, 161, 162,
163, 183
Varroni, F., 83
Vasarely, V., 78, 112
Vatteroni, F., 128
Vayenti, B., 66
Vecchi, F., 52
Vecchiati, P., 78, 83
Vecchiet, F., 70
Vecchietti Masacci, G., 70, 73,
105, 125, 128
Vecchietti, A., 143
Vedova, E., 45, 87, 88, 94, 95,
97, 98, 127, 150, 162, 177,
188, 193
Vedovato, G., 57
Vegezzi, N., 37
Vehland, S., 171
Vele, 139
Velickovic, W., 177
Vellani Marchi, M., 78, 82, 134
Vellani, S., 69
Velleani Marchi, M., 177
Venkuniene, V., 73
Ventura, N., 142
Venturelli, M., 88
Venturi, C., 70, 89
Venturi, L., 87, 169
Venturi, Silvano, 152
Venturi, Silvia, 93
Venturi, V., 127
Veranio, B., 67
Verdecchia, C., 126
Verdi, G., 33, 49
Verena, 73
Verga, A., 128
Verga, P., 144
Vergara, B., 57
Vergés, C., 125
Verlicchi, F., 150, 177
Verna, C., 97, 128, 162
Verni, M., 187
Vernizzi, L., 70
Vernizzi, R., 126, 134
Veronesi, L., 45, 70, 78, 125, 126,
129, 162, 170, 171, 188
Veronesi, P., 106
Versace, 45
Versari, P., 190
Verworner, E.L., 183
Verzelloni, A., 57
Verzocchi, G., 176
Vescovi, D., 90
Vescovi, E., 66
Vespertini, L., 65
Vespignani, G., 160
Vespignani, R., 53, 150, 175, 182
Veszpremi, I., 73
Vettori, Alberto, 66
Vettori, Andrea, 66
Viani, A., 104, 126, 191, 192
Viani, L., 97, 157
Viano, G., 83
Vidoni, B., 125
Viel, C., 99
Vietri, T., 122, 150
Viganli, A., 71
Vigarani, G., 80
Vignali, E., 48
Vignoli, F., 95, 97, 105, 106, 189
Vignuzzi, S., 178
Vigo, N., 146
Vildoza, N., 41
Villa, E., 162
Villani, A., 191
Villani, L., 115
Villani, M., 73
Villoresi, F., 170
Vimercati, M., 79, 192
Vincenzi, C., 106
Viola, L., 186
Viola, S., 190
Violante, A., 91
Violetta, A., 97, 98, 157, 161,
165, 173
Violi, D., 66
Violi, E., 69
Viracocha, L.Q., 73
Virgili, G., 138, 139
Virili, L., 62
Viroli, G., 160, 165, 177
Viroli, R., 178
Visani, A., 93, 166
Visani, E., 96
Visconti, L., 55
Vistoli, R., 159
Vitali, G., 70
Vitali, I., 120
Vitali, M., 155
Vitali, V., 132
Vitone, L., 99
Vittori, G., 123
Vittorini, U., 177
Viviani, V., 89
Vogt, C., 192
Volanti, G., 40
Volker, F., 73
Volpe, C., 96
Voltini, G., 46
Voltolini, I., 69
Vostell, W., 45, 61
Vukievic, S., 115
Wakers, R., 172
Wal, 60, 61, 71
Wang, K.H., 73
Warhol, A., 78
Weber, P., 133
Weiermair, P., 96
Wernert, A., 172
Whittier, Z., 73
Wildt, A., 36, 104, 134, 176, 179
Wildt, F., 134
Willmann, M., 192
Wisoka, A., 73
Wladi, M., 178
Wolf, R., 150
Wols, 51, 97
Wostry, C., 164
Wotruba, F., 105
Wouters, P., 75
Wrange, M., 91
Wurm, E., 97, 98
Xerra, W., 35, 62, 97, 128
Xiao, 45
Ximenes, E., 46, 69
Yabe, M., 73
Yaria, A., 170
Za, N., 126
Zadkine, 78
Zaffagnini, G., 163
Zagaglia, B., 79
Zaganelli, L., 166
Zagaria, M., 143
Zagnoli, M., 61
Zama, R., 158
Zamboni, A., 76, 102, 128
Zamboni, D., 83
Zamboni, N., 70, 71, 73, 76, 97,
106, 110, 147, 148, 190
Zammarchi, A., 170
Zampino, M.G., 189
Zanaga, C., 67
Zancanaro, T., 54, 59, 62, 83, 87,
95, 118, 123, 125, 126, 132,
136, 162, 169, 175, 182, 191
Zandomeneghi, 135
Zanella, A., 35
Zanella, C., 137
Zanella, S., 127
Zanelli, D., 71
Zanetti, U., 95, 161
Zanfrognini, G., 83
Zani, M., 117
Zanni, S., 89, 131, 133, 139, 140,
144, 148, 152, 162
Zannier, I., 96
Zannoni, A., 169
Zannoni, U., 158, 184
Zanotti, G., 109
Zanuso, M., 167
Zapparoli, R., 83
Zappelletto, M., 67
Zarattini, M.G., 62
Zardi, G., 160
Zattini, M., 173
Zauli Saiani, E., 176
Zauli, C., 75, 95, 104, 105, 106,
107, 131, 155, 156, 158, 164,
186
Zauli, G., 156
Zauli, P., 150
Zavagno, N., 190
Zavattini, C., 57, 60, 101, 125,
126, 127, 128, 136, 188
Zbigniew, F., 73
Zeri, F., 109
Zhensheng, L., 62
Zigaina, E., 83
Zigaina, G., 53, 118, 150
Ziliotti, L., 47
Ziveri, A., 78
Zobel, E., 93
Zoboli, A., 83, 184
Zocchi, C., 69
Zoccola, V., 95
Zoli, S., 178
Zona, P., 54, 136
Zoni, B., 44, 45
Zorio 100
Zorio, G., 78, 131, 161, 162
Zotti, C., 62, 175, 184
Zucchini, A., 138, 139
Zuccoli, O., 183
Zuelli, D., 120
Zuffa, M., 190
Zuffi, D., 136
Zukov, N., 54
Zunica, G., 127
297
Indice dei luoghi del reportorio
Provincia di Bologna
Baricella, Galleria Sessantaquattro
Baricellarte, 93
Bazzano, Rocca Bentivoglio, 93
Bologna, Accademia di Belle Arti,
109
Bologna, Arte Fiera, 114
Bologna, Associazione Bo.art, 113
Bologna, Banca di Bologna, 105
Bologna, Cappella di Santa Maria
dei Carcerati in Palazzo Re
Enzo, 106
Bologna, Cineteca, 101
Bologna, Collezione della
Provincia di Bologna, 95
Bologna, Collezioni d’Arte e di
Storia della Fondazione Cassa di
Risparmio in Bologna –
Raccolta Arte Contemporanea,
101
Bologna, Convento di Santa
Cristina, 109
Bologna, ex Forno del Pane, 99
Bologna, Istituzione Galleria
d’Arte Moderna, 96
Bologna, Manifattura delle Arti,
99
Bologna, Museo della Certosa –
Opere d’arte del Novecento,
106
Bologna, Museo della Città, 102
Bologna, Museo della Sanità e
dell’Assistenza – Raccolta d’arte
contemporanea, 104
Bologna, Museo di San Giuseppe,
112
Bologna, Museo Internazionale
e biblioteca della musica, 105
Bologna, Museo Morandi, 100
Bologna, Palazzo del Podestà, 107
Bologna, Palazzo Saraceni –
Gualandi, 102
Bologna, Parco Pier Paolo
Pasolini, 106
Bologna, Pinacoteca Nazionale.
Gabinetto delle Stampe e dei
disegni, 111
Bologna, Raccolta d’Arte Moderna
della Regione Emilia-Romagna,
94
Bologna, Raccolta Lercaro, 103
Bologna, Sala d’Ercole, 107
Bologna, Salara, 99
Bologna, Spazio Aperto, 97, 98
Bologna, Spazio ex chiesa di San
Mattia, 108
Bologna, Ufficio Promozione
Giovani Artisti, 113
Bologna, Unicredit, 105
Bologna, Villa delle Rose, 99
Bologna, Villa Serena, 113
Cadriano, Idee in fabbrica, 115
Castel San Pietro Terme,
Galleria d’Arte
Contemporanea, 116
Castel San Pietro Terme, Il
Fienile, 116
Crespellano, Palazzo Stella, 117
Dozza Imolese, Pinacoteca del
Muro dipinto – Galleria d’arte
moderna, 117
Grizzana Morandi, Centro
Documentazione Giorgio
Morandi, 118
Imola, Artenati – Archivio
Giovani Artisti, 121
Imola, Chiostri di San Domenico
119
Imola, Fondazione Cassa di
Risparmio di Imola, 120
Imola, Pinacoteca Civica –
Raccolta d’Arte Moderna, 119
Imola, Rocca Sforzesca, 120, 173
Imola, Sala dell’Annunziata, 121
Lizzano in Belvedere, Sentiero
d’arte, 122
Marzabotto, Raccolta d’Arte
Moderna, 122
Medicina, Museo Civico –
Pinacoteca Aldo Borgonzoni,
122
Pianoro, Villa Baldissera, 123
Pieve di Cento, Centro Culturale
Vladimiro Ramponi 125
Pieve di Cento, Museo d’Arte
delle Generazioni italiane del
’900 “G. Bargellini”, 125
Pieve di Cento, Pinacoteca civica
– Collezioni comunali del
Novecento, 124
Pontecchio Marconi, Museo
Marconi, 128
San Giovanni in Persiceto, ex
chiesa di Sant’Apollinare, 129
San Giovanni in Persiceto, Sala
esposizioni di Palazzo San
Salvatore 129
San Pietro in Casale, Casa
Frabboni, 129
San Pietro in Casale, Museo della
città 130
San Pietro in Casale, Parco
Culturale 130
Zola Predosa, Fondazione “Cà la
Ghironda”, 130
Provincia di Ferrara
Argenta, Raccolta d’Arte
Moderna, 132
Bondeno, Oasi dei 7 Polesini, 132
Bondeno, Pinacoteca Civica
“Galileo Cattabriga”, 132
Bondeno, Rocca di Possente di
Stellata, 133
Cento Renazzo, Museo Sandro
Parmeggiani, 135
300
Cento, Galleria d’Arte Moderna
“Aroldo Bonzagni”, 133
Cento, Il giardino del gigante, 135
Cento, Rocca di Cento, 134
Comacchio, Museo Mariano
d’Arte Sacra Contemporanea,
135
Copparo – Berra- Jolanda –
Tresigallo – Formignana – Ro,
Fabbrica Creativa – Museo
diffuso sul territorio, 136
Copparo, Quadreria Civica d’Arte
Contemporanea ex Carceri Alda
Costa, 136
Ferrara, Casa dell’Ariosto, 142
Ferrara, Casa Giorgio Cini, 143
Ferrara, Centro Video Arte, 140
Ferrara, Civiche Gallerie d’Arte
Moderna e Contemporanea,
137
Ferrara, MusArc Museo Nazionale
di Architettura, 142
Ferrara, Museo dell’Illustrazione
Centro Studi sull’Immagine
Riprodotta, 141
Ferrara, Museo Michelangelo
Antonioni, 140
Ferrara, Padiglione d’Arte
Contemporanea, 139
Ferrara, Palazzo dei Diamanti, 139
Ferrara, Polo d’arte moderna e
contemporanea, 138, 142
Ferrara, Porta degli Angeli, 143
Ferrara, Salone del Restauro, 144
Ferrara, Unità Operativa Giovani,
145
Gambulaga di Portomaggiore,
Delizia Estense del Verginese,
145
Lido di Spina, Museo Alternativo
Remo Brindisi, 146
Migliarino, L’uomo e il fiume,
147
Portomaggiore, Ridotto del Teatro
Sociale della Concordia, 147
Vallette di Ostellato,
Ciel’Ostellato Parco Comunale
di Scultura Contemporanea,
148
Provincia di Forlì-Cesena
Bagno di Romagna, Palazzo
del Capitano, 169
Bertinoro, Museo Brunori, 169
Bertinoro, Rocca vescovile, 173
Castrocaro Terme e Terra del Sole,
Fortezza medievale, 173
Cesena, Galleria Comunale
d’Arte, 171
Cesena, Galleria Comunale d’Arte
ex Pescheria, 172
Cesena, Banca Popolare
dell’Emilia Romagna 172
Cesena, Galleria del Loggiato, 173
Cesena, Galleria di Vicolo
Cesuola, 172
Cesena, Pinacoteca Comunale.
Raccolta d’Arte Moderna, 170
Cesena, Raccolta della Cassa di
Risparmio, 173
Cesena, Rocca Malatestiana, 173
Cesenatico, Galleria Comunale
d’Arte “Leonardo da Vinci”, 175
Cesenatico, Museo della Città, 174
Cesenatico, Palazzo del Turismo,
174
Cesenatico, Raccolta d’Arte
Moderna, 174
Dovadola, Oratorio di San
Sebastiano, 177
Forlì, Archivio Giovani Artisti,
180
Forlì, Complesso Monumentale
del San Domenico, 176, 177
Forlì, Contemporanea, Fiera
d’Arte, 179
Forlì, Mostra permanente
Francesco Olivucci, 178
Forlì, Palazzo Albertini, 179
Forlì, Oratorio di Sant’Antonio,
179
Forlì, Pinacoteca Civica - Raccolta
d’Arte Contemporanea, 176
Forlì, Raccolta d’Arte Moderna
della Provincia di Forlì-Cesena,
177
Forlimpopoli, Raccolta Comunale,
180
Forlimpopoli, Rocca
Albornoziana, 173
Gambettola, Raccolta comunale,
181
Longiano, Fondazione “Tito
Balestra”, 181
Meldola, Chiesina dell’ex
Ospedale, 182
Meldola, Palazzo Doria Pamphili,
183
Meldola, Raccolta comunale, 182
Modigliana, Pinacoteca Comunale
“Silvestro Lega”, 183
Predappio, Casa natale Mussolini,
184
Roncofreddo, Castello di
Monteleone, 173
Santa Sofia, Galleria d’Arte
Contemporanea “Vero
Stoppioni”, 184
Santa Sofia, Parco di sculture
all’aperto, 186
Savignano sul Rubicone,
Accademia dei Filopatridi, 186
Savignano sul Rubicone, Centro
Culturale di Palazzo Vendemini,
186
Savignano sul Rubicone, ex
Pescheria. Galleria
dell’Immagine, 186
Provincia di Modena
Carpi, Museo Monumento al
Deportato Politico e Razziale,
Museo Civico “Giulio Ferrari”
e Museo della Xilografia, 68
Castelfranco Emilia, Palazzo Piella
70
Castelnuovo Rangone, La Collina
delle Fiabe 70
Castelnuovo Rangone, Parco
Sandro Pertini, 70
Castelvetro, Centro di
Documentazione Territoriale,
71
Castelvetro, Centro espositivo
“Pake”, 71
Castelvetro, Museo dell’assurdo,
71
Fanano, Parco Urbano di sculture
in pietra, 72
Finale Emilia, Castello delle
Rocche, 74
Fiorano Modenese, Museo della
Ceramica, 75
Gombola, Chiesa di San Michele
Arcangelo, 75
Guiglia, Sale del Castello, 72
Modena, Chiesa di San Paolo, 83
Modena, Fondazione Cassa di
Risparmio di Modena, 77
Modena, Galleria Civica, 77
Modena, Giovani d’Arte, 80
Modena, Gipsoteca Graziosi, 76
Modena, La Tenda, 82
Modena, Palazzina dei Giardini,
80
Modena, Raccolta d’Arte della
Provincia di Modena, 82
Modena, Raccolte fotografiche
modenesi Giuseppe Panini, 80
Modena, Sala del Paradisino, 81
Monchio, Parco della Resistenza
di Monte Santa Giulia, 84
Montese, Forum Artis Museum,
85
Montese, Spazi ex ghiacciaia, 85
Nonantola, Sala delle Colonne, 86
Pavullo nel Frignano, Galleria
d’Arte Contemporanea di
Palazzo Ducale, 86
Pavullo nel Frignano, Mostra
permanente del Castello di
Montecuccolo, 88
San Felice sul Panaro, Galleria
Civica permanente, 88
San Felice sul Panaro, Rocca
Estense, 88
Sassuolo, Galleria Comunale
d’Arte Moderna, 91
Sassuolo, Paggeriarte 90
Sassuolo, Palazzo Ducale, 89
Soliera, Castello Campori, 91
Soliera, Pinacoteca comunale, 91
Vignola, Cantieri Cantelli, 91
Vignola, Museo della Città, 92
Provincia di Parma
Bedonia, Centro civico del Parco
della Peschiera 40
Bedonia, Museo di scultura
all’aperto, 40
Bedonia, Museo Romeo Musa, 40
Borgo Val di Taro, Museo delle
Mura, 41
Collecchio, Centro Culturale Villa
Soragna, 42
Collecchio, Museo di scultura
all’aperto, 41
Compiano, Salone del Municipio,
41
Langhirano, Centro Culturale del
Comune di Langhirano, 42
Parma, Archivio Giovani Artisti, 48
Parma, Arte Parma, 49
Parma, Centro Studi e Archivio
della Comunicazione, 44
Parma, Galleria del Teatro, 47
Parma, Galleria Palestra, 48
Parma, Galleria S. Andrea, 48
Parma, Galleria San Ludovico, 46
Parma, Museo Amedeo Bocchi,
42
Parma, Museo della Fondazione
Cassa di Risparmio di Parma e
Monte di Pegno su Busseto, 43
Parma, Palazzo Pigorini, 47
Parma, Pinacoteca G. Stuard, 46
Parma, Salone delle Scuderie nel
Palazzo della Pilotta, 45
Parma, Serre Petitot del Giardino
Ducale, 46
Traversetolo (Mamiano),
Fondazione Magnani Rocca.
Raccolta d’Arte Moderna e
Contemporanea, 50
Traversetolo, Centro Culturale La
Corte 49
Traversetolo, Museo “Renato
Brozzi”, 49
Valserena (Paradinia), 45
Provincia di Piacenza
Castell’Arquato, Antico Palazzo
della Pretura, 33
Monticelli d’Ongina, Museo
Civico, 35
Piacenza, Galleria d’Arte Moderna
Ricci Oddi, 35
Piacenza, Giovani Artisti
Piacentini, 38
Piacenza, Officina della Luce ex
Centrale Emilia, 37
Piacenza, Palazzo Gotico, 38
San Pietro in Cerro, Museum in
Motion, 34
Provincia di Ravenna
Alfonsine, Raccolta comunale, 149
Bagnacavallo, Centro Culturale
‘Le Cappuccine’, 149
Bagnacavallo, Chiesa del
Suffragio, 150
Bagnacavallo, Sala delle Colonne,
166
Brisighella, Museo Civico
“Giuseppe Ugonia”, 151
Brisighella, Raccolta comunale,
151
Casola Valsenio, Raccolta
comunale, 151
Castel Bolognese, C.etra. Il parco
della scultura, 152
Castel Bolognese, Parco artistico
di scultura all’aperto, 152
Castel Bolognese, Museo Civico,
152
Cervia, Archivio Giovani Artisti,
153
Cervia, Magazzini del Sale, 153
Cervia, Raccolta Comunale.
Mostra Permanente di “M.
Casadei”, 152
Cotignola, Casa e Museo Luigi
Varoli, 154
Cotignola, Palazzo Sforza, Casa
Varoli e la Scuola delle Arti e
del Disegno, 154
Faenza, Galleria Comunale d’Arte,
157
Faenza, Il prato della luce, 158
Faenza, Museo Carlo Zauli, 157
Faenza, Museo Internazionale
delle Ceramiche, 154
Faenza, Palazzo delle Esposizioni,
157
Faenza, Pinacoteca Comunale –
Galleria d’Arte Moderna,
156
Fusignano, Centro Culturale “Il
Granaio”, 159
Fusignano, Museo Civico San
Rocco Collezione Raul Vistoli,
158
Lugo, Casa Rossini, 160
Lugo, Pinacoteca, 159
Lugo, Raccolta d’Arte Moderna,
159
Lugo, Rocca di Lugo, 159
Massa Lombarda, Raccolta
comunale, 160
Ravenna, Accademia di Belle Arti,
164
Ravenna, Archivio Giovani Artisti,
165
Ravenna, Cassa di Risparmio di
Ravenna, 163
Ravenna, Centro Dantesco.
Raccolta del bronzetto
dantesco, 164
301
302
Guastalla, Museo della Città, 55
Guastalla, Raccolta Museale della
Biblioteca “Maldotti”, 56
Luzzara, Museo Nazionale delle
Arti Naïves “Cesare Zavattini”,
56
Montecchio, Torre del Castello
della Rocca. Galleria d’Arte
Moderna, 57
Novellara, Raccolta d’Arte
Moderna del Museo Gonzaga,
58
Reggio Emilia, Archivio
dei Giovani Artisti, 60
Reggio Emilia, Camera del Lavoro
Territoriale di Reggio Emilia,
58
Reggio Emilia, Chiostri di San
Domenico, 60
Reggio Emilia, Credito Emiliano
Provincia di Reggio Emilia
S.p.A., 59
Bibbiano, L’ottagono. Arte
Reggio Emilia, Immagina. Arte
Contemporanea, 52
contemporanea in Fiera, 64
Boretto, Casa Museo Pietro
Reggio Emilia, Invito a…, 62
Ghizzardi “Al Belvedere”, 52
Reggio Emilia, La Fonderia, 63
Castelnovo di Sotto, Museo di
Reggio Emilia, Musei Civici scultura all’aperto, 53
Galleria delle Arti
Cavriago, Centro Culturale del
contemporanee, 59
Comune, 53
Cavriago, Sala Mostre Comunale, Reggio Emilia, Officina delle Arti,
62
52
Correggio, Galleria di Palazzo dei Reggio Emilia, Raccolta d’Arte
della Provincia, 61
Principi, 53
Reggiolo, Museo Pinacoteca
Correggio, Museo Civico “Il
Antonio Ruggiero Giorgi, 64
Correggio”, 53
Rubiera, Sala Mostre ex Palazzo
Gattatico, Museo Cervi, 54
Civico, 65
Gualtieri, Museo Documentario e
Centro Studi Antonio Ligabue e San Polo d’Enza, Torre
dell’Orologio, 65
Donazione Umberto Tirelli, 55
Sant’Ilario d’Enza, Mavarta, 66
Gualtieri, Sala dei Falegnami, 55
Ravenna, Centro Internazionale di
Documentazione sul Mosaico,
161
Ravenna, Museo d’Arte della Città
di Ravenna - Loggetta
Lombardesca, 160
Ravenna, Santa Maria delle Croci,
162
Riolo Terme, ex chiesa di San
Giovanni Battista, 166
Riolo Terme, Parco sotto le mura,
166
Riolo Terme, Rocca trecentesca,
166, 173
Russi, Museo dell’Arredo
Contemporaneo, 167
Russi, Pinacoteca Comunale e ex
Chiesa in Albis, 168
Sant’Ilario d’Enza, Raccolta d’Arte
Moderna, 65
Vetto d’Enza, Museo d’Arte
Contemporanea, 66
Provincia di Rimini
Cattolica, Centro Culturale
Polivalente 187
Cattolica, Galleria Comunale
Santa Croce, 187
Cattolica, Raccolta d’arte 187
Montefiore Conca, Parco di
sculture all’aperto di
Montemaggiore, 188
Montefiore Conca, Rocca
Malatestiana, 187
Riccione, Castello degli Agolanti,
189
Riccione, Galleria d’Arte Moderna
di Villa Franceschi, 188
Riccione, Museo all’Aperto di
Sculture Contemporanee, 189
Riccione, Museo del Territorio,
189
Riccione, Raccolta Comunale
d’Arte 188
Rimini, Archivio Giovani Artisti,
193
Rimini, Casa Pomposa 193
Rimini, Galleria dell’Immagine,
191
Rimini, Museo della Città. Raccolta
d’arte contemporanea, 190
Rimini, Museo Federico Fellini,
192
Rimini, Palazzina, 190
Rimini, Palazzo dell’Arengo, 192
Verucchio, Galleria Comunale
d’Arte Moderna, 193
Indice dei premi, dei simposi e delle rassegne cicliche del repertorio
Accademia in Stazione.
Manifestazione in memoria
della strage di Bologna del 2
agosto 1980, 110
Arte e città, 129
Arte in Accademia, 110
Arte in Contemporanea, 81
Arte Fiera, 114
Arte Parma, 49
Biennale Aldo Roncaglia, 88
Biennale d’Arte Moderna, 118
Biennale d’Arte Romagnola, 172
Biennale d’Arte Romagnola di
Forlì, 177, 178
Biennale dei Giovani Artisti
B.Giam, 84
Biennale dei Giovani Artisti
del Mediterraneo, 81
Biennale dei giovani artisti
modenesi. B.Giam, 83
Biennale del Mare, 190
Biennale del Mediterraneo, 113
Biennale della Ceramica, 75
Biennale Donna, 139
Biennale Giovani Artisti dell’Europa
e del Mediterraneo, 145
Biennale internazionale dantesca:
concorso internazionale del
bronzetto e della piccola scultura,
164
Biennale internazionale di scultura
Città di Finale Emilia, 74
Biennale nazionale di pittura “Città
di Soliera”, 91
Biennali della xilografia, 69
Cantiere delle arti, 154
CiCiak, 172
Città/Spazio/scultura, 191
Concorso Creolo, 189
Concorso Internazionale di scultura
“La Giovane Scultura”, 188
Corsie, 93
Critica in opera, 116
Dei diletti e delle penne, 193
Dovadola invita la Romagna, 179
Extemporanea, 154
Festival delle Arti, 111
Forlì Contemporanea, 165, 179
Gemine Muse, 81, 162
Gran Premio Nazionale Soragna, 49
Iceberg, 113
Immagina. Arte Contemporanea in
fiera, 64
Intonarumori - Terremoto Rock,
52, 63
L’artista al lavoro. Mostre dedicate a
grandi artisti del panorama
dell’arte contemporanea italiana,
116
Le pietre e il mare, 189
Mercuda, l’annuale “festival
internazionale dell’assurdo”, 71
Miniquadro, 91
Modena per la fotografia, 79
Movin’Up. Mobilità nel mondo per
giovani artisti, 81
Muro dipinto, 117
No border, 163
Passaggi, 79
Pittori in ribalta, 91
Pittori Naïfs a Guiglia, 72
Portfolio in Piazza, 186
Premio Aldo Roncaglia, 88
Premio Alinovi, 99
Premio Campigna, 177, 178, 184,
186
Premio Carmen Silvestroni, 179
Premio Cassiano Fenati, 172
Premio Cesenatico, 174
Premio Dams. Arte, musica e
spettacolo per il concorso
nazionale dei DAMS d’Italia, 99,
100
Premio di pittura Città di Forlì, 178
Premio di pittura d’Alfonsine, 149
Premio di Pittura, promosso dal
Comune di Sant’Ilario, 65
Premio Faenza, 155, 156
Premio Festival Foto Portfolio, 186
Premio Forlì, 177
Premio Furla per l’Arte, 99, 100
Premio Galileo Cattabriga, 132
Premio Giorgio Morandi, 110
Premio Guercino, 113
Premio Guglielmo Marconi, 128
Premio Hera, 114
Premio letterario P.E.N., 42
Premio Luigi Pronti, 35
Premio Maretti, 99
Premio Maria Giuditta Versari, 183
Premio Marzabotto, 122
Premio Morandi, 110
Premio Nazionale delle Arti Naïves,
56, 57
Premio Nazionale di Pittura Città di
Argenta, 132
Premio Olimpio, 74
Premio Silvestro Lega, 183
Premio Versari, 182
Premio Zucchelli, 110
Prima Biennale della Grafica, 187
Prima Biennale Internazionale di
Ravenna. Ravenna for Art, 165
Profili, 79
R.A.M. mostre di giovani artisti
ravennati, 154, 163, 166
Rassegna di giovani artisti presentati
da giovani critici, 116
Rocche e scultori contemporanei,
120, 173
Salone del Restauro, 144
Serena. Biennale Internazionale di
Scultura Spettacolo, 41
Simposi internazionali di scultura in
pietra arenaria di Carniglia, 40
Simposio di Fanano, 84
Simposio Internazionale di Scultura,
53
Simposio Internazionale di Scultura
in pietra, 73
Simposio Internazionale di Sculture
in pietra, 72
Tende al mare, 165, 175
Trebbo di pittura, 151
Viavai. Pontespositivo, 143
Finito di stampare
nell’anno 2004
da Editrice Compositori, Bologna