Più volte ho provato a descrivere la realtà cinese, la frenetica realtà

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Più volte ho provato a descrivere la realtà cinese, la frenetica realtà
Più volte ho provato a descrivere la realtà cinese, la frenetica realtà cinese, con il suo progresso e con il suo
attaccamento alla tradizione, con i suoi colori e i suoi odori. Più volte ho provato e non sono riuscita a
catturare l’enorme bellezza, l’enorme contrasto di questo mondo. La Cina è un paese vasto, enorme, ricco
di cultura e di misteri, un mondo del tutto inesplorato per noi occidentali, che appare così diverso che quasi
spaventa. non saprei da dove partire nel descrivere quella che oramai è diventata la mia seconda casa.
Voglio che la realtà cinese vi rapisca così come ha fatto con me, voglio raccontarvi le mie emozioni, le
immagini che mi sono trovata davanti, qualsiasi cosa che possa farvi immaginare la minima parte di quello
che è la Cina. Dico la minima parte perché questo mondo è così diverso dalla nostra cultura, che un
occidentale non sarebbe mai capace di immaginarlo nella sua interezza.
Il mio nome è Sofia Tarasi, sono nel mezzo del mio programma annuale in Cina con Intercultura. Sono qua
da 5 mesi e la realtà cinese a volte appare ancora troppo estranea. La prima impressione che ho avuto della
Cina è stata quella di un enorme formicaio, pieno di persone che non fanno altro che correre da una parte
all’altra, sempre di fretta per andare non si sa dove. Perché in Cina sono tutti sempre di fretta, ancora non
capisco il perché, io sono del sud, gente di fretta dalle mie parti non l’ho mai vista (ahah). A primo acchito
sembra che tu, occidentale, non farai mai parte di questo mondo, sei consapevole del fatto che non ti
abituerai mai alle strade a 8 corsie che richiedono 10 minuti per essere attraversate, non ti abituerai mai
agli autobus pieni fino a scoppiare, o alle indicazioni stradali in cinese. Pensi che non sarai mai parte di una
classe cinese che sta a scuola dalle 7 del mattino alle 5 del pomeriggio, o che non capirai mai perché la tua
famiglia cinese preferisce avere un tavolo da ping pong nel soggiorno piuttosto che un normalissimo divano
davanti alla tv. E invece dopo un po’ questa cultura che all’inizio può essere paragonata ad un riccio, si apre,
e ti permette uno sguardo più da vicino, ti mostra la sua parte accogliente ed il suo calore, un calore diverso
da quello a cui siamo abituati noi italiani, ma autentico allo stesso modo. Noi abbiamo molta curiosità verso
la cultura cinese e le culture asiatiche in generale, e per il popolo cinese è la stessa cosa nei nostri confronti.
Vedono gli stranieri come extraterrestri, perché è difficile ottenere i permessi per uscire dalla Mainalnd
China, per cui la maggior parte della gente che si incontra non conosce il mondo, e vedere qualcuno con il
taglio degli occhi diversi o con i capelli non neri è una sorpresa grandissima. Questo è davvero divertente,
quando tornando da scuola Sali sull’autobus e 5 persone si girano verso di te bisbigliando tra di loro
“guarda, una straniera”, o quando camminando per un centro commerciale i cinesi ti fermano chiedendoti
se puoi scattarti una foto con loro!
All’inizio per me era la stessa cosa. Ho passato i primi mesi ad osservare la vita intorno a me, a cogliere i
minimi particolari con la curiosità di una bambina che vede il mondo per la prima volta, con gli occhi
sbarrati e stupendomi anche per le cose più banali. È sempre così quando ti ritrovi a fare questo genere di
esperienza. Qualunque paese tu scelga, qualsiasi sia la durata del tuo viaggio, la curiosità è fondamentale, e
l’emozione più bella è la sorpresa. È questo che ti fa sentire vivo, quando ti ritrovi dall’altra parte del
mondo e capisci di avere ancora la capacità di stupirti e di guardare tutto con occhio nuovo, dai volti, agli
edifici, ai panorami.
Io vivo in una città chiamata Changzhou, situata a metà strada tra Nanchino e Shanghai. È una città di 5
milioni di abitanti che per lo standard cinese è piccola. Appena arrivata mi sembrava una metropoli
gigantesca, pensavo che non sarei mai riuscita a spostarmi qui. Invece dopo un po’ sono diventata pratica
dei mezzi, dei luoghi, ho i miei punti di riferimento e riesco a spostarmi senza problemi. La mia città, come
quasi tutta la zona civilizzata della Cina, è fatta di stradoni interminabili e grattacieli giganteschi, accanto ai
quali trovi il tempio o le case tradizionali cinesi. Questo è il fascino della Cina, l’antico ed il moderno che si
incontrano, e convivono. Ecco quello che amo e allo steso tempo odio di questo paese. È un paese in cui il
progresso economico è a livelli esasperati, la corsa al progresso è fondamentale e schiaccia tutto, continua
a investire e devastare tutto il patrimonio culturale di questo paese. il progresso continua e fagocita tutto,
ma allo tempo questo progresso è troppo veloce per far sì che tutti tengano il passo, l’identità culturale
cinese è troppo forte per sparire da un giorno all’altro. Ed ecco il risultato: grattacieli di 20 piani tra cui
sorge il campo dove ogni famiglia coltiva il proprio piccolo orto, dove si vedono donne chinate a raccogliere
verdura e uomini che caricano in spalla sacchi colmi di prodotti propri.
Un esempio di questo è proprio Shanghai. Shanghai è il posto dove gira l’economia cinese. È uno scorcio di
occidente in oriente (tanto che quando ero lì mi sono sconvolta di guardarmi intorno e vedere più
occidentali che cinesi). Shanghai è una metropoli moderna, in cui si trova davvero di tutto. Ti trovi in questa
città dove ti viene il torcicollo a guardare la punta degli edifici, dove sembra tutto così moderno. Poi giri
l’angolo e ti ritrovi in mezzo al mercato con polli vivi che girano di qua e di là, con strade piene zeppe di
gente che contratta ai mercati di cibo o di antiquariato. Poi arrivi nello Yunnan, regione al sud della Cina, e
ti ritrovi in questo posto sfuggito al progresso esasperato, in questo paradiso cinese in cui le case vengono
ancora costruite con i metodi tradizionali ed in cui il patrimonio culturale è fatto dalle minoranze etniche,
così piene di colori e di tradizioni, immagini così belle che ti commuovono.
Come può non affascinare un mondo del genere? Come può non stupire ogni minimo dettaglio di questa
realtà fatta di così drastici opposti? Ecco la Cina di cui mi sono innamorata, ecco la Cina che sto scoprendo e
che avrà sempre un posto speciale nella mia vita. Queste sono esperienze che sconvolgono, che cambiano il
nostro modo di vedere le cose e di affrontare il mondo, con le sue differenze e le sue difficoltà.
Le due diverse facce di Shanghai, la parte moderna del Pudong e la parte tradizionale tra mercati e case in
stile tradizionale
Scena da un villaggio di pescatori e vista della mia città, la parte “povera” con dietro i grattacieli
Minoranza etnica dello Yunnan, Le montagne di neve,sempre nello Yunnan, con un campo pieno di
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natura. Dali, Yunnan. Una donna che sistema i fagioli presi dal suo campo, in piena città, nella mia città.
L’ultimo è un vecchio appartenente ad una minoranza nello Yunnan, che legge nella lingua Dongpa
tradizionale.