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il Liceale Liceo Scientifico - Classico - Scienze della Formazione “G. De Rogatis” - San Nicandro Garganico - FG Anno VII, Numero 3 - Marzo 2008 GIORGIO CAMMINA CON LE NOSTRE GAMBE rs nge ne a R er Be Pow liamo z! t og vi v le Bra by a rell o T Ale ’ora l l a a 100 E’ scappa to King K o Si è rifu giato a S ng iena. 2 febbraio 1979: Sid Vicious, too fast to live PENSA IN GR ANDE MA GODI DI P ICCOLI PIACER I P it u s c io t i am o i, tupisc i.” s i m c tu tu pis aiola, “O buc eni e invece e vi dici ch u o y s s i m I EggHead o Fe r m ia m at o mo di T s i l l u b l i Buona Pasqua La Festa della Musica is coming! marcia: a c S a i c Aran drughi belli ma La 4°B vuole la coppa in anticipo (tipo inter) Kiarusque diciottenne! (…gone bad) Manuè, ma na casa n la tì ca va g’rann class class?! Quaqquy, Fruffucetta, C’stugna e Ciappettina… the best!!! Ruscione fat i i l melone La Bellezza... ...non Basta....by 5B ? 6 e v o d a c Jessi ! o v o r t i t Non “No non n vedo, n parlo ” –I on sento l Bi enni o- Giovan ni D’A è comu maro nista La Redazione: Bizzarri Valeria, Coco Michele, Colino Maria Lucia, Cursio Silvia, Di Lella Chiara, Iannacone Grazia, La Piscopia Elisabetta, Mimmo Vincenzo, Palmieri Federica, Palumbo Luana, Peticchio Leonardo, Stoduto Emanuela, Vigilante Anna, Vocale Rossella. Docente Referente: Giovanni Mascolo Impaginazione e Grafica: Gianfranco Ricciotti Due anni fa, nell’uscita di aprile duemilasei, è stato cambiato l’editoriale all’ultimo momento per un tragico evento. Ora, abbiamo invece riservato l’editoriale per lo stesso “tragico evento”! E’ superlfuo ripetervi che in questa uscita del liceale potrete trovare i nostri interessi quali sondaggi,sport,arte,musica e quanto altro…Speriamo che ormai ne siate consapevoli in quanto lettori abituali delle nostre “sudate uscite”…E’ questo il numero che ogni anno si pubblica più o meno nel periodo di Pasqua. Abbiamo deciso di dedicare completamente l’editoriale ad un evento più o meno collocabile nello stesso periodo:la morte di un nostro coetaneo e mio amico Giorgio!Colui che tragicamente ci ha lasciati il 18 marzo 2006 senza preavviso né sospetti, all’improvviso, mentre alcuni di noi erano in gita,alcuni si aspettavano di vederlo arrivare per stare insieme a lui,e io credevo di trovarlo la sera in villa,tornando dal viaggio d’istruzione…Invece non è stato così…Perché??Ardua domanda che necessita di un’altrettanto ardua risposta:”Non c’è un motivo..!!!!!!!!”Ciò è quel che più ci spaventa ancora oggi,dopo due anni in cui noi non lo abbiamo dimenticato.Due anni in cui ci abbiamo pensato e ripensato senza riuscire a farcene una ragione,perché il “pacco bomba” non era per lui,e anche se fosse stato per lui,non lo meritava,affatto! Ora sembra già così lontano,invece dovrebbe fare ancora la maturità insieme ai suoi compagni, regalerebbe ancora a noi i suoi sorrisi pieni di gioia che spesso,di prima mattina ci facevano mettere di buonumore,senza un motivo particolare, ma per quel che trasmettevano! Questa non è retorica,perché chiunque conosceva Giorgio sa di cosa parlo… Era la persona più trasparente che io abbia mai conosciuto, proprio quella che poi se n’è andata…Svanita dalla vita di chi lo conosceva senza darci il tempo di dirgli ancora una volta che con lui stavamo bene! Mi è stato affidato il compito di scrivere l’editoriale su Giorgio poiché sono l’unica,in redazione,che lo conosceva…Sicuramente ci sono persone nell’istituto che avevano con lui un rapporto maggiormente coinvolto,ma spero ugualmente di essere stata giusta, senza cadere nell’ovvietà sdolcinata, nel ricordare l’amico che è ancora tra di noi e “cammina con le nostre gambe”, come avevamo scritto in uno dei tanti striscioni.Giorgio vive. Chiara Di Lella 2° AC il Liceale attualità GIOVANI: Ma cosa resta del Che??? disoccupati ignoranti senza futuro Tutti conoscono Ernesto Guevara: il “Che”. Di questo personaggio ormai il mondo ne è pieno, molti lo criticano, altri cercano di assomigliargli, assomigliare a quella foto che a quarant’anni dalla sua morte fa il giro del mondo simboleggiando rivoluzione e coraggio di far valere i propri ideali. Simbolo di di Silvia Cursio IAC A nessuno sembra importare dei giovani.Per migliorare la situazione dell’Italia bisognerebbe cambiare politica, scuola e pensioni. Gli anni della gioventù sono i più belli della vita! Si, certo, magari 40 anni fa perché oggi non è più così. I giovani di oggi vivono più traumi che bei momenti negli “anni più belli della vita” perché non sanno cosa fare, chi saranno domani e dove si andrà a finire con tutto questo menefreghismo verso i cittadini e eredi dell’Italia. Che sia colpa della politica, della scuola o della famiglia non si capisce,ma sicuramente ognuna di esse sta contribuendo allo sgretolarsi della società e delle certezze per i giovani. La politica non sembra affatto interessata a cosa sta succedendo in Italia:giovani disoccupati, giovani ignoranti, giovani senza futuro! Basti pensare a quei 12 governi che, dal 1982 al 1992, hanno solamente raddoppiato il debito pubblico del nostro Paese. E la situazione sta peggiorando sempre più ma a quanto pare il principio dei politici è “chi fa da sé fa per tre”. Infatti i loro stipendi aumentano, ma quelli dei giovani? Devono ritenersi fortunati quelli che hanno uno stipendio...ma la Costituzione dice che l’Italia è un Paese fondato sul lavoro e, quindi, non bisognerebbe averne uno solo per bontà della sorte. E’ evidente che il problema è molto complesso e forse ci vorrebbe una riforma elettorale, affinché si dia più spazio alle idee dei giovani. Bè ci hanno già pensato, infatti sembrano convinti di varare una nuova legge elettorale...peccato che sia comunque a favore dei veterani e non dei giovani. E’ stata fatta anche una riforma sulle pensioni, ma di che pensioni vogliamo pagina 2 parlare se moltissimi giovani sono disoccupati? Questo problema della disoccupazione giovanile è sicuramente legato a quello della poca e inadeguata istruzione rispetto alle richieste sempre più specialistiche del mercato. I sondaggi e le classifiche parlano chiaramente:l’Italia è al 26° e 37° posto su 57 Paesi. Persino nei villaggi più sperduti degli Stati Uniti periodicamente vengono divulgate informazioni sul rendimento dell’istruzione e su quanto sia più alto il salario di uno che ha frequentato quella scuola rispetto a quello medio di tutto lo Stato. Anche le nostre scuole secondarie dovrebbero dare di queste info-rmazioni in modo che gli studenti possano decidere meglio e sfruttare al massimo le proprie capacità ma a, anche nella politica, vengono avvantaggiate e portate avanti persone che ormai dovrebbero andare in pensione e lasciare posto ai giovani. Inoltre bisognerebbe escogitare dei metodi per spronare i giovani al lavoro come fanno per esempio in Svezia: annualmente i contribuenti ricevono la cosiddetta “busta arancione” riguardante i versamenti effettuarti e la pensione che avranno. Se anche in Italia ci fossero di queste informazioni i giovani potrebbero decidere più liberamente dei propri investimenti. Ci si aspetta chissà quale cambiamento, innovazione dal 2008 ma forse queste sono tutte utopie perché per come vanno le cose si capisce chiaramente che non c’è una vera voglia di cambiamento e, quindi, tutto andrà sempre peggio per i cittadini di domani. un comunismo immortale (almeno nel pensiero politico) che sembra colpire specialmente le nuove generazioni bisognose di cambiamenti in una società “vecchia” di idee. Se si chiede, però a molti di questi giovani chi sia quell’uomo sul poster nella cameretta o sulla maglietta che indossa la risposta con voce quasi offesa è: “il Che, chi altro?” Non c’è bisogno di sapere altro. Ma chi conosce le sue imprese, le sue lotte contro il capitalismo, contro la dittatura, la sua guerriglia in Bolivia a difesa dei contadini dove trovò la morte? Cosa sarà, oggi, che lo porta ad essere paragonato a miti del cinema e della musica immortali come Jim Morrison e Merelyn? Sarà stato forse il suo animo ribelle, o quello sguardo perso nel vuoto,che incute allo stesso tempo sicurezza e timore?… Ai nostri giorni, Ernesto Guevara è una moda, non è altro che business: libri, T-shirt, tatuaggi ( Maradona e Mike Tison ne hanno uno che lo raffigurano), e tantissimi altri articoli su cui è impresso il suo volto. Un’idolatria che lo accompagnerà per sempre, cosa che sicuramente uno studente di medicina, che partì con un amico per un viaggio in Sud America, non si aspettava. Michele Coco 4B il Liceale cruciverba pagina 17 il Liceale pagina 16 test TEST i 7vizi Capitali ...nella vita si commette sempre qualche piccolo peccato! Sai resistere alla tentazione o sono altri i peccati che ti macchiano? Scoprilo con queste semplici domande e saprai quale dei sette peccati capitali ti sfida di più!Somma il punteggio e leggi il tuo profilo. 1) Chi e è stata l’ultima persona con cui ti sei arrabbiato/a? a- i tuoi genitori b- un amico c- il prof d- il/la mio/a ragazzo/a 2) Qual è la tua arma preferita? a-fingere di essere un/a bravo/a ragazzo/a b-essere indifferente c- tirare fuori subito le tue ragioni d- saper contare fino a 11 ma poi esplodere e- essere superiore alla mediocrità 3) qual è il dovere che trascuri molto spesso? a- lo studio b- sistemare la stanza c- gli amici d- te stesso e- poche faccende private 4) Qual è la scusa più usata della settimana? a- “Devo fare una ricerca sulla pace del mondo…Non posso aiutarti in quella di storia” b- “Ho un mal di testa….Atroce… Non…Non riesco a studiare” c- “Mio fratello mi ha bruciato i libri nell’ultimo falò!Non ho potuto preparare il compito” d- “Scusa,ce l’hai con me?Non Sai che ho cambiato identità qualche giorno fa?” e- “Sono troppo stressato rinuncio a questo compito!Scusatemi!” 5) Quante volte hai spento la sveglia oggi prima di alzarti? a-sei b- quattro o cinque c- due o tre d- o mi svegliavo o mi buttavano giù dal letto i miei! e- stranamente non mi è servita la sveglia 6) Quanti bicchieri d’alcol sei riuscito/a a bere in una sera? a- bicchieri?Posso citare bottiglie intere? b- tanti c- cinque se non di più d-due o tre al massimo e-non bevo anche 7) Qual è il cibo che mangeresti ininterrottamente? a-pizza b- pasta e qualsiasi condimento abbondante c- carne d- pesce e-tutto ma con una certa moderazione 8) A cosa pensi più spesso del tuo corpo? a- il petto b- le gambe c- il viso d- il fondo schiena e-le mani 9) A quale parte del corpo dell’altro sesso pensi spesso? a- il petto b- le gambe c- il viso d- il fondo schiena e-le mani 10) nella vita conta per te di più? a- denaro e felicità b- denaro e salute c- denaro, denaro… E salute d- felicità e salute e-denaro solo e soltanto denaro 11) Scambieresti 100.000€ per: a- te stessa b- la tua bellezza c- i tuoi ricordi d- la risposta della felicità e- nulla 12) Porti sempre avanti le tue idee anche se si rivelano sbagliate? a-se comunque b- si,ma mi arrendo subito c- no,abbasso anche la testa d- non credo in me e- a volte solo per orgoglio 13) Hai mai desiderato scambiare una parte di te con quella di un altro/a? a- si b- assolutamente si c- no d- forse ci ho pensato e-non ci ho fatto caso 14) Quale oggetto o persona dei tuoi amici vorresti avere? a- il/la suo/a ragazzo/a b- i genitori c- lo scooter,l’auto d-la casa e-tutto Punteggi 1) a 2 b 1 c 7 d 3 e 6 2) a 1 b 5 c 2 d 7 e 4 3) a 1 b 2 c 3 d 4 e 5 4) a 7 b 3 c 4 d 1 e 2 5) a 7 b 3 c 2 d 1 e 4 6) a 6 b 6 c 6 d 2 e 1 7) a 6 b 6 c 6 d 6 e 1 8) a 3 b 3 c 5 d 3 e 7 9) a 3 b 3 c 5 d 3 e 7 10) a 4 b 1 c 1 d 0 e1 11) a 7 b 7 c 2 d 7 e 0 12) a 7 b 4 c 1 d 0 e 7 13) a 5 b 5 c 0 d 5 e 0 14) a 5 b 5 c 5 d 5 e 5 Avarizia da 14 a 20 punti “Quello che è mio è mio” Ira da 20 a 32 punti “Lasciatemi in pace” Lussuria da 33 a 40 punti “Two is megl’ che one” Accidia da 41 a 52 punti “Muoviti bradipo” Invidia da 53 a 60 punti “Guardali, guardali sono disgustosi” Gola da 61 a 74 punti “Ancora, grazie!” Superbia da 75 a 88 punti “Perché io valgo” il Liceale al voto, per la parità dei salari, formando i propri sindacati, moltiplicando gli scioperi, conducendo una dura battaglia al fine di accedere alla sfera sociale. 8 Marzo per non dimenticare internazionale per i diritti femminili. Le donne, nel corso dei secoli, non hanno condotto una vita facile. L’8 marzo conserva la memoria delle delusioni, delle sofferenze e delle battaglie che hanno permesso l’emancipazione della donna. Ai giorni nostri questo giorno è molto atteso, sia da associazioni femministe che organizzano diversi convegni per sensibilizzare l’opinione civile, ma soprattutto da fiorai e ristoratori, certi di trarre innegabile profitto dalla ricorrenza. Giudicate inferiore all’uomo, dovevano attenersi alle tre obbedienze (padre,marito, figlio) ed erano delegate al solo ruolo di mogli ed educatrici. Erano considerate deboli e bisognose di protezione per tutta la vita. I primi movimenti femministi si svilupparono negli ultimi anni del XVIII secolo in Europa con il fine di conseguire l’ uguaglianza politica, sociale, economica e giuridica. Le donne hanno combattuto per i loro diritti, per uscire dal focolare domestico, dove la divisione dei ruoli le aveva confinate. Lottarono per l’educazione, per il diritto Molte sono le donne che attendono questo giorno solo per festeggiare e trasgredire. Così si sminuisce il valore di questa ricorrenza che non dovrebbe essere considerata una festa, ma una giornata di riflessione. Bisogna riflettere e soprattutto ricordarsi di tutte le donne che hanno lottato e hanno perso la vita per far valere i propri diritti, per gridare i loro ideali e per affermarsi come persone ed identità soggettive.Credo che la parità uomo-donna sarà raggiunta solo quando l’8 marzo non verrà più festeggiato. di Anna Vigilante IIAC 8 MARZO…Una giornata che cela dietro di se la storia di un’esistenza difficile, di una dura lotta e di una libertà guadagnata. Le origini della festa della donna risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare contro le terribili condizioni di lavoro e i bassissimi salari. Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte e diede fuoco alla fabbrica. Le 129 operaie prigioniere all’interno morirono arse dalle fiamme. In memoria della tragedia, questa data venne proposta come giornata di lotta pagina 3 attualità ...non dimentichiamo di ricordare Il 27 gennaio 1945 vengono abbattuti i cancelli di Auschwitz: noi dal 2000 lo chiamiamo il Giorno della Memoria. Per centinaia e centinaia di persone quello è stato il giorno della Liberazione, della fuga dal male che i loro simili gli stavano infliggendo. Non mi sento di avere strumenti né conoscenze tali da potermi permettere di trattare l’argomento dal punto di vista storico o tecnico, ma credo sia naturale e positivo interrogarsi sui fatti della vita e crearsi un’opinione personale di ogni cosa. Lo sterminio da parte dei nazisti di così tanta gente, sia essa ebrea, polacca, omosessuale, zingara, di altra partizione politica o semplicemente ribelle, non trova giustificazione, e credo che nessuno ne troverà mai una oggettivamente accettabile. Quello che mi chiedo è come può un uomo fare gratuitamente violenza ad altri? Come fa a ritenerla accettabile o addirittura necessaria? Dal momento della deportazione di più di 10 milioni di persone nei campi di concentramento altrettante vite sono state annullate. Credo che la paura umana di morire, di affrontare l’ignoto, celi dietro il suo manto opaco anche il desiderio di non vedere mai svanire la propria traccia sulla terra, di sapere che si è esistiti per aver potuto lasciare un pezzo di se stessi in una piccola fetta di mondo. A milioni di persone questa ambizione è stata strappata con la forza mentre era ancora in vita e penso che questo sia peggio della morte. Simbolicamente i nazisti gli fecero tagliare i capelli, abbandonare le cose di valore, gli tolsero i figli, i mariti e le mogli, la quotidianità e i nomi, poi con abusi fisici e psicologici anche la loro identità carnale, li cancellarono dalla terra etichettandoli con dei numeri, che coloro che sono rimasti sentono ancora bruciare sulla propria pelle. Sul tema dell’olocausto, o meglio, della Shoah, della “distruzione”, sono state versate tante parole, ne sono state scritte altrettante, probabilmente anche simili o sicuramente più sentite delle mie. Eppure c’è la necessità che le nuove generazioni sappiano, che siano educate dalle famiglie e poi dalle scuole ad imparare che il mondo è bello perché è vario, che sembra una frase fatta e di Emanuela Stoduto IIAC soprattutto semplice, ma che invece molti non sanno accettare. I razzisti si rifiutano di accendere la luce per vedere, ma poi hanno paura del buio. Temono le persone delle altre razze, le considerano inferiori…. ma qual è il vero termine di paragone? C’è tanta rabbia dentro di me, quando guardo dei film o leggo dei libri che portano testimonianze ed immagini riguardo questo tema, rabbia d’impotenza per il fatto che ancora oggi sento arrivare alle mie orecchie voci e sussurri di persone che ritengono sia stato giusto così, che anche quel genocidio aveva un senso. Bisogna ricordare, ricordare per non cadere negli stessi errori, per fare in modo che gli uomini e cittadini del domani non diano conto al colore della pelle o alle scelte personali, se queste non intaccano il quieto vivere, ma soltanto a quello che ogni individuo porta dentro di sé. Il Giorno della Memoria non deve mai essere cancellato. Non devono mai essere dimenticati tutti i soprusi che l’Uomo, l’essere più incredibile e allo stesso tempo temibile, ha fatto all’Uomo stesso. Emanuela Stoduto IIaC il Liceale attualità STUDENTI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Dal 1968 ad oggi: perché è cambiato tutto così in fretta? Sicuramente gli anni tra il 1965 e il 1970 rimarranno il simbolo della ribellione dei giovani contro la mancanza evidente di liberalità. Il nemico comune della contestazione giovanile era l’autorità che i giovani rifiutavano ostinatamente. Negli Stati Uniti, oltre che contro (la guerra, il razzismo). Scappati di casa, si isolavano dalla società vivendo tra di loro in sintonia con la natura e anarchicamente, promuovendo il mito della non violenza, della pace e dell’amore collettivo. Il loro motto era “I don’t make war, la persistenza della segregazione razziale, i giovani si polarizzarono contro la guerra in Vietnam. Questo sanguinosissimo conflitto vedeva gli USA impedire l’unificazione del Vietnam del Nord (con un governo di impronta comunista) con il Vietnam del Sud (caratterizzato da una politica filoamericana). Da questo contesto sociale si sviluppò la cultura hippy i cui membri, giovani provenienti da famiglie agiate, disprezzavano il denaro, il lusso e gli avvenimenti in cui si trovavano coinvolti come nazione I make love”, portavano i capelli lunghi per annullare tutte le distinzioni tra uomo e donna e prediligevano l’assunzione di droghe naturali. In Italia la contestazione giovanile si sviluppò soprattutto tramite l’occupazione di scuole superiori, di università e manifestazioni. Gli studenti si opponevano all’istruzione che escludeva i ceti più bassi, alla scuola che non offriva punti di contatto con la realtà, ma rimaneva (soprattutto nei licei) un insegnamento puramente teorico, alla politica di cui erano delu- pagina 4 si e agli argomenti tabù. Si riunivano nelle assemblee per parlare del sistema governativo, di religione, per esprimere pareri sugli avvenimenti nel resto del mondo. Avevano costruito con il dialogo la consapevolezza di appartenere ad una classe con proprie aspettative e desideri. Il clima che si respirava affogava la paura delle conseguenze della rivolta nella consapevolezza di non essere soli, di sapere che i sentimenti di rabbia e insoddisfazione erano comuni alla loro generazione. Volantini, giornali scolastici erano i mezzi per incitare l’unione dei giovani; il manifestare, l’occupare le aule avevano un fine concreto, ovvero dimostrare il proprio malessere. Forse rispetto a 40 anni fa abbiamo perso lo spirito di ribellione, ci interessa meno la politica, utilizziamo le assemblee per perdere qualche ora di lezione e viviamo in una “mediocrità culturale” nel senso che la maggior parte di noi apprende solo ciò che impara a scuola, senza cercare nuovi modi di pensare o punti di vista diversi; in compenso abbiamo più diritti e più libertà… almeno per ora. Dico “almeno per ora” perché la sicurezza che tutto rimanga come oggi è più che scarsa: chi è al potere non si è dimostrato all’altezza del suo incarico (sputare o picchiare un altro deputato non è di certo il massimo). Ma la politica non è questa! E bisogna capirlo. Essere un deputato vuol dire stare al servizio della gente, rappresentarne i bisogni e difenderne i diritti. Non occuparsi di ciò che accade al governo solo perché si è scoraggiati da questi atteggiamenti non risolve nulla. Noi giovani dobbiamo cambiare la situazione, prendere iniziativa, far capire al corpo politico che noi sappiamo essere anche più civili di loro. Non dobbiamo abbandonarci all’indifferenza: uniti si può tutto. Grazia Iannacone 4^C il Liceale poesie nuovo giorno... Un nuovo giorno... nuove emozioni per nuovi sentimenti, nuovi sorrisi, per qualcosa che ci fa star bene. nuove lacrime, che scendono dagli occhi per vecchi ricordì... nuovi brividi, che cominciano ad allontanare chi ci ha fatto del male... nuovi pianti, che sprigionano la tensione che abbiamo dentro nuove carezze, che fermano le lacrime e dicono”io ci sarò sempre” segnate sul viso e difficili da dimenticare, nuove risate, forti, isteriche e ineguagliabili condivise sempre con quelle stessa persone che,involontariamente, ti cambiano, e ti aiutano a crescere... nuove delusioni, come schiaffi su un viso già graffiato... perchè la gente non cambia mai.. delusioni che ti maturano e che creano una corazza, fortificandola, perchè sarà difficile fidarsi ancora di qualcuno... nuovi baci, caldi e morbidi o, vecchi baci, mai dimenticati assaporati una volta sola, con immensa voglia che vagano costantemente nelle nostre menti... o addirittura, baci immaginati con una persona speciale, perfetta sognati ogni notte, e idealizzati in ogni dettaglio perchè tutto doveva essere perfetto... ma la perfezione non esiste in questo mondo...e li abbiamo lasciati in quelle splendide visioni... nuovi sguardi, che ci fanno battere il cuore e che fanno ridere i nostri occhi, sguardi che ci fanno sperare e che ti portano un crampo, li, sempre nello stesso punto, il famoso crampo dell’amore che ti fa ridere senza motivo e che ti giustifica l’ulteriore passata di rossetto... sguardi che fanno male, quando hai mentito o quando hai detto tutto ciò che pensavi... sguardi evitati, perchè manca il coraggio, ma prima o poi ci sarà quell’incrocio nn si puo’ scampare per sempre... nuove attese, che ci rendono nervosi, ansiosi, ma poi quando tutto passa daremmo tutto per riviverle... nuovi volti, nuove conoscenze, nuove voci, spesso piacevoli ma nn sostituiranno mai le vecchie facce, quelle che conosciamo nei minimi dettagli e che nn dimenticheremo mai, il solo sfiorarle ci fa sentire bene, al sicuro occhi che spesso avresti voluto cancellare, ma che amerai per sempre... occhi nei quali puoi rispecchiarti, perchè sn tante le esperianze che vi accomunano... labbra che hai sentito tante volte sul tuo viso, ma che nn ti stancano mai labbra che ti hanno detto frasi indimenticabili, che hanno suggerito cosa avresti dovuto fare labbra che ti hanno detto”ti voglio bene”, sinceramente, perchè è forte il sentimento che vi lega... parole indelebili nella tua mente...che spesso sotterri nella parte piu profonda del tuo cuore ma che poi ti danno la forza per andare avanti... pensieri e ricordi innumerevoli, come le stelle, che brillano e illuminano il cielo della tua anima, perchè ogni nuovo giorno ne porta dei nuovi... Anna Vigilante pagina 15 l’attore: Luise, hai recitato anche con me? Ho deciso di scriverti un po’, anche se forse non dovrei, forse mi dovrei liberare dalla trappola mortale di questo amore,ma faccio ciò per dimostrarti che mi manchi tantissimo.. Anche se non ci sentiamo molto spesso,anche se cerco di evitarti, di non pensarti .Ormai sei già entrato nei miei pensieri, passo le ore a guardare la tua foto. Molto spesso non rispondi al telefono e questo mi fa pensare …. Non avrei mai pensato di poter perdere la testa per te, ma tu sei fuggito troppo in fretta lasciando un vuoto nella mia vita. Mi manca il profumo della tua pelle, i tuoi baci, i tuoi abbracci. Quando stavo con te non avevo bisogno di altro, perché con il tuo amore riuscivi ad illuminare anche le giornate più buie. Da quando ti ho conosciuto la mia vita era piena d’amore, perché, anche se solo per un attimo, ho sognato. Ricordo ancora quella mattina sotto il porticato, quando mi hai sorriso tra la folla…. Sembravi un angelo, tra mille avevo notato te…. Mi hai rubato lo sguardo, quando ci siamo trovati acconto, iniziando a far parte della mia vita. Certo la nostra storia non è iniziata nel migliore dei modi, però spero che un giorno possa continuare, magari senza segreti. Senza te la mia vita è un viaggio senza fine. Per non rimanere indietro combatti con te stessa, cercando di andare avanti, perché il tuo orgoglio ti spinge a farlo, ma poi ti rendi conto che è tutto inutile …. A volte mi sento di non porcela fare, sento un gelo dentro me e l’unica cosa che riesco a fare è pregare davanti al tuo cuore di ritornare, sperando di poterti stringere ancora. Tu per me sei il sole, un sole che non finirà mai di splendere. Dovunque andrai e in qualunque modo andrà a finire nel mio cuore ci sarà sempre il ricordo di un ragazzo dolce, sensibile , che mi è stato accanto in un momento critico della mia vita e nello stesso tempo ricorderò un uomo capace di trasmettere amore. Ora sta a te decidere se far sì che questo ricordo possa diventare realtà o rimanga solo una cosa passata. L’ultima cosa che voglio dirti è VIVIMI SENZA PAURA CHE SIA UNA VITA, CHE SIA UN’ORA, NON LASCIARMI ANDARE VIA DA TE, MA CORRI QUI DA ME… Beh, spero tu abbi capito che ogni parte di me, vuole bene a ogni parte di te!!!!!! Ti voglio bene e non solo. Anonimo il Liceale pagina 14 arte & spettacolo Jack Frusciante è uscito dal gruppo Enrico Brizzi Stufo, innamorato e bolognese: ecco tre aggettivi per descrivere il “vecchio Alex D.”, protagonista del romanzo “pseudoadolescenziale” di Brizzi. Jack Frusciante è uscito dal gruppo racconta la storia d’amore di due ragazzi diciassettenni, Alex e Aidi. A momenti di forti emozioni, raccontate dal protagonista attraverso lunghi monologhi, si alternano le tipiche sbronze, le zuffe, le serate illegali nelle quali ogni adolescente può riconoscersi. Brizzi passa così sapientemente in rassegna tutti i temi e i problemi adolescenziali, visti dal punto di vista degli adolescenti stessi, e riesce in modo sublime a descrivere gli stati d’animo grazie all’aiuto di un linguaggio anarchico dal punto di vista grammaticale e alle continue citazioni musicali. Leggendolo sono riuscita a ritrovare per la prima volta in forma scritta, tutti i pensieri che mi frullavano in testa, riguardo ad argomenti come la scuola oppure l’amicizia. Ho trovato quasi un “riflesso” delle mie opinioni in quelle di Alex. Due di due Andrea De Carlo “Lo so come ti senti. È come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato tre quarti della mia vita chiuso fuori, finché ho capito che l’unico modo è romperlo. E se hai paura di farti male, prova a immaginarti di essere già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti.” De Carlo nel suo fantastico Due di due scrive di tutte le peripezie che incontrano Mario e Guido dal primo anno di liceo fino a quando diventano adulti, con famiglia, problemi e speranze vane. Dai tumulti del Sessantotto, ai quali i due prenderanno parte con modi di fare diversi, fino ai giorni nostri, si vedono le strade dei due divedersi sempre di più fino a sembrare completamente opposte. In realtà ci sarà sempre in filo sottilissimo ma resistente di una amicizia vera a tenerli uniti. Due personaggi inversamente proporzionali: l’uno istintivo ed eclettico, l’altro più riflessivo ma non meno deciso. I due caratteri lungo il filo narrativo sembrano completarsi, sembrano fondersi per dar vita a quello che, a mio parere, è uno dei migliori romanzi del ‘900. Da leggere assolutamente. Emanuela Stoduto IIaC il Liceale attualità pagina 5 si puo’ parlare di politica a scuola.... o no? di Palmieri Federica 4^C Quello che mi spinge a scrivere quest’articolo non è una ideologia politica, ma è il frutto di una conversazione con un mio amico di classe. Quando il tema della “discarica a San Nicandro” era la principale preoccupazione della cittadinanza, questo mio compagno ha fatto un’affermazione che mi ha lasciata quando parliamo di letteratura, di storia e di filosofia. Credo sia impossibile rimanere obbiettivi su una qualsiasi questione: tutto è politica! E quando parlo di politica non parlo di partiti, di destra e sinistra, di Prodi o Berlusconi, ma di un interesse che tutti quanti abbiamo, o dovremmo avere, per la società per pensare con la nostra testa, dovrebbero formarci per avere una mente aperta, libera, e critica ed insegnarci a non lavarci le mani di questioni che riguardano la nostra società “proteggendoci” con dei luoghi comuni. Mi rendo perfettamente conto che questo spesso non avviene, ad iniziare dal fatto che non facciamo Ed. a dir poco perplessa: “Non potete parlare del problema della discarica sul liceale perché è una questione politica e non si può fare politica a scuola!” Prima di tutto essendo un giornale scolastico non è di parte ( ci tengo a precisarlo!!!) anzi, proprio per questo motivo si può e si deve scrivere su qualsiasi argomento e indipendentemente dall’indirizzo politico. Quello che ho notato è stato inoltre la confusione che abbiamo in testa quando si parla di politica e sul fatto che si può fare o meno a scuola… non so se ci avete fatto caso ma noi facciamo politica tutti i giorni in cui viviamo, per come vorremmo il mondo in cui viviamo. Secondo un’antica definizione scolastica, la politica è l’Arte di governare le società Secondo Aristotele quello che distingue l’uomo dagli altri animali è proprio il fatto che “l’uomo è per natura un animale politico”: l’uomo vive in comunità con altri uomini e deve regolamentare il più possibile i rapporti con quest’ultimi. Quindi, sinceramente non vedo proprio perché non si dovrebbe parlare di politica a scuola o sul Liceale. Naturalmente il parlare è diverso dall’indottrinare. A scuola dovrebbero darci le basi Civica ( che dovremmo studiare) oppure all’indottrinamento, a volte involontario, di alcuni professori ( se ogni tanto leggete il giornale sapete che se ne sentono di tutti i colori!). Tuttavia credo che sia un nostro diritto, e anche un nostro dovere, informarci su cosa avviene nel mondo ed ho scritto questo articolo per diffondere anche l’opinione che io ho della politica: i politici fanno schifo, non la politica! E soprattutto credo che chiunque vada al potere riesca a fare i propri comodi perché la gente è menefreghista ed ignorante. E ritengo che nella scuola non si può parlare di politica, ma si deve!! il Liceale attualità il Gergo Giovanile specchio di una societa’ che cambia L’adolescenza è essenzialmente un periodo di ‘iniziazione’ alla vita adulta, che comporta la celebrazione di alcuni rituali, elementi visibili attraverso i quali le società conferiscono il riconoscimento dello stato adulto. I più anziani avevano il dovere di trasmettere ai giovani il loro sapere e, una volta che questi erano diventati adulti, il potere. Oggi questi rituali sono sempre meno frequenti e le generazioni più anziane spesso non rappresentano più per i giovani né una fonte di sapere (ad esempio i più anziani sono spesso meno esperti dei bambini sulle nuove tecnologie), né un modello da imitare (la vita è talmente cambiata che non è più possibile oggi comportarsi ad una determinata età come avevano fatto i propri genitori). , come molto difficile da vivere, perché oltre alle consuete trasformazioni esteriori del corpo oggi devono affrontare situazioni ben più complesse. Ecco perché i giovani tendono a distinguersi dalle generazioni che li hanno preceduti, anche attraverso l’utilizzo di particolari codici comunicativi ed interpretativi che consentono loro di spiegarsi e di comprendersi con un linguaggio nuovo e originale: il gergo giovanile (dall’antico francese jargon, che significava “gorgheggio degli uccelli”, quindi una lingua incomprensibile). I gerghi o varietà giovanili condividono con gli altri alcune caratteristiche i m portanti: prima di tutto, il linguaggio gergale ha sempre come utenti un gruppo omogeneo di persone legate da un’attività lavorativa o un interesse o una condizione (per esempio, andare a scuola, frequentare la stessa palestra, la stessa discoteca, lo stesso bar, nel caso dei giovani); in secondo luogo, i gerghi hanno come fine l’autoaffermazione del gruppo (particolarmente sentita è l’appartenenza solidale ad un gruppo pagina 6 nel periodo dell’adolescenza che definisce e attribuisce un valore personale all’ adolescente ) e, nel caso degli studenti e dei giovani, anche il divertimento; infine, i gerghi hanno tutti un carattere convenzionale, nel senso che si innestano in modo parassitario nella lingua, ne “rubano” e ne trasformano il lessico secondo convenzioni ben precise. -uso di metafore: una cifra (= molto, parecchio) -abbreviazioni e troncamenti: mega (= grande), prof (= professore), raga (= ragazzi); - forestierismi: flesciare (= colpire, andare fuori di testa, dall’ingl. flash), cucador (= uno che “cucca”, che ha successo con le ragazze); - tecnicismi: fuso (= distrutto, molto stanco), rimorchiare (= avere successo con, conquistare una ragazza). Oltre a ciò, i giovani di oggi (e di ieri) fanno uso anche di dialettalismi, cultismi, sigle e acronimi (soprattutto nella lingua scritta, pensiamo agli SMS), iperboli, senza tralasciare ovviamente il turpiloquio (le cosiddette “parolacce”) soprattutto legato alla sfera sessuale (relativo a tutto ciò che è volgare o osceno, e che quindi sarebbe considerato improprio e censurabile in altri contesti.) e l’uso di parole prese in prestito da altri gerghi,come quello dei tossicodipendenti (canna, cannarsi, sballo, calarsi). Le varietà giovanili, tuttavia, presentano un altro aspetto importante e peculiare: la loro instabilità e transitorietà. Se ci pensiamo bene, infatti, il grup- il Liceale interviste pagina 13 Esprimi la tua idea di felicità… tema che appassiona da sempre l’umanità… i pareri raccolti nel liceo: Angela Lombardi, IV AC: Pietro D’Antuono, 3 C: Figliola Vincenzo,5°B: “Credo che la felicità sia ottenere un minimo di riconoscimento per tutto quello che facciamo, visto che troppe volte si premiano solo quelle persone furbe che si prendono gioco di noi.” ______ “I soldi non fanno la felicità, ma tutte le cose che la fanno costano un sacco di soldi!” _______ “Per me la felicità è la bella vita!” _______ Michele Facchino, 1°A: “Di certo non è un bicchiere di vino con un panino, ma essere libera e ricca…” _______ “ Non credo che siano i soldi a fare la felicità, ma che essa possa essere raggiunta realizzando i propri sogni, con il sostegno della tua famiglia.” ______ Miriana Foschi, 2°A: “ Felicità significa essere ambiziosi, raggiungere i propri scopi e soprattutto conservare sempre buoni rapporti sociali.” _______ Nicola Veneziani,2°A: “Amore e amicizia!” _______ Costantino Montemitro,2°A: “Divertimento assoluto!” _______ Fiorella Russo,5° B: Carla Gravina e Costanza Manzo, IAC: Carmela Contessa, IIAC: “Credo che felicità sia sinonimo di amore…” _______ Maria Luisa Costanzo, Maria Laura Rispoli e Angelo Soccio, 4° A: “La felicità è un attimo fuggente. Consiste nel cogliere ogni occasione, in modo da non avere nessun rimpianto. Solo cosi possiamo essere felici perché ogni esperienza ci segna, lasciandoci emozioni indimenticabili.” _______ Elisabetta La Piscopia,IAC: Raffaele Castellucci, 5° B: “Realizzare i propri sogni, o almeno una parte, senza che gli altri ti condizionino o scelgano per te, restando sempre con i piedi per terra e godendoci la tranquillità della vita.” “Per me la felicità consiste in un’automobile, una bella moglie e soldi…” ________ “Sarò felice quando nel mondo esisterà solo la pace, ma anche realizzando i miei sogni…” _______ Sara Mascolo, 5°P: “Per me felicità significa continuare la mia storia d’amore, ma soprattutto andare via da Sannicandro.” _______ Costanza Chiosco: “Credo che la felicità sia soprattutto vivere in serenità con se stessi e con chi ci circonda, godendo di un’ottima salute fisica e mentale.” _______ Prof.ssa Luppino: “E’ l’aspirazione fondamentale e irrinunciabile dell’uomo. Essere felici significa spendere bene la propria esistenza, valorizzandola in tutti i suoi aspetti.” Anna Vigilante IIaC il Liceale crazypage pagina 12 DE RIT I P RA RO TTI FE SS OR I il Liceale po di utenti cambia continuamente e questo fa sì che anche il gergo usato si rinnovi a un ritmo incredibile (un ritmo “generazionale”, considerando che una generazione comprende un intervallo di almeno 20 anni fra un soggetto e un altro, anche se le differenze fra un gruppo anagrafico e l’altro sono già riconoscibili in un arco di 4-5 anni. ). E’ abbastanza comune comunque che espressioni tipicamente ‘locali’ si diffondano poi a livello nazionale per le misteriose vie dei tam-tam. Colloquiale, gergale, sboccato… Il linguaggio giovanile appare dunque piuttosto pittoresco e gustoso per chi ne fruisce, fatto di parole sconosciute agli adulti o di parole note, ma usate con significati particolari. Parole che cambiano in fretta, ma che lasciano il segno e caratterizzano intere generazioni. Altri esempi di parole dei gerghi giovanili sono: lecchino, tosto, imbranato, sputtanare, sfiga, arrapare, pompato, gufare, casino, gasato, sclerare, abboccarsi, allampare, allupato, ambaradan, a palla… Gli italiani sono indecisi Da un sondaggio è risultato che gli Italiani non amano le decisioni. Sarà la paura di sbagliare e di pagarne le conseguenze?!? O il timore di soffrire e di causare dispiacere agli altri!?? In ogni caso gli Italiani non amano prendere decisioni, tanto sulle questioni importanti della vita, ma anche nelle piccole scelte quotidiane. Il problema è molto comune: prendere una decisione è una vera e propria missione impossibile per un italiano su due. E soprattutto è difficile comunicare la propria posizione e sostenerla in un faccia a faccia: meglio nascondersi dietro un SMS, una e-mail o un colpo di telefono. E’ quanto emerge da un’indagine condotta su oltre 1.000 italiani, uomini e donne, di ogni età. Secondo il sondaggio, solo l’8% degli intervistati si considera una persona capace di prendere decisioni, mentre il 18% dichiara di esserlo abbastanza. Gli altri rimandano il più possibile il momento decisivo (28%), ponderano all’infinito sulle conseguenze (23%)e cercano di far decidere a qualcun altro (16%). Il 9% cerca semplicemente attualità di evitare di decidere, mentre l’8% si fa prendere dal panico! Quindi appena un italiano su 10 si butta, sperando di prendere la decisione giusta. E tutto questo succede, non solo per le questioni importanti, ma anche per i piccoli dilemmi quotidiani: tutto questo diventa un ostacolo insormontabile, che tra l’altro genera insoddisfazione. Paradossalmente ben il 72% vorrebbe apparire una persona decisa, mentre le maggiori difficoltà stanno proprio nell’opporsi alle persone a cui si vuole bene e si tiene di più. Certo questo non vuol dire che siamo l’unica nazione a distinguersi dalle altre per la forte indecisione nel compiere delle scelte, senza contare che è ormai un pregiudizio antico quello degli italiani che non sanno prendere decisioni (Leo Longanesi diceva ad esempio che ‘gli italiani sono un pugno di uomini indecisi su tutto’) e sarebbe interessante capire perché abbiamo sviluppato questo pregiudizio nei confronti di noi stessi!? Inoltre, una persona che appare forte, che prende decisioni sul momento e le porta avanti senza tentennamenti, in realtà, può far paura visto che le certezze assolute non fanno parte del genere umano e potrebbe semplicemente significare che sia fragile dal punto di vista intellettuale. Per cui anche avere dei dubbi significa saper valutare diverse alternative, diversi punti di vista, vedere i pro e i contro nelle decisioni, saper contenere le emozioni, preoccuparsi di non invadere lo spazio degli altri, di non ferire i sentimenti altrui... Ovviamente anche essere sempre indecisi su tutto è un male: in questo modo si finisce nel far decidere un’altra persona al nostro posto, e non necessariamente questa persona ha la saggezza e gli strumenti per farlo meglio di noi! Nel sondaggio questo accade nel 16% dei casi: sicuramente queste persone farebbero meglio a sbagliare con la propria testa! Perciò riflettete sulle vostre situazioni di vita e fate funzionare il VOSTRO CERVELLo e non quello degli altri: la vita è la vostra e non loro!!! Luana Palumbo, III B pagina 7 Stress è più a rischio chi si sente solo Chi vive solo o in condizioni di scarse relazioni con il prossimo rischia di più lo stress. Ed è più facile all’ansia, all’aggressività e a problemi cognitivi. Lo sostiene una ricerca condotta negli Stati Uniti da due scienziati italiani, Erminio Costa e Alessandro Guidotti della University of Illinois at Chicago College of Medicine, e pubblicata sulla rivista “Proceedings of the National Academy of Sciences”. Lo studio ha scoperto un legame tra isolamento sociale e ridotta produzione di allopregnanolone, un ormone antistress. Studiando i topi, i ricercatori hanno infatti osservato che l’ansia e l’aggressività che derivano dall’isolamento potrebbero risalire ad alterazioni dei livelli di un enzima che controlla la produzione a livello cerebrale dell’allopregnanolone. Lo stress che l’isolamento sociale provoca negli animali è assai simile a quello che si riscontra nell’uomo, che può essere responsabile di una serie di effetti, che vanno dall’ansia all’aggressività, ai disturbi della memoria. Aver identificato questo meccanismo potrebbe aiutare a sviluppare farmaci capaci di trattare gli effetti dello stress anche nell’uomo. Elisabetta il Liceale web&tecnologia la pirateria nelle nuove tecnologie Internet, fotocamere digitali, i-pod, ma soprattutto computer e cellulari all’ultimo grido: tutto ciò a cui ricorrono i giovani. Ma saranno poi strumenti così utili e sicuri? Nel caso di Internet, sappiamo tutti come sia facile e veloce procurarsi materiale audio e video. Basta connettersi, andare su uno dei tanti portali a disposizione e digitare il nome del software prescelto; scaricare il file che si cerca è semplicissimo: bastano pochi secondi. Se poi aggiungiamo il dettaglio, non certo trascurabili, che tutto questo è praticamente gratis, ecco presto spiegato perché il fenomeno della pirateria di Internet si è diffuso a ritmi vertiginosi. Ma chi sono questi “pirati”? I SOFTWARE DA CUI SCARICARE (PER ORA!!): • • • • • • MusicCity Morpheus: per la condivisione di musica; Win mx: permette maggiori possibilità di scelta; Bit Torrent: con questo software è possibile caricare e scaricare contemporaneamente; IMesh: dove è possibile scaricare e condividere materiale audio, video e giochi; EMule: adatto soprattutto alla ricerca di video; Shareaza: uno dei software più veloci e forniti. Nemmeno lontanamente somiglianti a capitan Uncino, altro non sono che ragazzi o comunque persone normalissime che ricorrono alla rete soprattutto per i costi proibitivi che hanno gli originali. I decreti ministeriali e le campagne contro la pirateria sembrano proprio non aver effetto, nonostante sia già arrivato da qualche mese, ad esempio il decreto Urbani, che considera illegale la diffusione al pubblico via rete di film, punendo con pesanti multe e confisca degli strumenti usati. I pirati non hanno certo reagito bene a questo decreto e hanno cercato di trovare soluzioni alternative, per esempio chiedendo di abbassare il prezzo dei prodotti originali, chiedendosi perché il Parlamento non interroga sul problema dei virus e delle mail fantasma che infestano la rete provocando non pochi danni. La pirateria non riguarda solo Internet, ma anche i cellulari, soprattutto attraverso i virus via bluetooth e via MMS. Questi sono i più comuni: COMMWARRIOR: colpisce tutti gli Smartphone con sistema Symbian (il programma principale che controlla tutte le funzioni); questo virus trasmette messaggi MMS a tutti i contatti della rubrica e così ti lascia “sul lastrico” REDBROWSER: potrebbe sembrare un programma per velocizzare la navigazione su internet invece spedisce messaggi a costi esagerati BLUEBUGGING: viene trasmesso tramite bluetooth facendo chiamate di nascosto a numeri a pagamento CABIR: viene trasmesso via bluetooth e ti scarica la batteria in un lampo BLUEBUMP: trasmesso sempre via bluetooth, questo virus sfrutta il collegamento senza filo e usa il tuo cellulare come se fosse suo per navigare e per impossessarsi di tutti i tuoi dati. Allora volete delle dritte anti-virus? Eccovene alcune: - Innanzitutto quando vi arriva un MMS, non apritelo immediatamente, ma controllate prima il mittente e l’oggetto; - fate attenzione quando scaricate nuovi software e applicazioni sul telefono, soprattutto se non si conosce l’origine; - ricordatevi di disattivare il bluetooth quando non lo usate o mettetelo in modalità nascosta: così i pirati non possono identificarvi; - se possibile, scaricate sul cellulare un programma di protezione antivirus; - se notate qualcosa di strano sul vostro cellulare, chiamate subito l’assistenza tecnica. Quindi per evitare brutte sorprese, sono necessari piccoli accorgimenti…E vedrete che i virus staranno lontani dai vostri cellulari!! Rossella Vocale I AC pagina 8 Visitate il sito www.justloseit.altervista.org il Liceale Dopo 15 anni di latitanza a 43 anni il più grande narcotrafficante del Gargano è stato catturato. GIOVANNI D’AMARO: ARRESTATO! Il Sito dei Liceali sannicandresi! Creato dai liceali per i liceali (e non solo) Forum Blog Gallery Citazioni Urlobox Chat Musica Recensioni …e Il Liceale ....è On-line Lui afferma: “Non mi pento della vita che ho fatto”. SAN NICANDRO G. – Queste sono le sue ultime parole rilasciate alla stampa Giovedì 15 Gennaio, il giorno del suo compleanno. D’Amaro Giovanni, boss della mafia garganica, è stato catturato nella sua villa a Tarantone con un’imboscata da parte dei corpi speciali dei Carabinieri di Roma. La sua villa è stata circondata da 35 auto dei Carabinieri e ben 13 elicotteri sorvolavano il perimetro della città. Sin da piccolo D’Amaro Giovanni aveva mostrato la sua indole mafiosa essendo amico stretto di altri pezzi grossi della mafia garganica di oggi e non: Enzo Petrucci (detto El Matador), Antonio Palladino (detto El Machico) e Nazario Paolo Russo (detto El Pop). A soli 10 anni compì la sua prima rapina a mano armata insieme ai suoi più cari amici facendo poi una strage nell’ufficio postale con 4 M-12. A 17 anni, dopo aver scontato 5 anni nel carcere minorile di Bari, entra nel giro della droga insieme a El Machico, mentre El Pop e El Matador si specializzano nel campo dei sequestri di persona. Il suo primo vero colpo lo ha fatto a 19 anni esportando 2,5 tonnellate di cocaina in Spagna. A 23 anni, ormai viziato dal poker e dalla bella vita, instaura il suo regime di potere nel mondo della mafia. Dopo 5 anni viene accusato di possesso di bische clandestine in cui si pratica il gioco d’azzardo. Dopo aver perso la causa inizia il suo periodo di latitanza per le coppe del Gargano (Bosco Rosso, Boscoso, la Cava, il Monte Nero, Monte Vergine e San Michele). Però dopo ben 14 anni riesce a nascondersi nella sua villa a Tarantone, ma ben presto l’anno seguente, viene colto in flagrante nella sua abitazione. A breve si svolgerà il processo in cui i giudici hanno proposto ben 7 ergastoli. Tutti ben sanno che una cosa del genere non si vedeva dall’arresto di Totò Reina e ognuno di noi spera che giustizia sia fatta. Russo Nazario - Paolo Enzo Petrucci crazypage pagina 11 il caso della signora in giallo Dunque, è diversi anni che la serie televisiva che vede protagonista la simpatica ed arzilla Angela Lansbury ci tiene compagnia all’ora di pranzo. Ne ha passate di ogni, la povera Jessica Fletcher, ma ne è sempre uscita alla grande: non solo viva e vegeta, pur abitando a Cabot Cove (che è il paese con la più alta incidenza di omicidi non solo in America, ma in tutto il mondo), ma anche fiera e indomita risolutrice degli enigmi della vita reale, degni dei suoi gialli. Ora però vorrei focalizzare la vostra attenzione su due diverse problematiche: 1) ma se ovunque la cara nonnina va c’è sempre di mezzo un terribile omicidio, anche nelle situazioni più idiote, perchè non se ne può stare a casa sua??? 2) ma se è proprio vero il punto numero uno, ovvero che ovunque va lei crepa qualcuno, non è che la dà a bere a tutti noi ed in realtà è lei l’efferata criminale autrice di tali atroci delitti, che con abili mosse psicologiche riesce ad innescare un meccanismo di autoconvincimento nel presunto omicida? E soprattutto, che cosa vuol dire MURDER, SHE WROTE?? Come se, ad esempio, chiamassimo il gioco di Pupo “DOMANDA, LORO RISPOSERO” o un gran premio di moto gp “GARA, LORO CORSERO”. Proporrei di mandare in una clinica di disintossicazione (ma buona!) gli autori di questo telefilm. ARTICOLO, IO SCRISSI. Emanuela Stoduto IIaC Prof. GIÒ Giovanni Mascolo ( Giò fu il nome assunto più tardi dal poeta tramite la moglie) nacque nel 1965 a San Nicandro, un piccolo paese del Gargano. La città natia rimase sempre nella sua memoria come simbolo di serenità luminosa, gioia vitale, e fu cantata più volte nelle sue poesie. Trasferitasi la famiglia a Bologna, frequentò i suoi studi presso la facoltà di psicologia che lasciò successivamente, iniziando poi quella di filosofia. Conoscendo poco la lingua bolognese, si gettò negli studi, creandosi rapidamente una notevole cultura latinista basata sulla mortadella, tortellini di Giovanni (Giò) Rana e Grana Padano. Delle sue origini era fierissimo, tanto che, dopo aver conseguito la laurea e conosciuta Laura, sua moglie, tornò nel suo paese natio. A San Nicandro conobbe il prof. Nicandro Navarra (che costituiva per lui un modello di figura intellettuale) e strinse amicizia con Don Roberto, formando il gruppo Rob, Nick & Giò. Dopo una faticosa esperienza presso la scuola “Vocino”, viene esiliato al liceo “De Rogatis” dove gli vengono affidati le attuali 4a C e 5a A. Ciò fu la ragione della sua attuale “depressione”. Per questo siamo molto vicino alla sua famiglia. Maria De Filippi & Maurizio il postino