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il Liceale
Liceo Scientifico - Classico - Scienze della Formazione “G. De Rogatis” - San Nicandro Garganico - FG
Anno VII, Numero 3 - Marzo 2008
GIORGIO CAMMINA CON LE NOSTRE GAMBE
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2 febbraio 1979: Sid Vicious,
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Buona Pasqua
La Festa della
Musica is coming!
marcia:
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La 4°B vuole la coppa
in anticipo (tipo inter)
Kiarusque diciottenne! (…gone bad)
Manuè, ma na casa n la tì
ca va g’rann class class?!
Quaqquy, Fruffucetta,
C’stugna e Ciappettina… the best!!!
Ruscione fat i i
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La Bellezza...
...non Basta....by 5B
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La Redazione:
Bizzarri Valeria, Coco Michele, Colino Maria Lucia, Cursio Silvia, Di Lella Chiara, Iannacone Grazia, La Piscopia Elisabetta, Mimmo Vincenzo, Palmieri Federica, Palumbo Luana, Peticchio Leonardo, Stoduto Emanuela, Vigilante Anna, Vocale Rossella.
Docente Referente: Giovanni Mascolo
Impaginazione e Grafica: Gianfranco Ricciotti
Due anni fa, nell’uscita di aprile
duemilasei,
è
stato
cambiato
l’editoriale all’ultimo momento per un
tragico evento. Ora, abbiamo invece
riservato l’editoriale per lo stesso
“tragico evento”!
E’ superlfuo ripetervi che in
questa uscita del liceale potrete
trovare i nostri interessi quali
sondaggi,sport,arte,musica e quanto
altro…Speriamo che ormai ne siate
consapevoli in quanto lettori abituali
delle nostre “sudate uscite”…E’
questo il numero che ogni anno si
pubblica più o meno nel periodo di
Pasqua. Abbiamo deciso di dedicare
completamente l’editoriale ad un
evento più o meno collocabile nello
stesso periodo:la morte di un nostro
coetaneo e mio amico Giorgio!Colui
che tragicamente ci ha lasciati il
18 marzo 2006 senza preavviso
né sospetti, all’improvviso, mentre
alcuni di noi erano in gita,alcuni si
aspettavano di vederlo arrivare per
stare insieme a lui,e io credevo di
trovarlo la sera in villa,tornando dal
viaggio d’istruzione…Invece non è
stato così…Perché??Ardua domanda
che necessita di un’altrettanto ardua
risposta:”Non c’è un motivo..!!!!!!!!”Ciò
è quel che più ci spaventa ancora
oggi,dopo due anni in cui noi non lo
abbiamo dimenticato.Due anni in cui
ci abbiamo pensato e ripensato senza
riuscire a farcene una ragione,perché
il “pacco bomba” non era per lui,e
anche se fosse stato per lui,non lo
meritava,affatto!
Ora sembra già così lontano,invece
dovrebbe fare ancora la maturità
insieme ai suoi compagni, regalerebbe
ancora a noi i suoi sorrisi pieni di
gioia che spesso,di prima mattina ci
facevano mettere di buonumore,senza
un motivo particolare, ma per quel
che trasmettevano!
Questa non è retorica,perché chiunque
conosceva Giorgio sa di cosa parlo…
Era la persona più trasparente che io
abbia mai conosciuto, proprio quella
che poi se n’è andata…Svanita dalla
vita di chi lo conosceva senza darci il
tempo di dirgli ancora una volta che
con lui stavamo bene!
Mi è stato affidato il compito di
scrivere l’editoriale su Giorgio poiché
sono l’unica,in redazione,che lo
conosceva…Sicuramente ci sono
persone nell’istituto che avevano
con lui un rapporto maggiormente
coinvolto,ma spero ugualmente di
essere stata giusta, senza cadere
nell’ovvietà sdolcinata, nel ricordare
l’amico che è ancora tra di noi e
“cammina con le nostre gambe”,
come avevamo scritto in uno dei tanti
striscioni.Giorgio vive.
Chiara Di Lella 2° AC
il Liceale
attualità
GIOVANI:
Ma cosa resta
del Che???
disoccupati
ignoranti
senza futuro
Tutti conoscono Ernesto Guevara: il
“Che”. Di questo personaggio ormai il
mondo ne è pieno, molti lo criticano,
altri cercano di assomigliargli, assomigliare a quella foto che a quarant’anni
dalla sua morte fa il giro del mondo
simboleggiando rivoluzione e coraggio
di far valere i propri ideali. Simbolo di
di Silvia Cursio IAC
A nessuno sembra importare dei
giovani.Per migliorare la situazione
dell’Italia bisognerebbe cambiare
politica, scuola e pensioni.
Gli anni della gioventù sono i più belli
della vita! Si, certo, magari 40 anni fa
perché oggi non è più così.
I giovani di oggi vivono più traumi che
bei momenti negli “anni più belli della
vita” perché non sanno cosa fare, chi
saranno domani e dove si andrà a
finire con tutto questo menefreghismo
verso i cittadini e eredi dell’Italia.
Che sia colpa della politica, della
scuola o della famiglia non si
capisce,ma sicuramente ognuna di
esse sta contribuendo allo sgretolarsi
della società e delle certezze per i
giovani.
La politica non sembra affatto
interessata a cosa sta succedendo
in Italia:giovani disoccupati, giovani
ignoranti, giovani senza futuro!
Basti pensare a quei 12 governi che,
dal 1982 al 1992, hanno solamente
raddoppiato il debito pubblico del
nostro Paese.
E la situazione sta peggiorando sempre
più ma a quanto pare il principio dei
politici è “chi fa da sé fa per tre”. Infatti
i loro stipendi aumentano, ma quelli
dei giovani?
Devono ritenersi fortunati quelli
che hanno uno stipendio...ma la
Costituzione dice che l’Italia è un
Paese fondato sul lavoro e, quindi,
non bisognerebbe averne uno solo
per bontà della sorte.
E’ evidente che il problema è molto
complesso e forse ci vorrebbe una
riforma elettorale, affinché si dia più
spazio alle idee dei giovani. Bè ci
hanno già pensato, infatti sembrano
convinti di varare una nuova legge
elettorale...peccato che sia comunque
a favore dei veterani e non dei giovani.
E’ stata fatta anche una riforma sulle
pensioni, ma di che pensioni vogliamo
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parlare se moltissimi giovani sono
disoccupati?
Questo problema della disoccupazione
giovanile è sicuramente legato a quello
della poca e inadeguata istruzione rispetto
alle richieste sempre più specialistiche
del mercato.
I sondaggi e le classifiche parlano
chiaramente:l’Italia è al 26° e 37° posto
su 57 Paesi.
Persino nei villaggi più sperduti degli
Stati Uniti periodicamente vengono
divulgate informazioni sul rendimento
dell’istruzione e su quanto sia più alto il
salario di uno che ha frequentato quella
scuola rispetto a quello medio di tutto lo
Stato.
Anche le nostre scuole secondarie
dovrebbero dare di queste info-rmazioni
in modo che gli studenti possano decidere
meglio e sfruttare al massimo le proprie
capacità ma a, anche nella politica,
vengono avvantaggiate e portate avanti
persone che ormai dovrebbero andare
in pensione e lasciare posto ai giovani.
Inoltre bisognerebbe escogitare dei
metodi per spronare i giovani al lavoro
come fanno per esempio in Svezia:
annualmente i contribuenti ricevono la
cosiddetta “busta arancione” riguardante
i versamenti effettuarti e la pensione che
avranno.
Se anche in Italia ci fossero di queste
informazioni i giovani potrebbero decidere
più liberamente dei propri investimenti.
Ci si aspetta chissà quale cambiamento,
innovazione dal 2008 ma forse queste
sono tutte utopie perché per come vanno
le cose si capisce chiaramente che non
c’è una vera voglia di cambiamento e,
quindi, tutto andrà sempre peggio per i
cittadini di domani.
un comunismo immortale (almeno nel
pensiero politico) che sembra colpire
specialmente le nuove generazioni bisognose di cambiamenti in una società
“vecchia” di idee.
Se si chiede, però a molti di questi giovani chi sia quell’uomo sul poster nella
cameretta o sulla maglietta che indossa la risposta con voce quasi offesa è:
“il Che, chi altro?” Non c’è bisogno di
sapere altro. Ma chi conosce le sue imprese, le sue lotte contro il capitalismo,
contro la dittatura, la sua guerriglia in
Bolivia a difesa dei contadini dove trovò
la morte? Cosa sarà, oggi, che lo porta
ad essere paragonato a miti del cinema e della musica immortali come Jim
Morrison e Merelyn? Sarà stato forse
il suo animo ribelle, o quello sguardo
perso nel vuoto,che incute allo stesso
tempo sicurezza e timore?…
Ai nostri giorni, Ernesto Guevara è una
moda, non è altro che business: libri,
T-shirt, tatuaggi ( Maradona e Mike Tison ne hanno uno che lo raffigurano), e
tantissimi altri articoli su cui è impresso
il suo volto. Un’idolatria che lo accompagnerà per sempre, cosa che sicuramente uno studente di medicina, che
partì con un amico per un viaggio in
Sud America, non si aspettava.
Michele Coco 4B
il Liceale
cruciverba
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il Liceale
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test
TEST
i 7vizi Capitali
...nella vita si commette sempre qualche piccolo
peccato! Sai resistere alla tentazione o sono altri i peccati che ti macchiano? Scoprilo con queste semplici
domande e saprai quale dei sette peccati capitali ti sfida di più!Somma il punteggio e leggi il tuo profilo.
1) Chi e è stata l’ultima persona con
cui ti sei arrabbiato/a?
a- i tuoi genitori
b- un amico
c- il prof
d- il/la mio/a ragazzo/a
2) Qual è la tua arma preferita?
a-fingere di essere un/a bravo/a
ragazzo/a
b-essere indifferente
c- tirare fuori subito le tue ragioni
d- saper contare fino a 11 ma poi
esplodere
e- essere superiore alla mediocrità
3) qual è il dovere che trascuri molto
spesso?
a- lo studio
b- sistemare la stanza
c- gli amici
d- te stesso
e- poche faccende private
4) Qual è la scusa più usata della
settimana?
a- “Devo fare una ricerca sulla pace
del mondo…Non posso aiutarti in
quella di storia”
b- “Ho un mal di testa….Atroce…
Non…Non riesco a studiare”
c- “Mio fratello mi ha bruciato i
libri nell’ultimo falò!Non ho potuto
preparare il compito”
d- “Scusa,ce l’hai con me?Non Sai
che ho cambiato identità qualche
giorno fa?”
e- “Sono troppo stressato rinuncio a
questo compito!Scusatemi!”
5) Quante volte hai spento la sveglia
oggi prima di alzarti?
a-sei
b- quattro o cinque
c- due o tre
d- o mi svegliavo o mi buttavano giù
dal letto i miei!
e- stranamente non mi è servita la
sveglia
6) Quanti bicchieri d’alcol sei riuscito/a
a bere in una sera?
a- bicchieri?Posso citare
bottiglie intere?
b- tanti
c- cinque se non di più
d-due o tre al massimo
e-non bevo
anche
7) Qual è il cibo che mangeresti
ininterrottamente?
a-pizza
b- pasta e qualsiasi condimento
abbondante
c- carne
d- pesce
e-tutto
ma
con
una
certa
moderazione
8) A cosa pensi più spesso del tuo
corpo?
a- il petto
b- le gambe
c- il viso
d- il fondo schiena
e-le mani
9) A quale parte del corpo dell’altro
sesso pensi spesso?
a- il petto
b- le gambe
c- il viso
d- il fondo schiena
e-le mani
10) nella vita conta per te di più?
a- denaro e felicità
b- denaro e salute
c- denaro, denaro… E salute
d- felicità e salute
e-denaro solo e soltanto denaro
11) Scambieresti 100.000€ per:
a- te stessa
b- la tua bellezza
c- i tuoi ricordi
d- la risposta della felicità
e- nulla
12) Porti sempre avanti le tue idee
anche se si rivelano sbagliate?
a-se comunque
b- si,ma mi arrendo subito
c- no,abbasso anche la testa
d- non credo in me
e- a volte solo per orgoglio
13) Hai mai desiderato scambiare una
parte di te con quella di un altro/a?
a- si
b- assolutamente si
c- no
d- forse ci ho pensato
e-non ci ho fatto caso
14) Quale oggetto o persona dei tuoi
amici vorresti avere?
a- il/la suo/a ragazzo/a
b- i genitori
c- lo scooter,l’auto
d-la casa
e-tutto
Punteggi
1) a 2 b 1 c 7 d 3 e 6
2) a 1 b 5 c 2 d 7 e 4
3) a 1 b 2 c 3 d 4 e 5
4) a 7 b 3 c 4 d 1 e 2
5) a 7 b 3 c 2 d 1 e 4
6) a 6 b 6 c 6 d 2 e 1
7) a 6 b 6 c 6 d 6 e 1
8) a 3 b 3 c 5 d 3 e 7
9) a 3 b 3 c 5 d 3 e 7
10) a 4 b 1 c 1 d 0 e1
11) a 7 b 7 c 2 d 7 e 0
12) a 7 b 4 c 1 d 0 e 7
13) a 5 b 5 c 0 d 5 e 0
14) a 5 b 5 c 5 d 5 e 5
Avarizia da 14 a 20 punti
“Quello che è mio è mio”
Ira da 20 a 32 punti
“Lasciatemi in pace”
Lussuria da 33 a 40 punti
“Two is megl’ che one”
Accidia da 41 a 52 punti
“Muoviti bradipo”
Invidia da 53 a 60 punti
“Guardali, guardali sono disgustosi”
Gola da 61 a 74 punti
“Ancora, grazie!”
Superbia da 75 a 88 punti
“Perché io valgo”
il Liceale
al voto, per la parità dei salari, formando
i propri sindacati, moltiplicando gli scioperi, conducendo una dura battaglia al
fine di accedere alla sfera sociale.
8 Marzo
per non
dimenticare
internazionale per i diritti femminili. Le
donne, nel corso dei secoli, non hanno
condotto una vita facile.
L’8 marzo conserva la memoria delle delusioni, delle sofferenze e delle battaglie
che hanno permesso l’emancipazione
della donna. Ai giorni nostri questo
giorno è molto atteso, sia da associazioni femministe che organizzano diversi
convegni per sensibilizzare l’opinione
civile, ma soprattutto da fiorai e ristoratori, certi di trarre innegabile profitto
dalla ricorrenza.
Giudicate inferiore all’uomo, dovevano attenersi alle tre obbedienze
(padre,marito, figlio) ed erano delegate
al solo ruolo di mogli ed educatrici. Erano considerate deboli e bisognose di
protezione per tutta la vita. I primi movimenti femministi si svilupparono negli ultimi anni del XVIII secolo in Europa con
il fine di conseguire l’ uguaglianza politica, sociale, economica e giuridica. Le
donne hanno combattuto per i loro diritti,
per uscire dal focolare domestico, dove
la divisione dei ruoli le aveva confinate.
Lottarono per l’educazione, per il diritto
Molte sono le donne che attendono
questo giorno solo per festeggiare e
trasgredire. Così si sminuisce il valore
di questa ricorrenza che non dovrebbe
essere considerata una festa, ma una
giornata di riflessione. Bisogna riflettere
e soprattutto ricordarsi di tutte le donne
che hanno lottato e hanno perso la vita
per far valere i propri diritti, per gridare
i loro ideali e per affermarsi come persone ed identità soggettive.Credo che
la parità uomo-donna sarà raggiunta
solo quando l’8 marzo non verrà più festeggiato.
di Anna Vigilante IIAC
8 MARZO…Una giornata che cela dietro di se la storia di un’esistenza difficile, di una dura lotta e di una libertà
guadagnata. Le origini della festa della
donna risalgono al lontano 1908, quando, pochi giorni prima di questa data, a
New York, le operaie dell’industria tessile Cotton scioperarono per protestare
contro le terribili condizioni di lavoro e i
bassissimi salari.
Lo sciopero si protrasse per alcuni giorni,
finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte e diede fuoco
alla fabbrica. Le 129 operaie prigioniere
all’interno morirono arse dalle fiamme.
In memoria della tragedia, questa data
venne proposta come giornata di lotta
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attualità
...non dimentichiamo di ricordare
Il 27 gennaio 1945 vengono abbattuti
i cancelli di Auschwitz: noi dal 2000 lo
chiamiamo il Giorno della Memoria. Per
centinaia e centinaia di persone quello
è stato il giorno della Liberazione, della
fuga dal male che i loro simili gli stavano
infliggendo. Non mi sento di avere
strumenti né conoscenze tali da potermi
permettere di trattare l’argomento dal
punto di vista storico o tecnico, ma
credo sia naturale e positivo interrogarsi
sui fatti della vita e crearsi un’opinione
personale di ogni cosa. Lo sterminio
da parte dei nazisti di così tanta gente,
sia essa ebrea, polacca, omosessuale,
zingara, di altra partizione politica
o semplicemente ribelle, non trova
giustificazione, e credo che nessuno
ne troverà mai una oggettivamente
accettabile. Quello che mi chiedo è
come può un uomo fare gratuitamente
violenza ad altri? Come fa a ritenerla
accettabile o addirittura necessaria?
Dal momento della deportazione di più
di 10 milioni di persone nei campi di
concentramento altrettante vite sono
state annullate. Credo che la paura
umana di morire, di affrontare l’ignoto,
celi dietro il suo manto opaco anche il
desiderio di non vedere mai svanire la
propria traccia sulla terra, di sapere che
si è esistiti per aver potuto lasciare un
pezzo di se stessi in una piccola fetta
di mondo. A milioni di persone questa
ambizione è stata strappata con la
forza mentre era ancora in vita e penso
che questo sia peggio della morte.
Simbolicamente i nazisti gli fecero
tagliare i capelli, abbandonare le cose
di valore, gli tolsero i figli, i mariti e le
mogli, la quotidianità e i nomi, poi con
abusi fisici e psicologici anche la loro
identità carnale, li cancellarono dalla
terra etichettandoli con dei numeri, che
coloro che sono rimasti sentono ancora
bruciare sulla propria pelle. Sul tema
dell’olocausto, o meglio, della Shoah,
della “distruzione”, sono state versate
tante parole, ne sono state scritte
altrettante, probabilmente anche simili o
sicuramente più sentite delle mie.
Eppure c’è la necessità che le nuove
generazioni sappiano, che siano
educate dalle famiglie e poi dalle scuole
ad imparare che il mondo è bello perché
è vario, che sembra una frase fatta e
di Emanuela Stoduto IIAC
soprattutto semplice, ma che invece
molti non sanno accettare.
I razzisti si rifiutano di accendere la luce
per vedere, ma poi hanno paura del buio.
Temono le persone delle altre razze, le
considerano inferiori…. ma qual è il vero
termine di paragone?
C’è tanta rabbia dentro di me, quando
guardo dei film o leggo dei libri che portano
testimonianze ed immagini riguardo
questo tema, rabbia d’impotenza per il
fatto che ancora oggi sento arrivare alle
mie orecchie voci e sussurri di persone
che ritengono sia stato giusto così, che
anche quel genocidio aveva un senso.
Bisogna ricordare, ricordare per non
cadere negli stessi errori, per fare in
modo che gli uomini e cittadini del
domani non diano conto al colore della
pelle o alle scelte personali, se queste
non intaccano il quieto vivere, ma
soltanto a quello che ogni individuo porta
dentro di sé. Il Giorno della Memoria non
deve mai essere cancellato. Non devono
mai essere dimenticati tutti i soprusi che
l’Uomo, l’essere più incredibile e allo
stesso tempo temibile, ha fatto all’Uomo
stesso.
Emanuela Stoduto IIaC
il Liceale
attualità
STUDENTI DI TUTTI I
PAESI, UNITEVI!
Dal 1968 ad oggi: perché è cambiato tutto così in fretta?
Sicuramente gli anni tra il 1965 e
il 1970 rimarranno il simbolo della ribellione dei giovani contro la
mancanza evidente di liberalità.
Il nemico comune della contestazione giovanile era l’autorità che i
giovani rifiutavano ostinatamente.
Negli Stati Uniti, oltre che contro
(la guerra, il razzismo). Scappati
di casa, si isolavano dalla società vivendo tra di loro in sintonia
con la natura e anarchicamente,
promuovendo il mito della non
violenza, della pace e dell’amore
collettivo.
Il loro motto era “I don’t make war,
la persistenza della segregazione
razziale, i giovani si polarizzarono
contro la guerra in Vietnam.
Questo sanguinosissimo conflitto
vedeva gli USA impedire l’unificazione del Vietnam del Nord (con
un governo di impronta comunista) con il Vietnam del Sud (caratterizzato da una politica filoamericana).
Da questo contesto sociale si sviluppò la cultura hippy i cui membri, giovani provenienti da famiglie
agiate, disprezzavano il denaro,
il lusso e gli avvenimenti in cui si
trovavano coinvolti come nazione
I make love”, portavano i capelli
lunghi per annullare tutte le distinzioni tra uomo e donna e prediligevano l’assunzione di droghe
naturali.
In Italia la contestazione giovanile
si sviluppò soprattutto tramite l’occupazione di scuole superiori, di
università e manifestazioni.
Gli studenti si opponevano
all’istruzione che escludeva i ceti
più bassi, alla scuola che non offriva punti di contatto con la realtà,
ma rimaneva (soprattutto nei licei)
un insegnamento puramente teorico, alla politica di cui erano delu-
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si e agli argomenti tabù.
Si riunivano nelle assemblee per
parlare del sistema governativo,
di religione, per esprimere pareri sugli avvenimenti nel resto del
mondo. Avevano costruito con il
dialogo la consapevolezza di appartenere ad una classe con proprie aspettative e desideri.
Il clima che si respirava affogava
la paura delle conseguenze della rivolta nella consapevolezza di
non essere soli, di sapere che i
sentimenti di rabbia e insoddisfazione erano comuni alla loro generazione. Volantini, giornali scolastici erano i mezzi per incitare
l’unione dei giovani; il manifestare, l’occupare le aule avevano un
fine concreto, ovvero dimostrare il
proprio malessere.
Forse rispetto a 40 anni fa abbiamo perso lo spirito di ribellione, ci
interessa meno la politica, utilizziamo le assemblee per perdere
qualche ora di lezione e viviamo
in una “mediocrità culturale” nel
senso che la maggior parte di noi
apprende solo ciò che impara a
scuola, senza cercare nuovi modi
di pensare o punti di vista diversi;
in compenso abbiamo più diritti e
più libertà… almeno per ora.
Dico “almeno per ora” perché la
sicurezza che tutto rimanga come
oggi è più che scarsa: chi è al
potere non si è dimostrato all’altezza del suo incarico (sputare o
picchiare un altro deputato non è
di certo il massimo). Ma la politica
non è questa! E bisogna capirlo.
Essere un deputato vuol dire stare
al servizio della gente, rappresentarne i bisogni e difenderne i diritti.
Non occuparsi di ciò che accade
al governo solo perché si è scoraggiati da questi atteggiamenti
non risolve nulla.
Noi giovani dobbiamo cambiare
la situazione, prendere iniziativa,
far capire al corpo politico che noi
sappiamo essere anche più civili
di loro. Non dobbiamo abbandonarci all’indifferenza: uniti si può
tutto.
Grazia Iannacone 4^C
il Liceale
poesie
nuovo giorno...
Un nuovo giorno...
nuove emozioni per nuovi sentimenti,
nuovi sorrisi, per qualcosa che ci fa star bene.
nuove lacrime, che scendono dagli occhi per vecchi
ricordì...
nuovi brividi, che cominciano ad allontanare chi ci ha
fatto del male...
nuovi pianti, che sprigionano la tensione che abbiamo
dentro
nuove carezze, che fermano le lacrime e dicono”io ci
sarò sempre”
segnate sul viso e difficili da dimenticare,
nuove risate, forti, isteriche e ineguagliabili
condivise sempre con quelle stessa persone
che,involontariamente, ti cambiano, e ti aiutano a
crescere...
nuove delusioni, come schiaffi su un viso già graffiato...
perchè la gente non cambia mai..
delusioni che ti maturano e che creano una corazza,
fortificandola,
perchè sarà difficile fidarsi ancora di qualcuno...
nuovi baci, caldi e morbidi o, vecchi baci, mai dimenticati
assaporati una volta sola, con immensa voglia
che vagano costantemente nelle nostre menti...
o addirittura, baci immaginati con una persona speciale,
perfetta
sognati ogni notte, e idealizzati in ogni dettaglio
perchè tutto doveva essere perfetto...
ma la perfezione non esiste in questo mondo...e li
abbiamo lasciati in quelle splendide visioni...
nuovi sguardi, che ci fanno battere il cuore e che fanno
ridere i nostri occhi,
sguardi che ci fanno sperare e che ti portano un crampo,
li, sempre nello stesso punto, il famoso crampo
dell’amore
che ti fa ridere senza motivo e che ti giustifica l’ulteriore
passata di rossetto...
sguardi che fanno male, quando hai mentito o quando hai
detto tutto ciò che pensavi...
sguardi evitati, perchè manca il coraggio, ma prima o poi
ci sarà quell’incrocio
nn si puo’ scampare per sempre...
nuove attese, che ci rendono nervosi, ansiosi, ma poi
quando tutto passa
daremmo tutto per riviverle...
nuovi volti, nuove conoscenze, nuove voci, spesso
piacevoli
ma nn sostituiranno mai le vecchie facce, quelle che
conosciamo nei minimi dettagli
e che nn dimenticheremo mai, il solo sfiorarle ci fa sentire
bene, al sicuro
occhi che spesso avresti voluto cancellare, ma che
amerai per sempre...
occhi nei quali puoi rispecchiarti, perchè sn tante le
esperianze che vi accomunano...
labbra che hai sentito tante volte sul tuo viso, ma che nn
ti stancano mai
labbra che ti hanno detto frasi indimenticabili, che hanno
suggerito cosa avresti dovuto fare
labbra che ti hanno detto”ti voglio bene”, sinceramente,
perchè è forte il sentimento che vi lega...
parole indelebili nella tua mente...che spesso sotterri
nella parte piu profonda del tuo cuore
ma che poi ti danno la forza per andare avanti...
pensieri e ricordi innumerevoli, come le stelle, che
brillano e illuminano il cielo della tua anima, perchè ogni
nuovo giorno
ne porta dei nuovi...
Anna Vigilante
pagina 15
l’attore:
Luise, hai recitato anche con me?
Ho deciso di scriverti un po’, anche se forse non
dovrei, forse mi dovrei liberare dalla trappola mortale
di questo amore,ma faccio ciò per dimostrarti che mi
manchi tantissimo..
Anche se non ci sentiamo molto
spesso,anche se cerco di evitarti, di non pensarti .Ormai
sei già entrato nei miei pensieri, passo le ore a guardare la
tua foto. Molto spesso non rispondi al telefono e questo mi
fa pensare ….
Non avrei mai pensato di poter perdere la testa per te,
ma tu sei fuggito troppo in fretta lasciando un vuoto nella
mia vita. Mi manca il profumo della tua pelle, i tuoi baci,
i tuoi abbracci. Quando stavo con te non avevo bisogno
di altro, perché con il tuo amore riuscivi ad illuminare
anche le giornate più buie. Da quando ti ho conosciuto la
mia vita era piena d’amore, perché, anche se solo per un
attimo, ho sognato. Ricordo ancora quella mattina sotto il
porticato, quando mi hai sorriso tra la folla….
Sembravi un angelo, tra mille avevo notato te….
Mi hai rubato lo sguardo, quando ci siamo trovati acconto,
iniziando a far parte della mia vita.
Certo la nostra storia non è iniziata nel migliore dei modi,
però spero che un giorno possa continuare, magari senza
segreti.
Senza te la mia vita è un viaggio senza fine. Per non
rimanere indietro combatti con te stessa, cercando di
andare avanti, perché il tuo orgoglio ti spinge a farlo, ma
poi ti rendi conto che è tutto inutile …. A volte mi sento
di non porcela fare, sento un gelo dentro me e l’unica
cosa che riesco a fare è pregare davanti al tuo cuore di
ritornare, sperando di poterti stringere ancora.
Tu per me sei il sole, un sole che non finirà mai di
splendere. Dovunque andrai e in qualunque modo andrà a
finire nel mio cuore ci sarà sempre il ricordo di un ragazzo
dolce, sensibile , che mi è stato accanto in un momento
critico della mia vita e nello stesso tempo ricorderò un
uomo capace di trasmettere amore. Ora sta a te decidere
se far sì che questo ricordo possa diventare realtà o
rimanga solo una cosa passata.
L’ultima cosa che voglio dirti è VIVIMI SENZA PAURA
CHE SIA UNA VITA, CHE SIA UN’ORA, NON LASCIARMI
ANDARE VIA DA TE, MA CORRI QUI DA ME…
Beh, spero tu abbi capito che ogni parte di me, vuole
bene a ogni parte di te!!!!!!
Ti voglio bene e non solo.
Anonimo
il Liceale
pagina 14
arte & spettacolo
Jack Frusciante è uscito
dal gruppo
Enrico Brizzi
Stufo, innamorato e bolognese: ecco tre aggettivi
per descrivere il “vecchio Alex D.”, protagonista del
romanzo “pseudoadolescenziale” di Brizzi.
Jack Frusciante è uscito dal gruppo racconta la
storia d’amore di due ragazzi diciassettenni, Alex
e Aidi. A momenti di forti emozioni, raccontate
dal protagonista attraverso lunghi monologhi, si
alternano le tipiche sbronze, le zuffe, le serate illegali
nelle quali ogni adolescente può riconoscersi. Brizzi
passa così sapientemente in rassegna tutti i temi
e i problemi adolescenziali, visti dal punto di vista
degli adolescenti stessi, e riesce in modo sublime
a descrivere gli stati d’animo grazie all’aiuto di un
linguaggio anarchico dal punto di vista grammaticale
e alle continue citazioni musicali.
Leggendolo sono riuscita a ritrovare per la prima
volta in forma scritta, tutti i pensieri che mi frullavano
in testa, riguardo ad argomenti come la scuola
oppure l’amicizia. Ho trovato quasi un “riflesso” delle
mie opinioni in quelle di Alex.
Due di due
Andrea De Carlo
“Lo so come ti senti. È come essere dietro un vetro,
non puoi toccare niente di quello che vedi. Ho passato
tre quarti della mia vita chiuso fuori, finché ho capito
che l’unico modo è romperlo. E se hai paura di farti
male, prova a immaginarti di essere già vecchio e
quasi morto, pieno di rimpianti.”
De Carlo nel suo fantastico Due di due scrive di
tutte le peripezie che incontrano Mario e Guido
dal primo anno di liceo fino a quando diventano
adulti, con famiglia, problemi e speranze vane. Dai
tumulti del Sessantotto, ai quali i due prenderanno
parte con modi di fare diversi, fino ai giorni nostri,
si vedono le strade dei due divedersi sempre di più
fino a sembrare completamente opposte. In realtà ci
sarà sempre in filo sottilissimo ma resistente di una
amicizia vera a tenerli uniti.
Due personaggi inversamente proporzionali: l’uno
istintivo ed eclettico, l’altro più riflessivo ma non
meno deciso. I due caratteri lungo il filo narrativo
sembrano completarsi, sembrano fondersi per dar
vita a quello che, a mio parere, è uno dei migliori
romanzi del ‘900. Da leggere assolutamente.
Emanuela Stoduto IIaC
il Liceale
attualità
pagina 5
si puo’ parlare di politica a
scuola.... o no?
di Palmieri Federica 4^C
Quello che mi spinge a scrivere
quest’articolo non è una ideologia
politica, ma è il frutto di una
conversazione con un mio amico
di classe.
Quando il tema della “discarica a
San Nicandro” era la principale
preoccupazione della cittadinanza,
questo mio compagno ha fatto
un’affermazione che mi ha lasciata
quando parliamo di letteratura,
di storia e di filosofia. Credo sia
impossibile rimanere obbiettivi su
una qualsiasi questione: tutto è
politica!
E quando parlo di politica non
parlo di partiti, di destra e sinistra,
di Prodi o Berlusconi, ma di un
interesse che tutti quanti abbiamo,
o dovremmo avere, per la società
per pensare con la nostra testa,
dovrebbero formarci per avere
una mente aperta, libera, e critica
ed insegnarci a non lavarci le
mani di questioni che riguardano
la nostra società “proteggendoci”
con dei luoghi comuni. Mi rendo
perfettamente conto che questo
spesso non avviene, ad iniziare
dal fatto che non facciamo Ed.
a dir poco perplessa: “Non potete
parlare del problema della discarica
sul liceale perché è una questione
politica e non si può fare politica a
scuola!”
Prima di tutto essendo un giornale
scolastico non è di parte ( ci tengo
a precisarlo!!!) anzi, proprio per
questo motivo si può e si deve
scrivere su qualsiasi argomento e
indipendentemente dall’indirizzo
politico.
Quello che ho notato è stato inoltre
la confusione che abbiamo in testa
quando si parla di politica e sul fatto
che si può fare o meno a scuola…
non so se ci avete fatto caso ma
noi facciamo politica tutti i giorni
in cui viviamo, per come vorremmo
il mondo in cui viviamo. Secondo
un’antica definizione scolastica,
la politica è l’Arte di governare
le società Secondo Aristotele
quello che distingue l’uomo dagli
altri animali è proprio il fatto
che “l’uomo è per natura un
animale politico”: l’uomo vive in
comunità con altri uomini e deve
regolamentare il più possibile i
rapporti con quest’ultimi.
Quindi, sinceramente non vedo
proprio perché non si dovrebbe
parlare di politica a scuola o sul
Liceale. Naturalmente il parlare è
diverso dall’indottrinare.
A scuola dovrebbero darci le basi
Civica ( che dovremmo studiare)
oppure all’indottrinamento, a volte
involontario, di alcuni professori
( se ogni tanto leggete il giornale
sapete che se ne sentono di tutti i
colori!). Tuttavia credo che sia un
nostro diritto, e anche un nostro
dovere, informarci su cosa avviene
nel mondo ed ho scritto questo
articolo per diffondere anche
l’opinione che io ho della politica: i
politici fanno schifo, non la politica!
E soprattutto credo che chiunque
vada al potere riesca a fare i
propri comodi perché la gente è
menefreghista ed ignorante. E
ritengo che nella scuola non si può
parlare di politica, ma si deve!!
il Liceale
attualità
il Gergo
Giovanile
specchio di una societa’ che cambia
L’adolescenza è essenzialmente un
periodo di ‘iniziazione’ alla vita adulta,
che comporta la celebrazione di alcuni
rituali, elementi visibili attraverso i quali le società conferiscono il riconoscimento dello stato adulto. I più anziani
avevano il dovere
di
trasmettere
ai giovani il loro
sapere e, una
volta che questi
erano diventati
adulti, il potere.
Oggi
questi
rituali
sono
sempre meno
frequenti e le
generazioni
più anziane
spesso non
rappresentano più per
i giovani né
una fonte di
sapere (ad
esempio
i
più anziani
sono spesso
meno
esperti dei
bambini
sulle nuove
tecnologie), né un modello da imitare (la vita è talmente
cambiata che non è più possibile oggi
comportarsi ad una determinata età
come avevano fatto i propri genitori).
, come molto difficile da vivere, perché oltre alle consuete trasformazioni
esteriori del corpo oggi devono affrontare situazioni ben più complesse.
Ecco perché i giovani tendono a distinguersi dalle generazioni che li hanno preceduti, anche attraverso l’utilizzo di particolari codici comunicativi ed
interpretativi che consentono loro di
spiegarsi e di comprendersi con un
linguaggio nuovo e originale: il gergo
giovanile (dall’antico francese jargon,
che significava “gorgheggio degli uccelli”, quindi una lingua incomprensibile).
I gerghi o varietà giovanili condividono con gli altri alcune caratteristiche
i m portanti: prima di
tutto, il linguaggio gergale ha
sempre come utenti un gruppo omogeneo di persone legate da un’attività
lavorativa o un interesse o una condizione (per esempio, andare a scuola,
frequentare la stessa palestra, la stessa discoteca, lo stesso bar, nel caso
dei giovani); in secondo luogo, i gerghi
hanno come fine l’autoaffermazione
del gruppo (particolarmente sentita è
l’appartenenza solidale ad un gruppo
pagina 6
nel periodo dell’adolescenza che definisce e attribuisce un valore personale all’ adolescente ) e, nel caso degli
studenti e dei giovani, anche il divertimento; infine, i gerghi hanno tutti un
carattere convenzionale, nel senso
che si innestano in modo parassitario
nella lingua, ne “rubano” e ne trasformano il lessico secondo convenzioni
ben precise.
-uso di metafore: una cifra (= molto,
parecchio)
-abbreviazioni e troncamenti: mega
(= grande), prof (= professore), raga
(= ragazzi);
- forestierismi: flesciare (= colpire,
andare fuori di testa, dall’ingl. flash),
cucador (= uno che “cucca”, che ha
successo con le ragazze);
- tecnicismi: fuso (= distrutto, molto
stanco), rimorchiare (= avere successo con,
conquistare una ragazza).
Oltre a ciò,
i giovani di
oggi (e di
ieri) fanno
uso anche di
dialettalismi,
cultismi, sigle e acronimi (soprattutto nella lingua
scritta, pensiamo agli SMS),
iperboli, senza tralasciare
ovviamente il
turpiloquio (le
cosiddette “parolacce”)
soprattutto legato
alla sfera sessuale (relativo
a tutto ciò che è
volgare o osceno, e che quindi
sarebbe
considerato improprio
e censurabile
in altri contesti.) e
l’uso di parole prese in prestito da altri
gerghi,come quello dei tossicodipendenti (canna, cannarsi, sballo, calarsi).
Le varietà giovanili, tuttavia, presentano un altro aspetto importante e peculiare: la loro instabilità e transitorietà.
Se ci pensiamo bene, infatti, il grup-
il Liceale
interviste
pagina 13
Esprimi la tua idea di felicità…
tema che appassiona da sempre l’umanità…
i pareri raccolti nel liceo:
Angela Lombardi, IV AC:
Pietro D’Antuono, 3 C:
Figliola Vincenzo,5°B:
“Credo che la felicità sia ottenere
un minimo di riconoscimento per
tutto quello che facciamo, visto
che troppe volte si premiano solo
quelle persone furbe che si prendono gioco di noi.”
______
“I soldi non fanno la felicità, ma
tutte le cose che la fanno costano
un sacco di soldi!”
_______
“Per me la felicità è la bella
vita!”
_______
Michele Facchino, 1°A:
“Di certo non è un bicchiere di
vino con un panino, ma essere libera e ricca…”
_______
“ Non credo che siano i soldi a
fare la felicità, ma che essa possa essere raggiunta realizzando i
propri sogni, con il sostegno della
tua famiglia.”
______
Miriana Foschi, 2°A:
“ Felicità significa essere ambiziosi, raggiungere i propri scopi
e soprattutto conservare sempre
buoni rapporti sociali.”
_______
Nicola Veneziani,2°A:
“Amore e amicizia!”
_______
Costantino Montemitro,2°A:
“Divertimento assoluto!”
_______
Fiorella Russo,5° B:
Carla Gravina e Costanza
Manzo, IAC:
Carmela Contessa, IIAC:
“Credo che felicità sia sinonimo
di amore…”
_______
Maria Luisa Costanzo, Maria
Laura Rispoli e Angelo Soccio, 4° A:
“La felicità è un attimo fuggente.
Consiste nel cogliere ogni occasione, in modo da non avere nessun rimpianto. Solo cosi possiamo
essere felici perché ogni esperienza ci segna, lasciandoci emozioni
indimenticabili.”
_______
Elisabetta La Piscopia,IAC:
Raffaele Castellucci, 5° B:
“Realizzare i propri sogni, o almeno una parte, senza che gli altri
ti condizionino o scelgano per te,
restando sempre con i piedi per
terra e godendoci la tranquillità
della vita.”
“Per me la felicità consiste in
un’automobile, una bella moglie e
soldi…”
________
“Sarò felice quando nel mondo
esisterà solo la pace, ma anche realizzando i miei sogni…”
_______
Sara Mascolo, 5°P:
“Per me felicità significa continuare la mia storia d’amore, ma
soprattutto andare via da Sannicandro.”
_______
Costanza Chiosco:
“Credo che la felicità sia soprattutto vivere in serenità con se stessi e con chi ci circonda, godendo
di un’ottima salute fisica e mentale.”
_______
Prof.ssa Luppino:
“E’ l’aspirazione fondamentale e
irrinunciabile dell’uomo. Essere
felici significa spendere bene la
propria esistenza, valorizzandola
in tutti i suoi aspetti.”
Anna Vigilante IIaC
il Liceale
crazypage
pagina 12
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il Liceale
po di utenti cambia continuamente e
questo fa sì che anche il gergo usato
si rinnovi a un ritmo incredibile (un
ritmo “generazionale”, considerando che una generazione comprende
un intervallo di almeno 20 anni fra
un soggetto e un altro, anche se le
differenze fra un gruppo anagrafico
e l’altro sono già riconoscibili in un
arco di 4-5 anni. ). E’ abbastanza
comune comunque che espressioni
tipicamente ‘locali’ si diffondano poi a
livello nazionale per le misteriose vie
dei tam-tam.
Colloquiale, gergale, sboccato… Il
linguaggio giovanile appare dunque
piuttosto pittoresco e gustoso per chi
ne fruisce, fatto di parole sconosciute
agli adulti o di parole note, ma usate
con significati particolari. Parole che
cambiano in fretta, ma che lasciano
il segno e caratterizzano intere generazioni.
Altri esempi di parole dei gerghi giovanili sono: lecchino, tosto, imbranato,
sputtanare, sfiga, arrapare, pompato,
gufare, casino, gasato, sclerare, abboccarsi, allampare, allupato, ambaradan, a palla…
Gli italiani sono indecisi
Da un sondaggio è risultato che gli
Italiani non amano le decisioni.
Sarà la paura di sbagliare e di pagarne le conseguenze?!?
O il timore di soffrire e di causare dispiacere agli altri!?? In ogni caso gli
Italiani non amano prendere decisioni, tanto sulle questioni importanti della vita, ma anche nelle piccole
scelte quotidiane.
Il problema è molto comune: prendere una decisione è una vera e propria
missione impossibile per un italiano
su due.
E soprattutto è difficile comunicare la
propria posizione e sostenerla in un
faccia a faccia: meglio nascondersi
dietro un SMS, una e-mail o un colpo di telefono. E’ quanto emerge da
un’indagine condotta su oltre 1.000
italiani, uomini e donne, di ogni età.
Secondo il sondaggio, solo l’8% degli
intervistati si considera una persona
capace di prendere decisioni, mentre
il 18% dichiara di esserlo abbastanza.
Gli altri rimandano il più possibile il
momento decisivo (28%), ponderano
all’infinito sulle conseguenze (23%)e
cercano di far decidere a qualcun altro (16%). Il 9% cerca semplicemente
attualità
di evitare di decidere, mentre l’8% si
fa prendere dal panico!
Quindi appena un italiano su 10 si
butta, sperando di prendere la decisione giusta.
E tutto questo succede, non solo per
le questioni importanti, ma anche per
i piccoli dilemmi quotidiani: tutto questo diventa un ostacolo insormontabile, che tra l’altro genera insoddisfazione. Paradossalmente ben il 72%
vorrebbe apparire una persona decisa, mentre le maggiori difficoltà stanno proprio nell’opporsi alle persone a
cui si vuole bene e si tiene di più.
Certo questo non vuol dire che siamo
l’unica nazione a distinguersi dalle
altre per la forte indecisione nel compiere delle scelte, senza contare che
è ormai un pregiudizio antico quello
degli italiani che non sanno prendere decisioni (Leo Longanesi diceva
ad esempio che ‘gli italiani sono un
pugno di uomini indecisi su tutto’) e
sarebbe interessante capire perché
abbiamo sviluppato questo pregiudizio nei confronti di noi stessi!?
Inoltre, una persona che appare forte, che prende decisioni sul momento
e le porta avanti senza tentennamenti, in realtà, può far paura visto che
le certezze assolute non fanno parte
del genere umano e potrebbe semplicemente significare che sia fragile dal
punto di vista intellettuale.
Per cui anche avere dei dubbi significa saper valutare diverse alternative,
diversi punti di vista, vedere i pro e
i contro nelle decisioni, saper contenere le emozioni, preoccuparsi di non
invadere lo spazio degli altri, di non
ferire i sentimenti altrui...
Ovviamente anche essere sempre
indecisi su tutto è un male: in questo
modo si finisce nel far decidere un’altra persona al nostro posto, e non
necessariamente questa persona ha
la saggezza e gli strumenti per farlo
meglio di noi!
Nel sondaggio questo accade nel
16% dei casi: sicuramente queste
persone farebbero meglio a sbagliare
con la propria testa! Perciò riflettete
sulle vostre situazioni di vita e fate
funzionare il VOSTRO CERVELLo e
non quello degli altri: la vita è la vostra e non loro!!!
Luana Palumbo, III B
pagina 7
Stress
è più a rischio
chi si sente solo
Chi vive solo o in condizioni di scarse
relazioni con il prossimo rischia di
più lo stress. Ed è più facile all’ansia,
all’aggressività e a problemi
cognitivi. Lo sostiene una ricerca
condotta negli Stati Uniti da due
scienziati italiani, Erminio Costa e
Alessandro Guidotti della University
of Illinois at Chicago College of
Medicine, e pubblicata sulla rivista
“Proceedings of the National
Academy of Sciences”. Lo studio ha
scoperto un legame tra isolamento
sociale e ridotta produzione di
allopregnanolone, un ormone antistress. Studiando i topi, i ricercatori
hanno infatti osservato che l’ansia
e l’aggressività che derivano
dall’isolamento potrebbero risalire
ad alterazioni dei livelli di un enzima
che controlla la produzione a livello
cerebrale
dell’allopregnanolone.
Lo stress che l’isolamento sociale
provoca negli animali è assai simile
a quello che si riscontra nell’uomo,
che può essere responsabile di una
serie di effetti, che vanno dall’ansia
all’aggressività, ai disturbi della
memoria. Aver identificato questo
meccanismo
potrebbe
aiutare
a sviluppare farmaci capaci di
trattare gli effetti dello stress anche
nell’uomo.
Elisabetta
il Liceale
web&tecnologia
la pirateria nelle
nuove tecnologie
Internet, fotocamere digitali, i-pod, ma soprattutto computer
e cellulari all’ultimo grido: tutto ciò a cui ricorrono i giovani.
Ma saranno poi strumenti così utili e sicuri?
Nel caso di Internet, sappiamo tutti come sia facile e veloce procurarsi materiale audio e
video. Basta connettersi, andare su uno dei tanti portali a disposizione e digitare il nome
del software prescelto; scaricare il file che si cerca è semplicissimo: bastano pochi secondi.
Se poi aggiungiamo il dettaglio, non certo trascurabili, che tutto questo è praticamente
gratis, ecco presto spiegato perché il fenomeno della pirateria di Internet si è diffuso a ritmi
vertiginosi. Ma chi sono questi “pirati”?
I SOFTWARE DA CUI SCARICARE (PER ORA!!):
•
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•
MusicCity Morpheus: per la condivisione di musica;
Win mx: permette maggiori possibilità di scelta;
Bit Torrent: con questo software è possibile caricare e scaricare
contemporaneamente;
IMesh: dove è possibile scaricare e condividere materiale audio,
video e giochi;
EMule: adatto soprattutto alla ricerca di video;
Shareaza: uno dei software più veloci e forniti.
Nemmeno lontanamente somiglianti a capitan Uncino, altro non sono che ragazzi o
comunque persone normalissime che ricorrono alla rete soprattutto per i costi proibitivi
che hanno gli originali.
I decreti ministeriali e le campagne contro la pirateria sembrano proprio non aver effetto,
nonostante sia già arrivato da qualche mese, ad esempio il decreto Urbani, che considera
illegale la diffusione al pubblico via rete di film, punendo con pesanti multe e confisca degli
strumenti usati. I pirati non hanno certo reagito bene a questo decreto e hanno cercato
di trovare soluzioni alternative, per esempio chiedendo di abbassare il prezzo dei prodotti
originali, chiedendosi perché il Parlamento non interroga sul problema dei virus e delle
mail fantasma che infestano la rete provocando non pochi danni.
La pirateria non riguarda solo Internet, ma anche i cellulari, soprattutto attraverso i virus via
bluetooth e via MMS. Questi sono i più comuni:
COMMWARRIOR: colpisce tutti gli Smartphone con sistema Symbian (il programma
principale che controlla tutte le funzioni); questo virus trasmette messaggi MMS a tutti i
contatti della rubrica e così ti lascia “sul lastrico”
REDBROWSER: potrebbe sembrare un programma per velocizzare la navigazione su
internet invece spedisce messaggi a costi esagerati
BLUEBUGGING: viene trasmesso tramite bluetooth facendo chiamate di nascosto a
numeri a pagamento
CABIR: viene trasmesso via bluetooth e ti scarica la batteria in un lampo
BLUEBUMP: trasmesso sempre via bluetooth, questo virus sfrutta il collegamento senza
filo e usa il tuo cellulare come se fosse suo per navigare e per impossessarsi di tutti i tuoi
dati. Allora volete delle dritte anti-virus? Eccovene alcune:
- Innanzitutto quando vi arriva un MMS, non apritelo immediatamente, ma controllate
prima il mittente e l’oggetto;
- fate attenzione quando scaricate nuovi software e applicazioni sul telefono,
soprattutto se non si conosce l’origine;
- ricordatevi di disattivare il bluetooth quando non lo usate o mettetelo in modalità
nascosta: così i pirati non possono identificarvi;
- se possibile, scaricate sul cellulare un programma di protezione antivirus;
- se notate qualcosa di strano sul vostro cellulare, chiamate subito l’assistenza
tecnica.
Quindi per evitare brutte sorprese, sono necessari piccoli accorgimenti…E vedrete che i
virus staranno lontani dai vostri cellulari!!
Rossella Vocale I AC
pagina 8
Visitate il sito
www.justloseit.altervista.org
il Liceale
Dopo 15 anni di latitanza a 43
anni il più grande narcotrafficante del Gargano è stato catturato.
GIOVANNI D’AMARO:
ARRESTATO!
Il Sito dei Liceali
sannicandresi!
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…e Il Liceale
....è On-line
Lui afferma: “Non mi pento
della vita che ho fatto”.
SAN NICANDRO G. – Queste sono le
sue ultime parole rilasciate alla stampa Giovedì 15 Gennaio, il giorno del
suo compleanno. D’Amaro Giovanni,
boss della mafia garganica, è stato
catturato nella sua villa a Tarantone
con un’imboscata da parte dei corpi
speciali dei Carabinieri di Roma. La
sua villa è stata circondata da 35 auto
dei Carabinieri e ben 13 elicotteri sorvolavano il perimetro della città.
Sin da piccolo D’Amaro Giovanni
aveva mostrato la sua indole mafiosa
essendo amico stretto di altri pezzi
grossi della mafia garganica di oggi e
non: Enzo Petrucci (detto El Matador),
Antonio Palladino (detto El Machico) e
Nazario Paolo Russo (detto El Pop).
A soli 10 anni compì la sua prima rapina a mano armata insieme ai suoi
più cari amici facendo poi una strage
nell’ufficio postale con 4 M-12.
A 17 anni, dopo aver scontato 5 anni
nel carcere minorile di Bari, entra nel
giro della droga insieme a El Machico,
mentre El Pop e El Matador si specializzano nel campo dei sequestri di
persona.
Il suo primo vero colpo lo ha fatto a
19 anni esportando 2,5 tonnellate di
cocaina in Spagna.
A 23 anni, ormai viziato dal poker e
dalla bella vita, instaura il suo regime
di potere nel mondo della mafia. Dopo
5 anni viene accusato di possesso di
bische clandestine in cui si pratica il
gioco d’azzardo. Dopo aver perso la
causa inizia il suo periodo di latitanza
per le coppe del Gargano (Bosco Rosso, Boscoso, la Cava, il Monte Nero,
Monte Vergine e San Michele).
Però dopo ben 14 anni riesce a nascondersi nella sua villa a Tarantone,
ma ben presto l’anno seguente, viene
colto in flagrante nella sua abitazione.
A breve si svolgerà il processo in cui
i giudici hanno proposto ben 7 ergastoli.
Tutti ben sanno che una cosa del genere non si vedeva dall’arresto di Totò
Reina e ognuno di noi spera che giustizia sia fatta.
Russo Nazario - Paolo Enzo Petrucci
crazypage
pagina 11
il caso della
signora in giallo
Dunque, è diversi anni che la serie televisiva che vede protagonista la simpatica
ed arzilla Angela Lansbury ci tiene compagnia all’ora di pranzo. Ne ha passate
di ogni, la povera Jessica Fletcher, ma ne è sempre uscita alla grande: non
solo viva e vegeta, pur abitando a Cabot Cove (che è il paese con la più alta
incidenza di omicidi non solo in America, ma in tutto il mondo), ma anche fiera e
indomita risolutrice degli enigmi della vita reale, degni dei suoi gialli.
Ora però vorrei focalizzare la vostra attenzione su due diverse problematiche:
1) ma se ovunque la cara nonnina va c’è sempre di mezzo un terribile omicidio,
anche nelle situazioni più idiote, perchè non se ne può stare a casa sua???
2) ma se è proprio vero il punto numero uno, ovvero che ovunque va lei crepa
qualcuno, non è che la dà a bere a tutti noi ed in realtà è lei l’efferata criminale
autrice di tali atroci delitti, che con abili mosse psicologiche riesce ad innescare
un meccanismo di autoconvincimento nel presunto omicida?
E soprattutto, che cosa vuol dire MURDER, SHE WROTE?? Come se, ad esempio, chiamassimo il gioco di Pupo “DOMANDA, LORO RISPOSERO” o un gran
premio di moto gp “GARA, LORO CORSERO”. Proporrei di mandare in una
clinica di disintossicazione (ma buona!) gli autori di questo telefilm.
ARTICOLO, IO SCRISSI.
Emanuela Stoduto IIaC
Prof.
GIÒ
Giovanni Mascolo ( Giò fu il nome assunto più tardi dal poeta tramite la moglie)
nacque nel 1965 a San Nicandro, un piccolo paese del Gargano.
La città natia rimase sempre nella sua memoria come simbolo di serenità
luminosa, gioia vitale, e fu cantata più volte nelle sue poesie.
Trasferitasi la famiglia a Bologna, frequentò i suoi studi presso la facoltà di
psicologia che lasciò successivamente, iniziando poi quella di filosofia.
Conoscendo poco la lingua bolognese, si gettò negli studi, creandosi rapidamente
una notevole cultura latinista basata sulla mortadella, tortellini di Giovanni (Giò)
Rana e Grana Padano.
Delle sue origini era fierissimo, tanto che, dopo aver conseguito la laurea e
conosciuta Laura, sua moglie, tornò nel suo paese natio.
A San Nicandro conobbe il prof. Nicandro Navarra (che costituiva per lui un
modello di figura intellettuale) e strinse amicizia con Don Roberto, formando il
gruppo Rob, Nick & Giò.
Dopo una faticosa esperienza presso la scuola “Vocino”, viene esiliato al liceo
“De Rogatis” dove gli vengono affidati le attuali 4a C e 5a A. Ciò fu la ragione della
sua attuale “depressione”. Per questo siamo molto vicino alla sua famiglia.
Maria De Filippi &
Maurizio il postino