Giovanni Pinarello si è spento a 92 anni

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Giovanni Pinarello si è spento a 92 anni
Bici d'epoca e bici d'oggi
Giovanni Pinarello si è spento a 92 anni
Giovanni Pinarello:
la mitica "maglia nera"
del Giro d'Italia si è spento.
Giovanni si è spento a 92 anni all’Ospedale di Treviso. Ultimo al Giro 1951, le bici della sua famiglia sono uno dei
marchi più prestigiosi del Made in Italy
di Mario Labadessa
G.Pinarello indossa la "maglia nera" al 34° Giro d'Italia del 1951
Treviso 4 settembre 2014. Alle sei di ieri sera Giovanni Pinarello ha dato l’ultima pedalata. Aveva 92 anni.
E’ morto all’ospedale di Treviso accanto alla moglie Ida, ai figli Carla e Fausto e ai tanti nipotini.
L’altro figlio Andrea era scomparso troppo presto nell’agosto del 2011… Pinarello, detto Nani, è stato
la storica maglia nera del ciclismo. Per volontà era un campione, ma non per il suo fisico. Gli mancava qualcosa e
siccome non poteva correre come Coppi e Bartali pensò che quella maglia nera sarebbe stata più importante che arrivare
quinto o settimo al Giro d'Italia.
Era il Giro del 1951, quello in cui Coppi lasciò per protestare contro la "società della spinta" e l'eccessiva tolleranza dei
giudici. Giovanni non faceva il furbo, non si attaccava alle auto, se qualcuno gli dava una spinta, gli diceva "grazie".
Coppi invece non potevano spingerlo, andava troppo forte. Si racconta che per quella maglia nera "Nani" studiò veri e
propri agguati, nascondendosi per far passare tutti gli altri e spuntare fuori per arrivare entro il tempo massimo. A due
giorni dal traguardo finale pagò due ragazzi per stargli vicino, perchè un guasto meccanico o un imprevisto non
rovinassero tutto. E quando arrivò al Vigorelli a Milano fece un giro d'onore da solo e un giro davanti a Fiorenzo Magni.
Per Nani questa maglia nera è stata la popolarità, gli ha portato l'affetto della gente, tanta simpatia. E' diventato un
personaggio senza essere un campione.
Nel 1933 viene istituito
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un trofeo simbolo del giro:
la "maglia nera"
Nel 1933 venne istituita dalla Gazzetta dello Sport la "maglia nera" al Giro d'Italia, che contraddistingueva l’ultimo
corridore in classifica e che spesso era oggetto di disputa agguerrita ancora più di quella rosa. Noti i casi di corridori che
si attardavano forando appositamente le proprie stesse ruote o che si nascondevano in bar e fienili con lo scopo di
perdere tempo, per poi sbucare alle spalle del gruppo sul finire della tappa. La conquista di questa maglia non era affatto
facile in quanto bisognava arrivare comunque entro un tempo massimo definito per ogni tappa. Sono passate alla storia
le celebri sfide tra Sante Carollo e Luigi Malabrocca negli anni Quaranta per aggiudicarsi l’ambito simbolo
nonché il cospicuo premio in denaro ad esso collegato. La maglia fu definitivamente dismessa nel 1979.Nel 2008 è stato
introdotto l'analogo "numero nero", conquistato da Markus Eichler del Team Milram
Fu pagato per
non fare il Giro
Stava per partire il Giro d'Italia 1952 e Giovanni Pinarello, certo del suo posto e con il numero di gara già assegnatogli in
seno alla "Bottecchia", era con gli altri compagni di squadra nell'albergo a Milano per la partenza allorchè, come un
fulmine a ciel sereno, i responsabili della squadra gli fecero capire che non c'era più posto per lui. Cos'era successo?
Semplicemente che Coppi non gradiva avere nella "Bianchi" il pur valido Pasqualino Fornara, preferendo solo uomini
devoti alla sua causa. Fornara, appiedato all'ultimo, trovò qualcuno che riuscì a convincere patron Carnielli a dargli un
posto nella "Bottecchia" ed ebbe, appunto, quello di Pinarello. Ci rimase tanto male Giovanni che i Carnielli per ripagarlo
gli corrisposero un buon premio di consolazione: centomila lire che il rabbioso "Nani" impiegò per aiutare la famiglia e
aprire la bottega: iniziò così un'attività commerciale che con tanto lavoro, tanto spirito di sacrificio, idee buone, l'ha portato a
essere un nome mondiale nel settore della produzione e a salire, con le sue bici, sul podio di Giro, Tour, Olimpiadi e
Mondiali. Per uno nato e cresciuto povero, abituato a litigare con gli altri 11 fratelli per un pezzo di polenta, con quella
passione feroce per il ciclismo che gli faceva amare la vita di gregario che pure era una vitaccia, è stata una grande
fortuna. Poi la famiglia, la moglie Ida sposata a 37 anni, i figli Carla, Fausto (in onore di Coppi) e l'ultimo Andrea (che si
doveva chiamare Gino, ma siccome Bartali non era ancora morto ha preso il nome del figlio di Ginettaccio). Come gli
scrisse Gino Bartali in una dedica, fu maglia nera nel ciclismo ma rosa nella vita.
La storia di
Giovanni Pinarello
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Bici d'epoca e bici d'oggi
Giovanni Pinarello nasce a Catena di Villorba(TV) nel 1922, ottavo di dodici fratelli. La vita in questo periodo non è certo
facile: la famiglia non benestante e le due guerre mondiali oltretutto, hanno condizionato la vita di questa, come peraltro
quella di tantissime altre famiglie del Veneto contadino. Nonostante l´indigenza di quegli anni, Giovanni scopre fin da
giovane la passione per le due ruote, e prendendo a prestito gran parte del materiale, inizia a gareggiare all´età di
diciassette anni nelle categorie minori.....I risultati non tardano ad arrivare e dopo aver collezionato oltre 60 successi
nella categoria dilettantistica, passa al professionismo nel 1947. Correrà con i professionisti fino al 1953, aggiudicandosi 5
corse.
La Pinarello nasce per opera di Giovanni Pinarello alla fine degli anni Quaranta a Catena di Villorba. Giovanni,
comunque, apprende i primi rudimenti come costruttore di bici già prima della guerra, poco più che quindicenne, presso la
ditta Paglianti e nella sua Catena, a casa propria, quando ancora gareggiava. Già nel 1922, infatti, suo cugino Alessandro
aveva iniziato, in una piccola officina, a costruire biciclette, come dimostra la Medaglia d´Oro ed il Diploma di
Partecipazione alla Fiera di Milano del 1925.Durante questi anni Pinarello assieme a pochi altri collaboratori comincia
anch´egli a fabbricare biciclette: inizialmente si costruiscono e vendono soprattutto bici sportive e da città, sia per uomo
che per donna, mentre le bici da corsa restano ancora per pochi appassionati e ciclisti di professione della zona. I telai
grezzi sportivi e per bici da città, per la maggior parte vengono costruiti all'interno dell´officina, mentre quelli da corsa
derivano prevalentemente da esperti costruttori esterni. I pezzi vengono verniciati ed assemblati in un vecchio
magazzino nella casa di famiglia fuori Treviso. Si tratta di una produzione totalmente artigianale e che quindi non
permette di fare grandi numeri. L´intento è già quello di dare una immagine al prodotto ben definita e di collocarlo in un
segmento elevato.
Nel 1952 si presenta l´occasione di poter cominciare la propria nuova attività commerciale ed artigianale in Treviso. Infatti
in quell'anno Giovanni deve rinunciare, all´ultimo momento, alla partecipazione al Giro d´Italia per lasciare il posto
all´emergente Pasqualino Fornara. La rinuncia è ovviamente forzata, ma viene ripagato dalla Bottecchia (società per la
quale correva come professionista), con 100.000 lire, somma ingente per quei tempi che gli consente di avviare,
appunto, il primo negozio a Treviso.
La carriera
Professionista tra il 1946 ed il 1953, corse per la Lygie, la Stucchi e la Bottecchia. Le principali vittorie da professionista
furono una tappa al Giro delle Dolomiti nel 1948, la Coppa Lepori e la Coppa Barbieri nel 1950 e una tappa alla RomaNapoli-Roma nel 1951. Fu secondo alla Milano-Torino nel 1947 ed alla Milano-Modena del 1951, terzo al Trofeo
Matteotti nel 1950. Fu maglia nera al Giro d'Italia 1951, mentre all'edizione successiva fu sostituito all'ultimo momento da
Pasquale Fornara. La squadra lo compensò con 100.000 lire che formarono la base per formare la fabbrica di biciclette
Pinarello.
Palmares
- 1942La Popolarissima
- 1948 2a tappa del Giro delle Dolomiti
- 1950 Coppa BarbieriCoppa Lepori
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Bici d'epoca e bici d'oggi
- 1951 2a tappa Roma-Napoli-Roma
- 1951Maglia nera Giro d'Italia
Elenco delle squadre
- Squadra
Naz 1953
- BottecchiaITA 1952
- BottecchiaITA 1951
- BottecchiaITA 1950
- Stucchi
ITA 1949
- Stucchi
ITA 1948
- Lygie
ITA 1947
- Lygie
ITA 19
Video
Presentiamo la bici Bottecchia con cui corse Giovanni Pinarello al Giro d'Italia del 1951 diventando famoso conquistando
l'ambita "maglia nera"
Intervista della Rai
a Giovanni Pinarello
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