Romania - Forum Formazione

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Romania - Forum Formazione
Forum Formazione
Alba
ROMANIA
Alina Cosocar
Corso Apprendistato
ROMANIA
La Romania (in romeno România) è uno stato nel sud-est
dell'Europa, nell'area detta Europa danubiana, attigua
all'Europa balcanica. Istituita nel 1859 e riconosciuta come
stato indipendente nel 1877, la Romania confina a nord-est con
l'Ucraina e la Repubblica di Moldavia, ad ovest con l'Ungheria e
la Serbia e a sud con la Bulgaria. La Romania possiede anche
244 km di litorale sul Mar Nero.
La Romania fa parte dell'Unione europea dal 1º gennaio 2007.
STORIA DEL NOME
Il nome "Romania" deriva dall'aggettivo latino Romanus,
romano. Il nome "Romania" viene usato ufficialmente per
denominare le terre dell'attuale stato di Romania solo dal XIX
secolo. Prima si parlava di Valacchia e Moldavia, per
denominare i principati a popolazione romena. Mentre il nome
Valacchi deriva dai termini "Vlah" utilizzati dalle popolazioni
germaniche e slave per denominare tutte le genti europee di
lingua latina, i valacchi chiamavano se stessi "romeni".[2] Il
motivo per cui i romeni si identificano attraverso la parola latina
"romanus" (română român/ e quindi rumân) comincia ad essere
menzionato a partire dal XVI secolo da alcuni autori, tra i quali
alcuni umanisti italiani che ebbero modo di viaggiare in
Transilvania, Moldova e Valacchia. Il più antico documento
scritto in lingua romena, è una lettera del 1521 (conosciuta
sotto il nome di "La Lettera di Neacşu da CâmpulungScrisoarea lui Neacşu din Câmpulung") nella quale veniva
annunciato al rappresentante locale di Braşov l'imminente
attacco da parte dei Turchi. Nel periodo tardo-antico, l'Impero
romano spesso era identificato, in lingua latina, dalla parola
"Romània".
GEOGRAFIA
Gran parte della frontiera romena con la
Serbia e la Bulgaria a sud e a sud-ovest è
formata dal Danubio. Il Danubio ha come
affluente il fiume Prut che forma il confine
con la Repubblica di Moldavia a nord-est,
dove la foce del fiume sul Mar Nero delimita
anche il confine con l'Ucraina.
I monti Carpazi dominano gran parte della
Romania
soprattutto
a
Nord-Ovest
disponendosi a ferro di cavallo, con cime
alte fino a 2.500 m e raggiungendo i 2.544 m del monte Moldoveanu.
Le città principali sono Bucarest (Bucureşti), Iaşi, Braşov, Timişoara, Cluj-Napoca,
Costanza (Constanţa), Craiova, Sibiu, Galaţi, Oradea, Bacău.
Accanto al Danubio, i fiumi più importanti della Romania sono:
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il Mureş;
l' Argeş;
il Someş;
il Siret;
il Prut e l'Olt sfociano nel Danubio, che delimita il confine tra Romania e
Bulgaria e sfocia, con un grandissimo delta, nel Mar Nero.
Danubio
Il Danubio (in tedesco Donau, ungherese Duna, slovacco e polacco Dunaj,
serbo-croato Dunav o Дунав, ucraino Дунай , bulgaro Dunav o Дунав,
rumeno e moldavo Dunarea) è un
fiume dell'Europa centro-orientale.
Con 2.902 km è il secondo corso
d’acqua più lungo del continente
(dopo il Volga), e il più lungo fiume
navigabile dell'Unione europea. Le
sue fonti sono nella Foresta Nera in
Germania, dove due piccoli fiumi, il
Brigach e il Breg, si riuniscono a
Donaueschingen. È a partire da
questo punto che il fiume prende il
nome di Danubio, anche se si
tende a pensare che il Brigach sia
a sua volta un affluente del Breg,
pertanto quest'ultimo sarebbe già il Danubio. Dalle sorgenti scorre verso est, e
attraversa varie capitali dell'Europa centrale e orientale (Vienna, Bratislava,
Budapest e Belgrado). Alla fine del suo corso si getta nel Mar Nero attraverso
un ampio delta sul confine tra Romania e Ucraina. Il delta del Danubio è
incluso nella lista del patrimonio mondiale dell'UNESCO.
Mureş
Il fiume Mureş (Maros in ungherese, Mieresch o Marosch in tedesco;
anticamente era conosciuto con il nome latino di Marisus) è un corso d'acqua
che attraversa la Romania e l'Ungheria e dopo 761 km si getta nel Tibisco.
Nasce in Romania nei Carpazi orientali dal monte Hăşmaşu Mare, nel comune
di Voşlăbeni, non lontano dalla sorgente di un altro grande fiume rumeno l'Olt
il quale è detto essere il fiume fratello. Dalla montagna da cui nasce si getta
verso la depressione di Giurgeu per andare a tagliare da oriente ad occidente
la Transilvania separando in essa altre regioni geografiche: l'Altopiano del
Târnava con la Pianura della Transilvania e nei Carpazi Occidentali i Monti
Apuseni dai Monti Poiana Ruscă creando in questo tratto un corridoio naturale
che unisce il suo grande bacino transilvanico con la Grande Pianura
Ungherese una regione geografica storicamente chiamata Banato.
Quest'area ha come suo fiume maggiore il Tibisco. Affluente di quest'ultimo, il
Mureş, termina nell'estremo sud-est dell'Ungheria, non lontano dalla città di
Seghedino (capoluogo della provincia di Csongrád) dopo aver attraversato
altre importanti città di questa parte
di Europa orientale tra cui Makó
(sempre
in
Ungheria),
Arad
(capoluogo del distretto omonimo),
Deva (capoluogo del distretto di
Hunedoara), Alba Iulia (capoluogo
del distretto di Alba), Târgu Mureş
(capoluogo del distretto di Mureş), e
Topliţa (municipio del distretto di
Harghita dove è situata la sorgente
del
Mureş)
quindi,
tranne
quest'ultimo, possiamo vedere che
lungo le sponde del Mureş sorgono
tutte le città capoluogo delle province
che esso attraversa.
Gli affluenti maggiori del Mureş sono per quanto riguarda la sua sponda
sinistra: il Niraj, il Târnava Grande ed il Târnava Piccolo (i quali si uniscono
vicino la città di Blaj nel distretto di Alba, pochi chilometri prima di gettarsi nel
Mureş), il Sebeş, Strei e Cerna; a destra l'Arieş e l'Ampoi.
Argeş
Il fiume Argeṣ è un affluente del Danubio che scorre nella parte sud
occidentale della Romania . Nasce nella parte occidentale della cima
principale dei Monti Făgăraṣ dalla confluenza del torrente Buda e dal torrente
Capra. Il torrente Buda nasce dalla cima del monte Arpaşu Mic a 2.030 m.
mentre il torrente Capra è un emissario del lago di origine glaciale Capra. A
valle della confluenza è stata costruita una diga con centrale idroelettrica. Il
fiume scorre in direzione nord- sud fino all'abitato di Piteṣti poi scorre verso
occidente aumentando la sua portata d'acqua dai 19,6 m3/s fino ai 73 m3/s
alla confluenza col Danubio. Nella prima parte del corso del fiume sono state
costruite 17 centrali idroelettriche.
Someş
Il Someş (lingua ungherese: Szamos), è un fiume dell'Europa centrale
affluente del Tibisco. Il fiume nasce in Romania, dove attraversa il distretto di
Maramureş e il distretto di Satu Mare, attraversa la città di Satu Mare e
prosegue in Ungheria nella provincia di Szabolcs-Szatmár-Bereg dove, presso
Vásárosnamény, confluisce nel fiume Tibisco.
Il fiume Someş era conosciuto nell'antichità col nome Samus.
Siret
Il fiume Siret nasce nei Carpazi Settentrionali in Ucraina, nella Bucovina del
Nord in un territorio che prima della Seconda Guerra Mondiale faceva parte
della Romania. Nonostante questo per la Romania rappresenta il fiume con il
più grande bacino idrografico (44.835 km²), con un percorso lungo 706 km, di
cui 559 in Romania, che sfocia nel Danubio presso Galaţi dopo aver
attraversato gran parte della Moldavia rumena. Gli affluenti del fiume da destra
sono: Suceava, Moldova, Bistriţa, Trotuş, Putna e Buzău. A sinistra:
Bârlad.Lungo il suo percorso sono state realizzate durante il periodo
comunista molte dighe che hanno ridotto il pericolo di inondazioni anche se
non eliminato. L'ultima nell'estate del 2005 quando il fiume ha aumentato la
sua portata di circa 25 volte il suo normale scorrere, provocando ingenti danni
alla popolazione rumena che ha contato 20 morti.Le principali città
attraversate sono: Siret, Paşcani, Roman, Bacău, Adjud e Galaţi.
Il suo nome antico era Hierasus.
Prut
Il Prut o Pruth (in ucraino: Прут) è un fiume tributario del Danubio. È lungo
circa 910 km 240 dei quali scorrono in Ucraina.
Nasce dai Carpazi orientali nel Sud-ovest dell'Ucraina (regione di IvanoFrankivs'k) e scorre verso sud-est per unirsi da sinistra al Danubio presso
Reni, ad est di Galaţi (Romania). Nell'antichità era conosciuto come fiume di
Porata o di Pyretus. Prima dell'occupazione da parte sovietica della
Bessarabia e della Bucovina del Nord nel 1940 il fiume era quasi interamente
in territorio romeno. Al giorno d'oggi, per una lunghezza di 711 Km forma il
confine fra la Romania e la Moldavia. Ha una portata di 160 m³/s e un bacino
idrografico di 27.500 km², di cui 10.990 km² in Romania. La città più grande
lungo il fiume è Černivci (Cernauti), Ucraina. Il fiume è navigabile dalla città di
Iaşi (Romania).
Di importanza storica è la pace del Prut, che lo Zar Pietro il Grande fu
costretto a firmare il 23 luglio 1711, dopo che le sue truppe furono accerchiate
dai Turchi nella cittadina di Huşi.
Olt
Il fiume Olt (in passato conosciuto con il nome latino di Alutus) è uno dei più
importanti fiumi della Romania. La sorgente è situata sul Monte şmaşul
Hă
Mare nei Carpazi orientali non lontana dalla sorgente del fiume Mureş infatti
sono anche detti essere i Fiumi fratelli.Percorre i distretti di Hargita, Covasna,
Braşov, Sibiu, Vâlcea Olt, Teleorman.Le principali città attraversate dal fiume
sono: Miercurea Ciuc, Sfântu Gheorghe, Făgăraş, Râmnicu Vâlcea e
Slatina.L'Olt dopo un percorso lungo 615 km sfocia nel grande fiume Danubio
vicino a Turnu Măgurele.
POPOLAZIONE
Crescita demografica dal 1961 al 2003
In diminuzione da oltre trent'anni, la popolazione romena fa registrare un tasso di
crescita naturale negativo (-0,4%) e una forte mortalità infantile (1,8%, più di quattro
volte superiore a quella italiana) dovuta all'arretratezza economica del paese. In
aumento dal 1948 la popolazione urbana (circa il 58% del totale).
ETNIE
La grande maggioranza della popolazione è di etnia romena.
Vi sono delle notevoli minoranze ungheresi (6,6% secondo il censimento del 2002) e,
in misura minore, rom (2,5%), ucraine (soprattutto nelle regioni settentrionali; 0,3%
della popolazione totale del paese), tedesche (0,3%), turche e tatare (in Dobrogea;
0,26%) o anche russe (0,2%) e serbe (0,11%). Le numerose minoranze etniche, oltre
una ventina, sono per legge rappresentate in Parlamento ciascuna da un
parlamentare.
La minoranza magiara è concentrata in due dei distretti centrali del Paese (Harghita
e Covasna, inoltre quasi il 50% nel Mures) e si esprime politicamente tramite un
partito. Una parte della minoranza ungherese appartiene all'etnia sicula, mentre nella
Moldavia romena vi sono alcune decine di migliaia di ungheresi "arcaici" di etnia
csango.
Fino agli anni sessanta era piuttosto rilevante anche una minoranza tedesca
presente soprattutto in Transilvania (Siebenburgen in tedesco, Erdely in ungherese,
"Ardeal" in romeno) e nelle regioni occidentali, ma per la maggior parte, date le
condizioni politiche, economiche e sociali, è emigrata in Germania; oggi rappresenta
qualche punto percentuale soprattutto nel Banato e nel distretto di Satu Mare
(estremo nord-ovest). I tedeschi della Transilvania, immigrati nel medioevo,[3]
vengono denominati "sassoni", mentre quelli del Banato, immigrati prevalentemente
nel XVIII secolo, "svevi".[4]
Tra i gruppi etnici presenti vanno annoverati i rom, una piccola minoranza polacca
(circa diecimila persone) che vivono nella provincia di Suceava e un'altra piccola
minoranza croata (anch'essa di circa diecimila persone) che vive intorno alla città di
Caraşova e nei pressi della frontiera con la Serbia nel Banato.
Altre minoranze, di modesta entità, sono quelle slovacche, ceche, ucraine, russe
(lipoveni), armene, greche e altre ancora.
Secondo stime attuali, in Romania vivono anche circa 200 mila italiani, quasi tutti
arrivati negli ultimi vent'anni. Gli italiani si sono soprattutto accentrati nel Banato
(zona di Timisoara) e nella Transilvania, ma si trovano in tutte le regioni della
Romania, creando piccole o medie imprese e numerosi bar, pizzerie e ristoranti.
Accanto agli italiani di recente immigrazione, vi è anche una piccola minoranza
italiana storica (stimata tra le 9.000 persone) in particolare residente a Câmpulung,
dove opera la "Comunità Italiana di Câmpulung Muscel", la più grande comunità
italiana del Paese. Altri gruppi si trovano a Galaţi, Iaşi, Tulcea e Sântămăria-Orlea,
oltre che a Bucarest. L'attuale parlamentare della minoranza italiana è espresso dalla
comunità di Suceava (associazione ROASIT)
La presenza italiana in Romania risale alla fine dell’Ottocento e al inizio del
Novecento, quando italiani provenienti da alcune regioni allora povere (in particolare,
dal Veneto e dal Friuli), migravano infatti in Romania per lavorare nelle miniere, sui
cantieri delle ferrovie o nell’edilizia. http://it.wikipedia.org/wiki/Romania - cite_note-5 Secondo
ricerche storiche, tra la fine dell’800 e la seconda guerra mondiale vi si trasferirono
130.000 italiani, per la maggior parte ritornati in patria dopo 1945.
LINGUA
La lingua ufficiale è il romeno, una lingua neolatina quindi appartenente alla famiglia
delle lingue romanze, imparentata con altre lingue dello stesso gruppo parlate da
oltre 800 milioni di persone in tutto il mondo, principalmente in America ed in Europa.
Il lessico romeno contiene il 75% di elementi latini ed elementi di altre lingue. Un
vaglio effettuato da dei ricercatori romeni[8] ripartisce le varie influenze secondo il
seguente schema:
La Romania è l'unica nazione dell'Europa orientale in cui una lingua neolatina è
dominante. (Grecia, Serbia e Bulgaria hanno solo piccole minoranze romanze,
imparentate con il romeno).
Le minoranze parlano le proprie lingue.
Il francese ha tradizionalmente rivestito il ruolo di principale lingua straniera
insegnata in Romania.http://it.wikipedia.org/wiki/Romania - cite_note-8 Il paese è anche
membro dell'Organizzazione Internazionale della Francofonia e la città di Bucarest
ne ha ospitato nel 2006 il congresso biennale.
RELIGIONI
Per la maggior parte i romeni appartengono alla Chiesa ortodossa romena. Il
Cattolicesimo di rito latino è praticato soprattutto dagli ungheresi e dai csango, che in
gran parte vivono in Transilvania e nella Moldavia romena, mentre che il
Cattolicesimo di rito bizantino è praticato dai romeni di Transilvania, fedeli della
Chiesa greco-cattolica romena. Tutti i battezzati cattolici in Romania rappresentano il
8,64% della popolazione, secondo statistiche cattoliche. Il protestantesimo (in
particolare il Calvinismo, il Luteranesimo e l'Unitarianismo), è principalmente
praticato da popolazioni di origine tedesca e ungherese della Transilvania.
In Dobrugia, la regione che si trova sulla costa del Mar Nero, vi è una piccola
minoranza islamica, resto della colonizzazione ottomana.
La comunità ebraica, che fu una delle più consistenti d'Europa (756.930 appartenenti
nel 1930), subì le persecuzioni della seconda guerra mondiale per mano dei nazisti,
e poi a causa della politica di Ion Antonescu (il numero degli ebrei romeni uccisi
oscilla tra le 270.000 e le 380.000 unità)[. Dei sopravvissuti, la stragrande
maggioranza è emigrata in Israele dove gli ebrei di origine romena costituiscono ora
una delle presenze più importanti.
STORIA
Dacia
Il territorio dell'attuale Romania fu abitato da Celti, Traci, popoli iranici e, attorno al
200 a.C., Daci, una tribù dei Traci. Alla fine nacque uno stato sotto il governo del re
Burebista (70 a.C.-44 a.C.). Sotto il suo regno i Daci divennero uno stato potente che
minacciava anche gli interessi dei Romani nella regione. Giulio Cesare era deciso ad
intraprendere una campagna contro i Daci, ma fu assassinato nel 44 a.C. Qualche
mese più tardi, Burebista condivise la stessa fine, assassinato dai suoi stessi nobili. Il
suo potente stato fu diviso in quattro e non si riunificò fino al 95 d.C., sotto il regno di
Decebalo. Lo stato Daco sostenne una serie di conflitti con l'Impero romano in
espansione e fu infine conquistato nel 106 dall'Imperatore romano Traiano, durante il
regno del re dacio Decebalo. Nell'impossibilità di proteggere adeguatamente la
provincia dai popoli barbari, l'imperatore Aureliano ordinò nel 271 all'esercito romano
di abbandonare la Dacia e ritirasi al di là del Danubio.
Romania nel medioevo
Seguirono delle vaste ondate di invasioni: nuovi popoli di cultura iranica (Cimmeri,
Alani, Iazigi, Aorsi, Iasi, Rossolani), germanica (Eruli, Goti, Vandali, Longobardi),
slava, turco-tartara (Unni, Avari, Proto-bulgari, Tartari, Mongoli), ugrica (Ungheresi,
Siculi) e pacifiche immigrazioni ebraica, armena, rom, ecc... giunsero in varie ondate
a partire dal III secolo d.C. Ma furono soprattutto gli Slavi, giunti nel VII secolo e gli
Ungheresi, giunti entro il IX secolo ad avere una certa influenza sulla storia della
Romania fino al momento della conquista ottomana.
Secondo alcuni storici, altri latini, i Valacchi, in fuga da aree dove gli slavi avevano
preso il sopravvento, sarebbero giunti in epoca più tarda in Romania (VII secolo? XIII
secolo?), dopo aver oltrepassato il Danubio da Sud, mescolandosi con i DacoRomani ed altri popoli minoritari presenti sul territorio per formare la nazione
Rumena.
Soltanto nel XIV secolo nacquero i principati più grandi di Moldavia (in rumeno:
Moldova) e Valacchia (in rumeno: Ţara Româneasca - Paese Rumeno) per
combattere una nuova minaccia nella forma dei Turchi ottomani, che conquistarono
Costantinopoli nel 1453. Nel 1541, l'intera penisola balcanica e gran parte
dell'Ungheria erano province Turche. Tuttavia la Moldavia, Valacchia e Transilvania
restarono paesi tributari, vassalli del impero ottomano, godendo di una larga
autonomia interna ed di una certa indipendenza esterna.
La conquista ungherese della Transilvania durò circa due secoli. Nel XI secolo la
Transilvania diventò una parte autonoma del regno ungherese e cominciò ad essere
colonizzata dagli ungheresi e soprattutto dai Siculi) ed anche da un certo numero di
tedeschi che sottomisero le popolazioni presenti in quel momento sul territorio.
Nell'anno 1600 i tre principati rumeni furono, per un breve periodo, uniti dal principe
valacco Mihai Viteazul, ma l'unità scomparve quando Mihai fu ucciso, soltanto un
anno più tardi, dai soldati di un ufficiale austriaco.
Dopo quasi due secoli di dominazione ottomana e cioè agli inizi del XVIII secolo
Ungheria e Transilvania divennero parte dell'Impero austriaco. Gli austriaci, a loro
volta, espansero rapidamente l'impero: nel 1718 un'importante parte della Valacchia,
chiamata Oltenia, fu incorporata nell'impero austriaco e ritornò alla Turchia soltanto
nel 1739.
Nel 1775 l'impero austriaco occupò la parte nord-occidentale della Moldavia,
chiamata più tardi Bucovina, mentre la parte orientale del principato (chiamata
Bessarabia) fu occupata nel 1812 dalla Russia.
Il risveglio nazionale della Romania
Come in gran parte dei Paesi europei, il 1848 portò rivoluzione alla Moldavia,
Valacchia e Transilvania. Gli scopi dei rivoluzionari erano di completare
l'indipendenza delle prime due e l'emancipazione nazionale della terza e rimasero
incompiuti; furono tuttavia la base di successive evoluzioni. Inoltre il sollevamento
aiutò la popolazione dei tre principati a riconoscere la loro unità di lingua ed interessi.
Tassati pesantemente e mal amministrati sotto
l'impero ottomano, nel 1859, sotto incitamento
e suggerimento di Napoleone III re di Francia, il
popolo di Moldavia e Vallachia elesse la stessa
persona -- Alexandru Ioan Cuza -- come
principe. Così nacque la Romania.
Il regno di Romania
Il trattato del Trianon, con il quale nel 1920 la
Transilvania passò dall'Ungheria alla Romania.
Nel 1866 il principe tedesco Carol di Hohenzollern-Sigmaringen fu scelto come
principe, con una mossa atta ad assicurare un appoggio tedesco per la futura
indipendenza. Nel 1877 Carol condusse le armate rumene in una Guerra di
indipendenza piena di successo e fu incoronato come primo Re della Romania nel
1881.
Alla fine della prima guerra mondiale gli imperi austro-ungarico e russo svanirono; gli
organi governativi creati in Transilvania, Bassarabia e Bucovina scelsero l'unione con
la Romania, creando la Grande Romania. Queste acquisizioni di fatto raddoppiarono
l'estensione della superficie dello stato romeno, ma per contro gli procurarono
l'ostilità dei Paesi vicini.
In tutto questo periodo, cioè dal 1914 al 1927 la Romania venne governata dal re
Ferdinando I. Sovrano colto ed intelligente, conscio della necessità di modernizzare il
regno, promosse nel 1923 una nuova costituzione liberale e una riforma agraria a
favore dei piccoli contadini, concesse la cittadinanza agli Ebrei rumeni e cercò di
sviluppare le imprese industriali. Tuttavia improvvisamente, a soli 62 anni,
Ferdinando scomparve lasciando dietro di se un'opera ancora da terminare che
sarebbe stata annullata negli anni successivi.
In effetti, la maggior parte dei successivi governi Rumeni del periodo fra le due
guerre mondiali mantennero più la forma che la sostanza di una monarchia liberale e
costituzionale. Il quasi mistico movimento nazionalista Guardia di ferro, divenne un
fattore politico rilevante cavalcando la paura del comunismo da un lato ed il
risentimento popolare per una percepita dominazione straniera ed ebrea
dell'economia. Nel 1938 per prevenire la formazione di un governo che avrebbe
incluso ministri della guardia di ferro, re Carol II sciolse il parlamento e istituì una
dittatura reale che ebbe vita corta.
Nel 1939, la Germania e l'Unione Sovietica firmarono il patto Molotov-Ribbentrop) nei
cui protocolli segreti la Germania prendeva in considerazione l'"interesse" sovietico
alla Bessarabia.
Romania durante la seconda guerra mondiale
Come risultato del patto Molotov-Ribbentrop, la Romania si vide imporre dall'URSS
nel giugno 1940 la cessione della Bessarabia e, con sorpresa, anche della Bucovina
settentrionale che in precendenza era appartenuta all'Austria e non alla Russia.
L'armata rossa fece irruzione in Bessarabia e nella Bucovina settentrionale, senza
rispettare i tempi minimi pattuiti con il governo di Bucarest per il ritiro delle proprie
forze. Le truppe sovietiche aprirono il fuoco contro i soldati romeni in marcia verso il
nuovo confine e contro la popolazione civile in fuga provocando numerose vittime
anche fra donne e bambini. Si ricorda al riguardo l'eccidio di Fantana Alba.
Bessarabia e Bucovina settentrionale vennero annesse dall'Unione Sovietica. L'atto
di forza dell'URSS risvegliò il revanscismo ungherese. Vi era tuttavia il freno della
Germania, che pur mostrando comprensione per le rivendicazioni del governo di
Budapest, non aveva alcun interesse a mettere a repentaglio le forniture di petrolio
da parte della Romania. Berlino spingeva quindi per una soluzione di compromesso
incentrata sulla spartizione della Transilvania. Nell'agosto del 1940 fu convocata a
Vienna una conferenza con la partecipazione dei tre paesi ai quali venne aggiunta
l'Italia. Il nuovo assetto territoriale imposto alla Romania prevedeva la cessione
dell'area dove i magiari rappresentavano la maggioranza assoluta della popolazione,
ma data la non contiguità con l'Ungheria, veniva imposta la cessione di un corridoio a
maggioranza romena.
Il re perse consensi per l'arrendevolezza di fronte alle pressioni esterne e fu costretto
ad abdicare a favore del figlio Michele. Prese allora il potere in veste di dittatore il
generale Ion Antonescu, considerato filo-francese, che godeva della stima
dell'esercito e non era inviso ai partiti democratici. Il crollo militare della Francia ed il
rafforzamento della Germania non lasciavano tuttavia alla Romania larghi spazi di
manovra. La Romania entrò nella seconda guerra mondiale a fianco delle Potenze
dell'Asse nel giugno 1941, invadendo l'Unione Sovietica e recuperando
temporaneamente la Bessarabia e la Bucovina. Anzi, l'esercito romeno
imprudentemente continuò l'avanzata sino al Caucaso. Inoltre i romeni collaborarono
con i militari germanici nell'internamento e negli eccidi di cui furono vittime le
comunità ebraiche nei territori occupati - massacro di Odessa -. In seguito, tuttavia, le
sorti della guerra si rovesciarono. Il disastro di Stalingrado, la resa dell'Italia e
l'irresistibile avanzata dell'armata rossa dissolsero la popolarità di Antonescu e la
Romania cercò di uscire dal conflitto prendendo contatti con gli Alleati. La risposta
raggelante fu di trattare la resa con il governo di Mosca. Era noto però che i sovietici
detestavano il dittatore romeno.
Nell'agosto 1944, un colpo di stato condotto da re Michele, con il supporto degli
oppositori politici e dell'esercito depose Antonescu e mise l'esercito della Romania a
fianco dell'armata rossa nell'avanzata verso la Germania. La Romania ebbe pesanti
perdite nella lotta contro i tedeschi in Transilvania, Ungheria e Cecoslovacchia.
Alla fine della Seconda guerra mondiale, la Transilvania settentrionale fu riunita alla
Romania, ma, a nord-est, Bessarabia e Bucovina settentrionale furono assegnate
definitivamente all'Unione Sovietica e una parte della Dobrugia (il cosiddetto
Quadrilatero) alla Bulgaria. Dopo la firma del Trattato di pace l'URSS si impadronì
dell'Insula Serpilor, l'unica isola in mare aperto della Romania, che venne adibita a
base militare e spostò verso ovest anche il confine sul delta del Danubio. Il governo
di Bucarest, con il paese ancora occupato dall'armata rossa, fu costretto ad accettare
queste ulteriori mutilazioni territoriali.
Romania comunista
L'occupazione sovietica che seguì la Seconda guerra mondiale sfociò nella
costituzione di una Repubblica Popolare comunista nel 1947 ed all'abdicazione del re
Michele, che venne mandato in esilio.
A partire dagli anni sessanta, il governo comunista rumeno cominciò a manifestare
una certa indipendenza dall'Unione Sovietica al fine di guadagnare consensi sia in
patria che all'estero. Nicolae Ceauşescu divenne capo del partito comunista nel 1965
e capo di stato nel 1967. La denuncia di Ceauşescu dell'invasione sovietica nel 1968
della Cecoslovacchia ed un breve rilassamento della politica interna di repressione lo
aiutò ad ottenere una buona immagine sia in patria sia in Occidente. I capi di stato
occidentali, sedotti dalla politica estera "indipendente" di Ceauşescu erano riluttanti
ad accanirsi contro un regime, che alla fine degli anni 1970, era diventato di più in più
duro, arbitrario e capriccioso.
Il governo del presidente Nicolae Ceauşescu divenne sempre più draconiano ed
impopolare negli anni ottanta.
Caduto da tempo il regime comunista nella vicina Ungheria e nel resto dei paesi
dell'Est, a metà dicembre del 1989 nella città di Timişoara dove era presente anche
una minoranza ungherese scoppiò una protesta popolare per fermare la rimozione
forzata da parte delle autorità comuniste del pastore calvinista László Tőkés. La
protesta crebbe a tal punto da divenire una vera e propria sollevazione di tutto il
popolo della Romania, che fu appoggiata poi da una parte del regime per eliminare
Ceauşescu, divenuto ormai una personalità troppo ingombrante nell'Europa postguerra fredda.
Ion Iliescu prese il suo posto il 22 dicembre. Ceauşescu fu immediatemente
arrestato, e dopo un processo sommario immediatamente giustiziato il 25 dicembre.
Circa 1.550 persone furono uccise in confusi combattimenti sulle strade. Una
improvvisata coalizione politica, il Fronte di Salvezza Nazionale (FSN) si installò e
proclamò la restaurazione della libertà e democrazia. Il partito comunista fu messo
fuori legge, e le misure più impopolari di Ceauşescu, come il divieto di aborto e
contraccezione ritirati.
Romania dal 1989
Le elezioni presidenziali e parlamentari furono tenute il 20 maggio, 1990.
Gareggiando contro i partiti d'avanguerra Partito Nazionale dei Contadini e Partito
Nazionale Liberale, Iliescu vinse con l'85% dei voti. Il FSN prese due terzi dei posti in
parlamento, nominò un professore universitario, Petre Roman come Primo Ministro e
cominciò delle timide riforme di mercato libero.
Dal momento che il nuovo governo era ancora largamente formato di ex-comunisti, i
protestanti anti-comunisti si accamparono nella Piazza dell'Università a Bucarest
nell'aprile 1990. Due mesi più tardi gli "hooligan" vennero brutalmente dispersi dai
minatori della valle di Jiu chiamati dal presidente Iliescu. I minatori attaccarono anche
le sedi e case dei leader di opposizione. Il governo di Petre Roman cadde nel tardo
settembre 1991, quando i minatori ritornarono a Bucarest chiedendo un rialzo dei
salari. Fu creato un governo tecnico, presieduto da Theodor Stolojan fino alle
successive elezioni.
Una nuova costituzione democratica, redatta dal Parlamento, fu approvata per
referendum popolare nel dicembre 1991. Nel settembre 1992 il presidente Iliescu
vinse un nuovo mandato con una netta maggioranza e diede pluralità al suo partito, il
FDSN. Con il supporto parlamentare dei partiti nazionalisti PUNR e PRM e del partito
ex-comunista PSM fu formato un governo tecnico nel novembre 1992 presieduto dal
Primo Ministro Nicolae Văcăroiu, un economista.
Emil Constantinescu della coalizione elettorale Convenzione Democratica (CDR)
sconfisse Iliescu nel secondo turno di votazioni e lo rimpiazzò. Victor Ciorbea fu
nominato ministro. Ciorbea rimase in ufficio fine al marzo 1998, quando fu
rimpiazzato da Radu Vasile (PNTCD), ma nelle elezioni del 2000 il Partito
Socialdemocratico (PSD) e Iliescu vinsero di nuovo il potere e Adrian Năstase
divenne premier.
Nel 2002, la Romania è stata invitata a unirsi alla NATO
Il 1º gennaio 2007 è entrata nell'Unione Europea.
Ordinamento dello stato
La Romania è una repubblica democratica semi-presidenziale nella quale le funzioni
esecutive vengono ripartite fra il presidente ed il primo ministro. Secondo la
costituzione del 1991 la Romania è una repubblica presidenziale.
Il Presidente, il capo del potere esecutivo, è eletto a suffragio universale, ogni 5 anni
(fino al 2004 - quattro anni). Il presidente nomina il Primo Ministro, che presiede il
Consiglio dei ministri, nominato, quest'ultimo, dal primo ministro.
Il potere legislativo nello Stato romeno è esercitato dal Parlamento, che consiste in
due camere, il Senat (Senato), che conta 143 membri e la Camera Deputaţilor
(Camera dei Deputati), che ha 343 membri. I membri di entrambe le camere sono
scelti in elezioni che si tengono ogni quattro anni.
Il potere giudiziario è indipendente, e i giudici nominati dal presidente non sono
rimovibili. I procedimenti sono pubblici, eccetto circostanze particolari indicate dalla
legge. Il sistema giudiziario Romeno si basa sul Codice napoleonico i civil law. La
Corte Costituzionale giudica la costituzionalità delle leggi. Il Ministero della Giustizia
difende l'applicazione della legge insieme ai diritti e alle libertà dei cittadini.
Regioni storiche della Romania
Mappa amministrativa della Romania
Il paese è diviso in 4 provincie
storiche: la Dobrugia, la Moldavia, la
Transilvania e la Valacchia. La
capitale è Bucarest.
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Fagaras (Viola)
Dobrogia: Cadrilatero | Isola
dei Serpenti (Giallo)
Moldavia: Bassarabia |
Bucovina | Transnistria
(Rosso)
Transilvania: Banat | Crişana |
Maramureş (Verde)
Valacchia: Muntenia | Oltenia |
Banatul de Severin | Terra
Suddivisione Amministrativa
La Romania è inoltre divisa in 41 distretti (judeţ, plurale judeţe), simili alle province
italiane, e la città di Bucarest, la capitale. I distretti sono (in ordine alfabetico):
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Alba
Arad
Argeş
Bacău
Bihor
Bistriţa-Năsăud
Botoşani
Braşov
Brăila
Buzău
Caraş-Severin
Călăraşi
Cluj
Constanţa
Covasna
Dâmboviţa
Dolj
Galaţi
Giurgiu
Gorj
Harghita
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Hunedoara
Ialomiţa
Iaşi
Ilfov
Maramureş
Mehedinţi
Mureş
Neamţ
Olt
Prahova
Satu Mare
Sălaj
Sibiu
Suceava
Teleorman
Timiş
Tulcea
Vaslui
Vâlcea
Vrancea
Città [modifica]
Principali città per numero di abitanti[16]
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Bucarest — 1.931.838 abitanti
Iaşi — 315.214 abitanti
Cluj-Napoca — 310.243 abitanti
Timişoara — 307.347 abitanti
Costanza — 304.279 abitanti
Craiova — 299.429 abitanti
Galaţi — 293.523 abitanti
Braşov — 277.945 abitanti
Ploieşti — 230.240 abitanti
Brăila — 215.316 abitanti
Oradea — 205.077 abitanti
Bacău - 178.203 abitanti
Piteşti - 168.958 abitanti
Arad — 167.238 abitanti
Situazione dell'infanzia e degli orfani
Nel 1989 100.000 bambini risultavano abbandonati e istituzionalizzati in pubbliche
strutture. Nei primi sei mesi del 1991, vigente una legge sull'adozione inadeguata e
alla presenza di intermediari talvolta poco scrupolosi, 6.752 bambini sono stati
adottati da stranieri.
Da allora ad oggi, la situazione è andata migliorando, e si è creato un grande
momento di riflessione su tutta l'area dell'infanzia.
“Bambini abbandonati” è la definizione con la quale si indica la condizione dei
bambini romeni lasciati alla cura della collettività, ed ha una connotazione forte di
indifferenza da parte dei genitori, per lo più in presenza di condizioni economiche
avverse e soprattutto di alcolismo.
In un suo rapporto, l'Unicef afferma che molti dei bambini delle istituzioni sono stati
abbandonati più dalla società che dai genitori che, semplicemente, non hanno i
mezzi per occuparsi di loro. La maggioranza di questi bambini appertengono alla
numerosa minoranza "rom", o sono figli di genitori alcolizzati e famiglie disgregate,
spesso si tratta anche di figli di giovani madri che li affidano a questi orfanotrofi. In
molti casi i bambini che vengono affidati alle cure dello Stato sono mentalmente o
fisicamente handicappati, dal momento che nessun sostegno è disponibile per
aiutare a casa i genitori che non sono in grado di far fronte alle cure necessarie.
Alcuni bambini vengono abbandonati per la disperazione della povertà e per il
fardello troppo grande legato al fatto di essere genitori monoparentali.
Fino al sesto mese di vita, i bambini abbandonati vengono ospedalizzati. Poi, fino ai
diciotto anni di età, è previsto l'inserimento in strutture oggi modernizzate.
All'abbandono provvisorio spesso segue quello definitivo.
I bambini istituzionalizzati negli orfanotrofi, oggi rispetto anche solo a dieci anni fa,
dispongono di strutture notevolmente migliorate.
La politica per la tutela dell'infanzia (Protecţia Copilului) è ripartita localmente tra le
DGASPC (Dir. Gen. per l'Assistenza Sociale e la Tutela dell'Infanzia) distrettuali e
dipende dalla Presidenza del Consiglio, che svolge attività di indirizzo e
coordinamento, e i Distretti (Judeţ), 40 nel paese più 6 per Bucarest, che gestiscono
il bilancio per la gestione dei bambini in stato di abbandono. L'ammontare del budget
distrettuale è deciso con la legge finanziaria statale annuaria del Parlamento.
POLITICA
La Costituzione della Romania, del 1991 e riformata nel 2003, proclama la Romania
una repubblica democratica e sociale, che deriva la sua sovranità dal popolo.
Afferma inoltre che "la dignità umana, i diritti civili e libertà, lo sviluppo non ostacolato
della personalità umana, la giustizia e il pluralismo politico sono valori supremi e
garantiti".
Principali istituzioni politiche [modifica]
La costituzione prevede un Presidente, un Parlamento, una Corte Costituzionale ed
un sistema separato di tribunali inferiori tra i quali la Corte Suprema.
Potere legislativo [modifica]
Il potere legislativo nazionale è attribuito a un Parlamento (Parlament) bicamerale,
che consiste nella Camera dei deputati (Camera Deputaţilor) e nel Senato (Senat). I
membri sono eletti ogni quattro anni per suffragio universale con un sistema
proporzionale per liste di partito.
Il Presidente, il primo ministro e il governo [modifica]
Il presidente è eletto con voto popolare per un massimo di due mandati di 5 anni (4
anni fino al 2004). Egli è il Capo di Stato (incaricato di salvaguardare la costituzione,
gli affari esteri ed il funzionamento corretto delle autorità pubbliche), comandante
supremo delle forze armate e presidente della Corte suprema di difesa. Secondo la
costituzione egli funge da mediatore tra i poteri centrali dello Stato, così come tra lo
Stato e la società. Il presidente nomina il primo ministro, che a sua volta sceglie il
governo. Quest'ultimo deve essere confermato dal Parlamento con un voto di fiducia.
Potere giudiziario [modifica]
Il sistema giudiziario Rumeno si basa sul Codice napoleonico. Il potere giudiziario è
indipendente, e i giudici nominati dal presidente non sono rimovibili. Il Presidente e
gli altri membri della Corte Suprema sono nominati per un periodo di 6 anni, e
possono essere nominati per più mandati consecutivi. I procedimenti sono pubblici,
eccetto circostanze particolari indicate dalla legge.
La Corte Costituzionale giudica la costituzionalità delle leggi che le vengono
sottoposte in giudizio, e decide sugli appelli provenienti dagli organi giudicanti
riguardanti la costituzionalità di leggi e decreti. La Corte è composta da 9 giudici,
nominati per un periodo di nove anni. Tre giudici sono nominati dalla Camera dei
Deputati, tre dal Senato, e tre dal Presidente della Repubblica.
Il Ministero della Giustizia rappresenta "l'interesse generale della società" e difende
l'applicazione della legge insieme ai diritti e alle libertà dei cittadini. Il ministero
esercita i propri poteri attraverso organi giudicanti pubblici, indipendenti ed imparziali.
Suddivisione amministrativa [modifica]
Per ragioni territoriali e amministrative, la Romania è divisa in 41 contee, più la città
di Bucarest. Ogni contea è governata da un consiglio cittadino eletto. I consigli locali
e i sindaci eletti sono le autorità di pubblica amministrazione nei villaggi e piccole
città. Il consiglio di contea è la locale autorità di pubblica amministrazione che
coordina le attività di tutti i consigli di villaggi e piccole città in una contea.
Il governo centrale nomina un prefetto per ogni contea e per la municipalità di
Bucarest. Il prefetto è il rappresentante del governo a livello locale e dirige qualsiasi
servizio pubblico dei ministri e altre agenzie centrali a livello di contea. Un prefetto
può bloccare l'azione di un'autorità locale se la giudica illecita o anticostituzionale. La
questione è poi decisa da una corte amministrativa.
Con la nuova legislazione in vigore dal gennaio 1999, i consigli locali hanno il
controllo sulla spesa delle somme assegnate loro dalla amministrazione centrale,
così come l'autorità di istituire imposte locali addizionali. I prefetti designati dal
governo centrale, che avevano in precedenza una autorità significativa sui bilanci, si
limitano ora a una revisione delle spese per controllare la loro costituzionalità.
Sviluppi
Dal 1989 la Romania ha fatto enormi progressi nella istituzionalizzazione dei principi
democratici, nelle libertà civili e nel rispetto dei diritti umani. Comunque, un gran
numero degli attuali politici rumeni (membri di tutti i partiti di ogni tendenza) sono ex
membri del Partito Comunista Rumeno. Poiché essere membri del partito era
un'esigenza per avanzare a posizioni di alto livello prima del 1989, tuttavia, si
cominciò a farne parte più per un desiderio di fare carriera che per una qualsiasi
convinzione politica. Ciò nonostante, il passato comunista della maggioranza dei
contemporanei politici rumeni è fonte di controversie infinite.
1990-1992
Più di 200 nuovi partiti politici sorsero dopo il 1989, gravitando attorno a personalità
piuttosto che attorno a programmi. Tutti i maggiori partiti sposarono le riforme
democratiche e del mercato, a vari livelli. Di gran lunga il partito più grande, il Fronte
di Salvezza Nazionale (FSN) allora al governo propose riforme economiche lente e
caute e un sistema di sicurezza sociale. Al contrario, i maggiori partiti di opposizione,
il Partito Nazionale Liberale (PNL) e il Partito Nazionale Cristiano Democratico
(PNTCD) erano a favore di riforme veloci, impetuose, privatizzazione immediata, e la
riduzione del ruolo dei membri dell'ex partito comunista. Il Partito comunista rumeno
cessò di esistere.
Nelle elezioni generali del 1990, il FSN e il suo candidato alla presidenza, Ion Iliescu,
vinse con una larga maggioranza di voti (66,31% e 85,07%, rispettivamente). I partiti
più forti all'opposizione erano l'Alleanza Democratica di Ungheresi in Romania
(UDMR), con il 7,23%, e il PNL, con il 6,41%.
Dopo l'improvviso licenziamento del Primo Ministro del FSN Petre Roman (in seguito
a un'irruzione a Bucarest, alla fine del 1991, di minatori di carbone arrabbiati e
insoddisfatti), solo pochi mesi prima delle elezioni generali del 1992, il FSN si divise
in due. I seguaci del presidente Iliescu formarono un nuovo partito, il Fronte
Democratico di Salvezza Nazionale(FDSN), mentre i seguaci di Roman mantennero
il titolo originario del partito, FSN.
1992-1996
Le elezioni locali e nazionale del 1992 rivelarono una spaccatura politica tra i
maggiori centri urbani e la campagna. Gli elettori rurali, che erano riconoscenti per la
restituzione della maggior parte della terra agricola ai coltivatori ma timorosi dei
cambiamenti, appoggiarono fortemente il presidente Ion Iliescu e il FDSN, mentre
l'elettorato urbano appoggiò la Convenzione Democratica Romena (CDR), una
coalizione composta da molti partiti - dei quali il PNTCD e il PNL erano i più forti - e
organizzazioni di cittadini, e riforme più rapide. Iliescu vinse facilmente la rielezione
in una competizione con altri cinque candidati. Il FDSN ottenne una maggioranza
relativa in entrambe le camere del Parlamento. Con il CDR, il secondo gruppo
parlamentare per grandezza, riluttante a prendere parte alla coalizione di unità
nazionale, il FDSN (ora PDSR) formò un governo con primo ministro Nicolae
Văcăroiu, un economista, con l'appoggio parlamentare dei nazionalisti del Partito
Rumeno dell'Unità Nazionale (PUNR) e del Partito Romania Più Grande (PRM), così
come del Partito Socialista dei Lavoratori (PSM). Nel gennaio 1994 la stabilità della
coalizione al governo divenne problematica, quando il PUNR minacciò di revocare il
suo sostegno se non gli fossero stati concessi ministri. Dopo intense negoziazioni, in
agosto, due membri PUNR ricevettero gli incarichi nel governo Văcaroiu. A
settembre, anche il ministro della giustizia in carica entrò a far parte del PUNR. Il
PRM e il PSM lasciarono la coalizione rispettivamente nell'ottobre e nel dicembre del
1995.
1996-2000
Le elezioni locali del 1996 mostrarono un importante cambiamento nell'orientamento
politico dell'elettorato rumeno. I partiti di opposizione diventarono popolari a Bucarest
e nella maggior parte delle grandi città in Transilvania e in Dobrugia. Questa
tendenza continuò nelle elezioni nazionali dello stesso anno, in cui l'opposizione
dominò le città e guadagnò grandemente nelle aree rurali precedentemente
dominate da Iliescu e dal PDSR, che persero molti elettori nelle loro roccaforti
elettorali, tranne che in Transilvania. La campagna elettorale dell'opposizione si
incentrò sui due temi della necessità di reprimere la corruzione e di rilanciare le
riforme economice. Questo messaggio fu bene accolto dagli elettori, portando a una
vittoria per la coalizione CDR e all'elezione di Emil Constantinescu come presidente.
Per assicurare la sua maggioranza elettorale, il CDR invitò al governo anche il Partito
Democratico (nuovo nome del FSN) di Petre Roman e l'UDMR (appoggiata dalla
minoranza ungherese). Durante i seguenti 4 anni la Romania ebbe tre primi ministri.
Comunque, nonostante questi cambi di leadership e costanti contrasti interni, i partiti
al governo riuscirono a mantenere la loro coalizione.
2000-2004
Le elezioni parlamentari del 26 novembre 2000 videro la vittoria del Partidul Social
Democrat (PSD: 36,6% e 155 seggi), seguito dal Partidul România Mare (PRM:
19,4% e 84 seggi), mentre i sostenitori del governo uscente, la Convenzione
Democratica Romena, persero tutti i seggi e si dissolsero poco dopo, lasciando il
campo in Parlamento al Partidul Democrat (PD) e al Partidul National Liberal (PNL),
oltre che alla Uniunea Democrată Maghiară din România (UDMR). Il governo fu
guidato da Adrian Nastase (PSD). Le elezioni presidenziali del 2000, tenute in
contemporanea, furono nuovamente vinte da Ion Iliescu (PSD).
2004-2008
Il 29 novembre 2004 le elezioni del parlamento videro l'Unione Nazionale (PSD-PUR:
36,8% e 132 seggi) prevalere sull'Alleanza Giustizia e Verità (PD-PNL: 31,5% e 112
seggi); terzo fu il Partito Grande Romania (PRM: 13,0% e 48 seggi), seguito dalla
minoranza ungherese (UDMR: 6,2% e 22 seggi). Le altre minoranze nazionali
ottennero i 18 seggi previsti dalla costituzione. Nel dicembre 2004, dopo una
campagna elettorale serrata e vinta di stretta misura, Traian Băsescu, membro del
Partidul Democrat (PD), alleato del Partidul National Liberal (PNL), sconfisse al
secondo turno Adrian Năstase del Partidul Social Democrat (PSD) e fu eletto
Presidente. Il governo venne sostenuto da una coalizione tra PD, PNL, UDMR e
PUR (ora PC) guidata da Calin Popescu Tariceanu (PNL). Il 19 aprile 2007 il
Parlamento rumeno ha sospeso il Presidente dall'incarico, e dopo che la Corte
Costituzionale ha riconosciuto la decisione parlamentare il 20 aprile 2007, Nicolae
Văcăroiu ha assunto la carica di Presidente ad interim fino al 23 maggio, quando il
referendum ha confermato Băsescu nella carica.
2008 a oggi
Il 30 novembre 2008 le elezioni del Parlamento sono state vinte dal Partidul
Democrat-Liberal (PD-L, aderente al PPE), nato un anno prima a sostegno del
presidente Traian Băsescu, con il 32,4% e 115 seggi, che ha raggiunto il Partidul
Social Democrat (PSD, aderente al PSE), guidato da Mircea Geoană, con il 33,1% e
114 seggi (grazie alla conferma dell'alleanza con il piccolo Partidul Conservator PC). Hanno confermato la propria forza il Partidul Naţional Liberal (PNL, aderente
all'ELDR), guidato dal primo ministro Călin Popescu Tăriceanu, con il 18,6% e 65
seggi, e la Uniunea Democrată Maghiară din România (UDMR, aderente al PPE),
guidata da Béla Markó, con il 6,2% e 22 seggi. I 18 seggi restanti sono andati
secondo la costituzione ai rappresentanti di altrettante minoranze etniche (fra cui
Mircea Grosaru dell'Associazione degli Italiani in Romania). Esclusi dal parlamento
l'ultra-nazionalista Partidul România Mare (PRM) guidato da Corneliu Vadim Tudor,
con il 3,2% (il grande sconfitto) e l'ultra-conservatore Partidul Noua Generaţie (PNGCD), guidato da George Becali, con il 2,3%. Il governo approvato il 22 dicembre 2008
è guidato da Emil Boc, dopo la rinuncia da parte di Theodor Stolojan, è costituito da
una "grande coalizione" visto che raccoglie il 60% della volontà degli elettori, formata
dal PD-L e PSD . Le elezioni del Parlamento europeo sono fissate per il 7 giugno
2009, le elezioni presidenziali per il dicembre 2009.
ECONOMIA
Dopo il collasso del Blocco Sovietico nel 1989-91, la Romania è rimasta con una
base industriale obsoleta ed un paniere di capacità industriali totalmente inadatto ai
suoi bisogni.
Nel febbraio 1997, la Romania ha intrapreso un programma comprensivo di
stabilizzazione macroeconomica e riforma strutturale, ma questa riforma fu
successivamente un frustrante processo a singhiozzo. I programmi di ristrutturazione
includevano la privatizzazione o liquidazione di grandi industrie ad alto consumo
elettrico (combinat) e maggiori riforme nel settore dell'agricoltura e della finanza. Nel
1999 l'economia della Romania si è contratta per il terzo anno consecutivo di circa il
4,8%.
La Romania ha raggiunto in agosto 1997 un accordo con il Fondo Monetario
Internazionale per un prestito di 547 milioni di dollari, ma il rilascio della seconda rata
è stato procrastinato in ottobre a causa dei requisiti non raggiunti sul prestito per il
settore privato e cambiamenti nelle spese budgetarie.
Bucarest ha evitato di dichiararsi insolvente per gli interessi di metà anno, ma ha
dovuto usare le riserve per farlo, riserve che sono arrivate approssimativamente a
1,5 miliardi di dollari alla fine dell'anno 1999.
Le priorità del governo includevano: ottenere un rinnovo del prestito del FMI,
concentrarsi sulla politica fiscale, accelerare la privatizzazione e ristrutturare le
imprese senza profitto.
Dal 2002 vi sono stati anni di successo di crescita economica che è stata stimata
essere del 4,5% per anno, tasso che è cresciuto a più del 5% nel 2005. Dal 2003
l'aumento dei salari supera il tasso di inflazione, che era di circa 1,2% per mese, ma
che successivamente è decresciuta. Il salario netto medio mensile nel novembre
2005 era di 937 RON, cioè circa 320 Euro / €.[senza fonte] Nel 2005 l'inflazione si è
abbassata al 7.8% annuo ed era stimata in calo anche per il 2006. Sono però in forte
aumento anche i prezzi immobiliari. Col calo dell'inflazione, è stata possibile una
riforma monetaria che ha introdotto il nuovo Leu (RON) in luogo di 10.000 vecchi Lei,
e che nel 2006 valeva circa 3.6 volte meno dell'Euro. Il peso del settore agricolo, che
ancora di recente sfiorava il 40% del PIL complessivo, sta diminuendo in favore dei
settori industriale e dei servizi, attualmente è sotto il 10%[17].
La Romania è stata invitata ad unirsi all'Unione europea nel dicembre 1999, data di
inizio delle negoziazioni. È entrata nell'UE il 1º gennaio del 2007 insieme alla
Bulgaria. Nel frattempo, il 29 marzo 2004, è entrata anche nella NATO.
La compagnia di bandiera è la Tarom; recentemente hanno aperto collegamenti con
Bucarest e altri aeroporti (tra cui Timisoara e Cluj) diverse compagnie low-cost (fra
cui le italiane WindJet e Myair, la romena Blue-Air, l'ungherese-polacca Wizz Air e la
slovacca SkyEurope).
TURISMO
La Romania è composta per 33% di montagne, per 33% di colline e per 33% di
pianure. All'estremità orientale del paese si trova il Mar Nero. Grandi stazioni
montane (Sinaia, Buşteni, Predeal etc.) si trovano all'estremità orientale delle Alpi
Transilvaniche, mentre che i Monti Apuseni, di formazione carsica, sono ricchi di
grotte, doline, pozzi etc.Il Delta del Danubio è il più esteso e meglio conservato dei
delta europei.La Transilvania si vanta di avere la più grande concentrazione di
fortificazioni medievali del continente (le chiese fortificate), oltre che numerosi
castelli, chiese lignee e città medioevali (Alba Iulia, Bistriţa, Braşov, Cluj-Napoca,
Făgăraş, Gherla, Mediaş, Sighişoara, Râşnov, Sibiu, Târgu Mureş etc.).
CULTURA
Archeologi e storici romeni
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Dinu Adameşteanu (1913-2004), archeologo classico
Mircea Eliade (1907-1986), storico delle religioni
Ioan Petru Culianu
Nicolae Iorga - (1871-1940), storico, politico e accademico di Romania
Filosofi Romeni
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Emil Cioran
Scrittori romeni
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Gabriela Adameșteanu, 2 aprile 1942, scrittrice di romanzi, prosa breve, saggi,
giornalista e traduttrice.
Lucian Blaga
Ion Luca Caragiale
Mircea Cărtărescu
Vintilă Horia
Camil Petrescu
Doina Ruşti
Mihail Sebastian
Mihai Eminescu
Vasile Alecsandri
Ion Creangă
Matei Vişniec
Cucina
La cucina romena è molto semplice, basata su piatti saporiti e facili da preparare,
quasi tutti a base di carne, verdure o pesce.
Piatti tradizionali sono:
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Musacá: specialità di carne di maiale trita e speziata con aglio e peperoncino
Passatura: pietanza a base di lardo verze e cipolle
Mititei o Mici: polpette di carne di forma cilindrica di carne di vacca (talvolta
mescolata con maiale o pecora) condita con aglio e pepe nero (a volte
peperoncino)e una spezia locale chiamata Cimbru. Sono cucinati sulla griglia
e possono essere serviti con senape, o con altre salse locali.
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Ciorbă: minestra o zuppa, preparata con ingredienti diversi, soprattutto
verdure.
Sarmale: involtini di fogli di verza o di vite farciti con macinato di carne di
maiale, riso, più altre verdure e sapori.
Cozonac: dolce tipico natalizio dalla forma parallelepipeda ripieno di canditi,
noci o cacao.
Feste
Festività ufficiali
Data
Nome
locale
Nome italiano
Commenti
31 dicembre/1º
gennaio
Capodanno/Primo
dell'anno
Revelion/Anul
nou
aprile/maggio
Pasqua
Paşti
La maggioranza dei romeni festeggia la
Pasqua ortodossa. La festività dura 3
giorni.
1º maggio
Festa del lavoro
Ziua muncii
Festa internazionale del lavoro
1º dicembre
Festa nazionale
(Giorno
dell'Unificazione)
Ziua Unirii
Si festeggia l'unificazione della
Transilvania con la Romania 1º dicembre,
1918
24 dicembre/25
Natale
Crăciun
I romeni festeggiano la vigilia il 24 ed il
Natale il 25 dicembre.
Feste tradizionali
Data
Nome
Commenti
24 febbraio Dragobete Festa degli innamorati
1º marzo
Mărţişor
Festa dell'arrivo della
primavera
8 marzo
Ziua
femeii
Festa delle donne
1º
novembre
Luminaţia Festa dei morti
La Romania per me è tutto, al di là che è un paese povero. Io sono andata via dal mio paese 5 anni
fa. Appena uscita dalla Romania ho voluto subito tornare indietro perché ho lasciato lì mio figlio che è
la mia vita. Ho lavorato in Italia per un anno per tornare poi in Romania a riprenderlo e portarlo in Italia
con me e mio marito. Qui sono felice, stiamo bene, però ci mancano molto le nostre origini e ci
piacerebbe molto tornare nella nostra Terra.
Elementi del Project Work
Le motivazioni cui il progetto è chiamato a rispondere.Il piacere di rappresentare per
scritto le mie emozioni, i miei ricordi e il mio senso di appartenere alla terra dei miei genitori, nonni,
amici, tradizioni e vita.
L’obiettivo generale che concretizza l’idea e la soddisfa.E’ il mio lavoro descrittivo
progettato in forma di libro.
Argomento.
LA ROMANIA
Definizione dell’argomento del progetto.La geografia, la storia, la lingua, la politica,
l’organizzazione dello stato, gli usi ed i costumi della mia terra
Motivazioni. Ragioni del progetto.Il motivo che mi ha guidata in questo lavoro è di tipo linguistico
descrittivo. Ho tradotto le mie emozioni, il mio sapere nella lingua del paese in cui ora vivo: l’Italia
Definizione delle motivazioni che richiedono l’attuazione del progetto (contesto e target)
Il contesto è stato quello di un corso di apprendistato ed il lavoro è rivolto ai miei compagni di corso
ed a tutti quelli che desiderano conoscere in modo sintetico le caratteristiche
fondamentali della mia terra.In particolare questo mio lavoro è per mio figlio. L’anno
prossimo andrà a scuola e spero che le prime parole che leggerà siano quelle di
sua mamma che gli racconta la storia della sua terra d’orignine.
Fasi / Procedura del progetto. Individuazione del tema. Definizione degli obiettivi.
Elaborazione del materiale specifico. Progettazione della veste editoriale.
Metodologia ( tempi, contenuti/argomenti, obiettivo specifico, metodi strumenti, risorse strutturali)
Tempi: la durata del secondo modulo professionalizzante del corso di apprendistato.
Contenuti/argomenti: La geografia, la storia, la lingua, la politica, l’organizzazione dello
stato, gli usi ed i costumi della mia terra
Metodi: l’elaborazione scritta delle idee. Strumenti :sistemi multimediali per
l’editazione del lavoro. Risorse strutturali : la biblioteca d’aula, le nostre ricerche
personali e l’aula trasformata in laboratorio.
Durata e termine : febbraio/marzo 2010.
Questo mio lavoro è per te,
Eddi.
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