La mezzaluna d`Europa - Cooperativa Cattolico
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La mezzaluna d`Europa - Cooperativa Cattolico
Codice cliente: 5258135 10 Domenica 27 Novembre 2016 Corriere della Sera BS Cultura Tempo libero Il piano di Di Corato Il futuro dei musei a Brescia A Brescia ci saranno meno grandi eventi e più cultura diffusa? Fondazione Brescia Musei è pronta a dare finalmente concretezza al riordino e allo sviluppo del museo della città da Santa Giulia al Capitolium, dalla Pinacoteca al Castello? Queste e altre domande verranno rivolte domani a Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei, durante una intervista aperta al pubblico su «Il futuro dei musei a Brescia», organizzata da AAB nella sede di vicolo delle Stelle 4. L’appuntamento è alle 17.30, intervengono Gianpaolo Laffranchi di Bresciaoggi, Emanuele Galesi del Giornale di Brescia e Alessandra Troncana del Corriere della Sera. Contributi al dibattito anche da parte di Vasco Frati e Carlo Simoni. Introduce e coordina Dino Santina. © RIPRODUZIONE RISERVATA Presentazione Domani da Rinascita il libro di Sergio Paini sull’Islam balcanico Festival Wonderland La mezzaluna d’Europa Ricci/forte al Mo.Ca Omaggio a Pasolini di Ilario Bertoletti Il saggio L a storia: un sovrapporsi di faglie, di più o meno lungo periodo, che coabitano, si scontrano, s’inabissano, riemergono per eventi più o meno causali. Faglie che sono un nome per indicare i processi di civilizzazione legati alle religioni e alle loro articolazioni interne, siano esse confessioni o sette. Dove per civilizzazione — come ha insegnato un maestro quale Norbert Elias — s’intende un insieme di credenze, valori e condotte che disciplinano l’agire degli uomini. Sono immagini che vengono alla mente dopo aver letto il libro di Sergio Paini, «La mezzaluna d’Europa. I musulmani nei Balcani dagli Ottomani fino all’Isis» (ELS La Scuola, collana Orso blu). Insieme un libro di inchiesta giornalistica e ricostruzione storica, data anche la specializzazione dell’autore, inviato nei Balcani come giornalista televisivo e studioso di quel mondo. I Balcani: il cuore delle potenzialità e delle tragedie d’Europa. Se negli anni Novanta del secolo scorso sono stati il luogo del dissolvimento di uno Stato socialista, scatenando la rinascita dei nazionalismi a base etnico-religiosa e dei massacri di popolazioni musulmane che hanno riportato la guerra di religione in Europa, ai primi del Novecento i Balcani sono stati la polveriera che ha innescato la Prima Guerra mondiale. E agli albori della età moderna, nel 1354, hanno visto l’inizio della conquista ottomana. Una conquista che, con rovesci, scontri e convivenze con le confessioni cristiane (cattolica e ortodossa), è durata fino al 1683 con la sconfitta dopo l’assedio di Vienna, quando l’impero turco subisce uno scacco militare e geopolitico. L’interesse del libro — sottolineando che durante questi secoli l’Islam predominante nei Balcani è quello hanafita, Albania La moschea di Ebu Beker a Scutari: finanziata dai sauditi, è stata costruita nel ‘94 sullo stesso luogo dove sorgeva una moschea in stile ottomano distrutta dal regime ateo comunista. Scutari è il centro della chiesa cattolica in Albania (Foto Paini) di tradizione sunnita — sta nell’analizzare regione per regione i momenti della civilizzazione musulmana. Ad esempio: in Bosnia, dal suo periodo ottomano a quello austro-ungarico, fino al regime jugoslavo e ai recenti anni della Bosnia Erzegovina indipendente. Nelle pagine sull’Albania, si scopre che oggi, dopo l’esperimento di uno Stato ateo e comunista, si ha l’80% della popolazione musulmana: a dimostrazione che l’elemento religioso nella identificazione etnico-nazionale di un popolo è sul lungo periodo determinante, confutando un’immagine semplicistica dei processi di modernizzazione. Ad essere inatteso nel libro di Paini è l’esito della parabola ricostruita: dopo l’esperimento comunista, nei Balcani l’Islam che rivive non è solo quello tradizionale hanafita, ma è anche quello radicale, quale reazione ai massacri subiti nella guerra degli anni Novanta. Con un paradosso: la rinascita dell’Islam in quelle regioni sta trasformando l’identità stessa dei musulmani. Da un lato, ed è un processo che è ormai visibile da un punto di vista architettonico, la tradizione sunnita si sta sempre più orientando verso un’influenza non turca ma arabo saudita, grazie ai petroldollari che finanziano moschee e scuole coraniche. Dall’altro nelle nuove generazioni il fondamentalismo di matrice terroristica, sia pur in maniera minoritaria, ha Origini Il libro dettaglia, regione per regione, le fasi della civilizzazione musulmana Petroldollari La tradizione sunnita d‘influenza turca rischia di cedere il passo a quella arabo saudita fatto breccia, al punto che tra i militanti dell’Isis in Iraq e in Siria vi sono brigate balcaniche. Ad oggi i musulmani in questa penisola sono più di 8 milioni, un terzo del totale dei musulmani presenti in Europa. Come dire: ancora una volta i Balcani sono il laboratorio di ciò che potrà essere l’Europa; in che modo integrare nel proprio ethos culture e valori che da secoli — come fossero una faglia — sono sul suo territorio e che rischiano di diventare antagonisti se non nemici? Quale Islam in Europa? Meglio: quanti e quali Islam? Potrà la cittadinanza europea essere un fattore di integrazione? A patto che i musulmani stessi riprendano il processo di differenziazione interna, isolando il fondamentalismo che ne sta distruggendo la stessa plurima identità. Quale contratto tra l’ Europa e i suoi cittadini di religione musulmana? Sono le domande che questo libro suscita: interrogativi essenziali e disincantati. © RIPRODUZIONE RISERVATA «La mezzaluna d’Europa. I musulmani dei Balcani: dagli Ottomani fino all’Isis» (Els La Scuola) di Sergio Paini viene presentato domani alle ore 18.15 alla Nuova Libreria Rinascita in via della Posta n.7 a Brescia. L’autore è giornalista del Tg1, esperto di Europa dell’Est; come inviato, ha seguito in particolare gli eventi nell’ex Jugoslavia e ha raccontato in diretta la rivoluzione ucraina. Alla presentazione partecipano anche Nader Akkad, imam di Trieste, e Andrea Valesini dell’Eco di Bergamo L’iniziativa è promossa dalla Cooperativa Cattolicodemocratica di Cultura in collaborazione con l’Editrice Morcelliana, la Nuova Libreria Rinascita e l’Associazione Adl Zavidovici P rima delle due maratone teatrali per Wonderland oggi negli spazi dell’elegante cornice di palazzo Mo.Ca Martinengo Colleoni. Protagonista sarà la compagnia ricci/forte, due di punta del teatro di ricerca europeo noto per le sue performance provocatorie. «La ramificazione del pidocchio» (site-specific alle ore 15-16-18.30-19.30-22 a capienza limitata, richieste da tutta Italia), è un’ulteriore dedica a Pier Paolo Pasolini, l’artista e intellettuale più combattivo del dopoguerra italiano, e più esattamente al suo romanzo incompiuto, «Petrolio», dal quale nasce quell’inconsueto titolo. Titolo, che è una delle espressioni che il poeta e scrittore friulano ha usato per evocare qualcosa di infestante, di contagioso, superiore a qualsiasi malattia infettiva: ovvero, il conformismo che si aggrappa sottopelle e impedisce di riconoscere la trasformazione. «Un treno che si muove veloce. Un gruppo di passeggeri: omologati, anestetizzati, cloroformizzati. Dai finestrini del vagone in corsa appare a tratti qualcosa che sembra essere appartenuto a loro, tracce di un tempo, di un’umanità che adesso non ha più senso. Fermarsi, scendere è impossibile»: questa è l’immagine che Stefano Ricci regista ha scelto come esemplare. Pasolini era un generatore di critica, aveva capito in anticipo la mutazione antropologica prodotta dal consumismo e dalla cultura di massa. «I nostri spettacoli — ha commentato Ricci — hanno sempre lavorato in senso critico su questa cultura pop, che dagli anni ‘60, quelli del boom italiano, forma il tessuto sociale riconoscibile e degradato nel quale viviamo». In scena tre degli storici componenti del gruppo: Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Liliana Laera, accanto ai nuovi partner, Ramona Genna, Simon Waldvogel. Lo spettacolo, che è una profonda riflessione sulla mercificazione dell’essere e del sesso, è adatto ad un pubblico adulto. A concludere la giornata altri due appuntamenti: alle 17 gli AngiuS/Festa offrono una prospettiva leggera ed elegiaca del tempo passato con «O della nostalgia», mentre Tinaos alle 20.30 presenta «Rose is a rose, is a rose, is a rose», una storia amorosa dal sapore amaro dell’abbandono: un uomo e una donna una notte in discoteca, il loro ritorno a casa attraverso la città in una notte di guerra. Il biglietto per lo spettacolo di ricci/forte più uno dei due successivi costa 18 euro. Informazioni su www.wonderlandfestival.it. Nino Dolfo © RIPRODUZIONE RISERVATA