O mia Patria, sì bella… - Liceo Classico SM Legnani
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O mia Patria, sì bella… - Liceo Classico SM Legnani
PROGRAMMA Il Coro Hebel 18 Marzo – 26 Marzo 2011 Venerdì 18 Marzo 2011 Il coro Hebel (nome biblico che indica “levità”, “leggerezza”) nasce nel settembre del 2005 sotto l’egida del liceo S. M. Legnani di Saronno come prosecuzione di una precedente esperienza cittadina di gruppo corale giovanile e come momento importante della formazione scolastica. Il gruppo raccoglie circa quaranta studentesse dal primo al quinto anno che si dedicano settimanalmente allo studio del canto corale e si è già esibito in vari concerti pubblici in collaborazione con il gruppo musicale Euterpe dello stesso Liceo. Nel 2006 e nel 2007 il coro partecipa al Festival di Primavera organizzato dalla Feniarco a Follonica; nel 2008 significative sono state le collaborazioni con gruppi professionali come l’orchestra “I Musici Estensi”, con cui è stata realizzata la Messa di Léo Delibes presentata anche nella prestigiosa cornice del Santuario di Saronno. Il 2009 è stato l’anno dell’ incisione del primo disco “Piccola musica blu” come prima importante tappa dell’assiduo lavoro di quattro anni. Di recente, il coro ha effettuato uno stage a Sofia sotto la guida del M° Theodora Pavlovitch, esperta corale di fama internazionale. Nello scorso giugno il Coro ha accompagnato il soprano Gemma Bertagnolli in una rievocazione storica presso Sarmato (Pc), dove sono state eseguite musiche composte per l’occasione dal m.o Alessandro Cadario, che ha la direzione artistica e musicale del gruppo. Al suo interno, dall’ottobre 2010, si è formata una sezione madrigalistica che prossimamente accompagnerà la cantante Elisa in tre concerti (a Varese e Como) del suo nuovo tour. Da segnalare ancora che il 12 dicembre 2010, a Palazzo Castiglioni in Milano, il Coro si è esibito in occasione del 40° anniversario della strage di Piazza Fontana, unitamente ai Musici Estensi e al soprano G. Bertagnolli. Ore 15.00 La Letteratura come visione del mondo Prof. Corrado Bologna Ordinario di Filologia romanza presso l’Università di Roma Tre e Docente all’’Istituto di Studi Italiani di Lugano. Aula Magna Robbiati Ore 18.00 Inaugurazione della mostra del pittore Marco Brix Spensierato ritorno (tra i banchi di scuola) La mostra resterà aperta sino al 26.03 2011, con i seguenti orari: 10.00-12.30 - 14.30-16.30, BiBlioteca Zerbi Domenica 20 Marzo 2011 Scuola in Festa aperta alla Città Visita del Piccolo Fondo Artistico del Liceo Orari: 10.00-12.00 - 14.30-18.00 Ore 18.00 Inno alla Primavera Concerto vocale e strumentale con la partecipazione del Coro Hebel diretto dal M.o Alessandro Cadario, del pianista Yazan Greselin e della Civica Accademia Musicale di Cesano Maderno Premiazione delle Eccellenze e consegna di un dono alla componente studentesca Aula Magna Robbiati Informazioni Liceo Classico “S.M.Legnani” Via Volonterio, 34-SARONNO(VA) Tel.02/9602580, Fax 02/9620170 Liceo Classico “S.M.Legnani” Saronno O mia Patria, sì bella… Dal “Nabucco” di G.Verdi, libretto di Temistocle Soler 17 Marzo 1861 17 Marzo 2011 150° anniversario dell’ Unità d’ Italia Oh mia patria, sì bella... Non solo commemorazione, non solo riti, ma ... . Ecco cosa penso possa e debba accadere in questi mesi in cui la ricorrenza dei 150 anni dell’Unità d’Italia è motivo dominante nella comunicazione ad ogni livello. È l’auspicio della riscoperta di una Realtà inaspettatamente ricca, di una Nazione di grande retaggio storico e artistico, di un Popolo orgoglioso e consapevole del valore delle proprie radici. Vorrei che fosse per noi tutti – studenti, genitori e personale di questa comunità scolastica – l’opportunità di tornare a credere nelle possibilità di questo nostro Paese, in una relazione di coerente, fattiva continuità con coloro che, nelle varie fasi della nostra Storia, anche recente, hanno sacrificato la loro vita per costruire questa nostra Patria. Può e deve essere l’occasione per dare alla nostra esperienza una dimensione più vera e autentica, più capace di inserirsi razionalmente nel processo del divenire storico. Dovremmo poterci sentire vicini alle grandi Personalità descritte nei libri di storia, ma anche a quel Popolo di sconosciuti, di umili e semplici cittadini che hanno nel passato lavorato per il nostro attuale presente. Da qui il nostro impegno a prendere il loro testimone, per farne motivo di rinnovato senso di responsabilità verso l’intera Comunità nazionale, in adesione ai dettami della Carta Costituzionale e dei principi di libertà, solidarietà ed eguaglianza, e relativi diritti-doveri che sono alla base della sua impostazione. Sarà la nostra comunità ad averne primariamente apprezzabili benefici. Così facendo, questa importante scadenza non rivestirà esclusivamente carattere celebrativo, ma di concreta memoria storica, che guarda al passato per vivere il presente e prospettare un futuro, il più umano possi- bile. Giuseppe Fantoni Marco Brix Marco Brix nasce nel 1966 a S. Zeno di Montagna, un piccolo centro del veronese. Dopo pochi mesi si trasferisce con la famiglia in Austria a Innsbruck, dove trascorre l’infanzia fra forti e intensi profumi ed i colori vivi e sgargianti del giardino di casa. Dopo un periodo d’insoddisfazione e d’instabilità, nel 1991 sente il bisogno d’esprimersi attraverso la pittura. Fonte ispiratrice sarà la natura, a lui tanto cara, mentre la tecnica dell’acquarello su seta diverrà il mezzo per trasformare le emozioni in forme e colori: ... sono proprio i colori per seta ad affascinarmi, così luminosi e fluidi, che appena toccano la seta si espandono, trattenuti a stento dal disegno (M. Brix). Dall’Austria si trasferisce nuovamente in Italia, a Saronno, dove raggiunge la madre che nel frattempo era ritornata in Italia. A Saronno il nostro Marco inizia ad esporre alcune delle sue opere. Successivamente partecipa con discreto successo a mostre collettive e personali in diverse città della Lombardia, del Veneto, ed inoltre presso una prestigiosa Banca di Innsbruck, città che aveva visto nascere la sua vocazione pittorica. Il suo stile risulta immediato, spontaneo, carico d’emozioni, alquanto affine per cromia ed estrinsecazione agli espressionisti austriaci della Secessione Viennese. La letteratura come visione del mondo Insegnare letteratura non può voler dire solo addestrare a leggere la lingua dei classici, appropriandosene e imparando a riprodurla. Insegnare letteratura, e in Italia soprattutto la letteratura italiana, significa formare negli allievi, ragionando sui testi dei grandi classici, un’avvertita capacità di elaborazione intorno ai procedimenti logicoargomentativi del pensiero umano nella sua forma più alta e limpida. Significa esercitare a sentire nella pagina del grande classico la perturbante originalità di un punto di vista che guarda alle radici dell’esistenza, a riconoscervi la forza innovativa che il classico conserva e può ancora trasmettere grazie alla “radicalità”, appunto, della sua visione del mondo rivoluzionaria. Significa plasmare una consapevolezza della necessità, ma al contempo della parzialità, di ogni “competenza” tecnica, creando invece uno spirito critico, cioè una distanza interiore capace di riscattare la profondità dello sguardo, del punto di vista ermeneutico, nel senso più completo del termine. Significa far maturare nei giovani la capacità di commisurare l’infinita, imprendibile varietà delle cose e delle esperienze con l’irriducibilità dei limiti umani, far cogliere la fatica, il travaglio della lingua dei classici che “cerca la parola” per dire l’umanità come progetto di futuro e nel contempo come limite irriducibile. Questa fatica, questo esercizio di complessità, imprime uno slancio antigravitazionale verso una visione del mondo diverso, molteplice, innovativo, scandito nel senso della storia e del recupero delle radici di una civiltà con la leggerezza con cui Calvino avrebbe voluto concludere le Lezioni americane, e con l’esattezza rigorosa della consistency con cui avrebbe voluto concluderle, descrivendole proprio alle “generazioni digitalizzate” dei nostri giorni. “L’umanesimo”, ha scritto il grande critico palestinese-americano Edward W. Said, “ha a che fare con la lettura, con l’individuazione di una prospettiva, e come ci mostra il nostro lavoro, con i passaggi da un campo a un’area dell’esperienza umana all’altra. L’aspetto più interessante di una grande opera d’arte è la sua capacità di dar vita a una sempre maggiore complessità”. Corrado Bologna