GIORNATA MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO: L`iniziativa, in

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GIORNATA MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO: L`iniziativa, in
GIORNATA
MONDIALE CONTRO IL RAZZISMO:
L’iniziativa, in programma il 21 marzo,
in ricordo della vergogna di
Scharpeville, in Sudafrica nel 1960.
Una giornata da dedicare alla riflessione, un
momento per fermarsi insieme a pensare sul diritto
all’uguaglianza che ancora oggi, per molti,
rappresenta soltanto un miraggio. Si svolge con questo
obiettivo, da dieci anni a questa parte, la Giornata
Mondiale
contro il razzismo, organizzata dall'Ufficio
Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR),
istituito presso la Presidenza del Consiglio
dei Ministri. L’iniziativa nasce
per ricordare il massacro di Sharpeville del 1960,
una delle pagine più drammatiche nella storia
dell’umanità.
In quella giornata, infatti, la polizia uccise 69
manifestanti neri che protestavano contro
l'introduzione dell'Urban Areas Act,
provvedimento in base al quale i cittadini
sudafricani neri dovevano esibire uno speciale
permesso se fermati nelle aree riservate ai
bianchi. Per sedare la protesta la polizia
ricorse all’intervento armato uccidendo così
69 persone innocenti la cui unica colpa era
quella di voler tutelare il loro diritto
all’uguaglianza.
Per ricordare le morti di quel
giorno e tutti coloro che ancora oggi, nelle
strade, nelle scuole, a casa propria o sul posto
di lavoro, sono vittime di discriminazione, odio
e forme di razzismo,la nostra scuola ha deciso
di aderire a questa iniziativa per ricordare il
sacrificio di quanti hanno dato la vita in nome
del rispetto, dell’uguaglianza e della parità.
Per questo motivo, quindi , abbiamo realizzato
questo lavoro per dare voce alle nostre idee
e offrire un piccolo contributo alla lotta contro
la discriminazione in tutte le sue forme.
Un messaggio, quello contenuto in queste
poche pagine, che vogliano lasci una traccia
indelebile,in grado di scalfire i cuori di quanti,
attraverso il sito della nostra scuola e quello
del Comune di Barrea, avranno modo di leggerlo.
Offriamo a tutti uno spunto di riflessione,
un’occasione per pensare, uno spunto per cambiare.
Volutamente abbiamo colorato queste pagine di
arancione: simbolo della nostra adesione alla lotta
contro il razzismo.
“A PAROLE NOSTRE”
IL DECALOGO CONTRO LA DISCRIMINAZIONE: LE DIECI REGOLE D’ORO DEL RISPETTO E DELL’UGUAGLIANZA. 1-
Non provare odio verso chi è diverso, perché l’odio genera odio.
2-
Non giudicare sulla base dell’apparenza, non si giudica mai un libro dalla copertina. 3-
Tendiamo la mano al nostro compagno in difficoltà: diciamo no al bullismo. 4-
Non discriminare le persone a seconda del colore della pelle. 5-
Non discriminare le persone solo sulla base del credo religioso o politico. 6-
Non discriminare le persone a seconda del sesso. 7-
Ricordiamo il messaggio della nostra Costituzione. L’articolo 3 afferma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
8-
Facciamo che il rispetto degli altri non sia l’eccezione, ma diventi il nostro stile di vita. 9-
Viviamo uniti e non divisi dalla diversità. 10- Viviamo lo sport rispettando vincitori e vinti: niente più slogan razzisti negli stadi.
IL MONDO PIANGE LA SCOMPARSA DI NELSON MANDELA. L’ANGELO NERO,
MORTO NEL DICEMBRE SCORSO, HA DEDICATO LA SUA VITA ALLA LOTTA
CONTRO L’APARTHEID IN SUDAFRICA.
Nelson Mandela è vissuto per un ideale e l’ha reso reale. E’ uno dei personaggi più coraggiosi della nostra era.
Appartiene al tempo, alla storia. Ha trasformato il Sudafrica e tutto il mondo. È stato simbolo della liberazione
dal colonialismo e dall’occupazione per tutti i popoli che aspirano alla libertà. Il suo secondo nome, Rolihlahla, aveva
qualcosa di profetico. In lingua Xhosa, la sua etnia di appartenenza, vuol dire più o meno attaccabrighe, o colui che
provoca guai. E in effetti Nelson Mandela, il leader sudafricano, morto il 5 dicembre 2013 all’età di 95 anni, dopo
settimane di salute incerta, non ha condotto quella che si dice una vita tranquilla, sacrificando tutta la sua
esistenza alla lotta contro le ingiustizie e la segregazione razziale.
Leader dell’African National Congress (Anc), il movimento che ha lottato contro il governo bianco del Sudafrica ha
combattuto per l’abolizione dell’apartheid, cioè della legislazione che in Sudafrica limitava i diritti politici e civili e
costringeva la popolazione nera, che rappresentava la maggioranza dei cittadini dello Stato, alla segregazione
razziale.
Proprio per questa sua attività politica Mandela fu arrestato e rimase in prigione per 27 anni riacquistando la
libertà solo nel 1990. L’anno successivo venne completata l’abrogazione delle leggi su cui si basava il sistema
dell’apartheid. Spezzando le catene della discriminazione, Mandela ha salvato non solo il suo popolo, ma il mondo
intero e per questo impegno assoluto a cui ha dedicato la sua vita, dopo essere stato presidente della Repubblica
Sudafricana, nel 1993 ha ricevuto il premio Nobel per la pace.
Il libro “Lungo cammino verso la libertà” è l’autobiografia che Nelson Mandela ha dedicato ai suoi figli. In questo
libro Mandela ripercorre le sue tappe più importanti della sua vita, dalla prima militanza nell’Anc ai 27 anni in
carcere fino alla sua presidenza del suo paese e al Premio Nobel per la pace. Scrive Mandela:<< Ho percorso questo
lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non esitare, e ho fatto lunghi passi verso la via. Ma ho scoperto che
dopo aver scalato una montagna ce ne sono sempre altre da scalare. Adesso mi sono fermato un istante per
riposare, per volgere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, per guardare la strada che ho percorso.
Ma posso riposare per qualche attimo, perché assieme alla libertà vengono le responsabilità, e io non oso
trattenermi ancora: il mio lungo cammino non è ancora alla fine>>.
Per tutti noi Mandela deve essere un
esempio
da seguire perché ognuno di noi ha il
compito
di dare il suo piccolo contributo alla lotta
contro la discriminazione in tutte le sue
forme.
“INVICTUS”
Dal profondo della notte che mi avvolge
buia come il pozzo più profondo che va da un polo all'altro,
ringrazio qualunque dio esista
per l'indomabile anima mia.
Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro né ho gridato per l'angoscia.
Sotto i colpi d'ascia della sorte
il mio capo è sanguinante, ma indomito.
Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l'orrore delle ombre
eppure la minaccia degli anni
mi trova, e mi troverà, senza paura.
Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di castighi la vita.
Io sono il padrone del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
Questo componimento, dal titolo “Invictus”, era particolarmente amato da Nelson Mandela
che lo leggeva negli anni della sua prigionia per alleviare il dolore e la sofferenza di quel
drammatico periodo.
Quanti, ancora oggi, sono vittime di ingiustizia, soprusi e discriminazioni? Questo
componimento, quindi, vogliamo dedicarlo a tutti loro, a tutti quelli che, come Mandela, vivono
nella sofferenza, trovandosi “nel profondo della notte”, che noi vogliano illuminare con il
calore dell’amore e della generosità.
Il componimento venne scritto all'età di 12 anni dal poeta, William Ernest Henley che rimase
vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a
continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica . Il suo lavoro, fu interrotto
continuamente dalla grave patologia, che all'età di 25 anni lo costrinse all'amputazione di una
gamba . Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi
artificiale, fino all'età di 53 anni. La poesia Invictus fu scritta proprio durante uno dei suoi
ricoveri in ospedale.
DALLA MUSICA L’ INNO DEI GIOVANI ALLA LOTTA CONTRO L’OMOFOBIA: UN
MONITO PER TUTTI LE PAROLE DI: “SAME LOVE”
Same
Love
La canzone di
Macklemore & Ryan
Lewis con la
collaborazione della
cantante Mary
Lambert e con il suo
video ha vinto il Best
Video With A Social
Message ai MTV
Video Music Awards
2013. Il testo è stato
scritto per difendere i
gay dalle
discriminazioni e da
chi crede che diverso
sia sinonimo di
inferiore. Qui sotto
vengono riportati gli
stralci più
significativi del
brano.
Quand’ero in terza
pensavo di essere gay
perché potevo
disegnare, mio zio lo
era
e io tenni la mia stanza
in ordine. Lo dissi a
mia madre con le
lacrime che scorrevano
sul mio viso. Lei era
tipo: “Ben ami le
ragazze da prima
dell’asilo nido”.
Intervenne, si,
immagino avesse un
punto, o no? Un paio di
stereotipi nella mia
testa, ricordo che
facevo matematica ed
ero tipo: “Sono bravo
nella Little League”
(squadra di baseball).
Un’idea preconcetta di
cosa significasse. Per
chi amava lo stesso
sesso e aveva le
caratteristiche. I
conservatori di estrema
destra credono sia una
decisione e che puoi
essere curato con
trattamenti e religione
[…]
Se fossi gay, penserei
che l’hip-hop mi
odiasse. Hai letto i
commenti su
YouTube? “Ragazzo,
quello è gay”. La
nostra cultura è
fondata
sull’oppressione e non
li accettiamo.
Chiamandoci a vicenda
gay, dietro le chiavi di
una bacheca, una
parola che affonda le
radici nell’odio. Il
nostro genere ancora
ignora. Gay è sinonimo
di inferiore, è lo stesso
odio che porta alla
guerra per la religione.
Generi sul colore della
pelle, pigmento della
tua carnagione. La
stessa lotta che
conduce le persone a
camminare fuori e
sedersi dentro. Diritti
umani per tutti, non ci
sono differenze.
Vivete! Siate voi stessi!
Quand’ero in chiesa mi
hanno insegnato altro,
se si predica l’odio, le
parole non sono
benedette e
quell’Acqua Santa, in
cui entri, è avvelenata.
“Tutte le foto sono state tratte liberamente dal web”
Quando tutti gli altri
sono più comodi,
rimanendo senza voce
invece di combattere
per gli umani a cui
hanno sottratto diritti.
Forse non è lo stesso
ma non è importante
nessuna libertà finché
non saremo uguali.
Dannazione, lo
supporto.
[…]
Abbiamo premuto play,
non pausa. Progressi,
marciamo! Con un velo
sugli occhi.
Accenderemo la
causa, fino al giorno
che i miei zii saranno
uniti per legge. I bimbi
camminano per il
corridoio afflitti dal
dolore nei loro cuori.
Un mondo così pieno
d’odio
alcuni preferirebbero
morire che essere così
come sono. E un
certificato sulla carta
non lo risolverà, ma è
un dannato buon modo
per iniziare. Nessuna
legge ci cambierà,
cambieremo noi. In
qualsiasi Dio tu creda,
veniamo da uno solo.
Cacciamo la paura!
Sotto è lo stesso
amore che abbiamo
cresciuto
col
tempo.
Da sinistra a destra: Mary Lambert, Ryan Lewis e Macklemore ‐ MTV Video Music Awards 2013 Ð