Documento tecnico – Riserva Somin Abbiategrasso

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Documento tecnico – Riserva Somin Abbiategrasso
Studio censitivo della popolazione del cormorano
nord-europeo (Phalacrocorax carbo sinensis)
stanziante sul Fiume Ticino presso la riserva di
pesca S.O.M.I.N. Abbiategrasso
© Gianni Gerevini
Documento Tecnico – Riserva Somin
Comitato Salvaguardia del Ticino – Gruppo Pesca di Abbiategrasso
www.riservasomin.it – [email protected]
A cura di:
Dott. Carloalberto Bagattini
-Naturalista –
Dott. Agr. Stefano Marconi
-Ittiologo –
Maurizio Odicino
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Documento Tecnico – Riserva Somin
Sommario
Premessa
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INTRODUZIONE
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CENNI STORICI E DINAMICHE DI POPOLAZIONE
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ANATOMIA
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ECOBIOLOGIA
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SCOPO DEL LAVORO
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INQUADRAMENTO TERRITORIALE
- 10 -
AREA DI STUDIO
- 12 -
METODO DI CENSIMENTO
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DATI DI CAMPO
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RAMO DELIZIA
- 14 -
Informazioni sul posatoio
- 14 -
Corpo idrico più vicino
- 15 -
Sopralluogo 15 novembre 2012
- 15 -
Conteggio n°1: 13 dicembre 2012
- 16 -
Conteggio n°2: 8 giugno 2013
- 17 -
TRATTO CANALE MAGENTINO – LOCALITA’ CASTAGNOLINO
- 18 -
TRATTO CANALE MAGENTINO – CANALE SCOLMATORE
- 18 -
TRATTO SCOLMATORE-OCONE
- 19 -
LOCALITÀ GABANA
- 19 -
TRATTO GABANA – QUARANTA PERTICHE
- 19 -
ANALISI DEI DATI
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CONCLUSIONI E IMPATTO ECONOMICO
- 22 -
BIBLIOGRAFIA
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Premessa
Il depauperamento degli ambienti acquatici, riferito sia ai sistemi lentici sia ai quelli lotici, è
un fenomeno ormai noto e diffuso. Le cause sono, a livello sistemico, riconducibili a pressioni
antropiche quali principalmente fonti di inquinamento e banalizzazione dell’alveo ma anche
ad aspetti più “naturali”, legati a fenomeni di transfaunazione con l’introduzione di specie
ittiche e altre forme biotiche negli ecosistemi o all’aumento di flussi migratori di volatili,
quali per l’appunto il cormorano.
Relativamente all’ittiofauna alloctona,
si è assistito ad un aumento delle
specie introdotte negli habitat
acquatici del nostro paese, a partire
dagli anni ’50, per motivi accidentali o
per scopi piscatori. Tali introduzioni
hanno portato alla creazione di un
disequilibrio a livello del popolamento
ittico originario degli ambienti fluviali,
con la formazione di comunità ittiche
seriamente
compromesse,
principalmente
per
fattori
di
competizione trofica e di predazione,
come nel caso particolare del Silurus
glanis.
Figura 1: individui di Silurus glanis nel fiume Ticino
La sommatoria dei fattori, brevemente citati in precedenza, ha quindi portato alla situazione
attuale che appare critica per la fauna ittica autoctona, la cui consistenza risulta in
decremento in maniera diffusa, a scapito delle specie alloctone, generalmente euriece (con
elevati range di tolleranza ai fattori fisici e biotici).
Alla luce delle suddette condizioni, esistono però ambienti, all’interno dei quali risulta
ancora possibile operare un mantenimento delle specie endemiche, soprattutto attraverso
interventi di sostentamento delle popolazioni più a rischio. In tal senso, il comitato
Salvaguardia del Ticino – Gruppo Pesca, da anni si impegna nella tutela della trota
marmorata (Salmo trutta marmoratus), per quanto riguarda il tratto di fiume Ticino che si
estende sul territorio di Abbiategrasso, comprendendo anche alcuni rami laterali di pregio.
Tale comitato infatti, attraverso specifiche convenzioni tra il comune di Abbiategrasso e il
detentore dei diritti di pesca esclusivi (società S.O.M.I.N) assicura in modo continuativo la
gestione del tratto di pesca. In particolare le attività di tutela per la suddetta specie ittica
vengono condotte attraverso una stretta collaborazione con il Parco del Ticino Lombardo.
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Negli ultimi anni, il progetto ha fornito interessanti risultati per il mantenimento del
salmonide endemico, attraverso attività di semina di materiale ittico di maggiori dimensioni
in ambienti al momento più ospitali e meno gravati dagli impatti “biologici” sopracitati. Tale
fenomeno è stato anche validato sul campo con un aumento delle catture da parte dei
fruitori della riserva, ossia i pescatori.
Se da un lato quindi esistono i presupposti per il “ritorno” di alcune specie ittiche di pregio,
operate sia attraverso interventi diretti sia attraverso misure e regolamenti più restrittivi,
dall’altro si assiste, soprattutto per il ramo principale del fiume, a condizioni critiche della
comunità ittica (per consistenza delle popolazioni autoctone), dovute sia all’esistenza di
specie ittiche alloctone con popolazioni strutturate sia alla presenza, in costante aumento, di
avifauna ittiofaga. In relazione a quest’ultima componente, la presente relazione ha lo scopo
di presentare agli enti preposti (Provincia di Milano e Parco del Ticino) lo stato di fatto della
popolazione di cormorano per il tratto di fiume della riserva S.O.M.I.N. e suggerire una serie
di interventi realizzabili, come progetto pilota, al fine di valutare la reale influenza della
specie Phalacrocorax carbo sinesis sullo stato della comunità ittica del fiume, sulla quale, ad
oggi, viene esercitata dal volatile stesso un importante azione di disturbo e di predazione.
L’effetto della suddetta specie, risulta infatti ormai palese, tant’è che alcune amministrazioni
provinciali hanno sottoscritto in accordo specifiche determine dirigenziali (in allegato), per il
contenimento selettivo dei soggetti, con quote pari al 20% della consistenza totale di
popolazione, su base provinciale.
Il presente documento si articola, per un approccio sistemico al problema, in diverse parti
che comprendono rispettivamente: una breve introduzione, riportante cenni storici sullo
studio, sulle pubblicazioni e sulle conoscenze attuali del cormorano seguita da un riassunto
sulla sua anatomia ed ecobiologia. La seconda parte conterrà, invece, i risultati dello studio
censitivo perpetuato per diversi mesi all’interno della riserva S.O.M.I.N., dall’inquadramento
dell’area ai metodi utilizzati per tale studio, per poi passare alla presentazione dei dati e alla
loro analisi.
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INTRODUZIONE
CENNI STORICI E DINAMICHE DI POPOLAZIONE
Il comportamento predatorio del cormorano continentale (ssp. sinensis) è da sempre causa
di numerosi conflitti con l'uomo. La sua azione opportunista e talvolta distruttiva ha spinto
l'uomo ad attuare una persecuzione che ha portato la specie fino ai limiti dell'estinzione nel
corso degli anni '60. Allora la popolazione europea di Phalacrocorax carbo sinensis nidificava
solo in Olanda (con circa 800 coppie) e in alcune zone dell'est europeo (Volponi, 2005).
Figura 2: Individui di cormorano durante il nuoto in superficie
Per evitare l'estinzione della specie, la Comunità Europea ed i singoli stati applicarono una
protezione legislativa che ha permesso alla popolazione di ristabilirsi.
Da allora la popolazione europea si è moltiplicata rapidamente, sino a contare nel 1995 oltre
150.000 coppie e raggiungendo oggigiorno livelli probabilmente mai raggiunti in passato
(Volponi, 2005).
Parallelamente all'incremento numerico, anche l'areale distributivo del cormorano
continentale è cambiato, portando alla ricolonizzazione di aree in cui risultava estinto da
decenni (come il Belgio e l'Italia peninsulare) e all'occupazione di nuovi siti prima mai
occupati.
Secondo le più recenti informazioni disponibili (Baccetti et al. 2002, Baccetti & Giunti 2002,
Serra & Brichetti 2000, 2002), nel nostro paese svernano circa 60.000 individui e nidificano
circa 1.300 coppie. Questi valori indicano che in Italia, svernano e si riproducono
rispettivamente circa il 15% e meno dell'1% dei cormorani europei. Il numero di individui
svernanti è cresciuto di circa venti volte negli ultimi 25 anni secondo un andamento parallelo
e strettamente correlato alla crescita esponenziale delle popolazioni nidificanti nei paesi
dell'Europa centrosettentrionale (Volponi, 2005).
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ANATOMIA
Il Cormorano nord europeo (Phalacrocorax carbo sinensis) è un uccello ittiofago di notevoli
dimensioni, poco inferiori a quella di un’oca (secondo una consuetudine in ornitologia si
utilizzano le dimensioni di altri uccelli più comuni come termine di paragone); presenta
zampe palmate che gli consentono di avere una forte presa una volta in acqua
permettendogli di nuotare velocemente verso le prede di cui si nutre (pesci) e collo e becco
lunghi; quest’ultimo presenta un uncino all’apice che impedisce alla preda di fuggire una
volta catturato.
La lunghezza varia tra gli 80 e i 100 cm, con un apertura alare che può arrivare ad un metro e
mezzo. Il peso medio dell’animale si aggira attorno ai 3,5 kg.
La colorazione dell’adulto è prevalentemente nera, con sfumature verdi-metalliche in abito
nuziale. La testa ed il collo presentano spesso alcune piccole penne bianche che nell'abito
invernale scompaiono. Il giovane assume una colorazione brunastra, con parti inferiori
spesso biancastre. Nuota con il corpo completamente immerso nell'acqua ed il capo obliquo,
rivolto verso l'alto.
La silhouette in volo ricorda una croce, per le dimensioni del collo e della coda; il battito
delle ali è rapido e costante, ciò gli permette di compiere delle lunghissime migrazioni.
Le grandi zampe palmate sono un ottimo propulsore e la “coda” funge da timone direzionale
consentendogli di cambiare repentinamente direzione in acqua all'inseguimento delle prede.
Il nuoto subacqueo puo' portare l'animale a diversi metri sotto la superficie dell’acqua
sebbene la profondità di pesca si mantiene entro pochi metri.
Puo' stare in apnea dinamica fino ad un minuto
e mezzo.
Il cormorano cattura i pesci poco dietro la testa,
aprendo il becco per catturarli ed utilizzando
l'uncino all'apice dello stesso per trattenerli. Per
ingoiare la preda risale in superficie, la
posiziona dalla zona cefalica e la ingoia intera.
Il piumaggio del cormorano non è
impermeabile; questa caratteristica facilita
l'animale durante le immersioni ma rappresenta
un inconveniente per il volo, ecco perchè
spesso, dopo che ha pescato, si puo' osservare il
Figura 3: posizione del cormorano in "stemma araldico"
cormorano con le ali spiegate ad asciugare in
posizione definita “stemma araldico”.
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ECOBIOLOGIA
Il cormorano è una specie gregaria che tende a nidificare vicino ad aree umide o persino nei
pressi di bacini idrici o corsi d’acqua. Normalmente non tende a nidificare su terreno privo di
vegetazione eccezion fatta per la Sardegna dove l’ambiente (non tra i più umidi) non offre
una copertura vegetale ottimale. Alberi morenti, tralicci dell’alta tensione, pali di
segnalazione ecc.. sono tutti luoghi ospitali alla nidificazione di questi uccelli (sempre nei
pressi dei corpi idrici).
Nel Nord Europa la riproduzione avviene in Marzo mentre in Italia i primi insediamenti si
osservano già in Gennaio. Depongono da 2 a 5 uova che stanno circa un mese in incubazione
(fatta da entrambi i genitori).
I pulli (ovvero i piccoli) rimangono nel nido per circa 50 giorni e per le prime 12-13 settimane
ricevono cure parentali.
Alcuni studi hanno messo in evidenza il fatto che in Italia vi sia una media di 2,5 pulli involati
a nido, numero elevatissimo che riflette un successo riproduttivo notevole (Cosolo et al,
2009). Ciò tende ad aumentare esponenzialmente le popolazioni di cormorani (ormai
pressoché stanziali) e di conseguenza anche gli areali ad esse legate. Tutto ciò incrementa i
problemi gestionali della specie già di per se piuttosto gravi.
Usciti dalla fase di nidificazione i cormorani restano comunque gregari sia nelle aree di
foraggiamento (nei posatoi diurni generalmente qualsiasi struttura stia nei pressi dell’acqua
e sospeso in aria) che nella fase di riposo (roost o dormitori notturni).
Figura 4: Posatoio diurno di una colonia di cormorani (Ticino – località Bereguardo)
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Il Cormorano nord europeo può effettuare spostamenti dell’ordine di 5-20 km circa ogni
giorno e quando decide di andare in caccia può farlo solitariamente o anche in gruppi di
centinaia di individui.
Essendo una specie opportunista, tende a cacciare prede facili come i giovani pesci e gli
adulti meno veloci e reattivi alla fuga. Non esegue nessuna selezione sulla taglia e sulle classi
di età e questo lo rende uno dei predatori più “spietati” che esistano.
Come conseguenza la dieta del cormorano tende verosimilmente a rispecchiare la
composizione della comunità ittica presente in un fiume o lago che sia.
In tutta Europa esso preda circa 77 specie ittiche comprese quelle a rischio estinzione (es.
luccio, trota mormorata, persico, anguilla, temolo ecc…). In generale però, prevale
l’alimentazione di Ciprinidi, famiglia che annovera molti generi e specie largamente diffuse in
tutta Europa (barbi, cavedani, carpe ecc…).
In media si è osservato che un cormorano adulto assume circa 400-500 gr di pesce al giorno
(Cosolo et. al, 2009), valore che può variare in funzione dell’ambiente in cui vive, del sesso
dell’animale, della quantità di valore energetico (espresso in Kcal) del pesce predato e cosa
più importante, dal periodo dell’anno.
Il danno che il cormorano arreca alla comunità ittica è quindi notevole:
-prelievo di pesce senza alcuna selezione sulla taglia e sulle classi di età
-ferite gravi di pesci sfuggiti alla cattura che infettandosi possono portare alla morte del
pesce stesso ed in seconda battuta favorire il contagio con altri pesci sani.
- disturbo arrecato alla fauna ittica che deve cambiare le consuete abitudini di vita.
Figura 5: Esemplare adulto di cavedano morente con evidenti segni di predazione da parte del cormorano
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SCOPO DEL LAVORO
Obiettivo del lavoro, culminato con la presente relazione, è quello di auspicare, previa
verifica della reale consistenza della popolazione di cormorano nel tratto di interesse, la
realizzazione di un progetto pilota con durata minima di 3 anni e massima di 5 che attraverso
interventi di contenimento, o qualora non possibile con misure di dissuasione, consenta di
attuare una reale analisi degli effetti provocati da questa specie ittiofaga sulla composizione
strutturale e sulla abitudine del popolamento ittico del tratto. Tali azioni, hanno quindi sul
medio periodo, la funzionalità di tentare una minor pressione della componente
dell’avifauna ittiofaga al fine di agevolare il ripristino seppur parziale degli equilibri ittici del
fiume Ticino, ad oggi già compromessi dalla presenza di siluri e fonti di inquinamento.
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
Il territorio comunale di Abbiategrasso è per sua evoluzione formato da un nucleo urbano,
localizzato nel NO del paese, attorno al quale si estende una vasta area composta da cascine,
seminativi, boschi e dal fiume Ticino. Tale peculiarità risulta essere apprezzabile nella carta
di uso del suolo comunale riportata di seguito (Fonte: Geoportale della Regione Lombardia).
Carta 1: uso del suolo del comune di Abbiategrasso
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Carta 2: Ubicazione dei siti SIC e ZPS
Per il territorio comunale di Abbiategrasso si possono individuare due SIC: boschi della
fagiana e basso corso e sponde del Ticino, che risultano essere in sovrapposizione con la ZPS
Boschi del Ticino.
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AREA DI STUDIO
L'area interessata dal nostro studio è localizzata nel tratto sub-lacuale del Fiume Ticino in
Lombardia fra i comuni di Robecco sul Naviglio ed Abbiategrasso facente parte della
provincia di Milano ed è compresa tra lo sbocco del Ramo Delizia situato 250 m a monte
dello sbocco del Canale Magentino fino ad una zona denominata “40 pertiche”, situata circa
1000 m a monte del ponte stradale e ferroviario di Vigevano. La lunghezza complessiva
risulta di circa 8,8 km per un’estensione areale complessiva di circa 9 Km 2. L’intera area di
studio è collocata all’interno dei fogli A6d4, A6d5 della Carta Tecnica Regionale 1:10.000
della Regione Lombardia e ricade interamente all’interno del Parco Regionale Lombardo
della Valle del Ticino. Le sue superfici boschive appartengono alla Zona di Protezione
Speciale (ZPS) denominata “Boschi del Ticino” (Zona-IT2080301) e al Sito di Importanza
Comunitaria (SIC) dei “Boschi della Fagiana” (Sito-IT205005). In questa area è situata la
Riserva di pesca S.O.M.I.N. Abbiategrasso. Per una miglior analisi a livello di distribuzione
della specie Phalacrocorax carbo sinensis, il territorio di interesse riportato in mappa è stato
suddiviso in sub-aree identificabili con precisi punti o località del fiume.
In mappa sono visibili i seguenti punti:
-
D: Dormitorio sul ramo Delizia;
-
1: Sbocco del canale Magentino;
-
2: Località bosco “Castagnolino”;
-
3: Sbocco Canale scolmatore di Nord-Ovest;
-
4: Località “Ocone”;
-
5: Località “Gabana”;
-
6: Località “Quaranta Pertiche”.
I dati raccolti sono stati suddivisi in sub-aree. Infatti
anche se è stato rilevato un solo dormitorio
notturno è stato necessario scandagliare tutta
l'area di studio presa in considerazione in
precedenza per poter avere una visione d'insieme
della colonia e dei suoi spostamenti all'interno
Figura 6: Zonazione delle singole aree
censite
della riserva di pesca.
La riserva S.O.M.I.N. è compresa all'interno delle sub-aree suddette eccetto il Delizia che
risiede esternamente nei pressi del suo confine piu' a Nord.
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METODO DI CENSIMENTO
Per tale studio si è scelto di
effettuare un censimento visivo
direttamente sui dormitori notturni
(costituiti da alberi di Populus nigra).
E' stato, quindi, individuato un solo
dormitorio nell'area in esame
posizionato nel punto piu' a Nord
dell’area di studio, corrispondente
con la zona del Ramo Delizia.
Gli esemplari sono stati conteggiati
con l'ausilio di un binocolo, a causa Figura 7: roost su Populus nigra
della elevata distanza di osservazione
(circa 80 metri). Tale metodo si è rivelato molto efficace in quanto gli esemplari presenti
sulle piante restavano pressochè immobili e la conta degli individui appare quindi molto
attendibile. Durante la stagione invernale l'assenza di foglie ha permesso una chiara
osservazione della colonia, mentre il periodo primaverile, a causa delle foglie degli alberi, ha
reso il conteggio più difficoltoso.
In tutte le altre aree (prive di dormitori) si è scelto di conteggiare gli individui di passaggio o
quelli presenti sui posatoi diurni (ove presenti). Si è cercato, inoltre, di ricostruire durante il
giorno i movimenti dei volatili all'interno dell'area di studio al fine di comprenderne la
provenienza e l'eventuale destinazione. Per una visione d'insieme degli spot di
colonizzazione e dei movimenti rilevati nel corso dello studio si rimanda alla parte di analisi
dei dati.
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DATI DI CAMPO
Di seguito i dati raccolti, suddivisi per sub-aree, precedentemente presentate.
RAMO DELIZIA
Tale sito risulta essere il dormitorio principale individuato nei pressi della Riserva Somin; in
questo sito sono stati effettuati censimenti sia durante il periodo di svernamento, sia
durante il periodo riproduttivo.
Figura 8: Foto del ramo Delizia nella zona limitrofa al posatoio
Informazioni sul posatoio
Gli individui censiti durante i conteggi erano interamente posati su piante appartenenti al
genere Populus, il quale risulta essere quello maggiormente rappresentato nella comunità
vegetale arborea del sito. È stato infatti stimato che il 60% delle piante appartenga a questo
genere. Le piante occupate misurano circa 20-25 metri di altezza e mostrano un buono stato
di vitalità.
Le fonti antropiche di disturbo distano alcuni chilometri dal dormitorio. L'unico disturbo da
tenere in considerazione potrebbe essere il passaggio di qualche natante lungo il fiume
Ticino, che si trova a circa 150 metri dalle piante occupate.
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Corpo idrico più vicino
Le piante utilizzate come dormitorio notturno si affacciano sul ramo Delizia e pertanto la
distanza dall'acqua del posatoio si può considerare nulla.
Nel corso d'acqua di interesse viene praticata attività di pesca sportiva dilettantistica. Le
famiglie di osteitti maggiormente rappresentate nella comunità ittica sono Ciprinidi,
Salmonidi, Esocidi e Percidi.
Sopralluogo 15 novembre 2012
Condizioni meteo-climatiche:
Tempo: sereno
Vento: assente
Percentuale di suolo ghiacciato: 0 %
Ora inizio: 16.30
Ora fine: 18.00
Punto di rilevamento: da terra
Distanza rilevatore-dormitorio: 100m
Numero totale di individui censiti: 120 (il numero comprende anche individui posati su delle
piante affacciate lungo il fiume Ticino (circa 50). Tale dormitorio è stato poi assegnato ad
altri rilevatori del Parco Ticino.)
Direzione di provenienza dei cormorani: principalmente da sud-est
Nidificazione: presente
Numero totale di nidi individuati: 88 non più occupati
Figura 9: visuale dei nidi presenti presso il sito
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Conteggio n°1: 13 dicembre 2012
Condizioni meteo-climatiche:
Tempo: nuvoloso
Vento: assente
Percentuale di suolo ghiacciato: 100 %
Ora inizio: 15.15
Ora fine: 17.30
Punto di rilevamento: da terra
Distanza rilevatore-dormitorio: 100m
Numero totale di individui censiti: 98
Direzione di provenienza dei cormorani: 60% da sud-est, 30% da nord, 10% da ovest
Nidificazione: presente
Numero totale di nidi individuati: 88 non più occupati.
Figura 10: la freccia azzurra
indica la posizione dei rilevatori;
in giallo è evidenziata l'area in
cui sono presenti i nidi e in rosso
quella in cui si trovano le piante
utilizzate come dormitorio; le
frecce rosse indicano le
principali direzioni di
provenienza con la relativa
percentuale.
Durante il periodo del rilevamento il numero degli individui presenti al dormitorio si è
evoluto nella modalità indicata in tabella:
ORARIO NUMERO INDIVIDUI POSATI
15.30
30
16
65
16.30
85
17
90
17.30
98
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Conteggio n°2: 8 giugno 2013
Condizioni meteo-climatiche:
Tempo: nuvoloso
Vento: assente
Percentuale di suolo ghiacciato: 0 %
Ora inizio: 17.00
Ora fine: 20.00
Punto di rilevamento: da terra
Distanza rilevatore-dormitorio: 100m
Numero totale di individui censiti: 205
Direzione di provenienza dei cormorani: n.d.
Nidificazione: presente
Numero totale di nidi individuati: 150
Stato di occupazione dei nidi: la maggior parte dei nidi presenti contenevano pulli e adulti
impegnati nella cova.
Figura 11: Immagine scattata durante il conteggio del 8 giugno nella quale è possibile contare 135 cormorani.
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TRATTO CANALE MAGENTINO – LOCALITA’ CASTAGNOLINO
Allo sbocco del canale del Magentino, si osserva una presenza sporadica di individui,
normalmente locati in sponda idrografica destra, durante le prime ore del mattino, cessata
l’attività di caccia.
Figura 12: Visuale dalla località Castagnolino
TRATTO CANALE MAGENTINO – CANALE SCOLMATORE
Allo sbocco del canale scolmatore è stata osservata una notevole attività diurna, ma nessun
dormitorio notturno.
Il giorno 20 febbraio 2013 sono stati contati 14 esemplari in attività nei dintorni della lanca
presso il C.S.N.O, i quali utilizzavano delle piante sulla sponda occidentale del fiume come
punto di riposo.
Nelle ultime ore di luce, è stato osservato uno spostamento verso nord di tutti gli individui.
Il giorno 16 giugno 2013, avendo rilevato una massiccia presenza di cormorani lungo il ramo
delizia, ci siamo appostati sulla spiaggia situata presso la località “castagnolino” con
l'obiettivo di contare gli individui diretti al dormitorio e di stimare il numero di individui che
traggono il loro nutrimento entro i confini della Riserva, posta più a sud. In tale data sono
stati contati 73 individui diretti a nord verso il ramo delizia e altri 11 diretti a sud. Si rileva
inoltre, attività di caccia seppur sporadica nella zona a valle del canale scolmatore.
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TRATTO SCOLMATORE-OCONE
Il giorno 10 gennaio 2013 si è svolto un sopralluogo presso la località Ocone che ha
permesso di osservare solo individui di passaggio diretti verso nord, nel numero di 8
esemplari. Sono stati eseguiti altri sopralluoghi nel tratto ma nessuno di questi ha portato a
risultati significativi ai fini di studio.
LOCALITÀ GABANA
Presso la località “Gabana” è segnalata la presenza di un posatoio, in corrispondenza della
darsena che ospita i natanti. Questo punto risulta essere un posatoio diurno, in quanto non è
stata rilevata la presenza di cormorani nelle ore crepuscolari e notturne durante i due
sopralluoghi effettuati nel corso dei mesi di novembre e dicembre 2012.
La presenza dei cormorani è stata dunque riscontrata solo nelle ore diurne ed è dimostrata
dalla presenza di una moderata quantità di guano (rilevata il 10 gennaio 2013) al di sotto di
un pioppo che si affaccia sulla darsena. Il numero di cormorani che è stato rilevato durante il
periodo di studio è compreso tra le 3-5 unità.
TRATTO GABANA – QUARANTA PERTICHE
I rilevamenti nel tratto di fiume a valle della località Gabana sono stati eseguiti nel mese di
gennaio 2013.
Il sopralluogo del giorno 18 gennaio è stato effettuato seguendo il corso del fiume, fino a
giungere alla località Quaranta pertiche, con lo scopo di rilevare eventuali dormitori
osservando i movimenti dei cormorani durante le ultime ore pomeridiane. Il risultato è stato
un conteggio di 12 esemplari in movimento, anche in questo caso tutti diretti verso nord
mentre non è stata trovata nessuna traccia di dormitori.
Il 26 gennaio 2013 è stato fatto un percorso all'interno del bosco che ha permesso di
monitorare i corsi d'acqua laterali al fiume,
in particolare il cavo Comi. Su questo corso
d'acqua non è stato rilevato alcun segno di
attività di cormorani e, data la scarsa
ampiezza della visuale provocata dalla fitta
vegetazione, non sono stati conteggiati gli
individui di passaggio. Tale evidenza è però
stata smentita durante i sopralluoghi
avvenuti nel Dicembre 2013, con esemplari
in caccia all’interno del corpo idrico
Figura 13: Attività di pesca a mosca sul cavo Comi
secondario
suddetto.
La
presenza
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relativamente ai canali laterali, è stata accertata nel medesimo periodo anche sul Ramo
Portichetto, ove si sospetta un possibile dormitorio, ad oggi ancora da verificare.
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ANALISI DEI DATI
I dati raccolti all’interno dell’area di studio hanno permesso di identificare ad oggi un unico
dormitorio nei pressi del ramo Delizia, presso il quale si nota una minore concentrazione di
cormorani nel periodo di svernamento (inverno) rispetto al periodo riproduttivo (primavera).
Questo dato risulta particolarmente interessante in quanto non era stata ancora segnalata la
nidificazione di questa specie nel nostro territorio. Tuttavia, il dato andrebbe integrato con
dati raccolti in altri dormitori, per meglio comprendere le dinamiche comportamentali e
migratorie a livello regionale e continentale.
È bene inoltre precisare che il numero di 205 individui contati l' 8 giugno 2013 è
probabilmente inferiore al numero reale di esemplari che occupano realmente tale
dormitorio in quanto sono stati contati 150 nidi, i quali risultavano essere quasi tutti
occupati; di conseguenza, il numero dei soli esemplari adulti potrebbe essere vicino alle 300
unità.
All'interno dei nidi sono stati contati fino a 4 pulli che, se raggiungessero la maturità
sessuale, porterebbero ad un incremento esponenziale della popolazione locale.
Figura 14: Pulli nel nido in località Delizia.
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CONCLUSIONI E IMPATTO ECONOMICO
Nonostante il dormitorio del Delizia sia l'unico rilevato nell'area in esame e nonostante esso
non sia all'interno della riserva S.O.M.I.N le sue dimensioni e la distanza pressochè nulla
dalla riserva stessa (ricordiamo che esso è ubicato appena all'esterno dei confini Nord) sono
tali da influire in modo marcato sul popolamento ittico dell’area.
Dai dati rilevati in data 08/06/2013,è stato possibile censire 205 individui adulti e 150 nidi
quasi tutti occupati e contenenti fino a 4 pulli per nido. Tenendo conto del fatto che gli
individui adulti a fronte dei 150 nidi possono essere nell'ordine delle 300 unità, il numero
di cormorani totale che puo' risultare aggiungendo i pulli (da 2 a 4 pulli a nido) è: 300
adulti + 300-600 pulli= 600-900.
Queste cifre, più che verosimili, rispecchiano l’attuale situazione delle presenza del
cormorano all’interno dell’area di indagine e fanno riflettere su un possibile incremento
esponenziale della popolazione, che tuttora risulta in atto.
Figura 15: Volo di cormorani presso il ramo Delizia (da notare la numerosità degli individui)
Sicuramente dati alla mano i 205 individui censiti con i rispettivi nidi danno l'idea di una
popolazione locale di dimensioni notevoli rispetto alle dimensioni dell'intera area e
potenzialmente non proporzionale al mantenimento della qualità della comunità ittica
presente nel fiume Ticino, sulla quale per altro, sia il Parco del Ticino sia il Comitato
Salvaguardia del Ticino - Gruppo Pesca, svolgono ad oggi interventi di conservazione di
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diverse specie ittiche, i cui risultati sono inficiati in maniera marcata dall’elevata presenza di
avifauna ittiofaga lungo tutto il corso del fiume.
Dall'analisi risulta evidente che la stragrande maggioranza degli esemplari di cormorano
rinvenuti nella Riserva o su posatoi diurni (Darsena, Canale Scolmatore) o liberamente in
caccia o in volo provengono dal dormitorio del Delizia, fenomeno accertato dalla conferma
visiva avuta durante il monitoraggio del 16 Giugno in zona Bosco “Castagnurin”, dove solo
nelle ore serali 73 degli 84 individui avvistati in volo si dirigevano verso il dormitorio.
Inoltre, va evidenziato che nell’ultimo periodo si rileva una maggior presenza di individui
appartenenti alla specie Phalacrocorax carbo sinesis, anche sui rami laterali del fiume e in
corsi d’acqua minori, che fino a poco tempo addietro avevano svolto in modo elettivo una
funzione di rifugio per l’ittiofauna dal cormorano stesso. Soprattutto durante il periodo
autunnale ed invernale, come confermato già da studi effettuati (GRAIA s.r.l), si assiste ad
una massiccia risalita dei pesci in ambienti maggiormente boscati e più protetti al fine di
evitare la predazione da parte del volatile. La costante e sempre più elevata presenza di
cormorani osservati in attività di caccia anche nei rami laterali del fiume e nei sui affluenti,
porta ad effettuare alcune considerazioni sui possibili sviluppi della popolazione, che ad oggi,
vista la consistenza non è più in grado di sostenersi attraverso la sola ricerca attiva
dell’alimento nel corso principale del fiume. Inoltre, va evidenziato, che qualora la suddetta
predazione in corsi d’acqua minori/tributari fosse perpetuata nel lungo periodo, si
assisterebbe ad un inesorabile depauperamento della comunità ittica relativamente al
bacino del Fiume Ticino.
Pertanto, considerati i risultati dell’analisi svolta, si ritiene quindi necessaria l’attuazione di
specifiche misure di contenimento della specie, utili a preservare la biodiversità ittica locale.
Si ricorda inoltre che il Comitato Salvaguardia del Ticino-Gruppo Pesca, gestore della Riserva
S.O.M.I.N, come precedentemente accennato, attua in collaborazione con il Parco Ticino il
Progetto Life per la tutela della Trota Marmorata nel Fiume Ticino attraverso l'allevamento,
la riproduzione e l'immissione nell’area di competenza di novellame e adulti. Negli ultimi
anni, inoltre, provvedendo ad incrementare la taglia dei pesci immessi (15-20cm), proprio
nei rami laterali, si è assistito ad un ritorno della specie, con evidenze in campo che sono
state riscontrate anche dai pescatori.
Oltre alla trota marmorata la riserva ospita ancora numerose specie autoctone quali lucci,
persici, tinche, pighi nonché di alborelle e vaironi che stanno alla base alimentare dei
predatori ed il cui mantenimento a livello locale è da considerarsi prioritario per la difesa
della biodiversità acquatica. Inoltre, alcune delle suddette specie rientrano anche in liste e
allegati a livello comunitario.
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Figure 16 e 17: esemplari giovanili di trota marmorata catturati in riserva SOMIN
Dati alla mano, quindi, un cormorano adulto si nutre in media di 400-500 grammi di pesce
ogni giorno (Cosolo et al.,2009) a seconda della stagione, predando di norma il pesce di
piccola-media taglia ovvero gli adulti di pesce foraggio quali alborelle e vaironi e le classi di
età riproduttive dei pesci di taglia quali barbi, cavedani, trote marmorate, lucci, persici,
tinche, pighi, anguille, senza considerare i danni a carico dei pesci di taglia maggiore, che
riescono solo in alcuni casi a sfuggire alla cattura, e all’alterazione indotta della presenza del
cormorano sul normale comportamento dell’ittiofauna.
Facendo riferimento al dato minimo indicato in bibliografia, e quindi identificando la
“worst condition” (ossia la migliore ipotesi) è facile stabilire l’impatto economico
derivante dalla presenza del cormorano, in termini di prelievo di biomassa ittica dal fiume
Ticino, per l’area di interesse. Considerando un consumo medio di 400 grammi/giorno *
205 (individui censiti adulti stanziali e potenzialmente agenti in Riserva) risulta un
quantitativo pari a 82.000 grammi/giorno di pesce, pari a 82 kg. Moltiplicando il dato per
l'intero arco dell'anno si ottiene: 82 Kg * 365 g = 29.930 Kg ovvero 29,93 tonnellate di
pesce prelevato ogni anno. Attribuendo un valore economico minimo del pesce pari a 3
€/Kg (senza peraltro effettuare nessuna selezione sulla specie) l'impatto economico risulta
pari a: 29.930 Kg * 3.00 euro=89.790 €.
Poiché tale indennizzo appare elevato e peraltro mai corrisposto da alcun ente competente
durante il periodo di gestione della riserva al Comitato Salvaguardia del Ticino – Gruppo
Pesca si richiede, anche in ragione delle nuove leggi in materia (vedesi D.D 3109 del
23/12/2013, in allegato) un imminente risposta da parte degli organi competenti in materia,
nello specifico Provincia di Milano e Parco del Ticino Lombardo, al presente documento, al
fine di attuare, come già evidenziato, un progetto pilota della durata di 5 anni all’interno
dell’area descritta, attuando nello specifico pratiche di dissuasione e di contenimento della
specie Phalacrocorax carbo sinesis, al fine di ridurne l’attuale consistenza di popolazione e di
valutare in modo concreto l’impatto che la specie stessa esercita sul popolamento ittico
locale. Le suddette tempistiche, in base all’autoecologia di molte specie ittiche, infatti,
appaiono consone alla valutazione dell’impatto generato dell’avifauna ittiofaga a livello
locale.
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BIBLIOGRAFIA
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provincia di Milano", Provincia di Milano, 1999.
Baccetti N. & Giunti M., “Dinamica di insediamento e struttura della popolazione di
cormorano (Phalacrocorax carbo) svernante in Italia”, 2002.
Volponi S., "Problematiche gestionali inerenti l'espansione del cormorano in Italia ed in
Europa: l'esperienza del progetto REDCAFE", 2005.
Cosolo M., Fattori U., Rucli A., Facchin G., Zanetti M., Sponza S., 2009. Il Cormorano. Aspetti
ecologici, biologici e gestionali in Friuli Venezia Giulia. Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, Udine: 1-35.
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