Moda e bellezza - Classi Colorate

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Moda e bellezza - Classi Colorate
Moda e bellezza
L’abbigliamento
rispondeva alle
necessità del popolo
romano. Vestirsi non
significava solo
coprirsi e abbellirsi;
questo rito indicava il
proprio status sociale
Nella vita pubblica le donne indossavano la stola e gli uomini la
toga, tenendo sempre la tunica come sottoveste per ripararsi dal
freddo.
I magistrati, i consoli e i dittatori, vestivano con la toga praetexta,
come i ragazzi fino all'età di 17 anni.
Roma,
Museo
Nazionale
Romano,
Palazzo
Massimo
alle
Terme.
In età imperiale la moda delle
acconciature è fissata dalle
imperatrici e dalle dame della casa
regnante. Livia, moglie di Augusto,
porta un piccolo chignon sulla fronte
e il resto dei capelli tirato indietro
sulla nuca.
Con l’età neroniana, i
capelli sono disposti in una
vistosa matassa di riccioli,
mentre il resto della
chioma è raccolta in due
grosse trecce fermate da un
nodo.
All’inizio del II secolo d.C. le
dame si pettinano facendo largo
uso di capelli finti, con
«estensioni» di trecce, ottenendo
un grande effetto poiché
disponevano sulla fronte un
posticcio che prende la forma di
un diadema (orbis).
Sabina, figlia
di Matidia,
moglie di
Adriano.
«Io te lo dicevo, smetti di colorare i tuoi capelli.
Ormai non hai più nessuna chioma da poter
tingere. (…) Ma essendo sottili come lanugine,
quante violenze sopportarono i tuoi capelli,
quanta pazienza si offrivano al ferro al fine di
formare la curva ondulazione». (Ovidio, Amores,
I, XIV, 21 ss.)
Fra gli oggetti esposti nella sezione «Il
Lusso di Roma» del Museo Nazionale
Romano vi sono anche due reticula,
reticelle per capelli realizzate con
filamenti d’oro, destinate ad arricchire
le acconciature femminili.
«Ciò che ci avvince è la semplice eleganza. Tenga la donna
in ordine i capelli (…) In più modi si possono adornare: tra
le fogge scelga la più adatta, e per consiglio si rivolga allo
specchio» (Ovidio, Ars Amatoria, 3)
Ritratto della fanciulla,
cosiddetta Saffo, da
Pompei.
Gli elementi di un corredo
romano, come nel mondo greco
ed etrusco, comprendono
orecchini, bracciali, fibule
collane ed anelli. Solo i gioielli di
pregio minore venivano posti
nelle sepolture.
Reperti
rinvenuti a
Pompei.
L’ornamento più comune era
l’anello. L’anello fu per lungo
tempo un elemento di
distinzione sociale.
Anello del I
secolo d.C.
attualmente
conservato
a Napoli.
Le pietre preziose hanno da
sempre esercitato un grande
fascino sugli antichi, sia per il
loro valore, sia per la credenza
che particolari minerali
possedessero proprietà magiche
o virtù curative
Collana in oro,
perle e smeraldi
da Pompei.
Napoli, Museo
archeologico
nazionale.
Le collane possedevano spesso
inserzioni di pasta vitrea, pietre dure,
perle, smeraldi, e cammei. Negli intagli,
i soggetti più comuni consistono in
immagini di divinità, animali, scene di
vita quotidiane
I cammei erano considerati un
ornamento di lusso. Nei cammei romani
sono rappresentati imperatori o
avvenimenti storici di particolare rilievo.
Cammeo che
rappresenta
l’imperatore
augusto.
Nell’antica Roma l’utilizzo di cosmetici, creme, sostanze profumate e
unguenti derivava dalla consuetudine
di applicare sul corpo, dopo i bagni di detersione,
oli grassi e profumati, che non solo servivano a restituire
morbidezza alla pelle, ma anche a conferirle un
piacevole e persistente profumo. Una pratica che
nacque dalla necessità e che in breve tempo divenne una moda,
un segno di distinzione e lusso.
“…quando l’annuserai chiederai agli dei ,
o Fabullo , di farti tutto naso…” Catullo
L’uso del profumo come cosmetico,
quindi con la funzione di abbellire ed
impreziosire il corpo, è un’abitudine
che nasce intorno al II- I secolo a. C.,
Le creme erano composte da
un mix di alimenti, tra i quali
il miele e il latte, e venivano
utilizzate almeno una volta
al giorno.
Preparazione delle essenze
Contenitore di alabastro
Enfleurage
REALIZZATO DA
I. C.
G. G.
F. L.
E.T.
CLASSE IV SEZ. D