Costa Rei, il sogno dei belgi

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Costa Rei, il sogno dei belgi
Costa Rei,
il sogno dei belgi
Unione Sarda - Giovedì 1 settembre 2011
Una lunga spiaggia bianca, come le
dune del deserto, lunga chilometri e
delimitata da due promontori che la
difendono e dominata da una collina che la protegge.
Costa Rei oggi è un luogo di vacanze
conosciuto in Italia e all'estero, uno
dei pochi territori che conserva ancora la sua natura selvaggia anche
se ormai è diventato una meta turistica ambita con il centro abitato
formato da case vacanza creato per
questo scopo.
La spiaggia di Costa rei
Il suo splendido isolamento durò fino al 1962 quando il belga ventiduenne Guido Van Alphen lasciò
una cittadina non lontana da Aversa
e scese nell'isola alla ricerca di un
nuovo "Eldorado" delle vacanze che
doveva avere mare cristallino con
litorale incontaminato circondato
da una natura selvaggia.
Van Alphen aveva molta passione e
tante idee, ma pochi contanti che
chiese a suo padre, titolare di un'agenzia immobiliare. In Belgio gli affari andavano male a causa dell'alto
prezzo dei terreni per gli investimenti di numerosi coloni rientrati
cercato né i terreni a buon prezzo
che avevano immaginato.
VILLASIMIUS Non rimaneva che
scendere nella zona di Cagliari dove
arrivarono e incontrarono un loro
contatto: il geometra Pietro Valerio.
dell'ex Congo Belga. Ai Van Alphen
non sfuggì per questo l'operazione
dell'Aga Khan in Sardegna che acquistò proprio in quel periodo ettari
di terreni costieri incontaminati,
praticamente abbandonati, in Gallura.
I BELGI Arrivò per caso un'occasione di giungere nell'isola quando
Marcel Stoffelen, un ex colono belga conosciuto dai Van Alphen, che
possedeva dei terreni, decise di
venderli: dietro richiesta del padre,
Guido Van Alphen accettò di andare
Guido Van Alphen oggi
Guido Van Alphen nella spiaggia di
Costa Rei nel 1962
in Sardegna per tastare le possibilità di acquisto a prezzi interessanti.
Fu così che i destini del litorale oggi
chiamato Costa Rei si incrociarono
con quelli di Guido Van Alphen che,
con in tasca due milioni di lire (non
più di 40 mila euro odierne), decise
di accompagnare nell'isola Marcel
Stoffelen. Via da Bruxelles alla volta
di Genova a bordo di una fiammante e rara Bmw 1500, poi in nave a
Porto Torres e un sopralluogo ad
Alghero, allora la porta del turismo
sardo, e la costa di Bosa dove i due
belgi non trovarono né l'ambiente
Ispezionarono la parte occidentale
del golfo degli Angeli con Santa
Margherita di Pula, poi l'altro versante fino a Villasimius allora un
borgo di pescatori e carbonai collegato da una strada bianca impegnativa al capoluogo. Ma i due belgi
non trovarono "l'Eldorado" cercato
fatto di terreni vergini vicino al mare con prezzi modesti.
A questo punto un altro mediatore,
un certo Solinas, segnalò dei terreni
interessanti in comune di Muravera
affacciati sul mare. La strada per arrivare era totalmente bianca e assomigliante più a tratturi che a una
camionabile. Lasciata Villasimius
l'auto dei belgi si diresse verso l'interno per una strada appena abbozzata fin quando arrivarono a un bivio che collegava Castiadas con il
mare. Seguirono poi un viottolo per
buoi e l'auto fu costretta a fermarsi.
Continuando a piedi Guido Van Alphen e Marcel Stoffelen salirono su
un'altura chiamata Monte Turnu e
da lì poterono vedere quello che
andavano cercando da tempo. «Lo
spettacolo», dichiarò Van Alphen
«era incredibile».
COSTA REI Il monte Turnu delimitava infatti una grande spiaggia bianca con davanti un mare cristallino
dai riflessi variopinti e trasparenti
che andava a finire in lontananza
contro il promontorio di Capo Ferrato.
In mezzo, quasi a controllare la bellezza della natura, l'alta collina di
Monte Nai e nella zona anche uno
stagno chiamato nelle carte militari
Piscina Rei e una collinetta denominata Sa Punta Rei. Questo fece trovare facilmente il nome a quella costa incontaminata appena scoperta:
Costa rei.
I due belgi non potevano sapere allora che quella costa magica, quasi
isolata, protetta da una vegetazione
fitta e rigogliosa fu scoperta e frequentata anche dalle popolazioni
neolitiche sarde di ben 5000 anni
fa. Lo testimonia l'allineamento di
22 menhir il località Piscina Rei, ri-
la zona come luogo fatato e disposero quei monoliti forse secondo
varie posizioni astrali. Van Alphen
trovò in quella primavera del 1962
la zona ancora incontaminata e il
suo interesse si focalizzò su 80 ettari, di proprietà di due famiglie di Villagrande Strisaili, che confinavano
con Capo Ferrato e occupavano oltre un chilometro di costa con una
candida e alta sabbia: furono acquistati a 200 lire al metro quadro per
un totale di 160 milioni.
IL SOGNO Era la prima pietra di
quella che è oggi Costa Rei, ma proprio allora l'impresa diventava più
che ardua perché per emulare la
nascente Costa Smeralda e quello
che stava facendo l'Aga Khan Karim
mancavano soldi, progetti e soci finanziatori.
Nella nascente Costa Rei c'era tutto
da fare per ciò che riguarda le opere di urbanizzazione primarie e i
servizi di base per poter poi vendere i terreni lottizzati e le villette.
L'intenzione era quella di acquistare
i terreni con l'anticipo di 2 milioni
lagrande. Guido trovò anche due
soci Eddy Schillemans che aveva intenzione di costruire un albergo e
Frans Verhoeven interessato a un
villaggio turistico e nacque così la
"Costa Rei spa". Nel 1965 furono
pronti l'albergo, diverse villette, un
bar-piscina con acqua di mare. A
questo punto la burocrazia italiana
incominciò a colpire perché non arrivarono mai i finanziamenti sperati
e i soci Stoffelen e Verhoeven si misero per proprio conto.
LA FINE Poi la famosa legge "Ponte"
per le zone balneari che prevedeva i
permessi solo in presenza di piani di
lottizzazione comunale diede il colpo di grazia al'iniziativa e alle speranze di Guido Van Alphen.
I terreni non si potevano più vendere e non si potevano così saldare i
debiti con i vecchi proprietari anche
se con l'acquisto di altri appezzamenti a Monte Nai e Piscina Rei,
Van Alphen riuscì ad andare avanti
fino al 1967.
Purtroppo il padre di Guido fallì venendo a mancare l'appoggio in Belgio anche a causa di una pubblicità
negativa.
Guido Van Alphen cercò di salvarsi
trasformandosi anche in cuoco pur
di andare avanti.
Il colpo di grazia arrivò nel 1971 per
mano del fisco che reclamò a Guido
le tasse non pagate da altri i cui atti
di vendita recavano la sua firma
come procuratore.
Era la fine, Guido Van Alphen perse
tutto e fu costretto a rinunciare al
suo sogno e rientrare in patria.
Sergio Atzeni
Una mandria di vacche che pascola nel 1962 nelle spiagge di Costa Rei
salenti alla cultura di Ozieri (32002800 a. C) le cui genti identificarono
per poi tentare di vendere i primi
lotti per saldare i proprietari di Vil-