CDD di Paullo - Arti e Mestieri sociali
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CDD di Paullo - Arti e Mestieri sociali
Comune di Paullo CARTA DEL SERVIZIO Centro Diurno Disabili di Paullo Un CDD verso la costruzione di un progetto H Dicembre 2014 Indice La carta d’identità del CDD Pag. 3 Procedure di ammissione, Pag. 4 Accesso alla struttura Progetti socio educativi personalizzati Relazioni con le famiglie Pag. 5 Procedure di dimissione Sistema di finanziamento complessivo del servizio Pag. 6 Computo retta Procedure per la gestione dei reclami Pag. 6 Procedure di coordinamento e supervisione degli Pag. 7 operatori Pag. 7 Procedure di monitoraggio e valutazione della qualità del servizio Il Progetto Diversabilità Pag. 8 Passato, presente, futuro: la diversabilità oggi Pag. 9 Le attività ed i laboratori Pag.10 Attività specialistiche e tirocinii educativi Pag 11 Una piccola Comunità Progetti individualizzati integrati Circolazione, comunicazione e condivisione delle Pag 13 esperienze L’appartenenza: la scelta del territorio come ambito di confronto e di crescita Allegati Pag 14 2 Carta d’identità del C.D.D. di Paullo Sede Via del Ronco,7 - 20067 Paullo (Mi) Telefono 02/90638295 E-mail [email protected] Ente gestore Comune di Paullo Riferimento: Responsabile Settore Servizi alla Persona Paola Diciaula Numero di Telefono 02/ 90632454 Indirizzo e-mail: [email protected] Progettazione e gestione intervento Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali, Cooperativa Sociale a rl Autorizzazione al funzionamento con Del.n°.10 del 26/01/2011 l’ASL Milano 2 ha autorizzato definitivamente il funzionamento del CDD per un numero di 15 posti Capacità di accoglienza ed accreditamento con D.G.R. n°.8/2227 la Regione ha accreditato il C.D.D. per l’accesso ai finanziamenti a carico del fondo sanitario, per un totale di 10 posti. in attuazione della D.G.R. n°1185 del 20/12/2013 sono stati contrattualizzati in data 18/04/2014 altri 3 posti. Il totale dei posti contrattualizzati è 13. Funzioni e finalità Il Centro Diurno per Disabili di Paullo è un Servizio Comunale. E’ una struttura diurna ed accoglie soggetti con disabilità medio gravi. La sua finalità è quella di contribuire al miglioramento della qualità della vita della persona con disabilità in età postscolare, evitando o ritardandone l’istituzionalizzazione, anche attraverso il supporto continuativo, o in fasi critiche al nucleo familiare, con l’offerta in regime di accoglienza diurna, di prestazioni relative a attività sociosanitarie ad elevato grado di integrazione , attività di riabilitazione, attività di socio riabilitazione, attività educative socioassistenziali, atttività educative, socio-sanitarie e riabilitative Numero e qualifica operatori 5 educatori professionali 1 coordinatore (Laureato in Filosofia con indirizzo Pedagogico con 10 anni di esperienza nel campo dei servizi rivolti alle persone con disabilità e di 15 anni nel coordinamento dei servizi) 1 Ausiliario Socio-Assistenziale 1 Operatore Socio-Sanitario 1 Specialista Motorio 1 Specialista Supervisore 1 Istruttore attività laboratoriali L’elenco aggiornato del personale è disponibile e consultabile presso la struttura. Orari di apertura all’utenza Dal Lunedì al Venerdì dalle ore 9.00 alle ore 16.00 Calendario di apertura/chiusura Il Centro è in funzione per 47 settimane e per 234 giorni all’anno. Il calendario viene redatto annualmente e prevede la chiusura in coincidenza con le festività nazionali. 1, 6 gennaio Pasqua lunedì dopo Pasqua 1 maggio 2 giugno 2 Novembre 8 dicembre 25 e 26 dicembre La chiusura nel periodo di Agosto per tre settimane. Eventuali ponti o chiusure in prossimità di feste Nazionali per il recupero di giorni di festività nazionali coincidenti con giorni feriali. Dotazioni 1 Pulmino con capienza 8 posti 1 Automobile con capienza 5 posti 2 computer per attività cognitive con accessori e collegamento ADSL 1 videocamera digitale 1 televisione 1 videoregistratore 1 Impianto stereo 1 cucina attrezzata per attività laboratoriali Servizio Mensa Comunale Menù settimanale, con possibilità di diete personalizzate 3 Procedure di ammissione Sono ammessi al C.D.D. i soggetti in condizione di disabilità, secondo il seguente ordine di priorità: • Residenti nel Comune di Paullo • Residenti nell’ambito del Distretto Sociale 1 (Mediglia,Paullo, Peschiera Borromeo, Pantigliate,Tribiano) • Residenti in Ambiti territoriali provinciali ed extraprovinciali La richiesta di ammissione al Servizio avviene, di norma, tramite l’Ufficio Servizi Sociali dei Comuni di residenza degli interessati; alla domanda deve essere allegata una relazione socio-sanitaria e la documentazione medica relativa alle condizioni di salute del disabile. L’ammissibilità degli utenti avviene a cura di un’equipe multiprofessionale costituita da: AA.SS. del Comune gestore, dal Coordinatore responsabile del C.D.D ed eventualmente da altre figure specialistiche; a questi concorrono, in base alle singole progettualità, le AA.SS del Comune di provenienza del/della candidato/a, per i casi a loro in carico. Successivamente l’utente sarà inserito nel C.D.D. per un periodo di osservazione utile alla predisposizione del Progetto Personalizzato condiviso con gli operatori e i famigliari Entro 30 giorni viene stilato il progetto Individualizzato Provvisorio e le relative pianificazioni delle azioni. A Scadenza del Primo Progetto viene stilato il Progetto Individualizzato definitivo e le relative Pianificazioni delle azioni E’ ammessa la frequenza part-time Accesso alla struttura È garantita previo appuntamento con il coordinatore del Servizio la possibilità di prendere visione da parte di utenti potenziali e loro familiari, delle modalità di funzionamento del Centro, della routine quotidiana e dei laboratori educativi ivi condotti. Progetti socio educativi personalizzati Per ogni persona ammessa alla fruizione del servizio, il CDD assicura la costruzione di un Progetto Individualizzato a partire dalla valutazione biopsicosociale dell’utente eseguita attraverso la Classificazione Internazionale del Funzionamento. Tale progetto deve individuare: bisogni obiettivi socio educativi bisogni sanitari bisogni sociosanitari risultati attesi azioni da compiere soggetti coinvolti nella realizzazione del progetto risorse necessarie (umane e strumentali) tempi verifiche periodiche. Per la costruzione del progetto Individualizzato, il CDD adotta una metodologia di lavoro partecipata che coinvolge i seguenti soggetti : persona inserita famiglia di appartenenza operatori del servizio coordinatore del servizio assistente sociale del comune di residenza. 4 La progettazione, la realizzazione e la verifica del progetto richiedono la condivisione da parte di tutti i soggetti sopra nominati i quali diventano corresponsabili circa il buon esito degli interventi attuati. Il Progetto Individualizzato costruito secondo l’ottica partecipata sopra descritta viene definito formalmente e trasmesso a tutti i soggetti coinvolti e sottoscritto dall’utente o dalla famiglia/caregiver. Il progetto viene periodicamente rivalutato ed è suscettibile di variazioni in itinere che consentono di accogliere nuovi bisogni emergenti espressi dalle persone per cui vengono costruiti. Relazioni con le famiglie I familiari degli utenti sono parte integrante del processo di costruzione dei Progetti Individualizzati e dei momenti di verifica e valutazione. Vi dovranno essere, dunque, durante l’anno, momenti congiunti di monitoraggio, verifica e valutazione sull’andamento delle singole situazioni, ed incontri periodici di restituzione alle famiglie, avendo come riferimento un approccio globale ed unitario nella gestione dei progetti personalizzati. A tal fine sono previsti almeno una volta all’anno : • un incontro individualizzato con l’equipe di riferimento • un’assemblea annuale dei familiari degli utenti per un momento consultivo e di confronto in merito alle programmazioni educative e di restituzione dei risultati emersi dai questionari di soddisfazione degli ospiti e delle famiglie Gli operatori del CDD sono riconoscibili a chiunque per qualsiasi motivo pervenga al Centro attraverso apposito cartellino con foto di riconoscimento e segnalazione del nome e cognome dell’operatore facilmente leggibili. Procedure di dimissione Le dimissioni avvengono se si verificano le seguenti condizioni: • Interruzione del percorso da parte dell’utente e/o della famiglia • Inserimento presso altra struttura che risponda ad eventuali bisogni sociali,sanitari, riabilitativi emersi in seguito ad una nuova valutazione da parte dell’equipe multiprofessionale e /o della famiglia. Sistema di finanziamento complessivo del servizio Il Servizio,i cui oneri complessivi sono indicati nel successivo paragrafo, è finanziato attraverso i seguenti canali: • Finanziamenti regionali • Finanziamento comunale • Quota a carico dei comuni utenti • Quota a carico degli utenti La quota di finanziamento di competenza del Comune è determinata come quota residua a differenza, detraendo dagli oneri complessivi di gestione, indicati nel Preventivo di gestione annuale, i finanziamenti regionali. Le modalità di partecipazione alla spesa di frequenza del C.D.D. da parte degli utenti è demandata al Comune di Residenza del soggetto frequentante Computo retta La retta di frequenza si compone di tre parti: 1. Costo del personale 2. Oneri fissi, ossia le spese relative alla gestione della struttura, alle funzioni amministrative, al materiale economale, alla manutenzione automezzi 5 3. Oneri variabili, ossia le spese per carburanti, le convenzioni esterne, le attività esterne previste dal Progetto, la mensa. La quota giornaliera di frequenza, che comprende tutte le attività che si svolgono all’interno e all’esterno del Centro (eccetto le attività straordinarie e/o specialistiche non gestite dagli operatori del CDD), è di 49 € Procedure per la gestione dei reclami Gli utenti e/o i loro tutori possono inoltrare reclami tramite l’apposito modulo, debitamente compilato. Tale modulo potrà essere inoltrato: • tramite raccomandata con ricevuta di ritorno indirizzato a “ Comune di Paullo Ufficio Servizi alla persona - c.a del Responsabile Settore Servizi alla Persona, A.S. Paola Diciaula, Via Del Ronco 5., 20067 Paullo (Mi). • Inviando un Fax al n° 02/90638202, specificando all’attenzione del Responsabile Settore Servizi alla Persona. • A mano esclusivamente al coordinatore del servizio presso la sede del CDD. In quest’ultimo caso il coordinatore è tenuto ad informare tempestivamente la Responsabile del Settore Servizi alla Persona, dell’avvenuto reclamo. Reclami per via telefonica potranno essere accolti in via eccezionale, e comunque dovrà seguire una successiva comunicazione scritta, contattando il coordinatore del servizio presso il CDD dalle ore 9.00 alle ore 16.00 dal Lunedì al Venerdì . Il referente ultimo per la gestione dei reclami è individuato nella Responsabile Settore Servizi alla Persona A.S. Paola Diciaula. All’atto dell’avvenuta ammissione il Servizio, nella persona del coordinatore del CDD, è tenuto espressamente a comunicare le modalità di inoltro dei reclami all’utente o a chi ne è tutore, consegnando copia dell’apposito modulo. Il servizio si impegna a rispondere per iscritto al reclamo, di norma entro 30gg dall’arrivo della comunicazione. Nel caso di urgenze, la risposta può essere comunicata in prima istanza telefonicamente nel più breve tempo possibile, a cui seguirà comunicazione scritta sempre entro i tempi sopraccitati. Ogni operatore è sensibilizzato a segnalare al coordinatore del CDD, e questo alla Responsabile del Settore, i disagi e le problematiche espresse dagli utenti e a sviluppare strategie anche d’equipe per farvi fronte. Procedure di coordinamento e supervisione degli operatori Il Coordinatore della struttura è Riccardo Cesco, laureato in Filosofia con indirizzo Pedagogico con 10 anni di esperienza nel campo dei servizi rivolti alle persone con disabilità e di 15 anni nel coordinamento dei servizi. Le riunioni di coordinamento vengono convocate dal Coordinatore: in questo ambito si stila la programmazione settimanale delle attività ,rivolte sia agli utenti che al lavoro di rete; inoltre si verificano e si valutano l’andamento dei progetti individualizzati con le micro equipe costituite dall’educatore di riferimento e dagli operatori sociali che seguono il caso. La cadenza delle riunioni è settimanale con una durata di due ore, e comunque in misura sufficiente a garantire l’operatività e la qualità del servizio. Tale orario è parte integrante del monte ore complessivo sul progetto. Viene garantita inoltre all’equipe una supervisione con cadenza mensile, la conduzione di tale supervisione è di norma condotta da uno psico-pedagogista salvo differente indicazione; per alcune situazioni ad elevata problematicità può essere valutata l’opportunità di una seduta congiunta alla quale possono partecipare gli operatori sociali dei comuni. 6 Procedure interne di monitoraggio e valutazione della qualità del servizio Modalità e standard di riferimento I Servizi Sociali del Comune di Paullo, in accordo con la Cooperativa Libera Compagnia di Arti & Mestieri Sociali, individuano i seguenti criteri di valutazione ed autovalutazione della qualità dei servizi, rispetto ai quali in sede tecnica ed amministrativa appronta le necessarie ricadute operative per il continuo miglioramento dell’efficacia ed efficienza della propria azione: Azioni di monitoraggio/valutazione indicatori di qualità (indicati in grassetto) Area della valutazione quantitativa 1) Monitoraggio frequenza turn over operatori 2) Monitoraggio sulla presenza e frequenza dei reclami 3) Monitoraggio dei tempi di risposta ai reclami 4) Monitoraggio presenza e frequenza delle riunioni d’equipe 5) Monitoraggio presenza e frequenza della supervisione Area della valutazione qualitativa 6) Valutazione del grado di soddisfazione dell’utenza 7) Valutazione delle modalità e della qualità della selezione del personale 8) Monitoraggio e valutazione della qualità della formazione continua degli operatori 9) Monitoraggio aggiornamento cartelle utenti , programmazione annuale e settimanale 10) Monitoraggio amministrativo sul rispetto delle norme contrattuali 11) Monitoraggio sulla distribuzione del questionario sul grado di soddisfazione dell’utenza 12) Verifiche periodiche di micro-equipe con soggetti esterni al servizio sull’andamento dei progetti individualizzati (operatori dei servizi sociali ed altri operatori della rete) 13) Verifiche di progetto almeno tre volte l’anno con Responsabile di Servizio Il Progetto Diversabilità Il CDD è un servizio rivolto alle persone con disabilità che si colloca dentro la rete dei servizi regionali e dentro il quadro normativo di risorse a disposizione delle persone con disabilità previsto dalla legge 104/92 Il CDD quindi dentro la normativa vigente, a partire dalla 104/92, come unità di offerta a disposizione delle persone con disabilità per superare quelle barriere ambientali (stigma sociale, atteggiamenti della cittadinanza, sistemi e politiche) e fisiche (funzioni e strutture corporee) che si frappongono alla piena integrazione sociale della persona con disabilità. La finalità prima di questo servizio diventa, quindi, l’integrazione sociale, o, meglio, l’inclusione sociale della persona con disabilità; pensiamo, quindi, al CDD come ad un servizio sociosanitario che sia improntato a tutelare la persona dai rischi dell’isolamento sociale nei territori e a supportarne la promozione dei diritti di cittadinanza attiva. Lo sforzo progettuale nasce sotto il segno di un’impronta fortemente connotata dal punto di vista bio-psico-sociale, attraverso la declinazione dell'approccio sistemico secondo una prospettiva ecologica che pone il CDD come un nodo fondamentale di un intervento di rete sulla disabilità che ha come suo naturale e necessario riferimento la ricchezza del territorio. Pensiamo quindi ad un CDD come un luogo innanzitutto piacevole, ma anche e soprattutto come un servizio utile per gli uomini e le donne, e per le loro famiglie, che ne usufruiscono. Un luogo di crescita, che si interroga quotidianamente sulla qualità dell’intervento educativo ma anche che interroga il 7 territorio e la comunità in merito al tema dei diversamente abili, andando a costruire un vero e proprio progetto H; una struttura che sia Pienamente inserita innanzi tutto nel contesto cittadino per l’integrazione dell’intervento educativo con l’ambiente delle relazioni sociali della persona con disabilità e per la costituzione di progetti pilota sulle problematiche della disabilità Protetta, ma aperta alle esperienze esterne, con una caratterizzazione dell’intervento educativo di stampo neuro cognitivista Volta ad una ricerca di alto livello sul superamento delle barriere architettoniche, attraverso la promozione di sperimentazioni cittadine, ed un intrecciato rapporto di collaborazione con le strutture sanitarie del territorio che si occupano di disabilità Aperta in modo attivo alle contaminazioni con tutte le strutture del territorio che a vario titolo si occupano di educazione e formazione all’autonomia (scuole, centri giovani, centri anziani, ecc.). Orientata verso esperienze di concretizzazione delle abilità raggiunte, non necessariamente attraverso terapie occupazionali, ma anche attraverso “terapie” di tipo più creativo (partecipazione ad Atelier, piuttosto che a manifestazioni sportive per disabili, o a fiere culturali gastronomiche ecc.) che abbiano la caratteristica essenziale della brevità, dell’alternanza e non si sostituiscano all’impianto educativo formativo di ogni individuo. Capace d’ interrogarsi e di favorire l’attenzione e la riflessione delle famiglie sull’“oltre noi”, orientando l’Amministrazione verso l’attivazione o l’inserimento in progetti che garantiscano la permanenza della persona con disabilità nel proprio territorio di provenienza Propulsiva verso la realizzazione di un sistema integrato di fonti informative sulla disabilità , i servizi per le soluzioni tecniche, tecnologiche e organizzative (collegamenti con le università, centro di bioingegneria, ecc.) Passato, presente, futuro: la diversabilità oggi Durante questi anni il CDD di Paullo si è ripetutamente trasformato, nel tentativo di avvicinarsi sempre di più ad un’idea di servizio che coincidesse con la nostra scelta di campo per la diffusione di una cultura della disabilità concepita come cultura della diversità, piuttosto che della fragilità. Per questo, abbiamo più volte espresso, con i diversi interlocutori incontrati in questi anni, la necessità di mettere in primo piano il lavoro sulla socio-morfo-genesi delle persone adulte con disabilità, compiendo, nell’affrancamento dal concetto di disabilità come patologia, quel primo passaggio verso una cultura dei diritti e del rispetto della vita delle persone con disabilità che riteniamo valore imprescindibile. Promuovere una cultura dei diritti per noi significa, innanzitutto, restituire dignità, promuovere autonomia individuale, facilitare libertà di scelta, sposare un approccio che si basi sulla capacità dei cittadini colpiti da discriminazioni di renderle evidenti, che garantisca l'espressione delle potenzialità dell'individuo, che consenta l'effettiva partecipazione e la reale inclusione sociale dei soggetti. Un approccio che, per quanto ampiamente sostenuto e promosso, anche dell’OMS, rischia sistematicamente di franare di fronte a dispositivi normativi pensati per ampliare le “possibilità” d’integrazione della persona con disabilità, che per come sono congegnati spesso determinano, invece, prassi di lavoro ascrivibili a culture della disabilità che affondano le loro radici nell’idea della “riparazione” del danno, del “recupero” della “normalità”, senza interrogarsi sui significati, sui sensi e sui valori delle diversità espresse o esprimibili. Ecco perché crediamo sia invece necessario operare al 8 fine di una diffusa promozione della diversità, che per noi significa, in primo luogo, accompagnare le persone con disabilità in un percorso che porti alla consapevolezza di se stessi, e del proprio ruolo di cittadini. Le attività ed i laboratori La giornata tipo del CDD è strutturata attraverso momenti di accoglienza degli utenti,attività strutturate,laboratori specialistici e tirocini educativi. Il pranzo e la pausa digestiva rappresentano il momento di rottura della routine quotidiana garantendo un adeguato momento di riposo e di libera aggregazione degli utenti sotto la sorveglianza educativa degli operatori. Schematicamente la giornata è così suddivisa: 09,00 – 09.30 09.30 – 10.00 10.00 – 12.30 12.30 - 13 Accoglienza Momento di gruppo di avvio della giornata / Prenotazione Pasti Attività del giorno (laboratorio, Ippoterapia, Piscina, Marcia, uscita) 2 gruppi Igiene personale, lavaggio mani, cambi, controlli sanitari Allestimento Pranzo 13 – 13.30 Pranzo 13.30 – 14 Sparecchio, pulizie tavola Igiene personale, lavaggio mani, cambi, controlli sanitari 14.00 – 14.30 Momento Caffè 14.30 – 15.00 Relax Compilazione diari personali Telefonate utenti 15.00 – 15.30 Preparazione Uscita 15.30 – 16.00 Uscita Le attività che attualmente sono condotte nel CDD sono di vario tipo e tutte finalizzate a costituire un ambito privilegiato per la persona nell’acquisizione di nuove competenze nonché nell’arricchimento e nella manipolazione finalizzata di quelle preesistenti Per quanto riguarda le attività in linea con la normativa regionale elenchiamo possibili tipologie di attività divise per tipologia e così riassumibili: Attività sociosanitarie ad alto grado d’integrazione 1. Spazio di ascolto strutturato, inteso come struttura relazionale di accoglimento delle richieste degli utenti, della rielaborazione insieme a loro dei progetti e di definizione delle azioni da intraprendere. E’ questo uno spazio per ri-sintonizzarsi con le esigenze della persona in quanto tale, garantendo le facilitazioni necessarie al superamento delle barriere ambientali presenti nel proprio percorso di vita della persona. E’ uno spazio che offre, per quanto nella capacità della persona, la partecipazione consapevole al proprio progetto individualizzato rendendolo un progetto personalizzato. 2. Lavoro congiunto con gli specialisti del presidio ospedaliero per una corretta “educazione alimentare” che tratti il tema della dieta come capacità di curare la propria salute. 3. Lavoro di rete tra servizi sociali, CPS, MMG, agenzie educative territoriali quali oratori, biblioteca, PFA, CAG. Obiettivo di queste attività sono il tirare le fila della rete e avviare percorsi di collaborazione e di ottimizzazione delle risorse disponibili su un territorio evitando il più possibile ricorso alla creazione di situazioni ad hoc per la 9 promozione dell’integrazione sociale della persona con disabilità, utilizzando e rendendo invece efficaci e condivise le risorse già esistenti. 4. Presidio delle necessarie connessioni tra gli specialisti che a vario titolo intervengono nelle attività interne al centro, ma anche in quelle esterne: ippoterapia-CDD, ippoterapia-famiglia, famiglia-CDD, CPS-cdd, medici specialisti famiglia-cdd. 5. Tenuta e aggiornamento del fascicolo dell'ospite: valutazione dei bisogni sanitari, cognitivi, psicologici e sociali. Quest’attività riveste un’importanza particolare per l’esigenza di riconnettere, attraverso la memoria scritta, i vari interventi effettuati con e per l’utente. 6. Test neuropsicologici di primo livello. Cosi come descritti nel PI. Attività di riabilitazione 1. Educazione al movimento, ginnastica posturale e tecniche delle attività motorie preventive e adattive: l’attività sarà condotta da una laureata in scienze motorie in gruppi di due/tre persone, con l’obiettivo di ricomporre e riorganizzare lo schema corporeo della persona rendendolo più funzionale nelle esigenze sociali del quotidiano. 2. Laboratorio sulla comunicazione: in riferimento alla carta dei diritti alla comunicazione delle persone con disabilità (ISAAC 2003), il laboratorio intende perseguire, anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologicamente avanzati, la possibilità per la persona di esprimere desideri, emozioni, di raccontare storie, di imparare a conversare e di acquisire competenze comunicative esportabili sul territorio. 3. Attività finalizzate ad attività pseudo-giornalistiche. Queste rappresentano un corollario del laboratorio sulla comunicazione e sono una delle possibili finalizzazioni dell’aumento delle capacità comunicative della persona. 4. Ippoterapia: per questa attività ci avvarremo della collaborazione di una struttura affiliata ad ANIRE, (Associazione Nazionale Italiana di Riabilitazione Equestre) competente nel trattamento terapeutico del comportamento della persona attraverso l’attività equestre Attività di socio-riabilitazione: 1. Frequentazione programmata e continuativa della biblioteca, che rappresenta occasione importante di promozione dell’esercizio della cittadinanza attiva. 2. Laboratorio per l’acquisizione delle competenze necessarie per navigare in rete: la rete rappresenta uno spazio sociale virtuale di grande importanza, che può rappresentare una significativa opportunità per le persone che frequentano il CDD, ma che richiede l’apprendimento di regole e accessi specifici. 3. Fruizione di occasioni socializzanti del territorio: la partecipazione a mercati e fiere, attività meno strutturata di altre e più sporadica e dipendente dalle mutevoli offerte territoriali, rappresenta un contenitore socio-relazionale particolarmente vivo e ricco di stimoli. 4. Campionato di calcio dei CDD Milanesi: la partecipazione del CDD di Paullo a questo campionato è diventato negli anni scorsi quasi una “tradizione”. Rappresenta un’offerta di socializzazione altamente gratificante in contesti di grande competizione sportiva particolarmente motivanti. 5. Laboratorio di cucina. Questo laboratorio, attraverso le innumerevoli possibilità offerte (dal ragionare insieme sui cibi e sulla loro origine, al bisogno di programmare e realizzare la spesa adatta, alle attività di organizzazione e realizzazione degli “inviti a pranzo”) rappresenta un’occasione di socializzazione e di mantenimento di rapporti di fondamentale importanza. 6. Laboratorio artistico/esperessivo: questo laboratorio intende lavorare sulle competenze espressive delle persone presenti al CDD, puntando sull’acquisizione dei prerequisiti fondamentali alla capacità di produzione artistica. Diviene attività di 10 socio-riabilitazione soprattutto in quanto prevede, come perno del suo svolgimento, la partecipazione frequente a iniziative culturali artistiche di Milano e Provincia. Attività educative 1. Un laboratorio sulle Esperienze autobiografiche: finalizzato alla ricostruzione delle storie personali, questo laboratorio si pone come momento di lavoro sulla memoria e sulla possibilità per la persona con disabilità di rintracciare temporalmente i momenti principali della propria vita, recuperandone anche emozioni e vissuti. 2. Programmi di arricchimento strumentale: sono spazi di lavoro strutturato che hanno l’obiettivo di individuare competenze ascrivibili al dominio delle funzioni mentali, e di supportarle e implementarle attraverso appositi training di arricchimento strumentale (attività di sviluppo dell’attenzione, della memoria, della funzione mentale di calcolo o di scrittura). 3. Fruizione e comprensione di produzioni artistiche (letterarie e video): un’attività per l’ascolto e la rielaborazione dei segni, dei simboli contenuti nelle opere di artisti, scrittori e poeti. 4. Sostegno dei familiari e orientamento alla rete dei servizi. L’azione costante e continua di sostegno ai familiari e di orientamento supportato alla rete dei servizi come occasione per veicolare pratiche di cittadinanza attiva. Il lavoro con le famiglie si concretizza a partire dalla condivisione del PI nel cercare di sostenere pratiche educative che non risultino in contraddizione con gli obiettivi definiti. Gli operatori del centro hanno contatti periodici con le famiglie e le incontrano regolarmente per rendere coerenti gli atteggiamenti educativi praticati nel centro con quelli proposti Tirocini educativi ed esperienziali L’attività territoriale è propria dell’ambito professionale dell’educatore. Tale attività viene condotta a piccoli gruppi o individualmente con lo scopo di favorire l’autonomia individuale dei ragazzi ed il suo utilizzo in contesti sociali differenziati, in modo socialmente accettabile. Scopo di questa attività è anche quello di modificare la percezione comune del disabile e del suo ruolo nella società. Tutto ciò si concretizza attraverso la frequentazione di biblioteche, parchi, musei, negozi, ecc., ma anche attraverso la strutturazione di gite a tema o di semplici e piacevoli pic-nic. Vacanze Gli adulti che frequentano il CDD hanno diritto di poter partecipare a occasioni di vacanza che non siano necessariamente concomitanti con le vacanze della famiglia di origine. Per questo motivo il nostro CDD organizza soggiorni estivi in località turistiche scelte di anno in anno. Le attività previste per ogni ospite della struttura vengono stabilite in sede di Progettazione sulla base dei bisogni e le azioni specifiche individuati. Una piccola comunità Il CDD non è una sommatoria di interventi più o meno mirati,il CDD è soprattutto una piccola comunità diurna all’interno della quale la giornata viene scandita da momenti conviviali quali l’accoglienza mattutina, e la relativa merenda di mezza mattina, la pausa pranzo, con la coda di chiacchierate su ciò che è stato fatto ma anche sulle cose personali e familiari di ognuno di noi. Il Centro è, un po’, come si diceva prima, il campo base con gente che va e gente che viene (non tutti evidentemente partecipano a tutti i momenti ), con una dimensione di familiarità e di giovialità garantita dal numero massimo complessivo dei ragazzi presenti. 11 Una sorta di dispositivo per la tutela della fragilità di persone che necessitano di un supporto continuo e integrato per la loro inclusione sociale come cittadini con diritti e doveri. Progetti individualizzati integrati Il CDD non è una sommatoria di interventi più convivialità e familiarità, ma offre la possibilità di realizzazione del progetto di ogni persona che lo frequenta. Un progetto individualizzato non è cosa che si possa fare da soli, soprattutto quando i ragazzi di cui ci si occupa sono adulti, con famiglie provate dagli anni e a volte in condizioni sociali difficili. Il CDD quindi integra, nella propria progettazione, i servizi sociali costituendo un’equipe integrata di lavoro per aggirare i limiti spesso presenti nell’agire educativo e solitario. L’attenzione è anche rivolta a tutte quelle realtà del territorio che forniscono servizi e prestazioni per l’handicap, AIAS, scuole, ANFFASS, per costituire di volta in volta sulla base delle necessità emergenti piccole equipe multidisciplinari che progettano e attuano interventi di alta specialità. Circolazione, comunicazione e condivisione delle esperienze Da ultimo grande importanza è attribuita alla partecipazione e allo scambio fecondo delle esperienze educative con altri centri della zona cosi come di province o regioni diverse. Per noi tutto ciò è possibile attraverso due differenti livelli: quello reale, dei contatti delle visite e della partecipazione a iniziative culturali e/o di festa organizzate da centri prevalentemente ubicati nella nostra regione e quello virtuale delle connessioni in rete del nostro servizio attraverso la partecipazione a forum e/o, scambio di e-mail etc.. L’appartenenza: la scelta del territorio come ambito di confronto e crescita L’appartenenza è il far parte di qualche cosa in modo indissolubile e questo CDD vuole appartenere a questo territorio in modo indissolubile, crescendo e facendolo crescere insieme. Il territorio entro cui viviamo e lavoriamo è l’ambito di confronto e di crescita scelto e rivendicato come priorità fondamentale. Ciò vuol dire promuovere, sostenere e partecipare, a tutte quelle iniziative che ci permettono di rilanciare sul territorio le problematiche della disabilità: seminari, convegni, manifestazioni di carattere culturale e/o sportivo, facilitando e incentivando momenti di riflessione e rielaborazione delle esperienze maturate in questi anni sul nostro territorio. Un CDD che quindi vive il proprio territorio facendosi carico, per la parte che gli compete, della crescita culturale sociale ed economica, legata all’impegno nel settore della disabilità . ALLEGATI • • • Modulo Reclami Customer Ospiti Scheda di accesso 12