DOCUMENTO DI SCOPING La frazione di Triangia

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DOCUMENTO DI SCOPING La frazione di Triangia
DOCUMENTO DI SCOPING
La frazione di Triangia
Queste brevi considerazioni che presento, sono relative a Triangia: la frazione più
alta del Comune (ca 800 m slm). Mi sento di suggerire alcuni pensieri, non tanto
come presidente di Commissione Terza, ma esclusivamente come cittadino nato e
cresciuto in questa località, per la quale mostra un costante e quasi “maniacale”
attaccamento.
Intendo rassicurare anticipando che mi limiterò solo ad alcuni aspetti peculiari,
senza avere alcuna pretesa e nemmeno voler tediare con una sequela di opinioni,
magari anche strampalate da un punto di vista urbanistico.
La frazione consta di circa 400 abitanti, intendendo con Triangia anche le
contrade di Pradella e Moroni, che appartengono alla parrocchia; non offre oggi
grandi servizi e nemmeno esistono strutture comunali, ad eccezione delle scuole
materna e primaria, costantemente in lotta per la sopravvivenza con le istituzioni
nazionali, a causa degli esigui numeri di alunni di cui dispongono. Vi sono due
bar che funzionano a singhiozzo, con difficoltà di gestione, tanto che in uno di
essi l’esercente ha un'altra attività lavorativa ed è la moglie ad occuparsi del bar.
Vi è un piccolo negozio di generi alimentari, di proprietà dello storico
commerciante del paese, in procinto di andare in pensione. Ci sono un paio di
associazioni di volontariato, entrambe costituite da una quindicina di fedelissimi:
il Gruppo Sportivo e la Pro-Loco. La loro principale attività è quella di
promuovere il territorio attraverso una serie di manifestazioni, calendarizzate
lungo l’anno: sono principalmente piccole festicciole di paese o attività in merito
alla tutela e la promozione dell’ambiente.
L’ambiente è la risorsa della frazione: innanzitutto per gli ampissimi e gradevoli
spazi verdi del parco del Rolla (con la sua sentieristica) a salire per tutto il
versante della montagna, con il piccolo laghetto di Triangia e una natura ancora
piuttosto poco antropizzata e molto rispettata: la tradizione contadina, seppure in
forma molto minore rispetto a quindici anni fa, sopravvive ancora con i piccoli
allevatori, organizzati in una latteria sociale turnaria che funziona con regolarità,
con i piccoli viticoltori che lavorano i terrazzamenti a medio-alta costa,
producendo ottimi prodotti seppure in piccole quantità, gli ortofrutticoltori che
sono privilegiati dal particolare clima mite dell’estate e ben soleggiato, grazie ad
una speciale esposizione, durante l’inverno. L’agricoltura però negli ultimi anni
sta subendo anche qui un notevole regresso, che crea numerose aree incolte con
conseguenti problematiche del caso.
I residenti tengono duro: ma difficilmente si sono create le condizioni per vedere
accrescere la popolazione: molti residenti se ne sono andati, molti meno sono i
nuovi residenti, ed il paese invecchia velocemente, soprattutto con il fatto che i
giovani sembrano meno interessati alle specificità della loro frazione. Si va verso
il “quartiere dormitorio”. Anche negli anni del boom immobiliare, le nuove
costruzioni sono state molto risibili.
Il mio pensiero dunque si sofferma su tre aspetti principali:
• Innanzitutto le possibilità ambientali, territoriali e turistiche (seppure del
tipo “mordi e fuggi”), che unite alla secolare tradizione agricola e
dell’allevamento devono continuare ad essere difese, oltreché sostenute e
rilanciate.
• Le carenze strutturali di cui sono vittima gli abitanti, soprattutto giovani ed
anziani, ereditate (si fa per dire) dalle sorde politiche amministrative.
• Lo sviluppo contrastato da dubbie scelte urbanistiche (vedi campo sportivo
in mezzo alle case) e dal notevole frazionamento delle proprietà territoriali
private.
Nel “documento di scoping”, nella parte relativa alle linee programmatiche
dell’amministrazione, sulle frazioni si leggono obiettivi condivisibili (e ci
mancherebbe), che però meritano, a mio avviso, alcune precisazioni.
Innanzitutto sarebbe auspicabile che Triangia rimanesse strettamente connessa
alle sue peculiarità ambientali, mantenendo una forma tipica del paese, anziché
improvvisarsi in forme più cittadine: è fondamentale dunque trovare un giusto
equilibrio sulla possibilità di nuovi insediamenti e la tipologia degli stessi. Infatti,
se si vuole che la frazione non muoia, va applicata una politica edilizia diversa di
quella della città: più favorevole, ma nel contempo più rispettosa ed attenta. Ecco
dunque che il recupero dei vecchi caseggiati va benissimo, ma anche permettere la
costruzione di nuovi insediamenti di piccolo impatto volumetrico deve essere
vagliata. Questo perché, la carenza principale nello stimolare il recupero dei
vecchi edifici, è nell’assenza di vie di comunicazione di cui la parte est della
frazione subisce da sempre un limite notevole: uno sviluppo territoriale deve
partire anche dalla costruzione di strade, che siano certamente poco impattanti e
inserite nel contesto, che però permettano a vecchi e nuovi residenti di accedere
alle loro proprietà. Inoltre, queste vie (strada est), per la particolare configurazione
del versante montuoso, prevalentemente ricoperta di boscaglia di vario genere,
permetterebbero anche il mantenimento e la cura del patrimonio naturale,
favorendone l’accesso.
Le peculiarità ambientali poi dovrebbero favorire lo sviluppo e l’installazione di
energie (eolica e fotovoltaica) e costruzioni “pulite”, ecocompatibili ed
ecosostenibili, legate magari anche al ripristino delle attività agricole autoctone
scomparse, come la coltivazione del grano e della segale. A voler essere
ambientalisti fino in fondo, con il rischio di rasentare davvero l’illusione, una
forma di energia pulita potrebbe sostenere l’attività dei piccoli allevatori e dei
contadini, fornendola alla Latteria Sociale, piuttosto che alle stalle ed ai fienili. Se
vogliamo, un modo pulito di fare energia, per un modo pulito di fare agricoltura.
Inoltre, la fase successiva di questo progetto potrebbe sfociare nell’insediamento
di un agriturismo in località Laghetto di Triangia, con l’intento turistico ed
ambientale, oltreché di punto di riferimento per un ritorno economico più
tangibile per i piccoli produttori locali. A lungo termine, di fronte al progressivo
abbandono delle coltivazioni di cui la frazione è affetta, questo programma
potrebbe spingere i giovani a riscoprire la coltura della terra. Questo è un grosso
problema che va fronteggiato con prontezza: l’abbandono e l’incuria influiscono
anche pesantemente sulla bellezza paesaggistica, impoverendo anche gli splendidi
scorci naturali e favorendo il cedimento dei muri a secco caratteristici dei
terrazzamenti, veri e propri capolavori architettonici e attrattive sempre
apprezzabili.
La riqualificazione degli antichi sentieri, con percorsi guidati e segnalati, che
nell’articolarsi intrecciato di cui sono caratterizzati, sarebbero nuovi itinerari
paesaggistici e naturalistici, non dimenticando che si distendono per l’intero Parco
del Rolla (v. Sentiero della Memoria); entità, quest’ultima, che la popolazione non
ha ancora ben recepito cosa sia. In questo ambito rientra anche la possibilità di
rilanciare le escursioni lungo i terrazzamenti per salire da Sondrio alla frazione.
Per non dimenticare i vecchi alpeggi del monte, oggi quasi tutte baite private,
meta di relax estivo: il monte Rolla offre scorci paesaggistici e naturalistici
invidiabili ed è una montagna molto semplice, per nulla impervia, adatta alle
famiglie, e molto prossima al centro città.
Tutto ciò accompagnato da servizi da rivedere e istituire, come il potenziamento
dei collegamenti con la città con mezzi più frequenti e snelli, coordinati con le
aree di sosta e le fermate dei bus cittadini.
Nell’ottica dei servizi si inserirebbe la creazione di una struttura sportiva
all’aperto, oramai sempre più necessaria per combattere la nullità di centri di
aggregazione per i ragazzi, che alla fine finiscono per incontrarsi in strada a
scorazzare sui motorini. Qui niente di particolarmente “visionario”: un campetto
polivalente di basket, pallavolo, tennis, magari prossimo al già presente campo
sportivo del quale già sono utilizzabili gli spogliatoi, da dare in gestione (per
conto del Comune) alle associazioni esistenti nella frazione, come già accade per
il campo da calcio.
Il territorio poi, fornisce anche molteplici scorci paesaggistici ed altre attrattive
naturali degne di nota. Il masso altare preistorico o il Laghetto sono sicuramente
due di queste, e si potrebbe pensare a piccole infrastrutture da creare, per
sostenere un calendario di iniziative sportive e/o culturali estive all’aperto
(peraltro già sperimentate con festival rock e jazz, gare varie non solo di pesca,
escursioni e passeggiate di scarsa difficoltà).
Esiste, ed attualmente è in fase di aggiornamento, un piccolo sito internet
(www.triangia.it) curato dal Gruppo Sportivo, che lentamente cerca di
promuovere arricchendosi sempre di più di materiali e documenti scaricabili; in
prospettiva dovrebbe divenire, nelle intenzioni di chi lo ha creato, un punto di
riferimento mediatico ed un portale informativo.
Questa frazione, come le altre, meriterebbe dunque maggiore spazio e visibilità
nel “documento di scoping” e di conseguenza, una maggiore attenzione nella
stesura del “documento di piano”, per salvaguardarne le particolarità e nel
contempo garantire ai suoi residenti, quei servizi e quello sviluppo armonico,
sostenibile ed intelligente, che dall’ultimo dopoguerra si attendono.
Grazie della cortese lettura
- non vi è da parte mia alcun intento particolare
semplicemente
sarò lieto se queste osservazioni saranno utili e condivisibili –
buon lavoro.
ing. Pierluigi Morelli