Armonia e salute con la forza della natura Una storia naturale per i

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Armonia e salute con la forza della natura Una storia naturale per i
Armonia e salute con la forza della natura
Una storia naturale per i piccoli e i grandi uomini
Balance = equilibrio = armonia = benessere = salute = bellezza = piacere
L’ambiente naturale di Bolzano, la val d’Adige, l’Oltradige, Monticolo
Nei millenni la val d’Adige e l’Oltradige erano un punto di riferimento per diverse culture: tribù
preistoriche, Reti, Romani, popoli asiatici ed esteuropei e coloni germanici che hanno lasciato nel
paesaggio delle tracce inconfondibili. I primi insediamenti sulle colline soleggiate dell’Oltradige sono
datati nel più lontano neolitico. Durante l’epoca romana la popolazione retica originaria (dal nome
latino Raetia) venne a poco a poco romanizzata. La strada imperiale romana denominata „Via Claudia
Augusta“, costruita tra il 15-20 d.C. - una delle più importanti vie di transito che oltrepassavano le
Alpi - portò in quell’epoca benessere e prosperità. Molti toponimi sono ancora oggi di origine latina:
Tridentum diventó Trento, (p. es. Tridentum diventò Trento, Endidae diventò Egna, Praedium
Appianum diventò Appiano e Gurlianum diventò Cornaiano, Bauzanum diventò Bolzano, Pons Drusi
diventò ponte Druso). I Romani portarono anche la castagna, la vite e il vino, che oggi plasmano il
paesaggio.
Nei tempi antichi quando c’era carestia, le castagne erano un importante alimento di base e il vino è
ancora oggi è senza dubbio la miglior bevanda ai pasti. Oggi la val d’Adige e l’Oltradige sono
caratterizzati da estese piantagioni di vite e meli che, a seconda della varietà, zona e temperatura
fioriscono pienamente tra la fine di marzo e gli inizi di maggio. La fioritura del melo è l’attrazione
principale della stagione, quando gli giardini si presentano nel loro aspetto più splendido.
La val d’Adige: paludi estese, stagni e boschi alluvionali caratterizzavano un tempo, il vasto
fondovalle. Sotto l’imperatrice Maria Teresa d’Austria tra il 1774 e il 1777, la maggior parte della
bassa atesina orientale fu prosciugata per mezzo di due grandi fossi per il deflusso dell’acqua. In
questo modo si abbassò di 1 metro anche il livello del lago. Questi fossi, che durante i periodi piovosi
raccolgono l’acqua in eccedenza, sono gli unici corridoi e habitat naturali rimasti per piante e animali
attorno alle imperanti coltivazioni intensive. Questi canali, visti come ostacoli e superfici
improduttive, sono spesso chiusi, intubati e riempiti, oppure compromessi con l’apporto di concimi
chimici e pesticidi. Anche la falciatura anticipata lungo gli argini blocca lo sviluppo della tipica flora e
fauna.
Fin prima degli inizi della seconda guerra mondiale la pianura era un paesaggio antropizzato molto
vario, con vasti campi di mais, utilizzato per fare la polenta e il suo nome deriva dal latino **”Puls”,
“Pulmentum” degli antichi romani. **N.B.: logicamente prima dell’introduzione del mais (dopo la
scoperta dell’America), la polenta veniva fatta esclusivamente con altri cereali come il vero farro,
frumento, orzo, miglio, saraceno. Questo era il cibo di base della popolazione di allora, a tutti gli
effetti naturale, genuino, sano e nutriente.
Oltre ai campi di mais, frumento, orzo e farro il paesaggio era caratterizzato da piccoli boschi di
latifoglia, saliceti, orti, vigneti, frutteti ed estesi prati umidi. Dopo, con la diffusione delle
monoculture intensive di melo, anche gli ultimi resti delle zone umide scomparvero. Non a caso circa
l‘80% della fauna originaria die fondo valle si trova nell’elenco delle specie in pericolo.
Il bosco di Monticolo, chiamato anche “bosco di mezzo”, si trova tra la val d’Adige e l’Oltradige ed è
un piccolo miracolo della natura con un’enorme varietà di flora e fauna e un clima submediterraneo.
Dal punto di vista geologico questo paesaggio si è formato circa 258 milioni di anni fa a seguito di
eruzioni vulcaniche. La roccia di base è il porfido con il suo caratteristico colore rossastro ed è parte
della possente piattaforma porfirica di Bolzano che, con i suoi 6000 km², è la più grande formazione
vulcanica delle Alpi. Se passeggiamo attraverso il bosco di Monticolo, possiamo incontrare fino a
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sette valli consecutive. Affascinante è l’adattamento raffinato delle piante pioniere che colonizzano
le rocce, che d’estate si trasformano in un deserto di sassi incandescente. In alcuni posti è come
trovarsi nella macchia mediterranea, con tante specie amanti del calore che incorniciano i più grandi
laghi dell’Alto Adige, formatisi circa 12000 anni orsono, dopo lo scioglimento dell’imponente
ghiacciaio della val d’Adige. Vi troviamo specie caratteristiche della macchia mediterranea come
quercia, Origano, pungitopo, agrifoglio, ginestra dei carbonai, timo, rosa di Natale (elleboro nero),
frassino da manna e della flora subalpina come abete rosso e bianco, pino silvestre, larice. Nella
“Angelbach” (ruscello dei pescatori), oggi chiamata val Primavera, si catturavano un tempo anguille e
vi troviamo ancora oggi i gamberi di fiume in via di estinzione. Grazie alle caratteristiche climatiche
favorevoli di questo territorio si può passeggiare in ogni stagione dell’anno e scoprire sempre
qualcosa di nuovo.
I centri di energia – il castelliere “Jobenbühel” e centro di culto
Sotto la denominazione di “centri di energia” o “luoghi di forza” esistono nella storia evolutiva molte
interpretazioni e li riscontriamo su tutto il pianeta. Qui non mi riferisco a quei grandi paesaggi
naturali, bensì, e in modo particolare, a quei piccoli e meravigliosi ambienti, dove l’emanazione
energetica è molto forte. Se diventiamo, più ricettivi ci rendiamo conto di questa emanazione
energetica e ci accorgiamo che quei luoghi ci attraggono immancabilmente. Qui ritroviamo pace,
serenità e medicina per l’anima e il corpo. Si risvegliano l’intuizione e il contatto con gli spiriti della
natura e i folletti degli antichi miti é ora possibile.
Qui possiamo praticare al meglio la meditazione, arte antica quanto l’umanità. La sua pratica
regolare esercita un’azione positiva immediata sulla nostra salute (metabolismo, battito cardiaco,
pressione sanguigna, produzione ormonale e perfino dell’acido lattico, che il nostro corpo deve
eliminare, si abbassa). All’inizio basta anche solo 3-5 minuti di meditazione ben eseguita in piena
concentrazione e paura, preoccupazione, insicurezza e rabbia svaniscono, o meglio ancora, non
ricompaiono più. Nel momento in cui la tua attenzione si rivolge dentro di te, inizia anche il
meraviglioso viaggio alla scoperta della tua anima. Per quello che riguarda il metodo che è, come
tutte le cose fondamentali, la semplicità stessa. Agli interessati sono offerte anche meditazioni
guidate.
Uno di questi luoghi di forza si trova su una collina nel bosco di Monticolo, chiamata “Jobenbühel”, a
609 m. di altitudine e a 14 Km. Da Bolzano. Si tratta di un “castelliere” e luogo di culto ben
conosciuto. Questa struttura difensiva aveva una forma ellittica, lunga circa 60 m., è oggi
ampiamente distrutta a causa delle ingiurie del tempo e dell’incuria dell’uomo. Ben riconoscibili
sono ancora alcuni tratti di un lungo corridoio megalitico di muri a secco, alti fino a 2 metri e lungo 27
metri. Questa struttura è spezzata in due rami rettilinei separati da un muro sul quale si riconosce
una scanalatura che forma una specie di mira. Possiamo così intuire come fosse imponente questa
struttura megalitica costruita con grossi sassi di porfido. Dalla metà di questo pseudo-corridoio
d’entrata si osserva il sorgere del sole al solstizio invernale, inoltre osservando dalla stessa mira
lungo l’altra parte del corridoio, ancora in parte conservato, si può vedere il sorgere del sole nei
giorni degli equinozi. Man non basta, se una persona che guarda in direzione perpendicolare
all’altare potrebbe vedere il sole tramontare a ovest nello stesso giorno del solstizio invernale (cima
Göller). Si presume che l’epoca della costruzione risalga all’era del medio bronzo fino alla tarda età
del ferro. Un altro luogo di energia si trova nella località che porta il vecchio toponimo conosciuto
con il nome “Karlen”. Quest’ultimo si trova in direzione est, antistante alla collina prima descritta,
chiamata “Jobenbühel”. In tempi passati particolari luoghi, come potevano essere radure, cascate,
meandri di fiumi, sorgenti, cime di montagna, grotte, insolite formazioni rocciose e alberi, piccoli
avvallamenti e altro, erano marcati dagli uomini in modo adeguato, con pali di legno, sassi
ammucchiati, totem o pelli di animali. Erano considerati centri di energia ed erano e sono luoghi per
ricollegarsi “Re-ligio” con l’essenza della natura e Dio. Nella storia umana in questi luoghi sorsero più
tardi mucchi di terra, strutture megalitiche, steli megalitiche circolari, menhir, santuari, ma anche un
piccolo altare nel proprio giardino che emanavano un’energia particolare. Erano spesso opere
monumentali utilizzate dagli sciamani, druidi, sacerdoti per calcoli astronomici e servirono come
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osservatori del sole, della luna e delle stelle. Le costruzioni erano orientate in modo tale da
permettere queste osservazioni. L’esatto accertamento dei solstizi era necessario per esercitare
l’agricoltura. Il sapere, che per certi aspetti è memorizzato in queste strutture e che poi è stato
ampliato, lo conosciamo oggi sotto il nome di “geometria santa” che si rispecchia nelle costruzioni
come lo sono le grandi piramidi, Stonehenge e le grandi cattedrali in Francia.
La natura e i 4 elementi: fuoco, acqua, terra, aria
La natura è il nostro ambiente di vita, il pianeta terra è la nostra astronave sulla quale viaggiamo e
trascorriamo la vita. Vivere naturalmente ci regala salute e benessere per corpo e anima che d’altra
parte significa: prevenzione e mantenimento della salute psico-fisica al più alto livello. Nel momento
in cui capiamo la natura, questa diventa un evento. Nelle antiche leggende, canzoni, poesie e
pitture, i poeti e gli artisti infondevano tutto il loro amore per la natura. Noi la cerchiamo anche
inconsciamente, ne abbiamo bisogno, senza sapere esattamente il perché e ci rallegriamo per la sua
bellezza. Se un paesaggio è armonico, abbiamo una migliore qualità di vita e sperimentiamo una
forte sensazione di benessere. Ammirare un bel paesaggio provoca in noi reazioni biochimiche e
ormonali positive che hanno un forte influsso sul nostro sistema nervoso e la psiche da non
sottovalutare. Ciò avviene di continuo, nonostante noi non lo notiamo, né lo rileviamo
coscientemente. Se passeggiamo nella verde natura, ci tranquillizziamo, stress e depressioni
diminuiscono. Da non sottovalutare è la ionizzazione naturale dell’aria, che è indispensabile per la
nostra salute. La ionizzazione nasce con il movimento delle chiome degli alberi nel vento, vicino a un
torrente o una cascata, con le onde del mare e che raggiunge il suo massimo durante un temporale.
Se giriamo nei boschi e nei prati, i nostri occhi possono riposare e rinforzarsi. Il colore verde delle
piante tranquillizza nervi e occhi. Camminare nel bosco è un training autentico per gli occhi.
Inoltre, lo splendido verde primaverile corrisponde al colore del centro del cuore (plesso solare o
Chakra del cuore). Molte terapie di medicina naturale utilizzano da sempre e in modo mirato i
quattro elementi naturali: acqua, fuoco, aria, terra. Per nominarne alcuni abbiamo: impacchi di
argilla, bere argilla per disintossicare, acqua (p. es. Kneipp, Kuhne, Priessnitz), bagni di sale, sorgenti
termali, aria (le diverse zone climatiche: mare, collina, lago, bassa e alta montagna), vento,
magnetismo, ionizzazione naturale, colori, suoni, impacchi di fiori di fieno, bagni di fieno, ecc.
La luce del sole permette di rifornirci di vitamina D che in realtà è un ormone. La luce solare naturale
rinforza il sistema immunitario e stimola la produzione degli ormoni della felicità.
Bere acqua è medicina e un bicchiere la mattina fa partire in modo giusto il metabolismo. Bere acqua
a sufficienza ha per esempio un influsso sulla disintossicazione del corpo, può eliminare mali di testa
ed emicranie e migliorare la memoria.
Il movimento all’aria aperta per il corpo significa un maggiore assorbimento di ossigeno e altre
sostanze. Per comprendere l’importanza della respirazione facciamo questo esempio: è vero che il
peso del cervello è solo il 2% del peso corporeo, però utilizza oltre il 40% dell’ossigeno respirato.
Respirare correttamente è una vera e propria arte. Con la respirazione portiamo dentro di noi
l’energia vitale, “Prana”, com’è chiamata in Oriente. È bene sapere che il respiro profondo, ritmico e
correttamente eseguito è il rimedio più efficace per assorbire l’energia vitale. Il controllo cosciente
del respiro ci regala una vita più lunga e spensierata, aumenta l’energia vitale e la resistenza del
nostro organismo. L’aria è, come il “cibo” genuino, anche un alimento base. Tutto ciò è medicina
per il corpo e per l’anima. Scoprire la natura ci rende felici e liberi, aiuta a toglierci preoccupazioni e
tanti fastidi, si può pensare in modo più chiaro, le proprie decisioni diventano più neutrali, si riscopre
nuovamente la tolleranza.
Le piante nutrono il mondo intero e donano al nostro palato grandi gioie - Piacere può anche
essere salute
Con un cibo genuino può fluire in noi più energia vitale ed essere così di nuovo in forma. Ci ricarica
proprio come la batteria di un’auto che poi può ripartire. I veri alimenti sono la prima medicina per il
corpo e informazione per l’anima, disintossicano, rigenerano e ricostruiscono tutto il nostro
organismo, ogni cellula, i geni, gli ormoni, i nervi, ecc. È perfetta prevenzione anche per malattie
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pericolose. Ciò significa pure che il nostro cibo dovrebbe essere naturale, semplice, gustoso e
personalizzato.
Gli alimenti fondamentali dei nostri avi erano prima di tutto il “chicco” nella sua forma originaria e
non raffinata (e la grande varietà delle specie di cereali) che permisero la nascita delle prime grandi
civilizzazioni. Questi furono integrati da una scelta oculata di vari ortaggi, legumi, verdure e tuberi
che seguivano il ciclo delle stagioni; verdure selvatiche, semi oleosi, erbe aromatiche, frutta matura e
un po’ d’olio di oliva e burro. Uova, latte e derivati, pesce e carne, in molti paesi sono ancora oggi
presenti raramente sulla tavola e sono comunemente riservati alle sole festività. Una parte degli
alimenti veniva mangiata cruda e il resto cotto e sono ancora oggi i prodotti naturali della terra, di
più non ci serve (da: “Quo vadis Homo?” e “Vivere semplice secondo natura”).
Le piante sono materie prime che ricrescono per una economia verde, efficiente, riciclabile…
Inoltre, se si getta uno sguardo sul terreno, si scopre che esistono una grande quantità di piante
commestibili selvatiche e verdure dimenticate che hanno un notevole valore aggiunto per la salute.
Infatti, non sono state modificate, ne manipolate, crescono su un terreno dal quale le piante ricavano
sostanze nutritive con elevato valore e crescono seguendo i cicli naturali. Sono quindi un
arricchimento per l’alimentazione quotidiana e con loro si possono preparare piatti prelibati o
utilizzarle come aromi. Ecco un elenco di alcune specie preziose che crescono qui da noi: malva,
foglie di vite, tarassaco, ortica, cime di luppolo, timo, acetosa, acetosella, crescione, ortica bianca,
buon Enrico, barba di capra, trifoglio rosso, aglio orsino, alliaria, silene, centocchio comune, cicoria,
margheritina, parietaria, piantaggine lanceolata, rucola selvatica, salvia dei prati, valerianella,
achillea millefoglie e tante altre.
Siccome viviamo nella zona del vino, è bene sapere che le foglie di vite erano mangiate già
nell’antica Persia, Grecia e all’epoca dei romani e ancora oggi si mangia in molti paesi. Qui bisogna
menzionare che il vino può essere considerato come la migliore bevanda da utilizzare con
avvedutezza durante i pasti. Tra le bevande alcoliche, una fra tutte merita veramente considerazione:
il vino ricavato dalla vite. Il vino possiede determinate caratteristiche positive: sarebbe un vero
peccato bandirlo dalla tavola. Un vino di qualità usato con moderazione può essere anche uno
strumento di salute e di piacere, non soltanto un genere voluttuario (da “Vivere semplice secondo
natura”). Non si tratta solo del suo buon gusto, ma è anche un alimento che ha effettive proprietà
terapeutiche e medicamentose; e come tale va usato.
Ricetta: “Spätzle” verdi con ortica - specialità sudtirolese
Preparate un impasto utilizzando ¼ di l di latte scremato, 1uovo, 200 g di farina integrale di farro o
frumento, o in parte con farina di segale e l’ortica (circa 2 manciate o più) che è stata già cotta
brevemente e mixata, poco sale. L’impasto deve essere molto denso quindi, se necessario, aggiungete
della farina. Amalgamate bene gli ingredienti e, con la piccola macchinetta manuale apposita,
formate gli “Spätzle”.È una specialità dell’ambiente tedesco; quindi se non si ha a disposizione
l’attrezzo giusto risulta difficile farli. Gli “Spätzle” sono dei piccoli cubettini di circa 7-8 millimetri.
Versateli nell’acqua salata e bollente e, quando verranno a galla, saranno cotti. Servite nel piatto con
una spolveratina di buon pecorino stagionato.
Variante 2. Gli “Spätzle” possono anche essere cotti nel forno a 160° per circa 20 minuti. In questo
caso si procede così: ponete in una casseruola uno strato di “Spätzle” che coprirete con uno strato di
cipolla tagliata in anelli molto sottili, parmigiano stagionato oppure ricotta; ricoprite con un secondo
strato degli “Spätzle” rimasti. Serviteli caldi nel piatto con un po’ di erba cipollina tagliata finemente.
Ricette con tarassaco (Traxacum officinalis) – pianta medicinale molto conosciuta ricca di nutrienti
1 – fette stuzzicanti: fette di pane secco, boccioli di tarassaco marinati, capperi, uova sode, alici o
sardine marinate sotto sale o all’agretto.
L’esecuzione è molto semplice: sul pane si mette una fetta di uovo sodo, un’alice, diversi boccioli di
tarassaco, capperi, un po’ di olio di oliva spremuto a freddo e peperoncino macinato fine.
II – Insalata primaverile: si preferiscano le foglie più giovani e morbide che vanno lavate e tagliate
finemente. Insaporirle con aceto o limone, poco sale e guarnirle con buon olio di oliva, aggiungere un
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po’ di peperoncino o pepe macinato. Amalgamare bene il tutto e l’antipasto è pronto. Se ne
mangiano due-quattro cucchiai da cucina all’ora di pranzo.
III – Foglie cotte di tarassaco: Le foglie raccolte vengono lavate e cotte brevemente in poca acqua o a
vapore. Dopo di che si tagliano a piccoli pezzi, si aggiunge aceto o limone, poco sale naturale e un
buon olio di oliva. In questo modo il sapore amaro delle foglie non si noterà quasi , restando gustoso
anche per i l palato più sensibile.
Insalata di erbe selvatiche – ideale antipasto all’ora di pranzo
Questo antipasto di verdure selvatiche può variare a seconda della stagione o delle erbe selvatiche
disponibili. Per 4 porzioni utilizziamo 125 g di diverse erbe selvatiche: acetosa, tarassaco, foglie di
pratolina, tenere foglioline di millefoglie, stellaria, fiori di violetta, giovani getti di ortica, ortica bianca
e consolida, valerianella, ½ mazzetto di piccoli bulbi selvatici primaverili. Inoltre 1 mazzetto di
ravanelli, 30 g di mandorle o pinoli, aceto di vino rosso, sale marino integrale, 1 spicchio di aglio, olio
di oliva spremuto a freddo.
Le verdure appena raccolte vengono selezionate eliminandole parti dure e le foglie più vecchie, quindi
ben lavate e asciugate. Tagliate a fettine i piccoli bulbi selvatici e i ravanelli e tritate grossolanamente
le mandorle o i pinoli. Unite aceto di mele o vino rosso ( il limone sarebbe più prelibato) al sale e allo
spicchio d’aglio pelato e pestato e, al termine, mescolate assieme l’olio di oliva. Versate questa
salsetta sugli ingredienti e rimescolate delicatamente.
Canederli (specialità sudtirolese) con ortica, antichissima pianta alimentare e medicinale
Per 4 perone: Tagliate a dadini circa 350 g di un buon pane raffermo, anche integrale, bagnatelo in ½
l di latte scremato, dove avrete sbattuto 1-2 uova e poco sale. Tagliate a pezzettini ½ cipolla e 2
spicchi d’aglio, lasciateli rosolare brevemente in poco olio di oliva e aggiungeteli al pane. Aggiungete
ora 2 mazzetti di prezzemolo tritato ed erba cipollina, aglio, noce moscata grattugiata in
abbondanza, 50 g di parmigiano reggiano o pecorino grattugiato e circa 150 g di farina integrale di
farro o grano tenero, oppure grano saraceno. A questo punto unite poi 350 g di ortiche tritate crude.
Amalgamate bene il tutto lasciandolo poi riposare per circa30 minuti. Con questo impasto formate
ora con le mani i canederli (per chi non li conosce, i canederli sono delle palline tonde fatte a mano di
4-7 centimetri). I canederli vengono cotti per circa 15 minuti a vapore o in brodo vegetale portato
prima in ebollizione. I canederli cotti in acqua siano serviti nel brodo vegetale di cottura con un po’ di
prezzemolo o erba cipollina tritati. Ciò è raccomandabile affinché i minerali e le vitamine contenute
nell’ortica, non vadano persi nell’acqua di cottura. Altrimenti serviteli asciutti e caldi nel piatto,
accompagnati dai crauti o altre verdure cotte di stagione. Per motivi salutistici potete rinunciare a
uova e al latte, utilizzando solo acqua: riusciranno sempre bene. Per esperienza al posto dell’ortica
possiamo utilizzare p. es. i getti del luppolo, il buon Enrico, la silene o l’ortica bianca.
Paludi e torbiere:
Le torbiere sono ambienti caratterizzati da un permanente eccesso di acqua e sono ricoperte da
bassa vegetazione. La continua presenza d’acqua a seguito delle piogge o della falda acquifera
significa anche mancanza di ossigeno e acidificazione, producendo una decomposizione incompleta
dei residui vegetali e animali, che vengono di conseguenza depositati come torba. A differenza delle
paludi, nelle torbiere regna una permanente saturazione d'acqua. Il prosciugamento saltuario nelle
paludi porta alla completa decomposizione della sostanza organica che diventa humus.
Molte terapie di medicina naturale utilizzano da sempre e in modo determinato i quattro elementi:
acqua, terra, fuoco e aria. Per esempio ancora oggi sono conosciuti impacchi e bagni di fango e
argilla. A questi accorgimenti sono attribuiti effetti rinforzanti sul sistema immunitario, ormonali,
stimolanti del metabolismo e antinfiammatori.
Ricetta casalinga per legare ed eliminare le tossine: 1 bicchiere d’acqua, 1 cucchiaino di argilla fine,
mescolare brevemente e lasciare riposare la notte. Il mattino seguente a digiuno, rimescolare e bere
Le piante, esseri prodigiosi – l’ecosistema bosco
Ovunque viviamo crescono alberi, cespugli, erbe, funghi, muschi, alghe, batteri e una molteplicità di
altri esseri viventi. Tutti hanno la loro ragione d’essere, svolgendo i loro compiti nel grande parco
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giochi della natura. Fintantoché esisteranno le piante, l’uomo non è perso, ma quanto ne sappiamo
ancora di loro?
Sono mute e silenziose, ma anche loro crescono e maturano come gli uomini. Parlano con noi e
l’uomo che ha perso la capacità di vivere in armonia con la natura, non è in grado di costruire un
collegamento con questi esseri meravigliosi. Si sa magari ancora che dobbiamo a loro l’ossigeno per
respirare. Il bosco si presenta strutturato in modi molto diversi, a seconda dei trattamenti che
vengono eseguiti e i lunghi periodi di tempo che ne intercorrono. Nei territori densamente popolati e
sfruttati dall’uomo in modo intensivo il bosco è un fattore irrinunciabile di riequilibrio ecologico. La
sopravvivenza di molte specie di piante e animali dipende da lui come habitat. È un ecosistema con
svariate interazioni e rapporti molto ramificati. Le piante prelevano dal terreno e dall’aria le
sostanze per crescere e loro stesse diventano poi la base alimentare per il mondo animale. Numerosi
insetti, vermi, funghi, batteri vivono con le foglie cadute e il legno morto. Decompongono questo
materiale organico liberando gli elementi nutritivi che sono messi nuovamente a disposizione delle
piante. Attualmente il principio della sostenibilità ecologica gioca in Europa un ruolo importante, in
questo modo è garantito più facilmente il mantenimento di questo equilibrio. Accanto ai suoi effetti
sull’ambiente: protezione del clima, del suolo, da rumore e immissioni, difesa idrica, protezione e
recupero di tante specie animali e vegetali, è un luogo di ricreazione per l’uomo e ci regala
costantemente la materia prima legno.
La farmacia della natura (da “Quo vadis Homo?)
Le piante sono una parte importante di tradizioni e usanze. Ci accompagnano durante la vita e
sicuramente la medicina della natura sarà il futuro dell’umanità. Se consideriamo solo l’Itali, sono
conosciute più di 400 specie di piante officinali e nel mondo esistono oltre 350.000 specie di piante.
Queste possono aiutare e guarire molto bene il nostro corpo e spesso sono indispensabili.
Sostengono e stimolano p. es. tutti gli organi, disintossicano, purificano, stimolano la digestione, sono
diuretiche, fanno buon sangue, regolano la pressione sanguigna, sono lassative, hanno un’azione
antibiotica e antinfiammatoria, disinfettano, aiutano ad aumentare e a calare di peso. Rilassano e
calmano i nervi e l’anima in modi diversi. Esiste una grande varietà di principi attivi e alcuni sono tra i
più promettenti medicamenti del mondo. Le piante contengono però alcuni dei veleni più potenti,
come l’aconito, la cicuta, il tasso, il maggiociondolo, il colchico autunnale, l’elleboro, il mughetto, la
digitale, la belladonna. Vengono utilizzate p. es. nell’omeopatia per il trattamento del tumore.
Siccome viviamo nella zona del vino, è bene sapere che la vite fu usata un tempo e ancora oggi come
pianta medicinale. La linfa primaverile che sgorga in primavera, viene raccolta e utilizzata come
collirio. Inoltre, esistono estratti ricavati dalle foglie rosse della vite cui sono attribuite proprietà
guaritrici per diverse malattie dei vasi sanguigni.
L’Alto Adige è anche conosciuto per le sue mele. Questa frutta possiede proprietà molto interessanti.
Qui di seguito trovate una ricetta di cucina molto interessante, dove la mela gioca un ruolo
importante.
Nella val d’Adige e nell’Oltradige la varietà di piante presenti è molto grande, perché le condizioni
climatiche sono molto favorevoli. Le preparazioni più conosciute a uso famigliare sono da sempre gli
infusi e i decotti in acqua bollente, la macerazione in acqua fredda e le estrazioni alcoliche,
utilizzando l’alcol etilico, la grappa, ma anche il vino. Per una tisana si usano di regola 2 cucchiaini da
tè di erba per ¼ litro di acqua, lasciando in infusione circa 10 minuti nell’acqua calda, filtrare e bere.
Qui di seguito sono citati per gli interessati alcuni esempi. Il succo di ortica è ricco di minerali basici e
in particolare di calcio: agisce come ricostituente, disintossicante ed è una buona cura contro la
mancanza di calcio e l’osteoporosi (ripetere 1-2 volte l’anno). La rosa canina come estrazione alcolica
è un buon revitalizzante, rinforza il sistema immunitario ed è molto ricca di vitamina C (fino a 1250
mg per 100 g di frutto). Preparazione: > 200 g di frutti freschi in 1 litro di grappa a 50°, lasciare
macerare per > di 3 mesi, filtrare e berne da ½ a 3 cucchiaini da tè. Il vino al rosmarino agisce come
rinforzante del cuore. Preparazione: in una bottiglia da 7/10 di buon vino rosso mettete due rami di
rosmarino, lasciare macerare per 8 giorni, filtrare e bere 1-2 bicchierini da liquore al dì. La tisana di
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tarassaco stimola fortemente la disintossicazione del corpo, favorisce la digestione, cura il fegato,
stimola l’attività del pancreas ed è piuttosto diuretico (in alcune regioni lo chiamano “piscialetto”).
Qui di seguito vi presento le specie di alberi e cespugli che normalmente troverete passeggiando qui
da noi. Le erbe non sono elencate, poiché ne esistono centinaia e la lista diverrebbe molto lunga.
Tutte queste piante possiedono un valore aggiunto per la salute e per l’uso famigliare possono essere
molto utili: linfa e foglie di betulla, foglie e corteccia di frassino e ontano, fiori di tiglio, biancospino e
sambuco, corteccia di salice come aspirina naturale, corteccia e ghiande di quercia, gambi e frutti di
ciliegia, corniolo, pigne di cipresso, i getti primaverili e la resina di abete bianco e rosso, larice, pino
mugo, le gemme di pioppo nero, le bacche di sambuco, prugnolo, e ginepro, spin cervino, le bacche
del gelso, lampone, rovo, mirtillo nero, foglie d’uva ursina, frutti e corteccia di crespino, rosa canina,
corteccia di palla di neve e frangola, foglie di ginkgo, edera, castagno, vischio, olivo, nocciolo e noce,
la sostanza dolcificante del frassino da manna, pungitopo, fiori di ginestra dei carbonai e brugo, ecc.
“Risotto” con la mela - È una ricetta di antica saggezza con una forte azione guaritrice. Per 2 persone
cuciniamo 1 tazza di riso integrale lungo e due tazze di acqua (il riso raffinato perde le sue proprietà).
Facciamo bollire il riso per 1 minuto in una pentola chiusa, poi lasciamo riposare il riso nella pentola
coperta per 1 ora, affinché possa cuocere ulteriormente nel proprio vapore. Di seguito tagliare due
mele grandi a grossi pezzi, oppure quattro mele più piccole, mescolarle assieme al riso e aggiungere
un pizzico di sale. Lasciar cuocere per altri 8-10 minuti. Nello stesso tempo rimestare affinché il riso
diventi più soffice e non bruci sul fondo. Se necessario aggiungere acqua. Coprire e lasciar riposare
alcuni minuti. Servire e mangiare senza aggiungere altri ingredienti. Le interazioni di questi due
ingredienti aiutano a ripulire le pareti interne dei vasi sanguigni, ad abbassare la pressione sanguigna
e decongestionano il cuore.
Carbone vegetale: è considerato da sempre come il controveleno universale. Internamente si usa
p .es. nei disturbi intestinali, diarree, avvelenamenti alimentari, ecc.
Ricetta per un unguento di resina di larice - Ingredienti: resina di larice grande circa come una
nocciola, 8 g di cera d’api, 5 cucchiai di olio di calendula, 5 cucchiai di olio di iperico, 1 cucchiaino da
tè di balsamo del Peru oppure tintura di propoli. È un buon unguento ben sperimentato nel passato
sulle ferite e come unguento per i bronchi.
Ricetta col pioppo nero (Gemmae populi) - Ingredienti: 100 g di gemme fresche di pioppo nero
(primavera), 250 ml di olio di oliva o mandorle spremuto a freddo, 45 g di cera d’api. Metodo ben
sperimentato nel caso di scottature, emorroidi, screpolature, piaghe.
Gli alberi danno forza
Stando sotto un albero ci si sente bene. Ancora oggi ci sono uomini che istintivamente si sentono
attratti da certi alberi. Si sente il bisogno di soffermarsi all’ombra del proprio albero prediletto,
abbracciarlo, appoggiarsi a lui, riposarsi, rilassarsi, ricaricarsi di energia. L’albero è in grado di
trasferirci l’energia vitale e in certe culture abbracciare l’albero è addirittura tramandato come
usanza. Nel XIX secolo il medico inglese dr. E. Bach, che ebbe sempre un rapporto particolare con la
natura, scoprì che certi alberi sono in grado di influire positivamente sul nostro stato d’animo. Sono i
cosiddetti fiori di Bach: il pioppo tremulo trasforma la paura in sana sensitività. Il faggio trasforma la
smania di criticare in comprensione. Il larice trasforma i complessi d’inferiorità in autostima. La
quercia ci da la capacità di tener duro, dove il senso del dovere diventa un onere. Il pino domestico
aiuta a perdonare a se stessi. Il noce rinforza l’uomo insicuro e dona fermezza. L’olivo favorisce la
rigenerazione, da vitalità e pace, ci sostiene nelle prove della vita e nelle batoste del destino. Anche
Gesù trascorse la notte nell’uliveto, gli alberi lo aiutarono a rinnovare la sua forza per sopportare
tutto.
L’oroscopo celtico
Anche le piante vivono e sono pervasi di energia come noi. L’albero ebbe sempre un ruolo
importante nei miti e nelle religioni degli uomini. Tra le tante tradizioni delle nostre latitudini c’è
anche un oroscopo celtico dove, in base alla data di nascita, a ogni uomo può assegnato un albero. I
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celti (nota popolazione europea che visse durante il periodo glaciale) si attenevano a queste regole e
veneravano gli alberi che consideravano la residenza degli Dei. Gli alberi erano 21 secondo la cabala.
La quercia era santa anche presso romani, greci e celti. I sacerdoti celti si chiamavano “druidi” (duir o
dair, che tradotto significa in sostanza quercia). Allegoricamente la quercia rappresenta la robustezza
della natura, coraggio, fierezza, tolleranza, talvolta egocentrismo….. Il nome betulla deriva dalla
parola tedesca antica “birha” e significa luminoso, splendente. È frugale, adattabile, non è
appassionata ma fedele, poco ambiziosa. L’abete bianco si distingue per la sua dignità, riservatezza,
comportamento educato, per lo più longeva, talvolta lunatica e ostinata ma pronta a fare sacrifici. È
ambiziosa, piena di talento e d’inusitata solerzia…..
Il clima plasma le piante e loro influenzano la meteorologia e il clima in modo decisivo
Si sono adattate perfettamente in tutte le zone climatiche del mondo. Affinché possano crescere,
hanno bisogno di molta anidride carbonica che prendono dall’aria e che per mezzo della
combustione viene liberata nuovamente. È un ciclo chiuso che non grava sull’ambiente. Per produrre
1 m³ di legno a un albero servono circa 420 m³ di anidride carbonica. In un anno 1 ha di bosco
d’abete rosso è in grado di produrre fino a 20 tonnellate di ossigeno, filtrare dall’aria 30 tonnellate di
polvere e assorbire circa 300 kg di anidride solforosa . Nel bilancio idrico le piante giocano un ruolo
essenziale. Circa 1/3 dell’acqua piovana si ferma sulla chioma degli alberi, può evaporare lentamente
e rientrare nuovamente nella circolazione atmosferica. Le piante traspirano acqua per assimilare
anidride carbonica e azoto dall’aria. Una betulla adulta traspira attraverso gli stomi, che sono
all’incirca 50.000.000, pressappoco fino a 300/400 litri d’acqua il giorno.
Le piante come materia prima le ritroviamo dappertutto nella vita quotidiana
Il legno dei loro tronchi, rami, cortecce, gemme, foglie, fiori, radici e fibre sono stati sempre utilizzati
dagli uomini. Lasciamo viaggiare la fantasia e così scopriamo una grande quantità di prodotti cui ci
siamo affezionati e allo stesso tempo necessari. Dal minuscolo stuzzicadenti fino alla casa intera, ai
mobili, sostanze coloranti e per conciare le pelli, detersivi, carta e cartone, oggetti d’uso quotidiano,
vasi, stoviglie, attrezzi, tappeti, stuoie, scarpe, strumenti musicali, materassi di fibra vegetale, i nostri
vestiti di fibra vegetale, fino alle creme per il corpo, estratti di alghe, ecc.
Sempre di più le piante sono usate come biomassa per produrre calore (gas, carburante, carbone).
Come combustibile il legno è conosciuto da tutti. Il potere calorifico e il valore energetico dipendono
prevalentemente dalla percentuale di lignina e cellulosa e dalla densità del legno, perciò le piante che
hanno un elevato contenuto di cellulosa come p. es. pioppo e salice (la cellulosa è il componente
principale delle pareti cellulari e così la combinazione organica più frequente sulla terra), hanno un
basso valore calorico, ma sono molto adatte a produrre carta. Al contrario abbiamo p. es. quercia,
robinia, faggio, carpino, larice che hanno una maggiore potere calorifico, poiché hanno una densità e
un contenuto di lignina e resina maggiore.
Le piante sono perfette nella loro costruzione, veri e propri capolavori della natura
Possono fronteggiare tempeste e condizioni climatiche estreme, adattandosi perfettamente a tutte
le situazioni. Sono perfette nella loro architettura e inventori e scienziati hanno e possono imparare
da loro. Le leggi della fisica raggiungono qui il loro apogeo. Basta fermarsi davanti a un albero o a uno
stelo d’erba e osservare con lo sguardo di un tecnico, quello che scopriremo ci stupirà
profondamente. I problemi estetici, statici e meccanici che gli alberi hanno risolto mettono in ombra
anche l’arte più raffinata dell’ingegneria moderna. Parliamo di brevetti naturali vecchi di milioni di
anni che ora possiamo trasferire con successo sbalorditivo nelle costruzioni e negli elementi
strutturali e negli oggetti della quotidianità: ponti, case, chiusure lampo, tessuti idrorepellenti e
antimacchia, utilizzo dell’energia solare, tamburo della lavatrice, pneumatici d’auto che si
autoriparano, ecc. Un esempio: già partendo dalla cellula il modello albero è programmato per
ottenere la massima stabilità. Un tale tipo di cellula è rappresentato dalle tracheidi (lunghe fibre
legnose con funzione stabilizzatrice e per il trasporto dell’acqua) nel tronco e nei rami delle conifere,
le cui pareti cellulari sono costituite da cellulosa, dove è immagazzinata la lignina che sopporta forti
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compressioni. Le tracheidi sono unite tra di loro formando lunghe e sottilissime colonne in grado di
sopportare il peso della pianta e la forza del vento più tempestoso che scuote le chiome,
distribuendo il carico lungo il tronco e le radici nel terreno. Nello stesso tempo durate le fasi di
accrescimento le tracheidi si sviluppano seguendo esattamente l’attuale decorso delle forze di
pressione e tensione che rendono stabile la pianta. Le venature del legno tagliato diventano così un
archivio evoluto nel quale possiamo rileggere la storia evolutiva dell’albero e l’intensità delle energie
cui è stato sottoposto. Sul lato del tronco sottoposto a pressione e sulla parte inferiore dei rami, le
tracheidi sono particolarmente ricche di lignina. Infatti, nelle conifere il contenuto di lignina è
maggiore dove la pressione è al massimo. Le latifoglie al contrario presentano uno specifico rinforzo
esattamente sulla parte opposta, cioè sul lato del tronco posto sotto tensione e sulla parte superiore
dei rami: qui si sviluppano le fibre legnose (equivalenti alle tracheidi delle conifere) con un alto
contenuto di cellulosa. La particolare caratteristica della cellulosa è la resistenza alla tensione:
come funi spesse i “raggi radiali” legano i rami al tronco e il tronco alle radici. I raggi radiali
attraversano il legno dall’esterno verso il centro e riforniscono il loro tessuto vivente con sostanze
nutritive e acqua. Un effetto statico secondario: imbullonando per così dire in modo ottimale gli
anelli di accrescimento annuali l’uno con l’altro e impedendo che gli strati di legno scivolino l’uno
contro l’altro a seguito del piegamento dei rami e l’inclinazione laterale del tronco, come le pagine di
un libro aperto. L’apparato radicale è ben unito alla terra, ancorando l’albero al terreno, dove poi si
disperdono tutte le tensioni .
Conifere e latifoglie
Dal punto di vista evolutivo il tempo della grande diffusione delle conifere (i ritrovamenti più antichi
risalgono a circa 350.000.000 di anni fa) è già finito. Sono molto più antiche delle latifoglie e la loro
diffusione (numerica e di superficie) diminuisce di continuo. Le latifoglie rappresentano così un
progresso evolutivo, soprattutto per il sistema di trasporto dei liquidi più efficace e attivo = foglie più
grandi = maggiore traspirazione e fotosintesi = efficiente sfruttamento delle condizioni di luce nel
periodo estivo.
Le piante fanno molto di più di quello che noi sappiamo
Chimicamente sono in grado di comunicare tra di loro, per esempio in caso di pericolo possono
liberare sostanze che “avvisano” gli individui della stessa specie prima di un’invasione parassitaria. Da
parte loro possono espellere sostanze per proteggersi dai parassiti ed evitare di venirne
danneggiate. Anche se in un primo momento appare stravagante, anche le piante hanno sentimenti.
Con esperimenti si è potuto stabilire che, se si fa ascoltare a una talea musica armonica, questa
cresce meglio, invece un’altra, che è stata sottoposta a un continuo bombardamento di sola musica
hard-rock, tentò in certo qual modo di divincolarsi dall’altoparlante crescendo in un’altra direzione.
Se un alberello viene trapiantato la prima volta succede spesso questo cosa: se il vaso è troppo
grande per l’apparato radicale, la pianta ha più spesso difficoltà di accrescimento. Se il vaso è più
piccolo, la pianta attecchirà più facilmente. Ciò lo possiamo paragonare con un bambino che è stato
abbandonato in un castello isolato: ha paura. Se il bambino fosse lasciato solo in una piccola camera
riuscirebbe ad adattarsi molto prima.
Sotto la terra diventa ancora più interessante. L’apparato radicale sotterraneo delle diverse piante è
collegato assieme per mezzo dei sottili filamenti dei funghi. In questo modo ha origine una nuova
forma di convivenza, come per gli uomini in una grande città che comunicano tra di loro tramite la
linea telefonica. Questa simbiosi tra piante funghi (è chiamata micorriza) è molto efficiente: il fungo
riceve dalla pianta sostanze nutritive che lui non può produrre e la pianta riceve altre sostanze che
rafforzano il suo sistema immunitario e allo stesso tempo la proteggono dall’attacco di funghi
patogeni.
Tutte le foglie delle piante sono verdi poiché contengono una particolare sostanza colorante - la
clorofilla – che per prima cosa rende possibile la “fotosintesi”, ciò significa che per mezzo della luce
solare la pianta può produrre sostanze altamente energetiche, partendo da sostanze povere di
energia. Questa particolare combinazione del sole con la madre terra rese possibile la nascita della
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vita sul pianeta. Possiamo paragonare “la clorofilla” con “l’emoglobina”, la sostanza colorante rossa
del sangue che sono anche chimicamente simili. La clorofilla è preziosa anche per la salute e può
essere vista come alimento, integratore alimentare e ricostituente.
Gli alberi possono diventare più vecchi e più grandi che qualunque animale. Alberi di 300-400 anni in
Europa non sono una rarità (il tasso oltre i 1000 anni). L’albero più longevo al mondo dovrebbe
essere una specie di pino che cresce nei “White Mountains” californiani a circa 3000 m di altitudine
(Pinus longaeva o arsitata) che ha raggiunto l’impensabile età di 5064 anni. Le sequoie
nordamericane (Sequoiadendron giganteum oder „big tree“) vivono pur sempre oltre 3000 anni,
raggiungono i 90 m di altezza e ogni hanno un accrescimento in massa legnosa come un intero albero
di 20 m d’altezza. L’albero ancora vivente più vecchio ha un diametro alla base di oltre 11 metri. La
sequoia più grande è libera dai rami fino a 45 m di altezza e il primo ramo ha un diametro di 1,5 m e
una lunghezza di 45 m. Gli esemplari più grandi hanno un peso stimato di circa 6000 tonnellate.
L’albero più alto è in questo periodo una Sequoia sempervirens – Redwood – con 115,55 m. Le
latifoglie più alte del mondo dovrebbero esser gli eucalipti giganti australiani (Eucalyptus regnans)
che possono superare 1 100 m di altezza. Gli alberi più piccoli al mondo sono i salici nani (Salix
herbacea sp.) che sono alti pochi centimetri e crescono in alta montagna oltre il limite della
vegetazione arborea, fino a circa 3000 m di altitudine. L’albero più grosso al mondo ha un diametro
di circa 14 m ed è un cipresso di palude messicano (Taxodium mucronatum).
Il ciclo lunare di 28 giorni e il suo effetto su piante e uomo
I concetti luna nuova, luna piena, ascendente o discendente sono da tutti conosciuti. Con la nascita
delle prime civilizzazioni e dell’agricoltura queste conoscenze diventarono d’importanza vitale.
Dobbiamo essere riconoscenti alla luna se abbiamo le nostre stagioni, la stabilità dei cicli terrestri e
molte altre cose. Anche le piante reagiscono a questi influssi, infatti, la conservazione, la robustezza e
la concentrazione dei principi attivi aumentano e si ottimizzano. Seguendo i suoi perfetti ritmi, il sole
poi attraversa durante l’anno le diverse costellazioni, mentre la terra orbita intorno al sole e grazie
alla luna l’asse terrestre s’inclina in modo corretto. In questo modo nascono le stagioni,
determinando così il ritmo dell’accrescimento e del riposo. Nei fusti degli alberi questo ritmo si
ripercuote negli anelli di accrescimento. La parte di legno più chiara è costituita da cellule grandi e
aperte che si sono formate nel periodo di accrescimento veloce della primavera e agli inizi
dell’estate, mentre la parte più scura è costituita da cellule piccole e dense, sviluppatesi più
lentamente nella tarda estate e nell’autunno, quando i giorni si accorciano. Dagli anelli di
accrescimento si deduce chiaramente l’età dell’albero, ma si riconoscono anche molti avvenimenti
naturali e interventi umani avvenuti nel passato (modificazioni climatiche, sostanze chimiche, ecc.)
Gli esperti possono addirittura stabilire il ciclo di 11 anni delle macchie solari e le sue anomalie.
Il calendario lunare gioca un ruolo importante anche per gli uomini. Qui di seguito alcuni
suggerimenti per la quotidianità, per ottenere un effetto più profondo: a) per la disintossicazione (=
espulsione di tossine e veleni) iniziare con la luna calante, b) per la ricostituzione e il recupero
(=alimentazione adatta, ricostituenti e integratori) iniziare con la luna crescente, c) per il digiuno
prediligere la giornata di luna piena, oppure di luna nuova, d) evitare di eseguire operazioni
chirurgiche durante il periodo di luna crescente e, quanto più ci avviciniamo al periodo di luna piena,
tanto maggiori saranno le possibilità d’insuccesso, poiché sanguinamento e formazione di cicatrici
saranno maggiori, e) non eseguire vaccinazioni fino a tre giorni prima della luna piena.
Nella natura regna un ordine perfetto
Dagli alberi fino al singolo minerale, dal grande albero allo stelo d’erba, tutto segue il ritmo della
crescita, riproduzione, morte e rinascita. Se si osserva il mondo dei minerali, delle piante e degli
animali, non si troverà in loro nessuna disarmonia, tutto ha la sua estetica e la sua dignità; dalla
meravigliosa perfezione d’ogni cristallo, l’ottimale costruzione di ogni essere vegetale, alla perfetta
funzionalità di ogni organismo animale.
Un albero con o senza foglie, sottile o grosso, dritto o storto, possiede sempre una perfezione
estetica.
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Anche l’anno con le sue stagioni è guidato in maniera perfetta da forze superiori. Questa stabilità
ripetitiva dei nei suoi ritmi è sempre garantita nel grande progetto della creazione. Anche gli uomini
sono collegati a queste leggi naturali e i nostri organi lavorano secondo quei modelli ritmici e ogni
cellula è una parte del tutto, anche se è autonoma nella sua unicità. Ogni persona ha un suo ritmo
vitale particolare (bioritmo). Per esempio per quanto riguarda l’alimentazione, come regola, la
giornata di 24 ore può essere suddivisa in tre cicli principali (da „Vivere semplice secondo natura“ ):
4-12 = principalmente dedicato alla disintossicazione e all’eliminazione delle sostanze di rifiuto.
12-20 = principalmente è dedicato all’ingestione e digestione degli alimenti.
20-4 = è dedicato all’utilizzazione e assimilazione degli alimenti digeriti.
Elaborato da Alberto Fostini, accompagnatore qualificato, ex ispettore forestale, naturopata, amico
della natura e scrittore: “Vivere semplice secondo natura” e “Quo vadis Homo?” (tel.00393404900414) - E-mail: [email protected]
Offerta: gite guidate interattive - in gruppi o singoli - nei boschi e nei prati, imparare a riscoprire e a
“sentire” la natura nella sua molteplicità. Escursioni meditative (anche meditazioni guidate in gruppi
o singoli) e conferenze a tema; interessanti informazioni su storia, piante ed erbe, alimentazione
naturale, la medicina della natura, alla scoperta di un antico sapere e tanti suggerimenti da realizzare
nella quotidianità.
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