L`autodistruzione dell`uomo

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L`autodistruzione dell`uomo
L'autodistruzione dell'uomo - Massimo Fini
Negli Stati Uniti è possibile, da qualche tempo, scegliere il sesso del nascituro. Lo si può fare al
Fertility Institute di Los Angeles diretto dall'emerito dottor Jeffrey Steinberg e in una trentina di
altre cliniche specializzate. La tecnica si chiama PGD, Preimplantation Genetic Diagnosid. E
consiste in questo. Nella donna vengono iniettati ormoni della fertilità che stimolano la sua
produzione di ovuli. Questi ovuli vengono fertilizzati in vitro con lo sperma del marito o
compagno o di chi per lui e monitorati mentre crescono fino a che a raggiungono la dimensione
di otto cellule ciascuno. A questo punto un tecnico da laboratorio estrae da ogni embrione una
cellula e dopo averle analizzate impianta l'embrione del sesso voluto dai genitori nell'utero della
donna. E, oplà, il gioco e fatto. E gli altri embrioni, quelli con sesso sbagliato, che fine fanno?
«Possono essere congelati, donati alla ricerca o distrutti. La scelta spetta al cliente» dice
l'ineffabile docktor Steinberg. Questa tecnica, già discutibile perché implica comunque la
disinvolta distruzione di alcune vite, sia pure allo stato embrionale, era nata per identificare
eventuali malattie genetiche ereditarie. Adesso viene adoperata anche per scegliere il sesso del
nascituro, benché il sesso, almeno per ora, non sia da considerarsi una malattia. Ma c'è da
scommettere che in un futuro prossimo il PGD sarà utilizzato per selezionare il colore dei
capelli, degli occhi, dalla pelle, l'armonia delle membra, l'altezza e lunghezza delle gambe e
delle braccia, l'intelligenza del nascituro. Ci sarà il bebè 'a la carte'; espresso, fatto su misura
per le esigenze dei suoi genitori. Non si tornerà indietro. Come mi disse una volta il fisico
Edoardo Amaldi, che se ne intendeva perché è uno dei padri, con Fermi e il gruppo di via
Panisperna, della Bomba Atomica, «l'uomo quando può fare una cosa, prima o poi la fa».
Siamo in piena eugenetica. In fondo il vecchio Adolfo era un dilettante in proposito. Nei suoi
Lebensborn si limitava a far accoppiare belle e sane ragazze tedesche con coetanei altrettanto
belli e sani, per ottenere una razza migliore. Non andava a ravanare negli embrioni, uccidendo
quelli che non erano conformi ai suoi desideri. Questa tecnica è legale, per ora, solo negli
United States of America. E non stupisce. Pochi sanno infatti che i primi esperimenti di
eugenetica furono fatti proprio dagli americani agli inizi degli Anni Venti del Novecento, tre lustri
di anticipo sui Lebensborn di Hitler e sempre con tecniche da laboratorio, tipo Frankenstein, e
non con accoppiamenti, sia pur selezionati, fra un uomo e una donna. Lo sanno in pochi
perché, dopo l'esperienza del razzismo nazista, si preferì rimuovere e far dimenticare la cosa.
La Scienza, o meglio, il suo braccio armato, la Tecnologia, sta diventando nemica dell'uomo o
quantomeno dell'umano, di ciò che fino a ieri avevamo considerato umano. E vengono in mente
le profetiche parole di Jean-Jacques Rousseau nel suo «Discorso sulle scienze e sulle arti» del
1750, due secoli e mezzo fa: «Quanti pericoli, quante false vie nella ricerca scientifica... Se le
nostre scienze sono vane nell'oggetto che si propongono, sono ancora più pericolose per gli
effetti che producono... Popoli, sappiate dunque una buona volta che la natura ha voluto
preservarvi dalle scienze, come una madre strappa un'arma pericolosa dalle mani del figlio».
Scienze vane nell'oggetto che si propongono. È proprio così. Vana e patetica è questa
inesausta ricerca della Perfezione. Quand'anche, un giorno, nascessimo tutti belli, sani, perfetti,
un bambino con un'innocente voglia di fragola sarebbe considerato un Mostro. Ma io sono
anche stanco di scrivere queste cose perché sono inutili. Corrono, inarrestabili, col Sole in
fronte e la Verità in tasca, la Scienza, la Tecnologia, l'Economia, le nuove deità, e l'uomo,
divenuto il terminale delle sue straordinarie invenzioni, ragno prigioniero della propria tela, va,
fatalmente, verso la meritata autodistruzione.
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