Corriere della Sera
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13 Corriere di Bologna Mercoledì 15 Aprile 2015 BO Cultura & Spettacoli Santa Cristina Scrittura femminile Giornata di studio La scrittura femminile e le sue ambiguità saranno al centro di una giornata di studio in programma sabato dalle 10 nell’Aula Magna di Santa Cristina. «Davanti e dietro la scrittura – Donne e uomini alle prese con identità di genere, ruoli, gerarchie e riconoscimento pubblico», a cura di Alessandra Sarchi e Annamaria Tagliavini, durerà l’intera giornata, con gli interventi di Giulio Mozzi, Helena Janeczek. Luisa Finocchi, Roberta Mazzanti, Tiziana de Rogatis, Gino Ruozzi, Daniela Brogi e Bia Sarasini. Oltre alla partecipazione di scrittrici e scrittori come Grazia Verasani, Rosella Postorino (nella foto), Marcello Fois, Simona Vinci, Giampiero Rigosi, Marco Filoni e dei gruppi di lettura Bookies and Cookies e Anobiisti Bologna. Al Manzoni Domani il «risultato» di mesi di lavoro del compositore pesarese nei nostri licei Il concerto, sostenuto dal ministero, per la sensibilizzazione sul lavoro minorile di Helmut Failoni A l compositore Paolo Marzocchi va il grande merito non solo di saper scrivere musica piena di sussulti interiori, ma anche quello di avere una concezione della stessa come strumento sociale, di crescita, di riscatto. Riesce a coinvolgere nei suoi lungimiranti progetti soprattutto i giovani e i giovanissimi, portandoli sul palcoscenico con risultati molto spesso di grande qualità. Marzocchi fa riferimento alla Gebrauchsmusik di Paul Hindemith, «riduttivamente tradotta come musica d’uso. Una musica che si riappropri cioè di una funzione extra-musicale, pedagogica, che rivendichi il suo valore sociale e formativo, senza per questo abdicare ai propri contenuti artistici ed estetici», ci dice. Sullo sfondo di questa idea didattica, aleggia anche sempre, inutile dirlo, la figura di Claudio Abbado, che partendo dal presupposto che la musica comunque ci rende persone migliori, l’ha portata dove normalmente non arrivava. È dalle sue parole infatti («La Musica è strumento di pace e può annullare il sistema di oppressione che vuole ancora sfruttare giovani speranze in ogni latitudine») che nasce «La musica, il lavoro minorile e il diritto all’istruzione» — un progetto ministeriale, in cui sono coinvolti l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), il Miur, l’Università — che avrà il proprio coronamento, dopo mesi di appassionato lavoro, domani al Manzoni alle 20.30 (ingresso gratuito fino esaurimento posti) con un concerto diretto da Carlo Tenan, che coinvolge una serie di realtà bolognesi, fra cui la Fi- La musica, il riscatto e i giovani I progetti «puntati» su Bologna Paolo Marzocchi porta sul palco gli studenti insieme alla Filarmonica del Comunale: «Abbiamo scelto questa città per la sinergia fra le istituzioni, difficile da trovare altrove» ~ Cerco una musica che rivendichi un valore sociale e formativo Senza che per questo però la stessa abdichi alla propria bellezza larmonica del Teatro Comunale, l’Orchestra della rete «Musicalliceo», il Dipartimento delle Arti dell’Università, il «Saggiatore Musicale» e infine il Coro Libere Note della Scuola Filippo Mordani di Ravenna (già protagonista dell’ultima opera di Marzocchi, Il Viaggio di Roberto). Nel corso della serata, che si aprirà con la proiezione di alcuni video selezionati dal concorso nazionale per le scuole a tema lavoro minorile, si ascolteranno Hozho, di Paolo Marzocchi, per coro di voci bianche, orchestra giovanile e ensemble di professionisti; Gioco di Società progetto sinfonico di Francesco Spina, rendering or- Galleria Sopra la biblioteca Zambeccari del Galvani durante le prove. A fianco la «partitura» di Spina chestrale di Paolo Marzocchi. Spieghiamo meglio di cosa si tratta: Spina è un giovanissimo violoncellista (15 anni), che ha messo per iscritto (lo vedete qui accanto nella foto), la sua idea per una sinfonia, che è sta- ta poi «renderizzata», ovvero riempita di note, da Marzocchi, che ci dice: «Giovanissimo, ma con idee molto chiare in testa. Ha voluto cominciare con l’accordo della Sagra della Primavera, poi in altri punti dove si La maschera di Andreco è la pecora di Bè Presentato il logo del giovane artista per il cartellone estivo In piazza arriva il cinema armeno che racconta il genocidio Eccola la «pecora» dell’estate 2015, anzi, come dice il suo autore, il giovane Andreco, «è un mio personaggio mascherato da pecora, The Brave Sheep». Una maschera dunque, seppure dai tratti «animali» realistici, che farà da marchio a ognuno dei 44 progetti selezionati per Bè, il cartellone curato dal Comune. Un cartellone, come anticipato dal Corriere di Bologna, che si irradia in molti spazi anche fuori le mura cittadine. Tra conferme e nuove location, palcoscenici per musica, teatro, incontri e ovviamente cinema. Con una finestra sull’attualità: nel centenario del massacro subito dal popolo armeno, dopo le parole di Papa Francesco che l’ha definito «il primo genocidio del XX secolo», il Cinema Ritrovato propone un approfondimento sulle origini del cinema di quella terra contesa e sulle violenze che il mondo voleva dimenticare. Il programma organizzato dalla Cineteca in Piazza Maggiore dal 27 giugno al 4 luglio prevede dunque questa sezione,frutto di una lunga ricerca negli archivi di Erevan. Un lavoro meticoloso che ha portato alla luce sequenze rarissime che testimoniano esodi, povertà, bambini, uomini e donne alla disperata ricerca di un rifugio. Nelle giornate del festival si alterneranno film di fiction e documentari, tra cui frammenti di Armenia. Cradleof Humanity, girati tra il 1919 e il 1922, prove della condizione devastante in cui versavano i sopravvissuti al genocidio. In cartellone anche il primo film della tradizione armena Namus, diretto nel 1925 da Hamo Beknazarian; Naapet di Malyan che negli anni 70 raccontò la strage del 1915 e il film-simbolo Il colore del melograno di Sergei Parajanov, presentato in versione restaurata. «L’ approfondimento dedicato al cinema armeno — si legge in una nota — si inserisce nel contesto più ampio che la Cineteca realizza ogni anno alla ricerca del cinema di “Cento anni fa”», cuore di una manifestazione come il Cinema Ritrovato che scava nell’anima del Novecento. Una nuova presenza nel cartellone di Bè è, invece, la rassegna «Imago» sulla sperimentazione elettronica e i nuovi linguaggi visivi. E si snoda, tra installazioni e performance, al Museo della Musica, nel Chiostro del Museo Medievale In programma Tra i live dei Fuzzstone e Fabio Concato, le installazioni interattive nei musei e le sperimentazioni elettroniche del festival Imago e la Certosa. Palazzo d’Accursio, infine, anticipa alcuno nomi che si esibiranno in concerto nei diversi palcoscenici della stagione. Tra questi Fabio Concato, Luis Bacalov, i Fuzztones e il debutto italiano per «Pianofortissimo» della pianista Mariam Batshasvili. Per favorire il «pellegrinaggio culturale» si rinnova inoltre il servizio di pullman che accompagnerà gli spettatori al cimitero germanico a Passo della Futa per assistere agli spettacoli della compagnia Archivio Zeta e, per la pri- descrive la fatica e la sofferenza, ha chiesto accordi dissonanti. Ci ho messo del mio, ma il lavoro è suo». Il concerto si concluderà con l’esecuzione in prima italiana di una partitura di Peter Maxwell Davies, The Turn of the Tide, per orchestra, coro di voci bianche e gruppo di giovani esecutori. «È del ‘92 — dice Marzocchi — ed è la Creazione di Haydn proiettata nella contemporaneità». La scelta di realizzare il progetto proprio qui a Bologna è stata del compositore pesarese, che ha lavorato per mesi in città con gli studenti. «A Bologna c’è una sinergia fra le istituzioni, difficile da trovare altrove». © RIPRODUZIONE RISERVATA Locandina l Nel corso della serata, dopo la proiezione dei video vincitori del concorso nazionale per le scuole sul lavoro minorile, si passerà alla musica, con l’esecuzione di Hozho, di Paolo Marzocchi, per coro di voci bianche, orchestra giovanile e ensemble di professionisti; di Gioco di Società, progetto sinfonico di Francesco Spina, con il «rendering» orchestrale di Paolo Marzocchi e infine, in prima italiana, di Peter Maxwell Davies, The Turn of the Tide, per orchestra, coro di voci bianche e gruppo di giovani esecutori. «È come se fosse la Creazione di Haydn proiettata nei nostri giorni » Immagini A destra il logo di Bè, marchio dell’estate bolognese disegnato da Andreco A sinistra una sequenza di «Naapet» del regista armeno Malyan ma volta, a Santarcangelo per i festival internazionale del Teatri in Piazza il 12 e il 18 luglio. Ogni appuntamento, comunque, sarà accompagnato dal «bollino» di Andreco. Segno che quel progetto ha avuto l’approvazione di Palazzo d’Accursio che ha scelto — così era stabilito nel bando — seguendo criteri di qualità e originalità. Compreso il micro-cartellone di babybè, quello dedicato all’infanzia e all’adolescenza, che debutta quest’anno. «Mi è sempre interessato andare a fondo esercitandomi a non giudicare mai dalle apparenze — dice Andreco — Tutti noi spesso siamo tenuti a indossare delle maschere per svolgere ruoli nella società, per vincere paure o timidezze, per proteggerci o per essere semplicemente “altro”, come l’attore sin dagli albori del teatro nella tragedia greca, culla della cultura europea. Per questo per bolognaestate ho voluto riportare il tema, a me molto caro, della maschera». L’intero programma sarà disponibile tra qualche giorno su bolognaestate.it, area di Bologna Agenda Cultura, all’interno del portale Iperbole del Comune. Luciana Cavina [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA