1 OSCAR CULLMANN, Cristo e il tempo (40) il modo nel quale si

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1 OSCAR CULLMANN, Cristo e il tempo (40) il modo nel quale si
OSCAR CULLMANN, Cristo e il tempo1
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(40) il modo nel quale si esprime il calendario occidentale sembra essere solo il risultato di un
processo contingente e anche relativamente recente:
1.1.
la datazione dopo Cristo risale a Dionigi il piccolo nel 525
1.2.
la datazione prima di Cristo si è diffusa nel 17° secolo
in realtà questo sistema esprime una verità dal punto di vista teologico che corrisponde alla visione
neo-testamentaria del tempo:
2.1.
la storia intera acquista il suo vero senso solo a partire dall'evento centrale della vita di
Cristo (41)
2.2.
ciò vale sia per la storia anteriore che per la storia posteriore, che si dispiegano su una linea
unica a partire da questo evento centrale
(42) il fatto che i vangeli si interessino solo ad eventi particolari e che l'interazione con la storia
generale sia solo occasionale non contraddice questa affermazione, anzi ne mette in rilievo l'aspetto
centrale: è proprio in quanto eventi particolari, delimitati, che hanno un significato universale
i.
(45) si tratta della storia di un piccolo popolo (insignificante nel quadro della storia
universale)
ii.
i vangeli danno un significato assoluto a eventi che potrebbero essere definiti come
"fatti di cronaca"
iii.
per di più frammisti ad eventi storicamente non verificabili (miracoli, risurrezione
etc…)
iv.
e trasmessi attraverso il prisma di una interpretazione (i Vangeli non sono libri
storici, ma danno una interpretazione della vita e morte di Gesù: provano che è Dio
che interviene in modo decisivo nella storia)
(44) la storia profana non può accettare questo presupposto:
4.1.
nella storia universale, non si può attribuire un significato assoluto ad un evento relativo,
delimitato, storico
4.2.
invece il cristianesimo attribuisce un valore assoluto agli eventi storici della vita di Cristo
4.3.
lo storico cercherà dei criteri in concezioni filosofiche o trascendenti, ma certamente non in
fatti storici
(50) La storia biblica è storia della rivelazione e della salvezza, cioè Dio effettivamente si rivela e ci
salva per mezzo degli eventi storici narrati dalla bibbia
5.1.
questo però non è "biblicismo": tutto nella bibbia avrebbe lo stesso identico valore (53)
5.2.
in questa versione, tutti gli eventi storici della bibbia sono ciò attraverso cui Dio si rivela e ci
salva, ma vi è un evento centrale
Si compromette questa verità (cioè tutti gli eventi storici della bibbia sono ciò attraverso cui Dio si
rivela e ci salva) quando si cerca un "nucleo centrale" nel Nuovo Testamento che conterrebbe o
esprimerebbe la salvezza, diverso dalla storia di cui parla in Nuovo Testamento (cioè dagli eventi
storici presi nella loro unicità e nel loro legame). Esempi
6.1.
il "nucleo" sarebbe il comandamento dell'amore – ma esso acquista il suo senso
autenticamente cristiano solo se ancorato nella storia della salvezza (50)
a.
OSCAR CULLMANN, Cristo e il tempo: La concezione del tempo e della storia nel Cristianesimo primitivo, Trad. B. Ulianich, Il
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Mulino, Bologna 1965.
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6.2.
il "nucleo" sarebbe l'escatologia – ma anche quest'ultima non può essere separata alla linea
intera della salvezza (52s)
6.3.
il "nucleo" sarebbe il rispetto della vita etc… (53)
(55) La concezione cristiana della salvezza ha due aspetti caratteristici:
7.1.
la salvezza è legata ad una economia, cioè a una successione continua di avvenimenti
temporali (oikonomia)
7.2.
(56) in questo fatto storico vi è un evento storico unico, la morte e risurrezione di Gesù,
avvenuto una volta per tutte – tutto il resto della storia deve confrontarsi con questo
fatto unico avvenuto nella storia (ephapax)
Dunque, (59) tutte le affermazioni relative alla fede nel NT hanno un carattere chiaramente
temporale
8.1.
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i termini impiegati per designare il tempo nel NT sono quelli di cui dispone la lingua greca
(kairos, kronos, aion, emera, ora etc…) – ma assumono un senso teologico
kairos
9.1.
momento favorevole, tempo stabilito da Dio in vista della realizzazione del suo disegno di
salvezza (61)
9.2.
appartiene solo a Dio – solo al Padre (cf. At 1, 7) (62)
9.3.
vi sono dei kairoi anche per il cristiano nel tempo presente (cf. p. 65)
9.4.
giorno e ora spesso hanno lo stesso senso di kairos (66)
aion:
10.1.
nozione di estensione di tempo, di durata – ma sempre inteso come tempo, mai come
eternità in senso greco o platonico (68)
10.2.
è significativo il fatto che sia spesso utilizzato al plurale (68)
10.3.
dunque non contrapposizione tra tempo e eternità, ma tra tempo limitato e tempo
illimitato, per mezzo del termine aion (69)
il NT non concepisce mai il tempo in senso astratto (72)
11.1.
il tempo ha inizio con Dio ed è da lui dominato
11.2.
Cf. Eb 13, 8: "Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi, negli aiones"
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