006 - lezioni 9 e 10

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006 - lezioni 9 e 10
Lezioni 9 e 10 – 11 e 12 novembre 2010
Morfologia
• I nomi in –er e in –ir
• Gli aggettivi della I classe in -er
• Particolarità della I e II declinazione
Sintassi
• Coesivi: l’uso sintattico di suus
• L’apposizione
• Funzione attributiva e predicativa
• I connettori conclusivi
I temi in -er e in -ir della seconda declinazione
Alcuni nomi, solo maschili, della seconda declinazione, sono caratterizzati dal nominativo
singolare in –er (solo un sostantivo in –ir).
I temi in –er si dividono in due gruppi:
• alcuni, come puer, pueri mantengono la –e- del nominativo singolare per tutta la declinazione;
• altri, come ager, agri l’hanno solo al nominativo singolare.
Per il resto, la flessione procede regolarmente, a parte il vocativo singolare che coincide col
nominativo.
puer, pueri, “bambino, ragazzo”
ager, agri, “campo”
N.
G.
D.
Acc.
V.
Ab.
singolare
puer
puer -i
puer -o
puer -um
puer
puer -o
plurale
puer –i
puer –orum
puer –is
puer -os
puer-i
puer-is
singolare
ager
agr -i
agr –o
agr –um
ager
agr -o
plurale
agr –i
agr –orum
agr –is
agr –os
agr –i
agr -is
vir, viri, “uomo, marito”
N.
G.
D.
Acc.
V.
Ab.
singolare
plurale
vir
vir -i
vir –o
vir –um
vir
vir –o
vir -i
vir -orum
vir -is
vir -os
vir -i
vir -is
1
•
•
L’unico nome in -ir è vir, una parola frequentissima, che significa “uomo”. Assume spesso una
sfumatura positiva, identificando l’uomo coraggioso, valoroso (un po’ come nella nostra frase:
“Sii uomo!”). Attenzione a non confonderlo con virus!
I temi in –er erano antichi nominativi in –ro-s, in cui vocale tematica e desinenza sono caduti.
Es. *agr-os > *agr > ager. L’aggiunta della e si spiega come supporto fonetico, dato che la –r
finale, se preceduta da consonante, risulta impronunciabile.
Esercizio 1
Traduci
1. Apri campos vastant, ergo («quindi») attentus agricola saevos apros capiet. 2. Hic (avv.: «qui»)
socer et gener erant. 3. Librum malum ignarus puer legebat. 4. Viros bonos et honestos laudo et
diligo. 5. Numa Pompilius decemviros primus («per primo») creat. 6. Seduli pueri, magistri verba
attente audite! 7. Metellus Numidarum agros vastat, multa castella et oppida incendit. 8. Lucio
Cossinio librum mitto. 9. Bone magister, pigri discipuli tua praecepta contemnunt, sed praetiosa
sunt. 10. Fidus armiger Romanus pharetras, sagittas et gladium secum («con sè») portat. 11.
Germani, barbari et infidi erant, agros laetos vastabant, vicos oppidaque incendebant. 12. Pindarus
magnorum virorum bella, pugnas victoriasque celebrabat.
Particolarità della prima e della seconda declinazione
1. Alcuni nomi assumono un significato diverso al singolare e al plurale.
Ecco quelli più frequenti della prima e della seconda declinazione.
copia, ae
littera, ae
vigilia, ae
auxilium, i
castrum, i
impedimentum, i
ludus, i
abbondanza
lettera dell’alfabeto
veglia
aiuto
fortezza
ostacolo
gioco, scuola elementare
copiae, arum
litterae, arum
vigiliae, arum
auxilia, orum
castra, orum
impedimenta, orum
ludi, orum
truppe
letteratura
sentinelle
truppe ausiliarie
accampamento
bagagli, salmerie
spettacoli
2. Alcuni sostantivi, tra cui parecchi nomi di città, vengono usati solo al plurale (in latino pluralia
tantum), e sul dizionario il lemma è al nominativo plurale. La concordanza avviene al plurale: es.
Athenae pulchrae sunt: “Atene è bella”. Eccone alcuni:
divitiae, arum
epulae, arum
indutiae, arum
insidiae, arum
minae, arum
nuptiae, arum
tenebrae, arum
Athenae, arum
Syracusae, arum
ricchezze
banchetto
tregua
insidia, imboscata
minaccia
nozze
tenebre
Atene
Siracusa
arma, orum
hiberna, orum
liberi, orum
spolia, orum
Delphi, orum
armi
accampamento invernale
i figli
le spoglie
Delfi
3. Il sostantivo deus, “dio”, assai frequente, ha una declinazione che ammette forme diverse:
deus
dei
deo
dei, dii, di
deorum, deum
deis, diis dis
2
deum
(deus, dive)
deo
deos
dei, dii, di
deis, diis, dis
Al vocativo singolare, assente (la forma *de si sarebbe confusa con la preposizione omografa), si
sostituiscono il nominativo o il vocativo dell’aggettivo divus, “divino”.
5. Alcuni sostantivi che hanno lo stesso tema per il maschile e per il femminile (es. filius- filia,
deus-dea, equus-equa, “figlio-figlia”, “dia-dea”, “cavallo-cavalla”) hanno sviluppato un’uscita
speciale -abus per distinguere il femminile al dativo e ablativo plurale, che altrimenti sarebbe
irriconoscibile: così filiis è maschile e filiabus è femminile.
6. Il genitivo del sostantivo familia mantiene la desinenza arcaica –as nel sintagma pater familias,
il patriarca della famiglia romana, che non comprendeva solo moglie e figli, ma anche fratelli,
sorelle, nuore e servi. Su tutti i componenti della familia il pater familias aveva diritto di vita e di
morte. Questa parola è intraducibile (“padre di famiglia” in italiano ha tutt’altro senso), e nella
traduzione conviene conservare il latino. Pater è un nominativo della terza declinazione.
7. Ricordiamo che il vocativo di filius è fili, spesso unito al possessivo di prima persona: fili mi
“figlio mio”.
8. Ci sono due sostantivi, locus, “il luogo”, e iocus, “il gioco”, che possono avere due plurali: uno
maschile, loci e ioci, e uno neutro, loca e ioca. Il maschile segnala in entrambi i casi un plurale
singolativo, cioè i singoli “luoghi” (intesi spesso nel senso di passi di un testo scritto) e i singoli
“giochi”; il neutro segnala invece un plurale collettivo, cioè l’insieme dei luoghi (ad esempio nei
contesti militari l’ambiente in cui si svolgono le operazioni) e l’insieme dei giochi, quindi le
festevolezze e gli scherzi.
La nozione collettiva è una caratteristica del neutro: ne è rimasta traccia anche in italiano, in
alcuni plurali o singolari uscenti in –a: ad esempio, rispetto al singolare “osso”, abbiamo un
plurale “ossi” che indica i singoli ossi, e una plurale “ossa” (relitto di neutro) che indica il
complesso dei singoli ossi, lo scheletro. Anche “frutta”, pur essendo singolare, designa una
nozione plurale e collettiva (l’insieme dei frutti), rispetto al plurale singolativo “frutti”.
Esercizio 2
1. Deorum tutela nobis grata est. 2. Solidum et legitimum vinculum sunt nuptiae. 3. Syracusarum
incolae tyrannos non tolerabant. 4. Tuas aras tuaque sancta templa, dive Auguste, nos Romani
veneramus. 5. Piratarum insidiae et minae Siciliae incolis magnas curas praebebant. 6. Litterarum
poetarumque patriă Athenae erant. 7. Ludos scaenicos Christiani contemnebant. 8. Pater familias
filiis filiabus auxilium semper et libenter dat. 9. Athenarum sempiternam gloriam potentiamque
Graeci poetae canunt et semper canent. 10. Delphorum clarum oraculum parum («poco») perspicua
responsa dabat.
Gli aggettivi in -er
Alcuni aggettivi della prima classe seguono nella declinazione del maschile il modello dei nomi in –
er. Come i sostantivi, anche questi temi aggettivali si dividono in due gruppi:
• un gruppo, come liber, libera, liberum, “libero” segue il modello di puer, mantenendo la –e- del
nominativo maschile singolare per tutta la declinazione;
• un altro gruppo, come aeger, aegra, aegrum, “malato”, segue il modello di ager, conservandola
solo al nominativo maschile singolare. Sarà il dizionario a indicarci la tipologia.
3
aeger, aegra, aegrum, “malato”
maschile
N.
G.
D.
Acc.
V.
Ab.
aeger
aegr –i
aegr –o
aegr –um
aeger
aegr –o
femminile
singolare
aegr-a
aegr -ae
aegr -ae
aegr -am
aegr -a
aegr -a
neutro
aegr -um
aegr -i
aegr -o
aegr -um
aegr -um
aegr -o
plurale
N.
G.
D.
Acc.
V.
Ab
aegr -i
aegr -orum
aegr -is
aegr -os
aegr -i
aegr –is
aegr -ae
aegr -arum
aegr -is
aegr -as
aegr -ae
aegr -is
aegr -a
aegr -orum
aegr -is
aegr -a
aegr -a
aegr -is
Appartengono agli aggettivi della prima classe gli aggettivi e pronomi possessivi.
Come clarus, a, um si declinano:
• meus, a, um, “mio”;
• tuus, a, um, “tuo”;
• suus, a, um, “suo” e “loro”.
Come aeger si declinano:
• noster, nostra, nostrum, “nostro”;
• vester, vestra, vestrum, “vostro”.
•
Ricordiamo che il vocativo singolare di meus è mi, come abbiamo visto a proposito del
sintagma fili mi
Coesivi: l’uso sintattico di suus, a, um
Il possessivo di terza persona suus, a, um funge in latino, come in italiano, sia da aggettivo che da
pronome. Rispetto all’italiano, però, ha due differenze d’uso fondamentali:
• è riflessivo, cioè si usa prevalentemente in riferimento al soggetto (di terza persona) della
frase;
• indica un possessore sia singolare che plurale.
Per tradurlo correttamente dunque dovremo scegliere:
• “suo” se il possessore, cioè il soggetto della frase di cui fa parte, è singolare;
• “loro” se i possessori sono più di uno.
Osserviamo gli esempi:
4
Verres multa et magna monumenta vitiorum suorum in provincia Sicilia constituit. (da Cic.)
Il possessivo suorum è in funzione aggettivale, essendo attributo del sostantivo vitiorum; è riferito
al soggetto della frase, il nome proprio Verres, e dunque indica che il possessore dei vizi è Verre.
Dato che il possessore è singolare, nella traduzione italiana useremo il possessivo “suo”:
“Verre lascia molte e grandi testimonianze dei suoi vizi nella provincia di Sicilia”.
Antiqui Romani suos agros studiose colebant. (Cic.)
Anche qui suos è aggettivo, attributo di agros; è riferito al soggetto plurale antiqui Romani,
indicando dunque che i possessori degli agros sono gli “antichi Romani”.
Nella traduzione italiana, in riferimento a un possessore plurale, useremo il possessivo “loro”:
“Gli antichi Romani coltivavano con zelo i loro campi”.
Esercizio 3
1. Incolae patriam suam amant. 2. Dominus suos servos puniebat. 3. Pater suos liberos amat et
educat. 4. Ardui Spartani sua scuta servabant. 5. Vigiliae suum oppidum custodiunt. 6. Formicae
sua domicilia studiose extruunt. 7. Agricola suos agros colit et plantas herbasque alit. 8. Seduli
discipuli magistro suo multa dona praebent. 9. Matrona sua cura familiam liberosque administrabat.
10. Poetae sua ingenia attente exercebant. 11. Athletae sua praemia ostendebant.
XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX
L’apposizione
Osserviamo questa frase:
Diană, Latonae filiă, imperium silvarum tenebat.
Il verbo tenebat costituisce un nucleo a due argomenti con un nominativo e un accusativo.
Il soggetto è il nominativo singolare Diana, mentre il neutro imperium, determinato dal genitivo
silvarum, ha qui funzione di accusativo.
Possiamo tentare una traduzione intermedia di questa porzione di frase: “Diana deteneva il governo
delle selve”.
Ci concentriamo ora su due parole poste tra due virgole, a indicare una funzione accessoria nel
complesso della frase: Latonae filia. Filia è un nominativo femminile singolare che, data la
concordanza di caso, deve necessariamente essere in relazione col soggetto; da esso poi dipende il
genitivo Latonae.
Filia funge da apposizione del soggetto: si tratta di un nome “apposto”, cioè collocato vicino a un
sintagma nominale della frase, che ne specifica una particolare caratteristica, in questo caso l’essere
“figlia di Latona”.
La funzione dell’apposizione è molto simile a quella dell’attributo, con la differenza che non è un
aggettivo, ma un nome, che, come nel nostro esempio, può poi a sua volta essere specificato da un
complemento del nome (in genitivo o in un’altra forma).
In latino l’apposizione concorda nel caso con il termine a cui si riferisce. Non necessariamente
concorda nel genere e nel numero, perché, essendo un sostantivo, è autonomo (come in italiano
possiamo dire “Marco, una persona interessante, è il migliore amico di Mario”, in cui “Marco” è
maschile e “persona interessante” è femminile).
5
Nell’albero, collochiamo l’apposizione sotto il nome di riferimento:
Diană
tenebat
filiă
imperium
silvarum
Latonae
e la traduciamo subito dopo questo:
“Diana, figlia di Latona, deteneva il governo dei boschi”.
L’apposizione può specificare qualsiasi sintagma nominale della frase; osserviamo un altro
esempio:
Puellae, iram Dianae, silvarum patronae, vitate.
(voi)
vitate
iram
Dianae
patronae
silvarum
In questo caso il genitivo patronae non ha funzione di specificazione, ma è un’apposizione di un
altro genitivo, Dianae (e a sua volta è specificato dal genitivo silvarum).
Nella traduzione dovremo fare un po’ di attenzione: una volta che abbiamo riconosciuto un nome
come apposizione, dovremo “apporlo” direttamente al nome di riferimento, senza ripetere
l’eventuale preposizione che introduce il complemento:
“Ragazze, evitate l’ira di Diana, patrona dei boschi (e non: della patrona dei boschi)”.
Attenzione:
In latino funzionano come apposizione anche i nomi geografici, mentre in italiano essi sono
introdotti dalla preposizione “di” e formano un sintagma autonomo (il cosiddetto complemento di
denominazione):
Oppidum Thapsacum, insula Sicilia, provincia Macedonia
“la città di Tapsaco”, “l’isola di Sicilia”, la provincia della Macedonia”.
Esercizio 4
1. Mercurius, Maiae filius, commercii deus erat. 2. Seneca Lucilio, amico suo, epistulas mittebat. 3.
Legimus fabulas Vergilii, mirifici poetae. 4. Sulmona, Brutii oppidum, Ovidi, clari poetae, patria
est. 5. Cimbros, Germaniae populum, Marius vincit. 6. Insula Sicilia amoena est. 7. Videbimus
oppidum Arpinum, Tulli patriam. 8. Hadrianus Traiano, Nervae adoptivo filio, succedit. 9. Iulia,
Augusti filia, Agrippae nubit. 10. Alexander, Priami filius, causa Troiae bellum est. 11. Provinciam
Sardiniam olim Poeni incolebant. 12. Insulam Delum Diana protegit. 13. Athenis Minerva,
sapientiae dea, oleam donat. 14. Curas vinum, deorum donum, levat. 15. Oppidum Bononiam via
Aemilia secat.
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La funzione attributiva e predicativa
L’aggettivo, come già sappiamo, è una forma che definisce caratteristiche di vario tipo (qualità,
numero, ecc.) di un nome di riferimento, col quale concorda in Genere, Numero e Caso.
La sua funzione all’interno della frase si specifica ulteriormente in attributiva e predicativa.
Partiamo dall’italiano:
1. “La ragazza bionda esce dal parrucchiere.”
2. “La ragazza esce bionda dal parrucchiere”.
1. In questa frase “bionda” ha funzione attributiva, in quanto esprime una qualità distintiva (che
cioè permette una migliore identificazione) del nome di riferimento, col quale forma un unico
sintagma (cioè un unico concetto significativo): viene specificato infatti che dal parrucchiere
non esce la ragazza mora o quella rossa ma quella bionda.
2. Qui invece “bionda” ha funzione predicativa, in quanto è legato al predicato, cioè indica una
modalità in cui l’azione del predicato influisce sul nome di riferimento: cioè indica in che modo
la nostra ragazza esce dal parrucchiere, sottintendendo evidentemente che prima avesse i capelli
di un altro colore. Tale funzione viene comunemente definita complemento predicativo del
soggetto.
In latino la situazione è simile:
1. Magister studiosos discipulos diligit.
“Il maestro apprezza gli allievi diligenti.”
In questo caso viene specificato che il maestro non apprezza tutti gli allievi, ad esempio quelli
pigros e desidiosos “indolenti”, ma solo quelli studiosos: l’aggettivo ha dunque funzione
attributiva.
2. Discipuli magistrum studiosi audiunt.
“Gli allievi ascoltano attenti il maestro.”
In questo caso studiosi indica l’atteggiamento con cui i discipuli ascoltano il maestro:
l’aggettivo ha dunque funzione predicativa.
Attenzione:
Dal momento che, come abbiamo già osservato, in latino la posizione delle parole è meno
significativa che in italiano, in diversi casi possono essere possibili entrambe le funzioni;
osserviamo l’esempio:
Tribunus strenuus pugnat.
Funzione attributiva: “Lo strenuo tribuno combatte.”
Funzione predicativa: “Il tribuno combatte strenuo.”
Dovremo quindi fare attenzione al contesto, per scegliere la traduzione corretta.
Esercizio 5
Nelle seguenti frasi italiane distingui la funzione attributiva o predicativa degli aggettivi.
1. Giovanni, stai calmo! 2. Anna guarda il tramonto rosato. 3. Non mi sembri molto felice. 4.
Andrea mi guardò allibito. 5. L’aranciata mi piace fredda. 6. Il prof. mi rivolse uno sguardo freddo.
7. Quando Ada vide Mario, il suo cuore si mise a battere impazzito. 8. Non avvicinarti a quel cane
arrabbiato.
7
Il complemento predicativo del soggetto e dell’oggetto
Il complemento predicativo, per il suo stretto rapporto col predicato, può essere riferito solo a nomi
che fanno parte del nucleo della frase.
Dunque troveremo prevalentemente complementi predicativi del soggetto (al Nominativo), e
dell’oggetto (all’Accusativo); più raramente troveremo predicativi al Dativo o all’Ablativo, in frasi
in cui il predicato regge tali casi.
Il predicativo del soggetto
Il verbo che più frequentemente lo regge è ovviamente sum (in questo caso è più frequentemente
definito nome del predicato). Comunque ogni tipo di verbo può reggerlo.
Nell’albero, lo collegheremo sia al nome con cui concorda, sia al verbo:
Tribunus tardus incedebat.
Tribunus
incedebat
tardus
Traduzione: “Il tribuno avanzava lento.”
Esercizio 6
Analizza e traduci le seguenti frasi. Attenzione: in alcuni casi, l’aggettivo può avere sia funzione
attributiva che predicativa: rendi entrambe le possibilità nella traduzione.
1. Pius Ascanius hostias deis deabusque immolabat. 2. Scaphus lentus navigabat. 3. Tribunus laetus
revertit. 4. Rufus, strenuus Poenorum legatus, ad castra venit. 5. Populi Romani gloria sempiterna
manet. 6. Romani strenui pugnabant. 7. Magister claudus incedebat. 8. Magistri verba adsidui
discipuli audiunt. 9. Ancillae sedulae dominae mandatis oboediunt. 10. Luna clara cuncta loca
inlustrat. 11. Aliquot Poeni trasfugae veniunt. 12. Miser Paulus vitam amittit.
Il predicativo dell’oggetto
Indica una modalità con cui il verbo influisce sull’oggetto:
Archelaum, Perdiccae filium, Graeci beatum putabant. (Cic.)
“I Greci ritenevano felice Archelao, figlio di Perdicca.”
Beatum, infatti, indica come i Greci ritenevano Archelao.
Greci
putabant
Archelaum
beatum
Il predicativo dell’oggetto è prevalentemente legato a specifiche categorie di verbi:
• Verbi che appartengono al campo semantico del “chiamare” (appellativi):
appello, as, are
chiamare
dico, is, ere
dire
8
nomino, as, are
chiamare per nome
Ennius “sanctos” appellat poetas. (Cic.)
“Ennio definisce i poeti “sacri”.
• Verbi che appartengono al campo semantico del “pensare”, “ritenere” (estimativi):
puto, as, are
pensare
duco, is, ere
ritenere
iudico, as, are
giudicare
existimo, as, are
ritenere
Marium virum bonum iudicamus. (Cic.)
“Riteniamo Mario una persona dabbene”.
• Verbi che appartengono al campo semantico dell’”eleggere” (elettivi):
eligo, is, ere
eleggere
creo, as, are
creare
designo, as, are
designare
Romani M. Furium Camillum tribunum creant. (Liv.)
“I Romani eleggono tribuno M. Furio Camillo.”
• Verbi che appartengono al campo semantico del “rendere”:
reddo, is, ere
rendere
Severa disciplina ingenium aptum magnis operis reddit. (Sen.)
“Una severa disciplina rende l’indole adatta a grande imprese.”
Nella lista troviamo verbi che, costruiti diversamente, hanno un significato diverso:
duco, costruito con l’accusativo semplice, significa “condurre”, “tirare”;
habeo significa generalmente “tenere”, “avere”;
reddo, costruito con l’Accusativo e il Dativo (nucleo a tre argomenti), significa “restituire”;
Le funzioni attributiva e predicativa possono essere svolte anche da nomi; il nome in funzione
attribuita è definito, come già sappiamo, apposizione:
1.
Vergilium poetam diligimus.
“Apprezziamo il poeta Virgilio.”
L’apposizione poetam svolge funzione attributiva, essendo un nome che specifica
caratteristiche particolari del nome di riferimento, Vergilium, col quale concorda in Caso e
Numero.
2.
Vergilium clarum poetam ducimus.
“Consideriamo Virgilio un famoso poeta.”
Qui il nome (a cui è unito un attributo) clarum poetam è un predicativo dell’oggetto, perché
specifica in che modo consideriamo Vergilium.
• Spesso in italiano il predicativo è introdotto da “come”, “per”, “da”, “in qualità di”:
teniamone conto nella traduzione. Es.
Graccus tribunus plebiscitum probat.
“Gracco approva una legge popolare in qualità di tribuno”.
Nella costruzione passiva, i verbi che reggono il predicativo dell’oggetto si costruiscono
ovviamente col predicativo del soggetto (come del resto anche in italiano: “Cesare fu eletto
console.”).
9
Esercizio 7
1. Romani Caium et Publium tribunos nominant. 2. Minervam sapientiae deam antiqui putabant. 3.
Discipulos sedulos adsiduosque bonus magister reddit. 4. Bona disciplina liberos honestos facit. 5.
Philosophi luxuriam, nequitiam, audaciam animae morbos putant. 6. Marcus bonum amicum
Antonium iudicabat. 7. Romani Mercurium mercaturae patronum colebant. 8. Romani Roscium
eruditum existimabant. 9. Populus Romanus Claudium Poenorum legatum audiebat. 10. Antiqui
probum et honestum Fabricium appellabant. 11. Multi philosophi disciplinam suam non regulam
vitae, sed iactantiam scientiae putant. (Cic.) 12. Philosophiae praecepta pueros bonos reddunt. 13.
14. Populus Romanus Catilinam poenae dignum iudicat. 15. Niger corvus nefasta signa indicabat.
Connettori coordinanti conclusivi
Un’importante connessione logica tra frasi è quella di tipo conclusivo, che cioè pone un enunciato
come la conseguenza o la conclusione logica di un discorso precedentemente esposto:
“Mi sono svegliato di buon umore, quindi ho cominciato a cantare a squarciagola”;
“Sono un uomo, dunque un essere ragionevole”.
I connettori che hanno questa funzione in italiano sono quindi, dunque, perciò, di conseguenza e
simili.
In latino le più comuni congiunzioni conclusive sono:
ergo
igitur
itaque
ideo
Osserviamo questo esempio:
Vir temperatus in animo semper est placidus. Vir igitur temperatus beatus est.
“Un uomo equilibrato è sereno nell’animo. Perciò un uomo equilibrato è felice”.
Ora un esempio d’autore, più complesso:
Nullum malum gloriosum est; mors autem gloriosa est; mors ergo non est malum. (Seneca)
“Nessun male è glorioso; la morte però è gloriosa; dunque la morte non è un male”.
Esercizio 8
Nelle seguenti frasi latine inserisci al posto dei puntini il connettore adatto al contesto (copulativo,
avversativo, disgiuntivo, dichiarativo o conclusivo), poi traduci.
Devi inserire: 5 volte ergo; 2 volte autem; 1 volta itaque; 1 volta ideo; 1 volta nam; 1 volta sed; 1
volta et.
1. Antiqui Romani poetarum operas valde amabant, ….. Romae poetae clari erant. 2. Saepe
discipuli pigri sunt; ….. semper pila ludere cupiunt. 3. Magister nullum librum scribebat, …….
libenter legebat. 4. Unus discipulus dictat, alter …… scribit. 5. Copiae inimicae animum non
habebant; …. nec pugnam committere nec sustinere Romanos audebant. 6. Frumenti copia non erat
….. alium cibum petere necesse erat. 7. Inimici valde timebant, …. Romanis legatos mittunt. 8.
Populus tribunorum sententiae contrarius erat, non …. tribuni consilium mutant. 9. Nullum malum
est, …. fortuna seconda est. 10. Cogito, …. sum. 11. L. Tarquinius Superbus Volscos vincit …..
magna templa diis deabusque aedificat. 12. Bene dicis …. nimium dicis.
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