2C II - scuola media virgilio

Transcript

2C II - scuola media virgilio
Noi in poche pagine
Giornale degli Alunni della Scuola Media "Virgilio"
di Via Trebbia
XVIII EDIZIONE ~ ANNO 2016-2017
07 novembre 2016
Pagina 2
Il racconto d’avventura
ALLA RICERCA DELL’OASI
Il deserto era infinito, il sole si rifletteva sulla
sabbia dorata e non si vedeva nessuna creatura.
Davanti a me c’era ancora un percorso
lunghissimo ed ogni tanto guardavo indietro, per
vedere le orme sulla sabbia. Eravamo solo io e la
mia mappa misteriosa, su cui erano segnate varie
tappe.
Volevo trovare quell’oasi, quell’immensa e
splendida oasi segnata sulla mappa, per avere un
po’ di acqua, ma più pensavo all’acqua e più
avevo sete. In quel preciso istante sentii i miei
piedi sprofondare.
Ero immobile, paralizzata, cosa mi stava
succedendo? Con coraggio guardai in basso, ero
rimasta intrappolata nelle sabbie mobili. Sudavo
freddo e non riuscivo a muovermi.
Quelle sabbie mobili erano orribili; quando
avevo deciso di partire, non avrei mai pensato di
imbattermi in un simile pericolo mortale.
Secondo, dopo secondo, sprofondavo sempre di
più.
Con tutte le mie forze urlai: “Aiuto, aiuto!”
Nessuna risposta; mi sentivo rassegnata, tra pochi
istanti le sabbie mobili mi avrebbero risucchiata.
Percepii un’ombra, per un attimo mi
spaventai, ma mi girai e vidi un ragazzo che
voleva aiutarmi. Potevo ancora sperare di vivere.
“ Sono Rob” disse. Rob con la sua corda,
riuscì a tirare più forte che poteva. Mi aggrappai a
lui. Ero salva, ce l’avevo fatta. Rob mi spiegò
che la mia mappa era una mappa del tesoro.
Gridai di gioia, provavo un’emozione forte, di
felicità.
Iniziammo a correre liberi. “ Ecco l’oasi!”
esclamò Rob. Corsi subito a bere l’acqua; era
freschissima, pura e cristallina. Vidi uno scrigno
nascosto tra le rocce.
Era il tesoro di cui mi aveva parlato Rob. Lo
aprii e trovai un sacco di denaro.
Mi sentivo finalmente salva, libera da ogni
vincolo, questa esperienza l’avrei ricordata per
tutta la vita.
Francesca Manca classe 2ªC
LA MAPPA
CHE MI CAMBIÒ LA VITA
Era una calda domenica d’estate ed io mi
trovavo in Egitto, nella famosissima biblioteca
d’Alessandria, in cerca di informazioni sull’antico
Egitto.
Dopo aver sfogliato molti libri, notai in uno di
essi, infilata in una pagina, una misteriosa mappa
molto antica dove era segnata una X.
Io, emozionatissimo, con le lacrime agli
occhi, senza farmi vedere scattai una fotografia e
la riposi dove l’avevo trovata.
Sgattaiolai fuori, verso l’hotel, esaminai la
mappa e due giorni dopo ero in partenza.
Ero consapevole del fatto che avrei potuto
anche non tornare, ma più forte della paura per i
rischi era la curiosità che mi diceva di continuare.
Affittai un cammello e insieme ad esso partii alla
volta del deserto.
Nonostante il caldo, procedevo abbastanza
tranquillo, però, dopo tre giorni di cammino il
mio cammello si fermò. “Avanti, avanti !“
gridavo, ma l’animale restava immobile. Sentii
che stavamo sprofondando e, terrorizzato, saltai
giù per esaminare la situazione, ma iniziai ad
affondare anch’io.
Cercavo, invano, di liberarmi da quella
orribile situazione, ma così facendo la
peggioravo.
Ormai sconfitto, mi lasciai andare, chiusi gli
occhi e svenni.
Mi svegliai all’interno di una tenda.
Notai all’esterno un uomo alto, barbuto e
molto magro che cucinava su un fuoco della
carne.
Appena notò che ero sveglio entrò nella tenda,
si avvicinò e mi diede uno sciroppo molto amaro .
“Grazie…. grazie“ ripetevo, ma lui rimaneva
serio e non rispondeva.
Allora tirai fuori dalla tasca la fotografia della
mappa e gli spiegai , a gesti, la mia storia.
Mi guardò con un sorriso e disse: “Munir“.
Insieme ripartimmo verso il tesoro.
Dopo altri tre giorni di viaggio, intravedemmo
un’oasi, e, arrivati li, la mappa indicava
esattamente il punto sotto i nostri piedi.
Sembrava, però, non esserci niente. Munir si
chinò, soffiò e apparve da sotto la fine sabbia un
piccolo foro.
Munir prese la fotografia della mappa dalle
mie mani e la infilò nel piccolo buco.
La terra iniziò a tremare ed emerse
un’imponente statua di un dio egizio. Sulla sua
mano poggiava un forziere. Io e Munir, non senza
qualche sforzo, riuscimmo e prenderlo. Quando lo
aprimmo, apparvero oro e oggetti preziosi, i
quali
raffiguravano
divinità
e
faraoni.
Esultammo! Dovevamo tornare facendo molta
attenzione: eravamo spaventati dalla possibilità di
incappare in ladri e banditi.
Andò tutto bene e, arrivati ad Alessandria
d’Egitto, fummo accolti dalla popolazione, che venuta
a conoscenza della nostra scoperta, ci aspettava per
acclamarci, anzi mi aspettava. Di Munir, infatti, non
c’era più traccia, durante l’ingresso in città ci eravamo
persi di vista, travolti dalla folla.
Lo cercai inutilmente dappertutto, ma lui
sembrava scomparso.
Non seppi mai perché mi avesse aiutato e salvato,
ma a lui devo la mia vita.
Pietro Ricci classe 2ªC