Tesi definitiva 4-3-2010 - Universidade Federal Fluminense

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Tesi definitiva 4-3-2010 - Universidade Federal Fluminense
Università degli studi di Padova
Facoltà di Scienze MM.FF.NN.
Corso di Laurea Specialistica in Scienze della Natura
ASPETTI DI BIOLOGIA RIPRODUTTIVA DI ALCUNE SPECIE
DI UCCELLI DI DUE AREE PROTETTE BRASILIANE DI
CERRADO E DI MATA ATLANTICA
ASPECTS OF REPRODUCTIVE BIOLOGY OF SOME SPECIES OF
BIRDS OF TWO BRAZILIAN PROTECTED AREAS OF CERRADO
AND MATA ATLANTICA
Relatore:
Prof. Lucio Bonato- Università degli Studi di
Padova
Correlatori:
Prof. Sávio Freire Bruno- Universidade Federal
Fluminense (Niterói, Brasil)
Dott. Mauricio Brandão Vecchi- Universidade do
Estado do Rio de Janeiro (Rio de Janeiro, Brasil)
Laureanda: Silvia Fusaro
Anno accademico 2009/2010
Indice - 2 -
“...A ave deposita, nos ninhos que
monta, todos os seus segredos. Ela
investe na camuflagem, para escapar
dos predadores. Chega a fingir que está
ferida, para ludibriar o homem, quando
se percebe descoberta. Ao verificar o
material que ela usa para compor seu
ninho, descobrimos o que existe em
abundância na região. Na verdade
quando você encontra o ninho, acaba
sabendo tudo daquela ave, mas tambén
do ambiente. É emocionante quando os
animais aparecem, assim, sem reservas.
Nesta situação, sua preocupação maior é
defender o ninho e a prole. E, ao fazê-lo,
seus outros interesses passam a
segundo plano, até seu proprio instinto
de sobrevivência. Se o homem descobrir
onde está o ninho, a ave perde a
distância de segurança. Mostra-se.
Aceita o homem por perto. Mas, às
vezes,
somente
após
uma
longa
negociação.”
(Buzzetti - Berços da Vida)
(“… un uccello deposita, nei nidi che costruisce, tutti i suoi segreti. Investe nel
camuffamento per sfuggire ai predatori. Arriva a fingere di essere ferito per
ingannare l’uomo, quando si sente scoperto. Con l’analisi del materiale che
usa per comporre il suo nido, scopriamo ciò che esiste in abbondanza nella
zona. In realtà quando trovi un nido, finisci col sapere tutto di quell’uccello,
ma anche del suo ambiente. È emozionante quando gli animali appaiono così,
senza riserve. In tale situazione, la sua più grande preoccupazione è difendere
il nido e la prole. E, facendolo, gli altri suoi interessi passano in secondo
piano, persino il suo proprio istinto di sopravvivenza. Se un uomo scopre dove
si trova un nido, l’uccello perde la distanza di sicurezza. Si mostra. Accetta
l’uomo da vicino. Ma, a volte, solamente dopo una lunga negoziazione.”)
-2-
Indice - 3 -
Ai miei insostituibili genitori
Maria Antonietta e Roberto
che mi appoggiano sempre nelle mie scoperte,
nelle mie esperienze, nella mia vita.
Al mio amico Luiz Freire,
perché il suo aiuto e la sua dedizione nella ricerca
sono stati fondamentali.
-3-
Indice - 4 -
INDICE
Riassunto
7
1. INTRODUZIONE
1.1.
Hotspots di Biodiversità
1.2.
Obiettivi
10
1.3.
Aree di studio
14
1.3.1.
1.3.2.
Parque Nacional da Serra
da Canastra
Nucleo Experimental de
Iguaba Grande
2. MATERIALI E METODI
8
14
18
22
2.1.
Metodi
22
2.2.
Strumenti
38
3. RISULTATI
40
3.1.
Stima delle densità delle popolazioni riproduttive
40
3.2.
Distribuzione spazio-temporale
dell’attività di nidificazione
42
3.3.
Caratteristiche dei nidi
50
3.4.
Caratteristiche di uova e covate
60
3.5.
Relazioni intraspecifiche in Mergus octosetaceus
durante la stagione riproduttiva
67
Relazioni interspecifiche fra uccelli
in fase riproduttiva ed altri animali
67
3.7.
Esito generale degli eventi riproduttivi
72
3.8.
Aspetti di cure parentali in
Thamnophilus ambiguus
76
Altre osservazioni inedite sull’attività riproduttiva di
diverse specie
80
3.6.
3.9.
-4-
8
Indice - 5 -
4. DISCUSSIONE
4.1.
85
Stima della densità delle popolazioni riproduttive
e distribuzione spazio-temporale dell’attività di
nidificazione nelle aree di studio
85
Periodi riproduttivi delle specie
studiate nel NEIG
89
4.3.
Caratteristiche di nidi, uova e covate
92
4.4.
Considerazioni generali sulla
dimensione delle covate
104
Relazioni intraspecifiche in Mergus octosetaceus
durante la stagione riproduttiva
107
Relazioni interspecifiche fra uccelli
in fase riproduttiva ed altri animali
108
4.7.
Esito generale degli eventi riproduttivi
111
4.8.
Aspetti di cure parentali in
Thamnophilus ambiguus
114
4.2.
4.5.
4.6.
5. CONSIDERAZIONI GESTIONALI CONCLUSIVE
5.1.
5.2.
115
Avifauna nel Nucleo Experimental
de Iguaba Grande
115
Mergus octosetaceus nel Parque Nacional
da Serra da Canastra
117
6. BIBLIOGRAFIA
119
7. APPENDICE
128
Schede dei nidi delle specie studiate
Athene cunicularia
128
Amazilia fimbriata
130
Aramides mangle
131
Coereba flaveola
133
Columbina minuta
135
Caprimulgus parvulus
136
-5-
Indice - 6 -
Coryphospingus pileatus
138
Dendrocygna viduata
140
Elaenia flavogaster
142
Formicivora littoralis
144
Fluvicola nengeta
146
Furnarius rufus
147
Hemitriccus nidipendulus
149
Hydropsalis torquata
151
Mergus octosetaceus
152
Myiophobus fasciatus
154
Nyctidromus albicollis
156
Phaethornis idaliae
157
Pitangus sulphuratus
159
Sicalis flaveola
161
Thamnophilus ambiguus
163
Todirostrum cinereum
165
Tolmomyias flaviventris
167
Tyrannus melancholicus
169
Ringraziamenti
-6-
171
Riassunto - 7 -
RIASSUNTO
È stata analizzata la biologia riproduttiva di Mergus octosetaceus
criticamente minacciato di estinzione nel Parque Nacional da Serra da
Canastra (Minas Gerais, Brasile), area protetta di Cerrado, e di altre 23
specie di uccelli nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande NEIG (Rio
de Janeiro, Brasile), area protetta di Mata Atlantica. È stato perlustrato
il primo tratto del rio São Francisco dal 10 luglio al 21 agosto 2009 e
sono stati rilevati 21 individui di M. octosetaceus: 4 coppie e 13
giovani. È stato osservato l’utilizzo di due nidi già conosciuti da anni. Di
tre eventi riproduttivi documentati, due hanno avuto esito positivo. La
stagione riproduttiva è risultata essere posticipata nella parte alta del
PARNA rispetto alla parte bassa. Sono state osservate interazioni
intraspecifiche di difesa del territorio fra coppie limitrofe e
interspecifiche
di
competizione
per
le
risorse
alimentari,
commensalismo e predazione, rispettivamente con Phalacrocorax
brasilianus, Megaceryle torquata, Buteo albicaudatus e Astyanax sp.
Nel NEIG, percorrendo 6 sentieri da giugno a dicembre 2009 con
cadenza settimanale, sono stati rilevati 80 nidi distribuiti
principalmente nell’area costiera di restinga, ecosistema di Mata
Atlantica minacciato di estinzione. Il picco dell’attività riproduttiva è
stato osservato dopo la seconda metà di ottobre, probabilmente in
relazione all’andamento delle precipitazioni. Oltre a specie più diffuse,
sono stati trovati nidi di specie endemiche di Mata Atlantica come
Phaethornis idaliae, Thamnophilus ambiguus, Formicivora littoralis,
Hemitriccus nidipendulus. Sono state documentate per la prima volta
le caratteristiche dei nidi di specie molto elusive come Aramides
mangle. Tutti i nidi sono stati descritti con criteri comuni. Sono stati
descritti gli occupanti i nidi (uova, covate e/o pulcini), cosa importante
nei casi in cui non si avessero abbastanza dati in letteratura come ad
es. per le specie Caprimulgus parvulus, Hydropsalis torquata, Aramides
mangle. Su 68 nidi di cui è stato verificato l’esito, il successo generale
del NEIG è stato del 32,4%. Le cause di fallimento dei nidi sono state
la predazione (74%), l’abbandono (14,1%), la mancata schiusa delle
uova (7,6%) e la competizione per le risorse (4,3%). È stata
documentata la predazione di nidi di T. ambiguus da parte di
Philodryas olfersii (Colubridae), di un nido di F. littoralis da parte di
Philodryas patagoniensis (Colubridae) nel NEIG e di una femmina di M.
octosetaceus da parte di Buteo albicaudatus (Accipitridae) nel PARNA.
Sono stati indagati alcuni aspetti delle cure parentali di T. ambiguus: la
dieta dei nidiacei è risultata essere composta da artropodi, con
maggiore frequenza di adulti di coleotteri, blatte e larve di insetti; le
cure parentali non sembrano essere divise equamente fra i sessi, in
quanto il maschio è stato osservato alimentare la prole e prelevare
sacchi fecali con maggior frequenza rispetto alla femmina nelle ore
diurne di osservazione.
-7-
Introduzione - 8 -
1. INTRODUZIONE
1.1. Hotspots di Biodiversità
L'erosione della biodiversità inizia ad essere considerata
una delle problematiche attuali più sentite dall'umanità dal
momento che l’estinzione delle specie esistenti sulla Terra è un
processo irreversibile [Lamas, 2002].
Gli sforzi per la conservazione della biodiversità sono ben
lontani dalla tutela di tutte le specie minacciate di estinzione nel
mondo, perché alla base c'è una carenza di fondi per la ricerca e
per la documentazione della diversità biologica, una volontà solo
limitata di conservazione e un effetto indotto dall’uso umano del
territorio. Quindi il primo passo fondamentale è stimare delle
priorità di tutela.
L'approccio proposto da Myers et al. (2000) è quello di
identificare dei “punti caldi” (hotspots) di biodiversità, ovvero
aree caratterizzate da una eccezionale concentrazione di specie
endemiche e che stanno subendo un'elevata pressione come la
perdita di habitat; così, tutelando queste aree prioritarie sarà
possibile massimizzare il numero di specie salvaguardate per
parità di superficie.
Fino
ad
ora
sono
stati
riconosciuti
25
hotspots
di
biodiversità che comprendono gli habitat rimanenti del 44% delle
specie di piante e del 35% delle specie di metazoi del mondo e
questi habitat sono ad alto rischio di scomparsa. Ad oggi la
percentuale
di
aree
protette
mediante
parchi
e
riserve
sull’estensione totale dei punti caldi ammonta al 38% cioè a
800.767 km2 [Myers et al., 2000]. In questa lista sono inclusi la
Foresta Atlantica Brasiliana e il Cerrado Brasiliano, ambienti
scenario del presente studio. Per i dati relativi a questi due
hotspots di biodiversità si veda la tab. I.
-8-
Introduzione - 9 -
Foresta Atlantica
Brasiliana
Cerrado
Brasiliano
1.227.600
1.783.200
91.930 (7.5)
356.630
(20.0)
33.084 (35.9)
22.000 (6.2)
20.000
10.000
8.000 (2.7)
4.400 (1.5)
620 (181)
837 (29)
Specie di mammiferi (endemici)
261 (73)
161 (19)
Specie di rettili (endemici)
200 (60)
120 (24)
Specie di anfibi (endemici)
280 (253)
150 (45)
1.361 (567)
1.268 (117)
Hotspots
Vegetazione primaria originaria (km2)
Vegetazione primaria rimanente
(km2 e % dell'originale)
Area protetta (km2 e %)
Specie di piante
Piante endemiche (% di piante globale)
Specie di uccelli (endemici)
Specie totali di vertebrati (endemici)
Tabella I: Caratterizzazione dei due hotspots di biodiversità dove
è stata svolta la ricerca. Dati da Myers et al. (2000).
L’attività di studio nell’ambiente di Cerrado si inserisce nel
contesto di un progetto coordinato dal Prof. Savio Bruno attivo
dal 2003 “Biologia e Conservação do pato-mergulhão (Mergus
octosetaceus Vieillot, 1817) no Parque Nacional da Serra da
Canastra e entorno, Minas Gerais, Brasil”, mentre lo studio
nell’ambiente di Mata Atlantica è il primo che ha come oggetto
l’attività riproduttiva dell’avifauna locale, ma nel 2004 era stato
fatto un primo censimento dell’avifauna locale utilizzando delle
reti nebbia nei vari ambienti [Movimento Ambiental Pingo
d’Agua, 2004; Vecchi et al., 2004].
-9-
Introduzione - 10 -
1.2. Obiettivi
Lo scopo generale della ricerca è stato quello di acquisire
nuove conoscenze su alcuni aspetti della riproduzione di alcune
specie
di
Uccelli
del
Brasile
con
particolare
riguardo
ad
emergenze faunistiche come taxa minacciati di estinzione o
endemici della Mata Atlantica. Aumentare le conoscenze riguardo
un periodo critico per la vita degli individui di una specie e
fondamentale per la sopravvivenza della stessa specie è il
presupposto per una gestione più conservativa delle aree
protette facenti parte di hotspots di biodiversità [Myers et al.,
2000] e mirata alla salvaguardia di specie sensibili.
Le specie studiate sono state Mergus octosetaceus (Vieillot,
1817), inserita nella categoria IUCN “critically endangered”
[BirdLife International, 2009b] e che vive in aree circoscritte del
bioma Cerrado [Hughes et al., 2006; Bruno, 2008], e 23 specie
di uccelli di Mata Atlantica (tab. II) tra le quali alcune endemiche
di
questo
bioma
e/o
la
cui
biologia
riproduttiva
è
poco
conosciuta. La scelta di queste specie è stata assolutamente
casuale e dettata dal ritrovamento dei loro nidi sul campo.
Specie studiate
Famiglia
Athene cunicularia (Molina, 1782)
Strigidae
Amazilia fimbriata (Gmelin, 1788)
Trochilidae
Aramides mangle (Spix, 1825)
Rallidae
Coereba flaveola (Linnaeus, 1758)
Coerebidae
Columbina minuta (Linnaeus, 1766)
Columbidae
Caprimulgus parvulus Gould, 1837
Caprimulgidae
Coryphospingus pileatus (Wied, 1821)
Emberizidae
Dendrocygna viduata (Linnaeus, 1766)
Anatidae
Elaenia flavogaster (Thunberg, 1822)
Tyrannidae
Formicivora littoralis Gonzaga & Pacheco, 1990 Thamnophilidae
- 10 -
Introduzione - 11 -
Fluvicola nengeta (Linnaeus, 1766)
Tyrannidae
Furnarius rufus (Gmelin, 1788)
Furnaridae
Hemitriccus nidipendulus (Wied, 1831)
Tyrannidae
Hydropsalis torquata (Gmelin, 1789)
Caprimulgidae
Myiophobus fasciatus (Statius Muller, 1776)
Tyrannidae
Nyctidromus albicollis (Gmelin, 1789)
Caprimulgidae
Phaethornis idaliae (Bourcier & Mulsant, 1856)
Trochilidae
Pitangus sulphuratus (Linnaeus, 1766)
Tyrannidae
Sicalis flaveola (Linnaeus, 1766)
Emberizidae
Thamnophilus ambiguus Swainson, 1825
Thamnophilidae
Todirostrum cinereum (Linnaeus, 1766)
Tyrannidae
Tolmomyias flaviventris (Wied, 1831)
Tyrannidae
Tyrannus melancholicus Vieillot, 1819
Tyrannidae
Tabella II: Specie oggetto di studio nell’ambiente di Mata
Atlantica.
Queste 23 specie, appartenenti a 11 famiglie, comprendono 4
specie endemiche di Mata Atlantica che sono F. littoralis, H.
nidipendulus, P. idaliae, T. ambiguus, la prima delle quali in
particolare è endemica dell’ecosistema di Restinga ed è anche
inserita nella categoria IUCN “critically endangered” [BirdLife
International, 2009a].
M. octosetaceus è stato studiato in un’area rappresentativa
quale il tratto del rio São Francisco compreso nel Parque Nacional
(PARNA) da Serra da Canastra, mentre le altre 23 specie sono
state studiate nel Nucleo Experimental de Iguaba Grande (NEIG)
(fig. 1).
- 11 -
Introduzione - 12 -
1
2
Figura 1: Localizzazione delle due aree oggetto di studio (tratto da
Google Earth): 1- PARNA da Serra da Canastra, 2- NEIG.
Per ciascuna specie, per quanto possibile, gli obiettivi specifici
sono stati i seguenti:
•
stimare la densità della popolazione riproduttiva in un’area
rappresentativa
•
conoscere la distribuzione spazio-temporale dell'attività di
nidificazione nelle aree oggetto di studio
•
documentare le relazioni intraspecifiche fra coppie di M.
octosetaceus durante la stagione riproduttiva
•
documentare le relazioni interspecifiche fra individui delle
varie
specie
di
uccelli
studiate,
durante
la
stagione
riproduttiva, e altri animali
•
descrivere le caratteristiche dei nidi delle varie specie che,
per alcune di queste, erano fino ad ora sconosciute
•
conoscere le caratteristiche di uova e covate delle varie
specie che, per alcune di queste, erano fino ad ora
sconosciute
•
stimare l'esito generale per la comunità dell’avifauna locale
degli
- 12 -
eventi
riproduttivi
documentati
nella
particolare
Introduzione - 13 -
stagione riproduttiva studiata
•
studiare alcuni aspetti del comportamento di cure parentali
di una specie poco conosciuta endemica della Mata
Atlantica quale Thamnophilus ambiguus (Passeriformes:
Thamnophilidae) [Bencke et al., 2006]: la composizione
della dieta dei nidiacei e la divisione delle cure parentali fra
i sessi.
- 13 -
Introduzione - 14 -
1.3. Aree di studio
1.3.1. Parque Nacional da Serra da Canastra
Per lo studio della specie M. octosetaceus è stato scelto il
Parque Nacional (PARNA) da Serra da Canastra, in Brasile, le cui
coordinate geografiche sono 20°00’ – 20°30’ S e 46° 15’ – 47°
00’ W.
Il motivo della scelta è che questa area protetta ospita una delle
popolazioni più numerose rimanenti di tale specie [BirdLife
International, 2008; Silveira, 1999; Bruno, 2004] e Hughes
(2003) è dell’opinione che quest'area sia il sito più importante a
livello mondiale per studiare l'ecologia riproduttiva di questa
specie rara.
È ubicata a circa 700 km a nord-ovest di Rio de Janeiro nella
parte sud-est dello stato di Minas Gerais e comprende una
superficie di 73.000 ha di Cerrado, bioma brasiliano secondo solo
a quello amazzonico per estensione (fig. 2). Il PARNA comprende
parte dei territori di competenza dei municipi di São Roque de
Minas, Vargem Bonita, São João Batista do Glória, Capitólio,
Delfinòpolis e Sacramento [Aguiar et al.,2008].
- 14 -
Introduzione - 15 -
Figura 2: Biomi brasiliani (fonte: Malvezzi, 2010), localizzazione
del PARNA Serra da Canastra nello stato di Minas Gerais (fonte:
IBAMA, 2010) e mappa schematica dell'area del parco.
Il parco include un plateau di un'altezza compresa fra 900
e 1400 m e la topografia è caratterizzata da praterie rocciose con
ripide scarpate e profonde valli (fig. 3). Il rilievo assume una
forma
allungata,
piatta
simile
ad
un
“baule”
(baù),
che
anticamente veniva chiamato appunto “canastra”, da cui origina
il nome del luogo [Aguiar et al., 2008; Bartmann, 1988].
- 15 -
Introduzione - 16 -
Figura 3: Paesaggi della Serra da Canastra; a destra è visibile la
scarpata dell’altipiano che origina la Casca d’Anta (foto: S.
Fusaro).
Il clima è definito come tropicale stagionale, con inverni
secchi ed estati piovose e miti [Bartmann, 1988].
In particolare l’area di studio è stata circoscritta al primo
tratto del rio São Francisco compreso nel parco e si può
suddividere in due parti dalla cascata Casca d’Anta situata a 14
km dalla sorgente del suddetto fiume.
I suoli sono ricchi in argilla e ossidi di ferro responsabili di
una tipica colorazione rossa o rosso-giallastra. Per il 90% sono
acidi, con bassa fertilità, hanno una scarsa capacità di ritenzione
idrica e piogge violente provocano una intensa lisciviazione.
Quanto alla vegetazione si possono distinguere due strati:
quello legnoso (alberi con tronco tortuoso, spesso strato di
sughero, con apparato radicale che arriva a 10-15 m di
profondità) e quello erbaceo-arbustivo (specie perenni con organi
sotterranei di resistenza alla stagione avversa e agli incendi,
- 16 -
Introduzione - 17 -
apparato radicale superficiale che arriva a circa 30 cm di
profondità, parti aeree annuali) (fig. 4). Gli incendi naturali sono
un elemento rilevante per il mantenimento di questo bioma in
quanto hanno molte conseguenze ecologiche fra le quali il
trasferimento
di
nutrienti
sotto
forma
di
cenere,
evitare
l'accumulo di materiale combustibile, la bruciatura del meristema
apicale degli alberi che favorisce la germogliazione delle gemme
laterali determinando la tortuosità caratteristica dei tronchi, la
sincronizzazione del processo di antesi di specie differenti,
facilitando
così
l'impollinazione
incrociata,
l’aiuto
alla
germinazione di semi di specie pirofitiche [Sigrist, 2006; Bruno,
com. pers. ; Osorio, 2010].
Campo limpo
Campo sujo
Figura 4: Due ambienti rappresentativi di due fitofisionomie di
Cerrado: in alto, estesa formazione campestre chiamata Campo
limpo occupata esclusivamente da graminacee striscianti dove gli
incendi periodici non permettono la crescita né di arbusti né di
alberi, mantenendo così la vegetazione di dimensioni contenute;
in basso, formazione savanica chiamata Campo sujo costituita da
campi aperti con arbusti sparsi di piccole dimensioni (foto: S.
Fusaro).
Formazioni vegetazionali importanti per l’esistenza di M.
- 17 -
Introduzione - 18 -
octosetaceus sono la mata ciliar (vegetazione appartenente alla
foresta tropicale stagionale che cresce ai margini dei corsi
d'acqua) (fig. 5) e la mata de galeria (vegetazione appartenente
alla foresta tropicale stagionale con altezza media di 20-30 m
che crea una galleria sopra un corso d'acqua formando una
copertura della volta arborea dal 70% al 95%), in quanto
forniscono
protezione
alla
specie
abbastanza
elusiva
e
soprattutto siti di nidificazione in cavità di spessi tronchi di alberi
[Partridge, 1956; Silveira & Bartmann, 2001].
Figura 5:
Ambiente di M.
octosetaceus:
corsi d’acqua
limpida con
rapide circondati
da Mata ciliar
(PARNA Serra da
Canastra foto: S.
Fusaro)
Altri elementi ambientali imprescindibili per l’esistenza
della specie sono corsi d’acqua limpida profondi oltre 1 m con
piccole rapide, fondo roccioso, massi affioranti e con strette
insenature sabbiose sulle rive [Hughes et al., 2006; Bruno,
2004; Partridge, 1956; Silveira & Bartmann, 2001].
1.3.2. Nucleo Experimental de Iguaba Grande
Per lo studio dell’attività riproduttiva dell’avifauna
in
un’area di Mata Atlantica è stato scelto il NEIG perché è una delle
poche porzioni rimaste di tale bioma e dell’ecosistema di
Restinga che è associato a questo [Dias, 2008] ed è catalogata
- 18 -
Introduzione - 19 -
come ZCVS (Zona de Conservação da Vida Silvestre), cioè si
caratterizza per ammettere un uso moderato e sostenibile del
biota e per avere un potenziale per il recupero e la rigenerazione
futura [Mansur et al., 2007]. Inoltre non ci sono studi precedenti
riguardanti l’attività riproduttiva dell’avifauna in quest’area.
Il campus, che è di proprietà della Faculdade de Veterinaria
dell’Universidade Federal Fluminense –UFF- (Niterói, RJ), è
situato nel margine continentale della Lagoa Araruama (fig. 6)
nello stato di Rio de Janeiro e nel municipio di Iguaba Grande, in
Brasile, comprende un'area di 1.694.000 m2 in cui sono inclusi la
Ponta da Farinha e il Morro do Governo e fa parte dell'APA (Area
de Proteção Ambiental) di Sapiatiba [Mansur et al., 2007].
Figura 6: Lagoa de Araruama sul litorale nord dello stato di Rio
de Janeiro (22° 50' - 22° 57' S e 42° 00' - 42° 44' W): con i suoi
220 Km2 di superficie è considerata il maggiore ecosistema
lagunare ipersalino permanente del mondo; infatti ha una salinità
media di 52‰ e una profondità media che va da 2 a 3 m [Comitê
da Bacia Lagos São João]. In dettaglio l'area verde del Nucleo
Experimental de Iguaba Grande (tratta da Google Earth, 2009).
Freitas et al. (2005) descrivono il clima del Municipio di
- 19 -
Introduzione - 20 -
Iguaba Grande come tropicale sub-umido secco.
La vegetazione naturale di tale area è una facies xerofitica
di Mata Atlantica litoranea comprendente foresta stagionale
semidecidua/decidua e savana-steppica (fig. 7) [Freitas et al.,
2005].
Figura 7: Vegetazione di savana steppica arbustiva con numerosi
cacti, alcuni dei quali superano i 4 m di altezza. Adattata all'aridità
del clima e ai forti venti, la porzione rimanente meglio conservata si
trova nell'area UFF nel municipio di Iguaba Grande [projeto
Planagua/SEMADS/GTZ, 2002 da Bruno, com. pers.] (Foto: S.
Fusaro).
In quanto area litoranea con dune sabbiose e pianure
costiere questa facies xerofitica comprende anche l’ecosistema di
restinga, considerato una estensione del bioma di Mata Atlantica
dal momento che molte delle specie qui presenti sono originarie
di tale bioma [Araujo, 2000]. Con la parola “restinga” ci si
riferisce quindi a quegli ecosistemi costieri o sistemi substratovegetazione
determinati
dalle
condizioni
edafiche
di
suoli
costituiti da depositi arenosi, che hanno origine sedimentaria
recente (inizio del Quaternario), e dall'influenza marina [Bruno,
com. pers.].
Caratteri peculiari della vegetazione sono foglie coriacee e
- 20 -
Introduzione - 21 -
resistenti, tronchi ritorti e apparati radicali con una buona
capacità di fissazione del suolo arenoso. Si può riconoscere un
gradiente che va dalla linea di costa, dove si trovano formazioni
erbacee ed arbusti di 1,5-2 m fino alle zone più interne che
ospitano alberi che possono raggiungere i 15 m di altezza [Filipe
de Oliveira & Camerini, 2008; Silva, 2010].
Qui il suolo povero non costituisce la principale fonte di
nutrienti, quindi le piante hanno sviluppato dei meccanismi per
migliorare l'efficienza della captazione di questi e di acqua
dall'atmosfera, come l'intercettazione delle precipitazioni a livello
della copertura vegetale e del suolo (fig. 8).
Figura 8: Esempi di adattamenti sviluppati dalla flora per
l’intercettazione di acqua e nutrienti dall’atmosfera: a sinistra
Bromelia antiacantha (Bromeliaceae)
epifita;
a destra
adattamento di piante con portamento arboreo allo sviluppo di
cisterne nella parte bassa del tronco per accumulare acqua
piovana (NEIG, foto: S. Fusaro).
- 21 -
Materiali e metodi - 22 -
2. MATERIALI E METODI
2.1. Metodi
La specie M. octosetaceus è stata studiata durante parte
della stagione riproduttiva nel periodo compreso fra il 10 luglio e
il 22 agosto 2009. I rilevamenti sul campo sono stati condotti
dalla sottoscritta, assieme ad un altro ricercatore.
I metodi adottati sul campo sono stati il percorso del primo
tratto del rio São Francisco compreso nel PARNA (fig. 9).
Figura 9: Primo tratto del rio São Francisco situato nel Parque
Nacional da Serra da Canastra (elaborazione da Google Earth)Legenda: azzurro = letto del fiume con asta principale e affluenti;
giallo = strada sterrata del parco; rettangoli marroni = rifugi per la
notte all’interno del parco.
E’ stato perlustrato il corso del fiume percorrendo a piedi le sue
sponde controllandone un tratto ogni giorno per circa 3-4 ore
durante la mattina o il primo pomeriggio (per un totale di 37
ore). Sono stati rilevati tutti i segni di attività riproduttiva della
specie, ovvero presenza di coppie, del maschio che staziona da
solo nell’acqua o sulle rocce emergenti [Bruno et al., in press.
a,b], di nidi attivi. Sono stati privilegiati i punti più elevati delle
sponde sulle anse fluviali per avere una visione panoramica di un
- 22 -
Materiali e metodi - 23 -
ampio tratto di fiume ed è stato usato il binocolo per rilevare
individui della specie. Per distinguere le diverse coppie, si è
sfruttato il fatto che queste sono territoriali [Bartmann, 1988;
Lamas, 2006; Lamas, 2002] e nella Serra da Canastra è stato
calcolato che l’home range di una coppia comprende come
minimo un tratto di 5 km di corso d’acqua [Silveira & Bartmann,
2001]. Si è scelto di procedere a piedi e non con un altro mezzo
di locomozione perché in questo modo si diminuiva il disturbo
agli animali, molto sensibili alla presenza umana [Partridge,
1956].
Per ogni avvistamento sono stati rilevati: numero di individui,
sesso,
attività
svolta
(alimentazione,
sistemazione
del
piumaggio, corteggiamento, copula, nuoto, riposo, vigilanza,
vocalizzazioni, volo…), eventuale direzione di spostamento. Per
ogni avvistamento, la posizione è stata riconosciuta a posteriori
su foto aeree, non essendo stati disponibili carte topografiche o
strumenti GPS.
Il sesso degli adulti è stato riconosciuto in base alle descrizioni di
Partridge (1956), Bartmann (1988), Silveira & Bartmann (2001)
e Bruno (2004): in particolare il carattere più immediato
utilizzato nel riconoscimento è stato la lunghezza del pennacchio
nucale, maggiore nel maschio (fig. 10).
- 23 -
Materiali e metodi - 24 -
Figura 10: Coppia di M. octosetaceus. Davanti il maschio, dietro la
femmina: si notino i tratti di dimorfismo sessuale, in particolare le
dimensioni del pennacchio nucale (foto: S. Fusaro - 11/7/09).
Gli individui giovani sono stati riconosciuti in base alle descrizioni
di Partridge (1956) e dal fatto che erano in nuclei familiari (fig.
11).
Figura 11: Famiglia di M. octosetaceus con prole di circa una
settimana di vita osservata nel PARNA da Serra da Canastra (foto:
S. Fusaro- 18/7/09).
- 24 -
Materiali e metodi - 25 -
Poiché questa specie nidifica in cavità, per verificare che un nido
fosse
attivo,
esso
veniva
ispezionato
(se
la
posizione
lo
permetteva) e veniva osservata l’attività dei genitori. Solo la
femmina si occupa dell’incubazione [Partridge, 1956; Hughes et
al., 2006], esce dal nido per alimentarsi, defecare e copulare per
tempi limitati come 1h-1h e mezza [Partridge, 1956; Bruno et
al., in press. a,b] ed è quasi sempre accompagnata dal maschio.
Invece, quando la femmina si trova nel nido, il maschio rimane
fuori nei pressi di questo controllando il territorio. Se per un paio
di giorni rimanendo nascosti fra la vegetazione, durante la
mattina e il primo pomeriggio, non veniva osservata nessuna
attività dei genitori, il nido era considerato abbandonato.
Sono
state
osservate
le
interazioni
interspecifiche
e
intraspecifiche degli individui della specie oggetto di studio. Le
osservazioni, svolte nelle ore del mattino e del primo pomeriggio,
sono state effettuate nelle fasi di incubazione e di cure parentali
ed hanno interessato tutte le coppie trovate, ma in particolare
quella impegnata nell’incubazione perché più sedentaria (per un
totale di 255 ore). Ci si appostava sulla riva del fiume a circa 1020 m di distanza nei posti considerati ottimali per le osservazioni
(davanti ad un nido attivo oppure al limite fra un territorio di una
coppia e l’altra) e si aspettava nascosti fra la vegetazione
adottando la tecnica del camuffamento. Gli animali coinvolti nelle
interazioni sono stati fotografati per permettere il riconoscimento
della specie a posteriori, qualora non si riuscisse a farlo
direttamente sul campo.
Le altre 23 specie sono state studiate in un primo periodo
dal 20 giugno al 2 luglio 2009 e in un secondo periodo dal 23
agosto al 9 dicembre 2009. I rilevamenti sul campo sono stati
condotti dalla sottoscritta e la maggior parte delle volte da un
- 25 -
Materiali e metodi - 26 -
altro ricercatore. Durante il periodo trascorso nel Parque Nacional
da Serra da Canastra (10/7-22/8), l’area del NEIG ha continuato
ad essere monitorata dal collaboratore di campo Luiz Freire, che
ha proceduto alla ricerca di nidi con la stessa metodologia.
I metodi adottati sul campo sono stati il percorso a piedi
con cadenza settimanale di strade sterrate e 6 sentieri di 300 m
cadauno disposti dalla zona della costa (restinga) verso l'interno
(foresta e savana steppica) aperti nella vegetazione per fini di
studio: lo sforzo di ricerca sul campo è stato di 377 ore,
totalizzando 32 ripetizioni di ogni sentiero (fig. 12).
Figura 12: Area del NEIG che evidenzia gli ambienti e i 6 sentieri
percorsi (tratta da Navegantes, 2009).
Sono stati ricercati e rilevati tutti i nidi di uccelli, percorrendo i
sentieri e guardando a destra e a sinistra di questi e dallo strato
basso della vegetazione fino a quello più elevato, fermandosi
quando si udivano delle vocalizzazioni o si rilevava qualche
uccello per individuarne l’attività (ad es. se era in alimentazione,
se aveva nel becco materiale da costruzione per il proprio
nido…), seguendo le indicazioni date da Martin & Geupel (1993).
In particolare sono stati individuati e seguiti adulti con materiale
- 26 -
Materiali e metodi - 27 -
da costruzione nel becco, da una certa distanza e utilizzando il
binocolo. Sono stati considerati utili indizi di presenza di nidi:
-
copule o rituali di corteggiamento, che di solito avvengono
vicino al sito scelto per la nidificazione;
-
la direzione dove guarda più spesso un adulto che si trova
posato nei pressi del suo nido;
-
sapere che un genitore non trascorre molto tempo lontano
dal nido se è nella fase di incubazione;
-
sapere che il/i genitore/i porta/no cibo ai nidiacei con
continui viaggi nella fase di cure parentali;
-
sapere che il maschio, in genere, è più facile da seguire
perché meno cauto della femmina durante l’avvicinamento
al nido [Martin & Geupel, 1993].
Quando veniva rintracciato un nido, per identificare la specie ci si
appostava fra la vegetazione e si aspettava il ritorno di un
adulto,
che
veniva
fotografato
oppure
si
lasciava
una
videocamera mimetizzata vicino al nido, in modo che filmasse
l’adulto.
Sono
state
utilizzate
le
seguenti
guide
per
il
riconoscimento dell’avifauna brasiliana: Höfling & Camargo,
1999; Endrigo & Develey, 2004; Sigrist, 2007; Buzzetti, 2005;
Antas & Palo, 2004.
Sono stati individuati 3 tipi di ambienti diversi (figg. 13, 14, 15)
e i criteri per distinguerli sono stati i seguenti:
Restinga ambiente tipico della fascia costiera, suolo
composto
per
la
maggior
parte
da
sabbia
e
conchiglie,
vegetazione arborea e arbustiva con tronchi spinosi e contorti,
foglie
coriacee;
alcune
specie
comuni
sono
Syderoxylon
obtusifolium, Conocarpus erectus, Schinus terebinthifolius, Scutia
arenicola, Jaquinia brasiliensis, ma anche rappresentanti delle
famiglie di Cactaceae e Bromeliaceae (fig. 13) [Guerra et al,
2009; C. Dias com. pers.].
- 27 -
Materiali e metodi - 28 -
Figura 13: Ambiente
tipico di restinga
arbustiva: si noti il
suolo composto da
sabbia e conchiglie e in
primo piano un gruppo
di bromelie (foto: S.
Fusaro).
Foresta suolo avente uno strato di humus e materiale
vegetale in decomposizione più spesso, privo di sabbia e
conchiglie, con vegetazione composta da rampicanti, alberi dal
tronco sottile e spinoso come ad es. Espinho-de-Santana
(Machaerium sp.) .e con un’altezza più elevata rispetto a quelli di
restinga; anche in questo ambiente sono comuni rappresentanti
delle famiglie di Cactaceae e Bromeliaceae (fig. 14).
- 28 -
Materiali e metodi - 29 -
Figura 14: Ambiente
tipico di foresta
semidecidua/decidua
(foto: S. Fusaro).
Ambiente alterato tratti di foresta o di restinga che sono
stati soggetti ad incendi naturali o dolosi e che sono in via di
rigenerazione, margini di strade, margine della rodovia Amaral
Peixoto (RJ-106), porzioni che sono state invase da piante
alloctone come Eupatorium laevigatum (Compositae) (fig. 15),
conosciuta comunemente come maracanã e Panicum maximum
(Poaceae).
- 29 -
Materiali e metodi - 30 -
Figura 15: Specie
alloctona Eupatorium
laevigatum (foto:
Cristiano Dias).
Compilazione di una scheda standard sulle caratteristiche dei nidi
trovati, preparata sul modello di Simon & Pacheco (2005) e
Gressler (2008). Le caratteristiche sono state:
-
modello semplice (la deposizione delle uova avviene su
una superficie nuda o poco rivestita); a cesto (nido aperto
con il materiale intrecciato a forma di coppa); chiuso (le
pareti avvolgono completamente la camera incubatrice); in
cavità
(quando la camera incubatrice è in una cavità
naturale, ad es. nel tronco di un grosso albero o artificiale)
-
variante per il modello semplice: nudo (le uova sono
deposte direttamente sul substrato) o piattaforma (sul
substrato è accumulato uno strato di materiale dove sono
deposte le uova); per il modello a cesto: basso (altezza
totale del nido è minore o uguale al diametro esterno) o
alto (altezza totale del nido è maggiore del diametro
esterno); per il modello chiuso: globulare (la lunghezza è
circa uguale alla larghezza), allungato (altezza più di due
volte la larghezza), a fornace (se il contorno esterno
assomiglia a una cupola), irregolare (se il contorno esterno
non ha una forma ben definita), ovoidale (altezza fino a
due volte la larghezza), ritorto (con “collo di bottiglia”
- 30 -
Materiali e metodi - 31 -
piegato come tubo di accesso alla camera incubatrice); per
il modello in cavità: senza tunnel o con tunnel di accesso
(dentro semplice, a cesto, chiuso)
-
posizione marcata con uno strumento GPS
-
tipo di appoggio alla base: se il nido poggia con la
base sul substrato; di lato: se il nido è sospeso al substrato
con la parte laterale; su ramificazione: se il nido sfrutta
come
sostegno
delle
ramificazioni
sia
verticali
sia
orizzontali di piante; pendente: se il nido è sostenuto
dall’alto e quindi rimane sospeso. In caso di nido pendente
si distingue fra primario o secondario: è stato considerato
primario se costruito come pendente in origine, mentre
secondario se era stato costruito come non pendente, ma
in seguito a cambiamenti naturali successivi del materiale
circostante,
era
divenuto
pendente
in
un
secondo
momento: tale distinzione è di Zyskowski & Prum (1999). È
stato possibile riconoscere questa caratteristica perché
spesso si assisteva alla fase di costruzione del nido, ma
anche grazie alle caratteristiche del supporto del nido (ad
es. se il nido era pendente su un ramo era considerato
della modalità primaria)
-
specie di pianta di supporto
si è
tentato
di
identificare la pianta supporto servendosi di guide di
riconoscimento, quali Guerra et al. (2009), altrimenti ci si è
limitati
a
descrivere
la
pianta
a
seconda
del
suo
portamento (arbustivo, arboreo..)
-
forma di accesso diretta (se il nido è aperto); tramite
tubo (estensione verso l'esterno dell'entrata del nido
costruita con rametti o materiale vegetale); tramite tunnel
(passaggi di entrata nel sottosuolo o in cavità di alberi
senza considerare il tipo di nido che sta all'interno, oppure
- 31 -
Materiali e metodi - 32 -
estensioni
verso
l'interno
del
passaggio
d'entrata
interamente inglobate nella struttura del nido)
-
materiale usato ed organizzazione di questo si è
cercato di identificare la natura del materiale (ad es.
vegetale come parti di piante o artificiale come fili di nylon
delle reti da pesca) utilizzato nella costruzione, anche
osservando quale fosse presente nei dintorni del nido e si è
descritto come era intrecciato o arrangiato (fitto, lasso…)
cercando di riconoscere se era presente una struttura a
strati (ad es. se la parte esterna era rivestita di licheni
oppure se all’interno veniva accumulato del materiale
morbido)
-
dimensioni sono state prese differenti misure con il
calibro a seconda del modello: se semplice, 2 diametri
dell’area occupata perpendicolari uno rispetto all’altro; se a
cesto, il diametro esterno, il diametro interno, la profondità
e l’altezza totale del nido (per il diametro è stata calcolata
la media di due misure perpendicolari fra loro); se chiuso,
l’altezza totale, la larghezza, il diametro nella parte bassa e
nella
parte
alta
perpendicolari
fra
rispetto
loro
all’apertura,
per
l’apertura,
due
la
misure
lunghezza
dell’eventuale tubo di entrata e degli eventuali filamenti e
parti del ramo di sostegno avvolte dalla struttura del nido;
se
in
cavità,
due
diametri
perpendicolari
fra
loro
dell’apertura e, qualora il nido fosse in cavità sotterranea,
l’area occupata (es. nido Ac1)
-
altezza dal suolo si è misurata con un flessometro la
distanza fra la parte più bassa della camera incubatrice del
nido e il suolo sottostante o il livello dell’acqua sottostante
-
eventuale ricostruzione o riuso valutato sulla base di
segni di strutture precedenti riadattate come ad esempio il
- 32 -
Materiali e metodi - 33 -
colore diverso fra i materiali che avevano subito l’usura del
tempo e delle intemperie; è stata considerata ricostruzione
quando gli uccelli sfruttavano parti di nidi già esistenti di
stagioni riproduttive passate e aggiungevano del materiale
nuovo, invece è stato considerato riuso se semplicemente
riutilizzavano la struttura in buono stato senza aggiungere
materiale nuovo. È stato possibile riconoscere i casi di riuso
con il monitoraggio di nidi sede di eventi riproduttivi falliti:
dopo alcuni giorni si ritrovavano all’interno uova della
stessa specie.
-
costruzione singola o coalescente un nido è stato
considerato singolo se ospitava solamente le uova o i
pulcini di una coppia in una camera incubatrice, mentre è
stato considerato coalescente se si riconoscevano almeno
due camere incubatrici.
-
caratteristiche
dell’habitat
circostante
è
stato
descritto l’ambiente compreso in un’area di 4-5 metri nei
dintorni del nido: caratteri di morfologia del territorio
rilevanti, tipo di vegetazione, eventuali specie vegetali che
si
riuscivano
a
identificare,
grado
di
chiusura
della
vegetazione a seconda della porzione di cielo che si riusciva
a vedere guardando la volta arborea (se la volta arborea
era coperta indicativamente meno del 50%, la vegetazione
è stata considerata “aperta”, se era coperta per oltre il
50% la vegetazione è stata considerata “chiusa”, se era
coperta per oltre l’80% la vegetazione era considerata
“impenetrabile”)
-
data del primo ritrovamento
-
stato del nido è stato distinto fra: in costruzione, attivo
con uova, attivo con pulcini, abbandonato senza successo,
abbandonato con successo. Per distinguere fra gli ultimi
- 33 -
Materiali e metodi - 34 -
due stati, veniva considerato senza successo, quando nel
nido si trovavano ad es. uova abbandonate, invece veniva
considerato con successo, quando nel nido si trovavano
escrementi di solito lasciati dai nidiacei al momento di
abbandonare il nido.
Sono state effettuate misurazioni delle uova, quando possibile,
con il calibro e il dinamometro; in particolare sono state prese le
seguenti misure: lunghezza, larghezza massima, peso di ogni
uovo. È stato descritto il colore del guscio e annotato il numero
di uova per covata. Il numero di uova presente in una covata era
considerato come completo se lo stesso numero era presente
quando il nido era visitato dopo un intervallo di almeno 24 h
[Hussell, 1972] a meno che non si fosse nella fase di
deposizione, in quanto alcune specie depongono un uovo ogni 2
giorni.
Dei pulcini, quando possibile, si è misurato il peso ed è stato
descritto il colore e lo stato del piumaggio.
È stata adottata la “prova della foglia” per sapere se il nido
era attivo nei casi dubbi: si collocava una foglia prelevata
dall'ambiente
circostante
all'interno
di
un
nido
aperto
o
all'entrata di un nido chiuso se veniva scoperto vuoto, in
costruzione o alla fine di questa prima della deposizione delle
uova; nel caso fosse attivo, il giorno seguente la foglia veniva
trovata rimossa oppure in diversa posizione oppure addirittura
inglobata
nel
tessuto
del
nido
(qualora
fosse
ancora
in
costruzione); se, invece, la foglia rimaneva per due giorni nella
stessa posizione, l'esito della prova era considerato negativo. Per
sicurezza e per evitare esiti fortuiti ad es. dovuti al vento o
all’attività di insetti, tale prova veniva ripetuta due volte e se
entrambe davano esito positivo il nido veniva considerato attivo.
Quando possibile, è stato rilevato l’esito dell’evento riproduttivo
- 34 -
Materiali e metodi - 35 -
per ogni nido: il nido veniva considerato privo di successo se
veniva abbandonato, cioè se entro due o tre giorni non si notava
più attività dei genitori pur rimanendo nel nido uova o pulcini,
oppure se non si ritrovavano più gli occupanti; invece, veniva
considerato con successo se almeno uno dei pulcini riusciva ad
abbandonare il nido. Il precedente criterio è stato tratto da
Skutch (1985).
Analizzando le condizioni del nido e dell’ambiente circostante è
stato possibile ipotizzare le cause del fallimento:
Predazione quando non si ritrovavano gli occupanti e
venivano invece trovati indizi lasciati dopo l’atto di predazione
come gusci di uova, nido intatto, manomesso e/o dislocato dalla
sede originaria
Mancata schiusa quando si constatava la permanenza
delle uova nel nido oltre il periodo di incubazione previsto e
l’abbandono
di
questo
da
parte
dei
genitori
oppure
il
ritrovamento delle uova intatte per terra sotto il nido
Abbandono quando si constatava la permanenza di uova
intatte nel nido durante il periodo di incubazione e si verificava
l’assenza dei genitori per più giorni
Competizione per le risorse avviene quando durante la
fase di costruzione di un nido un altro animale preleva il
materiale di questo probabilmente per costruire il proprio nido; le
evidenze erano la sparizione del nido durante la fase di
costruzione o prima della deposizione delle uova.
Per ogni evento di predazione osservato direttamente, sono stati
rilevati:
presenza
del/dei
genitore/i,
specie
del
predatore,
comportamento di reazione dei genitori, tecnica del predatore
per arrivare al contenuto del nido, reazioni dei genitori dopo la
predazione.
Osservazioni del comportamento degli adulti nei pressi del sito di
- 35 -
Materiali e metodi - 36 -
nidificazione: si rimaneva appostati nascosti fra la vegetazione e
si aspettava il ritorno al nido di un genitore, allora si scattavano
fotografie e si annotavano orario, sesso, attività svolta.
Studio di alimentazione di nidiacei di una specie endemica di
Mata
Atlantica
quale
T.
ambiguus:
è
stata
adottata
la
metodologia usata in precedenti studi di alimentazione di nidiacei
di
altre
specie
di
uccelli
neotropicali
come
Baryphtengus
ruficapillus nella Mata Atlantica di Ilha Grande (RJ) [Alves et al.,
1999] e Conopophaga melanops nella Mata Atlantica della stessa
isola [Alves et al., 2002]. La tempistica della metodologia era la
seguente: si sono effettuate sessioni di osservazione di 2 ore con
una pausa di 2 ore (se si effettuavano sessioni nello stesso
giorno), in giorni consecutivi, in modo da coprire il periodo dalle
6h00 alle 18h00 senza ripetere mai lo stesso orario. Durante
ogni sessione si prendeva posizione circa 5 minuti prima seduti
ad una distanza di circa 5-6 m dal nido esaminato e con abiti
camuffati. Con l'ausilio di fotocamera e binocolo, si identificava il
tipo di preda/cibo portato dai genitori alla prole durante i viaggialimentazione e si annotava l'orario di arrivo, il sesso del
genitore ed altri commenti riguardanti l'etologia (ed es. se e da
chi erano prelevati i sacchi fecali). È stato determinato il sesso
dell'adulto implicato di volta in volta in un atto di alimentazione
in quanto c'è dimorfismo sessuale: il maschio presenta una livrea
prevalentemente
grigio-azzurro
chiaro,
invece
la
femmina
marrone chiaro-beige (fig. 16). Sono state effettuate 34 ore di
osservazione per tre nidi.
- 36 -
Materiali e metodi - 37 -
Figura 16: Le cure parentali nella specie Thamnophilus ambiguus
sono divise fra i sessi: la foto a destra mostra il maschio mentre
alimenta i piccoli al nido, la foto a sinistra mostra la femmina (foto:
S. Fusaro, NEIG, 22/10/09).
Poichè alcune coppie non tolleravano la presenza del ricercatore,
inizialmente si prendeva posizione a 5-6 m di distanza dal nido e
poi se si notava che l’alimentazione dei nidiacei diminuiva in
frequenza e i genitori si fermavano su un ramo e guardavano
nella direzione del ricercatore, si indietreggiava gradualmente
con il minimo disturbo possibile fino a quando gli adulti
riprendevano il comportamento di alimentazione.
Durante il periodo passato sul campo è stata adottata la tecnica
del camuffamento per ridurre l’impatto visivo e il disturbo agli
animali: si vestivano indumenti mimetici, guanti verdi, marroni o
neri; inoltre, per studiare le specie più sensibili alla presenza
umana, per non far individuare la silhouette del volto, si
posizionava una maglietta mimetica anche attorno alla testa in
modo da coprire la faccia e le parti lasciate scoperte venivano
- 37 -
Materiali e metodi - 38 -
dipinte con tinta dai colori verde, nero, grigio. Ci si muoveva
nell’ambiente facendo il minimo rumore possibile e se necessario
si allestivano dei piccoli appostamenti con dei teli mimetici fra la
vegetazione da dove effettuare le osservazioni.
2.2. Strumenti
Per l’attività sul campo sono stati utilizzati i seguenti strumenti:
°
gancio lungo di metallo per sollevare la fotocamera e vedere
l’interno dei nidi posizionati in alto (fig. 17)
°
contenitore rivestito di parte di un nido di H. nidipendulus,
per migliorare le operazioni di misura delle uova e dei
pulcini, riducendo la possibilità di rompere le prime e
diminuendo lo stress per i secondi (fig. 18)
°
guide di campo per l'identificazione delle specie di uccelli:
Höfling & Camargo, 1999; De La Pena & Rumboll, 1998;
Endrigo & Develey, 2004; Sigrist, 2007; Buzzetti, 2005;
Antas & Palo, 2004
°
fotocamera
Fujifilm
Finepix
S8100
fd,
per
riprese
fotografiche e video
°
binocolo Konus 12 X 25
°
radio walkie-talkie Motorola per comunicare fra ricercatori
con il minor disturbo possibile
°
calibro
Wiha-dialMax
con
precisione
0,1
mm,
per
le
misurazioni di uova e pulcini
°
flessometro di 5 m con precisione 0,5 cm, per le misurazioni
relative ai nidi
°
dinamometro tipo pesola Swiss Made con precisione 0,5 g,
per la misura del peso di uova e pulcini
°
apparecchio GPS Garmin GPSmap 60 CSx, per marcare la
posizione di ogni nido
- 38 -
Materiali e metodi - 39 -
Figura 17: Modalità di ripresa dei nidi per lo studio dell’ attività
riproduttiva: nella foto a sinistra il nido Ta4 di Thamnophilus
ambiguus con il maschio impegnato nella cova, in quella a destra il
nido Tf1 di Tolmomyias flaviventris (foto: S. Fusaro).
Figura 18: Alcuni strumenti e materiali utilizzati per la ricerca sul
campo.
- 39 -
Risultati - 40 -
3. RISULTATI
3.1. Stima delle densità delle popolazioni
riproduttive
Nell’area indagata lungo la parte alta del rio São Francisco
è stato osservato un totale di 21 individui della specie M.
octosetaceus: 8 adulti e 13 giovani.
In particolare sono state riconosciute 2 coppie riproduttive nella
parte alta a monte della Casca d’Anta e altre 2 coppie nella parte
bassa (fig. 19), una di queste insediata appena oltre i limiti del
PARNA (tab. III). In questo tratto di fiume (20 km) è stata
stimata
una
densità
delle
coppie
riproduttive
pari
a
0,2
coppie/km.
Per quanto riguarda le altre specie, il numero di coppie
nidificanti osservate nell’area del NEIG è riportato in tab. IV.
La media fra le stime delle densità della popolazione riproduttiva
dell’avifauna nel NEIG nelle stagioni di inverno-primavera è 0,02
[0,01-0,09] coppie nidificanti/ha. I valori di densità minori sono
stati osservati nelle specie: A. cunicularia, P. idaliae, A. mangle,
C. flaveola, C. parvulus, C. pileatus, S. flaveola, D. viduata, F.
nengeta, T. flaviventris, F. littoralis e F. rufus. Il valore di densità
maggiore è stato osservato nella specie C. minuta.
- 40 -
Risultati - 41 -
Area
occupata
Parte alta
– puntini
rossi in
fig. 19
Parte
bassa –
puntini
blu in fig.
19
Giorni di
osservazione
Dal 13/7 al
14/7 e dal
20/7 al
21/8/09
11/7/09,
12/7/09,
18/7/09
Fase
riproduttiva
Incubazione
C
Parte
bassa –
puntini
gialli in
fig. 19
11/7/09,
14/7/09,
18/7/09
D
Parte alta
– puntini
verdi in
fig. 19
Cure parentali a
pulcini di circa 5
giorni di vita
(11/7/09) - nei
primi giorni di
giugno è iniziata
l’incubazione ^
Apparentemente
non insediati
stabilmente in
un territorio
Coppia
A
B
Inizio giugno
fino 11/6
deposizione
uova- 12-13/6
probabile inizio
incubazione –
9/7/09 nido già
abbandonato *
Esito della
cova
7 pulcini
(nascita 20/8;
uscita dal nido
21/8/09)
Nido
abbandonato
in fase di
incubazione
(a metà luglio
sarebbe
dovuta
avvenire la
schiusa
ipotizzando
33-34 giorni
di
incubazione)
6 pulcini
(nascita
intorno al 5-6
luglio)
1/8/09,
Ignoto
2/8/09,
4/8/09,
9/8/09,
15/8/09
Tabella III: Coppie di M. octosetaceus osservate nel PARNA da
Serra da Canastra dal 10 luglio al 21 agosto 2009.
* osservazioni svolte in collaborazione con il personale dell’Istituto
Terra Brasilis impegnato nel territorio con il progetto “Pato aqui,
Água acolá”
^ si è potuto risalire al periodo di inizio dell’incubazione in base alla
stima dell’età dei pulcini e alla durata standard dell’incubazione per
la specie di 33-34 giorni
- 41 -
Risultati - 42 -
Specie
A. cunicularia
A. fimbriata
P. idaliae
A. mangle
C. flaveola
C. minuta
C. parvulus
H. torquata
N. albicollis
C. pileatus
S. flaveola
D. viduata
E. flavogaster
F. nengeta
H. nidipendulus
M. fasciatus
P. sulphuratus
T. cinereum
T. flaviventris
T. melancholicus
T. ambiguus
F. littoralis
F. rufus
N° coppie
nidificanti
Stima
densità
coppie/ha
Data 1°
nido
trovato
1
4
1
2
1
16
1
4
3
1
1
1
5
1
10
4
8
3
1
3
6
2°
1
0,01
0,02
0,01
0,01
0,01
0,09
0,01
0,02
0,02
0,01
0,01
0,01
0,03
0,01
0,06
0,02
0,05
0,02
0,01
0,02
0,04
0,01
0,01
//
17/10
6/12
24/10
19/10
20/6
16/11
16/8
26/8
9/9
30/10
5/11
17/10
17/10
29/8
4/10
16/9
29/9
10/10
25/10
6/9
4/12
4/10
Data
ultimo
nido
trovato
//*
25/11
//
27/10
//
6/12
//
4/12
28/11
//
//
//
16/11
//
25/11
20/11
15/11
25/11
//
7/11
27/10
//
//
Tabella IV: N° di coppie nidificanti, stima della densità di coppie
nidificanti e distribuzione temporale dell’attività riproduttiva di 23
specie studiate nel NEIG
* è stata documentata l’attività del nido di A. cunicularia durante
tutto il periodo di studio
° è stato trovato un nido di una coppia e un pulcino appena uscito
dal nido di un’altra coppia non ancora in grado di volare in
compagnia del maschio e non è stato possibile rintracciare il nido di
origine, nonostante le ricerche nell’area circostante. Data la
distanza fra le due località di ritrovamento sono state considerate
due coppie diverse.
3.2. Distribuzione spazio-temporale dell’attività
di nidificazione
La distribuzione delle coppie di M. octosetaceus è stata
riportata in una mappa (fig. 19).
- 42 -
Risultati - 43 -
Figura 19: Distribuzione delle coppie di M. octosetaceus nel primo
tratto del rio São Francisco compreso nel PARNA da Serra da
Canastra nel periodo luglio-agosto 2009: la Casca d’Anta è il limite
fra la parte alta e la parte bassa considerate in questo studio
(elaborazione di un’immagine tratta da Google Earth)
Legenda: azzurro = corso del fiume con asta principale ed affluenti;
giallo = strada sterrata; rettangoli marroni = rifugi utilizzati come
campi base; tondi rosa = posizione dei nidi utilizzati di M.
octosetaceus; puntini rossi = tratti di fiume dove è stata osservata
la coppia A; puntini verdi = tratti di fiume dove è stata osservata la
coppia D; puntini blu = tratti di fiume dove è stata osservata la
coppia B; puntini gialli = tratti di fiume dove è stata osservata la
coppia C.
Riguardo all’andamento temporale dell’attività di nidificazione
(tab. III), considerando che la schiusa delle uova nel nido 1 della
coppia A è avvenuta il 20 agosto, che la schiusa delle uova del
nido 2 della coppia B sarebbe dovuta avvenire a metà luglio e
che la schiusa delle uova della coppia C è avvenuta nei primi
giorni di luglio si nota come nella parte bassa del PARNA la
stagione riproduttiva sembri essere stata anticipata (incubazione
in giugno-luglio) rispetto alla parte alta (incubazione luglioagosto).
La distribuzione dei nidi rinvenuti nel NEIG è illustrata nella
fig. 20.
- 43 -
Risultati - 44 -
5
3
6
2
1
- 44 -
4
100 m
Risultati - 45 -
Figura 20: Territorio del NEIG con le posizioni dei nidi trovati.
Legenda: tracciati rossi = 6 sentieri percorsi; punti bianchi con
codice = nidi (i codici indicano la specie: Ac: A. cunicularia; Af: A.
fimbriata; Pi: P. idaliae; Am: A. mangle; Cf: C. flaveola; Cm: C.
minuta; Cap: C. parvulus; Ht: H. torquata; Na: N. albicollis; Cp:
C. pileatus; Sf: S. flaveola; Dv: D. viduata; Ef: E. flavogaster; Fn:
F. nengeta; Hn: H. nidipendulus; Mf: M. fasciatus; Ps: P.
sulphuratus; Tc: T. cinereum; Tf: T. flaviventris; Tm: T.
melancholicus; Ta: T. ambiguus; Fl: F. littoralis; Fr: F. rufus).
Durante le ricerche sul campo sono stati trovati 80 nidi nei vari
ambienti, come esposto in tab. V.
N° ore ricerca
N° nidi trovati
Indice di abbondanza
standardizzato (nidi/h)
Restinga
167,0
47
0,28
Foresta Ambiente alterato Totale
123,5
86,5
377
19
14
80
0,15
0,16
Tabella V: Numero di nidi trovati, sforzo di ricerca nei vari
ambienti e numero di nidi trovati all’ora.
Si noti come nell’ambiente di restinga si sia ottenuto un
indice di abbondanza di nidi maggiore. Il ritrovamento di una
maggiore quantità di nidi nell’ambiente di restinga è risultato
essere statisticamente significativo (X22 = 6,79, P< 0,05).
Per le specie di cui si aveva a disposizione un numero
sufficiente di nidi si è potuto valutare se esisteva una preferenza
per l’ambiente di nidificazione fra quelli esistenti nell’area di
studio. Di H. nidipendulus sono stati trovati 10 nidi suddivisi
equamente negli ambienti di foresta e restinga, ma nessuno in
ambiente alterato: non è stato possibile testare la significatività
del risultato con il test del X2 in quanto le frequenze attese
risultavano inferiori a 5. Di C. minuta sono stati trovati 16 nidi
non suddivisi equamente fra gli ambienti del NEIG (tab. VI): la
preferenza per l’ambiente di restinga è risultata essere altamente
significativa (X22 = 14,1, P< 0,01).
Riguardo la distribuzione temporale la stima dell’andamento
dell’attività di nidificazione dell’area NEIG è riportata in fig. 21.
- 45 -
21-2
5-7/ 1
2
7/11
/11
Nov
7-13
24-3
0/10
6/10
Ott
10-1
26/9
-2/ 10
8/9
Set
12-1
-4/ 9
29/8
1/8
Ago
15-2
1-7/8
4/7
Lug
18-2
4-10
20-2
Giu
/7
20
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
6/6
N° nidi trovati
Risultati - 46 -
Dic
Intervalli temporali
Figura 21: Distribuzione temporale del rinvenimento dei nidi
durante il periodo di ricerca nel NEIG, per intervalli di 7 giorni.
Il ritrovamento di nidi nell’area ha presentato un massimo
attorno alla metà di ottobre, dovuto al rinvenimento di nidi di
molte specie diverse, e un secondo picco minore verso metà
novembre dovuto al rinvenimento di nidi di una specie in
particolare quale Columbina minuta, che ha presentato una
riproduzione di tipo relativamente sincrono.
Dal momento che 69 eventi riproduttivi su 821 sono stati scoperti
alla fine della costruzione del nido o nella fase di incubazione, si
può considerare questo picco come una stima approssimativa del
periodo di maggiore attività riproduttiva della comunità locale di
uccelli.
Columbina
minuta
(fig.
22)
presenta
una
distribuzione
dell’attività riproduttiva con almeno due stagioni all’anno: infatti
è stato documentato il termine di una fase riproduttiva negli
ultimi giorni di giugno quando nei nidi trovati c’erano nidiacei già
1
I nidi rinvenuti sono 80, ma in due casi è stato notato il riutilizzo dello stesso
nido, quindi gli eventi riproduttivi considerati sono 82.
- 46 -
Risultati - 47 -
ben cresciuti (fig. 23) e una seconda fase verso metà novembre
in cui la maggior parte dei nidi trovati si presentavano all’inizio
dell’incubazione.
5
C.minuta
N° nidi trovati di
6
4
3
2
1
0
20Giu
26/6
11Lug 1-7/8 Ago2217/7
28/8
12Set
18/9
3-9/10
14Ott 24- Nov
30/10 20/11
5-7/12
Dic
Intervalli temporali
Figura 22: Distribuzione temporale del rinvenimento di nidi di
Columbina minuta durante il periodo di ricerca nel NEIG, per
intervalli di 7 giorni.
Figura 23:
Nidiacei di
Columbina
minuta: in
quello in
primo piano è
ancora visibile
il dente
dell’uovo
(NEIG,
25/6/2009,
foto: S.
Fusaro).
L’andamento temporale del numero di specie che si
riproducono nel NEIG è riportato in fig. 24.
- 47 -
Risultati - 48 -
N ° specie nidificanti
12
10
8
6
4
2
0
Ago
Set
Ott
Dic
Nov
/8
15
-2
1/
8
29
/8
-4
/9
12
-1
8/
9
26
/9
-2
/1
0
10
-1
6/
10
24
-3
0/
10
713
/1
1
21
-2
7/
11
57/
12
17
Lug
410
/7
18
-2
4/
7
20
-2
6/
6
Giu
Intervalli temporali
Figura 24: Distribuzione temporale del numero di specie nidificanti
durante il periodo di ricerca nel NEIG.
Si nota come il massimo di specie che si riproducono sia
corrispondente al massimo di nidi rinvenuti di fig. 21.
Questo
andamento
dell’attività
riproduttiva
osservato
nell’area è stato messo a confronto con una banca dati relativa
alle temperature e alle precipitazioni raccolte nel trentennio
1970/1999 nella Stazione Meteorologica di Iguaba Grande
situata nel NEIG [Freitas et al., 2005] (fig. 25).
120,0
110,0
100,0
90,0
80,0
70,0
60,0
50,0
40,0
30,0
20,0
10,0
0,0
Gen
Feb
Mar
Apr
Mag
Giu
T in °C
Lug
Ago
Set
Ott
Nov
Dic
P in mm
Figura 25: Andamento delle medie mensili di temperatura e
precipitazioni. Stazione Meteorologica di Iguaba Grande/RJ
(1970/1999). L’area evidenziata in rosso corrisponde al periodo in
cui è stata rilevata la maggior parte dei nidi nel NEIG durante
questo studio nel 2009. Dati tratti da Freitas et al. (2005).
- 48 -
Risultati - 49 -
Confrontando
riproduttiva
i
grafici,
si
nota
documentati
corrispondenza
con
per
un
come
i
picchi
l’avifauna
picco
delle
dell’attività
locale
siano
precipitazioni
in
(parte
evidenziata in rosso nella fig. 25), mentre l’andamento della
temperatura non subisce notevoli variazioni durante l’anno.
Per quanto concerne le condizioni climatiche relative all’anno
2009 è stato possibile mettere in relazione l’attività riproduttiva
con il numero di giorni di pioggia per settimana (fig. 26).
Giorni di pioggia
5
4
3
2
1
12
Dic
57/
/1
1
-2
7
/1
1
Nov
21
/1
0
24
-1
6
713
Ott
-3
0
/1
0
10
-1
8
/9
-2
/
26
10
Set
/9
9
12
/8
-4
/
29
-2
1
8
/8
Ago
15
17/
/7
-2
4
/7
Lug
18
Giu
410
20
-2
6
/6
0
Intervalli temporali
Figura 26: Giorni di pioggia registrati durante il periodo di ricerca
sul campo (giugno-dicembre 2009), per intervalli di 7 giorni.
Si nota come la piovosità maggiore si sia registrata dalla seconda
metà di settembre fino alla fine di ottobre, con un inizio
anticipato di circa un mese rispetto al massimo del rinvenimento
di nidi della comunità locale di uccelli.
- 49 -
Risultati - 50 -
3.3. Caratteristiche dei nidi
Nell’area del PARNA da Serra da Canastra sono stati trovati
2 nidi utilizzati da M. octosetaceus (fig. 19) che erano già stati
scoperti nel 2005 e 2006 e che si ipotizzava potessero venire
riutilizzati di anno in anno [Bruno et al., in press. a,b]: uno è
stato trovato attivo alla fine della deposizione delle uova e ne è
stato seguito il periodo di incubazione; un altro è stato trovato
abbandonato durante la fase di incubazione.
Nel NEIG nel periodo giugno-dicembre sono stati trovati 80
nidi di 23 specie diverse.
Le caratteristiche dei nidi delle diverse specie, descritte con
criteri comuni, sono state riportate in tab. VI.
Immagini dei nidi di tutte le specie studiate sono riportate nelle
tavole delle figg. 27, 28, 29 e in Appendice (pag. 128) è
presente una scheda di un nido rappresentativo per ogni specie.
- 50 -
Risultati - 51 -
Specie
A. cunicularia
Famiglia
Strigidae
N° nidi
trovati
Modello
Variante
1
In cavità
sotterranea
Con vari
tunnel di
accesso
ricurvi
Ambiente di
ritrovamento
Alterato
A. fimbriata
Trochilidae
4
A cesto
Basso
P. idaliae
Trochilidae
1
A cesto
Alto
Foresta
A. mangle
Rallidae
2
A cesto
Basso
Foresta
C. flaveola
Coerebidae
1
Chiuso
Globulare
Foresta
C. minuta
Columbidae
16
A cesto
Basso
C. parvulus
H. torquata
Caprimulgidae
Caprimulgidae
1
4
Semplice
Semplice
Nudo
Nudo
N. albicollis
Caprimulgidae
3
Semplice
Nudo
C. pileatus
S. flaveola
Emberizidae
Emberizidae
1
1
A cesto
A cesto
Basso
Alto
Restinga
Restinga (12)
o ambiente
alterato (4)
Restinga
Restinga
Restinga (2) o
foresta (1)
Foresta
Alterato
Commenti
È stato usato come rifugio anche fuori
dal periodo riproduttivo.
In 2 casi su 4 è stata documentata
ricostruzione parziale sopra un nido
vecchio
della
stessa
specie
o
costruzione molto vicino ad un nido
vecchio.
È stato documentato il riutilizzo e la
parziale ricostruzione di un nido;
il nido era ancorato alla pagina
inferiore
di
una
grande
foglia
pendente.
Costruito con steli di graminacee,
rametti e foglie secchi.
Non è mai stato osservato riuso o
ricostruzione probabilmente a causa
di deposizione di escrementi sul
fondo; ha presentato due fasi
riproduttive distinte (fig. 22).
Probabilmente non caratteristico in
- 51 -
Risultati - 52 -
M.
octosetaceus
Anatidae
2
In cavità
Con o
senza
tunnel di
accesso
D. viduata
Anatidae
1
Semplice
Nudo
E. flavogaster
Tyrannidae
5
A cesto
Basso
F. nengeta
Tyrannidae
1
Chiuso
H.
nidipendulus
Tyrannidae
10
Chiuso
Irregolare
Allungato
con tubo
di entrata
M. fasciatus
Tyrannidae
4
A cesto
P.
sulphuratus
Tyrannidae
8
Chiuso
T. cinereum
Tyrannidae
3
Chiuso
T. flaviventris
Tyrannidae
1
Chiuso
- 52 -
Basso/
alto
Globulare
o
irregolare
Allungato
con tubo
di entrata
Allungato
con lungo
tubo di
quanto riuso e adattamento di un nido
di un’altra specie; il nido era situato
sopra l’acqua.
Entrambi erano sulle rive del fiume.
Cerrado, mata
ciliar
Restinga
Restinga (2) o
ambiente
alterato (3)
Restinga
Restinga (5) o
foresta (5)
Restinga (2),
foresta (1) o
ambiente
alterato (1)
Restinga (6) o
ambiente
alterato (2)
Restinga (2) o
foresta (1)
Foresta
Il nido era in una distesa asciutta di
graminacee.
Un nido è stato costruito sopra l’acqua
Il nido era posizionato sopra l’acqua.
È stato documentato il riutilizzo di un
nido in buono stato dopo un evento
riproduttivo fallito.
Tutti i nidi osservati erano stati
costruiti
su
una
ramificazione
terminale di un ramo.
In 7 casi su 8 i nidi sono stati costruiti
ad un’altezza di oltre 2,50 m e in 4
casi su 8 sono state privilegiate
posizioni sopra l’acqua; è stato
trovato anche un nido con due
camere incubatrici.
È stato documentato il riutilizzo di un
nido in buono stato dopo un evento
riproduttivo fallito.
Risultati - 53 -
entrata
T.
melancholicus
Tyrannidae
3
A cesto
Basso
T. ambiguus
Thamnophilidae
6
A cesto
Basso
F. littoralis
Thamnophilidae
1
A cesto
Basso
F. rufus
Furnaridae
1
Chiuso
Restinga
Tutti i nidi osservati
costruiti sopra l’acqua.
erano
stati
Foresta (5) o
ambiente
alterato (1)
Restinga
A fornace
Ambiente
alterato
Il nido era stato costruito su un
artefatto umano e fu osservato un
nido abbandonato della stessa specie
su un altro artefatto umano.
Tabella VI: Caratteristiche dei nidi delle 24 specie studiate nel NEIG e nel PARNA da Serra da Canastra.
Le caratteristiche dei nidi che è stato possibile misurare sono indicate nelle tabb. VII e VIII.
Specie
A. mangle
T. melancholicus
A. fimbriata
E. flavogaster
M. fasciatus
C. minuta
T. ambiguus
P. idaliae
S. flaveola
C. pileatus
Diametro Est. (cm)
Diametro Int. (cm)
Altezza (cm)
Profondità (cm)
Altezza da suolo/acqua (cm)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
26,0 (2)
15,0 (1)
4,2 [4,0 - 4,5] (3)
7,9 [7,3- 8,8] (3)
6,9 [6,7- 7,3] (4)
8,0 [6,2- 10,1] (13)
8,0 [7,3- 8,4] (5)
4,0 (1)
10,0 (1)
7,8 (1)
//
8,5 (1)
2,9 [2,7- 3,0] (3)
5,6 [5,4- 5,9] (3)
4,6 [4,4- 4,8] (4)
5,1 [4,3- 5,9] (13)
6,6 [5,7- 7,5] (5)
2,7 (1)
8,9 (1)
4,9 (1)
11,0 (2)
7,0 (1)
4,3 [3,7- 4,9] (3)
5,8 [5,2- 6,3] (3)
6,6 [5,8- 8,1] (4)
4,0 [3,0- 5,7] (13)
6,5 [6,2- 6,8] (5)
8,7 (1)
10,3 (1)
5,8 (1)
4,3 (2)
5,0 (1)
2,4 [2,1- 2,6] (3)
3,9 [3,6- 4,5] (3)
4,1 [3,5- 4,6] (4)
2,2 [0,5- 3,1] (13)
4,7 [3,9- 5,0] (5)
2,0 (1)
6,1 (1)
5,1 (1)
225 (2)
221 [200- 250] (3)
154 [126- 183] (4)
251 [180- 300] (5)
107 [92- 134] (4)
169 [83- 350] (16)
164 [83- 273] (6)
113 (1)
250 (1)
58 (1)
Tabella VII: Caratteristiche dei nidi riconducibili al modello a cesto di 10 specie studiate.
- 53 -
Risultati - 54 -
Specie
Diametro inferiore (cm)
Diametro superiore (cm)
Larghezza (cm)
Lunghezza tubo (cm)
Altezza totale (cm)
Lunghezza filamento (cm)
Apertura (cm)
Altezza da suolo/acqua (cm)
Parte avvolgente ramo (cm)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
H. nidipendulus
T. cinereum
T. flaviventris
8,0 [7,0- 10,0] (10)
7,7 [7,0- 8,0] (3)
10,0 (1)
5,7 [4,0- 8,5] (10)
5,3 [5,0- 6,0] (3)
6,0 (1)
7,1 [6,0- 8,0] (10)
7,7 [7,0- 8,0] (3)
8,0 (1)
5,7 [4,0- 8,0] (10)
6,3 [5,0- 8,0] (3)
17,0 (1)
17,4 [14,0- 25,0] (10)
22,7 [13,0- 31,0] (3)
38,0 (1)
14,0 [8,0- 20,0] (9)
12,7 [11,0- 14,0] (3)
//
3,2 X 4,1 (9)
4,0 X 3,2 (3)
//
115 [39- 190] (10)
171 [125- 206] (3)
153 (1)
4,5 [1,5- 7,0] (9)
//
19,0 (1)
Tabella VIII: Caratteristiche dei nidi riconducibili al modello chiuso allungato con tubo di entrata di 3 specie studiate.
- 54 -
8
6
7
5
4
1
2
3
Risultati - 55 -
- 55 -
Risultati - 56 -
Figura 27: Nidi delle specie studiate nel NEIG: 1- entrata di un tunnel
del nido di Athene cunicularia con un pulcino (30/9/2009); 2- nido di
Amazilia fimbriata con un nidiaceo appena nato e i resti del guscio
d’uovo (28/11/2009); 3- nido di Phaethornis idaliae con adulto
impegnato nell’incubazione (6/12/2009 foto: Luiz Freire); 4- nido di
Aramides mangle con 5 uova (24/10/2009); 5- nido di Columbina
minuta con adulto impegnato nell’incubazione (17/11/2009); 6- nido di
Coereba flaveola (19/10/2009); 7- nido di Caprimulgus parvulus con
adulto impegnato nell’incubazione (18/11/2009); 8- nido di
Coryphospingus pileatus recentemente abbandonato dai pulcini
(9/9/2009).
- 56 -
17
16
15
12
9
13
10
14
11
Risultati - 57 -
- 57 -
Risultati - 58 -
Figura 28: Nidi delle specie studiate nel NEIG e nel PARNA: 9- nido di
Hydropsalis torquata con due uova e la femmina impegnata
nell’incubazione (25/8/2009); 10- nido di Nyctidromus albicollis
(20/10/2009); 11- nido di Sicalis flaveola (30/10/2009); 12- entrata
del nido di Mergus octosetaceus con la femmina in procinto di entrare
(23/7/2009); 13- nido di Elaenia flavogaster con un pulcino e un uovo
(12/11/2009); 14- nido di Dendrocygna viduata con adulto impegnato
nell’incubazione (17/11/2009); 15- nido di Fluvicola nengeta
(17/10/2009); 16- nido di Myiophobus fasciatus con due nidiacei quasi
pronti per abbandonare il nido (3/11/2009); 17- nido di Pitangus
sulphuratus con adulto all’entrata (25/9/2009).
- 58 -
22
18
23
19
21
24
20
Risultati - 59 -
- 59 -
Risultati - 60 -
Figura 29: Nidi delle specie studiate nel NEIG: 18- nido di
Hemitriccus
nidipendulus
con
adulto
all’entrata
impegnato
nell’alimentazione della prole (22/10/2009); 19- nido di Todirostrum
cinereum con adulto in procinto di entrare (1/11/2009); 20- coppia di
Furnarius rufus impegnata nella costruzione del nido (4/10/2009); 21nido
di
Thamnophilus
ambiguus
con
maschio
impegnato
nell’incubazione (7/9/2009); 22- nido di Tolmomyias flaviventris
(22/10/2009); 23- nido di Formicivora littoralis con uova (4/12/2009);
24- nido di Tyrannus melancholicus con uova (15/11/2009).
3.4. Caratteristiche di uova e covate
Le caratteristiche delle uova delle specie che è stato
possibile studiare sono indicate in tab. IX.
- 60 -
Risultati - 61 -
Lunghezza (mm)
Larghezza (mm)
Peso (g)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
x [min-max] (n)
17,9 [17,0- 18,8]
(15)
13,1 [12,4- 13,7]
(15)
22,9 [21,9- 24,8]
(12)
17,0 [16,3- 17,6]
(12)
Hydropsalis torquata
(Caprimulgidae)
26,4 [24,5- 28,2] (5)
20,0 [19,3- 20,5]
(5)
Nyctidromus albicollis
(Caprimulgidae)
29,7 [29,4- 30,1] (5)
22,0 [21,5- 22,3]
(5)
7,5 (1)
21,4 [20,0- 23,0]
(18)
16,1 [14,9- 17,0]
(18)
2,8 [2,0- 3,5] (13)
Pitangus sulphuratus
(Tyrannidae)
29,6 [28,5- 30,3] (4)
21,1 [20,7- 21,5]
(4)
Todirostrum cinereum
(Tyrannidae)
17,1 [16,5- 17,8] (7)
11,8 [11,5- 12,1]
(7)
17,6 (2)
13,2 (2)
20,5 [19,6- 21,0] (4)
15,6 [14,8- 16,4]
(4)
13,6 [12,9- 14,8] (6)
9,1 [8,9- 9,3] (6)
Specie
(famiglia)
Hemitriccus nidipendulus
(Tyrannidae)
Thamnophilus ambiguus
(Thamnophilidae)
Columbina minuta
(Columbidae)
Myiophobus fasciatus
(Tyrannidae)
Elaenia flavogaster
(Tyrannidae)
Amazilia fimbriata
(Trochilidae)
Colore (figg. 30 e 31)
Fondo bianco crema/ bianco rosato con
1,5 [1,0- 2,0] (5) macchie rosa antico chiaro concentrate
verso il polo maggiore
Fondo bianco crema con macchie irregolari
3,2 [3,0- 3,5] (3) rosso bordeaux e marrone diffuse oppure
concentrate al polo maggiore
Rosa antico/rosa chiaro variegato a piccole
6,0 (2)
macchie che possono essere anche grigio chiaro
Rosa antico/rosa aranciato variegato a piccole
macchie
Bianco rosato uniforme
1,5 (1)
Fondo bianco crema con macchie di 1-2 mm di
diametro marrone e rosso bordeaux concentrate al
polo maggiore
Fondo bianco con poche macchie con diametro
inferiore a 1 mm rosso bordeaux e marrone diffuse
su tutta la superficie
Fondo giallo crema con macchie rosso bordeaux o
marrone chiaro concentrate al polo maggiore
Fondo bianco rosato con macchie rosa antico, rosso
bordeaux e marrone di varia grandezza e
concentrate dall’equatore verso il polo maggiore
Bianco rosato uniforme
- 61 -
Risultati - 62 -
Tyrannus melancholicus
(Tyrannidae)
Aramides mangle
(Rallidae)
Dendrocygna viduata
(Anatidae)
Coereba flaveola
(Coerebidae)
Caprimulgus parvulus
(Caprimulgidae)
Formicivora littoralis
(Thamnophilidae)
Phaethornis idaliae
(Trochilidae)
Sicalis flaveola
(Emberizidae)
Tolmomyias flaviventris
(Tyrannidae)
24,3 [24,0- 24,5] (5)
17,7 [17,3- 18,0]
(5)
42,1 [40,1- 43,9]
(11)
30,9 [29,5- 32,4]
(11)
49,0 [47,7- 51,4]
(13)
37,4 [36,4- 38,3]
(13)
16,3 (2)
12,9 (2)
25,9 (2)
19,6 (2)
5,3 (2)
19,1 (2)
14,3 (2)
2,0 (1)
12,0 (2)
8,4 (2)
0,5 (2)
18,8 [17,9-19,5] (3)
14,5 [14,1- 15,0]
(3)
21,1 [20,9- 21,3] (3)
14,0 [13,8- 14,1]
(3)
4,0 (2)
Fondo bianco crema con grandi macchie irregolari
rosso bordeaux concentrate al polo maggiore
Fondo bianco rosato con piccole macchie cioccolato
22,1 [19,5- 25,5]
e viola concentrate principalmente al polo
(11)
maggiore
Bianco uniforme
37,8 [36,5- 39,5]
(13)
Fondo rosa chiaro con macchie rosa antico irregolari
e diffuse su tutta la superficie
Fondo giallo crema chiaro con macchie ocra
chiaro e grigie diffuse su tutta la superficie
Fondo bianco rosato con una fascia fitta di
macchie puntiformi rosso scuro violaceo disposta
fra l’equatore dell’uovo e il polo maggiore
Bianco uniforme
Fondo bianco crema con macchie e punti
marroni distribuiti irregolarmente sulla superficie
ma più concentrati al polo maggiore- elevata
variazione
Fondo rosa chiaro con macchie rosso bordeaux
di 1 mm di diametro concentrate al polo maggiore
Mergus octosetaceus
60,4 [58,3 – 62,1]
59,8 [54,0 –
Giallo crema chiaro uniforme
(Anatidae)
(6)*
63,0] (6)*
Tabella IX: Caratteristiche quantitative e qualitative delle uova di 20 specie studiate (*dati ottenuti dalla
collaborazione con Flavia Ribeiro dell’Istituto Terra Brasilis impegnato nel PARNA con il progetto “Pato aqui,Água acolá”)
- 62 -
Risultati - 63 -
Il numero di uova per covata è indicato in tab. X per le diverse
specie.
Specie
H. nidipendulus
T. ambiguus
H. torquata
N. albicollis
C. minuta
P. sulphuratus
T. cinereum
M. fasciatus
E. flavogaster
A. fimbriata
T. melancholicus
A. mangle
D. viduata
C. flaveola
C. parvulus
F. littoralis
P. idaliae
S. flaveola
T. flaviventris
C. pileatus
M. octosetaceus
N° covate controllate
9
6
4
3
14
1
3
4
4
3
3
2
1
1
1
1
1
1
1
1
1
Uova per covata
Moda
[min- max]
2
Non c'è variabilità
2
Non c'è variabilità
2
Non c'è variabilità
2
[1- 2]
2
[1- 2]
4
//
3
Non c'è variabilità
1-2
[1- 2]
2
[1- 3]
2
Non c'è variabilità
3
[2- 3]
5-6
[5- 6]
13
//
2
//
2
//
2
//
2
//
5
//
3
//
2
//
7
//
Tabella X: Caratteristiche quantitative delle covate osservate di 21
specie studiate.
In 13 specie su 21 è stato osservato un numero modale di uova
per covata pari a 2. Le covate più numerose sono state osservate
in due rappresentanti della famiglia Anatidae. In 5 specie non è
stata osservata variabilità nella dimensione della covata.
- 63 -
- 64 -
7
4
1
10 mm
10 mm
5
10 mm
2
8
10 mm
10 mm
10 mm
6
3
10 mm
9
10 mm
10 mm
Risultati - 64 -
Risultati - 65 -
Figura 30: Uova di specie studiate nel NEIG: 1- Tolmomyias
flaviventris (24/10/2009); 2- Tyrannus melancholicus (10/11/2009);
3- Hemitriccus nidipendulus (2/11/2009); 4- Thamnophilus ambiguus
(10/10/2009); 5- Hydropsalis torquata (24/8/2009); 6- Nyctidromus
albicollis (28/11/2009); 7- Columbina minuta (15/11/2009); 8Myiophobus fasciatus (22/11/2009); 9- Pitangus sulphuratus
(24/10/2009).
- 65 -
- 66 -
17
30 mm
14
10 mm
10
30 mm
18
10 mm
10 mm
15
11
10 mm
10 mm
19
12
16
10 mm
20
10 mm
13
10 mm
10 mm
Risultati - 66 -
Risultati - 67 -
Figura 31: Uova delle specie studiate nel NEIG e nel PARNA: 10Caprimulgus
parvulus
(16/11/2009);
11Amazilia fimbriata
(19/10/2009); 12- Phaethornis idaliae (7/12/2009); 13- Elaenia
flavogaster (16/11/2009); 14- Mergus octosetaceus (10/7/2009); 15Aramides mangle (24/10/2009); 16- Coereba flaveola (23/10/2009);
17- Dendrocygna viduata (17/11/2009); 18- Sicalis flaveola
(30/10/2009); 19- Todirostrum cinereum (26/10/2009); 20Formicivora littoralis (4/12/2009).
3.5. Relazioni intraspecifiche in M. octosetaceus
durante la stagione riproduttiva
Le
relazioni
intraspecifiche
osservate
sono
state
di
competizione per difesa delle risorse (territorio, cibo…) fra coppie
confinanti in tre occasioni (tab. XI).
Coppie
interagenti
BeC
AeD
Comportamento osservato
Coppia C con la prole risale il fiume sconfinando
nel territorio della coppia B: sia maschio che
femmina B vocalizzano rivolti alla famiglia C e
rimangono lungo il confine, nuotando verso di
essa, compiendo dei brevi voli verso monte per
poi tornare nel luogo di confine
Coppia D attraversa volando e vocalizzando il
territorio della coppia A in fase di incubazione: il
maschio A li insegue vocalizzando per poi
tornare nell’area di nidificazione
Tabella XI: Descrizione di interazione osservata fra diverse coppie
di M. octosetaceus nel tratto del rio São Francisco compreso nel
PARNA da Serra da Canastra fra il 10 luglio e il 21 agosto 2009.
3.6. Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase
riproduttiva ed altri animali
Le relazioni interspecifiche osservate sono state:
-
predazione
di
Buteo
albicaudatus
a
danno
di
M.
octosetaceus in un’occasione
- 67 -
Risultati - 68 -
-
competizione per le risorse alimentari di Phalacrocorax
brasilianus con M. octosetaceus in due occasioni con due
coppie diverse di Mergus
-
commensalismo
di
Megaceryle
torquata
con
M.
octosetaceus in due occasioni
-
predazione di M. octosetaceus a danno di Astyanax sp. in
13 occasioni
-
predazione di Philodryas olfersii a danno di T. ambiguus in
tre occasioni riguardanti tre nidi diversi
-
predazione di Philodryas patagoniensis a danno di F.
littoralis in un’occasione
In tab. XII sono stati descritti i comportamenti osservati.
- 68 -
Risultati - 69 -
Specie di uccelli
M. octosetaceus
M. octosetaceus
Specie osservata
interagire
Phalacrocorax brasilianus
(Phalacrocoracidae)
(fig. 33)
Megaceryle torquata
(Alcedinidae)
M. octosetaceus
Buteo albicaudatus
(Accipitridae)
M. octosetaceus
Astyanax sp.
Comportamento osservato
Un gruppo di 6 P. brasilianus risale il
fiume e interagisce sia con la coppia
B sia con la coppia C con la prole, in
momenti successivi: entrambe le
coppie vocalizzano ripetutamente
verso di loro e nuotano nella loro
direzione- poi i P. brasilianus
abbandonano il territorio
Un individuo di M. torquata è stato
visto permanere su un ramo di un
albero sulla sponda del fiume e
osservare il maschio della coppia A
mentre pescava nell’area di
nidificazione, poi tuffarsi
improvvisamente a 4-5 m dal
maschio e pescare piccoli pesci
Un individuo di B. albicaudatus è
stato visto seguire con alcuni minuti
di ritardo la femmina della coppia A
mentre entrava nel nido e tentare di
afferrarla inserendo le zampe
nell’apertura rocciosa; il maschio A
vocalizzava molto forte agitandosi
nell’acqua guardando al nido
Questi piccoli pesci a gruppi più o
Tipo di interazione (n°
osservazioni)
Competizione
(2)
Commensalismo (M. torquata
trae vantaggio) (2)
Predazione (1)
Predazione (13)
- 69 -
Risultati - 70 -
(Characidae)
(fig. 33)
T. ambiguus
Philodryas olfersii
(Colubridae) (fig. 32)
meno numerosi si nascondevano fra
le rocce delle sponde fluviali o dove
l’acqua era più bassa; individui di M.
octosetaceus erano soliti pescare
nuotando con la testa tenuta
sottacqua lungo le sponde fluviali e
quando avvistavano uno di questi
pesci rapidamente si immergevano
per catturarlo
Durante le cure parentali di nidiacei,
è stato visto raggiungere il nido un P.
olfersii, dopo diversi tentativi; ha
prelevato un pulcino e si è
allontanato per ingoiarlo; dopo
qualche decina di minuti è tornato ed
ha prelevato anche il secondo; sia
maschio che femmina di T. ambiguus
erano impegnati nel mobbing
Predazione (3)
Un P. patagoniensis è stato visto
avvicinarsi a ca. 15 cm dal nido di
una coppia di F. littoralis in fase di
Philodryas patagoniensis
Predazione (1)
F. littoralis
incubazione, osservare il contenuto e
(Colubridae) (fig. 32)
poi allontanarsi; sia maschio che
femmina erano impegnati nel
mobbing
Tabella XII: Tipi di interazione osservati fra individui di alcune specie di uccelli studiate durante la stagione
riproduttiva e individui di altre specie animali.
- 70 -
Risultati - 71 -
Figura 32: In alto P. patagoniensis: un individuo di questa specie
ha tentato di predare un nido di F. littoralis. In basso P. olfersii
ripreso nel momento della predazione del secondo nidiaceo di una
coppia di T. ambiguus (NEIG, 9/11/2009 foto: S. Fusaro).
- 71 -
Risultati - 72 -
Figura 33: In alto piccoli pesci del genere Astyanax; in basso
gruppo di sei P. brasilianus (PARNA da Serra da Canastra
12/7/2009, foto: S. Fusaro).
3.7. Esito generale degli eventi riproduttivi
Avendo studiato un campione di specie, non scelto a priori
ma casuale, della comunità di uccelli nidificanti nell’area del NEIG
e, quando possibile, avendo monitorato i loro nidi fino alla fine
dell’evento riproduttivo, si è potuta stimare la percentuale
generale di successo per l’avifauna nidificante per l’area NEIG:
22 nidi (il 32,4 % del totale dei nidi con esito noto) sono andati a
buon fine, invece 46 (il 67,6 %) hanno avuto esito negativo.
I
risultati
relativi
al
successo
degli
eventi
riproduttivi per ogni specie sono riportati in tab. XIII.
- 72 -
Risultati - 73 -
Specie
A. cunicularia
A. fimbriata
P. idaliae
A. mangle
C. flaveola
C. minuta
C. parvulus
H. torquata
N. albicollis
C. pileatus
S. flaveola
M. octosetaceus
D. viduata
E. flavogaster
F. nengeta
H. nidipendulus
M. fasciatus
P. sulphuratus
T. cinereum
T. flaviventris
T.melancholicus
T. ambiguus
F. littoralis
F. rufus
N° eventi
riproduttivi con
successo
1
1
1
1
0
7
1
0
1
1
0
2
0
2
?
0
1
1
1
0
2
0
1
?
N° eventi
riproduttivi con
esito noto
1
4
1
2
1
13
1
4
2
1
1
3
1
4
1
11
3
2
4
1
3
6
2
1
Percentuale di
nidi con
successo
//
25,0 %
//
//
//
53,8 %
//
0,0 %
//
//
//
66,7 %
//
50,0 %
//
0,0 %
33,3 %
//
25,0 %
//
66,7 %
0,0 %
//
//
Tabella XIII: Esito degli eventi riproduttivi per ogni
specie studiata.
È stata calcolata la percentuale dei nidi con successo per
le specie di cui si avevano a disposizione almeno 3 eventi
riproduttivi noti: nel NEIG C. minuta e T. melancholicus hanno
manifestato il successo maggiore, mentre T. ambiguus, H.
nidipendulus e H. torquata la maggiore frequenza di fallimento.
La
causa
del
fallimento
di
un
evento
riproduttivo
documentato per la specie M. octosetaceus è stata l’abbandono
nella fase di incubazione.
Le cause di fallimento identificate per i nidi dell’area NEIG
sono state riassunte nella tab. XIV e nella fig. 34.
- 73 -
Risultati - 74 -
Cause fallimento nidi
n°
%
Predazione uova
20
43,5
Predazione pulcini
12
26,1
Mancata schiusa
3
6,5
Abbandono
6
13,0
Predazione uova + pulcini
1
2,2
Predazione uova + abbandono
1
2,2
Competizione risorse
2
4,3
Predazione pulcino + mancata schiusa
1
2,2
Totale
46
100
Tabella XIV: Cause di fallimento di 46 nidi studiati nel NEIG.
Le cause con duplice categoria sono state trattate dividendo a
metà la percentuale relativa.
Predazione
Mancata schiusa
Abbandono
Competizione risorse
Figura 34: Frequenza delle varie cause di fallimento dei nidi nel
NEIG.
La causa responsabile del 74 % dei fallimenti degli eventi
riproduttivi è stata la predazione di uova o pulcini, del 14,1 %
l’abbandono del nido dovuto al venir meno delle condizioni di
nidificazione, del 7,6 % la mancata schiusa delle uova, del 4,3 %
la competizione per le risorse (in particolare il furto di materiale
da costruzione del nido).
- 74 -
Risultati - 75 -
Considerando la sorte di ogni singolo individuo (uovo o
nidiaceo) prodotto dai nidi studiati, è stato osservato che di 154
individui, il 27,9 % ha avuto successo, cioè è riuscito ad
abbandonare il nido. Le cause di morte di 111 individui sono
riassunte nella tab. XV e nella fig. 35.
Cause morte individui
n°
%
Predazione
90
81,1
Abbandono
7
6,3
Mancata schiusa
14
12,6
Totale
111
100
Tabella XV: Cause di morte di 111 individui prodotti dalle coppie
nidificanti nel NEIG.
Predazione
Abbandono
Mancata schiusa
Figura 35: Frequenza delle cause di morte degli individui (uova o
nidiacei) prodotti nei nidi delle specie studiate nel NEIG.
La causa responsabile dell’81,1 % delle morti è stata la
predazione, del 12,6 % la mancata schiusa della uova e del 6,3%
l’abbandono da parte degli adulti.
Calcolando la percentuale di successo delle fasi di uovo e di
pulcino dell’intera comunità studiata nel NEIG, il 48,7 % delle
uova deposte è riuscito a schiudere e di questi nidiacei, il 57,3 %
è riuscito a raggiungere il momento dell’involo.
- 75 -
Risultati - 76 -
3.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus
ambiguus
Riguardo agli aspetti delle cure parentali in T. ambiguus è
stato possibile studiare sul campo 3 nidi di tre coppie diverse fino
al momento della predazione dei pulcini ancora dipendenti dalle
cure dei genitori. La composizione della dieta dei nidiacei di
questa specie è illustrata in fig. 36.
Adulti di Diptera
Anellida
Odonata
Hemiptera
Orthoptera
Arachnida
Non identificati
Adulti di Hymenoptera
Larve di insetti
Blattodea
Adulti di Coleoptera
Coleoptera
Figura 36: Composizione della dieta dei nidiacei della specie
Thamnophilus ambiguus.
Le prede identificate costituenti la dieta dei nidiacei sono tutte
appartenenti ai phyla Arthropoda e Anellida ed è stata notata
una maggior frequenza di adulti di coleotteri, blatte e larve di
insetti di cui però non è stato possibile identificare l’ordine.
Riguardo la diversità dell’impegno fra maschio e femmina
nell’alimentazione dei nidiacei i risultati sono riportati in fig. 37.
- 76 -
Risultati - 77 -
Nido Ta3BIS
Nido Ta5
Nido Ta4
48
45
9
42
39
15
36
33
N ° im beccate
6
N ° im beccate
N ° im beccate
12
9
6
3
30
27
24
21
18
15
12
9
3
6
3
0
0
1
Femmina
Giorni di vita
dei nidiacei
0
1
1°
2°
3°
4°
1
Maschio
5°
6°
7°
8°
9°
Figura 37: Confronto fra numero di imbeccate di maschio e
femmina durante le cure parentali in Thamnophilus ambiguus. I dati
sono relativi alle coppie dei nidi Ta3BIS, Ta4 e Ta5. La riga in basso
si riferisce ai giorni di vita dei nidiacei in cui sono state effettuate le
osservazioni concernenti i nidi corrispondenti.
Nel caso della coppia del nido Ta3BIS non è stata evidenziata una
significativa differenza fra il numero di imbeccate del maschio e
della femmina (X21 = 0,4, P< 0,05); nel caso della coppia del
nido Ta5 ugualmente non è stata evidenziata una differenza
significativa (X21 = 0,3, P< 0,05), mentre nel caso della coppia
del nido Ta4 è stata evidenziata una forte significatività (X21 =
8,8, P< 0,01): il maschio ha contribuito in modo maggiore
all’alimentazione dei nidiacei.
Sapendo ciò e considerando i giorni di vita dei nidiacei durante i
quali sono state eseguite le osservazioni (fig. 37), si nota come
nei primi giorni ci possa essere un impegno maggiore del
maschio nell’alimentazione della prole, ma con l’avanzare dello
- 77 -
Risultati - 78 -
sviluppo dei pulcini il suo impegno, se comparato con quello della
femmina, diventi significativamente maggiore.
Riguardo al prelievo operato da maschio o femmina dei
sacchi fecali prodotti dai nidiacei si veda la fig. 38.
Nido Ta3BIS
Nido Ta5
Nido Ta4
22
20
8
6
4
2
N ° s a c c h i fe c a l i p r e l e v a t i
6
N ° s acchi fecali prelev ati
N ° s a c c h i fe ca l i p r e le v a t i
10
4
2
18
16
14
12
10
8
6
4
2
0
0
0
1
1
Prelievi dal maschio
Prelievi dalla femmina
Figura 38: Confronto fra numero di sacchi fecali prelevati da
maschio e femmina durante le cure parentali di Thamnophilus
ambiguus.
Nel caso della coppia del nido Ta3BIS il test del Χ2 (X21 = 0,3, P<
0,05) non ha evidenziato una significativa differenza fra il
prelievo effettuato dal maschio e dalla femmina, nel caso della
coppia del nido Ta4 il test del Χ2 (X21 = 3,9, P< 0,05) ha
evidenziato una significatività, mentre nel caso della coppia del
nido Ta5 non si è potuta verificare la significatività con il test del
Χ2 in quanto le frequenze attese erano inferiori a 5.
Sapendo ciò e considerando i giorni di vita dei nidiacei durante i
quali sono state effettuate le osservazioni, si nota come nei primi
giorni sia possibile un prelievo maggiore dei sacchi fecali ad
opera del maschio, mentre con l’avanzare dello sviluppo della
prole questa operazione sia svolta con più frequenza dal maschio
- 78 -
Risultati - 79 -
rispetto alla femmina.
Per quanto concerne l’associazione fra la frequenza delle
imbeccate e la frequenza del prelievo dei sacchi fecali per ogni
nidiaceo sono stati riassunti i risultati nella fig. 39.
3,5
Unità/h/nidiaceo
3,0
2,5
2,0
1,5
1,0
0,5
0,0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
Giorni di vita dei nidiacei
Sacchi fecali Ta3BIS
Sacchi fecali Ta4
Sacchi fecali Ta5
Cibo Ta3BIS
Cibo Ta4
Cibo Ta5
Figura 39: Confronto fra frequenza delle imbeccate e frequenza
del prelievo dei sacchi fecali all’ora per nidiaceo in relazione al
giorno di vita, in 3 nidi di coppie diverse di Thamnophilus
ambiguus.
Nel 4° giorno di vita dei nidiacei del nido Ta3BIS non è stato
possibile svolgere le osservazioni, come nel 6° giorno del nido
Ta4.
Nel 6° giorno di vita dei nidiacei della coppia Ta3BIS è avvenuta
la predazione durante le osservazioni sul campo; nel 9° giorno di
vita dei nidiacei della coppia Ta4 è avvenuta un’altra predazione.
In fig. 40 sono raccolti i risultati relativi al numero di imbeccate e
di sacchi fecali prelevati all’ora per nidiaceo ottenuti combinando
le osservazioni raccolte nei 3 nidi durante i rispettivi giorni di vita
della prole.
- 79 -
Risultati - 80 -
3,5
Unità/h/nidiaceo
3
2,5
2
1,5
1
0,5
0
1°
2°
3°
4°
5°
6°
7°
8°
9°
Giorni di vita dei nidiacei
Cibo
Sacchi fecali
Figura 40: Frequenza delle imbeccate e del prelievo dei sacchi
fecali all’ora per nidiaceo in relazione al giorno di vita, ottenute
combinando i dati raccolti in 3 nidi di coppie diverse di
Thamnophilus ambiguus.
Osservando il grafico di fig. 40, si nota come la frequenza di
visite di alimentazione all’ora per nidiaceo aumenti in modo più o
meno regolare con l’avanzare dell’età della prole fino all’8°
giorno di vita, ma in seguito sembri diminuire. Il prelievo di
sacchi fecali non dimostra un andamento regolare.
3.9. Altre osservazioni inedite sull’attività
riproduttiva di diverse specie
Osservazioni
durante
l’andamento
dei
vari
eventi
riproduttivi hanno permesso di ottenere nuove informazioni sulla
biologia riproduttiva delle seguenti specie:
- di H. torquata è stato possibile descrivere per la prima volta un
pulcino
appena
nato: nidifugo, completamente
coperto
da
piumino colore beige, in grado di seguire un adulto camminando
- 80 -
Risultati - 81 -
e di emettere flebili vocalizzazioni (fig. 41). Le osservazioni sono
state effettuate una volta, nel nido Ht1.
1 cm
Figura 41: Nidiaceo di H. torquata (NEIG, 1/9/2009 foto: S.
Fusaro)
- di C. parvulus è stato possibile descrivere per la prima volta
due pulcini appena nati: nidifughi, completamente coperti di
piumino marrone, peso rispettivamente di 4,5 g e 8,0 g (fig. 42).
Le osservazioni sono state effettuate una volta nel nido Cap1.
- 81 -
Risultati - 82 -
1 cm
1 cm
Figura 42: Nidiacei di C. parvulus (NEIG, 20/11/2009 foto: S.
Fusaro).
- di T. ambiguus è stato possibile determinare la durata
dell’incubazione
che
è
risultata
essere
di
16
giorni.
Le
osservazioni sono state effettuate una volta nel nido Ta5. E’ stato
osservato in 3 nidi di 3 coppie diverse che maschio e femmina si
alternano nell’incubazione delle uova e in 3 occasioni, nei nidi
Ta3BIS e Ta1 la femmina è stata vista passare la notte nel nido
(fig. 43).
- 82 -
Risultati - 83 -
Figura 43: Femmina di T. ambiguus impegnata nell’incubazione
durante le ore notturne (NEIG, 8/9/2009 foto: S. Fusaro).
- di H. nidipendulus è stato possibile determinare che la
deposizione delle uova avviene con un intervallo di 2 giorni: le
osservazioni sono state ottenute in 4 occasioni relative a coppie
diverse. Osservando le cure parentali nel nido Hn6, si è scoperto
che sono svolte da entrambi i genitori.
- di T. flaviventris è stato possibile scoprire che la deposizione
delle uova avviene con un intervallo di 2 giorni e inoltre che la
durata dell’incubazione è di 15 giorni. Tali osservazioni sono state
effettuate studiando un nido.
-
di
A.
mangle
è
stato
possibile
determinare
la
durata
dell’incubazione che è risultata essere di 20 giorni, inoltre è stato
possibile descrivere per la prima volta i pulcini appena nati: sono
completamente coperti da piumino nero con becco nero e zampe
bruno scuro, nidifughi, in grado di emettere flebili vocalizzazioni
e con un peso di 15,0 g [14,5-15,0] (n=3); dopo qualche ora
abbandonano il nido e sono in grado di seguire un adulto (fig.
44). Tali dati sono stati raccolti studiando un nido.
- 83 -
Risultati - 84 -
1 cm
Figura 44: Nido di A. mangle con tre nidiacei appena nati e 3
uova. In dettaglio un nidiaceo (NEIG, 16/11/2009 foto: S. Fusaro).
- 84 -
Discussione - 85 -
4. DISCUSSIONE
4.1. Stima della densità delle popolazioni
riproduttive e distribuzione spazio-temporale
dell’attività di nidificazione nelle aree di studio
I 21 individui di M. octosetaceus osservati rappresentano
oltre ¼
della
dimensione stimata della popolazione di questa
specie nella regione della Serra da Canastra, che era stata
ipotizzata ammontare a oltre 80 individui [Lamas, 2006]. Nel
2001 è stata effettuata un’indagine analoga nella stessa area ed
erano state trovate 3 coppie, una nella parte alta e due nella
parte a valle della Casca D’Anta [Silveira & Bartmann, 2001]. Lo
studio da me condotto ha evidenziato la presenza di una coppia
in più di questa specie nella parte alta del rio São Francisco,
anche se con un territorio non ben definito. Ciò potrebbe essere
dovuto ad un effettivo aumento della popolazione nella zona,
oppure ad una diminuzione degli ambienti idonei alla specie in
altri luoghi di questa regione che potrebbe aver portato allo
spostamento di una coppia in quest’area con un habitat ancora
adeguato. In entrambi i casi la conseguenza è una diminuzione
dell’home range di ogni coppia territoriale.
Riguardo l’andamento temporale dell’attività riproduttiva di
M. octosetaceus, i dati acquisiti in questo studio possono essere
confrontati con quelli di studi precedenti svolti nella stessa area
(tab. XVI).
- 85 -
Discussione - 86 -
Nido* Altitudine
1
1200 m
Data schiusa
uova
2 agosto
Anno Referenza
1
2
1200 m
880 m
20 agosto
17 luglio
2009
2005
2
880 m
12 luglio
2006
2
X
880 m
≤ 800 m
Metà luglio
Primi giorni di
luglio
2009
2009
2005
Bruno et al., in
press. (b)
Questo studio
Bruno et al., in
press. (a)
Bruno et al., in
press. (a)
Questo studio
Questo studio
Tabella XVI: Altitudine del nido e data di schiusa delle uova di
alcuni eventi riproduttivi documentati di M. octosetaceus nel primo
tratto del rio São Francisco
* si faccia riferimento alla mappa di fig. 19
X sito del nido non trovato, ma situato nel territorio della coppia C.
La stagione riproduttiva documentata in letteratura per la specie
M. octosetaceus è compresa nel periodo da giugno ad ottobre:
solitamente
in
giugno/luglio
avviene
l'incubazione
e
in
luglio/agosto hanno inizio le cure parentali [Partridge, 1956;
Silveira & Bartmann, 2001; Bruno & Bartmann, 2003; Bruno et
al., in press. a,b]. Lamas & Santos (2004) affermano di aver
visto adulti con giovani nel periodo che va da agosto a dicembre,
ma
anche
giovani
abbastanza
cresciuti
(a
giudicare
dal
piumaggio e dalle dimensioni) in agosto, il che indica che la
schiusa delle uova si è verificata a metà giugno e la deposizione
almeno a metà maggio: perciò essi suppongono che almeno nel
PARNA da Serra da Canastra la stagione riproduttiva duri più di 6
mesi.
I dati raccolti in questo studio, confrontati con quelli di
letteratura relativi a diversi anni, possono evidenziare una
relazione tra il periodo dell’anno in cui si svolge la fase
riproduttiva e l’altitudine del nido (tab. XVI): ad altitudini
maggiori la stagione riproduttiva appare posticipata di almeno un
periodo di 15 giorni. Un’ipotesi può essere cercata nelle
- 86 -
Discussione - 87 -
differenze microclimatiche: nella parte alta la temperatura è
probabilmente inferiore. Ciò è dovuto al normale gradiente
termico altitudinale, ma anche al fatto che è frequente un vento
forte che spazza l’altopiano.
Nell’area del NEIG, invece, questo è il primo studio che ha
come oggetto l’attività riproduttiva della comunità di uccelli
locale, quindi non si possono fare confronti con dati precedenti.
In ogni caso su un totale di 163 specie di uccelli, di cui è stata
accertata la presenza nell’area di studio [M.B. Vecchi, L. Freire,
S.F. Bruno, R.B. Carvalho com. pers.], 23 sono state riconosciute
come nidificanti nel periodo giugno-dicembre.
Riguardo la distribuzione dei nidi nei vari ambienti, ne sono
stati trovati in ambienti naturali quali l’ecosistema di restinga e di
foresta semidecidua/decidua, ma anche in ambienti alterati: ciò è
conseguenza del fatto che esistono specie specialiste che hanno
bisogno di un determinato habitat per nidificare, come ad es.
Hydropsalis torquata i cui nidi sono stati trovati solo in ambienti
di
restinga,
ma
anche
generaliste
in
grado
di
adattarsi
ugualmente ad ambienti disturbati dall’azione umana, come
Pitangus sulphuratus.
L’andamento
temporale
dell’attività
riproduttiva
dell’avifauna locale non è risultato essere condizionato in modo
evidente dalla temperatura, in quanto abbastanza costante
durante tutto l’anno (infatti le medie mensili oscillano fra 21,1°C
e 26,9°C), ma dall’andamento delle precipitazioni: il massimo
dell’attività riproduttiva avviene in una fase di aumento delle
precipitazioni dopo la stagione secca invernale.
Un mese è considerato secco se la media delle precipitazioni è
inferiore a 60 mm [Van Schaik et al., 1993] e osservando la fig.
25, l’area del NEIG evidenzia tre mesi (giugno, luglio e agosto)
- 87 -
Discussione - 88 -
con un tale tasso di precipitazioni. Inoltre un’area può essere
definita secca stagionale se presenta almeno 2 mesi secchi
all’anno [Van Schaik et al., 1993], quindi l’area NEIG rientra in
questa definizione.
Anche nei più uniformi climi tropicali solo una piccola
percentuale
di
piante
manifestano
fogliazione,
fioritura
e
fruttificazione continue durante l’anno ed è frequente che molte
piante sincronizzino le loro attività fenologiche per favorire
l’impollinazione incrociata e ridurre la predazione dei fitofagi [Van
Schaik et al., 1993]. Considerando i fattori abiotici che regolano
la fenologia, l’ipotesi del periodo ottimale di germinazione
prevede che la maggior parte delle piante dovrebbe sincronizzare
la fruttificazione con l’inizio della stagione piovosa soprattutto
nelle foreste secche stagionali piuttosto che in ambienti privi di
una rigida stagione secca. Van Schaik et al. (1993) hanno
effettivamente trovato una coincidenza del picco di fruttificazione
della comunità vegetale con l’inizio della stagione delle piogge in
questi ambienti.
Studiando quattro ambienti tropicali aridi e semiaridi in
Venezuela, si è potuto evidenziare come la fioritura fosse limitata
alla stagione piovosa e come la produzione di frutti carnosi e la
densità di artropodi fossero più abbondanti nella stessa stagione
[Poulin et al., 1992].
Ciò significa che durante l’anno ci sono delle variazioni
nell’abbondanza di risorse primarie e i consumatori primari
devono adattarsi a tale situazione. Fra gli adattamenti animali
riscontrati da Van Schaik et al. (1993) è citato quello del ciclo
riproduttivo: molti uccelli hanno dimostrato dei ritmi stagionali
ricorrenti con ciclo annuale dal momento che i costi energetici
della riproduzione, come la capacità di nutrire i nidiacei,
raggiungono i massimi livelli durante il periodo di maggiore
- 88 -
Discussione - 89 -
abbondanza di cibo. Anche Poulin et al. (1992) hanno osservato
che la stagione riproduttiva della maggior parte degli uccelli è
positivamente correlata con la stagione delle piogge.
Quindi la relazione fra attività riproduttiva e precipitazioni
può essere dovuta al fatto che un incremento delle precipitazioni
porta ad un aumento dell’attività vegetativa delle piante dopo un
rallentamento della crescita durante l’inverno, che aumenteranno
la produzione di fiori, frutti e semi sfruttati dagli uccelli
nettarivori, frugivori e granivori e attireranno insetti che saranno
a loro volta preda di uccelli insettivori: anche i risultati ottenuti in
questo
studio
sono
compatibili
con
l’ipotesi
che
l’attività
riproduttiva sia sincronizzata con un sensibile aumento di cibo
per le nuove generazioni.
4.2. Periodi riproduttivi delle specie studiate nel
NEIG
Questo studio ha permesso di integrare le informazioni
finora
disponibili,
talvolta
scarse,
concernenti
le
stagioni
riproduttive di diverse specie (tab. XVII).
Specie
Informazioni di letteratura
A. cunicularia
In California il corteggiamento
avviene in febbraio-marzo, la
deposizione in aprile, la nascita dei
pulcini nei primi giorni di giugno
[De Sante et al., 2006]
In Suriname la stagione
riproduttiva è luglio-agosto, alla
fine della stagione delle piogge e
all'inizio di quella secca, ma anche
in novembre-gennaio
[Haverschmidt, 1952].
Il periodo riproduttivo di questa
specie è completamente
sconosciuto [Taylor, 1996].
La riproduzione avviene fra
settembre e marzo [Sigrist, 2006].
Nello stato di Rio Grande do Norte
sono stati osservati episodi
A. fimbriata
A. mangle
C. flaveola
C. minuta
Informazioni da
questo studio
È stata documentata la
presenza di nidiacei a
fine settembre.
Sono stati trovati nidi
attivi fra fine ottobre e
novembre.
Sono stati trovati nidi
con uova alla fine di
ottobre.
È stato trovato un nido
con uova in ottobre.
Sono state osservate
due fasi riproduttive:
- 89 -
Discussione - 90 -
C. parvulus
D. viduata
E. flavogaster
F. littoralis
F. nengeta
- 90 -
riproduttivi in giugno [Antas,
1987]. Si pensa abbia una
riproduzione circumannuale in
Costa Rica, principalmente in
maggio-luglio nelle zone della
costa pacifica NW, in gennaio a
Parrita, in marzo-settembre a
Trinidad con un picco in giugno, a
Panama sono stati trovati nidi in
marzo-giugno [Baptista et al.,
1997].
Si hanno alcuni dati relativi ad
episodi riproduttivi in Colombia alla
fine di ottobre, in Paraguay in
ottobre-novembre e da novembre
nel sud ovest del Brasile [Cleere,
1999].
Per il Brasile ci sono osservazioni di
nidi con uova di questa specie in
febbraio in Tocantins [Crozariol,
2009 in Wikiaves].
Il periodo riproduttivo osservato va
da febbraio a settembre: maggiosettembre in Colombia, aprilegiugno nelle Antille, aprile-giugno
in Trinidad e Tobago, ma ci sono
osservazioni anche in novembredicembre; è stata osservata
costruire il nido in marzo in
Venezuela [Fitzpatrick, 2004]. Il
periodo riproduttivo va da luglio a
novembre [Noronha, in Fundevap].
Sono stati scoperti nidi in giugno,
ottobre, novembre ma l'attività
riproduttiva si dovrebbe verificare
durante tutto l'anno dato lo stato
delle gonadi in individui raccolti in
vari periodi dell'anno [BirdLife
International, 2009a; Oliveira,
2007].
Si hanno dati di nidi in costruzione
in agosto-novembre nello stato di
Minas Gerais [Hirsch, 2009;
Pereira, 2009, in Wikiaves], in
settembre-gennaio in São Paulo
[Machado, 2009; Farina Jr., 2009;
Santiago, 2009; Garcia, 2009 in
Wikiaves], di nidi con uova in
settembre-aprile in Minas Gerais,
Espirito Santo, São Paulo e Rio de
Janeiro [Guedes, 2007; Maia,
2009; Santos, 1997; Couto, 2010,
in Wikiaves], di nidi con pulcini a
novembre-giugno in Goias, Rio de
Janeiro, São Paulo, Minas Gerais
una in giugno e una
verso la metà di
novembre.
È stato trovato un nido
con uova a metà
novembre.
È stato trovato un nido
in fase di deposizione
all’inizio di novembre.
Sono stati trovati nidi
attivi in ottobrenovembre.
È stato trovato un
pulcino appena uscito
dal nido a metà
settembre (significa che
la deposizione dovrebbe
essere avvenuta a metà
agosto) e un nido con
uova all’inizio di
dicembre.
È stato trovato un nido
attivo in ottobre.
Discussione - 91 -
F. rufus
H.
nidipendulus
H. torquata
M. fasciatus
N. albicollis
P. idaliae
P.
sulphuratus
S. flaveola
T. ambiguus
T. cinereum
[Fonseca, 2009; Barbosa, 2010;
Castro, 2010; Viana, 2006;
Kaseker, 2009; Henrique, 2009, in
Wikiaves]. Informazioni sulla
riproduzione sono virtualmente
sconosciute [Fitzpatrick, 2004].
Il periodo riproduttivo va da luglio
a novembre [Antas & Palo, 2004].
Fitzpatrick (2004) riporta che è
stato trovato un nido con uova nei
primi giorni di ottobre.
Nel SE del Brasile è stato
osservato che il periodo
riproduttivo va da novembre a
gennaio [Cleere, 1999].
Si riproduce da aprile a giugno in
Costa Rica [Elizondo, 2000]. È
stato osservato nidificare in aprilegiugno in Costa Rica, marzoagosto in Trinidad e in ottobregennaio/febbraio in Argentina
[Fitzpatrick, 2004].
In Brasile sono stati trovati nidi
con uova in agosto negli stati di
Minas Gerais, Rio de Janeiro, Goias
[Bessa, 2008; Carlos Filho, 2009;
Mota, 2008, in Wikiaves], in
settembre negli stati di Minas
Gerais, Bahia, Rio de Janeiro
[Trinchão, 2004; Junior, 2009;
Castro, 2009, in Wikiaves], in
ottobre nello stato di São Paulo
[Girotto, 2008; Salaroli, 2009, in
Wikiaves], in novembre nello stato
di Espirito Santo [Mognago, 2009,
in Wikiaves], in febbraio nello stato
di Bahia [Castro, 2005, in
Wikiaves].
Si riproduce nel periodo da ottobre
a febbraio [Schuchmann, 1999].
È stato osservato riprodursi nel
periodo settembre-dicembre nel SE
del Brasile [Lago-Paiva, 1996].
Il periodo riproduttivo nella valle
del fiume Paranà, in Argentina, va
da ottobre a gennaio [Quiroga et
al., 2003].
Riguardo al periodo riproduttivo si
ha una sola osservazione di
abbandono del nido di un pulcino
verso fine novembre nello stato di
Bahia [Zimmer & Isler, 2003].
Sono stati osservati periodi di
È stato trovato un nido
nella fase di costruzione
all’inizio di ottobre.
Sono stati trovati nidi
attivi dalla fine di agosto
alla fine di novembre.
Sono stati trovati nidi
attivi dalla metà di
agosto agli inizi di
dicembre.
Sono stati trovati nidi
attivi in ottobrenovembre.
Sono stati trovati nidi
attivi da fine agosto a
fine novembre.
È stato trovato un nido
in fase di incubazione
agli inizi di dicembre.
Sono stati trovati nidi
attivi da metà settembre
a novembre.
È stato trovato un nido
nella fase di deposizione
alla fine di ottobre.
Sono stati trovati nidi
attivi nel periodo
settembre-ottobre.
Sono stati trovati nidi
- 91 -
Discussione - 92 -
T. flaviventris
T.
melancholicus
riproduzione in dicembre-marzo
nello stato di Bahia, aprile-maggio
in Costa Rica, marzo-giugno in
Panama, luglio-agosto in
Suriname, maggio-ottobre in
Venezuela, marzo in Nicaragua
[Lima et al., 2005].
È stato osservato riprodursi in
aprile-giugno nel N della Colombia,
in maggio-settembre in Venezuela
e Trinidad, in maggio-giugno in
Tobago [Fitzpatrick, 2004].
Il periodo riproduttivo è stato
documentato da settembre a
marzo nello stato di Santa Catarina
[Legal, 2007].
attivi nel periodo fine
settembre-novembre.
È stato trovato un nido
nella fase di costruzione
all’inizio di ottobre.
Sono stati trovati nidi
attivi nel periodo
ottobre-novembre.
Tabella XVII: Confronto fra informazioni di letteratura e
apportate da questo studio inerenti i periodi riproduttivi delle
specie oggetto di studio.
4.3. Caratteristiche di nidi, uova e covate
Questo studio ha permesso di integrare le informazioni
finora disponibili anche riguardo le dimensioni e le strutture dei
nidi, gli ambienti scelti per la nidificazione, le dimensioni e il
colore delle uova, le dimensioni della covata di diverse specie
(tabb. XVIII e XIX). In alcuni casi precedentemente non si
conosceva nulla a riguardo (ad es. A. mangle), in altri si erano
studiati finora pochi nidi (ad es. H. nidipendulus, T. ambiguus),
in altri ancora si sono confermate o aggiunte informazioni.
- 92 -
Discussione - 93 -
Specie
A. cunicularia
A. fimbriata
A. mangle
C. flaveola
C. minuta
Informazioni di letteratura
Fa il nido nel sottosuolo o in tane scavate dall’animale
stesso oppure in tane abbandonate di armadilli e
riadattate. Maschio e femmina collaborano allo scavo di
larghe gallerie quasi orizzontali servendosi di entrambe le
zampe e in misura minore del becco, poi rivestono la
camera incubatrice con sterco o paglia secca [Antas & Palo,
2004; Sick, 1997].
Il luogo scelto per la nidificazione è un ramo orizzontale di
un albero o arbusto. Questa specie è solita costruire un
nuovo nido molto prossimo ad uno già abbandonato in
precedenza della stessa specie. La costruzione del nido
dura circa una settimana, ma il rivestimento esterno di
licheni e il mantenimento continua fino a che il primo uovo
non si è schiuso. Parte del materiale per la costruzione del
nido può venire strappato da altri nidi (es. da un nido di
Camptostoma obsoletum) [Haverschmidt, 1952].
La riproduzione di questa specie è completamente
sconosciuta [Taylor, 1996].
Costruisce un nido sferico fatto di graminacee secche e con
un'entrata laterale. Può costruire anche nidi meno elaborati
in altre epoche dell'anno, che servono come rifugio per la
notte [Sigrist, 2006].
Costruisce un nido simile a quello di C. passerina ma più
piccolo. In Trinidad spesso è situato su uno strato di
penne. Nidifica al suolo o fino a 9m di altezza su alberi o
Informazioni da questo studio
Il nido è del modello in cavità e con vari tunnel di
accesso ed è stato osservato che ci sono alcune
entrate usate più di frequente.
Il nido è di un modello a cesto basso con, in
media, un diametro esterno di 4,2 cm, un
diametro interno di 2,9 cm, un’altezza di 4,3 cm
e una profondità di 2,4 cm ad un’altezza di 154
cm dal suolo.
Si conferma l’abitudine di costruire un nido
prossimo ad uno già abbandonato, ma è stata
osservata anche la ricostruzione.
Sono stati descritti due nidi di un modello a cesto
basso con, in media, un diametro di 26 cm,
un’altezza di 11 cm e una profondità di 4,3 cm
ad un’altezza media di 225 cm dal suolo.
L’ambiente scelto per la nidificazione è stato la
foresta impenetrabile. Il materiale da costruzione
era costituito da fusti di graminacee, rametti e
foglie secche.
Il nido è di un modello chiuso globulare costruito
con steli di graminaceae, cotone, foglie secche,
semi di Tillandsia spp.
Il nido è di un modello a cesto basso con, in
media, un diametro esterno di 8,0 cm, un
diametro interno di 5,1 cm, un’altezza di 4,0 cm
- 93 -
Discussione - 94 -
arbusti [Baptista et al., 1997]
C. parvulus
D. viduata
E. flavogaster
F. littoralis
2
Non costruisce un nido, ma le uova giacciono direttamente
al suolo spesso accanto o sotto fitti arbusti [Cleere, 1999].
Nidifica in distese di graminaceae secche, di solito lontano
dall'acqua, al suolo in moitas2 di vegetazione erbacea. [De
Andrade, 1992; Sigrist, 2006]. Secondo Antas & Palo
(2004) nidifica al suolo ma in mezzo alla vegetazione di
campi inondabili.
Costruisce nidi molto elaborati a forma di tazza e decorati
esternamente con licheni, in modo da renderli mimetizzati
su ramificazioni di alberi e arbusti [Sigrist, 2006; Antas &
Palo, 2004]. Costruisce un nido a forma di ciotola
[Noronha, in Fundevap]. Il nido è una tazza molto rifinita
di graminacee o muschio, foderata con penne e decorata
con licheni e corteccia, posizionato su una ramificazione di
un piccolo ramo [Fitzpatrick, 2004].
Costruisce un nido su una ramificazione orizzontale di un
albero/arbusto a forma di cesto e costituito di fibre vegetali
[BirdLife International, 2009a; Oliveira, 2007]. Sembra che
la costruzione del nido sia operata da entrambi i sessi;
questo ha una forma di cesto aperto sostenuto ai bordi da
ramificazioni orizzontali di fitti arbusti ad un’altezza fra
1,70 e 2,10 m dal suolo. Misura 80-90 mm di diametro
esterno, 50-80 mm di altezza, 60-70 mm di diametro
interno, 50-60 mm di profondità; è rivestito di fibre sottili
e lunghe fino a 60 cm (Marasmius sp.), esternamente si
trovano cortecce di alberi, fibre vegetali, foglie verdi o
secche, licheni, piccole radici, frammenti secchi di cacti e
e una profondità di 2,2 cm ad un’altezza media
di 169 cm dal suolo. Fra il materiale usato per la
costruzione sono state osservate anche penne.
Il nido è di un modello semplice e nudo e ne è
stato trovato uno in ambiente di Restinga.
Il nido di un modello semplice e nudo è stato
trovato in un’area aperta con vegetazione di
graminacee di Restinga e corrisponde alla
descrizione di De Andrade (1992) e Sigrist
(2006).
Costruisce un nido di un modello a cesto basso
con, in media, un diametro esterno di 7,9 cm, un
diametro interno di 5,6 cm, un’altezza di 5,8 cm
e una profondità di 3,9 cm ad un’altezza media
di 251 cm dal suolo o dall’acqua. La descrizione
del mimetismo del nido corrisponde a quella di
Sigrist (2006) e Antas & Palo (2004).
L’altezza dal suolo del nido può essere anche
inferiore: il nido osservato in questo studio era a
135 cm di altezza. Il materiale da costruzione
osservato corrisponde a quello descritto da
Soneghet (1991).
Moita è un termine in lingua portoghese che indice un gruppo di arbusti ramosi tanto spesso ed intricato da risultare impenetrabile.
- 94 -
Discussione - 95 -
F. nengeta
F. rufus
H. nidipendulus
ragnatele [Soneghet, 1991].
Costruisce un nido fatto di radici, foglie e cotone su arbusti
di media grandezza, vicino all'acqua [De Andrade, 1992]. Il
nido è una palla confusa di materiale erbaceo e steli di
graminacee con entrata laterale [Fitzpatrick, 2004].
Costruisce un nido chiuso costituito da terra umida mista a
paglia e sterco, a forma di fornace. I luoghi scelti per la
nidificazione sono alberi isolati in pascoli, pali
dell'elettricità lungo le strade ma anche aree aperte nelle
città. Alla fine della costruzione, che dura circa 2
settimane, la coppia riveste la camera incubatrice con
paglia e parti di graminacee per accomodare meglio le
uova. Dato che la struttura resiste per anni alle intemperie,
come in generale per altri rappresentanti della famiglia, il
nido di questa specie può essere occupato da altri uccelli
per la nidificazione, fra cui canario-da-terra (Sicalis
flaveola) e andorinha (Progne tapera), ma anche da
mammiferi, come roditori e cuicas3 o da api selvatiche. Può
accadere che costruisca un nido nuovo a lato o sopra il
nido dell'anno passato, formando in questo modo piccoli
“edifici”. Molothrus bonariensis frequentemente parassita il
nido di questa specie. Dopo la riproduzione è possibile
anche che la coppia e la prole utilizzino il nido per il riposo
notturno [Sigrist, 2006; Antas & Palo, 2004].
Costruisce un nido di aspetto piriforme con entrata
laterale, fissato su rami di alberi ad un'altezza di 1,5 m
sopra piccoli corsi d'acqua [Sigrist, 2006]. Fitzpatrick
(2004) riporta che è stato trovato un nido costruito con
Il nido osservato era di un modello chiuso
irregolare, costituito da steli di graminacee,
cotone, foglie secche, fili di nylon, radici, barbade-velho (Tillandsia sp.) ad un’altezza di 2 m
sopra l’acqua.
Si confermano le informazioni trovate in
letteratura sulla struttura e posizione del nido.
Costruisce un nido di un modello chiuso allungato
con tubo di entrata con, in media, un diametro
inferiore di 8,0 cm, un diametro superiore di 5,7
cm, una larghezza di 7,1 cm, una lunghezza del
3
Cuica è un termine in lingua portoghese che indica un piccolo mammifero marsupiale (di circa 30 cm di lunghezza) con abitudini
notturne, che presenta coda lunga, pelo marrone-grigiastro e occhi grandi e sporgenti.
- 95 -
Discussione - 96 -
fusti secchi di graminacee, radici, foglie di Spartina sp. ed
altro materiale vegetale molto sottile sospeso ad un
ramoscello; misurava 8 cm di diametro massimo, 13 cm in
lunghezza con festoni di foglie secche pendenti che
misuravano 26 cm; il foro di entrata aveva un diametro di
3 cm ed era coperto da una tettoia lunga 4 cm.
H.torquata
M. fasciatus
N. albicollis
P. idaliae
- 96 -
Simon & Pacheco (2005) descrivono il nido di un modello
semplice e nudo, in quanto depone le uova direttamente
sul substrato. Il sito di nidificazione è fra la vegetazione su
pendii di collina rocciosi o fra piccole acacie [Cleere, 1999].
Costruisce il nido a forma di tazza aperta nel mezzo della
vegetazione di sottobosco [Sigrist, 2006].
Il nido è una coppa sostenuta ai margini da una
ramificazione orizzontale ad una altezza di 1,2 a 3 m su un
arbusto o piccolo albero. E' costruito con erba, steli e radici
sottili e spesso con muschio verde sulla parte esterna, il
tutto tenuto assieme da ragnatele [Elizondo, 2000]. Il nido
è una profonda tazza ben costruita con diametro interno di
4 cm, profondità di 4 cm, costruito di solito di erba, steli
fini, radici, con muschio verde sul lato esterno, di solito
legato da ragnatele, sospeso in una ramificazione di un
piccolo albero o cespuglio a 1-2-3-6 m di altezza dal suolo
[Fitzpatrick, 2004].
Simon & Pacheco (2005) descrivono il nido di un modello
semplice e nudo, dal momento che le uova giacciono
direttamente sul substrato.
Il nido è una lunga tazza a forma di cono di materiale
vegetale e ragnatele attaccato alla punta della pagina
inferiore di una foglia pendente [Schuchmann, 1999]
tubo di 5,7 cm, un’altezza totale di 17,4 cm, una
lunghezza del filamento pendente alla base di
14,0 cm, un’apertura di entrata di 3,2 X 4,1 cm,
una parte avvolgente il ramo di sostegno di 4,5
cm e ad un’altezza dal suolo di 115 cm. Nessuno
dei 10 nidi trovati di questa specie era sopra
l’acqua. Si è documentato anche il riuso di un
nido dopo il fallimento di un episodio
riproduttivo.
Si confermano le informazioni trovate in
letteratura sulla descrizione del nido. I 4 nidi
trovati erano in ambiente aperto di restinga.
Costruisce un nido di un modello a cesto basso
con, in media, un diametro esterno di 6,9 cm, un
diametro interno di 4,6 cm, un’altezza di 6,6 cm
e una profondità di 4,1 cm ad un’altezza di 107
cm dal suolo. L’ambiente di nidificazione è vario.
Il materiale da costruzione è simile a quello
descritto da Elizondo (2000).
Si confermano le informazioni trovate in
letteratura sulla descrizione del nido.
È stato trovato un nido di un modello a cesto alto
con un diametro esterno di 4 cm, un diametro
interno di 2,7 cm, un’altezza di 8,7 cm e una
Discussione - 97 -
P.sulphuratus
S.flaveola
T. ambiguus
Costruisce un nido sferico che presenta l'entrata laterale
nella parte superiore, è sostenuto da una ramificazione di
un albero ed è costituito da una varietà di vegetali secchi
ad una altezza che può variare fra i 2 e i 15 m [Sigrist,
2006]. Il nido è difeso da conspecifici e predatori, tanto
che gli adulti possono attaccare uccelli di maggiori
dimensioni come falchi o tucani considerati possibili
minacce [Antas & Palo, 2004].
Nidifica in cavità, casse di legno, cavità arboree ed è solito
occupare i nidi di Furnarius rufus, costruendo dentro un
cesto di graminacee [De Andrade, 1992]. Nidifica in cavità
o in nidi abbandonati di F. rufus; costruisce un nido a
forma di coppa con graminacee secche [Quiroga et al.,
2003].
Costruisce un nido a cesto sostenuto da una biforcazione
orizzontale di un ramo di un albero/arbusto (carattere
comune a tutti i rappresentanti del genere Thamnophilus)
[Zimmer & Isler, 2003].
profondità di 2 cm ad un’altezza di 113 cm dal
suolo appeso alla parte terminale della pagina
inferiore di una foglia. È stato documentato il
riutilizzo del nido con parziale ricostruzione.
Sono stati trovati nidi di modello chiuso globulari
o irregolari. Uno era ad un’altezza di 84 cm sopra
l’acqua, gli altri ad un’altezza conforme a quanto
descritto da Sigrist (2006). È stato trovato un
nido che presentava due camere incubatrici.
L’atteggiamento di difesa del nido descritto da
Antas & Palo (2004) è simile a quanto osservato
in questo studio.
È stato trovato un nido aperto a cesto ricostruito
probabilmente a partire da un nido di T.
melancholicus.
Costruisce un nido di un modello a cesto basso
con, in media, un diametro esterno di 8,0 cm, un
diametro interno di 6,6 cm, un’altezza di 6,5 cm
e una profondità di 4,7 cm ad un’altezza di 164
cm dal suolo. Il materiale da costruzione
osservato dipende da quanto è più abbondante
nei dintorni e può essere costituito da steli e
rachidi di pannocchie di graminacee come
Panicum maximum, foglie secche di graminacee
e dicotiledoni, materiale setoso prodotto da
artropodi, muschio, radici di cacti, rami di
Tillandsia usneoides. Il sistema di appoggio è
conforme a quanto descritto in Zimmer & Isler
(2003).
- 97 -
Discussione - 98 -
T. cinereum
La costruzione del nido, che è opera di entrambi i
componenti della coppia in modo alternato, può durare dai
28 ai 32 giorni; il nido può essere ad un'altezza media di
2,6 m (± 1,4, n=21) dal suolo e può essere composto da
materiale molto diverso in tipologia e grandezza,
dipendendo dalla disponibilità nell'ambiente circostante;
inoltre la camera incubatrice può essere rivestita da penne
di varie specie di uccelli. Alcune coppie, il cui nido aveva
subito predazione, iniziarono dopo poco tempo la
costruzione di un altro nido [Lima et al., 2005].
T. flaviventris
Il nido, costruito da un solo membro della coppia, è un
sacco pendulo a forma di pera costruito con radici e fibre
vegetali, creando un tubo di entrata che si protrude dal
fondo del nido da un lato. Spesso è costruito vicino ad un
nido di vespe [Fitzpatrick, 2004].
T.
melancholicus
Il nido ha una forma di ciotola con le seguenti dimensioni:
diametro esterno 13 cm, diametro interno 7 cm, altezza 5
cm e profondità 3 cm. L'altezza dal suolo è riportata essere
per un nido di 3,4 m. Il materiale da costruzione
comprende piccoli rametti secchi, ma anche fili di nylon e
di plastica. Il processo costruttivo è svolto da entrambi i
genitori ed ha una durata di circa 9 giorni [Legal, 2007].
Costruisce un nido di un modello chiuso allungato
con tubo di entrata con, in media, un diametro
inferiore di 7,7 cm, un diametro superiore di 5,3
cm, una larghezza di 7,7 cm, una lunghezza del
tubo di 6,3 cm, un’altezza totale di 22,7 cm, una
lunghezza del filamento pendente alla base di
12,7 cm, un’apertura di entrata di 3,2 X 4,0 cm e
ad un’altezza media dal suolo di 171 cm. Si è
osservato che un nido, dopo 15 giorni da un
evento di predazione a danno dei pulcini, è stato
riutilizzato per ospitare una nuova covata della
stessa specie anche se non si è potuto accertare
che fosse la stessa coppia riproduttrice.
È stato osservato un nido di un modello chiuso
allungato con tubo di entrata con un diametro
inferiore di 10 cm, un diametro superiore di 6
cm, una larghezza di 8 cm, una lunghezza del
tubo di 17 cm, un’altezza totale di 38 cm, una
parte avvolgente il ramo di 19 cm e ad un’altezza
dal suolo di 153 cm.
Costruisce un nido di un modello a cesto basso
con, in media, un diametro esterno di 15 cm, un
diametro interno di 8,5 cm, un’altezza di 7 cm e
una profondità di 5 cm ad un’altezza di 221 cm
dall’acqua. Il materiale usato nella costruzione e
i dati morfometrici sono simili a quelli raccolti da
Legal (2007).
Tabella XVIII: Confronto fra informazioni di letteratura e apportate da questo studio inerenti le caratteristiche dei nidi
delle specie oggetto di studio.
- 98 -
Discussione - 99 -
Informazioni di letteratura
Specie
Dimensione Covata
Descrizione Uova
(forma, dimensioni, colore)
Quasi rotonda, a volte ovale:
varia molto anche all'interno
della covata; rosato appena
deposte, poi bianco [Antas &
Palo, 2004; Sick, 1997].
13,3 X 8,5 mm e 13 X 8,4
mm [Haverschmidt, 1952].
Informazioni da questo studio
Descrizione Uova
Dimensione Covata
(dimensioni medie,
colore)
A. cunicularia
3 uova in media [Antas &
Palo, 2004; Sick, 1997].
Non è stato possibile osservare le uova.
A.
fimbriata
2 [Haverschmidt ,1952].
A. mangle
La riproduzione di questa specie è completamente
sconosciuta [Taylor, 1996].
C. flaveola
Da 1 a 3 [Hayden, 2002].
Bianco crema (a volte rosato)
con macchie bruno/salmone
che variano in distribuzione
[Hayden, 2002].
2
C. minuta
2 [Baptista et al., 1997;
Antas, 1987].
Bianco [Baptista et al., 1997;
Antas, 1987].
2
2
5-6
13,6 mm di lunghezza e
9,1 mm di larghezza;
bianco uniforme.
42,1 mm di lunghezza,
30,9 mm di larghezza e
22,1 g di peso; fondo
bianco rosato con
piccole macchie
cioccolato e viola
concentrate
principalmente al polo
maggiore.
16,3 mm di lunghezza,
12,9 mm di larghezza;
colore simile a quello
descritto da Hayden
(2002).
21,4 mm di lunghezza,
16,1 mm di larghezza e
2,8 g di peso; stesso
colore descritto da
Baptista et al. (1997) e
Antas (1987).
- 99 -
Discussione - 100 -
2
C. parvulus
2 [Cleere, 1999].
Ellittica; bianco crema con
macchie marrone chiaro
sottolineate da aloni grigi
[Cleere, 1999]; bianco [Sick,
1997].
D. viduata
Da 8 a 14 [De Andrade,
1992; Sigrist, 2006].
Chiaro [De Andrade, 1992;
Sigrist, 2006].
E. flavogaster
2 o 3 [Sigrist, 2006; Antas &
Palo, 2004], 2 [Noronha, in
Fundevap], da 1 a 3
[Fitzpatrick, 2004].
Colorazione macchiata
[Sigrist, 2006; Antas & Palo,
2004]; crema con macchie
rosse [Noronha, in
Fundevap].
2
F. littoralis
2 [BirdLife International,
2009; Oliveira, 2007;
Soneghet, 1991].
21,5 mm X 14,0 mm;
biancastre maculate di
marrone soprattutto al polo
maggiore [Soneghet, 1991].
2
- 100 -
13
25,9 mm di lunghezza,
19,6 mm di larghezza,
5,3 g di peso; fondo
giallo crema chiaro con
macchie ocra chiaro e
grigie diffuse su tutta la
superficie. Il colore
riscontrato è simile a
quello descritto in Cleere
(1999), ma diverso da
quello descritto da Sick
(1997).
49,0 mm di lunghezza,
37,4 mm di larghezza e
37,8 g di peso; bianco
uniforme.
20,5 mm di lunghezza e
15,6 mm di larghezza;
fondo bianco rosato con
macchie rosa antico,
rosso bordeaux e
marrone di varia
grandezza e concentrate
dall’equatore verso il
polo maggiore.
19,1 mm di lunghezza,
14,3 mm di larghezza,
2,0 g di peso.; fondo
bianco rosato con una
fascia fitta di macchie
puntiformi rosso scuro
violaceo disposta fra
Discussione - 101 -
F. nengeta
F. rufus
H. nidipendulus
Fino a 3 [De Andrade, 1992].
Da 2 a 3 [arkive.org].
2 [Fitzpatrick, 2004].
Bianco [De Andrade, 1992].
H. torquata
2 [Cleere, 1999].
M. octosetaceus
7 [Lamas & Santos, 2004].
M. fasciatus
2 [Elizondo, 2000], talvolta 1
[Fitzpatrick, 2004].
Ellittica; bianco crema, rosato
o marrone chiaro,
densamente variegato di
grigio o marrone [Cleere,
1999].
Ovale; 61,7 mm [60,2-64,0
n=7] di lunghezza, 42,5 mm
[41,3-43,6 n=7] di larghezza
e 59,86 g [55-63 n=7] di
peso; beige quasi bianco
[Lamas, 2002; Lamas &
Santos, 2004], crema chiaro
[Partridge, 1956].
18,3 mm di lunghezza e 13,1
mm di larghezza; bianco
opaco con macchie rossastre
e marroni disposte in fascia
intorno al polo maggiore, ma
anche sparse su tutta la
superficie [Elizondo, 2000].
l’equatore dell’uovo e il
polo maggiore.
Non è stato possibile osservare le uova.
Non è stato possibile osservare le uova.
2
17,9 mm di lunghezza,
13,1 mm di larghezza,
1,5 g di peso; fondo
bianco crema/bianco
rosato con macchie rosa
antico chiaro
concentrate verso il polo
maggiore.
2
26,4 mm di lunghezza,
20,0 mm di larghezza e
6,0 g di peso; colore
simile a quello descritto
da Cleere (1999).
7
60,4 mm di lunghezza e
59,8 g di peso; giallo
crema chiaro uniforme.
1-2
17,6 mm di lunghezza,
13,2 mm di larghezza;
fondo giallo crema con
macchie rosso bordeaux
o marrone chiaro
concentrate al polo
maggiore.
- 101 -
Discussione - 102 -
N. albicollis
1 o 2, con differenze fra
regioni [Sick, 1997; Antas &
Palo, 2004].
P. idaliae
2 [Schuchmann, 1999].
P. sulphuratus
Solitamente 4 [De Andrade,
1992], 2 o 3 [Sigrist, 2006].
Allungata; bianco [De
Andrade, 1992].
4
S. flaveola
Fino a 4 [De Andrade, 1992],
in media 5 [Quiroga et al.,
2003].
19,2 mm di lunghezza e 14,4
mm di larghezza [Quiroga et
al., 2003].
5
Biancastro con macchie grigio
2
T. ambiguus
- 102 -
Marrone chiaro con piccole
macchie rossastre [Sick,
1997; Antas & Palo, 2004].
1-2
2
29,7 mm di lunghezza,
22,0 mm di larghezza e
7,5 g di peso; rosa
antico/aranciato
variegato a piccole
macchie: un po’ diverso
da quello osservato in
Antas & Palo (2004).
12,0 mm di lunghezza,
8,4 mm di larghezza,
0,5 g di peso; bianco
uniforme.
29,6 mm di lunghezza e
21,1 mm di larghezza;
fondo bianco crema con
macchie di 1-2 mm di
diametro marrone e
rosso bordeaux
concentrate al polo
maggiore. La
colorazione osservata è
diversa da quella
descritta da De Andrade
(1992).
18,8 mm di lunghezza,
14,5 mm di larghezza;
fondo bianco crema con
macchie e punti marroni
distribuiti irregolarmente
ma più concentrati al
polo maggiore.
22,9 mm di lunghezza,
Discussione - 103 -
scuro, viola-marrone
irregolarmente distribuite e
più dense al polo maggiore
[Zimmer & Isler, 2003].
T. cinereum
Di solito 3 [Lima et al.,
2005].
T. flaviventris
Da 2 a 3 [Fitzpatrick, 2004].
T. melancholicus
Di solito 3 [Legal, 2007].
16,2 mm (± 0,95) di
lunghezza, 11,5 mm (± 0,5)
di larghezza, 1,08 gr (± 0,15)
di peso (n=26); bianco, a
volte con alcune macchie
marroni diffuse su tutta la
superficie [Lima et al., 2005].
3
3
21,7 mm di lunghezza, 18,0
mm di larghezza; fondo
bianco con macchie color vino
[Legal, 2007].
2-3
17,0 mm di larghezza e
3,2 g di peso; colore
conforme a quello
descritto in Zimmer &
Isler (2003).
17,1 mm di lunghezza,
11,8 mm di larghezza;
colore simile a quello
descritto in Lima et al.
(2005).
21,1 mm di lunghezza,
14,0 mm di larghezza;
fondo rosa chiaro con
macchie rosso bordeaux
di 1 mm di diametro
concentrate al polo
maggiore.
24,3 mm di lunghezza e
17,7 mm di larghezza;
colore simile a quello
descritto in Legal
(2007).
Tabella XIX: Confronto fra informazioni di letteratura e apportate da questo studio inerenti le caratteristiche di
uova e covate delle specie oggetto di studio.
- 103 -
Discussione - 104 -
4.4. Considerazioni generali sulla dimensione
delle covate
Skutch (1985) dopo aver analizzato dati di 217 specie
differenti di Passeriformi studiate in Suriname, Trinidad e Costa
Rica (aree umide neotropicali) ha osservato che il numero di
uova medio per covata è 2, numeri di 1 e 3 sono meno frequenti
e numeri maggiori sono rari. Nello studio da me svolto è stato
osservato che in 13 specie su 21 documentate vengono deposte
2 uova per covata e per altre 3 specie sono state rilevate covate
di 3 uova: nonostante l’appartenenza a famiglie diverse e la
morfologia differente dei nidi, il numero più frequente di uova
per covata è quindi 2 e ciò supporta la tendenza generale
evidenziata da Skutch per un numero maggiore di specie.
Studiando la dimensione delle covate di alcune specie di
Passeriformi nelle regioni artiche del Nord America (Alaska,
Canada), Hussell (1972) ha notato che i numeri più frequenti di
uova per covata sono compresi fra 5 e 8.
Dopo aver fatto una revisione bibliografica, Ricklefs (1980)
ha evidenziato che il numero più comune di uova per covata in
specie di Passeriformi ai tropici è 2 o 3, mentre nelle regioni
temperate e artiche è compreso tra 4 e 6.
Le differenze di dimensione della covata fra due popolazioni
potrebbero essere il risultato sia di fattori ambientali (come il
clima, le risorse alimentari…) sia di adattamenti evolutivi nella
storia naturale delle popolazioni a loro volta dovuti all’ambiente
[Winkler & Walters, 1983]. La tendenza all’incremento del
numero di uova per covata con l’aumento della latitudine è
evidente fra le specie così come entro le specie [Lack, 1947;
Ashmole, 1963; Hussell, 1972; Evans et al., 2005; Cody, 1966;
Ricklefs, 1980; Lima, 1987; Godfray et al., 1991; Skutch, 1985],
ma
è
- 104 -
difficile
valutare
se
ciò
sia
dovuto
principalmente
Discussione - 105 -
all’adattamento
alle
condizioni
ambientali
oppure
anche
a
parametri risultato della lontananza filogenetica fra i taxa (inerzia
evolutiva), dal momento che il modello è espresso in relazione ad
un ampio intervallo latitudinale in cui vengono comparati
differenti gruppi di specie appartenenti a linee evolutive distinte.
Ad esempio nelle regioni tropicali prevalgono specie delle
famiglie Tyrannidae, Trochilidae, Thamnophilidae, nelle regioni
temperate prevalgono specie delle famiglie Fringillidae, Turdidae.
Per ovviare a questo problema di analisi, Evans et al. (2005)
hanno confrontato popolazioni delle stesse specie di Passeriformi
che occupano habitat simili a latitudini simili nell’emisfero nord e
sud, rispettivamente nel Regno Unito e in Nuova Zelanda. Nove
delle 11 specie oggetto del loro studio depongono in media
covate significativamente minori in Nuova Zelanda, dove gli
uccelli affrontano una meno marcata stagionalità rispetto al
Regno Unito [Evans et al., 2005].
Il primo a ipotizzare una relazione fra la dimensione della
covata e il gradiente latitudinale di stabilità climatica fu Lack
(1947): la sua ipotesi si basa sull’assunto che la dimensione
delle covate osservate rappresenti un optimum e che il maggior
fattore limitante sia l’abbondanza di cibo durante il periodo
riproduttivo per nutrire la prole. Il legame con la latitudine è
spiegato dal momento che, durante l’estate, il maggiore periodo
di luce a disposizione degli uccelli a latitudini maggiori permette
loro di procurarsi più cibo e nutrire una prole più numerosa in un
solo episodio riproduttivo.
Ashmole (1963) sostiene che la dimensione della covata
aumenta con la latitudine in conseguenza di un aumento della
stagionalità
delle
risorse:
il
tasso
riproduttivo
dovrebbe
dipendere sia dal livello di risorse disponibili, sia dalla densità
della popolazione durante la stagione riproduttiva. Quindi i rigidi
- 105 -
Discussione - 106 -
inverni delle latitudini maggiori sono la causa di un alto tasso di
mortalità degli adulti che fa diminuire il numero di individui che
riescono a sopravvivere e a riprodursi. Riprendendo l’ipotesi di
Ashmole, Ricklefs (1980) dimostra che la dimensione della
covata è direttamente in relazione con la stagionalità della
produzione primaria piuttosto che con il livello assoluto di
produzione.
Sempre in riferimento alla stagionalità, anche Skutch
(1985) ipotizza che una causa responsabile di tale situazione
possa essere il basso tasso di mortalità annuale, dovuto ad un
clima più stabile alle basse latitudini che non costringe gli uccelli
ad affrontare una stagione di scarsità di cibo e stress estremi ad
es. dovuti alle rigide temperature invernali delle zone temperate.
A questo proposito si faccia riferimento alla fig. 25 in cui si
mostra come le temperature registrate nell’area del NEIG siano
relativamente costanti durante l’anno, essendo le medie mensili
comprese fra 21,1° C e 26,9° C.
Jetz et al. (2008), dopo aver analizzato la variazione
globale nella dimensione della covata in 5290 specie di uccelli,
hanno integrato fattori intrinseci (come la massa corporea, il tipo
di nido, la dieta), fattori estrinseci (come la latitudine, la
stagionalità, le risorse) e fattori filogenetici in un unico modello
per prevedere la dimensione della covata. Applicando tale
modello hanno osservato che le covate sono più numerose in nidi
in cavità, rispetto a nidi aperti, ma anche in specie che occupano
ambienti con un’alta stagionalità.
Pur essendo molto complessa la realtà del fenomeno, Cody
(1966) individua una tendenza generale secondo la quale nelle
regioni temperate la selezione naturale opera per massimizzare il
tasso
riproduttivo
(strategia
r)
quindi
qualsiasi
variazione
fenotipica che mette nelle condizioni di lasciare più discendenti
- 106 -
Discussione - 107 -
sarà selezionata, invece in quelle tropicali, con un ambiente più
stabile dal punto di vista climatico e con risorse alimentari che
subiscono
meno
variazioni
durante
l’anno,
la
tendenza
è
mantenere la densità della popolazione alla capacità portante
dell’habitat (strategia K) quindi ogni individuo avrà bisogno di
spendere meno energie per la riproduzione in quanto, se il tasso
riproduttivo della comunità fosse più elevato, le risorse non
basterebbero per tutti.
Ancora Winkler & Walters (1983) per sottolineare la realtà
complessa del fenomeno evidenziano che lo sforzo riproduttivo
degli uccelli è composto da tre componenti: di accoppiamento,
gametico e parentale. Il primo consiste dell’energia spesa per
procurarsi e mantenere un compagno; il secondo di quella spesa
per la produzione dei gameti; il terzo di quella spesa per
l’incubazione delle uova, la protezione e il nutrimento dei giovani
fino a quando, e a volte anche oltre, abbandonano il nido. Quindi
la dimensione della covata è solo un indicatore parziale dello
sforzo riproduttivo.
4.5. Relazioni intraspecifiche in
Mergus octosetaceus durante la stagione
riproduttiva
Le osservazioni di difesa del territorio fra coppie confinanti
sono un’ulteriore prova a favore della spiccata territorialità di
questa specie. Fino ad ora sono state descritte poche dispute
territoriali fra conspecifici e si suppone che dispute fra coppie
insediate in territori adiacenti siano rare [Silveira & Bartmann,
2001]. Le osservazioni fatte finora di tali rari eventi sono state
tutte
indotte utilizzando la tecnica del play-back e dimostrano
come entrambi i membri della coppia difendono il territorio sia
nella fase riproduttiva sia non riproduttiva [Bartmann, 1988;
Silveira & Bartmann, 2001; Lamas, 2002; Lamas, 2006]. In
- 107 -
Discussione - 108 -
questo studio è stato possibile documentare le reazioni degli
individui coinvolti in condizioni completamente naturali ossia
spontanee, non indotte dai ricercatori. Non si è mai assistito allo
scontro fisico, al contrario di quanto descritto da Silveira &
Bartmann (2001), i quali sostengono che la lotta potrebbe essere
avvenuta perché il play-back ha attirato due coppie nello stesso
punto, evento raro in condizioni normali.
Dal momento che si è osservata una coppia in più rispetto
al 2001 nello stesso territorio e che l’ampiezza dell’home range
di ogni coppia è in relazione alla disponibilità di siti di
nidificazione e di alimentazione [Silveira & Bartmann, 2001], si
prevede che le dispute aumenteranno di frequenza.
4.6. Relazioni interspecifiche fra uccelli in fase
riproduttiva ed altri animali
Per
quanto
concerne
la
relazione
interspecifica
di
predazione che coinvolge la specie M. octosetaceus fino ad ora
sono state fatte solo ipotesi sulla base di osservazioni di possibili
predatori trovati nei territori della specie dell’Anatide e della
conoscenza della dieta dei predatori. Queste ipotesi riguardano
uccelli
rapaci
(Spizastur
melanoleucus,
Spizaetus
ornatus,
Parabuteo unicinctus, Geranoaetus melanoleucus, Buteo sp.,
Acciper sp.), cani domestici, mammiferi carnivori (Cerdocyon
thous, Chrysocyon brachyurus, Lontra longicaudis, Eira barbara,
Galictis cuja, Nasua nasua, Procyon cancrivorus, Leopardus
tigrinus,
L.
wiedii),
altri
mammiferi
(Didelphis
albiventris,
Tamandua tetradactyla) e rettili (Tupinambis merianae, Crotalus
durissus, Boa constrictor, Spilotes pullatus) come possibili
predatori o di adulti o di giovani o di uova [Partridge, 1956;
Bruno & Carvalho, in prep.; Bruno, 2004; Bartmann, 1988]. In
questo studio per la prima volta è stato osservato un tentativo di
predazione effettuato da Buteo albicaudatus ai danni di un adulto
- 108 -
Discussione - 109 -
della specie oggetto di studio. Nel Piano di Azione per la
Conservazione di M. octosetaceus sono descritte le minacce per
la sopravvivenza di questa specie. Fra queste la predazione è
considerata avere un’importanza media/sconosciuta [Hughes et
al., 2006], quindi questo lavoro apporta un contributo in questo
ambito. Inoltre viene sottolineato che l’impatto della predazione
non è significativo in popolazioni abbastanza numerose da autosostenersi ma, nel caso della specie in questione, a causa del
basso numero di individui esistenti, la predazione può essere
considerata come una causa di declino [Hughes et al., 2006].
Riguardo la relazione interspecifica di competizione che
coinvolge la specie M. octosetaceus, fino ad ora sono state fatte
ipotesi su possibili competitori in base alla dieta di questi e al
loro areale. Questi sono stati riconosciuti nelle specie di uccelli
Anhinga
anhinga,
Phalacrocorax
brasilianus,
P.
olivaceus,
Podilymbus podiceps, Podiceps dominicus, Pitangus sulphuratus
e nei rappresentanti di Ardeidae e Anatidae [Bruno & Carvalho,
in prep.; Sick, 1997; Bruno, 2004; Silveira & Bartmann, 2001].
In questo studio si è documentata una relazione di competizione
per aree di alimentazione con P. brasilianus che conferma le
ipotesi precedentemente fatte. Nel Piano di Azione per la
Conservazione di M. octosetaceus la competizione è considerata
avere un’importanza bassa/sconosciuta [Hughes et al., 2006],
quindi questo
lavoro
dà
un contributo
per
aumentare le
conoscenze. Anche la competizione viene annoverata fra i fattori
che possono ridurre il successo riproduttivo di questa specie
minacciata di estinzione [Hughes et al., 2006].
Si
conosce
la
relazione
di
commensalismo
fra
rappresentanti della famiglia Alcedinidae ed altri vertebrati
[Woodall, 2001]. In particolare è stata osservata anche per M.
octosetaceus [Bruno & Carvalho, in prep.]. Le osservazioni
- 109 -
Discussione - 110 -
raccolte in questo studio supportano l’effettiva esistenza di
questa relazione.
Per quanto concerne la relazione di predazione di M.
octosetaceus a danno dei piccoli pesci del genere Astyanax, le
osservazioni raccolte confermano il fatto che pesci di tale genere
siano i principali costituenti della dieta di M. octosetaceus
[Bartmann, 1988; Silveira & Bartmann, 2001; Bruno et al., in
press. a].
Durante questa indagine è stata documentata per la prima
volta la predazione del serpente Philodryas olfersii a danno di
nidi di Thamnophilus ambiguus. Sigrist (2006) sostiene che i nidi
di questa specie in genere subiscono un alto tasso di predazione
da parte di serpenti arboricoli Colubridae: per questo motivo
ipotizza che la specie abbia sviluppato un adattamento evolutivo
che permette di re-iniziare con una nuova deposizione una volta
che la prima sia andata persa. Gli eventi osservati quindi si
possono inserire in questo contesto. La specie P. olfersii è
semiarboricola e con una dieta generalista che prevede vertebrati
fra cui uccelli; in particolare è stato documentato che questi
serpenti predano più uccelli nelle stagioni di primavera/estate
[Hartmann & Marques, 2005]. I tre episodi di predazione
documentati in questa sede sono avvenuti fra la fine di ottobre e
la prima metà di novembre, invece nel periodo dell’inverno non
ne sono stati osservati: è un’ulteriore prova a sostegno delle
affermazioni di Hartmann & Marques (2005).
Riguardo a predazioni di nidi di Formicivora littoralis, fino
ad ora è stato documentato solo un caso ad opera di Pseustes
sulphureus (Colubridae) [Oliveira, 2007]. In questo studio è
stato osservato un caso che coinvolge un altro rappresentante
della famiglia Colubridae, Philodryas patagoniensis. La reazione
dei genitori delle uova nel caso di questo studio, e dei nidiacei
- 110 -
Discussione - 111 -
nel caso di Oliveira (2007), è risultata essere la stessa. La specie
P. patagoniensis è descritta come essenzialmente terrestre e con
una dieta generalista che comprende vari vertebrati fra cui
uccelli. La presenza di uccelli nella dieta indica che questo
serpente occasionalmente assume costumi arboricoli [Hartmann
& Marques, 2005]. I dati raccolti in questo studio sono a
supporto di queste descrizioni.
4.7. Esito generale degli eventi riproduttivi
Nell’area del NEIG è stato possibile calcolare la percentuale
di successo del campione di nidi studiato (32,4 %). La revisione
di Skutch (1985) sulla percentuale di successo nei nidi attesta
che nelle regioni tropicali umide e quindi con un clima molto
stabile ci sia un successo che può andare dal 24,0 % al 37,4 %:
il risultato qui ottenuto rientra in questo intervallo. Nelle zone
temperate o caratterizzate da un clima più variabile ed estremo,
invece, sono stati calcolati valori di successo pari al 49,3 %
(Skutch, 1985) e 55,4 % (Ricklefs, 1969), notevolmente
maggiori. In generale i nidi in cavità presentano un successo più
elevato [Skutch, 1985]. Ci sono diversi fattori che determinano il
successo dei nidi, come ad esempio l’ambiente scelto per la
nidificazione, ma a volte le analisi svolte restituiscono risultati
discordanti: secondo Skutch (1985), nelle zone temperate come
nelle zone umide tropicali i nidi costruiti in aree coltivate, giardini
e altri tipi di spazi aperti hanno più successo di quelli nelle aree
forestali, ma Oniki (1979) ottenne un risultato contrastante
osservando che, in località equatoriali, nidi nelle foreste avevano
lo stesso successo, se non addirittura maggiore, rispetto ai nidi
nelle aree aperte. Oniki (1979) ipotizza che il basso successo
riscontrato in località come Trinidad, Barro Colorado Island nel
mezzo del canale di Panama, la valle di El General in Costa Rica e
- 111 -
Discussione - 112 -
Sarawak nella parte nord-occidentale del Borneo sia da imputare
al fatto che sono isole o contengono tratti isolati di foresta
circondati da aree coltivate e pascolate. In tali situazioni i grandi
predatori
di
secondo
livello,
che
normalmente
potrebbero
controllare le popolazioni dei piccoli predatori di nidi, tendono ad
essere
rari
o
assenti.
L’area
del
NEIG
potrebbe
essere
considerata come “un’isola” in quanto per la maggior parte dei
suoi confini è circondata dalle acque della laguna di Araruama e
dalla rodovia Amaral Peixoto (RJ- 106), ampia strada asfaltata a
veloce scorrimento (fig. 6) e inoltre non si hanno osservazioni in
tale area di predatori di secondo livello che potrebbero regolare
in modo naturale le popolazioni dei predatori di nidi.
Riguardo le cause di insuccesso, in questa ricerca è stato stimato
che il 74,0 % dei fallimenti dei nidi e l’81,1 % delle morti dei
singoli individui (uova o nidiacei) è dovuto alla predazione: ciò
conferma i risultati di Ricklefs (1969) e Skutch (1985) secondo i
quali la predazione è la causa principale delle perdite di nidi
considerando un’ampia diversità di specie, di habitat e di
localizzazioni geografiche, ammontando ad una media dell’80 %
delle perdite totali.
Skutch (1985) e Sick (1997), avendo raccolto numerose
osservazioni, ipotizzano che i serpenti distruggano più nidi nelle
regioni neotropicali rispetto a tutti gli altri predatori messi
insieme, attaccando sia durante il dì sia durante la notte, e ciò
potrebbe essere facilitato dalla morfologia del loro corpo lungo,
sottile e sinuoso in grado di infilarsi nella maggior parte dei nidi.
I quattro eventi di predazione documentati in questo studio ad
opera di serpenti sono compatibili con questa ipotesi.
Lima (1987) propone un modello di dimensione della
covata in specie di uccelli nidicoli secondo il quale il rischio di
predazione sia dei genitori sia dei nidiacei è uno dei costi della
- 112 -
Discussione - 113 -
riproduzione che concorre a determinare una covata ottimale, né
troppo numerosa per non attrarre l’attenzione dei predatori, né
troppo scarsa se la densità dei predatori non è elevata. Nelle
zone temperate ci sarebbero meno predatori perché decimati
dalle attività umane, rispetto alle zone tropicali, quindi ci si
aspetta di osservare covate più abbondanti a latitudini maggiori
[Lima, 1987]. Martin (1995) ha dimostrato che la dimensione
della covata varia inversamente rispetto al rischio di predazione
al nido. Winkler & Walters (1983) ipotizzano che la pressione
predatoria
possa
indirettamente
essere
gli
uno
dei
adattamenti
fattori
evolutivi
che
influenzano
responsabili
della
dimensione della covata. L’alta incidenza di predazione nelle aree
tropicali è un altro fattore addotto anche da Skutch (1985) per
spiegare
la
dimensione
ridotta
delle
covate:
risulterebbe
vantaggioso investire una moderata quantità di energie su un
evento riproduttivo, perché, nel caso fallisse, rimarrebbero
abbastanza risorse per fare un altro tentativo.
In questo studio sono stati documentati nuovi tentativi di
riproduzione
in
seguito
ad
un
fallimento
in
due
specie
(Hemitriccus nidipendulus e Todirostrum cinereum).
Inoltre il rischio di attrarre certi tipi di predatori al nido in seguito
alle visite dei genitori nella fase di alimentazione dei nidiacei è
ridotto, se è basso il numero di pulcini: altro fattore che
spiegherebbe le dimensioni ridotte delle covate ai tropici [Skutch,
1985].
- 113 -
Discussione - 114 -
4.8. Aspetti di cure parentali in Thamnophilus
ambiguus
Delle cure parentali di questa specie endemica di Mata
Atlantica non si trovano informazioni in letteratura [Zimmer &
Isler, 2003]. Riguardo all’alimentazione si hanno pochi dati: si
nutre di insetti e altri artropodi, inclusi falene e larve di
lepidotteri, blatte, coleotteri e formiche [Zimmer & Isler, 2003].
Questo studio ha permesso di approfondire la composizione della
dieta dei nidiacei, che è risultata essere simile a quella degli
adulti.
Le cure parentali (in particolare alimentazione dei nidiacei
e mantenimento della pulizia nel nido) sono effettuate da
entrambi i sessi, ma non nella stessa misura, infatti il maschio
dimostra un impegno maggiore.
Nella fig. 40 l’andamento del grafico relativo alle imbeccate
suggerisce una diminuzione di frequenza verso la fine del periodo
di controllo (nel 9° giorno di vita), probabilmente dovuto al fatto
che, avvicinandosi il momento dell’involo, i nidiacei devono
venire abituati gradualmente a non essere troppo dipendenti
dalle cure parentali.
- 114 -
Considerazioni gestionali conclusive - 115 -
5. CONSIDERAZIONI GESTIONALI CONCLUSIVE
5.1. Avifauna nel Nucleo Experimental de Iguaba
Grande
L’ambiente di Restinga, caratteristico del bioma Mata
Atlantica è risultato essere importante per l’attività riproduttiva
dell’avifauna, in quanto una percentuale significativa di nidi è
stata rilevata in quest’area, quindi si dovrebbero intensificare le
misure di tutela di tale ambiente per salvaguardare le specie che
ci vivono e si riproducono, come ad esempio Formicivora littoralis
criticamente minacciata di estinzione [BirdLife International,
2009a].
Attualmente gli ecosistemi di Mata Atlantica della costa
brasiliana sono stati ridotti al 7,9 % (102.012 Km2 dei 1.306.000
Km2 di estensione originale) [Fundação SOS Mata Atlantica e
INPE, 2009]. Riguardo all’ecosistema di restinga la vegetazione è
costantemente minacciata dalla speculazione edilizia e industriale
[Araujo 2000; Araujo & Lacerda 1987], in quanto circondata o
molto prossima a città con un'ampia estensione dove il turismo è
la maggiore attività economica: l'espansione urbana è pertanto il
fattore di minaccia più pressante per le ultime aree superstiti.
In particolare Rocha et al. (2007) hanno studiato la realtà
delle parti rimanenti di tale ecosistema nello stato di Rio de
Janeiro ed hanno stilato una lista di cause di degradazione fra cui
le più importanti sono:
− rimozione della vegetazione per lo sviluppo immobiliare
− introduzione e diffusione di specie vegetali esotiche
− alterazione del substrato edafico originale
− raccolta selettiva di specie vegetali di interesse economico.
Risultati di questa estrema riduzione rispetto all'estensione
- 115 -
Considerazioni gestionali conclusive - 116 -
originaria sono la frammentazione degli ambienti e nello stesso
tempo, siccome le aree protette sono distribuite in modo sparso,
la difficoltà dello spostamento necessario per lo scambio genetico
di alcune specie.
Quindi come misure di tutela si propongono maggiori controlli
per prevenire incendi dolosi e raccolta di specie vegetali,
interventi di riforestazione utilizzando specie native, che sono
stati già iniziati in passato dall’equipe di Savio F. Bruno. Inoltre, a
fine dicembre 2009 sono state istituite le prime Guardie
Ambientali di Iguaba Grande dopo aver seguito un corso di
formazione
coordinato
dallo
stesso
Savio
F.
Bruno
dell’Universidade Federal Fluminense, che potrebbero avere una
funzione nel controllo costante dell’area.
Riguardo l’alto tasso di predazione osservato nel NEIG, per
ridurre la condizione di “insularità” e fare in modo di mantenere
controllate le popolazioni dei predatori di nidi, si potrebbe
pensare alla realizzazione di corridoi ecologici di collegamento
con altre aree adiacenti che hanno mantenuto un certo grado di
naturalità come il Pântano da Capivara e la Serra de Sapiatiba
(fig. 45) entrambi territori già inclusi nell’APA di Sapiatiba
[Mansur et al., 2007], per permettere anche il passaggio dei
super-predatori.
- 116 -
Considerazioni gestionali conclusive - 117 -
SERRA de SAPIATIBA
PANTANO
NEIG
Figura 45: Mappa indicativa delle aree vicine al NEIG proposte per
la realizzazione di corridoi ecologici (elaborazione da Google Earth).
Alcuni interventi suggeriti per la creazione di corridoi ecologici
sono la riforestazione con vegetazione pluristratificata composta
da specie native delle sponde dei corsi d’acqua che sfociano in
laguna, ma anche dei confini delle varie fazendas.
5.2. Mergus octosetaceus nel Parque Nacional da
Serra da Canastra
Per quanto riguarda l’ambiente di Cerrado, in questo studio
si
sono
ottenute
nuove
informazioni
riguardo
la
biologia
riproduttiva di M. octosetaceus, che si può considerare come una
specie bandiera di tale ambiente, come suggerito da Bruno
(2004).
Si dovrebbero prevedere delle rigide misure di tutela della
specie come preservare l’ambiente naturale dall’inquinamento
domestico e dovuto all’aumento dell’uso di agrotossici associati
all’espansione agricola soprattutto nelle aree adiacenti al PARNA,
- 117 -
Considerazioni gestionali conclusive - 118 -
contenere la pressione antropica dovuta ad esempio al turismo
crescente in luoghi di balneazione come la Casca d’Anta oppure
alla pratica di sport come il rafting.
È
importante
anche
continuare
il
monitoraggio
delle
popolazioni in natura, studiare eventuali installazioni di cassette
nido da cui poi iniziare dei programmi di reintroduzione in
ambienti idonei, come hanno proposto Silveira & Bartmann
(2001).
- 118 -
Bibliografia - 119 -
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- 127 -
Appendice - 128 -
7. APPENDICE
Schede dei nidi delle specie studiate
Di seguito sono riportate le schede rappresentative del nido
di ogni specie studiata in ordine alfabetico. Le foto sono di S.
Fusaro, eccetto quando indicato.
Athene Cunicularia
CODICE NIDO: Ac1
1) SPECIE....Athene
cunicularia (Molina,
1782)...curujaburaqueira......................
2) FAMIGLIA..Strigiformes:
Strigidae…………………………..
3) MODELLO …....in
cavità.............................
4) VARIANTE........con vari tunnel di accesso e ricurvi.........................
5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 09,2'' WO 42° 11' 56,2''…………………..
6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno....................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//..........
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)........mediante
uno dei 5 tunnel, ma uno è l'entrata principale dove sono soliti
rimanere la maggior parte del tempo...............................................
9) MATERIALE USATO.......substrato è principalmente sabbia mista a
conchiglie, ma anche terreno con radici di graminacee; pezzi di carta di
giornale (probabilmente servono nella cavità interna)........................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)…..?......
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* altro:......lunghezza area occupata =13 m; larghezza area =6,40m...
- 128 -
Appendice - 129 -
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......nel sottosuolo......................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//.............................
b. O SEMPLICE RIUSO?.......per tutto il periodo è stato notato l'uso del
nido come tana e nessun comportamento riproduttivo, ma in data
30/9/09 per la prima volta fu visto un pulcino...................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE....spazio aperto ricoperto di vegetazione erbacea vicino
alla spiaggia, sede di un incendio poco tempo fa................................
16) a. STATO DEL NIDO......tana/rifugio fino a settembre, il 30/9/09 è
certo che è attivo con pulcini...........................................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
pulcini (numero)......1 (con certezza, forse 2)...........................
stato piumaggio...piumino che ricopre il corpo intero.........
colore.....il corpo è giallo crema, mentre la testa è scura e
l'iride è giallo...............................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....tutto il periodo ma
attivo con certezza il 30/9/09 (primavera).......................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:....tutto il periodo di permanenza sul
campo.........................................................................................
19) SUCCESSO:...Sì.......................................................................
20) INFORMAZIONI ULTERIORI... di solito, all'avvicinarsi di qualcuno,
un genitore vola via lontano forse per distrarre un eventuale
predatore; il 26 e 27/9/09 ci fu una festa proprio nell'area e un'auto
passò con le ruote sopra l'entrata principale, ma il nido rimase attivo
nei giorni successivi; il 27/11/09 fu osservato di nuovo il pulcino
cresciuto che si affacciava dall'entrata principale e poi fuggì dentro
rapidamente; il 4/12/09 fu visto un piccolo uguale ai genitori in aspetto
fuori dal nido................................................................................
- 129 -
Appendice - 130 -
Amazilia fimbriata
CODICE NIDO: Af3
1) SPECIE....Amazilia fimbriata
(Gmelin, 1788)...beija-flor-degarganta-verde......................
2) FAMIGLIA.....Apodiformes:
Trochilidae............................
3) MODELLO …..a cesto...........
4) VARIANTE......alto..............
5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51'
09,5'' WO 42° 11' 30,1''……………
6) TIPO DI APPOGGIO.....su
ramificazione orizzontale terminale
di un ramo..……….......................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando
applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae).................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta…………..
9) MATERIALE USATO......cotone di painera, licheni, ragnatele…………….
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato compatto: il cotone riveste l'interno, mentre i
licheni sono attaccati nella parte esterna, il nido è fissato al ramo con
ragnatele che lo avvolgono.............................................................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................4,11 cm X 3,78 cm........................
* diametro interno..............3,06 cm X 3,00 cm...............................
* altezza totale...............................4,92 cm..................................
* profondità camera incubatrice..........2,45 cm................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........183 cm dal suolo................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?...Ricostruzione parziale:
infatti sembra che il nuovo nido sia stato costruito sopra un nido della
stessa specie già utilizzato (lo si nota dal colore diverso del materiale
più scuro nella parte vecchia)..........................................................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
- 130 -
Appendice - 131 -
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo...........................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva aperta ………………………………………
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....21-10-2009
(primavera).................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........alla fine della costruzione.....................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)....1 (22/10/09) 2(25/10/09).............................
lunghezza...13,3 mm (1) e 13,0 mm (2).........................
larghezza.....9,1 mm (1) e 9,0 mm (2)...........................
colore.....bianco rosato uniforme...................................
c. GENITORI:
• femmina.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 21/10/09 al 6/11/09...................
19) SUCCESSO:....No, probabilmente a causa della predazione di
entrambe le uova in episodi diversi..................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: rinvenuto alla fine della ricostruzione
vuoto e dopo 2 giorni fu deposto il primo uovo; l'1/11/09 un uovo
sparisce e ne rimane uno: l'incubazione sembra continuare; il 6/11/09
l'unico uovo sparisce, probabilmente predato....................................
Aramides mangle
CODICE NIDO: Am2
1) SPECIE...Aramides
mangle (Spix, 1825)..
saracura-do-mangue
2) FAMIGLIA..Gruifor
mes: Rallidae...........
3) MODELLO …..a
cesto.....................
4) VARIANTE....basso
5) POSIZIONE
(GPS)………S 22° 51'
09,8'' WO 42° 11' 39,6''................................................................
- 131 -
Appendice - 132 -
6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base.................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....intrico di
rami e di rampicanti......................................................................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).....diretta…………
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, rametti e foglie
secchi………….................................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto ma con i margini non ben definiti...............
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................27 cm X 22 cm.............................
* altezza totale...............................9 cm.......................................
* profondità camera incubatrice..........4 cm.....................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........195 cm dal suolo................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......foresta con vegetazione impenetrabile……………………
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......27-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova...................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero).....6..............................................................
lunghezza...41,9 mm(1), 41,9 mm(2), 41,4 mm(3), 41,1
mm(4), 40,9 mm(5), 40,1 mm (6).................................
larghezza.... 30,7 mm(1),29,5 mm(2), 30,2 mm(3), 30,3
mm(4), 30,1 mm(5); 29,6 mm (6).................................
peso...21,0 gr(1), 20,0 gr(2), 20,5 gr(3), 21,0 gr(4), 19,5
gr(5); 19,5 gr (6)........................................................
colore.... bianco rosato con piccole macchie cioccolato e
viola concentrate pricipalmente al polo maggiore……………..
pulcini (numero)...3 (16/11/09).............................................
peso...15,0 g (1); 15,0 g (2); 14,5 g (3)........................
stato piumaggio...coperti completamente di piumino………
colore...completamente nero, ma alcuni fili di piumino
sono grigi, il dente dell'uovo è bianco, le zampe sono
bruno scuro................................................................
- 132 -
Appendice - 133 -
c. GENITORI:
• entrambi... (dedotto dalle differenze riscontrate dall'analisi delle
foto di adulti in cova)............................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 27/10/2009 al 16/11/2009…………
19) SUCCESSO:..Sì, in data 16/11/09 lasciano il nido 3 pulcini anche
se rimangono 3 uova.....................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento un
adulto stava covando; nei giorni successivi alla scoperta del nido,
l'adulto in cova sembrava avere una distanza di fuga sempre minore; il
16/11/09 nacquero 3 pulcini e rimasero 3 uova: i pulcini sono
autonomi fin dal 1° giorno di vita tanto che riescono a saltare dal nido
e seguire un genitore nel sottobosco………..........................................
Coereba flaveola
CODICE NIDO: Cf1
1) SPECIE....Coereba flaveola
(Linnaeus,
1758)....Cambacica……...........
2) FAMIGLIA.Passeriformes:
Coerebidae...........................
3) MODELLO …..chiuso...........
4) VARIANTE......globulare……
5) POSIZIONE (GPS)....S 22°
51' 02,9'' WO 42° 11' 31,2''.....
6) TIPO DI APPOGGIO.....su
ramificazione terminale di un ramo.................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)..Espinho-deSantana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae)…………………………….……………
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante
apertura circolare........................................................................
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, cotone, foglie secche,
semi di Tillandsia spp..................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato e avvolto su sé stesso; il cotone è nella parte
posteriore del nido, mentre le parti di graminacee sono sistemate in
- 133 -
Appendice - 134 -
modo da circondare l'entrata.........................................................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................13 cm X 9 cm...............................
* altezza totale...............................10 cm.....................................
* altro:...................apertura 3 cm X 3 cm......................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........260 cm dal suolo...............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......foresta chiusa ……………………………………....................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......19-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........al termine della costruzione..................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)....2 (il 23/10/09)............................................
lunghezza...16,0 mm (1) e 16,6 mm (2).........................
larghezza.....13,1 mm (1) e 12,7 mm (2)........................
colore....rosa chiaro con macchie rosa antico irregolari e
diffuse su tutta la superficie...........................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 19/10/09 al 26/10/09................
19) SUCCESSO:......No, probabilmente a causa di predazione……………..
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: il nido è stato ritrovato vuoto e il
23/10/09 sono state rinvenute 2 uova all'interno; il 24/10/09 è stato
visto un adulto in cova con l'uso di una videocamera; il 26/10/09 le
uova sono sparite e per terra sotto il nido vengono trovati due pezzi di
gusci: è possibile che si sia verificato un episodio di predazione...........
- 134 -
Appendice - 135 -
Columbina minuta
CODICE NIDO: Cm7
1) SPECIE..Columbina
minuta (Linnaeus
1766)...rolinha-de-asacanela......................
2) FAMIGLIA.Columbi
formes: Columbidae…
3) MODELLO …a
cesto.........................
4) VARIANTE....basso..
5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 15,4'' WO 42° 11' 45,7'' …………………
6) TIPO DI APPOGGIO.....appoggiato alla base su ramo orizzontale…….
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)……………………..
aroeira… (Schinus therebinthifolius- fam. Anacardiaceae)....................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta...........
9) MATERIALE USATO........rametti sottili, radici, materiale vegetale
secco, foglie e steli di graminacee, penne copritrici del petto...............
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati)......intrecciato molto lasso, tanto che si vede attraverso.…………..
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....7,68 cm X 8,22 cm .......................................
* diametro interno.......5,37 cm X 5,74 cm .....................................
* altezza totale...........3,52 cm......................................................
* profondità camera incubatrice........2,23 cm .................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua).........140 cm dal suolo..............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........totale...................
b. O SEMPLICE RIUSO?.................No..............................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?..................singolo..................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE........restinga arbustiva aperta....................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)........11-11-2009
- 135 -
Appendice - 136 -
..(primavera)................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO........attivo con uova....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......1 (11/11/09) 2(12/11/09)...........................
lunghezza...20,9 mm (1) e 21,9 mm (2).........................
larghezza....16,0 mm (1) e 15,6 mm (2).........................
peso......3,0 g (1) e 3,0 g (2)........................................
colore.....bianco rosato uniforme …………….......................
pulcini (numero)...2 (il 24/11/09)...........................................
stato piumaggio..completamente coperti di piumino….
colore....piumino è alla base grigio scuro e alla sommità
beige, becco, contorno occhi e zampe grigio marrone, iride
nero...........................................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 11/11/09 al 4/12/09....................
19) SUCCESSO:...Sì, i pulcini sono riusciti ad abbandonare il nido……….
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento
entrambi gli adulti erano sul luogo del nido: il maschio era prossimo e
volò per primo, mentre la femmina doveva aver appena finito di
deporre il primo uovo e poi volò via seguendo il maschio; il 12/11/09
(il giorno seguente) venne deposto il 2° uovo; il 24/11/09 fu scoperta
la nascita di entrambi i pulcini………………………………………………………………….
Caprimulgus parvulus
CODICE NIDO: Cap1
1) SPECIE....Caprimulgus
parvulus Gould,
1837....bacurau-chintã.........
2) FAMIGLIA....Caprimulgi
formes: Caprimulgidae………..
3) MODELLO …....semplice…..
4) VARIANTE........nudo........
5) POSIZIONE (GPS)....S 22°
51' 16,3'' WO 42° 11' 43,8''..
6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno...................................................
- 136 -
Appendice - 137 -
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//………….
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).....diretta…………
9) MATERIALE USATO.......substrato è terriccio sistemato in modo da
formare una lieve conca.................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati)……….nessuna………………………………………………………………………………….
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro dell’area.......circa 5,70 cm X 7,70 cm..............................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo.................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................
b. O SEMPLICE RIUSO?.......//.........................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo..............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE....luogo aperto vicino a dei cacti, sotto arbusti di aroeira
e ribeira- restinga arbustiva aperta..................................................
16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo......................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......2.............................................................
lunghezza.....26,5 mm(1)- 25,2 mm(2)..........................
larghezza......19,8 mm(1)- 19,4 mm(2).........................
peso...........5,5 g (1)- 5,0 g (2)....................................
colore......giallo crema chiaro con macchie diffuse ocra
chiaro e grigie.............................................................
pulcini (numero).....2 (20/11/09)...........................................
peso..............8,0 g (1) e 4,5 g (2)................................
stato piumaggio...coperti di piumino, occhi aperti…………….
colore....piumino variegato marrone, becco bruno scuro,
zampe scure...............................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....16/11/09
(primavera)..................................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 16/11/09 al 21/11/09...................
19) SUCCESSO:...Sì, i pulcini dopo un giorno sono già in grado di
muoversi autonomamente seguendo i genitori……………………………………….
- 137 -
Appendice - 138 -
20) INFORMAZIONI ULTERIORI....al momento del ritrovamento un
adulto stava covando ed effettuò un display di distrazione (aprì il
becco, alzò le ali e si allontanò dal nido strisciando le ali al suolo), poi
tornò al nido; il 20/11/09 nacquero entrambi i pulcini con dimensioni
molto diverse: alla nascita sono già in grado di vocalizzare; la madre
iniziò a spostare la sede del nido da quella originale forse cercando un
po' di ombra per le ore più calde della giornata, i pulcini la
seguivano………..............................................................................
Coryphospingus pileatus
CODICE NIDO: Cp1
1) SPECIE.Coryphospin
gus pileatus (Wied,
1821)..tico-tico-rei-cinza
2) FAMIGLIA...Passerifor
mes: Emberizidae……………
3) MODELLO ….a cesto…….
4) VARIANTE......basso......
5) POSIZIONE (GPS)...S
22° 51' 11,0'' WO 42° 11'
49,6''……………….…………………………………………………………………………………………
6) TIPO DI APPOGGIO...alla base su intrico di ramificazioni di piante
rampicanti secche..........................................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…..arbusto…….
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta…………….
9) MATERIALE USATO..steli di graminacee, cotone, foglie secche………….
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto ……………………………………………………………………….
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................7,0 cm X 8,6 cm............................
* diametro interno..............5,3 cm X 4,5 cm...................................
* altezza totale...............................5,8 cm....................................
* profondità camera incubatrice..........5,1 cm..................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........58 cm dal suolo.................
- 138 -
Appendice - 139 -
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......foresta chiusa.....................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........9-9-2009
(inverno)......................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con pulcini.................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
pulcini (numero).........2........................................................
stato piumaggio…. penne quasi complete…………………………..
colore......grigio scuro, becco con parte bianco crema,
iride nero....................................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:..9-9-2009 (il giorno stesso
abbandonarono il nido)……….……………………………………………………………………
19) SUCCESSO:..........Sì................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori stavano
alimentando i pulcini con larve di insetto; dopo l'abbandono del nido si
trovarono feci fresche sul fondo di questo……………………………………………….
- 139 -
Appendice - 140 -
Dendrocygna viduata
CODICE NIDO: Dv1
1) SPECIE....Dendrocygna
viduata (Linnaeus,
1766)....irerê…………..............
2) FAMIGLIA...Anseriformes:
Anatidae………………………………..
3) MODELLO …..semplice........
4) VARIANTE......nudo............
5) POSIZIONE (GPS)...S 22°
51' 14,8'' WO 42° 11' 47,2''…..
6) TIPO DI
APPOGGIO...nessuno..............
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....//............
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......fra l'erba
alta circa 40 cm ci sono due aperture...............................................
9) MATERIALE USATO......substrato di terra e ghiaia e poche
graminacee...................................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati).......il
substrato è accomodato in modo da formare una conca......................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro conca.....................25 cm X 22 cm.................................
* altezza totale.........40 (45) cm (erba che circonda il nido)................
* profondità conca.........................4,5 cm......................................
* altro:................apertura fra l'erba 18 X 9 cm................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)............al suolo.........................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......area aperta di restinga………………...........................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........5-11-2009
- 140 -
Appendice - 141 -
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova...................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)...1 (5/11/09) 2 (6/11/09 mattina) 3 (6/11/09
notte).................................................................................
lunghezza..49,4 mm (1); 50,0 mm (2); 49,3 mm (3);
48,2 mm (4); 48,7 mm (5); 48,5 mm (6); 48,5 mm (7);
51,4 mm (8); 48,5 mm (9); 49,2 mm (10); 49,1 mm
(11); 47,7 mm (12); 48,7 mm (13)................................
larghezza...36,9 mm (1); 37,6 mm (2); 37,6 mm (3);
37,1 mm (4); 37,8 mm (5); 36,8 mm (6); 38,1 mm (7);
36,4 mm (8); 37,3 mm (9); 38,3 mm (10); 37,8 mm
(11); 37,3 mm (12); 36,6 mm (13)................................
peso... 37,0 g (1); 37,5 g (2); 38,5 g (3); 37,0 g (4);
38,0 g (5); 37,5 g (6); 39,0 g (7); 38,5 g (8); 37,0 g (9);
39,5 g (10); 39,0 g (11); 36,5 g (12); 36,5g(13)
colore...bianco uniforme............................….................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:.dal 5/11/09 al 20/11/09.....................
19) SUCCESSO:...No, tutte le uova eccetto l'ultima che troviamo
dislocata sono state predate..........................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: il 6/11/09 sulle h20 la femmina stava
nel nido deponendo il 3° uovo e al nostro arrivo volò via seguita dal
maschio che stava a pochi metri di distanza; dal giorno 13/11/09 dopo
la deposizione del 9° uovo, un adulto iniziò l'incubazione pur
continuando la deposizione delle uova; il 18/11/09 terminò la
deposizione (13 uova); il 20/11/09 il nido era vuoto e fu trovato un
uovo intero a 3 m e dei gusci rotti poco prima: è possibile sia stata
opera di un primate (in grado di afferrare le uova)…...........................
- 141 -
Appendice - 142 -
Elaenia flavogaster
CODICE NIDO: Ef1
1) SPECIE....Elaenia
flavogaster (Thunberg,
1822)...guaracava-debarriga-amarela............
2) FAMIGLIA.....Passeri
formes: Tyrannidae.......
3) MODELLO …..cesto…..
4) VARIANTE...basso…….
5) POSIZIONE (GPS)....S
22° 50' 59,6'' WO 42°
11' 04,0''..............…………………………………………………………………………………..
6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base su ramificazione orizzontale……………
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando
applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae)..................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta...........
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, radici, licheni................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto e il tessuto avvolge il ramo su cui si trova il
nido; il rivestimento interno è di graminacee, mentre quello esterno è
di licheni che favoriscono il mimetismo…………………………………………………..
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................7,30 cm …....................................
* diametro interno.............. 5,61 cm …...........................................
* altezza totale...............................6,00 cm..................................
* profondità camera incubatrice..........3,83 cm................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........180 cm dall'acqua..............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?....singolo................................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
- 142 -
Appendice - 143 -
CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva margine della laguna, area
aperta; il nido è posto su un ramo sopra l’acqua................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....17-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO........termine della costruzione.......................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)....1 (21/10/09) 2(22/10/09).............................
lunghezza......19,6 mm (1) e 21,0 mm (2)......................
larghezza........16,1 mm (1) e 16,4 mm (2).....................
colore..... bianco rosato di fondo con macchie rosa antico,
rosso bordeaux e marrone di varia grandezza e
concentrate dalla metà verso il polo maggiore..................
pulcini (numero)..1 (in data 6/11/09)......................................
stato piumaggio..piumino non uniforme………………..…………..
colore....bianco crema, la cute è bruno scuro, occhi sono
coperti di pelle............................................................
c. GENITORI:
• un adulto.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 17/10/09 al 25/11/09...................
19) SUCCESSO:...Sì, di un solo uovo su 2 deposti..............................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento, un
adulto era vicino al nido e ci andò dentro, ma questo era vuoto, poi lo
stesso adulto rimase nei pressi del nido; nel giorno della deposizione
del primo uovo si notarono delle penne nel nido ed anche in quello
della deposizione del secondo; dopo la schiusa del primo uovo, il
secondo rimase intatto per molti giorni.............................................
- 143 -
Appendice - 144 -
Formicivora littoralis
CODICE NIDO: Fl2
1) SPECIE..Formici
vora littoralis
Gonzaga & Pacheco,
1990....
formigueiro-dolitoral.....................
2) FAMIGLIA.Passe
riormes:
Thamnophilidae………
3) MODELLO ….a
cesto.....................
4) VARIANTE...basso......................................................................
5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 10,5'' WO 42° 11' 32,0'' ……………………
6) TIPO DI APPOGGIO...su intrico di ramificazioni di piante
rampicanti....................................................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)….arbusto………
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)..diretta……………..
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, radici...........................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto e parte del materiale avvolge i due rami di
sostegno………….............................................................................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* altro:..non è stato possibile effettuare le misurazioni.......................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........135 cm dal suolo................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......restinga arbustiva impenetrabile (moita)................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........4-12-2009
- 144 -
Appendice - 145 -
(primavera).................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova..................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)...2................................................................
lunghezza..18,9 mm (1) e 19,3 mm (2)..........................
larghezza...14,2 mm (1) e 14,4 mm (2)..........................
peso......2,0 g (7/12/09)...............................................
colore...uno è bianco opaco di fondo e l'altro è rosa chiaro,
entrambi hanno piccole macchie puntiformi rosso scuro
violaceo che formano una fascia fra il centro dell'uovo e il
polo maggiore.............................................................
pulcini (numero)...1 (7/12/09)...............................................
peso.....1,5 g .............................................................
stato piumaggio...pelle completamente glabra ................
colore.....pelle rosa e becco giallo...................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 4/12/2009 al 11/12/2009…………..
19) SUCCESSO:...No, a causa di predazione......................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: la scoperta alle 11h50 del 4/12/09
avvenne perché fummo attirati dalle vocalizzazioni dei genitori rivolte
ad un serpente Philodryas patagoniensis (Colubridae) che si trovava a
poche decine di cm dal nido, poi questo si allontanò e i genitori
facevano mobbing vocalizzando e aprendo e chiudendo le ali, nel nido
erano presenti 2 uova intatte, poi la femmina tornò nel nido; il 7/12/09
nacque un pulcino e rimase un uovo (il pulcino alla nascita non emette
vocalizzazioni); l’ 8/12/09 il pulcino fu predato e rimase l’uovo intero
che continuò ad essere incubato da entrambi i genitori………………………….
(foto: maschio in incubazione)
- 145 -
Appendice - 146 -
Fluvicola nengeta
CODICE NIDO: Fn1
1) SPECIE....Fluvicola
nengeta (Linnaeus,
1766)……….lavadeiramascarada…………………………
2) FAMIGLIA..Passeriformes:
Tyrannidae…………………………..
3) MODELLO …..chiuso........
4) VARIANTE...irregolare…….
5) POSIZIONE (GPS)....S 22°
50' 59,7'' WO 42° 11' 03,8''..
6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione terminale…………...............
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando
applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae)................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante un
foro di apertura............................................................................
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, cotone, foglie secche, fili
di nylon, radici, barba de velho (Tillandsia sp.)..................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato lasso, i contorni non sono ben definiti................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* altro:....impossibile arrivare al nido data la sua posizione.................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)...circa 200 cm dall'acqua............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......margine di restinga aperta……………………………………….
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........17-10-2009
(primavera)..................................................................................
- 146 -
Appendice - 147 -
17) a. STATO DEL NIDO......attivo ma non è possibile sapere in che
stadio.........................................................................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......?.............................................................
pulcini (numero)......?...........................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 17/10/2009 al 9/11/2009.............
19) SUCCESSO:....ignoto................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori furono osservati
molto prossimi al nido; il 9/11/09 il nido era ancora attivo .................
Furnarius rufus
CODICE NIDO: Fr1
1) SPECIE....Furnarius rufus (Gmelin,
1788).....joão-de-barro…………………..
2) FAMIGLIA....Passeriformes:
Furnariidae....................................
3) MODELLO …..chiuso....................
4) VARIANTE......a fornace..............
5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 08,1'' WO 42° 11' 48,0''..................
6) TIPO DI APPOGGIO.....alla base, appoggiato su parte orizzontale di
palo dell'elettricità........................................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//………….
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......mediante
foro di entrata..............................................................................
9) MATERIALE USATO...fango impastato con acqua (umido) e paglia….
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)
..lavorato con il becco in modo da fare una costruzione solida……………..
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
- 147 -
Appendice - 148 -
* impossibile arrivare al nido per le misurazioni.................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........10 m dal suolo circa............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?.....totale…………………………
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......luogo aperto, sotto vegetazione di graminacee e
maracanã, dall'altra parte della strada c'è un piccolo lago...................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........4-10-2009
(primavera).................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione.....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero).....?..............................................................
pulcini (numero)......?...........................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 4/10/2009.................................
19) SUCCESSO:.......ignoto............................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: entrambi i genitori erano impegnati
nella costruzione del nido; la materia prima era prelevata dalle sponde
del lago che sta al di là della strada poco lontano...............................
- 148 -
Appendice - 149 -
Hemitriccus nidipendulus
CODICE NIDO: Hn7BIS
1) SPECIE....Hemitriccus
nidipendulus (Wied,
1831)..tachuri-campainha….
2) FAMIGLIA..Passeriformes:
Tyrannidae........................
3) MODELLO …..chiuso………
4) VARIANTE......allungato
con tubo di entrata.............
5) POSIZIONE (GPS).....S
22° 51' 02,7'' WO 42° 12'
06,2''...............................
6) TIPO DI
APPOGGIO.....pendente su
un ramo...........................
7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario..............
(Zyskowski & Prum, 1999)
8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…albero…………
9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta
mediante tubo...............................................................................
10) MATERIALE USATO......steli, rachidi di pannocchie e foglie di
graminacee, foglie secche, cotone di painera, seta bianca di
insetto/ragno................................................................................
11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto soprattutto nella parte della camera
incubatrice globulare; nella parte bassa pendono dei filamenti,
all'interno è accumulato uno strato di cotone sul fondo del nido, ma
anche ai lati e sporge dall'entrata ...................................................
12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* dimensioni .... 8 cm (spessore inferiore)- 5 cm (spessore superiore)7 cm (larghezza) – 6 cm (tubo di accesso)........................................
* altezza totale........17 cm (+ 9 cm dei filamenti che pendono dalla
base del nido)...............................................................................
* altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che
- 149 -
Appendice - 150 -
avvolge il ramo per 5 cm- apertura del tubo 4 cm X 3 cm....................
13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........161 cm dal suolo................
14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?...........//......................
b. O SEMPLICE RIUSO?........in data 26/10/09 dopo un episodio di
riproduzione fallito, scoperta del riutilizzo del nido da parte di individui
della stessa specie (impossibile sapere se dalla stessa coppia), infatti
in esso erano presenti 2 uova..........................................................
15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......margine di foresta impenetrabile, subito dietro ad
una barriera di cacti alti 5 m……………….…………………………………………………..
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........26-10-2009
(primavera)..................................................................................
18) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova...................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)..........2 …......................................................
lunghezza......18,1 mm (1) e 18,5 mm (2)......................
larghezza.....13,4 mm (1) e 13,7 mm (2)........................
colore......bianco crema con piccole macchie rosa antico
più concentrate al polo maggiore....................................
19) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 26/10/09 al 31/10/09................
20) SUCCESSO:.....No, probabilmente oggetto di predazione ..............
21)ULTERIORI INFORMAZIONI:..è il primo registro di riutilizzo di un
nido di H.nidipendulus nell'area; la predazione forse fu opera di un
micro-mammifero in quanto il nido presentava segni di manipolazione:
fu sventrata una parete del nido (foto in alto) probabilmente per
arrivare al contenuto; al momento del controllo dopo l'accaduto era
presente ancora un uovo e dentro la temperatura era sensibilmente
alta, ciò forse perché era in corso l’incubazione………………………………………
- 150 -
Appendice - 151 -
Hydropsalis torquata
CODICE NIDO: Ht1
1) SPECIE…Hydropsa
lis torquata (Gmelin,
1789).......bacurautesoura.....................
2) FAMIGLIA.Capri
mulgiformes:
Caprimulgidae............
3) MODELLO
…....semplice..............
4) VARIANTE....nudo….
5) POSIZIONE (GPS)....S 22° 51' 15,6''
WO 42° 11' 45,3'' ……………….
6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno.....................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//...........
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta............
9) MATERIALE USATO.......substrato è sabbia grossolana, piccole
conchiglie sistemato in modo da formare una lieve conca……………………..
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)..//……….
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI:
* diametri dell’area.......circa 12 cm X 9,5 cm...................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo.................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................
b. O SEMPLICE RIUSO?.......//.........................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo..............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE....luogo aperto di restinga vicino a dei cacti secchi, sotto
un arbusto di circa 2 m di altezza.....................................................
16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo......................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......2...(dal 16/8 al 31/8 giorno di schiusa).........
- 151 -
Appendice - 152 -
lunghezza.....25,6 mm(1)- 27,3 mm(2)..........................
larghezza......19,3 mm(1)- 19,9 mm(2).........................
colore......rosa antico-rosa chiaro variegato a
macchioline................................................................
pulcini (numero)....31/8/09 nascono (1/9 presente 1 pulcino e
3/9 sparisce anche questo)...................................................
lunghezza totale.....4,80 cm...(larghezza 4,40 cm)………….
lunghezza becco-testa .......2,36 cm....(larghezza testa
1,80 cm)....................................................................
stato piumaggio...piumino che ricopre tutto il corpo………..
colore..................bianco crema/beige...........................
c. GENITORI:
• femmina.............................................................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....16/8/09 (inverno)………
18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 16/8/09 al 3/9/09......................
19) SUCCESSO:.........No, probabilmente per predazione....................
20) INFORMAZIONI ULTERIORI....nel periodo di incubazione delle
uova, il sito del nido non fu modificato, ma dopo la schiusa la madre
spostò più volte al giorno i/il pulcini/o a distanza di qualche metro dal
sito originale probabilmente per migliorare il mimetismo e per la
protezione dal sole cocente............................................................
Mergus octosetaceus
1) SPECIE....Mergus
octosetaceus (Vieillot,
1817)…..patomergulhão.............
2) FAMIGLIA..Anseri
formes: Anatidae....
3) MODELLO …...in
cavità...................
4) VARIANTE..senza
tunnel di accesso…
5) POSIZIONE …..parte bassa del parco (PARNA) a 880m di altezza, a
2 m dalla sponda del rio São Francisco…………………………………………………..
6) TIPO DI APPOGGIO......nessuno...................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO .... Jacareúba..(Calophyllum
brasiliense Cambess -fam. Clusiaceae)………..……………….......................
- 152 -
Appendice - 153 -
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO ...tramite un foro nel tronco
dell'albero.....................................................................................
9) MATERIALE USATO........all'interno vecchi strati di piume prelevate
dal corpo della madre e di gusci di uova rotti......(foto in alto: Savio
Bruno).........................................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati)......semplice accumulo…………………………………………………………………..
11) DIMENSIONE DELL' APERTURA:
* lunghezza............64,5 cm poi prosegue in una fessura...................
* ampiezza................9,8 cm.........................................................
* dimensione camera incubatrice...............31 cm X 25 cm.................
* profondità camera incubatrice.............52 cm.................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......1,5 m dal suolo e 4 m dal
livello dell'acqua………………………………………………………………………………………..
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?.....//……………………..........
b. O SEMPLICE RIUSO?.....riuso pluriennale .....................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.........singolo...........................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......sponda di un tratto del rio São Francisco che ha
profondità di 1,5 m e ampiezza di 12 m; il letto del fiume presenta
massi affioranti; foresta a galleria; sulla sponda opposta deposito di
sabbia; piccole rapide a 100 m a monte e a 50 m a valle; a 40 m a
monte un pozzo di acque trasparenti ….............................................
16) a. STATO DEL NIDO........con uova abbandonato..........................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
• uova (numero)............7.......................................................
− lunghezza..59,9 mm(1), 61,2 mm(2), 61,1 mm(3), 62,1
mm(4), 59,8 mm(5), 58,3 mm(6)..................................
− peso…63 g(1), 62 g(2), 61 g(3), 62 g(4), 57 g(5), 54 g(6)
− colore...........bianco crema...........................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......10/07/09, ma
documentata attività dal 3/06/09 (inverno).......................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:.....constatazione dell'abbandono...........
19) SUCCESSO:................No.........................................................
20) INFORMAZIONI ULTERIORI.............al momento del ritrovamento
le uova risultavano coperte da polvere umida di legno marcio misto a
- 153 -
Appendice - 154 -
terra ed erano incassate nel fondo del nido che si presentava molle e
imputridito....................................................................................
N.B. Parte delle informazioni per la redazione di questa scheda sono
state tratte da Bruno et al. (in press. a) e sono frutto della
collaborazione con Flavia Ribeiro dell’Istituto Terra Brasilis.
Myiophobus fasciatus
CODICE NIDO: Mf1
1) SPECIE..Myiophobus
fasciatus (Statius Muller,
1776).......filipe……………..
2) FAMIGLIA..Passeri
formes: Tyrannidae..........
3) MODELLO ..a cesto……..
4) VARIANTE......alto........
5) POSIZIONE
(GPS).......S 22° 51' 09,4''
WO 42° 11' 51,0''……………
6) TIPO DI
APPOGGIO.....su ramificazione terminale………………............................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)……albero……...
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta……………
9) MATERIALE USATO......foglie di graminacee, foglie secche, rachidi di
pannocchie di graminacee, ragnatele…………………………………...................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato molto fitto: i rachidi rivestono l'interno, mentre
le foglie di graminacee sono intrecciate più lasse e pendono da sotto…..
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................6,60 cm X 8,01 cm.........................
* diametro interno..............4,06 cm X 4,82 cm................................
* altezza totale...............................8,13 cm...................................
* profondità camera incubatrice..........4,55 cm.................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........100 cm dal suolo................
- 154 -
Appendice - 155 -
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//...............................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......foresta chiusa, abbondano le graminacee Panicum
maximum (specie esotica)............................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......4-10-2009
(primavera).................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con pulcini................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
pulcini (numero).........2.......................................................
lunghezza totale......4,20 cm (1) e 4,38 cm (2)...............
lunghezza ali....1,96 cm (1) e 2,40 cm (2)......................
lunghezza coda......//...................................................
lunghezza becco.....0,83 cm (1) e 0,91 cm (2).................
larghezza testa.....1,21 cm (1) e 1,18 cm (2)..................
lunghezza tarso....0,92 cm /0,89 cm (1) e 0,97 cm/0,91
cm (2).......................................................................
stato piumaggio....si distinguono zone apterili e pterili; le
penne delle ali sono presenti ma avvolte da astuccio; la
testa è ricoperta da piumino; gli occhi sono chiusi............
colore...grigio, becco color carne con parte giallastra………..
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 4/10/09 al 9/10/09.......................
19) SUCCESSO:...No, a causa di predazione dei pulcini.......................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: ….gli/l'adulto/i alimentano i pulcini con
insetti (fotografate formiche nel becco di un genitore- foto in alto); la
predazione causò il dislocamento del nido dal supporto (probabilmente
non fu opera di un serpente)……………………………………………………………………
- 155 -
Appendice - 156 -
Nyctidromus albicollis
CODICE NIDO: Na3
1) SPECIE……Nyctidro
mus albicollis (Gmelin,
1789)......bacurau….......
2) FAMIGLIA..Caprimul
giformes:
Caprimulgidae..............
3) MODELLO.semplice…..
4) VARIANTE....nudo......
5) POSIZIONE (GPS)....
S 22° 51' 05,5'' WO 42°
11' 19,7''……………………….…………………………………………………………………………..
6) TIPO DI APPOGGIO....nessuno.....................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......//...........
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta............
9) MATERIALE USATO.......substrato è lo strato di humus del suolo
(foglie secche cadute, rametti)........................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in strati)…..//…….
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro dell’area.....9 cm X 8 cm................................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)......a livello del suolo.................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?....//............................
b. O SEMPLICE RIUSO?.......//........................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?......singolo..............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE....restinga arbustiva aperta con ribeira, Conocarpus
erectus........................................................................................
16) a. STATO DEL NIDO......con uova attivo......................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......2...........................................................
- 156 -
Appendice - 157 -
lunghezza.....29,5 mm (1) e 29,7 mm (2).......................
larghezza......21,5 mm (1) e 22,3 mm (2)......................
peso.....7,5 g (7/12/09)...............................................
colore......rosa antico-rosa/arancio variegato a
macchioline................................................................
pulcini (numero)...1 (7/12/09) 2 (8/12/09).............................
peso.....8,0 g (1).........................................................
stato piumaggio... piumino uniforme..............................
colore...piumino marroncino chiaro, becco scuro come le
zampe, occhi aperti……..................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)....28/11/09 (primavera)...
18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 28/11/09 al 11/12/09..................
19) SUCCESSO:...Sì......................................................................
20) INFORMAZIONI ULTERIORI......al momento della scoperta del nido
il maschio (distinguibile per le fasce bianche sulle ali e sulla coda
visibili durante il volo) era impegnato nella cova; il 7/12/09 nacque un
pulcino e rimase ancora un uovo; l’ 8/12/09 nacque anche il secondo
pulcino visibilmente più piccolo del primo; negli ultimi giorni di
controllo del nido i pulcini si muovevano autonomamente seguendo un
genitore e la posizione del nido cambiava in continuazione..................
Phaethornis idaliae
NUMERO NIDO
(CODICE): Pi1
1) SPECIE...Phaethor
nis idaliae (Bourcier &
Mulsant, 1856)...rabobranco-mirim.....(foto:
Luiz Freire)………………….
2) FAMIGLIA….Apodi
formes: Trochilidae……..
3) MODELLO …a cesto…
4) VARIANTE....alto......
5) POSIZIONE
(GPS)....S 22° 51' 04,7'' WO 42° 12' 01,8''.......................................
6) TIPO DI APPOGGIO...di lato su pagina inferiore di foglia pendente…
- 157 -
Appendice - 158 -
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)…arbusto………
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta……………
9) MATERIALE USATO........cotone di painera, ragnatele, parti di
graminacee, muschio.....................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati)......intrecciato fitto con cotone di rivestimento interno e fissato
alla pagina inferiore della foglia con ragnatele……..............................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.... 4,9 cm X 3 cm.............................................
* diametro interno...... 2,5 cm X 2,9 cm .........................................
* altezza totale....... 8,7 cm...........................................................
* profondità camera incubatrice..... 2 cm.........................................
* altro:...sporge dal margine inferiore della foglia di 2,6 cm................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua).........113 cm dal suolo...............
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........parziale................
b. O SEMPLICE RIUSO?.......riuso di un nido vecchio..........................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?..................singolo..................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE........foresta chiusa sul pendio di una collina.................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....6-12-2009..
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO........attivo con uova....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)...2 (6/12/09).................................................
lunghezza...11,9 mm (1) e 12,0 mm (2)........................
larghezza.... 8,4 mm (1) e 8,4 mm (2)...........................
peso....0,5 g (1) e 0,5 g (2)..........................................
colore.....bianco uniforme …………....................................
pulcini (numero)…. 1 (10/12/09)…………………………………………………..
c. GENITORI:
• femmina..............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 6/12/2009 al 24/12/2009.............
- 158 -
Appendice - 159 -
19) SUCCESSO:.....Sì.....................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al momento del ritrovamento la
femmina stava covando con il becco rivolto alla parete della foglia; si
schiuse solamente un uovo……………………………....................................
Pitangus sulphuratus
CODICE NIDO: Ps3
1) SPECIE..Pitangus
sulphuratus
(Linnaeus, 1766)
.....bem-te-vi……………
2) FAMIGLIA.Passeri
formes: Tyrannidae….
3) MODELLO.chiuso….
4) VARIANTE…….
Globulare………………….
5) POSIZIONE
(GPS)....S 22° 51'
05,9'' WO 42° 11'
18,3''………………………..
6) TIPO DI
APPOGGIO.....su
ramificazione basale…
7) SPECIE VEGETALE
DI SUPPORTO
(quando
applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae) ………………….
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......tramite foro
di apertura...................................................................................
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, filamenti di rampicanti,
stoloni, radici, foglie secche, semi Tillandsia spp., parti di Tillandsia
usneoides....................................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato compatto nel centro ma man mano che si va
verso l'esterno sempre più lasso…………………………………………………………….
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
- 159 -
Appendice - 160 -
*
*
*
*
diametro esterno.....30 cm X 26 cm..............................................
altezza totale.........23 cm............................................................
profondità camera incubatrice....17 cm..........................................
altro:.....apertura camera 11cm X 9 cm.........................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........84 cm dall'acqua della
laguna.........................................................................................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//...............................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?....... singolo...........................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......restinga aperta, ultimo albero sulla spiaggia con
rami sopra l'acqua.........................................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).......17-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione.....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)...1 (19/10/09) 2 (21/10/09) 3 (22/10/09) 4
(24/10/09)……………………………………………………………………………………..
lunghezza.29,6 mm(1) e 30,0 mm(2) e 30,3 mm(3) e
28,5 mm (4)…………………………………………………………………………
larghezza.21,1 mm(1) e 20,7 mm(2) e 21,5 mm(3) e 21,2
mm(4)…………………………………………………………………………………..
colore....bianco crema con macchie di 1-2 mm di diametro
circa color marrone, vino, rosso bordeaux concentrate al
polo maggiore……………………………………………………………………….
pulcini (numero)……….4 (in data 11/11/09)..............................
stato piumaggio...piumino non uniforme…………………….......
colore.....piumino grigio chiaro, becco giallo, ventre con
pelle trasparente.........................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:. Dal 17/10/09 al 4/12/09.....................
19) SUCCESSO:......Sì....................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: ….al momento del ritrovamento
entrambi i componenti della coppia (indistinguibili perché non c'è
dimorfismo sessuale) erano impegnati a cercare materiale da collocare
all'interno del nido e portarono paglia e cotone (painera); vocalizzano
sempre molto forte anche quando sono in prossimità del nido; il
19/10/09 vediamo un adulto uscire dal nido e subito dopo troviamo un
- 160 -
Appendice - 161 -
uovo ancora bagnato che doveva essere stato appena deposto; ogni
volta che ci si avvicinava al nido per controllarlo un adulto vocalizzava
di allarme e volava nervosamente sopra; l’11/11/09 scoprimmo la
nascita dei 4 pulcini, ma doveva essere almeno il 2° giorno: al
momento del controllo i genitori praticavano il mobbing contro il
ricercatore; il 29/11/09 fu notato che un pulcino aveva due larve
incistate fra il becco e l'occhio destro, ma non sembravano aver
pregiudicato il suo sviluppo: il genere del parassita dovrebbe essere
Philornis sp…………………………………......................................................
Sicalis flaveola
CODICE NIDO: Sf1
1) SPECIE....Sicalis flaveola
(Linnaeus, 1766)....canario-daterra-verdadeiro……………………..
2) FAMIGLIA...Passeriformes:
Emberizidae…………………………….
3) MODELLO ….a cesto............
4) VARIANTE......alto..............
5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 50'
59,5'' WO 42° 11' 06,3'' …………
6) TIPO DI APPOGGIO...alla base su ramificazione terminale...............
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando
applicabile).......Conocarpus erectus (fam. Combretaceae).................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)...diretta…………..
9) MATERIALE USATO..steli di graminacee, radici, rametti secchi………….
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato compatto, rametti secchi sotto, paglia nella parte
alta e dentro.................................................................................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................10,0 cm.......................................
* diametro interno..............8,9 cm.................................................
* altezza totale.....................10,3 cm............................................
* profondità camera incubatrice..........6,1 cm...................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........250 cm dall'acqua..............
- 161 -
Appendice - 162 -
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?...probabilmente riuso di un nido di un altro
uccello (sembra T. melancholicus)...................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......ambiente alterato di restinga al margine della
laguna.........................................................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)......30-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova...................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)..3 (30/10/09) 4 (31/10/09) 5 (1/11/09)............
lunghezza..18,9 mm (1); 17,9 mm (2); 19,5 mm (3)……….
larghezza...15,0 mm (1); 14,3 mm (2); 14,1 mm (3)………
colore....bianco crema con macchie e punti marroni con
distribuzione irregolare ma più concentrata al polo
maggiore- le uova presentano grande variazione……………..
c. GENITORI:
• femmina..............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 30/10/09 al 6/11/09.....................
19) SUCCESSO:..........No, a causa di predazione...............................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: fu vista una femmina a 50 cm dal nido
e poi fu vista nel nido in cova; il 6/11/09 le 5 uova sparirono
probabilmente predate da P. sulphuratus: di mattina furono visti due
individui adulti vicino al nido che potrebbero essere stati i genitori dei
pulcini nel nido Ps5 prossimo a questo…………………………………………………….
- 162 -
Appendice - 163 -
Thamnophilus ambiguus
CODICE NIDO: Ta5
1) SPECIE....Thamnophilus
ambiguus Swainson,
1825…….choquinha-desooretama……………………………
2) FAMIGLIA...Passeriformes:
Thamnophilidae……………………
3) MODELLO …..a cesto........
4) VARIANTE......basso.........
5) POSIZIONE (GPS).....S 22° 51' 13,3'' WO 42° 11' 47,6''.................
6) TIPO DI APPOGGIO.....su ramificazione orizzontale (utilizza una
ramificazione a “V”).......................................................................
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).......arbustoDAP (diametro dell'albero ad altezza del petto) è di 1,00 cm..............
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)..diretta…………….
9) MATERIALE USATO......paglia, foglie secche di graminacee, seta/tela
di ragno bianca e spessa.................................................................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato alcuni fili di paglia assicurano il nido ai due rami
di supporto …...............................................................................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno............7,43 cm X 7,20 cm..................................
* diametro interno...............5,10 cm X 6,32 cm...............................
* altezza totale................6,30 cm..................................................
* profondità camera incubatrice.............4,92 cm .............................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........167 cm dal suolo................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//.................
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......margine di foresta chiusa con alberi alti circa 5-8 m
- 163 -
Appendice - 164 -
e cacti, alla base di un pendio di una collina composto di rocce e
terra............................................................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).......22-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione.....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero).....1(30/10/09)..1b (1/11/09)..........................
lunghezza...22,5 mm (1) e 22,4 mm (1b).......................
larghezza....17,2 mm (1) e 17,6 mm (1b)......................
colore.....bianco crema con macchie irregolari color rosso
bordeaux concentrate al polo maggiore…………………………….
pulcini (numero)..1 (nato il 17/11/09)....................................
peso...4,5 g................................................................
stato piumaggio...pelle completamente glabra……………......
colore...pelle rosa trasparente e becco giallo, occhi coperti
di pelle.......................................................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:.....dal 22/10/09 al 19/11/09................
19) SUCCESSO:..No, a causa di predazione con molta probabilità ad
opera di Philodryas olfersii..............................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI:....al momento del ritrovamento il nido
era vuoto e in costruzione; per vedere se era attivo è stata effettuata
la “prova della foglia” due volte con esito positivo; il primo uovo
deposto venne predato il giorno dopo e il giorno seguente venne
deposto il secondo; il 17/11/09 dopo 16 giorni di incubazione nacque
un pulcino; il 19/11/09 il pulcino venne predato con buona probabilità
da P. olfersii (Colubridae)…………………………………………………………………………
- 164 -
Appendice - 165 -
Todirostrum cinereum
CODICE NIDO: Tc1 BIS
1) SPECIE....Todirostrum
cinereum (Linnaeus, 1766)
...ferreirinho-relogio...............
2) FAMIGLIA..Passeriformes:
Tyrannidae……………………………….
3) MODELLO …..chiuso............
4) VARIANTE......allungato con
tubo di entrata......................
5) POSIZIONE (GPS)... S 22° 51'
11,0'' WO 42° 11' 51,8''………….
6) TIPO DI
APPOGGIO.....pendente su un
ramo....................................
7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario..............
(Zyskowski & Prum, 1999)
8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile).....giovane
albero di Espinho-de-Santana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae) con
DAP di 1,03 cm............................................................................
9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta
mediante tubo.............................................................................
10) MATERIALE USATO......steli e foglie di graminacee, ragnatele,
foglie secche, cotone di painera.....................................................
11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato compatto e nella parte bassa pende un filamento
complesso lungo, all'interno è accumulato uno spesso strato di cotone
sul fondo del nido che riveste anche la parte bassa dell'entrata............
12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* dimensioni.....8 cm (spessore inferiore)- 6 cm (spessore superiore)7 cm (larghezza) – 5 cm (tubo di accesso)…………………………………………….
* altezza totale...............................13 cm (+ 13 cm del filamento
che pende dalla base del nido)........................................................
* altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che
avvolge il ramo per 6 cm- apertura del tubo 4 cm X 2,5 cm.................
- 165 -
Appendice - 166 -
13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........183 cm dal suolo...............
14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?................//................
b. O SEMPLICE RIUSO?...... é stato riutilizzato dalla stessa specie ma
non si sa se dalla stessa coppia: infatti dopo un episodio di predazione
di 3 pulcini, in data 22/10/09 c’è la scoperta di un nuovo evento
riproduttivo con la deposizione del primo uovo..................................
15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo............................
16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......foresta chiusa con rampicanti, in basso c'è un'area
libera di circa 5 m2........................................................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione).....22-10-2009
(primavera)..................................................................................
18) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova …................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)..1 (il 22/10/09) 2 (24/10/09) 3 (26/10/09)……….
lunghezza...1,73 cm (1) e 1,76 cm (2) e 1,78 cm (3)………
larghezza....1,21 cm (1) e 1,19 cm (2) e 1,20 cm (3)………
colore........bianco con macchie con diametro minore di 1
mm e sparse color vino/marrone....................................
pulcini (numero)...2 (12/11/09).............................................
c. GENITORI:
• entrambi.............................................................................
19) PERIODO DI CONTROLLO:..dal 22/10/09 al 27/11/09...................
20) SUCCESSO:...No, probabilmente a causa di predazione.................
21)ULTERIORI INFORMAZIONI:..il 23/10/09 fu avvistato un genitore a
2 m dal nido, il 24/10/09 erano presenti 2 uova e il 26/10/09 3: le
uova vengono deposte a un giorno di distanza l'una dall'altra; il
7/11/09 probabilmente ci fu un tentativo di predazione in quanto un
uovo venne ritrovato a terra, ma 2 rimasero nei nido; il 12/11/09 fu
scoperta la nascita dei due pulcini rimasti; il 27/11/09 fu trovato il nido
intatto e vuoto e i resti di un pulcino a terra sotto il nido mangiati dalle
formiche, i genitori erano prossimi: forse tempo prima era avvenuta la
predazione ad opera di un serpente arboricolo che lasciò cadere uno
dei pulcini e prese l'altro.................................................................
- 166 -
Appendice - 167 -
Tolmomyias flaviventris
CODICE NIDO: Tf1
1)SPECIE..Tolmo
myias flaviventris
(Wied, 1831)..
bico-chatoamarelo………………
2)FAMIGLIA.Pass
eriformes:
Tyrannidae..........
3)MODELLO
…..chiuso............
4)VARIANTE........
...allungato con
tubo di entrata……
5) POSIZIONE (GPS)...S 22° 51' 11,3'' WO 42° 11' 36,9''…………………….
6) TIPO DI APPOGGIO.....pendente alla fine di un ramo......................
7) Se pendente, PRIMARIO O SECONDARIO?...........primario..............
(Zyskowski & Prum, 1999)
8) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)
.......Espinho-de-Santana (Machaerium sp.- fam. Fabaceae) ………………..
9) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile).......indiretta
mediante tubo...............................................................................
10) MATERIALE USATO......steli e foglie di graminacee, Tillandsia
usneoides verde e secca, piccole foglie secche, rametti fini..................
11) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati).......intrecciato fitto con foglie di graminacee attorcigliate; si
identifica una camera globulare e una parte di sostegno: la prima è
composta principalmente da foglie e steli di graminacee, mentre la
seconda da parti di T. usneoides (si distinguono le due parti dal colore
differente, più scura quella superiore, più chiara quella inferiore).........
12) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* dimensioni.........10 cm (spessore inferiore)- 6 cm (spessore
superiore)- 8 cm (larghezza) – 17 cm (tubo di accesso sopra) – 7 cm
(tubo di accesso sotto).................................................................
* altezza totale...............................38 cm ...................................
* dimensione camera incubatrice..........13 cm................................
- 167 -
Appendice - 168 -
* altro:....il nido è fissato al ramo con una parte intrecciata che lo
avvolge per 19 cm………………………………………….....................................
13) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........153 cm dal suolo................
14) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?........totale...................
b. O SEMPLICE RIUSO?................No...............................................
15) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
16) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......area aperta nella foresta......................................
17) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)..........10-10-2009
(primavera)..................................................................................
18) a. STATO DEL NIDO.........in costruzione.....................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)....1(22/10/09) 2(24/10/09) 3 (26/10/09)………….
lunghezza.21,1 mm (1) e 20,9 mm (2) e 21,3 mm(3)……..
larghezza.13,8 mm (1) e 14,0 mm (2) e 14,1 mm (3)……..
colore....rosa chiaro con macchie rosso bordeaux di 1 mm
che circondano il polo maggiore……………........…………………..
pulcini (numero)....2 (10/11/09) e 3 (12/11/09)......................
lunghezza totale...3,00 cm (1) e 2,97 cm (2)...................
lunghezza ali....1,14 cm (1) e 1,12 cm (2)......................
lunghezza coda....//.....................................................
lunghezza becco..0,50 cm (1) e 0,50 cm (2)...................
lunghezza tarso...0,78 cm (1) e 0,75 cm (2)...................
peso...6,5 g (rimasto solo un pulcino in data 16/11/09)……
peso...8,5 g (in data 19/11/09)......................................
stato piumaggio..completamente glabri ..........................
colore.....pelle del dorso grigio scuro, pelle del ventre rosa
trasparente, becco giallo, occhi coperti di pelle................
c. GENITORI:
• entrambi....................................................................
19) PERIODO DI CONTROLLO:...dal 10/10/2009 al 22/11/2009..
20) SUCCESSO:......No, probabilmente a causa di predazione.....
21) ULTERIORI INFORMAZIONI:..scoperta del nido in costruzione;
dopo alcuni giorni di apparente inattività venne trovato un uovo: le
uova vengono deposte con un giorno di distanza l'una dall'altra; il
10/11/09, dopo 15 giorni di incubazione, nacquero due pulcini e rimase
un uovo, al momento del controllo c’erano ancora dei pezzi di gusci nel
nido; l’11/11/09 era presente ancora un uovo; il 12/11/09 si erano
schiusi tutti; il 16/11/09 rimase solo un pulcino: questo aveva funghi
- 168 -
Appendice - 169 -
sul collo e larve incistate sulla coscia della zampa destra.....................
Tyrannus melancholicus
CODICE NIDO: Tm1
1)SPECIE..Tyrannus
melancholicus
Vieillot,
1819....suiriri...........
2)FAMIGLIA.Passerifo
rmes: Tyrannida………
3) MODELLO …..a
cesto……………….........
4) VARIANTE.basso
5) POSIZIONE
(GPS)..S 22° 51'
01,2'' WO 42° 11'
09,4''………………………
6) TIPO DI APPOGGIO......alla base su ramificazione terminale…………….
7) SPECIE VEGETALE DI SUPPORTO (quando applicabile)....Conocarpus
erectus (fam. Combretaceae)..........................................................
8) FORMA DI ACCESSO AL NIDO (quando applicabile)....diretta……………
9) MATERIALE USATO......steli di graminacee, rametti, radici, fili di
nylon di reti da pesca, barba de velho (Tillandsia sp.).........................
10) ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE (in sezione o in
strati)....intrecciato lasso e con i contorni non ben definiti...................
11) DIMENSIONI DEGLI ASSI (includendo intersezioni frontali e
laterali):
* diametro esterno.....................13 cm X 17 cm..............................
* diametro interno.............. 9 cm X 8 cm......................................
* altezza totale............................... 7 cm......................................
* profondità camera incubatrice.......... 5 cm....................................
12) ALTEZZA (dal suolo o dall'acqua)........ 212 cm dall'acqua della
laguna.........................................................................................
13) a. RICOSTRUZIONE TOTALE O PARZIALE?......//………….................
- 169 -
Appendice - 170 -
b. O SEMPLICE RIUSO?................//................................................
14) NIDO SINGOLO O COALESCENTE?.......singolo.............................
15) CARATTERISTICHE HABITAT E MICROHABITAT
CIRCOSTANTE.......restinga aperta...................................................
16) DATA PRIMO RITROVAMENTO (stagione)........25-10-2009
(primavera)..................................................................................
17) a. STATO DEL NIDO.........attivo con uova...................................
b. EVENTUALI OCCUPANTI:
uova (numero)......2.............................................................
lunghezza...24,4 mm (1) e 24,2 mm (2).........................
larghezza.....18,0 mm (1) e 17,9 mm (2)........................
peso....4,0 g (1) e 4,0 g (2)..........................................
colore.....bianco crema di fondo con macchie rosso
bordeaux concentrate al polo maggiore.......…..................
pulcini (numero)...1(il 6/11/09) 2 (il 7/11/09)..........................
stato piumaggio...piumino ma ci sono delle aree
glabre.........................................................................
colore....bianco crema, cute rosso scuro..........................
c. GENITORI:
• un genitore..........................................................................
18) PERIODO DI CONTROLLO:....dal 25/10/09 al 22/11/09.................
19) SUCCESSO:...Sì, in data 22/11/09 un pulcino è in procinto di
abbandonare il nido.......................................................................
20) ULTERIORI INFORMAZIONI: al ritrovamento un genitore era vicino
al nido; l’8/11/09 sparì un pulcino probabilmente predato; il 22/11/09
il pulcino rimasto era pronto per abbandonare il nido, infatti fu visto in
piedi sul bordo che faceva le prime prove di volo................................
- 170 -
Ringraziamenti - 171 -
RINGRAZIAMENTI
Questa tesi è stata il risultato di un’esperienza di vita all’estero
che mi ha permesso non solo di fare nuove esperienze in un ambiente
naturale diverso e meraviglioso, ma anche di rapportarmi con una
realtà nuova e soprattutto di conoscere persone con una profonda
umanità.
Tutto ciò è stato possibile grazie ai miei genitori e alla mia
famiglia che hanno creduto in me e mi hanno sempre appoggiato.
Tengo a ringraziare il Prof. Savio Bruno, il Dott. Mauricio Vecchi
per il sostegno, l’aiuto e l’amicizia durante il lavoro sul campo in
Brasile.
Il Prof. Bonato per i preziosi consigli e suggerimenti durante il
lavoro di stesura dell’elaborato di tesi.
Luiz Freire per il suo aiuto costante e l’amicizia durante la mia
permanenza a Iguaba Grande.
Cileia e tutta la famiglia che mi hanno dimostrato un amore ed
una disponibilità incredibili.
La famiglia Bruno per l’ospitalità durante i giorni passati a
Niteroi.
Tutti gli amici di Iguaba Grande Marcio, Zazim, la famiglia Vecchi
che mi hanno fatto passare dei momenti speciali e le guardie
dell’entrata del NEIG con cui scambiavo sempre qualche parola.
Marcela, Amanda, Angele, Rafael, Daniela e Camila che sono
stati amici con cui ho condiviso bei momenti e su cui ho potuto contare
in Brasile.
Fernanda e la sua famiglia per il calore e l’amicizia durante il
periodo passato nella Serra da Canastra.
Gli amici di São Roque de Minas per l’ accoglienza ospitale.
Gli amici di Niteroi e del Settore di Animali Selvatici della Facoltà
di Veterinaria dell’Universidade Federal Fluminense con cui ho potuto
passare momenti divertenti in ambiente universitario.
Non
meno
importanti,
gli
amici
della
mia
compagnia
e
dell’università con cui ho condiviso le gioie, le soddisfazioni, le angosce
e le preoccupazioni legate al mio viaggio.
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