Sport e sacrificio: inarrestabili verso la meta
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Sport e sacrificio: inarrestabili verso la meta
1. 3. 4 Sport e sacrificio: inarrestabili verso la meta Gli anime dedicati allo sport si caratterizzano soprattutto per una tematica:il sacrificio,la totale dedizione ad uno scopo. Come vedremo, la maggior parte degli anime sportivi vede i protagonisti tesi con tutto il loro essere verso il raggiungimento del loro obiettivo (vincere un determinato incontro,diventare campioni di una determinata disciplina…) Questa caratteristica raggiunge livelli decisamente incredibili (e talvolta poco comprensibili per un occidentale) in alcune serie in cui i personaggi si sottopongono ad allenamenti durissimi e sono durissimi e sono addirittura disposti a sfidare la morte pur di non arretrare, pur di vincere un confronto, che è essenzialmente più con sé stessi più che con gli avversari .Da dove deriva tutta questa competizione, questo desiderio di fare sempre il proprio meglio?Sicuramente dalla società giapponese. Infatti, dal dopoguerra ad oggi, l'economia giapponese ha continuato a crescere in modo inesorabile. Il Giappone si è risollevato dalla sconfitta della Seconda Guerra Mondiale per diventare una potenza economica, grazie alla tenacia ed alla capacità del suo popolo di dedicare tutto sé stesso alla crescita del Paese. Il lavoratore giapponese deve lavorare tanto e bene perché l'azienda prosperi e se tutte le aziende prosperano il Paese diventa più forte.Allo stesso modo viene affrontato il mondo dello sport: lavorare duro per diventare dei buoni atleti, per vincere. Non è raro vedere nei telegiornali sportivi atleti in lacrime: la sconfitta è qualcosa di tremendo, a cui la società è restia a concedere il proprio perdono.A questo va aggiunto il desiderio di differenziarsi dagli altri, di primeggiare. Gli anime sportivi sono suddivisibili in due filoni:lo sport maschile e lo sport femminile.16Infatti, nella tradizione degli anime giapponesi,sport come il tennis, la 16 In Giappone ogni forma di sport, tradizionale o moderna, è oggi largamente seguita.I giornali e le riviste sportive sono letti avidamente e le folle prendono d’assalto gli stadi per tutte le più importanti manifestazioni sportive ,mentre milioni di spettatori seguono questi avvenimenti in televisione.Tra gli sport tradizionali , quelli più popolari sono il sumo (la lotta giapponese), il jūdō, il kendō(“la via della spada”;ken=spada,dō=via, la scherma giapponese)ed il kyūdō(il tiro con l’arco giapponese).Tra gli sport moderni ,il baseball,che è giocato in tutto il Paese sia a livello dilettantistico che professionistico ,è oggi lo sport nazionale più popolare.Il baseball professionistico fu inaugurato in Giappone nel 1936.Due volte l’anno,in primavera ed in estate, l’attenzione del Paese è rivolta allo Hanshin Koshien Stadium di Nishinomiya ,nella prefettura di Hyogo,dove si svolgono i campionati nazionali studenteschi di baseball.Questi campionati sono l’evento principale del calendario sportivo giapponese.Da tutto il Paese giungono allo stadio i sostenitori per incoraggiare la squadra della propria città ed i mezzi di informazione pallavolo e la ginnastica hanno come protagoniste delle donne, mentre il calcio, il baseball, il golf, la lotta libera, il judō, la pallacanestro hanno come protagonisti degli uomini. Tale suddivisione dà origine anche a differenti registri narrativi:infatti, se entrambi i filoni danno importanza agli allenamenti, al valore della vittoria; nei serial maschili sono frequenti i temi della vendetta, della violenza e della morte, ed in quelli femminili gli intrecci amorosi, le rivalità ecc… Una delle prime serie sportive, in Giappone fu Kyojin no hoshi"(in Italia Tommy, la stella dei Giants, 1968) incentrata su un giovane fuoriclasse del baseball, alle prese non solo con le partite mozzafiato,ma anche con i duri ed estenuanti allenamenti . Questo elemento è evidente anche nelle serie femminili come Attack number 1 ("Mimì e la nazionale di pallavolo, 1969, 104 episodi, TMS) insieme alla più recente Attacker Yu!( Mila e Shiro :due cuori nella pallavolo, 1984, 58 episodi, Knack) dove le esercitazioni delle giovani giocatrici sono massacranti (ad esempio Mimì per imparare a tenere unite le braccia nella fase di ricezione si fa ammanettare con delle pesanti catene e si allena con esse , provocandosi sanguinose piaghe alle braccia ). La tematica del sacrificio (in alcuni casi portata all' inverosimile ) è dovuto al senso del dovere tipico della cultura nipponica , allo spirito di totale dedizione ad una causa nobile.Al riguardo scrive Luca Raffaelli nella sua opera Le anime disegnate: “ Per gran parte dei personaggi giapponesi l'esito dell' impegno è questione di vita o di morte. Si lotta con il nemico, contro le proprie debolezze, contro le avversità della vita , ma ce la si deve fare perché è grande il fine da raggiungere: la costruzione di una propria identità contro l' omologazione richiesta dal mondo esterno."17 Sia Mimì che Mila (i cui nomi originali sono Kozue e Yu) muovono i primi passi seguono tutte le fasi dei giochi.Molti campioni del professionismo sono nati a Koshien.Anche il golf si è affermato come sport nazionale in Giappone .Inoltre nel 1992 è stato istituito anche un campionato di professionisti del calcio , noto come la J-League. Altri sport popolari in Giappone sono il tennis , il badminton ,il nuoto, la pallavolo,quest’ultima soprattutto tra le ragazze.Il Giappone ,inoltre,ospita un gran numero di maratone internazionali a cui partecipano atleti di fama mondiale. In Inverno, invece ,molte famose stazioni sciistiche sono affollate dagli appassionati dello sci. Il Giappone è inoltre fiero dei propri atleti olimpionici.Nel 1964 Tokyo è stata la prima città asiatica ad ospitare le Olimpiadi e nel 1972 Sapporo (nell’ Hokkaido)ha avuto lo stesso privilegio per le olimpiadi invernali. 17 Luca Raffaelli “Le anime disegnate”,p.140 nell' ambiente sportivo a scuola, dove la loro grinta e la loro capacità di impegnarsi con caparbietà e determinazione nella nuova attività, che tanto le appassiona, le portano abbastanza velocemente ad un livello di straordinarietà e di eccellenza che le distacca esplicitamente dalle altre compagne di gioco.Non manca d' altra parte un coinvolgimento sociale più positivo, che mette in scena non solo i rapporti di amicizia tra le protagoniste e le rispettive compagne di squadra (In particolare, per Mimì è Midori l'amica di sempre, in cui troverà sempre un solido sostegno nei momenti di debolezza), ma anche un senso di solidarietà che conduce sia Mila che Mimì, al di là del confronto sportivo sempre aperto, ad instaurare solidi rapporti con atlete di altre squadre, le quali sole possono comprendere i problemi, le ansie che il mondo agonistico comporta. In Attack number 1, la pallavolo è vissuta come mezzo catartico per il miglioramento non soltanto dell' atleta ma anche dell' individuo, che impara e vive i valori della diligenza del sacrificio, mantenendo fede ai propri ideali ed al proprio impegno anche di fronte ad avvenimenti dolorosi (Mimì troverà, infatti nella pallavolo la forza per superare il dolore causato dalla morte prematura dell' amato Sutomu). In Attacker Yu!, la protagonista Yu (in Italia Mila), è innamorata tanto della pallavolo quanto dell' aitante Shiro , anch' egli pallavolista.In questa serie, anche l' amicizia è un elemento importante:Yu , infatti intreccerà due importanti amicizie con le amiche-rivali Nami e Kaori. Questa serie , aliena dalla dimensione tragica e spirituale di Attack number 1, mette in luce la stretta relazione della protagonista col mondo in cui vive a differenza di Mimì, dove la dimensione privata passa in secondo piano rispetto alla pallavolo. In Attacker Yu!, inoltre, gli allenamenti vengono ridimensionati: in questa serie sono completamente assenti sequenze di duri e massacranti allenamenti ai quali sottostava invece Mimì per raggiungere i suoi scopi. Una dimostrazione,anche questa, che il passare degli anni sta determinando una graduale mutazione degli ideali della società giapponese, riconducendoli ad una dimensione più quotidiana e meno estrema.La serie di Mimì, però ha lasciato il segno tra gli spettatori italiani, in quanto prima rappresentante "al femminile"delle serie sportive e perché portatrice di un messaggio estremamente forte e radicale. Tra gli anime sportivi due dei più belli portano la medesima firma:quella di Dezaki Osamu (il regista di Remì) che si occupa della regia di Ace o nerae !(in Italia Jenny la tennista, 1973, 26 episodi ,TMS) e Ashita no Joe (Rocky Joe, 1970, 79 episodi, Mushi Production). In Ace o nerae!, Ōka Hiromi si impegna nel club di tennis del suo liceo e seppur cominciando controvoglia, viene poi presa dal vortice sportivo e sacrifica tutta la propria vita privata (amore incluso) alla vittoria.Il desiderio di vincere è così forte anche in chi sta attorno a Jenny, che il suo allenatore gravemente ammalato, dedicherà gli ultimi suoi giorni al futuro sportivo della sua pupilla, evidentemente più importante della sua stessa vita.La serie ha dato vita anche ad un film omonimo del 1979 e ad una serie di OAV (del 1988)situata cronologicamente dopo La serie TV. In Ashita no Joe, Joe è un teppistello che vive alla periferia di Tōkyō; tra un furfantello e l' altro finisce anche in prigione ed alla fine trova riscatto solo nella boxe (unico mezzo per uscire da una vita miserabile e disonesta).La risalita di Joe è durissima e sulla sua strada il ragazzo in crocerà anche la morte, che porterà via il suo rivale, morto sul ring. Sconvolto Joe, ritornerà a combattere solo nella seconda serie Ashita no Joe II (1981 TMS)dove troverà a sua volta la morte in un tragico incontro (scena che è stata invece censurata in Italia perché non adatta ad un pubblico di minori). L'uso frequente del rallenty e di un tratteggio cupo per aumentare il pathos delle scene violente, le suggestive sequenze in controluce sono elementi dello stile cinematografico di Dezaki. Ciò che colpisce in Rocky Joe è la carica autodistruttiva dei pugili ed in particolare di Joe , disposto a perdere la propria vita pur di tornare sul ring e sconfiggere l' avversario. Alla fine di tutto, per lo spettatore pare non esserci alcun vincitore ma solo molte vittime :Joe ha avuto la sua vittoria , ma il prezzo che ha dovuto pagare non è forse troppo alto? Sia Hiromi che Joe sono protagonisti di storie simili, poiché entrambi in ascesa: Joe è all' inizio un orfano e un delinquente dei bassifondi di Tōkyō; Hiromi è una liceale qualunque, particolarmente indecisa. Eppure entrambi hanno un grande talento che potrà maturare solo dopo l' incontro con i loro rispettivi allenatori (Danbei Tange nel caso di Joe; Munakata Jin nel caso di Hiromi ) che trasmetteranno loro la giusta carica e l' entusiasmo necessario per vincere. Lo sport si pone quindi chiaramente come una sfida della vita davanti alla quale non si può retrocedere.Dirà a Hiromi il suo allenatore prima di morire: << La vita è un dono di inestimabile valore […]Qualunque cosa accada la gente continua a vivere quando ha uno scopo, qualcosa di impegnativo a cui dedicarsi.Il tennis può essere un' ancora di salvezza […]E' un errore credere di essere immortali , perché ti impedisce di vivere intensamente ogni piccolo evento giorno per giorno […]Mi sono accorto che non ho mai la stessa opportunità di colpire la palla.Così ,quando è il momento ,devi colpirla con tutta la tua forza !Hiromi , ricorda :gioca sempre il tuo colpo migliore , con tutte le tue energie18 !E non avere rimpianti…>>. Ecco, allora che non è disonorevole la sconfitta ma la mancanza di impegno. Infatti, prima o poi, arriva per tutti il momento di perdere, è una cosa naturale, ma le sconfitte servono per continuare a crescere e sentirsi liberi di sbagliare e ricominciare ogni volta(il dramma della sconfitta nell' anime verrà vissuto da Reika-in Italia Madame Butterfly-per la prima volta, dopo una vita di successi). La lealtà sportiva è invece il tema predominante negli incontri di pugilato di Joe, in uno sport che per la sua violenza , ben si presterebbe a far nutrire sentimenti di odio tra gli atleti . Joe decide di vivere la boxe in modo totalizzante :non gli importano la salute, l' amore (rinuncia a ricambiare l'affetto di ragazze come Yoko o la stessa Miki alla quale rivela la sua filosofia di vita), ai divertimenti.Infatti , quando Miki gli chiederà :<<Non ti senti mai solo ?Passi la vita a batterti contro i tuoi avversari come se foste cani da combattimento. E come se non bastasse non mangi, non bevi…Io ti chiedo questo :E' davvero questo quello che vuoi dalla vita?>>;<<Non ne sono sicuro neanch'io >>replica Joe ,<<ma c'è una cosa invece di cui sono certo :faccio il pugile perché l'unica cosa che amo è la boxe […] ti giuro dal profondo del cuore che questa è la verità […]La mia vita è certamente diversa da come la concepiscono i ragazzi della mia età , ma a modo mio mi sento veramente vivo solo su quel maledetto ring .Sto vivendo la mia vita al 100%, non come altri che vivono solo a metà…Anche se solo per pochi istanti quando sono lassù sento bruciare dentro di me una sensazione che è indescrivibile.E poi , dopo che questa sensazione si è consumata , non rimangono 18 Marco Pellitteri “Mazinga nostalgia”,pag.368 altro…non rimangono altro che delle bianche ceneri .Già ….non resta ormai più nulla da bruciare >>19.Anche noi, forse, come Miki non comprendiamo il modo di pensare di Joe , così estremo , che lo condurrà alla morte , con la consapevolezza però di aver ottenuto ciò che desiderava ;un gesto coraggioso non solo degno di compassione ma anche di rispetto. Ricco anche il filone dedicato al calcio, tra cui ricordiamo Akakichi no eleven (Arrivano i superboys ,1970,52 episodi,Tōkyō TV Doga) e Captain Tsubasa ("Holly e Benji:due fuoriclasse ,128 episodi, 1983-'86, Tsuchida).In Akakichi no eleven Tamai Shingo, appassionato di calcio, alla fine della serie diventerà campione del mondo dopo aver sconfitto il Brasile. In Captain Tsubasa, viene introdotto un elemento nuovo:l' estensione della dimensione temporale. Infatti, in questa serie , gran parte della narrazione consiste nella telecronaca delle partite tra la squadra protagonista e quelle avversarie; durante le partite, poi possono riaffiorare in flashback, ricordi che dureranno per tutta la puntata. Questo "allungamento"dei tempi reali, ovviamente è un espediente sceneggiativo per racchiudere in un solo istante la realtà oggettiva e la vita interiore del personaggio stimolata in quel particolare momento. I temi della vendetta e della violenza sono presenti (seppur con alcune attenuanti e motivazioni alle origini di esse) nelle serie Kurenai no Sanshiro("Judō Boy",26 episodi, 1969, Tatsunoko)e Tiger Mask (L'uomo tigre,105 episodi, 1969-'71, Toei Doga). In Kurenai no Sanshiro, Sanshiro, un giovane judōka al quale è stato ucciso brutalmente il padre da degli ignoti, decide di fare giustizia da sé e dedicherà tutta la sua vita a questo scopo. In Tiger mask, il protagonista Naoto, è un campione di lotta libera che cela la sua vera identità dietro una maschera che raffigura l' effige di una tigre (da qui il titolo). Naoto combatte sempre i suoi incontri rispettando le regole, deve costantemente sottostare alle scorrettezze dei suoi rivali, assoldati dalla Tana delle Tigri, misteriosa organizzazione criminale di lottatori tesa a sgominare dal mondo della lotta libera chi si comporta con lealtà e scrupoli.A questo ruolo di lottatore (dove non mancano scene 19 Marco Pellitteri “Mazinga Nostalgia”,p.369 raccapriccianti di sangue e violenza)Naoto contrappone la veste di benefattore di un orfanotrofio a cui devolve il ricavato delle sue vittorie e dove i piccoli ospiti esultano per il loro eroe dalla maschera di cui ignorano la vera identità. In Giappone, tutte le attività umane sono narrate dai manga e dunque dagli anime.Esistono perfino delle serie incentrate sui giocatori di pachinko 20(la tradizionale slot-machine giapponese), sugli impiegati delle grandi aziende, sui pescatori e così via. Al riguardo ha ottenuto un discreto successo anche in Italia la serie Sanpei, ragazzo pescatore, che ha come protagonista un giovane appassionato di pesca all' amo. In Giappone, la pesca è uno degli sport nazionali, ma in ogni caso-a parte le dettagliate descrizioni dei pesci, delle esche e delle tecniche di cattura-Sanpei ci comunica, ancora una volta, l' importanza dell' impegno e della sfida con sé stessi più che con i pesci. Lo sport è il simbolo della lotta e della competizione;esso mette alla prova la tenacia la volontà e la capacità dell'individuo di spingersi al limite delle sue possibilità. Nello sport nulla può darsi per scontato e il vincitore deve essere sempre pronto a difendere il suo titolo.In un certo senso, si potrebbe dire che queste serie hanno un qualche valore educativo nel preparare i ragazzi alla vita. La lezione che insegnano è che non basta più essere gentili ed onesti, come sembrano suggerire i disegni animati di Walt Disney .Per guadagnare un posto nel mondo degli adulti, i giovani devono fare qualcosa di più oltre che superare le prove che incontrano sulla loro strada durante l' infanzia.Devono essere vittoriosi,sapere come gestire le loro vite , assumersi dei rischi e crearsi delle opportunità.Devono essere dei combattenti ed imparare a pensare da vincenti. Mettendo in scena la competizione ed esaltando l'eroe che emerge nel gruppo, queste serie presentano un ' immagine dell' individuo che si fa da sé in un contesto di uguaglianza e giustizia. 20 Il pachinko , la tipica slot-machine giapponese ,rappresenta in Giappone attualmente, uno dei passatempi preferiti dei giovani giapponesi.Intere sale sono adibite per ospitare questi “accaniti”giocatori,che in cambio di una determinato numero di palline vinte ottengono altri regali(caramelle, oggetti,..).Le sale di pachinko( le pachinko-ya), sono sempre più presenti anche nelle produzioni cinematografiche di autori contemporanei giapponesi ed inevitabilmente anche negli anime come specchio della società giapponese moderna.