Il corretto impiego dei teli plastici per la pacciamatura dell`orto

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Il corretto impiego dei teli plastici per la pacciamatura dell`orto
Il corretto impiego dei teli plastici
per la pacciamatura dell’orto
Ricoprire il terreno con teli plastici è una tecnica collaudata che viene utilizzata su scala sempre più
vasta ormai da alcuni decenni (circa 40 anni). Tuttavia nei piccoli orti la pacciamatura non è ancora
diffusa come dovrebbe perchè spesso si ritiene che, coprendo il suolo con i teli, il terreno «non respiri»,
o che le materie plastiche abbiano addirittura qualche incidenza negativa sulle coltivazioni. Vediamo
allora come stanno realmente le cose e come adottare in modo corretto questa tecnica di coltivazione
Il nome pacciamatura deriva da
«pacciame», termine che indica lo strato di foglie e piccoli rami che si accumula sotto gli alberi.
Questa tecnica è stata applicata e si è
sviluppata in zone semiaride dove è importante risparmiare il più possibile
l’acqua. All’iniziale scopo di contenere
al massimo la perdita di acqua dal suolo
si è in seguito aggiunto quello del controllo delle piante infestanti.
Per attuare questa tecnica sono stati
e vengono usati diversi materiali: foglie,
ramaglie, torbe, residui di falciatura del
prato, trucioli, segature, cortecce, residui della produzione di compost, apposita carta e, soprattutto, le paglie di cereali (frumento e orzo).
La diffusione poi delle materie plastiche ha aumentato i vantaggi della
pacciamatura che ha trovato in breve
tempo applicazione su vasta scala.
– l’ottenimento di frutti puliti (fragola,
melone, pomodoro ed altri) perché non
vengono a contatto diretto con il terreno;
– una maggiore uniformità della vegetazione perché si creano migliori condizioni di crescita (nei terreni pacciamati
è stata rilevata una maggiore disponibilità di anidride carbonica);
– il ridotto compattamento del suolo
provocato da piogge o irrigazioni; una
volta asportati i teli il terreno si presenta, di regola, arieggiato e molto più soffice ripetto al suolo non coperto;
– la minore incidenza di malattie causate da funghi microscopici. I teli riflettenti hanno poi la capacità di allontanare gli insetti (per esempio Bemisia tabaci, aleurodide che trasporta il virus
I VANTAGGI DELL’IMPIEGO
DEI MATERIALI PLASTICI
I vantaggi della pacciamatura con
materiali plastici scuri sono numerosi.
Qui ricordiamo:
– l’eliminazione quasi completa dei problemi arrecati dalle piante infestanti;
– il più ridotto consumo di acqua per irrigare in quanto la pacciamatura impedisce in gran parte l’evaporazione dell’acqua dal suolo e trattiene l’umidità
che risale dagli strati più profondi del
terreno mettendola a disposizione delle
piante; dato poi che non vi è sviluppo di
infestanti, quasi tutta l’acqua resta disponibile per le colture;
– le produzioni più abbondanti;
– la maggiore precocità di raccolta (il
terreno si riscalda in meno tempo e si
mantiene più caldo rispetto al suolo non
coperto consentendo così, mediamente,
una più accentuata precocità delle colture e un più lungo ciclo produttivo);
– la superiore diponibilità di elementi
fertilizzanti perché le temperature medie più alte consentono una migliore attività dei microrganismi del terreno;
– il minore dilavamento (perdita in
profondità), specialmente dei nitrati, dato che le colture sono soggette in misura più limitata all’azione di piogge e irrigazioni;
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In alto: un piccolo orto con aiole pacciamate da teli plastici. In basso: tunnel
di medie dimensioni con terreno completamente pacciamato
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A sinistra: telo per pacciamatura in amido di mais.
A destra: telo tessuto (telo vivaio) impiegato per la pacciamatura della fragola
dell’accartocciamento fogliare giallo
del pomodoro);
– la minore fatica dovuta alla eliminazione o alla riduzione degli interventi di
diserbo manuale e il maggior tempo disponibile per seguire le coltivazioni.
QUALI INCONVENIENTI?
Tra gli inconvenienti dell’uso dei
materiali plastici per pacciamatura, a
parte i costi di acquisto e di messa in
opera, è stato a volte verificato, soprattutto in corrispondenza di periodi estivi
particolarmente caldi, un rallentamento
dell’attività dei microrganismi del suolo. Inoltre può succedere che le piante
appena messe a dimora si possano scottare toccando i teli. L’impiego di piante
con pane di terra e irrigazioni che tengono costante l’umidità del terreno evitano
o limitano moltissimo questo inconveniente. Talora nella fragola i teli vengono imbiancati con latte di calce perché
non si riscaldino eccessivamente.
Ma il vero problema è quello dello
smaltimento (il materiale con cui vengono fabbricati più comunemente i teli
è il polietilene o Pe), soprattutto quando
sono sporchi di terra o di residui di antiparassitari (vedi paragrafo a pag. 19).
Anche quando si esegue
l’irrigazione per
infiltrazione laterale
dentro i solchi si
possono pacciamare
le aiole. Per far
penetrare l’acqua è
sufficiente praticare
dei fori sul fondo
dei solchi (dove
indicato dalla freccia)
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la pacciamatura si possono adoperare
teli trasparenti, usati specialmente nella
coltura del melone per rendere più precoce la produzione. Questi teli, però,
non impediscono la crescita delle piante
infestanti. Esistono poi teli di tonalità
più chiare (grigio fumo) o scure da una
parte e bianco latte dall’altra, usati specialmente per le colture protette e per
quelle dette «fuori suolo» (coltivate senza il supporto del terreno); questi materiali sono però poco disponibili per il
piccolo produttore.
Si possono adoperare anche, ma in
genere è un impiego limitato alla fragola, teli di materiale plastico tessuto (detti talora «teli vivaio») che consentono il
passaggio dell’acqua e che possono durare a lungo (alcuni anni).
I teli di materiale plastico sono oggi
disponibili presso i migliori garden center e le rivendite di prodotti per l’agricoltura anche in piccole quantità (sono
venduti in bobine a peso o a metro).
I NUOVI TELI PACCIAMANTI
PACCIAMATURA E IRRIGAZIONE
A questo ultimo proposito ricordiamo qui che da non molto sono
in commercio – anche in limitate quantità – teli derivati da amido di mais (amido termoplastico) la cui durata è di 1-3
mesi e più in rapporto soprattutto al tipo
e allo spessore dei teli stessi (Bio-Telo
Agri) (1).
Questi teli, una volta interrati, si decompongono nel suolo. Il vantaggio è
quindi apprezzabile perché l’agricoltore si trova risolto sia il problema dello
smaltimento che il lavoro di rimozione
dei teli dalle aiole, con notevole risparmio di tempo. La diffusione di questi
teli potrebbe senz’altro rendere ancora
più conveniente l’adozione della pacciamatura.
LE CARATTERISTICHE DEI TELI
PACCIAMANTI IN GENERALE
Lo spessore dei teli più comunemente adoperati va da 0,05 a 0,10 millimetri. Si può arrivare fino a 0,15 millimetri
nella produzione nell’asparago bianco
(in questo caso però vengono utilizzati
per più anni).
Va ricordato che, oltre ai teli neri, per
Nel caso di adozione della pacciamatura con teli plastici, per irrigare con
maggiore razionalità si possono adottare le apposite manichette (o tubi rigidi)
in materiale plastico poste in genere sotto i teli stessi.
Tuttavia è possibile sistemare le aiole a porche (prose, prosone, colmini,
magoli, passate e altre denominazioni
locali) per dare acqua col sistema a scorrimento-infiltrazione laterale in solchi.
In questo caso si stende la pacciamatura
e si praticano numerosi piccoli fori soprattutto in corrispondenza del fondo
dei solchi. L’acqua così defluisce facilmente dai fori, non vi è sviluppo di infestanti e si può concimare in copertura
senza problemi (si distribuisce il concime nelle quantità stabilite con la coltura
in atto e poi si irriga).
ALTRI ASPETTI
DA TENERE PRESENTI
● La pacciamatura può essere distesa su tutta la superficie che interessa la
coltura (e allora si dice integrale) oppure solo sulle aiole; in questo secondo caso si può contenere ulteriormente lo sviluppo delle erbe infestanti ponendo della paglia nei percorsi tra un’aiola e l’altra. Si parla in questi casi di pacciamatura mista.
● Se in buono stato i teli, si possono
recuperare, di solito dopo averli ben puliti e accuratamente arrotolati, e impiegare per un nuovo ciclo colturale.
Dovranno essere adoperati per la stessa
coltura o per ortaggi che vengono piantati alle stesse distanze a cui sono stati
praticati i fori nella pacciamatura.
● La pacciamatura con teli plastici è,
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A sinistra: coltura di pomodoro in cui i teli sono stati fissati a mezzo di sassi posti all’interno dell’aiola. Si possono notare
sul telo i fori praticati per l’rrigazione (scorrimento-infiltrazione laterale). Al centro: aiola coltivata a zucchino in cui la
pacciamatura è stata fissata ai bordi ugualmente con alcuni sassi. A destra: invece di sassi o altri materiali, per ancorare i
teli si possono usare sacchetti di materiale plastico contenenti terra, sabbia o, come nella foto, vasetti riempiti di sassolini
di regola, ammessa nelle colture
biologiche, sentito prima il parere
dell’organismo di controllo a cui si affida l’azienda.
COME SI STENDONO...
I teli devono essere stesi sulle aiole in
modo che non vi siano piegature o rilievi, quindi vanno posti in opera su terreno accuratamente lavorato, come quando si prepara per semine e trapianti.
Quando si usa la manichetta per l’irrigazione, che consente pure la distribuzione di acqua con i concimi disciolti
(irrigazione fertilizzante o fertirrigazione), la sistemazione delle aiole deve essere ancora più accurata, in quanto è necessario accertarsi che non vi siano conche od ostacoli che impediscano il regolare deflusso dell’acqua. La manichetta
viene stesa al centro dell’aiola (ma se ne
può mettere anche una per fila) in rapporto alle colture, alla fittezza delle
piante, al tipo di manichetta adottata,
ecc. In ogni caso è consigliabile, prima
di pacciamare le aiole, verificare il funzionamento delle manichette eseguendo
una breve irrigazione «a vuoto».
Quando si stendono i teli è opportuno non scegliere né periodi troppo freddi né molto caldi per evitare irregolari
tensioni dei teli stessi (quando fa freddo
è meglio operare nelle ore centrali di un
giorno soleggiato, con il caldo è meglio
posare i teli alla mattina presto). Il loro
ancoraggio dovrà inoltre essere il più
solido possibile altrimenti il vento, anche leggero, potrebbe sollevarli e strapparli, e nello stesso tempo la tensione
non dovrà risultare eccessiva perché altrimenti gli sbalzi di temperatura potrebbero provocare rotture dei teli.
Per compiere l’operazione di fissaggio si possono predisporre ai lati delle
aiole dei piccoli solchi nei quali viene
introdotto il telo che viene poi zavorrato ricoprendolo con lo stesso terreno risultante dallo scavo. Quando si adotta la
pacciamatura integrale, o nel caso si voglia consentire una migliore stabilità dei
teli, si può mettere sui teli stessi (in corrispondenza dei percorsi tra aiole o tra le
file di colture) qualche badilata di terreno o meglio ancora di sabbia. Questo sistema è consigliabile anche nei piccoli
orti (in mancanza di sabbia i teli si possono fermare con sacchetti di plastica
riempiti di terra o al limite con sassi).
Bisogna però fare attenzione a non
porre terra o sabbia sopra le manichette per l’irrigazione o nei punti in cui
si dovranno collocare le piante.
sente, tra l’altro, anche di asportare il
terreno in modo da formare una conca
dove porre le piante con il pane di terra.
Al posto dei fori si possono, sempre
alle distanze fissate per mettere a dimora le piante, effettuare dei tagli a croce
con un coltellino affilato.
LO SMALTIMENTO
Come abbiamo già messo in evidenza, lo smaltimento dei teli plastici è oggi il problema fondamentale legato a
questo tipo di pacciamatura. Come
tutte le materie plastiche, i teli non
devono essere bruciati altrimenti possono diffondere nell’aria sostanze tossiche.
Lo smaltimento dei teli, specialmente quando sono sporchi di terra o di residui di antiparassitari, risulta comunque più impegnativo rispetto a quello di
altre materie plastiche.
Nelle aree di maggiore consumo di
questi materiali vi sono consorzi che si
occupano del loro ritiro e dello smaltimento-recupero. Negli altri casi bisogna
rivolgersi all’azienda che, nella propria
...E COME SI FORANO I TELI
Aiola in cui per l’irrigazione
è stata stesa una manichetta situata
al centro dell’aiola, sotto il telo
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Il sistema più semplice consiste nel
forarli con un piantabulbi, attrezzo che
si trova facilmente nei negozi di prodotti per il giardinaggio. Il piantabulbi con-
Per forare il telo e formare la buchetta
in cui porre le piantine si può
usare un piantabulbi
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zona, esegue lo smaltimento dei rifiuti
solidi urbani per sapere come comportarsi. La diffusione di teli degradabili
nel terreno dovrebbe comunque, con il
tempo, ridurre l’importanza di questo
problema.
Consigli per pacciamare
i diversi ortaggi
Aglio, cipolla, porro. Per queste colture la pacciamatura con teli platici viene adottata poco di frequente anche se
nella cipolla i risultati si rivelerebbero
particolarmente brillanti; la pacciamatura è comunque impiegabile solo in
piccole superfici e richiede un po’ di pazienza nel forare i teli (le cipolle si mettono a dimora piuttosto fitte), ma una
volta che le piante hanno attecchito, i lavori fino alla raccolta si riducono a ben
poco. È da raccomandare una prova. Le
colture di aglio vengono pacciamate poco di frequente, tuttavia la pacciamatura
può essere adoperata con i limiti indicati per la cipolla. Quando si pacciamano
i porri, giunto il momento dell’imbianchimento è necessario togliere i teli per
poter rincalzare (dare terra) le piante.
Asparago. Nell’asparago bianco i
teli plastici scuri sono da tempo utilizzati con successo per diminuire il numero delle raccolte dato che impediscono
che la luce venga a diretto contatto con
i germogli (turioni). Se si lascia però
troppo tempo il turione spuntato dal terreno sotto la pacciamatura, la qualità del
prodoto peggiora (si aprono le squame
che coprono la punta del turione). È opportuno adoperare teli piuttosto spessi
(0,10 millimetri o più) perché devono
essere tolti e rimessi sulle aiole ogni volta che si raccoglie. Adottando teli leggeri è più facile che il vento li sollevi e
li laceri, mentre questo non avviene, o si
verifica in minore misura, adoperando
teli pesanti che possono servire per più
anni.
Bietola da coste. La pacciamatura
viene adottata specialmente nelle colture precoci e tardive.
Carciofo, cardo. Viene poco attuata.
Va ricordato che per il cardo i teli plastici scuri vanno rimossi dalle aiole se si
esegue l’imbianchimento piegando le
piante e ricoprendole di terreno.
Carota. Di regola la pacciamatura
non viene attuata. È possibile con pazienza (magari durante l’inverno) tagliare dai teli plastici, alle distanze stabilite, delle strisce dove eseguire la semina. Questa prova si può effettuare solo in piccole superfici, ma può dare buoni risultati perché riduce di molto i lavori di diserbo manuale che nella carota
sono piuttosto impegnativi.
Cavoli (cappuccio, cavolfiore,
broccolo, di Bruxelles, verza, cavolo
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Asparagiaia ricoperta con teli plastici
scuri che a ogni raccolta vengono
spostati e poi rimessi sulle aiole
In colture dove le distanze d’impianto
sono notevoli, come cocomero-anguria
o zucca, la pacciamatura elimina i
lavori di diserbo che sono impegnativi
nelle prime fasi di coltivazione
quando la vegetazione degli ortaggi
non ricopre il terreno
cinese, cavolo rapa). In genere la pacciamatura viene poco adottata, ma può
dare un buon esito specialmente nelle
colture primaverili precoci e in quelle
autunno-invernali.
Cetriolo, cetriolino, cocomero, melone, zucca, zucchino. Queste colture si
avvalgono molto bene della pacciamatura con teli scuri tanto in coltura protetta che a pieno campo. Per quanto riguarda la precocità, nel melone i migliori risultati sono stati ottenuti con teli plastici trasparenti che però non controllano le piante infestanti; si può, volendo, accoppiare il telo trasparente con
quello scuro.
Fagiolo, fagiolino. Di regola queste
piante non vengono pacciamate, tranne
che in colture protette precoci in cui si
attua prima la semina in contenitore e
poi si procede al trapianto.
La pacciamatura con paglia
Per approfondire l’argomento pacciamatura rimandiamo i lettori al recente articolo «Dieci buone ragioni
per impiegare la paglia nella pacciamatura delle colture orticole» pubblicato sul n. 10/2003 a pagina 52.
Finocchio. La pacciamatura in genere non viene praticata, ma è possibile attuarla adottando le stesse avvertenze indicate per i porri.
Fragola. È, probabilmente, la coltura
in cui la pacciamatura è stata usata per
prima su vasta scala. Infatti, se i frutti di
fragola toccando il terreno si sporcano
non sono più commerciabili. La pacciamatura della fragola si può considerare
indispensabile pure in un piccolo orto.
Lattughe a cappuccio, indivia riccia, scarola, radicchi da cespo, catalogna. La pacciamatura con teli plastici
all’inizio non veniva quasi presa in considerazione per queste colture. In seguito ha trovato sempre più largo impiego
per le lattughe da cespo (sia in coltura
protetta che in piena aria), ma dà buoni
risutati anche per gli altri ortaggi menzionati specialmente in colture precoci
primaverili e autunno-invernali.
Melanzana, peperone, pomodoro.
Sono tra le colture che si avvalgono nel
modo migliore della pacciamatura sia
sotto protezioni che in pieno campo. Per
questi ortaggi sarebbe una pratica da
consigliare vivamente pure nei piccoli
orti. Chi alleva il pomodoro senza sostegni otterrà un notevole vantaggio adottando questa tecnica (i frutti non toccano il terreno e si verificano meno marciumi e più ridotti attacchi di malattie).
Patata. La coltura può essere attuata
adottando teli plastici scuri per ottenere
un prodotto precoce. Questa tecnica di
coltivazione della patata è stata trattata
nel n. 1/2002 a pag. 17.
Prezzemolo. Seminando prima in
contenitori alveolati (alcuni semi per alveolo) e poi eseguendo il trapianto si
possono ricoprire le aiole, meglio nelle
colture precoci e tardive, con la pacciamatura.
Sedano. Nel sedano la pacciamatura
può essere adottata con ottimi risultati
sia nelle colture precoci come in quelle
più tardive.
Spinacio. Di solito la pacciamatura
non si adotta, anche se in piccole superfici può essere attuata praticando con
pazienza i fori alle distanze desiderare e
seminando nei fori così ottenuti oppure
producendo piantine con il pane di terra
e poi eseguendo il trapianto. È da raccomandare una prova.
Giuseppe Cipriani
(1) Indirizzi utili per i teli pacciamanti a base
di amido di mais:
– Arrigoni - Via Monte Prato, 3 - 22029
Uggiate Trevano (Como) - Tel. 031 803280
- Fax 031 803206 (segnala il rivenditore).
– Tenax - Via dell’Industria, 3 - 23897
Viganò Brianza (Lecco) - Tel. 039 9219300
- Fax 039 9219290 (segnala il rivenditore).
C O N T R O L L O
I N D I R I Z Z I
A LL’8-1-2004
VITA IN CAMPAGNA 2/2004