87-95 Art.Orig.-Ferraro - Recenti Progressi in Medicina
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87-95 Art.Orig.-Ferraro - Recenti Progressi in Medicina
Articolo originale Vol. 95, N. 2, Febbraio 2004 Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Un caso di sindrome di Liddle Francesca Ferraro, Michele Meschi, Simona Detrenis, Giorgio M. Savazzi Riassunto. Una paziente ricoverata per astenia, ipertensione arteriosa, alcalosi metabolica ed ipopotassiemia grave, affetta da sindrome di Liddle, ci offre lo spunto per affrontare la diagnosi differenziale di affezioni apparentemente simili per turbe ioniche, come iperaldosteronismo primario e secondario, ipercorticismo e pseudoiperaldosteronismo. In particolare, prendiamo in esame l’ipopotassiemia che si accompagna a ridotto pool potassico, rispetto a quella riconducibile ad alterata ridistribuzione ionica senza deficit del pool. Affrontiamo, nel trattamento dell’ipopotassiemia grave, modi e tempi di somministrazione di sali di potassio per via endovenosa, terapia con risparmiatori di potassio e supplementazione di sali per os; segnaliamo inoltre i pregi di un apporto dietetico con scelta di cibi ricchi di potassio, in grado di correggere l’ipopotassiemia lieve e contrastare i deficit di pool riconducibili alla terapia diuretica a lungo termine. Parole chiave. Acidosi, alcalosi, capacità potassica, iperaldosteronismo, ipercorticismo, ipertensione arteriosa, ipokaliemia, pool potassico, sindrome di Liddle Summary. Differential diagnosis in hypokalemia. A case of Liddle’s syndrome showing weakness, hypertension, metabolic alkalosis and hypokalemia, identifiable as Liddle’s syndrome, allows us to face the differential diagnosis among ionic dysfunctions, as primitive and secondary hyperaldosteronism, hypercorticism and pseudohyperaldosteronism. We discuss hypokalemia due to reduced potassium pool, or referable to altered ionic redistribution without losses. Concerning the treatment of important hypokalemia, we face manners and times of intravenous administration of potassium salts, potassium-sparing diuretics and supplementation per os; besides, we stress the dietetic contribution of rich in potassium foods, for the correction of the light hypokalemia and against deficit of pool referable to the long term diuretic therapy. Key words. Acidosis, alkalosis, hyperaldosteronism, hypercorticism, hypertension, hypokalemia, Liddle’s syndrome, potassium capacity, potassium pool. Cenni sul metabolismo del potassio Il contenuto totale di potassio in un individuo normale di 70 kg è di circa 3500 mEq. Il catione è predominante nel liquido intracellulare, ove si trova soprattutto legato a proteine, anioni fosfato e glicogeno. Con il termine di capacità potassica si intende la quantità di potassio presente nell’organismo in condizioni fisiologiche ottimali: essa è orientativamente stimabile in quantità di 50 mEq dello ione per kg di peso corporeo, con valori lievemente inferiori per il sesso femminile. Il pool potassico si riferisce invece alla quantità del catione realmente presente nel soggetto al momento dell’osservazione clinica, e come tale può essere normale – ossia coincidere con la capacità potassica –, oppure essere aumentato o diminuito. In condizioni di equilibrio, il potassio è reperibile nel liquido intracellulare in concentrazioni stimabili intorno ai 145 mEq/l, e nell’extracellulare in concentrazioni comprese tra 3,5 e 5 mEq/l, quali evidenziate dalla potassiemia sierica 1. Il bilancio tra introito ed escrezione dello ione dipende essenzialmente da apporto alimentare (40 – 70 mEq/die) ed eliminazione renale nel nefrone distale; in condizioni fisiologiche, infatti, solo una parte minoritaria di potassio è persa con le feci ed il sudore. Il meccanismo più significativo di controllo renale della kaliemia è mediato dall’aldosterone, attraverso l’escrezione del potassio contestualmente all’aumento del riassorbimento del sodio. Dipartimento di Clinica Medica, Nefrologia e Scienze della Prevenzione, Università, Parma. Pervenuto il 18 dicembre 2002. 88 Recenti Progressi in Medicina, 95, 2, 2004 Poiché l’azione regolatoria renale non può estrinsecarsi in acuto, sono previsti meccanismi extrarenali rapidi atti a regolare la distribuzione interna dello ione, garantendo una fluttuazione di quest’ultimo tra i fluidi extra ed intracellulari 2. In particolare: a) l’increzione insulinica favorisce la captazione intracellulare del potassio, essenzialmente tramite l’attivazione delle molecole di controtrasporto Na+/H+: il transitorio incremento della concentrazione intracellulare dello ione sodio favorisce l’efflusso di quest’ultimo attraverso la pompa Na+/K+ATPasi e, conseguentemente, l’internalizzazione del potassio (sistema elettrogenico 3 Na+/ 2 K+); b) la condizione di acidosi modifica la distribuzione extracellulare del potassio, con tendenza all’iperkaliemia; specularmente, l’alcalosi tende a spostare il potassio entro la cellula, con riduzione dei valori sierici; c) le molecole stimolanti i recettori adrenergici β2 tendono a favorire l’internalizzazione del potassio nella cellula, attraverso la pompa Na+/K+ATPasi 3,4. Ne deriva che talune condizioni, quali denutrizione, ipercatabolismo ed acidosi metabolica, mobilizzando il potassio verso l’extracellulare ed inducendo tendenza iperkaliemica, con la successiva eliminazione urinaria muovono in direzione della riduzione del pool potassico; le fasi di contrazione della diuresi in corso di insufficienza renale, con risparmio del catione, sono invece un esempio che conduce all’aumento del pool dello ione e susseguente possibile iperkaliemia 5. La valutazione globale del pool potassico di un individuo non può prescindere dalla considerazione del rapporto contenuto – capacità potassica in base a kaliemia e pH arterioso, secondo la formulazione adottata da Scribner e Burnell, al cui grafico 6 rimandiamo, ricordando le correlazioni: deficit o eccesso (in mEq) = deficit o eccesso (in %) · É 45 · peso100corporeoh L’ipokaliemia ([K+] < 3,5 mEq/l) è una condizione relativamente frequente nella pratica clinica 7,8, molto più dell’iperkaliemia, più spesso quest’ultima riconducibile ad insufficiente eliminazione renale (riduzione del filtrato glomerulare con oliguria, iporeninemia, iposurrenalismo, uso di diuretici risparmiatori di potassio e di ACE-inibitori), a ridistribuzione dal comparto intracellulare all’extracellulare (catabolismo, necrosi tessutale, crisi emolitiche, acidosi), ad eccesso di introduzione (infusione parenterale, ripetute trasfusioni ematiche, carico alimentare). I sintomi e i segni dell’ipokaliemia interessano il sistema nervoso centrale (astenia, sonnolenza, torpore, coma), il sistema nervoso periferico e la muscolatura (astenia, paralisi flaccida con abolizione dei riflessi profondi muscolo-tendinei, rabdomiolisi, insufficienza respiratoria) ed il tratto gastroenterico (anoressia, nausea, vomito, meteorismo, ileo paralitico); non infrequenti i casi di ipotensione ortostatica. Le alterazioni elettrocardiografiche suggestive di riduzione della concentrazione sierica dello ione sono la comparsa di onde T appiattite o invertite, l’allungamento dell’intervallo QT e la comparsa di un’onda U di oltre 1 mm, che in seguito può divenire preminente rispetto all’onda T che va deprimendosi. Spesso l’eziopatogenesi della deplezione di potassio è determinabile attraverso la raccolta di un’anamnesi dettagliata: dopo avere accuratamente escluso la ridistribuzione conseguente ai fattori che inducono lo spostamento ionico nel fluido intracellulare e l’eventuale riduzione dell’introito giornaliero, l’origine del deficit potassico può essere prevista indagando l’escrezione urinaria dello ione, che, in caso di funzionalità tubulare conservata, arriva a ridursi a meno di 20 mEq/die per incremento del riassorbimento e diminuzione della secrezione distale. Il riscontro di ipopotassiemia contemporanea a potassiuria ridotta è suggestiva di perdite gastroenteriche o cutanee. Gli eventi che determinano un incremento della concentrazione di potassio nel dotto collettore corticale, o che causano un aumento del flusso distale, sono in grado di indurre perdite di potassio attraverso le urine. La misurazione del gradiente di concentrazione transtubulare di potassio (TTKG, Transtubular K+ concentration Gradient) permette di quantificare la facilitazione alla secrezione dello ione, definendosi come il rapporto tra concentrazione potassica nel lume del dotto collettore corticale ([K+]DCC) e concentrazione potassica entro i capillari peritubulari (e dunque nel plasma, in altre parole la kaliemia, [K+]p). TTKG = [K+]DCC / [K+]p Dal momento che, per i meccanismi mediati dall’ormone antidiuretico, la porzione terminale del dotto collettore corticale ha osmolalità equiparabile a quella plasmatica, la concentrazione potassica nel lume del dotto collettore corticale è stimabile, a sua volta, dividendo la potassiuria ([K+]u) per il rapporto tra osmolalità delle urine (osmu)ed osmolalità del plasma (osmp). In tal modo si ha che: TTKG = [K+]u (osmuiosmp) [K+]p Un TTKG elevato (superiore a 4) depone per un’inappropriata risposta renale all’ipokaliemia, ossia per una perdita renale dello ione determinata da un’aumentata secrezione distale dello stesso (per esempio, nelle condizioni di iperaldosteronismo). Un TTKG ridotto (inferiore a 2) contemporaneamente ad ipokaliemia riflette invece una risposta renale adeguata, e la deplezione ionica va ricercata altrove (scarso apporto, perdite gastrointestinali, ma anche uso di diuretici, diuresi osmotica o nefropatie sali-disperdenti). Descrizione del caso Viene ricoverata nel nostro Dipartimento una donna di 69 anni, peso 68 kg, affetta da ipertensione arteriosa non sottoposta ad alcun trattamento farmacologico. F. Ferraro et al.: Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Un caso di sindrome di Liddle 89 nali della midollare del surrene. Nella norma il dosaggio In particolare, risulta negativa l’anamnesi per uso di diuretici, lassativi, cortisonici, ACTH, carbenoxolodegli ormoni tiroidei, della cortisolemia e dell’ACTH. ne. Non ha abitudini voluttuarie, né assume liquirizia. Sostanzialmente non alterati gli indici di flogosi, coAll’ingresso la paziente riferisce l’insorgenza, peraltro sì come quelli di citolisi muscolare (CK-MB, mioglobina, più volte verificatasi in passato, di parestesie diffuse, troponina). ma soprattutto percepite alla regione toracica anteLa somministrazione endovenosa di sali di potassio, riore, e di crampi muscolari, particolarmente manifeper un totale di 600 mEq infusi nei successivi tre giorni sti durante sforzo fisico anche di lieve entità, come il di degenza, non conduce tuttavia ad innalzamento della compimento delle normali faccende domestiche. Di rikaliemia, in quanto si verifica una perdita urinaria dellievo la segnalazione di concomitanti episodi di poliulo ione, desumibile dall’andamento della potassiuria, ria che, ad un’indagine più approfondita, sembrano seche passa da 20 a 150-170 mEq/24 h. guire con regolarità gli eventi mialgici-parestesici sopra descritti. Anamnesticamente, la paziente è affetta da morbo di Discussione Gilbert. Rene destro di dimensioni ridotte e rene sinistro con ipertrofia compensatoria. All’età di 47 anni, sottoNel caso clinico da noi descritto è possibile forposta a colecistectomia per calcolosi biliare; a 55 anni, mulare la diagnosi sulla base dei dati anamnestici due interventi per distacco retinico. A 60 anni, ricovero (esclusione di tutte le cause farmaco-indotte 9, delin struttura specialistica per precordialgie: all’ecocarlo scarso apporto alimentare, delle perdite gadiogramma, ventricolo sinistro normale per dimensioni strointestinali, di altre patologie di recente insore cinetica; la prova da sforzo non era significativa, per genza o rapida evoluzione) e sulla scorta dei dati di comparsa di precoce esaurimento muscolare; all’indagilaboratorio (esclusione dell’ipercorticismo, di deficit ne angiografica: coronarie indenni. Durante quel ricovero, l’esofago-duodeno-gastroscopia descrive diverticolo enzimatici specifici e degli iperaldosteronismi seesofageo da trazione e poliposi gastrica. All’età di 67 ancondari), a fronte di un esame obiettivo irrilevante. ni, quadrantectomia destra con svuotamento linfonodaLe ipotesi plausibili, pertanto, possono circole per neoplasia mammaria; seguirono quattro cicli di scriversi agli iperaldosteronismi primari 10 e, tra chemioterapia adiuvante, radioterapia e successivo tratgli pseudoiperaldosteronismi 11, alla sindrome di tamento con tamoxifene. Liddle. Il procedimento diagnostico può essere Buone le condizioni generali; nella norma le obiettisupportato dall’algoritmo per la diagnosi differenvità cardiaca, polmonare e addominale. Non presenti pigmentazioni abnormi della cute; masse muscolari norziale dell’ipokaliemia, presentato in figura 1. motrofiche per età e sesso. Pressione arteriosa 160/90 mmHg; il monitoraggio 24 ore della pressione arteriosa indica valori medi di 140/110 mmHg, compatibili con ipertensione arteriosa prevalentemente diastolica. Frequenza cardiaca 88 bpm, ritmici; all’elettrocardiogramma, ritmo sinusale e comparsa di onda U. I primi accertamenti laboratoristici evidenziano ipokaliemia (2,6 mEq/l) ed alcalosi metabolica (pH 7,44, bicarbonatemia 32 mEq/l). Il calcolo del suo pool potassico, rispetto alla prevista capacità potassica, in base a kaliemia e a pH arterioso, indica una deplezione potassica del 18% circa, ovvero un deficit teorico di potassio pari a 540 mEq. È presente iperbilirubinemia (1,5 mg/dl), prevalentemente indiretta. Sostanzialmente nella norma emocromo, indici di funzione renale e profilo glicolipidico. I parametri di laboratorio indicati di seguito si riferiscono ai valori riscontrati entro un monitoraggio di 7 giorni. Elettroliti sierici: natriemia (mEq/l): 137 – 143; kaliemia (mEq/l): 2,1 – 2,8; calcemia (mg/dl): 8,7 – 9,1; fosforemia (mg/dl): 2,1 – 2,3; bicarbonatemia (mEq/l): 30,7 – 31,9. Elettroliti urinari: calciuria 900 mg/24 ore; fosfaturia 1550 mg/24 ore; non inversione del rapporto sodiuria/potassiuria. Normale l’acidificazione urinaria; ammoniuria 22 mEq/24 ore, acidità titolabile 50 mEq/24 ore. I valori urinari di acido vanilmandelico ed omovanillico, nonché delle Figura 1. Algoritmo per la diagnosi differenziale dell’ipokaliemia. catecolamine urinarie, sono normali e pertanto escludono alterazioni funzio- 90 Recenti Progressi in Medicina, 95, 2, 2004 Le tabelle 1 e 2 elencano le principali patologie e/o condizioni che si associano ad una ipopotassiemia con deficit vero (diminuzione del pool potassico) o ad una ridistribuzione dello ione senza deplezione del pool potassico. Nel caso in esame, il dosaggio dell’aldosterone plasmatico in ortostatismo si rivela nettamente inferiore alla norma (5 pg/ml), così come l’attività re- ninica in ortostatismo e clinostatismo (rispettivamente 0,10 ng/ml/ora e 0,06 ng/ml/ora). È pertanto verosimile escludere un quadro di iperaldosteronismo primario, con il quale sarebbero compatibili invece valori di aldosterone plasmatico al di sopra della norma, a fronte di un’attività reninica diminuita; entrambi i parametri, peraltro, sarebbero elevati in caso di iperaldosteronismo secondario. Tabella 1. - Cause di ipokaliemia in condizioni di ipotensione arteriosa o di pressione arteriosa normale. Reale deficit potassico di origine gastroenterica Reale deficit potassico di origine renale Insufficiente apporto alimentare, anoressia, etilismo Vomito protratto Diarrea protratta, sindromi da malassorbimento Adenomi villosi del grosso intestino Fistole pancreato-biliari, ureterostomie, sigmoidostomie Abuso di lassativi Uso di diuretici, particolarmente potassio-disperdenti Diuresi osmotica e fasi poliuriche delle nefropatie Pielonefrite Acidosi tubulare renale, s. di Fanconi, tubulopatie renali Sindrome di Bartter Reale deficit potassico di origine cutanea Ridistribuzione senza reale deficit potassico Ustioni Sudorazione profusa Alcalosi Terapia insulinica, stati di iperinsulinemia, aumentata sintesi proteica ed utilizzo glucidico Rapida crescita neoplastica Paralisi periodica ipokaliemica Somministrazione di vitamina B12 Condizioni farmaco-indotte Utilizzo di penicillina sodica Utilizzo di resine scambiatrici Na/K Utilizzo di carbenicillina Utilizzo di amfotericina Tabella 2. - Cause di ipokaliemia in condizioni di ipertensione arteriosa. Condizioni di iperaldosteronismo primario Neoplasia del corticosurrene Iperplasia del corticosurrene Condizioni di ipercorticismo Sindrome di Cushing Trattamento con corticosteroidi Condizioni di pseudoiperaldosteronismo secondario Somministrazione di ACTH Trattamento con corticosteroidi Utilizzo di carbenoxolone Abuso di liquirizia Condizioni di iperaldosteronismo secondario Ipertensione nefrovascolare Feocromocitoma Neoplasie renina-secernenti Utilizzo di stimolanti beta-adrenergici Utilizzo di contraccettivi Condizioni di pseudoiperaldosteronismo primario Sindrome di Liddle Deficit di 11-beta-idrossilasi o di 17-alfa-idrossilasi Condizioni farmaco-indotte in corso di trattamento antiipertensivo Diuretici dell’ansa Diuretici tiazidici Inibitori dell’anidrasi carbonica F. Ferraro et al.: Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Un caso di sindrome di Liddle Una sintesi di diagnosi differenziale tra le principali sindromi ipopotassiemiche è riportato in tabella 3. I rilievi laboratoristici di ipokaliemia, normo o iperpotassiuria, alcalosi metabolica, ridotta attività reninica e ridotto aldosterone plasmatico, unitamente ai reperti clinici di ipertensione arteriosa ed episodi di poliuria (verosimilmente riconducibili a danno tubulare ipokaliemia-indotto) sono probanti per una diagnosi di sindrome di Liddle. 91 desto, richiedono solamente la correzione del processo fisiopatologico che le causa. Le situazioni di reale deficit di potassio, come il caso di perdite renali od extrarenali gravi e prolungate, così come la presenza di complicanze acute che le procurino, richiedono invece inequivocabilmente la supplementazione esogena dello ione. La quantificazione del deficit di potassio con i criteri precedentemente citati, in un soggetto normopeso di circa 70 kg ed in condizioni fisiologiche Tabella 3. - Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Potassiemia Potassiuria Sodiemia Attività reninica Aldosterone plasmatico Pressione arteriosa Iperaldosteronismo Ipercorticismo Sindrome di Liddle Sindrome di Bartter (*) Abuso di liquirizia ridotta elevata elevata ridotta o soppressa elevato elevata talora ridotta elevata elevata ridotta ridotto elevata ridotta elevata elevata ridotta ridotto elevata ridotta o normale elevata ridotta elevata elevato ridotta o normale ridotta elevata elevata ridotta ridotto elevata (*) La sindrome di Bartter è caratterizzata da ipokaliemia secondaria alla perdita renale di potassio, alcalosi metabolica e pressione arteriosa bassa o normale. La trasmissione ereditaria è per via autosomica recessiva 21,22. Trattasi di sindrome a trasmissione autosomica dominante: nel nostro caso non è possibile ottenere dati anamnestici attendibili circa la presenza di sintomi analoghi nei genitori della paziente. È plausibile ipotizzare che essi fossero presenti ma mai indagati – la paziente stessa giunge ad una diagnosi in età avanzata, nonostante la presenza di disturbi accusati da anni – oppure si fossero presentati in forma lieve, per diversa espressività della malattia. Non è da escludersi, infine, la possibilità di una mutazione 12 insorta nei genitori durante la gametogenesi: attualmente non è disponibile in Europa una diagnosi genetica dell’affezione. La terapia prevista per la sindrome di Liddle prevede, oltre la prescrizione di una dieta iposodica, la somministrazione di amiloride o triamterene, che bloccano il riassorbimento del sodio a livello del nefrone distale. Nel caso da noi descritto, la diagnosi è ulteriormente suffragata dai risultati del trattamento con 5 mg/die di amiloride e dieta iposodica, che si sono rivelati sufficienti a normalizzare la kaliemia (5,1 mEq/l) e i valori pressori (135/85 mmHg). Osservazioni generali sulla somministrazione di sali di potassio La rapidità dell’instaurarsi e della progressione dell’ipokaliemia, l’eventuale copresenza di sintomi e l’osservazione o meno di anomalie elettrocardiografiche comportano provvedimenti terapeutici più o meno urgenti di ripristino del pool potassico. Le condizioni di ipokaliemia esclusivamente riconducibili a spostamento intracellulare dello ione, e/o che si associano a deficit di potassio corporeo mo- di pH, indica che la discesa della kaliemia dal valore di 3,5 mEq/l a 3,0 mEq/l comporta una deplezione del 5% del pool potassico totale (circa 175 mEq); per valori da 3,0 mEq/l a 2,0 mEq/l il deficit aumenta a 400 mEq. Tuttavia, la contemporanea presenza di alterazioni dell’equilibrio acido-base, o di altre condizioni in grado di alterare la distribuzione del potassio tra i comparti intra ed extracellulare, può comportare variazioni di kaliemia anche con pool normale di potassio corporeo: a livello plasmatico, per ogni riduzione di 0,1 unità di pH è attendibile un incremento di 0,6 mEq/l della kaliemia, e, specularmente, ogni aumento di 0,1 unità di pH plasmatico prevede un decremento della kaliemia di 0,6 mEq/l. È possibile far fronte all’ipokaliemia di grado lieve (da 3,5 a 3 mEq/l) con la somministrazione di potassio per via orale 13. Riteniamo utile riportare, nella tabella 4 (a pagina seguente) il contenuto di potassio dei più comuni alimenti, espresso sia in mg che in mEq, che permette di valutare con rapidità l’apporto del catione con la dieta. È da notare come la sola scelta di cibi più ricchi di potassio nella dieta quotidiana potrebbe validamente sostituire o limitare la somministrazione per os di sali di potassio somministrazione che viene comunemente prescritta a pazienti in corso di terapia diuretica. Per ipokaliemie più marcate, soprattutto in caso di presenza di sintomi, ed in generale per tutti i pazienti per cui non è possibile l’apporto orale dello ione, è consigliabile il trattamento per via endovenosa, avendo cura di monitorare la concentrazione plasmatica in tempi ravvicinati, unitamente all’osservazione di eventuali variazioni del tracciato elettrocardiografico. 92 Recenti Progressi in Medicina, 95, 2, 2004 Tabella 4. - Contenuto in potassio in alimenti di uso comune. mg di potassio per 100 g di prodotto Cereali e derivati Farina bianca Farina integrale Mais Pane bianco Pane integrale Pasta Verdure e ortaggi Asparagi Bieta Broccoli Carciofi Carote Cipolle Finocchi Funghi Funghi secchi Lattuga Melanzane Patate Peperoni Pomodori Pomodori secchi Spinaci Zucchine Legumi Ceci Fagioli secchi Lenticchie Piselli secchi Dolci e bevande Birra Cacao Caffè Confettura di frutta Lievito Miele Vino 130 324 120 109 230 192 mEq di potassio per 100 g di prodotto 3,33 8,30 3,07 2,79 5,89 4,91 mg di potassio per 100 g di prodotto mEq di potassio per 100 g di prodotto 240 196 296 376 220 140 394 235 2846 240 184 570 210 290 3427 530 274 6,14 5,02 7,58 9,63 5,63 3,58 10,09 6,02 72,90 6,14 4,71 14,60 5,37 7,42 87,79 13,57 7,01 mg di potassio per 100 g di prodotto mEq di potassio per 100 g di prodotto 881 1478 980 990 22,56 37,86 25,10 25,36 mg di potassio per 100 g di prodotto mEq di potassio per 100 g di prodotto 35 1500 242 100 618 51 75 0,89 38,42 6,19 2,56 15,83 1,30 1,92 F. Ferraro et al.: Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Un caso di sindrome di Liddle Frutta fresca e frutta secca Agrumi Albicocche Ananas Banane Cachi Ciliegie Cocomero Fichi Fichi secchi Fragole Kiwi Mandorle Mele Melone Noci Olive Pere Pesche Pompelmo Uva Carne e pesce, uova, grassi, latticini Baccalà Bresaola Burro Calamari Capretto Cavallo Cernia Coniglio Cozze Dentice Emmenthal Fegato Latte intero Maiale Manzo Merluzzo Mozzarella Orata Parmigiano Pescespada Petto di pollo Pollo Polpo Prosciutto crudo Rombo Salmone Sardine Seppia Sogliola Speck Tonno sott’olio Triglia Trota Uovo Vitello Vongole Yogurt scremato mg di potassio per 100 g di prodotto mEq di potassio per 100 g di prodotto 200 320 250 350 170 229 280 270 1010 160 400 780 125 333 368 432 127 260 230 192 5,12 8,19 6,40 8,96 4,35 5,86 7,17 6,91 25,87 4,09 10,24 19,98 3,20 8,53 9,42 11,06 3,25 6,66 5,89 4,91 mg di potassio per 100 g di prodotto mEq di potassio per 100 g di prodotto 424 505 15 93 385 331 258 360 320 350 107 356 150 210 304 320 145 309 102 250 370 307 350 495 319 310 278 273 280 484 343 340 465 133 360 314 185 10,86 12,93 0,38 2,38 9,86 8,47 6,60 9,22 8,19 8,96 2,74 9,11 3,84 5,37 7,78 8,19 3,71 7,91 2,61 6,40 9,47 7,86 8,96 12,68 8,17 7,94 7,12 6,99 7,17 12,39 8,78 8,70 11,91 3,40 9,22 8,04 4,73 93 94 Recenti Progressi in Medicina, 95, 2, 2004 Tabella 5. - Potassio (in mEq) contenuto nelle soluzioni elettrolitiche del commercio e nei farmaci di più frequente impiego clinico. Via di somministrazione Principio attivo Forma farmaceutica Contenuto di potassio in mEq Orale Potassio cloruro Potassio succinato + Potassio malato + Potassio citrato + Potassio tartrato + Potassio bicarbonato Potassio canrenoato Losartan potassico cps da 600 mg bustine da 6.25 g 8.04 mEq/ cp 9,86 mEq/ bustina cps da 25, 50 e 100 mg cps da 50 mg 0,07, 0,13 e 0,26 mEq/ cp 0,11 mEq/ cp fi da 10 ml: 1 mEq/ml fi da 10 ml: 3 mEq/ml fi da 10 ml: 2 mEq/ml fi da 10 ml: 3 mEq/ml fl da 200 mg fi da 10 ml fi da 20 ml confezioni da 300 g 10 mEq/fi 30 mEq/fi 20 mEq/fi 30 mEq/fi 0,5 mEq/fl 10 mEq/fi 2,5 mEq/fi 729,6 mEq/100 g di prodotto 20 mEq/fi 2,65 mEq/fl Parenterale Potassio aspartato acido Potassio cloruro Potassio canrenoato Soluzione polisalina Succedanei del sale da cucina del commercio Potassio fosfato Poligenina fi da 10 ml (2 mEq/ml) fl da 1000 ml cps = compresse; fi = fiale; fl = flaconi Generalmente l’infusione prevede la velocità di 10-20 mEq/h, ma in condizioni di ipokaliemia marcata è possibile arrivare a 30-40 mEq/h, imponendosi in tal caso un controllo ancor più attento di valori sierici e monitoraggio ECG. È particolarmente importante che l’infusione per via venosa avvenga a velocità costante con l’ausilio di un gocciatore, ad evitare apporti transitoriamente eccessivi, addirittura in grado di causare iperkaliemia. È pure importante ricordare che individui con ridotta capacità potassica (come anziani con masse muscolari e peso corporeo ridotti) sono più esposti a modificazioni repentine della potassiemia, anche per infusioni di quantità di potassio apparentemente modeste. Non secondaria è la scelta del tipo di sale impiegato per l’apporto dello ione: mentre il cloruro di potassio è maggiormente indicato in condizioni di alcalosi, in condizioni di acidosi sono da preferirsi gli analoghi del potassio bicarbonato (aspartato, citrato, gluconato). Non vanno dimenticati i farmaci che nella loro stessa struttura chimica contengono potassio, indipendentemente dalla loro azione farmacologica, e che, costituendo una fonte di apporto ulteriore dello ione, possono esporre a rischi di iperpotassiemia, soprattutto se in associazione ad ACE-inibitori o a sartani, in grado di modificare l’asse renina-angiotensina-aldosterone. La tabella 5 indica le quantità di potassio, espresse in mEq, presenti in farmaci di uso corrente. La sindrome di Liddle Si tratta di una malattia a trasmissione autosomica dominante, descritta per la prima volta da Liddle e coll. nel 1963. I geni alterati mappano in 16p13-p12, ove sono codificate anche le subunità beta e gamma dei canali epiteliali per il sodio 14,15. Questi ultimi sono composti di tre subunità omologhe (alfa, beta, gamma), ciascuna costituita da due domini transmembrana e da un C-terminale intracellulare 16,17. Le subunità beta e gamma hanno funzione regolatoria: da sole non determinano una corrente di sodio apprezzabile, mentre espresse in associazione alla alfa permettono di evidenziare un aumento dell’ampiezza di corrente dello ione. Il quadro clinico della malattia comprende ipertensione arteriosa 18, ipokaliemia ed alcalosi metabolica, che mimano una condizione di iperaldosteronismo; tuttavia, l’anomalia primitiva in questi pazienti non risiede nell’aumentata produzione di aldosterone, ma nella mancanza di down regulation dei canali del sodio nel nefrone distale, a fronte di una persistente espansione di volume 19. I livelli di aldosterone sono pertanto caratteristicamente bassi ed a questi si accompagna una diminuzione dell’attività reninica e, di conseguenza, della produzione di angiotensina. L’alterazione responsabile della sindrome consiste in una mutazione di “senso, nonsenso” o “frameshift” a carico della subunità beta, anche se modificazioni analoghe sono state descritte per la subunità gamma. F. Ferraro et al.: Diagnosi differenziale in corso di ipokaliemia. Un caso di sindrome di Liddle Ne risulta un’attivazione costitutiva dei canali sulla membrana luminale dei tubuli collettori, che, in ultima analisi, si traduce in un’abnorme tendenza a ritenere sodio, primum movens dell’ipertensione arteriosa riscontrata nei soggetti affetti. La ritenzione di sodio avviene sia grazie ad un aumento del numero di canali sulla superficie cellulare, sia ad un aumento globale della conduttanza per lo ione. L’incremento della differenza di potenziale elettrico transepiteliale, negativa verso il lume, favorisce l’escrezione del potassio. La diagnosi oggi è su base meramente clinica 20, considerando la mancata normalizzazione pressoria ed elettrolitica con spironolattone, il riscontro di elevate quantità di sodio e di potassio in saliva e sudore, la valutazione dell’asse renina-angiotensina-aldosterone, secondo quanto esposto. La sintomatologia lamentata da chi è affetto da tale sindrome è largamente riconducibile ai bassi livelli di potassio sierico: astenia, mialgie e parestesie sono comuni effetti neuromuscolari dell’ipokaliemia. La poliuria può essere espressione di una nefropatia ipokaliemica. L’alcalosi metabolica si spiega sulla base dello scambio H+/K+ a livello cellulare. Nonostante l’alcalosi, un pH urinario tendenzialmente acido si giustifica sulla base dello stimolo sull’ammoniogenesi renale da parte della stessa ipopotassiemia: l’eliminazione di idrogenioni come ammonio permette al tubulo distale di risparmiare potassio, con uno scambio a livello delle cellule intercalate (aciduria paradossa). La terapia prevista per la sindrome di Liddle prevede, oltre la prescrizione di una dieta iposodica, la somministrazione di amiloride o triamterene, che bloccano il riassorbimento del sodio a livello del nefrone distale. Bibliografia 1. Halperin ML, Kamel KS. Potassium. Lancet 1998; 352: 135-40. 2. Mandal AK. Hypokalemia and hyperkalemia. Med Clin North Am 1997; 81: 611-39. 3. Kung M. Parenteral adrenergic bronchodilators and potassium. Chest 1986; 89: 322-3. 4. Howes LG: Which drugs affect potassium? Drug Saf 1995; 12: 240-4. 5. Zull DN. Disorders of potassium metabolism. Emerg Med Clin North Am 1989; 7: 771-94. 6. Scribner BH. Teaching Syllabus for the course on fluid and electrolyte balance. University of Washington 1953: 76. 7. Paice BJ, Paterson KR, Onyanga-Omara F, et al. Record linkage study of hypokalaemia in hospitalized patients. Postgrad Med J 1986; 62: 187-9. 8. Walters EG, Barnes IC. A survey of hypokalaemia in patients of general practitioners. 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