LINEE GUIDA NELL`APPLICAZIONE DELL

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LINEE GUIDA NELL`APPLICAZIONE DELL
LINEE GUIDA NELL’APPLICAZIONE DELL’AGOPUNTURA1
A cura del Comitato Scientifico della SIA
L’agopuntura, in mani esperte, è generalmente una procedura sicura con pochi rischi e poche
controindicazioni. La forma più comunemente utilizzata consiste nell’introduzione di aghi nella
cute e può essere comparata ad una iniezione sottocutanea o intramuscolare. Tuttavia vi è sempre
un rischio potenziale di trasmissione di infezioni da un paziente all’altro
(es. HIV, o virus
dell’epatite) o di introdurre organismi patogeni. La sicurezza in agopuntura richiede, pertanto, una
costante vigilanza nel mantenere elevati standard di igiene, sterilità ed asepsi nella tecnica. Vi sono
inoltre altri rischi che potrebbero non essere previsti o prevenuti verso i quali l’agopuntore deve
essere, però, preparato. Queste includono rottura di aghi, reazioni indesiderate, dolori o disagi,
lesioni non volute ad organi importanti ed, ovviamente, alcuni rischi associati ad altre forme di
terapia
(elettroagopuntura,
moxibustione,
coppettazione,
magnetoterapia)
che
vengono
classicamente inglobate sotto il nome di agopuntura. Infine, vi sono dei rischi dovuti ad un training
inadeguato dell’agopuntore. Questi includono un’inappropriata selezione dei pazienti, errori di
tecnica, incapacità nel riconoscere controindicazioni e complicanze ed incapacità di agire, in
maniera appropriata, quando queste insorgono.
1. PREVENZIONE DELLE INFEZIONI
Come per le iniezioni sottocutanee o intramuscolari, per evitare le infezioni in agopuntura, è
necessario:
¾ un ambiente di lavoro pulito
¾ il lavaggio delle mani dell’agopuntore
¾ preparazione del sito di puntura
¾ uso di aghi e di equipaggiamento sterile
¾ adeguata conservazione del materiale da utilizzare
¾ tecnica asettica
¾ aghi e telini monouso.
1.1 Igiene dell’ambiente di lavoro
La stanza dove si esegue il trattamento non deve essere ne sporca ne polverosa, deve avere una
speciale zona di lavoro come un tavolino, coperto da un telo sterile, sul quale possa essere poggiato
l’equipaggiamento sterile. Tale equipaggiamento, che include serie di aghi, batuffoli o stick di
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WHO/EDM/TRM 99.1 Distr.:General English only. http://www.sia-mtc.it/Documenti/Whoguide.zip
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cotone idrofilo e alcol denaturato, deve essere anch’esso coperto di un telino sterile fino al momento
dell’uso. La stanza dove viene eseguito il trattamento deve essere fornita di luce e ventilazione
adeguata.
1.2 Pulizia della mani
L’agopuntore deve sempre lavarsi mani prima di trattare un malato. Il lavaggio delle mani,
immediatamente prima della procedura, è di particolare importanza nel prevenire le infezioni e deve
includere un accurato insaponamento delle mani, uso dello spazzolino sopra le mani e sotto le
unghie ed il risciacquo sotto l’acqua corrente per almeno 15 secondi. Infine l’accurata asciugatura
con un tovagliolo di carta pulito. Molti agopuntori palpano i punti da trattare dopo che il sito di
puntura è stato preparato. In questi casi la punta delle dita dovrebbe essere lavata nuovamente con
un telino imbevuto di alcol. L’uso di guanti chirurgici sterili o di dispositivi individuali per le dita è
raccomandato per la protezione sia del paziente che dell’agopuntore in modo particolare se
quest’ultimo ha tagli o abrasioni. Coloro che hanno lesioni infette sulle mani non dovrebbero
esercitare la pratica fin quando non sono guariti.
1.3 Preparazione del sito di puntura
Il sito di puntura deve essere pulito, privo di tagli, ferite o zone infette. Il punto deve essere
strofinato con alcol etilico o isopropilico al 70%, procedendo dal centro alla periferia utilizzando
un movimento di scrabbing rotatorio e permettendo all’alcol di asciugarsi.
1.4 Sterilizzazione e conservazione di aghi ed equipaggiamento
La sterilizzazione è richiesta per tutti gli aghi (filiformi, a fiore di pruno, a sette stelle, sottocutanei),
le coppette e per tutto il resto dell’equipaggiamento da utilizzare (forbici, tubi guida per aghi,
cotone idrofilo etc.).
Sono fortemente raccomandati gli aghi con guida monouso in tutte le circostanze. Il fatto comunque
di utilizzare materiale sterile non deve distogliere la vigilanza dell’agopuntore dall’eseguire una
tecnica sterile in tutti gli altri aspetti della pratica clinica. Tutti gli aghi monouso devono essere
scartati immediatamente dopo il loro uso e gettati in un apposito contenitore. Ogni ago filiforme
sterile deve essere utilizzato per pungere un solo punto una sola volta. Il martelletto e gli aghi a
stella a 7 punte possono essere usati ripetutamente sullo stesso paziente ma devono essere
sterilizzati prima di essere utilizzati su di un altro paziente o, in alternativa, possono essere
utilizzate delle testine monouso. Le procedure di sterilizzazione devono essere conformi a quelle
descritte in appendice e l’agopuntore ha la responsabilità nell’assicurare che questi standard siano
mantenuti. Immediatamente dopo l’uso, gli aghi riutilizzabili ed il resto dell’equipaggiamento
contaminato deve essere immerso in un disinfettante chimico efficace, quindi immerso nell’acqua
con o senza un detergente e, dopo averlo accuratamente pulito, risciacquato accuratamente in acqua
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prima di essere impacchettato per la sterilizzazione. Il materiale sterilizzato deve essere conservato
in una zona sicura, pulita, ben ventilata e non eccessivamente umida al fine di evitare la possibilità
di formazione di condensa e crescita di muffe. Il tempo massimo di immagazzinamento varia a
seconda del tipo di materiale. Gli aghi dovrebbero essere posti in una provetta chiusa con cotone
idrofilo e chiaramente etichettata con la data di scadenza che non può essere superiore a 7 giorni
dalla sterilizzazione. Inadeguate condizioni di conservazione potrebbero causare una perdita di
sterilità ben prima della data di scadenza. L’integrità della confezione dovrebbe essere valutata
prima dell’uso. Gli aghi sterili presenti sui portaaghi dovrebbero essere sterilizzati di nuovo a fine
giornata in quanto potrebbero essersi contaminati durante la seduta di trattamento.
1.5 Tecnica asettica
L’astina dell’ago deve essere mantenuta in sterilità prima dell’inserimento. Gli aghi devono essere
manipolati in modo che le dita dell’agopuntore non la tocchino. Se vi sono difficoltà nell’inserire
l’ago lungo, prendendolo solo per la testa, come, ad esempio, per pungere 30 GB o 54 BL, l’asta
può essere tenuta con una pallina di cotone o con una garza sterile. L’uso di guanti sterili o di
proteggi dita sterili rende più facile il manipolare gli aghi senza contaminarli. Nel ritirare l’ago una
pallina di cotone sterile dovrebbe essere usata per comprimere la cute sul sito di inserzione dell’ago
proteggendo così la superficie cutanea lesa dal contatto con potenziali patogeni e l’agopuntore
dall’esposizione all’ago usato ed ai fluidi corporei del paziente. Tutte le compresse o le palline di
cotone contaminate da sangue o da liquidi corporei devono essere smaltite in speciali contenitori.
2 CONTROINDICAZIONI
Considerando l’ “azione regolatoria” dell’agopuntura è difficile stabilire controindicazioni assolute
per questa forma di terapia. Comunque per ragioni di sicurezza deve essere evitata nelle seguenti
condizioni.
2.1 Gravidanza
L’agopuntura può indurre il travaglio e quindi non dovrebbe essere effettuata in gravidanza se non
per determinati scopi terapeutici e comunque con grande cautela. Il semplice atto di pungere e di
manipolare in un certo modo l’ago, in determinati punti, può causare forti contrazioni uterine ed
indurre aborto. Comunque questo potrebbe essere utile in gravidanza nel proposito di indurre il
travaglio o di abbreviarne la durata. Tradizionalmente l’agopuntura e la moxibustione sono
controindicate sui punti del basso addome e sulla regione lombosacrale durante il primo trimestre.
Dopo il 3° mese i punti dell’addome superiore, della regione lombosacrale ed i punti che causano
sensazioni forti devono essere evitati; anche con l’auricolo- terapia si può indurre il travaglio.
3
2.2 Emergenze mediche e condizioni chirurgiche
L’agopuntura è controindicata in condizioni di emergenza. In questi casi deve essere fornito un
primo soccorso ed inviare il malato in un centro medico attrezzato. L’agopuntura non può essere
utilizzata per sostituire un intervento chirurgico necessario.
2.3 Tumori maligni
L’agopuntura non deve essere usata nel trattamento di tumori maligni. In particolare pungere sulla
neoplasia è assolutamente proibito. L’agopuntura può essere usata come tecnica complementare, in
combinazione con altri trattamenti, per ridurre il dolore o altra sintomatologia, per alleviare gli
effetti collaterali della radio e della chemioterapia e quindi per migliorare la qualità di vita.
2.4 Disordini della coagulazione
L’agopuntura deve essere evitata in pazienti con disturbi della coagulazione, che sono in terapia
anticoagulante o che prendono farmaci con effetto anticoagulante.
3 INCIDENTI ED EFFETTI COLLATERALI
3.1 Qualità degli aghi
L’acciaio di tipo stainless è il materiale di scelta per gli aghi di agopuntura. Ognuno di essi
dovrebbe essere controllato prima dell’uso. Se risulta piegato, con l’astina erosa, con la punta a
forma di uncino o arrotondata (non tagliente) l’ago è difettoso e deve essere scartato. Si auspica che
la qualità di manifattura degli aghi da agopuntura sia controllata dal Ministero della Salute.
3.2 Posizione del paziente
Il paziente deve assumere una posizione confortevole prima della puntura e deve rimanere in tale
posizione per tutta la durata del trattamento e non cambiare posizione bruscamente.
3.3 Svenimenti
Durante il trattamento di agopuntura il paziente può sentirsi debole. La procedura di puntura e le
sensazioni che questa potrebbe causare dovrebbero essere spiegate attentamente prima di
cominciare la seduta. Coloro che effettuano il trattamento per la prima volta è preferibile che
assumano una posizione supina e che venga effettuata loro una delicata manipolazione. Il colorito
deve essere osservato da vicino e devono essere controllate le pulsazioni per scoprire qualsiasi
effetto indesiderato il più presto possibile. Si deve fare particolare attenzione quando vengono
infissi aghi in punti che possono causare ipotensione come F3 taichong.
I sintomi che preludono ad uno svenimento includono una sensazione di malessere, una sensazione
di vertigine, con movimento o ondeggiamento degli oggetti circostanti e debolezza. Può seguire una
sensazione di oppressione toracica, palpitazioni, nausea e qualche volta emesi. Il colorito di solito è
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pallido ed il polso è debole. Nei casi gravi, si può avere sensazione di freddo alle estremità con
sudorazione algida, ipotensione con perdita di coscienza. Tali reazioni sono spesso dovute a
nervosismo, fame, fatica, estrema debolezza del paziente, inadeguata posizione o anche ad una forte
manipolazione dell’ago da parte dell’agopuntore.
Se si percepisce l’insorgenza di tali sintomi è necessario rimuovere immediatamente gli aghi, far
sdraiare il paziente con la testa in giù e gambe sollevate poiché i sintomi sono probabilmente dovuti
ad un transitorio insufficiente apporto di sangue all’encefalo. Far assumere al paziente bevande
dolci e calde. I sintomi di solito scompaiono dopo un breve periodo. Nei casi gravi, bisogna fornire
un primo soccorso e quando il paziente è clinicamente stabile, deve essere applicato il seguente
trattamento:
-
massaggio o puntura di GV 26 (shuigou), PC 9 (Zhongchong), GV25 (suliao), PC 6
(Neiguan) e ST 36 (zusanli);
oppure
-
applicare moxibustione su GV 20 (Baihui), CV 6 (qihai) e CV 4 (guanyuan).
Di solito il paziente risponde rapidamente a tali trattamenti ma se i sintomi persistono è necessaria
una assistenza medica di emergenza.
3.4 Convulsioni
A tutti i pazienti che devono effettuare un trattamento di agopuntura bisogna chiedere se hanno una
storia clinica di convulsioni. Pazienti che riferiscono di aver avuto convulsioni vanno osservati
attentamente durante il trattamento. Se le convulsioni si presentano, l’agopuntore deve rimuovere
tutti gli aghi e dare un primo soccorso. Se la condizione non si stabilizza rapidamente o se le
convulsioni persistono, il paziente deve essere trasferito in un centro medico di emergenza.
3.5 Dolore
•
Durante inserimento dell’ago
Il dolore durante l’inserimento dell’ago è di solito dovuto ad una tecnica poco delicata o ad aghi con
punta smussa, ad uncino o spessa. Può accadere anche in pazienti estremamente sensibili. Nella
maggior parte dei pazienta la penetrazione rapida ed abile dell’ago, attraverso la cute, è indolore.
La tecnica corretta ed il grado ottimale di forza da utilizzare devono essere appresi attraverso la
pratica. Alcuni espedienti possono facilitare la penetrazione dell’ago come l’uso di tubi guida
dell’ago ( che mantiene l’ago subito sopra il punto mentre viene inserito) e la tecnica del “colpire
leggermente” ( un metodo di inserimento dell’ago che si ottiene mediante un colpo leggero alla
parte superiore del manico con il dito medio o con il dito indice di una mano mentre, il manico
dell’ago è tenuto dall’indice e dal medio dell’altra mano con la punta dell’ago che tocca
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leggermente il punto da pungere). La “sensazione dell’agopuntura” di indolenzimento , formicolio e
pesantezza indica l’arrivo del qi (deqi) sul punto e deve essere distinto da reazioni dolorose.
•
Dopo l’inserimento
Il dolore che insorge quando l’ago è inserito nella parte profonda dei tessuti può essere dovuto alla
stimolazione di recettori del dolore;
in questi casi l’ago deve essere retratto fino a livello
sottocutaneo e reinserito nuovamente in un'altra direzione. Il dolore che compare quando l’ago è
ruotato con eccessiva ampiezza è spesso dovuto all’imbrigliamento con tessuto fibroso. Per
alleviare il dolore basta ruotare dolcemente l’ago in avanti ed in dietro finché la fibra non si rilascia.
Il dolore che insorge mentre l’ago è nel punto è spesso dovuto ad un suo incurvamento causato da
movimenti del paziente e si risolve quando il paziente riassume la posizione originale.
•
Dopo la rimozione
Tale dolore è spesso dovuto a manipolazioni errate o ad una eccessiva manipolazione. In casi lievi
basta esercitare una pressione sull’area affetta; in casi gravi oltre la pressione può essere applicata
moxibustione.
3.6 Ago bloccato
Dopo l’inserimento dell’ago l’agopuntore può trovare difficoltà o impossibilità a ruotarlo, a
sollevarlo o a spingerlo e, spesso anche ad estrarlo. Questo è dovuto ad uno spasmo del muscolo, ad
una rotazione molto ampia dell’ago o in una sola direzione che causa un aggrovigliamento di fibre
muscolari intorno all’asta dell’ago, o ad un movimento del paziente. Si dovrebbe chiedere al
paziente di rilassarsi. Se la causa è da ascriversi ad una eccessiva rotazione dell’ago in una
direzione, la situazione migliorerà ruotando l’ago nella direzione opposta.
Se il blocco dell’ago è dovuto ad uno spasmo del muscolo deve essere lasciato in situ per un pò di
tempo, poi prelevato mediante rotazione, o si può massaggiare intorno al punto o si può inserire un
altro ago vicino per deviare l’attenzione del paziente. Se il blocco è causato dal cambiamento di
posizione del paziente si deve far riposizionare lo stesso nella posa originale e prelevare l’ago.
3.7 Ago rotto
Rotture dell’ago possono essere dovute a prodotti di scarsa qualità, ad erosioni tra il manico e l’asta
dell’ago, ad un forte spasmo muscolare, ad un movimento improvviso del paziente, ad una
rimozione errata di un ago bloccato o curvo o all’ uso prolungato di corrente galvanica.
Se, durante l’inserimento, un ago si piega deve essere rimosso e sostituito con un altro. Non si
dovrebbe mai usare molta forza quando si manipolano gli aghi, maggiormente durante il
sollevamento e l’inserimento. Il punto tra il manico e l’asta è la porzione che più spesso va incontro
a rottura. Pertanto, nell’inserire l’ago, un quarto o un terzo dell’asta dovrebbe essere tenuta sopra la
cute.
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Se un ago si rompe bisogna tenere calmo il paziente e raccomandargli di non muoversi in modo da
evitare che la parte rotta dell’ago possa penetrare negli strati tissutali profondi.
Se la parte dell’ago rotto è ancora visibile sulla pelle lo si può rimuovere con una pinzetta. Se è
situato allo stesso livello della cute, si può premere delicatamente intorno zona interessata fino a
quando l’ago rotto si espone e, quindi, rimuoverlo con una pinzetta. Se, invece, è completamente
sottocute si deve far riassumere al paziente la sua posizione precedente e la parte dell’asta dell’ago
spesso si riespone. Se ciò non avviene è necessario l’intervento chirurgico.
3.8 Infezioni locali
Negligenza nell’usare tecniche asettiche può causare infezione locale, maggiormente in
auricoloterapia. Quando tali infezioni si manifestano devono essere prese, immediatamente, misure
terapeutiche adeguate o dare al paziente trattamento medico. Si deve evitare di pungere in zone di
linfoedema.
3.9 Bruciature durante moxibustione
Scottature della pelle dovrebbero essere prevenute durante la moxibustione indiretta. Sebbene
cicatrici da moxibustione vengono effettuate per mezzo di bruciature della cute, in modo da
risultare in suppurazioni non batteriche, questa tecnica deve essere utilizzata solo dopo aver
informato bene il paziente e dopo aver avuto il consenso dello stesso. Questa è una speciale tecnica
terapeutica da effettuarsi solo su specifici punti.
La moxibustione diretta non dovrebbe mai essere applicata a punti localizzati sul viso o in siti dove
sono localizzati tendini e grossi vasi. La moxibustione, con suppurazione non batterica, effettuata
vicino ad un articolazione è inadeguata in quanto il movimento dell’articolazione potrebbe rendere
difficoltosa la guarigione.
Una cura particolare dovrebbe essere riservata a pazienti con ridotto livello di coscienza, disturbi
del sensorio, disturbi psicotici, dermatiti purulente o in aree in cui la circolazione è danneggiata.
4. STIMOLAZIONE ELETTRICA E LASER TERAPIA
La stimolazione elettrica è potenzialmente dannosa. Essa è controindicata in gravidanza, se il
paziente è portatore di pace-maker, se vi è una mancanza di sensibilità cutanea, nei casi di
circolazione alterata, patologie arteriose severe, febbre o cute con lesioni severe.
E’ raccomandato un accurato monitoraggio della stimolazione elettrica per prevenire danni neurali.
La corrente galvanica dovrebbe essere usata solo per un periodo di tempo limitato.
Una laser terapia a bassa energia può danneggiare gli occhi sia del paziente che dell’operatore e
quest’ultimo dovrebbe portare occhiali protettivi.
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5. LESIONI AD ORGANI IMPORTANTI
L’agopuntura, se eseguita correttamente, non dovrebbe comportare alcun danno a nessun organo.
Tuttavia se ciò avviene potrebbe essere grave.
Ci sono una grande quantità di punti di agopuntura, molti dei quali con pochi o nulli rischi, altri con
rischio potenziale di danno severo, particolarmente in mani inesperte.
Dal momento che i programmi di agopuntura sono formulati per praticanti di differente livello ne
segue che tali programmi, debbano essere adattati alla conoscenza, all’abilità ed all’esperienza di
coloro ai quali sono rivolti. A livello elementare la selezione dei punti di agopuntura deve essere
limitata. A livello professionale la scelta può essere più ampia ma, anche in questo caso, l’uso di
alcuni punti o determinati tipi di manipolazioni devono essere ristretti a coloro che hanno grande
esperienza. I paragrafi che seguono mostrano punti che possono portare rischi potenziali. Come in
tutte le forme di trattamento i rischi devono essere controbilanciati dai benefici.
5.1 Aree da non pungere
Alcune zone non devono assolutamente essere punte: fontanelle nei bambini, genitali esterni,
capezzoli, ombelico e bulbi oculari.
5.2 Precauzioni da prendere
Una attenzione particolare deve essere presa nel pungere punti in prossimità di organi vitali o aree
della sensibilità. Degli incidenti possono accadere durante il trattamento a seguito delle
caratteristiche degli aghi usati, dei particolari siti di puntura, della profondità delle inserzioni degli
aghi, della tecnica di manipolazione usata e della stimolazione prodotta.
In molti casi possono essere evitati prendendo particolari precauzioni. Se vi sono complicanze
l’agopuntore deve sapere come trattarle ed evitare di causare ulteriori danni. Un danno accidentale
ad un organo importante richiede un aiuto medico o chirurgico urgente.
Torace, schiena e addome
I punti del torace, della schiena e dell’addome debbono essere punti in maniera cauta
preferibilmente in maniera obliqua o orizzontale in modo da evitare danni ad organi vitali. Bisogna
porre attenzione sia alla direzione che alla profondità di inserzione dell’ago.
Polmone e pleura
La puntura del polmone e della pleura causata da un inserzione troppo profonda dell’ago in alcune
zone del torace, della schiena o della fossa sopraclaveare può causare un pneumotorace traumatico.
Tosse, dolore toracico e dispnea sono i sintomi usuali e si possono manifestare bruscamente durante
la manipolazione, specialmente se vi è una grave lacerazione del polmone. I sintomi si possono,
però, sviluppare anche gradualmente nell’arco di diverse ore dopo il trattamento di agopuntura.
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Fegato, milza e rene
La puntura del fegato o della milza può causare una ferita lacera con sanguinamento , dolore locale
e conseguente reazione di difesa della muscolatura addominale. La puntura del rene può
determinare dolore lombare ed ematuria. Se il danno è lieve il sanguinamelo si arresterà
spontaneamente ma se il sanguinamento è importante vi può essere anche ipotensione.
Sistema nervoso centrale
La manipolazione inappropriata di punti nella vicinanza o tra le vertebre cervicali superiori, come
ad esempio il GV 15 (yamen) ed il GV 16 (fengfu), può causare puntura bulbare con cefalea,
nausea, vomito, bradipnea, disorientamento e quindi convulsioni, paralisi e coma. La puntura,
troppo in profondità, tra le vertebre al di sopra della I vertebra lombare, può arrivare a livello del
midollo spinale con una sensazione di dolore, tipo scossa, alle estremità o nel tronco, sotto il livello
della puntura.
Altri punti
Vi sono altri punti potenzialmente pericolosi la cui puntura richiede quindi particolare esperienza.
BL 1( jingming) / ST1(chengqi) vicino al globo oculare;
CV 22 (tiantu) di fronte alla trachea;
ST 9 (renying) vicino alla carotide;
SP11 ( jimen)e SP 12 (chongmen) vicino all’arteria femorale;
LU 9 (taiyuan) vicino all’arteria radiale;
Sistema circolatorio
Bisogna porre attenzione nel pungere aree con circolo rallentato ( ad esempio vene varicose) dove
vi è il rischio di infezione e bisogna evitare punture accidentali di arterie (a volte aberranti) che
possono causare sanguinamento, ematomi, spasmi arteriosi o anche complicanze più serie se vi
sono alterazioni patologiche (aneurismi, aterosclerosi). Generalmente il sanguinamento dovuto alla
puntura di un vaso superficiale può essere limitato mediante compressione.
6. CARTELLA DEL PAZIENTE
La cartella del paziente dovrebbe contenere, in maniera dettagliata, l’anamnesi patologica remota, i
rilievi clinici, i dati diagnostici, il piano di trattamento e la risposta allo stesso. Questi devono essere
trattati nel rispetto del segreto professionale (art. 622 Codice di Procedura Penale) e della privacy
(Legge 675 del 1995).
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7. CONSENSO AL TRATTAMENTO2
E’ necessario premettere che la terapia in Medicina non convenzionale è una terapia a vasto raggio,
alla ricerca del benessere dell’individuo, nella sua interezza di corpo, mente e spirito e non solo
semplice risoluzione sintomatologica della patologia. Porre l’attenzione sulla malattia significa
considerare le necessità dell’uomo malato, affrontando i suoi disagi.
La persona malata non può essere considerata come un insieme di organi malati, ma come un
sistema unico in cui l’armonia tra le varie parti, condizione essenziale per il mantenimento della
salute, si è o è stata compromessa.
Concepire l’uomo secondo quest’ottica conduce allo sviluppo di una diversa ricerca delle leggi che
regolano la malattia.
Per giungere a questa sintesi la medicina si deve riappropriare di alcuni aspetti riguardanti, fra gli
altri, la compassione, l’empatia e la benevolenza; in ultima analisi, la capacità di “stare accanto
al malato”.
All’interno del rapporto medico-paziente, in cui viene riconosciuta come essenziale la necessità di
un dialogo basato sul reciproco rispetto, la ricerca del consenso informato scritto, al di là di un
obbligo legale, è il momento iniziale di avvio per ogni terapia.
Il consenso informato all’interno della Medicina non convenzionale non solo ottempera ad una
semplice formalità, ma indica, anche, la formalizzazione di ciò che durante la prima visita si attua,
l’alleanza terapeutica, primum movens del successo di una cura consapevole.
Con questa ultima si aggiunge, nel rispetto reciproco, oltre all’“umanizzazione”, anche
l’instaurazione di una più proficua collaborazione che porti ad una guarigione più consapevole.
In un documento del 20/06/1992 (articoli 29, 30, 31, 32, 33) il Comitato Nazionale per la Bioetica
ha indicato le linee di comportamento per l’Operatore sanitario perché vengano salvaguardate sia
l’autodeterminazione del Paziente che l’autonomia diagnostica e terapeutica del Medico.
Fra queste si sottolinea che il consenso informato circostanziato deve essere sempre espresso in
forma scritta, soprattutto nel caso di particolari diagnosi e terapie; la volontà della persona deve
essere sempre espressa anche quando il paziente è incapace (tutore) o nel caso di un minore
(genitori).
Da una sentenza della Corte di Cassazione (N° 6464 del 08/07/1994) è stato sancito l’obbligo di
ottenere il consenso prima del trattamento, indipendentemente dalla presenza/assenza di errori da
parte del medico.
2
M.L. Gallo, M. Palermo, La Medicina Biologica Luglio - Settembre 2002,
http://www.medibio.it/articoli/archivio_articoli/MB0203_06.pdf
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Qualsiasi terapia non convenzionale non deve venir meno ad una comprovata efficacia e richiede,
comunque, l’acquisizione del consenso.
Il consenso informato deve essere espresso dal paziente – lo ripetiamo - in forma scritta, e riassume
tutto quello che è stato, con chiarezza e senza possibilità di equivoci, comunicato verbalmente,e, in
particolare deve contenere questi elementi:
1. Diagnosi clinica e strumentale
2. Prognosi
3. Descrizione dettagliata della terapia
4. Benefici
5. Complicanze
6. Rischi
7. Alternative.
A titolo di esemplificazione, si riporta in appendice un esempio di “Modulo di Consenso”.
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APPENDICE
1. Sterilizzazione degli aghi da agopuntura e di altre attrezzature
La sterilizzazione è definita come distruzione di tutti i microbi incluse le spore batteriche (Bacillus
subtilis, Clostridium tetani etc.). Una disinfezione di alto livello è definita come distruzione di tutti i
microbi ma possibile persistenza di spore soprattutto se inizialmente presenti in grosso numero.
2. Metodi di sterilizzazione
La sterilizzazione a vapore è il metodo più utilizzato per gli aghi di agopuntura ed altri strumenti
metallici. E’ atossica, economica, rapida e sporicida se effettuata correttamente (tempo,
temperatura, pressione rivestimento). La sterilizzazione a vapore è efficace al massimo solo quando
non vi è aria ma ambiente saturo di vapore al 100%. La pressione non ha nessuna influenza sulla
sterilizzazione ma è un mezzo per ottenere temperature elevate. Il calore secco può essere usato per
sterilizzare aghi e, particolarmente per materiale che potrebbe essere danneggiato dal caldo umido
ma, può causare fragilità dell’ago. Richiede temperature più alte e tempi di sterilizzazione più
lunghi. Le temperature ed i tempi raccomandati per la sterilizzazione in autoclave e con il caldo
secco sono mostrate nella seguente tabella.
METODI DI STERILIZZAZIONE RACCOMANDATI
STERILIZZAZIONE IN AUTOCLAVE
TEMPERATURA
115°C
121°C
126°C
134°C
TEMPO
30 minuti
15 minuti
10 minuti
3 minuti
STERILIZZAZIONE CON CALDO SECCO
TEMPERATURA
160°C
170°C
180°C
TEMPO
120 minuti
60 minuti
30 minuti
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Gli strumenti di gomma o di plastica che non possono essere esposte ad elevate temperature di un
autoclave possono essere sterilizzate chimicamente con appropriate concentrazioni assicurando
adeguati tempi di immersione (ad es. perossido di idrogeno stabilizzato al 6% per 6 ore).
Per la coppettazione si raccomanda l’uso di coppette di vetro piuttosto che di coppette in gomma o
in plastica, dal momento che il vetro resiste maggiormente alle alte temperature richieste per la
sterilizzazione.
Si dovrebbe ricordare che la bollitura degli aghi non è sufficiente per la sterilizazione, così come la
loro immersione nell’alcol dal momento che tali metodi non sono in grado di distruggere alcuni
virus ed alcune spore resistenti.
3. DISINFEZIONE
Un elevato livello di disinfezione si realizza quando gli strumenti vengono fatti bollire per 20
minuti. Questo è il metodo più semplice e più affidabile per l’inattivazione della maggior parte di
microbi patogeni, compreso il virus dell’HIV, quando non è possibile effettuare la sterilizzazione.
Tale metodica dovrebbe però effettuarsi solamente quando la sterilizzazione con il caldo secco non
è disponibile. Il virus dell’epatite B si inattiva mediante bollitura per diversi minuti; anche il virus
HIV, che è molto sensibile al calore, si può inattivare mediante bollitura. Tuttavia, per una sicurezza
maggiore, è opportuno effettuare una bollitura per almeno 20 minuti.
La disinfezione chimica è utilizzata per strumenti sensibili al calore che potrebbero essere
danneggiati dalle alte temperature. La maggior parte dei disinfettanti sono attivi verso una limitata
serie di microrganismi. Le strutture devono essere aperte ed immerse totalmente nel disinfettante e
successivamente risciacquate con acqua pulita in modo che non vengano contaminate nuovamente.
I disinfettanti chimici sono instabili e possono andare incontro ad alterazioni chimiche. Essi
possono, inoltre, essere corrosivi ed irritanti per la cute. E’ necessario, pertanto, utilizzare una
protezione. La disinfezione chimica non è , comunque, affidabile come la sterilizzazione o la
bollitura.
Tali sostanze includono:
ƒ
sostanze a base di cloro (candeggina)
ƒ
glutaraldeide al 2% in soluzione acquosa
ƒ
alcol etilico al 70% o isopropilico
4. MANUTENZIONE
Tutti gli sterilizzatori dovrebbero essere controllati periodicamente. Lo sterilizzatore dovrebbe
essere montato secondo le istruzioni, con sufficiente aerazione tra i vari imballaggi al fine di
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permettere una corretta circolazione e penetrazione del vapore o dell’aria calda. L’efficacia della
sterilizzazione dovrebbe essere, regolarmente, controllata mediante indicatori biologici, indicatori di
controllo di autoclave o con altre prove. Il contenitore è costituito da un metallo speciale, sensibile
al calore, con buchi per l’aria che si aprono automaticamente sotto alte temperature e si chiudono
quando
la
temperatura
scende
sotto
i
75°C.
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5. MODULO DI CONSENSO INFORMATO
CONSENSO INFORMATO
AL TRATTAMENTO CON LA METODICA “AGOPUNTURA”
(Art. 30-32 codice di Deontologia Medica)
I0 SOTTOSCRITTO/A
……………...…………………………………………………………………………….
NATO/A …………………………………………….……….....
IL
.……………………………………….
RESIDENTE ….……………………………………………...… PROV
.…………………………………..
VIA …...……………………………………..……………….…
TEL
………………………………...……
avendo
consultato
l’ambulatorio
di
“Agopuntura”
del
dottor…………………………………………………………………………………………………..
ed essendo stato informato sulle mie condizioni cliniche, sulla metodica e sulle modalità di
esecuzione del trattamento con “Agopuntura”, nonché sulle possibili complicanze, ed avendo
ottenuto soddisfacente risposta ad ogni mia richiesta o chiarimento e avendo ben compreso quanto a
me spiegato
ACCONSENTO/NON ACCONSENTO
(cancellare la voce che non interessa)
ad essere sottoposto al trattamento con tale procedura.
Firma del paziente (del genitore o del tutore)
Firma del medico
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