Il debito dei mercati emergenti Quali opportunità per gli
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Il debito dei mercati emergenti Quali opportunità per gli
Il debito dei mercati emergenti Quali opportunità per gli investitori La maggior parte dei rischi macro che si sono presentati negli ultimi tempi sono esogeni ai mercati emergenti. In particolare nelle ultime settimane sono aumentate le preoccupazioni derivanti dall’eccesso di spesa negli Stati Uniti e quelle provenienti dalla sostenibilità del debito in Europa. Negli Stati Uniti il rapporto tra lo stock del debito e il PIL dovrebbe, quest’anno, arrivare al 100%, mentre, solo cinque anni fa, si situava al 60%. Malgrado ciò i rendimenti dei titoli di stato sono diminuiti costantemente nello stesso periodo. Negli ultimi tempi gli indicatori della crescita USA hanno fatto registrare rilevazioni non soddisfacenti accrescendo i timori sulla durata della ripresa economica. Inoltre la fine del programma di “Quantitative Easing” da parte della banca centrale fa venir meno la presenza di un importante compratore di titoli di stato. Tutti questi fattori fanno sì che, la via che i rendimenti dei titoli di stato prenderanno sarà sempre più incerta La cosa che sembra invece chiara è che, sulla base dei fondamentali del credito, gli “US Treasuries” siano oggi considerevolmente sopravalutati. Al contrario, i progressi nella gestione fiscale dei paesi emergenti, mantenuti ormai da circa 10 anni, non sembrano essere riflessi negli “spread” nè del debito in valuta forte nè in quello in valuta locale (Gragico 1). Grafico 1 Le sfide presentate dalla situazione debitoria nelle economie avanzate sono quasi del tutto assenti nel mondo emergente. A seguito di parecchi anni di politiche fiscali disciplinate, l’indebitamento del settore pubblico rimane a livelli facilmente gestibili. Il rapporto tra debito e PIL nei circa 30 paesi compresi negli indici del debito EM rimane in media vicino al 35%. Allo stesso trempo le banche centrali hanno accumulato dei “cuscini”, sotto forma di riserve valutarie ai massimi storici, che permettono a quei paesi di difendersi da qualsiasi crisi dovesse minacciare le loro economie. Il livello delle riserve cinesi è ben noto. Quello che è meno evidente è che la situazione cinese è comune alla maggior parte dei paesi emergenti (cfr. Grafico 2). Chart 2 Il ritmo della crescita economica sta divergendo tra I paesi sviluppati e quelli emergenti. Il Fondo Monetario Internazionale ha recentemente aggiornato le sue stime prevedendo che a livello aggregato quest’anno i paesi in via di sviluppo produrranno una crescita del PIL globale del 6.5%, contro il 2.4% del mondo sviluppato (Grafico 3). Anche le caratteristiche della crescita stanno cambiando. Le Economie emergenti stanno diventando sempre meno dipendenti dalle esportazioni verso le economie occidentali. Molte di esse infatti stanno assistendo ad un forte sviluppo della domanda interna e dei flussi commerciali con altre economie emergenti. Chart 3 La forte crescita sta dando origine anche ad alcune pressioni inflattive che rappresentano uno dei pochi rischi specifici ai mercati emergenti che riusciamo ad indentificare. In ogni caso siamo fiduciosi che le banche centrali rimarranno vigili e saranno in grado di reagire in modo appropriato controllando le aspettative inflazionistiche. Negli ultimi anni anche i mercati obbligazionari locali hanno incrementato la loro sofisticazione e oggi la maggior parte presenta curve di rendimenti con scadenze fino a 30 anni e mercati dei derivati funzionanti ed efficienti. Questi mercati stanno ora scontando politiche restrittive da parte delle banche centrali di un certo numero di paesi emergenti che stanno lottando per controllare le spinte inflazionistiche. Riteniamo che la maggior parte delle spinte inflattive sia già stato scontato dalle curve dei rendimenti domestiche. I termini commerciali dei paesi emergenti sono migliorati notevolmente negli ultimi 10 anni, anche a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime. Questo fenomeno, unitamante alle politiche monetarie restrittive e agli afflussi di nuovi investimenti, stanno sottoponendo le valute emergenti a pressioni rialziste. Le autorità finanziarie locali stanno cercando di contrastare la rivalutazione comprando valute “forti”, fenomeno che sta portando al drammatico incremento delle riserve a cui stiamo assistendo. Tuttavia queste politiche diventano insostenibili nel tempo; riteniamo quindi che le autorità permetteranno una certa rivalutazione delle valute anche come strumento per contrastare l’inflazione. Nel 2011 abbiamo già assistito a questo cambiamento di politica monetaria dal momento che le valute dei paesi emergenti si sono, con poche eccezioni, rivalutate contro il dollaro americano. Questo è particolarmente rilevante se pensiamo all’incertezza che grava sull’ambiente economico globale che ha dato origine a fiammate di avversione al rischio che hanno causato forti acquisti da parte degli investitori in cerca di un porto sicuro (grafico 4). Grafico 4 (Rendimenti da inizio anno delle valute) 12 10 8 6 4 -8 Ci aspettiamo che gli investimenti da parte di attori locali diventino un aspetto sempre più importante dei mercati obbligazionari emergenti nei prossimi anni. I fondi pensione sono presenti come investitori locali in Cile ed in Messico, ormai da alcuni anni ed un certo numero Turkish New Lira Argentine Peso Iceland Krona Thai Baht Hong Kong Dollar Indian Rupee Chilean Peso Malaysian Ringgit Taiwanese Dollar Philippine Peso Chinese Renminbi Peruvian New Sol Polish Zloty Mexican Peso Indonesian Rupiah Singapore Dollar Romanian Leu Brazilian Real Bulgarian Lev Czech Koruna South Korean Won -6 Colombian Peso -4 Russian Ruble -2 Hungarian Forint 0 South African Rand Series1 2 di paesi in via di sviluppo ha cominciato a seguire la stessa strada, in particolare la Polonia e l’Ungheria. Lo sviluppo di un’industria assicurativa e previdenziale crea la domanda da parte degli investitori locali di strumenti di investimento benchmark denominati in valuta locale. Contemporaneamente anche gli investitori esteri stanno riconoscendo i meriti e le potenzialità offerte dai mercati obbligazionari locali. Ci aspettiamo di vedere nel futuro una predominanza di emissioni sovrane in valuta locale, favorite particolarmente dal fatto che i paesi hanno sempre meno bisogno di indebitarsi in Dollari per finanziare gli squilibri delle bilance dei pagamenti (Grafico 5a e 5b). Charts 5a + 5b In parallelo al mercato governativo in valuta locale, si sta sviluppando anche un mercato per le obbligazioni societarie in valuta forte. I fondamentali forti del settore pubblico fanno da supporto all’attività del settore privato nel paesi emergenti, riducendo il rischio paese e di conseguenza il costo dell’indebitamento per gli emittenti societari. Allo stesso tempo, la maggiore ricchezza ed il crescere di una classe di consumatori rappresenta per le società un’occasione di crescita veloce e profittevole, una prospettiva che si fa sempre meno comune nel mondo sviluppato. Molte società hanno cominciato ad utilizzare i mercati del debito per finanziare i propri piani di espansione, provocando una rapida espansione dei mercati obbligazionari “corporate”. Con oltre Usd 130 miliardi di nuove emissioni solo quest’anno, questo sviluppo impetuoso ha preso molti investitori di sorpresa e sono pochi quelli che hanno adeguati strumenti di analisi. La capacità di resistenza mostrata dai mercati emergenti nel 2011 è stata molto incoraggiante. Malgrado l’instabilità politica in medio oriente e Nord Africa e le problematiche derivanti dai problemi causati dalla sostenibilità del debito in alcuni paesi occidentali, la performance dei vari segmenti dei mercati obbligazionari dei mercati emergenti è stata interessante. Le obbligazioni in valuta forte infatti hanno fatto registrare una performance superiore al 5% nella prima metà dell’anno, mentre le obbligazioni corporate hanno reso il 3,5%. Nello stesso periodo le obbligazioni governative emesse in valuta locale hanno fatto registrare una performance positiva vicina al 7%. Questo periodo di buona performance si aggiunge agli ottimi ritorni degli ultimi anni in cui gli investitori hanno dovuto riconoscere (e riprezzare) gli ottimi fondamentali delle economie emergenti. Uno stock in crescita di riserve unito ad un livello debitorio stabile o in diminuzione si tramuta in conti pubblici in buona salute. In aggiunta, la crescita superiore, la responsabilità fiscale e politiche monetarie intelligenti forniscono ampia giustificazione affinchè il premio per il rischio dei mercati emergenti continui a diminuire anche nel futuro.