Grillo-Vendola: rispunta il conflitto di interessi
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Grillo-Vendola: rispunta il conflitto di interessi
ANNO LXII N.32 Grillo-Vendola: rispunta il conflitto di interessi Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 La famiglia? Una stupidata. Mamma e papà? Roba vecchia. Parola di “ministra” Girolamo Fragalà A che servono i genitori? Praticamente a nulla, madre o padre, genitore 24 o genitore 32, è tutto uguale. E la famiglia, ma sì la famiglia, un concetto vago, da vecchi bacucchi, superato dai tempi, nostalgico e magari anche un poʼ “fascista”. Che la linea della sinistra fosse questa, lo si era capito da mesi (o meglio, da decenni), ma adesso cʼè la corsa a chi la spara più grossa. E non sono solo gli esponenti di seconda fila dei partiti, che sgomitano per finire sui giornali e avere uno sprazzo di notorietà, ma anche chi ha funzioni istituzionali molto alte, come i membri del governo Letta. Lʼultima bordata assurda, irricevibile, arriva dal ministro dellʼIstruzione, d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT Maria Chiara Carrozza. Che in premessa avverte: «Il ruolo materno e paterno tradizionali ormai si alternano». Per poi svilire le figure dei genitori: «Non sono per estremizzare e cancellare, ad esempio, la festa del papà», dice in unʼintervista a Rai News, con lʼaria di chi fa una concessione al futuro genitore 1. «Ma neanche sabato 8/2/2014 per calcare la mano. La famiglia ideale in questo momento non esiste, forse non è mai esistita. Bisogna stare molto attenti a enfatizzare la struttura familiare ideale». Un ulteriore regalo allʼazione distruttiva (lʼobiettivo è dire che la famiglia è ormai uno stereotipo e come tale va annullata alla radice) iniziata dal suo partito, il Pd, e condotta con forza da tutta la sinistra. Unʼazione che smantella i princìpi sui quali si fonda la società italiana. Quindi, per un calcolo politico, vengono cancellate con la matita blu le identità di padre e madre. I genitori però devono ringraziare la ministra democratica Carrozza per la sua magnanimità: cercherà di non eliminare la festa della mamma e nemmeno quella del papà. E magari, in queste due date, con uno sforzo enorme, consentirà agli insegnanti di permettere agli alunni delle elementari di preparare qualche regaluccio ai genitori. Però in silenzio, quasi di nascosto e vergognandosi per essere così retrogradi, oscurantisti e nostalgici. “Bella ciao”, Giampaolo Pansa rivela nuovi scheletri nellʼarmadio della resistenza comunista Corrado Vitale LʼAnpi già sarà sul piede di guerra. E polemiche furiose saranno assai probabili fin dai prossimi giorni. Il nuovo volume di Giampaolo Pansa, in uscita nelle librerie, si presenta con un titolo decisamente provocatorio: Bella ciao – Controstoria della resistenza (Rizzoli ed.).E il contenuto non è certo da meno, perché la sua lettura risulterà assai urticante per le vestali dellʼantifascismo duro e puro. Per antifascismo duro e puro non è da intendere quello democratico, sia dʼispirazione liberale sia cattolica, ma quello di marca comunista; che è riuscito a lungo (complice anche la “timidezza” dei moderati) a esercitare la sua egemonia ideologica sulla memoria della resistenza, trasformando la resistenza stessa in mito (come scrisse Romolo Gobbi in un dissacrante pamphlet uscito una ven- tina di anni fa) e fornendo al vecchio Pci una potente arma di pressione politica (come fu drammaticamente palese dai fatti di Genova del 1960 in poi). Ebbene, Pansa strappa il velo “mitologico” che ancor oggi circonda le formazioni partigiane comuniste, nonostante lʼabbondante letteratura che in tutti questi ultimi ventʼanni ha demistificato le figure di Togliatti, Secchia, Longo e dei loro numerosi seguaci. Un punto che sicuramente farà arrabbiare le vestali di cui sopra è la spiegazione dellʼegemonia comunista sulla resistenza: questa non fu ottenuta solo grazie alla migliore organizzazione politico militare, ma anche e soprattutto attraverso la maggiore spregiudicatezza, il maggiore cinismo e, in molti casi, la maggiore ferocia delle Brigate Garibaldi e dei loro capi. Una ferocia – sia detto chia- ramente – che si rivolse, in molti casi, anche contro i partigiani non comunisti, quei partigiani, per lʼesattezza, che avevano la disavventura di intralciare, più o meno consapevolmente, i disegni politici dei capi delle formazioni con la stella rossa sul berretto. Pansa rievoca ad esempio la vicenda degli “spagnoli” , cioè dei reduci comunisti della guerra di Spagna: gente dura, brutale e fantatica, che non esitava a eliminare senza pietà chiunque si ponesse sulla loro strada. Un altro scheletro nellʼarmadio del Pci è quello dei Gap, i gruppi che agivano nelle città con metodi terroristici; e il cui obiettivo primario era quello di rendere ancora più crudele la guerra civile. Non per niente i bersagli principali dei Gap erano i civili che avevano aderito alla Rsi. E ciò affinché ogni assassinio fosse il preludio di una spi- rale di sangue, così che le “colombe” di entrambi schieramenti, laddove non erano eliminate, fossero sempre più isolate. Vale la pena ricordare che Giovanni Gentile fu assassinato a Firenze proprio dai Gap. Così Pansa riassume lʼagghiacciante schema gappista: «Un attentato, una rappresaglia nemica. Un nuovo attentato, una rappresaglia più dura. Un terzo attentato, una rappresaglia ancora più aspra. E così via, con una catena senza fine che aveva un solo risultato: allargare lʼincendio della guerra civile e spingere alla lotta chi ne voleva restare lontano». La “controstoria” di Pansa è, più esattamente, una storia celata e strappata. Una storia che deve però tornare alla luce. Perché le divisioni e le lacerazioni del presente sono anche un poʼ figlie delle mistificazioni e delle rimozioni avvenute nel passato. Lʼasse Grillo-Vendola prova a lanciare la “bomba” del conflitto dʼinteressi sulla legge elettorale 2 Secolo d’Italia SABATO 8 FEBBRAIO 2014 Redazione Norme anti-Berlusconi sul conflitto dʼinteresse gettate nel dibattito come tentativo di far inciampare lʼasse tra Pd e Forza Italia che procede verso il varo della riforma della legge elettorale: è questa lʼultima trappola per sabotare lʼItalicum. Con cinque emendamenti presentati alla Camera Pino Pisicchio (Cd), Gregorio Gitti (PI), Marco Di Lello (Psi), Gennaro Migliore (Sel) e Riccardo Fraccaro (M5S) provano, con diverse formulazioni, a sancire lʼineleggibililità per chi ha partecipazioni di controllo o dominanti in società concessionarie dello Stato. Sugli emendamenti la prossima settimana la Camera potrebbe essere chiamata a votare a scrutinio segreto. Ed è questa la speranza dei “sabotatori”: provare a scatenare i franchi tiratori del Pd. Tre degli emendamenti sul conflitto dʼinteressi sono stati presentati da partiti che sostengono il governo (PI, Cd, Psi), altri due da gruppi di opposizione (M5S e Sel). Ciascun gruppo potrà decidere se mettere il testo in votazione, ma PI, Cd e M5S dichiarano che lo faranno. Tra i 264 emendamenti alla riforma elettorale presentati in Aula alla Camera ce ne sono anche due che prevedono le primarie come strumento per comporre le liste elettorali dei collegi plurinominali, entrambi firmati da parlamentari del Pd: il primo, depositato da Simone Valiante, stabilisce lʼobbligo per i partiti di ricorrere alle primarie, pena lʼesclusione dalle elezioni; il secondo prevede primarie facoltative ma organizzate dallo Stato, ed è stato presentato da Marco Meloni, e sottoscritto da numerosi deputati delle diverse correnti del Pd. Il governo, e in particolare i ministeri dellʼInterno e del Tesoro, hanno visionato gli emendamenti in modo da poter esprimere un parere al momento della discussione. E a via XX Settembre è balzato allʼocchio che entrambe le proposte, se approvate, avrebbero dei costi per le finanze pubbliche, che però non sono ancora quantificabili. Se il Viminale si facessero carico di tutti gli aspetti, alle fine i costi delle primarie sfiorerebbero quelli delle elezioni normali, che in genere ammontano a circa 350 milioni. Di qui lʼosservazione informale comunicata dal ministero dellʼEconomia, secondo quanto riferiscono fonti parlamentari, ai membri della commissione Affari costituzionali della Camera che ha portato il testo in aula. Ufficialmente, però, il Tesoro ha smentito, con una nota, lo stop allʼemendamento. Al lavoro per bloccare lʼItalicum cʼè anche Fratelli dʼItalia, secondo cui “la legge elettorale che si vuole proporre è peggiore di quella vista finora”, come ha detto ieri a Cagliari la leader Giorgia Meloni. «È un provvedimento che ci ripropone le liste bloccate perché Renzi e Berlusconi – ha osservato Meloni – vogliono continuare a nominare i parlamentari al posto di farli eleggere dagli italiani perché così li controllano. Stanno facendo una legge che definiscono giusta ma con la quale si fregano i voti di tutti gli altri partiti che non sono i loro». Renato Berio Lʼintellettuale che vuole rivalutare Marx va a parlare nella sede nazionale di CasaPound. Uno scandalo? Una provocazione? Una di quelle relazioni pericolose che rischiano di accendere infiniti dibattiti? Forse no. Intanto perché CasaPound non è organizzazione nuova a questi trasversalismi e poi perché Diego Fusaro, filosofo anti-euro molto critico con la sinistra ufficiale, da un poʼ di tempo dialoga con lʼaltra parte della barricata senza farsi troppi problemi. Ecco cosa scriveva la scorsa estate, ad esempio, a proposito di antifascismo e di antiberlusconismo: “Come lʼodierno antifascismo in assenza integrale di fascismo, così lʼantiberlusconismo ha svolto il ruolo di fondazione e di mantenimento dellʼidentità di una sinistra ormai conciliata con lʼordine neoliberale. Ingiustizia, miseria e storture dʼogni sorta hanno così cessato di essere intese per quello che effettivamente sono, ossia per fisiologici prodotti dellʼordo capitalistico, e hanno preso a essere concepite come conseguenze dellʼagire irresponsabile di un singolo individuo”. Il 21 febbraio dunque Fusaro varcherà la soglia di CasaPound e va detto che certe affermazioni già determinavano una qualche “sintonia”. Resta da superare lʼostilità a Marx, che certo non è uno degli autori privilegiati dal mondo della destra. E tuttavia di un ritorno fragoroso sulla scena del filosofo di Treviri, causa la crisi del capitalismo globale, si parla ormai da anni (Il Secolo dedicò al tema la copertina di un Domenicale del 18 settembre 2011 dal titolo “Marxista è bello?”). Il dibattito sʼinfiammò anche in Italia sempre due anni fa dopo che sul- lʼagenzia Bloomberg un influente analista economico come George Magnus pubblicava un articolo dal titolo eloquente: “Date a Marx una chance di salvare lʼeconomia mondiale”. E Costanzo Preve, filosofo torinese di recente scomparso, asseriva che recuperare Marx è essenziale quando cʼè da rimettere il lavoro al centro della riflessione: “Si è imposto – rispondeva Preve – un pensiero unico ultraliberale e il lavoro, che resta centrale, sembra scomparso per il prevalere del capitale finanziario su quello industriale.” Dunque non è scandaloso che Fusaro parli a CasaPound (essendosi lui stesso sottratto alle logiche di demonizzazione che la sinistra ufficiale utilizza) né suona come “eretica” una discussione su Marx (si riprende semmai il filo di un dibattito che procede dal 2008). Su Facebook Fusaro lʼha spiegata a modo suo: “Da Socrate ho appreso a dialogare con tutti, anche con chi la pensa in maniera diametralmente opposta rispetto a me”. Ma i vigilantes dellʼantifascismo non lʼhanno presa bene. E le accuse di “rossobrunismo” si sprecano. Fino al 21 ci sarà modo di vedere se Fusaro manterrà il punto. Un filosofo marxista nella sede di CasaPound. Scandalo? No, solo per gli antifascisti Possibile intesa anticoncorrenza su un farmaco: parte lʼindagine dell'Antitrust su due aziende SABATO 8 FEBBRAIO 2014 Redazione L'Antitrust ha avviato un'istruttoria nei confronti di Novartis Farma e Italfarmaco per verificare l'esistenza di una possibile intesa restrittiva della concorrenza, realizzata in occasione delle gare bandite da tre Regioni italiane per la fornitura di un farmaco che cura alcune tipologie di tumori. Sotto esame, secondo l'Autorità per la concorrenza ed il mercato (Agcm), sono i comportamenti delle due aziende in occasione delle gare bandite da Lombardia, Emilia Romagna e Veneto tra il 2010 e il 2013 con possibili effetti negativi sul costo dei farmaci a carico degli enti sanitari. Il procedimento, «notificato alle parti nel corso di alcune ispezioni, condotte in collaborazione con il Gruppo Antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di Finanza, è stato avviato alla luce di una segnalazione dell'Agenzia Regionale Centrale Acquisti della Regione Lombardia, competente a bandire gare d'appalto per l'acquisto aggregato dei farmaci destinati alle Aziende Sanitarie Locali», si legge nella nota dell'Agcm. La segnalazione invece riguarda l'esito delle gare bandite nel periodo 2010-2013, con particolare riferi- Secolo d’Italia Mozzarelle blu, 4 indagati. Utilizzata acqua di pozzo non potabile per risparmiare mento ai lotti relativi al principio attivo denominato octreotide acetato nei dosaggi 10, 20 e 30 mg. Gli elementi a disposizione – spiega l'Antitrust – «potrebbero fare supporre una possibile intesa illecita tra le due imprese alla luce di una mancata partecipazione alle gare in via autonoma e successivi tentativi di partecipazione alle stesse gare in raggruppamento temporaneo d'impresa nonché l'offerta di prezzi esattamente uguali. Si tratta di comportamenti che potrebbero costituire elementi di un'unica strategia collusiva tra le due imprese, tesa ad evitare il confronto competitivo per la fornitura di octreotide nei dosaggi richiamati agli enti sanitari, con l'obiettivo di massimizzare i relativi profitti, sulla base di una ripartizione del mercato concordata a partire dalle rispettive quote storiche di mercato». La ripartizione dell'offerta, se verificata, potrebbe avere avuto conseguenze negative sulla spesa per farmaci sostenuta dai diversi Sistemi Sanitari Regionali, secondo l'Agcm: «Quando una gara va deserta, la fornitura di farmaci avviene infatti tramite contratti direttamente stipulati dai singoli enti con le imprese fornitrici a prezzi che non beneficiano degli sconti tipici delle gare che, al contrario, attraverso il confronto concorrenziale, consentono un più efficace perseguimento di risparmi di spesa anche grazie all'aggregazione della domanda». Il procedimento deve concludersi entro il 30 giugno 2015. sposizione delle forze di Polizia europee. Il progetto viene sviluppato nell'ambito dell'Enlets, l'European Network of Law Enforcement Technologies, un gruppo di lavoro specifico di cooperazione tra i diversi Stati nato per rafforzare la cooperazione fra le forze di polizia europee in materia di ricerca e sviluppo tecnologico e per lo scambio di esperienze e best practice. L'obiettivo è quello di creare una soluzione tecnologica che possa rappresentare lo standard per tutte le case automobilistiche. Tecnicamente si tratta di interrompere l'afflusso di carburante oppure di disattivare il sistema di iniezione tramite un accesso remoto ma il blocco remoto sarebbe attivato dalla centrale operativa e non dalle auto di pattuglia. La proposta di strumenti in grado di consentire alle forze di polizia di fermare i veicoli in remoto o impedire a un veicolo fermo di muoversi è nata nel Regno Unito, dove da quasi dieci anni, la polizia sta cercando di trovare una soluzione tecnologica adeguata. Il progetto fa parte di una delle 7 aree prioritarie identificate dagli esperti dell'Enlets. Gli altri progetti di innovazione tecnologica a supporto delle forze di polizia euroopee riguardano un sistema automatico di riconoscimento targhe al quale partecipa anche l'Italia, un sistema di tipo Osint, Open Source Intelligence, per acquisire informazioni da fonti aperte come giornali e siti web, lo sviluppo di sistemi Uav, Unmanned Aerial Vehicle, tipo droni, soluzioni tecnologiche per l'ascolto covert tese a migliorare le tecniche investigative, un altro progetto per lo sviluppo di strumentazioni in grado di acquisire segnali per l'intelligence e, infine, una serie di progetti per armi e materiali non letali e sistemi di protezione. Così la polizia potrà bloccare con un click a distanza le auto in fuga Redazione Un click e stop. Saranno fermate così dalla polizia nei prossimi anni le macchine dei fuggitivi. Mai più inseguimenti rocamboleschi che mettono a rischio l'incolumità degli agenti, dei passanti ma anche dei fuggitivi. Nel 2020 per bloccare le auto alle forze di Polizia europee basterà spingere un semplice bottone, interrompendo così immediatamente l'afflusso di carburante e la corsa della vettura. Il progetto, anticipato dal quotidiano britannico Telegraph, è allo studio dell'Unione Europea che avrebbe dato il via libera allo sviluppo di un sistema universale per bloccare le auto a distanza, attraverso l'interruzione dell'afflusso di carburante, che entro il 2020 dovrebbe essere messo a di- 3 Redazione Arriva al capolinea l'inchiesta della Procura di Torino sul caso delle mozzarelle che, fuori dalle confezioni, assumevano una colorazione blu con decine di casi segnalati in tutta Italia nel 2010. La Procura di Torino ha chiuso l'inchiesta, quattro gli indagati, due tedeschi e due italiani: i pm Raffaele Guariniello e Ciro Santoriello ipotizzano i reati di vendita di alimenti non genuini e commercio di alimenti in cattivo stato di conservazione. Il colore blu, è stato accertato, è causato dalla presenza di batteri nelle acque di pozzo usate nella lavorazione. Oltre alle quattro persone, alti dirigenti della Jaeger, che ha sede in Alta Baviera, della Granarolo, e della LatBri, sono state chiamate in giudizio le società in qualità di responsabili amministrativi. Tra i batteri trovati analizzando le decine di mozzarelle sequestrate in Italia ci sono lo pseudomonas, l'enterobacter cloacae e l'escherichia coli. Secondo l'ipotesi di accusa, le acque di pozzo sarebbero state usate nella lavorazione in luogo delle acque potabili allo scopo di risparmiare. I casi denunciati, intanto, non si sono fermati, anche se sono diventati più occasionali. Proprio oggi ne è arrivato in Procura uno riguardante una burrata venduta in un supermercato di Torino, che ha assunto una colorazione blu. La vicenda aveva avuto anche una variante rosa. Dopo diversi casi di mozzarelle blu scoperti nel corso del 2010 in diverse parti d'Italia, a fine anno era stato scoperto un caso di mozzarella rosa da un pensionato di Collegno che, alla vigilia di Natale, aveva aperto il prodotto ravvisando il cambiamento di colore. La crisi economica morde anche in Bosnia: violente proteste in molte città 4 Antonio Pannullo A Tuzla, nel nord della Bosnia, centinaia di manifestanti, che già giovedì scorso erano scesi in piazza per protestare contro la crisi economica, hanno fatto irruzione nella sede del governo cantonale, saccheggiando e mettendo a soqquadro stanze e mobili. Come riferiscono i media locali, i dimostranti hanno lanciato dalle finestre per strada carte e documenti, ai quali hanno poi dato fuoco. La polizia è intervenuta in forze. Nonostante l'arrivo dei vigili del fuoco, i manifestanti sono riusciti ad appiccare il fuoco all'edificio del governo cantonale, che i pompieri sono impegnati a spegnere. Nella terza giornata di proteste di piazza, i manifestanti a Tuzla erano oltre 6 mila e manifestazioni di sostegno e malcontento sociale si sono estese ad altre città della Bosnia: Zenica, Jajce, Bihac, Gorazde, Visoko, Brcko, dove i manifestanti lanciano sassi e uova contro le sedi dei governi locali. Anche a Sarajevo un migliaio di persone si sono scontrate con la polizia dopo aver iniziato a manifestare lanciando sassi contro le forze dell'ordine davanti alla sede dell'esecutivo cantonale e nei disordini è stato Secolo d’Italia L'ex première dame Valerie si consola alle Mauritius con le amiche rovesciata la macchina della Tv di Sarajevo che non riesce più a trasmettere. Dopo ripetuti scontri con la polizia, i manifestanti che animano la protesta per il malcontento sociale davanti alla sede del governo cantonale hanno appiccato il fuoco a un ingresso dell'edificio. I vigili del fuoco sono stati per ore alle prese con l'incendio. Secondo testimoni sul posto, le forze dell'ordine si sono ritirate lasciando indifeso un lato dell'edificio che al contempo veniva evacuato. Diverse ambulanze hanno portato via dei feriti, ma non è dato sapere al momento quanti siano. A Banja Luka alcune centinaia i persone hanno fatto una "passeggiata di protesta" per le strade della città e il corteo, passando davanti alla presidenza della Republika Srpska hanno scandito "ladri, ladri!" e slogan contro le privatizzazioni. È la prima volta che nella Bosnia del dopoguerra si tengono manifestazioni di protesta così numerose, senza distinzioni fra una comunità etnica e l'altra. Dopo Tuzla e Sarajevo, anche a Zenica i manifestanti hanno incendiato la sede del governo cantonale ed hanno anche danneggiato l'automezzo dei vigili del fuoco che cercava di raggiungere l'edificio. Allo scoppio dell'incendio, la polizia si è ritirata e ha lasciato libero accesso ai manifestanti. Ci sono diversi feriti, più numerosi tra le forze dell'ordine. fra cui alcuni colleghi in Qatar, mi hanno confermato che si tratta di un cittadino britannico, di Londra», ha detto Maher al giornale della capitale. Anche nelle ore successive sono proseguiti scontri armati tra ribelli islamici siriani ed esercito regolare ad Aleppo attorno alla prigione centrale nella parte nord della città. Lo riferiscono attivisti presenti nella metropoli del nord. Le fonti non possono confermare la notizia, diffusa due giorni fa, della liberazione di migliaia di detenuti dal più affollato carcere della città. I combattimenti sono in corso tra miliziani qaidisti della Jabhat an Nusra e islamici della brigata Ahrar ash Sham contro soldati governativi. Intanto si apprende che il regime siriano è pronto a consentire l'uscita dalla città vecchia di Homs di circa 200 tra donne, bambini, anziani e feriti, in base all'ac- cordo di una tregua umanitaria annunciata dalla Russia. Il governatore della città, Talal Barazi, citato dall'agenzia ufficiale Sana, ha ribadito che è tutto pronto per l'uscita dei civili assediati e che questi potranno uscire, a piedi, dal quartiere di Jurat Shiyah dirigendosi verso la zona di Mimas. Si è appreso che le Nazioni Unite hanno confermato la ripresa lunedì prossimo a Ginevra dei colloqui sulla Siria tra le delegazioni del governo e dell'opposizione sotto l'egida del mediatore internazionale Lakhdar Brahimi. «I colloqui sulla Siria riprenderanno lunedì mattina e dovrebbero durare tutta la settimana», ha detto la portavoce dell'Onu, Corinne Momal-Vanian. «Se sarà necessario, continueremo oltre», ha aggiunto. Inaugurata a Montreux (Svizzera) lo scorso 22 gennaio, la Conferenza internazionale sulla Siria, Ginevra 2, ha consentito un primo round di colloqui, concluso il 31 gennaio, ma senza risultati tangibili per porre fine al conflitto, se non l'appuntamento per una secondo round. Siria, si è fatto esplodere il primo terrorista suicida britannico Redazione Il primo terrorista suicida britannico si sarebbe fatto esplodere nel corso della ribellione armata qaedista in Siria. Secondo l'Evening Standard, si tratta di un cittadino di Londra, che era alla guida del camion imbottito di esplosivo che, stando a fonti dei ribelli, giovedì si è lanciato contro la prigione di Aleppo, permettendo la liberazione di centinaia di detenuti. Il giornale cita un esperto londinese di intelligence, Shiraz Maher, ch avrebbe raccolto dettagli sull'attacco da alcune fonti. Il cittadino britannico porta il nome di battaglia di Abu Suleiman al-Britani, potrebbe essere di origine pachistana, e si era unito al Fronte qaedista di al Nusra. Su Twitter è stata pubblicata anche la foto del camion corazzato che si è scagliato contro i cancelli della prigione. «Varie fonti, SABATO 8 FEBBRAIO 2014 Redazione L'ex première dame Valerie Trierweiler è in vacanza all'isola di Mauritius con le amiche: lo rivela il magazine Closer, autore del celebre scoop della storia d'amore tra il presidente francese Hollande e l'attrice Julie Gayet. A meno di due settimane dalla fine della relazione con Hollande, Valérie - che era stata ricoverata per una settimana in ospedale dopo la pubblicazione degli scatti rubati di Closer - si è concessa qualche giorno di riposo sull'isola dell'Oceano Indiano in compagnia della moglie del ministro del Lavoro, Michel Sapin, Valérie de Senneville, giornalista del quotidiano economico Les Echos, e dell'attrice Saida Jawad, compagna del regista Gerard Jugnot. Le tre amiche hanno in programma spiaggia, sole, nuotate, libri e riposo, scrive Closer secondo cui avrebbero affittato un bungalow privato in un hotel di lusso dell'isola. Il giornale pubblica qualche foto in spiaggia dell'ex compagna del presidente che mostra una nuova silhouette, dimagrita e in bikini. Secondo Closer, la Trierweiler avrebbe anche cenato, dopo il suo arrivo lo scorso primo febbraio, con il premier dell'isola. E guarda caso, ora esce in Francia il galateo per separarsi con stile. L'autrice di "Gentleman largueur" il manuale per scaricare una donna senza sembrare vigliacchi è una giovane editrice freelance, Charlotte M., 28 anni, e il suo target di riferimento sono i maschi. Il quotidiano Liberation, che dedica una pagina all'argomento, ne approfitta per ricordare il laconico messaggio del presidente, Francois Hollande, diffuso dall'Agenzia France Presse, annunciò di "mettere fine" al suo rapporto con Valerie Trierweiler. Rc auto: il governo recupera le norme, riduzioni fino al 23% SABATO 8 FEBBRAIO 2014 Secolo d’Italia 5 Scuola, via libera all'anagrafe dell'edilizia scolastica Redazione Il governo ci riprova. Stralciato l'articolo 8 dal dl Destinazione Italia, il pacchetto Rc auto passa in un ddl apposito che promette ribassi delle polizze di ben il 23%. Il percorso parlamentare delle nuove norme sarà molto più lungo rispetto ai tempi di un decreto legge e probabilmente più accidentato. L'obiettivo del provvedimento varato dal Consiglio dei ministri rimane lo stesso, ma per gli automobilisti gli sconti sono per il momento rinviati. «Chi pagava un premio Rc auto di mille euro all'anno, avrà una decurtazione a 770 euro», ha annunciato il comunicato di Palazzo Chigi. Il disegno di legge prevede infatti una serie di sconti per gli assicurati e sanzioni, in caso di violazioni, per le assicurazioni. Il primo "bonus" è uno sconto del 7% sulla media dei prezzi regionali per l'applicazione della famosa scatola nera. In caso di mancata pubblicità o comunicazione è prevista una sanzione da cinquemila euro a quarantamila euro. Un ulteriore sconto del 5% e del 10% potrà essere ottenuto con il risarcimento in forma specifica presso carrozzerie convenzionate, così come si otterrà una riduzione del 7% per prestazioni di servizi medico-sanitari resi da professionisti convenzionati con le imprese assicurative. Anche in questo caso, per mancanza di pubblicità e comunicazione è stabilita una sanzione da cinquemila a quarantamila euro. Sconto infine del 4% per il divieto di cessione del diritto al risarcimento, che usualmente si fa con carrozzieri o avvocati provocando un inevitabile rigonfiamento dei costi. In regime di libero mercato, le riduzioni non sono però generalizzate e sono comunque diversificate a seconda della politica di prezzo praticata dalle singole imprese. In ogni caso è al momento difficile vedere cumulate tutte le offerte e al livello che il governo tenderebbe ad imporre per legge. Tutte le nuove norme andranno infatti ad agire su una componente del costo del danno pari al 40% del totale. Per applicare uno sconto complessivo del 23% sulle polizze, quella componente dovrebbe quindi essere abbattuta drasticamente. Redazione È di nuovo polemica sui test di ammissione ai corsi universitari a numero chiuso, regolati da un decreto del ministero dell'Università e che riguarda le prove per Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Professioni sanitarie triennali, Architettura. Test che lo scorso anno hanno visto la partecipazione di circa 250 mila studenti. Le associazioni degli studenti, Udu e Rete studenti medi, hanno annunciato proteste e mobilitazioni contro il numero chiuso ma anche perché quest'anno le prove sono anticipate rispetto al finora consueto periodo di settembre: i ragazzi interessati potranno iscriversi ai test a partire dal 12 febbraio fino all'11 marzo e le prove ci saranno tra l'8 e il 10 aprile. Proteste (da parte di Link, Uds e Rete della conoscenza) anche per il taglio del 20% dei posti previsti per medicina. Per quanto riguarda la struttura delle prove d'esame, segnala Alpha Test, non ci sono grandi novità rispetto a quelle del 2013, mentre il numero dei posti disponibili indicato dal ministero, seppure in via ancora provvisoria, delinea una riduzione che potrebbe in alcuni casi risultare corposa. Rimane la conferma della graduatoria nazionale e l'assenza del voto di maturità dal sistema di ammissione. Confermato il numero dei quesiti (60) e il tempo a disposizione (100 minuti). Per il test di Medicina e Odontoiatria e per quello di Veterinaria è previsto un lieve aumento delle domande sulle materie scientifiche, con chimica che passa da 8 a 10 quesiti e Biologia (da 14 a 15) a scapito di quelle di logica (2 quesiti in meno) e cultura generale (1 in meno). Anche ad Architettura, calano di poco logica e cultura generale e salgono storia (+ 2 domande) e matematica/fisica (+1 domanda). Intanto, il Miur ha in via cautelativa inserito nel decreto un taglio di circa il 20% rispetto al 2013, applicato anche per Architettura. Confermata la graduatoria nazionale, che sarà chiusa entro il primo di ottobre. Il decreto non fa alcun riferimento al voto di maturità. Università, è polemica sui test e sul taglio dei posti del 20 per cento Redazione L'Italia avrà un Sistema nazionale delle Anagrafi dell'edilizia scolastica (Snaes). Grazie all'accordo siglato in Conferenza Unificata riparte, spiegano da Viale Trastevere, con una nuova modalità e procedure più snelle, la raccolta dei dati relativi all'edilizia scolastica. Nuova formulazione anche per l'Osservatorio sull'edilizia, che viene ripristinato per rendere «efficaci gli interventi in materia previsti dalla normativa vigente e per garantire una loro efficiente programmazione». Si tratta di un segnale di attenzione da parte del governo ad un tema centrale come l'edilizia scolastica. La proposta di accordo, si legge nel documento redatto dall'ufficio Istruzione dell'Anci, ha l'intento di «fornire un impulso alla realizzazione effettiva dell'anagrafe, anche aggiornando la metodologia e la modalità di rilevazione dei dati, nonché il set informativo dei dati che saranno individuati con un successivo accordo di conferenza Unificata». Il nuovo sistema di anagrafe prevede due componenti: una a livello centrale, che garantisce al Miur le conoscenze necessarie per la pianificazione e il controllo, e un'altra, distribuita in “nodi regionali”, che assicura la programmazione, a livello regionale, del patrimonio edilizio e la gestione dello stesso su base provinciale, comunale e di singola unità scolastica. Da parte ministeriale, il Miur metterà a disposizione i dati relativi agli edifici scolastici e un servizio di consultazione dei dati raccolti a livello nazionale. Puglia, nella riforma dello Statuto «evitiamo forzature come il riferimento alla Resistenza» (che qui non ci fu) 6 Secolo d’Italia Redazione In merito alla riforma dello Statuto della Regione Puglia il vicepresidente vicario del gruppo consiliare Pdl-Fi, Saverio Congedo, ha dichiarato: «La proposta avanzata dal collega Losappio per lʼinserimento nello Statuto del riferimento alla Resistenza porta con sé il fondato dubbio che si tratti di una campagna di distrazione di massa per occultare lo stato disastroso in cui i governi Vendola si apprestano a lasciare la Regione in termini di politiche del lavoro, socio-sanitarie, ambientali, infrastrutturali e chi più ne ha più ne metta. Conoscendo il collega Losappio voglio immaginare che così non sia e intendo affrontare la proposta di modifica statutaria nel merito con almeno tre rilievi: 1) a quasi sessantʼanni dalla fine della Seconda guerra mondiale non si comprende che senso abbia continuare a rivolgere lo sguardo al passato per riprendere formule che non compaiono neanche nel testo della Costituzione che pure è stata scritta subito dopo la conclusione del conflitto ed ha rilievo e valore per lʼintera Nazione; 2) in Puglia la Resistenza non ci fu per la semplice ragione che non ci fu occupazione nazista, mentre da essa partì la partecipazione del ricostituito Esercito regolare italiano alla guerra di Liberazione; se si vuol far riferimento a tutte le pagine della storia nazionale, alle quali i pugliesi hanno offerto il loro apporto generoso e sacrificale alla causa della Patria italiana e della libertà, sarebbe doveroso considerare tutti i centocinquantʼanni di storia allʼombra del Tricolore ed i loro prodromi; 3) ricordo che, quando con votazione bipartisan adottammo nel 2003 il nuovo testo dello Statuto, lʼargomento fu ampiamente dibattuto, e si preferì il riferimento condiviso alla Liberazione. Questo non per influssi revisionistici o tanto meno negazionistici, ma nella convinzione che si dovessero inserire nella Carta regionale riferimenti a valori positivi che unificassero la Comunità pugliese, peraltro in perfetta sintonia con i valori della Costituzione repubblicana. Pertanto, così come della Costituzione nessuno intende modificare i primi, solenni articoli, e sulle modifiche ad essa giustamente si ricerca il più vasto apporto, suggerisco di lasciare in pace un testo dello Statuto su cui cʼè convergenza generale e di rivolgere lʼattenzione a quelli parti che potrebbero rendere più efficiente la funzione legislativa e di governo». Redazione «Nelle scorse ore il direttore sanitario di presidio del policlinico Tor Vergata ha confermato la presenza di casi di scabbia e tubercolosi allʼinterno delle strutture sanitarie dellʼazienda ospedaliera universitaria. Un riscontro oggettivo cui si aggiungerebbero altri casi individuati nellʼambito della Asl Roma H, in un contesto in cui ad essere stati colpiti da tali malattie risulterebbero anche operatori sanitari ora alle prese con le necessarie profilassi. È evidente che questo allarme, lanciato da più parti, viene sottovalutato dalla Regione Lazio»: così dichiara Fabrizio Santori, consigliere regionale di La Destra e membro della commissione Salute, nellʼannun- ciare unʼinterrogazione urgente al presidente Zingaretti al fine di sapere se è «a conoscenza del riaffacciarsi sul territorio della Regione Lazio di malattie come scabbia e tubercolosi e conoscere se è nelle intenzioni di questa amministrazione regionale prendere provvedimenti nellʼimmediato, soprattutto nelle scuole, per far fronte al riaffacciarsi di malattie ormai debellate da anni. Il proliferare di campi nomadi irregolari, particolarmente insistenti proprio nel bacino territoriale in cui opera il policlinico Tor Vergata, lʼaumento esponenziale dei flussi migratori e, non ultime, le nuove povertà risulterebbero cause incontrovertibili del riaffiorare di questo genere di malattie. Per tali ragioni intendiamo conoscere in maniera dettagliata le linee di intervento del modello di welfare e salute regionale e se sono stati coinvolti gli attori del terzo settore, del mondo sindacale oltre alle Asl e allʼIstituto Superiore di Sanità. Ma non solo: occorre anche verificare – continua Santori – se questa amministrazione regionale ha preso contatti con Roma Capitale al fine di intraprendere unʼazione di verifica nei campi nomadi irregolari e procedere con lʼindividuazione di eventuali focolai delle suddette malattie e quali piani di intervento si intendano quindi promuovere in maniera urgente per far fronte a un fenomeno che desta sempre più preoccupazione». Roma, al policlinico Tor Vergata casi di scabbia e Tbc, forse dovuti ai vicini campi nomadi irregolari SABATO 8 FEBBRAIO 2014 Ambrogio: «Non ghettizziamo attività ed aree nel regolamentare il verde pubblico a Torino» Redazione «Non voglio sminuire il problema della convivenza, allʼinterno di parchi e giardini pubblici cittadini, tra interessi divergenti, ma ritengo in ogni caso sbagliato un approccio eccessivamente rigido che imponga una ghettizzazione di alcune attività o, peggio, la divisione settoriale dellʼarea: come sempre sono anche il buonsenso, lʼeducazione ed il rispetto tra generazioni a fare la differenza». Così Paola Ambrogio, consigliere comunale di Fratelli dʼItalia, commenta le proposte di modifica al regolamento del verde pubblico e privati a Torino durante la riunione di commissione. «Innanzitutto – continua la Ambrogio - vi è la necessità di considerare in modo diverso, per caratteristiche e spazi disponibili, parchi e giardini storici della città: se nel primo caso è il più delle volte fattibile, nonché già presente, una divisione fisica per aree dedicate, nel secondo ciò non può avvenire. Qui da un lato occorre rispettare le comuni regole di convivenza, dallʼaltro bisogna pensare a dei limiti che siano per esempio legati allʼetà: bimbi di sei anni che scimmiottano una partita con un pallone leggero non possono certo essere paragonati ad un gruppo di ragazzini che calciano violentemente un pallone di cuoio. Perciò presenteremo degli emendamenti volti proprio a limitare, ma solo nei giardini storici, attività che in età adolescenziale potrebbero compromettere la sicurezza degli altri fruitori». A volte ritornano: e i naufraghi dell'“Isola dei famosi” si preparano a sbarcare su Canale 5 Secolo SABATO 8 FEBBRAIO 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno IDopo anni di digiuni. Di liti furiose. Di amori rinnegati. Dopo edizioni di gare, nominations, ammutinamenti e abbandoni per fame e stanchezza, il file dei naufraghi esiliati su un atollo isolato in mezzo al nulla oceanico, archiviato da Raidue, potrebbe approdare su Canale 5: e così, L'Isola dei famosi si rifà il look, pronta a tornare sui teleschermi italiani, questa volta sulle reti Mediaset. Pochi giorni fa, nella sua prima intervista dopo l'annuncio dell'abbandono delle sue cariche operative in Magnolia (casa di produzione dell'“Isola”), l'ormai ex ad Ilaria Dallatana aveva fatto trapelare tra le righe al sito di Davide Maggio, specializzato in anticipazioni televisive, di avere in serbo «un ultimo colpetto» su cui si era concentrata negli ultimi mesi: L'Isola dei famosi, presto o tardi, sarebbe tornata «da una parte o dall'altra». E infatti sembra che il reality, cancellato dalle reti pubbliche dopo il lancio su Rai2, sia in procinto di sbarcare sulla rete ammiraglia Mediaset. Almeno queste, sulla carta, le intenzioni: le trattative tra Magnolia e Mediaset proseguono, intanto, e vengono confermate informalmente da più fonti, e addirittura una di queste, il sito di gossip tv (incentrato sulle indiscrezioni riguardanti protagonisti e format del piccolo schermo) si spinge anche oltre, alludendo ad uno stato già avanzato del progetto che prevederebbe persino il ritorno come inviata sull'isola di Vladimir Luxuria. Sempre stando ai rumors rilanciati dal web, invece, non sarebbe ancora maturata la scelta di un conduttore, anche se le indicazioni sulla rete non escludono nemmeno un ritorno di Simona Ventura alla tv generalista sulle reti di Cologno Monzese. Peraltro, il mosaico dei palinsesti incastra via via le sue tessere, e dopo l'annuncio del trasloco obbligato di Italia's Got Talent su 7 SkyUno, Canale 5 aveva fatto sapere di essere al lavoro su un nuovo show auto-prodotto. Tutti progetti che bollono nel pentola televisiva, a cui ora si aggiunge anche il possibile ritorno dell'Isola dei famosi, pronta ad andare ad arricchire il carnet delle proposte mediatiche della punta di diamante Mediaset. Francesca Neri compie 50 anni: il bilancio è di una donna e di un'attrice felice Bianca Conte Bella, elegante e dotata di generose dosi di ironia, Francesca Neri lunedì spegnerà 50 candeline. Tempo di bilanci e di rimpianti, dunque, anche per la bella attrice nata a Trento, ormai da molto naturalizzata romana, moglie di Claudio Amendola e madre di Rocco, figlio che lei stessa definisce «un adolescente meraviglioso, fuori dal comune». Un consuntivo decisamente positivo, dunque, il suo, che la induce ad essere fiera di ogni anno che tra due giorni andrà a festeggiare, tanto da ammettere serenamente che «una donna deve dichiarare sempre l'età che ha. Mai vergognarsene. Oggi mi piaccio di più, mi sento più consapevole». Del resto la Neri ha al suo attivo una famiglia unita e una carriera di tutto rispetto, nata quasi per caso: fu il rifiuto di Angela Molina, infatti, e un provino brillante, a farle avere la parte nelle Età di Lulù, di Bigas Luna, il film che la lanciò in Italia e all'estero. Aveva 25 anni la Neri all'epoca, dopo quel trampolino di lancio ci sarebbero state altre tappe significative: il trasferimento nella capitale per frequentare il Centro Sperimentale di Cinematografia; la partecipazione a Il grande Blek di Giuseppe Piccioni; quindi la conferma in Pensavo fosse amore, invece era un calesse di Massimo Troisi, il titolo che le regalerà la notorietà vera, oltre che lo sdoganamento ufficiale da parte della critica. Non solo, grazie a quel film la Neri ha conquistato il suo primo Nastro d'Argento. Ma dopo quel traguardo, le strade del cinema la riportano ancora in Spagna, prima nel '93 quando, grazie a Carlos Saura, gira Spara che ti passa, con Antonio Banderas. Poi nel 1997, quando Pedro Almodovar la vuole come protagonista femminile del suo film Carne trémula. In questo periodo continua però a lavorare anche molto in Italia, con registi come Gabriele Salvatores, Cristina Comencini, Giuseppe Bertolucci e Francesco Nuti, cosa che non ha escluso anche una breve parentesi americana. Nel frattempo, inizia la sua storia d'amore con il collega Claudio Amendola che dura tuttora. E per il futuro, tanti progetti: a partire da marzo, quando Francesca Neri sarà di nuovo su un set internazionale, il film britannico The Habit of Beauty, di Enrico Tessarin e Mirko Pincelli, Con Noel Clarke, ambientato sulla scia delle rivolte londinesi del 2011. Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250