la parola ai rappresentanti
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la parola ai rappresentanti
indice 3 EDITORIALE 4 EVENTI:Incontro con Don Ciotti 5 6 di Irene Cinel di Chiara Gottardo INTERVISTE: La PAROLA AI RAPPRESENTANTI dai rappresentanti di Persona() Direttore: Irene Cinel (3CS) Vicedirettore: SCUOLA: COME ABBIAMO CAMBIATO CLASSE Martina bertoncello(3CL) di Riccardo Tessarin SCIENZA: IL GATTO DEI QUANTI 7 di Gabriele Zeni 8 EVENTI: JESOLO SPORT E FITNESS FESTIVAL di Sofia Marchesin 9 CINEMA: POTERE ALLE DONNE 10 SPORT: LE STORIE SOPRA RIO 11 SPORT: GENTILUOMINI O BESTIE 12 DIVERTIMENTO: INGIOCO Impaginazione: Leonardo Cattarin (3BSA) di Beatrice Tonietto di Nicola Pozato di Teresa Baggio di Irene Cinel 13 ESTATE: VACANZA ALTERNATIVA 14 SOCIALE:MASCHERE DI FUMO 15 INTERVISTE-SPORT:RACHELE BAÚ di Elena Sofia Furlan di Martina Bertoncello di Paolo Dellai 16-17 MUSICA:OASIS-(WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY? di Anna Cavallin 18 L’angolo dello svago 19 SCIENZA: IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALE 20 di Leonardo Cattarin Oroscopo di Nicola Fontana e Arianna Zonta 2 Editoriale altro anno scolastico è passato, un anno di responsabilità e di mancanze di essa, di lotte e di con“Unquiste, di perdite e vittorie, di critiche e di complimenti. Ogni anno ci dona qualcosa da portare con noi nella vita, così come ogni granello di sabbia forma il deserto. Tutti i giorni passati si sommano alla fine, e bisogna trarre le conclusioni e gli insegnamenti da tutto ciò che si è vissuto. Ripensare ai posti visitati, alle esperienze fatte e alle persone conosciute, e ricordare tutto con un pizzico di malinconia. Che anno sarebbe senza avere a fianco le persone giuste? Anche qui, alla Redazione di Herpes, abbiamo passato un anno, e non ce l’avremmo mai fatta senza l’incostante impegno dei nostri collaboratori, che pur facendoci dannare con le date di scadenza, in un modo o nell’altro tirano fuori le righe e fine mese: grazie a tutti i giornalisti, per aver condiviso quest’anno con me e con tutta la scuola, grazie delle parole che avete scritto per noi. Vorrei ricordare i nomi di chi non solo ha partecipato a tutte le riunioni, ma è anche riuscito a portare un articolo per tutti e cinque i numeri! Grazie quindi a: Nicola Fontana e Arianna Zonta, Beatrice Tonietto, Riccardo Tessarin, Nicola Pozzato e Paolo Dellai. Ma grazie a chiunque abbia inviato un articolo, o partecipato a una riunione, grazie! Speriamo di riavervi con noi l’anno prossimo, insieme a molte nuove persone! Un grazie al nostro docente referente, Giordano Dellai, sempre presente alle riunioni e sempre pronto a fugare ogni nostro dubbio e alla vicedirettrice Martina Bertoncello. Un ultimo grazie, uno speciale, di cuore, va al mio fido impaginatore, che ha con me condiviso bestemmie e conquiste di ogni numero, e lottato fino alla fine per ogni pagina stampata. Grazie Leonardo per essere la mia voce della coscienza, sappiamo tutti e due quanto sarei scapestrata e disperata senza di te. Vorrei augurare a tutti voi di provare quello che ho sentito io la prima volta che ho tenuto in mano il primo numero di Herpes. Quell’emozione che ti chiude la bocca dello stomaco, quell’emozione di ‘aver fatto qualcosa’ e ti ricorda che sei vivo e che sei parte del mondo. Rinnovo quindi a tutti voi l’invito a partecipare, prendere atto ed essere parte di tutto ciò che ci circonda, senza rimanere indifferenti. “Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno. Non c’è momento migliore di questo per essere felice.” (Madre Teresa di Calcutta) ” Irene Cinel Per collaborare scrivete a: [email protected] N.5 Giugno 2014 3 eventi incontro con don ciotti “L’unità di misura dei rapporti umani è la relazione, la prima forma di giustizia è la vicinanza.” di Chiara Gottardo(3BC) Subito dopo avermi stretto la mano, mi ha abbracciata, mi ha chiesto come stavo, come mi chiamavo, come andavo a scuola, e poi mi ha ringraziato. Perchè la prima cosa che Don Ciotti fa con le persone è proprio questo: cercare un contatto, creare un legame, interrogarti in quanto persona. E non solo con le parole ma anche con i gesti, con il suo sorriso affettuoso, le mani vigorose come pronte a sostenerti. Mentre il Sindaco Cimatti, il nostro Dirigente e il prof. Banfi presentavano il prete e il suo operato, dall’uomo, prima che dal prete, traspariva immediatamente la sua qualità principale: la forza. Così, quando martedì 13 maggio, nella sala da Ponte, Don Ciotti ha iniziato a parlare con decisione e abilità oratoria, da vero addomesticatore di piazze, ha catturato da subito l’attenzione di seicento paia d’occhi. Ed è stato guardandoci negli occhi che ha affrontato il primo argomento: la conoscenza, una conoscenza non superficiale e approssimativa ma profonda e accurata. Andare a cercare in profondità infatti, significa diventare cercatori di verità e questo ci cambia: se conosciamo davvero le cose, sentiamo la responsabilità di agire e capiamo che tutti noi, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa. Perchè i progetti con le scuole, i campi estivi, as- 4 sociazioni sono tutte cose che non cambiano il mondo ma sono piccoli chiodi che si incuneano, fessurano le superfici e alla fine spaccano dall’interno la realtà. E allora il cambiamento diventa possibile. Il cambiamento, ha precisato Don Ciotti con forza, ha bisogno di tutti. Per questo bisogna trasformare i nostri NO che nascono dall’ indignazione contro la mafia, in un NOI, ed unire la solidarietà del noi con la resposabilità dell’io. Solo saldando questi due aspetti si potrà ottenere la legalità , il prerequisito per raggiungere la giustizia, che è uguaglianza di diritti e doveri. Poi Don Ciotti lancia la sua accusa: la “malattia mortale” di questo Paese è l’indifferenza, come se la mafia non ci riguardasse; invece l’indifferenza è lo spazio vitale della mafia, così oggi, nel 2014, le mafie si sono evolute indisturbate, sono diventate imprenditrici e inquinano l’economia di tutti, del sud e soprattutto del nord, dove raccolgono i loro frutti. Il recente caso EXPO 2015 ne è un esempio: la corruzione intorbida non solo l’economia ma anche la politica, che dovrebbe essere la “più alta ed esigente forma di carità” e che invece si piega ai vantaggi personali. La corruzione viene definita nel corso della mattinata come un peccato sociale, poichè non solo è un errore, ma induce gli altri all’errore. Eppure Don Ciotti tiene a precisare che non dobbiamo lasciarci abbattere dai cattivi esempi, perchè abbiamo delle risorse: la cultura ci permette di riconoscere il male ed agire concretamente per ridare dignità alle istituzioni, e fare bene anche il bene. Diventare cittadini attivi e responsabili, capaci di andare oltre l’emozione, per ricavare dall’ indignazione la determinazione all’azione, questo vuol dire cominciare a vivere e non lasciarsi vivere. Essere cittadini in una democrazia significa innanzittutto rispettare la libertà di ciascuno e batterci qualora essa non venga rispettata. Per impegnare la vita nel cambiamento non è necessario stravolgere il mondo, basta compiere il proprio dovere... Il nostro di adesso? Ebbene sì (forse molti rimarrano delusi), è studiare. Non con lo scopo di prendere dieci o sperare di non essere rimandati, ma vivere la scuola con la consapevolezza che il sapere è un mezzo potentissimo per riconoscere quando la nostra libertà ci viene tolta e lottare per riaverla. Il nostro incontro è terminato con una frase di Peppino Diana, il prete ucciso dalla camorra: “Saliamo tutti sui tetti per annunciare parole di vita!” E allora anche noi, esaminiamo noi stessi, informiamoci, ribelliamoci, e gridiamo perchè tutte le persone che hanno lottato contro le mafie sentano che le loro idee camminano ora sulle nostre gambe. interviste La parola ai rappresentanti …diistituto: Responsabilità, perspicacia, organizzazione e collaborazione, sono solo alcune caratteristiche che questo anno ho ampliato ed imparato a gestire. Essere stato il rappresentante di questo istituto è stato tanto un onore quanto un’enorme responsabilità. Il tempo impiegato a organizzare le assemblee, a prendere decisioni, ad informare ciascuno studente delle varie attività, è stato davvero molto e rifarei tutto da capo se ne avessi l’occasione. Non c’è né un premio né un riconoscimento per questo ruolo, c’è qualcosa di più alle spalle del tutto. Vi è la soddisfazione, il crescere se stessi aiutando a crescere gli altri, la capacità di assumersi le proprie responsabilità e di riuscire a prendere una decisione più giusta possibile, in quanto in base a quella dipendono altre 2000 persone. E’ stato un anno sicuramente impegnativo, che mi ha portato a saltare molte lezioni e a confrontarmi con più docenti per il mio lavoro; ma è stato un anno che mi ha soprattutto arricchito e che mi permetterà, una volta uscito da questa scuola, di essere un po’ più pronto ad affrontare quanto c’è al di fuori di queste mura. Ringrazio i miei colleghi Ettore e Riccardo per esserci stati nell’affrontare le varie sfide; tutti i rappresentanti di sede e la security, i quali sono stati i nostri mediatori e ci hanno aiutato ad essere più rapidi ed efficienti; e naturalmente anche i rappresentanti di consulta. Ringrazio inoltre i professori e la mia classe per essere stati comprensivi nel mio voler mettermi in gioco ed avermi sostenuto; ed infine un grazie speciale va sicuramente a Chiara Gottardo, che in più situazioni è stata la nostra “salvatrice”. Auguro a tutti voi una buona estate e un “in bocca al lupo” alle quinte che affronteranno la maturità. Tommaso Zonta …di consulta: Rappresentare degli studenti a scuola è veramente difficile, figuriamoci in provincia! Il ruolo della Consulta è fondamentale, ma purtroppo troppe volte sottovalutato, invece è proprio il collante che collega le scuole di una zona. Questo primo anno da rappresentante di Consulta con Chiara mi ha dato e impegnato veramente tanto. Ho imparato che le cose, se si vuole, si possono veramente fare. Con i ragazzi della Consulta provinciale di Vicenza, incontrandoci ogni mese in plenaria (e non solo), quest’anno abbiamo fatto veramente tanto: la festa della donna ad Arzignano, la sponsorizzazione della tessera IOstudio, la presenza in molti eventi in tutta la provincia, l’organizzazione del Festival degli Studenti a Vicenza... Il Liceo Brocchi vanta una grande storia e degli ottimi studenti e rappresentarli in provincia è stato veramente un onore. Grazie! Alessandro Faini Facendo un bilancio di quest’anno che ormai sta per terminare posso dire che tra tante soddisfazioni avute la maggior parte siano arrivate dal mio impegno come rappresentante di sede. È iniziato tutto con la mia candidatura per la consulta che ha visto poi vincere Chiara e Alessandro in rappresentanza della nostra scuola. Volevo fare qualcosa di concreto e sentirmi veramente partecipe all’interno di questa scuola, che purtroppo, moltissimi di noi sentono solo come un “obbligo” e non come un’occasione per costruirci come persone e come futuri cittadini. Nonostante non fossi stata eletta ho comunque deciso di candidarmi come rappresentante di sede e, fin dal momento dell’elezione ad oggi, ho cercato di fare fino in fondo tutto ciò che mi era possibile per aiutare i nostri rappresentanti d’istituto. Dalle assemblee, alle ore passate tra una classe e l’altra per comunicazioni e quant’altro, alle riunioni con i sixthers… sono stata fiera di me stessa per aver fatto qualcosa, per essermi impegnata fino in fondo quanto più potevo. Spero di averlo fatto nel migliore dei modi e non posso che ringraziare chi con me ha collaborato. Certo il rappresentante di sede non è una grande carica ma è già un passo per sentirsi parte di una famiglia che è quella della nostra scuola. Concludo dicendo che una delle scelte migliori fatte quest’anno per quanto mi riguarda è stata la candidatura. Grandi soddisfazioni, lavoro si ma anche divertendosi, mi auguro e spero che moltissimi altri possano fare un passo come il mio e quello degli altri rappresentanti, sentendosi alla fine veramente parte di questa grande famiglia che è il Brocchi. Beatrice Rossi …di sede: Cari ragazzi, con queste poche righe volevo rendervi partecipe di quando entusiasmante e gratificante l’aiuto che i vari rappresentanti danno alla nostra scuola. Essere rappresentanti non è solo un ruolo di facciata, come si potrebbe pensare, bensì è un tentativo di mettersi in gioco per aiutarsi. Questo è un gioco difficile, accompagnato da gioie e dolori, vittorie e sconfitte, ma soprattutto è una scuola per il futuro. In questo anni grazie al mio ruolo ho potuto conoscere persone nuove che mi hanno aiutato ad allargare i miei orizzonti. Un invito che ci tengo a fare è quello di impegnarsi, candidatevi per ogni ruolo possibile, mettevi in gioco! FATELO PER VOI, FATELO PER IL BROCCHI! Carlo Bonato Cari studenti della Chiocciola, ho deciso di scrivervi una lettera perché voglio, anche se ormai il mio incarico è finito, ringraziarvi per avermi scelto e avermi regalato questa possibilità . Essere rappresentante di sede è stata davvero un’esperienza unica, che consiglio a tutti non solo come mezzo di formazione scolastico ma soprattutto personale. In quest’anno ho imparato ad essere diplomatica (soprattutto fra colleghi), a credere nelle mie idee, ad affrontare la soggezione di essere osservata, ad organizzarmi e organizzare tutti gli impegni, ad affrontare anche la sconfitta se qualche progetto è fallito (albero di Natale, ho creduto in te), a rialzarsi sempre (Chiara e Cristiana siete il personale ATA migliore) e partecipare più vogliosa di prima. Perché la cosa più importante è che non bisogna solo essere a scuola, ma fare scuola. Quindi sebbene alle volte sia difficile far conciliare le lezioni con gli incarichi di rappresentanza, la consapevolezza di essere una studentessa attiva e partecipe ha dato un nuovo valore e sorriso a ogni giorno passato dietro ai banchi. Grazie ancora a tutti e buona estate! Chiara Gottardo Diventare rappresentante di sede è stata un’esperienza molto formativa, sono entrata in contatto con tantissime persone che tutti i giorni lavorano e si impegnano per organizzare assemblee, incontri e attività che molto spesso diamo per scontate, e nello stesso tempo ci è capitato di dover risolvere problemi all’ultimo finendo per correre contro il tempo; tutto ciò mi ha aperto gli occhi su molti aspetti spesso sottovalutati della nostra scuola. Ritengo, quindi, che sia un’esperienza che rifarei senza alcun dubbio e che consiglio caldamente a chiunque. Isabella Di Rosa N.5 Giugno 2014 5 SCUOLA come abbiamo cambiato classe di Riccardo Tessarin(3BS) A settembre, il primo giorno di scuola al Brocchi, oltre alle prime, c’erano cinque nuove classi quest’anno, tre terze scientifico e due quarte classico, (create ex-novo perché le vecchie sezioni degli anni precedenti erano più o meno occupate e c’erano degli squilibri nel numero di studenti presenti in ogni classe) Io ero in una di queste vorrei provare a raccontarvi come è stato vivere questo particolare anno di scuola. Non credo di esagerare quando dico (o scrivo forse) che cambiare classe è sicuramente uno di quegli eventi che possono influenzare la nostra vita e non sbaglio dicendo che per noi quest’anno è stato proprio così. La notizia dello smistamento è arrivata improvvisa e inaspettata a fine agosto, piovuta dall’alto, non abbiamo potuto opporci. In un attimo due, tre anni erano come stati cancellati con un colpo di spugna e le nostre classi non esistevano più. Ritrovarsi in un nuovo ambiente, con ventidue su ventotto nuovi compagni e con anche molti nuovi professori, non è poco come cambiamento e lo sbigottimento, la curiosità e un pizzico di paura sono stati i sentimenti che ci hanno accompagnato sui banchi nei primi giorni di settembre. L’atmosfera che si respirava in classe era molto simile a quella che c’è in prima e, anzi, sembrava proprio di esserci tornati: tutti zitti e tranquilli ai propri, poche parole scambiate con i vicini, un po’ 6 di diffidenza e soprattutto molta timidezza. A tutto si aggiungevano i professori, stupiti anche loro dalla situazione, che ci invitavano a conoscerci e a socializzare, come se non imaginassero neanche le conseguenze di una troppo riuscita fraternizzazione. Il processo di socializzazione non è stato in seguito uguale per tutti ed è differito molto di classe in classe; tuttora infatti non in tutte si è ricreato uno spirito unitario. Vi sono d’altronde dinamiche molto complesse dietro processi di questo tipo, influenzate da molti fattori, per questo ricostruire può non essere semplice come sembra. Dipende sicuramente innanzitutto dalla volontà nostra, degli studenti, di intrecciare nuove relazioni e conoscere nuove persone; è più difficile poi per chi nella vecchia classe aveva molti amici e si trovava molto bene, che per chi invece prima non si era inserito perfettamente e ha visto quindi nello smistamento l’occasione di poter stringere quelle amicizie che prima non era riuscito a creare, una sorta di seconda chance. Ha avuto una grande influenza anche il caso, la fortuna, il famigerato aspetto imprevedibile delle nostre vite, che ha contribuito a creare classi, formate nella loro eterogeneità da persone più o meno simili e compatibili. Per queste ragioni, alla fine dell’anno, dalle esperienze raccolte ho ricevuto opinioni di tutti i tipi sulla propria nuova classe: c’è chi ne è rimasto entusiasta e non tornerebbe indietro, chi si è adattato e poco alla volta ha cominciato a considerare il nuovo gruppo come la sua classe e chi invece non è riuscito ad adattarsi a si sente ancora come un pesce fuor d’acqua. Qualche sezione è diventata più unita, altre meno, ma forse un aspetto positivo, anche se può sembrare un po’ amaro, da trarre da un’esperienza come questa c’è. Quest’anno, anche se nolenti, c’è infatti stata data la possibilità di imparare ad affrontare i cambiamenti, anche i più imprevisti e sgradevoli. Ad adattarci a nuove situazioni e a rimetterci in gioco, a diventare flessibili e resilienti, capaci di resistere agli urti senza spezzarci. Qualità queste non da poco e utilissime per poter affrontare al meglio la vita e il mondo fuori dalla scuola. scienza IL gatto dei quanti Breve descrizione della meccanica quantisitica e delle sue interpretazioni di Gabriele Zeni(3CS) All’inizio del secolo scorso ha fatto la sua comparsa una nuova teoria fisica: la meccanica quantistica. Allo stato attuale, questa è la teoria più potente mai creata dagli essere umani ma ha posto anche paradossi piuttosto bizzarri, tanto che di questa teoria sono stata proposte diverse interpretazioni. Ora vi starete chiedendo cosa centri un gatto con la teoria più ingarbugliata che esista. Il gatto in questione è quello del famoso esperimento mentale del fisico Erwin Shrödinger e permette di spiegare alcune delle interpretazioni più valide della teoria quantistica. In questo esperimento, un gatto vivo è sigillato in una scatola assieme a un martello, una fiala di veleno e un atomo radioattivo. Quest’atomo ha una probabilità del 50% di decadere: se ciò accade il martello rompe la fiala e il veleno uccide il gatto. In caso contrario, il gatto è salvo. Ora, poiché la scatola è chiusa, non possiamo sapere che ne è stato del fatto: finché qualcuno non l’apre, il gatto è CONTEMPORANEAMENTE vivo e morto. Si dice quindi che si trova in una sovrapposizione di stati. Questo è valido per qualsiasi particella poiché la funzione d’onda di Shrödinger non dà un risultato possibile, ma una sovrapposizione di tutti i possibili risultati. Da qui si sono ricavate varie interpretazioni, tra cui le seguenti tre: questo modello, la funzione • Interpretazione di Copenad’onda non è reale ma descrighen: è la versione ortodossa ve semplicemente uno stato della meccanica quantistica, mentale: il fatto nella scatola è sviluppata da Niels Bohr e semplicemente o vivo o morWerner Heisenberg all’istituto to, siamo noi che pensiamo di Copenaghen. Secondo queche si trovi in una sovrapposta interpretazione, il fatto è sizione di stati. La più grossa vivo E morto finché qualcuno critica mossa a questa teoria è non apre la scatola: è l’azione che non spiega i fenomeni madel “guardare” a provocare il croscopici in funzione di quelli collasso della funzione d’onmicroscopici, come invece fa da nello stato quantico che si la meccanica quantistica tradivede. Ma questo implica che zionale. l’informazione viaggi a velocità maggiori della velocità della Quale interpretazione è corretta? luce. Nessuno lo sa. Quello che è cer• Interpretazione di molti mon- to è che la meccanica quantistica di o del “multiverso”: questa potrebbe cambiare le nostre vite versione è sostenuta da alcu- grazie alle sue applicazioni, tra le ni grandi scienziati, tra i quali quali il computer quantistico e il David Deutsch. Secondo queteletrasporto quantistico. sta interpretazione, lo stato quantico è unico e si evolve in maniera costante: ciò che si divide sono i mondi. Perciò, se nel nostro universo il fatto è vivo, in un altro è morto. Questa divisione dei mondi avviene ogni qualvolta si ha una sovrapposizione di stati. Questa interpretazione, oltre allo sforzo che richiede all’immaginazione, non spiega quali sono le “misurazioni” che portano alla biforcazione. • Interpretazione del bayesianesimo quantistico o Qbism: è una delle interpretazioni più ercenti e si basa sull’unione fra teoria quantistica e calcolo delle probabilità. Secondo N.5 Giugno 2014 7 eventi Jesolo Sport & Fitness Festival: Evento dell’estate 2014 di Sofia Marchesin(2ASA) È iniziato il conto alla del fitness mondiale, dall’a- “All’invito di venire in tuta rovescia per l’evento più erobica alla Zumba, dallo – conclude l’Avvocato Bruatteso dell’estate, lo Jesolo spinning al Pilates, tutto stenghi – aggiungiamo, di Sport & Fitness Festival, che animerà la località balneare dal 30 maggio al 2 giugno. L’iniziativa si svolgerà nell’arenile di Piazza Brescia, con l’utilizzo di 10.000 mq di spiaggia e del Pala Arrex e in cui si proporranno numerose attività per far vivere il fitness a 360°. portare anche il costume sotto la direzione di prestida bagno, perché lo Jesogiosi trainer nazionali ed in- lo Sport & Fitness Festival ternazionali. Ad arricchire il avrà per confine, il mare». Festival anche il running, il free climbing, il beach volley, il basket, l’aquagym, ed un’area dedicata ai bambini. Oltre allo sport, sono stati organizzati convegni che L’obiettivo è di far scoprire illustreranno l’importanza a grandi e piccini le più sva- dell’attività fisica nella vita riate specialità del fitness di tutti i giorni. che quest’anno hanno invaGabriele Brustenghi, fondaso tutte le palestre italiane. tore del Festival del Fitness Attraverso corsi e dimo- afferma che: “Le parole strazioni tenute dai migliori d’ordine sono sport e divertrainer, si potrà apprendere timento per uno stile di vita come lo sport sia essenziale sano. Sono infatti milioni le persone che hanno inserito nella vita di ciascuno. il fitness nella propria quoIl ricco programma del fe- tidianità e noi vogliamo restival prevede la pratica di alizzare un grande evento, tutte le specialità più attuali che offra nuove esperienze sportive e di amicizia all’insegna del vivere bene. Oltre al fitness ci sarà spazio anche per convegni mirati al benessere fisico ed all’alimentazione”. 8 cinema potere alle donne Il cambiamento della figura femminile nel cinema di Beatrice Tonietto(3AS) La nostra società è sempre stata maschilista e ammettiamolo, lo è ancora oggi anche se non in modo eccessivo come le epoche passate. dere il trucco dietro alla magia. Negli ultimi anni però si avverte un’evoluzione dei personaggi femminili, non solo sul grande schermo ma anche nelle serie tv e nei libri, e principalmente si possono dividere in due categorie: le donne con la D maiuscola e le donne usate come “soprammobili”. Le altre Donne invece sono completamente l’opposto: forti e coraggiose che lottano contro il proprio destino, belle ma nel vero senso della parola cioè sono in grado di essere meravigliose anche quando sono delle barbone, capaci di rialzarsi dopo che la vita ha riservato loro le esperienze più crudeli e ingiuste, potenti e determinate che non guardano in faccia nessuno e riescono a dirigere un impero. Insomma, donne in cui il pubblico femminile si può, e soprattutto vuole immedesimarsi perché sono vere e non fanno parte della storia solo per una bella faccia o per qualcos’altro. Quest’ultime sono le classiche Barbie, belle quanto inutili, inserite nella storia solo per attirare più pubblico o per non fargli vedere alcune imperfezioni come fanno le assistenti dei maghi che distraggono gli spettatori impedendoli di ve- In questo secolo ci sono state varie donne di questo tipo e in molti generi cinematografici diversi: Jennifer Lawrence in Hunger Games ha interpretato un’eroina, Anne Hathaway in Les Miserables si è rasata i capelli e ha fatto un’interpreta- Nel cinema, come nella vita, le donne hanno avuto un ruolo minore, erano mogli, madri, amanti, che sottostavano alle decisioni prese dall’uomo. Se torniamo all’epoca di William Shakespeare, quando si andava al Golden Globe per vedere una storia e non si stava comodamente seduti nel divano di casa propria davanti alla televisione, le donne non potevano nemmeno recitare e i personaggi erano interpretati da uomini. zione straordinaria meritandosi l’Oscar, Charlize Theron in Monster diventa un’assassina mettendo su 15 chili e imbruttendosi notevolmente, oppure Anna e Elsa che in Frozen, l’ultimo film d’animazione Disney, hanno dimostrato che non c’è bisogno di un principe azzurro per scrivere una fiaba, basta anche l’amore di una famiglia. Quindi la Donna non è più la statuina di bell’aspetto di fianco all’uomo potente ma si sta finalmente prendendo il ruolo che le spetta: fianco a fianco. N.5 Giugno 2014 9 sport Le storie sopra rio di Nicola Pozzato(3AC) Siamo ancora qui a parlare di sport, mentre le grandi imprese sbiadiscono e riprendono vita scenari antichi, mentre gli ultimi hooligans affollano le strade e gli stadi, tra i manganelli e le spranghe, tra gli insulti e le botte. In Brasile, scolpiti in questa pietra marcia, prendono forma a poco a poco le figure degli eroi, immagini limate lentamente, uomini dai muscoli d’acciaio e le membra raffinate, verso quella meta inizia il viaggio degno della più vasta “teicoscopia”, un corteo di uomini e bandiere: il pantheon del calcio può aprire le sue porte. C’è Messi, la pulce d’Argentina, il ragazzo che ha superato la malattia e s’è ornato di quattro palloni d’oro, c’è Ronaldo il campione figlio d’un padre ucciso dall’alcool, c’è Balotelli il frutto di due famiglie, il ragazzo che in panchina versava lacrime acerbe, vi sono i calciatori cresciuti nelle favelas o tra la smilza vegetazione africana, vi sono le promesse e i fuoriclasse, i campioni presenti e futuri. Dietro il sipario se ne intravedono tanti di attori e nei loro volti sembra quasi sparire quell’ombra del calcio rubato, truffato e pagato: in palio ora v’è la gloria non il denaro. 10 Sì, perché proprio questo sanno fare quelle bandiere sui petti: rendere ognuno una nazione, cancellare ciò che la svilisce e accendere le luci sul palco più prestigioso, sullo spettacolo più bello. Di questo sono capaci quegli inni sulle bocche degli atleti: far fremere tutti i polsi, scaldare il sangue e le ossa, spalancare le bocche, rendere le gambe calde e vacillanti. Le televisioni nei bar possono unire i popoli e fermare il tempo, possono fare degli odi delle rivalità: si racconta che nell’antichità, nel mese delle olimpiadi, i conflitti cessassero e la quiete calasse nei campi di battaglia, così si plachino gli scontri dinnanzi alle luci di Rio. Il calcio, nel mese dei mondiali, è qualcosa di diverso, è più grande delle inimicizie cattive e malsane, colpisce più profondo dei pugni e delle ingiurie. Si alzi dunque il sipario ed entrino in scena i personaggi, con le loro maschere e ambizioni, con la loro fantasia e i volti puliti perché se vogliamo che il pallone, nell’epoca moderna, sia più di un gioco questa partita la dobbiamo giocare bene. sport gentiluomini o bestie di Teresa Baggio (4BSU) “Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie. Il rugby è uno sport bestiale giocato da gentiluomini”. Così afferma Henry Blaha, rugbista a 15 statunitense. E a pensarci bene non ha proprio alcun torto. Rugby e calcio. Due sport popolari giocati in tutto il mondo, anche se di “sportività” il calcio ha mantenuto ormai soltanto la superficie. Esso è infatti stato travolto dalla nostra attuale società di massa consumista, ipocrita, che rotea attorno al guadagno e alla popolarità, allontanandosi dai valori più autentici di uno sport, ridotto ad uno spettacolo feroce offerto da persone, e soprattutto seguito da persone, incivili. Ormai infatti parte integrante del calcio sono gli insulti, le bestemmie, le liti, gli urli assordanti dei tifosi e le violenze di vario genere, come frequenti episodi di cronaca (anche recenti) ci hanno mostrato. Oltre a non condividere l’eccessiva celebrità e lo smisurato stipendio dei calciatori, trovo alquanto più preoccupante l’adesione dei tifosi a quei distorti valori che il calcio stesso trasmette. Il calcio sembra aver permeato la nostra vita quotidiana, infettando le persone fino a farle ammalare del “morbo calcistico”, dal quale i maschi risultano essere difficilmente immunizzati. E adesso questo morbo sta facendo metastasi, riducendo sempre di più il buon senso delle persone e invadendo ogni aspetto del reale: la televisione offre canali su canali per seguire tutto il giorno le partite, io non posso uscire di casa vestita di bianco e nero perché subito vengo accusata di essere juventina, i bambini maschi, se si chiede loro che lavoro vorrebbero fare da grandi, rispondono in larga maggioranza “il calciatore”. Per non parlare di tutti quegli uomini che monopolizzano la televisione per vedere la partita e si trasformano da Dr Jekyll in Mr Hyde. lizzazione. L’arbitro poi è considerato la massima autorità e nessuno si sogna mai di contestare una sua decisione (altro che calcio!). Negli spalti i tifosi non sono separati in zone distinte, ma sono uniti e tifano la loro squadra senza il timore di essere aggrediti o giudicati dai rivali e senza mai ricorrere a forme deviate di tifoseria. Unisce tutti una comune passione per lo sport, e un vero spirito di appartenenza, aldilà delle singole squadre. E nel momento in cui ci sono i calci liberi o di punizione domina il silenzio assoluto tra i tifosi, per permettere una maggiore concentrazione ai giocatori. Questo si chiama rispetto. Questo si chiama vero spirito sportivo. Spaventosamente allarmante è poi pensare che non si possa giocare una partita in modo tranquillo, ma ci debbano essere sempre i corpi di polizia pronti ad intervenire in caso di attacchi degli ultras o di altri generi di follie compiute dai tifosi pazzoidi ed esaltati. Il giornalista Luciano Ravagnani dice del rugby che “è sempre una storia di vita, perché è lo sport più aderente all’esigenza di ogni giorno: lavoro, impegno, sofferenze, gioie, timori, esaltazioni. Non è uno sport da protagonisti, ma una somma di sacrifici”. Si può dire la stessa cosa del calcio? Il rugby è invece l’esatto opposto. Molto antico nelle sue forme più primordiali, è uno sport in cui Marco Serraiotto si gioca per divertirsi, per ottene- Ringrazio re la vittoria ma non a tutti i co- (5CSO) per la sua gentile collaborazione sti, mantenendo alta l’onestà, la correttezza e l’aiuto reciproco. I giocatori, nonostante la loro apparente violenza e brutalità, sono sempre molto rispettosi e solidali tra di loro. Niente di meglio incarna questi valori come il terzo tempo, incontro dopo-gara in cui i rugbisti si riuniscono assieme in un momento conviviale e di sociaN.5 Giugno 2014 11 Diverimento Ingioco di Irene Cinel(3CS) L’Associazione Ludica Bassanese InGioco opera nell’ambito della promozione sociale attraverso l’utilizzo del gioco come strumento di socializzazione e condivisione che abbraccia l’intero arco della vita: uno degli obiettivi più sentiti dall’Associazione, infatti, è la proposta di attività ludiche dirette e personalizzate per tutte le età. Fondata nel Luglio 2012 e rinata ad Aprile 2014, l’associazione è composta oggi da un direttivo poliedrico e versatile, che arricchisce il proprio ventaglio di iniziative grazie anche all’entusiasmo e alla partecipazione dei nuovi membri, i quali confermano di settimana in settimana la forza di coesione ed il relativo benessere che il momento del gioco porta con sé. Cosa propone? - Giochi da tavolo (boardgame) e di carte: una categoria ludica decisamente fra le più variegate esistenti, che comprende dal gioco tattico e strategico a quello con più incidenza della fortuna, dal gioco di bluff a quello cooperativo e narrativo; - Giochi di guerra (wargame storici): per simulare epiche battaglie ed apprezzare l’arte e la qualità delle numerose miniature; - Laboratori di cosplay: per affinare e condividere il gusto del vestire i panni dei propri personaggi preferiti; - Laboratori creativi: un nuovo spazio per l’ideazione e la costruzione di nuovi giochi; - Partecipazione e organizzazione di eventi dedicati al mondo ludico (come Marostica Ingioco, La città dei ragazzi, #beyoung festival). Dove ci si trova? Ogni martedì a Rosà presso il bar dell’oratorio in via capitano Alessio, 40 dalle 21.00, con i giochi da tavolo. Ogni venerdì a Marostica presso il bar dell’oratorio in corso Mazzini, 71 dalle 21.00, con i giochi da tavolo. Per le altre tipologie di gioco gli incontri non sono periodici, ma per rimanere sempre aggiornati si consiglia di seguire la pagina Facebook Ingioco-tdg Bassano del grappa: con l’utilizzo di questa piattaforma è infatti possibile fare delle richieste specifiche sulle dimostrazioni e l’utilizzo dei giochi a disposizione, nonché venire informati sugli eventi in programma ed iscriversi ai tornei. E’ presente poi a Bassano, presso il bar “Ai portici lunghi” in piazza libertà, una piccola ludoteca, dove poter giocare durante la settimana in libertà. Alcuni giochi si possono trovare anche presso la birreria “Samsara” lungo viale delle fosse a Bassano. Qualche volta facciamo anche una serata dimostrativa 12 presso di essa. Perché andarci? ALB InGioco sostiene l’idea che non si è mai troppo vecchi per giocare, ma lo si diventa quando si smette di farlo: valorizzare il gioco è un impegno per promuovere una certa qualità della vita, un’esperienza gratificante che esorta le persone ad esprimere il proprio potenziale e la propria personalità. I responsabili di InGioco si impegnano a presidiare le loro attività, avendo cura del rispetto delle regole e della valorizzazione dell’aspetto socializzante del gioco, in questo modo l’associazione si pone l’obiettivo di contrastare il gioco d’azzardo. Scoprire (e scoprirsi) InGioco equivale al dedicare un tempo ed un luogo per il proprio PIL (Prodotto Interno Ludico), proposto in un modo talmente semplice e genuino da non lasciare altro spazio se non per la domanda: QUALE SARA’ LA TUA MOSSA? Contatti: Fb InGioco-tdg bassano del grappa David Zanotto 3922633990 (responsabile area giochi da tavolo) Maurizio Marini 3397147909 (responsabile area wargame storici) Denny Battaglin 3381579717 (responsabile area cosplay) Fb Tana del nerd (settimanale online di informazione del mondo ludico) estate vacanza alternativa di Elena Sofia Furlan(2ASA) Si avvicina a grandi passi l’estate 2014 e con essa anche la necessità di scegliere la giusta meta per trascorrere le proprie vacanze. Le possibilità per tutti gli italiani sono sempre molte e differenti in base alle necessità, all’età e alle diverse disponibilità economiche. tare un tour o un soggiorno in una città. Tra gli itinerari più interessanti per l’estate emergono l’Irlanda, la Scozia, i classici soggiorni studio a Londra e i tour nei paesi Scandinavi. Fuori dall’Europa, Usa e Canada si piazzano in pole position tra le preferenze. Il primo consiglio, valido in qualsiasi caso, è quello di prenotare il prima possibile la propria vacanza per cercare di contenere i costi di trasporto ed approfittare delle ultime occasioni. Per i più ritardatari sarà invece possibile attendere fino agli ultimi giorni per usufruire delle offerte “last minute”. L’estate e l’idea delle vacanze che si avvicinano è il motivo che spinge tutti noi a pensare che manca ancora poco alla fine della scuola, è il momento tanto atteso da tutti, per sentirsi un po’ più liberi dallo stress dello studio, da tutti i compiti e dalla scuola in generale. Ma questo non vuol dire per forza fare le valige e partire per andare al mare, in montagna o all’estero, per quanto piacevole sia. Certo, si può fare anche quello, ma esistono molte altre opzioni per una vacanza davvero alternativa e che abbia anche un motivo in più per farla, oltre a divertirsi e rilassarsi e cioè: aiutare gli altri. Un esempio e una buona proposta da parte mia sono i Campi di Lavoro. Si tratta di progetti finalizzati alla costruzione o sistemazione di qualcosa. Questo lavoro svolto in gruppo può essere finalizzato ad opere di emergenza, per esempio nelle zone disastrate da terremoti o calamità, per costruire qualcosa di necessario in zone indigenti, come ospedali in Africa, Asia o in Sudamerica, oppure per progetti di tutela ambientale, come per esempio la pulizia delle acque marine e fluviali, di zone verdi o siti archeologici. Ma possono anche essere composti da gruppi di I giovani amano sempre le mete festaiole o estere per le loro vacanze. Coppie, famiglie con bambini, giovani e gruppi di amici non resistono al fascino della Grecia che con le sue mille isole ricche di spiagge immacolate, natura e divertimento hanno il primato di essere ancora una volta tra le destinazioni di viaggio preferite. La Spagna risulta molto gettonata dai ragazzi; qui il divertimento non lo batte nessuno. La Croazia rimane la meta prescelta per chi vuole spendere meno, viaggiare in traghetto e godersi un po’ di relax. In questi ultimi anni, tra le tendenze di viaggio estive, troviamo anche la Turchia, Malta, il Portogallo, il Marocco e le Isole Canarie. Chi non ama né il mare, né la montagna, solitamente decide di preno- amici o di conoscenti interessati a costruire qualcosa in comune, come una casa in campagna o al mare. Lorenzo T., che ha fatto parte di un lavoro di costruzione di un villaggio nel Brasile, afferma: «È stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita ritrovarmi insieme ad amici e trovarne molti altri, per costruire un piccolo villaggio nella foresta del Rio Grande Do Sul. Tutti volontari. Si lavorava assieme, per poi godere i frutti del nostro lavoro. Mangiando, cantando e facendo festa la sera, tutto in mezzo alla natura. Un’esperienza fantastica che mi ha insegnato tante cose, sia pratiche sia di atteggiamento mentale, come l’umiltà di servire chi ha bisogno e soprattutto alla fine di tutto, c’è la più bella delle ricompense: qualcosa di concreto che resterà per sempre». N.5 Giugno 2014 13 sociale Maschere di fumo Guerrilla no smoking talent di Martina Bertoncello (3CL) Quasi sicuramente avrete sentito questo nome, o magari l’avrete letto su uno dei mille volantini che, un paio di settimane fa, si potevano trovare in tutta la nostra scuola. Ma vi siete mai chiesti cosa significasse? Maschere di Fumo è il nome del progetto di prevenzione al tabagismo, abitudine o dipendenza da tabacco, promosso dal Dipartimento di prevenzione – Servizio Educazione e Promozione della Salute dell’Azienda ULSS N. 3 – presso le scuole superiori del bassanese. L’obiettivo è quello di sensibilizzare gli studenti sul pericolo del fumo e di motivarli a “rispettare le norme attraverso la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti: studenti, docenti, dirigenti, personale ATA, genitori”. Il progetto, a cui hanno partecipato alcuni studenti peer educator insieme alla consulenza di un esperto di teatro di strada, è stato realizzato mettendo in scena uno spettacolo teatrale sul tema del fumo e un video “selfie” (video autoriprendendosi girati da ragazzi/e con cellulare) che si trova sulla pagina facebook guerrillanosmokingtalent. 14 Il video contiene la storia della morte di “N. 1” (nome del manichino-cadavere protagonista) e delle diverse reazioni dei suoi cari (fidanzata, fratello, professori…), i quali raccontano la loro scelta di formare i “guerrillanosmokingtalent”, un gruppo di appunto guerriglieri che decidono di unirsi per affrontare il pericolo del fumo, la causa della morte del loro parente/amico e combatterlo, affinché non vi siano altre vittime. Il percorso si è concluso Domenica 25 maggio con un incontro aperto al pubblico, dove sono stati proposti flash mob e uno spettacolo teatrale di strada sul tema, così da presentare il progetto e tutti gli obiettivi raggiunti. Per altre informazioni, visitate la pagina Facebook, sempre attiva e con personale pronto a rispondere alle vostre domande. sport-interviste rachele baù Grande atleta italiana, ma anche australiana di Paolo Dellai(4DS) Sono qui con Rachele Baù, giovanissima nuotatrice, ma già campionessa di molti trofei, nonché grande amica e (per me) compagna di classe. Ciao Rachele, per iniziare potrei chiederti se sei contenta di questa intervista, ti fa piacere essere menzionata anche nel giornalino della scuola? chio tempo fa, è nato, grazie a lei, il mio amore per l’acqua. Io penso sempre che la terra non sia il mio ambiente perchè quando faccio esercizi di equilibrio o a corpo libero non riesco a farli nel migliore dei modi. L’acqua ormai è una droga per me, un giorno senza nuotare mi rende vuota e incompleta. Ciao a tutti, beh mi fa assoluto piacere che mi abbiate chiesto di scrivere qualcosa per il giornalino della scuola, soprattutto ringrazio coloro che mi hanno cercata per rilasciare queste parole, vi ringrazio in anticipo, è un onore. Per finire con questa introduzione, possiamo dire inoltre che, durante o prima di tuffarti nel mondo del nuoto, tu praticavi altre attività. Giusto? Grazie a te Rachele! Dimmi un po’, adesso non sei in Italia, ma ti trovi in Australia, dove affronterai ben tre mesi insieme ad una famiglia che ti ospiterà. Come ti trovi in questo nuovo mondo? Sì esatto, io ora mi trovo oltreoceano, in Australia, per finire l’ultimo trimestre scolastico qui. Di più non potevo stare a causa degli impegni che il mio sport comporta. Da quanto è che nuoti? È uno sport che ti occupa tanto la vita? La prima volta che sono entrata in una piscina avevo quattro mesi e mezzo con la mia mamma per fare acquatica e devo ringraziarla perchè qualche anno fa, parec- Sì esatto, oltre al nuoto praticavo ginnastica artistica a livello agonistico e danza hip hop, ma a 10 anni ho iniziato a fare attività agonistica natatoria e diciamo che il primo anno è stato molto critico perchè non capivo molto come funzionavano le gare e mi sentivo spaesata, ma da quando ho vinto la mia prima medaglia, ho capito che il nuoto era quello che volevo continuare a fare e ho lasciato gli altri due sport per dedicarmi a ciò che amavo e tuttora amo fare. Passando alle domande più specifiche Rachele, sappiamo che tu sei brava in tutte le discipline, ma una in particolare eccelli, ovvero lo stile dorso. Il dorso è stato il mio primo amore e non so come mai proprio il dorso, ma so solo che ormai è l’unico stile che mi viene naturale (e devo dire che ormai conosco tutti i soffitti delle piscine). I tuoi continui successi sono possibili ovviamente per talento, grandi doti fisiche che non ti mancano, ma anche a grandissimo allenamento e sudore. Vuoi spiegarci chi ti segue e vuoi elencarci i tuoi primi successi? Dal 2008 è iniziato il mio percorso e la mia crescita a livello di atleta e per questo devo ringraziare molto il mio tecnico Claudio che mi sta aiutando a crescere con la mentalità di un’atleta determinata in ciò che vuole fare. Da quell’anno ho iniziato a partecipare ai campionati italiani giovanili e ho collezionato oltre 30 medaglie senza contare le infinite meda- glie di legno. La mia gara preferita sono i 200 dorso, gara che con il mio allenatore abbiamo deciso di portare avanti con il tempo perché, per preparare la velocità e la potenza, che mi servono nei 100 e 50 metri, avrei bisogno di più tempo per allenarmi. Prima di partire per l’Australia, hai partecipato a due importantissime e famosissime gare, quali? Che risultati hai ottenuto? Sei soddisfatta? Dicci qualcosa dei Campionati Italiani Assoluti. Sì esatto Paolo, un mese fa prima di partire per l’Australia, ho partecipato prima ai Criteria Italiani Giovanili dove mi sono classificata quarta nei 100 dorso (per due centesimi dal terzo posto e per 10 dal secondo) e seconda nei 200 dorso, risultati che non mi avevano soddisfatta pienamente anche se ero consapevole del fatto che non avrei raggiunto i miei migliori risultati per il carico di lavoro in quanto due settimane dopo avrei gareggiato per un’intera settimana ai Campionati Italiani Assoluti. Non avevo molte aspettative infatti sono scesa in vasca senza pressioni classificandomi settima nei 100 dorso e quarta nei 200 dorso dove gareggiava anche Federica Pellegrini, sfiorando i miei primati personali, le gare si sono concluse con la Finale di Serie A dove ci siamo classificate terze e dove ho migliorato i miei primati in vasca da 25 nuotando il secondo tempo all time delle categorie giovanili. Grazie Rachele, questa era davvero l’ultima ti ringraziamo per il tuo tempo che ci hai dedicato e ti auguro che in Australia vada tutto per il meglio. Complimenti per tutto e tanti saluti da me e dalla tua amata classe 4^DS cui mi faccio portavoce, un abbraccio e a presto. Grazie a te Paolo e grazie soprattutto ad Herpes per avermi dato voce per raccontare quelle che sono state le mie esperienze più belle e più emozionanti! Un saluto e un bacio a tutti da Rachele e dalla bellissima aria australiana, è stato un onore! N.5 Giugno2014 15 Musica Oasis-(What’s the story) Morning glory? di Anna Cavallin(4BSU) Sarò di parte. Sarò schifosamente di parte in questa recensione, se così posso definirla. Per la prima volta non parlerò di band o cantanti emergenti ancora quasi del tutto sconosciuti ai più. No, qui, vado a parlare di una delle più grandi band del mondo, che ha scritto la storia della musica, sovrana del britpop, e del suo più grande capolavoro: (What’s the story) Morning Glory? Perché sarò di parte? Semplice, è della mia band preferita in assoluto di cui vado a scrivere. Per parlare della storia degli Oasis non mi basterebbe l’intero giornalino, e questa non è l’esagerazione di una fan incallita è la semplice realtà. Molti gli aneddoti, le storie, gli avvenimenti ed i colpi di testa con cui la band, o meglio, i fratelli Gallagher, hanno saputo far parlare di loro per più un decennio, spesso comparendo nelle copertine delle riviste patinate, non solo per la loro musica ma, soprattutto, per le loro azioni. Proverò a fare un riassunto delle loro –poco- eroiche gesta, giusto per dare un’idea generale dei soggetti. Tutto ebbe inizio in un quartiere di Manchester nel lontano 1991, quando Paul “Guigsy” McGuigan chiese al compagno di scuola Liam Gallagher di unirsi alla band formata da lui, Paul “Bonehead” Arthurs e Tony McCarroll (a quanto pare, l’unico senza un soprannome), i tre avevano appena cacciato Chris Hutton, cantante del gruppo, non ritenendolo all’altezza ed erano alla ricerca di qualcuno che lo sostituisse. La band inizialmente si chiamava The Rain, ma fu proprio Liam a proporre di cambiare il nome in Oasis, ispirato dal poster che il fratello Noel teneva in camera della band Inspiral Carpets (gruppo con cui quest’ultimo si trovava in tour come roadie) . Tornato a casa, Noel venne a sapere dalla madre che il fratello era entrato a far parte di una band ed incuriosito, andò a sentire una loro esibizione. Inutile dire che non gli piacquero per niente e criticò apertamente il gruppo con il fratello, ma non gli disse nulla che già Liam stesso non sapesse e per questo motivo gli propose di diventare il manager della band, ma Noel, invece, gli fece un’offerta differente, ovvero quella di diventare membro lui stesso del gruppo, ma a delle condizioni: avrebbe dovuto esserne l’unico leader, l’unico compositore e la chitarra principale. E fu così che iniziò la storia degli Oasis. La convivenza reciproca non fu per nulla semplice, e più di una volta i litigi tra i fratelli Gallagher parvero mettere a rischio il futuro della band, che sembra sul punto di sciogliersi costantemente (come poi avverrà nel 2009). Tranne i due fratelli, uno il leader e l’altro il frontman, la composizione del gruppo variò continuamente: chi venne cacciato, chi lasciò per dei contrasti con i Gallagher, chi se ne andò per esaurimento nervoso. Concerti sospesi, date cancellate, risse e litigi sul palco, sono solo alcune delle cose che fecero tanto parlare degli Oasis. Ma ciò che rimane nella mente di tutti gli appassionati di musica degli anni Novanta è la Band Battle tra Oasis e Blur, uno scontro tra titani per definire quale delle due band fosse la maggior esponente del movimento britpop. Una battaglia non solo musicale, ma soprattutto mediatica, combattuta a suon di scandali e frecciatine tra le due band. 16 Musica Episodio simbolo fu l’uscita in contemporanea del singolo Roll With It degli Oasis e Country House dei Blur, il 14 agosto del 1995. A spuntarla, in questo caso furono i Blur vendendo 274.000 copie contro le 216.000 degli Oasis; ciò fu giustificato prima dicendo che il singolo dei Blur costava meno (1.99 sterline contro le 3.99 di Roll With It) ed in seguito si parlò di un “errore di lettura dei codici a barre” che non rese possibile registrare le vendite effettive del singolo. Ma non passò molto tempo prima che la band si prendesse la sua rivincita. L’uscita di (What’s the story) Morning Glory? ebbe un successo commerciale di dimensioni epiche. Il disco ha venduto nel mondo ben 25 milioni di copie, 4’300’000 solo nel Regno Unito, dove risulta il terzo album più venduto nella storia della musica britannica. Il singolo Wonderwall non solo fu primo nelle classifiche del Regno Unito, ma inoltre fu l’unico singolo degli Oasis ad entrare nelle top ten dei singoli nelle classifiche americane, e si tratta forse del pezzo più famoso dell’intera discografia del gruppo. Il brano, che significa letteralmente Il muro delle meraviglie non ha un significato reale, e si tratterebbe di un omaggio a George Harrison, chitarrista dei Beatles che così aveva intitolato una delle sue produzioni. Altro brano tra i più noti della band e Don’t Look Back in Anger, singolo più venduto nel 1996 ed il secondo successo degli Oasis ad entrare di diritto alla vetta delle classifiche di tutto il Regno Unito. Secondo un sondaggio di Q Magazine, la canzone si troverebbe al ventesimo posto tra le canzoni più belle di tutti i tempi. Ma gli aneddoti intorno a questa canzone non finiscono qui: a quanto pare lo stesso Noel ha ammesso di non sapere il reale significato della canzone essendo sotto l’effetto di stupefacenti quando la scrisse e che Sally non fosse il nome di nessuna donna in particolare, ma, semplicemente, mentre si trovavano in studio di registrazione e Noel canticchiava la canzone alla ricerca di un ritornello che lo soddisfacesse, Liam lo interruppe e gli disse: “Stavi cantando so Sally can wait?”. Noel gli disse: “no” e lui rispose: “Beh, dovresti...”. Sulla canzone Paul McCartney disse: «Ci troviamo di fronte a una delle melodie più belle di tutti i tempi. È una delle migliori canzoni della storia della musica.» chitarra in dei susseguirsi serrati ma complessivamente dolci che cullano chi l’ascolta. La canzone vanta la collaborazione di Paul Weller, seconda voce e chitarra principale ed è la canzone più suonata dagli Oasis durante i loro tour. Riguardo questa canzone Noel disse: « Camminando piano nel salone/ più veloce di una palla di cannone: cosa significa? Non ne ho la minima idea. Ma dimmi, quando hai di fronte 60.000 persone che la stanno cantando, non sanno forse cosa significa? Significa qualcosa di diverso per ognuno di loro. ». Altro singolo estratto dall’album e Some Might Say, si tratta del primo singolo in assoluto nella carriera degli Oasis ad arrivare primo nella classifica dei singoli del Regno Unito. Il testo venne scritto sul foglietto di un block notes che è ancora conservato all’Hard Rock Cafe di Parigi. La canzone si differenzia nettamente dagli altri singoli estratti dall’album per la freschezza della melodia, il ritmo veloce, totalmente in contrasto con i ritmi lenti delle altre ballad. L’album si conclude con la psichedelica e surreale Champagne Supernova, di cui –stranamente- lo stesso Noel non sa il significato preciso ed anche in questo caso il paroliere degli Oasis era un po’ “sballato” quando scrisse la canzone –stranamente 2.0-. La canzone, che dura complessivamente sette minuti erotti, inizia con il suono dell’infrangersi delle onde per poi lasciare spazio prima alla voce di Liam poi a degli assoli di N.5 Giugno2014 17 Angolo dello svago l’angolo dello svago Allontana i pensieri e stuzzica l’intelletto Dalla Tradizione veneta.... It’s not finger = No xe dito (non c’è certezza nei fatti) But don’t you have a house, that! = Ma no te ghe ‘na casa, ciò! (sosti prolungatamente nella mia dimora e la cosa non è gradita) Do you say real? = Te disi davèro? (incredulità) Do you want to see? = Vuto vedare? (sfida) Go to know you! = Va savèr ti! (prima non ero a conoscenza di questo elemento determinante) Heal you this! = Curate questo (prenditi questa croce sulle spalle e cammina) Hear me a moment = Scoltame n’àtimo (prendi una pausa da ciò che stai facendo e ascoltami con attenzione) It’s made of big plastic = Xè de plastegon (ho dei dubbi sulla qualità dell’oggetto preso in esame) I’m taken with the bombs = So ciapà coe bombe (non mi avanza neppure il tempo di recarmi ai servizi) They’re problems! = I sè problemi! (ci sono diverse questioni in sospeso) You do come the milk to the knees = Me te fe vegnèr el late ai senoci (questa situazione crea in me uno stato vegetativo momentaneo) You take it on the teeth = Te tea ciapi sui denti (ci sono grosse probabilità che tu non ce la faccia) I’m more there than here = So pi de qua che de là (non sono nel pieno delle mie forze) Shall we make a shadow? = Se fasèmo ‘n’ ombra? (idratiamo il nostro corpo con una bevanda derivata dall’uva) I’m full of shadows = So pien de ombre (ho esagerato con l’idratazione - v. sopra) This thing knows little fresh = Sta roba sà da freschìn (questo cibo potrebbe avere più di una settimana) Me, for me, make yourself = Mi, par mi, fasé vialtri (mi tengo fuori da ogni diatriba decisionale) HIPSE DIXIT Invia le tue “Hipse Dixit” a: [email protected] Banfi: Fatta una birra se ne fa un’altra! Betto: Kant che ti passa! Dal Molin: Se una rosa profumerebbe… Dal Molin: Peter Pan in inglese rimane uguale, mica lo chiamano Pietro Padella! Mocellin: Dovevo fare il prete… *parlando della comunicazione* Bonato: Immaginate il vostro gatto che parla interiormente “miao, miaao” *parlando di chi gioca ad Affari Tuoi* Bonato: Spero ci sia un girone all’inferno anche per loro! 18 Mocellin: Vivere per poi morire è senza senso, è come ciuciare na savatta” Scienza IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALE Semplice analisi di quello che il mondo aspetta da tempo di Leonardo Cattarin(3BSA) L’innovazione: questa amata ed odiata Giovane ragazza che vive tra di noi, a volte correndo, a volte camminando e che porta tutto ciò che identifichiamo come “futuro”, come “qulcosa di nuovo e rivoluzionario”. Ma come tutti sappiamo, ogni innovazione comporta,assieme ai benefici,anche dei rischi. Vi sono poi quelle innovazioni che, nonstante annunciate sembrano non arrivare mai. Ecco quindi una di quelle più discusse,amata ed odiata, oltre che profetizzata (con toni apocalittici) da scrittori, giornalisti, scienziati ed esperti: L’intelligenza artificiale. Questa “capacità” che in un futuro i calcolatori dovrebbero possedere, permetterebbe loro di apprendere, a partire da input e stimoli esterni, di elaborare informazioni con logica razionale “simile” a quella umana e, forse, di possedere delle emozioni. Le implicazioni dovute a questa capacita sarebbero enormi, applicabili positivmente e negativamente a molteplici campi: dalla robotica,( nella quale molti dei lavori, manuali o a contatto umano, verrebbero svolti da macchine al posto che da uomini), all’utilizzo massivo di calcolatori intelligenti per l’elaborazione di teorie fisiche e matematiche avanzati, fino all’applicazione bellica, con sistemi di combattimento estremamente avanzati e probabilemnte completamente autonomi). Tuttavia le più terrificanti scenografie apocalittiche temono già un possibile colpo di mano delle IA, dovuto alla loro acquisita coscenza di se stessi: famosi esempi sono il testo fantascientifico IO, robot di Isaac Asimov, i Film Terminator (dove la prima IA, skynet, pervade la rete mondiale) e Matrix (dove le macchine hanno segregato l’umanità al di sotto della superficie terrestre). Diviene Ancora più terrificande la figura dell’IA se si pensa ad una possibile “Mente collettiva” , singola intelligenza capace di pervadere tutti i calcolatori collegati ad essa ( per esempio tramite l’attuale rete globale, internet) Creando una “mente alveare”. Tutavia rimane spesso la domanda balenante: Per quale motivo non si vedono ancora robot con capacità di intelligenza paragonabili a quelle umane in giro? L’informatica sembra fare passi da gigante, tuttavia dal punto di vista pratico, ovvero delle tecnologie che effettivamente vengono sviluppate, è ancora molto lenta. Colpa dell’immaturità della società e del mercato, che necessitano tempo per raggiungere lo sviluppo necessario a poter fare veri cambiamenti. Qui sta il problema: una VERA intelligenza artificiale richiederebbe un salto tecnologico decisamente maggiore di quelli che ora compiamo. Vediamo il perchè. Esistono attualmente alcuni algoritmi, applicati a vari campi, denominati di “Machine learning”: sono algoritmi designati per permettere alla macchina di apprendere determinati dati basandosi su informazioni ricevute, e alterare l’algoritmo stesso in base a questi, sono tuttavia solo soluzioni palliative, temporanee, capaci di imitare l’apprendimento e basta. Per l’introduzione di una “vera” intelligenza artificiale,ovvero di un’intelligenza non limitata a piccoli apprendimenti, o almeno con le capacità decisamente maggiori, esistono invece dei modelli, ritenuti potenzialmente funzionali: primo su tutti è quello delle reti neurali, che si avvicina all’ intelligenza più presente innanzi ai nostri occhi, il cervello umano. Una “rete neurale”,per dirla in maniera semplicistica , è una rete di unità di elaborazione (nel nostro caso i neuroni) ,con uno o più input ed uno o più output , capaci di ricevere e trasmettere impulsi nervosi all’unità successiva solo nel caso in cui gli impulsi elettrici ricevuti dal primo superino una determinata soglia (denominata bias), una rete neurale formata da un solo neurone è definita percettrone. La vera caratteristica particolare dei neuroni è la capacità di alterare la soglia di trasmissione dell’impulso: è possibile, fornendo ad una rete neurale i dati di input ed anche gli output “allenarla”, fino a renderla capace di operare come una porta logica, o nei casi di reti più grandi fino a renderla capace di elaborare informazioni molto più complesse di semplici dati numerici. Ovvio che, una rete neurale con capacità simile alla nostra richiederebbe un numero esageratamente grande di neuroni: qui spunta il primo problema, come riuscire a riprodurne una? esistono varie ipotesi, che spaziano dallo sviluppo di cellule neuronali in laboratorio (il che richiederebbe grandi investimenti in risorse e tecniche per simbiosi macchina-organismo) alla riproduzione virtuale di una rete neurale, ovvero la trasposizione del modello in un software. Ma in quest’ultima teoria, che pare essere più vicina al possibile si sovrappone un grande problema: il calcolo parallelo. Il processore di un calcolatore come quello che tutti possiedono, esegue solitamente le operazioni una alla volta, nonostante vi sia l’illusione che il computer esegua molte azioni in contemporanea. Attualmente i calcolatori più potenti possiedono processori con “core” di calcolo contabili ancora su qualche mano, il che porta all’implicazione di come le operazione che devono essere simultanee non siano tutte tali. Una rete neurale, invece richiederebbe un sistema di calcolo parallelo per ogni neurone( nel nostro cervello ogni unità è a se stante ): il che rappresenta un grande ostacolo. Per rendere inoltre una rete simile alla nostra, con capacità di pensiero astratto, servirebbero inoltre una complessa progettazione, oltre alla capacità di riproduzione delle unità neurali e soprattutto un lungo “addestramento” della rete. Molti di questi problemi, tuttavia, potrebbero essere risolti grazie allo sviluppo esponenziale della potenza di calcolo ed alle nuove frontiere della fisica, che offrono nuove opportunità(come i teorizzati calcolatori quantistici, già predetti come una delle prossime fasi del mondo informatico). Come detto, servirà un grande balzo avanti tecnologico per ragiungere un mondo di fratelli robot e amici computer. Non ci rimane quindi che aspettare, o muoversi verso il futuro sperando di essere i creatori del primo “uomo virtuale”. N.5 Giugno2014 19 OROscopo OROSCOPO ESTATE 2014 di Nicola Fontana & Arianna Zonta(5 CS) ARIETE (21 Marzo-20 Aprile): Salute: il sole di giugno vi creerà qualche scottatura: usate la crema solare, fatevela spalmare da qualcuno ;) Scuola: tutto ciò che era bloccato nei mesi precedenti da Marte in Bilancia ora si libera di questi vincoli astrali. Amore: l’estate vi offrirà innumerevoli occasioni per vivere nuove avventure, lasciatevi trascinare dall’onda della passione. Fortuna: medusa TORO (21 Aprile-20 Maggio): Salute: le vacanze vi donano nuova energia, sarete sempre pronti a fare festa. Scuola: vi siete giocati gli ultimi sei mesi a modo vostro: i risultati si sono visti. Amore: il caldo soffocante dell’estate potrebbe soffocare anche le passioni, combattetelo con una bevanda ghiacciata da dividere in due. I single non avranno molte occasioni: sfruttate ogni momento. Fortuna: squalo GEMELLI (21 Maggio-21 Giugno): Salute: la brezza marina vi scompiglia i capelli ma non le idee: rilassatevi mentalmente e godetevi le meritate vacanze. Scuola: al diavolo la scuola, godetevi l’estate senza preoccuparvi troppo. Amore: luglio vi farà scendere in campo, farete molti nuovi incontri a patto che accettiate gli inviti: cogliete la palla al balzo. Fortuna: aperitivo in spiaggia CANCRO (22 Giugno-22 Luglio): Salute: la calura della città non vi permetterà di trovare la pace interiore, il mare nemmeno: provate con la montagna. Scuola: l’impegno ha dato i suoi frutti e allargato le vostre conoscenze, l’anno prossimo farete faville. Amore: non siate impulsivi, o rovinerete ciò che avete costruito finora. Se siete single datevi alla pazza gioia. Fortuna: granchio LEONE (23 Luglio-23 Agosto): Salute: sarete energici e vi scatenerete spesso e volentieri: approfittate della vostra gioventù. Scuola: sarà un periodo fertile di progetti e idee geniali, riuscirete a portare a termine i compiti che vi assillano da tempo. Amore: da una semplice amicizia potrebbe nascere un caldo ù: lasciatevi andare o meno, Giove farà ciò che deve fare. Se non avete amici, uscite: ve ne farete a gogo (e non sto parlando di amicizie ;) ). Fortuna: racchettoni VERGINE (24 Agosto-23 Settembre): Salute: i cali di pressione saranno lievi ma frequenti occhi a non stare troppo sotto il sole...belli abbronzati va bene.. ma non troppo. Scuola: chi semina raccoglie: matureranno i frutti che con fatica e cura avete piantato durate i mesi, potrebbero arrivare buone notizie in tutti i campi. Amore: agosto sarà il vostro mese, ideale per consolidare le amicizie e far nascere nuovi amori: buttatevi a pesce!. Fortuna: tempesta sotto l’ombrellone BILANCIA (24 Settembre-23 Ottobre): Salute: vivrete di rendita per le energie che Marte vi ha dato durante l’anno passato... Non esagerate a sprecarla nei momenti non proficui al vostro estremo divertimento. Scuola: i sacrifici dei primi mesi dell’anno pagano!. Amore: Venere in gemelli vi farà vivere sereni e sentimentalmente consolidati se siete già in coppia; se siete single...estate di pazza gioia già a partire da giugno incontri a gogo nuove persone, nuovi amici, nuove esperienze ;). Fortuna: Macedonia di frutta SCORPIONE (24 Ottobre-22 Novembre): Salute: l’abbronzatura vi rende affascinanti e il relax vi permette di essere in pace con voi stessi e con gli altri: lasciatevi cullare dalle onde per raggiungere una quiete totale. Scuola: non avete dato il meglio di voi, ma avrete l’occasione di mostrarvi capaci e meritevoli il prossimo anno. Amore: non si prospettano grandi incontri sentimentali, ma se dovesse nascere una storia non lasciatevi sfuggire l’occasione!. Fortuna: patatine fritte unte di olio da ingurgitare sotto l’ombrellone..ma che buei xD SAGGITTARIO (23 Novembre-21 Dicembre): Salute: approfittate delle lezioni di fitness in spiaggia per ritrovare l’armonia con il vostro corpo. Scuola: avete fatto i furbi durante l’anno, beh sappiate che le bugie hanno le gambe corte, quindi occhio a non farvele(farvi) segare!!. Amore: le coppie già stabili troveranno nuovi risvolti alla loro situazione; i single avranno la possibilità di scegliere tra molti partner, ma fate attenzione se non conoscete bene la persona che vi sta davanti. Fortuna: spuma di mare CAPRICORNO (22 Dicembre-20 Gennaio): Salute: siate malleabili, non mostratevi disadattati: Giove porta equilibrio e felicità nella vostra vita. Scuola: basta vivere nelle illusioni del passato: dovete costruirvi il futuro iniziando da basi solide. Amore: non siate testardi, lasciatevi andare: vi aspettano moltissimi inviti e incontri in cui potrete trovare l’anima gemella. Fortuna: venditore ambulante ACQUARIO (21 Gennaio-18/19 Febbraio): Salute: energie livello medio ma buona salute se si respira aspira fresca di montagna. Scuola: blocco completo non riuscirete a muovere progetti interessanti durate l’estate ed i risultati sono effimeri... Meglio usare il tempo per rilassarsi!!. Amore: le illusioni d’amore continuano..l’estate ne sarà piena!! Non innamoratevi n’è cercate storie nuove e state attenti che le amicizie che credete qualcosa di più in realtà non sono altro che semplici relazioni sociali!! Ma non disperate per coloro che nel profondo del cuore desiderano qualcosa l’estate ha in servo una speciali sorprese!!:). Fortuna: cocco bello PESCI (19/20 Febbraio-20 Marzo): Salute: salute al top l’aria estiva vi scalda i polmoni e l’animo che V farà vivere un estate di sana energia e benessere psicofisico. Scuola: chi la dura la vince: se avete dei progetti in mente non mollateli!!. Amore: Saturno in scorpione porterà stabilita alle coppie fisse.. Per i single scapestrati l’incontro di anime più serie potrebbe portarvi in nuove strade più solide e concrete, ma ricordate che nulla potrà frenare la vostra voglia pazza di feste e passioni!!. Fortuna: occhiali da sole da 2€ ...ma quanto truzzi siete!! ;) 20