la parola ai rappresentanti

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la parola ai rappresentanti
indice
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EDITORIALE
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EVENTI:Incontro con Don Ciotti
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di Irene Cinel
di Chiara Gottardo
INTERVISTE: La PAROLA AI RAPPRESENTANTI
dai rappresentanti
di Persona()
Direttore:
Irene Cinel (3CS)
Vicedirettore:
SCUOLA: COME ABBIAMO CAMBIATO CLASSE Martina bertoncello(3CL)
di Riccardo Tessarin
SCIENZA: IL GATTO DEI QUANTI
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di Gabriele Zeni
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EVENTI: JESOLO SPORT E FITNESS FESTIVAL
di Sofia Marchesin
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CINEMA: POTERE ALLE DONNE
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SPORT: LE STORIE SOPRA RIO
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SPORT: GENTILUOMINI O BESTIE
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DIVERTIMENTO: INGIOCO
Impaginazione:
Leonardo Cattarin (3BSA)
di Beatrice Tonietto
di Nicola Pozato
di Teresa Baggio
di Irene Cinel
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ESTATE: VACANZA ALTERNATIVA
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SOCIALE:MASCHERE DI FUMO
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INTERVISTE-SPORT:RACHELE BAÚ
di Elena Sofia Furlan
di Martina Bertoncello
di Paolo Dellai
16-17 MUSICA:OASIS-(WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY?
di Anna Cavallin
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L’angolo dello svago
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SCIENZA: IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALE
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di Leonardo Cattarin
Oroscopo
di Nicola Fontana e Arianna Zonta
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Editoriale
altro anno scolastico è passato, un anno di responsabilità e di mancanze di essa, di lotte e di con“Unquiste,
di perdite e vittorie, di critiche e di complimenti. Ogni anno ci dona qualcosa da portare con noi
nella vita, così come ogni granello di sabbia forma il deserto. Tutti i giorni passati si sommano alla fine,
e bisogna trarre le conclusioni e gli insegnamenti da tutto ciò che si è vissuto. Ripensare ai posti visitati,
alle esperienze fatte e alle persone conosciute, e ricordare tutto con un pizzico di malinconia.
Che anno sarebbe senza avere a fianco le persone giuste? Anche qui, alla Redazione di Herpes, abbiamo passato un anno, e non ce l’avremmo mai fatta senza l’incostante impegno dei nostri collaboratori,
che pur facendoci dannare con le date di scadenza, in un modo o nell’altro tirano fuori le righe e fine
mese: grazie a tutti i giornalisti, per aver condiviso quest’anno con me e con tutta la scuola, grazie delle
parole che avete scritto per noi. Vorrei ricordare i nomi di chi non solo ha partecipato a tutte le riunioni,
ma è anche riuscito a portare un articolo per tutti e cinque i numeri! Grazie quindi a: Nicola Fontana
e Arianna Zonta, Beatrice Tonietto, Riccardo Tessarin, Nicola Pozzato e Paolo Dellai. Ma grazie a
chiunque abbia inviato un articolo, o partecipato a una riunione, grazie! Speriamo di riavervi con noi
l’anno prossimo, insieme a molte nuove persone!
Un grazie al nostro docente referente, Giordano Dellai, sempre presente alle riunioni e sempre pronto
a fugare ogni nostro dubbio e alla vicedirettrice Martina Bertoncello.
Un ultimo grazie, uno speciale, di cuore, va al mio fido impaginatore, che ha con me condiviso bestemmie e conquiste di ogni numero, e lottato fino alla fine per ogni pagina stampata. Grazie Leonardo per
essere la mia voce della coscienza, sappiamo tutti e due quanto sarei scapestrata e disperata senza di te.
Vorrei augurare a tutti voi di provare quello che ho sentito io la prima volta che ho tenuto in mano il primo numero di Herpes. Quell’emozione che ti chiude la bocca dello stomaco, quell’emozione di ‘aver
fatto qualcosa’ e ti ricorda che sei vivo e che sei parte del mondo. Rinnovo quindi a tutti voi l’invito a
partecipare, prendere atto ed essere parte di tutto ciò che ci circonda, senza rimanere indifferenti.
“Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera,
l’estate, l’autunno o l’inverno. Non c’è momento migliore di questo per essere felice.”
(Madre Teresa di Calcutta)
”
Irene Cinel
Per collaborare scrivete a:
[email protected]
N.5 Giugno 2014
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eventi
incontro con don ciotti
“L’unità di misura dei rapporti umani è la relazione,
la prima forma di giustizia è la vicinanza.”
di Chiara Gottardo(3BC)
Subito dopo avermi stretto la
mano, mi ha abbracciata, mi ha
chiesto come stavo, come mi chiamavo, come andavo a scuola, e poi
mi ha ringraziato. Perchè la prima cosa che Don Ciotti fa con le
persone è proprio questo: cercare
un contatto, creare un legame, interrogarti in quanto persona. E
non solo con le parole ma anche
con i gesti, con il suo sorriso affettuoso, le mani vigorose come
pronte a sostenerti. Mentre il Sindaco Cimatti, il nostro Dirigente
e il prof. Banfi presentavano il
prete e il suo operato, dall’uomo,
prima che dal prete, traspariva
immediatamente la sua qualità
principale: la forza. Così, quando martedì 13 maggio, nella sala
da Ponte, Don Ciotti ha iniziato a
parlare con decisione e abilità oratoria, da vero addomesticatore di
piazze, ha catturato da subito l’attenzione di seicento paia d’occhi.
Ed è stato guardandoci negli occhi
che ha affrontato il primo argomento: la conoscenza, una conoscenza non superficiale e approssimativa ma profonda e accurata.
Andare a cercare in profondità
infatti, significa diventare cercatori di verità e questo ci cambia:
se conosciamo davvero le cose,
sentiamo la
responsabilità di agire e
capiamo che
tutti noi, nel
nostro piccolo, possiamo
fare qualcosa.
Perchè i progetti con le
scuole, i campi estivi, as-
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sociazioni sono tutte cose che non
cambiano il mondo ma sono piccoli chiodi che si incuneano, fessurano le superfici e alla fine spaccano dall’interno la realtà. E allora
il cambiamento diventa possibile.
Il cambiamento, ha precisato
Don Ciotti con forza, ha bisogno di tutti. Per questo bisogna
trasformare i nostri NO che nascono dall’ indignazione contro
la mafia, in un NOI, ed unire la
solidarietà del noi con la resposabilità dell’io. Solo saldando
questi due aspetti si potrà ottenere la legalità , il prerequisito
per raggiungere la giustizia, che
è uguaglianza di diritti e doveri.
Poi Don Ciotti lancia la sua accusa: la “malattia mortale” di questo
Paese è l’indifferenza, come se la
mafia non ci riguardasse; invece
l’indifferenza è lo spazio vitale
della mafia, così oggi, nel 2014, le
mafie si sono evolute indisturbate, sono diventate imprenditrici
e inquinano l’economia di tutti,
del sud e soprattutto del nord,
dove raccolgono i loro frutti.
Il recente caso EXPO 2015 ne è
un esempio: la corruzione intorbida non solo l’economia ma anche la politica, che dovrebbe essere la “più alta ed esigente forma
di carità” e che invece si piega ai
vantaggi personali. La corruzione viene definita nel corso della
mattinata come un peccato sociale, poichè non solo è un errore, ma induce gli altri all’errore.
Eppure Don Ciotti tiene a precisare che non dobbiamo lasciarci abbattere dai cattivi esempi,
perchè abbiamo delle risorse: la
cultura ci permette di riconoscere il male ed agire concretamente
per ridare dignità alle istituzioni, e fare bene anche il bene. Diventare cittadini attivi e responsabili, capaci di andare oltre
l’emozione, per ricavare dall’ indignazione la determinazione all’azione, questo vuol dire cominciare a vivere e non lasciarsi vivere.
Essere cittadini in una democrazia significa innanzittutto rispettare la libertà di ciascuno e
batterci qualora essa non venga
rispettata. Per impegnare la vita
nel cambiamento non è necessario stravolgere il mondo, basta compiere il proprio dovere...
Il nostro di adesso? Ebbene sì (forse molti rimarrano delusi), è studiare. Non con lo scopo di prendere dieci o sperare di non essere
rimandati, ma vivere la scuola con
la consapevolezza che il sapere è
un mezzo potentissimo per riconoscere quando la nostra libertà
ci viene tolta e lottare per riaverla.
Il nostro incontro è terminato
con una frase di Peppino Diana, il prete ucciso dalla camorra:
“Saliamo tutti sui tetti per annunciare parole di vita!” E allora
anche noi, esaminiamo noi stessi, informiamoci, ribelliamoci, e
gridiamo perchè tutte le persone
che hanno lottato contro le mafie sentano che le loro idee camminano ora sulle nostre gambe.
interviste
La parola ai rappresentanti
…diistituto:
Responsabilità, perspicacia, organizzazione
e collaborazione, sono solo alcune caratteristiche che questo anno ho ampliato ed
imparato a gestire. Essere stato il rappresentante di questo istituto è stato tanto un
onore quanto un’enorme responsabilità. Il
tempo impiegato a organizzare le assemblee,
a prendere decisioni, ad informare ciascuno
studente delle varie attività, è stato davvero
molto e rifarei tutto da capo se ne avessi
l’occasione. Non c’è né un premio né un riconoscimento per questo ruolo, c’è qualcosa
di più alle spalle del tutto. Vi è la soddisfazione, il crescere se stessi aiutando a crescere gli altri, la capacità di assumersi le proprie
responsabilità e di riuscire a prendere una
decisione più giusta possibile, in quanto in
base a quella dipendono altre 2000 persone.
E’ stato un anno sicuramente impegnativo,
che mi ha portato a saltare molte lezioni e a
confrontarmi con più docenti per il mio lavoro; ma è stato un anno che mi ha soprattutto
arricchito e che mi permetterà, una volta
uscito da questa scuola, di essere un po’ più
pronto ad affrontare quanto c’è al di fuori di
queste mura. Ringrazio i miei colleghi Ettore
e Riccardo per esserci stati nell’affrontare le
varie sfide; tutti i rappresentanti di sede e la
security, i quali sono stati i nostri mediatori e
ci hanno aiutato ad essere più rapidi ed efficienti; e naturalmente anche i rappresentanti
di consulta. Ringrazio inoltre i professori
e la mia classe per essere stati comprensivi
nel mio voler mettermi in gioco ed avermi
sostenuto; ed infine un grazie speciale va sicuramente a Chiara Gottardo, che in più situazioni è stata la nostra “salvatrice”. Auguro
a tutti voi una buona estate e un “in bocca al
lupo” alle quinte che affronteranno la maturità. Tommaso Zonta
…di consulta:
Rappresentare degli studenti a
scuola è veramente difficile, figuriamoci in
provincia! Il ruolo della Consulta è fondamentale, ma purtroppo troppe volte sottovalutato, invece è proprio il collante che collega le scuole di una zona. Questo primo anno
da rappresentante di Consulta con Chiara
mi ha dato e impegnato veramente tanto. Ho
imparato che le cose, se si vuole, si possono
veramente fare. Con i ragazzi della Consulta
provinciale di Vicenza, incontrandoci ogni
mese in plenaria (e non solo), quest’anno
abbiamo fatto veramente tanto: la festa della
donna ad Arzignano, la sponsorizzazione
della tessera IOstudio, la presenza in molti
eventi in tutta la provincia, l’organizzazione
del Festival degli Studenti a Vicenza... Il Liceo Brocchi vanta una grande storia e degli
ottimi studenti e rappresentarli in provincia è
stato veramente un onore. Grazie!
Alessandro Faini
Facendo un bilancio di quest’anno
che ormai sta per terminare posso dire che
tra tante soddisfazioni avute la maggior
parte siano arrivate dal mio impegno come
rappresentante di sede. È iniziato tutto con
la mia candidatura per la consulta che ha
visto poi vincere Chiara e Alessandro in rappresentanza della nostra scuola. Volevo fare
qualcosa di concreto e sentirmi veramente
partecipe all’interno di questa scuola, che
purtroppo, moltissimi di noi sentono solo
come un “obbligo” e non come un’occasione
per costruirci come persone e come futuri
cittadini. Nonostante non fossi stata eletta
ho comunque deciso di candidarmi come
rappresentante di sede e, fin dal momento
dell’elezione ad oggi, ho cercato di fare fino
in fondo tutto ciò che mi era possibile per
aiutare i nostri rappresentanti d’istituto. Dalle assemblee, alle ore passate tra una classe
e l’altra per comunicazioni e quant’altro,
alle riunioni con i sixthers… sono stata fiera di me stessa per aver fatto qualcosa, per
essermi impegnata fino in fondo quanto più
potevo. Spero di averlo fatto nel migliore
dei modi e non posso che ringraziare chi con
me ha collaborato. Certo il rappresentante
di sede non è una grande carica ma è già un
passo per sentirsi parte di una famiglia che è
quella della nostra scuola. Concludo dicendo
che una delle scelte migliori fatte quest’anno
per quanto mi riguarda è stata la candidatura.
Grandi soddisfazioni, lavoro si ma anche
divertendosi, mi auguro e spero che moltissimi altri possano fare un passo come il mio
e quello degli altri rappresentanti, sentendosi
alla fine veramente parte di questa grande
famiglia che è il Brocchi.
Beatrice Rossi
…di sede:
Cari ragazzi, con queste poche
righe volevo rendervi partecipe di quando
entusiasmante e gratificante l’aiuto che i
vari rappresentanti danno alla nostra scuola.
Essere rappresentanti non è solo un ruolo di
facciata, come si potrebbe pensare, bensì è
un tentativo di mettersi in gioco per aiutarsi.
Questo è un gioco difficile, accompagnato
da gioie e dolori, vittorie e sconfitte, ma soprattutto è una scuola per il futuro. In questo
anni grazie al mio ruolo ho potuto conoscere
persone nuove che mi hanno aiutato ad allargare i miei orizzonti. Un invito che ci tengo
a fare è quello di impegnarsi, candidatevi per
ogni ruolo possibile, mettevi in gioco!
FATELO PER VOI,
FATELO PER IL BROCCHI!
Carlo Bonato
Cari studenti della Chiocciola, ho deciso di
scrivervi una lettera perché voglio, anche se
ormai il mio incarico è finito, ringraziarvi
per avermi scelto e avermi regalato questa
possibilità . Essere rappresentante di sede
è stata davvero un’esperienza unica, che
consiglio a tutti non solo come mezzo di formazione scolastico ma soprattutto personale.
In quest’anno ho imparato ad essere diplomatica (soprattutto fra colleghi), a credere
nelle mie idee, ad affrontare la soggezione
di essere osservata, ad organizzarmi e organizzare tutti gli impegni, ad affrontare anche
la sconfitta se qualche progetto è fallito (albero di Natale, ho creduto in te), a rialzarsi
sempre (Chiara e Cristiana siete il personale
ATA migliore) e partecipare più vogliosa di
prima. Perché la cosa più importante è che
non bisogna solo essere a scuola, ma fare
scuola. Quindi sebbene alle volte sia difficile
far conciliare le lezioni con gli incarichi di
rappresentanza, la consapevolezza di essere
una studentessa attiva e partecipe ha dato un
nuovo valore e sorriso a ogni giorno passato
dietro ai banchi. Grazie ancora a tutti e buona estate! Chiara Gottardo
Diventare rappresentante di sede
è stata un’esperienza molto formativa, sono
entrata in contatto con tantissime persone
che tutti i giorni lavorano e si impegnano
per organizzare assemblee, incontri e attività
che molto spesso diamo per scontate, e nello
stesso tempo ci è capitato di dover risolvere
problemi all’ultimo finendo per correre contro il tempo; tutto ciò mi ha aperto gli occhi
su molti aspetti spesso sottovalutati della
nostra scuola. Ritengo, quindi, che sia un’esperienza che rifarei senza alcun dubbio e
che consiglio caldamente a chiunque.
Isabella Di Rosa
N.5 Giugno 2014
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SCUOLA
come abbiamo cambiato classe
di Riccardo Tessarin(3BS)
A settembre, il primo giorno di
scuola al Brocchi, oltre alle prime, c’erano cinque nuove classi
quest’anno, tre terze scientifico e
due quarte classico, (create ex-novo perché le vecchie sezioni degli
anni precedenti erano più o meno
occupate e c’erano degli squilibri
nel numero di studenti presenti in
ogni classe)
Io ero in una di queste vorrei provare a raccontarvi come è stato vivere questo particolare anno di scuola. Non credo di esagerare quando
dico (o scrivo forse) che cambiare
classe è sicuramente uno di quegli
eventi che possono influenzare la
nostra vita e non sbaglio dicendo che per noi quest’anno è stato
proprio così. La notizia dello smistamento è arrivata improvvisa e
inaspettata a fine agosto, piovuta
dall’alto, non abbiamo potuto opporci. In un attimo due, tre anni
erano come stati cancellati con un
colpo di spugna e le nostre classi
non esistevano più.
Ritrovarsi in un nuovo ambiente,
con ventidue su ventotto nuovi
compagni e con anche molti nuovi professori, non è poco come
cambiamento e lo sbigottimento,
la curiosità e un pizzico di paura
sono stati i sentimenti che ci hanno
accompagnato sui banchi nei primi
giorni di settembre.
L’atmosfera che si respirava in
classe era molto simile a quella
che c’è in prima e, anzi, sembrava
proprio di esserci tornati: tutti zitti
e tranquilli ai propri, poche parole scambiate con i vicini, un po’
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di diffidenza e soprattutto molta
timidezza. A tutto si aggiungevano i professori, stupiti anche loro
dalla situazione, che ci invitavano
a conoscerci e a socializzare, come
se non imaginassero neanche le
conseguenze di una troppo riuscita
fraternizzazione.
Il processo di socializzazione non
è stato in seguito uguale per tutti ed è differito molto di classe in
classe; tuttora infatti non in tutte si
è ricreato uno spirito unitario. Vi
sono d’altronde dinamiche molto
complesse dietro processi di questo tipo, influenzate da molti fattori, per questo ricostruire può non
essere semplice come sembra.
Dipende sicuramente innanzitutto
dalla volontà nostra, degli studenti, di intrecciare nuove relazioni
e conoscere nuove persone; è più
difficile poi per chi nella vecchia
classe aveva molti amici e si trovava molto bene, che per chi invece prima non si era inserito perfettamente e ha visto quindi nello
smistamento l’occasione di poter
stringere quelle amicizie che prima non era riuscito a creare, una
sorta di seconda chance. Ha avuto
una grande influenza anche il caso,
la fortuna, il famigerato aspetto
imprevedibile delle nostre vite,
che ha contribuito a creare classi,
formate nella loro eterogeneità da
persone più o meno simili e compatibili.
Per queste ragioni, alla fine dell’anno, dalle esperienze raccolte ho ricevuto opinioni di tutti i tipi sulla
propria nuova classe: c’è chi ne è
rimasto entusiasta e non tornerebbe indietro, chi si è adattato e poco
alla volta ha cominciato a considerare il nuovo gruppo come la sua
classe e chi invece non è riuscito
ad adattarsi a si sente ancora come
un pesce fuor d’acqua. Qualche
sezione è diventata più unita, altre
meno, ma forse un aspetto positivo, anche se può sembrare un po’
amaro, da trarre da un’esperienza
come questa c’è. Quest’anno, anche se nolenti, c’è infatti stata data
la possibilità di imparare ad affrontare i cambiamenti, anche i più imprevisti e sgradevoli. Ad adattarci
a nuove situazioni e a rimetterci in
gioco, a diventare flessibili e resilienti, capaci di resistere agli urti
senza spezzarci. Qualità queste
non da poco e utilissime per poter affrontare al meglio la vita e il
mondo fuori dalla scuola.
scienza
IL gatto dei quanti
Breve descrizione della meccanica quantisitica e delle sue interpretazioni
di Gabriele Zeni(3CS)
All’inizio del secolo scorso ha fatto la sua comparsa una nuova teoria fisica: la meccanica quantistica.
Allo stato attuale, questa è la teoria
più potente mai creata dagli essere
umani ma ha posto anche paradossi piuttosto bizzarri, tanto che di
questa teoria sono stata proposte
diverse interpretazioni. Ora vi starete chiedendo cosa centri un gatto
con la teoria più ingarbugliata che
esista. Il gatto in questione è quello del famoso esperimento mentale
del fisico Erwin Shrödinger e permette di spiegare alcune delle interpretazioni più valide della teoria
quantistica. In questo esperimento,
un gatto vivo è sigillato in una scatola assieme a un martello, una fiala di veleno e un atomo radioattivo.
Quest’atomo ha una probabilità del
50% di decadere: se ciò accade il
martello rompe la fiala e il veleno
uccide il gatto. In caso contrario, il
gatto è salvo. Ora, poiché la scatola è chiusa, non possiamo sapere
che ne è stato del fatto: finché qualcuno non l’apre, il gatto è
CONTEMPORANEAMENTE
vivo e morto. Si dice quindi che
si trova in una sovrapposizione di
stati. Questo è valido per qualsiasi
particella poiché la funzione d’onda di Shrödinger non dà un risultato possibile, ma una sovrapposizione di tutti i possibili risultati. Da
qui si sono ricavate varie interpretazioni, tra cui le seguenti tre:
questo modello, la funzione
• Interpretazione di Copenad’onda non è reale ma descrighen: è la versione ortodossa
ve semplicemente uno stato
della meccanica quantistica,
mentale: il fatto nella scatola è
sviluppata da Niels Bohr e
semplicemente o vivo o morWerner Heisenberg all’istituto
to, siamo noi che pensiamo
di Copenaghen. Secondo queche si trovi in una sovrapposta interpretazione, il fatto è
sizione di stati. La più grossa
vivo E morto finché qualcuno
critica mossa a questa teoria è
non apre la scatola: è l’azione
che non spiega i fenomeni madel “guardare” a provocare il
croscopici in funzione di quelli
collasso della funzione d’onmicroscopici, come invece fa
da nello stato quantico che si
la meccanica quantistica tradivede. Ma questo implica che
zionale.
l’informazione viaggi a velocità maggiori della velocità della
Quale interpretazione è corretta?
luce.
Nessuno lo sa. Quello che è cer• Interpretazione di molti mon- to è che la meccanica quantistica
di o del “multiverso”: questa potrebbe cambiare le nostre vite
versione è sostenuta da alcu- grazie alle sue applicazioni, tra le
ni grandi scienziati, tra i quali quali il computer quantistico e il
David Deutsch. Secondo queteletrasporto quantistico.
sta interpretazione, lo stato
quantico è unico e si evolve
in maniera costante: ciò che
si divide sono i mondi. Perciò,
se nel nostro universo il fatto è vivo, in un altro è morto.
Questa divisione dei mondi
avviene ogni qualvolta si ha
una sovrapposizione di stati.
Questa interpretazione, oltre
allo sforzo che richiede all’immaginazione, non spiega quali
sono le “misurazioni” che portano alla biforcazione.
• Interpretazione del bayesianesimo quantistico o Qbism:
è una delle interpretazioni più
ercenti e si basa sull’unione
fra teoria quantistica e calcolo delle probabilità. Secondo
N.5 Giugno 2014
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eventi
Jesolo Sport & Fitness
Festival:
Evento dell’estate 2014
di Sofia Marchesin(2ASA)
È iniziato il conto alla del fitness mondiale, dall’a- “All’invito di venire in tuta
rovescia per l’evento più erobica alla Zumba, dallo – conclude l’Avvocato Bruatteso dell’estate, lo Jesolo spinning al Pilates, tutto stenghi – aggiungiamo, di
Sport & Fitness Festival, che
animerà la località balneare dal 30 maggio al 2 giugno. L’iniziativa si svolgerà
nell’arenile di Piazza Brescia, con l’utilizzo di 10.000
mq di spiaggia e del Pala
Arrex e in cui si proporranno numerose attività per far
vivere il fitness a 360°.
portare anche il costume
sotto la direzione di prestida bagno, perché lo Jesogiosi trainer nazionali ed in- lo Sport & Fitness Festival
ternazionali. Ad arricchire il avrà per confine, il mare».
Festival anche il running, il
free climbing, il beach volley, il basket, l’aquagym, ed
un’area dedicata ai bambini.
Oltre allo sport, sono stati organizzati convegni che
L’obiettivo è di far scoprire illustreranno l’importanza
a grandi e piccini le più sva- dell’attività fisica nella vita
riate specialità del fitness di tutti i giorni.
che quest’anno hanno invaGabriele Brustenghi, fondaso tutte le palestre italiane.
tore del Festival del Fitness
Attraverso corsi e dimo- afferma che: “Le parole
strazioni tenute dai migliori d’ordine sono sport e divertrainer, si potrà apprendere timento per uno stile di vita
come lo sport sia essenziale sano. Sono infatti milioni le
persone che hanno inserito
nella vita di ciascuno.
il fitness nella propria quoIl ricco programma del fe- tidianità e noi vogliamo restival prevede la pratica di alizzare un grande evento,
tutte le specialità più attuali che offra nuove esperienze
sportive e di amicizia all’insegna del vivere bene. Oltre al fitness ci sarà spazio
anche per convegni mirati
al benessere fisico ed all’alimentazione”.
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cinema
potere alle donne
Il cambiamento della figura femminile nel cinema
di Beatrice Tonietto(3AS)
La nostra società è sempre stata maschilista e ammettiamolo,
lo è ancora oggi anche se non
in modo eccessivo come le
epoche passate.
dere il trucco
dietro alla
magia.
Negli ultimi anni però si avverte un’evoluzione dei personaggi femminili, non solo
sul grande schermo ma anche
nelle serie tv e nei libri, e principalmente si possono dividere
in due categorie: le donne con
la D maiuscola e le donne usate come “soprammobili”.
Le altre Donne invece
sono completamente
l’opposto:
forti e coraggiose che
lottano contro il proprio
destino, belle
ma nel vero senso della parola
cioè sono in grado di essere
meravigliose anche quando
sono delle barbone, capaci di
rialzarsi dopo che la vita ha
riservato loro le esperienze più
crudeli e ingiuste, potenti e
determinate che non guardano
in faccia nessuno e riescono
a dirigere un impero. Insomma, donne in cui il pubblico
femminile si può, e soprattutto
vuole immedesimarsi perché
sono vere e non fanno parte
della storia solo per una bella
faccia o per qualcos’altro.
Quest’ultime sono le classiche
Barbie, belle quanto inutili,
inserite nella storia solo per
attirare più pubblico o per non
fargli vedere alcune imperfezioni come fanno le assistenti
dei maghi che distraggono gli
spettatori impedendoli di ve-
In questo secolo ci sono state
varie donne di questo tipo e in
molti generi cinematografici
diversi: Jennifer Lawrence in
Hunger Games ha interpretato
un’eroina, Anne Hathaway in
Les Miserables si è rasata i
capelli e ha fatto un’interpreta-
Nel cinema, come nella vita,
le donne hanno avuto un ruolo
minore, erano mogli, madri,
amanti, che sottostavano alle
decisioni prese dall’uomo.
Se torniamo all’epoca di William Shakespeare, quando si
andava al Golden Globe per
vedere una storia e non si stava comodamente seduti nel
divano di casa propria davanti
alla televisione, le donne non
potevano nemmeno recitare e
i personaggi erano interpretati
da uomini.
zione straordinaria meritandosi
l’Oscar, Charlize Theron in
Monster diventa un’assassina
mettendo su 15 chili e imbruttendosi notevolmente, oppure
Anna e Elsa che in Frozen,
l’ultimo film d’animazione
Disney, hanno dimostrato che
non c’è bisogno di un principe
azzurro per scrivere una fiaba,
basta anche l’amore di una famiglia.
Quindi la Donna non è più la
statuina di bell’aspetto di fianco all’uomo potente ma si sta
finalmente prendendo il ruolo
che le spetta: fianco a fianco.
N.5 Giugno 2014
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sport
Le storie sopra rio
di Nicola Pozzato(3AC)
Siamo ancora qui a parlare di sport, mentre le
grandi imprese sbiadiscono e riprendono vita
scenari antichi, mentre gli ultimi hooligans
affollano le strade e gli stadi, tra i manganelli e
le spranghe, tra gli insulti e le botte. In Brasile,
scolpiti in questa pietra marcia, prendono forma
a poco a poco le figure degli eroi, immagini
limate lentamente, uomini dai muscoli d’acciaio
e le membra raffinate, verso quella meta inizia
il viaggio degno della più vasta “teicoscopia”,
un corteo di uomini e bandiere: il pantheon del
calcio può aprire le sue porte.
C’è Messi, la pulce d’Argentina, il ragazzo che
ha superato la malattia e s’è ornato di quattro
palloni d’oro, c’è Ronaldo il campione figlio
d’un padre ucciso dall’alcool, c’è Balotelli
il frutto di due famiglie, il ragazzo che in
panchina versava lacrime acerbe, vi sono i
calciatori cresciuti nelle favelas o tra la smilza
vegetazione africana, vi sono le promesse e i
fuoriclasse, i campioni presenti e futuri.
Dietro il sipario se ne intravedono tanti di attori
e nei loro volti sembra quasi sparire quell’ombra
del calcio rubato, truffato e pagato: in palio ora
v’è la gloria non il denaro.
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Sì, perché proprio questo sanno fare quelle
bandiere sui petti: rendere ognuno una nazione,
cancellare ciò che la svilisce e accendere le luci sul
palco più prestigioso, sullo spettacolo più bello.
Di questo sono capaci quegli inni sulle bocche
degli atleti: far fremere tutti i polsi, scaldare il
sangue e le ossa, spalancare le bocche, rendere le
gambe calde e vacillanti.
Le televisioni nei bar possono unire i popoli e
fermare il tempo, possono fare degli odi delle
rivalità: si racconta che nell’antichità, nel mese
delle olimpiadi, i conflitti cessassero e la quiete
calasse nei campi di battaglia, così si plachino gli
scontri dinnanzi alle luci di Rio.
Il calcio, nel mese dei mondiali, è qualcosa di
diverso, è più grande delle inimicizie cattive e
malsane, colpisce più profondo dei pugni e delle
ingiurie.
Si alzi dunque il sipario ed entrino in scena i
personaggi, con le loro maschere e ambizioni, con
la loro fantasia e i volti puliti perché se vogliamo
che il pallone, nell’epoca moderna, sia più di un
gioco questa partita la dobbiamo giocare bene.
sport
gentiluomini o bestie
di Teresa Baggio (4BSU)
“Il calcio è uno sport per gentiluomini giocato da bestie. Il rugby è
uno sport bestiale giocato da gentiluomini”. Così afferma Henry
Blaha, rugbista a 15 statunitense.
E a pensarci bene non ha proprio
alcun torto.
Rugby e calcio. Due sport popolari
giocati in tutto il mondo, anche se
di “sportività” il calcio ha mantenuto ormai soltanto la superficie.
Esso è infatti stato travolto dalla nostra attuale società di massa
consumista, ipocrita, che rotea attorno al guadagno e alla popolarità, allontanandosi dai valori più
autentici di uno sport, ridotto ad
uno spettacolo feroce offerto da
persone, e soprattutto seguito da
persone, incivili. Ormai infatti
parte integrante del calcio sono gli
insulti, le bestemmie, le liti, gli urli
assordanti dei tifosi e le violenze
di vario genere, come frequenti
episodi di cronaca (anche recenti)
ci hanno mostrato.
Oltre a non condividere l’eccessiva
celebrità e lo smisurato stipendio
dei calciatori, trovo alquanto più
preoccupante l’adesione dei tifosi
a quei distorti valori che il calcio
stesso trasmette. Il calcio sembra
aver permeato la nostra vita quotidiana, infettando le persone fino a
farle ammalare del “morbo calcistico”, dal quale i maschi risultano
essere difficilmente immunizzati.
E adesso questo morbo sta facendo metastasi, riducendo sempre di
più il buon senso delle persone e
invadendo ogni aspetto del reale:
la televisione offre canali su canali
per seguire tutto il giorno le partite,
io non posso uscire di casa vestita di bianco e nero perché subito
vengo accusata di essere juventina, i bambini maschi, se si chiede
loro che lavoro vorrebbero fare da
grandi, rispondono in larga maggioranza “il calciatore”. Per non
parlare di tutti quegli uomini che
monopolizzano la televisione per
vedere la partita e si trasformano
da Dr Jekyll in Mr Hyde.
lizzazione. L’arbitro poi è considerato la massima autorità e nessuno
si sogna mai di contestare una sua
decisione (altro che calcio!). Negli
spalti i tifosi non sono separati in
zone distinte, ma sono uniti e tifano la loro squadra senza il timore
di essere aggrediti o giudicati dai
rivali e senza mai ricorrere a forme deviate di tifoseria. Unisce tutti
una comune passione per lo sport,
e un vero spirito di appartenenza,
aldilà delle singole squadre. E nel
momento in cui ci sono i calci liberi o di punizione domina il silenzio
assoluto tra i tifosi, per permettere
una maggiore concentrazione ai
giocatori. Questo si chiama rispetto. Questo si chiama vero spirito
sportivo.
Spaventosamente allarmante è poi
pensare che non si possa giocare
una partita in modo tranquillo, ma
ci debbano essere sempre i corpi
di polizia pronti ad intervenire in
caso di attacchi degli ultras o di
altri generi di follie compiute dai
tifosi pazzoidi ed esaltati.
Il giornalista Luciano Ravagnani
dice del rugby che “è sempre una
storia di vita, perché è lo sport più
aderente all’esigenza di ogni giorno:
lavoro, impegno, sofferenze, gioie,
timori, esaltazioni. Non è uno sport
da protagonisti, ma una somma di
sacrifici”. Si può dire la stessa cosa
del calcio?
Il rugby è invece l’esatto opposto. Molto antico nelle sue forme
più primordiali, è uno sport in cui
Marco
Serraiotto
si gioca per divertirsi, per ottene- Ringrazio
re la vittoria ma non a tutti i co- (5CSO) per la sua gentile collaborazione
sti, mantenendo alta l’onestà, la
correttezza e l’aiuto reciproco. I
giocatori, nonostante la loro apparente violenza e brutalità, sono
sempre molto rispettosi e solidali
tra di loro. Niente di meglio incarna questi valori come il terzo
tempo, incontro dopo-gara in cui
i rugbisti si riuniscono assieme in
un momento conviviale e di sociaN.5 Giugno 2014
11
Diverimento
Ingioco
di Irene Cinel(3CS)
L’Associazione Ludica Bassanese InGioco opera nell’ambito della promozione sociale attraverso l’utilizzo del
gioco come strumento di socializzazione e condivisione che abbraccia l’intero arco della vita: uno degli obiettivi
più sentiti dall’Associazione, infatti, è
la proposta di attività ludiche dirette e
personalizzate per tutte le età.
Fondata nel Luglio 2012 e rinata ad
Aprile 2014, l’associazione è composta
oggi da un direttivo poliedrico e
versatile, che arricchisce il proprio
ventaglio di iniziative grazie anche
all’entusiasmo e alla partecipazione
dei nuovi membri, i quali confermano
di settimana in settimana la forza di
coesione ed il relativo benessere che il
momento del gioco porta con sé.
Cosa propone?
-
Giochi da tavolo (boardgame) e
di carte: una categoria ludica decisamente fra le più variegate esistenti, che comprende dal gioco
tattico e strategico a quello con
più incidenza della fortuna, dal
gioco di bluff a quello cooperativo
e narrativo;
-
Giochi di guerra (wargame storici): per simulare epiche battaglie
ed apprezzare l’arte e la qualità
delle numerose miniature;
-
Laboratori di cosplay: per affinare
e condividere il gusto del vestire i
panni dei propri personaggi preferiti;
-
Laboratori creativi: un nuovo spazio per l’ideazione e la costruzione
di nuovi giochi;
-
Partecipazione e organizzazione
di eventi dedicati al mondo ludico
(come Marostica Ingioco, La città
dei ragazzi, #beyoung festival).
Dove ci si trova?
Ogni martedì a Rosà presso il bar
dell’oratorio in via capitano Alessio,
40 dalle 21.00, con i giochi da tavolo.
Ogni venerdì a Marostica presso il bar
dell’oratorio in corso Mazzini, 71 dalle
21.00, con i giochi da tavolo.
Per le altre tipologie di gioco gli incontri non sono periodici, ma per rimanere
sempre aggiornati si consiglia di seguire la pagina Facebook Ingioco-tdg
Bassano del grappa: con l’utilizzo
di questa piattaforma è infatti possibile fare delle richieste specifiche sulle
dimostrazioni e l’utilizzo dei giochi a
disposizione, nonché venire informati
sugli eventi in programma ed iscriversi
ai tornei.
E’ presente poi a Bassano, presso il bar
“Ai portici lunghi” in piazza libertà,
una piccola ludoteca, dove poter giocare durante la settimana in libertà.
Alcuni giochi si possono trovare anche
presso la birreria “Samsara” lungo viale delle fosse a Bassano. Qualche volta
facciamo anche una serata dimostrativa
12
presso di essa.
Perché andarci?
ALB InGioco sostiene l’idea che non
si è mai troppo vecchi per giocare, ma
lo si diventa quando si smette di farlo: valorizzare il gioco è un impegno
per promuovere una certa qualità della vita, un’esperienza gratificante che
esorta le persone ad esprimere il proprio potenziale e la propria personalità.
I responsabili di InGioco si impegnano
a presidiare le loro attività, avendo cura
del rispetto delle regole e della valorizzazione dell’aspetto socializzante del
gioco, in questo modo l’associazione si
pone l’obiettivo di contrastare il gioco
d’azzardo.
Scoprire (e scoprirsi) InGioco equivale
al dedicare un tempo ed un luogo per il
proprio PIL (Prodotto Interno Ludico),
proposto in un modo talmente semplice e genuino da non lasciare altro spazio se non per la domanda: QUALE
SARA’ LA TUA MOSSA?
Contatti:
Fb InGioco-tdg bassano del grappa
David Zanotto 3922633990 (responsabile area giochi da tavolo)
Maurizio Marini 3397147909 (responsabile area wargame storici)
Denny Battaglin 3381579717 (responsabile area cosplay)
Fb Tana del nerd (settimanale online di
informazione del mondo ludico)
estate
vacanza alternativa
di Elena Sofia Furlan(2ASA)
Si avvicina a grandi passi l’estate
2014 e con essa anche la necessità di scegliere la giusta meta per
trascorrere le proprie vacanze. Le
possibilità per tutti gli italiani sono
sempre molte e differenti in base
alle necessità, all’età e alle diverse
disponibilità economiche.
tare un tour o un soggiorno in una
città. Tra gli itinerari più interessanti per l’estate emergono l’Irlanda, la Scozia, i classici soggiorni
studio a Londra e i tour nei paesi
Scandinavi. Fuori dall’Europa,
Usa e Canada si piazzano in pole
position tra le preferenze.
Il primo consiglio, valido in qualsiasi caso, è quello di prenotare il
prima possibile la propria vacanza
per cercare di contenere i costi di
trasporto ed approfittare delle ultime occasioni. Per i più ritardatari
sarà invece possibile attendere fino
agli ultimi giorni per usufruire delle offerte “last minute”.
L’estate e l’idea delle vacanze che
si avvicinano è il motivo che spinge tutti noi a pensare che manca
ancora poco alla fine della scuola, è il momento tanto atteso da
tutti, per sentirsi un po’ più liberi
dallo stress dello studio, da tutti i
compiti e dalla scuola in generale.
Ma questo non vuol dire per forza
fare le valige e partire per andare
al mare, in montagna o all’estero,
per quanto piacevole sia. Certo, si
può fare anche quello, ma esistono
molte altre opzioni per una vacanza davvero alternativa e che abbia
anche un motivo in più per farla,
oltre a divertirsi e rilassarsi e cioè:
aiutare gli altri. Un esempio e una
buona proposta da parte mia sono i
Campi di Lavoro. Si tratta di progetti finalizzati alla costruzione o
sistemazione di qualcosa. Questo
lavoro svolto in gruppo può essere
finalizzato ad opere di emergenza,
per esempio nelle zone disastrate
da terremoti o calamità, per costruire qualcosa di necessario in zone
indigenti, come ospedali in Africa,
Asia o in Sudamerica, oppure per
progetti di tutela ambientale, come
per esempio la pulizia delle acque
marine e fluviali, di zone verdi o
siti archeologici. Ma possono anche essere composti da gruppi di
I giovani amano sempre le mete festaiole o estere per le loro vacanze.
Coppie, famiglie con bambini, giovani e gruppi di amici non resistono al fascino della Grecia che con
le sue mille isole ricche di spiagge
immacolate, natura e divertimento
hanno il primato di essere ancora una volta tra le destinazioni di
viaggio preferite. La Spagna risulta molto gettonata dai ragazzi; qui
il divertimento non lo batte nessuno. La Croazia rimane la meta
prescelta per chi vuole spendere
meno, viaggiare in traghetto e godersi un po’ di relax. In questi ultimi anni, tra le tendenze di viaggio
estive, troviamo anche la Turchia,
Malta, il Portogallo, il Marocco e
le Isole Canarie.
Chi non ama né il mare, né la montagna, solitamente decide di preno-
amici o di conoscenti interessati
a costruire qualcosa in comune,
come una casa in campagna o al
mare. Lorenzo T., che ha fatto parte di un lavoro di costruzione di un
villaggio nel Brasile, afferma: «È
stata una delle esperienze più gratificanti della mia vita ritrovarmi
insieme ad amici e trovarne molti
altri, per costruire un piccolo villaggio nella foresta del Rio Grande
Do Sul. Tutti volontari. Si lavorava
assieme, per poi godere i frutti del
nostro lavoro. Mangiando, cantando e facendo festa la sera, tutto in
mezzo alla natura. Un’esperienza
fantastica che mi ha insegnato tante cose, sia pratiche sia di atteggiamento mentale, come l’umiltà di
servire chi ha bisogno e soprattutto
alla fine di tutto, c’è la più bella
delle ricompense: qualcosa di concreto che resterà per sempre».
N.5 Giugno 2014
13
sociale
Maschere di fumo
Guerrilla no smoking talent
di Martina Bertoncello (3CL)
Quasi sicuramente avrete sentito questo nome,
o magari l’avrete letto su uno dei mille volantini
che, un paio di settimane fa, si potevano trovare in
tutta la nostra scuola. Ma vi siete mai chiesti cosa
significasse?
Maschere di Fumo è il nome del progetto di
prevenzione al tabagismo, abitudine o dipendenza
da tabacco, promosso dal Dipartimento di
prevenzione – Servizio Educazione e Promozione
della Salute dell’Azienda ULSS N. 3 – presso le
scuole superiori del bassanese. L’obiettivo è quello
di sensibilizzare gli studenti sul pericolo del fumo
e di motivarli a “rispettare le norme attraverso la
responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti:
studenti, docenti, dirigenti, personale ATA,
genitori”.
Il progetto, a cui hanno partecipato alcuni studenti
peer educator insieme alla consulenza di un esperto
di teatro di strada, è stato realizzato mettendo in
scena uno spettacolo teatrale sul tema del fumo e
un video “selfie” (video autoriprendendosi girati
da ragazzi/e con cellulare) che si trova sulla pagina
facebook guerrillanosmokingtalent.
14
Il video contiene la storia della morte di “N. 1”
(nome del manichino-cadavere protagonista) e delle
diverse reazioni dei suoi cari (fidanzata, fratello,
professori…), i quali raccontano la loro scelta di
formare i “guerrillanosmokingtalent”, un gruppo
di appunto guerriglieri che decidono di unirsi per
affrontare il pericolo del fumo, la causa della morte
del loro parente/amico e combatterlo, affinché non
vi siano altre vittime.
Il percorso si è concluso Domenica 25 maggio
con un incontro aperto al pubblico, dove sono
stati proposti flash mob e uno spettacolo
teatrale di strada sul tema, così da presentare
il progetto e tutti gli obiettivi raggiunti.
Per altre informazioni, visitate la pagina Facebook,
sempre attiva e con personale pronto a rispondere
alle vostre domande.
sport-interviste
rachele baù
Grande atleta italiana, ma anche australiana
di Paolo Dellai(4DS)
Sono qui con Rachele Baù, giovanissima
nuotatrice, ma già campionessa di molti
trofei, nonché grande amica e (per me)
compagna di classe.
Ciao Rachele, per iniziare potrei chiederti se sei contenta di questa intervista, ti fa piacere essere menzionata
anche nel giornalino della scuola?
chio tempo fa, è nato, grazie a lei, il mio
amore per l’acqua. Io penso sempre che la
terra non sia il mio ambiente perchè quando faccio esercizi di equilibrio o a corpo
libero non riesco a farli nel migliore dei
modi. L’acqua ormai è una droga per me,
un giorno senza nuotare mi rende vuota e
incompleta.
Ciao a tutti, beh mi fa assoluto piacere
che mi abbiate chiesto di scrivere qualcosa per il giornalino della scuola, soprattutto ringrazio coloro che mi hanno cercata
per rilasciare queste parole, vi ringrazio in
anticipo, è un onore.
Per finire con questa introduzione, possiamo dire inoltre che, durante o prima
di tuffarti nel mondo del nuoto, tu praticavi altre attività. Giusto?
Grazie a te Rachele! Dimmi un po’,
adesso non sei in Italia, ma ti trovi in
Australia, dove affronterai ben tre mesi
insieme ad una famiglia che ti ospiterà.
Come ti trovi in questo nuovo mondo?
Sì esatto, io ora mi trovo oltreoceano, in
Australia, per finire l’ultimo trimestre
scolastico qui. Di più non potevo stare
a causa degli impegni che il mio sport
comporta.
Da quanto è che nuoti? È uno sport che
ti occupa tanto la vita?
La prima volta che sono entrata in una
piscina avevo quattro mesi e mezzo con la
mia mamma per fare acquatica e devo ringraziarla perchè qualche anno fa, parec-
Sì esatto, oltre al nuoto praticavo ginnastica artistica a livello agonistico e danza
hip hop, ma a 10 anni ho iniziato a fare
attività agonistica natatoria e diciamo che
il primo anno è stato molto critico perchè
non capivo molto come funzionavano le
gare e mi sentivo spaesata, ma da quando ho vinto la mia prima medaglia, ho
capito che il nuoto era quello che volevo
continuare a fare e ho lasciato gli altri due
sport per dedicarmi a ciò che amavo e tuttora amo fare.
Passando alle domande più specifiche
Rachele, sappiamo che tu sei brava in
tutte le discipline, ma una in particolare
eccelli, ovvero lo stile dorso.
Il dorso è stato il mio primo amore e non
so come mai proprio il dorso, ma so solo
che ormai è l’unico stile che mi viene naturale (e devo dire che ormai conosco tutti
i soffitti delle piscine).
I tuoi continui successi sono possibili
ovviamente per talento, grandi doti
fisiche che non ti mancano, ma anche a
grandissimo allenamento e sudore. Vuoi
spiegarci chi ti segue e vuoi elencarci i
tuoi primi successi?
Dal 2008 è iniziato il mio percorso e la
mia crescita a livello di atleta e per questo devo ringraziare molto il mio tecnico
Claudio che mi sta aiutando a crescere
con la mentalità di un’atleta determinata
in ciò che vuole fare. Da quell’anno ho
iniziato a partecipare ai campionati italiani giovanili e ho collezionato oltre 30
medaglie senza contare le infinite meda-
glie di legno. La mia gara preferita sono i
200 dorso, gara che con il mio allenatore
abbiamo deciso di portare avanti con il
tempo perché, per preparare la velocità
e la potenza, che mi servono nei 100 e
50 metri, avrei bisogno di più tempo per
allenarmi.
Prima di partire per l’Australia, hai
partecipato a due importantissime e famosissime gare, quali? Che risultati hai
ottenuto? Sei soddisfatta? Dicci qualcosa dei Campionati Italiani Assoluti.
Sì esatto Paolo, un mese fa prima di partire per l’Australia, ho partecipato prima
ai Criteria Italiani Giovanili dove mi sono
classificata quarta nei 100 dorso (per due
centesimi dal terzo posto e per 10 dal secondo) e seconda nei 200 dorso, risultati
che non mi avevano soddisfatta pienamente anche se ero consapevole del fatto
che non avrei raggiunto i miei migliori
risultati per il carico di lavoro in quanto
due settimane dopo avrei gareggiato per
un’intera settimana ai Campionati Italiani
Assoluti. Non avevo molte aspettative
infatti sono scesa in vasca senza pressioni
classificandomi settima nei 100 dorso
e quarta nei 200 dorso dove gareggiava
anche Federica Pellegrini, sfiorando i miei
primati personali, le gare si sono concluse
con la Finale di Serie A dove ci siamo
classificate terze e dove ho migliorato i
miei primati in vasca da 25 nuotando il
secondo tempo all time delle categorie
giovanili.
Grazie Rachele, questa era davvero
l’ultima ti ringraziamo per il tuo tempo che ci hai dedicato e ti auguro che
in Australia vada tutto per il meglio.
Complimenti per tutto e tanti saluti da
me e dalla tua amata classe 4^DS cui
mi faccio portavoce, un abbraccio e a
presto.
Grazie a te Paolo e grazie soprattutto ad
Herpes per avermi dato voce per raccontare quelle che sono state le mie esperienze
più belle e più emozionanti! Un saluto e
un bacio a tutti da Rachele e dalla bellissima aria australiana, è stato un onore!
N.5 Giugno2014
15
Musica
Oasis-(What’s the story)
Morning glory?
di Anna Cavallin(4BSU)
Sarò di parte. Sarò schifosamente di
parte in questa recensione, se così
posso definirla.
Per la prima volta non parlerò di
band o cantanti emergenti ancora
quasi del tutto sconosciuti ai più.
No, qui, vado a parlare di una delle
più grandi band del mondo, che ha
scritto la storia della musica, sovrana del britpop, e del suo più grande
capolavoro: (What’s the story) Morning Glory?
Perché sarò di parte? Semplice, è
della mia band preferita in assoluto
di cui vado a scrivere.
Per parlare della storia degli Oasis
non mi basterebbe l’intero giornalino, e questa non è l’esagerazione di
una fan incallita è la semplice realtà.
Molti gli aneddoti, le storie, gli avvenimenti ed i colpi di testa con cui la
band, o meglio, i fratelli Gallagher,
hanno saputo far parlare di loro per
più un decennio, spesso comparendo
nelle copertine delle riviste patinate,
non solo per la loro musica ma, soprattutto, per le loro azioni. Proverò
a fare un riassunto delle loro –poco-
eroiche gesta, giusto per dare un’idea generale dei soggetti.
Tutto ebbe inizio in un quartiere di
Manchester nel lontano 1991, quando Paul “Guigsy” McGuigan chiese
al compagno di scuola Liam Gallagher di unirsi alla band formata da
lui, Paul “Bonehead” Arthurs e Tony
McCarroll (a quanto pare, l’unico
senza un soprannome), i tre avevano appena cacciato Chris Hutton,
cantante del gruppo, non ritenendolo all’altezza ed erano alla ricerca di
qualcuno che lo sostituisse.
La band inizialmente si chiamava
The Rain, ma fu proprio Liam a proporre di cambiare il nome in Oasis,
ispirato dal poster che il fratello Noel
teneva in camera della band Inspiral
Carpets (gruppo con cui quest’ultimo si trovava in tour come roadie) .
Tornato a casa, Noel venne a sapere
dalla madre che il fratello era entrato
a far parte di una band ed incuriosito,
andò a sentire una loro esibizione.
Inutile dire che non gli piacquero per
niente e criticò apertamente il gruppo con il fratello, ma non gli disse
nulla che già Liam stesso non sapesse e per questo motivo gli propose
di diventare il manager della band,
ma Noel, invece, gli fece un’offerta
differente, ovvero quella di diventare membro lui stesso del gruppo, ma
a delle condizioni: avrebbe dovuto
esserne l’unico leader, l’unico compositore e la chitarra principale.
E fu così che iniziò la storia degli
Oasis.
La convivenza reciproca non fu per
nulla semplice, e più di una volta i
litigi tra i fratelli Gallagher parvero
mettere a rischio il futuro della band,
che sembra sul punto di sciogliersi
costantemente (come poi avverrà nel
2009).
Tranne i due fratelli, uno il leader e
l’altro il frontman, la composizione
del gruppo variò continuamente: chi
venne cacciato, chi lasciò per dei
contrasti con i Gallagher, chi se ne
andò per esaurimento nervoso.
Concerti sospesi, date cancellate, risse e litigi sul palco, sono solo alcune
delle cose che fecero tanto parlare
degli Oasis. Ma ciò che rimane nella mente di tutti gli appassionati di
musica degli anni Novanta è la Band
Battle tra Oasis e Blur, uno scontro
tra titani per definire quale delle due
band fosse la maggior esponente del
movimento britpop.
Una battaglia non solo musicale, ma
soprattutto mediatica, combattuta a
suon di scandali e frecciatine tra le
due band.
16
Musica
Episodio simbolo fu l’uscita in contemporanea del singolo Roll With
It degli Oasis e Country House dei
Blur, il 14 agosto del 1995. A spuntarla, in questo caso furono i Blur
vendendo 274.000 copie contro le
216.000 degli Oasis; ciò fu giustificato prima dicendo che il singolo
dei Blur costava meno (1.99 sterline
contro le 3.99 di Roll With It) ed in
seguito si parlò di un “errore di lettura dei codici a barre” che non rese
possibile registrare le vendite effettive del singolo.
Ma non passò molto tempo prima
che la band si prendesse la sua rivincita. L’uscita di (What’s the story)
Morning Glory? ebbe un successo
commerciale di dimensioni epiche.
Il disco ha venduto nel mondo ben
25 milioni di copie, 4’300’000 solo
nel Regno Unito, dove risulta il terzo
album più venduto nella storia della
musica britannica.
Il singolo Wonderwall non solo fu
primo nelle classifiche del Regno
Unito, ma inoltre fu l’unico singolo
degli Oasis ad entrare nelle top ten
dei singoli nelle classifiche americane, e si tratta forse del pezzo più
famoso dell’intera discografia del
gruppo. Il brano, che significa letteralmente Il muro delle meraviglie
non ha un significato reale, e si tratterebbe di un omaggio a George Harrison, chitarrista dei Beatles che così
aveva intitolato una delle sue produzioni.
Altro brano tra i più noti della band
e Don’t Look Back in Anger, singolo
più venduto nel 1996 ed il secondo
successo degli Oasis ad entrare di diritto alla vetta delle classifiche di tutto il Regno Unito. Secondo un sondaggio di Q Magazine, la canzone si
troverebbe al ventesimo posto tra le
canzoni più belle di tutti i tempi. Ma
gli aneddoti intorno a questa canzone non finiscono qui: a quanto pare
lo stesso Noel ha ammesso di non
sapere il reale significato della canzone essendo sotto l’effetto di stupefacenti quando la scrisse e che Sally
non fosse il nome di nessuna donna
in particolare, ma, semplicemente,
mentre si trovavano in studio di registrazione e Noel canticchiava la canzone alla ricerca di un ritornello che
lo soddisfacesse, Liam lo interruppe
e gli disse: “Stavi cantando so Sally
can wait?”. Noel gli disse: “no” e lui
rispose: “Beh, dovresti...”. Sulla canzone Paul McCartney disse: «Ci troviamo di fronte a una delle
melodie più belle di tutti i tempi. È
una delle migliori canzoni della storia della musica.»
chitarra in dei susseguirsi serrati ma
complessivamente dolci che cullano
chi l’ascolta.
La canzone vanta la collaborazione
di Paul Weller, seconda voce e chitarra principale ed è la canzone più
suonata dagli Oasis durante i loro
tour.
Riguardo questa canzone Noel disse: « Camminando piano nel salone/
più veloce di una palla di cannone:
cosa significa? Non ne ho la minima
idea. Ma dimmi, quando hai di fronte 60.000 persone che la stanno cantando, non sanno forse cosa significa? Significa qualcosa di diverso per
ognuno di loro. ».
Altro singolo estratto dall’album e
Some Might Say, si tratta del primo
singolo in assoluto nella carriera degli Oasis ad arrivare primo nella classifica dei singoli del Regno Unito. Il
testo venne scritto sul foglietto di un
block notes che è ancora conservato
all’Hard Rock Cafe di Parigi.
La canzone si differenzia nettamente
dagli altri singoli estratti dall’album
per la freschezza della melodia, il
ritmo veloce, totalmente in contrasto
con i ritmi lenti delle altre ballad.
L’album si conclude con la psichedelica e surreale Champagne Supernova, di cui –stranamente- lo stesso
Noel non sa il significato preciso ed
anche in questo caso il paroliere degli Oasis era un po’ “sballato” quando scrisse la canzone –stranamente
2.0-.
La canzone, che dura complessivamente sette minuti erotti, inizia con
il suono dell’infrangersi delle onde
per poi lasciare spazio prima alla
voce di Liam poi a degli assoli di
N.5 Giugno2014
17
Angolo dello svago
l’angolo dello svago
Allontana i pensieri e stuzzica l’intelletto
Dalla Tradizione veneta....
It’s not finger = No xe dito (non c’è certezza nei fatti)
But don’t you have a house, that! = Ma no te ghe ‘na
casa, ciò! (sosti prolungatamente nella mia dimora e la cosa
non è gradita)
Do you say real? = Te disi davèro? (incredulità)
Do you want to see? = Vuto vedare? (sfida)
Go to know you! = Va savèr ti! (prima non ero a conoscenza di questo elemento determinante)
Heal you this! = Curate questo (prenditi questa croce sulle
spalle e cammina)
Hear me a moment = Scoltame n’àtimo (prendi una pausa da ciò che stai facendo e ascoltami con attenzione)
It’s made of big plastic = Xè de plastegon (ho dei dubbi
sulla qualità dell’oggetto preso in esame)
I’m taken with the bombs = So ciapà coe bombe (non mi
avanza neppure il tempo di recarmi ai servizi)
They’re problems! = I sè problemi! (ci sono diverse questioni in sospeso)
You do come the milk to the knees = Me te fe vegnèr el
late ai senoci (questa situazione crea in me uno stato vegetativo momentaneo)
You take it on the teeth = Te tea ciapi sui denti (ci sono
grosse probabilità che tu non ce la faccia)
I’m more there than here = So pi de qua che de là (non
sono nel pieno delle mie forze)
Shall we make a shadow? = Se fasèmo ‘n’ ombra? (idratiamo il nostro corpo con una bevanda derivata dall’uva)
I’m full of shadows = So pien de ombre (ho esagerato con
l’idratazione - v. sopra)
This thing knows little fresh = Sta roba sà da freschìn
(questo cibo potrebbe avere più di una settimana)
Me, for me, make yourself = Mi, par mi, fasé vialtri (mi
tengo fuori da ogni diatriba decisionale)
HIPSE DIXIT
Invia le tue “Hipse Dixit” a: [email protected]
Banfi: Fatta una birra se ne fa un’altra!
Betto: Kant che ti passa!
Dal Molin: Se una rosa profumerebbe…
Dal Molin: Peter Pan in inglese rimane
uguale, mica lo chiamano Pietro Padella!
Mocellin: Dovevo fare il prete…
*parlando della comunicazione*
Bonato: Immaginate il vostro gatto che
parla interiormente “miao, miaao”
*parlando di chi gioca ad Affari
Tuoi*
Bonato: Spero ci sia un girone all’inferno anche per loro!
18
Mocellin: Vivere per poi morire è senza
senso, è come ciuciare na savatta”
Scienza
IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Semplice analisi di quello che il mondo aspetta da
tempo
di Leonardo Cattarin(3BSA)
L’innovazione: questa amata ed odiata
Giovane ragazza che vive tra di noi, a volte
correndo, a volte camminando e che porta
tutto ciò che identifichiamo come “futuro”,
come “qulcosa di nuovo e rivoluzionario”.
Ma come tutti sappiamo, ogni innovazione
comporta,assieme ai benefici,anche dei
rischi.
Vi sono poi quelle innovazioni che,
nonstante annunciate sembrano non
arrivare mai.
Ecco quindi una di quelle più
discusse,amata ed odiata, oltre che
profetizzata (con toni apocalittici) da
scrittori, giornalisti, scienziati ed esperti:
L’intelligenza artificiale.
Questa “capacità” che in un futuro
i calcolatori dovrebbero possedere,
permetterebbe loro di apprendere,
a partire da input e stimoli esterni,
di elaborare informazioni con logica
razionale “simile” a quella umana e, forse,
di possedere delle emozioni.
Le implicazioni dovute a questa capacita
sarebbero enormi, applicabili positivmente
e negativamente a molteplici campi:
dalla robotica,( nella quale molti dei
lavori, manuali o a contatto umano,
verrebbero svolti da macchine al posto
che da uomini), all’utilizzo massivo di
calcolatori intelligenti per l’elaborazione
di teorie fisiche e matematiche avanzati,
fino all’applicazione bellica, con sistemi di
combattimento estremamente avanzati e
probabilemnte completamente autonomi).
Tuttavia le più terrificanti scenografie
apocalittiche temono già un possibile
colpo di mano delle IA, dovuto alla loro
acquisita coscenza di se stessi: famosi
esempi sono il testo fantascientifico IO,
robot di Isaac Asimov, i Film Terminator
(dove la prima IA, skynet, pervade la rete
mondiale) e Matrix (dove le macchine
hanno segregato l’umanità al di sotto della
superficie terrestre).
Diviene Ancora più terrificande la figura
dell’IA se si pensa ad una possibile “Mente
collettiva” , singola intelligenza capace di
pervadere tutti i calcolatori collegati ad
essa ( per esempio tramite l’attuale rete
globale, internet) Creando una “mente
alveare”.
Tutavia rimane spesso la domanda
balenante: Per quale motivo non si vedono
ancora robot con capacità di intelligenza
paragonabili a quelle umane in giro?
L’informatica sembra fare passi da gigante,
tuttavia dal punto di vista pratico, ovvero
delle tecnologie che effettivamente
vengono sviluppate, è ancora molto lenta.
Colpa dell’immaturità della società e
del mercato, che necessitano tempo per
raggiungere lo sviluppo necessario a poter
fare veri cambiamenti.
Qui sta il problema: una VERA intelligenza
artificiale richiederebbe un salto
tecnologico decisamente maggiore di
quelli che ora compiamo. Vediamo il
perchè.
Esistono attualmente alcuni algoritmi,
applicati a vari campi, denominati di
“Machine learning”: sono algoritmi
designati per permettere alla macchina
di apprendere determinati dati
basandosi su informazioni ricevute,
e alterare l’algoritmo stesso in base
a questi, sono tuttavia solo soluzioni
palliative, temporanee, capaci di imitare
l’apprendimento e basta.
Per l’introduzione di una “vera”
intelligenza artificiale,ovvero di
un’intelligenza non limitata a piccoli
apprendimenti, o almeno con le capacità
decisamente maggiori, esistono invece
dei modelli, ritenuti potenzialmente
funzionali: primo su tutti è quello delle reti
neurali, che si avvicina all’ intelligenza più
presente innanzi ai nostri occhi, il cervello
umano.
Una “rete neurale”,per dirla in maniera
semplicistica , è una rete di unità di
elaborazione (nel nostro caso i neuroni)
,con uno o più input ed uno o più output
, capaci di ricevere e trasmettere impulsi
nervosi all’unità successiva solo nel caso
in cui gli impulsi elettrici ricevuti dal
primo superino una determinata soglia
(denominata bias), una rete neurale
formata da un solo neurone è definita
percettrone.
La vera caratteristica particolare dei
neuroni è la capacità di alterare la soglia
di trasmissione dell’impulso: è possibile,
fornendo ad una rete neurale i dati di
input ed anche gli output “allenarla”,
fino a renderla capace di operare come
una porta logica, o nei casi di reti più
grandi fino a renderla capace di elaborare
informazioni molto più complesse di
semplici dati numerici.
Ovvio che, una rete neurale con capacità
simile alla nostra richiederebbe un numero
esageratamente grande di neuroni: qui
spunta il primo problema, come riuscire a
riprodurne una? esistono varie ipotesi, che
spaziano dallo sviluppo di cellule neuronali
in laboratorio (il che richiederebbe
grandi investimenti in risorse e tecniche
per simbiosi macchina-organismo) alla
riproduzione virtuale di una rete neurale,
ovvero la trasposizione del modello in un
software.
Ma in quest’ultima teoria, che pare essere
più vicina al possibile si sovrappone un
grande problema: il calcolo parallelo.
Il processore di un calcolatore come quello
che tutti possiedono, esegue solitamente
le operazioni una alla volta, nonostante
vi sia l’illusione che il computer esegua
molte azioni in contemporanea.
Attualmente i calcolatori più potenti
possiedono processori con “core” di
calcolo contabili ancora su qualche mano,
il che porta all’implicazione di come le
operazione che devono essere simultanee
non siano tutte tali.
Una rete neurale, invece richiederebbe
un sistema di calcolo parallelo per ogni
neurone( nel nostro cervello ogni unità è
a se stante ): il che rappresenta un grande
ostacolo.
Per rendere inoltre una rete simile alla
nostra, con capacità di pensiero astratto,
servirebbero inoltre una complessa
progettazione, oltre alla capacità di
riproduzione delle unità neurali e
soprattutto un lungo “addestramento”
della rete.
Molti di questi problemi, tuttavia,
potrebbero essere risolti grazie allo
sviluppo esponenziale della potenza di
calcolo ed alle nuove frontiere della fisica,
che offrono nuove opportunità(come
i teorizzati calcolatori quantistici, già
predetti come una delle prossime fasi del
mondo informatico).
Come detto, servirà un grande balzo avanti
tecnologico per ragiungere un mondo di
fratelli robot e amici computer.
Non ci rimane quindi che aspettare,
o muoversi verso il futuro sperando
di essere i creatori del primo “uomo
virtuale”.
N.5 Giugno2014
19
OROscopo
OROSCOPO ESTATE 2014
di Nicola Fontana & Arianna Zonta(5 CS)
ARIETE (21 Marzo-20 Aprile): Salute: il sole di giugno vi creerà qualche scottatura: usate la crema solare, fatevela spalmare da qualcuno
;) Scuola: tutto ciò che era bloccato nei mesi precedenti da Marte in Bilancia ora si libera di questi vincoli astrali. Amore: l’estate vi offrirà
innumerevoli occasioni per vivere nuove avventure, lasciatevi trascinare dall’onda della passione. Fortuna: medusa
TORO (21 Aprile-20 Maggio): Salute: le vacanze vi donano nuova energia, sarete sempre pronti a fare festa. Scuola: vi siete giocati gli ultimi
sei mesi a modo vostro: i risultati si sono visti. Amore: il caldo soffocante dell’estate potrebbe soffocare anche le passioni, combattetelo con
una bevanda ghiacciata da dividere in due. I single non avranno molte occasioni: sfruttate ogni momento. Fortuna: squalo
GEMELLI (21 Maggio-21 Giugno): Salute: la brezza marina vi scompiglia i capelli ma non le idee: rilassatevi mentalmente e godetevi le
meritate vacanze. Scuola: al diavolo la scuola, godetevi l’estate senza preoccuparvi troppo. Amore: luglio vi farà scendere in campo, farete
molti nuovi incontri a patto che accettiate gli inviti: cogliete la palla al balzo. Fortuna: aperitivo in spiaggia
CANCRO (22 Giugno-22 Luglio): Salute: la calura della città non vi permetterà di trovare la pace interiore, il mare nemmeno: provate con la
montagna. Scuola: l’impegno ha dato i suoi frutti e allargato le vostre conoscenze, l’anno prossimo farete faville. Amore: non siate impulsivi,
o rovinerete ciò che avete costruito finora. Se siete single datevi alla pazza gioia. Fortuna: granchio
LEONE (23 Luglio-23 Agosto): Salute: sarete energici e vi scatenerete spesso e volentieri: approfittate della vostra gioventù. Scuola: sarà un
periodo fertile di progetti e idee geniali, riuscirete a portare a termine i compiti che vi assillano da tempo. Amore: da una semplice amicizia
potrebbe nascere un caldo ù: lasciatevi andare o meno, Giove farà ciò che deve fare. Se non avete amici, uscite: ve ne farete a gogo (e non sto
parlando di amicizie ;) ). Fortuna: racchettoni
VERGINE (24 Agosto-23 Settembre): Salute: i cali di pressione saranno lievi ma frequenti occhi a non stare troppo sotto il sole...belli
abbronzati va bene.. ma non troppo. Scuola: chi semina raccoglie: matureranno i frutti che con fatica e cura avete piantato durate i mesi,
potrebbero arrivare buone notizie in tutti i campi. Amore: agosto sarà il vostro mese, ideale per consolidare le amicizie e far nascere nuovi
amori: buttatevi a pesce!. Fortuna: tempesta sotto l’ombrellone
BILANCIA (24 Settembre-23 Ottobre): Salute: vivrete di rendita per le energie che Marte vi ha dato durante l’anno passato... Non esagerate
a sprecarla nei momenti non proficui al vostro estremo divertimento. Scuola: i sacrifici dei primi mesi dell’anno pagano!. Amore: Venere in
gemelli vi farà vivere sereni e sentimentalmente consolidati se siete già in coppia; se siete single...estate di pazza gioia già a partire da giugno
incontri a gogo nuove persone, nuovi amici, nuove esperienze ;). Fortuna: Macedonia di frutta
SCORPIONE (24 Ottobre-22 Novembre): Salute: l’abbronzatura vi rende affascinanti e il relax vi permette di essere in pace con voi stessi
e con gli altri: lasciatevi cullare dalle onde per raggiungere una quiete totale. Scuola: non avete dato il meglio di voi, ma avrete l’occasione di
mostrarvi capaci e meritevoli il prossimo anno. Amore: non si prospettano grandi incontri sentimentali, ma se dovesse nascere una storia non
lasciatevi sfuggire l’occasione!. Fortuna: patatine fritte unte di olio da ingurgitare sotto l’ombrellone..ma che buei xD
SAGGITTARIO (23 Novembre-21 Dicembre): Salute: approfittate delle lezioni di fitness in spiaggia per ritrovare l’armonia con il vostro
corpo. Scuola: avete fatto i furbi durante l’anno, beh sappiate che le bugie hanno le gambe corte, quindi occhio a non farvele(farvi) segare!!.
Amore: le coppie già stabili troveranno nuovi risvolti alla loro situazione; i single avranno la possibilità di scegliere tra molti partner, ma fate
attenzione se non conoscete bene la persona che vi sta davanti. Fortuna: spuma di mare
CAPRICORNO (22 Dicembre-20 Gennaio): Salute: siate malleabili, non mostratevi disadattati: Giove porta equilibrio e felicità
nella vostra vita. Scuola: basta vivere nelle illusioni del passato: dovete costruirvi il futuro iniziando da basi solide. Amore: non siate
testardi, lasciatevi andare: vi aspettano moltissimi inviti e incontri in cui potrete trovare l’anima gemella. Fortuna: venditore ambulante
ACQUARIO (21 Gennaio-18/19 Febbraio): Salute: energie livello medio ma buona salute se si respira aspira fresca di montagna. Scuola:
blocco completo non riuscirete a muovere progetti interessanti durate l’estate ed i risultati sono effimeri... Meglio usare il tempo per rilassarsi!!.
Amore: le illusioni d’amore continuano..l’estate ne sarà piena!! Non innamoratevi n’è cercate storie nuove e state attenti che le amicizie
che credete qualcosa di più in realtà non sono altro che semplici relazioni sociali!! Ma non disperate per coloro che nel profondo del cuore
desiderano qualcosa l’estate ha in servo una speciali sorprese!!:). Fortuna: cocco bello
PESCI (19/20 Febbraio-20 Marzo): Salute: salute al top l’aria estiva vi scalda i polmoni e l’animo che V farà vivere un estate di sana energia e
benessere psicofisico. Scuola: chi la dura la vince: se avete dei progetti in mente non mollateli!!. Amore: Saturno in scorpione porterà stabilita
alle coppie fisse.. Per i single scapestrati l’incontro di anime più serie potrebbe portarvi in nuove strade più solide e concrete, ma ricordate che
nulla potrà frenare la vostra voglia pazza di feste e passioni!!. Fortuna: occhiali da sole da 2€ ...ma quanto truzzi siete!! ;)
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