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N° 398
AN
N
IN
&FORDUSTRIA I
MAZ
IONE
ORGANO UFFICIALE
CENTRO STUDI GALILEO
per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione
Summit alle Nazioni Unite
a Parigi di tutte le Associazioni
mondiali del freddo
sulla definizione di uno schema
di formazione mondiale
Guida AREA
sull’attrezzatura
per i nuovi
refrigeranti
redatta da
Marco Buoni
presentata nella
sede delle
Nazioni Unite
a Parigi
Decisivo il ruolo del
Centro Studi Galileo sulla
definizione di uno schema
di formazione mondiale
Anno XL - N. 4 - 2016 - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato
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la refrigerazione e il condizionamento dell’aria, Castel ha costruito e consolidato
la propria leadership grazie a una costante tensione verso il futuro. Anticipare e
soddisfare le aspettative del mercato è un key assett e oggi questo vuol dire anche
sostenibilità ambientale. Castel è da anni impegnata nello sviluppo di prodotti per
sistemi a CO2 e soluzioni tecnologiche in grado di ridurre l’impatto diretto e indiretto
di tutti i suoi progetti. Castel, perché il futuro non aspetta.
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Tecnici specializzati
negli ultimi corsi e patentini
del Centro Studi Galileo
GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO
ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL
DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ
Corsi all’estero che periodicamente il Centro Studi Galileo
organizza su incarico delle Nazioni Unite. La formazione
delle maestranze nelle Nazioni in via di sviluppo è
fondamentale per combattere la malnutrizione,
tramite un’adeguata catena del freddo, e per la tutela
dell’ambiente. La dispersione in atmosfera dei gas
dannosi è purtroppo diffusa nel sud del mondo.
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A PALERMO
Battaglia Rosario
Cefalù
Curcurù Salvatore
COT soc. coop.
Palermo
Palma Claudio
COT soc. coop.
Palermo
Lamperti Simone
BIOLOGICI ITALIA
LABORATORIES srl
Masate
Boscolo Roberto
BOSCOLO FEDERICO
DI BOSCOLO R.
Trino
Cassarà Vincenzo
Valguarnera Caropepe
Stranges Massimiliano
CRST IMPIANTI snc
Verretto
Lʼelenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici
specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può
trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”)
DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI
SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE
Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo”
Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo
Leonetti Vincenzo
EDMOND PHARMA srl
Paderno Dugnano
Mazzola Fabio
ERGOSYSTEM srl
Opera
Mena Perez Mario Wilfrido
ERGOSYSTEM srl
Opera
Moccagatta Diego
EUROTERMICA srl
Casale M.to
Altieri Fabrizio
FABRIZIO FRIGORIFERI
DI ALTIERI
Grugliasco
Canta Roberto
FIAT GROUP
AUTOMOBILIES spa
Torino
Caramellino Alessandro
FIAT GROUP
AUTOMOBILIES spa
Torino
Spigariol Claudio
FRIGERIA srl
Rondissone
Piazzola Roberto
IBT EUROPE gmbh
Villorba
Rende Francesco
ITAF srl
Milano
Ferrero Dario
ITAF srl
Milano
Martorana Giorgio
GIANNONE srl
Misilmeri
Marchese Antonio
Palermo
Sabatini Ugo
Canicattì
Villareale Vincenzo
Canicattì
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
ITALIANO FRIGORISTI - PIF
A CASALE MONFERRATO
Cordì Michele
AM srl
Mombercelli
Bianchi Riccardo
Terranuova B.ni
Ferrario Andrea
BIOLOGICI ITALIA
LABORATORIES srl
Masate
Corso Nazioni Unite – Centro Studi Galileo a Jeddah in Arabia Saudita con il docente CSG Stefano Sarti. Tutti gli stati
vedono la certificazione delle competenze attuata in Europa come un ottimo metodo di verifica della preparazione dei Tecnici
per maneggiare i gas refrigeranti vecchi e nuovi. I tecnici arabi hanno quindi ottenuto il Patentino Italiano Frigoristi, ora
internazionalmente PIF.
13
Ruvioli Salvatore
SIRTI spa
Milano
Mantoan Renzo
SIRTI spa
Milano
Rigano Marco
SIRTI spa
Milano
Tonnellato Giuseppe
SIRTI spa
Milano
Traficante Donato
SIRTI spa
Milano
Iacovone Nicola
SIRTI spa
Milano
Sede di Agliana dei corsi Centro Studi Galileo. Una classe di allievi posa al termine del corso di Tecniche Frigorifere
Specializzazione. Segue l’esame PIF, ricercato da tutti i Tecnici per poter garantire le proprie capacità, oltre che obbligatorio per
acquistare il refrigerante e installare i condizionatori domestici Split di qualsiasi dimensione e con qualsiasi refrigerante HFC.
Russo Salvatore
SIRTI spa
Milano
Di Croce Roberto
SIRTI spa
Milano
Caschetta Simone
LIOSINTEX srl
Lainate
Pappalardo Giuseppe
SIRTI spa
Milano
Longo Emilio
SIRTI spa
Milano
Marchese Gianfranco
SIRTI spa
Milano
Drago Alessandro
SIRTI spa
Milano
Monti Matteo
MEMC ELECTRONIC
MATERIALS spa
Novara
Vaccarino Giuseppe
SIRTI spa
Milano
La Motta Giovanni
SIRTI spa
Milano
Restivo Alessi Giacomo
SIRTI spa
Milano
Slizza Massimo
SLIZZA GIOVANNI
Bra
Arena Sebastiano
SIRTI spa
Milano
Inzinzola Sergio
SIRTI spa
Milano
Moscatelli Pietro
SIRTI spa
Milano
Spinola Maurizio
Tortona
Terrizzi Giuseppe
MEMC ELECTRONIC
MATERIALS spa
Novara
Munafò Antonio
MUNAFÒ ANTONIO
IMPRESA EDILE
Torino
Pantaleo Martino
Roma
Dodich Gabriele
PROGETTO CLIMA
ENGINEERING srl
Novate M.se
Radrizzani Morgano
Lomazzo
Perrone Giuseppe
RMG PERRONE
Beinasco
Sauto Antonino
SAUTHERM IMPIANTI snc
Cameri
Beneforti Simone
SB IMPIANTI DI BENEFORTI
Sanremo
Monacelli Valeriano
SICLY srl
Settimo T.se
Signorini Tommaso
Sovicille
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Prove tecniche a Jeddah in Arabia Saudita. I docenti Centro Studi Galileo hanno tutti una formazione pratica di livello
che accompagna, unitamente alla teoria, gli allievi all’ingresso nella professione. Sicuramente uno degli ostacoli più duri nel
patentino frigoristi è il controllo dei parametri su impianto didattico, pressioni, temperature, assorbimento di corrente,
sottoraffreddamento e surriscaldamento. Solo un tecnico del freddo molto preparato e patentato sa interpretarli
adeguatamente, così come un dottore davanti ad un proprio paziente.
Perotta Gianguido
STB DI GIANGUIDO
PEROTTA
Mercenasco
Lanaud Francis
TECNEA ITALIA srl
Milano
Passariello Alessandro
ZERO 3 SERVICE
Beinasco
TECNICI CHE HANNO
OTTENUTO IL PATENTINO
BRASATURA
A CASALE MONFERRATO
Dal Passo Stefano
AGEC IMPIANTI srl
Venegono Inf.
Donelli Gianluca
BMD srl
Roma
Salvini Stefano Giovanni
FRIGOCLIMA
DI SALVINI & C. snc
Soresina
Ghetau Razvan Vasile
IORIO F.LLI DI IORIO
VINCENZO
Torino
Porro Bruno
Asti
Branchi Daniele
TDM srl
San Paolo
Capuzzi Nicola
TDM srl
San Paolo
Marco Buoni, direttore tecnico Centro Studi Galileo, e Roberto Ferraris, docente Centro Studi Galileo, posano dopo la
consegna degli attestati con un folto gruppo di allievi nella sede centrale di Casale Monferrato (aula corsi pratici). Sono molti
i tecnici che dopo il corso e l’esame PIF ottengono lavoro in questo settore dinamico dell’installazione, gestione e riparazione
degli impianti tecnologici di refrigerazione e condizionamento.
Greco Vincenzo
TECNO IMPIANTI
INTERNATIONAL srl
Riccione
Parisi Roberto
UNITED NATIONS LOGISTIC
BASE C/O AEROP.MIL.
PIEROZZI
Brindisi Casale
Roma Giovanni
UNITED NATIONS LOGISTIC
BASE C/O AEROP.MIL.
PIEROZZI
Brindisi Casale
CORSI A BOLOGNA
ALI DIV. FRIULINOX spa
Duso Davide
Taiedo di Chions
BALDAZZI MAURO
Granarolo Emilia
BALTUR spa
Rossi Fabrizio
Cento
BFR srl
Benedetti Federico
Isola Scala
CLIMAFER DI FERRINI
Ferrini Roberto
Signa
CENTRO ELETTRO
RIPARAZIONE
Francioni Andrea
Loc. Fiorentino Rep. S. Marino
CLIMAPOINT srl
Parenti Claudio
Valentini Claudia
Firenze
CF DI CIRO FIOCCHETTI snc
Fiocchetti Francesco
Rossi Emilio
Luzzara
CLIMATIC 2000 DI CIASCHI
Ciaschi Alessandro
Sesto Fiorentino
CLEMENTE ANTONIO
Pietramontecorvino
CNR AREA RICERCA
MILANO 1
Rosa Giuseppe
Milano
Nella sede centrale dei corsi Centro Studi Galileo di Casale Monferrato un’attenta classe segue una lezione di Tecniche Frigorifere Base.
Il docente Fabio Mastromatteo spiega le modalità di controllo perdite, controllo pressioni e temperature per una verifica perfetta del funzionamento
dell’impianto, visite periodiche obbligatorie da parte di personale certificato PIF e compilazione del Registro di Apparecchiature. Si è moltiplicato molto
il lavoro del tecnico del freddo negli ultimi anni.
15
CPL CONCORDIA scarl
Di Geronimo Fabio
Mancin Massimo
Marasca Andrea
Concordia S/S
ECOSERVICE srl
Viviani Franco
Parma
ELETTRAUTO
F.LLI GARANI snc
Garani Wainer
Savignano S/Panaro
ETA BETA srl
Bentivoglio Vittorio
Bondi Andrea
Marino Antonio
Forlì
FANTINATO SIMONE srl
Fantinato Simone
Boara Polesine - Rovigo
FD STORE srl
Cavalletti Riccardo
Spilamberto
FRIGO SERVICE RPF srl
Gualano Angelo
Spilamberto
FRONZA srl
Escandel Alejandro Marino
Mattarello Trento
GAMBERINI ROBERTO
Vigarano Pieve
GESIN soc. coop.
Benassi Davide
Cucchi Roberto
Foglia Francesco
Moretti Marcello
Saccani Mariavittoria
Schincaglia Massimo
Stefano Sarti, docente Centro Studi Galileo, posa con gli allievi di un corso di Tecniche Frigorifere Base, fondamentale
per apprendere i rudimenti della professione del Tecnico del Freddo. Nella sede di Bologna vengono organizzati corsi sulla
refrigerazione con nuove tecnologie come i refrigeranti alternativi e i patentini dei frigoristi e giungono tecnici da ogni
parte del centro e nord Italia.
Torreggiani Francesco
Trinchese Giovanni
Troiani Enrico
Trotta Giuseppe
Parma
GM SERVICE srl
Masera Alessandro
Masera Luca
El Moktatifi Youssef
Bolzano
GUADAGNINI PAOLO
Conselice
IFI spa
Croci Alfio
Del Baldo Giuseppe
Venturelli Enrico
Tavullia
ITAF srl
Ignesti Stefano
Milano
L’IDRAULICO
DI RUSSO MATTEO
Bergamaschi Debora
Casalecchio di Reno
LUCIS DI MONTEFIORI
Montefiori Alberto
Imola
MG IMPIANTI DI MANI
Mani Graziano
Verona
MINCIO ARR.TI snc
Mincio Enrico
Montecassiano
MP DI PINTUS
Pintus Francesco
Zola Predosa
NBI spa
Dall’Olio Marco
Facchini Stefano
Tarroni Alberto
Bologna
PENTAGONO srl
Guzzinati Paolo
Budrio
PIZZATO MIRKO
Bassano del Grappa
RC CONSULTANTS as
D’Izzia Giancarlo Fabrizio
Ferreccio Danilo
Sandnes
ROMANI & RINDORI srl
Barucci Simone
De Nardi Ornella
Sesto Fiorentino
SEAT
SERVIZI TECNICI srl
Benedetti Alessandro
Sesto Fiorentino
SEVEN CENTER srl
Brettini Massimo
Padova
Il docente Donato Caricasole posa con un gruppo di allievi che ha terminato il corso di Brasatura, requisito fondamentale per
l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi. Una perfetta giunzione tra i tubi previene le perdite e il rispetto dell’ambiente.
Infatti il tecnico del freddo ha il compito di controllare gli impianti periodicamente con gli appositi strumenti sia in maniera
diretta che indiretta, quest’ultima modalità controllando i parametri di funzionamento.
16
SILMET
DI MEGGIORIN SILVIO
Meggiorin Silvio
Pavullo Nel Frignano
SINCOVICH LORENZO
Trieste
SOFFIATI STEFANO
Bogoncello Matteo
Cerea
TA CLIMA DI TONELLOTTO
Tonellotto Andrea
Bassano del Grappa
TADDIA F.LLI srl
Taddia Emiliano
S. Pietro in Casale
TANGREDI ALESSANDRO
L’Aquila
TECHPA srl
Gomiero Luciano
Juravet Igor
San Dono di Massanzago
TEGGI F.LLI snc
Teggi Roberto
Montecchio Emilia
TOP CLIMA srl
Giordani Graziano
Poeta Massimo
Castel Maggiore
TRANSFER OIL spa
Monari Andrea
Colorno
Il docente CSG Giuseppe Bisagno, tra i decani dei docenti CSG e fondatore di una delle più grandi aziende di trasporto
refrigerato, impartisce lezioni di Tecniche Frigorifere all’Università di Palermo.
USL REGGIO EMILIA
Fontanili Claudio
Rovacchi Andrea
Reggio Emilia
BEVSERVICE srl
Brundu Dimitri
Luoni Gabriele
Salaris Luca
Campogalliano
BOERO FEDERICO
Leinì
DORO ROBERTO
Pieve Curtarolo
BURATTI DAVIDE
Inverigo
CORSI A CASALE MONF.
CASSARÀ VINCENZO
Valguarnera Caropepe
ARPA PIEMONTE
Cuviello Maria
Torino
BIOLOGICI ITALIA
LABORATORIES srl
Colombo Arturo
Ferrario Andrea
Lamperti Simone
Masate
ECO CLIMA srl
Pellegatta Giorgio
Caponago
ATAG srl
Boarolo Massimiliano
Tortona
BMD srl
Donelli Gianluca
Roma
CILLICHEMIE ITALIA srl
Lissoni Pietro
Santandrea Marco
Milano
DI MEO MARCO
Tirano
ECR ITALY spa
Citta Marco
Chiarello Alessandro
Milano
EDMOND PHARMA srl
Leonetti Vincenzo
Paderno Dugnano
ELTON IMPIANTI
Iuliano Elton
Ponti
ERGOSYSTEM srl
Mazzola Fabio
Mena Perez Mario Wilfrido
Opera
ERMONDI srl
Ermondi Giordano
Castelberlforte
EVOLUTION CONTROLS srl
Bridarolli Fabio
Cassina De’ Pecchi
E’ ora di esami nella sede Centrale CSG di Casale Monferrato. L’ispettore inglese Kelvin Kelly osserva la classe che si appresta alle prove scritte dell’esame
con modalità inglese. E’ già tempo di rinnovo per i Tecnici che hanno potuto per primi in Italia essere patentati PEF fin dal 2011 senza spese di mantenimento
ma con un aggiornamento quinquennale sulle ultime tecnologie. Difatti l’esame verteva su tonn eq CO2, nuovi refrigeranti e phase down degli HFC,
argomenti fondamentali per il tecnico del freddo del futuro.
17
FRIGOSERVICE PT
DI BARNI
Barni Cristian
Pistoia
GIANNINI srl
Bianco Massimo
Pecorino Riccardo
Milano
GRECO ALESSANDRO
Alessandria
GS IMPIANTI DI GIGLIO
Giglio Valerio
Pietra Ligure
HERNANDEZ RIVERA
MIGUEL ENRIQUE
Latisana
LIOSINTEX srl
Caschetta Simone
Lainate
MANEL SERVICE srl
Laquale Luca
Torino
MEMC ELECTRONIC
MATERIALS spa
Monti Matteo
Terrizzi Giuseppe
Novara
MILANOENERGIA srl
Agostoni Massimiliano
Milano
MUNAFÒ ANTONIO
IMPRESA EDILE
Munafò Antonio
Torino
N&W GLOBAL VENDING spa
Sichich Roberto
Valbrembo
Sede dei corsi di Agliana Toscana, aprile 2016: sono ancora migliaia i tecnici e le aziende che per lavorare correttamente
devono ottenere le necessarie autorizzazioni e certificazioni. Il CSG aiuta tutti gli operatori del settore in ogni fase del percorso
formativo presente e futuro. Da 40 anni il CSG è il maggiore istituto del settore della refrigerazione e condizionamento
con oltre 60.000 tecnici collegati. Sono oggi 50.000 i tecnici iscritti al registro telematico nazionale. L’Italia è il paese
europeo con il maggior numero di Tecnici del Freddo.
NBI spa
Colombo Filippo
Bologna
SAMO srl
Piedepalumbo Paolo
Novara
NICOLI FRUIT srl
Nicoli Claudio
Gorlago
SICCARDI LUCA
Albissola Marina
RC CONSULTANTS as
Ferreccio Danilo
Sandnes - Norvegia
SIGNORINI TOMMASO
Sovicille
SIRTI spa
Arena Sebastiano
Di Croce Roberto
Drago Alessandro
Iacovone Nicola
Inzinzola Sergio
La Motta Giovanni
Longo Emilio
Marchese Gianfranco
Moscatelli Pietro
Restivo Alessi Giacomo
Russo Salvatore
Milano
SLIZZA GIOVANNI
Slizza Giovanni
Slizza Massimo
Bra
SOFIND DI ZAMENGO
Zamengo Tullio
Albairate
SPINOLA MAURIZIO
Tortona
STB
DI GIANGUIDO PEROTTA
Perotta Gianguido
Mercenasco
TECNEA ITALIA srl
Lanaud Francis
Milano
TERMOEDIL MAFE
DI SCALAMBRA
Scalambra Massimiliano
Volpiano
VIN SERVICE srl
Visconti Gabriele
Zanica
CORSO AD HOC
PRESSO INDELB
DI SANT’AGATA FELTRIA
Sede di Roma del Centro Studi Galileo, una sessione del Corso di Tecniche Frigorifere con presenze femminili; docente il sig.
Caricasole. Sempre più in crescita nel settore le donne, particolarmente dopo il riconoscimento della professione del Tecnico
del Freddo con i registri telematici.
18
Ceccaglia Matteo
Masini Enrica
Piccotti Fausto
Ruscelli Fabrizio
Valli Daniela
Sommario
Direttore responsabile
Enrico Buoni
Responsabile di Redazione
M.C. Guaschino
Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo
Editoriale
13
Agire subito
20
Sviluppo della catena del freddo nel settore alimentare
24
Attrezzatura per i nuovi refrigeranti a bassa (A2L)
ed alta infiammabilità (A3)
27
Principi di base del condizionamento dell’aria
P.F. Fantoni – 172ª lezione
31
Corrispondente in Francia:
CVC
Congelamento dello scambiatore freddo: il nemico numero 1 dei chiller
Introduzione – Successo e limiti dei sistemi split e multisplit – Perché il
ritorno ai chiller – Un problema aggiuntivo nella gestione dei chiller
La rivista viene inviata a:
1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di:
A) impianti frigoriferi industriali,
commerciali e domestici;
B) impianti di condizionamento e
pompe di calore.
2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione.
3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati.
Manuale sul Regolamento Europeo: essere “i pionieri”
quando l’Europa eliminerà gli HFC
34
Linee guida per la scelta del sistema di rilevazione perdite
adatto all’applicazione
M. Roncoroni, N. Roncoroni – TDM
Tecniche di misura – Informazioni pratiche – Estratto dalla norma F-gas
517/2014
42
Ricevitore di liquido: un salvagente di emergenza
in soccorso del condensatore
P.F. Fantoni – 192ª lezione
47
Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento
50
Comitato scientifico
Marco Buoni, Enrico Girola,
PierFrancesco Fantoni, Alfredo Sacchi
Redazione e Amministrazione
Centro Studi Galileo srl
via Alessandria, 26
15033 Casale Monferrato
tel. 0142/452403
fax 0142/525200
Pubblicità
tel. 0142/453684
E-mail: [email protected]
www.industriaeformazione.it
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continuamente aggiornati
www.EUenergycentre.org
per l’attività in U.K. e India
www.associazioneATF.org
per l’attività dell’Associazione dei
Tecnici del Freddo (ATF)
Corrispondente in Argentina:
La Tecnica del Frio
Le Nazioni Unite e le Associazioni della refrigerazione si accordano
a Parigi sulla formazione
M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
e Segretario Generale Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF
F. Riboldi – Responsabile della Comunicazione Istituzionale Associazione dei Tecnici del Freddo
I punti fissi per il nostro settore da tenere a mente per i prossimi anni –
ErP (Energy related Products) oppure detta Ecodesign – Energy
Labeling – EcoLabel
Esempio dei climi caldi dell’Africa sub-Sahariana (SSA) e dell’Africa
del nord e sub-orientale (NENA)
D. Drame – FAO
Introduzione – Situazione – Stato della catena del freddo in SSA e NENA
– I vincoli – Opportunità – Implicazioni politiche – Raccomandazioni
Gruppo di lavoro AREA sui refrigeranti a basso GWP
Trasporto dei refrigeranti infiammabili – Refrigeranti a bassa infiammabilità, A2L – Strumenti e dispositivi – Individuazione della fuga –
Refrigerante R32
Lega Ambiente – EIA
Introduzione – Come funziona il phase down dei gas HFC – Origini del
phase down dei gas HFC – Cosa significa il phase down dei gas HFC –
Dimensione internazionale
Introduzione – Caratteristiche e funzioni del ricevitore – Un sostegno per
il condensatore – Carica di refrigerante
N. 398 - Periodico mensile - Autorizzazione
del Tribunale di Casale M. n. 123 del
13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo
(10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp
10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00.
(Parte centocinquantaseiesima) – A cura di P.F. Fantoni
Dew point – Filtro disidratatore – Lockring, giunto – Pressostato – Sonda
geotermica – Tunnel a funzionamento continuo – Umidità relativa –
Vapore surriscaldato
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Editoriale I punti fissi per il tecnico del Freddo
Agire subito
Le Nazioni Unite e le Associazioni
della refrigerazione si accordano a Parigi
sulla formazione
MARCO BUONI
Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA
Segretario Generale Associazione dei Tecnici italiani del Freddo - ATF
I PUNTI FISSI PER IL NOSTRO
SETTORE DA TENERE A MENTE
PER I PROSSIMI ANNI
Vogliamo ricordare che i Tecnici del
Freddo, ma anche i costruttori e gli
operatori, devono agire subito se
vogliono rispettare la legge, che sarà
sempre più una spada di Damocle nel
corso dei mesi e degli anni.
Ecco i cambiamenti che il nostro settore dovrà affrontare secondo i termini
di legge:
• Il refrigerante vergine R404A non sarà
presto più disponibile se non ad altissimi costi. ATF sta monitorando i costi
dei refrigeranti.
• I nuovi impianti devono usare esclusivamente refrigeranti per cui si sia certi
che a distanza di anni si possa trovare componenti e gas, sia per un problema di ricambi sia di garanzia.
• Impianti esistenti a R404A devono se
datati andare a fine vita se recenti
essere modificati ed eventualmente
adattati ai nuovi refrigeranti alternativi
o di sostituzione. Siccome ci saranno
sicuramente impianti attuali ancora in
funzione dopo il 2020 questi dovranno essere manutenuti con refrigerante riciclato o rigenerato.
• La riparazione/manutenzione con gas
recuperato, riciclato o rigenerato è
fuori dalle quote, quindi fuori dall’eliminazione dovuta al phase down;
questa pratica è quindi fortemente
consigliata. Ci sarà sicuramente un
vasto mercato per il riuso dell’R404A.
Bisognerebbe modificarne il nome
per renderlo maggiormente visibile,
per esempio R404-R.
• Il refrigerante R404A da impianti esi-
20
stenti dovrebbe essere conservato
per il riciclo o la rigenerazione per
asservire altri impianti e non andare
ad intaccare gravemente sulle quote.
• E’ importante per i proprietari tenere
nota di quanto gas è stato rimosso,
riciclato o rigenerato. Già nel contratto stipulato con il manutentore
dovrebbe essere segnalata e indicata
specificatamente la gestione del refrigerante una volta estratto dall’impianto. Inoltre il prezzo del refrigerante,
per salvaguardarsi da sbalzi improvvisi e incontrollati di prezzi che potrebbero verosimilmente accadere negli
anni a venire, dovrebbe essere un
altro dato contrattuale sottoscritto con
il manutentore. La nostra associazione sta monitorando i prezzi a livello
italiano e europeo per dare tempestivamente notizia al mercato.
• Bisogna minimizzare le perdite con controlli scrupolosi periodici e accurati per
minimizzare il refrigerante da integrare.
OPPORTUNITÀ DI RIUTILIZZO
Fonte: World Bank (Agenzia delle Nazioni Unite)
100%
100%
Riuso
generale
Contaminanti
Attrezzature
fisse
Attrezzature
portatili
Tipo di attrezzatura
Costo attrezzatura
Livello di purezza
Recuperatore Recuperatore
con filtro
con filtro
in linea
aggiunto
$ 800
$ 1000
Umidità -100 ppm
Olio -45.000 ppm
Aria -770 ppm
Riciclo
Riciclo
Lab. Certificato
SA E J-1991
Rigenerazione
Lab. Verificato
ARI-700
$ 2500
$ 3000
$ 4000+
Refrigerante R12
Umidità -15 ppm
Olio -4000 ppm
Aria -330 ppm
Vedi grafico nella pagina precedente.
In Europa e quindi anche in Italia
diventerà oltre che un business anche
una vera e propria necessità poter
definire in modo corretto la legislazione legata ai refrigeranti.
Da una nota della Agenzia delle
Nazioni Unite World Bank si può notare che il valore economico del gas
recuperato sarà molto importante per
il successo della regolamentazione
europea. Infatti se il gas diventa una
risorsa, i tecnici saranno incentivati al
riutilizzo e al recupero evitando la
dispersione in ambiente aiutando la
riuscita delle finalità della regolamentazione europea e cioè la diminuzione
del riscaldamento terrestre.
Nel punto di incontro delle due linee,
notiamo che il riciclo del refrigerante
permette il suo riuso in molte applicazioni generali. Ovviamente la rigenerazione è il processo per farlo tornare
alle caratteristiche iniziale, anche
migliori del gas vergine, e quindi
garantisce un riuso del 100% ma ha
costi maggiori oltre che, ovviamente,
di processo e lavorazione anche di trasporto e gestione in quanto può essere svolto solamente in strutture attrezzate.
ErP (Energy related Products)
oppure detta Ecodesign – Energy
Labeling – EcoLabel
I cambiamenti energetici ed ambientali
per il tecnico del freddo però non si fermano qui, infatti sono ormai diversi
mesi che sono entrate in vigore le linee
guida per la progettazione degli impianti che devono sottostare a prestazioni
minime di efficienza energetica.
I valori diventeranno via via più restrittivi per gli impianti andando avanti con
gli anni (EcoDesign o ErP)
La direttiva Ecodesign divide i prodotti
in lotti, cioè gruppi di apparecchiature,
per studiare in maniera diversa i parametri da seguire. I più rilevanti per i
nostri Tecnici del Freddo sono i lotti:
ENTR Lot 1 - Refrigerating and Freezing Equipment
ENTR Lot 6 - Large air conditioning
systems (> 12KW)
ENER Lot 10 - Airconditioning
ENER Lot 12 - Commercial Refrigerators and Freezers
Inoltre la responsabilità del Tecnico
del Freddo installatore è particolarmente di rilievo nel caso in cui vengano combinati singoli generatori e altri
componenti, ad esempio aggiungendo una centralina di termoregolazione
ad una caldaia, viene creato un sistema che dovrà avere una propria etichetta energetica. Si ha così
l’opportunità di incrementare la classe
energetica del singolo prodotto primario. Il responsabile per il calcolo dell’etichetta di sistema è l’installatore.
L’installatore ha l’obbligo di fornire al
cliente finale l’etichetta del sistema
comunicata in fase di offerta/preventivo oltre che la relativa scheda di calcolo.
Alcuni dati presentati in Mostra
Convegno 2016 dicono che il 90%
degli installatori non effettuano questa
etichettatura energetica dei sistemi a
più componenti (altro esempio a noi
Tecnici del Freddo caro, Pompa di
calore asservita a Solare termico) probabilmente più per mancanza di for-
mazione ed informazione, che per
negligenza.
I nostri impianti vengono inoltre toccati dalla cosiddetta etichettatura energetica per cui avranno delle classi di
efficienza così come sono presenti da
diversi anni sui frigoriferi domestici. Il
mercato a regime sceglierà gli impianti con un’efficienza maggiore. (Energy
Labelling).
Per le pompe di calore si tiene conto
sia dell’efficienza energetica stagionale SEER sia della geografia dell’Europa in quanto i paesi del sud Europa
hanno sicuramente una potenzialità
diversa dei paesi del nord Europa,
nonostante molte volte il mercato sorprendentemente dica il contrario con
vendite maggiori in quei paesi che
sembrano sfavoriti.
Per finire, tra le iniziative legislative interessate dal nostro settore, molto legato
all’efficienza energetica, quest’ultima,
cavallo di battaglia dell’Europa negli
ultimi 20 anni, è l’Ecolabel UE
21
(Regolamento CE n. 66/2010).
Questo è il marchio dell’Unione
Europea di qualità ecologica che premia i prodotti e i servizi migliori dal
punto di vista ambientale e ovviamente energetico, che possono così diversificarsi dai concorrenti presenti sul
mercato, mantenendo comunque elevati standard prestazionali. Infatti,
l’etichetta attesta che il prodotto o il
servizio ha un ridotto impatto ambientale durante il suo intero ciclo di vita.
Il marchio Ecolabel UE, il cui logo è rappresentato da un fiore, è uno strumento
volontario, selettivo e con diffusione a
livello europeo.
In conclusione il ruolo del tecnico del
freddo negli ultimi 10 anni è diventato
indispensabile ed altamente qualifi-
cante e professionale. Il nostro settore non si può
più permettere di
avere un tecnico
non preparato e
formato dai corsi
sia obbligatori che volontari.
Il tecnico è passato da un semplice
installatore a un professionista che
deve:
– Progettare e svolgere l’etichettatura
energetica degli impianti, intesi
come sistema.
– Compilare periodicamente il libretto
di impianto di climatizzazione per
l’efficienza energetica
– Verificare periodicamente l’assenza
di perdite e il buon funzionamento
Le Nazioni Unite
e le Associazioni della
refrigerazione si accordano
a Parigi sulla formazione
FEDERICO RIBOLDI
Responsabile
della Comunicazione
Istituzionale
Associazione dei Tecnici
del Freddo
L’11 e 12 aprile scorso si è svolto a Parigi un importante
appuntamento per il nostro settore sotto l’egida
dell’UNEP, l’Agenzia per l’ambiente delle Nazioni Unite. Le
maggiori associazioni mondiali, AREA, ASHRAE, AHRI,
CHEAA, CRAA, EPEE, IIR, JRAIA e Ref Australia, si
sono date appuntamento con le agenzie ONU che operano nell’ambito del Protocollo di Montreal (GIZ, UNDP,
UNIDO) per delineare uno schema comune di formazione e certificazione per l’utilizzo dei refrigeranti alternativi.
Durante i lavori sono state presentate a cura di AREA le
linee guida per i refrigeranti alternativi: “Requisiti Minimi di
Formazione e di Certificazione” e l’importantissima
nuova guida “Aprile 2016 Attrezzatura necessaria per i
refrigeranti a bassa (A2L – HFO, R32, miscele) o
alta infiammabilità (A3 – idrocarburi)”.
Grazie a quest’ultima, redatta dal gruppo di lavoro sui
refrigeranti alternativi a basso GWP diretto dal
VicePresidente AREA Marco Buoni, i tecnici del freddo di
22
della macchina contenente gas
refrigerante da riportare sul registro
delle apparecchiature
– Consigliare il proprietario sul futuro
della sua macchina a causa del
phase down e delle regolamentazioni europee
– Aiutare il proprietario nella compilazione annuale ISPRA sul recupero
e aggiunta di refrigerante avvenuto
l’anno precedente nell’impianto
– Tutto ciò in aggiunta alle operazioni
tradizionali che il frigorista ha sempre svolto prima di diventare
Tecnico del Freddo ovvero installazione, riparazione e manutenzione
degli impianti…
E tutta questa professionalità il Tecnico
del Freddo se la farà riconoscere…
ogni nazione mondiale potranno seguire le pratiche
migliori per maneggiare senza rischi i refrigeranti sia a
bassa (A2L) che ad alta infiammabilità (A3).
Le problematiche maggiori saranno sicuramente quelle del controllo delle perdite con cercafughe idonei, il
caricamento del gas infiammabile all’interno dell’impianto, il recupero e stoccaggio con appositi recuperatori e bombole e la vuotatura per togliere ogni traccia
dall’impianto.
I nuovi gas A2L, che hanno la caratteristica di avere una
propagazione di fiamma minore di 10cm/sec se soggetti
ad accensione, saranno sempre più disponibili sul mercato già da questa estate a partire dal refrigerante per il
condizionamento R32 che sarà presente in molti impianti split di piccole dimensioni. Altri refrigeranti per la sostituzione dei gas ad alto GWP (come l’R404, l’R507 e
R410A) saranno sempre più presenti sul mercato per
rispondere alle richieste di minor impatto ambientale
GWP presenti nelle regolamentazioni e legislazioni
europee.
“I nuovi refrigeranti meritano un’ap-profondita riflessione” ha ribadito il VicePresidente dell’Associazione Europea, che ha proseguito “Fondamentali per uno sviluppo
sostenibile del settore presentano caratteristiche di
infiammabilità e pericolosità a danno di Tecnici e utenti
finali sconosciute ai refrigeranti tradizionali.
Necessitano quindi di particolare attenzione nella fase
di preparazione e certificazione dei tecnici addetti”.
Da cosa nasce l’esigenza di un meeting con attori così
importanti, organizzato con tanta urgenza? Quale il background che ha portato le Nazioni Unite ad interessarsi
dell’argomento?
L’industria della refrigerazione e del condizionamento
ha vissuto un notevole sviluppo negli ultimi 3 decenni.
L’inquinamento prodotto è stato una delle cause del
buco dell’ozono.
Da questa consapevolezza è nata la sfida ambientale
della grande rivoluzione dei refrigeranti.
Le aziende hanno investito in tecnologia per produrre
apparecchiature adatte ai refrigeranti naturali. Anche il
settore della manutenzione è interessato, come detto
sopra, dal cambiamento sia nelle nazioni industrializzate
sia nel sud del mondo.
Nel corso degli anni, il meccanismo finanziario del
Protocollo di Montreal ha offerto opportunità di formazione significative ai tecnici dei paesi in via di sviluppo
attraverso programmi di formazione diretti e indiretti ai
quali ha partecipato direttamente anche Centro Studi
Galileo.
UNEP OzonAction, attraverso il suo business plan 20162018, affronta strategicamente la nuova dimensione attraverso diversi obiettivi generali e programmatici che includono la collaborazione con le associazioni di settore.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, l’iniziativa
“Razionalizzazione Formazione per RSS” prevede la
partecipazione e il contributo di importanti attori chiave
internazionali coinvolti nei programmi di formazione,
tutte le agenzie di attuazione (UNIDO, UNDP, Banca
mondiale e le agenzie bilaterali), associazioni ed esperti internazionali con il coordinamento del Segretariato
del Fondo Multilaterale (MLF) come organo consultivo.
APPROFONDIMENTI
(su www.industriaeformazione.it):
• AGENDA E PROGRAMMA DEL CONVEGNO
• LISTA DEI PARTECIPANTI (didascalia in questa pagina)
Gli Argomenti del meeting di rilevanza internazionale
sono stati:
1. Verifica delle risorse di formazione attualmente disponibili per i Tecnici del Freddo per la progettazione,
installazione e riparazione di impianti, anche detta
Analisi SWOT (Strength, Weakness, Operation,
Threats – Forze, Debolezze, Opportunità e Barriere);
2. Studio delle iniziative e dei programmi in atto e pianificati all’interno del Fondo Multilaterale del Protocollo di
Montreal per corsi per i Tecnici del Freddo;
3. Dibattito e consultazione: punti deboli e aree su cui il
Fondo Multilaterale, le Agenzie di implementazione
delle Nazioni Unite e i paesi che hanno bisogno di un
sostegno a lungo termine devono lavorare per creare e stabilire una gestione dei refrigeranti efficiente
per i Tecnici del Freddo;
4. Discussione e conferme sulle opportunità di lavoro e
progetti comuni.
Dalla copertina i partecipanti al seminario.
I presidenti e segretari delle maggiori associazioni mondiali, che saranno presidenti del tradizionale Convegno Europeo al Politecnico di Milano il
9-10 giugno 2017:
Air-Conditioning, Heating and Refrigerating Institute (AHRI), Stephen R.
Yurek – Air Conditioning Refrigeration European Association (AREA), Marco
Buoni – ASHRAE, Bryan R. Becker, Carol Ann Becker, Walid Chakroun (Via
Skype) – China Household Electrical Appliances Association (CHEAA), Dou
Yanwei – European Partnership for Energy and the environment (EPEE),
Fanny Van Der Loo, Hilde Dhont, Eric Devin – The Japan Refrigeration and
Air Conditio-ning Industry Association (JRAIA), Tetsuji Okada – Refrigerant
Australia, Gregory Picker – International Institute Of Refrigeration (IIR), Ina
Colombo, Jean-Luc Dupont – Prec Institute Japan, Niro Tohi.
Gli esperti: Brazil, Roberto Peixoto – Egypt, Mohamed Alaa Olama –
Grenada, Henry Frederick – India, Anshu Kumar, R.S. Agarwal – Malaysia,
David Lim – Netherlands, Ronald Viskil – Senegal, Amadou Diouf –
GIZ/Proklima, Bernhard Siegele – United Nations Development Programme
(UNDP), Etienne Gonin – United Nations Industrial Development
Organization (UNIDO), Ole Nielsen, Ákos Köszegváry – United Nations
Environment Programme (UNEP), Shamila Nair-Bedouelle, James S. Curlin,
Halvart Koeppen, Ezra Clark, Anne-Maria Fenner, Mikheil Tushisvili, Amr M.
Abdelhai, Hu Shaofeng, Yamar Guisse, Marco Pinzon, Ayman Eltalouny.
5
2
1
4
3
8
11
7
6
10
9
12
Presidenti del Convegno Europeo a Milano lo scorso giugno 2015, il prossimo XVII Convegno Europeo sarà il 9-10 giugno 2017.
Lo scalone d’onore del Politecnico di Milano ospita la foto di gruppo di tutti i
Presidenti del XVI Convegno Europeo, da sinistra: 1. Enrico Buoni Direttore
Centro Studi Galileo, 2. Didier Coulomb Direttore IIR, 3. Thomas H. Phoenix
Presidente ASHRAE, 4. Stephen Yurek Presidente AHRI, 5. Jim Curlin
Responsabile UNEP, 6. Ennio Macchi Dipartimento Energetica Politecnico di
Milano, 7. Andrea Voigt Direttore EPEE, 8. Alberto Cavallini Presidente
Onorario IIR, Università di Padova, 9. Marco Buoni VicePresidente AREA, 10.
Per Jonasson Presidente AREA, 11. Hermann Halozan Professore
Università di Graz, 12. Paolo Buoni Direttore EEC.
23
Speciale la catena del freddo per la conservazione dei cibi
Sviluppo della catena del freddo
nel settore alimentare
Esempio dei climi caldi dell’Africa
sub-Sahariana (SSA) e dell’Africa
del nord e sub-orientale (NENA)
DJIBRIL DRAME
FAO
Articolo tratto dal
16° Convegno Europeo
INTRODUZIONE
Questa memoria illustra due iniziative
sviluppate congiuntamente dalla FAO
e dall’IIR nel 2014 per lo sviluppo della
catena del freddo come elemento fondante per migliorare l’efficienza del
sistema alimentare e ridurre le perdite
alimentari e gli sprechi.
Fornisce una panoramica sulla catena
del freddo in queste regioni ed evidenzia quali devono essere gli obiettivi sia
dei governi che del settore privato per
indirizzare i cambiamenti della catena
del freddo.
SITUAZIONE
La riduzione degli sprechi di cibo e
delle perdite alimentari (FLW) sta
aumentando grazie ad una efficace
politica complessiva di sicurezza alimentare, protezione ambientale e
miglioramento delle prestazioni degli
impianti alimentari.
Nello stesso tempo, i livelli di FLW
rimangono molto elevati nei paesi
SSA e NENA, particolarmente per i
24
prodotti deperibili come frutta e verdura, pesce, carne e prodotti lattieri.
La FAO stima che gli alimenti persi in
un anno sono all’incirca il 25-30% per
i prodotti animali ed il 40-50% per
radici, tuberi e frutta e verdura (FAO,
2011).
La medesima fonte stima che il livello
di perdite alimentari in NENA sia del
55% per la frutta e la verdura, 22%
per la carne, 30% per il pesce e i prodotti del mare, ed il 20% per i prodotti lattieri.
Questo principalmente è dovuto ai limiti tecnici e di gestione delle tecnologie
di raccolta, immagazzinamento, trasporto e lavorazione, tecniche di raffreddamento, infrastrutture, confezionamento e commercio.
La mancanza di una idonea ed affidabile catena del freddo è la causa principale degli sprechi alimentari in questi paesi. Infatti essa sarebbe necessaria non solo per ridurre FLW, ma
anche per una migliore commercializzazione e sicurezza alimentare in queste regioni.
Secondo IIR (2009 b), se le nazioni in
via di sviluppo potessero avere gli
stessi standard di refrigerazione di
quelli dei paesi industrializzati, si
potrebbero salvare più di 200 milioni di
tonnellate di merci deperibili, cioè
all’incirca il 14% dei consumi del 2009,
e circa il 25% dell’attuale consumo in
questi paesi (IME, 2014).
Perciò, lo sviluppo della catena del
freddo, in maniera sostenibile, è un
imperativo per poter ottenere la sicurezza alimentare e nutrizionale in SSA
e NENA.
STATO DELLA CATENA
DEL FREDDO IN SSA E NENA
In molte zone dell’Africa sub-Sahariana
la catena del freddo è oggi molto insufficiente se non addirittura inesistente,
fatta eccezione per alcune industrie
che esportano i loro prodotti. (FAO/IIR,
2014). Secondo i dati IARW (2012) la
capacità di conservazione pro-capite
è molto bassa in SSA (< 10 litri/procapite nella maggior parte dei paesi).
Tale capacità sembra essere maggiore nei paesi NENA dove la capacità e
l’utilizzo della catena del freddo è
maggiore per il mercato delle esportazioni rispetto a quello interno, così
come per le nazioni SSA (tabella 1).
I dati riportati in questa tabella dimostrano come la capacità di conservazione in entrambi le regioni sia molto
minore rispetto a quella di economie
sviluppate come quelle di Germania
e USA.
Il maggior progresso della catena del
freddo nel mercato delle esportazioni
è dovuto principalmente alla prevalenza in queste regioni di piccoli agricoltori, che in gran parte utilizzano il
sistema di marketing tradizionale per
la loro produzione, e si avvalgono di
una catena del freddo non completa
quando essa esiste .
I VINCOLI
Lo sviluppo della catena del freddo
nelle nazioni SSA e NENA, spesso
deve fare i conti con queste problematiche: i) la disponibilità di energia
ii) manutenzione (carenza di personale qualificato e di pezzi di ricambio); iii)
scarsa logistica; iv) scarsa organizzazione e realizzazione di monitoraggi di
conformità; v) i relativi ridotti volumi di
prodotti commercializzati e la scadente organizzazione della produzione.
Tabella 1.
Capacità di conservazione pro-capite in alcune nazioni SSA e NENA
confrontate con quelle della Germania e degli USA.
Regione/Nazione
Africa
sub-Sahariana
OPPORTUNITÀ
Nonostante questi ostacoli, le tendenze economiche e demografiche in
queste regioni, l’aumento della classemedia e l’urbanizzazione offrono significative opportunità per raggiungere
più velocemente la “massa critica”
necessaria per lo sviluppo di un mercato della catena del freddo. Infatti, i
prodotti regionali alimentari deperibili,
circa 158 e 373 millioni di tonnellate
nel 2010, rispettivamente per SSA e
NENA, si pensa possano aumentare
significativamente nell’attuale decennio ad un tasso pari o superiore alla
crescita precedente, che si attesta tra il
3,7 ed il 5,2% all’anno.
IMPLICAZIONI POLITICHE
Un impegno concreto per lo sviluppo
della catena del freddo, sia da parte
dei governi che del settore privato, è
fondamentale per rispondere alle sfide
e alle esigenze prioritarie di refrigerazione nel settore alimentare. Alcuni
aspetti strategici devono essere tenuti
ben presenti.
1) Una migliore integrazione dello
sviluppo della catena del freddo
in agricoltura con le strategie di
sviluppo della sicurezza alimentare.
Lo sviluppo della logistica di refrigerazione deve essere un elemento
essenziale di tutte le strategie di sviluppo del settore agricolo e della sicurezza alimentare e nutrizionale poiché
le perdite alimentari aumentano la differenza di prezzo tra produttori e consumatori.
2) Predisporre e coordinare strategie multi-settoriali e coinvolgenti tutti i soggetti interessati.
Lo sviluppo della catena del freddo
deve essere il risultato di una visione
condivisa e di obiettivi convergenti tra
Africa del Nord
sub-orientale
Etiopia
Tanzania
Namibia
Algeria
Marocco
Arabia Saudita
Germania
USA
Capacità
(litri pro-capite
nelle aree urbane)
2
2
5.1
2
2
5.1
262
344
Anno
di stima
2012
2012
2012
2011
2011
2006
2010
2010
Fonte: IARW (2012), FAO (2012) e dati sulla popolazione da FAOSTAT
gli attori pubblici e privati, e deve prendere in considerazione il settore agricolo, logistico, della ricerca, della tecnologia ed altri settori.
Coordinare le attività di tutti gli interessati è essenziale ed è stato un
ostacolo per lo sviluppo della catena
del freddo.Al riguardo, lo sviluppo
della catena del freddo deve riferirsi
ad un piano principale, che deve
esplicitarsi in strategie di sviluppo
multi-settoriali e che coinvolgono tutti
i soggetti interessati, che favorisca la
cooperazione interprofessionale e la
collaborazione pubblico-privato e privato-privato.
3) Adattare le strategie di intervento
alle specifiche dei prodotti ed alle
condizioni geografiche e socioeconomiche.
La natura e l’impatto dei vincoli allo
sviluppo della catena del freddo è
diverso a seconda dei prodotti (carne,
frutta e verdura, pesce e prodotti del
mare, latte e prodotti lattieri…) e regioni (il clima, le reti elettriche, le infrastrutture dei trasporti, distanza dai
mercati, potere d’acquisto, organizzazione economica e sociale, abitudini
alimentari, etc.)
Se le caratteristiche principali di una
catena del freddo efficiente sono
simili ovunque, le strategie di sviluppo ed i percorsi implementativi devono essere adattati alle varie specificità e alle reali capacità dei soggetti
pubblici e privati interessati ai cambiamenti operativi.
È auspicabile un dialogo regionale o
bilaterale tra le varie aree geografiche
e tra le regioni SSA e NENA in modo
da condividere esperienze e buone
pratiche per lo sviluppo della catena
del freddo. Organizzazioni regionali e
agenzie UN, specialmente la FAO,
possono giocare un ruolo al riguardo.
4) Intraprendere studi preliminari
appropriati prima di sviluppare
qualsiasi progetto di investimento nel settore del freddo.
La scelta tra diversi tipi di tecnologie
del freddo rappresenta da sola un’importante questione energetica ed
economica che richiede un approfondito studio per poter prendere delle
decisioni.
Perciò, sono essenziali studi di fattibilità prima di intraprendere qualsiasi
investimento, prendendo in considerazione le condizioni della catena del
freddo del prodotto, la sua migliorabilità e difficoltà di sviluppo.
RACCOMANDAZIONI
• Per i governi e le autorità pubbliche:
Governance
– Dovrebbe essere elaborato ed implementato in collaborazione con il
settore privato un piano di sviluppo
strategico della catena del freddo;
tale piano dovrebbe essere coerente con altri piani di sviluppo settoriali come: agricoltura, infrastrutture,
industria alimentare, distribuzione,
formazione, ecc.
– Dovrebbero essere definiti, incentivati e monitorate regole e standard
di qualità per la sicurezza alimentare e la protezione dell’ambiente.
25
Formazione e R&D
– Dovrebbero essere incentivate strutture di formazione professionale in
tutti i settori interessati, in particolare in quelli della logistica, della progettazione, manutenzione e applicazione del freddo.
– Dovrebbero essere incentivati gli
sforzi nella ricerca e sviluppo che
rispondano alle esigenze e alle
attività delle regioni SSA e NENA
specifiche. Ad esempio, conducendo ricerche appropriate per un
più vasto uso delle energie rinnovabili, come ad esempio il raffreddamento con l’energia solare, si
potrebbe offrire una maggiore
disponibilità di energia fuori-rete
ed a prezzi più accessibili e soddisfare così le esigenze dei piccoli
produttori e delle PMI.
Investimenti
– Devono essere ammodernate le
infrastrutture strategiche ed i relativi servizi (elettricità, trasporti,
mercati...) per l’effettiva attuazione e l’efficienza della catena del
freddo.
– Dovrebbe essere elaborato e implementato un codice di investimento
incentivante al fine di promuovere
gli investimenti e le capacità imprenditoriali nei processi della catena del
freddo e nelle tecnologie per il settore alimentare (supporto nell’acquisto delle strutture, partenariati
pubblico-privato, ecc.)
• Per il settore privato:
– Dovrebbe essere incentivata la nascita e la partecipazione attiva di
organizzazioni professionali in
tutta la catena del freddo. Queste
organizzazioni possono servire
per consentire l’accesso alle tecnologie/conoscenze, alle attrezzature ed alle facilitazioni finanziarie,
nonché per facilitare il dialogo e il
coordinamento necessari per un
efficace sviluppo della catena del
freddo.
– Dovrebbe essere offerta la possibilità e incentivata attivamente la formazione professionale all’interno
delle aziende, compresa la formazione continua.
●
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ULTIME NOTIZIE
Notizie dall’Europa
(Sintesi da www.refripro.eu)
POLITICA & AMBIENTE
California: nuova iniziativa dedicata alla promozione dei fluidi naturali •
La missione del “North American Sustainable Refrigeration Council” (NASRC)
in California consiste nel promuovere i fluidi naturali nei supermercati. Bitzer e
Danfoss fanno parte dei membri fondatori della nuova iniziativa.
EUREKA 2016 • Le due associazioni europee EPEE (refrigerazione, climatizzazione, pompa di calore) ed EVIA (ventilazione) organizzano un nuovo evento, EUREKA 2016, che si terrà per la prima volta il 13 dicembre all’Aia, nei
Paesi Bassi.
INDUSTRIA & TECNOLOGIA
Gas fluorurati: il Gapometro dell’EPEE suona l’allarme • www.larpf.fr: La
European Partnership for Energy and Environment (EPEE) mette in guardia: il
raggiungimento degli obiettivi fissati dalla legge sui gas fluorurati per il 2018 è
ancora incerto. Mediante lo strumento di modellizzazione battezzato
Gapometro è stato evidenziato un certo numero di azioni chiave che consentono di mantenere la rotta.
Importazioni illegali di fluidi HFC in Europa • Secondo Honeywell, nel 2015,
sono stati importati illegalmente in Europa oltre 10 milioni di tonnellate di CO2
equivalente: come se, sulle strade europee, il numero di auto fosse aumentato di oltre 5 milioni.
ECONOMIA & GENERALITÀ
Connie Hedegaard entra nel CDA di Danfoss.
Gas fluorurati ed ecodesign: Sviluppo in Europa e in Italia • Il 9 maggio,
l’associazione italiana Confindustria Padova, l’associazione europea EPEE e
la società italiana Carel Group hanno organizzato una conferenza a Venezia,
dedicata al regolamento sui gas fluorurati e alla direttiva sull’ecodesign e relativa applicazione in Italia.
A Montreal Conferenza Mondiale “La catena del freddo alimentare”
Si è tenuto a Montreal un importantissimo workshop organizzato dall’ UNIDO,
Agenzia per lo sviluppo industriale delle Nazioni Unite, che si è posto come
ambizioso obiettivo quello di riunire aziende e istituzioni per migliorare la catena
alimentare del freddo con una sempre maggiore consapevolezza ambientale.
Report completo su www.industriaeformazione.it
Lo stesso argomento è stato trattato presso EXPO2015 in due eventi collegati al
XVI Convegno Europeo. La catena del freddo legata alla conservazione dei cibi
è un settore particolarmente dinamico in termini di sviluppi tecnologici e politici,
nonché di iniziative del settore privato. È quindi, opportuno prendere in considerazione con particolare attenzione questo settore, al fine di migliorare la nostra
comprensione della diversità delle opzioni tecnologiche e di gestione disponibili.
Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
Anche il Canada mette al bando agli HFC
Probabilmente entro la fine del 2016 anche il Canada deciderà la progressiva
dismissione dell’uso degli HFC nel settore delle schiume, degli aerosols, dei
climatizzatori per autoveicoli, della refrigerazione e del condizionamento. La
decisione attesa allinea il vasto stato nordamericano con le più recenti direttive europee. I grandi colossi extraeuropei (Canada, Stati Uniti, Cina, India e
Sudafrica) sono soliti recepire le innovazioni in materia di tutela ambientale
qualche tempo dopo l’Europa che si conferma in prima linea nella lotta al surriscaldamento globale e ai cambiamenti climatici.
Continua a leggere su www.industriaeformazione.it
Speciale i tecnici del freddo
Attrezzatura per
i nuovi refrigeranti a bassa (A2L)
ed alta infiammabilità (A3)
Gruppo di lavoro AREA sui refrigeranti a basso GWP
I Presidenti delle Associazioni Europee dei
Tecnici del Freddo a Bruxelles.
(Originale in inglese su www.area-eur.be)
AREA (www.area-eur.be) è l’organizzazione europea che raggruppa gli
imprenditori e i Tecnici del settore del
condizionamento dell’aria, della refrigerazione e delle pompe di calore.
Fondata nel 1988, AREA è la voce
delle 21 associazioni nazionali provenienti da 19 paesi europei che rappresentano oltre 9.000 imprese (soprattutto di medie dimensioni), che occupano circa 125.000 addetti con un giro
d’affari di circa 20 miliardi di euro.
In futuro vedremo altri refrigeranti
alternativi agli HFC a causa della
regolamentazione europea F-gas e
alla prossima eliminazione a livello
internazionale delle sostanze ad elevato potenziale di riscaldamento globale. Al fine di ridurre l’impatto del
riscaldamento globale sono necessari refrigeranti con molecole meno stabili, che significa avere sostanze con
un maggiore indice di infiammabilità.
I dispositivi e gli strumenti utilizzati
per l’installazione, la manutenzione e
la riparazione dei futuri dispositivi
contenenti refrigeranti infiammmabili
a basso GWP dovranno essere manipolati da personale altamente qualificato.
Per le competenze relative al personale fate riferimento alla Guida di AREA
“Guida alle competenze minime per la
formazione e la certificazione del personale”, 2014.
Questa guida fornisce ai tecnici uno
strumento che permette loro di capire
quale strumento utilizzare negli impianti refrigeranti che contengono refrigeranti infiammabili a basso GWP nella
categoria A2L (bassa infiammabilità) o
A3 (alta infiammabilità).
Fate sempre riferimento al produttore
del vostro dispositivo per informazioni
specifiche relative alla categoria di
strumento da utilizzare.
Elenco dei refrigeranti analizzati in
questo testo:
Refrigeranti A2L dalla bassa infiammabilità: Basso GWP – HFO – Miscele di
HFC-HFOs (R32, R1234yf, R1234ze,
R444, R445A, R454A, e R454B…)
L’elenco non è completo, controllate
prEN 378:2015, Annex E per i dettagli
relativi alla classificazione in base alla
sicurezza.
Refrigeranti A3 ad elevata infiammabilità: HC – Idrocarburi R290 (propano)
– R1270 (propilene) – R600 (butano)
– R600a (isobutano)
Tutti questi refrigeranti sono refrigeranti infiammabili a +20 °C ad eccezione dell’ R1234ze, che non è infiammabile al di sotto dei +30 °C.
TRASPORTO DEI REFRIGERANTI
INFIAMMABILI
Siate consapevoli che il trasporto dei
refrigeranti infiammabili è permesso
solo per quantità esigue (controllate la
legislazione ADR o quella nazionale) e
solo se il refrigerante è trasportato direttamente dal punto di raccolta al punto di
arrivo. Si consiglia di utilizzare un veicolo aperto, in caso contrario assicuratevi
che vi sia una buona ventilazione.
REFRIGERANTI A BASSA
INFIAMMABILITÀ, A2L
Gli A2L sono refrigeranti a bassa
infiammabilità con una velocità di
combustione massima minore di 10
cm/sec (ASHRAE 34 – ISO5149).
Seguendo poche ma importanti precauzioni, come la gestione da parte di
Figura 1.
27
Figura 2.
Possibili origini della perdita e sistemi di sicurezza quando
si usano refrigeranti.
Possibile punto
di perdita
Carica vapore
Carica liquido
esclusivamente per l’utilizzo con i gas
infiammabili.
I sistemi a refrigeranti infiammabili
devono essere controllati seguendo
un metodo che sia al contempo sicuro
ed efficace:
• Spray per l’individuazione di eventuali perdite
• Un dispositivo di individuazione elettronico per i gas infiammabili (un
esempio è illustrato nella fotografia
sotto).
Se non siete nella posizione di utilizzare questi metodi, dovreste recuperare la carica rimanente e controllare
la tenuta del sistema utilizzando
l’azoto privo di ossigeno.
Figura 3.
Rilevatore elettronico
di perdite adatto per refrigeranti
infiammabili.
personale qualificato, le procedure
non differiscono molto da quelle valide
per gli HFC della classe A1. Uno dei
pericoli maggiori è quello del “pooling”,
che consiste nella creazione di una
zona temporaneamente infiammabile
quando delle fughe di refrigerante (più
pesante dell’aria) si accumulano in
spazi ristretti. Delle scintille in queste
zone potrebbero causare l’accesione e
la propagazione di fiamme.
STRUMENTI E DISPOSITIVI
Alcuni strumenti e dispositivi standard
possono essere utilizzati in sicurezza,
compresi i dispositivi di misurazione.
AREA raccomanda l’utilizzo di pompe
per vuoto approvate con i refrigeranti
A2L. Non si dovrebbero utilizzare
quelle vecchie con motori a spazzola.
Si dovrebbero evitare le vecchie
pompe per vuoto a causa delle scintille che creano. Si possono utilizzare
pompe moderne munite di motori brushless EC se la pompa è accesa da
una fonte esterna e non dall’interruttore montato sulla pompa.
Inoltre, il refrigerante infiammabile
scaricato dalla pompa, in genere è
disperso in sicurezza e non crea una
zona infiammabile (ATEX zona 2 =
un’area in cui è difficile che si crei una
28
miscela esplosiva durante le fasi di
funzionamento normale e nel caso in
cui si verifichi, sia di breve durata), a
patto che la pompa sia collocata in
un’area ben ventilata. La sezione che
tratta dell’evacuazione indica come
sia possibile evitare i pericoli associati
all’ utilizzo dell’interruttore.
Non è possibile utilizzare in sicurezza
le macchine di recupero standard per
recuperare i refrigeranti infiammabili,
dunque non devono essere utilizzate.
Diversamente dal caso delle pompe
per vuoto vi sono diverse fonti di ignizione (per esempio interrutttori di
accensione e di spegnimento, relé,
pressostati).
Inoltre, una fuga potrebbe creare una
zona infiammabile intorno alla macchina. Questi pericoli non possono essere evitati; dunque è necessario avere
la corretta unità di recupero.
INDIVIDUAZIONE DELLA FUGA
La maggior parte dei dispositivi di individuazione elettronici utilizzati per
l’individuazione di eventuali fughe di
HFC e di HCFC non sono sicuri e sufficientemente sensibili per il loro utilizzo con i refrigeranti infiammabili.
Dunque si devono utilizzare dispositivi
elettronici (o spray specifici) progettati
Recupero del refrigerante
Il refrigerante infiammabile A2L deve
essere recuperato utilizzando una
macchina specifica (non è possibile
utilizzare una macchina per il recupero standard di refrigeranti alogenati).
Svuotate il cilindro di recupero per eliminare tutta l’aria prima di riempirlo
con il refrigerante infiammabile.
• Non mescolate i refrigeranti infiammabili con altri tipi di refrigerante nel
cilindro di recupero.
• Quando recuperate i refrigeranti idrocarburi, non riempite i cilindri con più
del 45% della quantità che era ritenuta sicura con gli HFC.
• Etichettate il cilindro di recupero per
indicare che contiene sostanze
infiammmabili.
I refrigeranti sintetici A2L (come gli
HFO e l’R32) devono essere recuperati come i refrigeranti HFC e non
devono essere emessi nell’atmosfera.
Figura 5.
Vacuometro
Figura 4.
Recuperatori per refrigeranti
infiammabili
(a sinistra per HC e a destra per
refrigeranti A2L)
Area Esplosiva
Sistema
da
evacuare
Evacuazione
Se non si ha a disposizione una
pompa per vuoto approvata per i refrigeranti A2L, controllate la pompa ed
accertatevi che l’interruttore di accensione e di spegnimento sia l’unica fonte
di ignizione. Se la situazione è questa,
la pompa può essere utilizzata in sicurezza a patto che tale interruttore non
venga utilizzato.
• Regolate l’interruttore sulla funzione
di accensione e collegate la pompa
ad una presa di corrente collocata al
di fuori di un’area di 3 metri e controllatela da quel punto.
• Collocate la pompa in una zona ben
ventilata o all’esterno.
Pompa
del
vuoto
Tabella 1.
Strumenti utilizzati in comune per alcuni refrigeranti nei sistemi
di condizionamento dell’aria.
(controllate sempre le direttive del produttore del vostro dispositivo)
REFRIGERANTE R32
Specifiche della bombola
del refrigerante
• Area rossa (gas infiammabile)
• Filo a sinistra (è necessario un adattatore)
• Pressione minima = 48 bar
• Quantità massima all’interno delle
bottiglie di recupero per l’R32: 60%
Strumenti per l’ R32
• Compatibilità degli strumenti
[a partire dall’ R410A]
Dato che l’R32 ha all’incirca la stessa
pressione dell’R410A, anche l’olio del
refrigerante è il POE e può subire lo
stesso tipo di controllo per eventuali
contaminazioni (al fine di evitare contaminazioni dovute ad impurità) senza
grandi differenze, dunque gli strumen-
ti utilizzati con l’R410A possono essere utilizzati anche con l’R32, previa
conferma da parte del fornitore (vedi
tabella 1).
REFRIGERANTI A3
AD ALTA INFIAMMMABILITÀ
I refrigeranti A3 sono caratterizzati da
un’infiammabilità più elevata rispetto a
quella dei refrigeranti A2L.
La differenza principale risiede nel fatto
che una scintilla relativamente debole
può incendiare una miscela infiammabile. Esempi sono le scintille statiche
provenienti dai vestiti, cacciaviti in ferro
o collegamenti elettrici difettosi.
I punti chiave sono dunque evitare
eventuali scintille, assicurarsi sempre
una buona ventilazione e accertarsi
che non vi sia presenza di fughe al
fine di evitare situazioni pericolose.
Utilizzate sempre un dispositivo di
individuazione di eventuali fughe
quando lavorate con i refrigeranti A3.
29
Quando lavorate con i refrigeranti A3
la pompa per vuoto, il ventilatore,
l’unità di recupero, il dispositivo di individuazione e il trapano elettrico devono essere approvati per le condizioni
EX, zona 2 (Atex).
Figura 6.
Esempio di ventilazione in sicurezza di un idrocarburo verso una zona
esterna (se permesso dalla legislazione del luogo).
Procedura di sicurezza all’interno
dell’area di lavoro con i sistemi HC
• Non deve esserci alcuna fonte di
ignizione entro 3 metri dal sistema
(compressore, collegamenti elettrici)
• L’area deve essere ben ventilata
• L’area deve essere controllata con un
dispositivo di individuazione per idrocarburi
Procedura raccomandata per
il recupero del refrigerante HC
da unità refrigeranti di piccole
dimensioni
• Collegate il ventilatore a 3 metri dall’area di lavoro e collocatelo al livello
del suolo.
• Collegate l’unità di recupero a 3
metri dall’area di lavoro e recuperate
il refrigerante idrocarburo.
• Quando la spia della bassa pressione si accende portate l’unità alla
bassa pressione e fatela funzionare
per 2 minuti.
• Pressurizzate il sistema con OFN
(azoto privo di ossigeno) appena al
di sopra della pressione atmosferica.
• Utilizzando un dispositivo controllo
perdite a HC controllate che non vi
Tubo flessibile
Area Esplosiva
Sistema con
refrigerante
infiammabile
Separatore dell’olio
sia la presenza di idrocarburi nell’aria prima di accendere il cannello per
saldatura.
• Tagliate i collegamenti e completate
le operazioni di servizio.
• Saldate nuovamente o utilizzate uno
strumento meccanico/a compressione e dei connettori.
I cilindri per refrigeranti infiammabili
hanno collegamenti sinistrorsi e sono
privi di tubature che possono confondere i tecnici. Le raccomandazioni relative al vuoto, recupero e individuazione
di eventuali fughe valide per i refrigeranti A2L sono valide anche per i refrigeranti A3. Per quantità esigue di idrocarburi da evacuare, si raccomanda di
ventilare. Occorre fare sempre riferimento alla legislazione del vostro
paese. Vedi figura sopra.
●
NOTIZIE DALL’EUROPA
(da www.refripro.eu)
POLITICA & AMBIENTE
Stati Uniti e Canada sostengono il phase-down mondiale degli HFC e introducono normative nazionali • Il
Presidente Barack Obama e il Primo Ministro Justin
Trudeau comunicano la volontà d’introdurre nuove misure
per ridurre l’impiego e le emissioni degli HFC a livello
nazionale.
Le autorità francesi annunciano multe fino a 15.000
euro • In occasione dei 20 anni dell’AFCE a fine marzo, il
Ministero dell’Ambiente francese ha presentato i nuovi
decreti volti ad attuare il regolamento europeo sui gas fluorurati in Francia. Il messaggio è stato chiaro: bisogna attivarsi sin d’ora e utilizzare fluidi con un minor PRG e non
aspettare fino a che sarà troppo tardi.
INDUSTRIA & TECNOLOGIA
La Mostra Convegno di Milano: il panorama dei fluidi
in piena evoluzione • Quest’anno la Mostra Convegno di
Milano ha lanciato un messaggio molto chiaro ai suoi visi-
30
tatori: l’R-32 è il nuovo fluido ideale per i piccoli climatizzatori residenziali.
Australia: criticato il neonato gruppo di lavoro dedicato
ai fluidi naturali • L’associazione australiana “Refrigerants
Australia” (RA) ha recentemente annunciato la creazione di
un gruppo di lavoro dedicato ai fluidi naturali avente
l’obiettivo di conoscere meglio le barriere tecniche e le sfide
politiche legate all’introduzione di questi fluidi.
ECONOMIA & GENERALITÀ
Test su 80 fluidi • Il comitato TEAP del programma
ambientale delle Nazioni Unite (PENU) ha esaminato circa
80 fluidi nell’ambito di nuovo rapporto presentato durante
l’ultima riunione del Protocollo di Montreal a Ginevra.
Il BSRIA pubblica un sondaggio sul Brexit • Secondo
un sondaggio dell’istituto britannico BSRIA, il 53% degli
intervistati si aspetta che il Brexit pregiudicherebbe i loro
affari. Il 58% pensa che l’intero settore della costruzione ne
soffrirebbe.
Speciale principi di base del condizionamento dellʼaria
Principi di base
del condizionamento dell’aria
Congelamento dello scambiatore freddo:
il nemico numero 1 dei chiller
172ª lezione
PIERFRANCESCO FANTONI
CENTOSETTANTADUESIMA
LEZIONE DI BASE SUL
CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni di base semplificate
per gli associati sul
condizionamento dell’aria, così come
da 18 anni sulla nostra stessa rivista
il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni
tiene le lezioni di base sulle tecniche
frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it.
Il prof. Ing. Fantoni è inoltre
coordinatore didattico e docente del
Centro Studi Galileo presso le sedi
dei corsi CSG in cui periodicamente
vengono svolte decine di incontri su
condizionamento, refrigerazione e
energie alternative.
In particolare sia nelle lezioni in aula
sia nelle lezioni sulla rivista vengono
spiegati in modo semplice e
completo gli aspetti teorico-pratici
degli impianti e dei loro componenti.
È DISPONIBILE
LA RACCOLTA COMPLETA
DEGLI ARTICOLI
DEL PROF. FANTONI
Per informazioni: 0142.452403
[email protected]
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
INTRODUZIONE
Anche il condizionamento di piccoli
locali o piccoli gruppi di unità può
essere affidato ai chiller. Fino a non
molto tempo fa tale compito veniva
svolto prevalentemente da impianti
split o multisplit. Oggi, con il problema
della gestione del refrigerante e del
rischio sempre presente di fughe, vi è
un ritorno all’utilizzo dei sistemi refrigeratori d’acqua a sfavore di quelli ad
espansione diretta.
Tuttavia quando si lavora con circuiti
idraulici a basse temperature deve
essere sempre tenuto ben presente il
possibile congelamento dell’acqua
all’interno dello scambiatore freddo,
dato che le sue conseguenze risultano pesanti per l’integrità dell’intera
apparecchiatura. Per tutelarsi si può
ricorrere all’uso di acqua glicolata,
ben tenendo presente, però, che
vanno apportate opportune correzioni
al circuito idraulico del chiller.
SUCCESSO E LIMITI DEI SISTEMI
SPLIT E MULTISPLIT
Non c’è dubbio che la nascita e lo sviluppo dei condizionatori split ha portato indubitabili vantaggi sia per gli utilizzatori che per gli installatori. Ai primi
ha permesso di poter godere dei
benefici dell’aria condizionata senza
necessariamente dover sostenere
spese di investimento iniziale elevati.
L’ampia diffusione di queste apparecchiature ha permesso di contenere
notevolmente i costi di produzione e
quindi di poter disporre sul mercato di
modelli a costi molto contenuti. Per gli
installatori ha rappresentato una fonte
di lavoro non indifferente, proprio perchè molti hanno scelto l’aria condizionata per le proprie abitazioni o i propri
uffici. Fino a non molti anni fa il condizionatore non era ritenuto un apparecchio necessario ma l’avvento di queste piccole apparecchiature ad espansione diretta ha senz’altro contribuito
a rendere il raffrescamento e la deumidificazione dell’aria una necessità
inderogabile durante il periodo estivo.
La relativa facilità di installazione,
richiedente semplici collegamenti di
tipo elettrico e frigorifero, ha permesso
ad una moltitudine di artigiani di
cimentarsi in tale lavoro, certe volte, a
dire il vero, anche in modo un po’ maldestro e poco professionale. Sta di
fatto che grazie a questa molteplicità
di fattori è stato possibile godere dei
benefici dell’aria condizionata anche
laddove i locali non erano stati originariamente progettati per il controllo
delle condizioni termoigrometriche ed
erano strutturati in modo tale da non
poter ospitare condotti per la diffusione dell’aria.
Il successo dei sistemi split ha portato
ad una loro progressiva evoluzione
tecnologica con le tipologie dual, trial,
quadri fino ad arrivare agli impianti più
complessi come i sistemi centralizzati
VRV e VRF. Essi si sono sviluppati al
fine di garantire ampia versatilità di
impiego e per soddisfare contemporaneamente diverse e contrapposte esigenze di trattamento dell’aria in molteplici locali appartenenti al medesimo
31
stabile. La possibilità di recupare energia termica sembrava fare di questa
tipologia di impianti una soluzione a
lungo termine e con prospettive di
successo senza pari. Tuttavia il loro
elevato contenuto di refrigerante
dovuto alla tecnologia ad espansione
diretta e la nascita del problema
ambientale legato all’uso degli HFC
ha sancito un parziale ritorno a tecnologie di più antica data che richiedono
però l’impiego di quantità inferiori di
refrigerante a parità di potenza frigorifera resa. Sicuramente ha influito su
tale scelta il possibile rischio di fuga
da questi circuiti che, essendo ad
espansione diretta, comporta la possibilità di immettere in atmosfera grandi
quantitativi di refrigerante.
Tabella 1.
Glicole (% in volume)
Temperatura congelamento acqua glicolata (°C)
Tubi in rame o plastica
Maggiori perdite
di carico %
Tubi in acciaio
15
-5
8
6
20
-8
11
8
25
-12
15
10
30
-15
19
12
35
-20
23
14
Figura 1.
Esempio della struttura molto compatta di un mini-chiller.
(catalogo Gree)
PERCHÈ IL RITORNO AI CHILLER
La necessità di avere sistemi centralizzati, anche di piccole dimensioni
(vedi figura 1), ma di evitare di gestire
circuiti ad espansione diretta di grande dimensioni ha riportato alla ribalta i
cosiddetti mini-chiller. Sicuramente
essi risultano essere sistemi più ecologici, se non altro perchè permettono
di avere cariche di refrigerante più
ridotte all’interno di circuiti più sicuri
dal punto di vista delle perdite in quanto completamente assemblati in fabbrica e che non richiedono operazioni
in cantiere sul circuito frigorifero per la
loro messa in opera.
La possibilità di integrarli con sistemi
per il riscaldamento invernale, anche
in tempi successivi alla loro messa in
opera, unita alla relativa semplicità di
installazione ha consentito ai sistemi
refrigeratori d’acqua di ritornare sulla
cresta dell’onda anche come soluzione tecnologica maggiormente rispettosa dell’ambiente.
Agli installatori i chiller richiedono
semplici abilità dato che comportano
solamente di approntare un circuito
idraulico costituito da tubi in rame e la
cui posa di solito non richiede importanti lavori sulla struttura dei locali e
può avvenire in tempi relativamente
rapidi, provocando minimi disturbi agli
occupanti.
Oltre a ciò non richiede agli installatori di maneggiare refrigerante o di predisporre circuiti frigoriferi a tenuta con
rischi praticamente nulli per quanto
riguarda la possibilità di provocare
emissioni/sfiati in atmosfera.
UN PROBLEMA AGGIUNTIVO
NELLA GESTIONE DEI CHILLER
Rispetto ai sistemi ad espansione
diretta, i chiller presentano il problema
aggiuntivo del possibile congelamento
32
dell’acqua che viene raffreddata all’interno dell’evaporatore. Tra le principali
cause che possono portare al congelamento ci sono le basse temperature
di evaporazione, al di sotto dei tradizionali 5 °C. Anche la messa fuori servizio dell’apparecchiatura, come può
essere ad esempio nel periodo invernale, può creare problemi di congelamento nello scambiatore ad acqua.
Per questo sarebbe opportuno provvedere allo svuotamento del circuito
idraulico.
Non sempre, però, è possibile o risulta conveniente svuotare completamente il circuito idraulico al cambio di
stagione. In tali casi è bene provvedere ad aggiungere all’acqua una
sostanza antigelo come può essere,
ad esempio, il glicole.
La quantità di glicole da aggiungere
risulta dipendere dal valore della temperatura che si desidera raggiungere
senza che l’acqua congeli. Senza antigelo l’acqua normalmente solidifica a
0 °C. Se durante la stagione invernale
si pensa di raggiungere temperature
inferiori allora è necessario addizionarle una sostanza che abbassa il suo
punto di congelamento.
Nella tabella 1 vengono riportate, a
semplice titolo d’esempio, le percentuali di glicole da aggiungere.
Nella determinazione della quantità di
glicole da aggiungere non va dimenticato, però, che maggiore è tale quantità maggiore sarà la penalizzazione
delle prestazioni dell’impianto.
Innanzitutto l’aumento della concentrazione di antigelo provoca un
aumento dei consumi elettrici della
pompa dell’acqua, data la sua maggiore viscosità rispetto all’acqua.
Questo è collegato anche all’aumento
delle perdite di carico all’evaporatore,
valore che, a seconda della percentuale di glicole presente, può arrivare
anche a valori del 25-30%.
Anche nelle tubazioni si registrano
perdite di carico il cui valore dipende
dal tipo di materiale di cui esse sono
costituite (vedi Tabella 1).
In secondo luogo la resa frigorifera
dell’evaporatore diminuisce, dato che
si ha un peggioramento dello scambio
termico. Per sopperire a tale fatto è
necessario aumentare la portata
d’acqua che transita attraverso l’evaporatore.
●
ULTIME NOTIZIE
LA COMMISSIONE EUROPEA CERCA 10 AZIENDE ASSOCIATE ATF
PER MONITORARE L’ANDAMENTO DEI PREZZI DEI REFRIGERANTI
Una delle azioni della Commissione Europea DG CLIMA per sostenere l’attuazione del regolamento F-gas
517/2014 è la ricerca di aziende per il monitoraggio continuo dei prezzi degli HFC. ATF è stata incaricata da
Oko Recherche di collaborare tramite la rete d’imprese rappresentate.
I questionari da compilare sono i seguenti: HFC prezzo statistico dei refrigeranti per i costruttori
HFC prezzo statistico dei refrigeranti per i Tecnici del Freddo
Chi fosse interessato ad aderire può scrivere una mail all’indirizzo [email protected]
CALENDARIO CORSI ESTATE 2016
ed esami certificazione frigoristi Centro Studi Galileo
Per programmi, informazioni e dettagli: Tel. 0142 452403 - Fax 0142 909841
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CERCHIAMO TECNICI FRIGORISTI
Per la manutenzione degli impianti frigoriferi industriali,
di condizionamento, riscaldamento e trattamento aria presenti
nei negozi e negli stabilimenti aziendali.
Si richiede esperienza nell’utilizzo di gas criogenici (HFC, Azoto, CO2).
Gradita abilitazione all’utilizzo di gas tossici.
Inviare il CV a: [email protected]
33
Speciale il futuro dei refrigeranti
Manuale sul Regolamento Europeo:
essere “i pionieri” quando
l’Europa eliminerà gli HFC
LEGA AMBIENTE
Jill Thompson al XVI Convegno Europeo
EIA – Environmental Investigation Agency
INTRODUZIONE
interessati, che forniscono anche
un’utile sintesi riguardo agli obblighi
principali.
Questa pubblicazione si propone di fare
un ulteriore passo per descrivere origine e significato del Phase Down dei gas
HFC per il nuovo mercato europeo.
Essa si propone di servire da guida per
le aziende e i consumatori interessati
dal Regolamento UE sui gas fluorurati,
sottolineando l’importanza di essere
all’avanguardia. Delinea i principali
impatti e descrive il motivo per cui i produttori, importatori, esportatori, operatori, fabbricanti, imprenditori e autorità
nazionali dovrebbero adottare in tempi
brevi misure proattive per garantire una
rapida attuazione.
Con l’adozione del regolamento (UE)
n. 517/2014 del Parlamento europeo e
del Consiglio del 16 aprile 2014 in
materia di gas fluorurati a effetto serra,
che abroga il regolamento (CE) N.
842/2006 (di seguito il “Regolamento
UE sui gas fluorurati”), l’Unione europea (UE) ha fissato un ambizioso pacchetto di politiche volte a ridurre le
emissioni di idrofluorocarburi (HFC).
Il regolamento UE sui gas fluorurati
imporrà alle nuove apparecchiature e
prodotti una conversione su larga
scala verso tecnologie rispettose del
clima entro il 2030.
Contemporaneamente, trasformerà
l’economia europea, con implicazioni
sui produttori, importatori, distributori,
fabbricanti, operatori, imprenditori e
consumatori. L’efficace attuazione del
Regolamento UE sui gas fluorurati
comporta inoltre implicazioni per
quanto concerne l’impegno di negoziare e attuare in futuro un’eliminazione graduale (di seguito Phase Down)
dei gas HFC a livello internazionale. Il
programma di Phase Down previsto
dal Regolamento è molto più ambizioso delle attuali proposte di modifica
del Protocollo di Montreal.
Diverse pubblicazioni descrivono le
principali disposizioni del Regolamento
UE sui gas fluorurati. La Commissione
europea, il governo del Regno Unito e
l’Associazione europea della refrigerazione, dell’aria condizionata e delle
pompe di calore (AREA), per citarne
alcuni, hanno pubblicato alcuni documenti di orientamento per i soggetti
34
COME FUNZIONA IL PHASE DOWN
DEI GAS HFC
Per Phase Down dei gas HFC
s’intende una progressiva riduzione di
tali gas misurata in CO2 equivalenti
(CO2e), che viene messa in atto nel
mercato UE ogni anno, a partire dal
2015 fino a tutto il 2030 e oltre. I produttori e gli importatori ottengono
l’assegnazione di quote annuali di gas
HFC (di seguito denominate “Quote
HFC”) che sono progressivamente
diminuite secondo un calendario di
riduzione.
Programma di riduzione
Dal 2015 in avanti, la somma totale
delle quote HFC assegnate ai produttori e importatori non può superare il
“quantitativo massimo” calcolato per
quell’anno. Il quantitativo massimo di
quote HFC disponibili nel 2015 corrisponde al 100% del fabbisogno medio
annuo del periodo 2009-2012, ossia
circa 182,5 milioni di tonnellate (Mt)
CO2e, indicato anche come “livello di
base”. La quantità massima o livello di
base sarà successivamente ridotta del
7% nel 2016, 37% nel 2018, 55% nel
2021, 69% nel 2024, 76% nel 2027 e
79% nel 2030.
“PRODUTTORI” sono aziende che
producono HFC nell’Unione europea. I produttori immettono HFC
sul mercato europeo quando li forniscono a terzi o quando li utilizzano internamente per proprio conto.
“IMPORTATORI” sono aziende che
importano HFC prodotti al di fuori
dell’Unione europea. Gli importatori immettono HFC sul mercato
europeo dopo il rilascio in libera circolazione da parte delle dogane.
Il Phase Down dei gas HFC è in realtà
più rigoroso di quanto appaia inizialmente per i settori rientranti nel suo
ambito applicativo. Ciò accade perché la quantità massima di quote
HFC disponibili in commercio sarà
rivista verso il basso dal 2018 in
avanti, per rimuovere le quote HFC
che hanno alcuni settori che sono
esentati (settori esenti), stimate a
circa 8,5 milioni di tonnellate (Mt)
CO2e ogni anno. In questo modo il
carico sui settori non esentati è maggiore di quanto appaia inizialmente
(vedi Tabella 1 e Figura 1). Nel complesso, il Phase Down degli HFC consentirà di diminuire le emissioni cumulative di HFC di 1,5 gigatonnellate (Gt)
CO2e entro il 2030 e 5 Gt CO2e entro
il 2050.
Il Phase Down di gas HFC imporrà una
transizione quasi completa dagli HFC
alle nuove apparecchiature in quasi
tutti i settori entro il 2030. Gli HFC residui che rimarranno disponibili per il
consumo dal 2030 in avanti saranno
prevedibilmente utilizzati per l’assistenza agli impianti installati e in alcune
applicazioni specifiche che non offrono
alternative. Le decisioni relative al programma di riduzione post-2030 saranno assunte ben prima del 2030.
Equivalenza biossido di carbonio
Tabella 1.
Confronto della quantità massima di quote HFC disponibili per tutti
i settori economici e per i settori non esenti.
Figura 1.
Riduzione dei gas HFC: tutti i settori economici in rapporto
ai settori non esenti.
Il Phase Down degli HFC viene definita in termini di CO2e (CO2 equivalenti). La quantità di tonnellate metriche
di HFC che può essere immessa in
commercio in Europa dipende quindi
dal potenziale di riscaldamento globale (GWP) degli HFC o della miscela in
questione.
Ad esempio, un importatore con 10
milioni di tonnellate CO2e di quote
HFC può immettere in commercio in
Europa solo 2,5 tonnellate metriche di
HFC-404A quell’anno. Si veda la
Tabella 2 per altri esempi.
Per gli HFC insaturi, talvolta indicati
come idrofluoro-olefine (HFO), come
HFC-1234yf, HFC-1234ze e HFC1336mzz, non sono previste quote poiché essi sono contenuti nell’allegato II
del regolamento UE sui gas fluorurati.
Ambito di applicazione
ed esenzioni
Il Phase Down degli HFC si applica a
tutti i settori economici dell’Unione
Europea. Tutti i settori fissi e mobili di
ciascuno Stato membro dell’Unione
europea competono per lo stesso pool
di quote HFC salvo esenzioni. Il Phase
Down di HFC si applica a grossi quantitativi di HFC vergini, indipendentemente dal fatto che siano prodotti
all’interno o all’esterno dell’Unione
europea. Dal 2017 in avanti, saranno
inclusi anche tutti gli HFC importati in
prodotti e apparecchiature precaricate. Gli HFC riciclati e rigenerati sono
esclusi dall’ambito applicativo del
Phase Down di HFC.
Esistono alcune limitate deroghe al
Phase Down di questi gas. Ad esempio, essa non si applica ai produttori e
importatori che immettono in commercio nell’Unione europea meno di 100
tonnellate CO2e di HFC in un determinato anno. Ciò corrisponde, ad
esempio, a 69 chilogrammi di HFC134a. Il Phase Down di HFC esenta
anche gli HFC utilizzati per le seguenti finalità, ammesso che siano adeguatamente etichettate:
• quantitativi importati a fini di distruzione;
• uso come materia prima;
• apparecchiature militari;
• quantità esportate al di fuori dell’Unione europea;
• talune applicazioni di semiconduttori;
• inalatori-dosatori.
Devono essere “forniti direttamente”,
ossia non possono essere forniti per
mezzo di terzi nella catena di fornitura
degli HFC.
Gli HFC acquistati in blocco da un produttore europeo e successivamente
immessi in apparecchiature pre-caricate e poi esportate al di fuori
dell’Unione europea, non sono esenti
dal Phase Down degli HFC.
Oltre alle esenzioni di cui sopra, a
seguito di una richiesta motivata di
uno Stato membro della UE, la
Commissione europea può “eccezionalmente” autorizzare una deroga
temporanea per un massimo di quattro anni per applicazioni specifiche o
35
Tabella 2.
Implicazioni del GWP secondo il sistema di quote HFC.
categorie di prodotti o apparecchiature, quando le alternative non sono
disponibili o non possono essere utilizzate per motivi tecnici o di sicurezza, o quando un sufficiente apporto di
HFC non può essere garantito senza
comportare costi sproporzionati. Dato
il suo carattere eccezionale, non si
prevede l’utilizzo di tale esenzione.
ORIGINI DEL PHASE DOWN
DEI GAS HFC
Il Phase Down degli HFC era basato
sullo AnaFgas, modello sviluppato per lo
studio preparatorio della Commissione
europea al Regolamento UE sui gas
fluorurati che, tra l’altro, tracciava la
domanda annuale di HFC nell’Unione
Europea per ogni anno dal 2015 al
2030. La domanda di HFC è costituita
dalle cariche iniziali nelle nuove apparecchiature e dalle ricariche nelle
apparecchiature installate. Alla base
del modello AnaFgas ci sono due presupposti: l’inserimento di tecnologie a
basso GWP nelle nuove apparecchiature, quando realizzabile tecnicamente ed economicamente, e piena attuazione delle misure di contenimento e
recupero. Tali presupposti avranno
implicazioni importanti sulla disponibilità delle quote e sui prezzi degli HFC
in futuro.
Penetrazione delle tecnologie
a basso GWP
Il Phase Down degli HFC presuppone
la quasi perfetta penetrazione nel mercato di tecnologie a basso GWP nelle
36
nuove installazioni. Ciò significa che,
ogniqualvolta una tecnologia a basso
GWP può essere tecnicamente installata al posto di una tecnologia HFC, si
presume che essa sarà installata e
che non siano necessarie quote di
HFC per la carica iniziale o le ricariche
riguardanti quella singola apparecchiatura.
Il settore della refrigerazione commerciale testimonia l’impatto di questa ipotesi: per quanto riguarda i nuovi sistemi
2015 sarebbero basati sulle tecnologie a basso GWP. Essi aumenteranno
al 100% nel 2019, vale a dire che dal
2019 tutti i nuovi impianti di refrigerazione centralizzati multipack dovrebbero basarsi sulle tecnologie a basso
GWP. La riduzione globale pertanto
ipotizza che le quote HFC non siano
previste per questi impianti, né per la
carica iniziale né per la ricarica durante la loro vita media di dodici anni. Ciò
significa che i nuovi impianti di refrigerazione centralizzata basati sugli HFC
e installati nel 2020, ad esempio, consumeranno le quote di HFC che non
erano previste. Tutti gli altri settori e
Stati membri dell’Unione Europea
sono influenzati da scelte tecnologiche sbagliate.
Il ritmo di penetrazione sul mercato di
tecnologie a basso GWP nelle nuove
unità di condensazione e dei sistemi
stand-alone di refrigerazione è simile,
con il 100% dei nuovi sistemi che
dovrebbero utilizzare tecnologie a
basso GWP entro il 2020.
Supermercati e altri rivenditori della
catena alimentare del freddo potrebbero chiedersi, per quanto detto
sopra, per quale motivo i divieti in que-
Tabella 3.
Penetrazione delle Tecnologie a basso GWP nei nuovi
sistemi centralizzati.
centralizzati, nel 2010 ne sono stati
installati circa 19.000 a media temperatura e 18.000 a bassa temperatura, e si
prevede che le nuove installazioni
rimarranno pressappoco le stesse per
ogni anno fino al 2030.
La Tabella 3 mostra la penetrazione
prevista sul mercato delle tecnologie a
basso GWP in questi nuovi sistemi
centralizzati (in valore percentuale
rispetto a tutte le nuove apparecchiature di questo settore), che non solo
mette in evidenza la necessità di una
transizione rapida, ma ammonisce
anche sui rischi connessi all’azione
ritardata.
Secondo il modello AnaFgas, il 46% di
tutti i nuovi impianti di refrigerazione
centralizzati multipack installati nel
sto settore non abbiano effetto prima.
In realtà, lo Studio preparatorio della
Commissione Europea raccomandava
di vietare tutte le tecnologie HFC con
un GWP superiore a 150 in questo settore dal 2020, e tale raccomandazione
è stata sostenuta dal Parlamento Europeo e da molti Stati Membri della UE.
La maggior parte dei politici hanno considerano che i divieti, riconosciuti come
la misura più efficace nel Regolamento
UE sui gas fluorurati del 2006, rappresentavano segnali essenziali che
avrebbero impedito un inutile ricorso
agli HFC nelle nuove apparecchiature
quando non più necessari.
Durante i negoziati, tuttavia, una minoranza di Stati Membri dell’Unione
Europea è riuscita a indebolire i divie-
ti in alcuni settori chiave, tra cui la refrigerazione. Ciò significa che il mercato
UE dovrà muoversi in tali settori in
assenza di questi segnali chiari al
mercato. Una transizione più lenta di
quanto previsto in origine aggraverà la
carenza di quote HFC e farà salire i
prezzi degli HFC alle stelle, con un
impatto sproporzionato sulle piccole e
medie imprese (PMI).
Gli operatori e i consumatori dovranno
compiere tutti gli sforzi necessari per
realizzare una rapida transizione dagli
HFC, al fine di non pagare costi
eccessivi per questi gas in futuro.
Figura 2.
Tassi di perdita rilevati rispetto ai tassi di perdita ipotizzati.
Piena attuazione delle Disposizioni
di contenimento e recupero
Il Phase Down degli HFC ipotizza inoltre la piena attuazione delle disposizioni sul contenimento ed il recupero.
Ciò significa che gli operatori e gli
imprenditori presumibilmente assumeranno tutte le precauzioni necessarie per ridurre le perdite durante l’uso
delle apparecchiature e per garantire il
recupero dei gas al termine del ciclo di
vita di dette apparecchiature.
Perché ciò accada, ci deve essere
l’adozione diffusa di buone pratiche da
parte degli operatori e tecnici, cosa
che appare improbabile nel breve termine in assenza di ulteriori interventi,
dato lo storico “basso grado di conformità globale” a queste disposizioni.
A oggi, le disposizioni di contenimento
non hanno portato a significative riduzioni dei tassi di perdita osservati.
Affinché i tassi di perdita effettivi corrispondano ai tassi di perdita ipotizzati,
sono necessari miglioramenti significativi, come illustrato nella Figura 2.
Finché i tassi di perdita non saranno
ridotti, le tecnologie HFC attualmente
installate consumeranno una quantità
di quote HFC maggiore del previsto
durante l’assistenza e la manutenzione. Ciò avrà un impatto a catena sulla
disponibilità delle quote e sui prezzi
degli HFC.
Lo stesso vale con le disposizioni sul
recupero. Il Phase Down degli HFC
ipotizza un 16% di recupero al termine
del ciclo di vita con il restante 84% che
è emesso o distrutto. Anche se il 16%
di recupero sembra ragionevole, i
tassi di recupero storici indicano il
contrario.
Lo studio preparatorio della Commis-
sione Europea ha rilevato che 12 Stati
Membri dell’Unione Europea non avevano nemmeno impianti di trattamento
e, tra quelli che li avevano, sono stati
rilevati ancora bassi livelli di recupero
e riciclaggio.
Il riciclaggio e il recupero sono valvole
di sicurezza importanti per il Phase
Down degli HFC e l’aumento dei tassi
di recupero sarà fondamentale per il
suo successo.
Le autorità nazionali dovrebbero
prendere in considerazione l’adozione di tassi di perdita massimi e di
misure minime di prevenzione per
ridurre le perdite, e di consorzi obbligatori al fine di promuovere il recupero, come già fatto da alcuni Stati
Membri della UE.
Ciò faciliterebbe la creazione di un
mercato nazionale di riciclaggio e
trattamento, riducendo al minimo
l’impatto all’interno dei loro confini.
COSA SIGNIFICA IL PHASE DOWN
DEI GAS HFC
Con il Phase Down degli HFC
s’intende provocare una carenza di
quote HFC che aumenteranno a loro
volta i prezzi degli HFC, rendendo
queste tecnologie ad alto GWP meno
attraenti dal punto di vista dei costi.
Inoltre, date le ipotesi formulate dal
modello AnaFgas, le opportunità di
mercato saranno limitate per gli HFC a
medio GWP e le miscele a partire dal
2018. In effetti, questi HFC a più
basso GWP dovrebbero essere superati da tecnologie realmente caratterizzate da un basso GWP, e il loro uso,
almeno nelle nuove apparecchiature,
servirà solo ad accrescere la carenza
di quote e i prezzi degli HFC in tutta
l’Unione europea.
Carenza precoce di quote HFC
Una combinazione di fattori, non tutti
considerati integralmente nel modello
AnaFgas, probabilmente ridurrà a partire dal 2017 le quote di HFC disponibili in tutta l’Unione Europea più rapidamente di quanto previsto da molti
operatori e consumatori. Questi fattori
vengono riportati nella Tabella 4.
La prima carenza significativa di quote
HFC sarà avvertita alla fine del 2017
quando le apparecchiature precaricate saranno incluse nell’ambito del
Phase Down degli HFC e le scorte
degli anni precedenti saranno esaurite. Nel 2018, con l’esclusione dei settori esenti [(8,5 milioni di tonnellate
(Mt)] di CO2e), la seconda fase di riduzione (37%) e il rispetto del divieto di
uso nella manutenzione, la carenza di
quote HFC inizierà sul serio.
In quel momento, gli operatori e i consumatori che non avessero già assunto alcuna iniziativa potrebbero trovarsi
37
Tabella 4.
Fattori che influiscono sulla disponibilità di quote HFC.
Figura 3.
Vita media di alcune apparecchiature per prodotti basati sugli HFC.
AnaFgas aumenterà la domanda di
HFC, che a sua volta aggraverà la
carenza di quote HFC, rendendo la
riduzione graduale degli HFC più gravosa nei prossimi anni. Ciò può essere dimostrato, abbastanza facilmente,
calcolando il GWP medio degli HFC
che sarebbe compatibile con la
domanda annua di HFC (in tonnellate
metriche di refrigerante HFC) e con le
quote di HFC disponibili (in CO2e) in
vari scenari. La Figura 4 mostra
l’effetto che un aumento della domanda di HFC superiore del 25%, 50% e
75% all’importo ipotizzato nel modello
AnaFgas avrebbe sul GWP medio
durante il Phase Down degli HFC.
Se vengono intraprese scarse iniziative per adottare tecnologie a basso
GWP nella fase iniziale, il GWP medio
degli HFC si riduce drasticamente,
con implicazioni sulla disponibilità di
HFC per la manutenzione di apparecchiature esistenti, sottolineando il
rischio associato a un inutile blocco
delle tecnologie basate sugli HFC. Le
aziende e i consumatori dovrebbero
esercitare la massima cautela per evitare di essere gravate da beni inutilizzabili o costi alle stelle.
Le conclusioni sono chiare: le aziende
e le autorità nazionali dovrebbero
intraprendere presto azioni concrete
per abbandonare gli HFC o per evitare il rischio di essere in ritardo, concorrendo a forniture sempre minori di
quote HFC, che aumenteranno i costi
durante l’assistenza e la manutenzione e che comporteranno il pensionamento anticipato delle apparecchiature a causa della carenza di quote.
Sovrapprezzo dei gas HFC
in ritardo, in particolare quelli con
apparecchiature di nuova installazione
basate su HFC a medio o alto GWP, la
cui vita media potrebbe protrarsi per
buona parte del periodo interessato
dalla riduzione globale di HFC (vedi
Figura 3).
38
Implicazioni di una transizione
lenta verso le Tecnologie a basso
GWP globale nei primi anni
Una transizione verso le tecnologie a
basso GWP più lenta di quanto originariamente previsto nel modello
Una semplice legge di economia stabilisce che, quando la domanda supera l’offerta, i prezzi salgono. Lo stesso
vale per le quote HFC, cui la
Commissione Europea attribuisce “un
chiaro valore monetario”. L’aumento
dei prezzi per gli HFC, estraneo a
qualsiasi aumento dei costi di produzione degli stessi prodotti chimici fluoroderivati, è indicato come “sovrapprezzo dei gas HFC”.
I produttori e gli importatori, in qualità
di titolari delle quote HFC che consentono loro di immettere in commercio
taluni quantitativi di dette quote a livello europeo, sono i beneficiari indiscuti-
Figura 4.
Impatto del Phase Down di HFC.
Chi può comprare i gas HFC da
produttori e importatori?
Chiunque sia pronto a pagare il
prezzo più elevato !
bili del sovrapprezzo dei gas HFC. La
German Federal Environment Agency
(UBA) ha calcolato il premio potenziale sul prezzo dei gas HFC (vedi Figura
5) a condizioni che simulano il Phase
Down degli HFC.
Dal momento che le quote HFC sono
cedute a un piccolo numero di produttori e importatori a costo zero, cioè
gratuitamente, il sovrapprezzo dei gas
HFC rappresenta un profitto straordinario di miliardi di euro l’anno per queste aziende (vedi Figura 6).
In altre parole, la cessione a titolo gratuito si tradurrà in un significativo trasferimento di ricchezza – circa €32
miliardi dal 2015 al 2030 – dagli operatori e consumatori europei ai produttori e importatori di HFC per lo più
multinazionali.
A meno di un’eliminazione anticipata
delle apparecchiature, gli operatori e i
consumatori con tecnologie basate
sugli HFC saranno costretti a pagare il
sovrapprezzo HFC. Ad esempio, i
prezzi correnti per il gas HFC-134a
sono circa € 15-30 per chilogrammo
(kg) a seconda che sia all’ingrosso o
al dettaglio. Con un sovrapprezzo dei
gas HFC di € 30 per tonnellata di
CO2e, ciascun kg di HFC-134a
aumenta di € 43, cosicché il prezzo
totale dello HFC-134a sarà di circa €
58-73 al kg. Pertanto, tale sovrapprezzo dovrebbe essere preso in considerazione nel momento dell’acquisto di
nuovi prodotti e apparecchiature, in
particolare nel calcolo dei costi annuali legati all’assistenza e alla manutenzione futura. Considerati questi costi,
le tecnologie esenti da HFC sono la
scelta migliore dal punto di vista economico.
Le stime sul sovrapprezzo dei gas
HFC, tuttavia, non colgono il quadro
completo. Altri fattori legati alla natura
del mercato degli HFC potrebbero far
salire ulteriormente il sovrapprezzo
dei gas HFC, in particolare:
• la presenza di poteri di monopolio
per i singoli gas HFC o le miscele;
• la concorrenza di carattere tecnico
all’interno di un dato portafoglio
offerto da un produttore o importatore, come ad esempio la scelta di promuovere vari HFC o miscele rispetto
ad altri, vale a dire l’HFC-407F
rispetto al HFC-404A.
Per tener conto di questi profitti straordinari e generare entrate volte a compensare i costi di attuazione, il
Parlamento Europeo aveva proposto
una commissione di assegnazione di
un massimo di € 10 ogni tonnellata
assegnata di CO2e. Alcuni Stati membri, in particolare la Francia e la
Danimarca, hanno proposto anche
un’asta, e la Danimarca ha inoltre realizzato un’analisi dei ricavi attesi dalla
vendita all’asta (vedi Figura 7).
Dal 2015 al 2030, la commissione di
assegnazione e l’asta avrebbero
rispettivamente consentito il recupero
di € 13,4 miliardi e di € 14,9 miliardi.
Queste entrate sarebbero state ridistribuite nuovamente agli Stati membri
della UE per compensare, tra l’altro, i
costi di implementazione sostenuti da
operatori, tecnici e autorità nazionali,
che sono stimati in oltre un miliardo di
euro l’anno, e per affrontare gli impatti
sproporzionati riguardanti:
• Le PMI - Le PMI sono considerate
meno in grado di assorbire il sovrapprezzo dei gas HFC rispetto ai loro
concorrenti più grandi e di stipulare
verosimilmente contratti di acquisto
SOVRAPPREZZO DEI GAS HFC?
Prima di due settimane dalla pubblicazione del regolamento UE sui
gas fluorurati nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea, il produttore fluorochimico francese Arkema
ha annunciato un immediato
aumento dei prezzi del 15% per
HFC-404A, HFC-407A, HFC-407C,
HFC-410A, HFC-427A e HFC-507.
a lungo termine di HFC a prezzi prestabiliti, e realisticamente si procureranno i gas HFC dai distributori sul
mercato al dettaglio.
• L’Europa orientale e meridionale Gli Stati Membri della UE con economie in transizione o in recessione,
come quelli dell’Europa orientale e
meridionale, si prevede che saranno
in difficoltà per le quote HFC rispetto
gli Stati Membri della UE con le economie e il potere d’acquisto più forti.
Sebbene non sia stata adottata alcuna
commissione di assegnazione o vendita all’asta nel Regolamento UE sui
gas fluorurati, è stata inclusa una clausola che impone alla Commissione
Europea di valutare un’eventuale revisione dell’attuale metodo di assegnazione delle quote HFC caratterizzato
dalla cessione gratuita entro la metà
del 2017. Si prevede che la Commis-
39
Figura 5.
Sovrapprezzo dei gas HFC
Figura 6.
Profitti annui straordinari a produttori e importatori.
durata, i gas HFC a medio GWP e le
miscele costituiscono, nella migliore
delle ipotesi, refrigeranti di transizione
nel brevissimo termine, e devono
essere considerati solo come sostituti
degli HFC ad alto GWP nelle apparecchiature esistenti.
Ad esempio, Daikin Industries sta fortemente promuovendo il gas HFC-32,
con un GWP pari a 675, come refrigerante alternativo per il settore del condizionamento. Gli studi e le prove
dimostrano, tuttavia, che gli impianti di
climatizzazione monosplit basati su
idrocarburi (ad esempio, R290) raggiungono un’efficienza uguale o maggiore e prestazioni ad un costo inferiore. Vi è quindi consenso generale sul
fatto che, una volta rivisti gli standard
obsoleti e la legislazione di sicurezza
per consentire una maggiore penetrazione del mercato, gli idrocarburi
CONTRATTI DI ACQUISTO
Le aziende, in particolare le PMI,
sono vivamente invitate a non
installare nuove apparecchiature
basate sui gas HFC per evitare
l’impatto provocato dal Phase
Down degli HFC. Tuttavia, nella
misura in cui sono installate nuove
apparecchiature basate sui gas
HFC, le aziende sono esortate a firmare, al momento dell’acquisto,
accordi che garantiscano l’accesso
ai HFC a prezzi determinati.
sione europea prenda seriamente in
considerazione la presentazione di una
modifica legislativa per fissare il metodo di assegnazione delle quote HFC.
Fino ad allora, molti Stati Membri della
UE hanno già adottato o stanno esaminando le imposte sugli HFC per raggiungere gli stessi obiettivi. Nel frattempo, gli operatori e i consumatori dovrebbero prendere in considerazione il
sovrapprezzo dei gas HFC nell’acquisto di nuove tecnologie con HFC.
Impatto sui gas HFC con medio
GWP e sulle miscele
Sebbene il regolamento UE sui gas
fluorurati preveda tagli ambiziosi dei
consumi di gas HFC nei prossimi 15
anni, le aziende chimiche stanno sviluppando una gamma di refrigeranti
con medio GWP per il mercato euro-
40
peo, che vengono presentati come
soluzioni per l’attuazione del Regolamento UE sui gas fluorurati.
La verità è che il futuro nell’Unione
Europea è grigio per i gas HFC con
medio GWP e per le miscele. Oltre a
essere più costosi e spesso oggetto di
brevetti, il Phase Down degli HFC non
consente l’uso diffuso di tali gas in
nuovi prodotti e apparecchiature nella
maggior parte dei settori dal 2020 in
avanti - ponendo così un tetto de facto
alla loro penetrazione nel mercato.
Infatti, piuttosto che essere una soluzione, gli HFC a medio GWP e le
miscele costituiscono una minaccia
alla loro eliminazione globale poiché
l’uso degli stessi aggraverà la carenza
di quote HFC e il sovrapprezzo sugli
HFC, più di quanto sia già previsto.
Dato che la maggior parte delle apparecchiature in questione ha una lunga
dovrebbero diventare i gas refrigeranti predominanti. Grazie al suo GWP di
675, il gas HFC-32 deve affrontare
una difficile battaglia per ottenere una
quota di mercato apprezzabile nel
medio termine, e si prevede che la
percentuale del mercato europeo che
esso potrà occupare negli impianti di
climatizzazione monosplit sarà contingentata. I produttori non devono essere fuorviati dal divieto del 2025 sui
nuovi impianti di climatizzazione
monosplit (3kg o meno), che indica
come accettabile un GWP al di sotto
di 750. Questo divieto rappresenta un
compromesso politico e si prevede
che abbia un modesto impatto, oltre a
quello di impedire usi più vistosi di
refrigeranti in questo settore, come il
gas HFC-410A; la miscela refrigerante
effettiva nei nuovi impianti di climatizzazione monosplit sarà determinata
Figura 7.
Prezzo e ricavo di una quota HFC:
Commissione di Assegnazione contro Asta
AVVERTENZA
PER L’ACQUIRENTE
L’eliminazione globale dei gas HFC
non è stata concepita per incoraggiare l’uso di miscele di gas HFC a
basso riscaldamento globale nei
nuovi impianti di refrigerazione,
come ad esempio Opteon™ di
Chemours e Solstice™ di
Honeywell. Questi gas HFC e
miscele a basso potenziale di
riscaldamento globale hanno
senso solo per scopi specifici,
come ad esempio quando sono utilizzati come drop-in o in sostituzione degli impianti installati.
dalla riduzione graduale degli HFC e il
nuovo gas HFC-32 supererà presto il
GWP medio (vedi Figura 4).
Gli investitori accorti potranno approfittare del mercato europeo emergente per i nuovi impianti di climatizzazione monosplit basati su idrocarburi. Nel
2015, più di 8 milioni di nuove unità
saranno immessi sul mercato europeo, di cui circa l’85% proveniente da
importazioni. Questo numero passerà
a 9,8 milioni nel 2030, mentre si prevede che la quota delle importazioni
rimanga invariata.
Se supponiamo che circa l’80% di
questi nuovi impianti di climatizzazione monosplit faranno affidamento
sugli idrocarburi a partire dal 2020 in
avanti – ipotesi, questa, ritenuta ragio-
nevole nell’ambito della riduzione graduale di HFC – l’investimento in tecnologie basate su idrocarburi oggi
garantirà l’accesso a un mercato considerevole nel prossimo futuro.
DIMENSIONE INTERNAZIONALE
Ora si assiste a un susseguirsi di iniziative di sostegno diplomatico a livello internazionale per una riduzione
graduale globale di HFC. Tra le molte
iniziative del genere, figurano la
dichiarazione di Bali nel 2011, le
dichiarazioni Rio+20 e Bangkok nel
2012, il vertice del G20 nel 2013 e la
Conferenza ministeriale africana sull’ambiente nel 2015. E’ altresì noto che
il miglior modo di agire per un Phase
Down a livello globale degli HFC è utilizzare le istituzioni e meccanismi
finanziari del protocollo di Montreal,
che ha eliminato gradualmente con
successo sostanze dannose per
l’ozono, precorritrici dei gas HFC.
A metà 2015, le Parti hanno presentato quattro proposte di modifica del protocollo di Montreal per eliminare il consumo e la produzione di HFC. Queste
proposte sono state presentate dal
Nord America (Canada, Messico e
Stati Uniti d’America), gli Stati insulari
(Stati federati di Micronesia, Kiribati,
Isole Marshall, Isole Mauritius, Palau,
Filippine, Samoa e le Isole Salomone),
l’Unione Europea e l’India. Il Protocollo
di Montreal è adeguatamente preparato a garantire ai paesi in via di sviluppo la flessibilità necessaria per far
fronte alle sfide che potrebbero derivare dallo “scavalcamento” verso tecnologie a basso GWP, in particolare fornendo livelli di base differenziati, proroghe e programmi di riduzione, oltre
all’assistenza finanziaria e al trasferimento di tecnologie. Inoltre, per rispondere ai più recenti dati e alle tecnologie
emergenti e raggiungere i propri obiettivi, il Protocollo di Montreal dispone di
un meccanismo di regolazione unico,
che consente alle parti di rivedere e
accelerare i programmi di riduzione
mentre le tecnologie progrediscono.
La corretta attuazione del Regolamento
UE sui gas fluorurati informerà e
influenzerà il quadro normativo globale
e la scelta delle tecnologie realizzate a
livello internazionale. Il livello di ambizione presente nel Regolamento UE
sui gas fluorurati supera di gran lunga
qualsiasi altra misura nazionale adottata fino ad oggi, e la sua corretta attuazione è particolarmente importante dal
momento che esso guiderà i mercati
verso le tecnologie a basso GWP, che
saranno poi introdotte nei mercati di
tutto il mondo per realizzare il Phase
Down degli HFC nell’ambito del
Protocollo di Montreal.
●
RIVISTA DIGITALE
Tutte le riviste possono essere pure
sfogliate online in formato digitale.
Al seguente link:
http://bit.ly/rivista3-2016
può prendere visione delle ultime
notizie dal mondo della refrigerazione
e del condizionamento
41
Speciale controllo delle fughe di refrigerante
Linee guida
per la scelta del sistema
di rilevazione perdite adatto
all’applicazione
MAURIZIO RONCORONI, NICCOLÒ RONCORONI
TDM
TECNICHE DI MISURA
Tecnologie per misurare o rilevare la presenza di gas
I sistemi di misura più comunemente utilizzati per il rilevamento di gas sono i
sensori a semiconduttore, elettrochimici, catalitici e a raggi infrarossi.
I vari sistemi hanno differenti vantaggi e svantaggi sia di carattere tecnico sia
economico.
42
Campi di misura
Il seguente grafico fornisce una sintesi delle varie tecniche di misurazione per le
varie concentrazioni di gas.
venire perdite di gas in atmosfera.
• Un impianto con carica di gas > 500
ton equivalenti di CO2 necessita di
visite periodiche ogni 6 mesi e di un
Sistema Fisso di Rilevazione Perdite
(obbligatorio).
ESTRATTO
DALLA NORMA F-Gas 517/2014
Informazioni destinate al personale
tecnico e agli utenti di apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria e pompe di calore contenenti gas fluorurati a effetto serra (Gennaio 2015)
Sommario: La scelta della tecnologia
di misura dipende da diversi aspetti.
La tabella e il grafico qui sopra forniscono alcuni consigli generali basati
sulla gamma di prodotti presenti sul
mercato. La scelta del sistema dipende sostanzialmente dall’applicazione
e dal rapporto qualità/prezzo che deve
essere adeguato al fine: dimensioni,
tipologia, pericolosità dell’impianto,
ecc ecc. Ogni applicazione deve essere valutata con cura tenendo in considerazione tutti gli aspetti che abbiamo
descritto
nella
Linea
Guida.
Ricordiamo che la responsabilità dell’impianto è sempre del proprietario
ma diventa doveroso per lo specialista
(tecnico frigorista e del condizionamento) informare il proprio cliente
sugli sviluppi delle normative e sugli
obblighi che ne derivano.
INFORMAZIONI PRATICHE
Nelle pagine successive abbiamo
inserito una serie di informazioni pratiche che aiuteranno il lettore a meglio
comprendere:
• perché adottare un sistema di rilevazione fughe gas refrigerante,
• come sceglierlo,
• come dimensionarlo,
• dove installarlo,
• come installarlo,
• come gestirlo.
Oggi non basta dimostrare la propria
capacità nella progettazione, manutenzione e installazione dell’impianto,
bisogna diventare consulenti del proprio Cliente a 360°:
• sulla gestione dell’impianto stesso,
• per il rispetto delle norme,
• per un piano di risparmio energetico,
• per risparmiare denaro .., una perdita di gas equivale ad un costo per la
conseguente ricarica!
Lo sapevate che…
• L’impatto sull’ambiente di 1kg di
R404A liberato in atmosfera equivale agli scarichi di un autovettura che
percorre oltre 15.000 km.
• Il 15% di perdita di gas refrigerante
equivale ad un incremento del 100%
dei consumi di energia dell’impianto
stesso.
• La normativa F-Gas stabilisce che
chiunque gestisca un impianto di
refrigerazione o di condizionamento
d’aria è legalmente obbligato a pre-
5.4. Contenimento con i sistemi di
rilevamento delle perdite
Con “sistema di rilevamento delle perdite” si intende un dispositivo tarato
meccanico, elettrico o elettronico per il
rilevamento delle perdite di gas fluorurati a effetto serra che avverte
l’operatore in caso di perdita.
Le apparecchiature contenenti gas
fluorurati in quantità pari o superiori a
500 tonnellate di CO2 equivalente
devono essere dotate di un sistema di
rilevamento delle perdite di questo tipo.
I sistemi di rilevamento delle perdite
devono essere controllati almeno una
volta ogni dodici mesi per accertarne il
corretto funzionamento.
I sistemi di rilevamento delle perdite
non sono obbligatori per le apparecchiature di refrigerazione installate su
impianti mobili, quali gli autocarri e i
rimorchi o per i sistemi mobili di condizionamento d’aria.
Nel selezionare la tecnologia appropriata e il punto in cui installare il sistema di rilevamento, l’operatore deve
tenere conto di tutti i parametri che
potrebbero influire sull’efficacia del
sistema, al fine di garantire che il
sistema installato rilevi le perdite e
avverta l’operatore. Tra detti parametri
possono rientrare il tipo di apparecchiatura, il punto in cui è installato e
l’eventuale presenza di altri agenti
contaminanti nel locale.
A titolo di orientamento generale è
opportuno installare, se del caso, nella
sala macchine o, qualora non ve ne
sia una, il più vicino possibile al compressore o alle valvole di sicurezza,
sistemi di rilevamento delle perdite
che verifichino la presenza di gas fluo-
43
REGOLAMENTO F-Gas:
Il Consiglio Europeo approva regole più stringenti a partire dal 1 Gennaio 2015
rurati nell’aria e che abbiano una sensibilità tale da permettere un rilevamento efficace delle perdite.
Se del caso, possono essere utilizzati
anche altri sistemi, tra cui sistemi di
rilevamento delle perdite mediante
l’analisi elettronica del livello dei liquidi
o di altri dati.
Si devono prendere in considerazione,
in particolare, la norma EN 378, le altre
norme cui questa ultima fa riferimento,
nonché i regolamenti nazionali.
Ogni presunzione di perdita di gas
fluorurati indicata dal sistema fisso di
rilevamento delle perdite viene verificata con un controllo del sistema
(sezione 5.3), al fine di individuare e,
se del caso, riparare la perdita.
Anche gli operatori di applicazioni che
contengono gas fluorurati in quantità
inferiori a 500 tonnellate di CO2 equivalente possono installare un sistema
di rilevamento delle perdite. Le apparecchiature dotate di sistemi di rilevamento delle perdite, correttamente in
funzione, devono essere sottoposte a
controlli delle perdite a una frequenza
inferiore.
Formula per il calcolo della CO2
equivalente
44
APPLICAZIONI
Centrali frigorifere a terra o bordo nave.
Palazzetti del ghiaccio e magazzini stoccaggio frutta.
Condizionamento aria e banchi frigo nei supermercati.
Sistema di rilevazione con sensori remoti Atex
di tipo elettrochimico per tossicità NH3
oppure catalitico per esplosività HC e NH3
Sensori con trasmettitore elettronico
incorporato. Non necessitano di unità
di controllo a quadro.
45
INSTALLAZIONE
Sistema di rilevazione con Centralina di controllo
e sensori remoti a semiconduttore per HCFC
oppure IR per CO2
NH3 : H1 = 20 cm dal soffitto
HFC : H3 = 20 cm da terra
Centrale frigorifera, installazione in ambiente
e su valvola di sfiato.
Sistema di rilevazione con Centralina multicanale
(fino a 16 punti di prelievo) di tipo aspirato con sensore IR
per NH3, HCFC, HC e CO2
Centrale di rilevazione di tipo
aspirato con sensore IR – tipico
di installazione.
46
Centralina multigas da 2 a 6 canali.
Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF
Ricevitore di liquido:
un salvagente di emergenza
in soccorso del condensatore
192ª lezione di base
PIERFRANCESCO FANTONI
ARTICOLO DI
PREPARAZIONE AL
PATENTINO FRIGORISTI
CENTONOVANTUNESIMA
LEZIONE SUI CONCETTI
DI BASE SULLE TECNICHE
FRIGORIFERE
Continuiamo con questo numero il
ciclo di lezioni semplificate per i
soci ATF del corso teorico-pratico
di tecniche frigorifere curato dal
prof. ing. Pierfrancesco Fantoni.
In particolare con questo ciclo di
lezioni di base abbiamo voluto, in
questi 18 anni, presentare la
didattica del prof. ing. Fantoni, che
ha tenuto, su questa stessa linea,
lezioni sulle tecniche della
refrigerazione ed in particolare di
specializzazione sulla
termodinamica del circuito
frigorifero.
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ulteriori informazioni tecniche
alle voci “articoli”
e “organizzazione corsi”:
1) calendario corsi 2016,
2) programmi,
3) elenco tecnici specializzati negli
ultimi anni nei corsi del Centro
Studi Galileo divisi per provincia,
4) esempi video-corsi,
5) foto attività didattica.
Introduzione
Il ricevitore di liquido è un componente
che non è presente in tutti i circuiti frigoriferi. Questo anche se esso svolge
una molteplicità di funzioni, tutte molto
importanti per stabilizzare il comportamento frigorifero dell’impianto.
Specialmente per la valvola d’espansione, di cui costituisce un valido rifornimento per l’approvvigionamento del
liquido, ma soprattutto per il condensatore che, se accoppiato ad esso, riesce
a neutralizzare con disinvoltura eventuali cause perturbatrici del normale
funzionamento. Tuttavia c’è un proble-
ma abbastanza serio ed importante
che porta alla necessità di avere
dimensioni del ricevitore sempre più
contenute.
Caratteristiche e funzioni
del ricevitore
Come si può vedere dallo schema di
figura 1, il ricevitore di liquido si trova
posizionato dopo il condensatore dato
che deve raccogliere il liquido in
sovrabbondanza appena condensato,
e prima della valvola d’espansione, in
modo da risultare per essa un serbatoio di liquido da cui attingere quando
Figura 1.
Localizzazione del ricevitore di liquido in un circuito frigorifero.
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DEL PROF. FANTONI
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è necessario alimentare maggiormente l’evaporatore.
In sostanza esso garantisce sempre
una sufficiente alimentazione della valvola d’espansione anche al repentino
variare del carico termico dell’evaporatore e del differenziale tra la pressione
di condensazione e di evaporazione.
Nella realtà, a seconda del tipo di circuito frigorifero, tra il ricevitore e la valvola possiamo trovare altri componenti, come il filtro disidratatore, il vetrospia del liquido, eventuali elettrovalvole, rubinetti, ecc.
La sua funzione non si esaurisce solamente nel raccogliere il refrigerante in
sovrappiù quando la richiesta di freddo dell’utenza diminuisce. Infatti, un
ulteriore importante compito del ricevitore è quello di impedire che eventuali tracce di vapore giungano alla valvola d’espansione, cosa che provocherebbe un rallentamento del flusso di
refrigerante verso l’evaporatore. In
sostanza possiamo dire, quindi, che il
ricevitore funge da trappola per gli
incondensabili: taluni modelli possono
venire anche dotati di una valvola per
lo spurgo degli stessi.
La temperatura del liquido che viene
immagazzinato nel ricevitore risulta
essere prossima a quella di condensazione cioè, a seconda della tipologia di impianto, di circa 10 °C superiore a quella dell’aria di raffreddamento
del condensatore.
Sostando nel ricevitore, tale liquido ha
la possibilità di raffreddarsi ulteriormente, presentando per l’appunto una
temperatura superiore a quella dell’aria che lambisce le pareti esterne del
ricevitore. Tale importante processo, il
48
Figura 2.
Ricevitore di liquido verticale.
sottoraffreddamento, risulta essere di
grande rilevanza dal punto di vista del
miglioramento dell’efficienza frigorifera dell’intero impianto e non deve
quindi essere sottovalutato. La scelta
del ricevitore di liquido va fatta in funzione della grandezza dell’impianto e
della sua carica di refrigerante.
Un sostegno per il condensatore
Oltre ai ruoli “istituzionali” che sono
stati sopra evidenziati, il ricevitore è in
grado di svolgere altri importanti funzioni che permettono, quando ne capita
l’occasione, di far funzionare in manie-
ra migliore il condensatore. Tanto per
chiarirci possiamo portare l’esempio di
una circolazione del refrigerante rallentata all’interno del circuito.
Facciamo il caso di una ventola dell’evaporatore che si ferma e che quindi
comporta un peggioramento del calore scambiato. Tralasciando gli effetti
negativi che si hanno sulla resa frigorifera del circuito, possiamo pensare
che la pressione di evaporazione
tenda a scendere e che la valvola
d’espansione tenda a chiudere, dato
che il liquido nell’evaporatore non riesce più ad evaporare in maniera ottimale. Si crea, di conseguenza, una
sovrabbondanza di liquido nell’alta
pressione, visto che il transito verso la
bassa pressione è impedito.
Dove va stoccato tutto questo liquido?
Normalmente nel condensatore, dato
che sulla parte di alta pressione non ci
sono altri componenti in grado di contenere liquido in più oltre a quello che
già normalmente contengono.
Le serpentine del condensatore, invece, sono in grado di ospitare il liquido
sovrabbondante, basta far “scansare
un po’ più in là” il vapore che si deve
condensare. In maniera molto ospitale
il vapore si fa piccolo-piccolo e lascia
un po’ di spazio al liquido. Però, così
facendo, la pressione del vapore sale
e così siamo costretti a condensare a
pressioni più elevate, in misura più o
meno evidente a seconda del caso
specifico. Non è buona cosa, questa.
Se è presente il ricevitore di liquido,
invece, le cose cambiano.
Anche il ricevitore, infatti, normalmente non è completamente riempito dal
liquido (vedi figura 2). Nella sua parte
superiore si ha la presenza di vapore
che ivi ristagna fino a quando non si
verificano le condizioni per condensare e diventare anch’esso liquido.
La quantità di vapore presente è in
misura variabile a seconda delle condizioni di funzionamento specifiche
del circuito. Ma questo poco importa.
Ciò che interessa, invece, è che, nel
caso ci sia la necessità di “parcheggiare” il liquido in sovrabbondanza che
non riesce a fluire attraverso la valvola d’espansione chiusa, esso offre
un’ospitalità che torna quanto mai utile
dato che disimpegna il condensatore
dal farlo. In sostanza lo scambiatore di
calore può continuare a funzionare in
regime quasi consueto, senza che si
verifichino significativi aumenti della
pressione di condensazione. Questa è
buona cosa.
Carica di refrigerante
L’esempio appena descritto mostra
quale può essere l’utilità del ricevitore
di liquido nel controbilanciare una
situazione negativa che si può creare
durante il funzionamento di un impianto frigorifero: ovviamente il problema
della ventola dell’evaporatore guasta
non viene risolto, così come non vengono risolti tutti i problemi conseguenti e che si riflettono sull’evaporatore
stesso (brinatura, mancata produzione di freddo, ecc). Almeno, però, l’altro
scambiatore del circuito, il condensatore, non viene interessato, se non
minimamente dalla situazione contingente e non porta ad avere ulteriori
problematiche di funzionamento.
Non sempre, però, il ricevitore di
liquido è presente in un circuito. Anzi,
alcune teorie progettuali sono portate
ad eliminarne o limitarne il più possibile la sua presenza. Questo perché
l’installazione del ricevitore richiede
di aumentare in maniera abbastanza
cospicua la carica di refrigerante del
circuito. Sempre a titolo di esempio, se
supponiamo che un ricevitore debba
poter contenere una quantità di refrigerante molto prossima alla carica
totale del circuito, ben si capisce come
il suo volume interno non debba scendere al di sotto di certi valori.
Tale volume deve essere riempito con
del refrigerante liquido. Se vogliamo
limitare il più possibile la carica di un
circuito, la presenza del ricevitore non
si sposa bene con tale obiettivo.
D’altra parte il problema ambientale
connesso all’utilizzo dei refrigeranti
attualmente in uso (i refrigeranti fluorurati) spinge proprio nella direzione di
una minimizzazione della quantità di
refrigerante da utilizzare.
●
È vietata la riproduzione dei disegni su
qualsiasi tipo di supporto.
49
GLOSSARIO
DEI TERMINI
DELLA
REFRIGERAZIONE
E DEL
CONDIZIONAMENTO
(Parte centocinquantaseiesima)
Sedicesimo anno
A cura dell’ing.
PIERFRANCESCO FANTONI
Dew point: Locuzione inglese che
indica la temperatura di inizio
condensazione di un refrigerante allo
stato gassoso non puro (miscela
zeotropa). Per tali fluidi questo valore
risulta diverso dal bubble-point. Il
dew point viene tradotto in italiano
come temperatura di rugiada.
Filtro disidratatore: Componente
frigorifero che viene installato sulla
tubazione del liquido, dopo il
ricevitore di liquido e prima della
spia-indicatrice di umidità. Le
principali funzioni svolte da un filtro
sono quelle di deumidificazione, di
deacidificazione e di filtrazione
meccanica del refrigerante. L’azione
disidratante o deumidificante ha lo
scopo di eliminare l’umidità presente
nel circuito, che può essere rimasta
all’interno dell’impianto a causa di
una non perfetta esecuzione del
vuoto o per una contaminazione
dell’olio di tipo sintetico o per errate
manovre di collegamento al circuito
frigorifero, mediante le tubazioni
flessibili, da parte del tecnico
frigorista. L’azione meccanica
consiste nel fermare tutte le impurità
solide in circolo nell’impianto, come
ad esempio gli sfridi di rame che
derivano dal taglio delle tubazioni.
L’azione deacidificante del filtro
tende ad eliminare la presenza di
eventuali sostanze acide che si sono
inopportunamente formate all’interno
del circuito frigorifero. I materiali che
50
svolgono tali azioni, all’interno del
corpo del filtro, possono trovarsi
sotto forma di granuli sciolti o di
cartuccia solida. Le sostanze che
compongono il materiale filtrante
possono essere costituite da gel di
silice, allumina attivata o setacci
molecolari. L’azione filtrante di tipo
meccanico viene svolta da due reti a
maglie collocate all’ingresso ed
all’uscita del filtro. Quest’ultimo
risulta avere maglie più sottili di
quelle del filtro d’ingresso. Nei piccoli
impianti frigoriferi vengono di solito
utilizzati filtri in rame, che possono
essere a due vie o a tre vie, per
permettere di collegarsi al circuito
sul lato di alta pressione. Nei filtri
impiegati negli impianti commerciali,
il filtro è generalmente provvisto di
attacchi con bocchettone, anche se
non mancano le versioni a saldare.
Lockring, giunto: Particolare
dispositivo di connessione delle
tubazioni frigorifere che non prevede
né la cartellatura, né la
saldobrasatura. Esso si compone di
un breve tratto di tubazione ai cui
estremi opposti vengono montati due
anelli che accolgono le due tubazioni
da collegare. Mediante opportune
ganasce i due anelli Lockring
vengono chiusi in modo da
assicurare la tenuta tra le due
estremità collegate. Tale tipo di
giunzione è particolarmente idonea
per i circuiti frigoriferi degli impianti
che utilizzano come refrigerante
fluidi infiammabili, per i quali è
consigliabile non fare utilizzo di
fiamme per realizzare le giunzioni tra
le tubazioni.
Pressostato: Dispositivo elettrico in
grado di aprire, chiudere o deviare
un contatto elettrico in base al valore
di una pressione rilevata tramite un
capillare. Può venire utilizzato come
dispositivo di sicurezza in un
impianto frigorifero o come
dispositivo di controllo e regolazione.
Può essere di bassa o di alta
pressione.
Sonda geotermica: Scambiatore di
calore installato in una perforazione,
scavo o una trincea appositamente
realizzati nel sottosuolo, costituito da
un circuito chiuso di tubazioni
all’interno del quale viene fatto
circolare un fluido che permette di
scambiare energia con il sottosuolo
direttamente o attraverso una pompa
di calore (Regolamento regione
Lombardia).
Tunnel a funzionamento continuo:
Tipologia di impianti che permettono
di congelare i prodotti alimentari
facendoli lambire da aria molto
fredda, solitamente a temperature
attorno a -40 °C. I prodotti vengono
introdotti nel tunnel mediante
appositi carrelli che scorrono in
maniera meccanizzata su appositi
binari. A seconda del tempo di
congelamento richiesto dal prodotto i
carrelli seguono percorsi diversi
all’interno del tunnel.
Umidità relativa: Quantità di vapore
acqueo presente in un dato volume
di aria secca rapportato alla
massima quantità che può essere
contenuta in essa. L’umidità relativa
dipende dalla temperatura a cui si
trova l’aria. Si esprime solitamente in
percentuale.
Vapore surriscaldato: Vapore che
si trova ad una temperatura
superiore alla temperatura di
saturazione a cui è stato prodotto,
alla medesima pressione. Per
portare un vapore allo stato
surriscaldato è sufficiente continuare
a riscaldarlo dopo che tutto il liquido
da cui proviene è stato fatto
evaporare. In un vapore surriscaldato
si è certi dell’assenza di goccioline di
liquido. Tale fatto viene impiegato
negli impianti frigoriferi per cautelarsi
dal fatto che del refrigerante allo
stato liquido possa essere aspirato
dall’evaporatore verso il
compressore, causando gravi danni
a quest’ultimo. Il calore necessario a
surriscaldare un vapore è di tipo
sensibile per cui, dal punto di vista
frigorifero, la sua sottrazione non
contribuisce in maniera significativa
ad abbassare la temperatura del
locale raffrescato.
●
Eʼ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario.
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