Torri record al via Nove piani in legno

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Torri record al via Nove piani in legno
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PROGETTI E CONCORSI
30 GEN. - 4 FEB. 2012
INCHIESTA Housing
Partono i lavori per le case Polaris di via Cenni a Milano
Torri record al via
Nove piani in legno
In cantiere le quattro torri di residenze, progettate da Rossiprodi
Associati (concorso vinto due anni fa). Diventeranno i più alti edifici
con struttura X-Lam in Italia e costeranno meno di mille euro al mq.
Appalto da 15 milioni vinto dall’Ati trevigiana Carron e Service Legno
DI
MASSIMO FRONTERA
P
arte a Milano la costruzione delle
quattro torri residenziali in legno di
nove piani dell’intervento di social
housing a via Cenni, promosso da
Polaris Investment Italia Sgr in collaborazione con Fondazione Housing Sociale (Cariplo), attraverso il Fondo Immobiliare Lombardia. Intanto arriva alla convenzione edilizia l’altro
progetto milanese del Fondo, il “borgo sostenibile” di Figino, da 323 alloggi. L’intervento di via
Cenni conta 124 alloggi ed è firmato dallo studio
di Firenze Rossiprodi Associati, che ha vinto il
concorso lanciato nel 2009.
Il cantiere è stato consegnato all’Ati trevigiana
costituita dall’impresa di costruzioni generali
Carron e dall’impresa specializzata Service Legno, vincitrici di una gara a inviti lanciata dalla
Sgr. Di primo piano anche il ruolo della società
Tekne, che ha coordinato la progettazione, ma ha
anche la responsabilità della direzione lavori e il
ruolo di strutturista.
Oltre che per una speciale cura degli aspetti di
vivibilità e socialità del quartiere e per un design
contemporaneo, l’iniziativa si distingue per un
plus d’eccellenza sotto il profilo tecnologico. Le
torri saranno infatti gli edifici in legno più alti
d’Italia, se non d’Europa. Di legno saranno anche
le scale e il vano ascensore.
«Può essere definito innovativo e all’avanguardia, perché si tratta del primo edificio di queste
dimensioni realizzato in Italia, e del primo edificio di questo tipo e di queste dimensioni realizzato in zona sismica». A certificarlo è l’ingegnere
Andrea Bernasconi, docente di costruzioni in
legno alla Scuola di ingegneria di Yverdon (Svizzera) e componente del gruppo di progettazione.
Il sistema scelto è l’X-Lam, progettato per via
Cenni da Borlini & Zanini, con 6.100 metri cubi
di legno austriaco fornito da MAK Holz-SoraEnso. Per i computi è stata selezionata D&D, per
validazione e controlli Italsocotec. Il 124 alloggi
saranno in parte in affitto e in vendita (patto di
acquisto futuro). Disporranno di spazi per vari
servizi condominiali – lavanderia, living comunitario, fai da te, orto, tetti verdi, giardini officinali
– e spazi ricreativi, culturali con servizi dedicati
ai giovani. L’appalto è stato affidato per 15 milioni con un costo finale di mille euro al mq di
superficie commerciale. «Abbiamo voluto accettare questa sfida – spiega Paola Carron, dell’omonima impresa di famiglia –. Chi non innova
e non ascolta le richieste del mercato è destinato
a uscire dal mercato stesso».
Le aree sono state aggiudicate al Fondo con
una gara indetta dal Comune di Milano nel 2008.
Quote del Fondo Immobiliare di Lombardia sono
state sottoscritte, fra gli altri, da Cassa Depositi e
Prestiti e Regione Lombardia. Il gruppo di lavoro
guidato da Polaris ha ottenuto l’ok del Consiglio
superiore dei lavori pubblici, oltre naturalmente
al parere positivo dei Vigili del Fuoco. A parte le
ovvie esigenze di sicurezza e qualità del progetto, l’obiettivo era anche quello di ottimizzare i
costi per dimostrare che è possibile costruire
residenze in legno a costi competitivi. Fin dall’inizio Polaris ha puntato sul lavoro di gruppo
multidisciplinare. «Abbiamo costituito un gruppo
di lavoro – spiega Andrea Sica, responsabile
dell’area Sviluppo immobiliare della Sgr – formato da progettisti, docenti e ricercatori universitari
esperti in tecnologie costruttive e gestione del
processo realizzativo, ai quali abbiamo dato il
compito di individuare, esaminare e valutare nuovi sistemi costruttivi per definirne e verificarne le
caratteristiche prestazionali nonché convenienza
tecnica ed economica». «Il sistema costruttivo
basato sul legno – aggiunge Sica – ha superato
brillantemente la due diligence, dimostrando di
possedere tutte le caratteristiche necessarie per
essere impiegato con successo nei progetti realizzati dai nostri fondi di investimento». Gli alloggi
saranno in classe A (Cened).
Soddisfatto l’architetto Fabrizio Rossi Prodi.
«Il modello disciplinare adottato – sottolinea – è
un’eccezione in Italia. Grazie anche a una gestione “illuminata” del committente è stato possibile
tenere insieme gli obiettivi di design, impianto
sociale, sistema di relazione, progetto urbano e
sostenibilità. Fondamentale anche l’assistenza
continua alla progettazione, architettonica e sociale, della Fondazione Housing Sociale e in particolare di Giordana Ferri, che è anche tra i coordinatori del primo master in housing sociale al
Politecnico di Milano.
«È un progetto sperimentale – sottolinea l’assessore alla Casa della Lombardia, Domenico
Zambetti – che sul solco delle migliori esperienze europee, propone un modello abitativo capace di coniugare socialità, qualità urbana e rispetto dell’ambiente. Un ulteriore passo avanti, quindi, per realizzare quartieri moderni ed ecosostenibili».
IN SINTESI
Luogo
Milano, via Cenni
Area intervento
17mila mq
Alloggi
124 (affitto e vendita)
Imprese
Ati Carron,
Service Legno
Gruppo
di progettazione
Rossiprodi Associati
(capogruppo, prog.
architettonico, direz.
artistica); Tekne
(coordinatore, direz.
lavori, coord. sicurezza,
strutture e impianti);
Borlini & Zanini (prog.
strutture X-Lam);
D&D (computi, costi
e programma lavori)
Promotore
Fondo Immobiliare
di Lombardia (Polaris
Investment Italia Sgr)
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Le soluzioni per il sociale all’estero
In Europa caccia
al giusto mix tra
densità e design
DI
FRANCESCA ODDO
I
l social housing in Europa? È decisamente più vivace che in Italia. E
questo grazie a una politica sociale
in genere più attenta alle esigenze della
comunità, ma anche a una vocazione
alla sperimentazione che in Italia è spesso mortificata se non assente.
Invece in Europa, e in particolare nei
Paesi del Centro-nord, è ormai chiaro
che solo mirando alla qualità diffusa si
può dar vita a esempi virtuosi di social
housing. Attenzione al rapporto con il
contesto, studio delle soluzioni abitative, sensibilità al risparmio energetico,
integrazione fra spazio pubblico e ambiente costruito, coinvolgimento dei futuri abitanti nelle scelte di progetto, sono ingredienti che devono necessariamente coesistere per la buona riuscita di
un esperimento di social housing.
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Le case di Somos Arquitectos a Vallecas, Madrid
Esigenza compresa in Spagna, dove
casi come il complesso residenziale per
44 abitazioni a Saragozza di Magén Arquitectos acquistano valenza urbana, oltre che architettonica: qui lo spazio pubblico e di relazione – il vuoto – è trattato
con la stessa cura dello spazio privato,
costruito. A Madrid ha sede l’Empresa
Municipal Vivienda y Suelo (Emvs), società comunale attiva in un programma
di sviluppo delle abitazioni popolari e
vicina ai temi del risparmio energetico,
così come al rapporto fra pubblico e privato. E anche aperta all’innovazione linguistica: prova ne sia che nella capitale
convivono le soluzioni più eterogenee,
dall’edificio di Coco Arquitectos a Carabanchel a quello di Somos arquitectos a
Vallecas o ancora quello di dosmasunoarquitectos, sempre a Carabanchel.
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AWG Architektur+feld72, Vienna
Nel Nord Europa l’housing sociale si
lega spesso alla riqualificazione di spazi e di edifici esistenti, come in Svezia
o in Inghilterra, dove il quartiere Gårdsten a Goteborg e il villaggio di Eldonian a Liverpool sono tornati ad attrarre
la popolazione in cerca di abitazioni in
contesti di qualità diffusa ma a prezzi
contenuti.
In Slovenia, l’indipendenza dalla Jugoslavia negli anni Novanta ha fatto sì
che la necessità di nuove abitazioni si
accompagnasse alla costruzione di una
nuova identità culturale anche in campo
architettonico: un processo del quale
Ofis arhitekti, autore di Honeycomb
Apartments e Tetris Apartments a Lubiana (circa 600 euro al mq), è certamente
fra i migliori interpreti. A Lubiana, inoltre, esiste lo Slovenia Housing Fund,
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Koz Architectes a Courbevoie, Francia
programma gestito dal Governo per mettere a disposizione di giovani famiglie
appartamenti a basso costo.
I modelli europei vanno anche oltre i
confini del continente. Fino al 10 febbraio la Shenzhen & Hong Kong Bi-City
Biennale of Urbanism/Architecture ospita la rassegna «Housing with a Mission», a cura del Nai di Rotterdam: in
mostra il prodotto dell’interazione fra
cinque studi olandesi (NL Architects,
Arons en Gelauff architecten, Next
architects, Kcap e Barcode architects) e cinque cinesi (Urbanus, Standard, Node, O-Office e Cafa University). L’iniziativa transnazionale è finalizzata alla costruzione di abitazioni di
qualità e a basso costo nella periferia di
Pechino.
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