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MORALISCHE WOCHENSCHRIFTEN
Institut für Romanistik, Karl-Franzens-Universität Graz
Permalink: http://gams.uni-graz.at/o:mws.3272
Citazione bibliografica: Antonio Piazza (Ed.): "", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.1\064 (), pp. 505-511, edito in: Ertler, KlausDieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011-2017.
hdl.handle.net/ [consultato il: 15.03.2017 ].
Num. 64
1788
Ebene 1 »
NUM. 64
Sabbato 9. Agosto 1788.
Ebene 2 » Gli autori del Giornale Enciclopedico, ovvero Universale di Bouillon espongono con tutta l’imparzialità,
e l’esattezza tutte le importanti o curiose novità, relative alla Metafisica, alla Morale, alla Politica, alla
Giurisprudenza, alle Matematiche, alla Fisica, alla Medicina, alla Chirurgia, alla Chimica, alla Botanica, alla Storia
Ecclesiastica, alla Storia Civile, alla Storia Naturale, all’Eloquenza non meno sacra che profana, alla Poesia tanto
narrativa quanto drammatica, all’Architettura, alla Musica, alla Scultura, all’Intaglio, in una parola, a tutti i rami
delle Scienze, della Letteratura, e delle Arti, così liberali come meccaniche. Son essi giunti a supplire col loro
Giornale a tutti gli altri che in qualunque lingua, in qualunque paese dell’Europa, e sotto qualunque titolo si
vanno pubblicando, di maniera che tutte le classi dei Lettori trovano riuniti l’istruzione, l’utilità, ed il diletto.
Un’Opera, che abbraccia tante materie, scritta da uomini dottissimi il cui credito è sì bene stabilito appresso le
colte Nazioni, tradotta felicemente per la prima volta in lingua italiana, è ben degna d’un favorevole accoglimento.
Gli articoli ne’quali è diviso il Primo Tometto uscito alla luce son i seguenti.
Esame del Libro Meccanica Analitica del Sig. de la Grange.
Del Vol. LXXVII. delle Transazioni Filosofiche della Società Reale di Londra.
Del Tom. III. Storia e Memorie dell’Accademia Reale delle Scienze, Iscrizioni, e Belle Lettere di Tolosa.
Della Breve Memoria del Sig. Franc. Henrion sopra la possibilità della direzione delle Macchine aerostatiche, per mezzo
di cui l’uomo possa ottenere il dominio dell’aria, e di altre Operette su tale argomento.
Delle memorie concernenti la Storia, le Scienze, le Arti, gli usi ec. de’Cinesi Tom. XIII. colla traduzione d’alcune Canzoni
popolari del P. Cibot, che fu Missionario a Pekin.1
[506] Memorie sopra l’ultima guerra nell’Asia ec. ove parlasi della nascita, educazione, carattere, studj, e vicende del Sig.
Hastings oggetto presente di tante libere Dispute Anglicane, e di curiosità a tutta l’Europa; e dove descrivonsi il genio, la
dottrina, i costumi del suo accusatore Sig. Burke, e del suo Avversario nella pendente gran Causa Sig. Riccardo Brindsley
Sheridan.
Discorso sopra la necessità di stabilirsi in Parigi una società, per concorrere, insieme con quella di Londra, all’abolizione
della tratta, e della schiavitù dei Negri.
Lettera del Cav. de Cubieres sopra la morte del Sig. Conte de Buffon.
1
Sono queste d’un carattere ben diverso da quello della nostra Biondina in Gondoletta, e altre simili. La pietà figliale,
l’amor della vita campestre, le delizie della Natura, i vantaggi della Virtù, formano il loro Soggetto. Alcune di esse,
asseriscono i Signori Giornalisti, sono paragonabili alle più filosofiche Odi di Orazio. Qual è il Popolo in Europa; che ne’suoi
trattenimenti volgari a tanta dignità siasi mai sollevato? Sembra impossibile, che i divini accenti della Morale abbiano una
Regione ove siano ripetuti in istrada, nelle botteghe, e nelle case de’poveri, e suonino sulle labbra della comune degli uomini,
generalmente inclinata ne’suoi passatempi, o agli equivoci osceni, o alle inezie. Pure il Missionario prenominato n’ebbe
alla Cina un esempio così umiliante per tante Nazioni, che giunte credonsi all’apice della coltura. Alcuni pezzi delle sue
traduzioni riportati nel Volumetto di cui parliamo danno un saggio bastevole della sublimità delle idee, e del gusto poetico
de’Cinesi.
—1—
Questa Lettera nell’Originale è in versi, ma la traduzione è in prosa col testo a fronte, come son quelle delle Favole l’Usignolo
ed il Principe del Sig. Cav. de Florian, la Trottola del Sig. C. Vicary; e de’versi sul primo bacio dell’amore del Sign.
de Bry, e quelli agli uomini d’una Dama.
L’angustia del tempo non poteva lasciar prendere miglior partito al traduttore Italiano, occupato, come s’è detto, oltre di
questa, nella versione del Prospetto ec. Chi non intende il Francese potrà contentarsi d’una prosa poetica in cui possibilmente
conservasi lo spirito dell’Originale.
Metatestualità » Sarà continuato nel Foglio venturo. « Metatestualità
Ebene 3 » L » SIGNOR GAZZETTIERE.
Brescia 3. Agosto 1788
Per Domenica della passata settimana, con preventivo esagerato Manifesto fu invitato questo Pubblico al luogo dove si fa la
nostra Fiera a godervi diversi spettacoli inventati dalla Comica Compagnia, che rappresentava le sue fatiche su quella Piazza.
Vi accorse un Popolo numerosissimo, ma trattenuto, o dalla spesa dell’entrata e sedere, veramente un po’ cara, o dalla poco
lusinghevole disposizione de’giuochi, non entrò nello steccato nemmeno una terza parte della gente ivi raccolta. Seguirono i
promessi trattenimenti, che in fatti riuscirono nojosi e puerili. V’ebbe trà questi la pesca a bocca aperta delle anguille nell’acqua
pregna di Negrofumo, fatta da alcuni Ragazzi colle braccia legate al tergo, che facevano alzandosi scompisciarsi la Plebe dal
ridere vedendoli mori come quegli sventurati, che si comprano al Mercato nell’Africa per trasportarli negli Stabilimenti Europei
dell’Isole Americane, a guisa de’bovi, che passano in [507] partite dalla Turchia a Zara ove s’imbarcano per condurli a farsi
accoppare a Venezia.2 Voi, Signor Gazzettiere, avrete una giusta idea di questo bel divertimento, perocchè a mezza Quaresima
quando si sega la Vecchia ne’Campi di cotesta Città, esso è il forte dello Spettacolo, che fa sgangherare le donnette, e i fanciulli.
Successe alla preda dell’anguille il taglio di testa d’un°.°.°.°.°. fatto da 12 persone a cavallo, ed una miserabil Cuccagna da
non presentare la più languida idea di quelle di Napoli. All’imbrunir della sera s’accesero de’fuochi d’artifizio, alcuni de’quali,
per vero dire, non riuscirono male. Sentite mò come andò a finire la Scena?
Il Cassiere principale di tal Impresa quand’ebbe raccolto tutto il denaro stimò bene d’andarsene di soppiatto, e dare un
secreto addio alla mia Patria, e alle sue Valli Cenomane, lasciando colle mani vuoti gl’Impresarj, che si credevano d’aver fatto
buona giornata,3 e dall’impiego di roba, tempo, e fatica, altro non raccolsero che de’biglietti di cui si trovarono piene le tasche.
S. E. il Signor Alvise Zusto Senatore, come a voi sarà notissimo, di somma riputazione, è uno de’Patrizj più benemeriti di
questa Città. Tralle (sic) altre grazie ricevute dalla medesima per di lui mezzo, contasi con effusione della più divota riconoscenza
quella d’aver ottenuto dalla beneficenza Sovrana la remissione delle Decime dalle quali era aggravato questo nostro Ospital
Maggiore onde i nobili Presidenti di esso per eternare la memoria d’un sì gran benefizio fecero erigere una lapida la cui iscrizione
riprodotta sarà dalla stampa.
Trovandosi trà noi questo Eccellentissimo Signore, e sentir facendo il suo [508] desiderio di adorare le SSme Croci
detted’Orofiamma, e del Campo, gl’Illustris. Signori Deputati convocarono il Generale Consiglio, dal quale a pieni voti fu
presa la Parte di secondare la di lui pia volontà esponendo all’altar maggiore del Duomo le sud. Croci alle ore 14. del p. p.
2
Lo spirito d’umanità, che domina l’amabil Setta de’Quaccheri, ha fatto in Inghilterra il primo passo felice per sottrarre
que’ miserabili dalla schiavitù; e questo fu secondato a Parigi in una società d’alcuni amici a preghiera della Delegazione di
Londra coll’Epigrafe: Non potest honestum esse quod non est liberum: nam quod timet servit. Senec. Vedi Giornale Enciclop.
all’accennato Articolo.
3
Ad una Comica Compagnia errante, che viaggiava a piedi, e portavasi l’equipaggio in ispalla, recitando ne’magazzini,
e facendosi palco delle botti, ne’miseri Paesi ove giungeva ad accrescere la carestia, avvenne la stessa disgrazia. Uno de’suoi
Personaggj, ch’ora più non esercita l’arte, ed è notissimo per le bizzarrie del suo cervello, rappresentando una Parte da Mago
andò alla Porta del Teatro, verso la fina della Commedia, a dare il cambio ad un suo Compagno, che badava alla Cassetta
de’soldi (l’uffizio di Portinaj era esercitato scambievolmente da’Comici vestiti da Scena, ch’andavano vicendevolmente sù e
giù ora recitando, ora stando in sentinella alla Cassetta) e quando vide il momento propizio, la prese, se la pose sotto la nera
logora vesta, e colla sua barba da caprone disertò dalla Truppa Comica, portando lo spavento, e il terrore nelle montagne
sulle quali arrampicò per fuggire a man salva. Notisi, che il prodotto della recita di quella sera era abbondante, e su d’esso
contavano tutti i creditori della Compagnia, ch’ebbero a lapidarla, credendo il fatto valuta intesa.
—2—
Venerdì al suono delle campane delle pubbliche Torri. Stettero esposte durante una messa privatamente celebrata, dopo la quale
si offersero al sacro divoto bacio di S. E. In tale occasione, fu scritto, stampato, e pubblicato il seguente Sonetto del Nob. Signor
Antonio Brognoli notissimo, e chiaro nella Letteraria Repubblica per le molte sue Opere in versi ed in prosa, che sono alla luce.
Ebene 4 » Giusto, che adegui un tanto nome, e adempi
Tutti i dover della Giustizia santa,
Che spesso vede la sua lance infranta
In questi oscuri, e lagrimosi tempi:
Quali tu lasci di pietate esempi
Dove il provido Albergo accoglie tanta
Misera gente, e dove Brescia vanta
Il più superbo alzar di tutti i Tempi.
Se tu gli onori, e più l’argento e l’oro
Disprezzi, qual di grato core in pegno
Noi dar potremo all’opre tue mercede?
Brescia il sol, che conviene alla tua fede
Premio divino in questo augusto LEGNO
Offre al tuo culto il suo maggior tesoro. « Ebene 4
Jersera andò in iscena l’Opera già annunziata l’Agesilao ed ebbe un felice incontro: ma saranno interrotte le Recite domani
e posdomani, poi seguirà il loro corso.
Affezionatissimo N. N « Lettera/Lettera al direttore « Ebene 3
BANDI.
Al num. 57 di questi Fogli pag. 453 sotto l’articolo Delitti abbiamo riferito quello di Zuanne Benvenuti detto
Baldi, magazzeniere di professione, ed abitante in questa contrada di S. Marcuola. Senza ripetere il già detto allora,
aggiungeremo soltanto quanto mancava nella Relazione precedente, o cangieremo ciò che nelle circostanze vero
non era, coll’autorità del suo Bando pubblicato Giovedì scorso.
Era il Baldi nell’anno p. capo del Bastion in Rio Terrà, e trovandosi debitore di summa considerabile verso
il Sig. Leonardo Beltramelli per vino somministratogli, nell’Agosto 1787 gli rinunziò i pegni, ed effetti del bastion
med. rimanendo, oltre ciò, creditore il Beltramelli di lir. 708. 5. Dopo alcuni mesi venendo a questo riferito che il
Baldi non si mostrava pago de’conti corsi, offerire gli fece una nuova liquidazione quale fu stabilita per gli undici
del p. p. Luglio, ma non ebbe effetto per l’insistenza del Baldi, che riputandosi creditore accompagnò la sua
pretesa con qualche lieve altercazione . Per ciò nel dì susseguente il Beltramelli gli intimò una dimanda al Magist.
Illustris. della Giustizia Nova, ed intimar gli fece un Avogaresco Comandamento de non offendendo, e di non dover
introdursi ne’Bastioni del Beltramelli, savo al med. di procedere, se pretendesse qualche cosa, a tenor delle leggi.
Tanto nel giorno 11 che nel 13 fece con persona nominata in Processo delle minaccevoli dichiarazioni. Nella
mattina dei 14 cercò ad un tale se veduto avesse il Beltramelli; assicurato di nò, passò altrove un quartod’ora
(sic) poi commise il narrato delitto.
Il Beltramelli era nella Bottega del cartajo a S. Giacomo, che discorreva con una persona, e avea le spalle rivolte
alla porta. Te furono le ferite da lui rilevate, una nel centro del mento, una in distanza inferiore di due dita
trasverse, la terza nella punta del dito medio della mano sinistra, tutte senz’alcun pericolo. Il reo accompagnò
i colpi profferendo tiò mori can.
Absente, ma leggittimam. citato e [509] proclamato, egli è bandito con sentenza degli Illustr. & Eccel. Sig.
Avogadori di Comun da tutto lo Stato Veneto trà il Mincio, ed il Quarner, per anni 10, e venendo preso
condannato al remo co’ferri ai piedi per anni 5, o in caso d’inabilità a 7 anni di prigionia al chiaro, con Taglia di
—3—
Lire 400. se averà Beni, o della metà de’denari della Sereniss. Signoria; nè potrà mai liberarsi dal Bando, Galera,
o Prigione, senz’avere la pace dall’offeso Beltramelli.
Metatestualità » Sulla notizia inviataci da una Città suddita della Terraferma inserita nel Foglio 61 giunte ci sono
due Lettere scritte da incognita mano. Ignorando sino il Paese da dove vengono, e non avendo ragione alcuna
d’esser parziali per una parte, o contrarj per l’altra, ne diamo il ristretto.
È detto nella prima, che il brutto accidente esposto in questa Gazzetta, è stato letto con molto piacere, da
una quantità di persone; che il racconto fu veritiero prescindendo dall’età della donna, che arriva ai 30, e non è
nubile ma maritata, non cuffiara ma sarte, che tiene a scuola delle ragazze.
Nella seconda così narrasi il fatto. « Metatestualità
Ebene 3 » Lettera/Lettera al direttore » Ebene 4 » Exemplum » Sabbato 19 scorso alle ore 7 circa, diversi Amici di
condizione civile, onorati, e la maggior parte dilettanti di Musica, dopo essere stati per loro diporto a suonare in varj luoghi
della Città, giunsero finalmente in un vico, per fare una Serenata a certe Signore nubili di tutta onestà. Appena incominciato
il suono una Sarte, che abita poco lungi dalla casa delle dette Signore, aprì la finestra della propria camera al primo piano,
e vi si affacciò per godere del divertimento.
Un Amico di tutta confidenza della stessa, staccatosi dal resto della compagnia, si presentò sotto la detta finestra per salutarla,
e non mai per insolentarla, com’è stato scritto. Ella non corrispose al saluto, anzi ritirossi al di dentro, ond’egli vedendo di non
essere corrisposto, nè sapendo figurarsi la cagione, si alzò sulla inferriata per porgerle la mano. In quel momento si udì una voce
entro la stanza, che la spronava, così che improvvisamente fece il regalo all’amico, che s’è decentemento (sic) descritto al num.
61 dell’Urbana Gazzetta Veneta, indi con dispetto chiuse la finestra.
È cosa naturale, che sdegnata la Persona offesa senza ragione, dimostrasse qualche risentimento, cercando un sasso, che
scagliato nella finestra ruppe qualche vetro. Al rumore della rottura si affacciò il di lei Padre ad un balcone al secondo Piano, e
profferendo delle insultanti parole scaricò una schioppetta carica a ballini, ed offese il sud. Amico nel viso, e due suoi Compagni,
che a caso gli eran vicini, in altre parti.
Dopo tale funesto accidente, temendone di peggiori, tutta la compagnia prudentemente si partì, e la mattina susseguente
diede la Denunzia in Malefizio per gli effetti di Giustizia.
La Ragazza, che vive separata dal Marito, ha una quarantina d’anni ai comandi suoi.
« Exemplum « Ebene 4 « Lettera/Lettera al direttore « Ebene 3
Metatestualità » Sulle due opposte Scritture, prodotte in Causa, si determinino al Taglio od al Laudo i Giudici
competenti. « Metatestualità
CAUSE
AL COLL. ECCELL. DE’XXV . Mane
4 Agosto 1788.
Nel 1776 agli II Maggio li Nob. Sig. CC. Marco e Franc. Zorzi con -[510] cessero in affitto all’Eccellente Signor
Giov. Cappellari Interv. di questo Foro, una Casetta e Campi in Villa di Moniego per anni 20 al prezzo di Duc.
245 all’anno; e siccome lo Stabile, e i Beni avevano bisogno di ristauro, così convennero, che il Cappellari dovesse
fare li miglioramenti necessarj onde rimborsarsi a Duc. 45 all’anno sino al saldo delle spese, contribuendo sino
a tal tempo solo D. 200.
Nel 1783 il Cappellari andava creditore di Lire 2603. 8 come da conti presentati per le spese sud. e Livelli pagati.
Ai 12 Aprile dell’anno stesso li Signori Conti sud. nel Contratto di Nozze della Nob. Sig. Cont. Elena Zorzi
qu. Angiolo, con S. E. il Sig. Pietro Soranzo di E. Lorenzo, in porzione della di Lei Dote assegnano vitalizialmente
gli affitti de’sud. Beni di Moniego.
Al primo Maggio il N. U. Soranzo praticò Cognito al Cappellari per il rilascio de’medesimi.
—4—
Ai 14 detto il Cappellari contesta contro di S. E. Soranzo dicendo, che non può annullar l’affittanza se passati
non son gli anni 20, o almeno se non è risarcito delle spese fatte; negando al N. U. sud. ogni titolo di praticar
atti verso di lui.
Nel 1787. 28 Settembre seguì accordo trà essi Sig. Conti e il N. U Soranzo a sopimento di tutte le vertenze
per detto Cognito, e altri Atti.
Il Cappellari in Causa sostenne, che S. E. Soranzo poteva bensì impetir in Giudizio li Signori Conti Zorzi,
ma non lui.
Sosteneva il N. U. ch’essendo assegnati in dote aveva Uxorio nomine la facoltà procedente dal Contratto Nuziale
di disporre a suo beneplacito dello Stabile predetto, e de’campi, attenendosi al detto nuovo Patrone nuova Legge.
Avv. al Taglio per il Cappellari Eccellenti Sig. Bagolin e Stefani. Interv. Gasparo Ais.
Al Laudo per il N. U. Soranzo Eccellenti Vinc. Silvestrini, e Ant. Trieste. Interv. Ales. Ceroni.
Giudizio a favor Cappellari al Laudo 4. al Taglio 13 †
5 Detto. Mane
AL CONS. SERENISS. DI 40. C. N.
Li Fratelli Masenghini hanno avuto in affittanza una Possessione del Beneficio Ecclesiastico di S. Lorenzo, Territorio
di Bergamo per Lir. 400, e quantunque l’accordo scritto non fosse che per anni 3 ne passarono più di 40 senza
rinnovarlo, nè far alcun cangiamento. Passato tal beneficio in Commenda al Sig. Cav. Pesenti di Bergamo fece
una nuova affittanza di L. 700. ma ad onta di tal accrescimento non consta che gli Affittuali abbiano pagato di
più dell’anno 1774. Al presente gli affittuali med. ottennero un Mandato contro li Possessori, in cui sostengono
d’essere divenuti affit. livellarj per lo spazio di tanti anni corso dalla prima affittanza. Li Possessori del Beneficio
opposero, che tal privilegio è dalle Leggi accordato quando non esiston affittanze, e sia smarrito il titolo per
presunzione; ma quando v’è affittanza, l’affit. è sempre soggetto al Cognito. Soggiunse la Parte avversaria, che
l’affit. posteriore allo spazio d’anni 40 non ha vigore, tanto più che l’aumento in essa fatto non ebbe mai effetto.
Fu introdotto in Causa che i Fondi per essere costituiti Livellarj hanno d’uopo, per parte dei Laici, d’anni
50, e per quella degli Ecclesiastici [511] di 40, citandosi due Leggi statutarie del Ser. M. C. 1536 e 1605, posto
sempre però, che manchi l’affittanza, o altre prove.
Avvoc. al Laudo per li Proprietarj del Beneficio Eccellenti Stefani e Bagolin. Interv.°.°.°.°.°Chiodo. Al Taglio
per gli Affit. Eccellenti Campiuti e Silvestrini. Interv.°.°.°.°.°Rigamonti.
Giudizio a favor delli Proprietarj Taglio 10. Laudo 16 n. s. I.
Metatestualità » Ecco la traduz. de’versi Francesi sulle due più belle parole di quella Lingua. V. l’Originale al num.
50. « Metatestualità
—5—
Ebene 3 » A due tempi l’uom si sente
Balbettando dir due cose;
Ch’han non so che di movente
Son sì dolci, e sì graziose.
È la prima quando Infante
Scioglie i labbri, e mamma ei chiama;
L’altra allor, che fatto amante
Al suo ben dice, che l’ama.
Se la madre l’una intende,
Tosto avvien ch’a lei risponda;
D’una bella il cuor s’accende
Nell’udire la seconda.
Cara Nice abbiate cura:
Tal parola è dolce assai;
Ma chi spesso l’avventura,
Suo valor non sente mai.
V’è colui, che si ricrea
Solo in dir sì cari accenti,
E con arte iniqua, e rea
Suol tradire le innocenti.
Per conoscerlo conviene
Usar molta furberia;
Chi parlar vi sà più bene,
Vi suol dire la bugia.
Parla franco, chi nel petto
Ha d’amor la fiamma spenta;
Un amante pien d’affetto
A parlar sempre paventa:
Il suo dir ansioso, e breve
S’all’orecchio appien non piace,
Penetrare al cuor vi deve
Più possente, ed efficace. « Ebene 3
Al num. 45 dell’anno cor. abbiamo annunziata la morte del Nob. Signor Conte Aurelio Guarnieri Ottoni di
Osimo, accennando alcune particolarità del suo genio, e della facoltà da lui qui lasciata in preziosi effetti. Ora
si crediamo in dovere di riportare l’Inscrizione lapidaria, che leggesi scolpita nel ricinto Claustrale de’Frari, e
crediamo ragionevolmente uscita dell’erudita penna del suo fedelissimo Amico N. U. Girolamo Ascanio Molin
versatissimo nello Studio della Lingua Latina, come lo dimostra la sua Versione dal Latino in Italiano, della Storia
Veneta del N. U. Morosini.
D. O. M.
AURELIO GUARNIERIO OTHONOIO COMITI. PATR. AUXIMATI GENTIS SUÆ ULTIMO ANIMI
PROBITATE. MORUM SUA VITATE INGENII ERUDITIONE. PRÆCIPUE LAPIDARIA CLARISSIMO. QUI
PATRIIS AC DOMESTICUS CURIS ALIENUS JAMDIU VENETIIS HONESTO IN OTIO DEGENS ANNOS
NATUS LII. ESTREMUM DIEM IMMATURE OBIIT PRID. KAL. JUN. ANNO AER. VULG. MDCCLXXXIIX
MONUMENTUM A CATHARINA MATRE ET SPERANDEA SORORE FILIO ET FRATRI EXOPTATUM.
HIERONYMUS ASCANIUS MOLINUS P. V. AMICUS AMICO PONENDUM CURAVIT
CambjVenerdì 8 Agosto.
—6—
Lione 58 e un quarto. Parigi 58 e un terzo. Roma 63. Napoli 117. Livorno 101. Milano 154. Genova 91 e 7 Ottavi.
Amsterdam 93. Londra 49 e un quarto. Augusta 102 e un quarto Vienna 195 e mezzo.
PREZZI DELLE BIADE.
Formento dalle 26. 10 alle 27.
Sorgo Turco dalle 25 alle 26.
Segale dalle 20 alle 20. 10.
Miglio alle 18.
Risi a Duc. 38. 12 al Migliajo.
DEGLI OGLI.
Di Corfù a Duc. --- 142
Di Lecce a Duc. --- 138
Di Zante a Duc. --- 132
Mosti a Duc. --- 136
Jeri, di ritorno dal suo Reggimento di Capo d’Istria, il N. H. E. Matteo Dandolo si portò nell’Eccellentissimo
Collegio a fare a sua Serenità il solito Uffizio de’Pubblici Rappresentanti, ch’hanno compito il governo delle
soggette Provincie. Furono esposti nelle vie più frequentate di questa Città de’Sonetti in sua lode. Quest’ottimo
Cavaliere, che onora il suo grado applicando l’ingegno a’ più ferj studj, e i sentimenti del retto suo cuore
all’amministrazione della Giustizia, ha veramente meritato l’amore, la riverenza, e il rincrescimento, che al suo
partire gli dimostrò concordemente la Popolazione da lui governata.
NOTIZIE SACRE.
Mercordì 6. Agosto. S. Salvatore Parrocchia abitata da 2 m. anime circa. Nel suo Tempio uffiziato da’Canonici
Regolari conservasi il Corpo di S. Teodoro M. Protettore della Città, fu Soldato nella Provincia d’Amasia.
Giace sopra l’altare, che gli è dedicato, in un Urna le cui chiavi son custodite dagli Eccell. Capi dell’Eccell.
Cons. di X attesa pendenza trà la Scuola Grande di S. Teodoro, e li Canonici suddetti: onde due volte all’anno
si porta il Sagrestano della Chiesa unito al Guardiano della Scuola a supplicar le L. L. E. E. che mandino ad
aprire l’urna. Ciò segue nel giorno suddetto, e in quello di S. Teodoro alla presenza della Scuola, che accende
molte torcie, delli Canonici, e del Piovano di S. Luca, a cui il Secretario mandato dal Tribunale Eccelso con un
Fante, consegna le chiavi onde l’apra.
Una delle Figlie abitanti in questa Contrada, e nata in Venezia, avendo il Padre ascritto alla Scuola del
Santissimo, vien ogn’anno graziata di D. 100 v.v. per monacarsi, o maritarsi, dispensata dal Capit. Generale di
detta Scuola, per istituzione del qu. Dom. Manzoni qu. Isidoro. V’hà poi un’altra Grazia di Duc. 15 per le Figlie
della stessa Parrocchia, che scelgono lo stato religioso, esigibile dall’Ospitaletto com’erede, e commissario della qu.
Lodovica Moglie del qu. Bart. Carnioni a norma del suo Testam. 4 Luglio 1662.
—7—
D’AFFITTAR.
Un bell’Appartamento in Primo Ordine, libero, fornito, o sfornito, in Contrada di S. Felice.
Chi vi applicasse potrà dirigersi al Pistore in detta Contrada.
MORTI.
Catterina, Figlia del fu N. U. E. Girolamo Ascanio Zustinian, in età di mesi 19. « Ebene 2
DALLA STAMPERIA ZERLETTI VENEZIA. « Ebene 1
—8—