Camillo e Padre Pio - SAN CAMILLO DE LELLIS Di Bucchianico

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Camillo e Padre Pio - SAN CAMILLO DE LELLIS Di Bucchianico
LA CELLA N. 5
DEL CONVENTO
DI S. GIOVANNI ROTONDO
Forse sono pochi quelli che sanno che P. Pio ha vissuto per
anni nella cella che la tradizione cappuccina in S. Giovanni
Rotondo, ritiene abbia alloggiato il giovane sbandato Camillo
de Lellis nella notte tra il I° e il 2 febbraio 1575.
Il confratello privilegiato che raccolse dalle labbra stesse di
P. Pio la tradizione è il camilliano P. Pietro Santoro che, su
mia richiesta, mi ha fatto avere per iscritto la emozionante
esperienza:
“Il tutto avvenne il 18 agosto del 1958 a 13 mesi e 4 giorni
dalla mia Ordinazione Sacerdotale. Pervenni a S. Giovanni
Rotondo, pronto a tempo per assistere alla S. Messa
celebrata da P. Pio sul piazzale dinanzi alla nuova Chiesa,
dove era preparato un Altare e i fedeli - erano tanti, numerosi
e silenziosi - circondavano come un grande abbraccio quell’altare.
“Vidi il grande fervore col quale P. Pio celebrava. Ho avuto l’impressione di trovarmi di
fronte al Cristo sofferente... Sacerdote e vittima. Volto e occhi immersi in una dolorosa
visione che in Lui si riviveva, in un cosciente e doloroso Eccomi!. Ma quando arrivò all’Agnus
Dei, quel volto si chinò sull’Altare, come Agnello sgozzato, e con voce flebile ma toccante quasi come un singulto - supplicò... Agnus Dei... cosa che penetrò il mio animo e non posso
dimenticare!
“Dopo quella Messa lo rividi, raccolto e quasi trascinato verso, il Confessionale. Prima di
entrarvi fu pregato di benedire un piccolo infermo molto grave, giacente fra le braccia della
madre. P. Pio senza aprire gli occhi, sorridente e quasi estatico lo benedisse. Un gesto
evangelico!
“Ciò però che mi fece, in certo
senso, entrare nel cuore amico di
quel santo frate, fu un episodio che
Lui stesso volle raccontarmi... quel
mattino, dopo quella Messa e
l’incontro col piccolo infermo.
Volendo ad ogni costo parlare con
Lui e baciare le sue mani trafitte,
accompagnato da un Sacerdote
amico, Lo attesi ad un passaggio
obbligato vicino alla salettina dove
riceveva alcuni in particolare.
“Ed eccolo, Lo vidi giù in fondo
alla scala che si accingev a a salire.
Mi vide e sorridente, mentre saliva,
esclamò: Ecco un Camilliano . Poi
avvicinandosi e porgendomi la mano da baciare, mi disse: Da dove vieni... Dalla Sicilia
Padre Pio , risposi. E Lui, accarezzandomi la testa riprese: Questo Siciliano... lo sa Padre
- riprese P. Pio - lo sa che io sto alla cella n. 5 occupata un tempo da S. Camillo? era la cella degli ospiti - Sì, risposi. E Lui: Ma non sa una cosa!... che S. Camillo la abitò
una sola notte e si fece santo... ed io che vi abito da trenta anni sono ancora un
povero diavolo... e scoppiò in una fragorosa risata, mentre ridandomi la mano da baciare
mi salutò dicendo: Preghi per me..., e si recò da quelli che lo aspettavano.”
Qualche anno dopo il P. Santoro - per anni posto alla guida della Provincia camilliana
Sicula - Napoletana, si fece promotore di un dono a P. Pio: una statua di S. Camillo con
l’ammalato per la sua “Casa Sollievo della Sofferenza”. Benedetta dallo stesso Beato P. Pio,
ancora oggi è tra gli ammalati.
Ma come ci arrivò a S. Giovanni Rotondo il nostro San Camillo? Invitiamo il nostro gentile
"navigatore" a consultare nella pagina dedicata alla breve "Vita di S. Camillo", il capitolo
Sulla via di Manfredonia.
Occasione di Dio per Camillo fu il
Guardiano del Convento, P. Angelo, il
quale " lo chiamò sotto un pergolato di
viti, e perche alle sue attioni gli pareva
un giovane dato alle cose del mondo, gli
fece un breve ragionamento spirituale,
dandogli particolarmente alcuni ricordi
contra le brutte tentationi...”
Così il giorno dopo - 2 febbraio 1575 di buon mattino Camillo “havendo sentita
la sua Messa - e forse anco pigliata la
candela benedetta per essere quel giorno
la Purificatione della Santissima Vergine si licenziò et avviò verso Manfredonia”.
Nel bel mezzo del tratturo che
attraversava una pietraia lunare mista a
neve gelata, Camillo cadde a terra dall’asino e battendosi fortemente il petto implorando
“...perdona Signore, perdona questo gran peccatore... donami spatio di vera penitenza...”.
E dalla pietraia garganica si rialzò un uomo nuovo che testimonierà l’Amore
Misericoredioso di Dio per l’Uomo malato e sofferente, da essere proclamato da Benedetto
XIV fondatore e maestro di una
“Nuova Scuola di Carità”.
La tradizione cappuccina ha
conservato la memoria di questo
evento e della cella n. 5 , e il Beato
P. Pio ne ha reso testimonianza.
Nel
400°
anniversario
della
Conversione, il 2 febbraio 1975, ci
furono solenni Celebrazioni per
ricordare l’evento. Le autorità civili
dei Comuni di Bucchianico e di S.
Giovanni Rotondo stipularono il
Gemellaggio: il primo aveva visto il
natale terreno, il secondo quello
dello spirito. Venne benedetta
anche un prima pietra per un Altare
- Monumento da erigere in zona “Valle dell’Inferno”, nell’aspra pietraia che scende a picco
verso Manfredonia dove la tradizione orale racconta che avvenne la Conversione. Opera
completata da qualche anno per lo zelo e la generosità dell'Ing. Pietro Gasparri, figlio
spirituale di P. Pio e per anni
Segretario
Generale
della
"Casa
Sollievo della Sofferenza".
Ogni anno l’Associazione “Fiaccola
della Carità,” fondata dal camilliano P.
Ercole
Meschini,
ne
cura
la
Celebrazione
in
accordo
con
i
Cappuccini di S. Giovanni Rotondo.
Questo luogo è sacro e santo (cf
Es 3, 5) perché Iddio Misericordioso è
sempre in attesa del "figliol prodigo".
Nella Chiesa a Lui dedicata, e posta
sotto
il
Patrocinio
della
sua
Immacolata Madre con il titolo di
"Madonna delle Grazie", continua
l'opera di rigenerazionee di salvezza.
Quattrocento anni "occasione di Dio" fu Padre Angelo, che salvò l'Uomo Camillo de Lellis,
oggi è il Beato P. Pio che continua la missione di Misericordia di Dio... San Camillo è il
primo di una moltitudine di salvati in questo luogo sacro e santo.
La Cella n. 5 rimase sempre lo studio di P. Pio , anche quando per motivi logistici si
trasferi in altra parte del Convento. Ed è in questa "cella" che la " Casa Sollievo" vede le sue
origini. Lo confermano le parole di P. Paolino Rossi,
postulatore generale: “Il 9 gennaio 1940 nasceva
nella sua cella l’idea e il sogno di realizzare “un
grandioso ospedale, espressione della Carità di
Cristo e che potesse accogliere gratuitamente, come
un nuovo Cottolengo, tutti gli ammalati. Il principio
ispiratore del personale medico e non, deve essere:
in ogni bisognoso c’è Cristo”.
E' naturale dedurre che la radice ispiratrice è
stata la devozione e l'ammirazione che il Beato P.
Pio ha sempre avuto per S. Camillo. Se ne può
trovare conferma nelle parole che il P. Guardiano del
Convento la sera del 2 febbraio 1976 - a conclusione
dell' Anno Giubilare del 400.mo di Conversione diceva ad un gruppo di Pellegrini di Bucchianico
dinanzi alla Tomba del Beato: “come l’ardente
amore verso Dio e l’ammalato accomuna San
Camillo e Padre Pio”.
Nati nello stesso giorno dell’anno, il 25 maggio,
del 1550 San Camillo e del 1887 il Beato P. Pio, i
due Uomini di Dio sono testimoni in grado eroico
della Carità e della Passione del Signore : Padre Pio portando visibilmente nel corpo le
Stimmate del Cristo Crocifisso, Padre Camillo in cinque parte del corpo infermità pesanti da lui chiamate le “cinque misericordie del Signore ” - che ugualmente lo tennero
strettamente unito al Cristo Crocifisso, servito e venerato nei fratelli ammalati: “...habbiate
sempre à mente questa sententia che chi serve et ministra gli Infermi, et poveri, serve et
ministra à Christo nostro Redentore...”