"Dentro il libro": Un concerto nella Parigi del 1700

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"Dentro il libro": Un concerto nella Parigi del 1700
"Dentro il libro": Un concerto nella Parigi del 1700
Domenica 26 Maggio 2013 13:54
In "Lettere persiane", Libro del Mese di Maggio 2013 del Club del Libro, Montesquieu traccia
un arguto ed implacabile ritratto della società parigina di inizio XVIII secolo. E' proprio lì, a
Parigi, ed è proprio a cavallo tra il 1600 ed il 1700, che svolge la sua attività
François Couperin
, clavicembalista e compositore, definito unanimemente uno dei musicisti più rappresentativi
dello spirito francese.
Il signore persiano Usbek, approdato in Occidente, di certo si sarebbe stupito di fronte ad un cl
avicembalo
, strumento sconosciuto dalle sue parti: si tratta dell'antenato del pianoforte, di cui ha la
medesima forma e gli stessi tasti bianchi e neri (talvolta, però, invertiti cromaticamente). La
differenza sostanziale sta nel suono e, in particolare, nella sua struttura: nel pianoforte il tasto
innesta un sistema di leve che, attraverso un martelletto, colpisce una corda tesa, mentre nel
clavicembalo il tasto aziona un plettro che, come nella chitarra, pizzica una corda. L'Italia fu,
insieme alle Fiandre, il massimo centro di esportazione di cembali, che erano ricchi di
decorazioni e, spesso e volentieri, anche di pitture.
Fino al 1600 inoltrato, il clavicembalo condivise con altri strumenti la letteratura destinata
genericamente agli strumenti a tastiera; in seguito, si sviluppò una specifica letteratura solistica
ed una scuola clavicembalistica, di cui i massimi rappresentanti in Francia furono de
Chambonnières
,
Rameau
e
Couperin
.
Nella Parigi del '700 non si contavano i teatri d'opera e gli spettacoli musicali. La musica
strumentale, fino ad allora relegata nell'ombra dalla musica lirica, ebbe l'opportunità di
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riscattarsi. Nell'editoria musicale, un grande cambiamento consentì di contrarre i costi,
stampando al contempo più velocemente e in modo qualitativamente migliore gli spartiti: alla
stampa a caratteri mobili, si sostituì quella con incisione su lastre di rame. Inoltre, ci fu un
aumento esponenziale della dimensione pubblica delle attività musicali, con manifestazioni
concertistiche aperte anche ai dilettanti in corti, case private, teatri cittadini, taverne, all'aperto.
La musica strumentale smise di essere un privilegio degli aristocratici per diventare "aperta a
tutti". Tuttavia, la maggior parte degli eventi musicali erano organizzati da un aristocratico
dilettante (all'epoca per "dilettante" si intendeva semplicemente un musicista "non
professionista", senza alcun riferimento alla bravura dello stesso), che voleva esibirsi ma, al
contempo, lasciava spazio anche ad altri musicisti.
In questo contesto, Usbek molto facilmente si sarebbe potuto trovare ad un concerto per
clavicembalo tenuto dal già citato François Couperin. Soprannominato "le Grand", nacque
nel 1668 in una famiglia di musicisti e venne iniziato alla musica dal padre Charles II. Già nel
1693, divenne organista nella cappella reale di Luigi XIV e, l'anno successivo, maestro dei figli
del re. Couperin vanta una grande produzione di musiche per clavicembalo, che gli diedero
vasta fama in vita, nonostante negli ambienti dell'epoca fosse decisamente più famoso come
clavicembalista che come compositore.
Ammirò molto la musica italiana, in particolare Arcangelo Corelli, ed ebbe sempre costante
l'intento di fondere il gusto francese con lo stile italiano. Infatti, se da un lato fa abbondante uso
di abbellimenti (che teneva moltissimo gli esecutori eseguissero secondo le sue precise
indicazioni), dall'altro ricercava una melodia limpida e fluida. Il risultato è "un gioco finissimo di
sorprese e simmetrie".
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Le sue composizioni per clavicembalo, "Pièces de clavecin", comprendono 223 brani,
suddivisi in 27
ordres (ordini),
contenuti in 4 libri (pubblicati nel 1713, 1717, 1722 e 1730). Ogni brano ha un proprio titolo, che
riguarda il carattere del brano o fa riferimento ad elementi descrittivi: una persona ("
La Couperin
", autoritratto del compositore, e "
La Princesse Marie
", moglie di Luigi XV), un sentimento o un carattere ("
La Ténebreuse
", "
La Séduisante
", "
Les Regrets
"), canti di uccelli ("
Le Rossignol-en-Amour
"), argomenti allegorici o mitologici ("
La Terpsicore
"), soggetti paesaggistici ("
Les Vergers fleuris
"), elementi burleschi o caricaturali ("
La Pantomime
").
Nella prefazione del primo libro, scrive lo stesso Couperin: "i titoli corrispondono alle idee che
ho avuto: mi si dispensi dallo spiegarli... I brani che portano questi titoli sono una specie di
ritratti, che qualche volta sotto le mie dita sono parsi assai somiglianti...".
Degno di nota è, infine, "Les Fastes de la grande et ancienne Mxnxstrxndxsx" (che sta per
"Ménestrandise"): satira pungente, sicuramente condivisa anche da Montesquieu, contro
l'antica corporazione dei
ménestrels
, favoriti da un antico ed assurdo privilegio reale.
L'opera clavicembalistica di Couperin rappresenta un prezioso contributo alla storia
dell'espressione musicale, unico nel suo genere. I criteri estetici particolari che l'hanno guidata
traspaiono anche ad un ascoltatore inesperto e vengono riassunti da Couperin in una semplice
quanto illuminante frase: "Dirò francamente che preferisco di gran lunga ciò che mi commuove
a ciò che mi sorprende"...
(articolo a cura di Sergio Gelsomino)
Ascolti consigliati:
3/4
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" Le Rossignol-en-Amour "
" La Ténebreuse "
" Les Fastes de la grande et ancienne Mxnxstrxndxsx "
Fonti:
Elvidio Surian, Manuale di storia della musica vol. II, Rugginenti ed.
Riccardo Allorto, Nuova storia della musica, Ricordi ed.
Garzantine Musica
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