È italiano quasi un terzo del lusso mondiale

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È italiano quasi un terzo del lusso mondiale
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Global Powers of Luxury Goods
È italiano quasi un terzo del lusso mondiale

222 miliardi di dollari è il fatturato generato dalle vendite di beni di lusso
dei primi 100 Gruppi al mondo (+3,6% YoY).

L’Italia, con 29 aziende nella Top 100, è il primo Paese per numero di
aziende nel settore.

Luxottica, unica italiana nella Top 10, è la 4° società al mondo per
fatturato; seguono fra le italiane Prada (15° posto) e Giorgio Armani (21°
posto)

Marcolin segna la più alta crescita annua di fatturato tra le Top 100
Milano, 25 maggio 2016 – I brand globali del lusso devono rispondere a nuove
forze in gioco per riuscire a emergere nel nuovo contesto di mercato per seguire
l’evoluzione delle aspettative del consumatore: questo quanto emerge dal terzo
report annuale Global Powers of Luxury Goods diffuso da Deloitte. Il rapporto, oltre a
prendere in esame le 100 maggiori aziende di beni di lusso in termini di fatturato e a
illustrare i principali trend che guidano il settore, fornisce una panoramica
dell’andamento dell’economia globale e del suo impatto sul settore della moda e del
lusso in tutto il mondo. Presenta inoltre le prospettive per l'economia globale e
un'analisi delle fusioni e acquisizioni nel mondo della moda e del lusso, nonchè e i
principali trend del mercato.
Le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato un fatturato di
222 miliardi di dollari alla fine dell'ultimo anno fiscale, chiuso a giugno 2014, in
aumento del 3,6% rispetto all'anno precedente. Il valore minimo delle vendite
registrato dalle aziende che rientrano nella Top 100 è pari a 191 milioni di dollari.
Patrizia Arienti, DELOITTE EMEA Fashion and Luxury leader, commenta: "E’
evidente un cambiamento nelle modalità di acquisto dei beni di lusso. Rafforzati dai
social network e dai dispositivi digitali, i consumatori stanno sempre più dettando
quando, dove e come si vendono i marchi di lusso. Sono diventati critici e creatori,
chiedono un’esperienza più personalizzata, e si aspettano di poter configurare i
prodotti e i servizi che comprano".
“La percezione – continua Patrizia Arienti – è che si stia procedendo sempre più
velocemente verso la massima integrazione tra i differenti canali. La quota delle
transazioni di mercato sta crescendo con più rapidità nel canale digitale rispetto a
quello fisico, in negozio. Dalla combinazione di prodotti e piattaforme innovative con
l’innovazione esperienziale, nascono spunti di riflessione su come poter variare il
business model per creare valore.”
La domanda per i beni di lusso traina la redditività
Le vendite delle 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo continuano a
crescere, seppur a un tasso inferiore rispetto agli anni precedenti. La marginalità è
stata superiore rispetto ai dati 2013, generando un profit margin pari all’11,4% e la
polarizzazione delle performance aziendali si è accresciuta, in quanto più società
hanno registrato una crescita a due cifre delle vendite e dei margini di profitto, ma
d’altro canto più aziende hanno subito un calo a due cifre delle vendite.
In particolare, il cambiamento più significativo è quello registrato da Chow Tai Fook
Jewellery Group Limited, che segna un decremento nelle vendite del 17%.
Grafico 1 - Le prime 10 aziende nel settore del lusso
Top 10 and Top 100 sales growth figures are sales-weighted, currency-adjusted composites
* Top 10 and Top 100 sales growth figures are sales-weighted, currency-adjusted composites
** Top 10 and Top 100 figures are sales-weighted composites
*** Compound annual growth rate
e = estimate
Source: Published company data and industry estimates
L’Italia si conferma leader al mondo per numero di società che operano nel
mondo della moda e del lusso
Con 29 aziende nella Top 100, l’Italia vanta più del doppio del numero di società
operanti nel lusso basate negli Stati Uniti (14 aziende), che è il secondo Paese in
classifica. Inoltre il tasso di crescita delle vendite dei beni di lusso italiani è
aumentato fino al 6,9% nel 2014, in accelerazione rispetto al 4,3% dell'anno
precedente.
Tuttavia le aziende italiane contribuiscono solo per il 17% al fatturato di beni di lusso
della Top 100: ciò è da imputarsi alla struttura prevalentemente famigliare che le
caratterizza (24 delle 29 aziende, infatti, sono di proprietà e/o gestite dalla famiglia
proprietaria) e alla dimensione molto più ridotta (in media 1,3 miliardi di dollari di
ricavi dalle vendite di beni di lusso, rispetto a 5,2 miliardi di dollari delle società
francesi).
L'andamento complessivo delle aziende italiane è fortemente influenzato dai risultati
dei primi tre operatori, Luxottica, Prada e Giorgio Armani, che nel 2014 hanno
rappresentato quasi la metà delle vendite totali delle 29 società tricolori in classifica.
Luxottica, in particolare, è cresciuta del 4,6% (6,1% a cambi costanti), un ritmo più
veloce rispetto all'anno precedente, principalmente grazie al buon andamento in
Nord America e all'acquisizione di glasses.com, un player digitale nel settore
dell'occhialeria del Nord America.
La classifica riserva altre positive sorprese per i campioni nazionali. 8 aziende
italiane rientrano nella classifica dei “Fastest 20”, ovvero un sottoinsieme delle Top
100 rappresentato dalle 20 aziende con il più veloce tasso di crescita composto di
vendite dal 2012 al 2014. Marcolin, società dell’occhialeria, ha segnato la più alta
crescita annua tra tutte le aziende della Top 100, pari al 70,6%, principalmente per
l'acquisizione effettuata nel dicembre 2013 della statunitense Viva International. La
più grande azienda italiana fra le “Fastest 20” è Valentino Fashion Group che
registra una crescita delle vendite anno su anno del 31,7%, guidata dalle nuove
aperture di negozi e dalla forza internazionale del marchio.
Grafico 2 – Le 20 aziende con il più veloce tasso di crescita (CAGR 2012-2014)
Companies in bold type are also among the 20 fastest-growing luxury goods companies in 2013, based on 2011-13 CAGR
Fastest 20 and Top 100 growth rates are sales-weighted, currency-adjusted composites
**Fastest 20 and Top 100 net profit margins are sales-weighted composites
¹Compound annual growth rate
e = estimate
Source: Published company data and industry estimates
Sono 7 i Paesi del mondo che da soli coprono l’84% delle aziende presenti nella Top
100 e il 90% delle vendite di beni di lusso a livello mondiale.
Tra questi a spiccare è l’Italia, primo Paese per società “high performer”, con 6 delle
15 realtà che affiancano una crescita a doppia cifra delle vendite a una crescita a
doppia cifra del margine operativo: Giorgio Armani, Moncler, Liu.Jo e Euroitalia
insieme alle new entry Stefano Ricci e Vicini (Giuseppe Zanotti).
Grafico 3 – I principali Paesi
Ira Kalish, DTTL’s Chief Global Economist, dichiara: "Il settore globale dei beni di
lusso è destinato a crescere lentamente nel 2016, a un ritmo che molti retailer
troveranno deludente. Il tasso di crescita sta rallentando in mercati importanti come
la Cina e la Russia, anche se altri mercati continuano a registrare buone
performance e si trovano spazi per interessanti opportunità in tutto il mondo. L'India
ad esempio sta crescendo rapidamente e il Medio Oriente offre un ulteriore
potenziale di crescita”.
Il “new normal” del lusso: evoluzione e disciplina
Il settore dei beni di lusso è ormai nella seconda metà di quello che viene definito il
“decennio dei cambiamenti”, il periodo compreso tra il 2010 e il 2020. I primi 5 anni
sono stati dominati dai consumi cinesi e dall'esplosione della tecnologia digitale. La
seconda metà del decennio si presuppone che sarà caratterizzata da un’evoluzione
guidata da regole e canoni più precisi.
A influenzare il settore, oltre all’impatto dell’economia globale, sono previsti alcuni
fattori chiave quali: l’evoluzione del comportamento di acquisto dei consumatori,
l’integrazione dei canali di vendita e la conseguente maggiore complessità dei
business model, il costante aumento del turismo e la crescente importanza del
segmento dei Millennial.
Patrizia Arienti conclude: “Se le aziende saranno in grado di adattare le proprie
strategie alle evoluzioni del mercato e gestire con attenzione e cautela i propri
investimenti, tutti questi fattori potranno creare opportunità per il settore e offrire un
percorso strategico di crescita per le aziende del lusso sul mercato mondiale”.
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