Pensions Intelligence
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Pensions Intelligence Ambiente, etica & governance: I'approccio degli Investitori Istituzionali in Europa Questa ricerca nel Pensions Intelligence promossa da Aberdeen si occupa dell’importanza crescente che i fondi pensione di Regno Unito e in Europa continentale attribuiscono alle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle rispettive strategie di investimento. Mi auguro che i risultati della nostra indagine siano di vostro interesse. La ricerca è stata svolta fra i mesi di giugno e settembre 2010, analizzando 400 RFP inviate ad Aberdeen Asset Management da parte di investitori istituzionali europei a partire dal 2008. Abbiamo Inoltre condotto indagini telefoniche su quasi 200 fondi pensione europei e numerose interviste individuali con altri professionisti del mondo della previdenza. Le società e gli enti pensionistici che hanno preso parte allo studio sono elencati al termine del presente rapporto e a loro vanno i nostri più sentiti ringraziamenti per la collaborazione prestata. Desidero inoltre ringraziare gli autori Brendan Maton e Cindy Rose per l’analisi efficace e approfondita che hanno condotto. Infine, vorrei precisare che le nostre ricerche Pensions Intelligence non riservate ai clienti di Aberdeen. ma sono aperte a tutti i professionisti del settore della previdenza, poiché siamo persuasi che spesso le soluzioni migliori siano il frutto della più ampia partecipazione possibile. Dominic Delaforce Responsabile fondi pensione Regno Unito Aberdeen Asset Management Settembre 2010 Premessa Al termine di meeting tenutosi a Londra all’inizio dell’anno, mi trovavo in albergo a sorseggiare un drink e ho iniziato a conversare con altri due ospiti. Erano due meteorologi, ovviamente esperti di regimi e cambiamenti climatici. Quando hanno saputo che mi occupavo di un fondi pensione, la conversazione si è animata. “I fondi pensione dovrebbero prendere in mano le redini della situazione”, ha detto uno di loro. “Se uniste le forze, potreste davvero cambiare il mondo. Scommetto che non ha neppure sentito parlare dei fattori ESG…”. Avere avuto una simile conversazione con due perfetti sconosciuti, che erano esperti del clima e non certo professionisti del settore previdenziale, dimostra quanto le tematiche ambientali, sociali e di governance siano fortemente sentite, non solo nel mondo degli investimenti finanziari, ma anche fra le persone comuni. Com’è ovvio, tuttavia, la consapevolezza porta con sé delle responsabilità. Fin dal 2006, l’iniziativa Principi di Investimento Responsabile (PRI), con il sostegno dell’UNEP-FI (partnership globale tra il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite e il settore finanziario) e il Global Compact dell’ONU, si propone di convincere gli investitori istituzionali della necessità di integrare i principiESG nel loro operato fornendo linee guida in materia. I principi ispiratori sono sei e insieme danno vita a una piattaforma comune in cui amministratori fiduciari, professionisti degli investimenti e gestori di fondi possono incontrarsi, discutere, imparare e organizzarsi per assumere decisioni più consapevoli sul modo in cui viene investito il patrimonio dei nostri beneficiari. Come dimostra questa ricerca, i PRI non sono un atteggiamento di facciata e “Investimento Responsabile” non è una semplice etichetta. Nel perseguire gli obiettivi di investimento secondo il miglior interesse a lungo termine degli investitori, ci adoperiamo per acquisire una comprensione autentica e pervenire ad una valutazione complessiva dei fattori che incidono sui nostri portafogli, dagli shock climatici in Russia ai diritti dei lavoratori in Cina. Posso affermare con orgoglio che, nell'arco di quattro anni, oltre 200 fondi pensione hanno abbracciato questa causa. Invito anche voi ad aderire, fiducioso che vogliate contribuire al benessere comune. Donald MacDonald Presidente PRI Indice Introduzione1 Sintesi3 Il quadro normativo 5 L’approccio ai fattori ESG in Europa 7 Francia 9 Germania 10 Italia 11 Paesi Bassi 12 Paesi nordici 13 Svizzera 14 15 Regno Unito Il ruolo dei consulenti 17 Prospettive future 19 Introduzione Ambiente, etica e Governace ( ESG), sono fattori che stanno assumendo un rilievo crescente nelle pratiche tradizionali di investimento a livello globale. Spesso definiti come gli aspetti extra-finanziari di una società, i fattori ESG vengono considerati in misura crescente come un nodo centrale della miriade di funzioni che concorrono a creare il business di una società e che hanno un impatto diretto, sebbene inadeguatamente quantificato, sugli utili. Aberdeen Asset Management è tra i firmatari dei Principi di Investimento Responsabile delle Nazioni Unite. Come società di gestione patrimoniale, attribuiamo un ruolo centrale al coinvolgimento diretto nelle imprese destinatarie degli investimenti e alle tematiche ESG nel nostro processo azionario. Abbiamo quindi sponsorizzato questa ricerca di Pensions Intelligence per scoprire in che modo i fondi pensione europei stanno integrando la filosofia ESG nella gestione dei loro patrimoni. Il lato negativo di un’indagine come questa è che spesso gli intervistati rispondono in termini intenzionali, affermando che i loro asset sono investiti tenendo conto delle istanze ESG, invece di ammettere che questi fattori sono raramente considerati fra i requisiti richiesti ai gestori. La nostra ricerca ha rilevato che una minoranza crescente di istituti in Europa richiede ai gestori degli investimenti di comunicare la loro politica ESG e, in molti casi, di dimostrare il loro impegno in materia con l’adesione a enti come il UN PRI. Questo requisito, sostenuto dalle leggi in materia, non solo rafforza l’idea che le strategie ESG stiano destando l'interesse crescente di investitori con la forza contrattuale per richiederne l’applicazione, ma segnala anche una tendenza verso cambiamenti di ampia portata nella gestione degli investimenti: le società non possono più proporsi esclusivamente come un investimento finanziario, ma devono anche dimostrare di essere aziende ad alta responsabilità sociale e i gestori sono tenuti a considerare questo aspetto nelle loro decisioni di investimento. Cindy Rose Responsabile della ricerca SRI Aberdeen Asset Management La nostra ricerca ha l’ambizione di svelare la realtà dei fatti, per quanto riguarda fondi pensione e altri grandi investitori di lungo termine in Europa, chiedendo loro in che misura i parametri ESG vengono presi in considerazione nel processo di ricerca un nuovo gestore per il proprio patrimonio. Oltre ad analizzare gli RFP, nell’ambito dell’indagine abbiamo intervistato anche esponenti di 200 fondi pensione e previdenziali e altri investitori istituzionali in tutta Europa. Che nel complesso, gestiscono un patrimonio superiore a € 290 miliardi. La nostra tesi è che se i fondi pensione si dimostrano interessati e richiedono l’integrazione dei parametri ESG nelle strategie di investimento, i gestori saranno sempre più propensi ad offrire prodotti pensati in questi termini. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 1 Sintesi Punti chiave • La metà circa dei fondi pensione analizzati ha un opinione positiva dell’approccio ESG. • Circa due terzi dei fondi analizzati adottano una politica ESG. • Il 17% dei fondi ha già sottoscritto i PRI. I gestori patrimoniali dell’11% dei fondi analizzati hanno già sottoscritto i PRI. • Nel 2010, il 17% degli RFP prevedeva di specificare se i gestori avessero sottoscritto i PRI. • Un ulteriore 14% dei fondi pensione sta prendendo seriamente in considerazione l’idea di sottoscrivere i PRI. Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010 Tutti gli amministratori delegati conoscono la sigla ESG, che sta per Environmental, Social and Governance ovvero criteri ambientali, sociali e di governance. Questi fattori extra-finanziari stanno assumendo un ruolo sempre più importante nel mondo commerciale. In Paesi come la Francia, la comunicazione delle politiche ESG adottate è obbligatoria da nove anni per le società quotate. Per quanto sia ormai ampiamente riconosciuto che l’Investimento Responsabile è destinato a crescere in popolarità, questa indagine dimostra fatti alla mano che la percentuale di mandati in cui i fattori ESG costituiscono requisito è andata aumentando in quasi tutte le categorie, ma soprattutto nel segmento azionario. Secondo i dati sulle richieste di offerta pervenute ad Aberdeen Asset Management, nel 2008 appena un quarto di tali richieste per il comparto azionario menzionava specificamente i parametri ESG. Nel primo semestre del 2010, la percentuale è salita al 50% (vedere Tabella 1). In altre parole, gli investitori istituzionali europei sono ormai prossimi a sancire la centralità dei fattori ESG. In questo caso, si avvererebbe addirittura con qualche anno di anticipo la previsione contenuta in un importante studio di Mercer condotto nel 2004, in cui i gestori patrimoniali affermavano che nel giro di dieci anni lo screening positivo o negativo sarebbe diventato un’attività convenzionale. Tuttavia, questo rapporto ha dedicato particolare attenzione all’importanza che riveste il programma UN PRI nel panorama europeo. Lanciata nel 2006, l’iniziativa PRI delinea un codice di condotta valido per tutte le tipologie di investitori nel mondo. Trattandosi di un codice fondato su principi e non avendo carattere prescrittivo, non limita l’eterogeneità delle istanze ESG. Il PRI, tuttavia, si prefigge di promuovere i principi etici. Emma Hunt, Direttrice degli Investimenti Responsabili presso la società di consulenza Towers Watson, ritiene che l’UN PRI sia il meccanismo più importante di promozione della filosofia ESG. Nei primi sei mesi dell’anno, il 17% degli RFP esaminate in questo rapporto e inviate da investitori istituzionali europei chiedeva se i candidati alla gestione del loro patrimonio fossero firmatari dei PRI. Questo dato corrisponde al 40% di tutti gli RFP segmento azionario e ad oltre l'80% di quelli contenenti criteri ESG (vedere Tabella 2 sul retro). Tabella 1: RFP per il comparto azionario e del reddito fisso che prevedono requisiti ESG specifici (%) 50 40 30 20 10 0 Azioni 2008 Reddito fisso 2009 1° semestre 2010 Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010. Non tutti i mandati oggetto dello studio sono identici. Alcuni danno maggiore importanza alla corporate governance, altri invece sono più orientati alla sostenibilità ambientale. Quella ESG non è una filosofia omogenea. La variabilità delle possibili istanze ESG rende sconsigliabile andare alla ricerca di una logica univoca dietro la crescente popolarità dei suoi elementi. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 3 SINTESI Le linee guida UN PRI Tabella 2: presenza della domanda “Il gestore candidato ha sottoscritto i PRI?” negli RFP 1. Integrare parametri ESG nell’analisi finanziaria e nei processi decisionali riguardanti gli investimenti. 2. Assumere il ruolo di azionisti attivi e integrare parametri ESG nelle politiche e nelle pratiche di azionariato. 3. Esigere un’adeguata comunicazione sulle istanze ESG dalle società in cui si investe. 4. Promuovere l’accettazione e l’implementazione dei Principi all'interno dell'industria finanziaria. 5. Collaborare con gli altri firmatari per rendere più efficace l’applicazione dei Principi. 6. Rendicontare le attività svolte e i progressi conseguiti nell’attuazione dei Principi. 2008 2009 1° semestre 2010 0 10 20 30 40 50 Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010. Fonte: www.unpri.org L’adesione a questo protocollo comporta che un numero crescente di fondi pensione escluda il ricorso a gestori patrimoniali commerciali che non abbiano sottoscritto i Principi di Investimento Responsabile. Alcuni investitori istituzionali sono disposti ad accettare che i candidati idonei si impegnino a conseguire lo status di firmatario dei PRI. Per altri, invece, l’appartenenza alla rete del UN PRI è un requisito imprescindibile. La conformità ai Principi di Investimento Responsabile non è una pura formalità. Richiede un impegno autentico e non può essere conseguita solo in modo superficiale. Come suggerisce il sesto principio elencato sopra, ciascun firmatario deve sottoporsi a una verifica annuale del suo operato. Il personale amministrativo del PRI attua le procedure necessarie a spese 4 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 del firmatario. I soggetti che non soddisfano gli standard, vale a dire coloro che non vivono pienamente lo spirito dell’Investimento Responsabile, vengono incoraggiati ad aumentare gli sforzi oppure vengono esclusi dalla rete. Per questo motivo, il PRI sta diventando lo standard globale di riferimento in materia di Investimento Responsabile. Il segretario generale dell’ONU Ban-Ki Moon ha dichiarato nel 2008: “È giunto il momento di creare incentivi di mercato che premino gli investimenti a lungo termine”. Includere la sottoscrizione dei PRI fra i requisiti per aggiudicarsi nuovi contratti è forse l’incentivo di mercato più potente che si possa immaginare per l’industria della gestione patrimoniale. Il quadro normativo È troppo semplicistico vedere nell’Investimento Responsabile un modo per "fare del bene", come se si trattasse di una forma di beneficienza associata allo scopo primario di risparmiare per la pensione. Questa idea non è corretta, ma è tuttora diffusa. Un intervistato italiano ha seccamente osservato: "Chi cerca l'etica può trovarla in chiesa". La maggior parte dei corpus legislativi precisa chiaramente che il consiglio di amministrazione di un ente previdenziale deve agire nel migliore interesse finanziario dei suoi aderenti e non subordinare la sorte del fondo pensionistico alla propria concezione etica. Questa distinzione è ben presente nel sistema britannico fin dal 1887, quando Lord Halsbury sentenziò: "Le buone intenzioni di un fiduciario non possono giustificare la proprietà di un investimento"1. Oppure, come ha osservato un gestore di fondi pensione britannico che ha partecipato alla nostra indagine 133 anni dopo: “Un fondo deve produrre utili anche se non è socialmente responsabile”. Fin qui, niente da eccepire. Ma le cose sono cambiate negli ultimi dieci anni, da quando sono state introdotte leggi che impongono ai fondi pensione di tenere in considerazione le istanze ESG. Istituito per la prima volta nel Regno Unito nell’anno 2000, questo obbligo è stato poi applicato in termini simili agli enti previdenziali di molti altri Paesi del mondo. D’un sol colpo, i legislatori hanno imposto agli investitori di pensare anche al resto del mondo. È un approccio molto diverso dalla posizione di Lord Halsbury che proibiva ai fiduciari di lasciarsi influenzare dalle proprie convinzioni etiche. La nuova legislazione, tuttavia, non entra nel merito delle strategie di investimento dei fondi poiché rischierebbe di esautorare il Consiglio di Amministrazione. La legge prescrive semplicemente che gli enti previdenziali debbano tenere in considerazione i parametri ESG. Nell’applicazione di tali disposizioni, i consigli di amministrazione potrebbero giungere alla conclusione che questi cosiddetti “fattori extra-finanziari” coadiuvano l'obiettivo principale di massimizzare i rendimenti (o evitare perdite gravi) a vantaggio dei sottoscrittori. Un intervistato presso una grande società di ingegneria ha dichiarato che le considerazioni finanziarie devono prevalere, ma l’ente previdenziale sta assumendo un atteggiamento sempre più favorevole alle istanze ESG poiché le priorità finanziarie e quelle ambientali stanno iniziando a correlarsi. 1 “La perdita di petrolio della BP nel Golfo del Messico dimostra che vale la pena investire in titoli di aziende operanti nel settore dell’energia pulita", ha osservato. Se la correlazione fra considerazioni finanziarie e ambientali sta effettivamente aumentando, allora l’Investimento Responsabile (che presta maggiore attenzione alle tematiche ambientali rispetto ad un investimento convenzionale) non è un modo per “fare del bene”, bensì un mezzo concreto per realizzare il migliore interesse dei sottoscrittori. Ma i fondi pensione europei possono giungere a tale conclusione solo impegnandosi in prima persona su questo fronte. Ad esempio, nessuna legislazione li obbliga a occuparsi del riscaldamento globale. L’eterogeneità dei punti di vista all’interno del nostro campione di ricerca dimostra che il livello di considerazione dedicato alle tematiche ESG varia sensibilmente. Il direttore finanziario di una major francese nel settore dell’energia ci ha raccontato che due anni fa ha istituito un comitato per la politica aziendale interna in materia di Investimento Responsabile costituito da economisti, filosofi e specialisti della finanza. Al contrario, il gestore del fondo pensione di una multinazionale chimica ha dichiarato di avere fatto il minimo indispensabile per ottenere la conformità poiché le istanze ESG non sono attualmente una priorità di investimento. I fondi pensione attribuiscono un’importanza variabile alle tematiche ESG. “I comportamenti sono cambiati poiché il sentire generale vede nell'Investimento Responsabile ‘una cosa buona’", ha commentato Andrew Bradshaw, socio dello studio legale Sackers, nel Regno Unito. “Ma sussiste ancora un ampio margine di discrezionalità ed è estremamente difficile perseguire i Consigli di Amministrazione perché hanno preso decisioni di investimento ‘sbagliate’. Diciamo che se tutto il patrimonio venisse investito in una miniera di latta in Guatemala e la miniera fallisse, i motivi per reclamare sarebbero ovvi. Ma è arduo mettere in discussione un Consiglio di Amministrazione che agisce ragionevolmente”. Se i fondi pensione sono liberi di scegliere la propria strategia di investimento fintanto che agiscono secondo criteri prudenziali, qual è lo status giuridico del UN PRI? I pronunciamenti delle Nazioni Unite non sono vincolanti per alcuna legislazione nazionale. I Principi che abbiamo elencato a pagina 4 non sono in alcun modo specifici. È perfettamente possibile che i firmatari adottino approcci diversi seguendo una propria interpretazione degli stessi Principi. Learoyd vs. Whiteley Pensions Intelligence ESG White Paper 2010 5 IL QUADRO NORMATIVO “I PRI vanno ad affiancare la Dichiarazione sui principi di investimento britannica”, precisa Penny Shepherd, Presidente del UK Social Investment Forum. La legislazione nazionale grava sui singoli enti previdenziali. Numerosi intervistati nell’ambito della nostra indagine hanno affermato di non avere le risorse per condurre ricerche su tematiche ESG. Ma è proprio su questo fronte che il PRI interviene offrendo la possibilità di accomunare gli sforzi di ricerca per scoprire dove e quando i fattori ESG fanno la differenza. Il programma PRI istituisce quindi uno scambio di informazioni tra confini nazionali. La maggior parte dei membri che compongono il Consiglio di Amministrazione del PRI sono enti pensionistici no-profit. “È importante che il Consiglio di Amministrazione mantenga l’attuale composizione per evitare pressioni commerciali”, ha spiegato il Presidente Donald MacDonald. In conclusione, sarebbe un’assoluta ingenuità presumere che I’attenzione ai fattori extra-finanziari sia iniziata con il primo prodotto definito “Investimento Responsabile” o con la riforma britannica dei fondi pensione che ha modificato la Dichiarazione dei principi di investimento dieci anni fa. Nel contempo, la passione per la quantificazione che contraddistingue l’industria finanziaria consente ai fiduciari dei fondi pensione e ai loro consulenti di analizzare i veicoli di Investimento Responsabile rispetto alle controparti tradizionali in termini di rischio e rendimento. Alcune fra le maggiori società di consulenza stanno cercando di evitare questa compartimentazione sottoponendo i gestori patrimoniali a un processo di analisi maggiormente interdisciplinare. Simili cambiamenti sono ben accetti poiché la filosofia ESG consiste appunto nell’assumere una visione di tal genere. La questione risulta evidente sul fronte giuridico. Legalmente, i consigli di amministrazione dei fondi pensione sono tenuti semplicemente a considerare i fattori ESG. Ma non è così per molte organizzazioni alle quali essi prestano denaro o nelle quali investono. Le nuove normative sulle istanze ESG stanno ampliando la propria portata arrivando a includere un numero crescente di attività commerciali e permeando la rete sociale. Le società destinatarie di investimenti e le autorità locali in tutto il mondo devono sostenere un carico crescente di obblighi, da tariffe e controlli più severi sullo smaltimento dei rifiuti al diritto del lavoro nei mercati emergenti fino alla divulgazione degli stipendi dei dirigenti. La rilevanza dei fattori ESG per chi gestisce il risparmio pensionistico è dunque determinata prevalentemente da disposizioni normative che agiscono indirettamente piuttosto che dall’effettiva disciplina sugli enti previdenziali. 6 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 Corporate governance Nel 1980 la Commissione Wilson, presieduta dall’ex primo ministro Sir Harold Wilson, presentò un rapporto al Parlamento britannico sul funzionamento degli istituti finanziari. Fra di essi, comparivano investitori obbligazionari che l’anno precedente avevano spinto i tassi di interesse al 17%. Questo aumento record venne imputato a un cosiddetto ‘gilt strike’ o ‘sciopero sui gilt’, una definizione che esprime chiaramente l’opinione di allora sugli istituti finanziari, considerati improduttivi per il funzionamento del Paese quanto i sindacati militanti. Il governo Thatcher avrebbe presto liberalizzato i mercati finanziari, ma il timore di essere tacciati di aggressività ha tormentato a lungo gli investitori istituzionali. Nel Regno Unito così come nel resto d’Europa, la voce di obbligazionisti e azionisti è rimasta piuttosto deferente nei riguardi degli emittenti sovrani e corporate. Da un punto di vista giuridico, l’attivismo degli azionisti nella sua forma odierna è nato negli Stati Uniti. Fin dagli anni Sessanta, i fondi pensione avevano utilizzato i propri investimenti per finalità di ordine politico e morale, come le proteste contro i fabbricanti di armi che rifornivano l’esercito statunitense impegnato in Vietnam o la lotta per i diritti dei gay. Campagne del genere erano organizzate ad hoc. Ma nel 1994, il Ministero del Lavoro ha stabilito che i fondi pensione devono occuparsi del rispettivo patrimonio agendo su tre fronti: il capitale, i dividendi e il voto. Come ha osservato Robin Ellison, Responsabile pensioni presso lo studio legale Pinsent Masons: “È stato il riferimento al voto, sino ad allora per lo più ignorato come asset dei fiduciari, che ha sancito la nascita della corporate governance. Da quel momento, i fondi pensione hanno dovuto dimostrare, come parte della gestione patrimoniale, che ove richiesto hanno valutato quale uso fare del diritto di voto conferito loro dalle azioni possedute”. Recentemente, alcuni fondi pensione europei hanno iniziato ad avvalersi delle opportunità offerte dalla legislazione statunitense partecipando a class action contro grandi società del Paese. Ma la conseguenza di maggior rilievo prodotta dalla riforma del 1994 consiste nell’obbligo per società e azionisti di divulgare maggiori informazioni sulla politica adottata in materia di governance. Menzionare queste leggi è importante poiché, a differenza di altri aspetti legati allo scenario ESG, esse introducono un elemento di obbligo. Ad esempio, gli investitori istituzionali in Francia, Paesi Bassi e Portogallo devono rendere pubbliche le votazioni degli azionisti. Il parlamento svizzero sta ancora meditando se obbligare gli azionisti istituzionali a esprimere il proprio voto in merito a tutte le risoluzioni societarie. L’intenzione originale della Commissione Europea sarebbe stata quella di imporre agli investitori con sede nell’UE di rendere pubblica la propria politica di voto e le votazioni espresse. Anche se questo intento si è poi smorzato, risulta evidente che il mondo sta entrando in un periodo di attivismo degli azionisti decisamente più organizzato rispetto allo ‘sciopero sui gilt’ e le proteste contro la guerra in Vietnam degli anni Settanta. Tornando al 1980, la Commissione Wilson propose alcune idee rivoluzionarie, come la creazione di un fondo investimenti nazionale del valore di £ 2 miliardi finanziato dagli enti previdenziali e dai proventi ricavati con l’estrazione di petrolio e gas nel Mare del Nord. Si sarebbe trattato di uno dei primi fondi sovrani di investimento. I membri della Commissione, però, non concordavano sul fatto che il fondo servisse a migliorare i finanziamenti di capitale. Un gruppo dissenziente riteneva che sarebbe stato più opportuno “incoraggiare contatti diretti fra compagnie assicurative del ramo vita e fondi pensione da un lato e destinatari dei loro investimenti dall’altro”. Il fondo sovrano britannico non venne mai istituito. Tuttavia, occorre dire che, dopo i casi Cadbury, Greenbury, Hampel, Myners e Walker Reports per restare nel Regno Unito, la comunicazione tra fondi pensione e Consigli di Amministrazione aziendali è effettivamente migliorata. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 7 L’approccio ai fattori ESG in Europa Un numero crescente di fondi pensione europei si aspetta che i propri gestori patrimoniali tengano conto delle istanze ESG. Questa è la conclusione a cui siamo pervenuti analizzando 400 RFP2 trasmesse nell’arco degli ultimi tre anni. Abbiamo riscontrato che dal 2008 oltre un quarto degli RFP analizzati sollecitava informazioni sulla politica ESG dei gestori patrimoniali. Inoltre, segmentando le richieste per anno, si ravvisa un trend in crescita. Nel 2008, solo un RFP su cinque menzionava i fattori ESG. A giugno 2010, l’incidenza era cresciuta ad oltre una su tre. Il secondo fattore è rappresentato dal comportamento esemplare tenuto da alcuni dei più importanti fondi pensione. Esercitando la propria influenza in qualità di investitori e soggetti di rilevo nazionale, dimostrando trasparenza e volontà di comunicare le proprie politiche, questi fondi stanno incoraggiando altri a seguire il loro esempio. Tabella 4: investitori che adottano una politica ESG (%) Regno Unito Italia Tabella 3: popolarità crescente dell’approccio ESG (percentuale richiedente informazioni sulla politica ESG del gestore) 50 Norvegia Danimarca Paesi Bassi Francia Germania Spagna 40 Svezia Svizzera 30 0 2008 2009 1° semestre 2010 Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010 Le aspettative dei fondi pensione nei confronti dei gestori patrimoniali testimoniano che le politiche ESG sono ormai radicate all’interno delle loro stesse organizzazioni. Dalle conversazioni avute con 200 fondi pensione, abbiamo rilevato che circa due terzi di loro attuano una politica ESG (vedere Tabella 4). Questa prassi è quasi la norma nei Paesi nordici, dove oltre il 90% degli intervistati ha dichiarato di aver adottato un corpus di linee guida pubblicamente disponibili che regolamenta il loro approccio all’Investimento Responsabile. 80 100 Al loro fianco, si schierano i nuovi fondi nazionali di riserva per il sistema pensionistico, molti dei quali sono disciplinati da una legislazione ad hoc che riconosce i parametri ESG senza le complicazioni legate a regole e responsabilità che si sono stratificate nel tempo. Tra questi si annoverano il Fonds de Reserves des Retraites francese, il National Pension Reserve Fund irlandese, i fondi AP svedesi e i due Government Pension Fund della Norvegia. Entrambi i gruppi sono in grado di esercitare una certa influenza. Probabilmente il primo ha dovuto superare ostacoli maggiori per integrare i principi dell’Investimento Responsabile nel crescente corpus legislativo che regolamenta gli enti di previdenza. Due fattori principali spiegano il perché di questa crescente popolarità. Il primo è costituito dalla pressione esercitata da codici e normative (vedere pagina 5). Un numero crescente di Paesi impone agli investitori di lungo periodo di tenere conto dei parametri ESG. Dati di Aberdeen Asset Management Legalmente, Unipension è un fondo multicomparto afferente a tre diversi piani pensionistici di categoria. È incluso nell’elenco poiché agisce in qualità di investitore comune dei tre fondi. 4http://www.ftf.no/en/c-227-Ethical-principles-relating-to-the-investment-activities.aspx 3 60 I fondi pensione di British Telecom, delle università britanniche, della UK Environment Agency, Unipension3 in Danimarca, il fondo pensione dei dipendenti pubblici e degli operatori sanitari nei Paesi Bassi fanno parte di questa avanguardia. 10 2 40 Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010 20 0 20 Questo, invece, è il primo principio etico, semplicissimo da seguire, di un fondo di riserva gestito da Folketrygdfondet: Il gestore selezionato del Government Pension Fund norvegese è tenuto ad amministrare il patrimonio relativo assumendo comportamenti eticamente irreprensibili, contribuire allo sviluppo sostenibile e creare valore a lungo termine con la finalità di accrescere i rendimenti finanziari nel tempo4. I fondi all’avanguardia sotto il profilo dell’Investimento Responsabile manifestano la propria politica in modi diversi. Il Government Pension Fund - Global (GPFG), fondo gemello e più famoso del Government Pension Fund – Norway che opera sul mercato interno, utilizza varie modalità nel suo portafoglio del valore di NKR 2.763 miliardi (€ 345 miliardi)5. Ad esempio, esclude senza ambiguità una serie di emittenti (produttori di tabacco, fabbricanti di armi nucleari e obbligazioni emesse nello stato del Myanmar), cofinanzia attività di ricerca sui cambiamenti climatici, promuove il dialogo sullo sfruttamento del lavoro minorile nell’industria del cacao e sostiene le tecnologie eco-compatibili nei mercati emergenti. In tutta Europa si stanno facendo indubbiamente dei passi avanti sul fronte dell’Investimento Responsabile. Il trend, tuttavia, non è uniforme e si manifestano differenze a livello nazionale anche fra Paesi che adottano la moneta unica. Le pagine seguenti illustrano l’approccio adottato da fondi pensione e autorità di regolamentazione nei principali Paesi europei. Innanzitutto, abbiamo chiesto ai fondi pensione di descrivere il proprio atteggiamento nei confronti delle istanze ESG e delle associazioni che si occupano della materia, in particolare il PRI ma anche l’Institutional Investors’ Group on Climate Change (IIGCC). I risultati sono rappresentati nella Tabella 5 e devono essere rapportati ai dati illustrati nella Tabella 4 a pagina 7. In Spagna l’atteggiamento risulta prevalentemente positivo (75%), ma si traduce raramente nell’adozione di politiche corrispondenti (9%). In Danimarca, invece, tutti gli investitori oggetto della ricerca attuano una politica ESG e l’atteggiamento è quasi sempre positivo. Secondo la nostra indagine, in Norvegia, Paesi Bassi e Francia le politiche ESG sono quasi onnipresenti o molto comuni. Anche se l’atteggiamento positivo non gode di analoga diffusione, numerosi intervistati in Francia e Paesi Bassi hanno dichiarato che l’adozione di una politica ESG è importante per l’immagine dello sponsor e i rapporti con la clientela. 5 Dati aggiornati al 31.03.10 Tabella 5: investitori con una visione positiva dell’approccio ESG (%) Regno Unito Italia Norvegia Danimarca Paesi Bassi Francia Germania Spagna Svezia Svizzera 0 20 40 60 80 100 Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010 La Germania, più simile alla Spagna nel comportamento, ha totalizzato una percentuale sorprendentemente esigua di applicazione delle politiche ESG (20%), esprimendo tuttavia un atteggiamento molto positivo (prossimo al 70%). La legge tedesca, infatti, impone a fondi pensione e compagnie assicurative di illustrare la politica ESG ai soci nella relazione annuale. A metà si colloca il Regno Unito dove il 60% degli intervistati ha dichiarato di adottare una politica ESG, ma meno del 40% ha una visione positiva in merito. Per quanto riguarda i PRI, il 17% dei fondi pensione europei intervistati sono già firmatari del protocollo. La Danimarca è il Paese in cui i Principi di Investimento Responsabile riscuotono il maggiore successo, con l’85% degli intervistati che si dichiarano firmatari. Al secondo posto troviamo la Norvegia con il 33% e al terzo i Paesi Bassi con il 32%. Nel campione intervistato in Italia, non vi sono firmatari dei PRI (Tabella 6). L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA Tabella 6: percentuale di fondi e gestori patrimoniali firmatari dei PRI Germania Spagna Paesi Bassi Francia Regno Unito Danimarca Svizzera Svezia Italia Norvegia 0 20 40 Fondi pensione (%) 60 80 100 Gestori patrimoniali (%) Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010 Va precisato che alcuni fondi si sono considerati firmatari in quanto sotto contratto con una compagnia assicurativa che aderisce ai PRI. Passando ai provider di servizi, i gestori patrimoniali dell’11% dei fondi intervistati hanno già sottoscritto i PRI. Inaspettatamente, il punteggio è scarso ad esempio nei Paesi Bassi (5%), dove l’accettazione generale del concetto di Investimento Responsabile è piuttosto buona. Infine, abbiamo chiesto agli intervistati se stessero pensando di sottoscrivere i PRI o di richiedere ai propri gestori patrimoniali di farlo. Il 14% dei fondi pensione ha risposto che sta seriamente pensando di assumere questo impegno. Tutti gli intervistati che hanno espresso un’opinione in proposito si sono detti interessati all’idea. 10 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 • Patrimonio previdenziale: € 120 miliardiA Francia • In sintesi: negli ultimi 10 anni le società francesi hanno adottato piani di risparmio personali per i dipendenti. Tuttavia, il sistema nazionale si basa ancora oggi su regimi pensionistici a ripartizione e previdenza privata. • Livello di Investimento Responsabile: le prassi ESG sono radicate nel tessuto imprenditoriale francese, ma vi è un ampio margine di crescita per l’Investimento Responsabile. A OCSE La nostra indagine rileva che gli enti previdenziali francesi e i loro sponsor sono consapevoli delle istanze ESG. Tre quarti degli intervistati hanno dichiarato di avere adottato politiche idonee in materia. Il direttore finanziario di un’importante società di pubblici servizi ha raccontato di avere istituito due anni fa un comitato per la politica aziendale interna in materia di ESG costituito da economisti, filosofi e specialisti della finanza. Questi risultati sono coerenti con la situazione delle imprese francesi che dal 2001 hanno l’obbligo di presentare un rapporto sulla responsabilità sociale d’impresa. Solo il 10% degli intervistati in Francia ha manifestato una visione negativa dell’approccio ESG, un dato che rispecchia la familiarità con l’argomento. Tuttavia, la Francia non si è distinta fra i Paesi più attivi negli ultimi anni quanto a ricerca di garanzie ESG negli RFP, venendo dopo Regno Unito, Paesi Bassi, Italia e Germania e poco prima della Norvegia. Il 15% degli intervistati afferma che le prassi ESG sono importanti per l’immagine della loro organizzazione (l’unico altro Paese dove l’immagine viene citata altrettanto frequentemente è la Svezia). “Abbiamo ottenuto buoni risultati e rendimenti da quando abbiamo implementato queste politiche nel 2001”, ha dichiarato un intervistato appartenente alla rete nazionale Arrco. “È molto importante per l’immagine del nostro gruppo”. Anche il gestore del fondo pensione di una società produttrice di beni di lusso ritiene che le prassi ESG abbiano migliorato la percezione dell’azienda presso clienti e partner. Ha sottolineato che l’adozione di politiche finanziarie socialmente responsabili ha incentivato investimenti stabili di lungo periodo. I primi cinque fondi pensione francesi per dimensioni Nome del fondo Patrimonio gestito Firmatario Mld €A UN PRIB Membro CDPC FRR 28,9 Sì Sì ARRCO 11,1 No No ERAFP 6,5 Sì No ANEP 6,0 No No UGRR 5,9 No No A IPE Top I mandati segregati più ampi in ambito etico sono concentrati nelle mani di pochi investitori a lungo termine. Ma la Francia mantiene un profilo internazionale grazie alla valenza comunicativa di queste istituzioni in particolare l'FRR, il National Buffer Fund, l'ERAFP e il Civil Servants Top-Up che investono i loro interi portafogi in modo responsabile. Nel caso dell’ERAFP non si tratta di un obbligo di legge, ma del frutto di un accordo fra sindacati e dipendenti che comprende il Consiglio di Amministrazione. “L’ERAFP ritiene che le società ben gestite e consapevoli dei rischi ESG conseguano performance migliori a lungo termine”, ha dichiarato Olivier Bonnet, Responsabile strategia SRI del fondo a Parigi. Il concetto chiave, in questo caso, è “a lungo termine”. Per l’ERAFP, i benefici dell’Investimento Responsabile non sono autoevidenti e non si concretizzano senza sforzo, ma richiedono impegno finanziario e attivismo da parte degli investitori. Bonnet ritiene che occorreranno 10 o 15 anni per completare il percorso: “È compito degli investitori promuovere il miglioramento delle prassi ESG”. 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 11 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA E a proposito del disastro BP, Deepwater ammette francamente: “Non se l’aspettava nessuno”. Un commento flemmatico se si considera che l’ERAFP spende molto in agenzie di ricerca. Ma Bonnet è tranquillo, ritiene che questo episodio dimostri la necessità di effettuare maggiori investimenti e aumentare l’impegno. A tale scopo, il prossimo anno il fondo creerà indici degli Investimenti Responsabili per il mercato azionario europeo. “I gestori patrimoniali orientati all’Investimento Responsabile sono numerosi in Francia”, ha spiegato Bonnet. “Ma i proprietari di asset non sono ancora capaci o propensi a investire risorse. L’ERAFP dimostrerà la sua stoffa di leader apponendo il proprio nome su questi indici, in base ad una metodologia ideata in collaborazione con la business school Edhec e l’agenzia di ricerca Vigeo”. Il margine di crescita è senz’altro notevole. Dati dell’Eurosif indicano che il mercato SRI complessivo in Francia è di poco superiore ai € 70 miliardi. Il settore della gestione patrimoniale nel Paese ammonta secondo le stime a un valore totale nell’ordine di € 2,6 miliardi, secondo in Europa solo al Regno Unito. Tenendo conto che una parte del totale comprende fondi del mercato monetario, l’Investimento Responsabile rappresenta appena il 2,7% del patrimonio gestito in Francia. 12 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 • Patrimonio previdenziale: € 125 miliardiA Germania • In sintesi: le imprese tedesche stanno finanziando i propri obblighi previdenziali ad un ritmo senza precedenti. La Germania è il mercato pensionistico professionale con il maggiore tasso di espansione in Europa. • Livello di Investimento Responsabile: nonostante le consolidate politiche “ecologiche” e la diffusione delle A OCSE Favorevole in teoria, carente nella pratica La Germania non è all’avanguardia negli Investimenti Responsabili, nonostante abbia un tasso di risparmio previdenziale in forte crescita e la reputazione di Paese attento alle politiche “ecologiche”. Ritengono superflui i protocolli delle Nazioni Unite, senza realizzare che l’adesione a PRI, CDP, IIGCC e associazioni analoghe rappresenta un impegno volontario aggiuntivo rispetto alle normative nazionali. Secondo i dati analizzati ai fini del presente rapporto, negli ultimi tre anni meno del 5% delle richieste di offerta da parte dei fondi pensione tedeschi menzionava i criteri ESG. “Non conosco queste normative, ma non credo che siano applicabili ai fondi pensione tedeschi”, ha dichiarato il gestore previdenziale di una società manifatturiera nel segmento aerospaziale. La tabella sottostante mette in evidenza che nessuno dei primi cinque fondi pensione del Paese appartiene alle associazioni ESG più note a livello internazionale. La nostra indagine ha rilevato che solo il 15% dei fondi tedeschi ha sottoscritto i PRI, ma non direttamente. Nel caso delle multinazionali, il firmatario può essere la capogruppo, che ha sede altrove, oppure una compagnia assicurativa. “In qualità di Cassa di Previdenza siamo regolati dalle norme del settore ( norme VAG )”, ha dichiarato il gestore patrimoniale di una compagnia assicurativa. "Nel rispetto di questa normativa, siamo assicurati contro gli investimenti irresponsabili e abbiamo adottato politiche ESG. Quindi, non siamo tenuti a sottoscrivere altri protocolli o aderire all’UN PRI”. Analogamente, solo uno su 20 intervistati è membro dell’Institutional Investors' Group on Climate Change (IIGCC). Le norme VAG sulle Casse di Previdenza sono interessanti. In relazione agli investimenti, definiscono “remunerativo” ciò che produce “rendimento sostenibile”, una formula giuridica unica che ricorda quanto possano essere diverse le definizioni di Investimento Responsabile. Purtroppo, in Germania e in altri Paesi di lingua tedesca, la natura volontaria dell’adesione ai PRI non è stata comunicata correttamente. Come si spiega questo scarso interesse? A partire dal 2005, i fondi pensione tedeschi e le compagnie assicurative pertinenti hanno l’obbligo di illustrare la politica ESG ai soci nella relazione annuale. Per alcuni intervistati, le leggi già varate sono sufficienti. I primi cinque fondi pensione tedeschi per dimensioni Nome del fondo Patrimonio Firmatario gestito UN PRIB Mld €A Membro CDPC BVK 44,0 No No Siemens 20,2 No No SV Sparkassen 19,4 No No BVV 18,6 No No VBL 13,0 No No A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 Un rapporto stilato tre anni fa da Azel Hesse per Sustainable Development Management ha rilevato che solo un fondo pensione tedesco su 20 dichiarava di comprendere a fondo in cosa consiste l’Investimento Responsabile. Nonostante i commenti riportati sopra, i dati di Pensions Intelligence suggeriscono che la situazione è in parte migliorata. Organizzazioni diverse fra loro come lo stato dell’Hessen, il fondo dell’industria metallifera e i fondi della chiesa luterana gestiscono gli asset pensionistici secondo criteri sostenibili. Il gestore degli investimenti di una chiesa regionale ha dichiarato: “Non abbiamo sottoscritto documenti ufficiali, però monitoriamo le nostre società e investiamo solo in quelle regolamentate e rispettose di tutti i requisiti previsi da UN PRI, IIGCC e dalle prassi ESG”. B www.unpri.org C www.cdproject.net Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 13 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA C’è ancora strada da fare. A fine 2007, secondo i dati Euro SIF appena € 11,1 miliardi erano stati impiegati in Investimenti Responsabili. La maggior parte di questo patrimonio, tuttavia, proveniva da investitori retail o altre tipologie di investitori istituzionali, non da fondi pensione. Una spiegazione può essere data dal fatto che le società tedesche hanno istituito una collaborazione all'interno del Consiglio di Amministrazione fra rappresentanti dei lavoratori e dirigenti. L’attivismo degli azionisti è un concetto che risulta estraneo. Ciononostante, va detto che anche il finanziamento degli obblighi previdenziali era un’idea lontana dalla mentalità delle imprese tedesche. Ma la necessità di calcolare tali obblighi in base al valore di mercato per aderire ai principi contabili internazionali ha cambiato la situazione. Pertanto, con la crescita dei fondi pensione delle maggiori società tedesche quotate, l’Investimento Responsabile è destinato a riscuotere una più ampia considerazione. 14 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 • Patrimonio previdenziale: € 57 miliardiA Italia • In sintesi: i piani pensionistici professionali sono ormai diffusi anche in Italia. Come in Francia, tuttavia, la maggior parte del reddito previdenziale proviene da benefit statali e forme private di risparmio. • Livello di Investimento Responsabile: gli enti previdenziali italiani sono interessati ad approfondire il concetto di Investimento Responsabile, ma in gran parte non lo considerano un requisito essenziale. A OCSE Mentre le casse previdenziali per categorie professionali come architetti, ingegneri e rappresentanti del commercio esistono da lungo tempo, il resto dei lavoratori ha dovuto attendere la fine degli anni Novanta per accedere a benefit analoghi. L’obbligo per questi fondi di dichiarare se tengono conto dei fattori ESG è stato istituito solo cinque anni fa. Forse non deve sorprendere che gli investitori istituzionali italiani siano stati prudenti nel modificare le proprie abitudini. Uno studio del 2009 condotto dalla società italiana per lo sviluppo del mercato dei fondi pensione Mefop ha rilevato che solo un fondo su cinque investiva secondo criteri ESG. In risposta alla domanda su cosa avrebbe potuto incrementare questa percentuale, il controllo del rischio o gli extra rendimenti hanno totalizzato punteggi bassi, mentre la volontà dei membri e lo scopo sociale del fondo sono risultati incentivi più plausibili6. La nostra ricerca sugli RFP ha rilevato un atteggiamento parimenti cauto. Solo il 4,5% degli RFP trasmessi ad Aberdeen Asset Management negli ultimi tre anni sollecita informazioni sulle capacità dei gestori nel campo dell'Investimento Responsabile. I cinque maggiori Fondi pensione italiani Nome del fondo Patrimonio gestito Firmatario UN PRIB Mld €A Membro CDPC ENPAM 8.5 N N Enasarco 5.7 N N PREVINDAI 4.5 N N Cometa 3.5 N N Inarcassa 3.4 N N In base alla nostra ricerca, l’Italia è uno dei pochi Paesi in cui l’atteggiamento della maggioranza degli intervistati nei confronti dell'approccio ESG è neutro o negativo. Il 38% del campione ha espresso il dubbio che questi criteri siano soltanto una trovata pubblicitaria. “Chi cerca l'etica può trovarla in chiesa, non nella finanza”, ha commentato l'esponente di un piccolo fondo aperto. Abbiamo altresì rilevato alcune incertezze che riflettono il nervosismo generatosi dopo la crisi di mercato del 2008-9. Alcuni enti previdenziali italiani si stavano preparando ad effettuare le prime allocazioni su Investimenti Responsabili dai due ai tre anni fa, ma quando l'economia è peggiorata hanno abbandonato il progetto. La ricerca di Pensions Intelligence dimostra, tuttavia, che una minoranza di enti previdenziali italiani prende molto seriamente le istanze ESG ed effettua valutazioni trimestrali per testare la conformità dei portafogli alla politica ESG adottata. Davide Del Maso, segretario generale del Forum per la finanza sostenibile, ha osservato: “I nuovi fondi che hanno sperimentato sul campo l’Investimento Responsabile non sono i più grandi, né i più ricchi, né i più integrati. La spinta al cambiamento risiede piuttosto nel desiderio di affrontare una questione importante”. PensPlan Plurifonds, un fondo aperto di Bolzano, è fra questi innovatori e oggi offre ai singoli clienti un comparto “etico”. Michael Atzwanger e Armin Weissenegger, rispettivamente Direttore generale e Vicedirettore degli investimenti, affermano: "Siamo persuasi che questo tipo di gestione crescerà d’importanza poiché la crisi finanziaria del 2007-09 ha messo in evidenza l’insoddisfazione degli investitori per i portafogli e le società tradizionali, non solo in termini di performance ma anche di settori nei quali essi operano7”. A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net 6 Studio pubblicato in Quaderni, Newsletter Mefop n. 41 autunno 2010 Newsletter Mefop n. 41 autunno 2010, pag. 67 7 Quaderni, Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 15 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA • Patrimonio previdenziale: € 670 miliardiA • In sintesi: ampia diffusione dei fondi pensione professionali poiché l’iscrizione è semi-obbligatoria e gli accordi di categoria hanno riscosso grande successo in tutte le professioni, dai parrucchieri ai dentisti fino ai marittimi del porto di Rotterdam. Paesi Bassi • Livello di Investimento Responsabile: interesse a ristabilire le credenziali del settore dopo che il documentario di Zembla TV (vedere sotto per ulteriori dettagli) ha scioccato l'opinione pubblica olandese. A OCSE I fondi pensione olandesi sono da tempo promotori dell’Investimento Responsabile. PZFW, il fondo pensione per gli operatori sanitari, ha istituito il primo mandato europeo internazionale per l’impegno responsabile oltre 10 anni fa. L'iniziativa ha rivestito grande importanza poiché ha dimostrato che gli investitori orientati alla gestione passiva possono e devono agire responsabilmente. PZFW ha intaccato l’idea che solo la gestione attiva può integrare linee guida di interesse sociale e ambientale. Mentre questo fondo per gli operatori sanitari continua la sua opera pioneristica nell'Investimento Responsabile a gestione passiva, altri fondi hanno sviluppato soluzioni alternative. Il piano pensionistico da 2 miliardi di Euro del provider di servizi finanziari SNS Reaal utilizza veicoli responsabili che replicano indici nei mercati ritenuti efficienti come Asia, Europa e Stati Uniti. Nei mercati emergenti e nel comparto obbligazionario high-yield ricorre invece alla gestione attiva. Mariëtte Simons, Direttrice pensioni presso il fondo di SNS Reaal, lamenta il fatto che sia difficile seguire standard di corporate governance in alcuni mercati emergenti poiché la trasparenza lascia a desiderare. Nel contempo, però, riconosce che in genere livelli inferiori di informativa finanziaria si traducono in rendimenti più elevati per i gestori attivi migliori. Simons afferma pragmaticamente che il fondo è un investitore responsabile netto se non totale. “Siamo grandi sostenitori dei fondi di microfinanza”, ha dichiarato. “Le allocazioni nella microfinanza attiva dei Paesi più poveri compensano i mandati nei mercati emergenti". Questo approccio pratico e orientato al futuro è condiviso dal nostro campione di intervistati olandesi. Oltre un terzo di loro sostiene che i fondi pensione potrebbero fare di più sul fronte delle tematiche ESG. 16 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 “Ci sono le linee guida UN PRI, ma non vengono utilizzate abbastanza. Vorrei vedere un maggiore impegno”, ha dichiarato l’amministratore di un piccolo ente previdenziale. Nessun altro Paese ha espresso tanto desiderio di ampliare la portata dell'Investimento Responsabile. Secondo uno degli intervistati, il settore pensionistico sta agendo con la dovuta rapidità, ma le società destinatarie degli investimenti non sembrano inclini a tenere il passo. “Non credo che le imprese siano pronte ad affrontare i costi aggiuntivi connessi”, ha osservato. I fondi pensione professionali coprono circa il 90% della popolazione lavorativa dei Paesi Bassi. Gli enti previdenziali in genere hanno un ottimo livello di comunicazione con i sottoscrittori. Tuttavia, tre anni fa, un programma di Zembla TV ha rivelato che molti fondi investivano in società produttrici di bombe a grappolo, causando un’ondata di proteste. Questo caso spiega perché i fondi pensione olandesi sono così attenti alle questioni etiche nella scelta dei propri investimenti. In Paesi con una copertura inferiore, l’interesse a commissionare un programma del genere potrebbe non sorgere neppure. Tuttavia, il parlamento olandese ha proibito ai fondi pensione di investire in quelle società e gli stessi enti previdenziali sono oggi più consapevoli che mai del monitoraggio esercitato dai sottoscrittori sulla destinazione del proprio patrimonio. Ciò spiega in parte il sostegno dato ai PRI e al Carbon Disclosure Project da parte di grandi enti previdenziali (vedere tabella di seguito), alcuni dei quali hanno aderito prima del 2007. Il loro buon esempio non è comunque un caso isolato. In uno studio benchmark sulla sostenibilità condotto da VBDO, il fondo di categoria per i giornalisti e i lavoratori dei media ha un rating di responsabilità superiore ad ABP e PZFW. “A lungo termine, l’integrazione dei parametri ESG nei processi di investimento deve produrre un miglioramento del rapporto rischio/rendimento”, ha commentato un importante provider. Un altro ha precisato che un maggiore intervento su questo fronte da parte delle autorità di regolamentazione competenti in materia previdenziale sarebbe più che ben accetto. I primi dieci fondi pensione olandesi per dimensioni Nome del fondo Patrimonio Firmatario gestito UN PRIB Mld €A Membro CDPC ABP 180,5 Sì Sì* PZFW 78,5 Sì Sì* PMT 29,0 Sì Sì* BPF BOUW 24,2 No No SHELL 19,2 Sì No PME 18,7 Sì Sì* PHILIPS 13,8 Sì No DOCTORS 12,9 No No RABOBANK 11,9 No Sì ING 10,0 Sì Sì A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net * Indirettamente, tramite gestori fiduciari Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 17 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA • Patrimonio previdenziale: € 636 miliardiA • In sintesi: la sottoscrizione semi-obbligatoria di assicurazioni di previdenza garantisce ai lavoratori dei Paesi nordici un buon accantonamento pensionistico. Secondo l’OCSE, la Danimarca è il Paese più avanzato sotto questo profilo. Gli altri tre Paesi nordici hanno Fondi nazionali di riserva per il sistema pensionistico. • Livello di Investimento Responsabile: un sentito e diffuso impegno sul fronte delle tematiche ambientali e sociali fa degli enti previdenziali nordici i paladini dello sviluppo di standard universali per gli investitori. Paesi nordici A OCSE I Paesi nordici sono da tempo considerati all’avanguardia nell’Investimento Responsabile. La loro reputazione è tale che nel 2006 la compagnia assicurativa italiana Generali ha deciso di adottare la politica di investimento del fondo norvegese Government Pension Fund - Global per i suoi investimenti sostenibili. Considerando che Generali è stata fondata 136 anni prima del fondo norvegese, si tratta di un indubbio riconoscimento. L’esempio del Global Fund, il maggiore investitore istituzionale europeo, ha un'ampia risonanza. “Seguiamo anche noi le linee guida del fondo”, ha dichiarato Heidi Finskas, consulente per gli Investimenti Responsabili presso la società di mutua assicurazione KLP. Anche se KLP è un investitore responsabile da più tempo rispetto al Government Fund, la dimensione e le risorse di quest’ultimo ne fanno un modello da cui KLP raramente si discosta: “L’analisi I primi dieci fondi pensione dei Paesi nordici per dimensioni Nome del fondo Paese Patrimonio gestito Firmatario Membro UN PRIB CDPC Mld €A Government Pension FundGlobal Norvegia 277,9 Sì Sì ATP Danimarca 57,7 Sì Sì Alecta Svezia 40,1 No No Danica Danimarca 31,3 No No PFA Danimarca 29,5 Sì Sì Varma Finlandia 25,1 No No KLP Norvegia 22,4 Sì Sì AMF Svezia 21,9 Sì No Ilmarinen Finlandia 21,8 Sì Sì Keva Finlandia 20,0 Sì Sì A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net 18 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 del Government Fund”, ha spiegato Finskas “è talmente approfondita che se la loro gestione attiva interrompe i rapporti con una determinata società, cosa potrebbe mai ottenere un operatore più piccolo come noi?” Questo approccio nasce da uno spirito pragmatico, non da una cieca emulazione. Gli investitori dei Paesi nordici, incluso il Government Fund norvegese, credono nella cooperazione per il bene comune. KLP ha fondato Nordic Engagement Cooperation insieme alla svedese Folksam e alla finlandese Ilmarinen per coordinare il proprio operato di azionisti. A detta dei promotori, l’iniziativa è ispirata al quinto principio dei PRI, vale a dire collaborare con gli altri firmatari per rendere più efficace l’applicazione dei Principi. I Social Investment Forum nazionali prevedono inoltre di intensificare la collaborazione. Gunnela Hahn, Direttore Investimenti Responsabili presso la Chiesa svedese e membro di Swesifboard, ritiene che il progetto si concretizzerà nel 2011. I risultati della nostra indagine rispecchiano l’ampia diffusione dell’Investimento Responsabile nei Paesi nordici. Il numero di fondi che applicano una politica ESG è pari all’87%. Sebbene i commenti negativi siano del tutto assenti, i pareri di alcuni intervistati non sono interamente positivi. Il direttore finanziario di un comune svedese ha dichiarato che l’Investimento Responsabile non è una priorità. Il numero di firmatari dei PRI nella sola Danimarca è maggiore di quello registrato nel Regno Unito, il mercato dei fondi pensione più grande d’Europa. Questo dato non è del tutto sorprendente se si considera che per il governo danese i PRI sono divenuti l'equivalente di una relazione sulla responsabilità sociale d'impresa. (Sorprende, invece, il fatto che nel Consiglio di Amministrazione del PRI non sieda neppure un rappresentante dei Paesi Nordici). In Danimarca, un sostenitore dell’Investimento Responsabile è Unipension, un fondo pensione multicomparto da € 11 miliardi per veterinari, architetti e professori universitari, la cui politica di investimento recita: “I nostri nuovi gestori esterni devono essere membri del UN PRI e/o del UN Global Compact o avere implementato linee guida e processi analoghi. Richiediamo altresì ai nostri gestori di inviarci aggiornamenti sul loro stato di attuazione dei Principi”. Questa incisiva dichiarazione ha sorpreso alcuni gestori patrimoniali commerciali quando è stata introdotta due anni fa. I gestori si sono resi conto che, senza un impegno serio sul fronte degli Investimenti Responsabili, le loro opportunità di business potevano diminuire. Ma la decisione di Unipension è la diretta emanazione di un altro postulato del PRI: promuovere l’accettazione e l’implementazione dei Principi all'interno dell'industria finanziaria. Va detto che una tale convinzione non è necessariamente facile da mettere in pratica o da emulare. Secondo Amministratore Delegato di un fondo di categoria danese, negli Stati Uniti esigere che i gestori patrimoniali adottino politiche ESG è un risultato ancora troppo difficile da ottenere. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 19 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA Svizzera • Patrimonio previdenziale: € 340 miliardiA • In sintesi: gli svizzeri hanno un livello di risparmio pro capite investito in pensioni professionali superiore a qualsiasi altro Paese europeo. Tuttavia, nessuna disposizione di legge richiede la considerazione dei fattori ESG. • Livello di Investimento Responsabile: la corporate governance interna è un argomento di grande attualità, ma numerosi enti previdenziali non sono ancora convinti A OCSE La legge svizzera sui fondi pensione professionali non contiene accenni all’Investimento Responsabile. Gli enti previdenziali non sono tenuti a prendere in considerazione le istanze ESG. Questa situazione sta diventando una rarità in Europa, ma potrebbe spiegare perché nessuno dei fondi pensione più grandi della Svizzera o nessuno dei maggiori gestori patrimoniali commerciali sia tra i firmatari del UN PRI (vedere tabella di seguito). Risultanze analoghe si registrano in Germania e in Austria. D’alta parte, il parlamento svizzero ha seguito l’esempio di Belgio e Olanda nel mettere al bando gli investimenti in società produttrici di bombe a grappolo. È ancora in discussione un ulteriore emendamento secondo cui gli azionisti istituzionali non potrebbero più astenersi nelle assemblee generali annuali delle società svizzere. Inoltre, numerosi gestori patrimoniali delle più grandi banche private del Paese hanno adottato i PRI. Gran parte dei passi avanti compiuti in Svizzera sul fronte dell’Investimento Responsabile sono dovuti all’opera della Fondazione Ethos di Ginevra, diretta da Dominique Biedermann, ex responsabile del Fondo del cantone di Ginevra. Grazie al provvidenziale supporto di fondi pensione del settore privato, la Ethos ha sfidato i colossi del mercato svizzero, ivi compresi UBS e Credit Suisse, sul fronte della corporate governance e degli stipendi dei dirigenti. Il direttore del fondo pensione di un cantone ha dichiarato che la Ethos ha scosso le comode certezze della finanza istituzionale del Paese. Oltre il 15% degli intervistati nella nostra indagine ha menzionato la Ethos, un’incidenza che non ha pari in nessun altro Paese quando si tratta di agenzie specifiche. 20 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 “Siamo lieti del riconoscimento”, ha affermato Vinzenz Mathys, Responsabile comunicazioni corporate della Ethos, "ma c’è ancora molta strada da fare in Svizzera quanto a Investimenti Responsabili. Speriamo che un numero maggiore di grandi banche adotti i PRI, ma dubitiamo che l’obbligo di esprimere un voto alle assemblee generali annuali verrà approvato”. Dai risultati della nostra indagine risulta evidente che c'è ancora molto da fare. Il numero di firmatari dei PRI è prossimo al 10%, al di sotto della media europea, un dato che si esplica perfettamente in affermazioni come “siamo all’antica e non abbiamo ancora esaminato queste politiche" oppure “le decisioni di investimento sono affidate ad esterni e non abbiamo il potere di influenzarle”. Un analista di portafoglio di una banca privata ha fatto un'affermazione molto realistica. Ha detto che il suo fondo investirebbe in materie prime eco-compatibili o società “ecologiche” non per volontà di compiere un investimento socialmente responsabile ma perché quella particolare materia prima o società sono remunerative. “Le nostre politiche e la selezione degli investimenti dipendono esclusivamente da valutazioni di redditività e non di carattere ambientale o sociale”, ha dichiarato. In generale, solo una minoranza degli intervistati è contraria all'Investimento Responsabile. La grande maggioranza (89%) ha definito neutro o positivo il proprio atteggiamento nei confronti delle istanze ESG. “L’implementazione di politiche ESG dedicate è un must", ha dichiarato il responsabile finanziario di un importante cantone. “L’investimento in progetti ecologici e di lungo periodo può essere molto remunerativo”. I primi dieci fondi pensione svizzeri per dimensioni Nome del fondo Patrimonio Firmatario gestito UN PRIB Mld €A Membro CDPC Publica 19,8 No No BVK 14,4 No No AHV 14,0 No No UBS 13,4 No Sì Migros 11,1 No No PK Stadt Zürich 9,6 No No SBB 8,8 No No Novartis 8,6 No No PK Post 7,6 No No Credit Suisse 7,3 No Sì A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 21 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA • Patrimonio previdenziale: € 1.162 miliardiA • In sintesi: è Il mercato delle pensioni professionali più grande d’Europa, ma il Regno Unito ha una copertura delle istanze ESG inferiore ai Paesi Bassi e alla Danimarca. Un nuovo piano nazionale nel 2012 dovrebbe sanare in buona parte il divario. • Livello di Investimento Responsabile: in qualità di sede del più sofisticato centro di servizi finanziari d’Europa, il Regno Unito è all’avanguardia nella creazione di prodotti. Le opinioni dei fondi pensione nazionali, però, restano eterogenee. Regno Unito A OCSE Il Regno Unito è stato un Paese pionieristico nel settore dell’Investimento Responsabile. Già negli anni Novanta, numerosi fondi di enti locali avevano conferito mandati etici per piccole quote del proprio patrimonio, sulla scia della popolarità conquistata dai fondi retail "ecologici". Nel 2000, il governo ha reso obbligatoria la valutazione di questi criteri per tutti i fondi di previdenza professionale, un provvedimento all’avanguardia emulato poi nel resto del mondo. La familiarità con queste tematiche emerge anche nella nostra indagine, secondo cui meno del 4% degli intervistati ha espresso un atteggiamento negativo nei confronti dei fattori ESG. Un importante ente locale ha specificato che la sua politica d’investimento è conforme alle convenzioni delle Nazioni Unite fin dagli anni Novanta. I primi dieci fondi pensione britannici per dimensioni Nome del fondo Patrimonio gestito Firmatario Mld €A UN PRIB USS 36,6 Sì Sì BT 36,4 Sì Sì Royal Mail Pensions 27,1 Sì No Railways Pension 24,7 No Sì RBS 20,5 No Sì BP 17,0 Sì Sì Lloyds TSB 16,2 No No National Grid 16,1 No No British Airways 16,1 No No Shell 15,0 Sì No A IPE Top 1000 European Pension Funds 2009 B www.unpri.org C www.cdproject.net 22 Membro CDPC Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 Il fondo di un ente di trasporti regionale ha dichiarato che l'adozione di una politica attenta ai temi ambientali è il modo migliore per assecondare i propri interessi poiché offre rendimenti migliori a lungo termine. Tuttavia, un fondo fiduciario indipendente di grande levatura ha affermato che il settore privato non può permettersi di adottare lo stesso approccio degli enti previdenziali del settore pubblico. Rita Powell di Inside Pensions ha dichiarato: “Nel Regno Unito, l’Investimento Responsabile va benissimo per i fondi del settore pubblico dato che, in fin dei conti, è lo Stato ad accollarsi gli oneri. La questione è molto diversa per fondi pensione del settore privato che operano nel mondo reale”. Robin Ellison, Responsabile pensioni presso lo studio legale Pinsent Masons ed ex direttore della UK National Association of Pension Funds, condivide l'idea che "problemi come il deficit sono molto più pressanti per i normali consigli di amministrazione aziendali”. Un intervistato, che lavora presso una società di materiali di base, ha commentato: “Siamo consapevoli del problema. Nell'attuale panorama economico, però, ci sono questioni più importanti da affrontare". Ha poi aggiunto che i fattori ESG sono menzionati nella Dichiarazione sui principi di investimento, ma nella realtà risultano insignificanti. Esiste quindi un divario fra gli enti previdenziali pubblici e privati britannici? I nostri dati confermano che i fondi del settore pubblico in tutta Europa sono maggiormente sensibili alle istanze ESG, sebbene il divario non sia così ampio come sembrano suggerire i commenti riportati sopra. Nel primo semestre 2010, infatti, oltre la metà degli RFP del settore pubblico sollecitava informazioni sui criteri ESG, mentre nel settore privato l’incidenza è stata di tre casi ogni dieci (vedere Tabella 7). Tabella 7: settore pubblico vs. privato Criteri ESG negli RFP (in % sul totale delle richieste) 2008 2009 1° semestre 2010 Settore privato 21% 21% 29% Settore pubblico 23% 35% 55% Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010 La tabella precedente mostra comunque che l’interesse nel settore pubblico tende a crescere più rapidamente rispetto al settore privato. Va osservato, però, che il settore pubblico non pecca di ingenuità. Il responsabile finanziario di un ente locale londinese ha dichiarato: “Riconosciamo che, laddove è possibile investire responsabilmente con un buon rendimento, allora è opportuno farlo. I rendimenti restano la cosa più importante per i nostri sottoscrittori. Non investiamo in ideologie". Howard Pearce, Responsabile finanza ambientale e gestione del fondo pensione presso l’Agenzia per l’ambiente, sostiene che il suo piano previdenziale ha riscosso un tale successo da indurre alcuni manager a sottoscriverlo. “Le imprese statunitensi sono più refrattarie ai PRI rispetto alle controparti europee”, ha dichiarato, aggiungendo poi che generalmente la resistenza proviene dai consulenti legali delle aziende americane, ma che tale avversione sta diminuendo con la crescita del numero di firmatari a livello mondiale. Vento di cambiamenti In qualità di ex ente pubblico (ancora in attesa di chiarimenti sul fronte giuridico non essendo ancora noto se lo Stato intende sottoscrivere le sue passività), British Telecom è nella posizione ideale per trattare il tema delle istanze ESG sotto ogni punto di vista. Questo commento sintetizza perfettamente l’atteggiamento cautamente ottimistico diffuso nel Regno Unito nei riguardi dell’Investimento Responsabile. Questa filosofia è ben nota in tutto il Paese, che ha contribuito in misura determinante a definire e promuovere il concetto di Investimento Responsabile nel mondo. Ma i livelli preoccupanti del deficit interno e la crescente sensazione che i piani di previdenza professionale siano un peso per i datori di lavoro piuttosto che un vantaggio per i dipendenti rendono meno allettanti le strategie di investimento che non promettono rendimenti a breve termine. Poco più del 38% degli intervistati ha espresso parere positivo nei confronti dell’approccio ESG, mentre il 43% si è dichiarato neutrale. British Telecom, o BT come viene chiamata, sponsorizza il più grande fondo pensioni corporate europeo (BTPS). Questo soggetto del valore di € 36 miliardi adotta pratiche di Investimento Responsabile da lungo tempo. Nel 2000, quando altri enti previdenziali britannici si stavano organizzando per conformarsi al requisito che imponeva di dichiarare la politica ESG adottata, il BTPS aveva già chiarito che i gestori patrimoniali prescelti dovevano tenere conto di aspetti sottostanti: “Una società gestita in nome degli interessi a lungo termine dei propri azionisti dovrà amministrare efficacemente i rapporti con i dipendenti, i fornitori e i clienti, tenere comportamenti eticamente corretti e mostrare rispetto per l'ambiente e la società in generale". Come accade anche in Francia, va inoltre precisato che le attività dei più grandi fondi pensione britannici sono diverse da quelle dei numerosissimi enti minori. Di seguito tracciamo il profilo di un paladino di questa causa, il BT Pension Scheme. Ma la nostra indagine ha rilevato un numero sorprendentemente basso di firmatari dei PRI oltre la cerchia dei soggetti maggiori. Forse nel Regno Unito aleggia la sensazione che esista già un numero più che sufficiente di organizzazioni, a partire dalla National Association of Pension Funds, che offre assistenza in questo campo. Oggi questo postulato è divenuto uno dei dieci Hermes Principles (Hermes è il gestore patrimoniale di BTPS, affiliata interamente controllata dello stesso fondo). Donald MacDonald, ex ingegnere telefonico e attuale amministratore del fondo, ricorda che sotto la guida di Alastair Ross Goobey a partire dal 1993 Hermes ha definito gran parte dalla moderna corporate governance. Gli Hermes Principles riecheggiano nel protocollo del UN PRI, in cui lo stesso McDonald presiede il Consiglio di Amministrazione. Tuttavia, l’attenzione per le tematiche ESG svincolata dagli investimenti non è considerata opportuna. “BTPS non è un investitore ‘etico’ nel senso stretto del termine. Siamo un soggetto tradizionale che adotta pratiche di Investimento Responsabile prefiggendosi di integrare l’analisi ESG nel consueto processo di investimento", ha dichiarato. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 23 L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA Paul Lee, un direttore di BTPS Management, ha poi aggiunto: “Quello che determina il successo di un’azienda è la strategia per i successivi tre o quattro anni, non gli utili trimestrali. La nostra strategia non si evince dai dati di un singolo trimestre, ma è fortemente incentrata sui fattori ESG definiti negli Hermes Principles. Non concordiamo con chi li definisce fattori extra-finanziari. A nostro modo di vedere, si tratta di parametri finanziari a tutti gli effetti che non sono ancora riconosciuti dagli indicatori di mercato”. La contribuzione definita Come la maggior parte delle imprese britanniche, BT ha chiuso alle adesioni il piano pensionistico basato sull’ultima retribuzione per adottare piani individuali a contribuzione definita. Pertanto, questi ultimi rappresentano casi esemplificativi della percezione che ampie fasce della popolazione hanno a proposito dell’Investimento Responsabile. Il piano Logica a contribuzione definita da £ 450 milioni è dedicato ai programmatori informatici britannici, un gruppo alfabetizzato e istruito. Nel corso dell’ultimo decennio, i sottoscrittori del fondo hanno mostrato scarsa propensione per l’offerta “ecologica" dell'ente previdenziale. Simon Baynes, Presidente del fondo, ha dichiarato: “Prestiamo ascolto ai nostri sottoscrittori e la cosa per cui hanno insistito maggiormente è stata avere un Fondo immobiliare. Non abbiamo riscontrato particolare interesse per l’Investimento Responsabile”. All'estremità opposta si collocano i sottoscrittori del Pensions Trust, un piano a cui aderiscono molteplici datori di lavoro nel settore degli enti di beneficenza e volontariato. In un recente sondaggio, l’Investimento Responsabile è stato indicato come seconda priorità del fondo dai suoi aderenti, subito dopo i rendimenti finanziari. Le altre opzioni contemplate erano la chiarezza delle comunicazioni da parte del fondo e il mantenimento di un livello minimo di rischio. Il presidente di Pensions Trust, Sarah Smart, ha dichiarato di essere rimasta piacevolmente sorpresa per il grande valore attribuito dai sottoscrittori all’Investimento Responsabile. Tradurre in pratica i loro desideri, però, è abbastanza complicato. Smart puntualizza, infatti, che il costo di un fondo responsabile multi-asset su piattaforma assicurativa costa dai 30 ai 50 bps in più rispetto a un equivalente convenzionale. Quantomeno nel mercato britannico della previdenza a contribuzione definita, ottenere la pensione più alta possibile e investire in società che operano responsabilmente può essere un problema non da poco. 24 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 Il ruolo dei consulenti Il ruolo dei consulenti di investimento varia nei diversi Paesi europei. I dati di Greenwich Associates indicano che il 91% dei fondi pensione nel Regno Unito si avvale di un consulente, ma la percentuale scende ad appena il 33% nel resto dell’Europa continentale. Nella nostra indagine sugli RFP, il 54% dei casi ha previsto il coinvolgimento di un consulente. Anche se i dati sono stati resi anonimi, possiamo dire che la maggior parte dei consulenti sono nomi noti. Abbiamo rilevato che solo il 15% degli intervistati nel campione richiede che i propri consulenti siano firmatari dei PRI. Fra i consulenti a livello globale, l’Investimento Responsabile è attualmente considerato alla stregua della tradizionale analisi finanziaria. Ad esempio, Mercer attribuisce un 'rating ESG' (da ESG1 a ESG4) ai gestori patrimoniali (vedere Tabella 9 sul retro) e Towers Watson adotta un 'Active Ownership Watch' che prevede una valutazione del gestore in termini di analisi e integrazione dei criteri ESG. Ciascuno di questi parametri va ad affiancare l’indicatore convenzionale e i risultati relativi vengono gradualmente integrati nell’analisi tradizionale. Questa separazione può apparire sorprendente. Secondo Emma Hunt, che dirige la sezione investimenti sostenibili presso Towers Watson, comprendere l’impatto che l’integrazione dei criteri ESG determina sulla performance dei portafogli e affinare la capacità dei gestori di aggiungere valore ai portafogli integrando i parametri ESG è un processo in continuo divenire. Towers Watson riconosce l’esistenza di un rapporto organico e in evoluzione fra le istanze ESG. Altri fattori in gioco, gli obiettivi dichiarati e la strategia dei gestori. “Riteniamo che comprendere il processo e la logica adottati dal gestore per l’integrazione dei criteri ESG sia un dato importante, ma niente più di questo", ha precisato Hunt. “Il reale valore dipende dalle capacità del singolo gestore di portafoglio. L’integrazione dei criteri ESG porta il gestore di portafoglio a prendere decisioni migliori?" La reazione dei gestori alla perdita di petrolio della BP ne è un esempio. “Abbiamo intervistato i gestori per capire quale fosse la loro opinione sull'incidente e la loro valutazione delle conseguenze per i loro investimenti. Ci sono state reazioni diametralmente opposte. Alcuni gestori sono andati proattivamente alla ricerca di informazioni interpellando la società, i propri clienti e altri stakeholder per capire meglio quali ripercussioni poteva produrre sugli investimenti una situazione di così estrema gravità e in costante mutamento. Altri hanno assunto un approccio passivo, hanno temporeggiato in attesa di vedere, standosene in disparte, come si sarebbe evoluta la cosa. Abbiamo toccato con mano quanto fosse profonda la conoscenza della società da parte degli investitori e quanto il fattore ESG potesse influire su di essa. Abbiamo visto l’approccio ESG in azione, o in stallo in alcuni casi". Integrazione Olivier Cassin, Responsabile ricerca e sviluppo per la società di consulenza specializzata Bfinance, ha affrontato il tema dell’integrazione. A suo avviso, si contano meno di 10 gestori azionari nel mercato istituzionale europeo che possono dire di avere effettivamente integrato i fattori ESG e i fattori finanziari tradizionali nei propri processi. “A ben guardare, molti acquistano prodotti della ricerca ESG da provider esterni o hanno un ricercatore ESG dedicato senza particolare rilevanza", ha spiegato. “Non è un approccio che definirei integrato”. Bfinance conduce 80 ricerche ogni anno per investitori istituzionali in tutto il mondo, quindi Cassin è nella posizione giusta per commentare. La sua valutazione, però, sorprenderà non pochi operatori dato che attualmente sono 424 i gestori patrimoniali che hanno sottoscritto i PRI in tutto il mondo. Secondo Cassin, il PRI è un quadro di riferimento che tuttavia non richiede particolari sforzi agli aderenti. A suo parere, questa iniziativa è un punto di partenza piuttosto che un traguardo. Difficile contraddirlo considerando che i principi possono essere applicati nel modo ritenuto più opportuno dai singoli firmatari. Nessuno si aspetta che il loro comportamento sia omogeneo, se non nello spirito che lo anima. In qualità di analista degli stili di gestione patrimoniale, Cassin ravvisa una certa difformità nell’approccio e nella performance delle strategie ESG. “Osservando le partecipazioni nei portafogli, si notano alcune predilezioni suggerite da idee ESG divenute popolari come i titoli legati alle biotecnologie o all’energia pulita”, ha osservato. Questa analisi spassionata sarà ben accetta a chi si adopera per ottenere il meglio in favore dei propri beneficiari. Cassin conclude dicendo che alcuni fondi pensione iniziano con una ponderazione ESG relativa, aumentandola e diminuendola durante il processo di selezione man mano che comprendono meglio i diversi stili e fonti di performance. Steve Birch, Responsabile ricerca gestori presso la società di consulenza Hymans Robertson, condivide l’opinione di Cassin che i PRI siano solo un punto di partenza e ha dichiarato: “Quando si tratta di integrare i fattori ESG, la nostra prima domanda è semplice: 'Il gestore è firmatario dei PRI?’”. Secondo Hymans, tuttavia, il livello di integrazione è ciò che conta davvero. “Non ha tanto a che fare con il numero di ricercatori o analisti dedicati, quanto piuttosto con l’efficacia nell’incorporare i fattori ESG nel processo decisionale complessivo", ha osservato. Mentre i PRI fanno ormai parte della due diligence quantitativa, Birch ritiene che solo la valutazione qualitativa riesca a stabilire effettivamente se l’analisi ESG dei gestori aggiunga o sottragga valore per i clienti. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 25 IL RUOLO DEI CONSULENTI Fino a poco tempo fa, i clienti di Hymans nel settore pubblico mostravano un maggior interesse per l'approccio ESG rispetto a quelli del settore privato. “Questa situazione è dovuta essenzialmente alle pressioni esercitate dai membri eletti dei consigli”, ha precisato David O’Hara, Consulente senior di investimento e specialista ESG presso la Hymans Robertson. “Anche se prevediamo che l’interesse da parte dei fondi nel settore pubblico continuerà ad aumentare, ci aspettiamo una crescita dell’attenzione da parte dei clienti privati. La responsabilità sociale d’impresa sta diventando un tema all'ordine del giorno nei consigli di amministrazione ed è probabile che le società passeranno al vaglio il proprio approccio alle questioni ambientali, sociali e di governance a tutti i livelli di attività, ivi compreso il fondo pensione". Il rating dei gestori La ponderazione dei fattori ESG • Implementazione delle prassi di azionariato attivo (mediante la votazione e il coinvolgimento). La nostra ricerca ha rilevato che oltre un quarto delle richieste di offerta trasmesse da fondi pensione europei negli ultimi tre anni menziona i criteri ESG. La valutazione delle risposte ai fini del processo decisionale segue strade diverse. Di seguito, presentiamo un esempio che illustra un metodo comune di integrazione. L’ente amministrativo dell’Avon Pension Fund (£ 2,4 miliardi) nel sud ovest dell’Inghilterra ha recentemente avviato la ricerca di un gestore azionario globale non vincolato. Nel processo iniziale di gara d’appalto, il comitato di investimento del fondo ha stabilito un peso dei fattori ESG pari al 5%. Ha inoltre chiaramente precisato che i PRI avrebbero avuto un ruolo poiché il fondo sta affrontando il percorso per diventare firmatario. Tabella 8: valutazione iniziale dei gestori azionari globali da parte di Avon Pension Fund Processo di investmentio Nel 2010, la società di consulenza per gli investimenti Mercer ha analizzato oltre 3.500 strategie di investimento basate su criteri ESG. Ad ogni gestore, è stato assegnato un rating in base ad una scala di quattro livelli messa a punto da Mercer che va dalla categoria ESG1 (il rating più alto) alla categoria ESG4 (il rating più basso). Perché una strategia riceva il rating ESG1, il team di investimento deve avere dimostrato capacità eccellenti di integrazione dell’approccio ESG e azionariato attivo nei seguenti processi: • Generazione di idee di investimento. • Costruzione di portafogli. • Dimostrazione di impegno a tutti i livelli dell’azienda nei confronti delle istanze ESG. All’estremità opposta della scala, un gestore con rating ESG4 è considerato carente rispetto ai suddetti parametri con una scarsa propensione a migliorare le prassi adottate in termini di integrazione dei fattori ESG o azionariato attivo. Mercer ha dichiarato: “Gli standard che applichiamo nell'assegnazione dei rating naturalmente hanno una componente di soggettività. Certo, avremmo potuto adottare standard più blandi e assegnare un rating ESG1 o ESG2 a un maggior numero di aziende. Tuttavia, la nostra intenzione è distinguere nettamente coloro che, a nostro avviso, stanno compiendo i più grandi passi avanti”. Tabella 9: distribuzione dei rating Mercer sulle strategie di investimento per asset class (fine maggio 2010 - 3.500+ strategie). Corporate governance & Responsible Investment Gestione del rischio e costruzione del portafoglio Azionario Reddito fisso Immobiliare Infrastrutture Private equity Hedge fund Altro Risorse Strutiura aziendale Performance Commissioni Servizio clienti 0% Fonte: www.mercer.com 5% Fonte: www.bathnes.gov.uk 26 Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 10% 15% 20% 25% 30% ESG1 % 1,5 0,0 3,3 0,0 2,8 0,5 0,0 ESG2 % 7,0 2,0 16,7 12,3 24,8 2,5 7,4 ESG3 % 44,2 18,2 55,5 50,9 29,4 19,3 17,0 ESG4 % 47,3 79,8 24,4 36,8 43,1 77,7 75,5 Prospettive future La maggior parte dei fondi pensione europei è tenuto per legge a considerare i fattori ESG. A nostro avviso, un numero crescente di fondi si adegua a questo requisito di legge sottoscrivendo i PRI delle Nazioni Unite, un impegno di carattere globale ad analizzare i fattori ESG e incoraggiare controparti e fornitori di servizi a fare altrettanto. Fra gli investitori europei si contano attualmente oltre cento firmatari dei PRI e la presente indagine si è proposta di esaminarne l’influenza nel contesto più ampio dell’Investimento Responsabile. Un rapporto commissionato dalle Nazioni Unite nel 2009 ha sostenuto che una percentuale minima dei proprietari di asset firmatari dei PRI stava effettivamente promuovendo l’accoglimento di questi standard nell’industria finanziaria. I risultati della nostra indagine indicano che la percentuale, minima nel 2009, è andata aumentando di anno in anno. Secondo i nostri dati, il 17% degli RFP trasmesse quest’anno chiede esplicitamente ai gestori candidati di specificare se sono firmatari dei PRI. Tenendo presente che la rete PRI è stata costituita solo nel 2006, l’adozione di standard internazionali può considerarsi senz’altro avviata. Come dimostra l’esempio di Unipensions in Danimarca menzionato in precedenza, l’adesione ai PRI non è facoltativa per i provider di servizi: gli investitori stanno ormai circoscrivendo la concessione di appalti solo a quelle imprese commerciali che dimostrano un serio impegno sul fronte delle istanze ESG. Il presidente del programma PRI Donald MacDonald ritiene che, fra i membri, le attività di investimento collettivo prenderanno il sopravvento sulla tendenza corrente a preferire attività di engagement. Inoltre, è convinto che il Consiglio di Amministrazione debba restare nelle mani gli investitori e non dei gestori per evitare eccessive pressioni commerciali. È una buona notizia per i fondi pensione piccoli e grandi poiché si prospetta la possibilità di lavorare insieme, superando i confini nazionali, per realizzare Investimenti Responsabili in un’atmosfera collaborativa con soggetti connessi alle negoziazioni, ma senza un’eccessiva prossimità. Nel contempo, come ha evidenziato Olivier Cassin di Bfinance, i PRI sono solo un punto di partenza, un quadro di riferimento. Gli addetti ai lavori all’interno della stessa organizzazione li definiscono un “grande ombrello”. E c’è ancora molta strada da fare, come hanno sottolineato numerosi fondi pensione olandesi intervistati nella nostra indagine. 8 Oliver Fondamentalmente, non vi sono prove definitive che i gestori ESG conseguano rendimenti ponderati per il rischio superiori rispetto ai gestori convenzionali. Alcuni fondi pensione all’avanguardia come quello del consiglio di contea del Nottinghamshire hanno abbandonato i mandati responsabili dopo alcuni anni di sottoperformance. Analogamente, la perdita di petrolio della BP nel Golfo del Messico non ha certo contribuito a dimostrare che gli analisti ESG siano più lungimiranti. Per la maggior parte, infatti, sembravano soddisfatti quanto gli altri investitori per i processi attuati dalla BP e dai suoi appaltatori8. Si potrebbe dire, però, che il mondo ha bisogno di potenziare l'analisi ESG, non di ridurla. L’approccio ESG, in fondo, non è un’alternativa all’investimento tradizionale, si tratta piuttosto di una metodologia per analizzare gli investimenti che si affianca allo screening di dati finanziari e presentazioni dei dirigenti. Integrare i fattori ESG converrebbe perché si acquisisce una visione maggiormente interdisciplinare. I risultati della nostra indagine indicano che i fondi pensione comprendono questo aspetto, ma alcuni non dispongono delle risorse necessarie per finanziare una visione più ampia delle cose. La collaborazione tramite il PRI e nell’ambito di forum regionali e nazionali potrebbe risolvere il problema. Ignorare ciecamente i fattori ESG non è prudente, soprattutto se si considera la crescente ondata di normative adottate in questo campo che ricadono sulle imprese destinatarie degli investimenti. Tutto, dalle emissioni di CO2 allo smaltimento dei rifiuti fino alla sicurezza, diventa più costoso. Nello stesso tempo, le autorità di regolamentazione nazionali e finanziarie si aspettano sempre di più che gli investitori istituzionali aumentino gli sforzi per monitorare la conformità a tali normative delle società nelle quali investono. I fondi pensione non devono assumere il ruolo di paladini dell’approccio ESG. Alcuni esponenti di spicco firmatari dei PRI che abbiamo intervistato hanno descritto come neutrale il proprio atteggiamento. L’approccio più adatto sembra quello di sostenere la valutazione delle attività aziendali oltre i puri e semplici dati finanziari senza fare supposizioni su cosa rivelerà il supplemento di indagine. I PRI vengono correttamente descritti come un quadro di riferimento. Il modo in cui ci si muove all’interno di questo quadro varia da istituzione a istituzione. Questo rapporto, tuttavia, dimostra che un numero crescente di fondi pensione sta prendendo in considerazione i fattori ESG nei propri processi. Aumenta anche la percentuale di fondi che ricorre alle capacità congiunte messe a disposizione dai PRI per conseguire tale obiettivo. Bonnet, Direttore Investimenti Responsabili presso l'ERAFP ha citato come eccezione la tedesca Oekom. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 27 Cenni biografici sugli autori Cindy Rose è Responsabile della ricerca SRI all’interno del team azionario globale di Aberdeen Asset Management. Conduce ricerche e analisi sugli investimenti socialmente responsabili di imprese nelle quali investono fondi a vocazione etica. Cindy Rose è entrata in Aberdeen con l’acquisizione, avvenuta nel 2000, di Murray Johnstone con sede a Glasgow. In questa società, ricopriva il ruolo di redattrice e web editor per gli investimenti. In precedenza, ha lavorato per il tribunale tributario degli Stati Uniti a Washington DC. È in possesso di una laurea magistrale in letteratura comparata conseguita presso l'Università di Edimburgo. Brendan Maton è un giornalista e ricercatore freelance. Si occupa del sistema previdenziale europeo da 15 anni. Ha lavorato per otto anni nel gruppo Financial Times e collabora tuttora con il FTfm. Partecipanti A 3M Spain & Portugal Abelio ACGME (Association de Retraite des Cadres du Groupe Mornay Europe) Adecco AEA Technology plc AG2R Prevoyance AGBAR Grupo - Sociedad General de Aguas de Barcelona Ahold St. Psf. Air Liquide Akzo Nobel Alliance & Leicester Anima Arti & Mestieri Fondo Pensione Aperto AP Fonden 1 Araba Eta Gasteiz Aurrezki Kutxa II Arvika Kommun Atlanticomnium ATP Private Equity Partners Ausgleichsfonds derAHV (Alters- und Hinterlassenversicherung) AVIVA Ballangen Kommune Banco Popular Banque Cantonale de Geneve Banque de Patrimoines Privees Baring Asset Management France Barnardo's Bergen Kommunale Bfinance BKK - Schwarzwald-Baar-Heuberg Bobst British Broadcasting Corporation BT Pension Scheme Caisse de Pension du Commite International de la Croix Rouge Caisse Paritaire de Prevoyance de l'Industrie et la Construction CAMARCA (Caisse Mutuelle Autonome de Retraites Complementaires Agricoles) CAP Gemini Ernst & Young France CAPGemini UK CARCEPT (Caisse Autonome de Retraites Complementaires et de Prevoyance du Transport) Cardiff Council Carillion plc CARMF (Caisse Autonome de Retraite des Medecins Francais) CARPIMKO (Caisse Autonome de Retraite et de Prevoyance des Infirmiers, Masseurs-Kinesitherapeutes, etc.) Caser Gestora de Fondos de Pensiones CEMEX UK CERN Pension Fund (European Organisation for Nuclear Research) A Alcuni 28 partecipanti hanno chiesto di rimanere anonimi Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 CGRCR (Caisse Generale de Retraite des Cadres par Repartition) CIA (Caisse de Prevoyance du Canton de Geneve) Co-operative Cornwall County Council Costain Group plc CPEV - Caisse de Pension L'Etat de Vaud Credit Cooperatif Cyngor Gwynedd Council Danica Pension De Eendragt Pensioen De La Rue plc Degussa UK Services Ltd. Deloitte Deutsche Bank DHL DIP (Danske civil og akademiingeniorers Pensionskasse) EADS Deutschland Electricite de France (EdF) Electronic Data Systems Ltd. Endesa ENPAV (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Veterinari) Environment Agency Pension Fund ERAFP - Etablissement de Retraite Additionnelle de la Fonction Publique Ergo Lebensversicherung Ericsson Essex County Council Esso Benelux 'Protector' Etablissement De Retraite Additionelle De La Fonction Publique Ethicon S.A.Johnson & Johnson Ethos European Central Bank European Patent Office Eurosif Evangelische Zusatzversorgungskasse Darmstadt Experian F. Uhlmann-Eyraud Ferrocarril Metropolita de Barcelona FIATC Seguros Fondation de Prevoyance Edipresse Fonditel (Telefonica de Espana) Fondo Pensione Aperto Unipol Fondo Pensione Dipendenti Gruppo SEA Fondo Pensioni CARIPLO Fondo Scuola ESPERO FondoSanita Fondsfinans Forum For Sustainable Finance (Italy) Freudenberg & Co. KG FunktionaerPension Gallaher plc Geroa Pentsioak EPSV GKN plc Goldman Sachs International Government Pension Fund - Norway Groupe Burelle Hamburg Notarversorgungswerk Hampshire County Council Hapag Lloyd HeidelbergCement Helvetia Versicherungsgesellschaft Hewlett-Packard Highland Council House of Fraser (Stores) Ltd. Hymans Robertson Industriens Pensionsforsikring ING Pension Fund Ingersoll-Rand International Ltd. Inside Pensions InterContinental Hotels plc Jaguar Land Rover Kellogg Brown & Root (UK) Ltd. Kodak Koelner Pensionskasse KP - Konsumentkooperationens Pensionsstiftelse KLP Lafarge UK Landkreis Schaumberg Landstinget Gavleborg Liverpool Victoria Friendly Society Ltd. Lloyd's Register Logica London Borough of Brent London Borough of Croydon London Borough of Hackney London Borough of Redbridge London Borough of Tower Hamlets LVM Pensionsfonds LVMH Louis Vuitton-Moet Hennessy Mediafond Mercer Metalektro (PME) (MN Services) Midcounties Co-operative Nestle Neue Leben Pensionskasse Next Norrbottens Landsting Northern Ireland Local Government Officers' Superannuation Committee Nuclear Decommissioning Authority Nykoping Kommun Old Mutual plc Opplysningsvesenets Fond Ove Arup & Partners International Ltd. Palmer & Harvey McLane Ltd. Peek & Cloppenburg PensionDanmark Pensionskasse der Griesser Pensionskassen for Sygeplejersker The Pensions Trust Pinsent Masons Pirc Probus Compagnie Procter & Gamble Provident Financial plc Provisum PSA Peugeot Citroen Realdania Rolls-Royce & Bentley Rolls-Royce plc Sanofi Aventis Pharma Ltd. Sacker & Partners Selex SIDECO Simon Group plc SNS Reaal Pension Fund Societe Generale Somerfield Somerset County Council South Tyneside Metropolitan Borough Council South Yorkshire Integrated Transport Authority Spar Handels Spoorweg St. Psf. SSE plc St. Bpf. voor de Agrarische en Voedselvoorzieningshandel St. Bpf. voor deMedia PNO St. Psf. Elsevier-Ondernemingen St. Psf.TDV States of Jersey Statoil Pensjonskasse Stichting Co-op Pensioenfonds Stichting Nedlloyd Pensioenfonds Stichting Pensioenfonds IBM Nederland Stork Strathclyde Surrey County Council Svedala Kommun Svenska Kyrkan Swatch Group Tate & Lyle plc Taylor Wimpey plc Telia Pensionsstiftelse Thales Nederland St. Psf. Thales UK Total UK Towers Watson Trelleborgs Kommun Tyco Electronics UK Ltd. UKSIF Vallourec Veolia Environnement Versorgungswerks der Architektenkammer NRW Vervoer Vinci plc Vita Group Vittoria Assicurazioni Vodafone Ltd. Volker Wessels Stevin Waterbouw St. Bpf. Weir Group plc Wesleyan Assurance Society Westland Helicopters Ltd. West Midlands Pension Fund West Pensionskasse & Pensioenfonds William Hill plc Wiltshire County Council Wincanton plc Xerox Ltd. Pensions Intelligence White Paper ESG 2010 29 www.aberdeen-asset.it Informazioni importanti: © Aberdeen Asset Management È vietata la riproduzione elettronica o a stampa del presente rapporto in qualsiasi sua parte senza il preventivo consenso scritto di Aberdeen Asset Management. Pensions Intelligence è un servizio offerto da Aberdeen Asset Management. 2504859