Pensions Intelligence

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Pensions Intelligence
Pensions
Intelligence
Ambiente, etica & governance:
I'approccio degli Investitori
Istituzionali in Europa
Questa ricerca nel Pensions Intelligence promossa da Aberdeen si occupa dell’importanza crescente che i fondi pensione di
Regno Unito e in Europa continentale attribuiscono alle tematiche ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle rispettive
strategie di investimento. Mi auguro che i risultati della nostra indagine siano di vostro interesse.
La ricerca è stata svolta fra i mesi di giugno e settembre 2010, analizzando 400 RFP inviate ad Aberdeen Asset Management da
parte di investitori istituzionali europei a partire dal 2008. Abbiamo Inoltre condotto indagini telefoniche su quasi 200 fondi
pensione europei e numerose interviste individuali con altri professionisti del mondo della previdenza. Le società e gli enti
pensionistici che hanno preso parte allo studio sono elencati al termine del presente rapporto e a loro vanno i nostri più sentiti
ringraziamenti per la collaborazione prestata. Desidero inoltre ringraziare gli autori Brendan Maton e Cindy Rose per l’analisi
efficace e approfondita che hanno condotto.
Infine, vorrei precisare che le nostre ricerche Pensions Intelligence non riservate ai clienti di Aberdeen. ma sono aperte a tutti i
professionisti del settore della previdenza, poiché siamo persuasi che spesso le soluzioni migliori siano il frutto della più ampia
partecipazione possibile.
Dominic Delaforce
Responsabile fondi pensione Regno Unito
Aberdeen Asset Management
Settembre 2010
Premessa
Al termine di meeting tenutosi a Londra all’inizio dell’anno,
mi trovavo in albergo a sorseggiare un drink e ho iniziato
a conversare con altri due ospiti. Erano due meteorologi,
ovviamente esperti di regimi e cambiamenti climatici.
Quando hanno saputo che mi occupavo di un fondi pensione,
la conversazione si è animata. “I fondi pensione dovrebbero
prendere in mano le redini della situazione”, ha detto uno di
loro. “Se uniste le forze, potreste davvero cambiare il mondo.
Scommetto che non ha neppure sentito parlare dei fattori
ESG…”.
Avere avuto una simile conversazione con due perfetti
sconosciuti, che erano esperti del clima e non certo
professionisti del settore previdenziale, dimostra quanto
le tematiche ambientali, sociali e di governance siano
fortemente sentite, non solo nel mondo degli investimenti
finanziari, ma anche fra le persone comuni.
Com’è ovvio, tuttavia, la consapevolezza porta con sé
delle responsabilità. Fin dal 2006, l’iniziativa Principi di
Investimento Responsabile (PRI), con il sostegno dell’UNEP-FI
(partnership globale tra il Programma per l’Ambiente delle
Nazioni Unite e il settore finanziario) e il Global Compact
dell’ONU, si propone di convincere gli investitori istituzionali
della necessità di integrare i principiESG nel loro operato
fornendo linee guida in materia. I principi ispiratori sono
sei e insieme danno vita a una piattaforma comune in cui
amministratori fiduciari, professionisti degli investimenti e
gestori di fondi possono incontrarsi, discutere, imparare e
organizzarsi per assumere decisioni più consapevoli sul modo
in cui viene investito il patrimonio dei nostri beneficiari.
Come dimostra questa ricerca, i PRI non sono un
atteggiamento di facciata e “Investimento Responsabile”
non è una semplice etichetta. Nel perseguire gli obiettivi
di investimento secondo il miglior interesse a lungo
termine degli investitori, ci adoperiamo per acquisire una
comprensione autentica e pervenire ad una valutazione
complessiva dei fattori che incidono sui nostri portafogli,
dagli shock climatici in Russia ai diritti dei lavoratori in Cina.
Posso affermare con orgoglio che, nell'arco di quattro anni,
oltre 200 fondi pensione hanno abbracciato questa causa.
Invito anche voi ad aderire, fiducioso che vogliate contribuire
al benessere comune.
Donald MacDonald
Presidente
PRI
Indice
Introduzione1
Sintesi3
Il quadro normativo
5
L’approccio ai fattori ESG in Europa
7
Francia
9
Germania
10
Italia
11
Paesi Bassi
12
Paesi nordici
13
Svizzera
14
15
Regno Unito
Il ruolo dei consulenti
17
Prospettive future
19
Introduzione
Ambiente, etica e Governace ( ESG), sono fattori che stanno
assumendo un rilievo crescente nelle pratiche tradizionali
di investimento a livello globale. Spesso definiti come gli
aspetti extra-finanziari di una società, i fattori ESG vengono
considerati in misura crescente come un nodo centrale
della miriade di funzioni che concorrono a creare il business
di una società e che hanno un impatto diretto, sebbene
inadeguatamente quantificato, sugli utili.
Aberdeen Asset Management è tra i firmatari dei Principi
di Investimento Responsabile delle Nazioni Unite. Come
società di gestione patrimoniale, attribuiamo un ruolo
centrale al coinvolgimento diretto nelle imprese destinatarie
degli investimenti e alle tematiche ESG nel nostro processo
azionario. Abbiamo quindi sponsorizzato questa ricerca
di Pensions Intelligence per scoprire in che modo i fondi
pensione europei stanno integrando la filosofia ESG nella
gestione dei loro patrimoni. Il lato negativo di un’indagine
come questa è che spesso gli intervistati rispondono in
termini intenzionali, affermando che i loro asset sono investiti
tenendo conto delle istanze ESG, invece di ammettere che
questi fattori sono raramente considerati fra i requisiti
richiesti ai gestori.
La nostra ricerca ha rilevato che una minoranza crescente
di istituti in Europa richiede ai gestori degli investimenti di
comunicare la loro politica ESG e, in molti casi, di dimostrare
il loro impegno in materia con l’adesione a enti come il UN
PRI. Questo requisito, sostenuto dalle leggi in materia, non
solo rafforza l’idea che le strategie ESG stiano destando
l'interesse crescente di investitori con la forza contrattuale
per richiederne l’applicazione, ma segnala anche una
tendenza verso cambiamenti di ampia portata nella gestione
degli investimenti: le società non possono più proporsi
esclusivamente come un investimento finanziario, ma devono
anche dimostrare di essere aziende ad alta responsabilità
sociale e i gestori sono tenuti a considerare questo aspetto
nelle loro decisioni di investimento.
Cindy Rose
Responsabile della ricerca SRI
Aberdeen Asset Management
La nostra ricerca ha l’ambizione di svelare la realtà dei fatti,
per quanto riguarda fondi pensione e altri grandi investitori
di lungo termine in Europa, chiedendo loro in che misura i
parametri ESG vengono presi in considerazione nel processo
di ricerca un nuovo gestore per il proprio patrimonio.
Oltre ad analizzare gli RFP, nell’ambito dell’indagine abbiamo
intervistato anche esponenti di 200 fondi pensione e
previdenziali e altri investitori istituzionali in tutta Europa.
Che nel complesso, gestiscono un patrimonio superiore a
€ 290 miliardi.
La nostra tesi è che se i fondi pensione si dimostrano
interessati e richiedono l’integrazione dei parametri ESG
nelle strategie di investimento, i gestori saranno sempre più
propensi ad offrire prodotti pensati in questi termini.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
1
Sintesi
Punti chiave
•
La metà circa dei fondi pensione analizzati ha un
opinione positiva dell’approccio ESG.
•
Circa due terzi dei fondi analizzati adottano una
politica ESG.
•
Il 17% dei fondi ha già sottoscritto i PRI. I gestori
patrimoniali dell’11% dei fondi analizzati hanno già
sottoscritto i PRI.
•
Nel 2010, il 17% degli RFP prevedeva di specificare se i
gestori avessero sottoscritto i PRI.
•
Un ulteriore 14% dei fondi pensione sta prendendo
seriamente in considerazione l’idea di sottoscrivere i
PRI.
Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010
Tutti gli amministratori delegati conoscono la sigla ESG,
che sta per Environmental, Social and Governance ovvero
criteri ambientali, sociali e di governance. Questi fattori
extra-finanziari stanno assumendo un ruolo sempre più
importante nel mondo commerciale. In Paesi come la Francia,
la comunicazione delle politiche ESG adottate è obbligatoria
da nove anni per le società quotate.
Per quanto sia ormai ampiamente riconosciuto che
l’Investimento Responsabile è destinato a crescere in
popolarità, questa indagine dimostra fatti alla mano che
la percentuale di mandati in cui i fattori ESG costituiscono
requisito è andata aumentando in quasi tutte le categorie,
ma soprattutto nel segmento azionario. Secondo i dati
sulle richieste di offerta pervenute ad Aberdeen Asset
Management, nel 2008 appena un quarto di tali richieste per
il comparto azionario menzionava specificamente i parametri
ESG. Nel primo semestre del 2010, la percentuale è salita al
50% (vedere Tabella 1).
In altre parole, gli investitori istituzionali europei sono ormai
prossimi a sancire la centralità dei fattori ESG. In questo
caso, si avvererebbe addirittura con qualche anno di anticipo
la previsione contenuta in un importante studio di Mercer
condotto nel 2004, in cui i gestori patrimoniali affermavano
che nel giro di dieci anni lo screening positivo o negativo
sarebbe diventato un’attività convenzionale.
Tuttavia, questo rapporto ha dedicato particolare attenzione
all’importanza che riveste il programma UN PRI nel
panorama europeo. Lanciata nel 2006, l’iniziativa PRI
delinea un codice di condotta valido per tutte le tipologie
di investitori nel mondo. Trattandosi di un codice fondato
su principi e non avendo carattere prescrittivo, non limita
l’eterogeneità delle istanze ESG. Il PRI, tuttavia, si prefigge
di promuovere i principi etici. Emma Hunt, Direttrice degli
Investimenti Responsabili presso la società di consulenza
Towers Watson, ritiene che l’UN PRI sia il meccanismo più
importante di promozione della filosofia ESG.
Nei primi sei mesi dell’anno, il 17% degli RFP esaminate in
questo rapporto e inviate da investitori istituzionali europei
chiedeva se i candidati alla gestione del loro patrimonio
fossero firmatari dei PRI. Questo dato corrisponde al 40%
di tutti gli RFP segmento azionario e ad oltre l'80% di quelli
contenenti criteri ESG (vedere Tabella 2 sul retro).
Tabella 1: RFP per il comparto azionario e del reddito fisso
che prevedono requisiti ESG specifici (%)
50
40
30
20
10
0
Azioni
2008
Reddito fisso
2009
1° semestre 2010
Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010.
Non tutti i mandati oggetto dello studio sono identici. Alcuni
danno maggiore importanza alla corporate governance,
altri invece sono più orientati alla sostenibilità ambientale.
Quella ESG non è una filosofia omogenea. La variabilità delle
possibili istanze ESG rende sconsigliabile andare alla ricerca
di una logica univoca dietro la crescente popolarità dei suoi
elementi.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
3
SINTESI
Le linee guida UN PRI
Tabella 2: presenza della domanda
“Il gestore candidato ha sottoscritto i PRI?” negli RFP
1.
Integrare parametri ESG nell’analisi finanziaria e nei
processi decisionali riguardanti gli investimenti.
2.
Assumere il ruolo di azionisti attivi e integrare
parametri ESG nelle politiche e nelle pratiche di
azionariato.
3.
Esigere un’adeguata comunicazione sulle istanze
ESG dalle società in cui si investe.
4.
Promuovere l’accettazione e l’implementazione dei
Principi all'interno dell'industria finanziaria.
5.
Collaborare con gli altri firmatari per rendere più
efficace l’applicazione dei Principi.
6.
Rendicontare le attività svolte e i progressi
conseguiti nell’attuazione dei Principi.
2008
2009
1° semestre
2010
0
10
20
30
40
50
Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010.
Fonte: www.unpri.org
L’adesione a questo protocollo comporta che un numero
crescente di fondi pensione escluda il ricorso a gestori
patrimoniali commerciali che non abbiano sottoscritto i
Principi di Investimento Responsabile. Alcuni investitori
istituzionali sono disposti ad accettare che i candidati idonei
si impegnino a conseguire lo status di firmatario dei PRI. Per
altri, invece, l’appartenenza alla rete del UN PRI è un requisito
imprescindibile.
La conformità ai Principi di Investimento Responsabile non è
una pura formalità. Richiede un impegno autentico e non può
essere conseguita solo in modo superficiale. Come suggerisce
il sesto principio elencato sopra, ciascun firmatario deve
sottoporsi a una verifica annuale del suo operato. Il personale
amministrativo del PRI attua le procedure necessarie a spese
4
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
del firmatario. I soggetti che non soddisfano gli standard,
vale a dire coloro che non vivono pienamente lo spirito
dell’Investimento Responsabile, vengono incoraggiati ad
aumentare gli sforzi oppure vengono esclusi dalla rete.
Per questo motivo, il PRI sta diventando lo standard globale
di riferimento in materia di Investimento Responsabile. Il
segretario generale dell’ONU Ban-Ki Moon ha dichiarato nel
2008: “È giunto il momento di creare incentivi di mercato che
premino gli investimenti a lungo termine”.
Includere la sottoscrizione dei PRI fra i requisiti per
aggiudicarsi nuovi contratti è forse l’incentivo di mercato più
potente che si possa immaginare per l’industria della gestione
patrimoniale.
Il quadro normativo
È troppo semplicistico vedere nell’Investimento Responsabile
un modo per "fare del bene", come se si trattasse di una
forma di beneficienza associata allo scopo primario di
risparmiare per la pensione.
Questa idea non è corretta, ma è tuttora diffusa. Un
intervistato italiano ha seccamente osservato: "Chi
cerca l'etica può trovarla in chiesa". La maggior parte dei
corpus legislativi precisa chiaramente che il consiglio
di amministrazione di un ente previdenziale deve agire
nel migliore interesse finanziario dei suoi aderenti e non
subordinare la sorte del fondo pensionistico alla propria
concezione etica.
Questa distinzione è ben presente nel sistema britannico
fin dal 1887, quando Lord Halsbury sentenziò: "Le buone
intenzioni di un fiduciario non possono giustificare la
proprietà di un investimento"1.
Oppure, come ha osservato un gestore di fondi pensione
britannico che ha partecipato alla nostra indagine 133
anni dopo: “Un fondo deve produrre utili anche se non è
socialmente responsabile”.
Fin qui, niente da eccepire. Ma le cose sono cambiate negli
ultimi dieci anni, da quando sono state introdotte leggi che
impongono ai fondi pensione di tenere in considerazione
le istanze ESG. Istituito per la prima volta nel Regno Unito
nell’anno 2000, questo obbligo è stato poi applicato in
termini simili agli enti previdenziali di molti altri Paesi del
mondo.
D’un sol colpo, i legislatori hanno imposto agli investitori
di pensare anche al resto del mondo. È un approccio molto
diverso dalla posizione di Lord Halsbury che proibiva ai
fiduciari di lasciarsi influenzare dalle proprie convinzioni
etiche.
La nuova legislazione, tuttavia, non entra nel merito delle
strategie di investimento dei fondi poiché rischierebbe di
esautorare il Consiglio di Amministrazione. La legge prescrive
semplicemente che gli enti previdenziali debbano tenere in
considerazione i parametri ESG.
Nell’applicazione di tali disposizioni, i consigli di
amministrazione potrebbero giungere alla conclusione
che questi cosiddetti “fattori extra-finanziari” coadiuvano
l'obiettivo principale di massimizzare i rendimenti (o evitare
perdite gravi) a vantaggio dei sottoscrittori.
Un intervistato presso una grande società di ingegneria ha
dichiarato che le considerazioni finanziarie devono prevalere,
ma l’ente previdenziale sta assumendo un atteggiamento
sempre più favorevole alle istanze ESG poiché le priorità
finanziarie e quelle ambientali stanno iniziando a correlarsi.
1
“La perdita di petrolio della BP nel Golfo del Messico dimostra
che vale la pena investire in titoli di aziende operanti nel
settore dell’energia pulita", ha osservato.
Se la correlazione fra considerazioni finanziarie e ambientali
sta effettivamente aumentando, allora l’Investimento
Responsabile (che presta maggiore attenzione alle tematiche
ambientali rispetto ad un investimento convenzionale) non
è un modo per “fare del bene”, bensì un mezzo concreto per
realizzare il migliore interesse dei sottoscrittori.
Ma i fondi pensione europei possono giungere a tale
conclusione solo impegnandosi in prima persona su questo
fronte. Ad esempio, nessuna legislazione li obbliga a
occuparsi del riscaldamento globale.
L’eterogeneità dei punti di vista all’interno del nostro
campione di ricerca dimostra che il livello di considerazione
dedicato alle tematiche ESG varia sensibilmente.
Il direttore finanziario di una major francese nel settore
dell’energia ci ha raccontato che due anni fa ha istituito
un comitato per la politica aziendale interna in materia di
Investimento Responsabile costituito da economisti, filosofi e
specialisti della finanza.
Al contrario, il gestore del fondo pensione di una
multinazionale chimica ha dichiarato di avere fatto il minimo
indispensabile per ottenere la conformità poiché le istanze
ESG non sono attualmente una priorità di investimento.
I fondi pensione attribuiscono un’importanza variabile
alle tematiche ESG. “I comportamenti sono cambiati
poiché il sentire generale vede nell'Investimento
Responsabile ‘una cosa buona’", ha commentato
Andrew Bradshaw, socio dello studio legale Sackers, nel
Regno Unito. “Ma sussiste ancora un ampio margine di
discrezionalità ed è estremamente difficile perseguire i
Consigli di Amministrazione perché hanno preso decisioni
di investimento ‘sbagliate’. Diciamo che se tutto il
patrimonio venisse investito in una miniera di latta in
Guatemala e la miniera fallisse, i motivi per reclamare
sarebbero ovvi. Ma è arduo mettere in discussione un
Consiglio di Amministrazione che agisce ragionevolmente”.
Se i fondi pensione sono liberi di scegliere la propria
strategia di investimento fintanto che agiscono secondo
criteri prudenziali, qual è lo status giuridico del UN PRI? I
pronunciamenti delle Nazioni Unite non sono vincolanti per
alcuna legislazione nazionale. I Principi che abbiamo elencato
a pagina 4 non sono in alcun modo specifici. È perfettamente
possibile che i firmatari adottino approcci diversi seguendo
una propria interpretazione degli stessi Principi.
Learoyd vs. Whiteley
Pensions Intelligence ESG White Paper 2010
5
IL QUADRO NORMATIVO
“I PRI vanno ad affiancare la Dichiarazione sui principi
di investimento britannica”, precisa Penny Shepherd,
Presidente del UK Social Investment Forum.
La legislazione nazionale grava sui singoli enti previdenziali.
Numerosi intervistati nell’ambito della nostra indagine hanno
affermato di non avere le risorse per condurre ricerche su
tematiche ESG. Ma è proprio su questo fronte che il PRI
interviene offrendo la possibilità di accomunare gli sforzi
di ricerca per scoprire dove e quando i fattori ESG fanno la
differenza. Il programma PRI istituisce quindi uno scambio
di informazioni tra confini nazionali. La maggior parte dei
membri che compongono il Consiglio di Amministrazione
del PRI sono enti pensionistici no-profit. “È importante
che il Consiglio di Amministrazione mantenga l’attuale
composizione per evitare pressioni commerciali”, ha spiegato
il Presidente Donald MacDonald.
In conclusione, sarebbe un’assoluta ingenuità presumere
che I’attenzione ai fattori extra-finanziari sia iniziata con il
primo prodotto definito “Investimento Responsabile” o con
la riforma britannica dei fondi pensione che ha modificato
la Dichiarazione dei principi di investimento dieci anni
fa. Nel contempo, la passione per la quantificazione che
contraddistingue l’industria finanziaria consente ai fiduciari
dei fondi pensione e ai loro consulenti di analizzare i veicoli
di Investimento Responsabile rispetto alle controparti
tradizionali in termini di rischio e rendimento. Alcune
fra le maggiori società di consulenza stanno cercando
di evitare questa compartimentazione sottoponendo i
gestori patrimoniali a un processo di analisi maggiormente
interdisciplinare.
Simili cambiamenti sono ben accetti poiché la filosofia ESG
consiste appunto nell’assumere una visione di tal genere. La
questione risulta evidente sul fronte giuridico. Legalmente, i
consigli di amministrazione dei fondi pensione sono tenuti
semplicemente a considerare i fattori ESG. Ma non è così
per molte organizzazioni alle quali essi prestano denaro o
nelle quali investono. Le nuove normative sulle istanze ESG
stanno ampliando la propria portata arrivando a includere
un numero crescente di attività commerciali e permeando
la rete sociale. Le società destinatarie di investimenti e
le autorità locali in tutto il mondo devono sostenere un
carico crescente di obblighi, da tariffe e controlli più severi
sullo smaltimento dei rifiuti al diritto del lavoro nei mercati
emergenti fino alla divulgazione degli stipendi dei dirigenti.
La rilevanza dei fattori ESG per chi gestisce il risparmio
pensionistico è dunque determinata prevalentemente da
disposizioni normative che agiscono indirettamente piuttosto
che dall’effettiva disciplina sugli enti previdenziali.
6
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
Corporate governance
Nel 1980 la Commissione Wilson, presieduta dall’ex
primo ministro Sir Harold Wilson, presentò un rapporto
al Parlamento britannico sul funzionamento degli
istituti finanziari. Fra di essi, comparivano investitori
obbligazionari che l’anno precedente avevano spinto i tassi
di interesse al 17%.
Questo aumento record venne imputato a un cosiddetto
‘gilt strike’ o ‘sciopero sui gilt’, una definizione che esprime
chiaramente l’opinione di allora sugli istituti finanziari,
considerati improduttivi per il funzionamento del Paese
quanto i sindacati militanti.
Il governo Thatcher avrebbe presto liberalizzato i mercati
finanziari, ma il timore di essere tacciati di aggressività ha
tormentato a lungo gli investitori istituzionali. Nel Regno
Unito così come nel resto d’Europa, la voce di obbligazionisti
e azionisti è rimasta piuttosto deferente nei riguardi degli
emittenti sovrani e corporate.
Da un punto di vista giuridico, l’attivismo degli azionisti
nella sua forma odierna è nato negli Stati Uniti. Fin dagli
anni Sessanta, i fondi pensione avevano utilizzato i propri
investimenti per finalità di ordine politico e morale, come le
proteste contro i fabbricanti di armi che rifornivano l’esercito
statunitense impegnato in Vietnam o la lotta per i diritti dei
gay. Campagne del genere erano organizzate ad hoc. Ma nel
1994, il Ministero del Lavoro ha stabilito che i fondi pensione
devono occuparsi del rispettivo patrimonio agendo su tre
fronti: il capitale, i dividendi e il voto.
Come ha osservato Robin Ellison, Responsabile pensioni
presso lo studio legale Pinsent Masons: “È stato il
riferimento al voto, sino ad allora per lo più ignorato
come asset dei fiduciari, che ha sancito la nascita della
corporate governance. Da quel momento, i fondi pensione
hanno dovuto dimostrare, come parte della gestione
patrimoniale, che ove richiesto hanno valutato quale
uso fare del diritto di voto conferito loro dalle azioni
possedute”.
Recentemente, alcuni fondi pensione europei hanno iniziato
ad avvalersi delle opportunità offerte dalla legislazione
statunitense partecipando a class action contro grandi
società del Paese. Ma la conseguenza di maggior rilievo
prodotta dalla riforma del 1994 consiste nell’obbligo per
società e azionisti di divulgare maggiori informazioni sulla
politica adottata in materia di governance.
Menzionare queste leggi è importante poiché, a differenza
di altri aspetti legati allo scenario ESG, esse introducono un
elemento di obbligo. Ad esempio, gli investitori istituzionali
in Francia, Paesi Bassi e Portogallo devono rendere pubbliche
le votazioni degli azionisti. Il parlamento svizzero sta ancora
meditando se obbligare gli azionisti istituzionali a esprimere il
proprio voto in merito a tutte le risoluzioni societarie.
L’intenzione originale della Commissione Europea sarebbe
stata quella di imporre agli investitori con sede nell’UE di
rendere pubblica la propria politica di voto e le votazioni
espresse. Anche se questo intento si è poi smorzato,
risulta evidente che il mondo sta entrando in un periodo
di attivismo degli azionisti decisamente più organizzato
rispetto allo ‘sciopero sui gilt’ e le proteste contro la guerra in
Vietnam degli anni Settanta.
Tornando al 1980, la Commissione Wilson propose
alcune idee rivoluzionarie, come la creazione di un fondo
investimenti nazionale del valore di £ 2 miliardi finanziato
dagli enti previdenziali e dai proventi ricavati con l’estrazione
di petrolio e gas nel Mare del Nord. Si sarebbe trattato di uno
dei primi fondi sovrani di investimento.
I membri della Commissione, però, non concordavano sul
fatto che il fondo servisse a migliorare i finanziamenti di
capitale. Un gruppo dissenziente riteneva che sarebbe stato
più opportuno “incoraggiare contatti diretti fra compagnie
assicurative del ramo vita e fondi pensione da un lato e
destinatari dei loro investimenti dall’altro”.
Il fondo sovrano britannico non venne mai istituito.
Tuttavia, occorre dire che, dopo i casi Cadbury, Greenbury,
Hampel, Myners e Walker Reports per restare nel Regno
Unito, la comunicazione tra fondi pensione e Consigli di
Amministrazione aziendali è effettivamente migliorata.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
7
L’approccio ai fattori ESG in Europa
Un numero crescente di fondi pensione europei si aspetta che
i propri gestori patrimoniali tengano conto delle istanze ESG.
Questa è la conclusione a cui siamo pervenuti analizzando
400 RFP2 trasmesse nell’arco degli ultimi tre anni.
Abbiamo riscontrato che dal 2008 oltre un quarto degli
RFP analizzati sollecitava informazioni sulla politica ESG dei
gestori patrimoniali. Inoltre, segmentando le richieste per
anno, si ravvisa un trend in crescita. Nel 2008, solo un RFP su
cinque menzionava i fattori ESG. A giugno 2010, l’incidenza
era cresciuta ad oltre una su tre.
Il secondo fattore è rappresentato dal comportamento
esemplare tenuto da alcuni dei più importanti fondi pensione.
Esercitando la propria influenza in qualità di investitori e
soggetti di rilevo nazionale, dimostrando trasparenza e
volontà di comunicare le proprie politiche, questi fondi
stanno incoraggiando altri a seguire il loro esempio.
Tabella 4: investitori che adottano una politica ESG (%)
Regno Unito
Italia
Tabella 3: popolarità crescente dell’approccio ESG
(percentuale richiedente informazioni sulla politica ESG
del gestore)
50
Norvegia
Danimarca
Paesi Bassi
Francia
Germania
Spagna
40
Svezia
Svizzera
30
0
2008
2009
1° semestre 2010
Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010
Le aspettative dei fondi pensione nei confronti dei gestori
patrimoniali testimoniano che le politiche ESG sono ormai
radicate all’interno delle loro stesse organizzazioni. Dalle
conversazioni avute con 200 fondi pensione, abbiamo
rilevato che circa due terzi di loro attuano una politica ESG
(vedere Tabella 4). Questa prassi è quasi la norma nei Paesi
nordici, dove oltre il 90% degli intervistati ha dichiarato
di aver adottato un corpus di linee guida pubblicamente
disponibili che regolamenta il loro approccio all’Investimento
Responsabile.
80
100
Al loro fianco, si schierano i nuovi fondi nazionali di riserva per
il sistema pensionistico, molti dei quali sono disciplinati da
una legislazione ad hoc che riconosce i parametri ESG senza
le complicazioni legate a regole e responsabilità che si sono
stratificate nel tempo. Tra questi si annoverano il Fonds de
Reserves des Retraites francese, il National Pension Reserve
Fund irlandese, i fondi AP svedesi e i due Government Pension
Fund della Norvegia.
Entrambi i gruppi sono in grado di esercitare una certa
influenza. Probabilmente il primo ha dovuto superare
ostacoli maggiori per integrare i principi dell’Investimento
Responsabile nel crescente corpus legislativo che
regolamenta gli enti di previdenza.
Due fattori principali spiegano il perché di questa crescente
popolarità. Il primo è costituito dalla pressione esercitata da
codici e normative (vedere pagina 5). Un numero crescente di
Paesi impone agli investitori di lungo periodo di tenere conto
dei parametri ESG.
Dati di Aberdeen Asset Management
Legalmente, Unipension è un fondo multicomparto afferente a tre diversi piani pensionistici di categoria.
È incluso nell’elenco poiché agisce in qualità di investitore comune dei tre fondi.
4http://www.ftf.no/en/c-227-Ethical-principles-relating-to-the-investment-activities.aspx
3
60
I fondi pensione di British Telecom, delle università
britanniche, della UK Environment Agency, Unipension3
in Danimarca, il fondo pensione dei dipendenti pubblici e
degli operatori sanitari nei Paesi Bassi fanno parte di questa
avanguardia.
10
2
40
Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010
20
0
20
Questo, invece, è il primo principio etico, semplicissimo da
seguire, di un fondo di riserva gestito da Folketrygdfondet:
Il gestore selezionato del Government Pension Fund
norvegese è tenuto ad amministrare il patrimonio relativo
assumendo comportamenti eticamente irreprensibili,
contribuire allo sviluppo sostenibile e creare valore a lungo
termine con la finalità di accrescere i rendimenti finanziari
nel tempo4.
I fondi all’avanguardia sotto il profilo dell’Investimento
Responsabile manifestano la propria politica in modi diversi.
Il Government Pension Fund - Global (GPFG), fondo gemello
e più famoso del Government Pension Fund – Norway
che opera sul mercato interno, utilizza varie modalità nel
suo portafoglio del valore di NKR 2.763 miliardi (€ 345
miliardi)5. Ad esempio, esclude senza ambiguità una serie di
emittenti (produttori di tabacco, fabbricanti di armi nucleari
e obbligazioni emesse nello stato del Myanmar), cofinanzia
attività di ricerca sui cambiamenti climatici, promuove il
dialogo sullo sfruttamento del lavoro minorile nell’industria
del cacao e sostiene le tecnologie eco-compatibili nei mercati
emergenti.
In tutta Europa si stanno facendo indubbiamente dei passi
avanti sul fronte dell’Investimento Responsabile. Il trend,
tuttavia, non è uniforme e si manifestano differenze a livello
nazionale anche fra Paesi che adottano la moneta unica. Le
pagine seguenti illustrano l’approccio adottato da fondi
pensione e autorità di regolamentazione nei principali Paesi
europei.
Innanzitutto, abbiamo chiesto ai fondi pensione di descrivere
il proprio atteggiamento nei confronti delle istanze ESG
e delle associazioni che si occupano della materia, in
particolare il PRI ma anche l’Institutional Investors’ Group on
Climate Change (IIGCC).
I risultati sono rappresentati nella Tabella 5 e devono
essere rapportati ai dati illustrati nella Tabella 4 a pagina
7. In Spagna l’atteggiamento risulta prevalentemente
positivo (75%), ma si traduce raramente nell’adozione di
politiche corrispondenti (9%). In Danimarca, invece, tutti gli
investitori oggetto della ricerca attuano una politica ESG e
l’atteggiamento è quasi sempre positivo. Secondo la nostra
indagine, in Norvegia, Paesi Bassi e Francia le politiche
ESG sono quasi onnipresenti o molto comuni. Anche se
l’atteggiamento positivo non gode di analoga diffusione,
numerosi intervistati in Francia e Paesi Bassi hanno dichiarato
che l’adozione di una politica ESG è importante per
l’immagine dello sponsor e i rapporti con la clientela.
5
Dati aggiornati al 31.03.10
Tabella 5: investitori con una visione positiva
dell’approccio ESG (%)
Regno Unito
Italia
Norvegia
Danimarca
Paesi Bassi
Francia
Germania
Spagna
Svezia
Svizzera
0
20
40
60
80
100
Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010
La Germania, più simile alla Spagna nel comportamento, ha
totalizzato una percentuale sorprendentemente esigua di
applicazione delle politiche ESG (20%), esprimendo tuttavia
un atteggiamento molto positivo (prossimo al 70%). La
legge tedesca, infatti, impone a fondi pensione e compagnie
assicurative di illustrare la politica ESG ai soci nella relazione
annuale. A metà si colloca il Regno Unito dove il 60% degli
intervistati ha dichiarato di adottare una politica ESG, ma
meno del 40% ha una visione positiva in merito.
Per quanto riguarda i PRI, il 17% dei fondi pensione europei
intervistati sono già firmatari del protocollo. La Danimarca
è il Paese in cui i Principi di Investimento Responsabile
riscuotono il maggiore successo, con l’85% degli intervistati
che si dichiarano firmatari. Al secondo posto troviamo la
Norvegia con il 33% e al terzo i Paesi Bassi con il 32%. Nel
campione intervistato in Italia, non vi sono firmatari dei PRI
(Tabella 6).
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
Tabella 6: percentuale di fondi e gestori patrimoniali
firmatari dei PRI
Germania
Spagna
Paesi Bassi
Francia
Regno Unito
Danimarca
Svizzera
Svezia
Italia
Norvegia
0
20
40
Fondi pensione (%)
60
80
100
Gestori patrimoniali (%)
Fonte: ricerca Pensions Intelligence 2010
Va precisato che alcuni fondi si sono considerati firmatari in
quanto sotto contratto con una compagnia assicurativa che
aderisce ai PRI.
Passando ai provider di servizi, i gestori patrimoniali
dell’11% dei fondi intervistati hanno già sottoscritto i PRI.
Inaspettatamente, il punteggio è scarso ad esempio nei Paesi
Bassi (5%), dove l’accettazione generale del concetto di
Investimento Responsabile è piuttosto buona.
Infine, abbiamo chiesto agli intervistati se stessero pensando
di sottoscrivere i PRI o di richiedere ai propri gestori
patrimoniali di farlo. Il 14% dei fondi pensione ha risposto
che sta seriamente pensando di assumere questo impegno.
Tutti gli intervistati che hanno espresso un’opinione in
proposito si sono detti interessati all’idea.
10
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
• Patrimonio previdenziale: € 120 miliardiA
Francia
• In sintesi: negli ultimi 10 anni le società francesi hanno
adottato piani di risparmio personali per i dipendenti.
Tuttavia, il sistema nazionale si basa ancora oggi su
regimi pensionistici a ripartizione e previdenza privata.
• Livello di Investimento Responsabile: le prassi ESG
sono radicate nel tessuto imprenditoriale francese, ma
vi è un ampio margine di crescita per l’Investimento
Responsabile.
A OCSE
La nostra indagine rileva che gli enti previdenziali francesi e
i loro sponsor sono consapevoli delle istanze ESG. Tre quarti
degli intervistati hanno dichiarato di avere adottato politiche
idonee in materia.
Il direttore finanziario di un’importante società di pubblici
servizi ha raccontato di avere istituito due anni fa un comitato
per la politica aziendale interna in materia di ESG costituito
da economisti, filosofi e specialisti della finanza.
Questi risultati sono coerenti con la situazione delle imprese
francesi che dal 2001 hanno l’obbligo di presentare un
rapporto sulla responsabilità sociale d’impresa.
Solo il 10% degli intervistati in Francia ha manifestato una
visione negativa dell’approccio ESG, un dato che rispecchia
la familiarità con l’argomento. Tuttavia, la Francia non si è
distinta fra i Paesi più attivi negli ultimi anni quanto a ricerca
di garanzie ESG negli RFP, venendo dopo Regno Unito, Paesi
Bassi, Italia e Germania e poco prima della Norvegia.
Il 15% degli intervistati afferma che le prassi ESG sono
importanti per l’immagine della loro organizzazione (l’unico
altro Paese dove l’immagine viene citata altrettanto
frequentemente è la Svezia).
“Abbiamo ottenuto buoni risultati e rendimenti da quando
abbiamo implementato queste politiche nel 2001”, ha
dichiarato un intervistato appartenente alla rete nazionale
Arrco. “È molto importante per l’immagine del nostro
gruppo”.
Anche il gestore del fondo pensione di una società
produttrice di beni di lusso ritiene che le prassi ESG abbiano
migliorato la percezione dell’azienda presso clienti e partner.
Ha sottolineato che l’adozione di politiche finanziarie
socialmente responsabili ha incentivato investimenti stabili di
lungo periodo.
I primi cinque fondi pensione francesi per dimensioni
Nome del fondo
Patrimonio
gestito
Firmatario
Mld €A
UN PRIB
Membro
CDPC
FRR
28,9
Sì
Sì
ARRCO
11,1
No
No
ERAFP
6,5
Sì
No
ANEP
6,0
No
No
UGRR
5,9
No
No
A IPE Top
I mandati segregati più ampi in ambito etico sono concentrati
nelle mani di pochi investitori a lungo termine. Ma la Francia
mantiene un profilo internazionale grazie alla valenza
comunicativa di queste istituzioni in particolare l'FRR, il
National Buffer Fund, l'ERAFP e il Civil Servants Top-Up che
investono i loro interi portafogi in modo responsabile.
Nel caso dell’ERAFP non si tratta di un obbligo di legge,
ma del frutto di un accordo fra sindacati e dipendenti
che comprende il Consiglio di Amministrazione. “L’ERAFP
ritiene che le società ben gestite e consapevoli dei rischi
ESG conseguano performance migliori a lungo termine”,
ha dichiarato Olivier Bonnet, Responsabile strategia SRI
del fondo a Parigi.
Il concetto chiave, in questo caso, è “a lungo termine”.
Per l’ERAFP, i benefici dell’Investimento Responsabile non
sono autoevidenti e non si concretizzano senza sforzo, ma
richiedono impegno finanziario e attivismo da parte degli
investitori. Bonnet ritiene che occorreranno 10 o 15 anni
per completare il percorso: “È compito degli investitori
promuovere il miglioramento delle prassi ESG”.
1000 European Pension Funds 2009
B www.unpri.org
C www.cdproject.net
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
11
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
E a proposito del disastro BP, Deepwater ammette
francamente: “Non se l’aspettava nessuno”. Un commento
flemmatico se si considera che l’ERAFP spende molto
in agenzie di ricerca. Ma Bonnet è tranquillo, ritiene
che questo episodio dimostri la necessità di effettuare
maggiori investimenti e aumentare l’impegno.
A tale scopo, il prossimo anno il fondo creerà indici
degli Investimenti Responsabili per il mercato azionario
europeo. “I gestori patrimoniali orientati all’Investimento
Responsabile sono numerosi in Francia”, ha spiegato
Bonnet. “Ma i proprietari di asset non sono ancora capaci
o propensi a investire risorse. L’ERAFP dimostrerà la sua
stoffa di leader apponendo il proprio nome su questi indici,
in base ad una metodologia ideata in collaborazione con la
business school Edhec e l’agenzia di ricerca Vigeo”.
Il margine di crescita è senz’altro notevole. Dati dell’Eurosif
indicano che il mercato SRI complessivo in Francia è di
poco superiore ai € 70 miliardi. Il settore della gestione
patrimoniale nel Paese ammonta secondo le stime a un
valore totale nell’ordine di € 2,6 miliardi, secondo in Europa
solo al Regno Unito. Tenendo conto che una parte del totale
comprende fondi del mercato monetario, l’Investimento
Responsabile rappresenta appena il 2,7% del patrimonio
gestito in Francia.
12
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
• Patrimonio previdenziale: € 125 miliardiA
Germania
• In sintesi: le imprese tedesche stanno finanziando
i propri obblighi previdenziali ad un ritmo senza
precedenti. La Germania è il mercato pensionistico
professionale con il maggiore tasso di espansione in
Europa.
• Livello di Investimento Responsabile: nonostante le
consolidate politiche “ecologiche” e la diffusione delle
A OCSE
Favorevole in teoria, carente nella pratica
La Germania non è all’avanguardia negli Investimenti
Responsabili, nonostante abbia un tasso di risparmio
previdenziale in forte crescita e la reputazione di Paese
attento alle politiche “ecologiche”.
Ritengono superflui i protocolli delle Nazioni Unite, senza
realizzare che l’adesione a PRI, CDP, IIGCC e associazioni
analoghe rappresenta un impegno volontario aggiuntivo
rispetto alle normative nazionali.
Secondo i dati analizzati ai fini del presente rapporto, negli
ultimi tre anni meno del 5% delle richieste di offerta da parte
dei fondi pensione tedeschi menzionava i criteri ESG.
“Non conosco queste normative, ma non credo che siano
applicabili ai fondi pensione tedeschi”, ha dichiarato il gestore
previdenziale di una società manifatturiera nel segmento
aerospaziale.
La tabella sottostante mette in evidenza che nessuno
dei primi cinque fondi pensione del Paese appartiene alle
associazioni ESG più note a livello internazionale. La nostra
indagine ha rilevato che solo il 15% dei fondi tedeschi ha
sottoscritto i PRI, ma non direttamente. Nel caso delle
multinazionali, il firmatario può essere la capogruppo, che ha
sede altrove, oppure una compagnia assicurativa.
“In qualità di Cassa di Previdenza siamo regolati dalle
norme del settore ( norme VAG )”, ha dichiarato il gestore
patrimoniale di una compagnia assicurativa. "Nel rispetto di
questa normativa, siamo assicurati contro gli investimenti
irresponsabili e abbiamo adottato politiche ESG. Quindi, non
siamo tenuti a sottoscrivere altri protocolli o aderire all’UN
PRI”.
Analogamente, solo uno su 20 intervistati è membro
dell’Institutional Investors' Group on Climate Change (IIGCC).
Le norme VAG sulle Casse di Previdenza sono interessanti. In
relazione agli investimenti, definiscono “remunerativo” ciò
che produce “rendimento sostenibile”, una formula giuridica
unica che ricorda quanto possano essere diverse le definizioni
di Investimento Responsabile. Purtroppo, in Germania e in
altri Paesi di lingua tedesca, la natura volontaria dell’adesione
ai PRI non è stata comunicata correttamente.
Come si spiega questo scarso interesse? A partire dal 2005,
i fondi pensione tedeschi e le compagnie assicurative
pertinenti hanno l’obbligo di illustrare la politica ESG ai soci
nella relazione annuale. Per alcuni intervistati, le leggi già
varate sono sufficienti.
I primi cinque fondi pensione tedeschi per dimensioni
Nome del fondo
Patrimonio
Firmatario
gestito
UN PRIB
Mld €A
Membro
CDPC
BVK
44,0
No
No
Siemens
20,2
No
No
SV Sparkassen
19,4
No
No
BVV
18,6
No
No
VBL
13,0
No
No
A IPE Top
1000 European Pension Funds 2009
Un rapporto stilato tre anni fa da Azel Hesse per
Sustainable Development Management ha rilevato
che solo un fondo pensione tedesco su 20 dichiarava di
comprendere a fondo in cosa consiste l’Investimento
Responsabile. Nonostante i commenti riportati sopra, i
dati di Pensions Intelligence suggeriscono che la situazione
è in parte migliorata.
Organizzazioni diverse fra loro come lo stato dell’Hessen, il
fondo dell’industria metallifera e i fondi della chiesa luterana
gestiscono gli asset pensionistici secondo criteri sostenibili.
Il gestore degli investimenti di una chiesa regionale ha
dichiarato: “Non abbiamo sottoscritto documenti ufficiali,
però monitoriamo le nostre società e investiamo solo in
quelle regolamentate e rispettose di tutti i requisiti previsi da
UN PRI, IIGCC e dalle prassi ESG”.
B www.unpri.org
C www.cdproject.net
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
13
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
C’è ancora strada da fare. A fine 2007, secondo i dati Euro SIF
appena € 11,1 miliardi erano stati impiegati in Investimenti
Responsabili. La maggior parte di questo patrimonio, tuttavia,
proveniva da investitori retail o altre tipologie di investitori
istituzionali, non da fondi pensione.
Una spiegazione può essere data dal fatto che le società
tedesche hanno istituito una collaborazione all'interno
del Consiglio di Amministrazione fra rappresentanti dei
lavoratori e dirigenti. L’attivismo degli azionisti è un concetto
che risulta estraneo.
Ciononostante, va detto che anche il finanziamento degli
obblighi previdenziali era un’idea lontana dalla mentalità
delle imprese tedesche. Ma la necessità di calcolare tali
obblighi in base al valore di mercato per aderire ai principi
contabili internazionali ha cambiato la situazione. Pertanto,
con la crescita dei fondi pensione delle maggiori società
tedesche quotate, l’Investimento Responsabile è destinato a
riscuotere una più ampia considerazione.
14
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
• Patrimonio previdenziale: € 57 miliardiA
Italia
• In sintesi: i piani pensionistici professionali sono ormai
diffusi anche in Italia. Come in Francia, tuttavia, la
maggior parte del reddito previdenziale proviene da
benefit statali e forme private di risparmio.
• Livello di Investimento Responsabile: gli enti
previdenziali italiani sono interessati ad approfondire
il concetto di Investimento Responsabile, ma in gran
parte non lo considerano un requisito essenziale.
A OCSE
Mentre le casse previdenziali per categorie professionali come
architetti, ingegneri e rappresentanti del commercio esistono
da lungo tempo, il resto dei lavoratori ha dovuto attendere la
fine degli anni Novanta per accedere a benefit analoghi.
L’obbligo per questi fondi di dichiarare se tengono conto dei
fattori ESG è stato istituito solo cinque anni fa.
Forse non deve sorprendere che gli investitori istituzionali
italiani siano stati prudenti nel modificare le proprie abitudini.
Uno studio del 2009 condotto dalla società italiana per lo
sviluppo del mercato dei fondi pensione Mefop ha rilevato
che solo un fondo su cinque investiva secondo criteri ESG. In
risposta alla domanda su cosa avrebbe potuto incrementare
questa percentuale, il controllo del rischio o gli extra
rendimenti hanno totalizzato punteggi bassi, mentre la
volontà dei membri e lo scopo sociale del fondo sono risultati
incentivi più plausibili6.
La nostra ricerca sugli RFP ha rilevato un atteggiamento
parimenti cauto. Solo il 4,5% degli RFP trasmessi ad Aberdeen
Asset Management negli ultimi tre anni sollecita informazioni
sulle capacità dei gestori nel campo dell'Investimento
Responsabile.
I cinque maggiori Fondi pensione italiani
Nome del fondo
Patrimonio
gestito
Firmatario
UN PRIB
Mld €A
Membro
CDPC
ENPAM
8.5
N
N
Enasarco
5.7
N
N
PREVINDAI
4.5
N
N
Cometa
3.5
N
N
Inarcassa
3.4
N
N
In base alla nostra ricerca, l’Italia è uno dei pochi Paesi in
cui l’atteggiamento della maggioranza degli intervistati
nei confronti dell'approccio ESG è neutro o negativo. Il
38% del campione ha espresso il dubbio che questi criteri
siano soltanto una trovata pubblicitaria. “Chi cerca l'etica
può trovarla in chiesa, non nella finanza”, ha commentato
l'esponente di un piccolo fondo aperto.
Abbiamo altresì rilevato alcune incertezze che riflettono il
nervosismo generatosi dopo la crisi di mercato del 2008-9.
Alcuni enti previdenziali italiani si stavano preparando ad
effettuare le prime allocazioni su Investimenti Responsabili
dai due ai tre anni fa, ma quando l'economia è peggiorata
hanno abbandonato il progetto.
La ricerca di Pensions Intelligence dimostra, tuttavia, che
una minoranza di enti previdenziali italiani prende molto
seriamente le istanze ESG ed effettua valutazioni trimestrali
per testare la conformità dei portafogli alla politica ESG
adottata. Davide Del Maso, segretario generale del Forum per
la finanza sostenibile, ha osservato: “I nuovi fondi che hanno
sperimentato sul campo l’Investimento Responsabile non
sono i più grandi, né i più ricchi, né i più integrati. La spinta al
cambiamento risiede piuttosto nel desiderio di affrontare una
questione importante”.
PensPlan Plurifonds, un fondo aperto di Bolzano, è fra
questi innovatori e oggi offre ai singoli clienti un comparto
“etico”. Michael Atzwanger e Armin Weissenegger,
rispettivamente Direttore generale e Vicedirettore degli
investimenti, affermano: "Siamo persuasi che questo tipo
di gestione crescerà d’importanza poiché la crisi finanziaria
del 2007-09 ha messo in evidenza l’insoddisfazione degli
investitori per i portafogli e le società tradizionali, non solo
in termini di performance ma anche di settori nei quali essi
operano7”.
A IPE Top
1000 European Pension Funds 2009
B www.unpri.org
C www.cdproject.net
6 Studio
pubblicato in Quaderni, Newsletter Mefop n. 41 autunno 2010
Newsletter Mefop n. 41 autunno 2010, pag. 67
7 Quaderni,
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
15
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
• Patrimonio previdenziale: € 670 miliardiA
• In sintesi: ampia diffusione dei fondi pensione
professionali poiché l’iscrizione è semi-obbligatoria e
gli accordi di categoria hanno riscosso grande successo
in tutte le professioni, dai parrucchieri ai dentisti fino ai
marittimi del porto di Rotterdam.
Paesi Bassi
• Livello di Investimento Responsabile: interesse
a ristabilire le credenziali del settore dopo che il
documentario di Zembla TV (vedere sotto per ulteriori
dettagli) ha scioccato l'opinione pubblica olandese.
A OCSE
I fondi pensione olandesi sono da tempo promotori
dell’Investimento Responsabile. PZFW, il fondo pensione per
gli operatori sanitari, ha istituito il primo mandato europeo
internazionale per l’impegno responsabile oltre 10 anni fa.
L'iniziativa ha rivestito grande importanza poiché ha
dimostrato che gli investitori orientati alla gestione passiva
possono e devono agire responsabilmente. PZFW ha
intaccato l’idea che solo la gestione attiva può integrare linee
guida di interesse sociale e ambientale.
Mentre questo fondo per gli operatori sanitari continua la sua
opera pioneristica nell'Investimento Responsabile a gestione
passiva, altri fondi hanno sviluppato soluzioni alternative. Il
piano pensionistico da 2 miliardi di Euro del provider di servizi
finanziari SNS Reaal utilizza veicoli responsabili che replicano
indici nei mercati ritenuti efficienti come Asia, Europa e Stati
Uniti. Nei mercati emergenti e nel comparto obbligazionario
high-yield ricorre invece alla gestione attiva.
Mariëtte Simons, Direttrice pensioni presso il fondo di SNS
Reaal, lamenta il fatto che sia difficile seguire standard di
corporate governance in alcuni mercati emergenti poiché
la trasparenza lascia a desiderare. Nel contempo, però,
riconosce che in genere livelli inferiori di informativa
finanziaria si traducono in rendimenti più elevati per i
gestori attivi migliori.
Simons afferma pragmaticamente che il fondo è un
investitore responsabile netto se non totale. “Siamo
grandi sostenitori dei fondi di microfinanza”, ha dichiarato.
“Le allocazioni nella microfinanza attiva dei Paesi più poveri
compensano i mandati nei mercati emergenti".
Questo approccio pratico e orientato al futuro è condiviso
dal nostro campione di intervistati olandesi. Oltre un terzo di
loro sostiene che i fondi pensione potrebbero fare di più sul
fronte delle tematiche ESG.
16
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
“Ci sono le linee guida UN PRI, ma non vengono utilizzate
abbastanza. Vorrei vedere un maggiore impegno”, ha
dichiarato l’amministratore di un piccolo ente previdenziale.
Nessun altro Paese ha espresso tanto desiderio di ampliare
la portata dell'Investimento Responsabile. Secondo uno degli
intervistati, il settore pensionistico sta agendo con la dovuta
rapidità, ma le società destinatarie degli investimenti non
sembrano inclini a tenere il passo.
“Non credo che le imprese siano pronte ad affrontare i
costi aggiuntivi connessi”, ha osservato. I fondi pensione
professionali coprono circa il 90% della popolazione
lavorativa dei Paesi Bassi. Gli enti previdenziali in genere
hanno un ottimo livello di comunicazione con i sottoscrittori.
Tuttavia, tre anni fa, un programma di Zembla TV ha rivelato
che molti fondi investivano in società produttrici di bombe a
grappolo, causando un’ondata di proteste.
Questo caso spiega perché i fondi pensione olandesi sono
così attenti alle questioni etiche nella scelta dei propri
investimenti. In Paesi con una copertura inferiore, l’interesse
a commissionare un programma del genere potrebbe non
sorgere neppure. Tuttavia, il parlamento olandese ha proibito
ai fondi pensione di investire in quelle società e gli stessi
enti previdenziali sono oggi più consapevoli che mai del
monitoraggio esercitato dai sottoscrittori sulla destinazione
del proprio patrimonio.
Ciò spiega in parte il sostegno dato ai PRI e al Carbon
Disclosure Project da parte di grandi enti previdenziali (vedere
tabella di seguito), alcuni dei quali hanno aderito prima del
2007. Il loro buon esempio non è comunque un caso isolato.
In uno studio benchmark sulla sostenibilità condotto da
VBDO, il fondo di categoria per i giornalisti e i lavoratori dei
media ha un rating di responsabilità superiore ad ABP e PZFW.
“A lungo termine, l’integrazione dei parametri ESG nei processi
di investimento deve produrre un miglioramento del rapporto
rischio/rendimento”, ha commentato un importante
provider. Un altro ha precisato che un maggiore intervento
su questo fronte da parte delle autorità di regolamentazione
competenti in materia previdenziale sarebbe più che ben
accetto.
I primi dieci fondi pensione olandesi per dimensioni
Nome del fondo
Patrimonio
Firmatario
gestito
UN PRIB
Mld €A
Membro
CDPC
ABP
180,5
Sì
Sì*
PZFW
78,5
Sì
Sì*
PMT
29,0
Sì
Sì*
BPF BOUW
24,2
No
No
SHELL
19,2
Sì
No
PME
18,7
Sì
Sì*
PHILIPS
13,8
Sì
No
DOCTORS
12,9
No
No
RABOBANK
11,9
No
Sì
ING
10,0
Sì
Sì
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* Indirettamente, tramite gestori fiduciari
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
17
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
• Patrimonio previdenziale: € 636 miliardiA
• In sintesi: la sottoscrizione semi-obbligatoria di
assicurazioni di previdenza garantisce ai lavoratori dei
Paesi nordici un buon accantonamento pensionistico.
Secondo l’OCSE, la Danimarca è il Paese più avanzato
sotto questo profilo. Gli altri tre Paesi nordici hanno
Fondi nazionali di riserva per il sistema pensionistico.
• Livello di Investimento Responsabile: un sentito e
diffuso impegno sul fronte delle tematiche ambientali
e sociali fa degli enti previdenziali nordici i paladini
dello sviluppo di standard universali per gli investitori.
Paesi nordici
A OCSE
I Paesi nordici sono da tempo considerati all’avanguardia
nell’Investimento Responsabile.
La loro reputazione è tale che nel 2006 la compagnia
assicurativa italiana Generali ha deciso di adottare la
politica di investimento del fondo norvegese Government
Pension Fund - Global per i suoi investimenti sostenibili.
Considerando che Generali è stata fondata 136 anni prima
del fondo norvegese, si tratta di un indubbio riconoscimento.
L’esempio del Global Fund, il maggiore investitore
istituzionale europeo, ha un'ampia risonanza. “Seguiamo
anche noi le linee guida del fondo”, ha dichiarato Heidi
Finskas, consulente per gli Investimenti Responsabili presso
la società di mutua assicurazione KLP. Anche se KLP è un
investitore responsabile da più tempo rispetto al Government
Fund, la dimensione e le risorse di quest’ultimo ne fanno
un modello da cui KLP raramente si discosta: “L’analisi
I primi dieci fondi pensione dei Paesi nordici per
dimensioni
Nome del
fondo
Paese
Patrimonio
gestito Firmatario Membro
UN PRIB
CDPC
Mld €A
Government
Pension FundGlobal
Norvegia
277,9
Sì
Sì
ATP
Danimarca
57,7
Sì
Sì
Alecta
Svezia
40,1
No
No
Danica
Danimarca
31,3
No
No
PFA
Danimarca
29,5
Sì
Sì
Varma
Finlandia
25,1
No
No
KLP
Norvegia
22,4
Sì
Sì
AMF
Svezia
21,9
Sì
No
Ilmarinen
Finlandia
21,8
Sì
Sì
Keva
Finlandia
20,0
Sì
Sì
A IPE Top
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18
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
del Government Fund”, ha spiegato Finskas “è talmente
approfondita che se la loro gestione attiva interrompe i
rapporti con una determinata società, cosa potrebbe mai
ottenere un operatore più piccolo come noi?”
Questo approccio nasce da uno spirito pragmatico, non da
una cieca emulazione. Gli investitori dei Paesi nordici, incluso
il Government Fund norvegese, credono nella cooperazione
per il bene comune.
KLP ha fondato Nordic Engagement Cooperation insieme alla
svedese Folksam e alla finlandese Ilmarinen per coordinare il
proprio operato di azionisti. A detta dei promotori, l’iniziativa
è ispirata al quinto principio dei PRI, vale a dire collaborare
con gli altri firmatari per rendere più efficace l’applicazione
dei Principi.
I Social Investment Forum nazionali prevedono inoltre di
intensificare la collaborazione. Gunnela Hahn, Direttore
Investimenti Responsabili presso la Chiesa svedese
e membro di Swesifboard, ritiene che il progetto si
concretizzerà nel 2011.
I risultati della nostra indagine rispecchiano l’ampia
diffusione dell’Investimento Responsabile nei Paesi nordici.
Il numero di fondi che applicano una politica ESG è pari
all’87%. Sebbene i commenti negativi siano del tutto assenti,
i pareri di alcuni intervistati non sono interamente positivi. Il
direttore finanziario di un comune svedese ha dichiarato che
l’Investimento Responsabile non è una priorità.
Il numero di firmatari dei PRI nella sola Danimarca è
maggiore di quello registrato nel Regno Unito, il mercato
dei fondi pensione più grande d’Europa. Questo dato non
è del tutto sorprendente se si considera che per il governo
danese i PRI sono divenuti l'equivalente di una relazione
sulla responsabilità sociale d'impresa. (Sorprende, invece, il
fatto che nel Consiglio di Amministrazione del PRI non sieda
neppure un rappresentante dei Paesi Nordici).
In Danimarca, un sostenitore dell’Investimento
Responsabile è Unipension, un fondo pensione
multicomparto da € 11 miliardi per veterinari, architetti
e professori universitari, la cui politica di investimento
recita:
“I nostri nuovi gestori esterni devono essere membri del
UN PRI e/o del UN Global Compact o avere implementato
linee guida e processi analoghi. Richiediamo altresì ai
nostri gestori di inviarci aggiornamenti sul loro stato di
attuazione dei Principi”.
Questa incisiva dichiarazione ha sorpreso alcuni gestori
patrimoniali commerciali quando è stata introdotta due anni
fa. I gestori si sono resi conto che, senza un impegno serio sul
fronte degli Investimenti Responsabili, le loro opportunità di
business potevano diminuire.
Ma la decisione di Unipension è la diretta emanazione di
un altro postulato del PRI: promuovere l’accettazione e
l’implementazione dei Principi all'interno dell'industria
finanziaria.
Va detto che una tale convinzione non è necessariamente
facile da mettere in pratica o da emulare. Secondo
Amministratore Delegato di un fondo di categoria danese,
negli Stati Uniti esigere che i gestori patrimoniali adottino
politiche ESG è un risultato ancora troppo difficile da
ottenere.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
19
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
Svizzera
• Patrimonio previdenziale: € 340 miliardiA
• In sintesi: gli svizzeri hanno un livello di risparmio pro
capite investito in pensioni professionali superiore
a qualsiasi altro Paese europeo. Tuttavia, nessuna
disposizione di legge richiede la considerazione dei
fattori ESG.
• Livello di Investimento Responsabile: la corporate
governance interna è un argomento di grande
attualità, ma numerosi enti previdenziali non sono
ancora convinti
A OCSE
La legge svizzera sui fondi pensione professionali non
contiene accenni all’Investimento Responsabile. Gli enti
previdenziali non sono tenuti a prendere in considerazione le
istanze ESG.
Questa situazione sta diventando una rarità in Europa,
ma potrebbe spiegare perché nessuno dei fondi pensione
più grandi della Svizzera o nessuno dei maggiori gestori
patrimoniali commerciali sia tra i firmatari del UN PRI (vedere
tabella di seguito). Risultanze analoghe si registrano in
Germania e in Austria.
D’alta parte, il parlamento svizzero ha seguito l’esempio
di Belgio e Olanda nel mettere al bando gli investimenti
in società produttrici di bombe a grappolo. È ancora in
discussione un ulteriore emendamento secondo cui gli
azionisti istituzionali non potrebbero più astenersi nelle
assemblee generali annuali delle società svizzere. Inoltre,
numerosi gestori patrimoniali delle più grandi banche private
del Paese hanno adottato i PRI.
Gran parte dei passi avanti compiuti in Svizzera sul fronte
dell’Investimento Responsabile sono dovuti all’opera
della Fondazione Ethos di Ginevra, diretta da Dominique
Biedermann, ex responsabile del Fondo del cantone di
Ginevra. Grazie al provvidenziale supporto di fondi pensione
del settore privato, la Ethos ha sfidato i colossi del mercato
svizzero, ivi compresi UBS e Credit Suisse, sul fronte della
corporate governance e degli stipendi dei dirigenti.
Il direttore del fondo pensione di un cantone ha dichiarato
che la Ethos ha scosso le comode certezze della finanza
istituzionale del Paese. Oltre il 15% degli intervistati nella
nostra indagine ha menzionato la Ethos, un’incidenza che
non ha pari in nessun altro Paese quando si tratta di agenzie
specifiche.
20
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
“Siamo lieti del riconoscimento”, ha affermato Vinzenz
Mathys, Responsabile comunicazioni corporate della
Ethos, "ma c’è ancora molta strada da fare in Svizzera
quanto a Investimenti Responsabili. Speriamo che
un numero maggiore di grandi banche adotti i PRI,
ma dubitiamo che l’obbligo di esprimere un voto alle
assemblee generali annuali verrà approvato”.
Dai risultati della nostra indagine risulta evidente che
c'è ancora molto da fare. Il numero di firmatari dei PRI è
prossimo al 10%, al di sotto della media europea, un dato
che si esplica perfettamente in affermazioni come “siamo
all’antica e non abbiamo ancora esaminato queste politiche"
oppure “le decisioni di investimento sono affidate ad esterni e
non abbiamo il potere di influenzarle”.
Un analista di portafoglio di una banca privata ha fatto
un'affermazione molto realistica. Ha detto che il suo fondo
investirebbe in materie prime eco-compatibili o società
“ecologiche” non per volontà di compiere un investimento
socialmente responsabile ma perché quella particolare
materia prima o società sono remunerative.
“Le nostre politiche e la selezione degli investimenti
dipendono esclusivamente da valutazioni di redditività e
non di carattere ambientale o sociale”, ha dichiarato. In
generale, solo una minoranza degli intervistati è contraria
all'Investimento Responsabile. La grande maggioranza (89%)
ha definito neutro o positivo il proprio atteggiamento nei
confronti delle istanze ESG.
“L’implementazione di politiche ESG dedicate è un must",
ha dichiarato il responsabile finanziario di un importante
cantone. “L’investimento in progetti ecologici e di lungo
periodo può essere molto remunerativo”.
I primi dieci fondi pensione svizzeri per dimensioni
Nome del fondo
Patrimonio
Firmatario
gestito
UN PRIB
Mld €A
Membro
CDPC
Publica
19,8
No
No
BVK
14,4
No
No
AHV
14,0
No
No
UBS
13,4
No
Sì
Migros
11,1
No
No
PK Stadt Zürich
9,6
No
No
SBB
8,8
No
No
Novartis
8,6
No
No
PK Post
7,6
No
No
Credit Suisse
7,3
No
Sì
A IPE Top
1000 European Pension Funds 2009
B www.unpri.org
C www.cdproject.net
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
21
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
• Patrimonio previdenziale: € 1.162 miliardiA
• In sintesi: è Il mercato delle pensioni professionali
più grande d’Europa, ma il Regno Unito ha una
copertura delle istanze ESG inferiore ai Paesi Bassi e
alla Danimarca. Un nuovo piano nazionale nel 2012
dovrebbe sanare in buona parte il divario.
• Livello di Investimento Responsabile: in qualità di sede
del più sofisticato centro di servizi finanziari d’Europa,
il Regno Unito è all’avanguardia nella creazione di
prodotti. Le opinioni dei fondi pensione nazionali, però,
restano eterogenee.
Regno Unito
A OCSE
Il Regno Unito è stato un Paese pionieristico nel settore
dell’Investimento Responsabile. Già negli anni Novanta,
numerosi fondi di enti locali avevano conferito mandati
etici per piccole quote del proprio patrimonio, sulla scia
della popolarità conquistata dai fondi retail "ecologici".
Nel 2000, il governo ha reso obbligatoria la valutazione di
questi criteri per tutti i fondi di previdenza professionale, un
provvedimento all’avanguardia emulato poi nel resto del
mondo.
La familiarità con queste tematiche emerge anche nella
nostra indagine, secondo cui meno del 4% degli intervistati
ha espresso un atteggiamento negativo nei confronti dei
fattori ESG.
Un importante ente locale ha specificato che la sua politica
d’investimento è conforme alle convenzioni delle Nazioni
Unite fin dagli anni Novanta.
I primi dieci fondi pensione britannici per dimensioni
Nome del fondo
Patrimonio
gestito
Firmatario
Mld €A
UN PRIB
USS
36,6
Sì
Sì
BT
36,4
Sì
Sì
Royal Mail Pensions
27,1
Sì
No
Railways Pension
24,7
No
Sì
RBS
20,5
No
Sì
BP
17,0
Sì
Sì
Lloyds TSB
16,2
No
No
National Grid
16,1
No
No
British Airways
16,1
No
No
Shell
15,0
Sì
No
A IPE Top
1000 European Pension Funds 2009
B www.unpri.org
C www.cdproject.net
22
Membro
CDPC
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
Il fondo di un ente di trasporti regionale ha dichiarato che
l'adozione di una politica attenta ai temi ambientali è il
modo migliore per assecondare i propri interessi poiché offre
rendimenti migliori a lungo termine.
Tuttavia, un fondo fiduciario indipendente di grande levatura
ha affermato che il settore privato non può permettersi
di adottare lo stesso approccio degli enti previdenziali del
settore pubblico. Rita Powell di Inside Pensions ha dichiarato:
“Nel Regno Unito, l’Investimento Responsabile va benissimo
per i fondi del settore pubblico dato che, in fin dei conti, è lo
Stato ad accollarsi gli oneri. La questione è molto diversa per
fondi pensione del settore privato che operano nel mondo
reale”.
Robin Ellison, Responsabile pensioni presso lo studio
legale Pinsent Masons ed ex direttore della UK National
Association of Pension Funds, condivide l'idea che
"problemi come il deficit sono molto più pressanti per i
normali consigli di amministrazione aziendali”.
Un intervistato, che lavora presso una società di materiali
di base, ha commentato: “Siamo consapevoli del problema.
Nell'attuale panorama economico, però, ci sono questioni
più importanti da affrontare". Ha poi aggiunto che i fattori
ESG sono menzionati nella Dichiarazione sui principi di
investimento, ma nella realtà risultano insignificanti.
Esiste quindi un divario fra gli enti previdenziali pubblici e
privati britannici? I nostri dati confermano che i fondi del
settore pubblico in tutta Europa sono maggiormente sensibili
alle istanze ESG, sebbene il divario non sia così ampio come
sembrano suggerire i commenti riportati sopra. Nel primo
semestre 2010, infatti, oltre la metà degli RFP del settore
pubblico sollecitava informazioni sui criteri ESG, mentre nel
settore privato l’incidenza è stata di tre casi ogni dieci (vedere
Tabella 7).
Tabella 7: settore pubblico vs. privato
Criteri ESG negli RFP (in % sul totale delle richieste)
2008
2009
1° semestre
2010
Settore privato
21%
21%
29%
Settore pubblico
23%
35%
55%
Fonte: Aberdeen Asset Management, dati aggiornati a giugno 2010
La tabella precedente mostra comunque che l’interesse
nel settore pubblico tende a crescere più rapidamente
rispetto al settore privato. Va osservato, però, che il settore
pubblico non pecca di ingenuità. Il responsabile finanziario
di un ente locale londinese ha dichiarato: “Riconosciamo
che, laddove è possibile investire responsabilmente con un
buon rendimento, allora è opportuno farlo. I rendimenti
restano la cosa più importante per i nostri sottoscrittori. Non
investiamo in ideologie".
Howard Pearce, Responsabile finanza ambientale
e gestione del fondo pensione presso l’Agenzia per
l’ambiente, sostiene che il suo piano previdenziale ha
riscosso un tale successo da indurre alcuni manager a
sottoscriverlo. “Le imprese statunitensi sono più refrattarie
ai PRI rispetto alle controparti europee”, ha dichiarato,
aggiungendo poi che generalmente la resistenza proviene
dai consulenti legali delle aziende americane, ma che tale
avversione sta diminuendo con la crescita del numero di
firmatari a livello mondiale.
Vento di cambiamenti
In qualità di ex ente pubblico (ancora in attesa di chiarimenti
sul fronte giuridico non essendo ancora noto se lo Stato
intende sottoscrivere le sue passività), British Telecom è nella
posizione ideale per trattare il tema delle istanze ESG sotto
ogni punto di vista.
Questo commento sintetizza perfettamente l’atteggiamento
cautamente ottimistico diffuso nel Regno Unito nei riguardi
dell’Investimento Responsabile. Questa filosofia è ben nota
in tutto il Paese, che ha contribuito in misura determinante
a definire e promuovere il concetto di Investimento
Responsabile nel mondo. Ma i livelli preoccupanti del deficit
interno e la crescente sensazione che i piani di previdenza
professionale siano un peso per i datori di lavoro piuttosto
che un vantaggio per i dipendenti rendono meno allettanti le
strategie di investimento che non promettono rendimenti a
breve termine. Poco più del 38% degli intervistati ha espresso
parere positivo nei confronti dell’approccio ESG, mentre il
43% si è dichiarato neutrale.
British Telecom, o BT come viene chiamata, sponsorizza
il più grande fondo pensioni corporate europeo (BTPS).
Questo soggetto del valore di € 36 miliardi adotta pratiche
di Investimento Responsabile da lungo tempo. Nel
2000, quando altri enti previdenziali britannici si stavano
organizzando per conformarsi al requisito che imponeva
di dichiarare la politica ESG adottata, il BTPS aveva già
chiarito che i gestori patrimoniali prescelti dovevano tenere
conto di aspetti sottostanti: “Una società gestita in nome
degli interessi a lungo termine dei propri azionisti dovrà
amministrare efficacemente i rapporti con i dipendenti, i
fornitori e i clienti, tenere comportamenti eticamente corretti
e mostrare rispetto per l'ambiente e la società in generale".
Come accade anche in Francia, va inoltre precisato che
le attività dei più grandi fondi pensione britannici sono
diverse da quelle dei numerosissimi enti minori. Di seguito
tracciamo il profilo di un paladino di questa causa, il BT
Pension Scheme. Ma la nostra indagine ha rilevato un numero
sorprendentemente basso di firmatari dei PRI oltre la cerchia
dei soggetti maggiori. Forse nel Regno Unito aleggia la
sensazione che esista già un numero più che sufficiente di
organizzazioni, a partire dalla National Association of Pension
Funds, che offre assistenza in questo campo.
Oggi questo postulato è divenuto uno dei dieci Hermes
Principles (Hermes è il gestore patrimoniale di BTPS, affiliata
interamente controllata dello stesso fondo).
Donald MacDonald, ex ingegnere telefonico e attuale
amministratore del fondo, ricorda che sotto la guida di
Alastair Ross Goobey a partire dal 1993 Hermes ha definito
gran parte dalla moderna corporate governance. Gli Hermes
Principles riecheggiano nel protocollo del UN PRI, in cui lo
stesso McDonald presiede il Consiglio di Amministrazione.
Tuttavia, l’attenzione per le tematiche ESG svincolata dagli
investimenti non è considerata opportuna. “BTPS non è un
investitore ‘etico’ nel senso stretto del termine. Siamo un
soggetto tradizionale che adotta pratiche di Investimento
Responsabile prefiggendosi di integrare l’analisi ESG nel
consueto processo di investimento", ha dichiarato.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
23
L’APPROCCIO AI FATTORI ESG IN EUROPA
Paul Lee, un direttore di BTPS Management, ha poi aggiunto:
“Quello che determina il successo di un’azienda è la strategia
per i successivi tre o quattro anni, non gli utili trimestrali. La
nostra strategia non si evince dai dati di un singolo trimestre,
ma è fortemente incentrata sui fattori ESG definiti negli
Hermes Principles. Non concordiamo con chi li definisce
fattori extra-finanziari. A nostro modo di vedere, si tratta di
parametri finanziari a tutti gli effetti che non sono ancora
riconosciuti dagli indicatori di mercato”.
La contribuzione definita
Come la maggior parte delle imprese britanniche, BT
ha chiuso alle adesioni il piano pensionistico basato
sull’ultima retribuzione per adottare piani individuali a
contribuzione definita. Pertanto, questi ultimi rappresentano
casi esemplificativi della percezione che ampie fasce
della popolazione hanno a proposito dell’Investimento
Responsabile.
Il piano Logica a contribuzione definita da £ 450 milioni
è dedicato ai programmatori informatici britannici, un
gruppo alfabetizzato e istruito. Nel corso dell’ultimo
decennio, i sottoscrittori del fondo hanno mostrato
scarsa propensione per l’offerta “ecologica" dell'ente
previdenziale. Simon Baynes, Presidente del fondo, ha
dichiarato: “Prestiamo ascolto ai nostri sottoscrittori
e la cosa per cui hanno insistito maggiormente è stata
avere un Fondo immobiliare. Non abbiamo riscontrato
particolare interesse per l’Investimento Responsabile”.
All'estremità opposta si collocano i sottoscrittori del Pensions
Trust, un piano a cui aderiscono molteplici datori di lavoro nel
settore degli enti di beneficenza e volontariato. In un recente
sondaggio, l’Investimento Responsabile è stato indicato
come seconda priorità del fondo dai suoi aderenti, subito
dopo i rendimenti finanziari. Le altre opzioni contemplate
erano la chiarezza delle comunicazioni da parte del fondo e il
mantenimento di un livello minimo di rischio.
Il presidente di Pensions Trust, Sarah Smart, ha dichiarato
di essere rimasta piacevolmente sorpresa per il grande
valore attribuito dai sottoscrittori all’Investimento
Responsabile. Tradurre in pratica i loro desideri, però, è
abbastanza complicato. Smart puntualizza, infatti, che il
costo di un fondo responsabile multi-asset su piattaforma
assicurativa costa dai 30 ai 50 bps in più rispetto a un
equivalente convenzionale.
Quantomeno nel mercato britannico della previdenza a
contribuzione definita, ottenere la pensione più alta possibile
e investire in società che operano responsabilmente può
essere un problema non da poco.
24
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
Il ruolo dei consulenti
Il ruolo dei consulenti di investimento varia nei diversi Paesi
europei. I dati di Greenwich Associates indicano che il 91% dei
fondi pensione nel Regno Unito si avvale di un consulente, ma
la percentuale scende ad appena il 33% nel resto dell’Europa
continentale.
Nella nostra indagine sugli RFP, il 54% dei casi ha previsto
il coinvolgimento di un consulente. Anche se i dati sono
stati resi anonimi, possiamo dire che la maggior parte dei
consulenti sono nomi noti. Abbiamo rilevato che solo il 15%
degli intervistati nel campione richiede che i propri consulenti
siano firmatari dei PRI.
Fra i consulenti a livello globale, l’Investimento Responsabile
è attualmente considerato alla stregua della tradizionale
analisi finanziaria. Ad esempio, Mercer attribuisce un 'rating
ESG' (da ESG1 a ESG4) ai gestori patrimoniali (vedere Tabella
9 sul retro) e Towers Watson adotta un 'Active Ownership
Watch' che prevede una valutazione del gestore in termini di
analisi e integrazione dei criteri ESG.
Ciascuno di questi parametri va ad affiancare l’indicatore
convenzionale e i risultati relativi vengono gradualmente
integrati nell’analisi tradizionale. Questa separazione può
apparire sorprendente. Secondo Emma Hunt, che dirige
la sezione investimenti sostenibili presso Towers Watson,
comprendere l’impatto che l’integrazione dei criteri ESG
determina sulla performance dei portafogli e affinare
la capacità dei gestori di aggiungere valore ai portafogli
integrando i parametri ESG è un processo in continuo
divenire.
Towers Watson riconosce l’esistenza di un rapporto organico
e in evoluzione fra le istanze ESG. Altri fattori in gioco, gli
obiettivi dichiarati e la strategia dei gestori. “Riteniamo che
comprendere il processo e la logica adottati dal gestore
per l’integrazione dei criteri ESG sia un dato importante,
ma niente più di questo", ha precisato Hunt. “Il reale valore
dipende dalle capacità del singolo gestore di portafoglio.
L’integrazione dei criteri ESG porta il gestore di portafoglio a
prendere decisioni migliori?"
La reazione dei gestori alla perdita di petrolio della BP ne è
un esempio. “Abbiamo intervistato i gestori per capire quale
fosse la loro opinione sull'incidente e la loro valutazione
delle conseguenze per i loro investimenti. Ci sono state
reazioni diametralmente opposte. Alcuni gestori sono andati
proattivamente alla ricerca di informazioni interpellando la
società, i propri clienti e altri stakeholder per capire meglio
quali ripercussioni poteva produrre sugli investimenti
una situazione di così estrema gravità e in costante
mutamento. Altri hanno assunto un approccio passivo, hanno
temporeggiato in attesa di vedere, standosene in disparte,
come si sarebbe evoluta la cosa. Abbiamo toccato con mano
quanto fosse profonda la conoscenza della società da parte
degli investitori e quanto il fattore ESG potesse influire su di
essa. Abbiamo visto l’approccio ESG in azione, o in stallo in
alcuni casi".
Integrazione
Olivier Cassin, Responsabile ricerca e sviluppo per la società
di consulenza specializzata Bfinance, ha affrontato il tema
dell’integrazione. A suo avviso, si contano meno di 10 gestori
azionari nel mercato istituzionale europeo che possono dire
di avere effettivamente integrato i fattori ESG e i fattori
finanziari tradizionali nei propri processi.
“A ben guardare, molti acquistano prodotti della ricerca ESG
da provider esterni o hanno un ricercatore ESG dedicato
senza particolare rilevanza", ha spiegato. “Non è un approccio
che definirei integrato”.
Bfinance conduce 80 ricerche ogni anno per investitori
istituzionali in tutto il mondo, quindi Cassin è nella posizione
giusta per commentare. La sua valutazione, però, sorprenderà
non pochi operatori dato che attualmente sono 424 i gestori
patrimoniali che hanno sottoscritto i PRI in tutto il mondo.
Secondo Cassin, il PRI è un quadro di riferimento che tuttavia
non richiede particolari sforzi agli aderenti. A suo parere, questa
iniziativa è un punto di partenza piuttosto che un traguardo.
Difficile contraddirlo considerando che i principi possono
essere applicati nel modo ritenuto più opportuno dai singoli
firmatari. Nessuno si aspetta che il loro comportamento sia
omogeneo, se non nello spirito che lo anima.
In qualità di analista degli stili di gestione patrimoniale,
Cassin ravvisa una certa difformità nell’approccio e
nella performance delle strategie ESG. “Osservando le
partecipazioni nei portafogli, si notano alcune predilezioni
suggerite da idee ESG divenute popolari come i titoli legati
alle biotecnologie o all’energia pulita”, ha osservato.
Questa analisi spassionata sarà ben accetta a chi si adopera
per ottenere il meglio in favore dei propri beneficiari. Cassin
conclude dicendo che alcuni fondi pensione iniziano con una
ponderazione ESG relativa, aumentandola e diminuendola
durante il processo di selezione man mano che comprendono
meglio i diversi stili e fonti di performance.
Steve Birch, Responsabile ricerca gestori presso la società di
consulenza Hymans Robertson, condivide l’opinione di Cassin
che i PRI siano solo un punto di partenza e ha dichiarato:
“Quando si tratta di integrare i fattori ESG, la nostra prima
domanda è semplice: 'Il gestore è firmatario dei PRI?’”.
Secondo Hymans, tuttavia, il livello di integrazione è ciò che
conta davvero. “Non ha tanto a che fare con il numero di
ricercatori o analisti dedicati, quanto piuttosto con l’efficacia
nell’incorporare i fattori ESG nel processo decisionale
complessivo", ha osservato.
Mentre i PRI fanno ormai parte della due diligence
quantitativa, Birch ritiene che solo la valutazione qualitativa
riesca a stabilire effettivamente se l’analisi ESG dei gestori
aggiunga o sottragga valore per i clienti.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
25
IL RUOLO DEI CONSULENTI
Fino a poco tempo fa, i clienti di Hymans nel settore pubblico
mostravano un maggior interesse per l'approccio ESG
rispetto a quelli del settore privato. “Questa situazione è
dovuta essenzialmente alle pressioni esercitate dai membri
eletti dei consigli”, ha precisato David O’Hara, Consulente
senior di investimento e specialista ESG presso la Hymans
Robertson. “Anche se prevediamo che l’interesse da parte
dei fondi nel settore pubblico continuerà ad aumentare, ci
aspettiamo una crescita dell’attenzione da parte dei clienti
privati. La responsabilità sociale d’impresa sta diventando
un tema all'ordine del giorno nei consigli di amministrazione
ed è probabile che le società passeranno al vaglio il proprio
approccio alle questioni ambientali, sociali e di governance a
tutti i livelli di attività, ivi compreso il fondo pensione".
Il rating dei gestori
La ponderazione dei fattori ESG
• Implementazione delle prassi di azionariato attivo
(mediante la votazione e il coinvolgimento).
La nostra ricerca ha rilevato che oltre un quarto delle richieste
di offerta trasmesse da fondi pensione europei negli ultimi tre
anni menziona i criteri ESG. La valutazione delle risposte ai
fini del processo decisionale segue strade diverse. Di seguito,
presentiamo un esempio che illustra un metodo comune di
integrazione.
L’ente amministrativo dell’Avon Pension Fund (£ 2,4 miliardi)
nel sud ovest dell’Inghilterra ha recentemente avviato la
ricerca di un gestore azionario globale non vincolato. Nel
processo iniziale di gara d’appalto, il comitato di investimento
del fondo ha stabilito un peso dei fattori ESG pari al 5%. Ha
inoltre chiaramente precisato che i PRI avrebbero avuto un
ruolo poiché il fondo sta affrontando il percorso per diventare
firmatario.
Tabella 8: valutazione iniziale dei gestori azionari globali
da parte di Avon Pension Fund
Processo di
investmentio
Nel 2010, la società di consulenza per gli investimenti Mercer
ha analizzato oltre 3.500 strategie di investimento basate su
criteri ESG.
Ad ogni gestore, è stato assegnato un rating in base ad una
scala di quattro livelli messa a punto da Mercer che va dalla
categoria ESG1 (il rating più alto) alla categoria ESG4 (il
rating più basso). Perché una strategia riceva il rating ESG1,
il team di investimento deve avere dimostrato capacità
eccellenti di integrazione dell’approccio ESG e azionariato
attivo nei seguenti processi:
• Generazione di idee di investimento.
• Costruzione di portafogli.
• Dimostrazione di impegno a tutti i livelli dell’azienda nei
confronti delle istanze ESG.
All’estremità opposta della scala, un gestore con rating ESG4
è considerato carente rispetto ai suddetti parametri con una
scarsa propensione a migliorare le prassi adottate in termini
di integrazione dei fattori ESG o azionariato attivo.
Mercer ha dichiarato: “Gli standard che applichiamo
nell'assegnazione dei rating naturalmente hanno una
componente di soggettività. Certo, avremmo potuto
adottare standard più blandi e assegnare un rating ESG1 o
ESG2 a un maggior numero di aziende. Tuttavia, la nostra
intenzione è distinguere nettamente coloro che, a nostro
avviso, stanno compiendo i più grandi passi avanti”.
Tabella 9: distribuzione dei rating Mercer sulle strategie di
investimento per asset class (fine maggio 2010 - 3.500+
strategie).
Corporate governance &
Responsible Investment
Gestione del rischio e
costruzione del portafoglio
Azionario
Reddito fisso
Immobiliare
Infrastrutture
Private equity
Hedge fund
Altro
Risorse
Strutiura aziendale
Performance
Commissioni
Servizio clienti
0%
Fonte: www.mercer.com
5%
Fonte: www.bathnes.gov.uk
26
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
10% 15% 20% 25% 30%
ESG1
%
1,5
0,0
3,3
0,0
2,8
0,5
0,0
ESG2
%
7,0
2,0
16,7
12,3
24,8
2,5
7,4
ESG3
%
44,2
18,2
55,5
50,9
29,4
19,3
17,0
ESG4
%
47,3
79,8
24,4
36,8
43,1
77,7
75,5
Prospettive future
La maggior parte dei fondi pensione europei è tenuto per
legge a considerare i fattori ESG.
A nostro avviso, un numero crescente di fondi si adegua a
questo requisito di legge sottoscrivendo i PRI delle Nazioni
Unite, un impegno di carattere globale ad analizzare i fattori
ESG e incoraggiare controparti e fornitori di servizi a fare
altrettanto.
Fra gli investitori europei si contano attualmente
oltre cento firmatari dei PRI e la presente indagine si è
proposta di esaminarne l’influenza nel contesto più ampio
dell’Investimento Responsabile.
Un rapporto commissionato dalle Nazioni Unite nel 2009
ha sostenuto che una percentuale minima dei proprietari di
asset firmatari dei PRI stava effettivamente promuovendo
l’accoglimento di questi standard nell’industria finanziaria.
I risultati della nostra indagine indicano che la percentuale,
minima nel 2009, è andata aumentando di anno in anno.
Secondo i nostri dati, il 17% degli RFP trasmesse quest’anno
chiede esplicitamente ai gestori candidati di specificare se
sono firmatari dei PRI.
Tenendo presente che la rete PRI è stata costituita solo nel
2006, l’adozione di standard internazionali può considerarsi
senz’altro avviata. Come dimostra l’esempio di Unipensions in
Danimarca menzionato in precedenza, l’adesione ai PRI non è
facoltativa per i provider di servizi: gli investitori stanno ormai
circoscrivendo la concessione di appalti solo a quelle imprese
commerciali che dimostrano un serio impegno sul fronte
delle istanze ESG.
Il presidente del programma PRI Donald MacDonald ritiene
che, fra i membri, le attività di investimento collettivo
prenderanno il sopravvento sulla tendenza corrente a
preferire attività di engagement. Inoltre, è convinto che il
Consiglio di Amministrazione debba restare nelle mani gli
investitori e non dei gestori per evitare eccessive pressioni
commerciali.
È una buona notizia per i fondi pensione piccoli e grandi
poiché si prospetta la possibilità di lavorare insieme,
superando i confini nazionali, per realizzare Investimenti
Responsabili in un’atmosfera collaborativa con soggetti
connessi alle negoziazioni, ma senza un’eccessiva prossimità.
Nel contempo, come ha evidenziato Olivier Cassin di
Bfinance, i PRI sono solo un punto di partenza, un quadro
di riferimento. Gli addetti ai lavori all’interno della stessa
organizzazione li definiscono un “grande ombrello”. E c’è
ancora molta strada da fare, come hanno sottolineato
numerosi fondi pensione olandesi intervistati nella nostra
indagine.
8 Oliver
Fondamentalmente, non vi sono prove definitive che i gestori
ESG conseguano rendimenti ponderati per il rischio superiori
rispetto ai gestori convenzionali. Alcuni fondi pensione
all’avanguardia come quello del consiglio di contea del
Nottinghamshire hanno abbandonato i mandati responsabili
dopo alcuni anni di sottoperformance. Analogamente, la
perdita di petrolio della BP nel Golfo del Messico non ha
certo contribuito a dimostrare che gli analisti ESG siano
più lungimiranti. Per la maggior parte, infatti, sembravano
soddisfatti quanto gli altri investitori per i processi attuati
dalla BP e dai suoi appaltatori8.
Si potrebbe dire, però, che il mondo ha bisogno di potenziare
l'analisi ESG, non di ridurla. L’approccio ESG, in fondo, non
è un’alternativa all’investimento tradizionale, si tratta
piuttosto di una metodologia per analizzare gli investimenti
che si affianca allo screening di dati finanziari e presentazioni
dei dirigenti. Integrare i fattori ESG converrebbe perché si
acquisisce una visione maggiormente interdisciplinare. I
risultati della nostra indagine indicano che i fondi pensione
comprendono questo aspetto, ma alcuni non dispongono
delle risorse necessarie per finanziare una visione più ampia
delle cose. La collaborazione tramite il PRI e nell’ambito di
forum regionali e nazionali potrebbe risolvere il problema.
Ignorare ciecamente i fattori ESG non è prudente, soprattutto
se si considera la crescente ondata di normative adottate in
questo campo che ricadono sulle imprese destinatarie degli
investimenti. Tutto, dalle emissioni di CO2 allo smaltimento
dei rifiuti fino alla sicurezza, diventa più costoso. Nello stesso
tempo, le autorità di regolamentazione nazionali e finanziarie
si aspettano sempre di più che gli investitori istituzionali
aumentino gli sforzi per monitorare la conformità a tali
normative delle società nelle quali investono.
I fondi pensione non devono assumere il ruolo di paladini
dell’approccio ESG. Alcuni esponenti di spicco firmatari dei
PRI che abbiamo intervistato hanno descritto come neutrale
il proprio atteggiamento. L’approccio più adatto sembra
quello di sostenere la valutazione delle attività aziendali oltre
i puri e semplici dati finanziari senza fare supposizioni su cosa
rivelerà il supplemento di indagine.
I PRI vengono correttamente descritti come un quadro di
riferimento. Il modo in cui ci si muove all’interno di questo
quadro varia da istituzione a istituzione. Questo rapporto,
tuttavia, dimostra che un numero crescente di fondi pensione
sta prendendo in considerazione i fattori ESG nei propri
processi. Aumenta anche la percentuale di fondi che ricorre
alle capacità congiunte messe a disposizione dai PRI per
conseguire tale obiettivo.
Bonnet, Direttore Investimenti Responsabili presso l'ERAFP ha citato come eccezione la tedesca Oekom.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
27
Cenni biografici sugli autori
Cindy Rose è Responsabile della ricerca SRI all’interno del
team azionario globale di Aberdeen Asset Management.
Conduce ricerche e analisi sugli investimenti socialmente
responsabili di imprese nelle quali investono fondi a vocazione
etica. Cindy Rose è entrata in Aberdeen con l’acquisizione,
avvenuta nel 2000, di Murray Johnstone con sede a Glasgow.
In questa società, ricopriva il ruolo di redattrice e web editor
per gli investimenti. In precedenza, ha lavorato per il tribunale
tributario degli Stati Uniti a Washington DC.
È in possesso di una laurea magistrale in letteratura
comparata conseguita presso l'Università di Edimburgo.
Brendan Maton è un giornalista e ricercatore freelance. Si
occupa del sistema previdenziale europeo da 15 anni. Ha
lavorato per otto anni nel gruppo Financial Times e collabora
tuttora con il FTfm.
Partecipanti A
3M Spain & Portugal
Abelio
ACGME (Association de Retraite des Cadres du Groupe Mornay Europe)
Adecco
AEA Technology plc
AG2R Prevoyance
AGBAR Grupo - Sociedad General de Aguas de Barcelona
Ahold St. Psf.
Air Liquide
Akzo Nobel
Alliance & Leicester
Anima Arti & Mestieri Fondo Pensione Aperto
AP Fonden 1
Araba Eta Gasteiz Aurrezki Kutxa II
Arvika Kommun
Atlanticomnium
ATP Private Equity Partners
Ausgleichsfonds derAHV (Alters- und Hinterlassenversicherung)
AVIVA
Ballangen Kommune
Banco Popular
Banque Cantonale de Geneve
Banque de Patrimoines Privees
Baring Asset Management France
Barnardo's
Bergen Kommunale
Bfinance
BKK - Schwarzwald-Baar-Heuberg
Bobst
British Broadcasting Corporation
BT Pension Scheme
Caisse de Pension du Commite International de la Croix Rouge
Caisse Paritaire de Prevoyance de l'Industrie et la Construction
CAMARCA (Caisse Mutuelle Autonome de Retraites Complementaires
Agricoles)
CAP Gemini Ernst & Young France
CAPGemini UK
CARCEPT (Caisse Autonome de Retraites Complementaires et de
Prevoyance du Transport)
Cardiff Council
Carillion plc
CARMF (Caisse Autonome de Retraite des Medecins Francais)
CARPIMKO (Caisse Autonome de Retraite et de Prevoyance des Infirmiers,
Masseurs-Kinesitherapeutes, etc.)
Caser Gestora de Fondos de Pensiones
CEMEX UK
CERN Pension Fund (European Organisation for Nuclear Research)
A Alcuni
28
partecipanti hanno chiesto di rimanere anonimi
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
CGRCR (Caisse Generale de Retraite des Cadres par Repartition)
CIA (Caisse de Prevoyance du Canton de Geneve)
Co-operative
Cornwall County Council
Costain Group plc
CPEV - Caisse de Pension L'Etat de Vaud
Credit Cooperatif
Cyngor Gwynedd Council
Danica Pension
De Eendragt Pensioen
De La Rue plc
Degussa UK Services Ltd.
Deloitte
Deutsche Bank
DHL
DIP (Danske civil og akademiingeniorers Pensionskasse)
EADS Deutschland
Electricite de France (EdF)
Electronic Data Systems Ltd.
Endesa
ENPAV (Ente Nazionale di Previdenza ed Assistenza Veterinari)
Environment Agency Pension Fund
ERAFP - Etablissement de Retraite Additionnelle de la Fonction Publique
Ergo Lebensversicherung
Ericsson
Essex County Council
Esso Benelux 'Protector'
Etablissement De Retraite Additionelle De La Fonction Publique
Ethicon S.A.Johnson & Johnson
Ethos
European Central Bank
European Patent Office
Eurosif
Evangelische Zusatzversorgungskasse Darmstadt
Experian
F. Uhlmann-Eyraud
Ferrocarril Metropolita de Barcelona
FIATC Seguros
Fondation de Prevoyance Edipresse
Fonditel (Telefonica de Espana)
Fondo Pensione Aperto Unipol
Fondo Pensione Dipendenti Gruppo SEA
Fondo Pensioni CARIPLO
Fondo Scuola ESPERO
FondoSanita
Fondsfinans
Forum For Sustainable Finance (Italy)
Freudenberg & Co. KG
FunktionaerPension
Gallaher plc
Geroa Pentsioak EPSV
GKN plc
Goldman Sachs International
Government Pension Fund - Norway
Groupe Burelle
Hamburg Notarversorgungswerk
Hampshire County Council
Hapag Lloyd
HeidelbergCement
Helvetia Versicherungsgesellschaft
Hewlett-Packard
Highland Council
House of Fraser (Stores) Ltd.
Hymans Robertson
Industriens Pensionsforsikring
ING Pension Fund
Ingersoll-Rand International Ltd.
Inside Pensions
InterContinental Hotels plc
Jaguar Land Rover
Kellogg Brown & Root (UK) Ltd.
Kodak
Koelner Pensionskasse
KP - Konsumentkooperationens Pensionsstiftelse
KLP
Lafarge UK
Landkreis Schaumberg
Landstinget Gavleborg
Liverpool Victoria Friendly Society Ltd.
Lloyd's Register
Logica
London Borough of Brent
London Borough of Croydon
London Borough of Hackney
London Borough of Redbridge
London Borough of Tower Hamlets
LVM Pensionsfonds
LVMH Louis Vuitton-Moet Hennessy
Mediafond
Mercer
Metalektro (PME) (MN Services)
Midcounties Co-operative
Nestle
Neue Leben Pensionskasse
Next
Norrbottens Landsting
Northern Ireland Local Government Officers' Superannuation Committee
Nuclear Decommissioning Authority
Nykoping Kommun
Old Mutual plc
Opplysningsvesenets Fond
Ove Arup & Partners International Ltd.
Palmer & Harvey McLane Ltd.
Peek & Cloppenburg
PensionDanmark
Pensionskasse der Griesser
Pensionskassen for Sygeplejersker
The Pensions Trust
Pinsent Masons
Pirc
Probus Compagnie
Procter & Gamble
Provident Financial plc
Provisum
PSA Peugeot Citroen
Realdania
Rolls-Royce & Bentley
Rolls-Royce plc
Sanofi Aventis Pharma Ltd.
Sacker & Partners
Selex
SIDECO
Simon Group plc
SNS Reaal Pension Fund
Societe Generale
Somerfield
Somerset County Council
South Tyneside Metropolitan Borough Council
South Yorkshire Integrated Transport Authority
Spar Handels
Spoorweg St. Psf.
SSE plc
St. Bpf. voor de Agrarische en Voedselvoorzieningshandel
St. Bpf. voor deMedia PNO
St. Psf. Elsevier-Ondernemingen
St. Psf.TDV
States of Jersey
Statoil Pensjonskasse
Stichting Co-op Pensioenfonds
Stichting Nedlloyd Pensioenfonds
Stichting Pensioenfonds IBM Nederland
Stork
Strathclyde
Surrey County Council
Svedala Kommun
Svenska Kyrkan
Swatch Group
Tate & Lyle plc
Taylor Wimpey plc
Telia Pensionsstiftelse
Thales Nederland St. Psf.
Thales UK
Total UK
Towers Watson
Trelleborgs Kommun
Tyco Electronics UK Ltd.
UKSIF
Vallourec
Veolia Environnement
Versorgungswerks der Architektenkammer NRW
Vervoer
Vinci plc
Vita Group
Vittoria Assicurazioni
Vodafone Ltd.
Volker Wessels Stevin
Waterbouw St. Bpf.
Weir Group plc
Wesleyan Assurance Society
Westland Helicopters Ltd.
West Midlands Pension Fund
West Pensionskasse & Pensioenfonds
William Hill plc
Wiltshire County Council
Wincanton plc
Xerox Ltd.
Pensions Intelligence White Paper ESG 2010
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