Quell`eterno gioco dell`amore

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Quell`eterno gioco dell`amore
Cultura e spettacoli
LIBERTÀ
Martedì 18 novembre 2008
Maria Luisa Simone, poesia figurativa
in molte sue tele quanto la vivacità cromatica e la suggestione narrativa, il respiro
d’insieme e l’articolata struttura compositiva retaggio a
sua volta del glorioso vedutismo ma anche di certo rigore
prospettico.
Mostra personale al centro artistico “Contardo Barbieri” di Broni
BRONI - Al centro artistico e
culturale “Contardo Barbieri”
di Broni gli organizzatori non
sono conservatori, tutt’altro,
amano anzi la “bella” pittura,
non quella tradizionale ma
quella evocativa.
Come le opere di Maria Luisa Simone, protagonista fino
al 23 novembre di un’interes-
sante mostra personale in cui
troviamo dipinti risalenti anche agli esordi, quegli anni
Settanta fervidi di spunti sociali ed eredi della vivacità
sessantottesca quando Simone era attivissima non solo in
Italia.
Tenne infatti, allora ma anche in seguito, mostre in Afri-
ca e Germania in particolare,
poi in Spagna, Francia e Canada riscuotendo sempre
grande successo di critica e
pubblico.
Colpirono soprattutto i
suoi paesaggi, singolare concentrazione di sensibilità
Fauves, energia dell’Espressionismo mitteleuropeo e
Un dipinto di
Maria Luisa
Simone in
mostra al centro
“Contardo
Barbieri”di Broni
pittoricismo naif.
Della grande pittura italiana Maria Luisa Simone ri-
FIORENZUOLA - Folto pubblico e risate al Teatro Verdi per lo spettacolo teatrale
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Fabio Bianchi
prende non tanto il carattere
onirico e visionario tipico dell’approccio nordico presente
Colori e disegni nella poesia
figurativa di Maria Luisa
Simone. Fino a domenica 23
novembre al Centro artistico e
culturale “Contardo Barbieri”, via
Emilia Pavese 166, Broni (Pavia).
Orari: sabato 10-12, 16.30-19,
domenica 10-12, 16.30-19.
“Street Vocie”col vulcanico G-Max e la Panagia
Martina Panagia è
una delle Vj più
popolari di All
Music.Da domani
con G-Max del
gruppo rap
romano Flaminio
Maphia condurrà
a Piacenza «Street
Voice»
A Piacenza arriva il karaoke
per le telecamere di All Music
Momenti della pièce teatrale «Ti amo..o qualcosa del genere» di Diego Ruiz in scena al
Verdi con Il Gioco delle Parti per la regia di Pier Marra,anche in scena(foto Lunardini)
“Ti amo...o qualcosa del genere”di Ruiz racconta la coppia e i suoi meccanismi di sdoppiamento
Quell’eterno gioco dell’amore
Successo per la commedia diretta da Marra con Il Gioco delle Parti
FIORENZUOLA - Si sta apparec-
chiando una cenetta per un tète a tète romantico. Presto però
arriva il terzo incomodo, ed ecco confezionato il triangolo amoroso. Come non bastasse, a
complicare la faccenda, si presenta un quarto personaggio,
che moltiplica fraintendimenti e doppi sensi, incomprensioni e litigi. Finché la coppia
scoppia. E se ne forma una ex
novo. Almeno così parrebbe.
E’ il semplice ed eterno gioco dell’amore, della coppia,
delle gelosie, che sta alla base
della commedia Ti amo..o
qualcosa del genere di Diego
Ruiz portata in scena dalla
compagnia teatrale Il Gioco
delle Parti di Pier Marra, nella
doppia veste di regista e interprete.
La scenografia ci apre in un
giardino nel giugno afoso di
un’estate romana. Marra sul
palcoscenico interpreta Diego,
lo stesso nome del drammaturgo romano che ha firmato
questa commedia brillante,
dove entrano in scena i telefonini e gli sms, il computer e le
chat a rendere attuale quello
che in realtà rimane il gioco
della seduzione, lo stesso di
tutti i tempi.
Diego è il migliore amico di
Fiona (interpretata da Rita
Rossi) che arriva a casa sua nel
bel mezzo della preparazione
della cenetta romantica con la
sua nuova fiamma. L’amica
Fiona, come al solito, è determinata a distruggere la nuova
fidanzata agli occhi dell’amico.
Diego però questa volta ha
preparato la difesa: ha raccontato alla sua fidanzata Chicca
(ben interpretata da Daniela Isetti) che Fiona è lesbica e che
quindi la loro amicizia donnauomo non minaccerà mai il
rapporto amoroso. La stessa
bugia l’ha raccontata Fiona al
fidanzato Walter. Il testo è ben
scritto. Il ritmo della partitura
drammaturgica lo forniscono
gli sdoppiamenti e le moltiplicazioni che coinvolgono e avvolgono i quattro personaggi.
Il meccanismo degli sdoppiamenti lo si gioca anche sulla girandola di nomi: Diego in versione gay si chiamerebbe Vanessa; Fiona diventa Lola Sexy
(il suo nickname sulla chat),
Walter si fa chiamare Villoso69.
Chicca si chiama in realtà Federica, e fa una grande confusione con i nomi propri, oltre
ad essere logorroica, per sua
stessa ammissione («ho avuto
un trauma da piccola»).
L’irruzione in scena di Daniela Isetti, nel primo atto, è una vera sferzata alla commedia: il dialogo tra i due amici
protagonisti, Fiona e Diego, si
rinfocola e fa ripartire l’azione
(che è poi soprattutto scambio
verbale). Chicca è pettoruta,
prorompente nel corpo e nel
fiume di parole. Il suo arrivo in
casa di Diego non può certo lasciare indifferenti. Ma Fiona è
astuta e fa di tutto per rompere il presunto idillio tra i due
neo fidanzati. Ad un certo punto però gli sforzi dei due amici
dovranno trasformarsi: la loro
prima preoccupazione diventerà quella di nascondere tutte
le bugie che hanno raccontato
ai rispettivi partner. Nel frattempo infatti è arrivato in scena anche il quarto incomodo: è
Luca Boselli in versione burino romano. L’attore riesce
molto bene a caratterizzare il
suo Walter, senza farlo scadere
in pura macchietta. Walter dovrebbe amare Fiona anche se
sembra apprezzare di più il
petto e i fianchi di Chicca. I
doppi sensi nel secondo atto si
sprecano. Qualche volta il testo indulge alla battuta facile, e
intanto si arriva all’epilogo, almeno parrebbe. Una luce ad
occhio di bue arriva improvvisa a illuminare Fiona e Diego,
che - proprio grazie ad una
sorta di repentina illuminazione - si accorgono di amarsi. O
qualcosa del genere. Perché
appena usciti di scena i rispettivi partner, ecco che la fiamma si spegne di nuovo, e loro
tornano amici, litigiosi e gelosi.
Donata Meneghelli
Sfida da domani a venerdì in diverse location
PIACENZA - Quattro città italiane
si sfidano per eleggere un’ugola
d’oro. Questa è l’idea di Street
Voice, una città che canta, il nuovo programma lanciato da All
Music, il canale musicale del
Gruppo L’Espresso, in onda tutti i giorni dal 1° al 26 dicembre
(per chi non lo sapesse, è una tv
nazionale analogica in chiaro e
digitale terrestre visibile in tutta
Europa al Canale 128 della Piattaforma Sky). E la prima tappa
sarà qui a Piacenza, domani,
giovedì e venerdì, quando a Piazza Cavalli, Piazza Sant’Antonino
e probabilmente in Piazzale Genova (ma le location sono ancora tutte da confermare) a partire
dalle 11 circa approderà il carrozzone guidato dal vulcanico
G-Max, conduttore del programma e leader del gruppo hip-hop
Flaminio Maphia. Una postazione itinerante attrezzata per trasformarsi in karaoke, consentirà
agli aspiranti cantanti, agli appassionati di musica e a chiunque voglia sfidare le telecamere,
di interpretare canzoni cult del
repertorio italiano e internazionale. Nel corso della performance G- Max, con l’aiuto dal pubblico in piazza, sceglierà i quattro partecipanti che si saranno
distinti per bravura e simpatia.
I finalisti, guidati da Martina
Panagia, apprezzata VJ di All Music, si sfideranno venerdì in un
noto locale di Piacenza per ac-
Lo scrittore e docente di letteratura italiana all’università di Los Angeles al Laboratorio delle Arti
Con Ballerini alla scoperta delle erbe
PIACENZA - Risotto alle marghe- sando per la borragine, il grattarite, spaghetti alla melagrana, lauro (un tipo di cardo), la menfrittelle di fiori di acacia, polen- ta e la cicoria selvatica, sono in
ta con ortiche, un bicchiere di tutto trenta le materie prime
liquore di mirto e magari la cre- che il libro di Ballerini invita a ema di malva, consigliata per splorare per la gioia del palato,
smaltire gli effetti di una cena recuperando aromi e sapori di
pantagruelica.
una tavola un
Sono solo alcutempo povera e
ni dei cento L’utilizzo in cucina
oggi diventata
piatti con ingre- L’autore insieme a Gazzola sinonimo
di
diente base la
raffinata escluflora spontanea tra riferimenti letterari
sività.
che si possono e le ricette della De Santis
Lo stesso Balimparare a prelerini, poeta,
parare con un
critico letteraricettario davvero speciale, Erbe rio, docente di letteratura italiada mangiare di Luigi Ballerini na all’università di Los Angeles
(Mondadori, 14 euro), presen- (Ucla), nato a Milano ma trasfetato al Laboratorio della Arti, in ritosi da anni a New York, è ripiazzetta Barozzieri 7/a, dal- masto catturato quasi per caso
l’autore e da Eugenio Gazzola.
da un mondo culinario pressoDall’alloro allo zangone, pas- ché dimenticato, quando a O-
tranto nella masseria di Ada De
Santis ha potuto gustare un
piatto cucinato dalla padrona
di casa, cuoca per passione.
Un’ottima zuppa che, ha scoperto poi Ballerini, era stata resa unica dalle foglioline di papavero, che ne costituivano la
componente chiave. Da lì è venuta l’idea di condividere con
un pubblico più vasto un centinaio manicaretti frutto della sapienza contadina salentina.
Ada De Santis ha messo a disposizione le ricette, che Ballerini introduce, erba dopo erba,
con altrettanto gustosi (e divertenti) capitoli su storia, tradizioni, riferimenti letterari, leggende e curiosità. I disegni sono
del pittore modenese Giuliano
Della Casa che, per restare in
ambito culturale gastronomico,
Luigi Ballerini,
docente
all’università di
Los Angeles,con
Eugenio
Gazzola al
Laboratorio
delle Arti per la
presentazione
del libro “Erbe
da mangiare”
(foto Franzini)
ha illustrato anche La scienza in
cucina e l’arte di mangiar bene
di Pellegrino Artusi (Einaudi,
2001) e Gargantua e Pantagruele di Rabelais (Einaudi, 2004). Il
fine - spiega Ballerini - è di proporre anche un modo nuovo di
accostarsi alla campagna: «Come si va per funghi, perché non
tornare ad andare per erbe?»
propone. «Certo, bisogna cono-
scerle, capire quali parti vanno
utilizzate e in che stagioni si devono cogliere». Su questi aspetti viene in aiuto il nuovo libro
che, nelle domeniche di pioggia, consente anche agili escursioni con la mente, grazie ai racconti confezionati da Ballerini,
attingendo a molteplici ed eterogenee fonti, procedendo per
libere e intriganti associazioni
caparrarsi il titolo di ugola d’oro
della città. Dal 26 novembre, poi,
i riflettori si sposteranno su Perugia, Salerno e Lecce.
G- Max è il leader dei Flaminio
Maphia, gruppo rap romano
fondato nel 1994 insieme a Rude
Mc. Il gruppo, oggi al 12° album,
Intro (2006), si fece notare al Salone Della Musica di Torino nel
’96. In seguito Neffa produrrà il
brano Sbroccatamente si vive la
notte, colonna sonora del film
Torino Boys e il gruppo aprirà i
liveshows di La Soul e Coolio.
Dopo il successo dell’album Resurrezione (2000), Cecchetto gli
affida nel 2002 la conduzione di
un programma su Radio 102.5.
Vulcanico e intraprendente, GMax, ha coltivato anche la passione della recitazione apparendo nel 1999 in Semiautomatic
Roma Metal Jacket e nel 2000 ne
Il segreto del giaguaro.
Ventitre anni, romana, ma milanese d’adozione, Martina Panagia è una delle VJ più amate di
All Music, per cui conduce la
classifica ufficiale Album da settembre 2008. Attrice, esordì su
Raidue, per poi migrare in Mediaset. Nel 2007 è stata il volto di
“Intimo moda mare tv” per Sky,
mentre, in H3G, un programma
sul mondo dei tvfonini di H3G, si
è distinta per la conduzione di 3
Diesis, che l’ha consacrata al
mondo della musica.
corv
tra romanzi, trattati antichi,
melodrammi, film e successi
della musica leggera. Il lampone selvatico, per esempio, chiama in causa un cantore della
natura selvaggia come lo scrittore americano Henry David
Thoreau, ma anche il naturalista latino Plinio e il botanico inglese John Gerard, fino alla descrizione manzoniana dell’Azzeccagarbugli. Per la paparina,
dal Papaveri e papere cantato a
Sanremo nel 1952 si risale a Erodoto (che riporta i consigli
criptati di un tiranno a un collega, sulla necessità di tagliare le
spighe, ossia eliminare gli ottimati della città), a Tito Livio
(dove i papaveri sono già utilizzati per indicare i cittadini più
potenti), a un poemetto della
corte carolingia. La borragine,
consigliata nel 1610 da Jacques
Ferrand come rimedio alla malinconia, è la stessa del succo
con cui il pavido leone del Mago di Oz cerca di farsi coraggio.
ans