Vai alla newsletter.
Transcript
Vai alla newsletter.
Centro Studi Osservatorio Territorio e Aree Urbane Politiche territoriali Newsletter n. 26/2014 a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil I commenti: Legislazione – Detrazioni fiscali per la messa in sicurezza sismica: lettera di UNICMI e ISI al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti e ai Presidenti delle Commissioni Ambiente e Territorio di Senato e Camera, che denuncia come l’attuale provvedimento inserito nella Legge di Stabilità rischi di rimanere solo un segnale di attenzione alla messa in sicurezza sismica, non supportato però da una reale operatività. 200 milioni di euro nella Legge di Stabilità 2015 per finanziare il progetto “rammendo delle periferie” dell’architetto Renzo Piano Politiche territoriali – Dissesto idrogeologico: Secondo Tavolo tecnico con il presidente del CSLLPP e componente della cabina di regia della struttura di missione di contrasto al rischio idrogeologico Dissesto idrogeologico: Su convocazione da parte della Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è tenuto il 2 dicembre scorso, un confronto, presso Palazzo Chigi, con CGIL CISL e UIL, relativo al Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico, che si è concluso con l'impegno, da parte della Struttura di Missione, di riconvocare i primi giorni del mese di gennaio 2015, CGIL CISL UIL e le categorie interessate, per la definizione di un protocollo formale. Consumo di suolo: Gli eventi drammatici causati dai dissesti idrogeologici, accaduti in questi mesi nel nostro Paese, chiedono una riflessione su quanto sia necessario, al più presto, attuare una riduzione del consumo del suolo. Edilizia scolastica - Vanno avanti le procedure di assegnazione dei fondi della prima tranche di stanziamenti (150 milioni) del cosiddetto 'Decreto del fare'. Gli Uffici del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca sono infatti impegnati nel monitoraggio dei lavori e hanno proceduto all'impegno dei fondi per 452 interventi su un totale di 662 e al progressivo pagamento degli stessi sulla base di 3 elenchi (il primo di 200 interventi, il secondo di 102, il terzo di 150). Le notizie: News nazionali: Politiche territoriali: Edilizia scolastica: Eventi: News dai territori: Regione Lombardia: Regione Sardegna: Bonus sicurezza sismica: Detrazioni fiscali per la messa in sicurezza sismica; Nella Legge di Stabilità risorse per il ‘rammendo delle periferie’ promosso da Renzo Piano; Consumo di suolo: necessario, al più presto, attuare una riduzione del consumo del suolo; Dissesto idrogeologico: Il progetto al centro delle procedure: la ricetta CNI e CSLLPP; Dissesto idrogeologico: italiasicura, intervista a D’Angelis Il Miur procede con l'assegnazione dei fondi Dall'Inu un decalogo per coinvolgere i cittadini nelle decisioni pubbliche Incontro del 2 dicembre 2014 tra la Struttura di Missione (#ItaliaSicura) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e CGIL CISL e UIL Primo tavolo di confronto con gli Ordini professionali; Milano entra nel progetto “100 Resilient Cities” 20 MLN per progetti di pronta cantierabilità finanziati con il POR FESR 2007-2013 News nazionali: Politiche territoriali: Bonus sicurezza sismica: Detrazioni fiscali per la messa in sicurezza sismica 11/12/2014. UNICMI, l’Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche, dell’Involucro e dei Serramenti e ISI, Ingegneria Sismica Italiana, pur apprezzando l’inserimento del bonus del 65% per gli intervenenti di messa in sicurezza sismica degli edifici nella Legge di Stabilità approvata alla Camera e ora trasmessa al Senato, hanno inviato 1 2 politiche [email protected] [email protected] Centro Studi una lettera al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Maurizio Lupi e ai Presidenti delle Commissioni Ambiente e Territorio di Senato e Camera Marinello e Realacci, denunciando come l’attuale provvedimento inserito nella Legge di Stabilità rischi di rimanere solo un segnale di attenzione alla messa in sicurezza sismica, non supportato però da una reale operatività. In particolare, UNICMI e ISI hanno posto all’attenzione del Ministro Lupi i tre lati deboli dell’attuale provvedimento che lo rendono –di fatto- inefficace: •Scadenza temporale al 31 dicembre 2015: un intervento di messa in sicurezza sismica precede un iter complesso sia in termini di consenso (basti pensare agli interventi nei condomini), sia da un punto di vista operativo (analisi dello stato dell’edificio che spesso comprendono prove, progettazione dell’intervento, preventivazione e realizzazione, sono punti di un percorso lungo e articolato). Inoltre, un arco di tempo così limitato, probabilmente non è utile neppure a far conoscere il provvedimento sul territorio, vanificando così gli eventuali sforzi delle imprese coinvolte. •Limitazione alle zone sismiche 1 e 2: la misura è attualmente limitata alle opere che ricadono in aree ad alta pericolosità sismica, mentre la commissione Ambiente, per prevenire la triste consuetudine in cui, solo dopo un evento sismico un dato territorio sia inserito in zone a rischio sismico, aveva chiesto di estendere il bonus anche ai Comuni a rischio sismico basso. •Copertura finanziaria limitata a 101,7 milioni di euro: ammontano a più 180 miliardi di euro (stima ANCE-Cresme) le risorse stanziate dallo Stato per riparare i danni dei terremoti verificatisi in Italia dal 1944 al 2012, pari ad un costo medio annuo di 2,6 miliardi di euro. Compatibilmente a quanto disponibile nel bilancio, stanziare una cifra congrua affinché le ricadute di questo provvedimento siano tangibili, non rappresenta soltanto dare fiato ad una operatività reale della messa in sicurezza del patrimonio immobiliare italiano, bensì un investimento dello Stato per prevenire eventuali nuove ingenti cifre destinate alla ricostruzione da danni sismici. UNICMI e ISI auspicando una modifica del provvedimento già nel corso della lettura al Senato, continueranno a sensibilizzare le Istituzioni affinché la messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare italiano sia davvero incentivata con una legislazione congrua e praticabile. Fonte: Ufficio Comunicazione UNICMI Politiche territoriali: Nella Legge di Stabilità risorse per il ‘rammendo delle periferie’ promosso da Renzo Piano 10/12/2014 - 200 milioni di euro nella Legge di Stabilità 2015 per finanziare il progetto “rammendo delle periferie” dell’architetto Renzo Piano. Questo l’impegno del premier Matteo Renzi che ha dichiarato che lo stanziamento sarà inserito nella discussione della Manovra al Senato.Il progetto di recupero delle periferie urbane serve a dare una risposta alla violenza e al degrado che caratterizza alcune periferie urbane e aveva già visto l’impegno di Piano che aveva impiegato il suo stipendio di senatore a vita per riqualificare le periferie delle città, perchè per lui è “lì che c’è la vera energia delle città”. L’idea di Piano è piaciuta al Governo che, con la Legge di Stabilità, punta a far ripartire il progetto proprio in questo momento particolare in cui le periferie di molte città, si pensi a Roma o a Milano, sono caratterizzate da tensioni sociali sempre più aspre. La decisione del premier Renzi di finanziare le periferie con 200 milioni in 3 anni è stata commentata anche dal ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini che ha dichiarato: “L'iniziativa del Governo di investire risorse importanti nella riqualificazione delle Periferie urbane è una svolta attesa da anni. L'Italia ha saputo tutelare i propri centri storici ma per decenni ha trascurato per i luoghi dove vivono milioni di persone, come non fossero pezzi anch'essi delle città italiane". "Riprendendo l'idea del "rammendo" delle periferie elaborato da Renzo Piano - osserva Franceschini -, il Governo ora vuole investire risorse importanti su un grande piano, non solo per "riqualificare" ma per fare diventare le periferie urbane luoghi di innovazione, di creatività, di innesti di architettura contemporanea. Inoltre, il Ministro ricorda come nella riforma del Mibact il Governo ha previsto già “un fondo di 3 milioni di euro per finanziare iniziative culturali che si svolgano esclusivamente nelle periferie urbane". Fonte: Alessandra Marra, sito internet edilportale Politiche territoriali: Consumo di suolo, necessario, al più presto, attuare una riduzione del consumo del suolo 10/12/2014. Gli eventi drammatici causati dai dissesti idrogeologici, accaduti in questi mesi nel nostro Paese, chiedono una riflessione su quanto sia necessario, al più presto, attuare una riduzione del consumo del suolo. “Si tratta di un obiettivo assolutamente condivisibile e per questo è indispensabile che tutta la materia che lo governa, cioè la legge su consumo del suolo, la riforma urbanistica e la riqualificazione delle città, sia affrontata in modo unitario e contemporaneo”. E’ la dichiarazione del presidente dell’Ance, Paolo Buzzetti, in occasione della giornata mondiale del suolo. “Per tutelare il territorio e allo stesso tempo promuoverne lo sviluppo e la riqualificazione bisogna sgomberare il campo dalle ideologie” continua Buzzetti. “L’edilizia è un settore ormai fermo e il crollo dell’occupazione nelle costruzioni è ben conosciuto dal Presidente del Consiglio che lo ha definito la madre di tutti i problemi occupazionali. D’altronde lo stesso Governo che si pone il nobile obiettivo di ridurre il consumo del suolo permette ancora ai Comuni di utilizzare il 50% degli oneri di urbanizzazione per coprire le spese correnti.” “Per questo ci auguriamo che i Ministri competenti si riuniscano attorno al tavolo per definire un quadro unico delle norme che regolano l’uso del territorio. Su questo punto siamo assolutamente a disposizione per confrontarci, tenendo bene a mente che la tutela del territorio e della qualità della vita dei cittadini è l’obiettivo di tutti.” Fonte: sito internet infobuild Centro Studi Politiche territoriali: Il progetto al centro delle procedure: la ricetta CNI e CSLLPP contro il dissesto idrogeologico 9/12/2014. Riportare il progetto al centro delle procedure; conferimento ad organismi esterni competenti delle attività di progettazione; codice di comportamento per il buon utilizzo del territorio; griglia di valutazione per le Stazioni Uniche Appaltanti per la fase di ideazione degli interventi. Sono questi gli obiettivi da centrare per affrontare le conseguenze delle emergenze alluvionali, individuati dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri durante la seconda riunione del Tavolo di Lavoro che si occupa del “Rischio idrogeologico” alla presenza di Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici e componente della Cabina di Regia della Struttura di Missione di contrasto al Rischio idrogeologico. "Con il Presidente Sessa - spiega Armando Zambrano, Presidente del Cni e Coordinatore della Rete delle Professioni Tecniche - abbiamo condiviso la necessità di tenere nella giusta considerazione la questione legata alla fase di progettazione delle opere, per ridurre i danni provocati dal dissesto idrogeologico. Non solo, poiché "questa fase va curata con particolare riguardo" le categorie tecniche ritengono "determinante il contributo dei professionisti esterni all’elaborazione dei progetti". QUATTRO PUNTI. Il dissesto idrogeologico quindi, è ritenuto dalle categorie tecniche priorità da affrontare con un ricco apporto di idee e linee di sviluppo, quattro per la precisione: “Definizione di buone pratiche per la realizzazione di opere a salvaguardia del dissesto; definizione di procedure semplificate per il conferimento di incarichi di progettazione a normativa invariata; definizione di un codice di comportamento teso al buon utilizzo del territorio; definizione di una griglia di valutazione da offrire alle Stazioni Uniche Appaltanti per la fase di progettazione degli interventi”, ha spiegato Zambrano ad un attento Massimo Sessa: “Raccolgo gli spunti offerti dal Presidente Zambrano e mi congratulo per gli sforzi che l’intera Rete delle Professioni Tecniche sta compiendo per affrontare uno degli argomenti che attualmente interessa maggiormente l’opinione pubblica. Il percorso comune intrapreso dalla Struttura di Missione e dalla Rete delle Professioni Tecniche consentirà di centrare l’obiettivo prefissato. La cattiva programmazione e la bassa qualità degli interventi sinora garantiti non hanno consentito di curare il territorio in modo adeguato alla necessità di sicurezza della popolazione, fattore che si acuisce durante i periodi di precipitazioni più intense”. Molti i rappresentanti delle associazioni attorno al Secondo tavolo: oltre ai citati Zambrano Sessa erano presenti Andrea Sisti, Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei dottori Agronomi e dei dottori Forestali e Segretario della RPT, Maurizio Savoncelli, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geometri e dei Geometri Laureati, Lorenzo Benanti, Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati, Silvano Da Roit e Antonio Perra, membri del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali, Stefano Aversa, dell’Associazione Geotecnica Italiana e Pierluigi Claps, del Gruppo it.idraulica. “Provvederò ad indire una nuova riunione, presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, per verificare il recepimento degli input forniti e per proseguire sulla strada della mitigazione del rischio connesso al dissesto”, ha concluso il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Fonte: sito internet casa e clima Politiche territoriali: Dissesto idrogeologico: italiasicura, intervista a D’Angelis per il Corriere del Mezzogiorno:“Sicilia esempio da seguire. Miglioramenti da record” 08/12/2014. Erasmo D'Angelis è ormai l'uomo cui l'Italia guarda quando c'è un'emergenza. Il ruolo di capo dell'Unità di missione contro il dissesto idrogeologico gli calza a pennello, anche perché finalmente si comincia a operare: intanto, per limitare i danni; ma soprattutto, guardando al futuro, per mettere in sicurezza la Penisola. D’Angelis, la struttura ha fatto una mappa precisa della situazione, da cui si evince che alcune Regioni hanno lavorato contro il dissesto, altre meno, al Nord come al Sud. Anche nel Mezzogiorno la situazione è a macchia di leopardo, perché? «La Sicilia ha miglioralo le sue condizioni più di tutte le altre Regioni italiane, grazie anche alla scelta del commissario attuatore, Maurizio Croce, da qualche giorno diventato assessore regionale, che è riuscito a svolgere un lavoro enorme con l’ausilio di Invitalia e di una piattaforma telematica che ha messo in trasparenza le gare di appalto. A dimostrazione che a volte il rigore, la disciplina, la serietà delle persone possono fare la differenza. Altrove i conflitti tra Comuni e Regioni hanno inciso mollo sulla paralisi degli interventi, ma non si deve dimenticare neanche il ruolo negativo svolto dalla burocrazia. I conflitti si sono manifestati al massimo livello in Calabria, nonostante quel territorio sia tra i più a rischio». La Calabria, grazie anche all'intervento di Croce, ora sta recuperando terreno; la Campania, invece, resta molto indietro, perché? «Uno dei motivi risiede nella scelta della Regione di inserire tutta la spesa contro il dissesto idrogeologico nel Patto di Stabilità, non riuscendo così ad operare. Situazione opposta è quella della Puglia, che ha individuato nella messa in sicurezza del territorio una delle priorità del proprio bilancio». Ciò nonostante all'inizio di settembre il Gargano è stato devastato dalle piogge che hanno fatto anche una vittima: come mai? «E’ bastato il controllo di carabinieri e finanzieri per scoprire 40 edifici costruiti nelle fiumare e nei canaloni, con conseguente ostruzione dei letti dei corsi d'acqua: scontiamo 3 condoni in 20 anni e anche colpevoli occhi chiusi soprattutto negli anni '70 e '80. Da qui nasce il disastro del Gargano, ma dobbiamo anche fare i conti con mutazioni climatiche in atto che creano danni e vittime, spesso a causa della mancata manutenzione del territorio». Giampilieri e Sarno: nel 2009 una frana causò in Sicilia 18 morti, nel 1998 l’esondazione del fiume ne provocò 160 in Campania. A che punto è la messa in sicurezza di queste aree? Centro Studi «A Sarno non è stato fatto quasi nulla, solo oggi abbiamo un cronoprogramma di interventi per la messa in sicurezza del territorio, con 12 aree di laminazione e altro. Partiremo in tempi brevi avendo a disposizione 420 milioni che, se non saranno contabilizzati entro il 2015, si perderanno. Fa rabbia tutto ciò, perché queste risorse sono in cassa da tempo, ma per 16 anni non si è mosso nulla. Ancora oggi abbiamo dovuto affrontare conflitti perché alcuni sindaci si opponevano alla costruzione delle casse di espansione in cui arriverà l'acqua del Sarno che però e inquinata. Il problema l'abbiamo risolto con il piano di disinquinamento del fiume». A parte il dato oggettivo che qualcuno ha inquinato e chi doveva evitarlo non l'ha fatto, al piano di disinquinamento non si poteva pensare subito? «Alcuni territori sono come i Paesi in via di sviluppo, ora dobbiamo recuperare il tempo perduto e ciò avrà effetti positivi anche sull'occupazione, oltre che sulla riqualificazione del territorio, per non dire che così eviteremo di perdere le risorse. A Giampilieri, invece, si è lavorato bene alla riduzione dei rischi, ma c'è molto da fare in Sicilia, la giunta di Rosario Crocetta dovrebbe inserire questo tema tra i più importanti della sua azione di governo. Come è noto abbiamo deciso di utilizzare subito per le grandi aree urbane uno dei 9 miliardi che il governo vuole investire per la difesa del territorio, ma abbiamo scoperto che la Sicilia è priva di progetti esecutivi, tranne uno, a Catania. Dobbiamo fare molto sul versante della progettazione». Ma come si fa se ci sono Comuni che utilizzano impropriamente le risorse, magari per pagare gli stipendi del personale amministrativo? «Questo non sarà più possibile, perché le risorse possono essere revocate. Però bisogna considerare anche l'incapacità delle amministrazioni a spendere, a gestire i problemi burocratici che si creano durante le procedure di appalto. Ma ora, avendo i governatori anche il ruolo di commissari, tutto dovrebbe essere semplificalo perché un loro atto avrà la forza di variante urbanistica. In sostanza, ora c'è una governance vera, ci sono i controlli nazionali e i cantieri che apriamo non chiuderanno». Che rapporto c'è tra il costo per investimenti e il costo per i danni ambientali? «Un rapporto di 1 a 10. Abbiamo calcolato che da ottobre 2013 ad oggi ci sono stati danni per 4 miliardi che avremmo in gran parte risparmiato se avessimo investito». Fonte: sito internet italia sicura Edilizia scolastica: Il Miur procede con l'assegnazione dei fondi 04/12/2014. Edilizia scolastica, vanno avanti le procedure di assegnazione dei fondi della prima tranche di stanziamenti (150 milioni) del cosiddetto 'Decreto del fare'. Gli Uffici del Ministero dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca sono infatti impegnati nel monitoraggio dei lavori e hanno proceduto all'impegno dei fondi per 452 interventi su un totale di 662 e al progressivo pagamento degli stessi sulla base di 3 elenchi (il primo di 200 interventi, il secondo di 102, il terzo di 150). In particolare, per i primi due elenchi (302 interventi) è avvenuta la registrazione dell'impegno e si è proceduto a predisporre i relativi ordini di pagamento per un importo totale di 44,6 milioni di euro. Per quanto riguarda il terzo elenco è in corso la predisposizione del decreto di impegno dei fondi per ulteriori 45 milioni di euro. Per tutti questi interventi il trasferimento delle risorse agli Enti Locali avverrà in tempo utile per consentire i pagamenti nel rispetto dei termini previsti dal Decreto del Fare. Per gli altri 210 interventi residui, per i quali la documentazione fornita al Miur è risultata incompleta o per i quali gli enti proprietari hanno dichiarato che i lavori non termineranno entro il termine di legge del 31.12.2014, il Ministero si è attivato per consentire i relativi pagamenti anche nel 2015. Fonte: sito internet casa e clima Eventi: Dall'Inu un decalogo per coinvolgere i cittadini nelle decisioni pubbliche 11/12/2014 - Nei giorni scorsi l’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU) ha sottoscritto insieme ad altre associazioni, la “Carta della Partecipazione” che definisce 10 principi per un processo partecipativo di qualità alle decisioni degli enti pubblici e privati. Lo scopo della Carta della Partecipazione è di accrescere la cultura della partecipazione dei cittadini alle decisioni (un diritto affermato anche dalla Costituzione italiana e dalla normativa europea) e diffondere linguaggi e valori comuni. Per far questo i promotori si impegnano a favorire la creazione di una Rete della partecipazione in Italia tra soggetti operativi in ambito locale e nazionale, anche tramite lo scambio di informazioni e la realizzazione di buone pratiche. Per far sì che il contributo dei cittadini sia effettivo e la partecipazione di qualità, tra i dieci principi vi sono il principio dell’informazione (le informazioni rilevanti devono essere a disposizione e devono essere comprensibili), dell’equità (tutte le opinioni vanno valorizzate), dell’armonia (si deve puntare a un accordo sul processo e sui suoi contenuti) e della valutazione (la partecipazione va valutata con metodologia adeguata, i risultati devono essere pubblici). Il decalogo contenuto nella carta vuole rendere la partecipazione dei cittadini una procedura continua per tutto l’iter decisionale, non solo a monte delle decisioni ma anche nelle fasi successive e più cruciali. Donatella Venti, Coordinatore della Commissione Governance e Diritti dei cittadini dell’Inu, spiega così il senso dell’iniziativa: “La Carta della partecipazione nasce con modalità open source, aperta al maggior numero possibile di adesioni e periodicamente aggiornata. E’ stato infatti deciso che annualmente i promotori della Carta si incontreranno per valutarne l’aderenza a ciò che veramente serve per garantire la partecipazione. Inoltre i diversi soggetti che già la sottoscrivono (al momento associazioni) e quelli che vorranno in un futuro prossimo aderire (in primo luogo, ci auguriamo, enti locali ed Istituzioni pubbliche) si impegnano a mettere concretamente in atto i principi in essa contenuti attraverso la realizzazione di buone pratiche”. Nel comunicato dell’Inu si evidenzia come la carta della partecipazione non intende essere uno dei soliti decaloghi che rimangono scolpiti nella pietra o il punto di arrivo di Centro Studi un'elaborazione teorica. Essa si propone piuttosto come uno strumento vivo e in evoluzione, aperto ai contributi che verranno dal concreto utilizzo e snodo di una rete che ne condivide gli obiettivi. L’auspicio è che questa iniziativa possa contribuire a gettare anche le basi per più evoluti rapporti tra i cittadini e le amministrazioni pubbliche. Il documento sarà presentato nei primi mesi del 2015 al Senato, all’Anci e prossimamente al Coordinamento Agende 21 locali. Fonte: Alessandra Marra, sito internet edilportale Eventi: Incontro del 2 dicembre 2014 tra la Struttura di Missione (#ItaliaSicura) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e CGIL CISL e UIL 03/12/2014. Su convocazione da parte della Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si è tenuto ieri, 2 dicembre, un confronto, presso Palazzo Chigi, con CGIL CISL e UIL, relativo al Piano nazionale contro il dissesto idrogeologico. Dopo una prima esposizione, il responsabile Erasmo D'Angelis, Coordinatore della Struttura di Missione, sulle procedure che la Presidenza stessa intende mettere in atto, ha chiesto un contributo delle Organizzazioni sindacali, nell'affrontare l'annoso problema del dissesto idrogeologico e i relativi interventi. Su richiesta delle OO.SS., la Struttura di Missione si è detta d’accordo ad organizzare una procedura che si tradurrà in un possibile protocollo formale, coinvolgendo anche le Organizzazioni, di categoria nazionali e territoriali, nell'opera di riduzione del rischio idrogeologico, prevedendo specifiche iniziative riguardanti la velocizzazione della realizzazione di opere e le loro modalità di attuazione. Il confronto si è concluso con l'impegno, da parte della Struttura di Missione, di riconvocare i primi giorni del mese di gennaio 2015, CGIL CISL UIL e le categorie interessate, per la definizione del citato protocollo. Fonte: Domenico di Martino, Cgil News dai territori: Regione Lombardia: Politiche territoriali: Primo tavolo di confronto con gli Ordini professionali 10/12/2014. “Nell'ambito di questo tavolo istituzionale abbiamo deciso di inserire, quale azione prioritaria, l'attuazione della nuova normativa sulla riclassificazione sismica, deliberata lo scorso 11 luglio, che entrerà in vigore il prossimo anno. Dal 14-10-2014 le strutture devono quindi essere progettate e realizzate utilizzando la nuova zonizzazione sismica e confidiamo nel supporto e nella collaborazione degli Ordini professionali per divulgare il contenuto e lo spirito con il quale ci siamo mossi per redigere questo documento”. Lo ha detto l'assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia, Simona Bordonali, in occasione del primo Tavolo di confronto tra la Regione Lombardia e gli Ordini professionali, che si è riunito oggi a Palazzo Lombardia a pochi mesi dalla sottoscrizione del Protocollo d'intesa. Al Tavolo hanno partecipato gli assessori Viviana Beccalossi (Territorio, Urbanistica e Difesa del Suolo), Simona Bordonali (Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione) e Claudia Maria Terzi (Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile) e i rappresentanti di numerose categorie, tra le quali ingegneri, architetti, agronomi e agrotecnici, forestali, geometri, geologi e periti agrari e industriali. TAVOLI TEMATICI. È stato così sancito l'avvio di diversi tavoli tematici di confronto su materie importanti per la pianificazione del futuro regionale: dall'urbanistica all'ambiente, passando per la difesa del suolo e la protezione civile. DIFESA DEL SUOLO. “Uno dei tavoli organizzati dal mio Assessorato – ha spiegato Beccalossi - è incentrato sul tema della difesa del suolo. Ho ribadito a tutti il nostro impegno per recuperare risorse fondamentali all'avvio di opere che, per quantità e qualità degli interventi da attivare, richiedono competenza da parte dei professionisti, chiamati a lavorare per le pubbliche amministrazioni. Solo pochi giorni fa – ha ricordato l'assessore - mi sono recata a Roma per incontrare i rappresentanti della struttura di missione 'Italia Sicura', portando la richiesta lombarda di finanziamento per oltre 220 interventi per un complessivo importo finanziario di circa 675 milioni di euro”. EFFICIENTAMENTO ENERGETICO DEGLI EDIFICI ED EDILIZIA SOSTENIBILE. “Il tema chiave che stiamo proponendo come Assessorato all'Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile per questo primo anno di lavoro è sicuramente l'efficientamento energetico degli edifici e l'edilizia sostenibile – ha aggiunto l'assessore Terzi -. Per quel che attiene le politiche, è forte il legame con il PEAR, mentre per le iniziative di cooperazione e informazione abbiamo già attivato la green know-how community che coinvolge da tempo molti degli Ordini professionali presenti oggi all'incontro. Un tavolo utile – ha concluso Terzi - che vedrà una sua continuazione con il convegno con Unioncamere che è stato riprogrammato per il 28 gennaio prossimo”. Fonte: sito internet casa e clima Regione Lombardia: Milano entra nel progetto “100 Resilient Cities” 5/12/2014. Milano entra a far parte del progetto “100 Resilient Cities” promosso dalla Rockefeller Foundation per diffondere e sviluppare in tutto il mondo strategie urbane improntate alla resilienza. A dare l’annuncio è stato ieri il Chief Operating Officer della fondazione, Peter Madonia, con il Sindaco Giuliano Pisapia e il vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, in una conferenza stampa che si è svolta in contemporanea alla presentazione internazionale a Singapore delle 35 città di tutto il mondo scelte tra oltre 330 candidature per partecipare al network. Centro Studi COS'È LA RESILIENZA. La resilienza è la capacità di comunità e istituzioni di gestire in modo positivo e innovativo a emergenze ambientali, economiche e sociali anche impreviste o improvvise. Una condizione necessaria per le aree urbane, che entro il 2050 ospiteranno, dal 50% attuale, il 70% della popolazione mondiale. IL PROGETTO “100 RESILIENT CITIES”. Il progetto “100 Resilient Cities” della Fondazione Rockefeller nasce proprio per aiutare le città ad adottare politiche che favoriscano la resilienza agli stress fisici, economici e sociali che impattano sulla popolazione. È con grande soddisfazione che apprendiamo di entrare a far parte del progetto 100 Resilient Cities - ha dichiarato il Sindaco Giuliano Pisapia - per la straordinaria opportunità di collaborare con un network internazionale unico, per mettere a punto una strategia urbana che consenta a Milano di affrontare nel miglior modo possibile le sfide importanti che l’attendono nel futuro. “È un vero onore per me essere oggi in Italia per dare questo importante annuncio insieme al Sindaco Pisapia. Tra le città selezionate, Milano si è distinta per il suo profilo e la sua influenza a livello internazionale, sia come centro tra i più industrializzati e a più alta densità abitativa d’Europa, sia quale hub mondiale della finanza, del design e della cultura”, ha affermato Peter Madonia, Chief Operating Officer, The Rockefeller Foundation. “Grazie al nuovo status di Città Metropolitana e con l’avvicinarsi di Expo 2015, Milano ha la grande opportunità di sviluppare progetti pilota secondo modelli innovativi che possano essere estesi ad alti centri urbani, in Italia e nel mondo, diventando così città leader per l’impegno a sviluppare resilienza attraverso il Programma 100 Resilient Cities”. COLLABORAZIONE CON IL POLITECNICO DI MILANO, L’AMAT E IL KYOTO CLUB. Grazie anche alla collaborazione con il Politecnico di Milano, l’Amat e il Kyoto Club - ha spiegato il vicesindaco e assessore all’Urbanistica Ada Lucia De Cesaris - abbiamo ora una preziosa occasione per elaborare con 100 Resilient Cities una strategia urbana di riqualificazione che parta dalle periferie, con interventi integrati di qualità per rendere la città sempre più capace di rispondere alle esigenze ambientali e sociali in modo appropriato e innovativo. Fonte: sito internet casa e clima Regione Sardegna: 20 MLN per progetti di pronta cantierabilità finanziati con il POR FESR 2007-2013 4/12/2014. Da oggi 4 dicembre e fino al 31 gennaio Comuni e Province della Sardegna possono richiedere il finanziamento per progetti in fase definitiva, pronti cioè per essere cantierizzati: ieri è stato pubblicato il bando che mette a disposizione 20 milioni di Fondi Europei Fesr 2007-2013 con una procedura a sportello (i progetti saranno finanziati in ordine di arrivo delle richieste). L'elenco dei progetti ammessi sarà definito entro il 1 marzo 2015 e le opere dovranno essere consegnate entro il prossimo 30 settembre. I finanziamenti possono essere richiesti per progetti che si occupano di: sostegno all'adozione dei principi di risparmio ed efficienza energetica (asse 3); azioni di prevenzione dei fenomeni di dissesto idrogeologico, erosione e degrado, desertificazione del suolo; promozione, riqualificazione e integrazione degli itinerari tematici che valorizzino il patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale sardo (asse 4); ristrutturazione del patrimonio architettonico, recupero degli spazi pubblici e delle aree verdi, offerta di servizi urbani innovativi e di eccellenza incentivando anche il ricorso agli strumenti di Partnership Pubblico Privato (PPP); iniziative di riqualificazione dei sistemi ambientali e delle loro opere istruttive di pregio per migliorare l'attrattività dei centri minori (asse 5). La delibera che definisce le procedure è stata approvata in Giunta la scorsa settimana con il duplice obiettivo di salvare una parte importante dei fondi europei non spesi nella precedente programmazione e di dare un'accelerata ai cantieri. I PROGETTI FINANZIABILI. Si tratta di interventi ammissibili a finanziamento nelle linee di attività del POR FESR 2007/2013, la cui previsione di spesa sia inserita nel programma triennale delle opere pubbliche, dotate almeno di progettazione definitiva, che abbiano acquisito tutte le autorizzazioni amministrative necessarie e per le quali, entro trenta giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta selezione, l’amministrazione si impegni all'approvazione del relativo progetto esecutivo e all'indizione della gara di appalto entro i quindici giorni successivi. Sono inoltre ammissibili gli interventi per i quali a oggi sia già stato disposto l’affidamento mediante procedura di appalto di progettazione ed esecuzione sulla base di un progetto preliminare o definitivo, già dotato delle relative autorizzazioni, per le quali le amministrazioni si impegnino ad approvare la progettazione esecutiva entro trenta giorni dalla data di comunicazione dell’avvenuta selezione e ad indire la gara di appalto entro i quindici giorni successivi. Gli interventi, per essere ammissibili al finanziamento, dovranno essere collaudati e rendicontati entro il 30 settembre 2015. Sono inoltre ammissibili gli interventi di pronta cantierabilità, dotati di progettazione esecutiva, proposti dagli enti locali a valere sull'Avviso Opere pubbliche cantierabili, non ancora finanziate. Gli enti locali che hanno proposto interventi coerenti con le linee di attività previste dall'avviso potranno presentare la domanda di partecipazione per gli stessi progetti anche nel caso in cui abbiano già anticipato l'avvio dei lavori. PIATTAFORMA INFORMATICA. Per semplificare le procedure di presentazione delle domande di finanziamento, è predisposta una piattaforma informatica che consentirà ai proponenti, dopo la fase di accreditamento, di caricare tutti i dati necessari e di stampare la domanda. Per quanto concerne il progetto definitivo, o il livello progettuale acquisito nel caso sia già stato disposto l'affidamento mediante appalto di progettazione ed esecuzione, si richiede sia la presentazione in cartaceo, sia in supporto informatico (Cd-Rom/DVD) in formato immagine JPEG o PDF, che dovrà essere inviato, insieme a tutta la documentazione richiesta. Le proposte progettuali possono essere presentate, dalle 9 di domani in formato telematico e dovranno essere inoltrate in formato cartaceo entro 5 giorni dalla presentazione della domanda telematica. Le proposte verranno esaminate per essere giudicate ammissibili a finanziamento secondo l'ordine cronologico di arrivo. La scadenza ultima per la presentazione delle domande è prevista il 31.01.2015 e la scadenza per la comunicazione dell'avvenuta ammissione a selezione è fissata al 01.03.2015. Questa della procedura a sportello per erogare fondi Ue è un'iniziativa sperimentale - sottolinea il vicepresidente della Giunta - ma se vediamo che la cosa funziona siamo pronti a mettere in campo altre risorse, perché i fondi europei Centro Studi vanno spesi presto e bene. Invece, siamo qui a recuperare ancora una volta gli inammissibili ritardi della precedente amministrazione regionale: questi soldi la Sardegna non può permettersi di perderli perché possono essere utilizzati per opere strategiche. Fonte: sito internet casa e clima