Gli sport costituiscono un codice, un liguaggio delle emozioni Wilfrid
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Gli sport costituiscono un codice, un liguaggio delle emozioni Wilfrid
Gli sport costituiscono un codice, un liguaggio delle emozioni Wilfrid Sheed 1903 SPES MESTRE 2003 I PRIMI CENT’ANNI DI VITA DELLA SPES I PRIMI CENT’ANNI DI VITA DELLA SPES presentazione Trovare la misura. È stato questo obiettivo, tra tante possibili soluzioni e tra tante diverse sollecitazioni, a farci scegliere il tono ed il contenuto da dare alla celebrazione di un evento, il centenario della nostra associazione, per molti versi straordinario e per ora unico per la città di Mestre. Abbiamo scelto, né ci è sembrato di poter fare altrimenti, di evitare la suggestione del trionfalismo, delle parole roboanti e autoelogiative, della insorgente commozione. Abbiamo scelto di inserire sommessamente il nostro percorso sportivo, con tutte le connesse vicende di successi e di sconfitte, nel quadro parallelo dello sviluppo della nostra città che nello scorso secolo è passata da piccolo borgo a centro d’interessi di grande rilievo. Senza ambizioni o illusioni di paragoni. Pur tuttavia un’associazione che per cento anni è riuscita a catalizzare su di sé l’attenzione e la partecipazione attiva di decine di migliaia di mestrini non può nascondere un minimo di orgoglio per essere stata partecipe, almeno in parte, di quel grandioso sviluppo della sua città. Di aver risposto, come direbbe Piero Brunello, sia pure in piccolissima parte alla domanda di storia cittadina che è molto viva nella nostra Mestre. Poiché non sarà molto evidente dalla lettura delle vicende che hanno segnato i primi cent’anni di vita della Spes, va sottolineato che la scelta fondamentale che la Spes ha fatto in tutti questi anni è quella che riguarda la qualità ed il settore sportivo in cui svolgere la propria attività. Una scelta che ha comportato conseguenze notevoli sia finanziarie che organizzative, la scelta del dilettantismo e dell’autonomia assoluta. È difficile dire se sia stata una scelta giusta, se aver abbandonato per esempio il calcio e il pugilato sia stato un bene. Ma questo è avvenuto. I fondatori della Spes, come del resto accadde per altre realtà nazionali, avevano una motivazione che non è esagerato definire sociale e culturale. Partecipando con entusiasmo a una sfida. Tutto il mondo occidentale era chiamato negli anni a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo a formare degli uomini, dei cittadini da porre al centro della società. L’educazione fisica era stata finalmente riconosciuta come mezzo pedagogico ed era entrata nell’elenco degli insegnamenti scolastici e De Coubertin indicava al mondo un nuovo modo di conoscersi e di confrontarsi. Si proponeva un ritorno in chiave moderna di ideali e consuetudini antiche. Non però la sacralità dello sport, ma la centralità dell'individuo che 5 stava faticosamente acquistando, certamente per merito di correnti di pensiero filosofiche e politiche, una sempre maggiore importanza e soprattutto coscienza di sé stesso. Non senza contrasti e contraddizioni, anche provocatorie. Il futurismo arrivò a teorizzare il predominio della ginnastica sul libro. I primi venticinque anni del ventesimo secolo per il nostro paese e per la Spes sono stati spesi per la costruzione di quei valori. C’era praticamente tutto da imparare, dalle regole dello stare assieme alla tecnica dell’educazione fisica e dell’allenamento, dall’organizzazione dei mezzi a quella degli eventi. Sono stati anni sicuramente esaltanti bruscamente interrotti dall’avvento e dalla sopraffazione del fascismo che ha ritenuto di strumentalizzare lo sport e l’educazione fisica a fini propagandistici e di controllo della gioventù. È intuibile lo stato d’animo dei nostri soci, dirigenti e atleti di quel 1925. Dover chiudere un ciclo della loro breve esperienza nel momento più bello ed esaltante. L’anno prima avevano conquistato il Gran Prix de Paris e pochi mesi prima del decreto di chiusura avevano ricevuto l’alloro al Concorso Nazionale di Firenze. Gli emblemi, le bandiere, le coppe, i documenti vengono riposti e affidati in custodia a Pio Martinuzzi. E soprattutto vengono riposte le speranze, le illusioni di democrazia e libertà. Cominciò un lungo periodo di attesa, di incontri furtivi riempiti dai ricordi e dai progetti di futura ripresa. L’attesa è durata vent’anni, ma la ripresa, così come la ricostruzione fisica e morale del paese, è stata fulminea come se tutti i vecchi soci fossero pronti a allestire palestre, a richiamare i giovani e gli istruttori. Andrea Cavalieri presidente della chiusura fu il presidente della rinascita. Il dopo-guerra è una lunga stagione per Mestre, una stagione di enorme sviluppo che ha avuto molti protagonisti, come è ovvio per un territorio che ha vissuto flussi immigratori incredibili, che ha amalgamato culture e abitudini diverse, che ha conosciuto in prima persona drammi acutissimi, ma che in pochi decenni ha saputo dare consistenza a una nuova realtà o quanto meno alla prospettiva di una città modernamente protesa verso il futuro. In questo clima, in queste situazioni in cui gli uomini e i ragazzi dovevano vivere ed operare su molti fronti, gli ideali decoubertiniani, dilettantistici scandiscono la ripresa dell’attività sportiva e delle olimpiadi. Lo sport segue le tappe della ripresa economica, ma tenta di difendere disperatamente lo spirito dilettantistico. Le stesse medaglie d’oro non sono d’oro perché nessun corrispettivo possa essere collegato col successo sportivo. Si arriva al punto di impedire l’accesso alle olimpiadi a campioni di eccelse qualità che avevano ceduto alla tentazione di modesti compensi pubblicitari. 6 È un periodo favorevole per la Spes che fatica ad accogliere nelle sue palestre tutti i ragazzi che ne fanno richiesta. Nella Ginnastica Artistica ottiene risultati eccezionali, per decenni si classifica al primo o al secondo posto nelle classifiche della Federazione Ginnastica d’Italia. Diego Lazzarich, un ragazzo di Spinea cresciuto nella Spes, riesce a conquistare ben ventidue titoli nazionali assoluti. All’apice della forma e della maturità atletica lo ferma la politica che gli impedisce di partecipare alle Olimpiadi di Mosca, boicottate da gran parte del mondo occidentale. Ma intanto stava maturando un’altra svolta nel mondo sportivo. Lo sport scopre il business, anzi il business scopre lo sport e ne fa una cosa sua, lo utilizza per i suoi fini, lo trasforma in strumento pubblicitario, talvolta addirittura lo corrompe monetizzando fino all’eccesso il valore di un successo o soltanto di una prestazione. E come si può pretendere che per raggiungere quelle mete e quei guadagni non ci si affidi a mezzi non leciti e dannosi per la salute. Non si è ancora trovata una giusta misura. E avviene inevitabilmente una frattura. Quanto appena detto non vale per tutti gli sport. Non vale per gli sport non toccati dai mass-media e soprattutto dalle televisioni, salvo una volta ogni quattro anni. Ci sono ancora canoisti che prima della gara aiutano i dirigenti a fissare le tende in riva al lago o al fiume per passarvi la notte. Ci sono ancora atleti che prendono ferie e si pagano il viaggio per partecipare ad una gara che li premierà con una coppetta e che non avrà citazioni neppure nelle minime di sport. Chi può, chi è delegato a dettare le regole di corretta convivenza e di giuste misure, dovrà affrontare il problema dei due o più modi diversi di fare sport e indicare le strade percorribili senza eccessivi squilibri. Occorre che la Spes, le cento, mille Spes che operano in questo paese possano continuare a sperare e a festeggiare altri centenari. La Spes è fiera di consegnare questo suo centenario, con le mille vittorie dei suoi atleti sui campi di gara di tutto il mondo, alla città di Mestre nella fiducia di poter proseguire il proprio cammino per tanti anni ancora. Adriano Moscati 7 SOMMARIO I primi cent’anni di vita della Spes - Presentazione di Adriano Moscati pg. 5 Sommario ” 9 Cent’anni di Spes, cent’anni di Mestre - Gianfranco Bettin, Prosindaco di Mestre ” 11 Una speranza per Mestre agli inizi del XX Secolo Roberto Stevanato, Presidente Centro Studi Storici di Mestre ” 13 La Spes e le altre - Sergio Barizza, Direttore Archivio Storico Comunale ” 17 Intervista “impossibile” a F. Riccato primo presidente della Spes ” 25 Un premio per la Spes - Antonio.Serena, Presidente Panathlon Club Mestre ” 29 L’esercizio più difficile - Edoardo Pittalis, Vicedirettore del Gazzettino ” 31 Una città, un futuro sportivo Michele Mognato, vice sindaco di Venezia e Assessore allo Sport ” 33 Breve storia della Spes Premessa Dalla fondazione alla grande guerra Dalla ripresa al decreto di scioglimento Dalla rinascita alla stella d’oro Gli ultimi trent’anni ” ” ” ” ” ” 37 37 39 44 49 67 Personaggi Angelo Giuseppe Cecchinato Sandra Chillemi Valentina Spongia Monica Nicolè Diego Lazzarich Gian Matteo Centazzo Ernesto “Neno” Cecchinato Formidabili coppie Una sfida improbabile ” ” ” ” ” ” ” ” ” ” 99 99 100 101 102 103 104 105 106 108 Testimonianze ” 109 - ” ” ” ” ” ” ” Aloha - Daniele Scarpa, Campione Olimpico e mondiale kayak Amarcord - Gianni De Lena Ginnastica è… - Ketty Titon Come dimenticare Monaco - Maria Grazia Mancuso Un peso per Omaggio - Francesco Marcuglia Quando i figli si appassionano - Laura Borgo Polesello Un’altra maglia azzurra - Daria Sarkhosh 109 110 112 113 114 115 116 Artisti per la Spes ” 117 I presidenti della Società Ginnico-Sportiva Spes ” 119 Azzurri - Atleti che hanno gareggiato in campo internazionale ” 121 Campioni - Atleti della Spes che hanno conseguito un titolo di campione nazionale ” 122 La Spes oggi (organici, strutture, protagonisti) Sezione Ginnastica Sezione Pesistica Sezione Canoa ” ” ” ” 124 125 132 134 Si ringraziano sentitamente le personalità che hanno collaborato con simpatia alla stesura di questo documento che vuol essere un modesto omaggio alla città di Mestre e alla sua gioventù. 9 CENT’ANNI DI SPES, CENT’ANNI DI MESTRE Cent’anni di sport sono cent’anni di vita sociale. Non esiste lo sport solitario, infatti, asociale. Anche nelle discipline più individualistiche, la pratica sportiva è competizione, confronto, misura delle differenze almeno quanto a coralità delle passioni. In ogni caso, dunque, vicenda di comunità, vicenda sociale. Così dai tempi antichi. La modernità ha reinventato lo sport come pratica di massa, come spettacolo. Ma questa nuova dimensione, che nell’era dei mass-media ha raggiunto forme inaudite, non ha soppiantato la prima originaria vocazione sociale. Lo sport è rimasto radicato nell’esperienza sociale, la innerva e la orienta, per molti versi. L’epoca moderna, in particolare nella sua fase novecentesca ha inoltre conosciuto un’altra funzione della disciplina sportiva. Quella, appunto, di “disciplinare”, di organizzare ed educare vite e percorsi, biografie e costumi. La storia di un organismo come la Spes, nella realtà del nostro paese e nella città di Mestre in particolare, lo conferma. Cent’anni di Spes sono anche cent’anni di crescita dell’esperienza sociale e culturale, oltre che sportiva, della nostra città. Generazioni diverse, ormai molte!, vi hanno trovato opportunità di crescita e stimoli formativi di valore e segno nettissimi. Agli albori del secolo scorso, che coincidono con gli albori dell’esperienza Spes, nell’età dei pionieri. Ma soprattutto nei decenni, difficilissimi per la città, dopo la seconda guerra mondiale, cioè nel consolidarsi della nuova realtà amministrativa unitaria (che dopo aver cancellato il Comune di Mestre, per molti aspetti, negava anche la sostanza stessa di Mestre come città) e nel farsi della nuova Mestre la città industriale più grande del Veneto, una delle principali d’Italia, ma anche una delle più sofferte, caotiche, drammaticamente convulse città nascenti del Novecento. Lo sport, in particolare quello organizzato e consapevole delle finalità e del ruolo educativo e aggregante che lo caratterizza, è stato anche una risposta al disorientamento, al bisogno di disegnare percorsi per i giovani e di individuare valori qualificanti attorno ai quali promuovere una nuova dimensione civile. Non sempre le società e i gruppi sportivi sono stati all’altezza di questa sfida, a volte per mancanza di mezzi e di sostegno o anche solo di fortuna, altre volte per carenza di idee, per povertà di valori propri e scarsa lungimiranza. Davvero, la crisi di un certo sport, ormai ridotto a puro intrattenimento, a volte veramente volgare, viene da lontano. Con la Spes siamo invece, sul serio, su un altro pianeta! La città deve molto allo spirito e alla pratica di una associazione che delle finalità educative ha fatto il centro del proprio impegno pur senza mai venir meno alla combattività agonistica, allo sforzo per essere all’altezza delle sfide squisitamente sportive (e con quali risultati, spesso!). Se Mestre ha conservato un cuore di città e un’anima civile e sociale ricca di stimoli, non impoverita né degradata dalle dure vicende del Novecento, se ha resistito come comunità alla perdita perfino del nome, si può dire, se oggi, all’alba del nuovo secolo è una città ritrovata, forte, vitale, in grado di fronteggiare le sfide nuove dei tempi nuovi, lo deve a tutti coloro che hanno continuato a crederci e a esserci. Con questo spirito e questa intenzione. Tra costoro, la Spes occupa un posto d’onore. Gianfranco Bettin Prosindaco di Mestre 11 UNA SPERANZA PER MESTRE AGLI INIZI DEL XX SECOLO SPES… Speranza! Sì, a tutto maiuscolo quando si riferisce a quella posta sui giovani. Quando le generazioni mature investono proprie risorse, frutto di una vita di lavoro, sul migliore investimento: quello dei figli, di tutti i figli, non importa se propri. Non poteva avere denominazione migliore la Società Sportiva SPES di Mestre. Cento anni fa, quel gruppo di arditi che voleva scommettere sulle generazioni future, ha usato il motto forse in modo scaramantico, ma certamente con grande fiducia nell’avvenire. Una fiducia che permea tutta la società civile mestrina di quegli anni, come emerge a noi che a un secolo di distanza possiamo valutare la miriade di sfide ed investimenti che la Mestre di inizio ‘900 lancia per trasformarsi in importante città strategica del Veneto. Sono gli anni in cui Mestre comincia a prendere coscienza di se stessa, borgo a confine fra terra e mare, da sempre porta di accesso alla Serenissima dalle cui sorti e in funzione della quale è dipesa. Ora, Comune autonomo, vuole misurarsi con le proprie forze e competere con le vicine Città del Veneto, città di terra con le quali è consapevole di avere in comune molto di più di quanto non abbia con la città lagunare. Sono gli anni in cui sorgono attività manifatturiere e di servizio di grande importanza e la Città pensa in grande, dotandosi di servizi all’avanguardia ed innescando un processo virtuoso di trasformazione urbana mediante una sinergia di iniziative pubblico-privato che ancor’oggi, ad un secolo di distanza, destano ammirazione e vengono citate ad esempio. Nel 1901, sindaco Jacopo Rossi, Ferdinando Ponci fonda, a ridosso dell’antica chiesa di S. Girolamo entro le mura, una fabbrica per la produzione della Pillola di S. Fosca, rimedio per i disturbi intestinali. L’anno successivo viene inaugurata la scuola De Amicis, cui seguiranno diversi altri edifici scolastici sparsi nel territorio comunale per dare istruzione alle nuove generazioni. Da una decina d’anni si stanno approntando nuovi collegamenti con le due cugine dell’entroterra, Treviso e Padova, che culmineranno, nel 1909 e 1912 rispettivamente, nell’inaugurazione di due moderne linee tranviarie elettrificate. Per superare le due ferrovie per Udine e per Castelfranco si costruiranno due cavalcaferrovia dedicati, che saranno purtroppo abbattuti nel secondo dopoguerra, quando il tram dovrà cedere il passo a filobus ed automobili. Già da tempo si parla di un nuovo ospedale a servizio di una comunità che si sta rapidamente sviluppando nei numeri e che chiede migliori condizioni di vita. Nel 1903, su un’area di proprietà Tozzi, fra il Marzenego e via Castelvecchio, viene posta la prima pietra del nuovo ospedale Umberto I, tutt’ora operante. Diverrà funzionante appena tre anni dopo, grazie anche alle consistenti donazioni di agiate famiglie mestrine che credono nella loro città e non si risparmiano per farla crescere. In quello stesso anno la Società Veneziana di Trasporti inaugura un servizio di trasporto celere delle merci fra Mestre e Venezia mediante un rimorchio a vapore trainante una chiatta. Matura, sempre nel 1903, la decisione per la costruzione dell’acquedotto; il primo progetto, presentato nel 1904, subirà diverse modifiche, ma nel 1912 Mestre potrà finalmente godere dell’acqua fresca e pura delle risorgive di Scorzè! Non mancano le iniziative per rafforzare la cultura e l’identità civica: dall’innalzamento, nel 1886, della colonna commemorativa dei fatti rivoluzionari del 1848, in Piazza Barche, alle straordinarie manifestazioni per il cinquantesimo degli stessi, nel 1898 sino alla costruzione, nel 1905, del nuovo pilo dello stendardo in Piazza Maggiore, ora Ferretto. Nel 1905 viene ampliato e reso funzionale il porticato del cimitero, con l’erezione delle due testate di ingresso; nel 1907 viene sistemata tutta l’area attorno al Duomo, eliminando gli ultimi residui del vecchio cimitero; nel 1909 si decide sul radicale restauro, affidato all’arch. Ambrogio Narduzzi, dell’antica Provvederia di via Palazzo; nel 1912 viene aperta via Circonvallazione; l’anno successi- 13 vo si apre il Teatro Toniolo . . . E, di seguito, l’edificazione degli austeri edifici di bocca di piazza al Ponte della Campana e all’angolo fra via dei Sabbioni (ora via Verdi) e via Rosa; della superba Galleria Matteotti, in vetro e acciaio, del Cinema Excelsior, del complesso Vivit, in piazza… In questo contesto si pensa anche alla formazione sportiva, quale sintesi fra la selezione di atleti da lanciare verso ambiti traguardi e la molto più realistica volontà di togliere i giovani dalle strade per impegnarli in attività salubri e nel contempo formarli all’ambizione, alla sana competizione, alla soddisfazione della partecipazione, all’entusiasmo della vittoria. Sono gli Jacopo Rossi, i Giuseppe Frisotti, i Pietro Berna gli instancabili sindaci di quello straordinario periodo storico di Mestre; sono i Franco Riccato, i Beppe Falciai, i Vittorio Padovan, gli Augusto Andreatta, gli ideatori e gli animatori di questa nuova iniziativa sportiva dal motto beneaugurante che origina con la benedizione dell’arciprete della città Mons. Pavon. Il quale, consapevole che il buon Iddio promuove il Bene ma lascia agli uomini i mezzi per attuarlo, non esita a concedere il cortile della canonica e l’antica Scholetta per le esercitazioni ginniche serali! Poi, nel 1926 l’atto fascista di scioglimento coatto del Consiglio Comunale di Mestre ed il conseguente accorpamento del territorio mestrino, assieme a quello dei Comuni di Chirignago, Favaro e Zelarino, all’interno del Comune di Venezia. Privata dell’autogoverno, la Città vede cessare quel dinamico e virtuoso processo che la stava trasformando in importante città del Veneto, mentre prendono corpo in modo sempre più sfacciato biechi interessi economici di personaggi senza scrupoli. Parallelamente allo sviluppo industriale di Porto Marghera, Mestre esplode demograficamente ed 14 una edilizia selvaggia e senza regole ingloba nel cemento importanti testimonianze storiche, siti ambientali di pregio, luoghi di tradizione e socializzazione, fra la disattenzione degli amministratori, troppo presi dalle problematiche veneziane. Ricordo… agli inizi degli anni ’60 le interminabili competizioni fra gli studenti del Franchetti e del Pacinotti, le maggiori e più agguerrite scuole della Città. Rappresentavano le due anime in competizione, da sempre: quella intellettuale che si riconosceva nel Liceo Classico e l’altra, tecnologica dell’Istituto Tecnico, che forniva i Quadri a Porto Marghera. Eleganti, un po’ snob i primi; sportivi, scanzonati i secondi. Anche nell’ora della “vasca” il tardo pomeriggio in piazza Ferretto i due gruppi si distinguevano, occupando territori distinti: i “filosofi” da una parte della piazza; i chimici, i meccanici e gli elettrotecnici dall’altra. Il confronto vero, però, lo si aveva nelle competizioni sportive interistituto che ogni anno venivano organizzate per selezionare i ragazzi che mostravano doti atletiche: 100 e 400 m piani; salto in alto, in lungo, triplo; corsa campestre… sì, la mia preferita. Lungo un percorso appena abbozzato con qualche paletto, in mezzo ad alberi e cespugli, oggi inglobati da cemento e asfalto, saltando qualche piccolo fossato, ti schizzavi di fango sin sul viso, ma correvi, quanto correvi, per portare punti al tuo istituto e stabilire il primato sulla scuola avversaria, ma anche per sentirti dire, a fine corsa, ancora col fiatone in gola: “Perché non vieni alla SPES?” L’invito valeva molto di più della medaglietta in similoro che ti consegnavano nel corso della premiazione. Sì, perché essere invitato dalla SPES significava possedere doti atletiche; essere qualcuno agli occhi attenti degli allenatori; poter un giorno partecipare a competizioni importanti, magari le regionali. E in quei momenti sognavi destini gloriosi . . . poi, quando il fiatone passava, quando la testa ti ritornava sulle spalle e cominciavi a fare i conti col tempo, con l’impegno della scuola, allora ti assalivano i dubbi ed il senso del dovere scolastico aveva fatalmente il sopravvento. Magari provavi per qualche tempo, eccitato dall’entusiasmo del neofita, salvo poi presentarti sempre più di rado e sentirti dire che senza impegno costante, senza sacrificio personale non saresti approdato a nulla. E allora i campioni che avevi conosciuto e con i quali avevi anche fatto amicizia ti apparivano ancora più bravi e meritevoli, per le loro doti, per il loro impegno, per la loro costanza, quando sfogliando il Gazzettino nella pagina sportiva i tuoi occhi cadevano fatalmente sullo spazio dedicato alla ginnastica, la cenerentola ma una delle più genuine fra le discipline sportive, nello scoprire quel nome, SPES, i cui ragazzi avevano raggiunto traguardi importanti, avvertivi un tuffo al cuore e nell’animo si scontravano i sentimenti, di orgoglio, perché in qualche modo ti sentivi vicino a loro, e di rammarico, perché chissà, se avessi provato forse avresti potuto esserci anche tu… Nella presentazione del volume edito in occasione della celebrazione del 70° anniversario di fondazione della SPES, Piero Bergamo, fondatore, animatore e poi per lunghi anni Presidente del Centro Studi Storici di Mestre scriveva: A.G. Cecchinato con questo libro, donato alla “sua” Società di cui è stato Presidente per un quarto di secolo e di cui è Presidente onorario, ha appuntato un fiore all’occhiello di Mestre, vecchia e nuova; alla vecchia Mestre che non vuole sparire senza essersi riconosciuta in quella di oggi; alla Mestre nuova, ancora alla ricerca di una sua identità. A questo livello, cioè all’insegna della perennità, della umanità e della solidarietà dello sport vero perché attivo, le due realtà possono convivere e scambiarsi aiuto per costruire, insieme, l’avvenire. Con il compimento dei cento anni di attività, la SPES a buon diritto può ritenersi l’incarnazione dello sport dilettantistico a Mestre e in molte occasioni di questo ultimo secolo, la storia di Mestre è stata un tutt’uno con la storia della SPES. Assieme alla Città, all’inizio del secolo ha vissuto il periodo delle grandi speranze e delle grandi opere, ha subito l’affronto della perdita di identità, è stata spettatrice impotente del sacco edilizio ed urbano, ma ha sempre contribuito con la sua preziosa ed instancabile opera a servizio dei giovani al recupero dell’identità civile e sociale di Mestre. Tanti, troppi da ricordare i momenti importanti in cui Mestre si è stretta attorno a questa grande realtà sportiva; innumerevoli le occasioni in cui la SPES ha tenuto in alto il nome della Città. Le pagine di questo volume, le foto, le date, le citazioni, ricordano gli avvenimenti importanti che hanno costellato la secolare attività dello società sportiva, ma è impossibile pensare che non siano tappe importanti della storia novecentesca di Mestre. didascalia foto 2 Roberto Stevanato 15 16 LA SPES E LE ALTRE I PRIMI ANNI DELLA SPES E DELLE ALTRE SOCIETÀ SPORTIVE PRESENTI IN MESTRE dalle carte dell’Archivio Storico Comunale Il 19 giugno 1905 l’ufficio protocollo del Comune di Mestre registrava la ricezione di una lettera spedita al sindaco, Giuseppe Frisotti, da Agostino Pegoraro, presidente della società sportiva Libertas. Vi si chiedeva “un sussidio onde sopperire alle forti spese impellenti per mantenere vitale il sodalizio non essendo sufficiente il modesto contributo dei soci”, in particolare in previsione della partecipazione “al concorso nazionale indetto dalla Federazione Ginnastica Italiana in Vercelli”. Dopo aver elencato meriti e titoli raggranellati negli ultimi due anni in gare e concorsi da Venezia, a Padova, Latisana, Montagnana e Firenze, il presidente Pegoraro concludeva sottolineando come “la società Libertas non solo abbia raggiunto il completo svolgimento del suo programma ginnastico con pieno successo, ma abbia eziandio benemeritato nel campo morale col distogliere dalle strade, dai vizi, che abbruttiscono il cuore e la mente, tanti giovani, riunendoli nella palestra ad esercitarsi con concorsi interni nei ludi ginnici rafforzando ed abbellindo così il loro fisico e cementando quella gaia e sana concordia e solidarietà che è tanto utile e bello vedere nei nostri giovani”. La richiesta finì in consiglio comunale il seguente 23 novembre dove venne stanziato un contributo di lire 150, nonostante Pietro Berna avesse osservato che “essendovi altre consimili società in questo comune potrebbe darsi che al Municipio pervenissero altre domande di sussidio”. L’osservazione di Berna - uomo rappresentativo, per più di mezzo secolo, nel panorama politico mestrino, del conservatorismo di matrice cattolica, con il cui patrimonio, dopo la sua morte, la sorella Maria avrebbe dato vita all’Istituto che porta ancora oggi il suo nome - non era né retorica né casuale. Un’altra società sportiva era presente in Mestre, la Spes, e Berna lo sapeva molto bene, perché operava tra i giovani che gravitavano nel mondo a lui legato per scelta ideale e politica. Lo sapevano bene anche in Municipio dove qualche mese prima, tra aprile e maggio, era pervenuta copia degli statuti di entrambe le società. A rileggerli oggi, la struttura che ne emergeva era grosso modo identica: i soci attivi dovevano aver compiuto i 15 anni per la Libertas, i 16 per la Spes; dovevano contribuire con 15 centesimi settimanali quelli della Libertas, con 1 lira mensile quelli della Spes. Le diversità affioravano dalle prime righe e non possono sfuggire a un occhio critico: “società ginnico-sportiva Libertas non avente scopo politico né religioso” la prima, “associazione sportiva Spes, con motto speranza e concordia, avente l’esclusivo scopo di promuovere esercizi ginnastici” la seconda. Traspare insomma nella prima una connotazione più laica, nella seconda una intuitivamente più confessionale. L’intuizione diviene certezza scorrendo i nomi dei ‘padri fondatori’. In calce allo statuto della Libertas (un libricino di 14 pagine, stampato in Mestre dalla tipografia Longo nel 1905, il cui ultimo articolo precisava che “il presente statuto viene approvato il 29 marzo 1905, retroattivandolo al 1 gennaio ed annullando quello approvato il 12 agosto 1902”) sono: Agostino Pegoraro (presidente); Attilio Fontanin (vice presidente); Pietro Crepet, Giovanni Marconi, Angelo Mason, Bortolo Michieletto, Giuseppe Nalato, Arcangelo Vivit (consiglieri); Francesco Rizziato (segretario), Giuseppe Silvestrini (cassiere). In calce invece allo statuto della Spes (trascritto a mano con elegante scrittura corsiva) non ci sono nomi. Per individuarli ho dovuto perciò rimettermi alla ricostruzione degli eventi pubblicata in occasione della celebrazione del suo 70° anniversario. Vi si legge: “Nel 1903, sull’esempio delle più anziane e già famose Reyer e Marziale, viene costituita la Società Ginnico Sportiva Spes, in via Cappuccina, in casa di Vittorino Padovan, per iniziativa di Augusto Andreatta ed altri giovani; presidente Franco Riccato, istruttore Beppe Falciai. Di grande sostegno è mons. Pavon, arciprete di Mestre; dà il suo concreto aiuto conceden- 17 18 do in uso il cortile della canonica e l’adiacente scholetta per le esercitazioni serali”. Al di là dei singoli nomi, anche se alcuni come Arcangelo Vivit, Attilio Fontanin e Pietro Crepet, si ritrovano attivi in quegli anni nell’area politica liberal-democratica, basta la presenza (e il sostegno) di monsignor Antonio Pavon a connotare chiaramente la distinzione fra le due società. È l’arciprete che prese di petto la lotta contro il blocco popolare (radicali, liberal-democratici e socialisti) che avrebbe vinto le elezioni comunali nel 1910 portando sulla poltrona di sindaco Aurelio Cavalieri, organizzando comizi nello stesso cortile della canonica, che altre volte ospitava esercizi ginnici, e coagulando la protesta, in particolare dei contadini residenti nella periferia agricola di Mestre, contro la scelta laica di abolire l’insegnamento religioso nelle scuole elementari e di toglie- re il crocefisso dalle classi. La sua azione sarebbe poi risultata determinante nella vittoria della coalizione clerico-moderata nel 1914, con l’elezione a sindaco di Carlo Allegri. Ad entrambe le associazioni sportive le quote degli iscritti e le scarse offerte dei soci sostenitori potevano garantire un minimo di bilancio, ma i problemi emergevano comunque quando si trattava di trasferte (e allora ecco le richieste di sussidio al Comune), ma soprattutto quando si voleva trovare uno spazio al coperto, ma anche solo all’aperto, dove esercitare l’attività sportiva. La Libertas approffittava dell’ormai decrepito teatro Garibaldi in piazza Umberto I, ma quando venne chiuso, perché inagibile, fu costretta a una “vita forzatamente letargica” finché, nel 1910, la nuova dirigenza (in cui compaiono altri nomi dell’ala liberal-democratica come Camillo Matter e Giuseppe Pea) non avviò una raccolta di fondi per costruire una palestra ex novo, cui il Comune inizialmente aderì offrendo lo spazio all’angolo di via Spalti, sotto il torrione delle mura del vecchio Castello, dove invece, di lì a qualche mese, si sarebbe insediata la centrale dell’acquedotto cittadino. Il problema - e quale problema per chi volesse organizzare anche dei semplici giochi ginnici - non si poneva invece per la Spes, grazie all’appoggio dell’arciprete e agli spazi della parrocchia, mentre altri sodalizi sportivi, come la Palestra Marziale, avevano trovato persino dei furbeschi escamotage per poter approfittare dello spazio delle palestre annesse alle scuole comunali. All’inizio del 1912 un censimento delle società sportive operanti sul territorio, voluto dall’ufficio scolastico provinciale, ci offre qualche altra notizia. La Libertas risulta dedicarsi all’attività ginnastica, di non essere iscritta ad alcuna federazione, di contare circa una cinquantina di soci, di condizione operaia, di età media sedici anni e di vivere con le quote mensili dei soci fissate in lire 0,25. La Spes invece risulta dedicarsi ad esercizi ginnastici e gare sportive, di essere affiliata alla Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane con sede in Padova, di contare quaranta soci, di condizione operaia, di età media 18 anni e di vivere con “i mezzi finanziari forniti dal Circolo Giovanile Cattolico”. Le due società si rivolgevano insomma allo stesso - giovanile - bacino di utenza, con la già sottolineata caratterizzazione più o meno confessionale, cercando di offrire delle occasioni non solo di rinvigorimento fisico ma pure di sano agonismo, partecipando a gare e consorsi e sostenendosi a fatica con le poche contribuzioni dei soci e quelle saltuarie del Municipio. Indubbiamente ‘respirava’ meglio la Spes che poteva godere dell’appoggio diretto del 19 mondo cattolico (anche se non si deve ritenere che i soci non sborsassero alcun contributo: il fatto che non vi sia alcun accenno nel modulo statistico può essere, verosimilmente, solo una scelta del compilatore che ha preferito sottolineare come la Società avesse dei fondi garantiti per canali diversi da quelli ordinari). La scelta confessionale veniva del resto marcatamente sottolineata nella risposta al quesito se la Società “si propone la propaganda politica o religiosa”: per la Libertas un “no”, per la Spes “sì”. Nello stesso fascicolo sono conservate altre tre schede che concorrono a individuare alcune linee della primitiva storia sportiva di Mestre. Due sono relative a Società di tiro: quella mandamentale di “tiro a segno” e la “Mestre Stand” di tiro al volo, che addestravano i soci all’uso delle armi e partecipavano alle gare che venivano organizzate un po’ ovunque. La terza riguarda la squadra di calcio e può perciò offrire qualche elemento di conoscenza sui primi passi della ‘gloriosa Mestrina’ che si perdono nella nebbia dell’oblio. Vi si afferma che in città esiste la Società Foot-Ball Club Mestre, il cui referente, e segretario, è Luigi Rossi, si dedica al gioco del calcio con circa 40 effettivi, impiegati ed operai, età media 18 anni. La considerazione in cui è tenuta la società viene definita “buona”, le sue condizioni finanziarie “floride” e “sono pendenti le pratiche per l’iscrizione alla Federazione Italiana Gioco del Calcio”. A ridosso della prima guerra mondiale, con una popolazione attorno ai ventimila abitanti, chi avesse voluto fare sport organizzato in Mestre poteva perciò tentare con il calcio, ancora in fase di gestazione, o si affidava alle due società ginnastiche che operavano ormai da una decina d’anni, sapendo comunque che in una si respirava uno spirito più laico, nell’altra si era sotto l’ala protettrice della chiesa. Non deve meravigliare questa caratterizzazione. Il finanziamento e l’organizzazione diretta dell’attività sportiva da parte dello Stato inizierà solo con il consolidarsi del regime fascista, e con ovvi obiettivi di controllo e indottrinamento delle masse giovanili, mentre l’impegno finanziario degli sponsor è storia recentissima. Al di là del sostegno saltuario delle autorità municipali, in quei primi anni del secolo scorso, tutto era lasciato all’entusiasmo, alla buona volontà, al desiderio di concorrere comunque all’educazione e alla crescita psicofisica della gioventù. Da un lato perciò imprenditori e commercianti disposti a sganciare qualche soldo, pur di vedere magari il nome della propria città primeggiare su altre, dall’altro le parrocchie che avevano da sempre, come obiettivo primario, la cura della gioventù. Del resto chi è mediamente anziano ben si ricorda dei ‘patronati’ (a Mestre presso il cinema Concordia, in via Carducci, dove oggi sorge la Standa; a Carpenedo sul retro della chiesa, sui campi che giungevano fino alla Rotonda di viale Garibaldi), affollatissimi luoghi di aggregazione e competizione sportiva (in specie calcio, basket, pallavolo) negli anni del secondo dopoguerra. Le carte conservate nell’Archivio Municipale, relative agli anni che vanno dalla fine della prima guerra mondiale al 1926 (anno di annessione del comune di Mestre a quello di Venezia), si collocano sulla linea tracciata negli anni precedenti. La Libertas risulta affiliata alla F.G.N.I. (Federazione Ginnastica Nazionale Italiana), la Spes alla F.A.S.C.I. di Roma (Federazione As- 21 sociazioni Sportive Cattoliche Italiane). Nella corrispondenza si alternano la ‘solita’ richiesta di contributi con la comunicazione di partecipazione e successi in diverse manifestazioni sportive. Queste quelle relative alla Spes: - 31 luglio 1920: il Comune di Mestre concorre con £. 100 alla partecipazione al concorso internazionale di ginnastica di Torino; - 13 marzo 1923: il segretario della Spes, Gaetano Poletto, chiede l’autorizzazione di apporre l’iscrizione ‘Palestra Ginnastica Spes’ sopra l’ingresso della palestra della Società in viale Garibaldi 85, e di «dipingere la facciata del fabbricato a striscioni bianchi e blu» (i colori sociali); - 18 luglio 1923: il Comune contribuisce con £. 200 alle “spese di viaggio della squadra che si reca a Parigi ad una gara internazionale”; - 31 gennaio 1924: il Comune di Mestre, per le sue “speciali benemerenze”, viene iscritto fra i soci onorari; - 12 maggio 1925: un rappresentante del Comune viene invitato a presenziare, alla stazione di Mestre, all’arrivo delle “squadre di questa società reduci dal concorso internazionale di Asti”; - 31 maggio 1925: richiesta di un contributo per la partecipazione di una squadra di ginnasti al concorso ginnastico internazionale di Chambery in Francia; - 14 luglio 1925: il sindaco, che poi delegherà l’assessore alla pubblica istruzione avvocato Ticozzi, viene invitato a partecipare, all’albergo Italia, al ricevimento in onore della squadra “reduce dal concorso ginnastico internazionale di Aix les Bains dove ha conseguito i più ambiti allori”; - 23 settembre 1925: il presidente Andrea Cavalieri annuncia l’organizzazione, per il 22 prossimo 4 ottobre, di “una corsa podistica popolarissima sul seguente percorso: partenza campo sportivo, via Carozza (sic!), via Caneve, via Garibaldi, strada San Donà, via Carozza, arrivo campo sportivo”. Merita un cenno del tutto particolare l’organizzazione da parte della Spes (presidente Andrea Cavalieri, segretario Gaetano Poletto, con recapito presso lo studio del ragionier Attilio Michieletto in via Rosa 10) di un concorso Ginnastico Regionale Veneto, inizialmente previsto per il 6 agosto 1922 e poi effettivamente svoltosi il 12 e il 13 successivo. Le gare si effettuarono in due campi sportivi - in via Miranese e in viale Garibaldi - con le varie squadre che attraversarono la città per spostarsi dall’uno all’altro. Il Municipio di Mestre offerse una coppa ma soprattutto si vide degnamente effigiato nel logo della manifestazione che riportava la storica torre avvolta da un ramo di alloro e circondata dagli stemmi della F.A.S.C.I. e dello stesso Comune. A quel Gaetano Poletto ch’era il segretario della società si deve il più bel ‘ricordo’ della Spes conservato nell’Archivio Municipale. Lo sport non permetteva, allora, di guadagnarsi da vivere. Un atleta, soprattutto poi se ginnasta, doveva essere un dilettante nel vero senso del termine: fare sport per diletto ma guadagnarsi i soldi per la pagnotta con un qualsiasi altro lavoro. Ritenne, Poletto, che poteva almeno cercar di sfruttare la sua abilità nella ginnastica per insegnare educazione fisica in una scuola e trasmise al professor Francesco Possiedi, preside della scuola tecnica pareggiata Bandiera e Moro, i suoi titoli. Possiedi comunicava così, il 5 novembre 1922, al commissario prefettizio di Mestre (la città era in quel momento amministrata da un commissario in attesa di nuove elezioni dopo le dimissioni di Ugo Vallenari seguite agli incidenti provocati dai fascisti, nell’agosto precedente, per l’uccisione, da parte dei socialisti, durante uno sciopero, del loro camerata Antonio Cattapan) di aver deciso di affidare “l’insegnamento di educazione fisica ai maschi, data l’impossibilità di trovare un diplomato anche perché si tratta di poche ore settimanali, al signor Poletto Gaetano, istruttore di società ginnastica, più volte premiato in pubblici concorsi”. Agli atti è conservato un singolarissimo “diploma di medaglia” rilasciato al Poletto nel concorso ginnastico nazionale di Trento del 3-4-5 giugno 1921. L’ultima traccia delle varie società sportive presenti in Mestre risale al ‘fatidico’ 1926, anno della soppressione del Comune e - in maniera esemplare e bene augurante per il giovanile dinamismo dello sport mestrino riguarda una iniziativa comune. La Spes, la Libertas e l’Associazione Calcio Mestre avevano costituito un “Comitato gran veglione dello sport”, munito di tanto di timbro, che organizzò al teatro Toniolo, per la sera del 16 gennaio, “una veglia danzante della gioventù sportiva cittadina”. Nessuno lo sapeva, anzi chissà quanta gioia e spensieratezza nel teatro trasformato in salone delle feste, ma per noi oggi prende le sembianze di un triste ballo d’addio. Di lì a qualche mese il comune di Mestre sarebbe stato sciolto. Destinate presto a finire anche le varie società sportive ché il fascismo non poteva lasciarsi sfuggire il controllo dell’educazione psicofisica delle giovani generazioni che avrebbe affidato in prima istanza ai propri organismi centralizzati e rigidamente controllati. La storia delle libere associazioni sportive sarebbe ripresa solo dopo la liberazione. Sergio Barizza Direttore dell’Archivio Storico Comunale di Venezia e Mestre A.M.Me. (Archivio Municipale di Mestre) 1905-III/15. A.G. CECCHINATO, Spes Mestre 70° , Mestre 1973, p. 31. Sulle vicende politiche in cui rimane coinvolto mons. Pavon, vedi: S. BARIZZA, Storia di Mestre, Padova 1994, pp. 241 e segg. Nel teatro Garibaldi era stata ospitata quella che può essere considerata la prima manifestazione sportiva di Mestre italiana. Domenica 19 giugno 1870 vi si svolse una “accademia di scherma”, sotto la guida dei maestri veneziani Pietro e Alberto Coda il cui ricavato venne devoluto in beneficenza per onorare la memoria dei caduti nelle battaglie risorgimentali di Solferino e San Martino. Visti gli allori che avrebbe in seguito raccolto la scherma mestrina, un fatto decisamente bene augurante. A.M.Me. 1870-IV/11. A.M.Me. 1911-III/5. Caso emblematico quello della Palestra Marziale. Questa società ginnastica presente in Mestre prima della fondazione di Libertas e Spes come ‘Sezione di Mestre della Palestra Marziale Veneta’, diviene ‘Palestra Marziale di MestrÈ alla fine del 1902 e chiede al Comune la concessione dell’uso della palestra della nuova scuola elementare De Amicis “per le opportune esercitazioni di perfezionamento”. Dal Comune si risponde che i lavori della nuova scuola non sono ancora terminati. Ma la Palestra Marziale riesce ad entrarci lo stesso grazie ai buoni uffici dell’imprenditore edile che coordinava i lavori, Erconvaldo Tomasatti. Alla fine del 1903, quando il Comune prenderà in consegna l’edificio, si troverà costretto a imporre di lasciar libera la palestra “che ha finora servito per le esercitazioni degli iscritti alla Palestra Marziale, avendo in animo di adibirla altrimenti”. A.M.Me. 1903-III/15. A.M.Me. 1911-III/15. Vedi in proposito: C. DE MIN, Cinquantanove anni di storia del calcio Mestre, Venezia 1990. I ricevimenti degli atleti, sia della Spes che della Libertas, che tornavano con vari allori da tornei nazionali e internazionali avvenivano presso l’hotel Italia non solo perché centrale ed elegante ma anche perché vi aveva sede il Comitato Regionale Veneto della Federazione Italiana Sports Atletici. A.M.Me. 1925-III/15. Le note sono conservate sempre nei fascicoli: A.M.Me. III/15 dei rispettivi anni. A.M.Me. 1922-III/15. A.M.me. 1922-III/16. A.M.Me. 1926-III/15. 23 24 INTERVISTA “IMPOSSIBILE” A FRANCO RICCATO PRIMO PRESIDENTE DELLA SPES Adriano Moscati: Congratulazioni, Presidente, avete centrato l’obiettivo. Eppure nel motto che avete scelto nel costituire la Spes “speranza e concordia” si potrebbero intravedere dubbi e perplessità. Franco Riccato: La scelta delle parole nasconde sempre uno stato d’animo. Mestre in quei giorni era una piccola città che, pur intuendo di essere situata in posizione strategica, aveva non poche difficoltà a trovare una sua dimensione e certamente lo sport, anzi la mera cultura fisica, non era ancora sentito come motivo di crescita sociale e culturale. AM: Tuttavia Reyer e Gallo qualche scossone l’hanno pur dato dal 1869 in poi. FR: Sì, anche se nei piccoli centri i cambiamenti di mentalità e di abitudini hanno bisogno di molto tempo, il momento sembrava favorevole. Ci sentivamo in ritardo rispetto a Venezia e alle altre città italiane. Nel ‘900 c’era stata la prima timida e non ufficiale partecipazione dell’Italia alle Olimpiadi, da qualche decennio l’attività fisica era entrata nel novero degli insegnamenti scolastici, ci siamo così incamminati in questa avventura. Non solo noi, pochi mesi prima era stata costituita qui a Mestre un’altra società ginnastica, la Libertas. AM: Torniamo al motto. Vorremmo conoscere le vostre sensazioni di quei giorni. FR: Certezze non ne avevamo troppe. Spes, speranza traduceva non solo una aspettativa di attirare in palestra un consistente numero di giovani mestrini, ma anche e soprattutto l’idea di favorire l’aggregazione sociale tramite l’esercizio fisico in comune. Concordia invece rifletteva la convinzione che senza una grande affinità di interessi e consonanza di intenti non saremmo venuti a capo di nulla. AM: Vi sentivate dei pionieri? FR: Non proprio. Come ho accennato l’educazione fisica era entrata nelle scuole, ma i maestri tecnicamente idonei a quell’insegnamento erano pochissimi. La dote migliore, più autentica dei nostri primi istruttori era l’entusiasmo, la convinzione di operare in una fase sociale e culturale più moderna e più popolare. Il superamento, per merito soprattutto dei nostri amici veneziani, della così detta filosofia torinese che individuava aristocraticamente la finalità dell’esercizio fisico in risultati militari o para-militari e comunque elitari, ci consentì di puntare sul coinvolgimento sociale, popolare, aggregativo dei giovani. AM: Due associazioni ginnastiche non erano troppe per una città che superava di poco i 10.000 abitanti? FR: Forse sì. Il clima propizio favorì le aggregazioni e diverse realtà potevano meglio rispondere alle attese di quegli anni. I nomi scelti ne sono testimonianza. Con Libertas si poneva certamente l’accento su una esigenza di maggior rispetto della persona e dei suoi modi di proporsi e di agire, con Spes si volle dare a quelli stessi ideali il senso della durata e della irreversibilità. 25 26 AM: Qualche differenza si nota tra le due associazioni. La Libertas inizialmente accoglieva gratuitamente i giovani inferiori a 15 anni mentre voi della Spes chiedeste un contributo di 15 centesimi la settimana per la frequenza e l’insegnamento. FR: Abbiamo ritenuto, concordemente, che la vera libertà sta nell’autonomia, nella possibilità di seguire programmi e progetti senza dover ricorrere continuamente a qualche benefattore non sempre disinteressato, già noi avevamo gratuitamente l’uso di alcuni spazi parrocchiali. Inoltre un piccolo contributo personale rende più stretto il legame tra il praticante e la società, c’è più responsabilità e più collaborazione da parte di tutti. I risultati ci hanno dato ragione. AM: Nonostante l’attributo “ginnico” vi siete cimentati in parecchi sport. FR: Il termine ginnico, o meglio ginnastico, si riferisce genericamente all’attività fisica e non specificamente alla ginnastica. Per di più la Federazione ginnastica d’Italia costituitasi nel 1869 proprio a Venezia è stata per quasi cinquant’anni l’unica solida organizzazione sportiva nazionale e le attività esercitate erano molteplici dai concorsi ginnici al nuoto, dalla palla a sfratto al pugilato, alla scherma. Molte associazioni sportive, forse seguaci della filosofia aristocratica torinese, mantengono nella loro denominazione “ginnastica e scherma”. Siamo tutte delle polisportive. Il nostro primo importante alloro, appena un anno dopo la costituzione, è stato ottenuto nella palla a sfratto. AM: Alcuni avvenimenti, fra tutti la mancata affiliazione alla Federazione, in che misura hanno incrinato la vostra speranza, il vostro entusiasmo. FR: Il clima politico dei primi anni del secolo risentiva ancora molto degli eventi del 1870. La maggioranza dei nostri soci fondatori era vicina a Monsignor Pavon e questo ci consentì di ottenere lo spazio necessario per iniziare la nostra attività sportiva. Nonostante le nostre intenzioni, un collegamento con le istituzioni religiose era impossibile da evitare. Per poter partecipare a manifestazioni di largo respiro abbiamo aderito alla federazione sportiva cattolica. Credo che il merito correttamente sottolineabile della nostra associazione sia stato quello di non perdersi d’animo e di continuare a mantener viva a Mestre l’idea dello sport e dell’educazione fisica come elemento non secondario della formazione dei giovani. AM: Ai momenti felici sono subentrati quelli tristi. FR: Che fossimo in un periodo di crescita e di transizione era noto a tutti. L’Italia non aveva ancora completato il processo unitario. Trento e Trieste erano rimaste le ultime province da unire alla nazione. Era solo questione di tempo e di occasione. Nel 15 i nostri giovani non potevano sottrarsi a quell’impegno e dare il loro contributo, in alcuni casi dolorosissimo, all’unificazione del nostro Paese. Riteniamo che quei giovani che avevano frequentato le nostre palestre per tanti anni abbiano affrontato quei momenti e quegli eventi con una coscienza più improntata alla solidarietà e al rispetto dei compagni e degli avversari. 27 28 UN PREMIO PER LA SPES C’era una citazione a margine del primo stemma della Spes, una breve frase che invitava a fare educazione fisica perché è attività che produce gioia che ravviva lo spirito e fa sentire il piacere della convivenza civile. Sono sentimenti che collimano strettamente con gli ideali del Panathlon, con i valori dello spirito olimpico, colle norme di comportamento verso se stessi e verso gli altri che il nostro Club cerca di sostenere concretamente e non solo con dichiarazioni di principio. Un operazione che in qualche misura può riuscire a dare un senso a questi ideali, è certamente quella che vuol far sentire ad atleti, istruttori, allenatori e dirigenti l’affetto di tutta una collettività. Abbiamo pensato che dare un premio non è solo riconoscere il valore di un gesto atletico, di un operare ad alto livello, di una dedizione costante e disinteressata. Il premio, il riconoscimento che viene dalla città richiede un corrispettivo; chi lo riceve deve sentirsi portatore di un esempio, di una speranza, di un riferimento comportamentale per tanti suoi concittadini, per l’intera collettività. Il Premio Città di Mestre per lo Sport nella sua ormai ventennale edizione, ha avuto la possibilità e la determinazione di perseguire questi propositi e, per quanto fattibile, cercherà di perseverare in quella direzione. In questi vent’anni l’attenzione sugli atleti, sugli istruttori, sui dirigenti, associazioni o enti da indicare all’attenzione della Città è quasi sempre stata suggerita e sollecitata dagli avvenimenti che hanno trovato la loro origine in Mestre. In questa città che ci trova partecipi attenti alla difesa e all’esaltazione di valori improntati al rispetto delle regole civili e sportive. Non poteva pertanto non esserci un rapporto con l’associazione sportiva di più vecchia data. Il rapporto con la Spes è nato tuttavia spontaneamente, come casuale incontro tra finalità coincidenti. Così è un caso, anche se un caso fortunato, che il primo nome che figura nell’albo d’oro del Premio Città di Mestre per lo Sport sia proprio quello del più significativo atleta della Spes, quel Diego Lazzarich che proprio nel 1982 conquistò il suo primo titolo di Campione d’Italia di ginnastica artistica. A quel primo riconoscimento seguirono tanti altri, nel 1983 la Società Spes nel suo complesso, nel 1984 la ginnasta Leonilde Jannuzzi e il presidente onorario Ernesto Cecchinato “una vita per lo sport”, nel 1985 il ginnasta Gian Matteo Centazzo, nel 1986 il canoista Marco Zancanaro, nel 1990 il pesista Fabio Meggiato e l’istruttore Sergio Fiorin, nel 1992 il dirigente della sezione pesi Bruno Gallo, nel 1994 la ginnasta Ketty Titon, nel 1999 la Squadra femminile di ginnastica artistica promossa in serie A1, per finire col Superpremio del Ventennale conferito alla Spes tuttta. Se è quindi innegabile che il Panathlon non ha fatto mancare alla Spes il suo sostegno morale e il suo plauso, è doveroso riconoscere che ancor oggi la Spes rappresenta una realtà sportiva e associativa importante e assolve ad un compito di sano sostegno all’educazione non solo sportiva di tanta parte dei giovani, e meno giovani, mestrini nel coerente rispetto di corretti canoni di comportamento. Antonio Serena Presidente Panathlon International Club Mestre 29 L’ESERCIZIO PIÙ DIFFICILE Mestre è città strana. Città nella realtà, non sulla carta. Ha duecentomila abitanti, ma per la burocrazia è frazione di Venezia che di abitanti ne ha la metà. Da quando negli anni Venti le tolsero il titolo di Comune e la conseguente autonomia, hanno sempre cercato di assoggettarla a un progetto. Doveva servire prima a sostenere la nascita di Porto Marghera tra le due guerre, poi a funzionare da bacino del grande polo petrolchimico. Negli anni ’70 gravitava su Mestre la più alta concentrazione operaia d’Europa. Ancora: approdo della terraferma, col tempo città-dormitorio come si usava dire una volta, esilio dei veneziani in fuga dal centro storico soprattutto dopo la catastrofica alluvione del 1966. Città di immigrati da ogni parte del Veneto, poi da ogni parte d’Italia. E proprio per questo, alla fine, la città meno provinciale del Nordest. Quella nata dall’incontro e dall’incrocio di più culture e anche di più dialetti, quella a modo suo più aperta e meno conservatrice, certo la meno supponente. Città nata in fretta e talvolta senza troppe regole. Ci fu un momento negli anni del miracolo economico e del boom edilizio in cui Mestre si svegliava diversa da come era andata a dormire la notte prima. Diceva un sindaco di allora che Mestre veniva su col “mal de la piera”, la malattia della pietra: quasi che la notte bastasse gettare mattoni da qualche parte perché sorgessero case piccole e grandi. In questa città non città nella quale mancano i riferimenti tipici della città (esempio: ha un prosindaco anziché un vicesindaco), sono stati i mestrini a costruire nel tempo la città. Sono state le associazioni culturali, sportive, del volontariato, dell’entusiasmo, tutte insieme a creare l’identità di una città. Oggi Mestre è città vera che aspetta che la burocrazia se ne renda conto e saldi il debito. Tra quanti hanno contribuito a fare la città c’è la Spes. Cento anni vissuti in un territorio e in un contesto privilegiati. La società sportiva ha attraversato un secolo, c’era agli albori del Novecento quando lo sport incominciava ad assumere connotati moderni, quando la ginnastica con le prime Olimpiadi entrava nella leggenda e nella storia. Mestre aveva poco più di diecimila abitanti e due società sportive, la Spes e la Libertas, la Speranza e la Libertà. Erano gli anni in cui l’Italia costruiva la generazione che sarebbe finita al fronte nella Grande Guerra che si combattè quasi per intero non lontano e talvolta da queste parti. Nel 1925 capitò alla Spes, come a tante altri istituzioni, di venire soppressa nell’Italia in cui si affermava la dittatura. Sono venuti nuovi anni, nuove storie. Altri parleranno di titoli, medaglie, di attività allargate, di successi. Del resto, le pagine dei giornali e soprattutto del “Gazzettino” possono raccontare i cento anni di una società cresciuta assieme a una città. Ecco, al di là dei primati, delle cifre notevoli di iscritti e di campioni, al di là dello sport, la Spes è riuscita in un’altra cosa: ha contribuito a dare a Mestre un’identità. E credo che questo sia stato l’esercizio più difficile, ben più di un abile volteggio agli anelli o al cavallo. Più difficile e, in fondo, forse più utile. Senza Mestre non ci sarebbe stata la Spes e senza la Spes non ci sarebbe stata questa Mestre. Edoardo Pittalis Vicedirettore del Gazzettino 31 UNA CITTA, UN FUTURO SPORTIVO Raccontare le tradizioni sportive nel nostro territorio è un fondamentale sforzo di memoria, atto a ripercorrere quegli innumerevoli momenti che hanno fatto, e tuttora fanno, di Venezia una capitale mondiale dello sport. Sono ormai molte le realtà cittadine che possono vantare una centenaria esperienza nel settore, dall’A.C. Venezia alla Bucintoro, dalla Querini alla Reyer. Nella terraferma questo privilegio è della sola società ginnico sportiva Spes. A questa lista devono essere aggiunte, quelle società sportive, che seppur di “più recente” costituzione, incarnano, con i loro risultati prestigiosi, la grande tradizione veneziana: il Circolo della Scherma Mestre, il DLF Scherma Venezia, la Canottieri Mestre, il calcio Mestre e molte altre. Riflettere sugli scenari futuri del movimento sportivo richiede un’attenta valutazione dei percorsi intrapresi negli ultimi anni e dell’accelerazione mediatica che essi contengono. Come sarà lo sport del futuro? Quali sono gli accorgimenti che fin d’ora dobbiamo mettere in atto? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui dobbiamo tentare di dare risposta al fine di programmare politiche sportive ad ampio respiro. Appare evidente, da qualunque parte si veda la questione, che il nucleo centrale siano i finanziamenti. La crisi del CONI e, di conseguenza, delle Federazioni Sportive, ma anche i tagli drastici a discapito delle attività motorie nelle scuole, hanno aperto una stagione difficile per gran parte degli sport, e in particolare per quelli cosiddetti minori. Di contro, è cresciuta la necessità e la voglia di fare attività fisica, soprattutto in quelle categorie, come le donne, la terza età, i disabili e gli adulti. Alcune stime parlano di oltre il 50% della popolazione italiana che pratica in qualche modo un’attività fisica. Sono numeri che debbono far riflettere sulla enorme estensione del fenomeno sport. La grande stagione del fitness o del wellness, iniziata in Italia alla fine degli anni 80, ha fatto crescere a dismisura le palestre private, dove oltre al mero esercizio fisico, vi si creano momenti di aggregazione e socialità del tutto nuovi. I tradizionali impianti sportivi, le palestre di alcune discipline agonistiche, rischiano di svuotarsi, incapaci di trasformare il loro modo di rapportarsi al cittadino e alle sue nuove esigenze. Inoltre, per delle attività, come quelle sportive, che sono sempre state condotte grazie al poderoso apporto del volontariato (una stima porta ad un numero vicino alle 600 mila persone in Italia) resta da vedere quale sarà la futura disponibilità della nuova generazione, a “spendere” il proprio tempo (bene sempre più prezioso nella società odierna). La grave crisi del calcio, esplosa con forza negli ultimi mesi, deve inoltre far riflettere sul grande divario che si è creato tra lo sport principe del professionismo e le realtà dilettantistiche e amatoriali. Infine, non accenna a diminuire l’eterno contrasto tra lo sport cosiddetto agonistico e quello amatoriale e dilettantistico, quasi a sottolineare quanto le divisioni nello sport non facilitano certamente soluzioni che riguardano il mondo sportivo nel suo insieme. Su alcuni punti si può prevedere il futuro. Gli sport all’aria aperta (nell’ambiente) si estendono a dimostrazione del fatto che attività fisica e benessere percorrono insieme una strada quasi obbligata. Per Venezia, il costruendo Parco di San Giuliano, offrirà un’occasione unica per estendere le attività all’aria aperta. Un grande polmone di verde (oltre 120 ettari), a ridosso dell’ecosistema lagunare, non può che essere, oltre che luogo di divertimento e di tranquillità, anche un’enorme palestra a cielo aperto. La necessità di far divenire il Parco un luogo sportivo strategico per tutta la città, è un imperativo dei prossimi anni. La questione impiantistica merita alcune parole. Il patrimonio di edilizia sportiva nel Comune di Venezia si è notevolmente arricchito negli ultimi anni, agli oltre 60 impianti esistenti si sono aggiunti la nuova piscina del Lido, il Centro Sportivo di S.Alvise, il Centro 33 Sportivo di Sacca San Biagio, il Pattinodromo della Bissuola, il Palazzetto di Trivignano, la palestra di Dese. Allo stesso tempo alcuni impianti sono “invecchiati” e necessitano sempre più di interventi strutturali importanti. Il futuro è semplice: le risorse pubbliche dovranno consentire di fare adeguata manutenzione e ampliamento funzionale all’esistente, permettendo in questo modo la piena e sicura fruibilità degli impianti, il partenariato pubblico-privato dovrà invece permettere di acquisire nuove e funzionali strutture. Ma i luoghi dello sport permettono solo di praticare gli sport. Altra questione è cosa avverrà, nei prossimi anni, in questi contenitori. La grande scommessa è di far dialogare, di più e in modo più collaborativo, le oltre 400 società e associazioni sportive che esistono nel nostro territorio. Questa necessità si impone anche alla luce della grave situazione finanziaria dello sport. Ottimizzare le risorse diventa un modo per fornire all’”utente sportivo” un ambiente sempre migliore e qualificato e di rilanciare quella pratica della promozione sportiva, capace di attirare i giovani. Alcuni segnali importanti, in tal senso, cominciano ad intravedersi. Il recente accordo tra le tre grandi società di basket, per la gestione del Palasport, rappresenta un primo tassello di un’idea più grande: riportare, attraverso una stretta collaborazione, il grande basket a Venezia. È sicuramente una sfida per tutti, per le società, per l’Amministrazione Comunale e per la città. Altri segnali di questo tipo si intravedono un po’ ovunque, soprattutto in quegli impianti che permettono attività diverse (i centri sportivi) e dove società “confinanti” so- no chiamate al difficile, ma fondamentale compito, di costruire insieme un progetto sportivo integrato. Al fine di favorire questo dialogo, i Servizi Sportivi hanno approntato un nuovo portale Internet (a breve in rete) atto a favorire, fungendo in qualche modo da forum, il dialogo e le iniziative in comune di tutte le realtà sportive del territorio. È la prima tappa di un progetto più ampio che prevede, attraverso formazione e fornitura di hardware, l’utilizzo di tutti i servizi (richiesta spazi palestra, richiesta impianti per manifestazioni, richieste contributi e patrocini, ecc) da parte delle società e del cittadino. Il problema delle risorse, oltre a quelle disponibili dagli Enti Locali, va affrontato con un serio confronto con le realtà imprenditoriali locali. Dopo un lungo periodo di stasi, in cui sembrava esserci un quasi totale disinteresse da parte dell’imprenditoria locale nello sport, alcuni segnali positivi si intravedono. È necessario saldare un solido legame tra le realtà economiche e le società sportive. L’insieme delle iniziative tendenti al dialogo, alla collaborazione, ai progetti comuni, alla promozione sportiva e al rapporto con il mondo imprenditoriale, devono essere poi inserite nel contesto cittadino in cui esse si realizzano. Una città è un “organismo complesso”, fatto sicuramente di molti problemi, ma capace di esprimere risorse talora impensabili. Al pari della cultura, lo sport rappresenta un valore universale, capace di essere messaggero di pace e di solidarietà, di migliorare la nostra qualità della vita, di contribuire a rendere la nostra città più vivibile. Permettere ai giovani di crescere in un’ambiente dove è presente una vasta opportunità di praticare lo sport è un segno inequivocabile di attenzione nei loro confronti. Michele Mognato ViceSindaco e Assessore allo Sport Comune di Venezia 35 36 BREVE STORIA DELLA “SPES” CRONACA DEI CENT’ANNI DELLA SPES ANNO PER ANNO PREMESSA La storia della Spes era in gran parte già scritta. Per questa edizione abbiamo usato a piene mani, talvolta trascrivendo talvolta integrandolo con nuova documentazione, il lavoro di Piero Bergamo e Angelo G. Cecchinato per il libro “Spes Mestre 70°”, corredato da fotografie della vecchia Mestre tratte dal volume di Luigi Brunello. Stesso procedimento per il mio “Venti anni di storia della Spes 1973-1993” dal quale sono state tolte tutte le annotazioni di carattere personale. Soprattutto alla passione di Angelo G. Cecchinato dobbiamo ancor oggi molto del nostro esistere come realtà sportiva. Il suo amore per la ginnastica, che lui considerava madre e maestra di tutti gli sport, lo ha reso promotore della costruzione prima del Palazzo dello Sport in via Olimpia poi della Palestra di Vicolo della Pineta: due impianti che ancor oggi rappresentano degli strumenti essenziali per la vita sportiva mestrina. Il suo sogno era che “la Spes, generata spontaneamente fra gente semplice, ma di grandi virtù, divenisse un’istituzione intramontabile ed un vanto anche per l’attuale grande Mestre e ne rappresen- tasse la parte più bella: la speranza!” È difficile tener fede ad un simile compito e sicuramente non sempre ci siamo riusciti, ma certamente almeno nelle intenzioni e nell’impegno ci abbiamo sempre provato. È doveroso ricordare a chi sfoglierà queste pagine che, come impone lo sport, i migliori hanno uno spazio maggiore e la ripetizione del loro nome dà in qualche modo la misura del livello raggiunto. Si è tuttavia cercato di non dimenticare, anche se purtroppo qualche dimenticanza si sarà certamente verificata, i tanti altri atleti che trovano nella loro passione il miglior premio all’impegno profuso. Si è invece volutamente sorvolato sui molti dirigenti e collaboratori che, ognuno con la propria capacità e disponibilità, hanno dato un contributo determinante e disinteressato alla vita della nostra associazione: un lavoro oscuro il loro e quasi sempre privo di riconoscimenti, ma senza il quale non sarebbe stato possibile il racconto che ci apprestiamo a fare. Adriano Moscati 37 Dalla fondazione alla grande guerra Come per molti avvenimenti il cui ricordo è in parte affidato alla memoria, anche sulla data di fondazione della Spes aleggia qualche approssimazione. Piero Bergamo, nella prefazione al suo libro, parla di una prefondazione della Spes nel 1902 in una casa di campagna, quella di Andreatta, dove ora sorgono i palazzi di Corso del Popolo. Questa indicazione è confortata da uno scritto di Augusto Andreatta che molto poeticamente paragona la Spes a un fiore piantato nell’inverno 1902-1903 e che fiorisce rigoglioso nella successiva primavera. La parziale riproduzione del documento è a pagina 26. 1903 Nel 1903 Mestre ha dodicimila abitanti, unico mezzo di trasporto pubblico il tram da Piazza Barche a San Giuliano e il vaporetto a legna o carbone chiamato le “Caponere” da San Giuliano a S.Giobbe e Rialto. Gli amici di Augusto, Luigi Brusò, Giuseppe Callegaro, Angelo Danieli, Valerio Marzaro, Giuseppe Poletto, Vittorio Padovan, Angelo e Valentino Pauletto sono attenti alle manifestazioni sportive che si svolgono al principio del secolo nei principali centri della nuova Italia e pervasi da un generoso spirito di emulazione, con attrezzi di fortuna, nell’aia d’una casa rurale, cominciano a dedicarsi alla nuova ginnastica. Agli inizi del 1903 sull’esempio delle più anziane e famose Reyer e Marziale, viene quindi costituita un’associazione sportiva cui viene assegnato il nome di “Spes” con l’esclusivo scopo di promuovere esercizi ginnastici (come all’epoca si definiva lo sport) e con il motto “Speranza e Concordia”. La decisione è presa in casa di Padovan. Primo presidente Franco Riccato, istruttore Beppe Falciai. Di grande sostegno è Mons. Pavon, Arciprete di Mestre che dà il suo concreto aiuto concedendo in uso il cortile della canonica e l’adiacente Scholetta per le esercitazioni serali. Già il 1903 è un anno di intensa attività che consente alla nuova società il suo esordio nell’Accademia indetta a Mestre dalla Palestra Marziale e dalla Reyer. I nomi da ricordare affettuosamente oltre ai già citati sono quelli di Bastianello, Bonaldi, Bozzao, Cibin, Zerbo. 1904 Come accennato, a cavallo del secolo tutte le associazioni ginnastiche promuovevano oltre alla ginnastica educativa e ai concorsi di squadra altre prove e discipline sportive. In un regolamento dei “giuochi ed esercizi individuali” dell’epoca si forniscono dettagliate spiegazioni su molti esercizi quali, per esempio, la gara di pentatlio: corsa 120 metri, salto misto lungo alto, assalti di lotta greco-romana, lancio a volo e da fermo, tiro del giavellotto ecc. Anche la Spes seguì lo schema Le prime immagini di dirigenti e atleti della Spes 39 dei concorsi. Così nel 1904 affronta i primi impegni fuori Mestre. Nel Concorso Ginnico Regionale di Padova, conquista una medaglia d’argento, mentre con una squadra di Palla a sfratto si aggiudica a Brescia il suo primo titolo italiano. Il gioco della palla a sfratto (o palla vibrata) si svolgeva tra squadre di cinque giocatori che si lanciavano una palla di 1,800 chili fornita di maniglia. 1905 La presenza ai concorsi regionali diventa una felice consuetudine per i ragazzi della Spes che nel 1905 ottengono un’altra medaglia Pugili alle prime armi terminante due decenni dopo nella decisione del governo fascista di chiudere le associazioni sportive con caratteristiche religiose o socialiste. 1906 I concorsi sono diventati un impegno annuale. Nel 1906 al Concorso Regionale di Vicenza la Spes ottiene finalmente il primo premio e la corona d’alloro. È un risultato che consente la partecipazione al Concorso Internazionale di Milano. Dal 23 al 27 maggio le squadre si confrontano in diverse prove. Ottima la performance dei nostri ragazzi che conquistano la corona di quercia. Caposquadra è Cesare Falciai che guida i suoi ragazzi nei vari esercizi ginnici e nelle prove di corsa veloce, sollevamento pesi e lancio del disco. 1907 L’anno successivo, 1907, al grande Concorso Nazionale di Venezia, presenziato dal Re Vittorio Emanuele III, la Spes si ripete e conquista la corona di quercia. Ormai i concorsi sono degli appuntamenti fissi e così gli ottimi piazzamenti della squadra. Va ricordato che ancora in quegli anni i “puristi” propugnavano la soppressione delle gare individuali perché ritenute troppo pericolose, erano pertanto favorite le manifestazioni di gruppo. a destra: Esercizio agli anelli in campagna 40 d’argento al Concorso Regionale di Schio. In quell’anno viene anche ufficializzato il riconoscimento della Spes da parte dell’Amministrazione Comunale di Mestre che ne riceve per il visto lo statuto societario. Grande delusione viene invece da Roma. La Federazione Ginnastica Nazionale Italiana non accoglie la domanda di affiliazione poiché, afferma il verbale del Consiglio federale del 17 marzo 1905, la Spes ha carattere religioso, in contraddizione con l’art.1 dello statuto federale. Evidentemente la localizzazione della attività sportiva nell’ambito di un complesso ecclesiastico ha avuto un peso determinante nella decisione, soprattutto se vista nell’ottica politica del momento, di estrema tensione tra stato e chiesa. Per la verità l’apporto della Parrocchia di San Lorenzo sembrerebbe limitato alla concessione in uso di spazi. Dagli archivi parrocchiali, sempre precisi e dettagliati, non risulta registrato in quegli anni alcun movimento finanziario a favore o a carico della Spes. La mancata affiliazione non ha eccessivamente ridotto l’attività e la presenza degli atleti della Spes nelle competizioni nazionali e internazionali, perché la società decise di aderire alla federazione delle associazioni sportive cattoliche, ma è stata, purtroppo, de- 1909 a sinistra: Piramide all’aperto Il 1909 è la volta del Concorso Nazionale di Roma con una folta partecipazione di giovani che si cimentano negli esercizi elementari a corpo libero, nella corsa, nel salto, nel getto della pietra e nella salita alla fune. Questi concorsi sono delle autentiche feste popolari, delle manifestazioni che coinvolgono centinaia di protagonisti, e in quella occasione superano il migliaio, che sfilano con le loro bandiere, si esibiscono in piazze o stadi, saltano, corrono, creano figure o piramidi con piccoli o grandi attrezzi. Tutti finalmente coinvolti con la fisicità del proprio essere. 1910 Stesso programma nel 1910, ma questa volta non occorre fare un lungo viaggio sui sedili di legno della terza classe, questa volta si va a Esercizi di massa 1908 Nel 1908 si registrano purtroppo le prime defezioni nelle palestre mestrine, soprattutto per motivi finanziari. La Libertas e la Palestra Marziale sono cancellate dall’elenco delle associazioni sportive affiliate alla Federazione di Ginnastica. Mestre è così priva di società affiliate alla Federazione Ginnastica Nazionale, ma grazie alla Spes l’attività sportiva in città può continuare. In palestra e nei campi i ragazzi praticano i più svariati esercizi (corsa, pugilato, attrezzistica, ecc), ma le uscite ufficiali sono sempre i concorsi: 1908 si partecipa al Concorso Regionale di Torino con buoni risultati per la Spes. in basso a sinistra: Un cappello e una sciarpa da portare con fierezza. All’ombra del campanile. 41 Padova e la festa è quasi in famiglia perché amici e parenti possono venire a fare il tifo. Per il Concorso Nazionale di Padova solo qualche variante negli esercizi di squadra: salto a piè pari, getto della palla di ferro, lancio del disco di legno; stesso grande impegno e ottimo piazzamento dei nostri ragazzi. 1911 Aumentano i praticanti e aumentano gli istruttori con Cesare Falciai, Francesco Mazzocco, Gino Bonaldi e Gaetano Poletto. Nel 1911 anche Mestre è cresciuta, ora conta 17000 abitanti e finalmente possiede un acquedotto. Bonaldi e Poletto hanno gli stimoli giusti per preparare una grande squadra e la presentano prima al Concorso Regionale di Venezia e poi al Concorso Nazionale di Roma. Due primi premi. Ai festeggiamenti partecipa tutta la città. 1912 I concorsi e i premi continuano, nel 1912 secondo premio al Concorso Internazionale di Saronno. Tra le varie attività previste dai concorsi ginnastici appare anche il foot-ball, oltre al tiro alla fune e al lancio del disco di bronzo e di legno. 1913 Nel 1913 la Spes organizza ben due Accademie. Inizia quell’anno per la Spes la consue- 42 tudine di organizzare annualmente un’Accademia per festeggiare tutti i praticanti e gli atleti e per dimostrare ai soci e agli appassionati, con esercizi appositamente studiati e realizzati per quell’occasione, i progressi conseguiti. È una consuetudine che dura ancora. 1914 Nel 1914 Concorso Regionale di Bassano. Il regolamento di questa, come di tante altre gare di squadra, era così articolato: “Marce ed evoluzioni in ordine chiuso, di passo e di corsa, con la cadenza dei Bersaglieri secondo il vigente regolamento di esercizi per la Fanteria (Per gli stranieri secondo i propri regolamenti). Gli esercizi elementari sono di equilibrio, preparatori di pugilato, flessioni di busto, salto misto (4 ginnasti per volta), arrampicata alla fune (4 ginnasti per volta) corsa 1 km in 4’30, progressioni a squadre alle parallele, anelli, cavallo, sbarra.” 1915 Nel 1915 altri pensieri occupano le menti dei giovani sportivi, altri destini li attendono. La Grande Guerra che Mestre vive e soffre eroicamente. Anche la Spes ha i suoi valorosi caduti Angelo Checchin, Angelo Goattin, Antonio Padovan, Albino Poletto. 43 Dalla ripresa al decreto di scioglimento 1919 anche con realtà già consolidate. Si partecipa anche al Memorial Beccari. 1920 L’anno dopo, 1920, il mondo sportivo ritrova l’Olimpiade ad Anversa che risveglia e stimola i giovani. Si apre per la Spes un ciclo di attività veramente esaltante, il numero degli aderenti aumenta quasi giornalmente. Si moltiplicano le squadre e lo spirito di emulazione. Al X Concorso Ginnastico Nazionale di Venezia la squadra presentata dalla Spes vince il primo premio. Al successivo concorso nazionale di Torino la Spes partecipa con due squadre e ottiene due premi di eccellenza ed una magnifica Vittoria Alata. Anche gli allievi si distinguono, a Bassano si aggiudicano il primo premio e un dono del Ministero della Guerra. 1921 Nel 1921 la Spes trasferisce la propria attività nella palestra di Viale Garibaldi. Anche se le ore disponibili non sono molte, si ottengono La guerra è finita. Nella Mestre che vive la sua ripresa economica e sociale, Gaetano Poletto, l’istruttore tenace e intelligente, riunisce i vecchi amici, raccoglie reduci e giovani volenterosi, riprende l’attività. La Spes rinnova i suoi organi societari. Presidente è Andrea Cavalieri, vice Attilio Michieletto. Tra i tanti soci vecchi e nuovi Senofonte Piccinini, Giuseppe Gregorini, Pio Martinuzzi, Adolfo Paoletti, Augusto Andreatta, Giovanni Eufrate, Vittorio Basso, Nicola Tacco, Ferdinando Zancanella, Pietro Pavon, Enrico Valla, Ettore Romagnoli, Bobbo Checchi, Tito Tamburlini. Oltre alla ripresa dell’attività ginnica si sperimenta una sezione di pugilato e si prepara una buona squadra di calcio che si dimostra subito combattiva e capace di confrontarsi subito ottimi risultati sulla preparazione specifica dei ginnasti e conseguentemente ottimi risultati nelle gare: tre primi premi al Concorso nazionale di Trento e cinque primi premi al Concorso nazionale di Roma. Un anno veramente importante. La sezione calcio dopo tre anni di intensa attività si fonde con l’Associazione Calcio Mestre che può arricchire la propria squadra con i migliori elementi della squadra della Spes. 1922 Il 13 agosto del 1922 la Spes organizza a Mestre uno spettacolare Concorso Ginnastico Regionale Veneto con incluso anche un torneo di pallacanestro. All’eccezionale evento 44 derato di preparazione agli impegni programmati per gli anni successivi. Impegni che prevedono trasferte all’estero e quindi la necessità di non sfigurare nei confronti di squadre di altissimo livello e di grande esperienza. 1924 partecipano tutte le società ginniche delle Tre Venezie e molte associazioni sportive della Lombardia. Fuori concorso il campione del mondo Giorgio Zampori. Rallegrano la manifestazione, patrocinata da Governo, Magistratura, Forze Armate e Autorità cittadine, la Banda del 72° Fanteria, la Fanfara degli Esploratori, quella del Morosini, la Banda della Fortior e quella dell’Istituto Manin. Tra i premi una medaglia d’argento del Re d’Italia. La pubblicazione di un numero unico “Veneta Juventus” è l’idea nuova per dare ai partecipanti il saluto della Spes e di Mestre. Il mese successivo la Spes si presenta con tre squadre al Concorso Ginnastico Internazionale di Asti da dove rientra con un primo premio e numerosi trofei. 1923 La Spes sembra pronta a confronti sempre più impegnativi, le affermazioni di eccellenza sono ormai un fatto ordinario come conferma anche la partecipazione al Concorso Nazionale di Ginnastica di Firenze del 1923. È questa l’unica manifestazione, oltre alla solita accademia, di questo anno che viene consi- L’apoteosi a Parigi: Grande Festa della Ginnastica del 1924. Al Concorso Internazionale di Parigi sono schierati 26mila giovani ginnasti (quanti gli abitanti della Mestre di allora). La Spes si piazza autorevolmente in testa alla classifica e si aggiudica il trofeo più ambito, il “Grand Prix de Paris”. Ha così l’onore, bandiera nazionale e societaria in testa, di aprire il corteo trionfale per le vie di Parigi, affollate di popolo plaudente, di rendere omaggio alla Tomba del Milite Ignoto all’Arco di Trionfo e di esibirsi poi, da sola, davanti al Presidente della Repubblica Francese. Le autorità e la cittadinanza unanime di Mestre accolgono con ovazioni ed onori i bravi ginnasti al loro ritorno. Dopo l’impresa di Parigi le squadre della Spes hanno ancora voglia di cimentarsi e partecipano ai concorsi di Mestre ed a quello di Cuneo. 1925 Ormai la Spes ha fama internazionale. È invitata ufficialmente al Concorso di Aix les Bains del 1925 e ripete le prodezze parigine. Al suo ritorno tutta Mestre è ancora festante intorno ai giovani campioni vittoriosi. C’è ancora il tempo per partecipare al Concorso Nazionale di Firenze dove la Spes raggiunge, come al solito, i massimi punteggi e l’alloro e al Concorso Internazionale di Asti (9-10 maggio 1925) dove presenta tre squadre, allievi, junior e adulti. Si sarà notato che le citazioni dei tanti successi conseguiti dalla Spes dalla fondazione al 1925 sono molto scarne e mancanti dei nomi dei partecipanti. I nostri predecessori privilegiavano lo spirito di gruppo che era indispensabile per una corretta preparazione agli impegni richiesti dai Concorsi e forse anche per un insegnamento di modestia e di rigore. Quei valori non risultavano in linea con gli ideali del partito fascista al potere da tre anni. Lo stato fascista non aveva intenzione di consentire che le associazioni cattoliche o socialiste si interessassero alla educazione dei giovani, compito che riteneva di dover riservare esclusivamente agli organi del regime. Alle stesse federazioni si cercò di vietare di interessarsi ai giovani inferiori a 18 anni. Si arrivò quindi al decreto di scioglimento della associazioni non gradite al regime. Quasi incredule di quanto stava loro accadendo, la rinata Libertas e la Spes con l’A.C.Me- 46 stre organizzano una festa dello sport al Toniolo il 16 gennaio 1926. Un’allegra, amara chiusura. La Spes come moltissime altre associazioni sospende ogni attività. Pio Martinuzzi sarà custode della gloriosa bandiera e dei premi, cimeli e trofei che il 18 novembre 1935 vengono offerti alla Patria. Gaetano Poletto. 47 Ivo Raniolo Dalla rinascita alla Stella d’oro Gli ultimi spaventosi bagliori della più crudele guerra che non sia mai avvenuta si sono appena spenti. I sopravvissuti non sanno ancora orientarsi dopo tanti lutti e rovine. Affiora e si diffonde un anelito di speranza, un richiamo alla vita. Gaetano Poletto, l’indimenticabile animatore e maestro della Spes, raduna attorno alla cara, vecchia bandiera gli amici superstiti di un tempo: Augusto Andreatta, Luigi Baessato, Vittorio Basso, Francesco Bobbo, Aldo Caldognetto, Angelo Giuseppe Cecchinato, Giovanni Eufrate, Pio Martinuzzi, Pietro Pavon, Paride Pedini, Enrico Poletto. Dopo parecchie riunioni, nell’autunno del 1945, viene indetta la prima assemblea della rinata Società Ginnico Sportiva “Spes”. Presidente viene confermato il cav. Andrea Cavalieri, già presidente fino al 1926. Gli altri consiglieri: vice presidente A. Cecchinato, direttore tecnico Poletto, segretario Caldognetto Pedini. La sede è fissata presso la Trattoria Geremia. Gli istruttori saranno Martinuzzi, Andreatta, Eufrate, Basso. Difficile si presenta subito la sistemazione. 1946 Mestre conta 40mila abitanti. Nella primavera del 1946 i primi allievi cominciano ad allenarsi la sera nel cortile dell’Istituto Berna in via Manin e qualche volta nel campo di calcio di Carpenedo. In autunno il Comune concede il permesso di usare la piccola palestra della scuola Bandiera e Moro in via Dante che la Spes provvede a restaurare e dotare di qualche attrezzo di recupero. Oltre agli esercizi ginnici riprende l’attività la Palla a Sfratto, il Tiro alla Fune e, per iniziativa di Enrico Poletto, viene costituito un gruppo bocciofilo che otterrà successi sia agonistici che organizzativi. Il maestro Gaetano Poletto, l’artefice di tanti successi, viene trasferito a Milano per lavoro; i suoi ritorni a Mestre si fanno sempre più ra- Ginnasti al lancio del peso di. Tornerà solo definitivamente per morirvi. I suoi amici, il giorno del suo trapasso gli stanno commossi vicino, lui stringe la mano a Cecchinato e sussurra faticosamente: “Sior Bepi, la Spes”. Queste sono state veramente le sue ultime parole, mai dimenticate. 1947 Per la Spes il 1947 è un anno di proselitismo e di formazione. Il maestro Paroletti inizia la sua funzione di istruttore della sezione maschile di ginnastica artistica. Lo coadiuvano Basso, Eufrate, Andreatta e Martinuzzi. La L’istruttore Paroletti presenta i suoi allievi 49 1948 Adulti Allievi Ragazze Spes trasferisce la sua sede in via Ferro in un locale graziosamente offerto dall’Associazione Calcio Mestre. La Spes partecipa al Concorso Nazionale di Ferrara senza la squadra di ginnastica che non è ancora pronta. Ma con i suoi valorosi anziani Longo, Volpato, Bolzanella, Carrer e Longo junior riconquista il titolo nazionale di Palla a Sfratto. Questa disciplina, come pure il Tiro alla Fune, dopo di allora saranno praticati solo localmente e declineranno con i loro anziani atleti fino a scomparire del tutto. Anche il gruppo bocciofilo diventa autonomo e costituirà la Società Bocciofila Mestrina. Il 1948 è ricordato dalla Spes per due avvenimenti molto importanti per i riflessi che avranno nei suoi futuri successi. È eletto presidente il Comm. Angelo Giuseppe Cecchinato che, come vedremo, sarà uno tra i più motivati promotori e artefici della crescita delle strutture sportive mestrine. L’altro avvenimento è l’istituzione di una sezione femminile di ginnastica artistica che viene affidata al maestro Zoppetti e successivamente a Guglielmo Pagan, ex ufficiale di cavalleria dotato, come ricorda Bianca Maria Calabrò, di una spiccata capacità di educatore oltre che di tecnico della ginnastica. Nel mese di maggio la Spes partecipa alle Prime Feste Internazionali di Educazione Fisica, aggiudicandosi una corona d’alloro e si fa onore nell’ultimo torneo di palla a sfratto. Per cementare lo spirito associativo, in giugno viene organizzata la prima gita sociale. Con due motobarche un centinaio di soci e familiari si recano a Murano, S. Francesco del deserto, Burano e Torcello. In quest’anno la Spes ottiene il primo contributo finanziario di Lire 15000, deliberato dalla Giunta della Federazione Ginnastica d’Italia il 23 novembre 1948, come stimolo a proseguire nell’attività svolta negli anni della rinascita. 1949 Nel settembre 1949 la Spes organizza un Concorso Ginnico delle Tre Venezie con in palio un trofeo offerto dal Capo del Governo Alcide De Gasperi. Alla manifestazione partecipano oltre trenta squadre di tutte le società trivenete e fa il suo esordio la squadra femminile della Spes, guidata da Pavan. La squadra maschile è affidata a Paroletti. Per l’occasione vengono pubblicati anche un opuscolo 50 e un numero unico intitolato “Alma Juventus”. Il successo è notevole e da quella data la Spes rientra nella categoria delle più quotate società ginnastiche d'Italia. All’organizzazione hanno contribuito principalmente Poletto, Martinuzzi, Heinz e i coniugi Carretto. Il sindaco di Venezia Gianquinto saluta i partecipanti ricordando che la ginnastica è insieme libertà e disciplina, sforzo e armonia. 1950 Nell’anno successivo l’attività dei giovani ginnasti è intensa e serve soprattutto per acquisire esperienza: in quel 1950 le diverse squadre della Spes partecipano a numerosi tornei tra i quali si ricordano Padova, Trofeo Michelon, ginnastica maschile e femminile. Mestre, Campionato individuale femminile di ginnastica artistica. Belluno, Incontro triangolare femminile, Trofeo Marina Marchisio. Udine, Concorso interregionale maschile a squadre. Vicenza, Campionato regionale individuale maschile. Venezia, Campionato provinciale maschile. Nel Convegno Regionale maschile e femminile a Schio, 100 ginnasti della Spes si aggiudicano la Coppa Ing. Sanabo, oggetto d’arte Zanon, messo in palio dalla Federazione Ginnastica. Il Presidente della FGI al cimitero ossario rende omaggio ai Caduti sul Pasubio ed esalta le società ginnastiche e le loro bandiere. 1951 Mestre ha superato i 50.000 abitanti, crescono iniziative e speranze. Dopo una brillante accademia di scherma organizzata dal maestro Galante e patrocinata dal cav. Cecchinato a Cortina, si istituisce in seno alla Spes una sezione di scherma. Animatore entusiasta e autorevole della nuova sezione è il cav. Ceccato. Si trova ospitalità presso la palestra del Liceo Franchetti, diret- tore del corso è l’ex campione olimpionico ing. Pinton, con l’aiuto del maestro Corradi. La sezione ginnastica continua con le partecipazioni a trofei e campionati a Belluno, Padova, Vicenza e ancora Padova. A Mestre viene organizzato un trofeo intitolato all’indimenticato maestro Poletto. Da segnalare inoltre il 1° posto ottenuto dalla squadra allievi alla II edizione della Coppa Rossi a Venezia. Ma l’avvenimento dell’anno è il Concorso Internazionale di ginnastica artistica di Firen- 51 52 ze. La più importante rassegna ginnica del dopoguerra si svolge dal 23 maggio al 3 giugno. La Spes partecipa con 48 ginnasti suddivisi in tre squadre: allievi, adulti e femminile. Ognuna delle tre squadre è premiata con corona di alloro di eccellenza. Il presidente Cecchinato viene personalmente complimentato dall’avv. Onesti presidente del CONI e dal presidente della FGI prof. Marchisio. Nonostante questi clamorosi successi, cominciano le difficoltà per l’uso della palestra, perché la popolazione scolastica aumenta e conseguentemente le palestre diventano insufficienti. Si rivolgono invocazioni al Comune, al Coni, a tutte le Autorità alle quali si ritiene possa stare a cuore il problema. La città è cresciuta, ma le strutture non hanno un ritmo di crescita adeguato. Intanto la Spes trasferisce la sua sede in Via Miranese, dove il presidente ha espressamente allestito due locali. 1952 Poiché la Spes non dispone di propri campi di gara è sempre più complicato e difficile organizzare a Mestre delle manifestazioni di ginnastica artistica. Sia pure con molte difficoltà di preparazione e allenamenti si continua a partecipare a gare fuori sede. Nel 1952 quindi si gareggia con onore a Venezia, Genova, Padova, Seregno, Belluno e Pedavena. Ma ormai si guarda e ci si prepara agli avvenimenti del prossimo anno. V° Artiglieria e il suo eccezionale comandante Generale Ravnich. Sono, infatti, i volenterosi soldati che allestiscono castelli e attrezzature sul campo di gara. Sono presenti 68 società italiane, 12 squadre svizzere e francesi. I 1037 ginnasti contribuiscono a rendere il 12, 13 e 14 giugno 1953 tre giornate indimenticabili. Mestre, in festa, è percorsa da sfilate di giovani baldanzosi, fanfare, bandiere, divise multicolori e applaude con calore e commozione. Premi arrivano da moltissime autorità, dal Capo del Governo De Gasperi, dal Patriarca Cardinale Roncalli, dal Prefetto, dal Sindaco e tanti altri. Il Prosindaco di Mestre dott. Morino offre un ricevimento in Municipio e auspica che anche Mestre abbia una sua palestra. Due nostri concittadini, il poeta Alfiero Varola e il musicista Silvio Soave, compongono per l’avvenimento l’inno Spes, che verrà eseguito Paroletti con De Lena, Fedalto, Besazza, Zancanaro, Molon, Andreatta Martinuzzi riceve un premio 1953 Anche allo scopo di sensibilizzare le Autorità di ogni grado alla ormai estremamente necessaria palestra, in occasione del 50° anniversario della sua fondazione, la Spes bandisce un Concorso Nazionale di Ginnastica artistica maschile e femminile allargato alla partecipazione di società estere. All’organizzazione sostenuta dal Comune e dalla FGI fornisce un affettuoso e determinante sostegno il 53 54 Chiesa della Salute, la consegna della nuova bandiera ai dirigenti della Spes avviene nella sala del Consiglio a Mestre alla presenza del Sindaco avv. Tognazzi. Madrina offerente la signora Gioia Cecchinato Venier. La vecchia consunta e gloriosa bandiera entra in Museo e la nuova da allora è sempre alla testa di ogni manifestazione organizzata dalla Spes. a sinistra: Ettore Cercato alle parallele 1955 dalla Banda Cittadina: sarà l’inno ufficiale della società. Viene anche pubblicato un numero unico “1903 SPES 1953” per dare il benvenuto ai ginnasti e per ricordare sinteticamente la storia della società. Nonostante i festeggiamenti, continuano le partecipazioni a trofei e campionati, Brunico, Mestre, Vicenza, Bolzano, Padova e Venezia. A Varese, festa femminile per l’anniversario della Società Ginnastica Varesina, le ragazze della Spes si classificano al terzo posto e conquistano la palma d’oro di eccellenza e la Coppa Firpo. In mancanza di un vero campionato nazionale a squadre, la Federazione stila annualmente una classifica generale basata sui risultati ottenuti dalle società affiliate in determinate prove. Questa classifica dell’attività agonistica generale rende molto evidente il lavoro svolto dalle società: la Spes già da qualche anno ha raggiunto posizioni di rilievo. Nel 1955 la Spes è ottava. A questi traguardi contribuiscono molti ginnasti di diverse categorie. Oltre quelli già citati dobbiamo ricordare la junior Maria Donadel, le esordienti Zita Bedeschi, Vallj Cappelletti, Giuseppina De Benedetti, Leo Strasser, Lida Vianelli, tra i maschi i fratelli Andreatta tra gli junior, e un folto gruppo di esordienti Franco Basso, Esibizione a Innsbruck 1954 Archiviato l’anniversario, la Spes partecipa in forma massiccia ai Concorsi Internazionali e Campionati mondiali di ginnastica maschili e femminili svoltisi a Roma nel 1954. Le prove consistevano in evoluzioni al corpo libero, progressioni libere ai grandi attrezzi, volteggi obbligatori al cavallo. I risultati: la squadra maschile si piazza al 10° posto su 120 squadre, la squadra femminile arriva al 15° posto su 75 squadre, ambedue si aggiudicano un premio di eccellenza e risultano prime fra le società del Veneto. Medaglie d’oro ai capi squadra. La conferma della supremazia regionale avviene ai Campionati regionali. Le ragazze a Mestre conquistano tutti i primi posti in classifica: tra le allieve 1° M. G. Patron e 2° G. Dal Corso, tra le esordienti 1° M. G. Dubini 3° C. Gazzetta. A Venezia, tra i ragazzi, si impone Luigi Andreatta che conquista il titolo di campione esordiente. La nuova generazione ha ormai consolidato la sua primaria posizione nella Federazione Ginnastica d’Italia, il Direttivo della Spes pensa di sottolineare l’avvenimento con una nuova bandiera. Dopo la benedizione solenne in 55 Renzo e Renato Besazza, Gianni Bordin, Sergio Colorio, Gianni De Lena, Mario Danieli, Giancarlo Molon, Plinio Danieli, Adel Zancanaro, Paolo Zazzetta. Gli impegni agonistici non mancano, di rilievo la partecipazione al Concorso Nazionale di Pisa del 1955. La solita trasferta con grande allegra confusione sui treni e negli ostelli: quasi sicuramente i La nuova bandiera nostri ragazzi consumavano più energie in quelle situazioni che nelle gare vere e proprie. 1956 Nonostante l’impegno del presidente Cecchinato il problema della palestra non trova ancora soluzione e l’addestramento dei ragazzi non risulta adeguato. Ciò non impedisce la partecipazione a diverse competizioni sia individuali che di squadra. In particolare nel 1956 si ricordano quelle di Bologna e di Terni per i buoni risultati raggiunti. Ci piace sottolineare in particolare i bei successi e i titoli conquistati da Gianni Bordin abile soprattutto nelle prove alla sbarra e alle parallele. La sua odierna attività di pittore 56 non gli ha fatto dimenticare le emozioni che provava nell’affrontare i grandi attrezzi ginnici. L’amore per lo sport lo porta ancora a cimentarsi sui campi di bocce. A lui dobbiamo la copertina di questo libro. 1957 Nel giugno del 1957 si svolgono le ultime feste di ginnastica artistica di tipo corale; tra questi il Concorso Internazionale indetto a Napoli con larga partecipazione di ginnasti. La Spes è presente con 50 elementi in quattro squadre, due maschili e due femminili. È la squadra più numerosa e si classifica al terzo posto con quattro corone d’alloro, quattro coppe e una targa. D’ora in poi la cronaca è più ricca di nomi, alle squadre, ai gruppi si sostituiscono quasi sempre i singoli, i protagonisti individuali. Il clima cambia leggermente anche se rimane lo spirito di corpo, l'amore per la maglia, per la società che li allena, li educa e li porta a cimentarsi con altri atleti, ma soprattutto con se stessi. Tra i maschi si fanno notare Luigi Andreatta, Cimarosti e Raniolo, tra le ragazze Causin, Tieuli, De Benedetti. Molti lasciano l’attività agonistica, ma restano vicini alla società, saranno i futuri istruttori, allenatori, accompagnatori e dirigenti della Spes e di tante altre associazioni sportive. 1958 Nel 1958 sono ancora molti di loro, con altri nuovi elementi a far da corona, a tener alto il nome della Spes in tantissimi confronti: i ragazzi nella Coppa Buriani a Padova e Roma e nel campionato esordienti a Perugia. Le ra- tanto che si meritano una nuova lettera di elogio da parte del nuovo Presidente della F.G.I. che ben conosce in quali condizioni disagiate debbano esercitarsi quei ragazzi e anche in quali ristrettezze economiche viva la Società. Tuttavia una grande speranza ormai sostiene la Spes, perché la Palestra del Coni è in costruzione e si spera di superare la crisi in atto. 1961 gazze affrontano il campionato regionale a Venezia e Gorizia, i tornei di Trento, Forlì e Udine. La Spes si conferma la prima società ginnica delle Tre Venezie. A Padova Ivo Raniolo si impone nientemeno che su Sergio Fiorin che allora gareggiava nella Fulgor e che avrebbe successivamente scalato molte posizioni fino a sognare le Olimpiadi di Tokyo che gli sfuggirono per infortunio. In aprile a Vicenza si impone tra gli juniores Mario Danieli. 26 novembre 1961. Il Vice presidente del Coni dott. Zauli, con il sindaco di Venezia ing. Favaretto Fisca e con il Vescovo ausiliare Mons. Olivotti, alla presenza di autorità e rappresentanze civili, militari e sportive mestrine, con un’austera cerimonia inaugurano 1959 Consueti ottimi piazzamenti anche nel 1959. La sezione maschile con le sue categorie di allievi e esordienti partecipa ancora alla Coppa Buriani a Venezia e Forlì e ai campionati di categoria a Vicenza, Novara e Gorizia. La sezione femminile partecipa ai Trofei Marchisio e Pergamene Dardano ed ai campionati di categoria a Bolzano, Perugia e Venezia. La Federazione Ginnastica d’Italia invia alla Spes un particolare elogio per la sua attività, i suoi successi, il suo comportamento. Nella graduatoria nazionale la Spes occupa il 7° posto. 1960 Anche nell’anno successivo, 1960, nonostante le aumentate difficoltà di addestramento, l’attività e le affermazioni dei ragazzi e delle ragazze della Spes continuano in tutti i campi di gara, che ormai conoscono a memoria, la nuova Palestra felicemente situata in una zona centrale di Mestre. La strada di accesso alla palestra è stata chiamata Via Olimpia. Il Sindaco ne affida la gestione al comm. Cecchinato, presidente della Spes, il quale provvede subito al completamento delle attrezzature, all’insediamento delle varie attività sportive e alla regolamentazione dell’uso dell’impianto. Oltre alla Spes, a beneficiare della Palestra, che subito viene chiamata Palazzetto dello sport, sono inizialmente la Pallacanestro della Sicedison e l’Unione Boxe. Subito dopo si Inaugurazione del nuovo Palazzo dello Sport in via Olimpia 57 Cecchinato e i ginnasti all’inaugurazione del Palazzetto di via Olimpia P. Bergamo all’inaugurazione della sezione pesi col sindaco Favaretto Fisca insediano lo Judo Club ed il Circolo Scherma di Mestre, che avranno vita autonoma ed uno sviluppo superiore ad ogni previsione. contri regionali, ma si impegnano soprattutto al Concorso Nazionale di Pisa dal quale tornano con autorevoli attestati di stima. 1962 1963 Anche il 1962 è uno degli anni importanti per l’evoluzione della Spes. Per iniziativa di alcuni ex ginnasti è costituito un gruppo per l’attività di Sollevamento Pesi utilizzando mezzi e attrezzature di fortuna. È tutto molto, ma molto pionieristico. La sede è certamente infelice, ma i ragazzi sono grandicelli e pieni di buona volontà e non si fanno pregare a trasformarsi in muratori, idraulici, imbianchini per rendere i locali puliti e accoglienti. Importante è invece la scelta dell’istruttore. Pasquale Bergamo si rivelerà la persona adatta, la soluzione felice; sarà per molti anni istruttore e organizzatore capace e preparato e saprà dare consistenza alla nuova sezione. I ginnasti partecipano ai soliti molteplici in- La disponibilità di una sede finalmente idonea consente alla Spes di organizzare a Mestre manifestazioni non solo regionali ma anche di maggior impegno. Il 19 maggio 1963 la F.G.I. affida alla Spes l’organizzazione del Gran Premio Federale Allieve al quale partecipano 50 società con 140 giovani ginnaste. La capienza della Palestra di Via Olimpia, da poco inaugurata già dimostra la scarsa capacità ricettiva. La sezione ginnastica della Spes mantiene il 7° posto fra tutte le società ginniche italiane, prima tra le società trivenete. È il frutto di un’intensa attività che vede la sezione maschile gareggiare a Gorizia, Bolzano, Trieste, Belluno, Roma, Venezia, Biella, Verona e Vi- cenza. La sezione femminile è altrettanto attiva: gareggia a Trieste, Mestre, Verona, Bolzano, Gorizia conquistando il campionato triveneto nelle categorie allieve e pulcine. La nuova sezione Pesistica comincia a farsi conoscere, in regione prima e in campo nazionale poi, con ottime prestazioni sulle pedane di Venezia, Mestre, Taranto, Udine e Milano. La vicinanza con la nuova Palestra consente anche di organizzare delle manifestazioni di sollevamento pesi senza grandi problemi logistici. Intanto la Palestra di Via Olimpia non riesce a soddisfare tutte le richieste che arrivano da parte di nuovi gruppi sportivi. Le ore di allenamento disponibili per la Spes vengono sempre più ridotte. Si iniziano le prime pratiche per un possibile ampliamento. 1964 L’anno 1964 inizia con una bella vittoria del pesista Gianfranco Turato che si aggiudica il primo posto al Trofeo Enrico Tagliani, mentre il giovane Franco Omaggio occupa il secondo posto assoluto nella finale nazionale della gara nazionale “Ercole 1964” a Nuoro. Il 15 marzo a Verona la sezione pesistica conquista il terzo posto su 24 società al campionato interregionale. Gli altri impegni per gli allievi di Bergamo sono a Mestre, Venezia, Vicenza, Napoli e Milano con ottimi risultati e molti premi. La sezione ginnastica femminile partecipa a tutte le gare e ai campionati regionali collezionando una serie eccezionale di primi e secondi posti e di altri importanti piazzamenti. Buoni anche i piazzamenti nelle competizioni di carattere nazionale di Verona e Biella. Anche la sezione di ginnastica maschile è presente in una dozzina di competizioni re- gionali e nazionali, come sempre primeggiando in regione ed ottenendo significativi risultati in campo nazionale. Globalmente viene ancora una volta confermato il 7° posto nella graduatoria nazionale della F.G.I. Merito degli istruttori Paroletti, Pagan, Cannavò e Grosso. La consueta accademia annuale della Spes di quest’anno ottiene un memorabile successo per il suo originale svolgimento e per le prestigiose esibizioni dei più noti ginnasti olimpionici, fra i quali il grande Franco Menichelli. Il Sindaco, il ministro Ferrari Aggradi ed altre autorità presenti si complimentano con gli istruttori e i dirigenti della Spes. Il presidente comm. Cecchinato, per avere più libertà nella gestione del Palazzetto di via Olimpia, rassegna le dimissioni. L’Assemblea ordinaria del 17 aprile lo acclama Presidente Onorario e provvede al rinnovo delle cariche. È eletto presidente Luciano Preo, vice presidenti Pio Martinuzzi e Enrico Cercato, direttore tecnico Ernesto Cecchinato, tesoriere Rino Benvenuti, consiglieri G. Carretto, Andreina Altadonna Carretto, B. Benigni, L. Andreatta, B. De Lena, L. Baessato, F. Bobbo, G. Autiero, G. Svalduz. 1965 Nel 1965 la sezione di ginnastica femminile partecipa a 7 gare nazionali conquistando due primi posti, a sette gare regionali ottenendo tre titoli di campione triveneto e si è assicurata definitivamente il Trofeo Biennale Clari. La ginnasta Bianca Maria Calabrò è convocata per tre volte durante l’anno agli allenamenti collegiali di Roma. Tra le pulcine si fanno notare Mariana Marzaro e Paola Gardoni, tra le allieve Eliana Benvenuti e Sandra Chillemi, tra le principianti Mariangela Bene- 59 di categoria. Il pesista Dino Turcato è più volte convocato agli allenamenti collegiali e fa parte della squadra azzurra negli incontri internazionali di Milano (Italia-Francia) e di Dornbirn (triangolare Italia-Germania-Austria) salendo tre volte sul podio. È un risultato sorprendente per la giovane sezione pesistica della Spes. 1966 Due presidenti della Spes, Cecchinato e Preo Ivo Raniolo, uscita alla sbarra Franco Omaggio detti e Paola Chiesa, tra le esordienti Elda Scatto. A Napoli il 27 novembre si svolge il campionato italiano delle principianti e le nostre ragazze dopo un entusiasmante testa a testa sono costrette ad accontentarsi di un secondo posto a soli 5/100 dalla vincente Virtus Bologna (70,85 contro 70,90). La sezione di ginnastica maschile ha gareggiato in tre prove nazionali e dieci regionali, vincendo un campionato regionale di categoria. Il ginnasta junior Ivo Raniolo, componente di una rappresentativa Veneta a confronto con una rappresentativa Jugosla-va si assicura il 2° posto individuale. Tra gli allievi eccellono Giorgio Dei Rossi, Luciano Lisatti e Luciano Maschietto. La sezione pesistica partecipa a sei gare nazionali vincendone due ed a quattro gare regionali vincendo tre campionati regionali Il 25 aprile 1966 si svolge l’annuale Accademia sociale. Il presidente Luciano Preo ottiene ancora una volta la partecipazione degli atleti della squadra italiana olimpionica fra i quali i campionissimi Menichelli e Carnoli, Ovviamente il successo è indescrivibile. Nell’anno la sezione femminile partecipa a sette gare nazionali vincendo tre trofei federali, vince inoltre quattro titoli regionali di categoria. Il 19 marzo a Mestre tra le Allieve B primeggia Marina Mazzaro, il 26 marzo a Trieste tra le principianti si impone Sandra Chillemi che si ripete a Roma il 28 ottobre. Finalmente una ginnasta della Spes veste la maglia azzurra della nazionale, Bianca Maria Calabrò partecipa all'incontro Italia-Spagna contribuendo alla vittoria dell’Italia. Il maestro Pagan l’artefice di questo successo è invitato dalla FGI ad assistere ai Mondiali di Dortmund e Colonia. Una grave malattia lo costringe poco dopo ad una lunga degenza senza speranza. È una grave perdita per la Spes che ne ha sempre apprezzato la modestia e la valenza tecnica. Verrà sostituito da una sua allieva Anna Maria Fagarazzi, che è stata ginnasta olimpionica alla Reyer di Venezia e successivamente dalle signore Da Lio e Cannavò. La sezione maschile partecipa a tre gare nazionali e 16 competizioni regionali o interregionali. Nella classifica federale delle società ginnastiche nazionali la Spes sale al 4° posto, sempre prima delle società trivenete. Le bacheche della Spes non riescono a contenere tutte le coppe e i trofei conquistati dalle varie sezioni. Gli atleti della sezione pesistica partecipano ai campionati interregionali conquistando tre titoli di categoria, ai campionati regionali vincendo cinque titoli di categoria. Ai campionati italiani due titoli assoluti di categoria sono appannaggio di Roberto Miele e Dino Turcato. Quest’ultimo partecipa con la nazionale al triangolare Italia-Francia-Bulgaria svoltosi a Parigi. Un altro lutto per la Spes: muore il cav. Giuseppe Carretto, socio e consigliere fin dalla rinascita, prezioso amico, sempre presente e disponibile, già Presidente del Comitato Regionale Veneto della FGI. 1967 Nei primi mesi del 1967 modifiche al vertice della Spes. Il dott. Giacomo Bellinato è il nuo- vo presidente eletto al posto di Luciano Preo che aveva saputo imprimere un più intenso ritmo all’attività del sodalizio, ma che ha dovuto abbandonare l’incarico per impegni di lavoro. La dirigenza della Spes ottiene comunque un grosso risultato. Il Coni aderendo alle giustificate continue sollecitazioni della Spes, segnatamente di Cecchinato e Preo, delibera di costruire una nuova palestra esclusivamente per la ginnastica. Fautore dell’iniziativa è il prof. Gotta presidente del Coni che ben conosce in quali condizioni la Spes sia costretta a lavorare anche nel Palazzetto di Via Olimpia di cui inizialmente sembrava dover essere la destinataria privilegiata. Le speranze sono buone poiché il Comune ha già assegnato il terreno. L’attività sportiva comunque non conosce soste. La sezione femminile gareggia in tutte le palestre d’Italia, un elenco lunghissimo di 17 diverse trasferte con peso notevole sulle finanze della società. Nell’incontro internazionale Italia-Ungheria, Sandra Chillemi è chiamata a far parte della squadra azzurra. Sono campionesse regionali Elda Scatto, Anna Canella, Maria Grazia Vagliano oltre naturalmente Sandra Chillemi. Anche i giovani ginnasti sono assiduamente presenti nei più interessanti campi di gara italiani e anche a Mestre naturalmente perché alla Spes viene affidato sempre più spesso il compito di organizzare delle competizioni. Nella classifica assoluta delle società della Federazione Ginnastica, la Spes passa dal 4° al 2° posto. La FGI assegna alla Spes una Targa d’Argento che viene solennemente consegnata durante una cerimonia alla presenza del Prefetto di Venezia e a sinistra: Il presidente Gardoni premia S. Chillemi e E. Scatto Bianca Maria Calabrò sulla trave a sinistra: B.M. Calabrò con Menichelli festeggiati da dirigenti e atleti della Spes 61 di altre autorità cittadine. La sezione pesistica partecipa a tre incontri nazionali e dieci regionali aggiudicandosi otto campionati regionali e quattro coppe. 1968 L’assemblea dei soci della Spes del 1968 approva un nuovo statuto più aderente alle di- no, Verona, Bari ecc. in dieci gare nazionali e quattro regionali conquistano un campionato italiano, due regionali, quattro coppe e una targa. La tradizionale Accademia è un’apoteosi per lo straordinario numero di presenti che mettono a dura prova la capienza del palazzetto. Particolarmente applauditi e ringraziati per il tanto impegno profuso gli istruttori Ernesto Cecchinato, direttore tecnico, Luigi Paroletti, Umberto Zoppetti, Mario Danieli per i ginnasti, Liliana Da Lio, Maria Cannavò, Anna Maria Fagarazzi, Clara Zamparo, Elda Scatto per le ginnaste, Giorgio Bergamo per i pesisti. 1969 Il Presidente della FGI Gotta inaugura la Palestra di Vicolo della Pineta a destra: Franco Turato 62 mensioni raggiunte dalla società. Anche quest’anno l’attività è notevole sia come partecipazione sia come risultati, la Spes mantiene il secondo posto assoluto nella classifica delle 267 società ginniche della FGI e, come sempre, è la prima del triveneto. Le ragazze conquistano 4 campionati regionali individuali, uno di squadra, 23 coppe, un Trofeo e tantissime medaglie. Bravissima Susanna Tieuli a Prato, prima tra le principianti. Le ginnaste Chillemi, Tieuli, Canella, e le due sorelle Mancuso sono più volte convocate per allenamenti collegiali nazionali, Mazzaro, Da Re a quelli regionali. Sandra Chillemi fa parte della squadra azzurra nell’incontro internazionale Italia-Olanda. I ginnasti conquistano tre coppe e un trofeo. Si fanno notare in particolare Mario Danieli, Antonio Franzoi e Luciano Lisatti che è più volte convocato per allenamenti collegiali nazionali e Giorgio Dei Rossi a quelli regionali. I pesisti si affermano ripetutamente a Bologna, Cremona, Mila- Nel 1969 gli iscritti alla Spes sono circa 750 tra sostenitori, istruttori, ginnaste, ginnasti, pesisti. E tutti attendevano il grande avvenimento. Viene inaugurata e consegnata alla Spes, con delibera del Consiglio Nazionale del Coni, la nuova bellissima palestra costruita a Carpenedo in località Santa Maria Goretti. È un impianto moderno studiato e attrezzato espressamente per la ginnastica artistica. Vengono premiati i meriti della Spes e della sua capacità di chiamare in palestra tantissimi giovani. Nell’anno sportivo viene confermato il secondo posto nella classifica federale a pochi punti dall’Etruria di Prato. Sandra Chillemi conquista il titolo assoluto alla trave e partecipa ai campionati europei. Sta crescendo un gruppo di atlete validissime che trarranno beneficio dalle nuove strutture La nuova palestra di vicolo della pineta a Carpenedo messe a loro disposizione. Alle sorelle Mancuso, Canella, Chillemi si aggiungono Valentina Spongia e Maria Grazia Toso che sono spesso convocate per allenamenti collegiali e che danno il loro contributo alla sezione nella conquista di 5 campionati regionali individuali e due di squadra. Viene acquisito definitivamente il Trofeo Martinuzzi messo in palio dalla Spes per ricordare il proprio indimenticato dirigente. I ginnasti partecipano a 12 gare regionali e 2 nazionali conquistando 9 coppe e una Targa. Una curiosità. La Reyer Venezia organizza per il 19 ottobre 1969 una gara speciale per pulcine. Moltissime le bambine partecipanti, singolare il risultato: 1° Spongia, 2° Nicolè, 3° Toso. Il buon giorno si vede dal mattino. Per i pesisti la stagione è molto interessante con la partecipazione a 6 gare nazionali e 2 regionali. Renzo Meneguzzo si aggiudica il titolo nazionale Pesi Medi alla Coppa Italia svoltasi a La Spezia. Complessivamente la sezione ottiene 3 campionati regionali e 5 Coppe e il quarto posto nella classifica nazionale della Federazione. In quest’anno la sezione femminile partecipa a 14 gare regionali e 9 nazionali vincendo 24 coppe, un trofeo, una medaglia d’oro, un campionato regionale a squadre e 5 campionati regionali individuali. Si segnalano le sorelle Mancuso, Sandra Chillemi, Monica Nicolé, Anna Canella, Isabella Gaggio, Patrizia Diodati, Maria Grazia Toso. La sezione maschile partecipa a 12 gare regionali e 2 nazionali vincendo 3 campionati regionali, per merito di G. Citton, S. Brunello, C. Meneghini, 6 coppe e due trofei. Inoltre la squadra si aggiudica definitivamente il Trofeo Poletto con i ginnasti Boscolo, Sambugaro, Cortese, Trinciarelli, Farinea, Citton, Meneghini, Dal Fabbro, Dei Rossi e Brunello. La sezione pesistica. L’eccezionale attività di questo gruppo di atleti è premiata con 2 targhe della FIAP per aver raggiunto il 3° posto nella classifica nazionale per società. La sezione partecipa a 9 incontri nazionali e 3 regionali conquistando un Campionato italiano Tre giovani promesse 1970 Il 1970 può essere annoverato fra i più brillanti per la Spes che si distingue in campo nazionale ed in quello regionale con ogni sezione e specialità. Nella classifica nazionale della Federazione Ginnastica d’Italia, la Spes raggiunge il primo posto assoluto con un punteggio di 2345 punti complessivi (maschile e femminile). In occasione del Congresso Nazionale di Modena alla Spes vengono assegnate tre bellissime targhe di merito. Ai Giochi della gioventù la inconsueta rappresentanza della Spes si classifica al 7° posto e viene applaudita a lungo nel corso della Accademia annuale. 63 assoluto con Meneguzzo e un campionato di società a Legnano con Omaggio, Boato, Franceschini, Borin e Gasparini. 1971 A Clus il 19 settembre 1971 sta per aver inizio l’incontro internazionale di ginnastica artistica tra le nazionali d’Italia e di Francia, lo speaker legge l’elenco delle 6 componenti della squadra italiana. Ben 4 provengono dalla Spes: Maria Grazia Mancuso, Barbara Mancuso, Monica Nicolé, Maria Grazia Toso. Quattro ragazze d’oro. In quell’anno Barbara Mancuso si aggiudica il Trofeo Primavera, Maria Grazia Toso il titolo italiano juniores. Le nuove leve sono Bombi, Gaggio, Diodati, Primon tra le ragazze e Citton, Farinea, Boscolo, Comis tra i ragazzi. Innumerevoli sono i piazzamenti in campo nazionale e i titoli regionali. Tuttavia nonostante i 2413 punti accumulati la Spes risulta seconda nella classifica nazionale delle società della Federazione Ginnastica. 1972 l’incontro con Nicolè, Toso, Canella, Barbara Mancuso, Spongia, Diodati e Maschietto. Il 24 settembre a Modena incontro internazionale giovanile Italia-Francia. Le ginnaste Nicolè e Toso si classificano al 1° e 3° posto individuale. Anche i ginnasti si fanno valere. Qualche giovanissimo comincia a farsi conoscere: l’allievo di 2° grado Lazzarich, l’allievo di 3° grado Farinea che insieme a Balzarotti, Martignon, Boscolo, Zancanella e Trinciarelli salgono spesso sul podio e conquistano definitivamente la 3° edizione del Trofeo Poletto. Dopo questi e tanti altri successi, la Spes ritorna al primo posto nella classifica nazionale della FGI. Intanto i pesisti Omaggio, Meneguzzo e Franceschini stabiliscono record a ripetizione rispettivamente nelle categorie leggeri, medio massimi e massimi leggeri. In occasione della Coppa “Merlin 1972” monopolizzano il podio, 1° Meneguzzo, 2° Grigolo, 3° Gallinaro, vincendo anche il campionato di serie B. Nella Coppa Italia 1972, primo posto per Meneguzzo nei pesi mediomassimi, 2° per Franceschini nei massimi leggeri e 3° per Bergamo nei massimi. Anche questi risultati sono esaltanti, quasi incredibili se ci si sofferma a valutare in quali condizioni si allenano questi giovani atleti. L’avvenimento più emozionante, che chiude felicemente questa fantastica stagione sono le felicitazioni del Presidente del Coni avv. Onesti il quale il 14 maggio comunica che il Consiglio Nazionale del Coni ha conferito alla bandiera della Spes la Stella d’oro al merito sportivo. Un riconoscimento dei meriti acquisiti dalla Spes in tanti anni di attività. Le ginnaste della Spes hanno cominciato a farsi conoscere in campo internazionale, in particolare M. G. Mancuso fa ormai parte stabilmente della squadra nazionale e partecipa ai confronti con Spagna, Ungheria e Cecoslovacchia, ma il momento tanto atteso arriva in estate con la convocazione per le Olimpiadi di Monaco. Un traguardo che la bella e valorosa ginnasta mestrina ha meritato per la dedizione e l’impegno profuso in tanti anni di palestra. Una gioia immensa per la società che sente di aver raggiunto un traguardo lungamente perseguito e che è il frutto di un movimento collettivo di grande valore e di speranza per l’avvenire. Gioia subito raggelata dai sanguinari avvenimenti che hanno funestato quei Giochi, un dramma ancora non risolto dopo trent’anni. A quel risultato di prestigio se ne aggiungono moltissimi altri, in tutte le categorie dalle pulcine alle seniores. Monica Nicolè si laurea campionessa italiana junior. L’11 maggio è organizzato dalla Spes il campionato nazionale allieve per società. La palestra è stracolma di giovanissime ginnaste provenienti da tutte le regioni d’Italia. La squadra allieve della Spes si aggiudica il campionato. Il 6 giugno 1972 viene organizzato a Lubiana un incontro giovaniMaria Grazia Mancuso le di ginnastica artistica tra Partizan, Lubiana e Spes che vince 64 L’istruttrice Liliana Dalio con le ginnaste Primon, Diodati e Spongia Dalio e Neno Cecchinato con la squadra pulcine 65 Valentina Spongia Gli ultimi trent’anni La Spes si appresta a festeggiare i 70 anni dalla sua fondazione. Lo fa come si addice alla posizione acquisita sui campi di gara. Regalando emozioni a tutta la Mestre sportiva. In un libro commemorativo offerto dal presidente onorario Angelo G. Cecchinato si alternano immagini di Mestre e della Spes dal 1903 al 1973. È un omaggio alla città e ai tanti atleti e personaggi che hanno cadenzato anni di trionfi e di crescita sportiva e sociale. Il Coni, come accennato, sottolinea questo momento celebrativo conferendo alla Spes la Stella d’oro al merito sportivo e al suo direttore tecnico Ernesto 'Neno’ Cecchinato la stella d’argento. mo allena e prepara una quarantina di giovani praticanti di uno sport che, a dispetto di quanto molti credono, non è affatto affidato alla sola forza, ma si confronta in ogni suo movimento con una tecnica molto precisa e in costante evoluzione. Tra questi ragazzi sono emersi Renzo Meneguzzo e Dino Turcato che, come tanti altri, hanno finito per trovare una sistemazione sportiva ed economica nelle Fiamme Oro e con quella maglia hanno ottenuto molti successi e hanno dato importante contributo alla nazionale in competizioni internazionali e soprattutto alle Olimpiadi di Montreal. Ma altri grandi atleti continuano a gareggiare con la maglia della Spes come Franco Omaggio, vincitore del Trofeo Castelli, Franceschini, Gasparini, Grigolo e altri ancora. 1973 1974 Ma il 1973 ha naturalmente risvolti sportivi molti importanti. La Spes è chiamata ad or- Il 25 maggio 1974 muore Giacomo Bellinato. Il Ginnasta, organo ufficiale della FGI, dà notizia della morte del Presidente della prima società ginnastica d’Italia sottolineando che sotto la sua guida competente e appassionata la Spes aveva conseguito un prodigioso incremento della propria attività. Giacomo Bellinato non ha mai riferito alla sua persona i meriti di tanti successi, ma ha sempre saputo mantenere quella misura di gentiluomo che gli era congeniale, e ha accolto allori ed onori solo quale rappresentante di un gruppo di amici. Il nuovo presidente Vittorio Gardoni si è trovato ad affrontare i seri problemi connessi con la gestione della palestra di vicolo della ganizzare i campionati assoluti di ginnastica artistica femminile. Impegno particolarmente difficile per le ridotte dimensioni della palestra di vicolo della pineta, ma esaltante per i risultati: Monica Nicolè, la bellissima rossa della Spes già vincitrice del prestigioso Trofeo Primavera, conquista il titolo assoluto al volteggio. Monica è la prima di un gruppo di giovani atlete che promettono molto: Maria Grazia Toso azzurra a Gorinchen (Olanda Italia), Elisabetta Masi, Annabella Diodati prima delle principianti a Perugia, Valentina Spongia prima delle esordienti a Gorizia e maglia azzurra a Novara (Italia Spagna), Cuchi Pozzi prima al Trofeo Atesina. Anche la sezione pesi è affollata di ragazzi. Dietro il Palazzetto dello Sport di via Olimpia, a pochi metri dal canale maleodorante, una costruzione di mattoni lunga e stretta, 100 metri quadri, raccoglie tutte le strutture della sala pesi, le pedane, i bilancieri, gli spogliatoi e i servizi. L'entusiasmo di Pasquale Berga- A. G. Cecchinato presenta il Libro sui 70 anni della Spes G. Bellinato e V. Gardoni alle premiazioni La squadra giovanile campione 1974 68 pineta: la cessazione di ogni contributo da parte del Coni, con ovvie conseguenze finanziarie, e la presenza della Vis di Favaro. La Vis sorta per effetto del grande sviluppo della ginnastica, non aveva una sua palestra e chiese una temporanea sistemazione nella palestra di vicolo della pineta. Una precarietà che, come avviene di solito in questo paese, si trasformò in una continuità e contiguità sempre più aggressiva. Un altro problema, non solo riguardante la Spes e la ginnastica, ma relativo a quasi tutto lo sport dilettantistico nazionale. L’accettazione quasi plebiscitaria del centralismo sportivo. La metodica applicazione di questo assioma faceva sì che appena un ragazzo o una ragazza dimostravano di avere qualità superiori alla media venivano candidati ad un posto nei centri federali. Non si può costruire un campione al di fuori dei centri federali, pochissime le eccezioni. Le famiglie vanno in crisi. Le società vedono crescere la loro dipendenza dal Centro. Da allora sono tributari del Centro non solo per qualche contributo finanziario sempre meno consistente, per qualche attrezzo, ma anche per i risultati sportivi nella fortunata ipotesi che i Centri o altri organismi, soprattutto militari o paramilitari non acquisiscano direttamente gli atleti sotto le proprie insegne. Nonostante tutti questi problemi, la Spes continua a mietere successi, la sezione di ginnastica femminile con la bravissima e sfortunata Maria Grazia Toso, per solo 20 centesimi di punto, manca il titolo nazionale assoluto, ma porta alla Spes tre medaglie d’argento e una di bronzo. Altro argento viene da Valentina Spongia al volteggio. Soddisfazioni piene vengono da Caterina Pasio che si laurea campionessa nazionale allieve al pari della squadra allieve della Spes di cui fanno parte oltre alla Pasio, le allieve Pozzi, Boscolo e Chiaruzzi. Maria Grazia Toso è ormai una pedina importante per la nazionale azzurra, oltre alle Gymnasiadi e agli incontri preparatori con Romania e Olanda, partecipa con grande merito ai Campionati Mondiali di Varna. Anche Elisabetta Masi è chiamata a far parte della squadra nazionale giovanile nell’incontro con l’Ungheria e si classifica al secondo posto individuale con un magnifico esercizio alla trave. Se le ragazze erano ormai abituate ai risultati di eccellenza, per i maschietti si trattò del primo titolo nazionale, un avvenimento che eccitò gli animi di tutta la Spes. La squadra allievi che ottenne a Bologna il suo primo titolo di campione nazionale giovanile di ginnastica artistica era guidata e allenata da Nini Danieli e composta da Balzarotti, Boscolo, Corrà, Citton, Farinea, Lazzarich, Martignon, Moscati, Valese, Zanoni. Tra questi nomi erano comprese le speranze agonistiche e tecniche della Spes e della ginnastica veneta. In fatto di risultati non è certo inferiore la sezione pesi. Nel mese di giugno si svolge a Vicenza una bella manifestazione intitolata un po’ troppo pomposamente “piccola olimpiade” e i ragazzi della Spes si piazzano al primo posto in ben 9 categorie, sono Rosin, Omaggio, Boato, Grigolo, Corain, S.Armani, Bullo, M.Armani, Pitteri. Fabio Franceschini non vuole essere da meno dei compagni e si aggiudica la finale al Torneo di Propaganda di San Marino nel novembre 1974. la protagonista dell’anno, Maria Grazia Toso, sanno reagire e continuano a farsi valere. Valentina Spongia dopo aver vinto con sicurezza il Trofeo Federale a Novara viene inserita nella squadra nazionale per i Giochi del Mediterraneo. Torna con tre medaglie di diverso metallo, Oro a squadra, Bronzo individuale, Argento al volteggio. Ai campionati assoluti di fine anno esplode la giovanissima Elisabetta Masi. Il risultato per la Spes è esaltante. Seconda assoluta la Masi, quarta la Spongia. L’Elisabetta si laurea campionessa alla trave e ottiene due altre medaglie al corpo libero e alle parallele. Per Valentina altra medaglia d’argento al volteggio. Valentina e Elisabetta non si concedono riposi e sono chiamate a difendere i colori nazionali a Georghiu Dei contro la fortissima Romania. Tra i pesi Franco Omaggio si supera, in un solo anno è passato da 220 a 255 Kg. Una dimostrazione di classe e di impegno tecnico. La sua passione trascina tutta la squadra ad ottenere un onorevolissimo quarto posto nel campionato nazionale di serie A. Doppia soddisfazione per la Spes che è stata anche l’organizzatrice della manifestazione. Tra i giovani si fa notare Franco Gabrieli che dimostra anche lui d’essere dotato di grande classe. L’esperienza dell’istruttore Bergamo viene assorbita dagli atleti più anziani che mettono a disposizione della sezione la loro volontà di rimanere nell’ambiente anche quando smettono l’attività agonistica. M.G. Toso alla trave V. Spongia gradisce il premio 1976 Anno di Olimpiade. Le attese in casa Spes sono molte, ma anche i timori: la sorte non sempre è benigna, un infortunio, un calo di G. Farinea alle parallele 1975 L’anno seguente, il 1975, si apre con grandi speranze per i ragazzi allenati da Sergio Fiorin e dai suoi collaboratori. Nonostante l’esplosione delle società ginnastiche, a Venezia operano la Fulgor, i Carmini, i Vigili del Fuoco, la Reyer, a Mestre oltre alla Spes, la Vis, il Q10, l’Eden, l’Olimpia ed altre ancora, i ragazzi della Spes non hanno praticamente concorrenti in regione e possono finalmente competere anche a livello nazionale. Giorgio Farinea il 22 marzo a Milano domina nella Finale Nazionale di Coppa Italia e a fine anno la squadra giovanile di ginnastica artistica della Spes s’impone nella finale nazionale Gran Premio dei giovani con Andrea Corrà, Stefano Martignon, Diego Lazzarich. Le ragazze, nonostante gli infortuni abbiano appiedato la ginnasta che si proponeva come 69 forma, problemi di ogni tipo possono sempre presentarsi e gli scongiuri sono d’obbligo. Finalmente arrivano le convocazioni, le nostre due migliori ginnaste andranno a Montreal. Lì incontrano Nadia Comaneci che darà il suo D. Pistacchi alle parallele assimmetriche C. Miglioranza (prima in piedi a sinistra) C. Pasio (terza seduta) e D.Pistacchi (ultima a destra seduta) nel team azzurro 70 nome a quella Olimpiade e che diventerà un personaggio, come merita, per il bene della ginnastica. Purtroppo a Montreal gareggia soltanto Valentina Spongia. A Elisabetta Masi è lasciato il ruolo di riserva. I tecnici dubi- tavano della sua completa ripresa dopo un leggero infortunio. Peccato, sarebbe stata la più giovane in gara. Valentina è in piena forma ed è artefice di una gara dignitosa superando la media del nove che le consente di ottenere il distintivo di ginnasta di classe mondiale. Fortunatamente Elisabetta torna da Montreal ancora caricatissima e pronta a dimostrare tutto il suo valore. Esploderà l’11 dicembre a Trieste in una giornata tra le più radiose per la Spes. Campionati assoluti e juniores di ginnastica artistica femminile. Elisabetta Masi graziosissima e armoniosa è la dominatrice: Campionessa assoluta, campionessa alla trave, campionessa alle parallele, seconda al corpo libero. Tre medaglie d'oro, una d'argento. Ma non è finita. La nuova speranza della Spes Caterina Pasio vince alla grande il titolo di campionessa Junior. Per le istruttrici Cannavò e Da Lio, per i dirigenti, per gli accompagnatori della Spes un’emozione senza precedenti, indescrivibile. Qualche giorno prima a Viareggio, una città che ha spesso visto gareggiare con ottimi risultati le nostre più piccole ginnaste in interminabili competizioni fra centinaia di squadre, viene organizzato il campionato nazionale allievi. Si impone Diego Lazzarich: si laurea campione nazionale allievi; è l’inizio di una carriera sportiva esaltante. Lazzarich sente precocemente la responsabilità della maglia azzurra, con Giorgio Farinea partecipa alle Gymnasiadi di Orléans e a un incontro giovanile Italia-Jugoslavia. Nei pesi oltre alla solita scorpacciata di titoli regionali, va segnalato che spesso la mancanza di strutture decorose non impedisce l’ottenimento di ottimi risultati. In quei cento metri quadri si sono potuti allevare campioni come Omaggio, Franceschini, Gabrieli, i fratelli Armani e tanti altri. Il giovane Gabrieli si impone a Ferrara nella Coppa Italia Allievi e si ripete a Pordenone nel Gran Premio Primavera. La sera del 12 novembre 1976 pranzo di gala nel ristorante buono di Mestre, oltre ai tanti successi sportivi, si festeggia il presidente Gardoni che ha ottenuto le insegne di Cavaliere della Repubblica e il tesoriere Bruno De Lena che è stato insignito della Stella di Bronzo al merito sportivo. Le gioie non vengono mai senza i dolori. Muore Angelo Giuseppe Cecchinato, certamente il più grande presidente della Spes, l’uomo della ricostruzione e del rilancio delle strutture sportive mestrine. 1977 L’assemblea della FGI tenutasi a Roma il 19 marzo 1977 ebbe il previsto svolgimento innovativo facilitato dalla rinuncia del prof. Gotta. Senza problemi il “Gruppo Venezia”, così chiamato per una conviviale riunione “cospirativa” avvenuta l’anno prima a Venezia, portò alla Presidenza federale il prof. Bruno Grandi giovane direttore tecnico, uomo capace, colto e giustamente ambizioso. Vittorio Gardoni ottenne il suo personale successo ed entrò nel Consiglio Federale. La permanenza di Gardoni in Consiglio è stata breve e amareggiata da un episodio sgradevole. Il direttore tecnico della federazione nel selezionare le ginnaste per i campionati europei ritenne di trascurare la campionessa assoluta in carica Elisabetta Masi. La ginnasta della Spes era in buona forma e aveva vinto l’ultima gara nazionale (il Trofeo Primavera) precedente i campionati europei. La mancata convocazione, il mancato rispetto per la ginnasta e per i suoi istruttori, indusse la Masi a lasciare la ginnastica. Per fortuna la vitalità e, perché no, la accettazione dell’inevitabile, della Spes è sempre stata notevole. Ci si preparava, sia pure col magone, a dare altre ginnaste alla nazionale. È un po’ la condizione ricorrente per le società sportive senza troppi mezzi, fornire atleti ad altre istituzioni che ne faranno campioni o ex atleti. Anche il settore della ginnastica artistica maschile stava crescendo, Giorgio Farinea e Diego Lazzarich facevano le loro prime importanti esperienze internazionali con la squadra nazionale under 18, e nel Gran Premio dei giovani a San Giovanni Persiceto l’allievo Andrea Corrà otteneva la sua prima vittoria nazionale individuale dimostrando una classe innata e una preparazione accurata. Fra i pesi Franco Omaggio continua la sua ascesa. Con la sua miglior misura di kg. 255, nelle due alzate, ottiene un lusinghiero quarto posto nel campionato assoluto, categoria pesi leggeri. In quest’anno la Spes si arricchisce di un’altra sezione, la ginnastica ritmico sportiva. Uno sport prettamente femminile in cui la grazia e la coreografia sono essenziali quanto la tecnica. L’istruttrice è Patrizia Spadon che quelle doti possiede in notevole misura. Sarà un’esperienza breve soprattutto per mancanElisabetta Masi 71 a destra: N. Gallo e F. Di Bella Massimo, Silvio e Maurizio Armani 72 za di idonei spazi. La salute di Vittorio Gardoni si fa sempre più precaria, viene ricoverato in ospedale a più riprese. L’ultima riunione del direttivo cui partecipa è quella dell’11 novembre 1977, una riunione che come tante altre verte sui problemi della palestra, della convenzione col Coni, che non si sblocca, della convivenza con la Vis, della cassa quasi sempre vuota. La morte l’ha colto il 1° febbraio 1978 impedendogli di continuare a dare alla Spes il tantissimo affetto che nutriva. Il 10 febbraio viene eletto presidente Adriano Moscati che il mese successivo viene eletto al posto di Gardoni anche nel Consiglio Nazionale della FGI. Nello stesso periodo Neno Cecchinato e Bruno Gallo sono eletti nei consigli regionale rispettivamente della FGI e della FILPJ. Adriano Moscati era stato anche eletto presidente regionale della FGI Veneto/Trentino Alto Adige, ma dopo un anno di buoni risultati aveva dovuto optare per il Consiglio Nazionale per sopravvenuta incompatibilità tra le due cariche. Ebbe tuttavia il tempo di organizzare col solo aiuto di Enrico Palmieri una eccezionale esibizione di ginnastica artistica maschile all’Arsenale di Venezia; Lazzarich e Amboni si confrontarono con il futuro campione del mondo Korolev e con i prestigiosi Acopian e Makutz. Si era attuata la determinazione della Spes di essere protagonista delle politiche sportive, “non per spirito di parrocchia, ma per dovere di rango “ come si espresse Angelo Milli indimenticato Segretario Generale della FGI. 1978 Il 1978 segnò l’inizio di una nuova stagione per la Spes: l’organizzazione di manifestazioni sportive al di fuori delle proprie sedi. Si imparò in poche settimane come vanno affrontate le insidie e i problemi di una organizzazione complessa: concessioni comunali, Siae, biglietterie, logistica, campo di gara, sala stampa, microfoni, cena di gala, ecc. ecc. L’incontro internazionale di ginnastica artistica maschile tra le nazionali giovanili di Italia e Spagna ebbe un buon successo, organizzazione considerata impeccabile, prestazioni tecniche eccellenti. I due atleti della Spes inclusi nella squadra italiana si classificarono 1° Diego Lazzarich, 4° Giorgio Farinea. L’esperienza di quella prima manifestazione internazionale è ancora oggi un patrimonio delle strutture e degli uomini e donne della Spes. Il settore femminile avverte la crisi, oltre alla Masi lasciano l’attività agonistica ginnaste di sicuro valore come la Toso e la Chiaruzzi, si fanno valere altre atlete. Ai campionati assoluti organizzati a Cagliari dal 4 dicembre 1978, la Spes si presenta con 5 atleti, due maschi Lazzarich e Farinea e tre ragazze Pasio, Miglioranza e Pistacchi. Una trasferta costosissima, ma esaltante: il giovane Diego Laz- zarich terzo assoluto al concorso completo, ottiene tre titoli di specialità al volteggio, al corpo libero e alle parallele. Un vero trionfo. Giorgio Farinea settimo assoluto, si qualifica per le finali alle parallele, alla sbarra e agli anelli. Tra le ragazze ottimi piazzamenti e argento della Pistacchi al volteggio. Pasio e Miglioranza sono incluse nella squadra nazionale in diversi incontri e ai campionati mondiali di Strasburgo. Andrea Corrà si ripete a Firenze, sale sul gradino più alto del podio nella Finale della Coppa Italia Allievi La sezione ginnastica della Spes è ancora al primo posto in Italia. Continuano le discussioni sul progetto di revisione della palestra di pesistica. La mancanza di medaglie olimpiche si fa sentire, Federazioni e Coni non sono state troppo generose con la scherma, figurarsi se lo possono essere con i pesi. Eppure la sezione potrebbe accogliere tantissimi giovani pronti a emulare le gesta di Franco Gabrieli che si laurea campione junior nella vicina Pordenone, città che come Vicenza e Verona dispone di strutture per i pesi molto più accoglienti e attrezzate. E proprio a Verona la solita scorpacciata di titoli regionali per i fratelli Armani, Omaggio, Boato, Franceschini, Corain e Gabrieli. La stagione si chiude brillantemente anche per i pesi ai campionati assoluti di Palermo con il bronzo ottenuto da Franco Omaggio. 1979 Nonostante tutti i successi ottenuti, il rinnovamento del settore tecnico stava diventando una necessità. Pur se esiste certamente una correlazione tra allori del passato e successi del presente, è altrettanto vero che esistono i cicli e che le alternanze sono fenomeni inevitabili se si vuole proseguire. Talvolta è difficile scegliere i tempi, ma è sempre doloroso cambiare. Nel 1979 il rinnovamento del settore tecnico della ginnastica era in corso e non poteva essere fermato pur riservando tutta la dovuta riconoscenza a quanti come le signore Liliana Da Lio e Maria Cannavò e i maestri Paroletti e Danieli ed altri ancora avevano operato con grande entusiasmo e abnegazione per la Spes. L’ingresso di ex ginnasti appena ventenni come Giorgio Citton e Giorgio Farinea nei quadri tecnici rispettivamente della ginnastica femminile e di quella maschile fu un atto di coraggio che però ottenne abbastanza presto dei riscontri positivi. Il programma di ammodernamento delle strutture tecniche e organizzative comportò altre novità: si adottò un regolamento sanitario con l’accertamento medico della idoneità di tutti i praticanti, Leonilde Iannuzzi Andrea Corrà 73 Nadia Comaneci si organizzò la presenza in palestra di un fisioterapista per interventi sistematici a favore degli atleti, si stipulò una copertura assicurativa infortunistica integrativa di quella del Coni e per la tutela della responsabilità civile della società e dei dirigenti. Recuperando gli spazi inutilizzati venne realizzata una organica fossa paracadute con il parziale contributo della federazione. In poco tempo, ma con il grande impegno di tutti, la palestra di vicolo della pineta divenne il più moderno impianto ginnico della regione. Poco tuttavia si è potuto fare sul problema del riscaldamento poiché le strutture risentivano pesantemente dei criteri costruttivi anteriori alla guerra del Kippur e i consumi di combustibile sono ancora eccessivi e costosi. Problemi tutti diversi per i pesisti. In attesa della nuova sede di via Olimpia, dopo faticose ricerche, promesse e delusioni, si dovettero sistemare in una scuola di Marghera. Soluzione non certo ideale, ma che almeno avrebbe consentito di non interrompere l’attività. Sul campo gli atleti della Spes continuano a farsi onore. Daniela Pistacchi, che nonostante la sua aria sbarazzina sta inseguendo una affermazione di prestigio, ha la sua grande occasione al Trofeo Federale e sale sorridente sul più alto gradino del podio soffiando la vittoria proprio alla sua collega Caterina Pasio. A Genova per i Campionati assoluti di ginnastica artistica ci sono le due Caterine e la Daniela e si classificano al 4°, 6° e 9° posto. Inol- 74 tre la Pasio è argento alla trave e la Miglioranza bronzo al corpo libero. E a Genova c’è anche Diego Lazzarich che incredibilmente bissa il successo dell’anno prima: 3° nel concorso completo, oro alle parallele, al volteggio e al corpo libero. Gli incontri internazionali che vedono la partecipazione di Lazzarich e Miglioranza sono tantissimi: Triangolari, trofei, ma soprattutto i Giochi del Mediterraneo (Miglioranza oro a squadre, Lazzarich oro al volteggio), campionati europei e campionati mondiali. I mondiali di Fort Worth in Texas noti per l’abbandono delle nostre squadre nazionali per protesta contro la fin troppo evidente partigianeria delle giurie. I pesisti Armani, Boato e Omaggio si riconfermano campioni veneti e si ripetono in quelli triveneti. Omaggio ottiene ancora una stupenda medaglia d’argento agli assoluti nazionali seniores. 1980 Il 1980 doveva essere l’anno delle Olimpiadi. È stato l’anno delle Olimpiadi di Mosca. Avvenimenti sia sportivi che politici hanno impedito alla Spes una partecipazione eccezionale: due ginnasti e un pesista. Come già accennato la FGI ritirando le sue squadre dai Campionati mondiali dell’anno precedente ne aveva precluso la presenza a Mosca. Restarono a casa Diego Lazzarich, al massimo della forma e con prospettiva di medaglia in più di un attrezzo, e Caterina Miglioranza che doveva dar seguito ad una tradizione iniziata a Monaco e proseguita a Montreal. Anche la sezione pesi aveva sperato di poter finalmente inserire nel proprio palmarès una partecipazione olimpica diretta e aveva trovato in Franco Gabrieli il giovane estroso campione che poteva darle quella soddisfazione. Franco era militare di leva e il governo non consentì la partecipazione dei militari all’olimpiade moscovita per i motivi che tutti conoscono. C’è ancora di che riflettere: boicottaggio degli Stati Uniti nei confronti dell’Unione Sovietica per l’invasione dell’Afganistan del dicembre 1979. Franco Gabrieli rimase molto amareggiato per quell’esclusione. Stentò a riprendere l’attività di palestra e quando si decise a rinnovare un legame con il suo istruttore Pasquale Bergamo, il destino troncò incredibilmente la sua giovane vita. Lazzarich invece ottenne la sua platonica soddisfazione a Lecce nei Campionati Internazionali d’Italia. Tre ori, due argenti e un bronzo contro atleti del calibro del russo Protassov e del rumeno Bucuroiou. E ai campionati italiani altri due titoli assoluti e due medaglie d’argento. A diciannove anni poteva già essere considerato uno dei maggiori ginnasti italiani. Le olimpiadi di Mosca avevano comunque consacrato il genio di Nadia Comaneci. E a Mestre il 1980 è ricordato dagli appassionati della ginnastica artistica come l’anno di Nadia Comaneci. Essere riusciti a farla venire a Mestre nonostante le immaginabili difficoltà di ogni tipo è uno dei grandi meriti della Spes. L’accademia del 15 ottobre 1980 imperniata sulla esibizione di Nadia Comaneci e delle altre stupende ginnaste rumene e con la partecipazione dei migliori ginnasti italiani come Diego Lazzarich e Laura Bortolaso , ovviamente di tutti i ginnasti della Spes, ebbe un successo strepitoso. Un successo che superò ogni aspettativa. Il Palasport Taliercio si rivelò insufficiente a contenere tutto il pubblico degli appassionati. Fra atleti e spettatori si assieparono non meno di cinquemila persone. Ma il 1980 ha riservato altri avvenimenti importanti e ormai coppe e trofei non riescono a trovare posto agevolmente nelle vetrine. Si fa notare Franco Omaggio che risale sul podio agli assoluti di Pordenone e la sezione ritmica che illude su un futuro roseo con un successo di stima ai campionati regionali. 1981 Archiviata la delusione per la mancata partecipazione alle Olimpiadi, l’ambiente della Spes si rallegra per la nascita di un nuovo astro, l’allieva Leonilde Iannuzzi, classificatasi seconda al Trofeo Italia a Parma. Nella stessa competizione Antonella Tomasutti si piazza al quarto posto tra le juniores e Caterina Miglioranza sesta tra le seniores, La piccola graziosa Leo attira l’attenzione dei tecnici federali che la chiamano a vestire la maglia azzurra in un incontro giovanile con la Romania. Così il 1981 si apre con prospettive ancora favorevoli. A Novara Diego Lazzarich conquista la solita doppietta di titoli nazionali di specialità, sbarra e corpo libero, e si classifica secondo agli anelli e alle parallele, ma per un errore alle parallele manca quello del concorso completo. Ai Campionati mondiali di Mosca, Diego è il primo degli italiani e accede alle finali individuali. Con la nazionale italiana Diego partecipa ad altri cinque tornei e alla tournée in Cina. I pesisti, nonostante le difficoltà ambientali in cui erano ancora costretti ad allenarsi, confermano il loro primato in campo regionale con Omaggio, Boato, Armani, Ravagnin e Franceschini. Chi invece centra il risultato pieno è la squadra allievi di ginnastica artistica maschile allenata magistralmente da Enrico Minto che a Novi Ligure conquista il titolo nazionale. I magnifici ragazzi possono ricucire sulla maglia della Spes lo scudetto tricolore, sono Ballarin, S. Corrà, Centazzo, Fortis e Bon. R. Benvenuti riceve un premio dal Presidente Grandi 1982 Il calendario federale della FGI per il 1982 affidava alla Spes l’organizzazione di due importantissimi avvenimenti, i campionati nazionali assoluti e un incontro Italia – Cina. 75 Per la Spes il primo di questi avvenimenti, organizzato al Taliercio nei giorni 14-16 maggio, andò benissimo sia come organizzazione sia come risultati sportivi. Le premesse sportive erano state ottime. Andrea Corrà aveva vinto il campionato nazionale juniores e Antonella Tomasutti aveva ottenuto un ottimo piazzamento a Pistoia. I rispettivi istruttori Fiorin e Citton ne chiesero pertanto l’iscrizione agli assoluti. La Spes si presentò quindi con Lazzarich e Corrà in campo maschile e con la Tommasutti in campo femminile. Dopo gli obbligatori del 14 Diego Lazzarich era soltanto quarto con una caviglia dolorante e anche Corrà si lamentava per un polso indolenzito. Un paio d’ore con Franco, il bravo massaggiatore della Spes, e i ragazzi si presentarono il giorno dopo, per i liberi con un’altra marcia. Quando mancava un solo attrezzo alla conclusione della gara Lazzarich si trovava in testa con un vantaggio che sembrava incolmabile. Succede l’imprevisto, un errore, una lunga discussione sul punteggio, una decisione salomonica. La vittoria viene assegnata ex-aequo a Lazzarich e a Vittorio Allievi. L’autentica sorpresa è stato il quarto posto assoluto di un meraviglioso Andrea Corrà. Encomiabile anche la prestazione della giovane Antonella, ottava. La domenica Diego è ancora il migliore, si aggiudica tre titoli di specialità. Dimostrandosi il miglior ginnasta italiano del momento. Archiviati gli assoluti con brindisi e complimenti subito al lavoro per organizzare l’incontro internazionale con la Cina. Per i cinesi si era trovata una sistemazione in un albergo del Lido. Durante la traversata della laguna, gli occhi di tutta la comitiva erano pieni delle meraviglie che li circondavano quando la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori sfiorò per due volte il motoscafo. Forse sembrò loro un eccesso di accoglienza. Fu quella una bellissima giornata coronata da una altrettanto bella competizione sportiva e dal consueto pranzo di gala col solito scambio di discorsi e di doni. Alla ripresa dell’attività autunnale, il direttivo della Spes è chiamato ad eleggere un nuovo presidente. Adriano Moscati per motivi di lavoro è costretto ad assentarsi da Mestre per lunghi periodi e non può affrontare i molteplici problemi che ruotano attorno al club. Viene nominato presidente Sergio Colorio che aveva collaborato attivamente alla organizzazione e alla promozione delle manifestazioni della società. L’anno 1982 si chiude brillantemente il 14 ottobre a Modena dove i giovanissimi ginnasti Ballarin, Bon, Stefano Corrà, Fortis, Scaramuzza e Gianmatteo Centazzo riconquistano il titolo nazionale a squadra allievi. Quest’ultimo è quello che impressiona di più i tecnici e promette grandi cose. Pochi giorni dopo a Verona i pesisti primeggiano nei campionati veneti assoluti. Su tutti Sacchetto, Ballarin, Ravagnin e Armani. 1983 1984 Il 19 febbraio 1983 in occasione della seconda giornata internazionale della ginnastica, il nostro Sergio Fiorin per la prima volta mette piede nei bei saloni del Grand Hotel Excelsior in via Veneto a Roma. Il Presidente del Coni Carraro gli consegna il premio quale miglior istruttore dell’anno. Nella motivazione vengono ricordati il suo passato di grande atleta e le sue qualità di grandissimo allenatore e di uomo, i suoi successi di forgiatore di atleti come Giorgio Farinea, Andrea Corrà e soprattutto Diego Lazzarich. E proprio Diego Lazzarich, qualche mese dopo a Ferrara, si conferma campione assoluto nazionale vincendo il concorso completo, il volteggio e le parallele. Ma il vero trionfo Diego lo assapora nel caldo clima di Casablanca, dove si svolgono i Giochi del Mediterraneo. Vince la medaglia d’oro individuale, primo italiano a raggiungere un simile risultato, e si aggiudica anche l’oro al corpo libero. Nel gennaio del 1984 con una simpatica cerimonia durante la quale si esibiscono gli atleti Subito dopo Casablanca Diego Lazzarich è a Mestre dove la Spes è chiamata a organizzare l’incontro Italia-URSS e il pubblico amico ha la possibilità di entusiasmarsi soprattutto per la sua esibizione al corpo libero valutata dai giudici 9,85. A Casablanca era presente anche Leonilde Iannuzzi che gli istruttori Fiorenza Palmieri e Giorgio Citton hanno preparato al meglio, e anche lei, ormai elemento importante della nazionale femminile, ritorna con due splendide medaglie di bronzo. A Novisad, nella Coppa Vojvodina, battesimo azzurro per Centazzo, squadra junior. Le note non liete riguardano la sezione pesi. I ragazzi non riescono a ripetere le precedenti affermazioni. In verità si allenano in condizioni precarie. Anche se la vecchia palestrina vicina al canale era assolutamente infelice, la sistemazione a Marghera è ancora peggiore e gli atleti non potevano non risentire della situazione. Ma le attese stavano per finire. L. Iannuzzi alla trave del Circolo Scherma e quelli della sezione Pesi della Spes, con il dovuto contorno di discorsi, premi e fotografie, vengono inaugurate le nuove palestre delle due società ai lati del Palazzo dello Sport di Via Olimpia. Più bella la sede della scherma, ancora insufficiente quella dei pesi. Ma per Bruno Gallo, per Pasquale Bergamo, per Omaggio, Franceschini, Gasparini e tutti gli altri ragazzi che l’avevano desiderata da troppi anni è un nuovo stimolo ed un impegno a fare sempre meglio. I benefici si fanno sentire subito, anche se ci vorrà ancora del tempo per completare tutta l’attrezzatura necessaria. Per festeggiare l’avvenimento vengono organizzati a Mestre nella sala grande del Palazzetto dello sport di via Olimpia i Campionati a sinistra: S. Fiorin è premiato dal Presidente del Coni D. Lazzarich al cavallo con maniglie L. Iannuzzi è premiata dal Presidente Grandi a destra: Costantino Stefani 78 assoluti veneti di sollevamento pesi. Ben diciassette pesisti della Spes si alternano in pedana nelle diverse categorie e sei di loro (Vannuzzo, Marin, M.Armani, Bertotto, Ballarin, Ravagnin) ottengono il primo posto in classifica e altri cinque salgono sul podio. Per la ginnastica si ripete a Roma una bella giornata di premiazioni. Questa volta nel salone delle Feste a ricevere il riconoscimento di miglior atleta dell’anno c’è Diego Lazzarich il prestigioso ginnasta della Spes. Tra i premiati figura anche Leonilde Iannuzzi con un diploma di merito, ma il vero valore di questa ragazza sarà scoperto pochi mesi dopo. Nei campionati assoluti di maggio a Udine, Leonilde Iannuzzi, Leo per gli amici, riesce a infrangere il dominio di Laura Bortolaso la super campionessa di quegli anni, conquista due titoli di specialità, e il suo secondo posto nel concorso completo fa sorgere qualche dubbio sul risultato finale. Come è a tutti noto le giurie sono spesso restìe a penalizzare gli errori degli atleti più noti. A Udine ovviamente Diego Lazzarich non si fa scappare i suoi consueti due titoli di specialità e Andrea Corrà ottiene una medaglia di bronzo alla sbarra. Il 1984 è l’anno delle Olimpiadi. La Federazione, non avendo acquisito il titolo a presentare le squadre al completo, decide di mandare a Los Angeles tre ginnasti, tra i quali Diego Lazzarich, ed una sola ginnasta Laura Bortolaso. Per Leonilde è stata una grande delusione solo in minima parte mitigata dal fatto che la FGI l’ha mandata a Los Angeles in viaggio premio, ma il miglior premio sarebbe stato farla gareggiare. La Spes ha un’altra occasione per confermare le sue capacità organizzative. La FGI le chiede di gestire l’incontro tra le squadre giovanili di ginnastica artistica d’Italia e di Gran Bretagna. Non c’era un particolare interesse per la Spes che non aveva suoi ragazzi in gara, ma si ritenne ugualmente di aderire all’in- vito della federazione. Le procedure e gli uomini erano ormai collaudati per questo tipo di manifestazioni e l’avvenimento ebbe il successo atteso. 1985 Nel gennaio del 1985 si spegne il presidente onorario della Spes Francesco Bobbo, una delle memorie storiche della società. E qualche mese dopo muore, dopo breve ma inesorabile malattia, Rino Benvenuti che rappresentava lo spirito polisportivo della Spes. Consigliere e segretario della Spes, ha guidato per anni il settore pesi come presidente regionale e commissario, ed è stato presidente regionale anche della ginnastica. Univa competenza e disponibilità. Il 1985 è un anno poco fortunato. Andrea Corrà sempre alle prese con le sue articolazioni decide di lasciare. Anche Leonilde Iannuzzi è appiedata da infortuni e salta quasi tutte le competizioni importanti. I due atleti che “gestivano” la palestra dei pesi hanno trovato un lavoro impegnativo e non possono più dare la loro disponibilità per la gestione. Anche il custode della Palestra di vicolo della pineta, il mitico onnipresente Domenico, va in quiescenza e i problemi finanziari aumentano. Le note liete vengono dal giovane ginnasta Gianmatteo Centazzo (Matteo per gli amici) che, oltre a qualche buon risultato e più volte chiamato a far parte della squadra nazionale giovanile, promette di diventare un vero campione e gli viene assegnato dal Panathlon il Premio Città di Mestre per lo Sport. Va dato atto al Panathlon di Mestre di aver sempre seguito con grande affetto la Spes, i suoi atleti, i suoi istruttori e i suoi dirigenti conferendo loro riconoscimenti di stima che li hanno aiutati e spinti verso traguardi sempre più prestigiosi. Intanto Diego Lazzarich, pur non attraversando un buon periodo di forma per vari pic- coli infortuni, conquista un altro titolo nazionale di specialità e viene selezionato per i mondiali di Montreal. All’inizio dell’anno sportivo 1985/1986 la federazione di ginnastica pensa di dare nuovo stimolo all’attività agonistica e vara un campionato di società articolato in serie. La Spes viene inserita nella serie A. L’esperimento per il primo anno è limitato alla sezione maschile e si spera di poter assistere a competizioni interessanti poiché i campioni affermati si batteranno assieme ai loro compagni più giovani. La squadra della Spes con Lazzarich, Centazzo, Stefano Corrà e Ballarin si classifica al secondo posto con grande soddisfazione di tutta la società. Le iniziative che non sono troppo gradite dagli istruttori che le considerano perdite di tempo, sono quelle promozionali il cui ritorno è incerto e comunque futuro. La Spes ha sempre cercato di vivificare la propria immagine e conseguentemente ha spesso scelto di partecipare a iniziative dimostrative. Anche nel 1986 la Spes ha organizzato piccole accademie fuori sede, a Dolo, Asseggiano, Zero Branco e Mogliano con molto successo di pubblico. L’apertura della sezione di Quarto d’Altino, affidata a Paolo Andreatta, è uno degli effetti di queste accademie. Anche le iniziative di altri sono state seguite con attenzione. In particolare una nuova idea è nata dalla premiazione di Marco Zancanaro col Premio Città di Mestre per lo Sport. Marco aveva fatto ginnastica per molti anni, poi si era indirizzato alla canoa ottenendo importanti risultati. Si è pensato a quei ragazzi che non riuscivano a progredire nella ginnastica e che a 13 o 14 anni potevano trovare solo nei pesi la soluzione per rimanere nella Spes. Adel Zancanaro, padre di Marco, si fa promotore dell’iniziativa di creare una sezione di canoa-kayak, accentuando il carattere polisportivo della Spes. I problemi che Zancanaro deve affrontare sono ovviamente tanti, soprattutto la freddezza con cui la sezione viene accolta a Punta San Giuliano, ma l’entusiasmo supera ogni ostacolo e si inizia a lavorare con pochi ragazzi e grande impegno. Anche la sezione pesi tenta la carta della novità. Sono ammesse in palestra le ragazze nonostante la mancanza di adeguate strutture. L’ambiente ne è in parte elettrizzato in parte contrariato. Il risultato agonistico è subito sorprendente. Al Criterium nazionale di Foggia, Marilena Minto e Valeria Salviato tra la incredulità generale ottengono il primo e il secondo posto. Tra i maschi si mettono in luce Davide Padovan, specialmente nella Finale di Coppa Italia a Caltanisetta, Fabio Meggiato, Paolo Ballarin, Michele Vannuzzo. La sezione ginnastica continua a dare emozioni. Leonilde Iannuzzi partecipa a due incontri internazionali e ai campionati assoluti conquista una medaglia d’argento e una di bronzo. Diego Lazzarich conquista l’ennesimo titolo nazionale, questa volta al corpo libero, e Matteo Centazzo conferma tutto il suo valore nelle gare del Campionato di società, ad Anversa nella Cuperus Cup, a Nizza nelle Gymnasiadi, nel Torneo Città di Tunisi. 1986 Un giorno del novembre 1986 i ginnasti azzurri si stanno allenando; è una seduta, non più impegnativa delle solite, in vista di un incontro internazionale amichevole. Federico Chiarugi un giovane e bel ragazzo toscano, una promessa della ginnastica italiana, cade dall’attrezzo. Una caduta dalle conseguenze tragiche. Nonostante tutte le cure mediche Federico guarderà il suo futuro dalle ruote della sua carrozzella. Nel mondo dello sport c’è subito uno slancio fraterno di solidarietà verso questo ragazzo e la sua famiglia che lotta per rendere il meno dura possibile l’esistenza di un giovane che sognava ben altri traguardi. La Spes per dare un concreto contributo a questa solidarietà organizza con la collaborazione di Giuliano Berti della FISI e del Comune di Venezia, ma soprattutto degli artisti mestrini una bella mostra di quadri il cui ricavato è destinato al- Marco Zancanaro 79 la famiglia di Federico. 1987 Questa iniziativa – scrisse Bruno Grandi – come tutte le altre che si sono sviluppate in altre città ha rivelato un aspetto ignoto del nostro mondo e dei suoi valori. Un sentimento di speranza proiettato alla conquista del più grande risultato della nostra vita, quello della dignità umana. Anche se il miglior premio sta nella convinzione di aver fatto soltanto un gesto di doverosa umana solidarietà, quella iniziativa è valsa al presidente della Spes Sergio Colorio il riconoscimento di miglior dirigente dell’anno 1987. La vita di ogni giorno continua. Matteo Centazzo è appena arrivato a Lecco per la semifinale di serie A. È il 14 marzo, da poche ore è sceso dall’aereo che l’ha riportato in patria dagli Stati Uniti con Sergio Fiorin, dove ha indossato per l’undicesima volta la maglia azzurra. Non ha il tempo per superare lo shock del cambiamento di fuso orario perché deve subito cimentarsi con gli altri compagni di squadra. Affronta gli attrezzi con la consueta determinazione e batte tutti gli avversari. Fiorin sorride. Sempre in marzo il ritorno in pedana di Leonilde Iannuzzi a Rimini: qualche indecisione dovuta alla mancanza di abitudine, ma Leo è sempre in grado di riproporsi all’attenzione dei tecnici. Di buon auspicio il meritato successo di Lorenza Dal Corso a Busto Arsizio in una avvincente prova del campionato di serie A. La consueta manifestazione di prestigio è organizzata dalla Spes al Palasport Taliercio ed è intitolata Coppa Città di Mestre. Partecipazione internazionale garantita da ginnasti ungheresi e jugoslavi. Buon successo di pubblico e ottimo risultato sportivo col primo posto di Matteo Centazzo in campo maschile e vittoria in campo femminile di Giorgia Molena della Ardor Padova allenata dalla ex ginnasta della Spes Valentina Spongia. Buon successo organizzativo anche per la sezione pesi che ha preparato in via Olimpia una bella edizione della Coppa Veneto a squadre. Questo tipo di gare è molto seguita dal pubblico che ha sorretto gli atleti di casa con calore. Ballarin, Contro, Stefani e compagni hanno ripagato l’attenzione classificandosi al secondo posto. Dopo neppure un anno dalla costituzione, un passo importante è compiuto dalla sezione canoa che ottiene l’affiliazione alla FICK ed inizia l’attività nella specialità canoa/kayak. Le difficoltà ambientali sono ancora molte: ottenere uno spazio in punta San Giuliano non è stato né facile né privo di ostacoli e, quando lo si è ottenuto, si è trattato di un angusto stanzino di circa 15 mq. Certamente poco, ma è la base per costruire una sezione molto attiva. Tuttavia ancora per quell’anno i due canoisti di punta Marco Zancanaro e Alessandro Ravagnin debbono gareggiare con le maglie della Canottieri Sile. Un bel regalo di natale viene alla Spes da due gemelle che un giornalista chiama subito “le gemelline terribili”. Marina e Silvia Spolaore, nella prova d’avvio del campionato regionale di ginnastica artistica, salgono sui gradini più alti del podio e danno nuove speranze ai pro- pri istruttori. 1988 A seguito dell’approvazione del nuovo statuto, siamo nel 1988, la Spes formalizza la propria natura di associazione polisportiva. Una caratteristica che in verità ha avuto fin dai suoi inizi anche se la gestione era unitaria. Da ora le tre sezioni, ciascuna aderente ad una federazione olimpica FGI, FILPJ e FICK acquistano una propria autonomia operativa. I primi presidenti di sezione sono Giancarlo Centazzo, padre di Matteo, per la ginnastica, Bruno Gallo per la pesistica, Adel Zancanaro, padre di Marco, per la canoa. Sergio Colorio viene eletto presidente della polisportiva. La novità non trova tutti favorevoli, c’è qualche problema di affiatamento, c’è l’impressione che il Coni non tenga nella giusta considerazione le polisportive, stessa cosa vale per le federazioni che in qualche modo hanno imposto la soluzione. Ma, nonostante tutti i problemi da affrontare, la società trova nuovi impulsi e può coinvolgere un maggior numero di persone alla gestione delle sezioni. C’è un gran bisogno di ricostruire la base, specialmente il settore della ginnastica femminile deve trovare nuove speranze e ci prova con Chiara Torresin, Monica Coccato, e qualche altra ragazza, ma i tecnici non si nascondono che il lavoro sarà lungo. La maschile ha invece il suo Matteo che potrebbe avere una giornata magica a Avignone ai campionati europei juniores. Matteo si piazza ottavo nel concorso completo e sfiora il podio alla sbarra. Sergio Fiorin soddisfatto e deluso al tempo stesso. Lieto perché il suo ragazzo avevo sentito il senso di fiducia che lui gli aveva trasmesso, deluso perché il troppo noto complesso dei giudici nei confronti dei favoriti aveva penalizzato il suo pupillo. La pesistica organizza un’altra interessante manifestazione. Questa volta si tratta di un incontro triangolare preparato con grande Fedrico Chiarugi con Sergio Colorio a sinistra: F. Scaggiante 81 cura ed impegno per festeggiare il venticinquesimo anniversario della nascita della sezione pesi. In pedana i migliori atleti della Spes contro quelli della Asko Feldkirken di Graz e quelli della Dizega Utega di Fiume. Pubblico entusiasta e bella prova della nostra sezione. Nella Canoa, che grazie all’impegno di Adel Zancanaro si sta facendo conoscere dalle altre realtà federali, ottiene un terzo posto nella Finale nazionale Gran Premio dei Giovani con Leonardo Petrillo. 1989 Come nelle favole, una cicogna porta alla Spes dal lontano Canada una ragazzina bionda e minuta che già passeggia sulla trave e si afferra con grinta alle parallele. Fiorenza Pal- giugno i campionati italiani seniores. Successo organizzativo e sportivo che riempiono di soddisfazione Bruno Gallo e tutta la Spes. Questo 1989 è uno degli anni fortunati. Anche Matteo Centazzo a Milano conquista il suo primo titolo nazionale, alla sbarra. Il suo Istruttore Fiorin è convinto che Matteo è in continuo progresso e oltre alla sbarra farà vedere cose egregie in tutti gli attrezzi e soprattutto al cavallo con maniglie. Matteo a 19 anni è molto più che una promessa. È lui che prende l’eredità di Diego Lazzarich quale portacolori della Spes. Prende parte a molti incontri internazionali, al campionato europeo e viene selezionato anche per i mondiali. Non scende in pedana, ma per lui è un’esperienza molto importante. Nella canoa i progressi sono lenti, ma decisivi. Si trova una palestra per gli allenamenti invernali, si acquistano nuove canoe e un carrello porta-canoe. Le adesioni aumentano e l'entusiasmo pure. Va ricordato come questi ragazzi e le loro famiglie affrontano le trasferte più lunghe. I genitori mettono a disposizione se stessi e le loro auto, una trascina il porta canoe, su altre vengono caricate le tende da campo, su altre infine i ragazzi. Quando si arriva in zona l’attività è subito frenetica; chi rizza le tende, chi sistema tavolini e cucine da campo, chi prepara le canoe. La notte si dorme in tenda dopo aver piacevolmente chiacchierato davanti a una buona bottiglia di vino, mentre i ragazzi familiarizzano con quelli delle tende vicine. Partecipare a questi avvenimenti è veramente piacevole e rende appieno il senso dello sport dilettantistico. 1990 mieri e Giorgio Citton sono subito affascinati dalla grazia un po’ pallida di Ketty Titon nata a Vittorio Veneto nel 1977, ma presto partita per il lontano nord-america. I tecnici sono certi di poter fare di questa ragazzina, ammiratrice della rumena Silivas, una autentica campionessa. Ketty si ambienta subito e già alle prime uscite dimostra la sua classe. Nel mese di maggio a Lucca si impone addirittura nel campionato nazionale under 13. Ma i nuovi campioni si vedono anche in via Olimpia. Il suo primo titolo nazionale Fabio Meggiato va a conquistarselo in terra sarda a Nuoro accompagnato dall’istruttore Ravagnin. Per Fabio sono sufficienti le misure per lui abituali di 105 kg nello strappo e 130 kg nello slancio per conquistare il titolo nazionale speranze. Il suo compagno di pedana Michele Vannuzzo il titolo lo conquista nella sua palestra. È infatti la Spes a organizzare in 82 Il 1990 si rivela un anno pieno di problemi per le strutture della società. La sezione canoa non sa dove sistemare le barche. Il bisogno aguzza l’ingegno a Zancanaro e agli altri amici della sezione. Si tappano i buchi ad un vecchio container e con un po’ di catrame al posto giusto e con alcune travi di legno si ottiene il tanto desiderato rimessaggio per le canoe e gli attrezzi. Nello stanzino liberato dalle canoe si crea una palestrina con simulatore di voga e piccoli pesi. La sezione cresce. Anche in Via Olimpia si cerca di ottenere un poco di spazio per diversificare l’attività, ma il magazzino adiacente alla palestra pesi non viene concesso e bisogna rinunciare a sviluppi e programmi. In vicolo della pineta, dopo anni di promesse, si dà il via al rifacimento del pavimento, un lavoro assolutamente necessario, ma che comporta una lunga inagibilità della palestra e la perdita di entrate per la sospensione dei corsi di addestramento. Anche l’allenamento degli agonisti deve superare seri problemi che in parte vengono superati dall’amichevole ospitalità della società Q10 e del suo dinamico presidente Finotello. Nonostante le difficoltà le pedane delle gare regionali e nazionali sono piene di atleti della Spes. Ragazzi e ragazze che raramente ottengono più di una citazione nelle cronache locali, ma che rappresentano la continuità della società. In anni precedenti ci sono stati ginnasti di buon valore come Gallo, Chiaruzzi, Tracogna, Di Bello nella femminile, Citton, Boscolo, Martignon nella maschile ora c’è un bel gruppo di ragazze che stanno portando la squadra di ginnastica dalla C alla B e alla A. Sono Torresin, Toniolo, Di Marcantonio, Mozzicato, Baldrocco, Finato e Parisi. Tra i ragazzi danno grandissimo esempio di dedizione e di serietà Stefano Corrà e Emiliano Granzotto. I risultati più prestigiosi sono appannaggio di Ketty Titon che si classifica 1° nella prova del 28 gennaio a Roma e 4° ai campionati assoluti. Importante anche il successo delle tre ragazze Toniolo, Mozzicato e Baldrocco ad Algeri il 18 settembre, per loro il premio più bello è stato certamente la eccitante trasferta in terra d’Africa. Per Matteo Centazzo il 1990 non è un anno dei migliori. Qualche piccolo acciacco e la conseguente difficoltà di ritrovare il suo standard di forma non gli consentono di centrare i risultati che ormai tutti si attendono da lui. Tra i pesi conferma di Fabio Meggiato che conquista il campionato nazionale juniores nella categoria oltre 110 kg. La sezione conquista anche, oltre ai tanti campionati regionali, la Coppa Veneto a squadre con Scaggiante, Stefani e Polato. Nella Canoa si fanno valere Leonardo Petrillo tra i cadetti e Paolo Scopece tra gli juniores. Siamo ancora ai primi passi ma, date le condizioni ambientali nelle quali si svolge l’attività, sono dei segnali positivi e consentono di iniziare un lavoro di maggior respiro. I problemi della palestra di vicolo della pineta si fanno sempre più seri. Costruita prima della guerra del Kippur, le strutture risentono degli alti costi del gasolio e della manutenzione, la gestione risente dei problemi di convivenza con la VIS. Risultato, dopo oltre vent’anni di gestione diretta, la conduzione della palestra viene affidata formalmente alla Federazione Ginnastica anche se tutti i problemi giornalieri rimangono sulle spalle dei dirigenti della Spes. L’unico vantaggio concreto è rappresentato dalla riduzione dei costi di gestione che in parte vengono sostenuti dal Comitato Regionale della FGI. a sinistra: L’Istruttore Minto con le speranze della ginnastica artistica Le ginnaste Baldrocco, Titon, Toniolo e Mozzicato con gli istruttori Citton, Palmieri e Traverso Un premio per E. Granzotto 1991 Il 1991 merita anch’esso alcuni cenni di cronaca. Pesi. Fabio Meggiato conquista il suo terzo titolo nazionale juniores e si cimenta anche negli assoluti a Novara dove, pur non riuscendo a bissare la sua migliore prestazione (120+140) sfiora il podio. Il suo record stagionale l’aveva ottenuto il mese precedente proprio a Mestre nel corso dei cam- a sinistra: Una tenda sul lago di Auronzo 83 a destra: I ginnasti Centazzo e Titon con i pesisti Vannuzzo e Meggiato Centazzo alla sbarra pionati regionali. Canoa. L’attività a punta San Giuliano è impreziosita dal riconoscimento di Centro di avviamento allo sport da parte della FICK. È sempre irrisolto il problema dei mezzi pubblici che non servono la zona e che rendono oltremodo oneroso per le famiglie portare i figli ad allenarsi. Nonostante le difficoltà gli allievi, in particolare Niccolò Polesello, e gli junior Scopece e Rosso, Torcellan e Petrillo s’impongono a livello regionale. Ginnastica tra alti e bassi. Le ragazze, Titon, Di Marcantonio, Toniolo, Mozzicato, Baldrocco, Torresin e Finato, guidate dagli istruttori Citton, Traverso e Palmieri, si classificano seconde in tutte e tre le prove del campionato a squadre di serie B e sono promosse in serie A. Ketty Titon, seconda nel campionato under 16, partecipa anche all’incontro Norvegia Italia. I ragazzi, per vari motivi, devono disertare le prove del campionato di serie A e vengono retrocessi in serie B. Gianmatteo Centazzo continua la sua preparazione regolare ed ottiene buoni risultati sia in Italia sia all’estero; il suo traguardo ormai è stato individuato: le Olimpiadi di Barcellona. 1992 I primi di giugno del 1992 dirigenti e sostenitori della Spes sono a Rimini dove si svolgono i campionati assoluti di ginnastica artistica non solo per l’evento, ma soprattutto perché Matteo e il suo istruttore Fiorin sanno che occorre un risultato che non lasci dubbi ai selezionatori della squadra per Barcellona. A Rimini la gara di Matteo è senza errori e non riserva preoccupazioni maggiori di quelle che solitamente si provano quando un ragazzo o una ragazza si cimentano in prove che sono quasi al limite delle proprie capacità. Il risultato è appagante e in linea con le aspettative. Matteo è quarto assoluto, primo al cavallo con maniglie e sicurezza del viaggio a Barcellona. A Rimini c’è anche Ketty Titon che ottiene una discreto risultato e acquisisce l’esperienza che metterà a frutto negli anni successivi. Ai Giochi Olimpici di Barcellona comincia male per la squadra italiana di ginnastica artistica, Jury Chechi si infortuna in allenamento. Gli altri ragazzi anziché abbattersi si caricano e si impegnano al massimo; ognuno offre il meglio del proprio repertorio e ottengono il quinto posto assoluto, miglior risultato da ventiquattro anni. Matteo dà il suo brillante contributo e, nonostante l’enorme soddisfazione per un esito assolutamente insperato dopo l’infortunio di Jury, il risultato sembra addirittura inferiore all’effettivo valore delle prestazioni dei nostri atleti e in particolare di quella di Matteo. Il direttore tecnico della nazionale a proposito delle giurie scriveva: “.. a tutti è capitato di assistere ad una ripicca contro questo o contro quello, ma quando si fluttua da un 9.70 a un 9.30 con disinvoltura incredibile, come è avvenuto ai Giochi del 1992, allora non esistono giustificazioni, ma resta il fatto che l’ingiustizia che viene commessa in campo, oltre che mortificare il lavoro di tante persone, costituisce una colpa imperdonabile.” L’effetto promozionale è stato importante an- che per la Canoa. A Genova per la finale nazionale dei Giochi della Gioventù, tutte le strade sono piene di sollecitazioni per un avvicinamento dei giovani a questo sport. Per la Spes è presente Niccolò Polesello che ottiene un ottimo terzo posto. Lui però non è troppo soddisfatto per non aver ripetuto il primo posto ottenuto un mese prima al Gran Premio dei Giovani a San Giorgio di Nogaro. Piccola novità. Alcune ragazze si avvicinano alla canoa e altre alla pesistica. È solo l’entusiasmo che fa superare le enormi difficoltà ambientali. Difficoltà che per tutte le due sezioni limitano le attività promozionali nelle scuole. Malgrado tutto la sezione pesi è presente a Roma il 7 marzo 1992 al Campionato nazionale seniores: sono Luca De Rossi e Davide Padovan che poi conquisteranno il titolo di campione regionale assoluto e Federico Scaggiante che verrà invitato a partecipare agli Internazionali Alpe Adria a Udine. 1993 La Spes compie novant’anni. 1993. Non è un avvenimento di portata eccezionale, ma una serie di circostanze, tra le quali due stupidi furti vandalici nella segreteria della società che ci hanno fatto perdere tanti documenti, consigliano di ricostruire in parte la cronaca degli ultimi vent’anni. Ne nasce un libro con i risultati più importanti dal 1973 al 1992. Risultati che in buona parte sono stati ricordati in questa edizione. Dal 1993 è una storia nuova. Per la ginnastica inizia con i campionati di squadra, serie A per la femminile (Titon, Filippetto, Mozzicato, Parisi, Finato, Toniolo e Torresin) con un finale al 2° posto. Un risultato che non soddisfa appieno in quanto la società vincitrice utilizzava una ginnasta Titon e Mozzicato in azzurro straniera di livello mondiale. Serie B per la maschile (Granzotto, Dal Corso, De Cassai, Cappellazzo) con un finale al 5° posto. A Melegnano, il 9 maggio 1993, nei campionati femminili individuali di categoria, tra le seniores Chiara Torresin si piazza al 2° posto, mentre il titolo nazionale nella categoria under 16 è appannaggio di Sarah Filippetto. Il momento più esaltante per la società arriva in maggio con l’organizzazione a Mestre dei campionati assoluti di ginnastica artistica maschile e femminile. Il 14 maggio la manifestazione viene presentata a Ca’ Farsetti unitamente al libro “Venti anni di storia della Spes. 1973-1993”. Per dare un’occasione diversa e divertente ai tanti spettatori e appassionati che sarebbero giunti da tutte le regioni d’Italia, venne organizzata per il venerdì 21 sera la rappresentazione de “La famiglia dell’antiquario” di Goldoni con la Compagnia del Teatro per Mestre e per il sabato 22 sera un concerto d’archi del gruppo Lorenzoni e un cabaret. Dal 21 a 23 maggio 1993 sono stati tre giorni di notevolissimo impegno, ma anche di grande riscontro da parte del pubblico. I risultati sportivi sono stati anch’essi importanti. Il titolo assoluto è stato appannaggio per la quinta volta di Jury Chechi, mentre il nostro Centazzo si è piazzato al quarto posto. Il giorno successivo nelle finali per specialità Matteo Centazzo è salito tre volte sul podio, medaglia d’oro alla parallele e alla sbarra, medaglia di bronzo al cavallo con maniglie. Tra le ragazze sale sul podio anche Ketty Titon, argento alla parallele asimmetriche. Quarto posto della Mozzicato al corpo libero. Queste due ragazze hanno vestito la maglia azzurra a Chiasso nell’incontro con la Svizzera e la Germania (Trofeo delle Nazioni). a sinistra: In serie A. Torresin, Toniolo, Di Marcantonio, Titon, Parisi 85 La stagione di Centazzo è di quelle che non si possono dimenticare; c’è la medaglia d’oro a squadre nei Giochi del Mediterraneo in Francia. Poi la nazionale italiana guidata da Sergio Fiorin parte per gli Stati Uniti per partecipare alle Universiadi. A Buffalo a pochi metri dalle famose Cascate del Niagara la nazionale conquista un brillantissimo e inatteso primo posto. Dirà Centazzo al redattore del Ginnasta: “Non abbiamo sbagliato esercizi, in pedana eravamo sicuri delle nostre possibilità. L’annata va in archivio con un grande risultato. Avevo cominciato con l’American Cup, poi gli assoluti, gratificati da due titoli, ma Buffalo è qualcosa di più. Da sessantun anni l’Italia non vinceva un concorso a squadre. Siamo entrati nella storia. Questo è ciò che conta.” Una battuta di Bucci, validissimo componente della squadra: “A Buffalo ci divertivamo a raccogliere monetine prima della gara. Un’idea di Fiorin, il nostro allenatore, l’uomo che merita maggiormente questo risultato.” La sezione canoa, che in pochi anni ha già ottenuto una onorevole posizione nelle classifiche federali, coglie l’occasione per dimostrarsi anche buona organizzatrice. La formula nuova è una prova di Canoa sprint sulla distanza di 200 metri organizzata sul Canal Salso nel cuore di Mestre. È stato un successo insperato con la partecipazione di 150 equipaggi che in un pomeriggio di sole settembrino hanno dato vita a una manifestazione di grande effetto promozionale. Hanno dato lu- 86 stro alla gara nomi di prestigio dell’ambiente canoistico come l’olimpionica Chiara Dal Santo e Paolo Carraro. Tra i risultati sportivi che il gruppo dei giovani canoisti della Spes hanno ottenuto nella stagione sono da segnalare il titolo di campione regionale di fondo conquistato da Niccolò Polesello a Bosaro e quello di velocità a Padova sempre nella categoria k1 cadetti. Niccolò conferma il suo primato nella categoria vincendo anche a Caldonazzo e Auronzo. Gli fanno corona gli altri ragazzi della sezione con piazzamenti onorevoli: Dall’Acqua, De Cassai, Scopece, Torcellan. Anche la sezione Pesi avrebbe voluto organizzare una manifestazione per il novantesimo anniversario della società, ma poiché già l’anno prima i Campionati assoluti veneti si erano tenuti a Mestre, si limitarono a una bella esibizione nel corso dell’Accademia annuale. I Campionati vennero assegnati a Verona il 30 ottobre con splendidi risultati per la Spes: due titoli per Scaggiante e Valentini, tre argenti per De Rossi, Bortolozzo e Padovan, due bronzi per De Lazzari e Coco. In una delle consuete cene di fine anno arricchita dalla presenza di tanti vecchi ginnasti chiamati a raccolta tramite una foto di gruppo apparsa sul Gazzettino, nasce l’idea di un nuovo impianto sportivo, un’idea che ha preso forma dopo un viaggio a Torino, al Centro di Medicina Sportiva di quella città. Durante il lungo viaggio in treno Colorio, Moscati, il primario Ricciardi, Matteo e Gianni Caprioglio hanno il tempo di valutare le possibilità e definire i criteri di massima per dar vita a questa idea. Il progetto di massima, realizzato dagli architetti Caprioglio e Vatta, prevedeva la realizzazione di un impianto polifunzionale su un’area messa a disposizione da parte del proprietario di un terreno in zona Cavergnaghi: palestre per le attività istituzionali della Spes, palestre per attività private e accessorie (squash, fitness, calcetto, bar, ristoranti) e, infine, un Centro di Medicina Sportiva, finalizzato alla prevenzione, alla ricerca e alla riabilitazione. L’ambizioso progetto ha avuto il consenso verbale del sindaco e del Coni provinciale, ma la modesta variante al piano regolatore necessaria a concretizzare l’iniziativa non è ancora arrivata e probabilmente rimarrà l’illusione di poter fornire alla città un’altra grande struttura con finalità sportive e sociali. 1994 L’anno 1994 inizia, per la ginnastica, con l’ormai consueto campionato a squadre che si svolge in quattro prove. La squadra della Spes partecipa alla serie A di ginnastica artistica femminile con le ginnaste Titon, Toniolo, Filippetto, Finato e Mozzicato e si classifica ancora una volta al 2° posto, “vice campione” come qualcuno usa dire. La squadra maschile con Centazzo, De Cassai, Granzotto e Voltolina deve accontentarsi del 9° posto Negli interregionali maschili si fanno notare Davide Borella, Ruggero Marin, Marco Salviato tra gli allievi e De Cassai tra gli junior. Per Ketty Titon, oltre alla partecipazione agli europei a squadra e agli internazionali di Romania, arriva un’altra medaglia d’argento ai campionati di categoria a Fano. Le altre ragazze di Citton si classificano 5° Mozzicato, 7° Toniolo e, tra le juniores, 6° Finato. Per Matteo Centazzo altra felice partecipazione, col suo istruttore Fiorin, ai mondiali a squadra a Dortmund. L’anno agonistico che ha visto la Spes dominare in regione, tre titoli maschili su sei, due titoli femminili su tre, si chiude con gli assoluti che si svolgono a Trieste dal 21 al 23 ottobre 1994. Solitamente Trieste è una sede fortunata per la Spes, questa volta non troppo. Centazzo si conferma tra i migliori ginnasti nazionali, quarto assoluto. Il giorno dopo tuttavia qualcosa non funziona come dovrebbe e Matteo deve accontentarsi di due medaglie di bronzo alle parallele e alla sbarra. Ketty Titon bene nel concorso generale: quinta, ma fuori dalle medaglie nelle finali di specialità. Chi invece riesce a conquistarsi una medaglia è Sara Filippetto, bronzo al corpo libero. La sezione canoa affronta la stagione 1994 con la solita grinta e con una serie notevolissima di trasferte; si è attrezzata sempre meglio con carrello porta-canoe, con tende e attrezzature da camping, soprattutto con l’affiatamento dei genitori che aiutano in tutto. Ormai si conoscono tutti gli spazi e le pietre che circondano i campi di gara. Ad Auronzo, per esempio la Spes organizza un vero e proprio campeggio con otto ragazzi, una ragazza e molti dei loro genitori che per tre giorni vivono ai bordi dello splendido lago. Anche i risultati agonistici, che in questo caso sono stati meno importanti di quelli umani, sono soddisfacenti: ai ragazzi citati nell’anno precedente vanno aggiunti Barsotti, Petrillo, Renier, Viaro, e Silvia Soldà. La stagione si chiude a Orbetello con la Gara Nazionale Giovani che vede il trionfo collettivo della Spes. Nella prova di fondo per gli allievi 1° Barsotti, 3° Renier, 5° Dall’Acqua, 10° Viaro; nel fondo categoria Cadetti 1° N. Polesello. Nelle prove di velocità Barsotti si ripete salendo sul gradino più alto del podio, mentre i suoi compagni Renier e Dall’Acqua com- a sinistra: Si parte per il campo di gara K4 in allenamento 87 a destra: Le istruttrici Faccini e Festari con le giovanissime Borghi, Gatto, Meneghel, Sarkhosh pletano il trionfo, un podio tutto Spes. Nella categoria Cadetti Niccolò Polesello deve accontentarsi, si fa per dire, della medaglia d’argento. Anche per i pesi il 1994 è una splendida annata. La sezione guidata da Bruno Gallo organizza con la solita maestria la Coppa Veneto nel Palazzetto di Via Olimpia e i suoi ragazzi lo premiano con due medaglie d’oro con Scaggiante e Coco. Questi due atleti sono i protagonisti della stagione. Federico Scaggiante si riconferma campione veneto assoluto e seniores e partecipa con onore ai campionati nazionali di categoria (70 kg.), alla Coppa Italia raggiungendo i 225 kg nelle due alzate (strappo 100 kg e slancio 125 kg.). Ruggero Coco si conferma primo nel veneto nei campionati seniores di Verona. Tra i giovani si mette in luce Roberto Valentini che conferma il 1° posto nel campionato regionale juniores con 192,5 kg. 1995 Nell’anno 1995 sembra concretizzarsi un altro grande progetto di modernizzazione delle strutture cittadine, il riassetto urbano di Punta San Giuliano, per la cui soluzione era stato lanciato da parte dell’Amministrazione Comunale un concorso internazionale. Il pro- I canoisti Scopece, Polesello, Dall’Acqua, Renier, con A.Zancanaro 88 getto dell’architetto Di Mambro sembra veramente idoneo a far riaffacciare Mestre sulla laguna ed è accolto con molto favore anche dagli ambienti sportivi. La Spes e tutte le altre realtà sportive che operano a San Giuliano, non vedono l’ora di uscire da una situazione assai precaria, la vicinanza delle discariche, la mancanza di collegamenti, la presenza di realtà sfortunate ma talvolta anche inquietanti. Purtroppo anche in questo caso la realizzazione del progetto incontrerà diffi- coltà di ogni genere e non è dato sapere quando si potrà vederne il completamento. Nel campionato di serie A la sezione femminile di ginnastica pur avendo parzialmente rinnovato i ranghi ottiene un lusinghiero 3° posto (Titon, Filippetto, Gambaro, Gatto), mentre la sezione maschile conferma il nono posto dell’anno precedente. Le giovanissime Gatto, Borghi, Daria Sarkhosh, Meneghel si impongono nella serie C, stesso impegno e successo per i maschietti Borella, Bressan, Giaggio, Magliarditi, Marin e Salviato. Gli impegni internazionali di Titon e Centazzo continuano . Ketty torna in Romania, poi partecipa all’incontro con la Spagna ad Alicante e al quadrangolare Italia-Bielorussia-Romania-Spagna a Città di Castello. Matteo Centazzo partecipa agli incontri internazionali con l’Ungheria e con la Russia. Il riacutizzarsi di un vecchio malanno gli impedisce però di partecipare a fine anno ai campionati assoluti a Modena. Sarà presente la sola Ketty Titon che si comporta molto bene ed ottiene il 5° posto assoluto e due medaglie, argento alla trave e bronzo alle parallele. Canoa 1995. Passano gli anni e i ragazzi passano alle categorie superiori, gli impegni si fanno sempre più impegnativi. Paolo Scopece, senior, si è qualificato per la gara nazionale di Maratonina a San Giorgio di Nogaro. In una prova che vede la presenza di tutti i migliori canoisti e che è vinta dal campione del mondo Scarpa, Paolo riesce a classificarsi tra i primi venti. In maggio a Treporti , Adria, Mantova, in giugno a Castelgandolfo e Auronzo i nuovi cadetti Barsotti, Dall’Acqua, Renier sono molto spesso sul podio, gli junior Polesello, De Cassai hanno qualche difficoltà, ma si fanno valere così come i senior Scopece e Petrillo. In luglio nelle prove di velocità k2 PetrilloScopece raggiungono la semifinale sia nei 500 che nei 1000 m. In agosto a Sabaudia il giovanissimo Alvise Polesello, fratello di Nic- colò raggiunge la semifinale nel k1 1000 m. ragazzi e si ripete a Milano nel mese di settembre. In novembre viene sperimentato a Padova una Biathlon test (canoa più corsa): tra i ragazzi s’impone A.Polesello, Allievi 1° Bressan, Cadetti 1° Barsotti, 2° Renier, Juniores 3° De Cassai. I ragazzi che si allenano nella piccola palestra di Via Olimpia fanno fatica a trovare posto tra pedane e bilancieri, il numero dei praticanti è cresciuto e gli istruttori devono raddoppiare l’impegno e il tempo di permanenza in palestra. Purtroppo non esistono concrete possibilità di ampliare gli spazi. La disponibilità di un unico spogliatoio impedisce di allargare alle ragazze l’uso della palestra: un tentativo dettato dalle tante richieste dura troppo poco per l’impossibilità di gestire i turni. I risultati sportivi tuttavia non mancano. R. Coco si conferma campione veneto assoluto e vince anche i regionali seniores e la Coppa Veneto, Luca De Rossi è sempre il primo della regione, F. Scaggiante è primo questa volta nella categoria seniores e nella Coppa Veneto, Andrea Corrao è primo nei regionali veneti e Elvis Fosco vince anche lui la Coppa Veneto. 1996 Nella ginnastica il campionato a squadre del 1996 cambia formula, da una unica serie A si passerà a due serie A1 e A2 e una serie B. La sezione femminile della Spes rimasta improvvisamente senza Titon riesce comunque a rimanere in serie A2, mentre la maschile cui Centazzo non può dare un contributo determinante scende in serie B. Come accennato, Ketty Titon ha deciso di lasciare la palestra. Una sua discutibile esclusione dai mondiali ha determinato l’abbandono. Queste scelte tecniche sono spesso dei traumi per gli atleti che vedono vanificati anni e anni di sacrifici per traguardi che sembrano raggiunti, ma che altre logiche a loro incomprensibili fanno svanire nel nulla. La ginnastica artistica è uno sport individuale, di performance, e se una squadra è composta di 6 o 7 elementi, è difficile che un atleta che sia arrivato quarto o quinto ai campionati assoluti o in altre competizioni precedenti l’evento, accetti di non essere incluso in quella squadra; soprattutto se si tratta di olimpiade o campionati mondiali. Purtroppo a fine anno succederà la stessa cosa per Matteo Centazzo che, escluso inopinatamente dalla convocazione per i giochi olimpici di Atlanta, decide di smetterla. S’è congedato dalle pedane a Lucerna, in un incontro esagonale nel corso del quale ha dato un validissimo contributo alla squadra dimo- strando ancora una volta l’alta classe che lo distingueva. Per fortuna la Spes riesce spesso a conservare i valori che ha creato e molti dei propri atleti rimangono in palestra come istruttori e preparatori tecnici. Cosi è avvenuto fortunatamente con Matteo e Ketty. Questi due abbandoni chiudono un ciclo, sono molto più determinanti di quanto avviene ai vertici della società. In maggio viene eletto presidente Adriano Moscati. Un avvicendamento senza problemi in quanto Sergio Colorio aveva annunciato la sua decisione di non ricandidarsi e le tre sezioni avevano praticamente riconfermato i rispettivi organi direttivi. Uno dei primi atti del nuovo direttivo, su sollecitazione del Presidente, è stata la delibera di riconoscere la qualifica di soci benemeriti a 10 tesserati che avevano dato lustro alla società. Il doveroso riconoscimento è stato conferito a Sergio Colorio, presidente della so- 89 cietà per 14 anni, Pasquale Giorgio Bergamo, istruttore della sezione pesi dalla costituzione, Maria Cannavò, istruttrice di ginnastica artistica, Luigi Paroletti e Umberto Zoppetti istruttori storici della società, Diego Lazzarich, olimpionico a Los Angeles, Gianmatteo Centazzo, olimpionico a Barcellona, Maria Grazia Mancuso, olimpionica a Monaco, Valentina Spongia e Elisabetta Masi, olimpioniche a Montreal. La sezione ginnastica si prepara a un nuovo ciclo confidando sul continuo reclutamento di giovani leve. Già Federica Gambaro alimenta speranze. È chiamata a far parte della squadra azzurra junior per un indimenticabile viaggio in Brasile (Torneo Count Down 2000). Il 1996 si chiude con una bellissima e affollatissima manifestazione nella palestra di vicolo della pineta esaltata dalla solidarietà e dalla raccolta di fondi per Telethon, l’associazione che lotta per aiutare le distrofie muscolari e le malattie genetiche. La capacità di organizzare manifestazioni di vario livello, dalle accademie alle gare giovanili, dagli incontri internazionali alle prove di campionato, è da sempre una caratteristica della struttura societaria della Spes. Deve essere tuttavia sottolineato che alcune persone hanno ruoli di rilevanza eccezionale. Quanti ruoli copre Fiorenza Palmieri ? Ordinamento del campo di gara, preparazione dell’ordine di lavoro, coordinamento tecnico, direzione di gara, speaker della manifestazione. E quanti ruoli coprono Sergio Fiorin, Giorgio Citton e tutti gli altri istruttori e dirigenti della Spes? Senza orari, senza rimborsi, senza medaglie alla fine della gara. Per dare nuovo impulso all’attività fisica dei giovanissimi, la dirigenza della Spes formula un progetto di collaborazione con la scuola elementare. Il Consiglio del Quartiere Carpenedo-Bissuola aveva ideato un programma “Sport in cartella” che prevedeva l’avvicinamento di alcuni sport agli alunni del secondo ciclo elementare. La Spes ha proposto di avvicinare all’educazione fisica, al gioco in palestra, gli alunni del primo ci- 90 clo offrendo collaborazione e affiancamento alle docenti elementari. È stata una esperienza molto positiva che dura ancora e che si è sviluppata in molte scuole elementari del quartiere. Animatrice di questa iniziativa è stata soprattutto Cucchi Pozzi, ex ginnasta, istruttrice, mamma coadiuvata e assistita dalla onnipresente Fiorenza Palmieri. La sezione Canoa continua nella politica di essere presente in tutte o quasi le manifestazioni federali riservate ai giovani. A Castelgandolfo dove si svolge il test nazionale di Biathlon sono presenti Polesello tra i ragazzi e De Cassai tra gli junior. Gli stessi partecipano alla maratonina di Rovigo il 17 marzo 1996 classificandosi entrambi al 5° posto nelle rispettive categorie. L’uno e il due di giugno a San Giorgio di Nogaro allievi e cadetti partecipano alla Gara Nazionale Giovani: nel fondo k1 cadetti Barsotti, Renier e Dell’Acqua sfiorano il podio, tra le allieve s’impone Fontanella; nella velocità k1 cadetti B Barsotti è secondo, nel k2 anche Renier-Dall’Acqua salgono sul secondo gradino del podio, stesso risultato per l’allieva Fontanella. Questa Gara nazionale giovani si ripete per squadre regionali in settembre a Taormina e anche sullo sfondo dell’isola bella i nostri Barsotti, Dall’Acqua e Renier, inclusi nella formazione del Veneto, dimostrano il loro valore. La sezione pesistica non si accontenta dei titoli regionali che i vari Coco, De Rossi e Scaggiante continuano a conquistare e anzi ora si arricchisce di Mauro Ballarin, un quattordicenne fisicamente sciolto, reattivo e promettente, figlio di Paolo Ballarin detto “la roccia” per la sua resistenza alla fatica. Nel tentativo di diversificare l’attività e renderla più accessibile ai praticanti della palestra, la sezione allestisce una squadra di giovani e meno giovani per partecipare alle competizioni di Biathlon, specialità nata da poco tempo e che promette di calamitare l’interesse di parecchi ex pesisti. Il Biathlon comprende due prove, una di corsa su distanze variabili da 1,5 – 3,2 o 5 chilometri, una di distensione con bilanciere su panca piana. Ebbene la prima uscita è stata subito un vero successo per la Spes. A Rimini, la squadra si è classificata quarta, ma individualmente primo posto nella propria categoria per Franco Omaggio e buoni piazzamenti per gli altri. L’appuntamento con la vittoria piena era solo rimandato. A fine novembre ad Ostia nei campionati nazionali di Biathlon la squadra mestrina metteva in fila – come scriveva Francesco Marcuglia – la bellezza di venti squadre da tutta Italia. Ha conquistato il titolo di campione italiano fra gli over Franco Omaggio che si è pure imposto nella distensione su panca con 170 kg. Altro tricolore per Claudio Contro (primo nei Salviato e Fabio Giaggio. Poi le consuete gare regionali e interregionali che vedono protagonisti i soliti ginnasti della Spes con qualche bella novità come Giovanna Gatto, Daria Sarkhosh, Giulio Vian, Zaranto e Borella. Qualche nuova soddisfazione quindi per Dario Di Marcantonio instancabile presidente della sezione ginnastica che oltre ai pressanti impegni societari deve pure dare un contenuto alla sua recente nomina a Consigliere Federale e a componente della commissione di studio per la promozione sportiva e per la fornitura di attrezzature specifiche alle singole società ginnastiche. I suoi fine settimana li passa spesso a lavorare a Roma o a seguire le squadre nazionali nelle loro trasferte in Italia e all’estero. Annata da incorniciare, come titola Francesco Marcuglia, il giornalista del Gazzettino che segue con costante interesse e simpatia le sezioni ginnastica e pesi della Spes, quella della sezione pesi 1997. Da evidenziare so- a sinistra: Marin e Salviato attendono il turno 3200 piani in 10’30”) dominatore della categoria master nella quale la Spes ha egemonizzato il podio: secondo Enrico Giannini, terzo Maurizio Carraro. 1997 Il 1997 si apre con l’inaugurazione di una struttura polisportiva a Marcon, è ancora una volta la Spes che si responsabilizza per offrire una manifestazione di rilievo: la seconda prova dei campionati italiani di ginnastica artistica a squadre serie A1 e A2. La Spes affronta la scalata alla A1 con le giovanissime Eva Busatto, Raffaella Gatto ed Elisa Borghi che sono state affiancate da un “prestito” di sicuro affidamento, Dracuta Dobre sedicenne junior rumena. La sezione maschile partecipa con onore alla Serie B, quarta, con Ruggero Marin, Marco Polesello e De Cassai prattutto il successo ai campionati di Biathlon svoltasi a Ostia. Sono risultati campioni Enrico Giannini nei Master A, Claudio Contro nei Master B e Franco Omaggio nei Master C con l’ovvia conseguenza della conquista del titolo per società. Nei pesi due ottimi piazzamenti agli assoluti di Bari, quarto Luca De Rossi (120 strappo 152,5 slancio) sesto Federico Scaggiante. Grandi soddisfazioni anche dal settore Canoa che con Paolo Scopece e Niccolò Polesello si fanno valere in tutte le gare alle quali partecipano sia nel K1 che nel K2, sia sui 500 metri che sulla distanza doppia. Paolo ha avuto anche l’occasione di gareggiare con il Cus ai campionati italiani universitari salendo sul più alto gradino del podio nel K4, 500 metri. Tra i tanti risultati consegui- 91 Federico Scaggiante a destra: Ruggero Coco sul podio F. Palmieri con le ginnaste D. Sarkhosh, Busatto, Mino e Borghi ti dagli altri ragazzi scegliamo: il titolo regionale k2 ragazzi di Dall’Acqua-Renier, che si sono poi classificati al 7° posto nel campionato nazionale di fondo a Sabaudia, nella stessa manifestazione 6° N.Polesello nel k1 junior. L’instancabile Adel Zancanaro riesce anche a formare un k4 e lo mette in acqua a Mantova in una gara nazionale di velocità; il 4° posto sui 1000 m. è confortante, ma sarebbe necessario disporre di un mezzo più moderno per insistere nell’operazione. A Punta San Giuliano si è intanto costituito un Centro Nautico San Giuliano, ne fanno parte Voga Veneta, Circolo Velico Casanova, Canoa Club Mestre, Gommone Laguna Club e Spes sezione Canoa, si tratta di contribuire non solo alla gestione dell’impianto, ma anche di formulare proposte per il futuro Parco nascente dal progetto Di Mambro. Collateralmente nasce un certo contenzioso con l’Amministrazione Comunale sul titolo della presenza delle remiere a Punta San Giuliano. È necessario ricordare che l’uso delle aree è stato gradito, e implicitamente favorito, dal Comune di Venezia per preservarlo dal degrado che inevitabilmente sarebbe conseguito ai tanti anni di completo abbandono e perché le società remiere si sono fatte carico di sostenere le spese di manutenzione, custodia e salvaguardia ambientale che sarà possibile ristrutturare senza costi di disinquinamento. 1998 Che la Spes sia da sempre presente nel tessuto sociale cittadino è testimoniato da un altro imprevisto ma graditissimo riconoscimento. Viene assegnato Il Premio Solidarietà Città di Mestre 1998 – riconoscimento a coloro che hanno onorato la nostra città - a: S.G.S. Spes, Scuola media C.G.Cesare, S. Barizza, 92 M. Del Monte, Famiglia Zannini e Gruppo A.N.A. di Mestre. Ovviamente questi sono i premi più apprezzati perché vengono da ambienti non legati esclusivamente al mondo sportivo. Un premio tutto legato al mondo sportivo è quello promosso dal Coni provinciale: “Veneziani sul podio 1998 – Sector Sport watches”. Tra i cinque vincitori selezionati da una autorevole commissione figura il giovane pesista Mauro Ballarin, classe 1982, la più interessante espressione delle ultime leve della sezione Pesi della Spes. La grande ginnastica ritorna a Marcon per ripetere il successo dell’anno precedente. Pubblico al limite della capienza. Presenza di atlete di livello mondiale come la Presacan e la Amanar. Palmieri e Citton che si scambiano il ruolo di speaker. Per il Campionato di serie A2 Giorgio Citton può contare su Eva Busato, Elisa Borghi, Daria Sarkhosh, Veronica Mino, Sara Vianello e sul prestito della catanese Rachele Di Barto- lomeo, obiettivo: salvezza rinviando le ambizioni al prossimo anno. Tra i maschi si fa notare Giulio Vian che a Caserta, finali nazionali allievi 1° livello, ottiene un significativo quarto posto a conferma del suo valore e del titolo regionale Ormai la sezione pesistica vive su due livelli, sollevamento e biathlon. È l’unica realtà della provincia veneziana e pertanto la responsabilità della sezione è notevole. Si comincia con la finale della Coppa Italia di Pesi con la partecipazione di Luca De Rossi che ha ormai raggiunto la maturità, Ruggero Coco, Francesco Scaggiante e Elvis Fosco ritornato all’agonismo dopo una lunga pausa. Ottimo il terzo posto di Luca che con 130 kg. nello strappo e 160 nello slancio ottiene un suo record personale. Gli altri tre atleti ottengono buoni piazzamenti e confermano la loro supremazia in campo veneto riconfermandosi ai vertici delle rispettive categorie. Delusione invece per il sedicenne Mauro Ballarin per un errore di valutazione sull’emozione che può dare la prima gara importante. Sceglie di entrare in gara con 110 kg. ma il nervosismo gli fa fallire la prova. Mauro ha modo di rifarsi molto presto essendo stato inserito nella squadra 1999 under 18 per l’incontro con la Germania. Gli atleti del Biathlon continuano a dominare. La squadra si aggiudica il titolo italiano nella prova organizzata dalla federazione Ainbb; Franco Omaggio e Claudio Contro sono tricolori nel Master C, Maurizio Carraro secondo nel Master B, bene gli altri Giannini, Corbetti, R.Ballarin e Zucchetta. La sezione Canoa, sempre in attesa di come possa essere trasformata una discarica in una collina di verde, continua la sua azione nonostante qualche defezione. Le due manifestazioni del 1998 di maggior spessore si sono svolte a Milano e Mantova. All’idroscalo di Milano si svolgevano i campionati regionali lombardi di fondo aperti anche ad atleti di altre regioni. Ottime le prestazioni del k2 ragazzi formato da Alvise Dall’Acqua e Giacomo Renier, del k1 junior di Niccolò Polesello e del k1 senior di Paolo Scopece. A Mantova nel corso del Campionato Nazionale di Fondo i ragazzi della Spes ripetevano le brillanti prestazioni: argento per il k2 ragazzi, 4° Polesello nel k1 junior, 12° Paolo Scopece tra i senior. L’insoddisfatto Niccolò Polesello verso la fine della stagione, il 30 agosto, partecipa a Pisa ad una gara di gran fondo e, confermando la sua classe, si piazza al terzo posto pur non conoscendo il campo di regata; il successivo 26 settembre torna a Milano per una gara di velocità dove si classifica al 7° posto. Il 1999 inizia con un impegno organizzativo veramente eccezionale. Sono affidati alla Spes dalla Federazione Ginnastica la prova del campionato a squadre maschile per il 13 febbraio, quello femminile per il 20 febbraio e contemporaneamente la Federazione Pesistica assegna alla sezione pesi della Spes l’organizzazione dei Campionati Internazionali d’Italia fissati per il 20 febbraio. È il riconoscimento di una consolidata capacità organizzativa, ma l’impegno è certamente fuori della norma. La Spes torna ancora a Marcon, con la consueta ormai collaudata collaborazione con quella Amministrazione Comunale, ma questa volta con la ginnastica artistica maschile. Trova invece una nuova e gradita disponibilità da parte del Comune di Martellago e della locale polisportiva per organizzare nella palestra di via Trento il campionato di ginnastica artistica femminile. Infine la grande manifestazione di sollevamento pesi viene organizzata nella sede naturale del palazzetto dello sport di via Olimpia a Mestre. Che tutto sia filato via liscio è quasi incredibile, dividersi tra Marcon, Martellago e Mestre non è stato semplice, ma i riscontri sono stati più che soddisfacenti. Ciò che alla fine ha importanza sono tuttavia i risultati sportivi. E quelli di sicuro non sono mancati. Le giovanissime ragazze che l’anno prima avevano combattuto per la salvezza, quest’anno si sono superate. Con prove sempre più esaltanti, compreso un primo posto proprio a Martellago, ottengono il secondo posto nella classifica finale e quindi la promozione in serie A1. La squadra è composta dalle stesse atlete dello scorso anno che hanno acquisito esperienza e tecnica (Busato, Di Bartolomeo, Sarhkosh, Mino) Un ritorno ai a sinistra: Minto con i ginnasti Bressan, Marin, Giaggio, Salviato Un passaggio di Marco Salviato alle parallele. Il K4 (Renier, Barsotti, Puozzo, Dall’Acqua) agli internazionali di Auronzo. Luca De Rossi massimi vertici confortato anche dalla convocazione in nazionale della junior Daria Sarkhosh. Non paghi di aver contribuito alla buona riuscita degli internazionali, gli atleti della sezione pesistica conquistano sette primi posti tra coppe e campionati regionali, Mauro Ballarin è terzo nelle finali di Coppa Italia. Così nel Biathlon continuano i successi, con relativo Accademia con pulcine guidate dall’istruttrice Tomasutti titolo nazionale, per Omaggio e Contro. 2000 a destra: Cuchi Pozzi con le sue allieve 94 San Giuliano. Per la Primavera 2000 tutti pronti a far festa nel nuovo parco. È il titolo del Gazzettino del 20.3.1999. Nell’attesa i canoisti della Spes partecipano ad un numero consistente di gare. Con un k2 senior formato da Paolo Scopece e Niccolò Polesello affrontano il Campionato Nazionale di Fondo mt.5000 a Sabaudia; l’armo mestrino, già campione regionale, si confronta con i più titolati campioni nazionali e con una gara attenta e allo stesso tempo determinata si classifica al 4° posto, un risultato di rilievo. Il 27 giugno 1999 ad Auronzo, in una competizione che ha il profumo dell’internazionalità, torna in acqua il k4 con Barsotti, Dall’Acqua, Puozzo e Renier, che si classifica al 5° posto dopo Germania, Padova, Baldesio e Svizzera,ma la novità è rappresentata dalle nuove leve, le speranze per i prossimi anni; in parti- colare si fanno notare per classe e impegno Alvise Polesello, fratello di Niccolò, che vince la sua batteria nel k420 mt.2000, L. Bellemo, N. Lazzari, M. Scarpa, R. Vettorello. Il 2000 vede il ritorno della Spes al Taliercio. Si tratta di organizzare la prima prova del campionato nazionale a squadre di ginnastica. L’avvenimento di per sé importante è esaltato dalla prevista presenza di un mito della ginnastica moderna: Yury Chechi. La presenza di Jury Chechi riempie il Taliercio di Mestre. Per il signore degli anelli quell’appuntamento avrebbe dovuto essere l’avvio alla preparazione per le Olimpiadi australiane. Sappiamo che purtroppo quella è stata una delle ultime apparizioni di Jury in pedana. La squadra femminile della Spes affronta il campionato della massima serie con qualche preoccupazione, ma con la determinazione di confermare il proprio valore e la permanenza in A1 contando su Eva Busatto soprattutto per il corpo libero e trave, Giovanna Gatto parallele e corpo libero, Veronica Mino brava al volteggio e Daria Sarkhosh la junior che è seguita con attenzione dai tecnici federali che la convocheranno per gli europei junior di Parigi. Anche i maschi sia pure su altre pedane si fanno notare. I ragazzi allenati da Sergio Fiorin, Marin, Borella e Salviato ottengono risultati di rilievo a Schio e Porto San Giorgio: positivo anche il lavoro di Enrico Minto e Gianmatteo Centazzo con i giovanissimi della se- rie C, Giulio Vian, Mattia Zaranto e Ivan Zanella. L’anno della sezione ginnastica si chiude con altri riconoscimenti: Daria Sarkhosh migliore atleta della regione e il suo allenatore Giorgio Citton tecnico dell’anno; Michela Pedrocco miglior istruttrice della ginnastica generale. E tanti altri premi a istruttori, ginnaste e ginnasti. Annata veramente importante anche per la sezione pesi. Basterà ricordare i due titoli regionali di Luca Dei Rossi e Ruggero Coco e il titolo nella categoria Master over 55 di Franco Omaggio a Udine Trofeo Internazionale Alpe Adria. Veramente incredibile questo atleta che non finisce di stupire e che alterna pesi e biathlon. E proprio dal Biathlon è venuto il risultato che ha meritato una titolazione su quattro colonne: Padre e figlia di Marano neo-campioni italiani nel biathlon. Il campionato organizzato a Ostia dalla Filpjk consiste nel sollevamento pesi da panca e nella corsa su 3200 metri. Roberto Boato, 52 anni, è risultato campione nei Master C, con 170 kg da panca e 13’10” nei 3200 metri. L’altra medaglia d’oro è venuta dalla figlia Claudia Boato, 16 anni, alla sua prima esperienza agonistica nel raggruppamento junior, con 50 kg. Dalla panca e 18’50” nella corsa. 2001 ginnastica, non ha dubbi. La palestra di Vicolo della Pineta si è vivificata, nuovi spogliatoi, sala medica e massaggi, nuovi attrezzi, settore spinning. Prosegue bene la collaborazione con la scuola e al progetto “Sport in cartella”. Miglioramenti e impegni che ci hanno portato a superare quota 400 tesserati. Un incremento del 30 per cento rispetto all’anno precedente. Agonisticamente bene per la squadra femminile che ha saputo confermarsi in Serie A1 (una delle quattro prove è stata da noi organizzata a Dolo con ottimo successo di pubblico) e per tante nostre ginnaste che hanno a sinistra: Claudio Contro a sinistra: Allieve sul podio guadagnato l’accesso ai campionati nazionali di categoria svoltisi a Lavagna: Valentina Torcellan tra le allieve di 1° livello, Sara Collodel tra le allieve di 2° livello, Giovanna Gatto tra le juniores, Daria Sarkhosh, Eva Busatto e Veronica Mino tra le seniores. Daria ha poi partecipato agli assoluti di Gorizia classificandosi al 9° posto e sfiorando il podio alla trave. Nella ginnastica maschile si sta ricomincian- Daria e Eva sorridono al fotografo Ormai siamo arrivati alla cronaca di questi giorni, il nuovo secolo ci ha portato tante affermazioni e riconoscimenti per tutte e tre le sezioni. Potremmo farne subito l’elenco, ma preferiamo partire dall’ultimo. Quello più ambito perché ci è stato conferito dalla nostra città, il 19 novembre 2001. Il Premio Città di Mestre per lo Sport che il Panathlon International Club Mestre ha voluto assegnare – in occasione del ventennale – a chi ha dato lustro alla nostra città, incarnando gli ideali della correttezza, solidarietà e lealtà, come ha sottolineato il suo presidente Antonio Serena. È l’occasione per qualche consuntivo, limitato al primo anno del nuovo millennio. Mauro Scavezzon, presidente della sezione 95 La sezione pesi in Piazza Ferretto per StimoLoSport a destra: Minto con gli allievi Zanella, Bison e Squarcina Canoisti sul lago di Caldonazzo 96 do con i giovanissimi e bisognerà attendere qualche anno per valutare se le attuali buone individualità daranno conferme. Per il momento alle finali nazionali di categoria siamo stati presenti con Ivan Zanella e Mattia Bison tra gli allievi di 2° livello. Nella ginnastica jazz, guidata con tanta passione da Michela Pedrocco, deve essere sottolineata la qualificazione alle finali di Fiuggi di Gymna Estrada. Un risultato di sicuro prestigio. Anche Bruno Gallo, presidente della sezione Pesi, nonostante le difficoltà ambientali in cui opera la sezione e i conseguenti limitati nuovi tesseramenti, si sente appagato per i notevoli successi ottenuti in questo 2001. Pesi e biathlon hanno risposto molto bene. In particolare il pesista Luca Rossi si è confermato l’atleta di punta della sezione vincendo il titolo assoluto veneto, e raggiungendo il 4° posto in una manifestazione di altissimo livello tecnico-agonistico come la Coppa Italia a Ostia e la medaglia di bronzo al trofeo Alpe-Adria a Zalaegerszeg (Ungheria). Ma i pesisti più anziani non mollano. Alle competizioni Master a Lubiana hanno preso parte due vecchie conoscenze della Spes , Franco Omaggio e Paolo Ballarin e tutti e due si sono aggiudicati la medaglia d’oro nelle rispettive categorie. Ballarin con 245 kg. (140+105) ha vinto nella categoria fino a 45 anni, Omaggio con 170 kg ha vinto nella categoria oltre 55 anni. Lo stesso Ballarin era stato medaglia d’argento agli europei master in Cecoslovacchia. Nel Biathlon (sollevamento da panca e corsa 3,2 km.) la sezione della Spes ha ribadito la propria supremazia con autorevolezza. Si è presentata ai campionati italiani forte di sei titoli regionali. Su tutti Claudio Contro campione nei master B, argento per Claudia Boato e Franco Omaggio master C, bronzo per Roberto Boato master C e per Luca Zampieri master A, quinto Mattia Marchi e ottavo Mauro Cavestro. Cinque sul podio su sette partecipanti. La Claudia Boato non si è accontentata e ha partecipato e vinto alla grande il campionato Fipcf di resistenza su panca (sollevamento del bilanciere del peso pari alla metà di quello del concorrente) ripetendo il successo dell’anno precedente. Adel Zancanaro, presidente della sezione canoa, è alle prese con tanti problemi, finanziari, ambientali organizzativi, ma riesce a sopperire con l’entusiasmo. La situazione a punta San Giuliano è sempre in attesa di una definizione; ci sono prospettive per gli interventi del Provveditorato al Porto che dovrà sistemare tutto il banchinamento lagunare, ma per il resto i programmi non sono ancora definiti. L’anno sportivo non è stato parco di soddisfazioni e, soprattutto di speranze per il prossimo futuro. In particolare le trasferte di Caldonazzo e Sabaudia hanno messo in luce il valore degli allievi di Renzo Pietrogrande. A Caldonazzo nella Canoagiovani2001 Alvise Polesello ha stravinto la sua gara nel K1 Cadetti B, ma si sono distinti anche Luca Bellemo, Riccardo Vettorello e Niccolò Lazzari. Questi quattro ragazzi hanno poi vinto a Sabaudia la staffetta K1 200 metri. Singolarmente hanno ottenuto i seguenti risultati: Alvise argento nel k1 2000 e bronzo nel k1 200, Luca e Riccardo bronzo nel k2 2000 e argento nel k2 200. 2002 2002, siamo entrati nel centesimo anno dalla fondazione della Spes e ci prepariamo a festeggiare degnamente l’anniversario nel prossimo anno con le nostre sezioni di ginnastica, pesistica e canoa. L’attività continua con alacrità su tutti i settori, ma dobbiamo, prima di segnalare i risultati sportivi, sottolineare l’ennesimo riconoscimento che ci viene dal Coni e dalla Provincia di Venezia. In una bellissima cerimonia a Mirano “Veneziani sul podio”, tra i sei sportivi dell’anno viene premiata la nostra ginnasta Eva Busatto, punto di riferimento della squadra della Spes di A1. E proprio questa brava ginnasta con le compagne Daria Sarkhosh, spesso inserita nel team azzurro, Veronica Mino e la ritrovata Giovanna Gatto, impegnate nel duro confronto per confermare la permanenza al massimo livello nazionale, centrano agevolmente l’obiettivo. Il pubblico mestrino ha potuto ammirarle a Taliercio nella terza prova del campionato organizzata con la consueta perizia dalla nostra sezione ginnastica. Di assoluto valore la partecipazione della brava Daria Sarkhosh alla Como Cup (Italia seconda dietro la Cina) e alle Gymnasiadi (Italia prima). La sezione femminile della ginnastica pone speranze sulle più giovani Veronica Scavezzon, Samira Sarkhosh, Sara Collodel e su un altro bel gruppetto di giovanissime. La ginnastica maschile sta rinnovando completamente i suoi giovani atleti e confida di aver trovato un bel numero di ragazzi che potrebbero dare soddisfazioni in un prossimo futuro. I gruppi di ginnastica jazz e di spinbikeaerobic sono in grosso sviluppo e hanno vivificato la vita in palestra. La sezione pesistica è anch’essa on fase di ristrutturazione e conta sugli atleti esperti per mantenere alto il nome della sezione. Gli esempi che forniscono questi atleti sono ottimi. Paolo Ballarin ha conquistato, nel marzo scorso, il titolo italiano di sollevamento pesi Master B e Luca De Rossi, che si è confermato nei giorni scorsi il più forte atleta veneto, si appresta a partecipare ai campionati nazionali. Sempre molto forte il gruppo del biathlon che continua a mietere successi. Vi rimandiamo al capitolo Campioni per avere una idea concreta della loro supremazia. La sezione canoa ha un gruppo di giovani che si sta imponendo in regione e si fa notare in campo nazionale. I problemi logistici e finanziari che anche loro sentono co- a sinistra: Annalisa Zancanaro con i canoisti Vettorello, A.Polesello, Lazzari stantemente si ripercuotono talvolta sui giovani che, anche per la loro naturale esuberanza, avrebbero bisogno di un clima più sereno. Nonostante ciò sono molti i titoli regionali conquistati sia nel fondo (k1 N. Polesello, k2 Lazzari-Vettorello) che nella velocità (k1 N. Polesello) e le presenze in campo nazionale; ed è stato possibile organizzare, in collaborazione col Circolo Canottieri Mestre, in Canal Salso, una gara di fondo con la partecipazione di 150 equipaggi. Della situazione attuale delle sezioni, di come sono strutturate, dei quadri tecnici e di gran parte dei praticanti e degli atleti si dà ampio spazio nel capitolo “La Spes oggi”. Dobbiamo concludere questa sintetica cronaca scusandoci per le inevitabili omissioni e per gli involontari errori in cui fossimo in- 97 98 PERSONAGGI Angelo Giuseppe Cecchinato “Avevo ancora un compito da assolvere e poiché non ho più tempo di aspettare la scadenza del centenario, mi sono dedicato in questi ultimi mesi a raccogliere e collocare nella Mestre del loro momento, gli avvenimenti più rimarchevoli della Spes dalla sua fondazione ad oggi.” Così scriveva Angelo Cecchinato, Presidente Onorario, nel presentare il suo libro sul 70° anniversario della Spes. Per dare l’idea del temperamento e della passione sua e dei suoi amici per questo nostro sport, ricordava spesso l’episodio dell’Assemblea del 1948 durata tanto a lungo, ben dopo la mezzanotte, tanto da costringere Tito Tamburlini di farsela a piedi fino a Mogliano e Alberto Heinz, presidente del Comitato Regionale FGI, di arrivare a piedi fino alla sua abitazione di Venezia dove giunse a mattina inoltrata. Non a caso quindi Angelo Cecchinato e Alberto Heinz furono presenti il 12 giugno 1951 al Ponte delle Vespe alla riunione costituente del Panathlon, il club che nacque col nome di “Disnar Sport”. Un nome questo che normalmente viene interpretato come la sottolineatura dell’aspetto conviviale delle riunioni degli amici dello sport. Ma, riflettendo, è più corretto sottolineare non il verbo “disnar” ma l’oggetto “sport”. Gli amici che vogliono passare una serata insieme usano dire: stasera andiamo a mangiar pesce, oppure, in quella trattoria fanno delle ottime costicine alla brace, oppure ancora zuppa di fagioli e radicchio. Si qualifica insomma il tipo di pietanza, la qualità del disnar. Valutando quindi con attenzione proprio il carattere ed il temperamento, la passione e la dedizione dei fondatori del club e anche dei continuatori di quell’idea che si sta affermando in tutto il mondo, “disnar sport” sta a significare che lo sport è la pietanza, l’alimento che può o dovrebbe suscitare passioni e ideali disinteressati. Disnar sport vale alimentarsi di sport. Angelo Cecchinato certamente si è alimentato di sport e ha alimentato lo sport di Mestre. 99 Sandra Chillemi Le cronache sportive mancano spesso degli strumenti idonei a raccontare le attese, i sogni e le delusioni dei protagonisti dello sport. La rincorsa ai risultati, alle medaglie, ai record è implacabile e ingenerosa rispetto ai tanti piccoli drammi, alle grandi delusioni di chi dopo anni di sacrifici e di speranze deve rinunciare a perseguire i traguardi, che aveva programmato con tanta passione, per un infortunio o altro banale impedimento. Parlando con Chiara Chillemi della sua splendida attività sportiva, la prima cosa che le viene alla memoria, e sono passati più di trent’anni, è la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Città del Messico. Sa- 100 rebbe stata la prima ginnasta della Spes a partecipare ad un’Olimpiade, e non le avversarie ma un banale malanno le ha impedito di raggiungere il traguardo cui tutti gli atleti puntano con passione. E che di passione si trattasse per Chiara è assolutamente fuori dubbio. Erano tempi quelli che non lasciavano nulla agli atleti, nemmeno le tute e le sacche della squadra nazionale che a fine gara dovevano essere restituite alla Federazione. Chiara non ha avuto la soddisfazione di gareggiare a Messico con la mitica Vera Cavlavska, ma può in ogni modo essere fiera di essere stata la prima grande ginnasta della Spes. Valentina Spongia Valentina torna dai Giochi del Mediterraneo con tre medaglie al collo. Per la Spes Valentina e soprattutto i suoi genitori sono l’essenza della dedizione allo sport. Trasferiti da Trieste a Valdobiadene per motivi di lavoro, nella ridente cittadina pedemontana hanno trovato ben poco di quanto lasciato. Mancava tra l’altro quello che interessava maggiormente a Valentina: una palestra attrezzata e validi istruttori. L’occasione qualificata più vicina era la Spes a 70 chilometri da casa. Niente paura, per anni e anni, tre volte la settimana Valentina e la mamma prendono il treno o l’auto e vengono a Mestre. Il sabato e la domenica poi ci sono le gare, gli allenamenti collegiali, le trasferte e il padre e la madre riprendono l’auto, il treno o l’aereo per seguire la ragazza che diventa sempre più brava. Poiché i ritorni dei tanti successi sono tutti di natura simbolica, un Anonimo Mestrino si è cimentato in una ballata su Valentina che torna dai giochi del Mediterraneo di Casablanca 1975. Vedessi che splendida trave, che ruote ti faccio, precise, più brava dell’altre già brave ho mani e gambe decise. Stavolta l’uscita è perfetta, per esser graziosa e carina t’ho fatto anche qualche mossetta, è certo che son Valentina. Poi corro già verso il cavallo veloce, per darmi la spinta mi piego, m’avvito, non fallo, ci ho messo la solita grinta. La folla stupìta m’applaude E torno felice in panchina. Mi merito certo una laude L’ho detto: io son Valentina. Or sento dei colpi all’addome lottando tra legni ineguali, le braccia però non son dome e i voli che sembran mortali li eseguo con bella eleganza; il giudice anch’esso s’inchina, non sono soltanto speranza, qualcosa di più: Valentina. In pedana io sono gaiezza flic flac e gran salto avvitato li eseguo con pari destrezza. e l’Arabo, l’ha tanto incantato l’accordo tra musica e gesto, mi vuol come sua ballerina. al no! se ne va mesto mesto, sarò ancora per lui Valentina? Io corro sul podio veloce a godere di giusta medaglia, singhiozzo, mi manca la voce, la gloria però non m’abbaglia, il traguardo è sempre più in là promesso l’ho ai miei stamattina st’altr’anno nel gran Canadà sarò più che mai Valentina. 101 Monica Nicolè Nel novembre del 1973 Monica fa volare i suoi bellissimi capelli rossi ben alti al disopra dell’ostacolo e atterra sul tappeto campionessa italiana al volteggio. È la conclusione di un’annata fenomenale che l’aveva vista dominare al Trofeo Primavera di Verbania, una delle più importanti manifestazioni ginniche nazionali. Monica continua a frequentare la palestra della Spes per altri due anni sempre tenace, sempre carica d’entusiasmo e sempre più graziosa, ma non altrettanto fortunata. Infortuni non gravi, ma determinanti ne limitano la possibilità d’allenamento e conseguentemente i risultati non possono arrivare. Monica si rende conto che la ginnastica artistica non potrà più annoverarla tra le protagoniste, ma la sua potenzialità e la sua grinta sono tali che non le consentono di stare lontana dalla sport. Si guarda intorno. Il gruppo atletico Coin ha aperto le porte alle 102 ragazze, vale la pena di provare ricominciando da capo. Ha lasciato la ginnastica da campionessa, inizia la pratica di atletica leggera da allieva. Occorre modificare i termini. Per Monica non ci si può limitare a parlare di volontà e di grinta. Monica ha classe. Fatica a cambiare ritmi di corsa, tecnica di salto, ma quando comprende le tecniche non mancano i traguardi. Pochi altri atleti, donne o uomini, sono riusciti a ottenere la maglia azzurra in due specialità così diverse tra loro. Monica sia nei 100 sia nei 400 ostacoli ottiene vittorie su vittorie, titoli regionali, nazionali e universitari. Eppure c’è un titolo che Monica ha rifiutato. Una sera invitata da un’emittente televisiva per un’intervista sulla sua carriera, la bellissima rossa si è sentita proporre di lasciare lo sport e fare la presentatrice. Il richiamo delle palestre e delle piste era più forte. Diego Lazzarich Il 12 giugno 1986, praticamente alla fine dell’anno agonistico, la Spes concede il nulla osta a Diego Lazzarich per il suo trasferimento alla Società di Ginnastica e Scherma di Varese, era un atto dovuto verso una società che aveva ospitato per anni il nostro ragazzo e verso un atleta che aveva onorato il nome della Spes in tutto il mondo sportivo. Diego è stato senza dubbio il più grande ginnasta che sia nato agonisticamente nella Spes, per 12 anni ha fatto parte della squadra nazionale con 68 presenze in maglia azzurra e con un numero di primi posti individuali in incontri internazionali secondo solo al grande Menichelli. È stato un atleta ideale che non trascura studio e divertimenti, che in campo di gara dà il meglio di sé, senza troppi calcoli o ragionamenti utilitaristici. Ha perso molte occasioni per infortuni, per decisioni politiche, per esuberanza; ha perso gare che sembravano già vinte, ha vinto gare in cui nessuno lo pronosticava vincente. Generoso in campo e fuori. Nei Campionati mondiali del 1985 a Montreal, riserva per valutazioni forse affrettate, è stato generosissimo di assistenza morale ai compagni che si battevano con la maglia azzurra. Scrisse Marzolla in quell’occasione: “Diego assolve il compito di riserva come mai mi era capitato di vedere”. Ogni volta che Diego torna a Mestre, oltre alla sua famiglia, trova ad accoglierlo tutti quelli della Spes che per anni hanno gioito delle sue tante vittorie e penato per i suoi momenti di scoramento. Per un caso forse programmato da un abile sceneggiatore, l’ultima gara importante della stagione Spessina di Diego si è svolta proprio a Varese; in questo ideale passaggio di consegne Diego ha voluto regalarci un ultimo titolo nazionale, una medaglia d’oro aggiunta alle altre tantissime offerte alla Spes. 103 Gian Matteo Centazzo A chi desideri ripercorrere le date e le occasioni di successo di Matteo, dai quattro titoli nazionali individuali, a quelli di squadra nazionali e internazionali, alle 34 presenze in maglia azzurra, suggeriamo di rileggersi le cronache degli ultimi vent’anni. A chi desideri ricordare la limpida classe di questo ginnasta suggeriamo di soffermarsi sulle fotografie che lo ritraggono in alcuni dei memorabili suoi passaggi alla sbarra o al cavallo con maniglie. Qui diamo spazio ancora una volta all’Anonimo Mestrino che con più passione che ingegno, ha dedicato un sonetto a Matteo Centazzo vincitore del titolo di campione nazionale al cavallo con maniglie nel 1992 a Rimini, 104 La mano tesa stringe la maniglia, Ansia e timor spariscono d’incanto, Da questa prova ne verrà gran vanto Se il braccio al cuor ben s’appariglia. E allor, veloci ed ampi girotondi Sull’uno e l’altro braccio che si sposta, Un rotear del corpo senza sosta, Movimenti leggeri infin giocondi, È tutto un crepitar di mulinelli Che trascina la folla all’ovazione. E bravo Matteo, quale emozione. Son pure questi i tuoi momenti belli Quando disteso atterri sulla gloria Le braccia al cielo in segno di vittoria. Ernesto “Neno” Cecchinato Nel 1992 tutta la Spes è raccolta intorno al suo Presidente Onorario. Il Presidente Sergio Colorio, i membri dei consigli direttivi di tutte le sezioni, gli istruttori, gli atleti, gli allievi, i genitori e le autorità comunali e federali vogliono festeggiare degnamente il loro “Neno” che compie 90 anni. Neno è la memoria storica della società. Anche se i suoi primi passi da atleta li ha mossi con la maglia della Libertas, ha poi percorso tutta una vita al servizio della Spes. Una vita dedicata allo sport: atleta, istruttore, direttore tecnico, dirigente e finalmente Presidente Onorario. La sua presenza in palestra è stata sempre accolta con stima e simpatia; i suoi suggerimenti sono stati sempre ascoltati con attenzione. Talvolta era burbero, mai rude. Il solito Anonimo Mestrino colse l’occasione della festa celebrativa, azzardò di magnificare il percorso sportivo del festeggiato con un lungo strambotto di cui ci permettiamo di trascrivere solo la parte centrale. La ballata finiva con l’augurare al nostro Neno il traguardo centenario. Un traguardo che il destino non gli ha fatto raggiungere. Ci rimane il rimpianto di non aver realizzato l’intento di intitolare la palestra di vicolo della pineta al suo nome. Ma l’uomo, il maestro è rimasto nei nostri cuori. In quella Mestre antica s’andava ancor in biga Su strade disconnesse saltava anche il calesse. Ma il nostro Neno è forte e in mezzo ad una corte S’appresta alla tenzone col cuore d’un leone. La gloria non ha prezzo, lui vola sull’attrezzo E ripiomba sul tappeto. “El xè un fià dureto” Ma la passione è tanta e la vittoria è santa. Dolor non lo spaventa doman sarde e polenta Saran doppia razione. Che gran soddisfazione. 105 Formidabili coppie Raramente due fratelli o due sorelle si distinguono nello stesso campo, hanno attitudini simili o addirittura uguali. La Spes ha avuto invece e continua ad avere occasione di apprezzare caratteristiche similari in sorelle e fratelli oltre che tra padre e figli. Tutti noi abbiamo letto della famiglia Andreatta, elemento fondamentale per la nascita e per la vita della Spes cui ha fornito atleti, istruttori, dirigenti e sostenitori appassionati. D’altro canto, nella Spes come in tante altre associazioni sportive, le famiglie sono l’elemento fondamentale. Quasi tutti i dirigenti sono genitori che inizialmente accompagnano i figli in palestra e sui campi di gara e successivamente, attratti dall’ambiente, diventano soci e partecipi della vita della società. Torniamo alle coppie di fratelli. L’esempio più clamoroso, almeno per la ginnastica e per la Spes, è certamente quello delle bellissime ge- 106 melle Mancuso, Barbara e Maria Grazia, tutte e due provviste di classe e di eleganza, tutte e due determinate a scalare le classifiche e a salire sul podio e a rinverdire gli allori della mamma Ines Bressanello, campionessa di atletica. Indicativo è stato l’episodio, che resterà negli annali della Spes e della Federazione di Ginnastica, della presenza di tutte e due le gemelle nella nazionale italiana che incontrò la Francia nel 1971. In quella squadra composta da sei ginnaste, ben quattro erano ginnaste della Spes. Oltre alle gemelle erano presenti infatti anche Monica Nicolè e Maria Grazia Toso. Quando l’anno successivo la Maria Grazia Mancuso partecipò all’Olimpiade di Monaco, la grande gioia della ragazza fu attenuata dal non poter avere vicino a sé, sul campo di gara, la sorella Barbara. Sempre negli anni settanta, tra i tanti campioni che affollavano l’angusta sala pesi, i tre fratelli Armani erano presenti su tutte le pedane d’Italia, Silvio tra i pesi leggeri, Maurizio tra i medi e Massimo tra i massimi, e con loro c’era anche un cugino. Tra i pesisti c’è anche una tradizione di coinvolgimento dei figli: Paolo Ballarin atleta di ottimo livello, carattere determinato e fisico d’acciaio ancora non molla, ancora compete e s’impone nelle categorie master a livello europeo e mondiale mentre il figlio diciottenne è una bella promessa. Roberto Boato, stessa tempra di Paolo Ballarin, angelo custode della palestra e di tutti i praticanti, si cimenta ancora nel biathlon e nella resi- stenza su panca e ha coinvolto nella sua passione la graziosissima figlia Claudia che non ancora diciottenne ha già all’attivo più di un titolo nazionale nelle due specialità. Anche la canoa/kayak ha la sua splendida coppia di fratelli Niccolò e Alvise Polesello, il primo negli anni novanta, il secondo in questi anni sono stati i più forti rappresentanti di un bel gruppo di canoisti cresciuti a Punta San Giuliano, stessa classe, stessa grinta. Due ragazzi simpatici che affrontano le competizioni senza patemi e che riescono a ottenere risultati sorprendenti e, almeno per quanto riguarda Alvise, ancora in ascesa. Continuano la teoria delle coppie le graziose sorelle Sarkhosh, ginnaste mestrine, padre iraniano, mamma italiana. Daria è attualmente leader della squadra di ginnastica artistica che gareggia in serie A1 e ha più volte vestito la maglia azzurra, Samira, la più piccola, è in attesa di seguire le orme della sorella e già si intravedono ottime prospettive. La grinta e la classe non mancano a tutte e due. Una sfida improbabile Un pomeriggio di fine giugno 1973, Giacomo Bellinato e il suo piccolo seguito formato da Gardoni, Andreatta e qualche altro dirigente aspettano sotto le pensiline della Stazione di Mestre l’arrivo del treno da Roma. Sono in attesa di una squadra di ginnastica artistica femminile della Romania. C’era ansia nel gruppo per dei disguidi avvenuti nella stazione romana, ma tutto sembrava risolto e si apprestavano all’atto di cortesia e benvenuto dovuto agli ospiti. L’attesa finalmente ha termine, dal treno scende un gruppetto di persone. L’impressione è di delusione: i rumeni ci hanno snobbato e ci hanno mandato un po’ di bambine in viaggio di istruzione. In verità le componenti della squadra, oltre ad essere piccole e minute, non dimostravano più di dieci anni, sembravano esserini affamati più che atlete in carriera. Erano preoccupati per l’incontro triangolare con le squadre rumena e jugoslava organizzato nell’ambito delle cerimonie per il 70° anniversario della Spes. Dopo le presentazioni, il capo comitiva rumeno esprime il desiderio di visitare subito la palestra: le sue ragazze, dice, dopo tante ore di viaggio hanno bisogno di sgranchirsi le gambe e scaldarsi i muscoli. Poiché gli ospiti vanno sempre accontentati, dopo un piccolo rinfresco al bar della stazione, la comitiva si dirige verso la palestra. Appena lì, le facce dei nostri dirigenti cambiano espressione, quelle bam- bine sono semplicemente super, incredibili, eseguono flic e salti con precisione tecnica impressionante, certamente non hanno snobbato l’incontro. I nomi di quelle bambine sono annotati dal segretario della Spes con qualche difficoltà, nessuno le conosceva: Ungureanu, Comaneci, ecc .. servivano solo per stilare la classifica del confronto tra la squadra della Spes (Diodati, Spongia, Nicolè, Dallari, Fabbris, Masi) e quelle del Lyceum di Gheorki e del Partizan di Ljubljana. Si trattò di una sfida improbabile e irreale tra le nostre belle ragazze, e le slave non erano da meno, già toccate dalla femminilità mediterranea con quelle minute e apparentemente gracili bambine che parevano figlie di circensi. I loro gesti atletici erano precisi, determinati, memorizzati da ogni parte del corpo. L’impressione fu enorme sia in positivo sia in negativo. Era chiaro che la ginnastica di quelle ragazzine prefigurava la ginnastica del futuro, tecnologicamente e fisiologicamente organizzata con largo anticipo senza improvvisazioni e fantasie. Fu subito chiaro che in Italia e nella Spes si doveva cambiare qualcosa, non copiando l’inaccettabile, ma inventando dell’altro sviluppando le metodologie di allenamento e l’aggiornamento continuo della tecnica. Per fortuna l’incontro con Nadia Comaneci nel 1980 ci mostrò una ragazza ben sviluppata e gradevolmente vivace. TESTIMONIANZE Aloha Conosco gli amici della Spes fin dagli anni 80 e ricordo con piacere di aver partecipato alla mia prima olimpiade (Los Angeles ‘84) insieme ai rappresentanti di questo prestigioso sodalizio giunto a festeggiare un secolo di avvenimenti e attività sportive e culturali che hanno onorato lo sport italiano e non solo. Con l’apertura della sezione canoa/kayak e attraverso il lavoro dell’infaticabile Adel Zancanaro e famiglia, la Spes ha dimostrato di sapersi affermare anche in questa nuova disciplina sportiva. I risultati tecnici e le affermazioni dei pagaiatori della Spes, in particolare di Marco Zancanaro, dei fratelli di Niccolò e Alvise Polesello hanno aperto una strada per i giovani che si avvicinano alla canoa/kayak, nella volontà di seguire le gesta di questi atleti della Spes. Come campione e mentore di questa disciplina sportiva, auguro a tutto il Direttivo della Spes di proseguire in questo cammino e mantenere sempre viva e forte la volontà e il desiderio di lasciare ai giovani che verranno una Società dall’esperienza centenaria ma dallo spirito giovane e dinamico, virtù dimostrate nel lavoro con chi si avvicina allo sport, alla Spes sezione canoa/kayak e non solo. Confidando in un sicuro impegno futuro e in una volontà forte e dinamica, invito tutti ad unirsi al ricordo di questo secolo di sport e di festeggiare il centenario della Spes nel migliore degli auspici per il futuro della società. Arrivederci tra cent’anni...auspicando un bicentenario ricco di successi come il secolo trascorso. A questo augurio si associano gli atleti dell’Associazione CanoaRepublic Outriger Club e del presidente della stessa, la Campionessa Paraolimpica Sandra Truccolo. Daniele Scarpa Campione Olimpico e mondiale di kayak 109 Amarcord… 1949. La mia prima gara individuale a Schio. Mi regalarono una scatola di cioccolatini perché ero il più giovane. Ginnastica un po’ diversa in quegli anni. Oltre agli esercizi agli attrezzi, bisognava salire la fune in sette secondi e correre i 60 metri in nove secondi. La salita alla fune non presentava problemi, la corsa invece costituiva una seria difficoltà per molti ginnasti: ogni secondo in più comportava una penalizzazione di due punti. Nonostante le proteste di parecchie società, questi esercizi continuarono a far parte di tutte le gare individuali e di squadra per parecchi anni ancora. Ricordo che quelle prove erano ancora inse- 110 rite nel trofeo Michelon nel 1953. Quando la Federazione decise di toglierle fu una liberazione per tutti. Le gare di squadra erano momenti di grande entusiasmo e aggregazione ed erano seguite e sostenute da tutti i dirigenti della Spes, dal presidente Cecchinato, da Pio Martinuzzi, uno dei suoi più assidui collaboratori, e da mio padre Bruno De Lena, che la funzione di tesoriere rendeva particolarmente interessato alla gestione delle tante trasferte. Ricordo ancora l’impegno di Augusto Andreatta, uno dei soci fondatori della Spes, dei coniugi Carretto, di Neno Cecchinato e tanti altri. In quegli anni le gare di squadra maschili impegnavano 9 o 12 ginnasti su tre ordini di livelli o difficoltà, e ci si allenava soltanto tre giorni la settimana, nella palestra della scuola Bandiera e Moro, sotto la guida instancabile e generosa di Luigi Paroletti. Tra i miei compagni di quel periodo così vivace, ricordo il clan degli Andreatta, il futuro pittore Gianni Bordin, Plinio Danieli, e tanti altri che ancora oggi partecipano alle vicende quotidiane della Spes come Sergio Colorio, Giorgio Martinuzzi, Adel Zancanaro. Quante competizioni e accademie ci hanno visti impegnati e spesso premiati. Nel 1954 a Roma erano in programma i Campionati Mondiali di Ginnastica: era la prima volta nel dopoguerra che la nostra associazione aveva l’occasione di partecipare ad un incontro di così alto livello; a noi tutti interessava conseguire un buon risultato e quindi accettammo con piacere di allenarci anche la domenica mattina. Si diedero molto da fare anche i dirigenti che trovarono i mezzi finanziari per la costosa trasferta romana. Facevano parte di quella squadra, e spero di non dimenticare qualcuno, oltre a me, Luigi, Mario e Paolo Andreatta, Franco Basso, Franco Bariviera, Gianni Bordin, Mario Danieli, Renzo e Renato Besazza, Ettore Cercato, Giulio Rossetto, Giancarlo Molon, Mario Tanduo, Adel Zancanaro. Furono giornate indimenticabili: nessuno di noi aveva mai visto la Città Eterna, le sue piazze, i suoi monumenti, le sue fontane. Lo Stadio dei Marmi ci sembrò un teatro all’aperto: eravamo felici di esserci e ci sentivamo importanti. Ottenemmo risultati splendidi: noi maschi risultammo decimi su 104 squadre, le ragazze quindicesime su 75. L’entusiasmo era alle stelle. Il premio, accordatoci dai nostri accompagnatori, fu una gita a Frascati all’insegna dell’amicizia e del buonumore. Al rientro banda cittadina e sfilata per le strade di Mestre. Un entusiasmo che rinverdiva quello dell’anno prima in occasione dei festeggiamenti per il cinquantenario della Spes. Altri tempi. Altro concorso che ricordo con nostalgia è stato quello di Napoli nel 1957 e non solo perché fu una delle ultime gare a squadre. I nostri accompagnatori non contenti di aver goduto del mare, dei colori e della vivacità partenopea premiarono il nostro risultato sportivo con una visita a Pompei. A farci apprezzare gli splendidi tesori di quella città pensò il consigliere Tito Tamburlini che si rivelò un’ottima guida. Come ho accennato molti di noi hanno festeggiato nelle piazze di Mestre il cinquantenario della Spes e con ancor maggior entu- siasmo ci apprestiamo a celebrarne il centenario per ricordare insieme momenti ed emozioni che hanno lasciato un’impronta indelebile nel nostro cuore. Gianni De Lena Vice Presidente della Spes 111 Ginnastica è … C’ è il mondo dei rumori e c’è il mondo dei silenzi, dove gli sguardi sono domanda e risposta allo stesso tempo. È in questo spazio, la palestra che si concentrano i movimenti delle ragazzine minute e dei ragazzi dal fisico scolpito, un inno all’essenziale, quasi fosse sempre presente il timore di sciupare energie. Scelta non superficiale, come chi, guardando un vulcano a prima vista spento, decide di costruire una casa a due passi dal cratere. Errore grave, quasi quanto quello di non capire che gli atleti che volteggiano quotidianamente in palestra hanno dentro un fuoco che divora e li spinge a decifrare il giorno con una sensibilità rara. Parlare di palestra, della palestra della Spes, significa squarciare un fitto velo di ricordi steso dal tempo, aprire una finestra su un passato talmente lontano da sembrare quasi una favola. Un secolo di attività sportiva che, proprio come nelle favole, ha consentito ad un buon numero di giovani mestrini di assurgere ai più eclatanti risultati agonistici e a tutti coloro che ne hanno varcato lo storico portone di acquisire una sana educazione fisica e morale. La storia della nostra società racchiude in sé anni di successi e di affermazioni prestigiose coronate da mille e più presenze in azzurro, da numerosi titoli mondiali e europei, da diverse partecipazioni olimpiche. Sono risultati che rispecchiano un modo di vedere e vivere lo sport e le sue vicende. Si parla di forza, determinazione, equilibrio, formazione del carattere, sacrificio, passione. In una parola di ginnastica. È anche vero che non tutti possediamo quelle qualità fisiche e mentali per distinguerci e renderci campioni, ma spesso non importa essere i più bravi o i più forti per sentirsi liberi, basta molto meno. In palestra si attua un’attività non competitiva, una ginnastica per tutte le età, dai giochi di movimento a esercizi sempre più accurati con scopi anche salutistici, in particolare per adulti ed anziani, o di divertimento per il semplice piacere di crescere e stare insieme. Cose, per chi è esorcizzato dal pallone, in parte ancora incomprensibili. L’espressione libera del corpo attraverso la ginnastica, guidata da tecnici specializzati formati in palestra e spesso ex campioni, ci permette di esprimerci secondo la nostra propria creatività motoria. In palestra sport e cultura sono legati all’essenza di purezza del fine, unico ed autentico, che l’intero movimento persegue pur con tutti i limiti dell’umana natura. Pur essendo lieta e fiera di aver contribuito alla promozione della ginnastica in tante manifestazioni in Italia e all’estero con la maglia della società e con quella azzurra, debbo riconoscere che, indipendentemente dal risultato e dal livello, chi pratica questa attività scopre un mondo nuovo: un mondo di rumori, un mondo di silenzi. Il mondo della Spes. Ketty Titon 112 Come dimenticare Monaco Un simpatico bassotto, dai colori dell’arcobaleno, Valdo, la mascotte delle Olimpiadi di Monaco, racchiudeva in sé l’aria festosa dell’evento sportivo che aveva ridipinto con i colori dell’iride tutta la città. Agosto 1972. Sembra impossibile, eppure sono passati trent’anni. Doveva essere una fine estate memorabile per me e per tutto il mondo sportivo. In quei giorni compivo sedici anni. Eccomi ospite in una trasmissione televisiva tedesca. Io… in uno studio televisivo… incredibile. Tutto mi sembrava fantastico, finalmente coronavo il mio sogno, dopo un anno di dure selezioni e non poca fatica, avevo raggiunto la massima aspirazione di un atleta: partecipare alle Olimpiadi. Ero molto emozionata in quel turbinio di novità e agitata per la prova impegnativa che mi attendeva, ero consapevole che anch’io dopo tutto rappresentavo l’Italia sportiva. Prese dai nostri problemi di concentrazione e di preparazione alla gara, noi ragazze della squadra nazionale di ginnastica artistica accettammo senza troppa attenzione tutte le formalità imposte dall’organizzazione: foto tessere, cartellini d’identificazione, regole di comportamento. Ricordo però che la sorveglianza intorno al Villaggio Olimpico era strettissima, ovunque mi voltassi potevo scorgere guardie, uniforme blu e cappello bianco, La nostra gara si svolse regolarmente in un clima entusiasmante per la grande attenzione del folto pubblico e l’incredibile numero di giornalisti e di cineprese. Fra tutte le mie avversarie, fui veramente impressionata dalla classe e dall’eleganza di Olga Korbut. Il risultato della nostra squadra fu in linea con le previsioni. Finito il nostro soggiorno al Villaggio Olimpico tornai a casa felice, accolta dall’abbraccio caloroso degli amici della Spes. Ovviamente continuai a seguire con grande interesse le gare olimpiche in televisione. Il 5 settembre il dramma, lo sgomento, tutte le sensazioni gioiose di giornate esaltanti impallidirono davanti a quelle immagini drammatiche. Pochi giorni prima io ero lì, in quei luoghi, con quelle persone che ora stavano vivendo una incredibile tragedia. Ormai a Monaco si poteva soltanto respirare tensione, paura, disperazione per la sorte di atleti che venivano immolati per finalità disperate e strategie criminali. Ancora adesso mi sento un poco defraudata di un sogno lungamente rincorso con spirito di amicizia anche nei confronti delle mie avversarie sportive. E questo triste ricordo è, purtroppo, spesso riemerso in tutti questi anni ogni volta che la violenza si è abbattuta su uomini inermi e incolpevoli.. Non ci resta che sperare nei nostri figli. Maria Grazia Mancuso 113 Un peso per Omaggio Cent’anni della Spes. Esaltante traguardo. La sezione pesi, comunque, ne compie meno della metà, quaranta, ma vissuti intensamente, quasi a voler recuperare terreno, per appaiarsi nei valori ai “secolari” ginnasti. Molti, moltissimi gli atleti che hanno indossato il body biancazzurro contribuendo, tassello su tassello, a scrivere una storia fatta d’innumerevoli sacrifici e contenute soddisfazioni, seppur appaganti. Fra tutti, le insegne di ideale alfiere si possono assegnare senza meno a Franco Omaggio giunto alla soglia dei sessant’anni e tuttora in piena attività. La sua è, come s’usa definirla, una vita per lo sport, o meglio per la Spes. Senza retorica. Nato pesista nel 1963 proprio con l’avvio della sezione, Franco ha gareggiato per un ventennio raccogliendo innumerevoli titoli veneti ed una decina di podi tricolori. Senza peraltro la soddisfazione dell’oro, preceduto immancabilmente dai “pro- 114 fessionisti” dei gruppi militari. Dilettante all’ennesima potenza, per allenarsi doveva fare i doppi salti mortali, visto il non certo leggero lavoro d’operaio turnista in fonderia e le legittime incombenze familiari nei riguardi di consorte e tre figli. Ma la passione, la passionaccia, mai s’affievolì, nemmeno quando nel 1982 smise di cimentarsi con il bilanciere. Anzi. Passò ad allenare (ora è “maestro” il massimo livello tecnico). Tuttavia, pur istruttore, il vezzo di competere non l’ha mai abbandonato. Eccolo perciò, negli ultimi anni vincere a livello “master” un paio d’internazionali Alpe – Adria, poi quattro titoli italiani nella nuova specialità del biathlon (3,2 km di corsa e sollevamento da panca). “Indubbiamente Franco Omaggio è la figura più rappresentativa e carismatica della nostra pesistica” il giudizio di Bruno Gallo, responsabile di sezione da un quarto di secolo, “passo passo – seguita – ha segnato la strada, divenendo un simbolo per quella sua passione inesauribile, quasi commovente, che lo porta ad ottenere stupefacenti risultati.” Ma, in fatto di particolarità, alla Spes sembra stia attestandosi la “sindrome famiglia”. Ha iniziato Paolo Ballarin. Dopo un passato niente male come senior, ora tra i master s’è piazzato secondo e terzo nelle ultime due edizioni dei campionati continentali. Questi lusinghieri riscontri hanno destato lo spirito di emulazione del figlio Mauro, arrivato ad un paio di ““bronzi” agli italiani cadetti e junior. Non è tutto. Pure Roberto Boato (svariati titoli regionali, ora allenatore) nel 2000 è giunto a laurearsi campione italiano nel biathlon, imitato con successo dalla figlia Claudia, allora diciassettenne. Buon sangue.. Francesco Marcuglia Quando i figli si appassionano Nel settembre del 1989 cercavo una palestra per Niccolò, mio figlio di nove anni, un bambino iperattivo che aveva sempre tanta voglia di fare acrobazie. Avevo anche Alvise di due anni e un lavoro che m’impegnava, cercavo quindi vicino a casa. Adel Zancanaro promotore e responsabile della nuova sezione Canoa della Spes allenava i ragazzini nella vicina palestra Leopardi di Viale San Marco. Fu quella l’occasione. Niccolò pareva contento della nuova attività e nella primavera del 1990 imparò ad andare in canoa; gli riusciva bene e la partecipazione alle prime gare fu premiata da medaglie che lo resero entusiasta. Se in palestra poteva recarsi da solo, in occasione delle gare noi genitori eravamo sempre presenti, soprattutto io mi appassionavo ed ero orgogliosa dei suoi successi. Ci rendemmo presto conto che Niccolò si allenava con ferrea costanza tutti i giorni possibili dell’anno, senza preoccuparsi troppo delle condizioni meteorologiche. Sapevamo che Niccolò era cocciuto, ma fummo sorpresi nello scoprire di avere un figlio determinato. Tutto questo ebbe uno sviluppo positivo nelle relazioni con i coetanei, che si fecero meno competitive. Tuttavia lo stress dovuto ad una vita divisa tra studi e allenamenti gli procurò degli scompensi psicologici che abbiamo dovuto tenere sotto controllo. Inoltre lo minacciava una lieve scoliosi che rese necessario il ricorso ad un medico dello sport per evitare peggioramenti e migliorarne la situazione posturale. Difficoltà superate. Nel corso degli anni le nostre vacanze sono state piacevolmente condizionate dal calendario delle gare, abbiamo conosciuto laghi e fiumi di mezza Italia, dall’Adriatico al Tirreno. Alvise è cresciuto tra le gare di Niccolò e le brevi uscite in canoa, che io effettuavo talvolta con lui. Ricordo ancora la prima uscita nelle acque di San Giuliano con la canoa turistica per bambini. Si stancò e non parve soddisfatto dell’esperienza. In casa Niccolò parlava spesso e volentieri della sua passione tanto che coinvolse il fratello. Quando nel settembre del 1997 Alvise ci annunciò di volersi dedicare alla canoa, fu una sorpresa per tutti, ma fu presto evidente che anche lui aveva la stoffa del canoista, con la costanza dello sportivo, la facilità d’apprendere la tecnica, senza timore nei confronti della fatica e degli impegni. Anche Alvise ha cominciato a collezionare coppe e medaglie e noi abbiamo continuato i nostri viaggio tra laghi e fiumi. Oggi, 2002, mentre Alvise insegue appuntamenti agonistici sempre più impegnativi, Niccolò, fresco istruttore FICK, ha scoperto il piacere di trasmettere la sua passione ai ragazzini che si avvicinano alla canoa. Tra un esame universitario e l’altro e con qualche modesto rimborso spese. Tuttora in famiglia l’argomento ricorrente tra Niccolò e Alvise riguarda la canoa, allenamenti e gare, e a noi genitori non resta che ascoltare. Loro, come la maggior parte dei ragazzi che gareggiano per la Spes Canoa, sia pure con alti e bassi hanno gratificato il lavoro di coloro che si sono impegnati nella preparazione tecnica e atletica; spesso sono saliti sul podio contribuendo al buon livello tecnico di tutta la squadra. Per molti la canoa è un natante senza pretese e l’andar in canoa è un piacevole passatempo estivo. Per me, mamma, la canoa ha rappresentato la proposta ideale per incanalare le esuberanze dei miei figli, la canoa è entrata nella mia vita per caso, diventando parte integrante della vita familiare. Laura Borgo Polesello 115 Un’altra maglia azzurra Evviva si parte per Caen. Vestire la maglia azzurra è doppia soddisfazione, sportiva e turistica. A Caen nella Bassa Normandia si sono svolte le XII Gymnasiadi 2002, la bellissima manifestazione che vede la partecipazione di centinaia e centinaia di giovani provenienti da tanti paesi. La delegazione italiana era la più numerosa e ho avuto la possibilità di conoscere atleti d’altre discipline, soprattutto nuoto, atletica e ritmica. Durante la trasferta il nostro più grande amico si è rivelato il pullman, tre giorni di viaggio per arrivare a Caen, due giorni per il ritorno, quaranta minuti per ogni trasferimento dall’albergo alla palestra e viceversa. Il pullman ci serviva per ammirare il paesaggio, per chiacchierare, per riposarci. Il nostro albergo a Caen era situato vicino alla spiaggia, sulla Manica, e sulla spiaggia qualche volta andavamo a correre e a fare potenziamento, ma anche a scattare qualche fotografia per poter poi ricordare quei bei momenti con la mia famiglia e i miei compagni della Spes.. Una delle cose che mi ha colpito è stato il menu, quasi sempre patate bollite e pollo. Ah! la fama della cucina francese e della Normandia patria delle ostriche e dei più pregiati frutti di mare. Eppure la mascotte della manifestazione era una mucca; ovunque ti girassi potevi osservare persone vestite da mucca con patti- 116 ni a rotelle. Un modo per far divertire partecipanti e spettatori. La gara si è svolta per noi, della squadra di ginnastica artistica femminile, nel migliore dei modi e potevamo contare sul tifo delle ginnaste italiane della ritmica che, per la verità, erano venute in palestra attirate in particolar modo dai ginnasti. È stato divertente sentirle gridare il nostro nome dalle scalinate del pubblico. Noi abbiamo ricambiato volentieri l’incoraggiamento quando è stato il loro turno di gara. Sono ovviamente felicissima di aver contribuito alla conquista della medaglia d’oro della squadra con una prestazione completa, la mia prima volta in campo internazionale, e in netto miglioramento rispetto alle precedenti occasioni. I miei punteggi: volteggio 8,75 trave 8,35 parallele 8,275 corpo libero 7,95. La serata più bella e divertente è stata quella del Grand Gala che si è svolta nel Palazzo dello sport con la presenza degli atleti di tutte le specialità. Si sono esibiti i ginnasti di artistica e ritmica che avevano ottenuto i migliori punteggi; la serata era arricchita anche dalla partecipazione di atleti dell’aerobica e del trampolino elastico. Come in un teatro, un unico fascio di luce illuminava l’atleta che si stava esibendo, entusiasmante. È stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di visitare nuovi posti e di conoscere tanti miei coetanei di altri paesi e anche di aggiungere un “+1” alle mie presenze in maglia azzurra. Daria Sarkhosh ARTISTI PER LA SPES Io accosto, tu bocci. Gianni Bordin riesce a distrarsi dal suo quotidiano solo con l’attività fisica, col sano agonismo imposto anche da una partita amichevole sui campi di bocce. Del resto in gioventù Bordin è cresciuto nei cortili e nelle palestre della Spes, ginnasta di buon spessore, impegnato da individualista o inserito nelle squadre ha sempre dato il meglio di sé ed ha ottenuto anche soddisfazioni e titoli. Le sue forti braccia, la sua tecnica lo facevano primeggiare soprattutto alle parallele e alla sbarra. Ma questi sono ricordi, oggi Gianni Bordin usa le mani per fissare emozioni e colori sulle tele. È conosciuto come pittore di figura, di paesaggio, di barene e capanni. Ma, come spiega il critico d’arte prof. Giulio Gasparotti, Bordin è arrivato a ricombinare l’immagine e ad estrarre dalla realtà situazioni diverse, comunque reali, rivolte oggi ad una simbologia della contemporaneità confortata da pensieri e riflessioni che ritornano sui problemi del fare e della vita e ne metabolizzano il mito, attraverso un linguaggio erompente, tensivo tra movimento e spazio, tra ritmi e modificazioni continue di luci. Bordin ora plasma non solo corpi e attrezzi, ma soprattutto l’ambiente di coinvolgimento, continuando ad analizzare l’azione della luce. Vi aggiunge il gesto, crea uno spazio policentrico, rompe all’occorrenza i piani spaziali, la cui costruzione coglie la genesi del processo che l’ha generata. Poiché dobbiamo smentire che sia inconsueto che un campione sportivo abbia una svolta totale nel campo artistico, abbiamo chiesto a Gianni Bordin di regalarci una nuova emozione ideando la copertina del nostro volume commemorativo del centenario. Ha risposto con la passione di sempre. E del resto incontri con gli artisti la Spes ne ha avuti spesso in passato e tutti di alto livello, grafici ottimi come Tapiro e Zorzetto, coreografe come Patrizia Spadon, disegnatori come Ongaro hanno dato lustro alle nostre manifestazioni più importanti. In particolare Paolo Ongaro, geniale creatore della Storia delle Olimpiadi a fumetti e di tantissimi altri volumi dedicati allo sport, ci è stato molto vicino in tante occasioni impreziosendo i nostri mezzi di comunicazione col pubblico (manifesti, gadgets, calendari). Le sue originali immagini si ritrovano spesso in questo libro e gli danno un tocco di freschezza. E come non ricordare la disponibilità di tutta la famiglia dei pittori veneziani e mestrini nel concorrere con grande generosità alla manifestazione di solidarietà per lo sfortunato atleta toscano Federico Chiarugi. Quale miglior rapporto tra arte e sport. Abbiamo la fortuna ed il piacere di poter chiudere questa breve memoria con i versi del poeta veneziano Maurizio Zanon, dedicati alla ginnastica artistica: Eleganti, si distendono le forme: quasi un incantesimo! Sinuose leggere ovattate articolazioni sospese per un attimo fra spazio e attrezzo: sembra impossibile che essere umano possa arrivare a così tanto! 117 I PRESIDENTI DELLA SOCIETÀ GINNICO-SPORTIVA SPES Ordinamento unitario: Franco Riccato Andrea Cavalieri Andrea Cavalieri Giuseppe Angelo Cecchinato Luciano Preo Giacomo Bellinato Vittorio Gardoni Adriano Moscati Sergio Colorio 1903 - 1919 1919 - 1926 1945 - 1948 1948 - 1964 1964 - 1967 1967 - 1974 1974 - 1978 1978 - 1982 1982 - 1988 Ordinamento Polisportivo Sergio Colorio Giancarlo Centazzo - Ginnastica Bruno Gallo - Pesistica Adel Zancanaro - Canoa 1988 - 1992 Sergio Colorio 1992 - 1996 Dario Di Marcantonio - Ginnastica Bruno Gallo - Pesistica Adel Zancanaro - Canoa Adriano Moscati 1996 - 2000 Dario Di Marcantonio - Ginnastica Bruno Gallo - Pesistica Adel Zancanaro - Canoa Adriano Moscati Mauro Scavezzon - Ginnastica Bruno Gallo - Pesistica Adel Zancanaro - Canoa 2000 - 2004 119 AZZURRI Atleti che hanno gareggiato in campo internazionale Baldrocco Martina Ballarin Paolo Calabrò Bianca Maria Centazzo Gianmatteo Chillemi Sandra Corrà Andrea Farinea Giorgio Federico Scaggiante Finato Francesca Gallo Nerina Gambaro Federica Gatto Giovanna Iannuzzi Leonilde Lazzarich Diego Mancuso Barbara Mancuso Maria Grazia Masi Elisabetta Meneguzzo Renzo Miglioranza Caterina Mozzicato Sandra Nicolè Monica Omaggio Franco Pasio Caterina Pistacchi Daniela Sarkhosh Daria Spongia Valentina Titon Ketty Toniolo Martina Toso Maria Grazia Turcato Dino Zancanaro Marco 121 CAMPIONI Atleti della Spes che hanno conseguito un titolo di campione nazionale 122 Anno Nominativo Sport 1904 1947 1966 1966 1966 1969 1969 1970 1970 1971 1971 1972 1972 1972 1973 1974 1974 1974 1974 1975 1975 1976 1976 1976 1976 1976 1978 1978 1978 1979 1979 1979 1980 1980 1981 1981 1981 1982 1982 1982 1982 1982 1982 1983 1983 1983 1984 1984 1984 1984 1985 1986 squadra maschile squadra maschile D. Turcato R. Miele R. Maggio S. Chillemi R. Meneguzzo R. Meneguzzo squadra maschile P. Bergamo M.G. Toso squadra femminile M. Nicolé R. Meneguzzo M. Nicolé C. Pasio squadra femminile squadra maschile F. Franceschini E. Masi R. Salviato E. Masi E. Masi E. Masi C. Pasio D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich squadra maschile squadra maschile A. Corrà D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich D. Lazzarich L. Iannuzzi L. Iannuzzi D. Lazzarich D. Lazzarich palla a sfratto palla a sfratto pesi pesi pesi ginnastica artistica pesi pesi pesi pesi ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica pesi ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica pesi ginnastica artistica pesi ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica Specialità medi medio mass mosca trave m/massimi m/massimi massimi concorso concorso concorso m/massimi volteggio concorso concorso concorso m/leggeri trave concorso parallele trave concorso concorso corpo libero volteggio parallele corpo libero volteggio parallele corpo libero volteggio corpo libero sbarra concorso concorso concorso concorso corpo libero volteggio parallele concorso volteggio parallele corpo libero volteggio trave corpo libero corpo libero volteggio Categoria assoluti assoluti junior allievi esordienti assoluti allievi allievi assoluti esordienti junior allieve junior junior assoluti allieve allieve giovanile esordienti assoluti studenti assoluti assoluti assoluti junior allievi assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti allievi allievi junior assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti assoluti 1989 1989 1989 1989 1990 1991 1992 1992 1992 1992 1992 1992 1993 1993 1993 1993 1994 1994 1996 1996 1997 1997 1997 1998 1998 1999 1999 2000 2000 2001 2001 2001 2002 2002 2002 K. Titon G.M. Centazzo F. Meggiato M. Vannuzzo F. Meggiato F. Meggiato K. Titon K. Titon K. Titon S. Mozzicato G.M.Centazzo N. Polesello S. Filippetto G.M. Centazzo G.M. Centazzo N. Polesello N. Polesello F. Scaggiante F. Omaggio C. Contro F. Omaggio C. Contro E. Giannini F. Omaggio C. Contro F. Omaggio C. Contro R. Boato C. Boato Squadra maschile C. Boato C. Contro Paolo Ballarin F. Omaggio C. Contro ginnastica artistica ginnastica artistica pesi pesi pesi pesi ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica canoa/kayak ginnastica artistica ginnastica artistica ginnastica artistica canoa/kayak canoa/kayak pesi biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon biathlon femmininile canoa/kayak resistenza su panca biathlon pesi biathlon biathlon concorso sbarra mass. piuma massimi massimi concorso parallele trave corpo libero cav.maniglie k1 fondo concorso parallele sbarra k1 fondo k1 velocità medi k1 staffetta 4x200 under 13 femm. assoluti speranze seniores junior junior individ.Serie A individ.Serie A individ.Serie A individ.Serie A assoluti allievi under 16 femm assoluti assoluti cadetti cadetti seniores master C master B master C master B master A master C master B master C master B master C junior cadetti junior master B master B master C master B 123 LA SPES OGGI La Società Ginnico Sportiva SPES Mestre è una libera associazione di persone senza fime di lucro, apolitica e aconfessionale ed ha per scopo di promuovere e propagandare tutte le attività sportive rivolte all’educazione morale e fisica dei propri associati. I soci della Spes si suddividono in: Soci benemeriti, designati dal Consiglio Direttivo per merito; Soci attivi, che si dedicano all’attività sportiva in una delle sezioni; Soci rappresentanti, un genitore del socio minorenne; Soci sostenitori. Tutti i soci maggiorenni hanno pari diritti, compresa l’eleggibilità attiva e passiva. La Spes aderisce al CONI ed è affiliata alle Federazioni Sportive Nazionali per le discipline sportive praticate. Attualmente la Spes si articola in tre sezioni: Ginnastica - aderente alla FGI Federazione Ginnastica d’Italia - sede in Vicolo della Pineta 5 Pesistica - aderente alla FIPCF Fed. Italiana Pesistica e Cultura Fisica - sede in Via Olimpia 14 Canoa - aderente alla FICK Federazione Italiana Canoa Kayak - sede in Punta San Giuliano Le sezioni hanno autonomia funzionale e sono gestite da un proprio consiglio direttivo. Gli organi istituzionali della SPES sono: Il Presidente, eletto dall’Assemblea Generale ogni quattro anni secondo il ciclo olimpico. Il Consiglio Direttivo, composto da cinque soci eletti dall’Assemblea Generale e da due consiglieri indicati da ciascuna sezione. Il Collegio dei revisori dei conti. Il Collegio dei probiviri. La vita dell’associazione è retta da uno statuto e da un regolamento e ogni sezione è tenuta anche a conformarsi alle normative della rispettiva federazione. Consiglio direttivo in carica Moscati Adriano - Presidente De Lena Gianni - Vice Presidente Martinuzzi Giorgio - Segretario Sambugaro Giorgio - Tesoriere Farina Ermes - Consigliere Torresin Giuseppe - Consigliere Scavezzon Mauro - Rappresentante Ginnastica Busatto Bruno - Rappresentante Ginnastica Gallo Bruno - Rappresentante Pesistica Crimi Nicola - Rappresentante Pesistica Zancanaro Adel - Rappresentante Canoa Fuchs Angelo - Rappresentante Canoa Collegio dei revisori dei conti Berti Giuliano Centazzo Giancarlo Toniolo Sandro Collegio dei Probiviri Colorio Sergio Di Bella Ignazio Lazzarich Giuseppe S.G.S. SPES - Vicolo della Pineta 5 30174 Mestre Venezia C.F. 8201390271 - P. Iva 02626530279 SEZIONE GINNASTICA Vicolo della pineta 5, Mestre · Tel e Fax 041.611722 e-mail [email protected] - orario segreteria 17-19 Consiglio direttivo in carica Scavezzon Mauro - Presidente Bianchi Carla - Vice Presidente Righetto Agostino - Tesoriere Busatto Bruno - Consigliere Golinelli Serena - Consigliere Palmieri Casotti Fiorenza - Consigliere Parolari Bruno - Consigliere Medico Sociale - dott. Arturo Brini Fisioterapista - Franco Spada Segretaria - Ida Bonso Attività esercitate Addestramento ginnico Attività motoria per adulti Ginnastica jazz Ginnastica artistica Spin bike aerobic Ricerca del benessere. I bambini devono essere incoraggiati ad impegnarsi in una attività fisica quasi giornaliera per sviluppare forza, mobilità, agilità e resistenza. L’età evolutiva merita la massima attenzione e non si possono affidare i ragazzi a mani inesperte e non dotate delle nozioni, anche psicologiche, necessarie per seguirne il corretto sviluppo. Poiché i benefici di una attività fisica non si mantengono per lungo tempo, un esercizio fisico costante è necessario, o quanto meno consigliabile, anche per gli adulti e va seguito da istruttori qualificati. Tutti i praticanti, di qualunque livello, sono tesserati alla Federazione Ginnastica d’Italia FGI, previa visita medica, e sono conseguentemente assicurati con Sportass Palestra Coni di Vicolo della Pineta 5 - Mestre L’impianto, inaugurato nel 1969, è costituito da una palestra di oltre 1400 mq. coperti con ampi servizi, docce, spogliatoi, infermeria, massaggi, abbronzatura, segreteria e uffici e sala riunioni. E inoltre, spazi recintati per attività all’aperto e parcheggi. La palestra è arredata con una completa serie di attrezzature: Pedana olimpionica di 144 mq (12x12) per esercizi a corpo libero, con parete a specchio di 20 mq. Fosse paracadute per esercizi di prova al volteggio, anelli, sbarra ecc. Sala ginnica con specchio di oltre 20 mq Sala per spin bike aerobic con venti bikes Tappeto elastico (6x3 m.) e pedane di spinta Parallele pari e parallele asimmetriche Travi di equilibrio –castello per anelli – sbarre di varia altezza Cavalli con maniglie e funghetti per allievi Cavalli e nuova tavola per volteggio Spalliere – funi e pertiche per potenziamento Tappeti e tappetoni di vari spessori e misure Piccoli attrezzi per ginnastica propedeutica Impianti di diffusione per musica e altoparlanti. La palestra è omologata dalla FGI per gare di ginnastica artistica a tutti i livelli, la capienza per il pubblico è tuttavia limitata, ma sufficiente per lo svolgimento di manifestazione regionali e 125 interregionali La sezione è divisa, operativamente, nei seguenti settori, il cui coordinamento tecnico è affidato alla signora Fiorenza Palmieri, per anni istruttrice e giudice federale: Addestramento Agonismo femminile Agonismo maschile Ginnastica jazz Spin bike aerobic Per soddisfare le più diverse esigenze dei frequentatori della palestra, l’attività è suddivisa in gruppi omogenei per età, preparazione e orari: 126 Gruppo giovanissime (ragazze da 4 anni in su) Istruttori: Anna Maria Pozzi, responsabile del gruppo e dei rapporti con le scuole elementari del Circolo didattico di Carpenedo e Bissuola Tania Festari, Diplomata ISEF, ex ginnasta, istruttrice e giudice federale Lucia Favilli, Diplomata ISEF, istruttrice Anita Traverso, istrruttrice societaria Valentina Scavezzon, istruttruce societaria 127 Gruppo giovanissimi (ragazzi da 4 anni in su) Istruttori: Giorgio Tedeschi, istruttore societario Francesco Barbaro, istruttore societario Gruppo adulti (oltre 18 anni) Istruttori Enrico Minto Anna Maria Pozzi Gianmatteo Centazzo Gruppo signore (qualsiasi età) Istruttore Palmieri Fiorenza, responsabile del gruppo 128 Gruppo palestra Istituto Berna Istruttore Francesca Di Bella ex ginnasta, istruttrice federale Ginnastica artistica femminile (agonismo) Staff tecnico: Giorgio Citton, diplomato Isef, già ginnasta di livello nazionale, istruttore e giudice federale, nonostante la giovane età guida da oltre vent’anni il settore tecnico femminile e ha portato a livelli internazionali atlete come Leonilde Iannuzzi e Ketty Titon; Paola Traverso, diplomata Isef, già ginnasta di buon livello, istruttrice e giudice federale, cura in particolare l’aspetto coreografico degli esercizi; Anna Maria Pozzi, già ginnasta di buon livello, istruttrice e giudice federale; Emiliano Granzotto, già ginnasta di buon livello, istruttore federale. Ginnaste: Componenti Squadra di A1 Eva Busatto, 1984 Giovanna Gatto, 1987 Veronica Mino, 1985 Daria Sarkhosh, 1986 Squadra junior Squadra allieve Sara Collodel, 1989 Samira Sarkhosh, 1989 Veronica Scavezzon, 1989 Valentina Torcellan, 1992 Erica Borsetto, 1991 Elena Masiero, 1992 Ilaria Foscarini, 1990 Federica Milani, 1993 Francesca Samà, 1992 Ginnastica artistica maschile (agonismo) Staff tecnico: Sergio Fiorin, già atleta di ottimo livello internazionale, istruttore e giudice internazionale, ha prodotto atleti di livello eccezionale quali Lazzarich, Centazzo, Rossato, Farinea, Corrà; Enrico Minto, istruttore e giudice federale, particolarmente qualificato per la preparazione delle gare di squadra con la quale ha conquistato parecchi titoli regionali e nazionali; Gianmatteo Centazzo, ex olimpionico, già allievo di Fiorin, ne segue le orme allenando con passione le più giovani promesse della società, istruttore e giudice federale; Andrea Corrà, già ginnasta di buon livello, istruttore societario. Ginnasti: Alberto Spada, 1993 Andrea Furlanetto, 1991 Christian Cestaro, 1994 Federico Santi, 1993 Federico Squarcina, 1991 Federico Tonon, 1992 Francesco Pellegatta, 1991 Ivan Zanella, 1989 Leonardo Castelli, 1992 Lorenzo Bastianello, 1992 Mattia Bison, 1993 Piero Trevisan, 1993 Riccardo Zillio, 1994 Sacha Maiorano, 1992 Tommaso Milani, 1991 Ginnastica Jazz In una sala appositamente dotata di grandi specchi e di impianto di diffusione della musica, ci si può cimentare in una attività che unisce grazia e movimento, benessere e coreografia. I gruppi sono spesso chiamati ad esibizioni e confronti regionali e nazionali con risultati di simpatia e di prestigio anche in campo internazionale. Istruttrice e responsabile del gruppo Michela Pedrocco, istruttrice e giudice federale Tra le ginnaste vanno segnalate: Gloria Ancillotto Giorgia Bianchi Federica Di Marcantonio Maira Ferrara, Laura Galletta Sara Filippetto Veronica Juris Elisa Masiero Veronica Peruz Sara Polito Arianna Puja Giorgia Satini Monia Spizzottin Angela Tagliapietra Martina Toniolo Spin bike aerobic E’ il più recente settore di attività introdotto nella palestra di vicolo della pineta, ma immediatamente ha ottenuto una entusiastica accoglienza per la brillantezza dei ritmi e per i numerosi esercizi che si possono ideare su queste speciali ciclette a tempo di musica Responsabile del gruppo Nazzareno Marongiu Istruttori: Silvia Menetto e Stefano Sembiante 131 SEZIONE PESISTICA Via Olimpia 14, 30174 Mestre - Tel. 041.971739 - Orario segreteria 17-19 Consiglio Direttivo in carica Gallo Bruno - Presidente Crimi Nicola - Vice presidente Boato Roberto - Responsabile palestra Ravagnin Stefano - Coordinamento tecnico Omaggio Franco - Consigliere De Rossi Luca - Consigliere Scaggiante Federico - Consigliere Medico sociale: Bruno De Piccoli Attività esercitate Attività motoria per giovani e adulti Potenziamento muscolare per diversi sport Biathlon (sollevamento su panca e corsa) Resistenza su panca Sollevamento pesi L’allenamento con i pesi migliora la densità delle ossa negli adulti. Un’attività con carichi moderati, ripetuta e costante, può giovare anche a molti altri sport. Può giovare a tutti. Gli istruttori sono attenti alle capacità individuali ed ai traguardi che ciascuno può prefiggersi. E con il biathlon non solo muscoli, ma fiato e velocità. Tutti i praticanti, di qualunque livello, sono tesserati alla Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica FIPCF, previa visita medica, e quindi assicurati con Sportass Palestra Coni Via Olimpia 14 Mestre La palestra pesi, rinnovata nel 1984, è adiacente al Palazzetto dello Sport di Via Olimpia a Mestre ed è collegata alla palestra centrale, dove di norma vengono organizzate tutte le manifestazioni e le gare, tramite il magazzino attrezzi. E’ composta da una sala attrezzata, da servizi, docce, segreteria e parcheggio riservato. La serie delle attrezzature è in continua evoluzione seguendo le novità tecniche espresse dal mondo del fitness e wellness (benessere fisico): Tre postazioni con bilancieri olimpici e relativi dischi da 1,5 a 25 kg Panche piane e inclinate con relativi bilancieri e dischi Poliercolina e Potenziometri Estensori, leg estention, pectoral machine Lat machine, Lat pulley, Larry Scott, Chest press. Steps, Ciclettes, parallele, spalliere Manubri di varia conformazione da 3 a 30 kg 132 L’attività è suddivisa nei seguenti settori: Potenziamento muscolare Biathlon (con attività anche all’esterno per la corsa) Pesistica Settore fitness (potenziamento muscolare) Istruttore Bruno Boato ex pesista di buon livello nazionale, campione di biathlon nelle categorie master, istruttore federale Settore pesistica Istruttori: Stefano Ravagnin - ex pesista di buon livello nazionale, istruttore federale Atleti: Luca De Rossi Ruggero Coco Paolo Ballarin Mauro Ballarin Davide Triolo Francesco Triolo Elvis Fosco Settore biathlon e resistenza su panca Istruttori: Franco Omaggio - ex pesista di livello nazionale maestro dello sport Atleti: Roberto Boato Claudia Boato Claudio Contro Mauro Canestro Stefano Kogoi Enrico Giannini Mattia Marchi Franco Omaggio Luca Zampieri Nicola Crimi 133 SEZIONE CANOA Punta San Giuliano, Mestre - Tel. 041972632 e-mail – [email protected] orario segreteria 17-19 Consiglio Direttivo in carica Zancanaro Adel - Presidente Fuchs Angelo – vice presidente Foccardi Graziella – segretario Noè Marta – tesoriere Pietrogrande Renzo – direttore tecnico Borgo Laura - consigliere Lobianco Giuseppe - consigliere Attività esercitate Attività motoria e diporto Preatletica Canoa/kayak Punta San Giuliano - Mestre L’attività della sezione Canoa si sviluppa in Punta San Giuliano nella zona riservata alle attività nautiche e attualmente in fase di ristrutturazione nell’ambito del progetto Di Mambro che prevede di realizzare un parco e nuove strutture nautiche entro due tre anni. In un ambiente in cui la natura è vista da vicino, la sezione canoa dispone di strutture che consentono il rimessaggio delle canoe, di gommoni e barche di assistenza, di scivoli per la messa in acqua, di parcheggio, di palestrina per potenziamento, di servizi e segreteria. Le attrezzature per l’attività fisica consistono in: Canoe/kayak olimpiche K1 – k2 – k4 Canoe da diporto Pagaiergometri Piccoli pesi – spin bike Carrelli porta canoe L’attività è suddivisa in due sezioni Canoa olimpica Diporto - addestramento Fare sport a pochi centimetri dall’acqua è una delle sensazioni più piacevoli che si possano provare. In 134 canoa ogni pagaiata ti dà l’impressione di immergerti nella laguna. Anche le trasferte verso altri campi di regata sono all’insegna del vivere con la natura; si montano tende, si vive all’aperto. A Punta San Giuliano ora si può giocare sull’erba e sotto i platani, si socializza alla grande. Tutti i praticanti, di qualsiasi livello, sono tesserati alla Federazione Italiana Canoa Kayak FICK, previa visita medica, e conseguentemente assicurati con Sportass. Canoa Olimpica (Agonismo) Direttore tecnico : Renzo Pietrogrande, ex canoista, allenatore federale Istruttori: Paolo Scopece, ex-canoista di buon livello, istruttore federale Annalisa Zancanaro, diplomata Isef, istruttrice federale Marco Zancanaro, ex-ginnasta ed ex-canoista, istruttore federale atleti: Polesello Alvise, Bellemo Luca, Vettorello Riccardo, Finito di stampare nel mese di novembre 2002 presso la MULTIGRAF - Industria Grafica Editrice - Spinea VE