Gli sport costituiscono un codice, un liguaggio delle emozioni Wilfrid

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Gli sport costituiscono un codice, un liguaggio delle emozioni Wilfrid
Gli sport costituiscono un codice,
un liguaggio delle emozioni
Wilfrid Sheed
1903
SPES MESTRE
2003
I PRIMI CENT’ANNI DI VITA DELLA SPES
I PRIMI CENT’ANNI DI VITA DELLA SPES
presentazione
Trovare la misura. È stato questo obiettivo, tra tante possibili soluzioni e tra tante diverse
sollecitazioni, a farci scegliere il tono ed il contenuto da dare alla celebrazione di un evento, il centenario della nostra associazione, per molti versi straordinario e per ora unico per
la città di Mestre.
Abbiamo scelto, né ci è sembrato di poter fare altrimenti, di evitare la suggestione del
trionfalismo, delle parole roboanti e autoelogiative, della insorgente commozione. Abbiamo
scelto di inserire sommessamente il nostro percorso sportivo, con tutte le connesse vicende
di successi e di sconfitte, nel quadro parallelo dello sviluppo della nostra città che nello
scorso secolo è passata da piccolo borgo a centro d’interessi di grande rilievo. Senza ambizioni o illusioni di paragoni.
Pur tuttavia un’associazione che per cento anni è riuscita a catalizzare su di sé l’attenzione e la partecipazione attiva di decine di migliaia di mestrini non può nascondere un minimo di orgoglio per essere stata partecipe, almeno in parte, di quel grandioso sviluppo della sua città. Di aver risposto, come direbbe Piero Brunello, sia pure in piccolissima parte
alla domanda di storia cittadina che è molto viva nella nostra Mestre.
Poiché non sarà molto evidente dalla lettura delle vicende che hanno segnato i primi
cent’anni di vita della Spes, va sottolineato che la scelta fondamentale che la Spes ha fatto in tutti questi anni è quella che riguarda la qualità ed il settore sportivo in cui svolgere
la propria attività. Una scelta che ha comportato conseguenze notevoli sia finanziarie che
organizzative, la scelta del dilettantismo e dell’autonomia assoluta.
È difficile dire se sia stata una scelta giusta, se aver abbandonato per esempio il calcio e il
pugilato sia stato un bene. Ma questo è avvenuto.
I fondatori della Spes, come del resto accadde per altre realtà nazionali, avevano una motivazione che non è esagerato definire sociale e culturale.
Partecipando con entusiasmo a una sfida. Tutto il mondo occidentale era chiamato negli
anni a cavallo tra il diciannovesimo ed il ventesimo secolo a formare degli uomini, dei cittadini da porre al centro della società.
L’educazione fisica era stata finalmente riconosciuta come mezzo pedagogico ed era entrata nell’elenco degli insegnamenti scolastici e De Coubertin indicava al mondo un nuovo
modo di conoscersi e di confrontarsi. Si proponeva un ritorno in chiave moderna di ideali e
consuetudini antiche. Non però la sacralità dello sport, ma la centralità dell'individuo che
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stava faticosamente acquistando, certamente per merito di correnti di pensiero filosofiche
e politiche, una sempre maggiore importanza e soprattutto coscienza di sé stesso. Non
senza contrasti e contraddizioni, anche provocatorie. Il futurismo arrivò a teorizzare il
predominio della ginnastica sul libro.
I primi venticinque anni del ventesimo secolo per il nostro paese e per la Spes sono stati
spesi per la costruzione di quei valori. C’era praticamente tutto da imparare, dalle regole
dello stare assieme alla tecnica dell’educazione fisica e dell’allenamento, dall’organizzazione dei mezzi a quella degli eventi. Sono stati anni sicuramente esaltanti bruscamente
interrotti dall’avvento e dalla sopraffazione del fascismo che ha ritenuto di strumentalizzare lo sport e l’educazione fisica a fini propagandistici e di controllo della gioventù.
È intuibile lo stato d’animo dei nostri soci, dirigenti e atleti di quel 1925. Dover chiudere
un ciclo della loro breve esperienza nel momento più bello ed esaltante. L’anno prima avevano conquistato il Gran Prix de Paris e pochi mesi prima del decreto di chiusura avevano
ricevuto l’alloro al Concorso Nazionale di Firenze.
Gli emblemi, le bandiere, le coppe, i documenti vengono riposti e affidati in custodia a Pio
Martinuzzi. E soprattutto vengono riposte le speranze, le illusioni di democrazia e libertà.
Cominciò un lungo periodo di attesa, di incontri furtivi riempiti dai ricordi e dai progetti di
futura ripresa.
L’attesa è durata vent’anni, ma la ripresa, così come la ricostruzione fisica e morale del
paese, è stata fulminea come se tutti i vecchi soci fossero pronti a allestire palestre, a richiamare i giovani e gli istruttori. Andrea Cavalieri presidente della chiusura fu il presidente della rinascita.
Il dopo-guerra è una lunga stagione per Mestre, una stagione di enorme sviluppo che ha
avuto molti protagonisti, come è ovvio per un territorio che ha vissuto flussi immigratori
incredibili, che ha amalgamato culture e abitudini diverse, che ha conosciuto in prima persona drammi acutissimi, ma che in pochi decenni ha saputo dare consistenza a una nuova
realtà o quanto meno alla prospettiva di una città modernamente protesa verso il futuro.
In questo clima, in queste situazioni in cui gli uomini e i ragazzi dovevano vivere ed operare su molti fronti, gli ideali decoubertiniani, dilettantistici scandiscono la ripresa dell’attività sportiva e delle olimpiadi. Lo sport segue le tappe della ripresa economica, ma tenta
di difendere disperatamente lo spirito dilettantistico. Le stesse medaglie d’oro non sono
d’oro perché nessun corrispettivo possa essere collegato col successo sportivo. Si arriva al
punto di impedire l’accesso alle olimpiadi a campioni di eccelse qualità che avevano ceduto alla tentazione di modesti compensi pubblicitari.
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È un periodo favorevole per la Spes che fatica ad accogliere nelle sue palestre tutti i ragazzi che ne fanno richiesta. Nella Ginnastica Artistica ottiene risultati eccezionali, per
decenni si classifica al primo o al secondo posto nelle classifiche della Federazione Ginnastica d’Italia.
Diego Lazzarich, un ragazzo di Spinea cresciuto nella Spes, riesce a conquistare ben ventidue titoli nazionali assoluti. All’apice della forma e della maturità atletica lo ferma la politica che gli impedisce di partecipare alle Olimpiadi di Mosca, boicottate da gran parte del
mondo occidentale.
Ma intanto stava maturando un’altra svolta nel mondo sportivo. Lo sport scopre il business, anzi il business scopre lo sport e ne fa una cosa sua, lo utilizza per i suoi fini, lo trasforma in strumento pubblicitario, talvolta addirittura lo corrompe monetizzando fino all’eccesso il valore di un successo o soltanto di una prestazione. E come si può pretendere
che per raggiungere quelle mete e quei guadagni non ci si affidi a mezzi non leciti e dannosi per la salute. Non si è ancora trovata una giusta misura.
E avviene inevitabilmente una frattura. Quanto appena detto non vale per tutti gli sport.
Non vale per gli sport non toccati dai mass-media e soprattutto dalle televisioni, salvo una
volta ogni quattro anni. Ci sono ancora canoisti che prima della gara aiutano i dirigenti a
fissare le tende in riva al lago o al fiume per passarvi la notte. Ci sono ancora atleti che
prendono ferie e si pagano il viaggio per partecipare ad una gara che li premierà con una
coppetta e che non avrà citazioni neppure nelle minime di sport.
Chi può, chi è delegato a dettare le regole di corretta convivenza e di giuste misure, dovrà
affrontare il problema dei due o più modi diversi di fare sport e indicare le strade percorribili senza eccessivi squilibri. Occorre che la Spes, le cento, mille Spes che operano in questo paese possano continuare a sperare e a festeggiare altri centenari.
La Spes è fiera di consegnare questo suo centenario, con le mille vittorie dei suoi atleti sui
campi di gara di tutto il mondo, alla città di Mestre nella fiducia di poter proseguire il proprio cammino per tanti anni ancora.
Adriano Moscati
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SOMMARIO
I primi cent’anni di vita della Spes - Presentazione di Adriano Moscati
pg.
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Sommario
”
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Cent’anni di Spes, cent’anni di Mestre - Gianfranco Bettin, Prosindaco di Mestre
”
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Una speranza per Mestre agli inizi del XX Secolo
Roberto Stevanato, Presidente Centro Studi Storici di Mestre
”
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La Spes e le altre - Sergio Barizza, Direttore Archivio Storico Comunale
”
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Intervista “impossibile” a F. Riccato primo presidente della Spes
”
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Un premio per la Spes - Antonio.Serena, Presidente Panathlon Club Mestre
”
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L’esercizio più difficile - Edoardo Pittalis, Vicedirettore del Gazzettino
”
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Una città, un futuro sportivo
Michele Mognato, vice sindaco di Venezia e Assessore allo Sport
”
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Breve storia della Spes
Premessa
Dalla fondazione alla grande guerra
Dalla ripresa al decreto di scioglimento
Dalla rinascita alla stella d’oro
Gli ultimi trent’anni
”
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”
”
”
”
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37
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Personaggi
Angelo Giuseppe Cecchinato
Sandra Chillemi
Valentina Spongia
Monica Nicolè
Diego Lazzarich
Gian Matteo Centazzo
Ernesto “Neno” Cecchinato
Formidabili coppie
Una sfida improbabile
”
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Testimonianze
” 109
-
”
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”
”
”
Aloha - Daniele Scarpa, Campione Olimpico e mondiale kayak
Amarcord - Gianni De Lena
Ginnastica è… - Ketty Titon
Come dimenticare Monaco - Maria Grazia Mancuso
Un peso per Omaggio - Francesco Marcuglia
Quando i figli si appassionano - Laura Borgo Polesello
Un’altra maglia azzurra - Daria Sarkhosh
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Artisti per la Spes
” 117
I presidenti della Società Ginnico-Sportiva Spes
” 119
Azzurri - Atleti che hanno gareggiato in campo internazionale
” 121
Campioni - Atleti della Spes che hanno conseguito un titolo di campione nazionale
” 122
La Spes oggi (organici, strutture, protagonisti)
Sezione Ginnastica
Sezione Pesistica
Sezione Canoa
”
”
”
”
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125
132
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Si ringraziano sentitamente le personalità che hanno collaborato con simpatia alla stesura di
questo documento che vuol essere un modesto omaggio alla città di Mestre e alla sua gioventù.
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CENT’ANNI DI SPES,
CENT’ANNI DI MESTRE
Cent’anni di sport sono cent’anni di vita sociale. Non esiste lo sport solitario, infatti,
asociale. Anche nelle discipline più individualistiche, la pratica sportiva è competizione, confronto, misura delle differenze almeno quanto a coralità delle passioni. In ogni
caso, dunque, vicenda di comunità, vicenda
sociale. Così dai tempi antichi. La modernità
ha reinventato lo sport come pratica di massa, come spettacolo. Ma questa nuova dimensione, che nell’era dei mass-media ha
raggiunto forme inaudite, non ha soppiantato la prima originaria vocazione sociale. Lo
sport è rimasto radicato nell’esperienza sociale, la innerva e la orienta, per molti versi.
L’epoca moderna, in particolare nella sua fase novecentesca ha inoltre conosciuto un’altra funzione della disciplina sportiva. Quella,
appunto, di “disciplinare”, di organizzare ed
educare vite e percorsi, biografie e costumi.
La storia di un organismo come la Spes, nella realtà del nostro paese e nella città di Mestre in particolare, lo conferma.
Cent’anni di Spes sono anche cent’anni di
crescita dell’esperienza sociale e culturale,
oltre che sportiva, della nostra città.
Generazioni diverse, ormai molte!, vi hanno
trovato opportunità di crescita e stimoli formativi di valore e segno nettissimi. Agli albori del secolo scorso, che coincidono con gli
albori dell’esperienza Spes, nell’età dei pionieri. Ma soprattutto nei decenni, difficilissimi per la città, dopo la seconda guerra mondiale, cioè nel consolidarsi della nuova realtà
amministrativa unitaria (che dopo aver cancellato il Comune di Mestre, per molti aspetti, negava anche la sostanza stessa di Mestre
come città) e nel farsi della nuova Mestre la
città industriale più grande del Veneto, una
delle principali d’Italia, ma anche una delle
più sofferte, caotiche, drammaticamente
convulse città nascenti del Novecento. Lo
sport, in particolare quello organizzato e
consapevole delle finalità e del ruolo educativo e aggregante che lo caratterizza, è stato
anche una risposta al disorientamento, al bisogno di disegnare percorsi per i giovani e di
individuare valori qualificanti attorno ai quali promuovere una nuova dimensione civile.
Non sempre le società e i gruppi sportivi sono stati all’altezza di questa sfida, a volte per
mancanza di mezzi e di sostegno o anche solo di fortuna, altre volte per carenza di idee,
per povertà di valori propri e scarsa lungimiranza. Davvero, la crisi di un certo sport, ormai ridotto a puro intrattenimento, a volte
veramente volgare, viene da lontano.
Con la Spes siamo invece, sul serio, su un
altro pianeta! La città deve molto allo spirito e alla pratica di una associazione che delle finalità educative ha fatto il centro del
proprio impegno pur senza mai venir meno
alla combattività agonistica, allo sforzo per
essere all’altezza delle sfide squisitamente
sportive (e con quali risultati, spesso!). Se
Mestre ha conservato un cuore di città e
un’anima civile e sociale ricca di stimoli,
non impoverita né degradata dalle dure vicende del Novecento, se ha resistito come
comunità alla perdita perfino del nome, si
può dire, se oggi, all’alba del nuovo secolo è
una città ritrovata, forte, vitale, in grado di
fronteggiare le sfide nuove dei tempi nuovi,
lo deve a tutti coloro che hanno continuato
a crederci e a esserci. Con questo spirito e
questa intenzione. Tra costoro, la Spes occupa un posto d’onore.
Gianfranco Bettin
Prosindaco di Mestre
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UNA SPERANZA PER MESTRE
AGLI INIZI DEL XX SECOLO
SPES… Speranza! Sì, a tutto maiuscolo quando si riferisce a quella posta sui giovani.
Quando le generazioni mature investono proprie risorse, frutto di una vita di lavoro, sul
migliore investimento: quello dei figli, di tutti
i figli, non importa se propri.
Non poteva avere denominazione migliore la
Società Sportiva SPES di Mestre. Cento anni
fa, quel gruppo di arditi che voleva scommettere sulle generazioni future, ha usato il motto forse in modo scaramantico, ma certamente con grande fiducia nell’avvenire.
Una fiducia che permea tutta la società civile
mestrina di quegli anni, come emerge a noi
che a un secolo di distanza possiamo valutare
la miriade di sfide ed investimenti che la Mestre di inizio ‘900 lancia per trasformarsi in
importante città strategica del Veneto.
Sono gli anni in cui Mestre comincia a prendere coscienza di se stessa, borgo a confine
fra terra e mare, da sempre porta di accesso
alla Serenissima dalle cui sorti e in funzione
della quale è dipesa. Ora, Comune autonomo,
vuole misurarsi con le proprie forze e competere con le vicine Città del Veneto, città di terra con le quali è consapevole di avere in comune molto di più di quanto non abbia con la
città lagunare.
Sono gli anni in cui sorgono attività manifatturiere e di servizio di grande importanza e
la Città pensa in grande, dotandosi di servizi
all’avanguardia ed innescando un processo
virtuoso di trasformazione urbana mediante
una sinergia di iniziative pubblico-privato
che ancor’oggi, ad un secolo di distanza, destano ammirazione e vengono citate ad
esempio.
Nel 1901, sindaco Jacopo Rossi, Ferdinando
Ponci fonda, a ridosso dell’antica chiesa di S.
Girolamo entro le mura, una fabbrica per la
produzione della Pillola di S. Fosca, rimedio
per i disturbi intestinali. L’anno successivo
viene inaugurata la scuola De Amicis, cui seguiranno diversi altri edifici scolastici sparsi
nel territorio comunale per dare istruzione
alle nuove generazioni.
Da una decina d’anni si stanno approntando
nuovi collegamenti con le due cugine dell’entroterra, Treviso e Padova, che culmineranno, nel 1909 e 1912 rispettivamente, nell’inaugurazione di due moderne linee tranviarie elettrificate. Per superare le due ferrovie
per Udine e per Castelfranco si costruiranno
due cavalcaferrovia dedicati, che saranno
purtroppo abbattuti nel secondo dopoguerra,
quando il tram dovrà cedere il passo a filobus
ed automobili.
Già da tempo si parla di un nuovo ospedale a
servizio di una comunità che si sta rapidamente sviluppando nei numeri e che chiede migliori condizioni di vita. Nel 1903, su un’area di
proprietà Tozzi, fra il Marzenego e via Castelvecchio, viene posta la prima pietra del nuovo
ospedale Umberto I, tutt’ora operante. Diverrà
funzionante appena tre anni dopo, grazie anche alle consistenti donazioni di agiate famiglie mestrine che credono nella loro città e non
si risparmiano per farla crescere.
In quello stesso anno la Società Veneziana di
Trasporti inaugura un servizio di trasporto
celere delle merci fra Mestre e Venezia mediante un rimorchio a vapore trainante una
chiatta.
Matura, sempre nel 1903, la decisione per la
costruzione dell’acquedotto; il primo progetto, presentato nel 1904, subirà diverse modifiche, ma nel 1912 Mestre potrà finalmente
godere dell’acqua fresca e pura delle risorgive di Scorzè!
Non mancano le iniziative per rafforzare la
cultura e l’identità civica: dall’innalzamento,
nel 1886, della colonna commemorativa dei
fatti rivoluzionari del 1848, in Piazza Barche,
alle straordinarie manifestazioni per il cinquantesimo degli stessi, nel 1898 sino alla costruzione, nel 1905, del nuovo pilo dello stendardo in Piazza Maggiore, ora Ferretto.
Nel 1905 viene ampliato e reso funzionale il
porticato del cimitero, con l’erezione delle
due testate di ingresso; nel 1907 viene sistemata tutta l’area attorno al Duomo, eliminando gli ultimi residui del vecchio cimitero; nel
1909 si decide sul radicale restauro, affidato
all’arch. Ambrogio Narduzzi, dell’antica
Provvederia di via Palazzo; nel 1912 viene
aperta via Circonvallazione; l’anno successi-
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vo si apre il Teatro Toniolo . . .
E, di seguito, l’edificazione degli austeri edifici di bocca di piazza al Ponte della Campana
e all’angolo fra via dei Sabbioni (ora via Verdi) e via Rosa; della superba Galleria Matteotti, in vetro e acciaio, del Cinema Excelsior, del
complesso Vivit, in piazza…
In questo contesto si pensa anche alla formazione sportiva, quale sintesi fra la selezione
di atleti da lanciare verso ambiti traguardi e
la molto più realistica volontà di togliere i giovani dalle strade per impegnarli in attività salubri e nel contempo formarli all’ambizione,
alla sana competizione, alla soddisfazione
della partecipazione, all’entusiasmo della vittoria.
Sono gli Jacopo Rossi, i Giuseppe Frisotti, i
Pietro Berna gli instancabili sindaci di quello
straordinario periodo storico di Mestre; sono
i Franco Riccato, i Beppe Falciai, i Vittorio
Padovan, gli Augusto Andreatta, gli ideatori e
gli animatori di questa nuova iniziativa sportiva dal motto beneaugurante che origina con
la benedizione dell’arciprete della città Mons.
Pavon. Il quale, consapevole che il buon Iddio
promuove il Bene ma lascia agli uomini i
mezzi per attuarlo, non esita a concedere il
cortile della canonica e l’antica Scholetta per
le esercitazioni ginniche serali!
Poi, nel 1926 l’atto fascista di scioglimento
coatto del Consiglio Comunale di Mestre ed il
conseguente accorpamento del territorio mestrino, assieme a quello dei Comuni di Chirignago, Favaro e Zelarino, all’interno del Comune di Venezia.
Privata dell’autogoverno, la Città vede cessare quel dinamico e virtuoso processo che la
stava trasformando in importante città del
Veneto, mentre prendono corpo in modo
sempre più sfacciato biechi interessi economici di personaggi senza scrupoli. Parallelamente allo sviluppo industriale di Porto Marghera, Mestre esplode demograficamente ed
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una edilizia selvaggia e senza regole ingloba
nel cemento importanti testimonianze storiche, siti ambientali di pregio, luoghi di tradizione e socializzazione, fra la disattenzione
degli amministratori, troppo presi dalle problematiche veneziane.
Ricordo… agli inizi degli anni ’60 le interminabili competizioni fra gli studenti del Franchetti e del Pacinotti, le maggiori e più agguerrite scuole della Città.
Rappresentavano le due anime in competizione, da sempre: quella intellettuale che si
riconosceva nel Liceo Classico e l’altra, tecnologica dell’Istituto Tecnico, che forniva i Quadri a Porto Marghera. Eleganti, un po’ snob i
primi; sportivi, scanzonati i secondi. Anche
nell’ora della “vasca” il tardo pomeriggio in
piazza Ferretto i due gruppi si distinguevano,
occupando territori distinti: i “filosofi” da una
parte della piazza; i chimici, i meccanici e gli
elettrotecnici dall’altra. Il confronto vero,
però, lo si aveva nelle competizioni sportive
interistituto che ogni anno venivano organizzate per selezionare i ragazzi che mostravano doti atletiche: 100 e 400 m piani; salto in
alto, in lungo, triplo; corsa campestre… sì, la
mia preferita. Lungo un percorso appena abbozzato con qualche paletto, in mezzo ad alberi e cespugli, oggi inglobati da cemento e
asfalto, saltando qualche piccolo fossato, ti
schizzavi di fango sin sul viso, ma correvi,
quanto correvi, per portare punti al tuo istituto e stabilire il primato sulla scuola avversaria, ma anche per sentirti dire, a fine corsa,
ancora col fiatone in gola: “Perché non vieni
alla SPES?”
L’invito valeva molto di più della medaglietta
in similoro che ti consegnavano nel corso della premiazione. Sì, perché essere invitato dalla SPES significava possedere doti atletiche;
essere qualcuno agli occhi attenti degli allenatori; poter un giorno partecipare a competizioni importanti, magari le regionali.
E in quei momenti sognavi destini gloriosi . . .
poi, quando il fiatone passava, quando la testa ti ritornava sulle spalle e cominciavi a fare i conti col tempo, con l’impegno della
scuola, allora ti assalivano i dubbi ed il senso
del dovere scolastico aveva fatalmente il sopravvento. Magari provavi per qualche tempo, eccitato dall’entusiasmo del neofita, salvo
poi presentarti sempre più di rado e sentirti
dire che senza impegno costante, senza sacrificio personale non saresti approdato a
nulla. E allora i campioni che avevi conosciuto e con i quali avevi anche fatto amicizia ti
apparivano ancora più bravi e meritevoli, per
le loro doti, per il loro impegno, per la loro
costanza, quando sfogliando il Gazzettino
nella pagina sportiva i tuoi occhi cadevano
fatalmente sullo spazio dedicato alla ginnastica, la cenerentola ma una delle più genuine
fra le discipline sportive, nello scoprire quel
nome, SPES, i cui ragazzi avevano raggiunto
traguardi importanti, avvertivi un tuffo al
cuore e nell’animo si scontravano i sentimenti, di orgoglio, perché in qualche modo ti sentivi vicino a loro, e di rammarico, perché
chissà, se avessi provato forse avresti potuto
esserci anche tu…
Nella presentazione del volume edito in occasione della celebrazione del 70° anniversario
di fondazione della SPES, Piero Bergamo,
fondatore, animatore e poi per lunghi anni
Presidente del Centro Studi Storici di Mestre
scriveva: A.G. Cecchinato con questo libro,
donato alla “sua” Società di cui è stato Presidente per un quarto di secolo e di cui è Presidente onorario, ha appuntato un fiore all’occhiello di Mestre, vecchia e nuova; alla vecchia Mestre che non vuole sparire senza essersi riconosciuta in quella di oggi; alla Mestre nuova, ancora alla ricerca di una sua
identità. A questo livello, cioè all’insegna
della perennità, della umanità e della solidarietà dello sport vero perché attivo, le due
realtà possono convivere e scambiarsi aiuto
per costruire, insieme, l’avvenire.
Con il compimento dei cento anni di attività,
la SPES a buon diritto può ritenersi l’incarnazione dello sport dilettantistico a Mestre e in
molte occasioni di questo ultimo secolo, la storia di Mestre è stata un tutt’uno con la storia
della SPES. Assieme alla Città, all’inizio del
secolo ha vissuto il periodo delle grandi speranze e delle grandi opere, ha subito l’affronto della perdita di identità, è stata spettatrice
impotente del sacco edilizio ed urbano, ma ha
sempre contribuito con la sua preziosa ed instancabile opera a servizio dei giovani al recupero dell’identità civile e sociale di Mestre.
Tanti, troppi da ricordare i momenti importanti in cui Mestre si è stretta attorno a questa grande realtà sportiva; innumerevoli le
occasioni in cui la SPES ha tenuto in alto il
nome della Città. Le pagine di questo volume,
le foto, le date, le citazioni, ricordano gli avvenimenti importanti che hanno costellato la
secolare attività dello società sportiva, ma è
impossibile pensare che non siano tappe importanti della storia novecentesca di Mestre.
didascalia foto 2
Roberto Stevanato
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LA SPES E LE ALTRE
I PRIMI ANNI DELLA SPES E DELLE ALTRE SOCIETÀ SPORTIVE PRESENTI IN MESTRE
dalle carte dell’Archivio Storico Comunale
Il 19 giugno 1905 l’ufficio protocollo del Comune di Mestre registrava la ricezione di una
lettera spedita al sindaco, Giuseppe Frisotti,
da Agostino Pegoraro, presidente della società sportiva Libertas.
Vi si chiedeva “un sussidio onde sopperire alle forti spese impellenti per mantenere vitale
il sodalizio non essendo sufficiente il modesto
contributo dei soci”, in particolare in previsione della partecipazione “al concorso nazionale indetto dalla Federazione Ginnastica
Italiana in Vercelli”.
Dopo aver elencato meriti e titoli raggranellati negli ultimi due anni in gare e concorsi da
Venezia, a Padova, Latisana, Montagnana e
Firenze, il presidente Pegoraro concludeva
sottolineando come “la società Libertas non
solo abbia raggiunto il completo svolgimento
del suo programma ginnastico con pieno successo, ma abbia eziandio benemeritato nel
campo morale col distogliere dalle strade, dai
vizi, che abbruttiscono il cuore e la mente,
tanti giovani, riunendoli nella palestra ad
esercitarsi con concorsi interni nei ludi ginnici rafforzando ed abbellindo così il loro fisico
e cementando quella gaia e sana concordia e
solidarietà che è tanto utile e bello vedere nei
nostri giovani”.
La richiesta finì in consiglio comunale il seguente 23 novembre dove venne stanziato un
contributo di lire 150, nonostante Pietro Berna avesse osservato che “essendovi altre consimili società in questo comune potrebbe darsi che al Municipio pervenissero altre domande di sussidio”.
L’osservazione di Berna - uomo rappresentativo, per più di mezzo secolo, nel panorama
politico mestrino, del conservatorismo di matrice cattolica, con il cui patrimonio, dopo la
sua morte, la sorella Maria avrebbe dato vita
all’Istituto che porta ancora oggi il suo nome
- non era né retorica né casuale.
Un’altra società sportiva era presente in Mestre, la Spes, e Berna lo sapeva molto bene,
perché operava tra i giovani che gravitavano
nel mondo a lui legato per scelta ideale e politica.
Lo sapevano bene anche in Municipio dove
qualche mese prima, tra aprile e maggio, era
pervenuta copia degli statuti di entrambe le
società.
A rileggerli oggi, la struttura che ne emergeva era grosso modo identica: i soci attivi dovevano aver compiuto i 15 anni per la Libertas, i 16 per la Spes; dovevano contribuire
con 15 centesimi settimanali quelli della Libertas, con 1 lira mensile quelli della Spes.
Le diversità affioravano dalle prime righe e
non possono sfuggire a un occhio critico: “società ginnico-sportiva Libertas non avente
scopo politico né religioso” la prima, “associazione sportiva Spes, con motto speranza e
concordia, avente l’esclusivo scopo di promuovere esercizi ginnastici” la seconda.
Traspare insomma nella prima una connotazione più laica, nella seconda una intuitivamente più confessionale. L’intuizione diviene
certezza scorrendo i nomi dei ‘padri fondatori’.
In calce allo statuto della Libertas (un libricino di 14 pagine, stampato in Mestre dalla tipografia Longo nel 1905, il cui ultimo articolo
precisava che “il presente statuto viene approvato il 29 marzo 1905, retroattivandolo al
1 gennaio ed annullando quello approvato il
12 agosto 1902”) sono: Agostino Pegoraro
(presidente); Attilio Fontanin (vice presidente); Pietro Crepet, Giovanni Marconi, Angelo
Mason, Bortolo Michieletto, Giuseppe Nalato,
Arcangelo Vivit (consiglieri); Francesco Rizziato (segretario), Giuseppe Silvestrini (cassiere).
In calce invece allo statuto della Spes (trascritto a mano con elegante scrittura corsiva)
non ci sono nomi.
Per individuarli ho dovuto perciò rimettermi
alla ricostruzione degli eventi pubblicata in
occasione della celebrazione del suo 70° anniversario. Vi si legge: “Nel 1903, sull’esempio delle più anziane e già famose Reyer e
Marziale, viene costituita la Società Ginnico
Sportiva Spes, in via Cappuccina, in casa di
Vittorino Padovan, per iniziativa di Augusto
Andreatta ed altri giovani; presidente Franco
Riccato, istruttore Beppe Falciai.
Di grande sostegno è mons. Pavon, arciprete
di Mestre; dà il suo concreto aiuto conceden-
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do in uso il cortile della canonica e l’adiacente scholetta per le esercitazioni serali”.
Al di là dei singoli nomi, anche se alcuni come Arcangelo Vivit, Attilio Fontanin e Pietro
Crepet, si ritrovano attivi in quegli anni nell’area politica liberal-democratica, basta la
presenza (e il sostegno) di monsignor Antonio Pavon a connotare chiaramente la distinzione fra le due società.
È l’arciprete che prese di petto la lotta contro
il blocco popolare (radicali, liberal-democratici e socialisti) che avrebbe vinto le elezioni
comunali nel 1910 portando sulla poltrona di
sindaco Aurelio Cavalieri, organizzando comizi nello stesso cortile della canonica, che
altre volte ospitava esercizi ginnici, e coagulando la protesta, in particolare dei contadini
residenti nella periferia agricola di Mestre,
contro la scelta laica di abolire l’insegnamento religioso nelle scuole elementari e di toglie-
re il crocefisso dalle classi. La sua azione sarebbe poi risultata determinante nella vittoria
della coalizione clerico-moderata nel 1914,
con l’elezione a sindaco di Carlo Allegri.
Ad entrambe le associazioni sportive le quote
degli iscritti e le scarse offerte dei soci sostenitori potevano garantire un minimo di bilancio, ma i problemi emergevano comunque
quando si trattava di trasferte (e allora ecco
le richieste di sussidio al Comune), ma soprattutto quando si voleva trovare uno spazio
al coperto, ma anche solo all’aperto, dove
esercitare l’attività sportiva.
La Libertas approffittava dell’ormai decrepito
teatro Garibaldi in piazza Umberto I, ma
quando venne chiuso, perché inagibile, fu costretta a una “vita forzatamente letargica”
finché, nel 1910, la nuova dirigenza (in cui
compaiono altri nomi dell’ala liberal-democratica come Camillo Matter e Giuseppe Pea)
non avviò una raccolta di fondi per costruire
una palestra ex novo, cui il Comune inizialmente aderì offrendo lo spazio all’angolo di
via Spalti, sotto il torrione delle mura del vecchio Castello, dove invece, di lì a qualche mese, si sarebbe insediata la centrale dell’acquedotto cittadino.
Il problema - e quale problema per chi volesse organizzare anche dei semplici giochi ginnici - non si poneva invece per la Spes, grazie
all’appoggio dell’arciprete e agli spazi della
parrocchia, mentre altri sodalizi sportivi, come la Palestra Marziale, avevano trovato persino dei furbeschi escamotage per poter approfittare dello spazio delle palestre annesse
alle scuole comunali.
All’inizio del 1912 un censimento delle società sportive operanti sul territorio, voluto
dall’ufficio scolastico provinciale, ci offre
qualche altra notizia.
La Libertas risulta dedicarsi all’attività ginnastica, di non essere iscritta ad alcuna federazione, di contare circa una cinquantina di soci, di condizione operaia, di età media sedici
anni e di vivere con le quote mensili dei soci
fissate in lire 0,25.
La Spes invece risulta dedicarsi ad esercizi
ginnastici e gare sportive, di essere affiliata
alla Federazione Associazioni Sportive Cattoliche Italiane con sede in Padova, di contare
quaranta soci, di condizione operaia, di età
media 18 anni e di vivere con “i mezzi finanziari forniti dal Circolo Giovanile Cattolico”.
Le due società si rivolgevano insomma allo
stesso - giovanile - bacino di utenza, con la
già sottolineata caratterizzazione più o meno
confessionale, cercando di offrire delle occasioni non solo di rinvigorimento fisico ma pure di sano agonismo, partecipando a gare e
consorsi e sostenendosi a fatica con le poche
contribuzioni dei soci e quelle saltuarie del
Municipio.
Indubbiamente ‘respirava’ meglio la Spes
che poteva godere dell’appoggio diretto del
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mondo cattolico (anche se non si deve ritenere che i soci non sborsassero alcun contributo: il fatto che non vi sia alcun accenno nel
modulo statistico può essere, verosimilmente, solo una scelta del compilatore che ha
preferito sottolineare come la Società avesse
dei fondi garantiti per canali diversi da quelli
ordinari).
La scelta confessionale veniva del resto marcatamente sottolineata nella risposta al quesito se la Società “si propone la propaganda
politica o religiosa”: per la Libertas un “no”,
per la Spes “sì”.
Nello stesso fascicolo sono conservate altre
tre schede che concorrono a individuare alcune linee della primitiva storia sportiva di
Mestre.
Due sono relative a Società di tiro: quella
mandamentale di “tiro a segno” e la “Mestre
Stand” di tiro al volo, che addestravano i soci
all’uso delle armi e partecipavano alle gare
che venivano organizzate un po’ ovunque.
La terza riguarda la squadra di calcio e può
perciò offrire qualche elemento di conoscenza sui primi passi della ‘gloriosa Mestrina’
che si perdono nella nebbia dell’oblio.
Vi si afferma che in città esiste la Società
Foot-Ball Club Mestre, il cui referente, e segretario, è Luigi Rossi, si dedica al gioco del
calcio con circa 40 effettivi, impiegati ed operai, età media 18 anni.
La considerazione in cui è tenuta la società
viene definita “buona”, le sue condizioni finanziarie “floride” e “sono pendenti le pratiche per l’iscrizione alla Federazione Italiana
Gioco del Calcio”.
A ridosso della prima guerra mondiale, con
una popolazione attorno ai ventimila abitanti, chi avesse voluto fare sport organizzato in
Mestre poteva perciò tentare con il calcio, ancora in fase di gestazione, o si affidava alle
due società ginnastiche che operavano ormai
da una decina d’anni, sapendo comunque
che in una si respirava uno spirito più laico,
nell’altra si era sotto l’ala protettrice della
chiesa.
Non deve meravigliare questa caratterizzazione.
Il finanziamento e l’organizzazione diretta
dell’attività sportiva da parte dello Stato inizierà solo con il consolidarsi del regime fascista, e con ovvi obiettivi di controllo e indottrinamento delle masse giovanili, mentre l’impegno finanziario degli sponsor è storia recentissima.
Al di là del sostegno saltuario delle autorità
municipali, in quei primi anni del secolo
scorso, tutto era lasciato all’entusiasmo, alla
buona volontà, al desiderio di concorrere comunque all’educazione e alla crescita psicofisica della gioventù.
Da un lato perciò imprenditori e commercianti disposti a sganciare qualche soldo, pur
di vedere magari il nome della propria città
primeggiare su altre, dall’altro le parrocchie
che avevano da sempre, come obiettivo primario, la cura della gioventù.
Del resto chi è mediamente anziano ben si ricorda dei ‘patronati’ (a Mestre presso il cinema Concordia, in via Carducci, dove oggi sorge la Standa; a Carpenedo sul retro della
chiesa, sui campi che giungevano fino alla
Rotonda di viale Garibaldi), affollatissimi luoghi di aggregazione e competizione sportiva
(in specie calcio, basket, pallavolo) negli anni
del secondo dopoguerra.
Le carte conservate nell’Archivio Municipale,
relative agli anni che vanno dalla fine della
prima guerra mondiale al 1926 (anno di annessione del comune di Mestre a quello di Venezia), si collocano sulla linea tracciata negli
anni precedenti.
La Libertas risulta affiliata alla F.G.N.I. (Federazione Ginnastica Nazionale Italiana), la
Spes alla F.A.S.C.I. di Roma (Federazione As-
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sociazioni Sportive Cattoliche Italiane).
Nella corrispondenza si alternano la ‘solita’
richiesta di contributi con la comunicazione
di partecipazione e successi in diverse manifestazioni sportive.
Queste quelle relative alla Spes:
- 31 luglio 1920: il Comune di Mestre concorre con £. 100 alla partecipazione al concorso internazionale di ginnastica di Torino;
- 13 marzo 1923: il segretario della Spes,
Gaetano Poletto, chiede l’autorizzazione di
apporre l’iscrizione ‘Palestra Ginnastica
Spes’ sopra l’ingresso della palestra della
Società in viale Garibaldi 85, e di «dipingere la facciata del fabbricato a striscioni
bianchi e blu» (i colori sociali);
- 18 luglio 1923: il Comune contribuisce con
£. 200 alle “spese di viaggio della squadra
che si reca a Parigi ad una gara internazionale”;
- 31 gennaio 1924: il Comune di Mestre, per
le sue “speciali benemerenze”, viene iscritto fra i soci onorari;
- 12 maggio 1925: un rappresentante del Comune viene invitato a presenziare, alla stazione di Mestre, all’arrivo delle “squadre di
questa società reduci dal concorso internazionale di Asti”;
- 31 maggio 1925: richiesta di un contributo
per la partecipazione di una squadra di
ginnasti al concorso ginnastico internazionale di Chambery in Francia;
- 14 luglio 1925: il sindaco, che poi delegherà l’assessore alla pubblica istruzione
avvocato Ticozzi, viene invitato a partecipare, all’albergo Italia, al ricevimento in
onore della squadra “reduce dal concorso
ginnastico internazionale di Aix les Bains
dove ha conseguito i più ambiti allori”;
- 23 settembre 1925: il presidente Andrea
Cavalieri annuncia l’organizzazione, per il
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prossimo 4 ottobre, di “una corsa podistica
popolarissima sul seguente percorso: partenza campo sportivo, via Carozza (sic!),
via Caneve, via Garibaldi, strada San Donà,
via Carozza, arrivo campo sportivo”.
Merita un cenno del tutto particolare l’organizzazione da parte della Spes (presidente
Andrea Cavalieri, segretario Gaetano Poletto,
con recapito presso lo studio del ragionier Attilio Michieletto in via Rosa 10) di un concorso Ginnastico Regionale Veneto, inizialmente
previsto per il 6 agosto 1922 e poi effettivamente svoltosi il 12 e il 13 successivo. Le gare
si effettuarono in due campi sportivi - in via
Miranese e in viale Garibaldi - con le varie
squadre che attraversarono la città per spostarsi dall’uno all’altro. Il Municipio di Mestre
offerse una coppa ma soprattutto si vide degnamente effigiato nel logo della manifestazione che riportava la storica torre avvolta da
un ramo di alloro e circondata dagli stemmi
della F.A.S.C.I. e dello stesso Comune.
A quel Gaetano Poletto ch’era il segretario
della società si deve il più bel ‘ricordo’ della
Spes conservato nell’Archivio Municipale.
Lo sport non permetteva, allora, di guadagnarsi da vivere. Un atleta, soprattutto poi se
ginnasta, doveva essere un dilettante nel vero
senso del termine: fare sport per diletto ma
guadagnarsi i soldi per la pagnotta con un
qualsiasi altro lavoro.
Ritenne, Poletto, che poteva almeno cercar di
sfruttare la sua abilità nella ginnastica per insegnare educazione fisica in una scuola e trasmise al professor Francesco Possiedi, preside della scuola tecnica pareggiata Bandiera e
Moro, i suoi titoli.
Possiedi comunicava così, il 5 novembre
1922, al commissario prefettizio di Mestre (la
città era in quel momento amministrata da
un commissario in attesa di nuove elezioni
dopo le dimissioni di Ugo Vallenari seguite
agli incidenti provocati dai fascisti, nell’agosto precedente,
per l’uccisione, da
parte dei socialisti,
durante uno sciopero, del loro camerata
Antonio Cattapan) di
aver deciso di affidare “l’insegnamento di
educazione fisica ai
maschi, data l’impossibilità di trovare un
diplomato anche perché si tratta di poche
ore settimanali, al signor Poletto Gaetano,
istruttore di società
ginnastica, più volte
premiato in pubblici
concorsi”.
Agli atti è conservato un singolarissimo “diploma di medaglia” rilasciato al Poletto nel
concorso ginnastico nazionale di Trento del
3-4-5 giugno 1921.
L’ultima traccia delle varie società sportive
presenti in Mestre risale al ‘fatidico’ 1926,
anno della soppressione del Comune e - in
maniera esemplare e bene augurante per il
giovanile dinamismo dello sport mestrino riguarda una iniziativa comune.
La Spes, la Libertas e l’Associazione Calcio
Mestre avevano costituito un “Comitato gran
veglione dello sport”, munito di tanto di timbro, che organizzò al teatro Toniolo, per la
sera del 16 gennaio, “una veglia danzante
della gioventù sportiva cittadina”.
Nessuno lo sapeva, anzi chissà quanta gioia e
spensieratezza nel teatro trasformato in salone delle feste, ma per noi oggi prende le sembianze di un triste ballo d’addio.
Di lì a qualche mese il comune di Mestre sarebbe stato sciolto.
Destinate presto a finire anche le varie società sportive ché il fascismo non poteva lasciarsi sfuggire il controllo dell’educazione
psicofisica delle giovani generazioni che
avrebbe affidato in prima istanza ai propri
organismi centralizzati e rigidamente controllati.
La storia delle libere associazioni sportive sarebbe ripresa solo dopo la liberazione.
Sergio Barizza
Direttore dell’Archivio Storico Comunale
di Venezia e Mestre
A.M.Me. (Archivio Municipale di Mestre) 1905-III/15.
A.G. CECCHINATO, Spes Mestre 70° , Mestre 1973, p. 31.
Sulle vicende politiche in cui rimane coinvolto mons. Pavon, vedi: S. BARIZZA, Storia di Mestre, Padova 1994, pp.
241 e segg.
Nel teatro Garibaldi era stata ospitata quella che può essere considerata la prima manifestazione sportiva di Mestre
italiana. Domenica 19 giugno 1870 vi si svolse una “accademia di scherma”, sotto la guida dei maestri veneziani Pietro e Alberto Coda il cui ricavato venne devoluto in beneficenza per onorare la memoria dei caduti nelle battaglie risorgimentali di Solferino e San Martino. Visti gli allori che avrebbe in seguito raccolto la scherma mestrina, un fatto
decisamente bene augurante. A.M.Me. 1870-IV/11.
A.M.Me. 1911-III/5.
Caso emblematico quello della Palestra Marziale. Questa società ginnastica presente in Mestre prima della fondazione di Libertas e Spes come ‘Sezione di Mestre della Palestra Marziale Veneta’, diviene ‘Palestra Marziale di MestrÈ
alla fine del 1902 e chiede al Comune la concessione dell’uso della palestra della nuova scuola elementare De Amicis
“per le opportune esercitazioni di perfezionamento”. Dal Comune si risponde che i lavori della nuova scuola non sono ancora terminati. Ma la Palestra Marziale riesce ad entrarci lo stesso grazie ai buoni uffici dell’imprenditore edile
che coordinava i lavori, Erconvaldo Tomasatti. Alla fine del 1903, quando il Comune prenderà in consegna l’edificio,
si troverà costretto a imporre di lasciar libera la palestra “che ha finora servito per le esercitazioni degli iscritti alla
Palestra Marziale, avendo in animo di adibirla altrimenti”. A.M.Me. 1903-III/15.
A.M.Me. 1911-III/15.
Vedi in proposito: C. DE MIN, Cinquantanove anni di storia del calcio Mestre, Venezia 1990.
I ricevimenti degli atleti, sia della Spes che della Libertas, che tornavano con vari allori da tornei nazionali e internazionali avvenivano presso l’hotel Italia non solo perché centrale ed elegante ma anche perché vi aveva sede il Comitato Regionale Veneto della Federazione Italiana Sports Atletici. A.M.Me. 1925-III/15.
Le note sono conservate sempre nei fascicoli: A.M.Me. III/15 dei rispettivi anni.
A.M.Me. 1922-III/15.
A.M.me. 1922-III/16.
A.M.Me. 1926-III/15.
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INTERVISTA “IMPOSSIBILE”
A FRANCO RICCATO
PRIMO PRESIDENTE DELLA SPES
Adriano Moscati:
Congratulazioni, Presidente, avete centrato l’obiettivo. Eppure nel motto che avete
scelto nel costituire la Spes “speranza e
concordia” si potrebbero intravedere dubbi
e perplessità.
Franco Riccato:
La scelta delle parole nasconde sempre
uno stato d’animo. Mestre in quei giorni
era una piccola città che, pur intuendo di
essere situata in posizione strategica,
aveva non poche difficoltà a trovare una
sua dimensione e certamente lo sport,
anzi la mera cultura fisica, non era ancora sentito come motivo di crescita sociale
e culturale.
AM:
Tuttavia Reyer e Gallo qualche
scossone l’hanno pur dato dal 1869 in poi.
FR:
Sì, anche se nei piccoli centri i
cambiamenti di mentalità e di abitudini
hanno bisogno di molto tempo, il momento sembrava favorevole. Ci sentivamo in ritardo rispetto a Venezia e alle altre città italiane. Nel ‘900 c’era stata la
prima timida e non ufficiale partecipazione dell’Italia alle Olimpiadi, da qualche decennio l’attività fisica era entrata
nel novero degli insegnamenti scolastici,
ci siamo così incamminati in questa avventura. Non solo noi, pochi mesi prima
era stata costituita qui a Mestre un’altra
società ginnastica, la Libertas.
AM:
Torniamo al motto. Vorremmo conoscere le vostre sensazioni di quei giorni.
FR:
Certezze non ne avevamo troppe.
Spes, speranza traduceva non solo una
aspettativa di attirare in palestra un
consistente numero di giovani mestrini,
ma anche e soprattutto l’idea di favorire
l’aggregazione sociale tramite l’esercizio
fisico in comune. Concordia invece rifletteva la convinzione che senza una grande affinità di interessi e consonanza di
intenti non saremmo venuti a capo di
nulla.
AM:
Vi sentivate dei pionieri?
FR:
Non proprio. Come ho accennato
l’educazione fisica era entrata nelle
scuole, ma i maestri tecnicamente idonei
a quell’insegnamento erano pochissimi.
La dote migliore, più autentica dei nostri
primi istruttori era l’entusiasmo, la convinzione di operare in una fase sociale e
culturale più moderna e più popolare. Il
superamento, per merito soprattutto dei
nostri amici veneziani, della così detta filosofia torinese che individuava aristocraticamente la finalità dell’esercizio fisico in risultati militari o para-militari e
comunque elitari, ci consentì di puntare
sul coinvolgimento sociale, popolare, aggregativo dei giovani.
AM:
Due associazioni ginnastiche non
erano troppe per una città che superava di
poco i 10.000 abitanti?
FR:
Forse sì. Il clima propizio favorì
le aggregazioni e diverse realtà potevano
meglio rispondere alle attese di quegli
anni. I nomi scelti ne sono testimonianza. Con Libertas si poneva certamente
l’accento su una esigenza di maggior rispetto della persona e dei suoi modi di
proporsi e di agire, con Spes si volle dare
a quelli stessi ideali il senso della durata
e della irreversibilità.
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AM:
Qualche differenza si nota tra le
due associazioni. La Libertas inizialmente
accoglieva gratuitamente i giovani inferiori a 15 anni mentre voi della Spes chiedeste un contributo di 15 centesimi la settimana per la frequenza e l’insegnamento.
FR:
Abbiamo ritenuto, concordemente, che la vera libertà sta nell’autonomia,
nella possibilità di seguire programmi e
progetti senza dover ricorrere continuamente a qualche benefattore non sempre
disinteressato, già noi avevamo gratuitamente l’uso di alcuni spazi parrocchiali.
Inoltre un piccolo contributo personale
rende più stretto il legame tra il praticante e la società, c’è più responsabilità
e più collaborazione da parte di tutti. I
risultati ci hanno dato ragione.
AM:
Nonostante l’attributo “ginnico” vi
siete cimentati in parecchi sport.
FR:
Il termine ginnico, o meglio ginnastico, si riferisce genericamente all’attività fisica e non specificamente alla
ginnastica. Per di più la Federazione ginnastica d’Italia costituitasi nel 1869 proprio a Venezia è stata per quasi cinquant’anni l’unica solida organizzazione
sportiva nazionale e le attività esercitate
erano molteplici dai concorsi ginnici al
nuoto, dalla palla a sfratto al pugilato,
alla scherma.
Molte associazioni sportive, forse seguaci della filosofia aristocratica torinese,
mantengono nella loro denominazione
“ginnastica e scherma”. Siamo tutte delle polisportive. Il nostro primo importante alloro, appena un anno dopo la costituzione, è stato ottenuto nella palla a
sfratto.
AM:
Alcuni avvenimenti, fra tutti la
mancata affiliazione alla Federazione, in
che misura hanno incrinato la vostra speranza, il vostro entusiasmo.
FR:
Il clima politico dei primi anni
del secolo risentiva ancora molto degli
eventi del 1870. La maggioranza dei nostri soci fondatori era vicina a Monsignor
Pavon e questo ci consentì di ottenere lo
spazio necessario per iniziare la nostra
attività sportiva.
Nonostante le nostre intenzioni, un collegamento con le istituzioni religiose era
impossibile da evitare. Per poter partecipare a manifestazioni di largo respiro
abbiamo aderito alla federazione sportiva cattolica. Credo che il merito correttamente sottolineabile della nostra associazione sia stato quello di non perdersi
d’animo e di continuare a mantener viva
a Mestre l’idea dello sport e dell’educazione fisica come elemento non secondario della formazione dei giovani.
AM:
Ai momenti felici sono subentrati
quelli tristi.
FR:
Che fossimo in un periodo di crescita e di transizione era noto a tutti. L’Italia non aveva ancora completato il processo unitario.
Trento e Trieste erano rimaste le ultime
province da unire alla nazione. Era solo
questione di tempo e di occasione.
Nel 15 i nostri giovani non potevano sottrarsi a quell’impegno e dare il loro contributo, in alcuni casi dolorosissimo, all’unificazione del nostro Paese.
Riteniamo che quei giovani che avevano
frequentato le nostre palestre per tanti
anni abbiano affrontato quei momenti e
quegli eventi con una coscienza più improntata alla solidarietà e al rispetto dei
compagni e degli avversari.
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UN PREMIO PER LA SPES
C’era una citazione a margine del primo
stemma della Spes, una breve frase che invitava a fare educazione fisica perché è attività
che produce gioia che ravviva lo spirito e fa
sentire il piacere della convivenza civile. Sono sentimenti che collimano strettamente
con gli ideali del Panathlon, con i valori dello
spirito olimpico, colle norme di comportamento verso se stessi e verso gli altri che il
nostro Club cerca di sostenere concretamente e non solo con dichiarazioni di principio.
Un operazione che in qualche misura può
riuscire a dare un senso a questi ideali, è
certamente quella che vuol far sentire ad
atleti, istruttori, allenatori e dirigenti l’affetto
di tutta una collettività. Abbiamo pensato
che dare un premio non è solo riconoscere il
valore di un gesto atletico, di un operare ad
alto livello, di una dedizione costante e disinteressata. Il premio, il riconoscimento che
viene dalla città richiede un corrispettivo; chi
lo riceve deve sentirsi portatore di un esempio, di una speranza, di un riferimento comportamentale per tanti suoi concittadini, per
l’intera collettività. Il Premio Città di Mestre
per lo Sport nella sua ormai ventennale edizione, ha avuto la possibilità e la determinazione di perseguire questi propositi e, per
quanto fattibile, cercherà di perseverare in
quella direzione.
In questi vent’anni l’attenzione sugli atleti,
sugli istruttori, sui dirigenti, associazioni o
enti da indicare all’attenzione della Città è
quasi sempre stata suggerita e sollecitata dagli avvenimenti che hanno trovato la loro
origine in Mestre. In questa città che ci trova
partecipi attenti alla difesa e all’esaltazione
di valori improntati al rispetto delle regole
civili e sportive.
Non poteva pertanto non esserci un rapporto
con l’associazione sportiva di più vecchia data. Il rapporto con la Spes è nato tuttavia
spontaneamente, come casuale incontro tra
finalità coincidenti. Così è un caso, anche se
un caso fortunato, che il primo nome che figura nell’albo d’oro del Premio Città di Mestre per lo Sport sia proprio quello del più significativo atleta della Spes, quel Diego Lazzarich che proprio nel 1982 conquistò il suo
primo titolo di Campione d’Italia di ginnastica artistica.
A quel primo riconoscimento seguirono tanti
altri, nel 1983 la Società Spes nel suo complesso, nel 1984 la ginnasta Leonilde Jannuzzi e il presidente onorario Ernesto Cecchinato “una vita per lo sport”, nel 1985 il
ginnasta Gian Matteo Centazzo, nel 1986 il
canoista Marco Zancanaro, nel 1990 il pesista Fabio Meggiato e l’istruttore Sergio Fiorin, nel 1992 il dirigente della sezione pesi
Bruno Gallo, nel 1994 la ginnasta Ketty Titon, nel 1999 la Squadra femminile di ginnastica artistica promossa in serie A1, per finire col Superpremio del Ventennale conferito
alla Spes tuttta.
Se è quindi innegabile che il Panathlon non
ha fatto mancare alla Spes il suo sostegno
morale e il suo plauso, è doveroso riconoscere che ancor oggi la Spes rappresenta una
realtà sportiva e associativa importante e assolve ad un compito di sano sostegno all’educazione non solo sportiva di tanta parte
dei giovani, e meno giovani, mestrini nel
coerente rispetto di corretti canoni di comportamento.
Antonio Serena
Presidente Panathlon International
Club Mestre
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L’ESERCIZIO PIÙ DIFFICILE
Mestre è città strana. Città nella realtà, non
sulla carta. Ha duecentomila abitanti, ma
per la burocrazia è frazione di Venezia che
di abitanti ne ha la metà.
Da quando negli anni Venti le tolsero il titolo
di Comune e la conseguente autonomia,
hanno sempre cercato di assoggettarla a un
progetto. Doveva servire prima a sostenere
la nascita di Porto Marghera tra le due guerre, poi a funzionare da bacino del grande polo petrolchimico. Negli anni ’70 gravitava su
Mestre la più alta concentrazione operaia
d’Europa. Ancora: approdo della terraferma,
col tempo città-dormitorio come si usava dire una volta, esilio dei veneziani in fuga dal
centro storico soprattutto dopo la catastrofica alluvione del 1966.
Città di immigrati da ogni parte del Veneto,
poi da ogni parte d’Italia. E proprio per questo, alla fine, la città meno provinciale del
Nordest. Quella nata dall’incontro e dall’incrocio di più culture e anche di più dialetti,
quella a modo suo più aperta e meno conservatrice, certo la meno supponente.
Città nata in fretta e talvolta senza troppe regole. Ci fu un momento negli anni del miracolo economico e del boom edilizio in cui
Mestre si svegliava diversa da come era andata a dormire la notte prima. Diceva un sindaco di allora che Mestre veniva su col “mal
de la piera”, la malattia della pietra: quasi
che la notte bastasse gettare mattoni da
qualche parte perché sorgessero case piccole
e grandi.
In questa città non città nella quale mancano
i riferimenti tipici della città (esempio: ha un
prosindaco anziché un vicesindaco), sono
stati i mestrini a costruire nel tempo la città.
Sono state le associazioni culturali, sportive,
del volontariato, dell’entusiasmo, tutte insieme a creare l’identità di una città. Oggi Mestre è città vera che aspetta che la burocrazia se ne renda conto e saldi il debito.
Tra quanti hanno contribuito a fare la città
c’è la Spes. Cento anni vissuti in un territorio
e in un contesto privilegiati. La società sportiva ha attraversato un secolo, c’era agli albori del Novecento quando lo sport incominciava ad assumere connotati moderni, quando la ginnastica con le prime Olimpiadi entrava nella leggenda e nella storia. Mestre
aveva poco più di diecimila abitanti e due società sportive, la Spes e la Libertas, la Speranza e la Libertà. Erano gli anni in cui l’Italia costruiva la generazione che sarebbe finita al fronte nella Grande Guerra che si combattè quasi per intero non lontano e talvolta
da queste parti. Nel 1925 capitò alla Spes,
come a tante altri istituzioni, di venire soppressa nell’Italia in cui si affermava la dittatura. Sono venuti nuovi anni, nuove storie.
Altri parleranno di titoli, medaglie, di attività
allargate, di successi. Del resto, le pagine dei
giornali e soprattutto del “Gazzettino” possono raccontare i cento anni di una società cresciuta assieme a una città. Ecco, al di là dei
primati, delle cifre notevoli di iscritti e di
campioni, al di là dello sport, la Spes è riuscita in un’altra cosa: ha contribuito a dare a
Mestre un’identità. E credo che questo sia
stato l’esercizio più difficile, ben più di un
abile volteggio agli anelli o al cavallo. Più difficile e, in fondo, forse più utile. Senza Mestre non ci sarebbe stata la Spes e senza la
Spes non ci sarebbe stata questa Mestre.
Edoardo Pittalis
Vicedirettore del Gazzettino
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UNA CITTA, UN FUTURO SPORTIVO
Raccontare le tradizioni sportive nel nostro
territorio è un fondamentale sforzo di memoria, atto a ripercorrere quegli innumerevoli
momenti che hanno fatto, e tuttora fanno, di
Venezia una capitale mondiale dello sport. Sono ormai molte le realtà cittadine che possono
vantare una centenaria esperienza nel settore,
dall’A.C. Venezia alla Bucintoro, dalla Querini
alla Reyer. Nella terraferma questo privilegio è
della sola società ginnico sportiva Spes. A questa lista devono essere aggiunte, quelle società
sportive, che seppur di “più recente” costituzione, incarnano, con i loro risultati prestigiosi, la grande tradizione veneziana: il Circolo
della Scherma Mestre, il DLF Scherma Venezia, la Canottieri Mestre, il calcio Mestre e
molte altre.
Riflettere sugli scenari futuri del movimento
sportivo richiede un’attenta valutazione dei
percorsi intrapresi negli ultimi anni e dell’accelerazione mediatica che essi contengono.
Come sarà lo sport del futuro? Quali sono gli
accorgimenti che fin d’ora dobbiamo mettere
in atto? Questi sono solo alcuni degli interrogativi a cui dobbiamo tentare di dare risposta
al fine di programmare politiche sportive ad
ampio respiro.
Appare evidente, da qualunque parte si veda
la questione, che il nucleo centrale siano i finanziamenti. La crisi del CONI e, di conseguenza, delle Federazioni Sportive, ma anche
i tagli drastici a discapito delle attività motorie
nelle scuole, hanno aperto una stagione difficile per gran parte degli sport, e in particolare
per quelli cosiddetti minori. Di contro, è cresciuta la necessità e la voglia di fare attività fisica, soprattutto in quelle categorie, come le
donne, la terza età, i disabili e gli adulti. Alcune stime parlano di oltre il 50% della popolazione italiana che pratica in qualche modo
un’attività fisica. Sono numeri che debbono
far riflettere sulla enorme estensione del fenomeno sport.
La grande stagione del fitness o del wellness,
iniziata in Italia alla fine degli anni 80, ha fatto
crescere a dismisura le palestre private, dove
oltre al mero esercizio fisico, vi si creano momenti di aggregazione e socialità del tutto
nuovi.
I tradizionali impianti sportivi, le palestre di
alcune discipline agonistiche, rischiano di
svuotarsi, incapaci di trasformare il loro modo
di rapportarsi al cittadino e alle sue nuove esigenze. Inoltre, per delle attività, come quelle
sportive, che sono sempre state condotte grazie al poderoso apporto del volontariato (una
stima porta ad un numero vicino alle 600 mila
persone in Italia) resta da vedere quale sarà la
futura disponibilità della nuova generazione, a
“spendere” il proprio tempo (bene sempre più
prezioso nella società odierna).
La grave crisi del calcio, esplosa con forza negli ultimi mesi, deve inoltre far riflettere sul
grande divario che si è creato tra lo sport principe del professionismo e le realtà dilettantistiche e amatoriali.
Infine, non accenna a diminuire l’eterno contrasto tra lo sport cosiddetto agonistico e quello amatoriale e dilettantistico, quasi a sottolineare quanto le divisioni nello sport non facilitano certamente soluzioni che riguardano il
mondo sportivo nel suo insieme.
Su alcuni punti si può prevedere il futuro.
Gli sport all’aria aperta (nell’ambiente) si
estendono a dimostrazione del fatto che attività fisica e benessere percorrono insieme una
strada quasi obbligata. Per Venezia, il costruendo Parco di San Giuliano, offrirà un’occasione unica per estendere le attività all’aria
aperta. Un grande polmone di verde (oltre 120
ettari), a ridosso dell’ecosistema lagunare,
non può che essere, oltre che luogo di divertimento e di tranquillità, anche un’enorme palestra a cielo aperto. La necessità di far divenire
il Parco un luogo sportivo strategico per tutta
la città, è un imperativo dei prossimi anni.
La questione impiantistica merita alcune parole. Il patrimonio di edilizia sportiva nel Comune di Venezia si è notevolmente arricchito
negli ultimi anni, agli oltre 60 impianti esistenti si sono aggiunti la nuova piscina del Lido, il Centro Sportivo di S.Alvise, il Centro
33
Sportivo di Sacca San Biagio, il Pattinodromo
della Bissuola, il Palazzetto di Trivignano, la
palestra di Dese. Allo stesso tempo alcuni impianti sono “invecchiati” e necessitano sempre più di interventi strutturali importanti. Il
futuro è semplice: le risorse pubbliche dovranno consentire di fare adeguata manutenzione e ampliamento funzionale all’esistente,
permettendo in questo modo la piena e sicura
fruibilità degli impianti, il partenariato pubblico-privato dovrà invece permettere di acquisire nuove e funzionali strutture.
Ma i luoghi dello sport permettono solo di praticare gli sport. Altra questione è cosa avverrà, nei prossimi anni, in questi contenitori.
La grande scommessa è di far dialogare, di
più e in modo più collaborativo, le oltre 400
società e associazioni sportive che esistono
nel nostro territorio. Questa necessità si impone anche alla luce della grave situazione finanziaria dello sport. Ottimizzare le risorse
diventa un modo per fornire all’”utente sportivo” un ambiente sempre migliore e qualificato
e di rilanciare quella pratica della promozione
sportiva, capace di attirare i giovani. Alcuni
segnali importanti, in tal senso, cominciano
ad intravedersi. Il recente accordo tra le tre
grandi società di basket, per la gestione del
Palasport, rappresenta un primo tassello di
un’idea più grande: riportare, attraverso una
stretta collaborazione, il grande basket a Venezia. È sicuramente una sfida per tutti, per le
società, per l’Amministrazione Comunale e
per la città. Altri segnali di questo tipo si intravedono un po’ ovunque, soprattutto in quegli
impianti che permettono attività diverse (i
centri sportivi) e dove società “confinanti” so-
no chiamate al difficile, ma fondamentale
compito, di costruire insieme un progetto
sportivo integrato.
Al fine di favorire questo dialogo, i Servizi
Sportivi hanno approntato un nuovo portale
Internet (a breve in rete) atto a favorire, fungendo in qualche modo da forum, il dialogo e
le iniziative in comune di tutte le realtà sportive del territorio. È la prima tappa di un progetto più ampio che prevede, attraverso formazione e fornitura di hardware, l’utilizzo di
tutti i servizi (richiesta spazi palestra, richiesta impianti per manifestazioni, richieste contributi e patrocini, ecc) da parte delle società e
del cittadino.
Il problema delle risorse, oltre a quelle disponibili dagli Enti Locali, va affrontato con un
serio confronto con le realtà imprenditoriali
locali. Dopo un lungo periodo di stasi, in cui
sembrava esserci un quasi totale disinteresse
da parte dell’imprenditoria locale nello sport,
alcuni segnali positivi si intravedono. È necessario saldare un solido legame tra le realtà
economiche e le società sportive.
L’insieme delle iniziative tendenti al dialogo,
alla collaborazione, ai progetti comuni, alla
promozione sportiva e al rapporto con il mondo imprenditoriale, devono essere poi inserite
nel contesto cittadino in cui esse si realizzano.
Una città è un “organismo complesso”, fatto
sicuramente di molti problemi, ma capace di
esprimere risorse talora impensabili.
Al pari della cultura, lo sport rappresenta un
valore universale, capace di essere messaggero di pace e di solidarietà, di migliorare la nostra qualità della vita, di contribuire a rendere
la nostra città più vivibile. Permettere ai giovani di crescere in un’ambiente dove è presente una vasta opportunità di praticare lo
sport è un segno inequivocabile di attenzione
nei loro confronti.
Michele Mognato
ViceSindaco e Assessore allo Sport
Comune di Venezia
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36
BREVE STORIA DELLA “SPES”
CRONACA DEI CENT’ANNI DELLA SPES ANNO PER ANNO
PREMESSA
La storia della Spes era in gran parte già
scritta. Per questa edizione abbiamo usato a
piene mani, talvolta trascrivendo talvolta integrandolo con nuova documentazione, il lavoro di Piero Bergamo e Angelo G. Cecchinato per il libro “Spes Mestre 70°”, corredato da
fotografie della vecchia Mestre tratte dal volume di Luigi Brunello. Stesso procedimento
per il mio “Venti anni di storia della Spes
1973-1993” dal quale sono state tolte tutte le
annotazioni di carattere personale.
Soprattutto alla passione di Angelo G. Cecchinato dobbiamo ancor oggi molto del nostro
esistere come realtà sportiva. Il suo amore
per la ginnastica, che lui considerava madre
e maestra di tutti gli sport, lo ha reso promotore della costruzione prima del Palazzo dello
Sport in via Olimpia poi della Palestra di Vicolo della Pineta: due impianti che ancor oggi
rappresentano degli strumenti essenziali per
la vita sportiva mestrina. Il suo sogno era che
“la Spes, generata spontaneamente fra gente
semplice, ma di grandi virtù, divenisse un’istituzione intramontabile ed un vanto anche
per l’attuale grande Mestre e ne rappresen-
tasse la parte più bella: la speranza!”
È difficile tener fede ad un simile compito e
sicuramente non sempre ci siamo riusciti,
ma certamente almeno nelle intenzioni e nell’impegno ci abbiamo sempre provato.
È doveroso ricordare a chi sfoglierà queste
pagine che, come impone lo sport, i migliori
hanno uno spazio maggiore e la ripetizione
del loro nome dà in qualche modo la misura
del livello raggiunto. Si è tuttavia cercato di
non dimenticare, anche se purtroppo qualche
dimenticanza si sarà certamente verificata, i
tanti altri atleti che trovano nella loro passione il miglior premio all’impegno profuso.
Si è invece volutamente sorvolato sui molti dirigenti e collaboratori che, ognuno con la propria capacità e disponibilità, hanno dato un
contributo determinante e disinteressato alla
vita della nostra associazione: un lavoro oscuro il loro e quasi sempre privo di riconoscimenti, ma senza il quale non sarebbe stato
possibile il racconto che ci apprestiamo a fare.
Adriano Moscati
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Dalla fondazione
alla grande guerra
Come per molti avvenimenti il cui ricordo è
in parte affidato alla memoria, anche sulla
data di fondazione della Spes aleggia qualche
approssimazione. Piero Bergamo, nella prefazione al suo libro, parla di una prefondazione della Spes nel 1902 in una casa di campagna, quella di Andreatta, dove ora sorgono i
palazzi di Corso del Popolo.
Questa indicazione è confortata da uno scritto di Augusto Andreatta che molto poeticamente paragona la Spes a un fiore piantato
nell’inverno 1902-1903 e che fiorisce rigoglioso nella successiva primavera. La parziale riproduzione del documento è a pagina 26.
1903
Nel 1903 Mestre ha dodicimila abitanti, unico mezzo di trasporto pubblico il tram da
Piazza Barche a San Giuliano e il vaporetto a
legna o carbone chiamato le “Caponere” da
San Giuliano a S.Giobbe e Rialto.
Gli amici di Augusto, Luigi Brusò, Giuseppe
Callegaro, Angelo Danieli, Valerio Marzaro,
Giuseppe Poletto, Vittorio Padovan, Angelo e
Valentino Pauletto sono attenti alle manifestazioni sportive che si svolgono al principio
del secolo nei principali centri della nuova
Italia e pervasi da un generoso spirito di
emulazione, con attrezzi di fortuna, nell’aia
d’una casa rurale, cominciano a dedicarsi alla nuova ginnastica.
Agli inizi del 1903 sull’esempio delle più anziane e famose Reyer e Marziale, viene quindi costituita un’associazione sportiva cui viene assegnato il nome di “Spes” con l’esclusivo scopo di promuovere esercizi ginnastici
(come all’epoca si definiva lo sport) e con il
motto “Speranza e Concordia”. La decisione
è presa in casa di Padovan. Primo presidente
Franco Riccato, istruttore Beppe Falciai.
Di grande sostegno è Mons. Pavon, Arciprete
di Mestre che dà il suo concreto aiuto concedendo in uso il cortile della canonica e l’adiacente Scholetta per le esercitazioni serali.
Già il 1903 è un anno di intensa attività che
consente alla nuova società il suo esordio nell’Accademia indetta a Mestre dalla Palestra
Marziale e dalla Reyer. I nomi da ricordare
affettuosamente oltre ai già citati sono quelli
di Bastianello, Bonaldi, Bozzao, Cibin, Zerbo.
1904
Come accennato, a cavallo del secolo tutte le
associazioni ginnastiche promuovevano oltre
alla ginnastica educativa e ai concorsi di
squadra altre prove e discipline sportive. In
un regolamento dei “giuochi ed esercizi individuali” dell’epoca si forniscono dettagliate
spiegazioni su molti esercizi quali, per esempio, la gara di pentatlio: corsa 120 metri, salto misto lungo alto, assalti di lotta greco-romana, lancio a volo e da fermo, tiro del giavellotto ecc. Anche la Spes seguì lo schema
Le prime immagini di dirigenti e atleti della Spes
39
dei concorsi. Così nel 1904 affronta i primi
impegni fuori Mestre. Nel Concorso Ginnico
Regionale di Padova, conquista una medaglia
d’argento, mentre con una squadra di Palla a
sfratto si aggiudica a Brescia il suo primo titolo italiano. Il gioco della palla a sfratto (o
palla vibrata) si svolgeva tra squadre di cinque giocatori che si lanciavano una palla di
1,800 chili fornita di maniglia.
1905
La presenza ai concorsi regionali diventa una
felice consuetudine per i ragazzi della Spes
che nel 1905 ottengono un’altra medaglia
Pugili alle prime armi
terminante due decenni dopo nella decisione
del governo fascista di chiudere le associazioni sportive con caratteristiche religiose o socialiste.
1906
I concorsi sono diventati un impegno annuale. Nel 1906 al Concorso Regionale di Vicenza
la Spes ottiene finalmente il primo premio e
la corona d’alloro. È un risultato che consente la partecipazione al Concorso Internazionale di Milano. Dal 23 al 27 maggio le squadre si confrontano in diverse prove. Ottima la
performance dei nostri ragazzi che conquistano la corona di quercia. Caposquadra è
Cesare Falciai che guida i suoi ragazzi nei vari esercizi ginnici e nelle prove di corsa veloce, sollevamento pesi e lancio del disco.
1907
L’anno successivo, 1907, al grande Concorso
Nazionale di Venezia, presenziato dal Re Vittorio Emanuele III, la Spes si ripete e conquista la corona di quercia. Ormai i concorsi sono degli appuntamenti fissi e così gli ottimi
piazzamenti della squadra. Va ricordato che
ancora in quegli anni i “puristi” propugnavano la soppressione delle gare individuali perché ritenute troppo pericolose, erano pertanto favorite le manifestazioni di gruppo.
a destra: Esercizio agli anelli
in campagna
40
d’argento al Concorso Regionale di Schio. In
quell’anno viene anche ufficializzato il riconoscimento della Spes da parte dell’Amministrazione Comunale di Mestre che ne riceve
per il visto lo statuto societario. Grande delusione viene invece da Roma. La Federazione
Ginnastica Nazionale Italiana non accoglie la
domanda di affiliazione poiché, afferma il
verbale del Consiglio federale del 17 marzo
1905, la Spes ha carattere religioso, in contraddizione con l’art.1 dello statuto federale.
Evidentemente la localizzazione della attività
sportiva nell’ambito di un complesso ecclesiastico ha avuto un peso determinante nella
decisione, soprattutto se vista nell’ottica politica del momento, di estrema tensione tra
stato e chiesa.
Per la verità l’apporto della Parrocchia di San
Lorenzo sembrerebbe limitato alla concessione in uso di spazi. Dagli archivi parrocchiali,
sempre precisi e dettagliati, non risulta registrato in quegli anni alcun movimento finanziario a favore o a carico della Spes.
La mancata affiliazione non ha eccessivamente ridotto l’attività e la presenza degli
atleti della Spes nelle competizioni nazionali
e internazionali, perché la società decise di
aderire alla federazione delle associazioni
sportive cattoliche, ma è stata, purtroppo, de-
1909
a sinistra:
Piramide all’aperto
Il 1909 è la volta del Concorso Nazionale di
Roma con una folta partecipazione di giovani che si cimentano negli esercizi elementari
a corpo libero, nella corsa, nel salto, nel getto
della pietra e nella salita alla fune. Questi
concorsi sono delle autentiche feste popolari,
delle manifestazioni che coinvolgono centinaia di protagonisti, e in quella occasione superano il migliaio, che sfilano con le loro bandiere, si esibiscono in piazze o stadi, saltano,
corrono, creano figure o piramidi con piccoli
o grandi attrezzi. Tutti finalmente coinvolti
con la fisicità del proprio essere.
1910
Stesso programma nel 1910, ma questa volta
non occorre fare un lungo viaggio sui sedili di
legno della terza classe, questa volta si va a
Esercizi di massa
1908
Nel 1908 si registrano purtroppo le prime defezioni nelle palestre mestrine, soprattutto
per motivi finanziari. La Libertas e la Palestra Marziale sono cancellate dall’elenco delle associazioni sportive affiliate alla Federazione di Ginnastica. Mestre è così priva di
società affiliate alla Federazione Ginnastica
Nazionale, ma grazie alla Spes l’attività sportiva in città può continuare. In palestra e nei
campi i ragazzi praticano i più svariati esercizi (corsa, pugilato, attrezzistica, ecc), ma le
uscite ufficiali sono sempre i concorsi: 1908
si partecipa al Concorso Regionale di Torino
con buoni risultati per la Spes.
in basso a sinistra:
Un cappello e una sciarpa
da portare con fierezza.
All’ombra del campanile.
41
Padova e la festa è quasi in famiglia perché
amici e parenti possono venire a fare il tifo.
Per il Concorso Nazionale di Padova solo
qualche variante negli esercizi di squadra:
salto a piè pari, getto della palla di ferro, lancio del disco di legno; stesso grande impegno
e ottimo piazzamento dei nostri ragazzi.
1911
Aumentano i praticanti e aumentano gli
istruttori con Cesare Falciai, Francesco Mazzocco, Gino Bonaldi e Gaetano Poletto. Nel
1911 anche Mestre è cresciuta, ora conta
17000 abitanti e finalmente possiede un acquedotto. Bonaldi e Poletto hanno gli stimoli
giusti per preparare una grande squadra e la
presentano prima al Concorso Regionale di
Venezia e poi al Concorso Nazionale di Roma.
Due primi premi. Ai festeggiamenti partecipa
tutta la città.
1912
I concorsi e i premi continuano, nel 1912 secondo premio al Concorso Internazionale di
Saronno. Tra le varie attività previste dai
concorsi ginnastici appare anche il foot-ball,
oltre al tiro alla fune e al lancio del disco di
bronzo e di legno.
1913
Nel 1913 la Spes organizza ben due Accademie. Inizia quell’anno per la Spes la consue-
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tudine di organizzare annualmente un’Accademia per festeggiare tutti i praticanti e gli
atleti e per dimostrare ai soci e agli appassionati, con esercizi appositamente studiati e
realizzati per quell’occasione, i progressi
conseguiti. È una consuetudine che dura ancora.
1914
Nel 1914 Concorso Regionale
di Bassano. Il regolamento di
questa, come di tante altre gare di squadra, era così articolato: “Marce ed evoluzioni in
ordine chiuso, di passo e di
corsa, con la cadenza dei Bersaglieri secondo il vigente regolamento di esercizi per la
Fanteria (Per gli stranieri secondo i propri regolamenti).
Gli esercizi elementari sono di
equilibrio, preparatori di pugilato, flessioni di busto, salto
misto (4 ginnasti per volta),
arrampicata alla fune (4 ginnasti per volta) corsa 1 km in
4’30, progressioni a squadre
alle parallele, anelli, cavallo,
sbarra.”
1915
Nel 1915 altri pensieri occupano le menti dei giovani
sportivi, altri destini li attendono. La Grande Guerra che
Mestre vive e soffre eroicamente. Anche la Spes ha i
suoi valorosi caduti Angelo
Checchin, Angelo Goattin, Antonio Padovan, Albino Poletto.
43
Dalla ripresa
al decreto
di scioglimento
1919
anche con realtà già consolidate. Si partecipa
anche al Memorial Beccari.
1920
L’anno dopo, 1920, il mondo sportivo ritrova
l’Olimpiade ad Anversa che risveglia e stimola i giovani. Si apre per la Spes un ciclo di attività veramente esaltante, il numero degli
aderenti aumenta quasi giornalmente. Si
moltiplicano le squadre e lo spirito di emulazione. Al X Concorso Ginnastico Nazionale di
Venezia la squadra presentata dalla Spes vince il primo premio. Al successivo concorso
nazionale di Torino la Spes partecipa con due
squadre e ottiene due premi di eccellenza ed
una magnifica Vittoria Alata. Anche gli allievi
si distinguono, a Bassano si aggiudicano il
primo premio e un dono del Ministero della
Guerra.
1921
Nel 1921 la Spes trasferisce la propria attività
nella palestra di Viale Garibaldi. Anche se le
ore disponibili non sono molte, si ottengono
La guerra è finita. Nella Mestre che vive la
sua ripresa economica e sociale, Gaetano Poletto, l’istruttore tenace e intelligente, riunisce i vecchi amici, raccoglie reduci e giovani
volenterosi, riprende l’attività. La Spes rinnova i suoi organi societari. Presidente è Andrea Cavalieri, vice Attilio Michieletto. Tra i
tanti soci vecchi e nuovi Senofonte Piccinini,
Giuseppe Gregorini, Pio Martinuzzi, Adolfo
Paoletti, Augusto Andreatta, Giovanni Eufrate, Vittorio Basso, Nicola Tacco, Ferdinando
Zancanella, Pietro Pavon, Enrico Valla, Ettore
Romagnoli, Bobbo Checchi, Tito Tamburlini.
Oltre alla ripresa dell’attività ginnica si sperimenta una sezione di pugilato e si prepara
una buona squadra di calcio che si dimostra
subito combattiva e capace di confrontarsi
subito ottimi risultati sulla preparazione specifica dei ginnasti e conseguentemente ottimi
risultati nelle gare: tre primi premi al Concorso nazionale di Trento e cinque primi premi
al Concorso nazionale di Roma. Un anno veramente importante.
La sezione calcio dopo tre anni di intensa attività si fonde con l’Associazione Calcio Mestre che può arricchire la propria squadra
con i migliori elementi della squadra della
Spes.
1922
Il 13 agosto del 1922 la Spes organizza a Mestre uno spettacolare Concorso Ginnastico
Regionale Veneto con incluso anche un torneo di pallacanestro. All’eccezionale evento
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derato di preparazione
agli impegni programmati
per gli anni successivi. Impegni che prevedono trasferte all’estero e quindi la
necessità di non sfigurare
nei confronti di squadre di
altissimo livello e di grande esperienza.
1924
partecipano tutte le società ginniche delle Tre
Venezie e molte associazioni sportive della
Lombardia. Fuori concorso il campione del
mondo Giorgio Zampori. Rallegrano la manifestazione, patrocinata da Governo, Magistratura, Forze Armate e Autorità cittadine,
la Banda del 72° Fanteria, la Fanfara degli
Esploratori, quella del Morosini, la Banda
della Fortior e quella dell’Istituto Manin. Tra i
premi una medaglia d’argento del Re d’Italia.
La pubblicazione di un numero unico “Veneta Juventus” è l’idea nuova per dare ai partecipanti il saluto della Spes e di Mestre.
Il mese successivo la Spes si presenta con tre
squadre al Concorso Ginnastico Internazionale di Asti da dove rientra con un primo
premio e numerosi trofei.
1923
La Spes sembra pronta a confronti sempre
più impegnativi, le affermazioni di eccellenza
sono ormai un fatto ordinario come conferma anche la partecipazione al Concorso Nazionale di Ginnastica di Firenze del 1923. È
questa l’unica manifestazione, oltre alla solita
accademia, di questo anno che viene consi-
L’apoteosi a Parigi: Grande Festa della Ginnastica
del 1924. Al Concorso Internazionale di Parigi sono schierati 26mila
giovani ginnasti (quanti gli abitanti della Mestre di allora). La Spes si piazza autorevolmente in testa alla classifica e si aggiudica il
trofeo più ambito, il “Grand Prix de Paris”.
Ha così l’onore, bandiera nazionale e societaria in testa, di aprire il corteo trionfale per le
vie di Parigi, affollate di popolo plaudente, di
rendere omaggio alla Tomba del Milite Ignoto
all’Arco di Trionfo e di esibirsi poi, da sola,
davanti al Presidente della Repubblica Francese. Le autorità e la cittadinanza unanime
di Mestre accolgono con ovazioni ed onori i
bravi ginnasti al loro ritorno. Dopo l’impresa
di Parigi le squadre della Spes hanno ancora
voglia di cimentarsi e partecipano ai concorsi
di Mestre ed a quello di Cuneo.
1925
Ormai la Spes ha fama internazionale. È invitata ufficialmente al Concorso di Aix les Bains
del 1925 e ripete le prodezze parigine. Al suo
ritorno tutta Mestre è ancora festante intorno
ai giovani campioni vittoriosi.
C’è ancora il tempo per partecipare al Concorso Nazionale di Firenze dove la Spes raggiunge, come al solito, i massimi punteggi e
l’alloro e al Concorso Internazionale di Asti
(9-10 maggio 1925) dove presenta tre squadre, allievi, junior e adulti.
Si sarà notato che le citazioni dei tanti successi conseguiti dalla Spes dalla fondazione
al 1925 sono molto scarne e mancanti dei nomi dei partecipanti. I nostri predecessori privilegiavano lo spirito di gruppo che era indispensabile per una corretta preparazione agli
impegni richiesti dai Concorsi e forse anche
per un insegnamento di modestia e di rigore.
Quei valori non risultavano in linea con gli
ideali del partito fascista al potere da tre anni. Lo stato fascista non aveva intenzione di
consentire che le associazioni cattoliche o socialiste si interessassero alla educazione dei
giovani, compito che riteneva di dover riservare esclusivamente agli organi del regime.
Alle stesse federazioni si cercò di vietare di
interessarsi ai giovani inferiori a 18 anni. Si
arrivò quindi al decreto di scioglimento della
associazioni non gradite al regime.
Quasi incredule di quanto stava loro accadendo, la rinata Libertas e la Spes con l’A.C.Me-
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stre organizzano una festa dello sport al Toniolo il 16 gennaio 1926. Un’allegra, amara
chiusura.
La Spes come moltissime altre associazioni
sospende ogni attività. Pio Martinuzzi sarà
custode della gloriosa bandiera e dei premi,
cimeli e trofei che il 18 novembre 1935 vengono offerti alla Patria.
Gaetano Poletto.
47
Ivo Raniolo
Dalla rinascita alla
Stella d’oro
Gli ultimi spaventosi bagliori della più crudele guerra che non sia mai avvenuta si sono
appena spenti. I sopravvissuti non sanno ancora orientarsi dopo tanti lutti e rovine. Affiora e si diffonde un anelito di speranza, un richiamo alla vita. Gaetano Poletto, l’indimenticabile animatore e maestro della Spes, raduna attorno alla cara, vecchia bandiera gli
amici superstiti di un tempo: Augusto Andreatta, Luigi Baessato, Vittorio Basso, Francesco Bobbo, Aldo Caldognetto, Angelo Giuseppe Cecchinato, Giovanni Eufrate, Pio Martinuzzi, Pietro Pavon, Paride Pedini, Enrico
Poletto. Dopo parecchie riunioni, nell’autunno del 1945, viene indetta la prima assemblea della rinata Società Ginnico Sportiva
“Spes”. Presidente viene confermato il cav.
Andrea Cavalieri, già presidente fino al 1926.
Gli altri consiglieri: vice presidente A. Cecchinato, direttore tecnico Poletto, segretario Caldognetto Pedini. La sede è fissata presso la
Trattoria Geremia. Gli istruttori saranno
Martinuzzi, Andreatta, Eufrate, Basso. Difficile si presenta subito la sistemazione.
1946
Mestre conta 40mila abitanti. Nella primavera del 1946 i primi allievi cominciano ad allenarsi la sera nel cortile dell’Istituto Berna in
via Manin e qualche volta nel campo di calcio
di Carpenedo. In autunno il Comune concede
il permesso di usare la piccola palestra della
scuola Bandiera e Moro in via Dante che la
Spes provvede a restaurare e dotare di qualche attrezzo di recupero. Oltre agli esercizi
ginnici riprende l’attività la Palla a Sfratto, il
Tiro alla Fune e, per iniziativa di Enrico Poletto, viene costituito un gruppo bocciofilo
che otterrà successi sia agonistici che organizzativi.
Il maestro Gaetano Poletto, l’artefice di tanti
successi, viene trasferito a Milano per lavoro;
i suoi ritorni a Mestre si fanno sempre più ra-
Ginnasti al lancio del peso
di. Tornerà solo definitivamente per morirvi.
I suoi amici, il giorno del suo trapasso gli
stanno commossi vicino, lui stringe la mano a
Cecchinato e sussurra faticosamente: “Sior
Bepi, la Spes”. Queste sono state veramente
le sue ultime parole, mai dimenticate.
1947
Per la Spes il 1947 è un anno di proselitismo
e di formazione. Il maestro Paroletti inizia la
sua funzione di istruttore della sezione maschile di ginnastica artistica. Lo coadiuvano
Basso, Eufrate, Andreatta e Martinuzzi. La
L’istruttore Paroletti presenta
i suoi allievi
49
1948
Adulti
Allievi
Ragazze
Spes trasferisce la sua sede in via Ferro in un
locale graziosamente offerto dall’Associazione Calcio Mestre.
La Spes partecipa al Concorso Nazionale di
Ferrara senza la squadra di ginnastica che
non è ancora pronta. Ma con i suoi valorosi
anziani Longo, Volpato,
Bolzanella,
Carrer e Longo junior riconquista il titolo nazionale di
Palla a Sfratto. Questa disciplina, come
pure il Tiro alla Fune, dopo di allora
saranno
praticati
solo localmente e
declineranno con i
loro anziani atleti fino a scomparire del
tutto. Anche il gruppo bocciofilo diventa
autonomo e costituirà la Società Bocciofila Mestrina.
Il 1948 è ricordato dalla Spes per due avvenimenti molto importanti per i riflessi che
avranno nei suoi futuri successi. È eletto presidente il Comm. Angelo Giuseppe Cecchinato che, come vedremo, sarà uno tra i più motivati promotori e artefici della crescita delle
strutture sportive mestrine. L’altro avvenimento è l’istituzione di una sezione femminile di ginnastica artistica che viene affidata al
maestro Zoppetti e successivamente a Guglielmo Pagan, ex ufficiale di cavalleria dotato, come ricorda Bianca Maria Calabrò, di
una spiccata capacità di educatore oltre che
di tecnico della ginnastica.
Nel mese di maggio la Spes partecipa alle Prime Feste Internazionali di Educazione Fisica,
aggiudicandosi una corona d’alloro e si fa
onore nell’ultimo torneo di palla a sfratto.
Per cementare lo spirito associativo, in giugno viene organizzata la prima gita sociale.
Con due motobarche un centinaio di soci e
familiari si recano a Murano, S. Francesco
del deserto, Burano e Torcello.
In quest’anno la Spes ottiene il primo contributo finanziario di Lire 15000, deliberato
dalla Giunta della Federazione Ginnastica
d’Italia il 23 novembre 1948, come stimolo a
proseguire nell’attività svolta negli anni della
rinascita.
1949
Nel settembre 1949 la Spes organizza un
Concorso Ginnico delle Tre Venezie con in
palio un trofeo offerto dal Capo del Governo
Alcide De Gasperi. Alla manifestazione partecipano oltre trenta squadre di tutte le società
trivenete e fa il suo esordio la squadra femminile della Spes, guidata da Pavan. La squadra maschile è affidata a Paroletti. Per l’occasione vengono pubblicati anche un opuscolo
50
e un numero unico intitolato “Alma Juventus”. Il successo è notevole e da quella data la
Spes rientra nella categoria delle più quotate
società ginnastiche d'Italia. All’organizzazione hanno contribuito principalmente Poletto,
Martinuzzi, Heinz e i coniugi Carretto. Il sindaco di Venezia Gianquinto saluta i partecipanti ricordando che la ginnastica è insieme
libertà e disciplina, sforzo e armonia.
1950
Nell’anno successivo l’attività dei giovani ginnasti è intensa e serve soprattutto per acquisire esperienza: in quel 1950 le diverse squadre della Spes partecipano a numerosi tornei
tra i quali si ricordano
Padova, Trofeo Michelon, ginnastica maschile e femminile.
Mestre, Campionato individuale femminile di
ginnastica artistica.
Belluno, Incontro triangolare femminile, Trofeo Marina Marchisio.
Udine, Concorso interregionale maschile a
squadre.
Vicenza, Campionato regionale individuale
maschile.
Venezia, Campionato provinciale maschile.
Nel Convegno Regionale maschile e femminile a Schio, 100 ginnasti della Spes si aggiudicano la Coppa Ing. Sanabo, oggetto d’arte Zanon, messo in palio dalla Federazione Ginnastica.
Il Presidente della FGI al cimitero ossario
rende omaggio ai Caduti sul Pasubio ed esalta le società ginnastiche e le loro bandiere.
1951
Mestre ha superato i 50.000 abitanti, crescono iniziative e speranze.
Dopo una brillante accademia di scherma organizzata dal maestro Galante e patrocinata
dal cav. Cecchinato a Cortina, si istituisce in
seno alla Spes una sezione di scherma. Animatore entusiasta e autorevole della nuova
sezione è il cav. Ceccato. Si trova ospitalità
presso la palestra del Liceo Franchetti, diret-
tore del corso è l’ex campione olimpionico
ing. Pinton, con l’aiuto del maestro Corradi.
La sezione ginnastica continua con le partecipazioni a trofei e campionati a Belluno, Padova, Vicenza e ancora Padova. A Mestre viene
organizzato un trofeo intitolato all’indimenticato maestro Poletto.
Da segnalare inoltre il 1° posto ottenuto dalla
squadra allievi alla II edizione della Coppa
Rossi a Venezia.
Ma l’avvenimento dell’anno è il Concorso Internazionale di ginnastica artistica di Firen-
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52
ze. La più importante rassegna ginnica del
dopoguerra si svolge dal 23 maggio al 3 giugno. La Spes partecipa con 48 ginnasti suddivisi in tre squadre: allievi, adulti e femminile.
Ognuna delle tre squadre è premiata con corona di alloro di eccellenza. Il presidente Cecchinato viene personalmente complimentato
dall’avv. Onesti presidente del CONI e dal
presidente della FGI prof. Marchisio.
Nonostante questi clamorosi successi, cominciano le difficoltà per l’uso della palestra, perché la popolazione scolastica aumenta e conseguentemente le palestre diventano insufficienti. Si rivolgono invocazioni al Comune, al
Coni, a tutte le Autorità alle quali si ritiene
possa stare a cuore il problema. La città è
cresciuta, ma le strutture non hanno un ritmo di crescita adeguato.
Intanto la Spes trasferisce la sua sede in Via
Miranese, dove il presidente ha espressamente allestito due locali.
1952
Poiché la Spes non dispone di propri campi
di gara è sempre più complicato e difficile organizzare a Mestre delle manifestazioni di
ginnastica artistica. Sia pure con molte difficoltà di preparazione e allenamenti si continua a partecipare a gare fuori sede. Nel 1952
quindi si gareggia con onore a Venezia, Genova, Padova, Seregno, Belluno e Pedavena.
Ma ormai si guarda e ci si prepara agli avvenimenti del prossimo anno.
V° Artiglieria e il suo
eccezionale
comandante
Generale
Ravnich. Sono, infatti, i
volenterosi
soldati che
allestiscono
castelli e attrezzature
sul campo di
gara.
Sono
presenti 68 società italiane, 12 squadre svizzere e francesi.
I 1037 ginnasti contribuiscono a rendere il
12, 13 e 14 giugno 1953 tre giornate indimenticabili. Mestre, in festa, è percorsa da
sfilate di giovani baldanzosi, fanfare, bandiere, divise multicolori e applaude con calore e
commozione. Premi arrivano da moltissime
autorità, dal Capo del Governo De Gasperi,
dal
Patriarca
Cardinale
Roncalli,
dal Prefetto,
dal
Sindaco e
tanti altri.
Il Prosindaco
di
Mestre
dott. Morino
offre
un ricevimento in
Municipio
e auspica
che anche
Mestre abbia una sua palestra.
Due nostri concittadini, il poeta Alfiero Varola
e il musicista Silvio Soave, compongono per
l’avvenimento l’inno Spes, che verrà eseguito
Paroletti con De Lena,
Fedalto, Besazza,
Zancanaro, Molon,
Andreatta
Martinuzzi riceve un premio
1953
Anche allo scopo di sensibilizzare le Autorità
di ogni grado alla ormai estremamente necessaria palestra, in occasione del 50° anniversario della sua fondazione, la Spes bandisce un Concorso Nazionale di Ginnastica artistica maschile e femminile allargato alla partecipazione di società estere. All’organizzazione sostenuta dal Comune e dalla FGI fornisce un affettuoso e determinante sostegno il
53
54
Chiesa della Salute, la consegna della nuova
bandiera ai dirigenti della Spes avviene nella
sala del Consiglio a Mestre alla presenza del
Sindaco avv. Tognazzi. Madrina offerente la
signora Gioia Cecchinato Venier. La vecchia
consunta e gloriosa bandiera entra in Museo
e la nuova da allora è sempre alla testa di
ogni manifestazione organizzata dalla Spes.
a sinistra:
Ettore Cercato alle parallele
1955
dalla Banda Cittadina: sarà l’inno ufficiale
della società.
Viene anche pubblicato un numero unico
“1903 SPES 1953” per dare il benvenuto ai
ginnasti e per ricordare sinteticamente la storia della società.
Nonostante i festeggiamenti, continuano le
partecipazioni a trofei e campionati, Brunico,
Mestre, Vicenza, Bolzano, Padova e Venezia.
A Varese, festa femminile per l’anniversario
della Società Ginnastica Varesina, le ragazze
della Spes si classificano al terzo posto e conquistano la palma d’oro di eccellenza e la
Coppa Firpo.
In mancanza di un vero campionato nazionale a squadre, la Federazione stila annualmente una classifica generale basata sui risultati ottenuti dalle società affiliate in determinate prove. Questa classifica dell’attività
agonistica generale rende molto evidente il
lavoro svolto dalle società: la Spes già da
qualche anno ha raggiunto posizioni di rilievo. Nel 1955 la Spes è ottava. A questi traguardi contribuiscono molti ginnasti di diverse categorie. Oltre quelli già citati dobbiamo
ricordare la junior Maria Donadel, le esordienti Zita Bedeschi, Vallj Cappelletti, Giuseppina De Benedetti, Leo Strasser, Lida Vianelli,
tra i maschi i fratelli Andreatta tra gli junior,
e un folto gruppo di esordienti Franco Basso,
Esibizione a Innsbruck
1954
Archiviato l’anniversario, la Spes partecipa
in forma massiccia ai Concorsi Internazionali
e Campionati mondiali di ginnastica maschili
e femminili svoltisi a Roma nel 1954. Le prove consistevano in evoluzioni al corpo libero,
progressioni libere ai grandi attrezzi, volteggi
obbligatori al cavallo. I risultati: la squadra
maschile si piazza al 10° posto su 120 squadre, la squadra femminile arriva al 15° posto
su 75 squadre, ambedue si aggiudicano un
premio di eccellenza e risultano prime fra le
società del Veneto. Medaglie d’oro ai capi
squadra.
La conferma della supremazia regionale avviene ai Campionati regionali. Le ragazze a
Mestre conquistano tutti i primi posti in classifica: tra le allieve 1° M. G. Patron e 2° G. Dal
Corso, tra le esordienti 1° M. G. Dubini 3° C.
Gazzetta. A Venezia, tra i ragazzi, si impone
Luigi Andreatta che conquista il titolo di campione esordiente.
La nuova generazione ha ormai consolidato
la sua primaria posizione nella Federazione
Ginnastica d’Italia, il Direttivo della Spes pensa di sottolineare l’avvenimento con una nuova bandiera. Dopo la benedizione solenne in
55
Renzo e Renato Besazza, Gianni Bordin, Sergio Colorio, Gianni De Lena, Mario Danieli,
Giancarlo Molon, Plinio Danieli, Adel Zancanaro, Paolo Zazzetta. Gli impegni agonistici
non mancano, di rilievo la partecipazione al
Concorso Nazionale di Pisa del 1955. La solita trasferta con grande allegra confusione
sui treni e negli ostelli: quasi sicuramente i
La nuova bandiera
nostri ragazzi consumavano più energie in
quelle situazioni che nelle gare vere e proprie.
1956
Nonostante l’impegno del presidente Cecchinato il problema della palestra non trova ancora soluzione e l’addestramento dei ragazzi
non risulta adeguato. Ciò non impedisce la
partecipazione a diverse competizioni sia individuali che di squadra. In particolare nel
1956 si ricordano quelle di Bologna e di Terni
per i buoni risultati raggiunti.
Ci piace sottolineare in particolare i bei successi e i titoli conquistati da Gianni Bordin
abile soprattutto nelle prove alla sbarra e alle
parallele. La sua odierna attività di pittore
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non gli ha fatto dimenticare le emozioni che
provava nell’affrontare i grandi attrezzi ginnici. L’amore per lo sport lo porta ancora a
cimentarsi sui campi di bocce. A lui dobbiamo la copertina di questo libro.
1957
Nel giugno del 1957 si svolgono le ultime feste di ginnastica artistica di tipo corale; tra
questi il Concorso Internazionale indetto a
Napoli con larga partecipazione di ginnasti.
La Spes è presente con 50 elementi in quattro
squadre, due maschili e due femminili. È la
squadra più numerosa e si classifica al terzo
posto con quattro corone d’alloro, quattro
coppe e una targa.
D’ora in poi la cronaca è più ricca di nomi, alle squadre, ai gruppi si sostituiscono quasi
sempre i singoli, i protagonisti individuali. Il
clima cambia leggermente anche se rimane
lo spirito di corpo, l'amore per la maglia, per
la società che li allena, li educa e li porta a cimentarsi con altri atleti, ma soprattutto con
se stessi. Tra i maschi si fanno notare Luigi
Andreatta, Cimarosti e Raniolo, tra le ragazze Causin, Tieuli, De Benedetti. Molti lasciano
l’attività agonistica, ma restano vicini alla società, saranno i futuri istruttori, allenatori,
accompagnatori e dirigenti della Spes e di
tante altre associazioni sportive.
1958
Nel 1958 sono ancora molti di loro, con altri
nuovi elementi a far da corona, a tener alto il
nome della Spes in tantissimi confronti: i ragazzi nella Coppa Buriani a Padova e Roma e
nel campionato esordienti a Perugia. Le ra-
tanto che si meritano una nuova lettera
di elogio da parte del nuovo Presidente
della F.G.I. che ben conosce in quali
condizioni disagiate debbano esercitarsi
quei ragazzi e anche in quali ristrettezze
economiche viva la Società. Tuttavia
una grande speranza ormai sostiene la
Spes, perché la Palestra del Coni è in costruzione e si spera di superare la crisi
in atto.
1961
gazze affrontano il campionato regionale a
Venezia e Gorizia, i tornei di Trento, Forlì e
Udine. La Spes si conferma la prima società
ginnica delle Tre Venezie.
A Padova Ivo Raniolo si impone nientemeno
che su Sergio Fiorin che allora gareggiava
nella Fulgor e che avrebbe successivamente
scalato molte posizioni fino a sognare le
Olimpiadi di Tokyo che gli sfuggirono per
infortunio. In aprile a Vicenza si impone tra
gli juniores Mario Danieli.
26 novembre 1961. Il Vice presidente
del Coni dott. Zauli, con il sindaco di Venezia
ing. Favaretto Fisca e con il Vescovo ausiliare
Mons. Olivotti, alla presenza di autorità e
rappresentanze civili, militari e sportive mestrine, con un’austera cerimonia inaugurano
1959
Consueti ottimi piazzamenti anche nel 1959.
La sezione maschile con le sue categorie di
allievi e esordienti partecipa ancora alla Coppa Buriani a Venezia e Forlì e ai campionati
di categoria a Vicenza, Novara e Gorizia. La
sezione femminile partecipa ai Trofei Marchisio e Pergamene Dardano ed ai campionati di
categoria a Bolzano, Perugia e Venezia. La
Federazione Ginnastica d’Italia invia alla
Spes un particolare elogio per la sua attività, i
suoi successi, il suo comportamento. Nella
graduatoria nazionale la Spes occupa il 7°
posto.
1960
Anche nell’anno successivo, 1960, nonostante le aumentate difficoltà di addestramento,
l’attività e le affermazioni dei ragazzi e delle
ragazze della Spes continuano in tutti i campi
di gara, che ormai conoscono a memoria,
la nuova Palestra felicemente situata in una
zona centrale di Mestre. La strada di accesso
alla palestra è stata chiamata Via Olimpia.
Il Sindaco ne affida la gestione al comm. Cecchinato, presidente della Spes, il quale provvede subito al completamento delle attrezzature, all’insediamento delle varie attività
sportive e alla regolamentazione dell’uso dell’impianto.
Oltre alla Spes, a beneficiare della Palestra,
che subito viene chiamata Palazzetto dello
sport, sono inizialmente la Pallacanestro della Sicedison e l’Unione Boxe. Subito dopo si
Inaugurazione del nuovo
Palazzo dello Sport
in via Olimpia
57
Cecchinato e i ginnasti
all’inaugurazione
del Palazzetto di via Olimpia
P. Bergamo all’inaugurazione
della sezione pesi col sindaco
Favaretto Fisca
insediano lo Judo Club ed il Circolo Scherma
di Mestre, che avranno vita autonoma ed uno
sviluppo superiore ad ogni previsione.
contri regionali, ma si impegnano soprattutto
al Concorso Nazionale di Pisa dal quale tornano con autorevoli attestati di stima.
1962
1963
Anche il 1962 è uno degli anni importanti per
l’evoluzione della Spes. Per iniziativa di alcuni ex ginnasti è costituito un gruppo per l’attività di Sollevamento Pesi utilizzando mezzi e
attrezzature di fortuna. È tutto molto, ma
molto pionieristico. La sede è certamente infelice, ma i ragazzi sono grandicelli e pieni di
buona volontà e non si fanno pregare a trasformarsi in muratori, idraulici, imbianchini
per rendere i locali puliti e accoglienti. Importante è invece la scelta dell’istruttore. Pasquale Bergamo si rivelerà la persona adatta,
la soluzione felice; sarà per molti anni istruttore e organizzatore capace e preparato e saprà dare consistenza alla nuova sezione.
I ginnasti partecipano ai soliti molteplici in-
La disponibilità di una sede finalmente idonea consente alla Spes di organizzare a Mestre manifestazioni non solo regionali ma anche di maggior impegno. Il 19 maggio 1963
la F.G.I. affida alla Spes l’organizzazione del
Gran Premio Federale Allieve al quale partecipano 50 società con 140 giovani ginnaste.
La capienza della Palestra di Via Olimpia, da
poco inaugurata già dimostra la scarsa capacità ricettiva.
La sezione ginnastica della Spes mantiene il
7° posto fra tutte le società ginniche italiane,
prima tra le società trivenete. È il frutto di
un’intensa attività che vede la sezione maschile gareggiare a Gorizia, Bolzano, Trieste,
Belluno, Roma, Venezia, Biella, Verona e Vi-
cenza. La sezione femminile è altrettanto attiva: gareggia a Trieste, Mestre, Verona, Bolzano, Gorizia conquistando il campionato triveneto nelle categorie allieve e pulcine.
La nuova sezione Pesistica comincia a farsi
conoscere, in regione prima e in campo nazionale poi, con ottime prestazioni sulle pedane di Venezia, Mestre, Taranto, Udine e
Milano. La vicinanza con la nuova Palestra
consente anche di organizzare delle manifestazioni di sollevamento pesi senza grandi
problemi logistici.
Intanto la Palestra di Via Olimpia non riesce a
soddisfare tutte le richieste che arrivano da
parte di nuovi gruppi sportivi. Le ore di allenamento disponibili per la Spes vengono
sempre più ridotte. Si iniziano le prime pratiche per un possibile ampliamento.
1964
L’anno 1964 inizia con una bella vittoria del
pesista Gianfranco Turato che si aggiudica il
primo posto al Trofeo Enrico Tagliani, mentre il giovane Franco Omaggio occupa il secondo posto assoluto nella finale nazionale
della gara nazionale “Ercole 1964” a Nuoro.
Il 15 marzo a Verona la sezione pesistica conquista il terzo posto su 24 società al campionato interregionale. Gli altri impegni per gli
allievi di Bergamo sono a Mestre, Venezia,
Vicenza, Napoli e Milano con ottimi risultati e
molti premi.
La sezione ginnastica femminile partecipa a
tutte le gare e ai campionati regionali collezionando una serie eccezionale di primi e secondi posti e di altri importanti piazzamenti.
Buoni anche i piazzamenti nelle competizioni
di carattere nazionale di Verona e Biella.
Anche la sezione di ginnastica maschile è
presente in una dozzina di competizioni re-
gionali e nazionali, come sempre primeggiando in regione ed ottenendo significativi
risultati in campo nazionale.
Globalmente viene ancora una volta confermato il 7° posto nella graduatoria nazionale
della F.G.I. Merito degli istruttori Paroletti,
Pagan, Cannavò e Grosso.
La consueta accademia annuale della Spes di
quest’anno ottiene un memorabile successo
per il suo originale svolgimento e per le prestigiose esibizioni dei più noti ginnasti olimpionici, fra i quali il grande Franco Menichelli. Il Sindaco, il ministro Ferrari Aggradi ed
altre autorità presenti si complimentano con
gli istruttori e i dirigenti della Spes.
Il presidente comm. Cecchinato, per avere
più libertà nella gestione del Palazzetto di via
Olimpia, rassegna le dimissioni. L’Assemblea
ordinaria del 17 aprile lo acclama Presidente
Onorario e provvede al rinnovo delle cariche.
È eletto presidente Luciano Preo, vice presidenti Pio Martinuzzi e Enrico Cercato, direttore tecnico Ernesto Cecchinato, tesoriere Rino Benvenuti, consiglieri G. Carretto, Andreina Altadonna Carretto, B. Benigni, L. Andreatta, B. De Lena, L. Baessato, F. Bobbo, G.
Autiero, G. Svalduz.
1965
Nel 1965 la sezione di ginnastica femminile
partecipa a 7 gare nazionali conquistando
due primi posti, a sette gare regionali ottenendo tre titoli di campione triveneto e si è
assicurata definitivamente il Trofeo Biennale
Clari. La ginnasta Bianca Maria Calabrò è
convocata per tre volte durante l’anno agli allenamenti collegiali di Roma. Tra le pulcine si
fanno notare Mariana Marzaro e Paola Gardoni, tra le allieve Eliana Benvenuti e Sandra
Chillemi, tra le principianti Mariangela Bene-
59
di categoria. Il pesista Dino Turcato è più volte convocato agli allenamenti collegiali e fa
parte della squadra azzurra negli incontri internazionali di Milano (Italia-Francia) e di
Dornbirn (triangolare Italia-Germania-Austria) salendo tre volte sul podio. È un risultato sorprendente per la giovane sezione pesistica della Spes.
1966
Due presidenti della Spes,
Cecchinato e Preo
Ivo Raniolo, uscita alla sbarra
Franco Omaggio
detti e Paola Chiesa, tra le esordienti Elda
Scatto. A Napoli il 27 novembre si svolge il
campionato italiano delle principianti e le nostre ragazze dopo un entusiasmante testa a
testa sono costrette ad accontentarsi di un secondo posto a soli 5/100 dalla vincente Virtus
Bologna (70,85 contro 70,90).
La sezione di ginnastica maschile
ha gareggiato in tre prove nazionali e dieci regionali, vincendo un
campionato regionale di categoria. Il ginnasta junior Ivo Raniolo, componente di una rappresentativa Veneta a confronto con
una rappresentativa Jugosla-va si
assicura il 2° posto individuale.
Tra gli allievi eccellono Giorgio
Dei Rossi, Luciano Lisatti e Luciano Maschietto.
La sezione pesistica partecipa a
sei gare nazionali vincendone
due ed a quattro gare regionali
vincendo tre campionati regionali
Il 25 aprile 1966 si svolge l’annuale Accademia sociale. Il presidente Luciano Preo ottiene ancora una volta la partecipazione degli
atleti della squadra italiana olimpionica fra i
quali i campionissimi Menichelli e Carnoli,
Ovviamente il successo è indescrivibile.
Nell’anno la sezione femminile partecipa a
sette gare nazionali vincendo tre trofei federali, vince inoltre quattro titoli regionali di categoria.
Il 19 marzo a Mestre tra le Allieve B primeggia Marina Mazzaro, il 26 marzo a Trieste tra
le principianti si impone Sandra Chillemi che
si ripete a Roma il 28 ottobre.
Finalmente una ginnasta della Spes veste la
maglia azzurra della nazionale, Bianca Maria
Calabrò partecipa all'incontro Italia-Spagna
contribuendo alla vittoria dell’Italia.
Il maestro Pagan l’artefice di questo successo
è invitato dalla FGI ad assistere ai Mondiali di
Dortmund e Colonia. Una grave malattia lo
costringe poco dopo ad una lunga degenza
senza speranza. È una grave perdita per la
Spes che ne ha sempre apprezzato la modestia e la valenza tecnica. Verrà sostituito da
una sua allieva Anna Maria Fagarazzi, che è
stata ginnasta olimpionica alla Reyer di Venezia e successivamente dalle signore Da Lio e
Cannavò.
La sezione maschile partecipa a tre gare nazionali e 16 competizioni regionali o interregionali.
Nella classifica federale delle società ginnastiche nazionali la Spes sale al 4° posto, sempre
prima delle società trivenete.
Le bacheche della Spes non riescono a contenere tutte le coppe e i trofei conquistati dalle
varie sezioni.
Gli atleti della sezione pesistica partecipano
ai campionati interregionali conquistando tre
titoli di categoria, ai campionati regionali vincendo cinque titoli di categoria. Ai campionati italiani due titoli assoluti di categoria sono
appannaggio di Roberto Miele e Dino Turcato. Quest’ultimo partecipa con la nazionale al
triangolare Italia-Francia-Bulgaria svoltosi a
Parigi.
Un altro lutto per la Spes: muore il cav. Giuseppe Carretto, socio e consigliere fin dalla rinascita, prezioso amico, sempre presente e
disponibile, già Presidente del Comitato Regionale Veneto della FGI.
1967
Nei primi mesi del 1967 modifiche al vertice
della Spes. Il dott. Giacomo Bellinato è il nuo-
vo presidente eletto al posto di Luciano Preo
che aveva saputo imprimere un più intenso
ritmo all’attività del sodalizio, ma che ha dovuto abbandonare l’incarico per impegni di
lavoro. La dirigenza della Spes ottiene comunque un grosso risultato. Il Coni aderendo
alle giustificate continue sollecitazioni della
Spes, segnatamente di Cecchinato e Preo, delibera di costruire una nuova palestra esclusivamente per la ginnastica. Fautore dell’iniziativa è il prof. Gotta presidente del Coni che
ben conosce in quali condizioni la Spes sia
costretta a lavorare anche nel Palazzetto di
Via Olimpia di cui inizialmente sembrava dover essere la destinataria privilegiata. Le speranze sono buone poiché il Comune ha già
assegnato il terreno.
L’attività sportiva
comunque non conosce soste. La sezione femminile gareggia in tutte le
palestre d’Italia, un
elenco lunghissimo
di 17 diverse trasferte con peso notevole sulle finanze
della società.
Nell’incontro internazionale Italia-Ungheria,
Sandra
Chillemi è chiamata
a far parte della
squadra azzurra.
Sono campionesse
regionali Elda Scatto, Anna Canella,
Maria Grazia Vagliano oltre naturalmente Sandra Chillemi.
Anche i giovani ginnasti sono assiduamente presenti nei
più
interessanti
campi di gara italiani e anche a Mestre naturalmente perché
alla Spes viene affidato sempre più spesso il
compito di organizzare delle competizioni.
Nella classifica assoluta delle società della Federazione Ginnastica, la Spes passa
dal 4° al 2° posto. La
FGI assegna alla Spes
una Targa d’Argento
che viene solennemente
consegnata
durante una cerimonia alla presenza del
Prefetto di Venezia e
a sinistra:
Il presidente Gardoni premia
S. Chillemi e E. Scatto
Bianca Maria Calabrò
sulla trave
a sinistra:
B.M. Calabrò con Menichelli
festeggiati da dirigenti e
atleti della Spes
61
di altre autorità cittadine.
La sezione pesistica partecipa a tre incontri
nazionali e dieci regionali aggiudicandosi otto campionati regionali e quattro coppe.
1968
L’assemblea dei soci della Spes del 1968 approva un nuovo statuto più aderente alle di-
no, Verona, Bari ecc. in dieci gare nazionali e
quattro regionali conquistano un campionato
italiano, due regionali, quattro coppe e una
targa.
La tradizionale Accademia è un’apoteosi per
lo straordinario numero di presenti che mettono a dura prova la capienza del palazzetto.
Particolarmente applauditi e ringraziati per il
tanto impegno profuso gli istruttori Ernesto
Cecchinato, direttore tecnico, Luigi Paroletti,
Umberto Zoppetti, Mario Danieli per i ginnasti, Liliana Da Lio, Maria Cannavò, Anna Maria Fagarazzi, Clara Zamparo, Elda Scatto
per le ginnaste, Giorgio Bergamo per i pesisti.
1969
Il Presidente della FGI Gotta
inaugura la Palestra
di Vicolo della Pineta
a destra:
Franco Turato
62
mensioni raggiunte dalla società.
Anche quest’anno l’attività è notevole sia come partecipazione sia come risultati, la Spes
mantiene il secondo posto assoluto nella classifica delle 267 società ginniche della FGI e,
come sempre, è la prima del triveneto.
Le ragazze conquistano 4 campionati regionali individuali, uno di squadra, 23 coppe, un
Trofeo e tantissime medaglie. Bravissima Susanna Tieuli a Prato, prima tra le principianti.
Le ginnaste Chillemi,
Tieuli, Canella, e le
due sorelle Mancuso
sono più volte convocate per allenamenti
collegiali nazionali,
Mazzaro, Da Re a
quelli regionali. Sandra Chillemi fa parte
della squadra azzurra
nell’incontro internazionale Italia-Olanda.
I ginnasti conquistano tre coppe e un trofeo. Si fanno notare
in particolare Mario
Danieli,
Antonio
Franzoi e Luciano Lisatti che è più volte
convocato per allenamenti collegiali nazionali e Giorgio Dei
Rossi a quelli regionali.
I pesisti si affermano
ripetutamente a Bologna, Cremona, Mila-
Nel 1969 gli iscritti alla Spes sono circa 750
tra sostenitori, istruttori, ginnaste, ginnasti,
pesisti. E tutti attendevano il grande avvenimento. Viene inaugurata e consegnata alla
Spes, con delibera del Consiglio Nazionale
del Coni, la nuova bellissima palestra costruita a Carpenedo in località Santa Maria Goretti. È un impianto moderno studiato e attrezzato espressamente per la ginnastica artistica. Vengono premiati i meriti della Spes e
della sua capacità di chiamare in palestra
tantissimi giovani.
Nell’anno sportivo viene confermato il secondo posto nella classifica federale a pochi punti dall’Etruria di Prato.
Sandra Chillemi conquista il titolo assoluto
alla trave e partecipa ai campionati europei.
Sta crescendo un gruppo di atlete validissime
che trarranno beneficio dalle nuove strutture
La nuova palestra di vicolo
della pineta a Carpenedo
messe a loro disposizione. Alle sorelle Mancuso, Canella, Chillemi si aggiungono Valentina Spongia e Maria Grazia Toso che sono
spesso convocate per allenamenti collegiali e
che danno il loro contributo alla sezione nella
conquista di 5 campionati regionali individuali e due di squadra. Viene acquisito definitivamente il Trofeo Martinuzzi messo in palio
dalla Spes per ricordare il proprio indimenticato dirigente.
I ginnasti partecipano a 12 gare regionali e 2
nazionali conquistando 9 coppe e una Targa.
Una curiosità. La Reyer Venezia organizza
per il 19 ottobre 1969 una gara speciale per
pulcine. Moltissime le bambine partecipanti,
singolare il risultato: 1° Spongia, 2° Nicolè, 3°
Toso. Il buon giorno si vede dal mattino.
Per i pesisti la stagione è molto interessante
con la partecipazione a 6 gare nazionali e 2
regionali. Renzo Meneguzzo si aggiudica il titolo nazionale Pesi Medi alla Coppa Italia
svoltasi a La Spezia. Complessivamente la sezione ottiene 3 campionati regionali e 5 Coppe e il quarto posto nella classifica nazionale
della Federazione.
In quest’anno la sezione femminile partecipa
a 14 gare regionali e 9 nazionali vincendo 24
coppe, un trofeo, una medaglia d’oro, un
campionato regionale a squadre e 5 campionati regionali individuali. Si segnalano le sorelle Mancuso, Sandra Chillemi, Monica Nicolé, Anna Canella, Isabella Gaggio, Patrizia
Diodati, Maria Grazia Toso.
La sezione maschile partecipa a 12 gare regionali e 2 nazionali vincendo 3 campionati
regionali, per merito di G. Citton, S. Brunello,
C. Meneghini, 6 coppe e due trofei. Inoltre la
squadra si aggiudica definitivamente il Trofeo
Poletto con i ginnasti Boscolo, Sambugaro,
Cortese, Trinciarelli, Farinea, Citton, Meneghini, Dal Fabbro, Dei Rossi e Brunello.
La sezione pesistica. L’eccezionale attività di
questo gruppo di atleti è premiata con 2 targhe della FIAP per aver raggiunto il 3° posto
nella classifica nazionale per società. La sezione partecipa a 9 incontri nazionali e 3 regionali conquistando un Campionato italiano
Tre giovani promesse
1970
Il 1970 può essere annoverato fra i più brillanti per la Spes che si distingue in campo
nazionale ed in quello regionale con ogni sezione e specialità. Nella classifica nazionale
della Federazione Ginnastica d’Italia, la Spes
raggiunge il primo posto assoluto con un
punteggio di 2345 punti complessivi (maschile e femminile). In occasione del Congresso
Nazionale di Modena alla Spes vengono assegnate tre bellissime targhe di merito.
Ai Giochi della gioventù la inconsueta rappresentanza della Spes si classifica al 7° posto e viene applaudita a lungo nel corso della
Accademia annuale.
63
assoluto con Meneguzzo e un campionato di
società a Legnano con Omaggio, Boato, Franceschini, Borin e Gasparini.
1971
A Clus il 19 settembre 1971 sta per aver inizio l’incontro internazionale di ginnastica artistica tra le nazionali d’Italia e di Francia, lo
speaker legge l’elenco delle 6 componenti
della squadra italiana. Ben 4 provengono dalla Spes: Maria Grazia Mancuso, Barbara
Mancuso, Monica Nicolé, Maria Grazia Toso.
Quattro ragazze d’oro. In quell’anno Barbara
Mancuso si aggiudica il Trofeo Primavera,
Maria Grazia Toso il titolo italiano juniores.
Le nuove leve sono Bombi, Gaggio, Diodati,
Primon tra le ragazze e Citton, Farinea, Boscolo, Comis tra i ragazzi. Innumerevoli sono
i piazzamenti in campo nazionale e i titoli regionali. Tuttavia nonostante i 2413 punti accumulati la Spes risulta seconda nella classifica nazionale delle società della Federazione
Ginnastica.
1972
l’incontro con Nicolè, Toso, Canella, Barbara
Mancuso, Spongia, Diodati e Maschietto.
Il 24 settembre a Modena incontro internazionale giovanile Italia-Francia. Le ginnaste
Nicolè e Toso si classificano al 1° e 3° posto
individuale.
Anche i ginnasti si fanno valere. Qualche giovanissimo comincia a farsi conoscere: l’allievo di 2° grado Lazzarich, l’allievo di 3° grado
Farinea che insieme a Balzarotti, Martignon,
Boscolo, Zancanella e Trinciarelli salgono
spesso sul podio e conquistano definitivamente la 3° edizione del Trofeo Poletto.
Dopo questi e tanti altri successi, la Spes ritorna al primo posto nella classifica nazionale della FGI.
Intanto i pesisti Omaggio, Meneguzzo e Franceschini stabiliscono record a ripetizione rispettivamente nelle categorie leggeri, medio
massimi e massimi leggeri.
In occasione della Coppa “Merlin 1972” monopolizzano il podio, 1° Meneguzzo, 2° Grigolo, 3° Gallinaro, vincendo anche il campionato di serie B.
Nella Coppa Italia 1972, primo posto per Meneguzzo nei pesi mediomassimi, 2° per Franceschini nei massimi leggeri e 3° per Bergamo nei massimi. Anche questi risultati sono
esaltanti, quasi incredibili se ci si sofferma a
valutare in quali condizioni si allenano questi
giovani atleti.
L’avvenimento più emozionante, che chiude
felicemente questa fantastica stagione sono le
felicitazioni del Presidente del Coni avv. Onesti il quale il 14 maggio comunica che il Consiglio Nazionale del Coni ha conferito alla
bandiera della Spes la Stella d’oro al merito
sportivo. Un riconoscimento dei meriti acquisiti dalla Spes in tanti anni di attività.
Le ginnaste della Spes hanno cominciato a
farsi conoscere in campo internazionale, in
particolare M. G. Mancuso fa ormai parte stabilmente della squadra nazionale e partecipa
ai confronti con Spagna, Ungheria e Cecoslovacchia, ma il momento tanto atteso arriva in
estate con la convocazione per le Olimpiadi di
Monaco. Un traguardo che la bella e valorosa
ginnasta mestrina ha meritato per la dedizione e l’impegno profuso in tanti anni di palestra. Una gioia immensa per la società che
sente di aver raggiunto un traguardo lungamente perseguito e
che è il frutto di un movimento
collettivo di grande valore e di
speranza per l’avvenire.
Gioia subito raggelata dai sanguinari avvenimenti che hanno funestato quei Giochi, un dramma ancora non risolto dopo trent’anni.
A quel risultato di prestigio se ne
aggiungono moltissimi altri, in
tutte le categorie dalle pulcine alle
seniores. Monica Nicolè si laurea
campionessa italiana junior.
L’11 maggio è organizzato dalla
Spes il campionato nazionale allieve per società. La palestra è
stracolma di giovanissime ginnaste provenienti da tutte le regioni
d’Italia. La squadra allieve della
Spes si aggiudica il campionato.
Il 6 giugno 1972 viene organizzato a Lubiana un incontro giovaniMaria Grazia Mancuso
le di ginnastica artistica tra Partizan, Lubiana e Spes che vince
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L’istruttrice Liliana Dalio con le ginnaste Primon,
Diodati e Spongia
Dalio e Neno Cecchinato con la squadra pulcine
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Valentina Spongia
Gli ultimi trent’anni
La Spes si appresta a festeggiare i 70 anni
dalla sua fondazione. Lo fa come si addice alla posizione acquisita sui campi di gara. Regalando emozioni a tutta la Mestre sportiva.
In un libro commemorativo offerto dal presidente onorario Angelo G. Cecchinato si alternano immagini di Mestre e della Spes dal
1903 al 1973. È un omaggio alla città e ai
tanti atleti e personaggi che hanno cadenzato
anni di trionfi e di crescita sportiva e sociale.
Il Coni, come accennato, sottolinea questo
momento celebrativo conferendo alla Spes la
Stella d’oro al merito sportivo e al suo direttore tecnico Ernesto 'Neno’ Cecchinato la
stella d’argento.
mo allena e prepara una quarantina di giovani praticanti di uno sport che, a dispetto di
quanto molti credono, non è affatto affidato
alla sola forza, ma si confronta in ogni suo
movimento con una tecnica molto precisa e
in costante evoluzione. Tra questi ragazzi sono emersi Renzo Meneguzzo e Dino Turcato
che, come tanti altri, hanno finito per trovare
una sistemazione sportiva ed economica nelle Fiamme Oro e con quella maglia hanno ottenuto molti successi e hanno dato importante contributo alla nazionale in competizioni
internazionali e soprattutto alle Olimpiadi di
Montreal.
Ma altri grandi atleti continuano a gareggiare
con la maglia della Spes come Franco Omaggio, vincitore del Trofeo Castelli, Franceschini, Gasparini, Grigolo e altri ancora.
1973
1974
Ma il 1973 ha naturalmente risvolti sportivi
molti importanti. La Spes è chiamata ad or-
Il 25 maggio 1974 muore Giacomo Bellinato.
Il Ginnasta, organo ufficiale della FGI, dà notizia della morte del Presidente della prima società ginnastica d’Italia sottolineando che
sotto la sua guida competente
e appassionata la Spes aveva
conseguito un prodigioso incremento della propria attività. Giacomo Bellinato non ha
mai riferito alla sua persona i
meriti di tanti successi, ma ha
sempre saputo mantenere
quella misura di gentiluomo
che gli era congeniale, e ha accolto allori ed onori solo quale
rappresentante di un gruppo
di amici.
Il nuovo presidente Vittorio
Gardoni si è trovato ad affrontare i seri problemi connessi con la gestione
della palestra di vicolo della
ganizzare i campionati assoluti di ginnastica
artistica femminile. Impegno particolarmente
difficile per le ridotte dimensioni della palestra di vicolo della pineta, ma esaltante per i
risultati: Monica Nicolè, la bellissima rossa
della Spes già vincitrice del prestigioso Trofeo
Primavera, conquista il titolo assoluto al volteggio. Monica è la prima di un gruppo di
giovani atlete che promettono molto: Maria
Grazia Toso azzurra a Gorinchen (Olanda Italia), Elisabetta Masi, Annabella Diodati prima
delle principianti a Perugia, Valentina Spongia prima delle esordienti a Gorizia e maglia
azzurra a Novara (Italia Spagna), Cuchi Pozzi
prima al Trofeo Atesina.
Anche la sezione pesi è affollata di ragazzi.
Dietro il Palazzetto dello Sport di via Olimpia,
a pochi metri dal canale maleodorante, una
costruzione di mattoni lunga e stretta, 100
metri quadri, raccoglie tutte le strutture della
sala pesi, le pedane, i bilancieri, gli spogliatoi
e i servizi. L'entusiasmo di Pasquale Berga-
A. G. Cecchinato presenta il
Libro sui 70 anni della Spes
G. Bellinato e V. Gardoni alle
premiazioni
La squadra giovanile
campione 1974
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pineta: la cessazione di ogni contributo da
parte del Coni, con ovvie conseguenze finanziarie, e la presenza della Vis di Favaro. La
Vis sorta per effetto del grande sviluppo della
ginnastica, non aveva una sua palestra e
chiese una temporanea sistemazione nella
palestra di vicolo della pineta. Una precarietà
che, come avviene di solito in questo paese, si
trasformò in una continuità e contiguità sempre più aggressiva.
Un altro problema, non solo riguardante la
Spes e la ginnastica, ma relativo a quasi tutto
lo sport dilettantistico nazionale. L’accettazione quasi plebiscitaria del centralismo sportivo.
La metodica applicazione di questo assioma
faceva sì che appena un ragazzo o una ragazza dimostravano di avere qualità superiori alla media venivano candidati ad un posto nei
centri federali. Non si può costruire un campione al di fuori dei centri federali, pochissime le eccezioni. Le famiglie vanno in crisi. Le
società vedono crescere la loro dipendenza
dal Centro. Da allora sono tributari del Centro non solo per qualche contributo finanziario sempre meno consistente, per qualche attrezzo, ma anche per i risultati sportivi nella
fortunata ipotesi che i Centri o altri organismi, soprattutto militari o paramilitari non
acquisiscano direttamente gli atleti sotto le
proprie insegne.
Nonostante tutti questi problemi, la Spes continua a mietere successi, la sezione di ginnastica femminile con la bravissima e sfortunata Maria Grazia Toso, per solo 20 centesimi
di punto, manca il titolo nazionale assoluto,
ma porta alla Spes tre medaglie d’argento e
una di bronzo. Altro argento viene da Valentina Spongia al volteggio.
Soddisfazioni piene vengono da Caterina Pasio che si laurea campionessa nazionale allieve al pari della squadra allieve della Spes di
cui fanno parte oltre alla Pasio, le allieve Pozzi, Boscolo e Chiaruzzi.
Maria Grazia Toso è ormai una pedina importante per la nazionale azzurra, oltre alle
Gymnasiadi e agli incontri preparatori con
Romania e Olanda, partecipa con grande merito ai Campionati Mondiali di Varna.
Anche Elisabetta Masi è chiamata a far parte
della squadra nazionale giovanile nell’incontro con l’Ungheria e si classifica al secondo
posto individuale con un magnifico esercizio
alla trave.
Se le ragazze erano ormai abituate ai risultati di eccellenza, per i maschietti si trattò del
primo titolo nazionale, un avvenimento che
eccitò gli animi di tutta la Spes. La squadra
allievi che ottenne a Bologna il suo primo titolo di campione nazionale giovanile di ginnastica artistica era guidata e allenata da Nini Danieli e composta da Balzarotti, Boscolo,
Corrà, Citton, Farinea, Lazzarich, Martignon,
Moscati, Valese, Zanoni. Tra questi nomi erano comprese le speranze agonistiche e tecniche della Spes e della ginnastica veneta.
In fatto di risultati non è certo inferiore la sezione pesi. Nel mese di giugno si svolge a Vicenza una bella manifestazione intitolata un
po’ troppo pomposamente “piccola olimpiade” e i ragazzi della Spes si piazzano al primo
posto in ben 9 categorie, sono Rosin, Omaggio, Boato, Grigolo, Corain, S.Armani, Bullo,
M.Armani, Pitteri.
Fabio Franceschini non vuole essere da meno dei compagni e si aggiudica la finale al
Torneo di Propaganda di San Marino nel novembre 1974.
la protagonista dell’anno, Maria Grazia Toso,
sanno reagire e continuano a farsi valere. Valentina Spongia dopo aver vinto con sicurezza il Trofeo Federale a Novara viene inserita
nella squadra nazionale per i Giochi del Mediterraneo. Torna con tre medaglie di diverso
metallo, Oro a squadra, Bronzo individuale,
Argento al volteggio.
Ai campionati assoluti di fine anno esplode la
giovanissima Elisabetta Masi. Il risultato per
la Spes è esaltante. Seconda assoluta la Masi,
quarta la Spongia. L’Elisabetta si laurea campionessa alla trave e ottiene due altre medaglie al corpo libero e alle parallele. Per Valentina altra medaglia d’argento al volteggio.
Valentina e Elisabetta non si concedono riposi e sono chiamate a difendere i colori nazionali a Georghiu Dei contro la fortissima Romania.
Tra i pesi Franco Omaggio si supera, in un
solo anno è passato da 220 a 255 Kg. Una dimostrazione di classe e di impegno tecnico.
La sua passione trascina tutta la squadra ad
ottenere un onorevolissimo quarto posto nel
campionato nazionale di serie A. Doppia soddisfazione per la Spes che è stata anche l’organizzatrice della manifestazione. Tra i giovani si fa notare Franco Gabrieli che dimostra anche lui d’essere dotato di grande classe. L’esperienza dell’istruttore Bergamo viene
assorbita dagli atleti più anziani che mettono
a disposizione della sezione la loro volontà di
rimanere nell’ambiente anche quando smettono l’attività agonistica.
M.G. Toso alla trave
V. Spongia gradisce il premio
1976
Anno di Olimpiade. Le attese in casa Spes sono molte, ma anche i timori: la sorte non
sempre è benigna, un infortunio, un calo di
G. Farinea alle parallele
1975
L’anno seguente, il 1975, si apre con grandi
speranze per i ragazzi allenati da Sergio Fiorin e dai suoi collaboratori. Nonostante l’esplosione delle società ginnastiche, a Venezia
operano la Fulgor, i Carmini, i Vigili del Fuoco, la Reyer, a Mestre oltre alla Spes, la Vis, il
Q10, l’Eden, l’Olimpia ed altre ancora, i ragazzi della Spes non hanno praticamente
concorrenti in regione e possono finalmente
competere anche a livello nazionale. Giorgio
Farinea il 22 marzo a Milano domina nella
Finale Nazionale di Coppa Italia e a fine anno
la squadra giovanile di ginnastica artistica
della Spes s’impone nella finale nazionale
Gran Premio dei giovani con Andrea Corrà,
Stefano Martignon, Diego Lazzarich.
Le ragazze, nonostante gli infortuni abbiano
appiedato la ginnasta che si proponeva come
69
forma, problemi di ogni tipo possono sempre
presentarsi e gli scongiuri sono d’obbligo. Finalmente arrivano le convocazioni, le nostre
due migliori ginnaste andranno a Montreal.
Lì incontrano Nadia Comaneci che darà il suo
D. Pistacchi alle parallele
assimmetriche
C. Miglioranza (prima in piedi a sinistra) C. Pasio (terza
seduta) e D.Pistacchi (ultima
a destra seduta) nel team
azzurro
70
nome a quella Olimpiade e che diventerà un
personaggio, come merita, per il bene della
ginnastica. Purtroppo a Montreal gareggia
soltanto Valentina Spongia. A Elisabetta Masi è lasciato il ruolo di riserva. I tecnici dubi-
tavano della sua completa ripresa dopo un
leggero infortunio. Peccato, sarebbe stata la
più giovane in gara. Valentina è in piena forma ed è artefice di una gara dignitosa superando la media del nove che le consente di
ottenere il distintivo di ginnasta di classe
mondiale.
Fortunatamente Elisabetta torna da Montreal
ancora caricatissima e pronta a dimostrare
tutto il suo valore. Esploderà l’11 dicembre a
Trieste in una giornata tra le più radiose per
la Spes. Campionati assoluti e juniores di ginnastica artistica femminile. Elisabetta Masi
graziosissima e armoniosa è la dominatrice:
Campionessa assoluta, campionessa alla trave, campionessa alle parallele, seconda al
corpo libero. Tre medaglie d'oro, una d'argento. Ma non è finita. La nuova speranza
della Spes Caterina Pasio vince alla grande il
titolo di campionessa Junior. Per le istruttrici
Cannavò e Da Lio, per i dirigenti, per gli accompagnatori della Spes un’emozione senza
precedenti, indescrivibile.
Qualche giorno prima a Viareggio, una città
che ha spesso visto gareggiare con ottimi risultati le nostre più piccole ginnaste in interminabili competizioni fra centinaia di squadre, viene organizzato il campionato nazionale allievi. Si impone Diego Lazzarich: si
laurea campione nazionale allievi; è l’inizio di
una carriera sportiva esaltante. Lazzarich
sente precocemente la responsabilità della
maglia azzurra, con Giorgio Farinea partecipa alle Gymnasiadi di Orléans e a un incontro
giovanile Italia-Jugoslavia.
Nei pesi oltre alla solita scorpacciata di titoli
regionali, va segnalato che spesso la mancanza di strutture decorose non impedisce l’ottenimento di ottimi risultati. In quei cento metri quadri si sono potuti allevare campioni come Omaggio, Franceschini, Gabrieli, i fratelli
Armani e tanti altri.
Il giovane Gabrieli si impone a Ferrara nella
Coppa Italia Allievi e si ripete a Pordenone
nel Gran Premio Primavera.
La sera del 12 novembre 1976 pranzo di gala
nel ristorante buono di Mestre, oltre ai tanti
successi sportivi, si festeggia il presidente
Gardoni che ha ottenuto le insegne di Cavaliere della Repubblica e il tesoriere Bruno De
Lena che è stato insignito della Stella di Bronzo al merito sportivo.
Le gioie non vengono mai senza i dolori.
Muore Angelo Giuseppe Cecchinato, certamente il più grande presidente della Spes,
l’uomo della ricostruzione e del rilancio delle
strutture sportive mestrine.
1977
L’assemblea della FGI tenutasi a
Roma il 19 marzo 1977 ebbe il
previsto svolgimento innovativo
facilitato dalla rinuncia del prof.
Gotta. Senza problemi il “Gruppo Venezia”, così chiamato per
una conviviale riunione “cospirativa” avvenuta l’anno prima a
Venezia, portò alla Presidenza
federale il prof. Bruno Grandi
giovane direttore tecnico, uomo
capace, colto e giustamente ambizioso. Vittorio Gardoni ottenne il suo personale successo ed
entrò nel Consiglio Federale.
La permanenza di Gardoni in
Consiglio è stata breve e amareggiata da un episodio sgradevole. Il direttore tecnico della federazione nel selezionare le ginnaste per i campionati europei
ritenne di trascurare la campionessa assoluta in carica Elisabetta Masi. La ginnasta della
Spes era in buona forma e aveva vinto l’ultima gara nazionale
(il Trofeo Primavera) precedente
i campionati europei. La mancata convocazione, il mancato
rispetto per la ginnasta e per i
suoi istruttori, indusse la Masi a
lasciare la ginnastica.
Per fortuna la vitalità e, perché
no, la accettazione dell’inevitabile, della Spes è sempre stata
notevole. Ci si preparava, sia
pure col magone, a dare altre
ginnaste alla nazionale. È un po’
la condizione ricorrente per le
società sportive senza troppi mezzi, fornire
atleti ad altre istituzioni che ne faranno campioni o ex atleti.
Anche il settore della ginnastica artistica maschile stava crescendo, Giorgio Farinea e Diego Lazzarich facevano le loro prime importanti esperienze internazionali con la squadra nazionale under 18, e nel Gran Premio
dei giovani a San Giovanni Persiceto l’allievo
Andrea Corrà otteneva la sua prima vittoria
nazionale individuale dimostrando una classe innata e una preparazione accurata.
Fra i pesi Franco Omaggio continua la sua
ascesa. Con la sua miglior misura di kg. 255,
nelle due alzate, ottiene un lusinghiero quarto posto nel campionato assoluto, categoria
pesi leggeri.
In quest’anno la Spes si arricchisce di un’altra sezione, la ginnastica ritmico sportiva.
Uno sport prettamente femminile in cui la
grazia e la coreografia sono essenziali quanto
la tecnica. L’istruttrice è Patrizia Spadon che
quelle doti possiede in notevole misura. Sarà
un’esperienza breve soprattutto per mancanElisabetta Masi
71
a destra:
N. Gallo e F. Di Bella
Massimo, Silvio e Maurizio
Armani
72
za di idonei spazi.
La salute di Vittorio Gardoni si fa sempre più
precaria, viene ricoverato in ospedale a più
riprese. L’ultima riunione del direttivo cui
partecipa è quella dell’11 novembre 1977,
una riunione che come tante altre verte sui
problemi della palestra, della convenzione
col Coni, che non si sblocca, della convivenza
con la Vis, della cassa quasi sempre vuota. La
morte l’ha colto il 1° febbraio 1978 impedendogli di continuare a dare alla Spes il tantissimo affetto che nutriva.
Il 10 febbraio viene eletto presidente Adriano
Moscati che il mese successivo viene eletto al
posto di Gardoni anche nel Consiglio Nazionale della FGI. Nello stesso periodo Neno
Cecchinato e Bruno Gallo sono eletti nei consigli regionale rispettivamente della FGI e
della FILPJ.
Adriano Moscati era stato anche eletto presidente regionale della FGI Veneto/Trentino Alto Adige, ma dopo un anno di buoni risultati
aveva dovuto optare per il Consiglio Nazionale per sopravvenuta incompatibilità tra le due
cariche. Ebbe tuttavia il tempo di organizzare
col solo aiuto di Enrico Palmieri una eccezionale esibizione di ginnastica artistica maschile all’Arsenale di Venezia; Lazzarich e Amboni si confrontarono con il futuro campione
del mondo Korolev e con i prestigiosi Acopian e Makutz.
Si era attuata la determinazione della Spes
di essere protagonista delle politiche sportive, “non per spirito di parrocchia, ma per dovere di rango “ come si espresse Angelo Milli
indimenticato Segretario Generale della FGI.
1978
Il 1978 segnò l’inizio di una nuova stagione
per la Spes: l’organizzazione di manifestazioni sportive al di fuori delle proprie sedi. Si
imparò in poche settimane come vanno affrontate le insidie e i problemi di una organizzazione complessa: concessioni comunali,
Siae, biglietterie, logistica, campo
di gara, sala stampa, microfoni, cena di gala, ecc. ecc. L’incontro internazionale di ginnastica artistica
maschile tra le nazionali giovanili
di Italia e Spagna ebbe un buon
successo, organizzazione considerata impeccabile, prestazioni tecniche eccellenti. I due atleti della
Spes inclusi nella squadra italiana
si classificarono 1° Diego Lazzarich, 4° Giorgio Farinea. L’esperienza di quella prima manifestazione
internazionale è ancora oggi un patrimonio delle strutture e degli uomini e donne della Spes.
Il settore femminile avverte la crisi,
oltre alla Masi lasciano l’attività
agonistica ginnaste di sicuro valore
come la Toso e la Chiaruzzi, si fanno valere altre atlete.
Ai campionati assoluti organizzati
a Cagliari dal 4 dicembre 1978, la
Spes si presenta con 5 atleti, due
maschi Lazzarich e Farinea e tre
ragazze Pasio, Miglioranza e Pistacchi. Una trasferta costosissima,
ma esaltante: il giovane Diego Laz-
zarich terzo assoluto al concorso completo,
ottiene tre titoli di specialità al volteggio, al
corpo libero e alle parallele. Un vero trionfo.
Giorgio Farinea settimo assoluto, si qualifica
per le finali alle parallele, alla sbarra e agli
anelli. Tra le ragazze ottimi piazzamenti e
argento della Pistacchi al volteggio.
Pasio e Miglioranza sono incluse nella squadra nazionale in diversi incontri e ai campionati mondiali di Strasburgo.
Andrea Corrà si ripete a Firenze, sale sul gradino più alto del podio nella Finale della Coppa Italia Allievi
La sezione ginnastica della Spes è ancora al
primo posto in Italia.
Continuano le discussioni sul progetto di revisione della palestra di pesistica. La mancanza di medaglie olimpiche si fa sentire, Federazioni e Coni non sono state troppo generose con la scherma, figurarsi se lo possono essere con i pesi. Eppure la sezione potrebbe
accogliere tantissimi giovani pronti a emulare le gesta di Franco Gabrieli che si laurea
campione junior nella vicina Pordenone, città
che come Vicenza e Verona dispone di strutture per i pesi molto più accoglienti e attrezzate.
E proprio a Verona la solita scorpacciata di
titoli regionali per i fratelli Armani, Omaggio, Boato, Franceschini, Corain e Gabrieli. La stagione
si chiude brillantemente anche
per i pesi ai campionati assoluti
di Palermo con il bronzo ottenuto
da Franco Omaggio.
1979
Nonostante tutti i successi ottenuti, il rinnovamento del settore
tecnico stava diventando una necessità. Pur se esiste certamente
una correlazione tra allori del
passato e successi del presente, è
altrettanto vero che esistono i cicli e che le alternanze sono fenomeni inevitabili se si vuole proseguire. Talvolta è difficile scegliere
i tempi, ma è sempre doloroso
cambiare. Nel 1979 il rinnovamento del settore tecnico della
ginnastica era in corso e non poteva essere fermato pur riservando tutta la dovuta riconoscenza a
quanti come le signore Liliana Da
Lio e Maria Cannavò e i maestri
Paroletti e Danieli ed
altri ancora avevano
operato con grande entusiasmo e abnegazione per la Spes.
L’ingresso di ex ginnasti appena ventenni come Giorgio Citton e
Giorgio Farinea nei
quadri tecnici rispettivamente della ginnastica femminile e di quella maschile fu un atto
di coraggio che però
ottenne
abbastanza
presto dei riscontri positivi.
Il programma di ammodernamento delle
strutture tecniche e organizzative comportò
altre novità: si adottò
un regolamento sanitario con l’accertamento
medico della idoneità
di tutti i praticanti,
Leonilde Iannuzzi
Andrea Corrà
73
Nadia Comaneci
si organizzò la presenza in palestra di un fisioterapista per interventi sistematici a favore degli atleti, si stipulò una copertura assicurativa infortunistica integrativa di quella del
Coni e per la tutela della responsabilità civile
della società e dei dirigenti.
Recuperando gli spazi inutilizzati venne realizzata una organica fossa paracadute con il
parziale contributo della federazione.
In poco tempo, ma con il grande impegno di
tutti, la palestra di vicolo della pineta divenne
il più moderno impianto ginnico della regione. Poco tuttavia si è potuto fare sul problema del riscaldamento poiché le strutture risentivano pesantemente dei criteri costruttivi
anteriori alla guerra del Kippur e i consumi
di combustibile sono ancora eccessivi e costosi.
Problemi tutti diversi per i pesisti. In attesa
della nuova sede di via Olimpia, dopo faticose
ricerche, promesse e delusioni, si dovettero
sistemare in una scuola di Marghera. Soluzione non certo ideale, ma che almeno avrebbe consentito di non interrompere l’attività.
Sul campo gli atleti della Spes continuano a
farsi onore. Daniela Pistacchi, che nonostante
la sua aria sbarazzina sta inseguendo una affermazione di prestigio, ha la sua grande occasione al Trofeo Federale e sale sorridente
sul più alto gradino del podio soffiando la vittoria proprio alla sua collega Caterina Pasio.
A Genova per i Campionati assoluti di ginnastica artistica ci sono le due Caterine e la Daniela e si classificano al 4°, 6° e 9° posto. Inol-
74
tre la Pasio è argento alla trave e la Miglioranza bronzo al corpo libero. E a Genova c’è
anche Diego Lazzarich che incredibilmente
bissa il successo dell’anno prima: 3° nel concorso completo, oro alle parallele, al volteggio
e al corpo libero.
Gli incontri internazionali che vedono la partecipazione di Lazzarich e Miglioranza sono
tantissimi: Triangolari, trofei, ma soprattutto
i Giochi del Mediterraneo (Miglioranza oro a
squadre, Lazzarich oro al volteggio), campionati europei e campionati mondiali. I mondiali di Fort Worth in Texas noti per l’abbandono delle nostre squadre nazionali per protesta contro la fin troppo evidente partigianeria delle giurie.
I pesisti Armani, Boato e Omaggio si riconfermano campioni veneti e si ripetono in quelli
triveneti. Omaggio ottiene ancora una stupenda medaglia d’argento agli assoluti nazionali seniores.
1980
Il 1980 doveva essere l’anno delle Olimpiadi.
È stato l’anno delle Olimpiadi di Mosca. Avvenimenti sia sportivi che politici hanno impedito alla Spes una partecipazione eccezionale: due ginnasti e un pesista. Come già accennato la FGI ritirando le sue squadre dai Campionati mondiali dell’anno precedente ne
aveva precluso la presenza a Mosca. Restarono a casa Diego Lazzarich, al massimo della
forma e con prospettiva di medaglia in più di
un attrezzo, e Caterina Miglioranza che doveva dar seguito ad una tradizione iniziata a
Monaco e proseguita a Montreal.
Anche la sezione pesi aveva sperato di poter
finalmente inserire nel proprio palmarès
una partecipazione olimpica diretta e aveva
trovato in Franco Gabrieli il giovane estroso
campione che poteva darle quella soddisfazione. Franco era militare di leva e il governo non consentì la partecipazione dei militari all’olimpiade moscovita per i motivi che
tutti conoscono. C’è ancora di che riflettere:
boicottaggio degli Stati Uniti nei confronti
dell’Unione Sovietica per l’invasione dell’Afganistan del dicembre 1979.
Franco Gabrieli rimase molto amareggiato
per quell’esclusione. Stentò a riprendere
l’attività di palestra e quando si decise a rinnovare un legame con il suo istruttore Pasquale Bergamo, il destino troncò incredibilmente la sua giovane vita.
Lazzarich invece ottenne la sua platonica
soddisfazione a Lecce nei Campionati Internazionali d’Italia. Tre ori, due argenti e un
bronzo contro atleti del calibro del russo
Protassov e del rumeno Bucuroiou. E ai
campionati italiani altri due titoli assoluti e
due medaglie d’argento. A diciannove anni
poteva già essere considerato uno dei maggiori ginnasti italiani.
Le olimpiadi di Mosca avevano comunque
consacrato il genio di Nadia Comaneci. E a
Mestre il 1980 è ricordato dagli appassionati della ginnastica artistica come l’anno di
Nadia Comaneci. Essere riusciti a farla venire a Mestre nonostante le immaginabili
difficoltà di ogni tipo è uno dei grandi meriti
della Spes. L’accademia del 15 ottobre 1980
imperniata sulla esibizione di Nadia Comaneci e delle altre stupende ginnaste rumene
e con la partecipazione dei migliori ginnasti
italiani come Diego Lazzarich e Laura Bortolaso , ovviamente di tutti i ginnasti della
Spes, ebbe un successo strepitoso. Un successo che superò ogni aspettativa. Il Palasport Taliercio si rivelò insufficiente a contenere tutto il pubblico degli appassionati. Fra
atleti e spettatori si assieparono non meno
di cinquemila persone.
Ma il 1980 ha riservato altri avvenimenti
importanti e ormai coppe e trofei non riescono a trovare posto agevolmente nelle vetrine. Si fa notare Franco Omaggio che risale sul podio agli assoluti di Pordenone e la
sezione ritmica che illude su un futuro roseo
con un successo di stima ai campionati regionali.
1981
Archiviata la delusione per la mancata partecipazione alle Olimpiadi, l’ambiente della
Spes si rallegra per la nascita di un nuovo
astro, l’allieva Leonilde Iannuzzi, classificatasi seconda al Trofeo Italia a Parma. Nella
stessa competizione Antonella Tomasutti si
piazza al quarto posto tra le juniores e Caterina Miglioranza sesta tra le seniores, La piccola graziosa Leo attira l’attenzione dei tecnici federali che la chiamano a vestire la maglia
azzurra in un incontro giovanile con la Romania. Così il 1981 si apre con prospettive
ancora favorevoli.
A Novara Diego Lazzarich conquista la solita
doppietta di titoli nazionali di specialità,
sbarra e corpo libero, e si classifica secondo
agli anelli e alle parallele, ma per un errore
alle parallele manca quello del concorso completo. Ai Campionati mondiali di Mosca, Diego è il primo degli italiani e accede alle finali
individuali. Con la nazionale italiana Diego
partecipa ad altri cinque tornei e alla tournée
in Cina.
I pesisti, nonostante le difficoltà ambientali in
cui erano ancora costretti ad allenarsi, confermano il loro primato in campo regionale
con Omaggio, Boato, Armani, Ravagnin e
Franceschini.
Chi invece centra il risultato pieno è la squadra allievi di ginnastica artistica maschile allenata magistralmente da Enrico Minto che a
Novi Ligure conquista il titolo nazionale. I
magnifici ragazzi possono ricucire sulla maglia della Spes lo scudetto tricolore, sono Ballarin, S. Corrà, Centazzo, Fortis e Bon.
R. Benvenuti riceve un premio dal Presidente Grandi
1982
Il calendario federale della FGI per il 1982 affidava alla Spes l’organizzazione di due importantissimi avvenimenti, i campionati nazionali assoluti e un incontro Italia – Cina.
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Per la Spes il primo di questi avvenimenti, organizzato al Taliercio nei giorni 14-16 maggio, andò benissimo sia come organizzazione
sia come risultati sportivi. Le premesse sportive erano state ottime. Andrea Corrà aveva
vinto il campionato nazionale juniores e Antonella Tomasutti aveva ottenuto un ottimo
piazzamento a Pistoia. I rispettivi istruttori
Fiorin e Citton ne chiesero pertanto l’iscrizione agli assoluti. La Spes si presentò quindi
con Lazzarich e Corrà in campo maschile e
con la Tommasutti in campo femminile.
Dopo gli obbligatori del 14 Diego Lazzarich
era soltanto quarto con una caviglia dolorante e anche Corrà si lamentava per un polso
indolenzito. Un paio d’ore con Franco, il bravo massaggiatore della Spes, e i ragazzi si
presentarono il giorno dopo, per i liberi con
un’altra marcia. Quando mancava un solo attrezzo alla conclusione della gara Lazzarich
si trovava in testa con un vantaggio che sembrava incolmabile. Succede l’imprevisto, un
errore, una lunga discussione sul punteggio,
una decisione salomonica. La vittoria viene
assegnata ex-aequo a Lazzarich e a Vittorio
Allievi. L’autentica sorpresa è stato il quarto
posto assoluto di un meraviglioso Andrea
Corrà. Encomiabile anche la prestazione della giovane Antonella, ottava.
La domenica Diego è ancora il migliore, si aggiudica tre titoli di specialità. Dimostrandosi
il miglior ginnasta italiano del momento.
Archiviati gli assoluti con brindisi e complimenti subito al lavoro per organizzare l’incontro internazionale con la Cina.
Per i cinesi si era trovata una sistemazione in
un albergo del Lido. Durante la traversata
della laguna, gli occhi di tutta la comitiva erano pieni delle meraviglie che li circondavano
quando la pattuglia acrobatica delle Frecce
Tricolori sfiorò per due volte il motoscafo.
Forse sembrò loro un eccesso di accoglienza.
Fu quella una bellissima giornata coronata
da una altrettanto bella competizione sportiva e dal consueto pranzo di gala col solito
scambio di discorsi e di doni.
Alla ripresa dell’attività autunnale, il direttivo
della Spes è chiamato ad eleggere un nuovo
presidente. Adriano Moscati per motivi di lavoro è costretto ad assentarsi da Mestre per
lunghi periodi e non può affrontare i molteplici problemi che ruotano attorno al club.
Viene nominato presidente Sergio Colorio
che aveva collaborato attivamente alla organizzazione e alla promozione delle manifestazioni della società.
L’anno 1982 si chiude brillantemente il 14 ottobre a Modena dove i giovanissimi ginnasti
Ballarin, Bon, Stefano Corrà, Fortis, Scaramuzza e Gianmatteo Centazzo riconquistano
il titolo nazionale a squadra allievi. Quest’ultimo è quello che impressiona di più i tecnici e
promette grandi cose.
Pochi giorni dopo a Verona i pesisti primeggiano nei campionati veneti assoluti. Su tutti
Sacchetto, Ballarin, Ravagnin e Armani.
1983
1984
Il 19 febbraio 1983 in occasione della seconda giornata internazionale della ginnastica, il
nostro Sergio Fiorin per la prima volta mette
piede nei bei saloni del Grand Hotel Excelsior
in via Veneto a Roma. Il Presidente del Coni
Carraro gli consegna il premio quale miglior
istruttore dell’anno. Nella motivazione vengono ricordati il suo passato di grande atleta
e le sue qualità di grandissimo allenatore e di
uomo, i suoi successi di forgiatore di atleti come Giorgio Farinea, Andrea Corrà e soprattutto Diego Lazzarich.
E proprio Diego Lazzarich, qualche mese dopo a Ferrara, si conferma campione assoluto
nazionale vincendo il concorso completo, il
volteggio e le parallele. Ma il vero trionfo Diego lo assapora nel caldo clima di Casablanca,
dove si svolgono i Giochi del Mediterraneo.
Vince la medaglia d’oro individuale, primo
italiano a raggiungere un simile risultato, e si
aggiudica anche l’oro al corpo libero.
Nel gennaio del 1984 con una simpatica cerimonia durante la quale si esibiscono gli atleti
Subito dopo Casablanca Diego Lazzarich è a
Mestre dove la Spes è chiamata a organizzare l’incontro Italia-URSS e il pubblico amico
ha la possibilità di entusiasmarsi soprattutto
per la sua esibizione al corpo libero valutata
dai giudici 9,85.
A Casablanca era presente anche Leonilde
Iannuzzi che gli istruttori Fiorenza Palmieri
e Giorgio Citton hanno preparato al meglio, e
anche lei, ormai elemento importante della
nazionale femminile, ritorna con due splendide medaglie di bronzo.
A Novisad, nella Coppa Vojvodina, battesimo
azzurro per Centazzo, squadra junior.
Le note non liete riguardano la sezione pesi.
I ragazzi non riescono a ripetere le precedenti affermazioni. In verità si allenano in
condizioni precarie. Anche se la vecchia palestrina vicina al canale era assolutamente
infelice, la sistemazione a Marghera è ancora peggiore e gli atleti non potevano non risentire della situazione. Ma le attese stavano
per finire.
L. Iannuzzi alla trave
del Circolo Scherma e quelli della sezione Pesi della Spes, con il dovuto contorno di discorsi, premi e fotografie, vengono inaugurate le nuove palestre delle due società ai lati
del Palazzo dello Sport di Via Olimpia. Più
bella la sede della scherma, ancora insufficiente quella dei pesi. Ma per Bruno Gallo,
per Pasquale Bergamo, per Omaggio, Franceschini, Gasparini e tutti gli altri ragazzi che
l’avevano desiderata da troppi anni è un nuovo stimolo ed un impegno a fare sempre meglio. I benefici si fanno sentire subito, anche
se ci vorrà ancora del tempo per completare
tutta l’attrezzatura necessaria.
Per festeggiare l’avvenimento vengono organizzati a Mestre nella sala grande del Palazzetto dello sport di via Olimpia i Campionati
a sinistra:
S. Fiorin è premiato
dal Presidente del Coni
D. Lazzarich al cavallo con
maniglie
L. Iannuzzi è premiata dal
Presidente Grandi
a destra:
Costantino Stefani
78
assoluti veneti di sollevamento pesi. Ben diciassette pesisti della Spes si alternano in pedana nelle diverse categorie e sei di loro
(Vannuzzo, Marin, M.Armani, Bertotto, Ballarin, Ravagnin) ottengono il primo posto in
classifica e altri cinque salgono sul podio.
Per la ginnastica si ripete a Roma una bella
giornata di premiazioni. Questa volta nel salone delle Feste a ricevere il riconoscimento
di miglior atleta dell’anno c’è Diego Lazzarich il prestigioso
ginnasta della Spes.
Tra i premiati figura
anche Leonilde Iannuzzi con un diploma di merito, ma il
vero valore di questa
ragazza sarà scoperto pochi mesi dopo.
Nei campionati assoluti di maggio a Udine, Leonilde Iannuzzi, Leo per gli amici,
riesce a infrangere il
dominio di Laura
Bortolaso la super
campionessa di quegli anni, conquista
due titoli di specialità, e il suo secondo
posto nel concorso
completo fa sorgere
qualche dubbio sul
risultato finale. Come
è a tutti noto le giurie
sono spesso restìe a
penalizzare gli errori
degli atleti più noti.
A Udine ovviamente
Diego Lazzarich non
si fa scappare i suoi
consueti due titoli di
specialità e Andrea
Corrà ottiene una
medaglia di bronzo
alla sbarra.
Il 1984 è l’anno delle Olimpiadi. La Federazione, non avendo acquisito il titolo a presentare le squadre al completo, decide di mandare a Los Angeles tre ginnasti, tra i quali
Diego Lazzarich, ed una sola ginnasta Laura
Bortolaso. Per Leonilde è stata una grande
delusione solo in minima parte mitigata dal
fatto che la FGI l’ha mandata a Los Angeles
in viaggio premio, ma il miglior premio sarebbe stato farla gareggiare.
La Spes ha un’altra occasione per confermare le sue capacità organizzative. La FGI le
chiede di gestire l’incontro tra le squadre giovanili di ginnastica artistica d’Italia e di Gran
Bretagna. Non c’era un particolare interesse
per la Spes che non aveva suoi ragazzi in gara, ma si ritenne ugualmente di aderire all’in-
vito della federazione. Le procedure e gli uomini erano ormai collaudati per questo tipo
di manifestazioni e l’avvenimento ebbe il successo atteso.
1985
Nel gennaio del 1985 si spegne il presidente
onorario della Spes Francesco Bobbo, una
delle memorie storiche della società. E qualche mese dopo muore, dopo breve ma inesorabile malattia, Rino Benvenuti che rappresentava lo spirito polisportivo della Spes.
Consigliere e segretario della Spes, ha guidato per anni il settore pesi come presidente regionale e commissario, ed è stato presidente
regionale anche della ginnastica. Univa competenza e disponibilità.
Il 1985 è un anno poco fortunato. Andrea
Corrà sempre alle prese con le sue articolazioni decide di lasciare. Anche Leonilde Iannuzzi è appiedata da infortuni e salta quasi
tutte le competizioni importanti.
I due atleti che “gestivano” la palestra dei pesi hanno trovato un lavoro impegnativo e non
possono più dare la loro disponibilità per la
gestione.
Anche il custode della Palestra di vicolo della
pineta, il mitico onnipresente Domenico, va
in quiescenza e i problemi finanziari aumentano.
Le note liete vengono dal giovane ginnasta
Gianmatteo Centazzo (Matteo per gli amici)
che, oltre a qualche buon risultato e più volte
chiamato a far parte della squadra nazionale
giovanile, promette di diventare un vero
campione e gli viene assegnato dal Panathlon
il Premio Città di Mestre per lo Sport. Va dato atto al Panathlon di Mestre di aver sempre
seguito con grande affetto la Spes, i suoi atleti, i suoi istruttori e i suoi dirigenti conferendo loro riconoscimenti di stima che li hanno
aiutati e spinti verso traguardi sempre più
prestigiosi.
Intanto Diego Lazzarich, pur non attraversando un buon periodo di forma per vari pic-
coli infortuni, conquista un altro titolo nazionale di specialità e viene selezionato per i
mondiali di Montreal.
All’inizio dell’anno sportivo 1985/1986 la federazione di ginnastica pensa di dare nuovo
stimolo all’attività agonistica e vara un campionato di società articolato in serie. La Spes
viene inserita nella serie A. L’esperimento
per il primo anno è limitato alla sezione maschile e si spera di poter assistere a competizioni interessanti poiché i campioni affermati
si batteranno assieme ai loro compagni più
giovani. La squadra della Spes con Lazzarich,
Centazzo, Stefano Corrà e Ballarin si classifica al secondo posto con grande soddisfazione
di tutta la società.
Le iniziative che non sono troppo gradite dagli istruttori che le considerano perdite di
tempo, sono quelle promozionali il cui ritorno
è incerto e comunque futuro. La Spes ha
sempre cercato di vivificare la propria immagine e conseguentemente ha spesso scelto di
partecipare a iniziative dimostrative. Anche
nel 1986 la Spes ha organizzato piccole accademie fuori sede, a Dolo, Asseggiano, Zero
Branco e Mogliano con molto successo di
pubblico. L’apertura della sezione di Quarto
d’Altino, affidata a Paolo Andreatta, è uno
degli effetti di queste accademie.
Anche le iniziative di altri sono state seguite
con attenzione. In particolare una nuova idea
è nata dalla premiazione di Marco Zancanaro
col Premio Città di Mestre per lo Sport. Marco
aveva fatto ginnastica per molti anni, poi si
era indirizzato alla canoa ottenendo importanti risultati. Si è pensato a quei ragazzi che
non riuscivano a progredire nella ginnastica
e che a 13 o 14 anni potevano trovare solo
nei pesi la soluzione per rimanere nella Spes.
Adel Zancanaro, padre di Marco, si fa promotore dell’iniziativa di creare una sezione di
canoa-kayak, accentuando il carattere polisportivo della Spes. I problemi che Zancanaro deve affrontare sono ovviamente tanti, soprattutto la freddezza con cui la sezione viene
accolta a Punta San Giuliano, ma l’entusiasmo supera ogni ostacolo e si inizia a lavorare con pochi ragazzi e grande impegno.
Anche la sezione pesi tenta la carta della novità. Sono ammesse in palestra le ragazze
nonostante la mancanza di adeguate strutture. L’ambiente ne è in parte elettrizzato in
parte contrariato. Il risultato agonistico è subito sorprendente. Al Criterium nazionale di
Foggia, Marilena Minto e Valeria Salviato tra
la incredulità generale ottengono il primo e il
secondo posto.
Tra i maschi si mettono in luce Davide Padovan, specialmente nella Finale di Coppa Italia
a Caltanisetta, Fabio Meggiato, Paolo Ballarin, Michele Vannuzzo.
La sezione ginnastica continua a dare emozioni. Leonilde Iannuzzi partecipa a due incontri internazionali e ai campionati assoluti
conquista una medaglia d’argento e una di
bronzo. Diego Lazzarich conquista l’ennesimo titolo nazionale, questa volta al corpo libero, e Matteo Centazzo conferma tutto il suo
valore nelle gare del Campionato di società,
ad Anversa nella Cuperus Cup, a Nizza nelle
Gymnasiadi, nel Torneo Città di Tunisi.
1986
Un giorno del novembre 1986 i ginnasti azzurri si stanno allenando; è una seduta, non
più impegnativa delle solite, in vista di un incontro internazionale amichevole. Federico
Chiarugi un giovane e bel ragazzo toscano,
una promessa della ginnastica italiana, cade
dall’attrezzo. Una caduta dalle conseguenze
tragiche. Nonostante tutte le cure mediche
Federico guarderà il suo futuro dalle ruote
della sua carrozzella.
Nel mondo dello sport c’è subito uno slancio
fraterno di solidarietà verso questo ragazzo e
la sua famiglia che lotta per rendere il meno
dura possibile l’esistenza di un giovane che
sognava ben altri traguardi. La Spes per dare
un concreto contributo a questa solidarietà
organizza con la collaborazione di Giuliano
Berti della FISI e del Comune di Venezia, ma
soprattutto degli artisti mestrini una bella
mostra di quadri il cui ricavato è destinato al-
Marco Zancanaro
79
la famiglia di Federico.
1987
Questa iniziativa – scrisse Bruno Grandi – come tutte le altre che si sono sviluppate in altre città ha rivelato un aspetto ignoto del nostro mondo e dei suoi valori. Un sentimento
di speranza proiettato alla conquista del più
grande risultato della nostra vita, quello della
dignità umana.
Anche se il miglior premio sta nella convinzione di aver fatto soltanto un gesto di doverosa umana solidarietà, quella iniziativa è
valsa al presidente della Spes Sergio Colorio
il riconoscimento di miglior dirigente dell’anno 1987.
La vita di ogni giorno continua. Matteo Centazzo è appena arrivato a Lecco per la semifinale di serie A. È il 14 marzo, da poche ore è
sceso dall’aereo che l’ha riportato in patria
dagli Stati Uniti con Sergio Fiorin, dove ha indossato per l’undicesima volta la maglia azzurra. Non ha il tempo per superare lo shock
del cambiamento di fuso orario perché deve
subito cimentarsi con gli altri compagni di
squadra. Affronta gli attrezzi con la consueta
determinazione e batte tutti gli avversari.
Fiorin sorride.
Sempre in marzo il ritorno in pedana di Leonilde Iannuzzi a Rimini: qualche indecisione
dovuta alla mancanza di abitudine, ma Leo è
sempre in grado di riproporsi all’attenzione
dei tecnici. Di buon auspicio il meritato successo di Lorenza Dal Corso a Busto Arsizio in una
avvincente prova del campionato di serie A.
La consueta manifestazione di prestigio è organizzata dalla Spes al Palasport Taliercio ed
è intitolata Coppa Città di Mestre. Partecipazione internazionale garantita da ginnasti
ungheresi e jugoslavi. Buon successo di pubblico e ottimo risultato sportivo col primo posto di Matteo Centazzo in campo maschile e
vittoria in campo femminile di Giorgia Molena della Ardor Padova allenata dalla ex ginnasta della Spes Valentina Spongia.
Buon successo organizzativo anche per la sezione pesi che ha preparato in via Olimpia
una bella edizione della Coppa Veneto a
squadre. Questo tipo di gare è molto seguita
dal pubblico che ha sorretto gli atleti di casa
con calore. Ballarin, Contro, Stefani e compagni hanno ripagato l’attenzione classificandosi al secondo posto.
Dopo neppure un anno dalla costituzione, un
passo importante è compiuto dalla sezione
canoa che ottiene l’affiliazione alla FICK ed
inizia l’attività nella specialità canoa/kayak.
Le difficoltà ambientali sono ancora molte:
ottenere uno spazio in punta San Giuliano
non è stato né facile né privo di ostacoli e,
quando lo si è ottenuto, si è trattato di un angusto stanzino di circa 15 mq. Certamente
poco, ma è la base per costruire una sezione
molto attiva. Tuttavia ancora per quell’anno i
due canoisti di punta Marco Zancanaro e
Alessandro Ravagnin debbono gareggiare
con le maglie della Canottieri Sile.
Un bel regalo di natale viene alla Spes da due
gemelle che un giornalista chiama subito “le
gemelline terribili”. Marina e Silvia Spolaore,
nella prova d’avvio del campionato regionale
di ginnastica artistica, salgono sui gradini più
alti del podio e danno nuove speranze ai pro-
pri istruttori.
1988
A seguito dell’approvazione del nuovo statuto, siamo nel 1988, la Spes formalizza la propria natura di associazione polisportiva. Una
caratteristica che in verità
ha avuto fin dai suoi inizi
anche se la gestione era
unitaria. Da ora le tre sezioni, ciascuna aderente ad
una federazione olimpica
FGI, FILPJ e FICK acquistano una propria autonomia operativa.
I primi presidenti di sezione sono Giancarlo Centazzo, padre di Matteo, per la
ginnastica, Bruno Gallo per
la pesistica, Adel Zancanaro, padre di Marco, per la
canoa. Sergio Colorio viene
eletto presidente della polisportiva.
La novità non trova tutti favorevoli, c’è qualche problema di affiatamento, c’è
l’impressione che il Coni
non tenga nella giusta considerazione le polisportive,
stessa cosa
vale per le
federazioni che in
qualche
modo hanno imposto la soluzione. Ma,
nonostante tutti i problemi
da affrontare, la società trova nuovi impulsi e può coinvolgere un maggior numero
di persone alla gestione delle
sezioni.
C’è un gran bisogno di ricostruire la base, specialmente
il settore della ginnastica
femminile deve trovare nuove speranze e ci prova con
Chiara Torresin, Monica Coccato, e qualche altra ragazza,
ma i tecnici non si nascondono che il lavoro sarà lungo.
La maschile ha invece il suo
Matteo che potrebbe avere
una giornata magica a Avignone ai campionati europei
juniores.
Matteo si piazza ottavo nel
concorso completo e sfiora il
podio alla sbarra. Sergio
Fiorin soddisfatto e deluso al
tempo stesso. Lieto perché il
suo ragazzo avevo sentito il
senso di fiducia che lui gli aveva trasmesso,
deluso perché il troppo noto complesso dei
giudici nei confronti dei favoriti aveva penalizzato il suo pupillo.
La pesistica organizza un’altra interessante
manifestazione. Questa volta si tratta di un
incontro triangolare preparato con grande
Fedrico Chiarugi con Sergio
Colorio
a sinistra:
F. Scaggiante
81
cura ed impegno per festeggiare il venticinquesimo anniversario della nascita della sezione pesi. In pedana i migliori atleti della
Spes contro quelli della Asko Feldkirken di
Graz e quelli della Dizega Utega di Fiume.
Pubblico entusiasta e bella prova della nostra
sezione.
Nella Canoa, che grazie all’impegno di Adel
Zancanaro si sta facendo conoscere dalle altre realtà federali, ottiene un terzo posto nella
Finale nazionale Gran Premio dei Giovani
con Leonardo Petrillo.
1989
Come nelle favole, una cicogna porta alla
Spes dal lontano Canada una ragazzina bionda e minuta che già passeggia sulla trave e si
afferra con grinta alle parallele. Fiorenza Pal-
giugno i campionati italiani seniores. Successo organizzativo e sportivo che riempiono di
soddisfazione Bruno Gallo e tutta la Spes.
Questo 1989 è uno degli anni fortunati. Anche Matteo Centazzo a Milano conquista il
suo primo titolo nazionale, alla sbarra. Il suo
Istruttore Fiorin è convinto che Matteo è in
continuo progresso e oltre alla sbarra farà
vedere cose egregie in tutti gli attrezzi e soprattutto al cavallo con maniglie. Matteo a 19
anni è molto più che una promessa. È lui che
prende l’eredità di Diego Lazzarich quale
portacolori della Spes. Prende parte a molti
incontri internazionali, al campionato europeo e viene selezionato anche per i mondiali.
Non scende in pedana, ma per lui è un’esperienza molto importante.
Nella canoa i progressi sono lenti, ma decisivi. Si trova una palestra per gli allenamenti
invernali, si acquistano nuove canoe e un
carrello porta-canoe. Le adesioni aumentano
e l'entusiasmo pure. Va ricordato come questi ragazzi e le loro famiglie affrontano le trasferte più lunghe. I genitori mettono a disposizione se stessi e le loro auto, una trascina il
porta canoe, su altre vengono caricate le tende da campo, su altre infine i ragazzi. Quando si arriva in zona l’attività è subito frenetica; chi rizza le tende, chi sistema tavolini e
cucine da campo, chi prepara le canoe. La
notte si dorme in tenda dopo aver piacevolmente chiacchierato davanti a una buona
bottiglia di vino, mentre i ragazzi familiarizzano con quelli delle tende vicine. Partecipare a questi avvenimenti è veramente piacevole e rende appieno il senso dello sport dilettantistico.
1990
mieri e Giorgio Citton sono subito affascinati
dalla grazia un po’ pallida di Ketty Titon nata
a Vittorio Veneto nel 1977, ma presto partita
per il lontano nord-america. I tecnici sono
certi di poter fare di questa ragazzina, ammiratrice della rumena Silivas, una autentica
campionessa. Ketty si ambienta subito e già
alle prime uscite dimostra la sua classe. Nel
mese di maggio a Lucca si impone addirittura nel campionato nazionale under 13.
Ma i nuovi campioni si vedono anche in via
Olimpia. Il suo primo titolo nazionale Fabio
Meggiato va a conquistarselo in terra sarda a
Nuoro accompagnato dall’istruttore Ravagnin. Per Fabio sono sufficienti le misure per
lui abituali di 105 kg nello strappo e 130 kg
nello slancio per conquistare il titolo nazionale speranze. Il suo compagno di pedana Michele Vannuzzo il titolo lo conquista nella sua
palestra. È infatti la Spes a organizzare in
82
Il 1990 si rivela un anno pieno di problemi
per le strutture della società. La sezione canoa non sa dove sistemare le barche. Il bisogno aguzza l’ingegno a Zancanaro e agli altri
amici della sezione. Si tappano i buchi ad un
vecchio container e con un po’ di catrame al
posto giusto e con alcune travi di legno si ottiene il tanto desiderato rimessaggio per le
canoe e gli attrezzi. Nello stanzino liberato
dalle canoe si crea una palestrina con simulatore di voga e piccoli pesi. La sezione cresce.
Anche in Via Olimpia si cerca di ottenere un
poco di spazio per diversificare l’attività, ma
il magazzino adiacente alla palestra pesi non
viene concesso e bisogna rinunciare a sviluppi e programmi.
In vicolo della pineta, dopo anni di promesse,
si dà il via al rifacimento del pavimento, un
lavoro assolutamente necessario, ma che
comporta una lunga inagibilità della palestra
e la perdita di entrate per la sospensione dei
corsi di addestramento. Anche l’allenamento
degli agonisti deve superare seri problemi
che in parte vengono superati dall’amichevole ospitalità della società Q10 e del suo dinamico presidente Finotello.
Nonostante le difficoltà le pedane delle gare
regionali e nazionali sono piene di atleti della
Spes. Ragazzi e ragazze che raramente ottengono più di una citazione nelle cronache locali, ma che rappresentano la continuità della società. In anni precedenti ci sono stati
ginnasti di buon valore come Gallo, Chiaruzzi, Tracogna, Di Bello nella femminile, Citton,
Boscolo, Martignon nella maschile ora c’è un
bel gruppo di ragazze che stanno portando la
squadra di ginnastica dalla C alla B e alla A.
Sono Torresin, Toniolo, Di Marcantonio, Mozzicato, Baldrocco, Finato e Parisi. Tra i ragazzi danno grandissimo esempio di dedizione e
di serietà Stefano Corrà e Emiliano Granzotto.
I risultati più prestigiosi sono appannaggio di
Ketty Titon che si classifica 1° nella prova del
28 gennaio a Roma e 4° ai campionati assoluti. Importante anche il successo delle tre ragazze Toniolo, Mozzicato e Baldrocco ad Algeri il 18 settembre, per loro il premio più
bello è stato certamente la eccitante trasferta
in terra d’Africa.
Per Matteo Centazzo il 1990 non è un anno
dei migliori. Qualche piccolo acciacco e la
conseguente difficoltà di ritrovare il suo standard di forma non gli consentono di centrare
i risultati che ormai
tutti si attendono da
lui.
Tra i pesi conferma
di Fabio Meggiato
che conquista il
campionato nazionale juniores nella
categoria oltre 110
kg. La sezione conquista anche, oltre ai
tanti campionati regionali, la Coppa Veneto a squadre con
Scaggiante, Stefani e
Polato.
Nella Canoa si fanno
valere Leonardo Petrillo tra i cadetti e
Paolo Scopece tra gli
juniores. Siamo ancora ai primi passi
ma, date le condizioni ambientali nelle quali si svolge l’attività,
sono dei segnali positivi e consentono di iniziare un lavoro di maggior respiro.
I problemi della palestra di vicolo della pineta
si fanno sempre più seri. Costruita prima della guerra del Kippur, le strutture risentono
degli alti costi del gasolio e della manutenzione, la gestione risente dei problemi di convivenza con la VIS. Risultato, dopo oltre
vent’anni di gestione diretta, la conduzione
della palestra viene affidata formalmente alla
Federazione Ginnastica anche se tutti i problemi giornalieri rimangono sulle spalle dei
dirigenti della Spes. L’unico vantaggio concreto è rappresentato dalla riduzione dei costi di gestione che in parte vengono sostenuti
dal Comitato Regionale della FGI.
a sinistra:
L’Istruttore Minto
con le speranze della ginnastica artistica
Le ginnaste Baldrocco, Titon, Toniolo e Mozzicato
con gli istruttori Citton, Palmieri e Traverso
Un premio per E. Granzotto
1991
Il 1991 merita anch’esso alcuni
cenni di cronaca. Pesi. Fabio
Meggiato conquista il suo terzo
titolo nazionale juniores e si cimenta anche negli assoluti a Novara dove, pur non riuscendo a
bissare la sua migliore prestazione (120+140) sfiora il podio. Il
suo record stagionale l’aveva ottenuto il mese precedente proprio a Mestre nel corso dei cam-
a sinistra:
Una tenda sul lago di Auronzo
83
a destra:
I ginnasti Centazzo e Titon
con i pesisti Vannuzzo e
Meggiato
Centazzo alla sbarra
pionati regionali.
Canoa. L’attività a punta San Giuliano è impreziosita dal riconoscimento di Centro di avviamento allo sport da parte della FICK. È
sempre irrisolto il problema dei mezzi pubblici che non servono la zona e che rendono
oltremodo oneroso per le famiglie portare i figli ad allenarsi. Nonostante le difficoltà gli allievi, in particolare Niccolò Polesello, e gli junior Scopece e Rosso, Torcellan e Petrillo
s’impongono a livello regionale.
Ginnastica tra alti e bassi. Le ragazze, Titon,
Di Marcantonio, Toniolo, Mozzicato, Baldrocco, Torresin e Finato, guidate dagli istruttori
Citton, Traverso e Palmieri, si classificano seconde in tutte e tre le prove del campionato a
squadre di serie B e sono promosse in serie
A. Ketty Titon, seconda nel campionato under 16, partecipa anche all’incontro Norvegia
Italia.
I ragazzi, per vari motivi, devono disertare le
prove del campionato di serie A e vengono
retrocessi in serie B. Gianmatteo Centazzo
continua la sua preparazione regolare ed ottiene buoni risultati sia in Italia sia all’estero;
il suo traguardo ormai è stato individuato: le
Olimpiadi di Barcellona.
1992
I primi di giugno del 1992 dirigenti e sostenitori della Spes sono a Rimini dove si svolgono
i campionati assoluti di ginnastica artistica
non solo per l’evento, ma soprattutto perché
Matteo e il suo istruttore Fiorin sanno che occorre un risultato che non lasci dubbi ai selezionatori della squadra per Barcellona. A Rimini la gara di Matteo è senza errori e non riserva preoccupazioni maggiori di quelle che
solitamente si provano quando un ragazzo o
una ragazza si cimentano in prove che sono
quasi al limite delle proprie capacità. Il risultato è appagante e in linea con le aspettative.
Matteo è quarto assoluto, primo al cavallo
con maniglie e sicurezza del viaggio a Barcellona.
A Rimini c’è anche Ketty Titon che ottiene
una discreto risultato e acquisisce l’esperienza che metterà a frutto negli anni successivi.
Ai Giochi Olimpici di Barcellona comincia
male per la squadra italiana di ginnastica artistica, Jury Chechi si infortuna in allenamento. Gli altri ragazzi anziché abbattersi si caricano e si impegnano al massimo; ognuno offre il meglio del proprio repertorio e ottengono il quinto posto assoluto, miglior risultato
da ventiquattro anni. Matteo dà il suo brillante contributo e, nonostante l’enorme soddisfazione per un esito assolutamente insperato dopo l’infortunio di Jury, il risultato sembra addirittura inferiore all’effettivo valore
delle prestazioni dei nostri atleti e in particolare di quella di Matteo. Il direttore tecnico
della nazionale a proposito delle giurie scriveva: “.. a tutti è capitato di assistere ad una
ripicca contro questo o contro quello, ma
quando si fluttua da un 9.70 a un 9.30 con disinvoltura incredibile, come è avvenuto ai
Giochi del 1992, allora non esistono giustificazioni, ma resta il fatto che l’ingiustizia che
viene commessa in campo, oltre che mortificare il lavoro di tante persone, costituisce
una colpa imperdonabile.”
L’effetto promozionale è stato importante an-
che per la Canoa. A Genova per la finale nazionale dei Giochi della Gioventù, tutte le
strade sono piene di sollecitazioni per un avvicinamento dei giovani a questo sport. Per la
Spes è presente Niccolò Polesello che ottiene
un ottimo terzo posto. Lui però non è troppo
soddisfatto per non aver ripetuto il primo posto ottenuto un mese prima al Gran Premio
dei Giovani a San Giorgio di Nogaro.
Piccola novità. Alcune ragazze si avvicinano
alla canoa e altre alla pesistica. È solo l’entusiasmo che fa superare le enormi difficoltà
ambientali. Difficoltà che per tutte le due sezioni limitano le attività promozionali nelle
scuole.
Malgrado tutto la sezione pesi è presente a
Roma il 7 marzo 1992 al Campionato nazionale seniores: sono Luca De Rossi e Davide
Padovan che poi conquisteranno il titolo di
campione regionale assoluto e Federico Scaggiante che verrà invitato a partecipare agli
Internazionali Alpe Adria a Udine.
1993
La Spes compie novant’anni. 1993. Non è un
avvenimento di portata eccezionale, ma una
serie di circostanze, tra le quali due stupidi
furti vandalici nella segreteria della società
che ci hanno fatto perdere tanti documenti,
consigliano di ricostruire in parte la cronaca
degli ultimi vent’anni. Ne nasce un libro con
i risultati più importanti dal 1973 al 1992. Risultati che in buona parte sono stati ricordati
in questa edizione. Dal 1993 è una storia
nuova. Per la ginnastica inizia con i campionati di squadra, serie A per la femminile (Titon, Filippetto, Mozzicato, Parisi, Finato, Toniolo e Torresin) con un finale al 2° posto. Un
risultato che non soddisfa appieno in quanto
la società vincitrice utilizzava una ginnasta
Titon e Mozzicato in azzurro
straniera di livello mondiale. Serie B per la
maschile (Granzotto, Dal Corso, De Cassai,
Cappellazzo) con un finale al 5° posto.
A Melegnano, il 9 maggio 1993, nei campionati femminili individuali di categoria, tra le
seniores Chiara Torresin si piazza al 2° posto,
mentre il titolo nazionale nella categoria under 16 è appannaggio di Sarah Filippetto.
Il momento più esaltante per la società arriva
in maggio con l’organizzazione
a Mestre dei campionati assoluti
di ginnastica artistica maschile
e femminile. Il 14 maggio la manifestazione viene presentata a
Ca’ Farsetti unitamente al libro
“Venti anni di storia della Spes.
1973-1993”.
Per dare un’occasione diversa e
divertente ai tanti spettatori e
appassionati che sarebbero
giunti da tutte le regioni d’Italia,
venne organizzata per il venerdì
21 sera la rappresentazione de
“La famiglia dell’antiquario” di
Goldoni con la Compagnia del
Teatro per Mestre e per il sabato 22 sera un concerto d’archi
del gruppo Lorenzoni e un cabaret. Dal 21 a 23 maggio 1993
sono stati tre giorni di notevolissimo impegno, ma anche di
grande riscontro da parte del pubblico. I risultati sportivi sono stati anch’essi importanti. Il titolo assoluto è stato appannaggio per la
quinta volta di Jury Chechi, mentre il nostro
Centazzo si è piazzato al quarto posto. Il giorno successivo nelle finali per specialità Matteo Centazzo è salito tre volte sul podio, medaglia d’oro alla parallele e alla sbarra, medaglia di bronzo al cavallo con maniglie. Tra
le ragazze sale sul podio anche Ketty Titon,
argento alla parallele asimmetriche. Quarto
posto della Mozzicato al corpo libero.
Queste due ragazze hanno vestito la maglia
azzurra a Chiasso nell’incontro con la Svizzera e la Germania (Trofeo delle Nazioni).
a sinistra:
In serie A.
Torresin, Toniolo, Di Marcantonio, Titon, Parisi
85
La stagione di Centazzo è di quelle che non si
possono dimenticare; c’è la medaglia d’oro a
squadre nei Giochi del Mediterraneo in Francia. Poi la nazionale italiana guidata da Sergio Fiorin parte per gli Stati Uniti per partecipare alle Universiadi. A Buffalo a pochi metri
dalle famose Cascate del Niagara la nazionale
conquista un brillantissimo e inatteso primo
posto. Dirà Centazzo al redattore del Ginnasta: “Non abbiamo sbagliato esercizi, in pedana eravamo sicuri delle nostre possibilità.
L’annata va in archivio con un grande risultato. Avevo cominciato con l’American Cup, poi
gli assoluti, gratificati da due titoli, ma Buffalo è qualcosa di più. Da sessantun anni l’Italia
non vinceva un concorso a squadre. Siamo
entrati nella storia. Questo è ciò che conta.”
Una battuta di Bucci, validissimo componente della squadra: “A Buffalo ci divertivamo a
raccogliere monetine prima della gara. Un’idea di Fiorin, il nostro allenatore, l’uomo che
merita maggiormente questo risultato.”
La sezione canoa, che in pochi anni ha già ottenuto una onorevole posizione nelle classifiche federali, coglie l’occasione per dimostrarsi anche buona organizzatrice. La formula
nuova è una prova di Canoa sprint sulla distanza di 200 metri organizzata sul Canal
Salso nel cuore di Mestre. È stato un successo
insperato con la partecipazione di 150 equipaggi che in un pomeriggio di sole settembrino hanno dato vita a una manifestazione di
grande effetto promozionale. Hanno dato lu-
86
stro alla gara nomi di prestigio dell’ambiente canoistico
come l’olimpionica Chiara
Dal Santo e Paolo Carraro.
Tra i risultati sportivi che il
gruppo dei giovani canoisti
della Spes hanno ottenuto
nella stagione sono da segnalare il titolo di campione
regionale di fondo conquistato da Niccolò Polesello a
Bosaro e quello di velocità a
Padova sempre nella categoria k1 cadetti. Niccolò conferma il suo primato nella
categoria vincendo anche a
Caldonazzo e Auronzo. Gli
fanno corona gli altri ragazzi della sezione con piazzamenti onorevoli: Dall’Acqua,
De Cassai, Scopece, Torcellan.
Anche la sezione Pesi avrebbe voluto organizzare una
manifestazione per il novantesimo anniversario della
società, ma poiché già l’anno prima i Campionati assoluti veneti si erano tenuti a
Mestre, si limitarono a una
bella esibizione nel corso
dell’Accademia annuale. I Campionati vennero assegnati a Verona il 30 ottobre con splendidi risultati per la Spes: due titoli per Scaggiante e Valentini, tre argenti per De Rossi,
Bortolozzo e Padovan, due bronzi per De
Lazzari e Coco.
In una delle consuete cene di fine anno arricchita dalla presenza di tanti vecchi ginnasti
chiamati a raccolta tramite una foto di gruppo apparsa sul Gazzettino, nasce l’idea di un
nuovo impianto sportivo, un’idea che ha preso forma dopo un viaggio a Torino, al Centro
di Medicina Sportiva di quella città. Durante
il lungo viaggio in treno Colorio, Moscati, il
primario Ricciardi, Matteo e Gianni Caprioglio hanno il tempo di valutare le possibilità e
definire i criteri di massima per dar vita a
questa idea. Il progetto di massima, realizzato dagli architetti Caprioglio e Vatta, prevedeva la realizzazione di un impianto polifunzionale su un’area messa a disposizione da parte del proprietario di un terreno in zona Cavergnaghi: palestre per le attività istituzionali
della Spes, palestre per attività private e accessorie (squash, fitness, calcetto, bar, ristoranti) e, infine, un Centro di Medicina Sportiva, finalizzato alla prevenzione, alla ricerca e
alla riabilitazione. L’ambizioso progetto ha
avuto il consenso verbale del sindaco e del
Coni provinciale, ma la modesta variante al
piano regolatore necessaria a concretizzare
l’iniziativa non è ancora arrivata e probabilmente rimarrà l’illusione di poter fornire alla
città un’altra grande struttura con finalità
sportive e sociali.
1994
L’anno 1994 inizia, per la ginnastica, con
l’ormai consueto campionato a squadre che
si svolge in quattro prove. La squadra della
Spes partecipa alla serie A di ginnastica artistica femminile con le ginnaste Titon, Toniolo, Filippetto, Finato e Mozzicato e si classifica ancora una volta al 2° posto, “vice campione” come qualcuno usa dire. La squadra maschile con Centazzo, De Cassai, Granzotto e
Voltolina deve accontentarsi del 9° posto Negli interregionali maschili si fanno notare Davide Borella, Ruggero Marin, Marco Salviato
tra gli allievi e De Cassai tra gli junior.
Per Ketty Titon, oltre alla partecipazione agli
europei a squadra e agli internazionali di Romania, arriva un’altra medaglia d’argento ai
campionati di categoria a Fano. Le altre ragazze di Citton si classificano 5° Mozzicato,
7° Toniolo e, tra le juniores, 6° Finato.
Per Matteo Centazzo altra felice partecipazione, col suo istruttore Fiorin, ai mondiali a
squadra a Dortmund.
L’anno agonistico che ha visto la Spes dominare in regione, tre titoli maschili su sei, due
titoli femminili su tre, si chiude con gli assoluti che si svolgono a Trieste dal 21 al 23 ottobre 1994. Solitamente Trieste è una sede fortunata per la Spes, questa volta non troppo.
Centazzo si conferma tra i migliori ginnasti
nazionali, quarto assoluto. Il giorno
dopo tuttavia qualcosa non funziona come dovrebbe e Matteo deve
accontentarsi di due medaglie di
bronzo alle parallele e alla sbarra.
Ketty Titon bene nel concorso generale: quinta, ma fuori dalle medaglie nelle finali di specialità. Chi
invece riesce a conquistarsi una
medaglia è Sara Filippetto, bronzo
al corpo libero.
La sezione canoa affronta la stagione 1994 con la solita grinta e con
una serie notevolissima di trasferte;
si è attrezzata sempre meglio con
carrello porta-canoe, con tende e
attrezzature da camping, soprattutto con l’affiatamento dei genitori che aiutano in
tutto. Ormai si conoscono tutti gli spazi e
le pietre che circondano i campi di gara. Ad Auronzo, per
esempio la Spes organizza un vero e
proprio campeggio
con otto ragazzi,
una ragazza e molti
dei loro genitori che
per tre giorni vivono
ai bordi dello splendido lago. Anche i risultati
agonistici,
che in questo caso
sono stati meno importanti di quelli
umani, sono soddisfacenti: ai ragazzi
citati nell’anno precedente vanno aggiunti Barsotti, Petrillo, Renier, Viaro, e Silvia Soldà.
La stagione si chiude a Orbetello con la Gara
Nazionale Giovani che vede il trionfo collettivo della Spes. Nella prova di fondo per gli allievi 1° Barsotti, 3° Renier, 5° Dall’Acqua, 10°
Viaro; nel fondo categoria Cadetti 1° N. Polesello. Nelle prove di velocità Barsotti si ripete
salendo sul gradino più alto del podio, mentre i suoi compagni Renier e Dall’Acqua com-
a sinistra:
Si parte per il campo di gara
K4 in allenamento
87
a destra:
Le istruttrici Faccini e Festari
con le giovanissime Borghi,
Gatto, Meneghel, Sarkhosh
pletano il trionfo, un podio tutto Spes. Nella
categoria Cadetti Niccolò Polesello deve accontentarsi, si fa per dire, della medaglia
d’argento.
Anche per i pesi il 1994 è una splendida annata. La sezione guidata da Bruno Gallo organizza con la solita maestria la Coppa Veneto nel Palazzetto di Via Olimpia e i suoi ragazzi lo premiano con due medaglie d’oro con
Scaggiante e Coco.
Questi due atleti sono i protagonisti della stagione. Federico Scaggiante si riconferma
campione veneto assoluto e seniores e partecipa con onore ai campionati nazionali di categoria (70 kg.), alla Coppa Italia raggiungendo i 225 kg nelle due alzate (strappo 100 kg e
slancio 125 kg.).
Ruggero Coco si conferma primo nel veneto
nei campionati seniores di Verona. Tra i giovani si mette in luce Roberto Valentini che
conferma il 1° posto nel campionato regionale juniores con 192,5 kg.
1995
Nell’anno 1995 sembra concretizzarsi un altro grande progetto di modernizzazione delle
strutture cittadine, il riassetto urbano di
Punta San Giuliano, per la cui soluzione era
stato lanciato da parte dell’Amministrazione
Comunale un concorso internazionale. Il pro-
I canoisti Scopece, Polesello,
Dall’Acqua, Renier, con
A.Zancanaro
88
getto dell’architetto Di Mambro sembra veramente idoneo a far riaffacciare Mestre sulla
laguna ed è accolto con molto favore anche
dagli ambienti sportivi. La Spes e tutte le altre realtà sportive che operano a San Giuliano, non vedono l’ora di uscire da una situazione assai precaria, la vicinanza delle discariche, la mancanza di collegamenti, la presenza di realtà sfortunate ma talvolta anche
inquietanti. Purtroppo anche in questo caso
la realizzazione del progetto incontrerà diffi-
coltà di ogni genere e non è dato sapere
quando si potrà vederne il completamento.
Nel campionato di serie A la sezione femminile di ginnastica pur avendo parzialmente
rinnovato i ranghi ottiene un lusinghiero 3°
posto (Titon, Filippetto, Gambaro, Gatto),
mentre la sezione maschile conferma il nono
posto dell’anno precedente.
Le giovanissime Gatto, Borghi, Daria Sarkhosh, Meneghel si impongono nella serie C,
stesso impegno e successo per i maschietti
Borella, Bressan, Giaggio, Magliarditi, Marin
e Salviato. Gli impegni internazionali di Titon
e Centazzo continuano . Ketty torna in Romania, poi partecipa all’incontro con la Spagna
ad Alicante e al quadrangolare Italia-Bielorussia-Romania-Spagna a Città di Castello.
Matteo Centazzo partecipa agli incontri internazionali con l’Ungheria e con la Russia. Il
riacutizzarsi di un vecchio malanno gli impedisce però di partecipare a fine anno ai campionati assoluti a Modena. Sarà presente la
sola Ketty Titon che si comporta molto bene
ed ottiene il 5° posto assoluto e due medaglie,
argento alla trave e bronzo alle parallele.
Canoa 1995. Passano gli anni e i ragazzi passano alle categorie superiori, gli impegni si
fanno sempre più impegnativi.
Paolo Scopece, senior, si è qualificato per la
gara nazionale di Maratonina a San Giorgio
di Nogaro. In una prova che vede la presenza di tutti i migliori canoisti e che è vinta dal
campione del mondo Scarpa, Paolo riesce a
classificarsi tra i primi venti.
In maggio a Treporti , Adria, Mantova, in giugno a Castelgandolfo e Auronzo i nuovi cadetti Barsotti, Dall’Acqua, Renier sono molto
spesso sul podio, gli junior Polesello, De Cassai hanno qualche difficoltà, ma si fanno valere così come i senior Scopece e Petrillo.
In luglio nelle prove di velocità k2 PetrilloScopece raggiungono la semifinale sia nei
500 che nei 1000 m. In agosto a Sabaudia il
giovanissimo Alvise Polesello, fratello di Nic-
colò raggiunge la semifinale nel k1 1000 m.
ragazzi e si ripete a Milano nel mese di settembre.
In novembre viene sperimentato a Padova
una Biathlon test (canoa più corsa): tra i ragazzi s’impone A.Polesello, Allievi 1° Bressan, Cadetti 1° Barsotti, 2° Renier, Juniores
3° De Cassai.
I ragazzi che si allenano nella piccola palestra di Via Olimpia fanno fatica a trovare posto tra pedane e bilancieri, il numero dei praticanti è cresciuto e gli istruttori devono raddoppiare l’impegno e il tempo di permanenza in palestra. Purtroppo non esistono concrete possibilità di ampliare gli spazi. La disponibilità di un unico spogliatoio impedisce
di allargare alle ragazze l’uso della palestra:
un tentativo dettato dalle tante richieste dura
troppo poco per l’impossibilità di gestire i
turni.
I risultati sportivi tuttavia non mancano. R.
Coco si conferma campione veneto assoluto e
vince anche i regionali seniores e la Coppa
Veneto, Luca De Rossi è sempre il primo della
regione, F. Scaggiante è primo questa volta
nella categoria seniores e nella Coppa Veneto, Andrea Corrao è primo nei regionali veneti e Elvis Fosco vince anche lui la Coppa Veneto.
1996
Nella ginnastica il campionato a squadre del
1996 cambia formula, da una unica serie A si
passerà a due serie A1 e A2 e una serie B. La
sezione femminile della Spes rimasta improvvisamente senza Titon riesce comunque a rimanere in serie A2, mentre la maschile cui
Centazzo non può dare un contributo determinante scende in serie B.
Come accennato, Ketty Titon ha deciso di lasciare la palestra. Una sua discutibile esclusione dai mondiali ha determinato l’abbandono. Queste scelte tecniche sono spesso dei
traumi per gli atleti che vedono vanificati anni e anni di sacrifici per traguardi che sembrano raggiunti, ma che altre logiche a loro
incomprensibili fanno svanire nel nulla. La
ginnastica artistica è uno sport individuale, di
performance, e se una squadra è composta di
6 o 7 elementi, è difficile che un atleta che sia
arrivato quarto o quinto ai campionati assoluti o in altre competizioni precedenti l’evento, accetti di non essere incluso in quella
squadra; soprattutto se si tratta di olimpiade
o campionati mondiali.
Purtroppo a fine anno succederà la stessa cosa per Matteo Centazzo che, escluso inopinatamente dalla convocazione per i giochi
olimpici di Atlanta, decide di smetterla. S’è
congedato dalle pedane a Lucerna, in un incontro esagonale nel corso del quale ha dato
un validissimo contributo alla squadra dimo-
strando ancora una volta l’alta classe che lo
distingueva.
Per fortuna la Spes riesce spesso a conservare i valori che ha creato e molti dei propri
atleti rimangono in palestra come istruttori e
preparatori tecnici. Cosi è avvenuto fortunatamente con Matteo e Ketty.
Questi due abbandoni chiudono un ciclo, sono molto più determinanti di quanto avviene
ai vertici della società.
In maggio viene eletto presidente Adriano
Moscati. Un avvicendamento senza problemi
in quanto Sergio Colorio aveva annunciato la
sua decisione di non ricandidarsi e le tre sezioni avevano praticamente riconfermato i rispettivi organi direttivi.
Uno dei primi atti del nuovo direttivo, su sollecitazione del Presidente, è stata la delibera
di riconoscere la qualifica di soci benemeriti
a 10 tesserati che avevano dato lustro alla società. Il doveroso riconoscimento è stato conferito a Sergio Colorio, presidente della so-
89
cietà per 14 anni, Pasquale Giorgio Bergamo,
istruttore della sezione pesi dalla costituzione, Maria Cannavò, istruttrice di ginnastica
artistica, Luigi Paroletti e Umberto Zoppetti
istruttori storici della società, Diego Lazzarich, olimpionico a Los Angeles, Gianmatteo
Centazzo, olimpionico a Barcellona, Maria
Grazia Mancuso, olimpionica a Monaco, Valentina Spongia e Elisabetta Masi, olimpioniche a Montreal.
La sezione ginnastica si prepara a un nuovo
ciclo confidando sul continuo reclutamento di
giovani leve. Già Federica Gambaro alimenta
speranze. È chiamata a far parte della squadra azzurra junior per un indimenticabile
viaggio in Brasile (Torneo Count Down 2000).
Il 1996 si chiude con una bellissima e affollatissima manifestazione nella palestra di vicolo della pineta esaltata dalla solidarietà e dalla raccolta di fondi per Telethon, l’associazione che lotta per aiutare le distrofie muscolari
e le malattie genetiche.
La capacità di organizzare manifestazioni di
vario livello, dalle accademie alle gare giovanili, dagli incontri internazionali alle prove di
campionato, è da sempre
una
caratteristica
della
struttura societaria della
Spes. Deve essere tuttavia
sottolineato che alcune persone hanno ruoli di rilevanza eccezionale. Quanti ruoli
copre Fiorenza Palmieri ?
Ordinamento del campo di
gara, preparazione dell’ordine di lavoro, coordinamento tecnico, direzione di
gara, speaker della manifestazione. E quanti ruoli coprono Sergio Fiorin, Giorgio
Citton e tutti gli altri istruttori e dirigenti della Spes?
Senza orari, senza rimborsi,
senza medaglie alla fine della gara.
Per dare nuovo impulso all’attività fisica dei giovanissimi, la dirigenza della Spes
formula un progetto di collaborazione con la scuola elementare. Il Consiglio del
Quartiere
Carpenedo-Bissuola aveva ideato un programma “Sport in cartella”
che prevedeva l’avvicinamento di alcuni sport agli
alunni del secondo ciclo elementare. La Spes ha proposto di avvicinare all’educazione fisica, al gioco in palestra, gli alunni del primo ci-
90
clo offrendo collaborazione e affiancamento
alle docenti elementari. È stata una esperienza molto positiva che dura ancora e che
si è sviluppata in molte scuole elementari del
quartiere. Animatrice di questa iniziativa è
stata soprattutto Cucchi Pozzi, ex ginnasta,
istruttrice, mamma coadiuvata e assistita
dalla onnipresente Fiorenza Palmieri.
La sezione Canoa continua nella politica di
essere presente in tutte o quasi le manifestazioni federali riservate ai giovani. A Castelgandolfo dove si svolge il test nazionale di
Biathlon sono presenti Polesello tra i ragazzi
e De Cassai tra gli junior. Gli stessi partecipano alla maratonina di Rovigo il 17 marzo
1996 classificandosi entrambi al 5° posto nelle rispettive categorie. L’uno e il due di giugno
a San Giorgio di Nogaro allievi e cadetti partecipano alla Gara Nazionale Giovani: nel
fondo k1 cadetti Barsotti, Renier e Dell’Acqua
sfiorano il podio, tra le allieve s’impone Fontanella; nella velocità k1 cadetti B Barsotti è
secondo, nel k2 anche Renier-Dall’Acqua salgono sul secondo gradino del podio, stesso risultato per l’allieva Fontanella. Questa Gara
nazionale giovani si ripete per squadre regionali in settembre a Taormina e anche sullo
sfondo dell’isola bella i nostri Barsotti, Dall’Acqua e Renier, inclusi nella formazione del
Veneto, dimostrano il loro valore.
La sezione pesistica non si accontenta dei titoli regionali che i vari Coco, De Rossi e Scaggiante continuano a conquistare e anzi ora si
arricchisce di Mauro Ballarin, un quattordicenne fisicamente sciolto, reattivo e promettente, figlio di Paolo Ballarin detto “la roccia”
per la sua resistenza alla fatica. Nel tentativo
di diversificare l’attività e renderla più accessibile ai praticanti della palestra, la sezione
allestisce una squadra di giovani e meno giovani per partecipare alle competizioni di
Biathlon, specialità nata da poco tempo e che
promette di calamitare l’interesse di parecchi
ex pesisti. Il Biathlon comprende due prove,
una di corsa su distanze variabili da 1,5 – 3,2
o 5 chilometri, una di distensione con bilanciere su panca piana. Ebbene la prima uscita
è stata subito un vero successo per la Spes. A
Rimini, la squadra si è classificata quarta,
ma individualmente primo posto nella propria categoria per Franco Omaggio e buoni
piazzamenti per gli altri. L’appuntamento
con la vittoria piena era solo rimandato. A fine novembre ad Ostia nei campionati nazionali di Biathlon la squadra mestrina metteva
in fila – come scriveva Francesco Marcuglia –
la bellezza di venti squadre da tutta Italia. Ha
conquistato il titolo di campione italiano fra
gli over Franco Omaggio che si è pure imposto nella distensione su panca con 170 kg. Altro tricolore per Claudio Contro (primo nei
Salviato e Fabio Giaggio.
Poi le consuete gare regionali e interregionali
che vedono protagonisti i soliti ginnasti della
Spes con qualche bella novità come Giovanna
Gatto, Daria Sarkhosh, Giulio Vian, Zaranto e
Borella.
Qualche nuova soddisfazione quindi per Dario Di Marcantonio instancabile presidente
della sezione ginnastica che oltre ai pressanti
impegni societari deve pure dare un contenuto alla sua recente nomina a Consigliere Federale e a componente della commissione di
studio per la promozione sportiva e per la
fornitura di attrezzature specifiche alle singole società ginnastiche. I suoi fine settimana li
passa spesso a lavorare a Roma o a seguire le
squadre nazionali nelle loro trasferte in Italia
e all’estero.
Annata da incorniciare, come titola Francesco Marcuglia, il giornalista del Gazzettino
che segue con costante interesse e simpatia le
sezioni ginnastica e pesi della Spes, quella
della sezione pesi 1997. Da evidenziare so-
a sinistra:
Marin e Salviato attendono
il turno
3200 piani in 10’30”) dominatore della categoria master nella quale la Spes ha egemonizzato il podio: secondo Enrico Giannini,
terzo Maurizio Carraro.
1997
Il 1997 si apre con l’inaugurazione di una
struttura polisportiva a Marcon, è ancora una
volta la Spes che si responsabilizza per offrire
una manifestazione di rilievo: la seconda prova dei campionati italiani di ginnastica artistica a squadre serie A1 e A2. La Spes affronta la scalata alla A1 con le giovanissime
Eva Busatto, Raffaella Gatto ed Elisa Borghi
che sono state affiancate da un “prestito” di
sicuro affidamento, Dracuta Dobre sedicenne
junior rumena.
La sezione maschile partecipa con onore alla
Serie B, quarta, con Ruggero Marin, Marco
Polesello e De Cassai
prattutto il successo ai campionati di Biathlon
svoltasi a Ostia. Sono risultati campioni Enrico Giannini nei Master A, Claudio Contro nei
Master B e Franco Omaggio nei
Master C con l’ovvia conseguenza
della conquista del titolo per società. Nei pesi due ottimi piazzamenti agli assoluti di Bari, quarto
Luca De Rossi (120 strappo 152,5
slancio) sesto Federico Scaggiante.
Grandi soddisfazioni anche dal settore Canoa che con Paolo Scopece e
Niccolò Polesello si fanno valere in
tutte le gare alle quali partecipano
sia nel K1 che nel K2, sia sui 500
metri che sulla distanza doppia.
Paolo ha avuto anche l’occasione di
gareggiare con il Cus ai campionati
italiani universitari salendo sul più
alto gradino del podio nel K4, 500
metri. Tra i tanti risultati consegui-
91
Federico Scaggiante
a destra:
Ruggero Coco sul podio
F. Palmieri con le ginnaste
D. Sarkhosh, Busatto, Mino
e Borghi
ti dagli altri ragazzi scegliamo: il titolo regionale k2 ragazzi di Dall’Acqua-Renier, che si
sono poi classificati al 7° posto nel campionato nazionale di fondo a Sabaudia, nella stessa
manifestazione 6° N.Polesello nel k1 junior.
L’instancabile Adel Zancanaro riesce anche a
formare un k4 e lo mette in acqua a Mantova
in una gara nazionale di velocità; il 4° posto
sui 1000 m. è confortante, ma sarebbe necessario disporre di un mezzo più moderno per
insistere nell’operazione.
A Punta San Giuliano si è intanto costituito
un Centro Nautico San Giuliano, ne fanno
parte Voga Veneta, Circolo Velico Casanova,
Canoa Club Mestre, Gommone Laguna Club e
Spes sezione Canoa, si tratta di contribuire
non solo alla gestione dell’impianto, ma anche di formulare proposte per il futuro Parco
nascente dal progetto Di Mambro.
Collateralmente nasce un certo contenzioso
con l’Amministrazione Comunale sul titolo
della presenza delle remiere a Punta San Giuliano. È necessario ricordare che l’uso delle
aree è stato gradito, e implicitamente favorito, dal Comune di Venezia per preservarlo
dal degrado che inevitabilmente
sarebbe conseguito ai tanti anni
di completo abbandono e perché le società remiere si sono
fatte carico di sostenere le spese
di manutenzione, custodia e
salvaguardia ambientale che
sarà possibile ristrutturare senza costi di disinquinamento.
1998
Che la Spes sia da sempre presente nel tessuto sociale cittadino è testimoniato da un altro
imprevisto ma graditissimo riconoscimento. Viene assegnato
Il Premio Solidarietà Città di
Mestre 1998 – riconoscimento a
coloro che hanno onorato la nostra città - a: S.G.S. Spes, Scuola
media C.G.Cesare, S. Barizza,
92
M. Del Monte, Famiglia Zannini e Gruppo
A.N.A. di Mestre. Ovviamente questi sono i
premi più apprezzati perché vengono da ambienti non legati esclusivamente al mondo
sportivo.
Un premio tutto legato al mondo sportivo è
quello promosso dal Coni provinciale: “Veneziani sul podio 1998 – Sector Sport watches”.
Tra i cinque vincitori selezionati da una autorevole commissione figura il giovane pesista
Mauro Ballarin, classe 1982, la più interessante espressione delle ultime leve della sezione Pesi della Spes.
La grande ginnastica ritorna a Marcon per ripetere il successo dell’anno precedente. Pubblico al limite della capienza. Presenza di
atlete di livello mondiale come la Presacan e
la Amanar. Palmieri e Citton che si scambiano il ruolo di speaker.
Per il Campionato di serie A2 Giorgio Citton
può contare su Eva Busato, Elisa Borghi, Daria Sarkhosh, Veronica Mino, Sara Vianello e
sul prestito della catanese Rachele Di Barto-
lomeo, obiettivo: salvezza rinviando le ambizioni al prossimo anno.
Tra i maschi si fa notare Giulio Vian che a Caserta, finali nazionali allievi 1° livello, ottiene
un significativo quarto posto a conferma del
suo valore e del titolo regionale
Ormai la sezione pesistica vive su due livelli,
sollevamento e biathlon. È l’unica realtà della
provincia veneziana e pertanto la responsabilità della sezione è notevole. Si comincia
con la finale della Coppa Italia di Pesi con la
partecipazione di Luca De Rossi che ha ormai
raggiunto la maturità, Ruggero Coco, Francesco Scaggiante e Elvis Fosco ritornato all’agonismo dopo una lunga pausa. Ottimo il terzo
posto di Luca che con 130 kg. nello strappo e
160 nello slancio ottiene un suo record personale. Gli altri tre atleti ottengono buoni piazzamenti e confermano la loro supremazia in
campo veneto riconfermandosi ai vertici delle
rispettive categorie. Delusione invece per il
sedicenne Mauro Ballarin per un errore di
valutazione sull’emozione che può dare la
prima gara importante. Sceglie di entrare in
gara con 110 kg. ma il nervosismo gli fa fallire la prova. Mauro ha modo di rifarsi molto
presto essendo stato inserito nella squadra
1999
under 18 per l’incontro con la Germania.
Gli atleti del Biathlon continuano a dominare.
La squadra si aggiudica il titolo italiano nella
prova organizzata dalla federazione Ainbb;
Franco Omaggio e Claudio Contro sono tricolori nel Master C, Maurizio Carraro secondo
nel Master B, bene gli altri Giannini, Corbetti,
R.Ballarin e Zucchetta.
La sezione Canoa, sempre in attesa di come
possa essere trasformata una discarica in
una collina di verde, continua la sua azione
nonostante qualche defezione. Le due manifestazioni del 1998 di maggior spessore si sono svolte a Milano e Mantova. All’idroscalo di
Milano si svolgevano i campionati regionali
lombardi di fondo aperti anche ad atleti di altre regioni. Ottime le prestazioni del k2 ragazzi formato da Alvise Dall’Acqua e Giacomo Renier, del k1 junior di Niccolò Polesello e
del k1 senior di Paolo Scopece. A Mantova
nel corso del Campionato Nazionale di Fondo
i ragazzi della Spes ripetevano le brillanti
prestazioni: argento per il k2 ragazzi, 4° Polesello nel k1 junior, 12° Paolo Scopece tra i
senior.
L’insoddisfatto Niccolò Polesello verso la fine
della stagione, il 30 agosto, partecipa a Pisa
ad una gara di gran fondo e, confermando la
sua classe, si piazza al terzo posto pur non
conoscendo il campo di regata; il successivo
26 settembre torna a Milano per una gara di
velocità dove si classifica al 7° posto.
Il 1999 inizia con un impegno organizzativo
veramente eccezionale. Sono affidati alla
Spes dalla Federazione Ginnastica la prova
del campionato a squadre maschile per il 13
febbraio, quello femminile per il 20 febbraio
e contemporaneamente la Federazione Pesistica assegna alla sezione pesi della Spes l’organizzazione dei Campionati Internazionali
d’Italia fissati per il 20 febbraio. È il riconoscimento di una consolidata capacità organizzativa, ma l’impegno è certamente fuori
della norma. La Spes torna ancora a Marcon,
con la consueta ormai collaudata collaborazione con quella Amministrazione Comunale,
ma questa volta con la ginnastica artistica
maschile. Trova invece una nuova e gradita
disponibilità da parte
del Comune di Martellago e della locale
polisportiva per organizzare nella palestra
di via Trento il campionato di ginnastica
artistica femminile.
Infine la grande manifestazione di sollevamento pesi viene
organizzata nella sede naturale del palazzetto dello sport di
via Olimpia a Mestre.
Che tutto sia filato via
liscio è quasi incredibile, dividersi tra
Marcon, Martellago e
Mestre non è stato semplice, ma i riscontri
sono stati più che soddisfacenti.
Ciò che alla fine ha importanza sono tuttavia
i risultati sportivi. E quelli di sicuro non sono
mancati. Le giovanissime ragazze che l’anno
prima avevano combattuto per la salvezza,
quest’anno si sono superate. Con prove sempre più esaltanti, compreso un primo posto
proprio a Martellago, ottengono il secondo
posto nella classifica finale e quindi la promozione in serie A1. La squadra è composta
dalle stesse atlete dello scorso anno che hanno acquisito esperienza e tecnica (Busato, Di
Bartolomeo, Sarhkosh, Mino) Un ritorno ai
a sinistra:
Minto con i ginnasti
Bressan, Marin, Giaggio,
Salviato
Un passaggio di Marco
Salviato alle parallele.
Il K4 (Renier, Barsotti, Puozzo, Dall’Acqua) agli internazionali di Auronzo.
Luca De Rossi
massimi vertici confortato anche dalla convocazione in nazionale della junior Daria
Sarkhosh.
Non paghi di aver contribuito alla buona riuscita degli internazionali, gli atleti della sezione pesistica conquistano sette primi posti tra
coppe e campionati regionali, Mauro Ballarin
è terzo nelle finali di Coppa Italia. Così nel
Biathlon continuano i successi, con relativo
Accademia con pulcine
guidate dall’istruttrice
Tomasutti
titolo nazionale, per Omaggio e Contro.
2000
a destra:
Cuchi Pozzi
con le sue allieve
94
San Giuliano. Per la Primavera 2000 tutti
pronti a far festa nel nuovo parco. È il titolo del Gazzettino del 20.3.1999. Nell’attesa i canoisti della Spes partecipano
ad un numero consistente di gare. Con
un k2 senior formato da Paolo Scopece e
Niccolò Polesello affrontano il Campionato Nazionale di Fondo mt.5000 a Sabaudia; l’armo mestrino, già campione
regionale, si confronta con i più titolati
campioni nazionali e con una gara attenta e allo stesso tempo determinata si
classifica al 4° posto, un risultato di rilievo.
Il 27 giugno 1999 ad Auronzo, in una
competizione che ha il profumo dell’internazionalità, torna in acqua il k4 con
Barsotti, Dall’Acqua, Puozzo e Renier,
che si classifica al 5° posto dopo Germania, Padova, Baldesio e Svizzera,ma la
novità è rappresentata dalle nuove leve,
le speranze per i prossimi anni; in parti-
colare si fanno notare per classe e impegno
Alvise Polesello, fratello di Niccolò, che vince
la sua batteria nel k420 mt.2000, L. Bellemo,
N. Lazzari, M. Scarpa, R. Vettorello.
Il 2000 vede il ritorno della Spes al Taliercio.
Si tratta di organizzare la prima prova del
campionato nazionale a squadre di ginnastica. L’avvenimento di per sé importante è
esaltato dalla prevista presenza di un mito
della ginnastica moderna: Yury Chechi.
La presenza di Jury Chechi riempie il Taliercio di Mestre. Per il signore degli anelli quell’appuntamento avrebbe dovuto essere l’avvio alla preparazione per le Olimpiadi australiane. Sappiamo che purtroppo quella è stata
una delle ultime apparizioni di Jury in pedana. La squadra femminile della Spes affronta
il campionato della massima serie con qualche preoccupazione, ma con la determinazione di confermare il
proprio valore e la
permanenza in A1
contando su Eva
Busatto soprattutto
per il corpo libero e
trave,
Giovanna
Gatto parallele e
corpo libero, Veronica Mino brava al
volteggio e Daria
Sarkhosh la junior
che è seguita con
attenzione dai tecnici federali che la
convocheranno per
gli europei junior di
Parigi.
Anche i maschi sia pure su altre pedane si
fanno notare. I ragazzi allenati da Sergio Fiorin, Marin, Borella e Salviato ottengono risultati di rilievo a Schio e Porto San Giorgio: positivo anche il lavoro di Enrico Minto e Gianmatteo Centazzo con i giovanissimi della se-
rie C, Giulio Vian, Mattia Zaranto e Ivan Zanella.
L’anno della sezione ginnastica si chiude con
altri riconoscimenti: Daria Sarkhosh migliore
atleta della regione e il suo allenatore Giorgio
Citton tecnico dell’anno; Michela Pedrocco
miglior istruttrice della ginnastica generale. E
tanti altri premi a istruttori, ginnaste e ginnasti.
Annata veramente importante anche per la
sezione pesi. Basterà ricordare i due titoli regionali di Luca Dei Rossi e Ruggero Coco e il
titolo nella categoria Master over 55 di Franco Omaggio a Udine Trofeo Internazionale
Alpe Adria. Veramente incredibile questo
atleta che non finisce di stupire e che alterna
pesi e biathlon. E proprio dal Biathlon è venuto il risultato che ha meritato una titolazione su quattro colonne: Padre e figlia di Marano neo-campioni italiani nel biathlon. Il campionato organizzato a Ostia dalla Filpjk consiste nel sollevamento pesi da panca e nella
corsa su 3200 metri. Roberto Boato, 52 anni,
è risultato campione nei Master C, con 170
kg da panca e 13’10” nei 3200 metri. L’altra
medaglia d’oro è venuta dalla figlia Claudia
Boato, 16 anni, alla sua prima esperienza
agonistica nel raggruppamento junior, con 50
kg. Dalla panca e 18’50” nella corsa.
2001
ginnastica, non ha
dubbi. La palestra di
Vicolo della Pineta si
è vivificata, nuovi
spogliatoi, sala medica e massaggi, nuovi
attrezzi, settore spinning. Prosegue bene
la collaborazione con
la scuola e al progetto
“Sport in cartella”.
Miglioramenti e impegni che ci hanno
portato a superare
quota 400 tesserati. Un incremento del 30
per cento rispetto all’anno precedente.
Agonisticamente bene per la squadra femminile che ha saputo confermarsi in Serie A1
(una delle quattro prove è stata da noi organizzata a Dolo con ottimo successo di pubblico) e per tante nostre ginnaste che hanno
a sinistra:
Claudio Contro
a sinistra:
Allieve sul podio
guadagnato l’accesso ai campionati nazionali
di categoria svoltisi a Lavagna: Valentina Torcellan tra le allieve di 1° livello, Sara Collodel
tra le allieve di 2° livello, Giovanna Gatto tra
le juniores, Daria Sarkhosh, Eva Busatto e
Veronica Mino tra le seniores. Daria ha poi
partecipato agli assoluti di Gorizia classificandosi al 9° posto e sfiorando il podio alla
trave.
Nella ginnastica maschile si sta ricomincian-
Daria e Eva sorridono al fotografo
Ormai siamo arrivati alla cronaca di questi
giorni, il nuovo secolo ci ha portato tante affermazioni e riconoscimenti per tutte e tre le
sezioni. Potremmo farne subito l’elenco, ma
preferiamo partire dall’ultimo. Quello più
ambito perché ci è stato conferito dalla nostra città, il 19 novembre 2001. Il Premio
Città di Mestre per lo Sport che il Panathlon
International Club Mestre ha voluto assegnare – in occasione del ventennale – a chi ha
dato lustro alla nostra città, incarnando gli
ideali della correttezza, solidarietà e lealtà,
come ha sottolineato il suo presidente Antonio Serena.
È l’occasione per qualche consuntivo, limitato al primo anno del nuovo millennio.
Mauro Scavezzon, presidente della sezione
95
La sezione pesi in Piazza
Ferretto per StimoLoSport
a destra:
Minto con gli allievi Zanella,
Bison e Squarcina
Canoisti sul lago
di Caldonazzo
96
do con i giovanissimi e bisognerà attendere
qualche anno per valutare se le attuali buone
individualità daranno conferme. Per il momento alle finali nazionali di categoria siamo
stati presenti con Ivan Zanella e Mattia Bison
tra gli allievi di 2° livello.
Nella ginnastica jazz, guidata con tanta passione da Michela Pedrocco, deve essere sottolineata la qualificazione alle finali di Fiuggi di
Gymna Estrada. Un risultato di sicuro prestigio.
Anche Bruno Gallo, presidente della sezione
Pesi, nonostante le difficoltà ambientali in cui
opera la sezione e i conseguenti limitati nuovi
tesseramenti, si sente appagato per i notevoli
successi ottenuti in questo 2001. Pesi e biathlon hanno risposto molto bene.
In particolare il pesista Luca Rossi si è confermato l’atleta di punta della sezione vincendo il titolo assoluto veneto, e raggiungendo il
4° posto in una manifestazione di altissimo livello tecnico-agonistico come la Coppa Italia
a Ostia e la medaglia di bronzo al trofeo Alpe-Adria a Zalaegerszeg (Ungheria). Ma i pesisti più anziani non mollano. Alle competizioni Master a Lubiana hanno preso parte
due vecchie conoscenze della Spes , Franco
Omaggio e Paolo Ballarin e tutti
e due si sono aggiudicati la medaglia d’oro nelle rispettive categorie. Ballarin con 245 kg.
(140+105) ha vinto nella categoria fino a 45 anni, Omaggio
con 170 kg ha vinto nella categoria oltre 55 anni. Lo stesso
Ballarin era stato medaglia
d’argento agli europei master in
Cecoslovacchia.
Nel Biathlon (sollevamento da
panca e corsa 3,2 km.) la sezione della Spes
ha ribadito la propria supremazia con autorevolezza. Si è presentata ai campionati italiani forte di sei titoli regionali. Su tutti Claudio Contro campione nei master B, argento
per Claudia Boato e Franco Omaggio master
C, bronzo per Roberto Boato master C e per
Luca Zampieri master A, quinto Mattia Marchi e ottavo Mauro Cavestro. Cinque sul podio su sette partecipanti. La Claudia Boato
non si è accontentata e ha partecipato e vinto
alla grande il campionato Fipcf di resistenza
su panca (sollevamento del bilanciere del peso pari alla metà di quello del concorrente) ripetendo il successo dell’anno precedente.
Adel Zancanaro, presidente della sezione canoa, è alle prese con tanti problemi, finanziari, ambientali organizzativi, ma riesce a sopperire con l’entusiasmo. La situazione a punta San Giuliano è sempre in attesa di una definizione; ci sono prospettive per gli interventi del Provveditorato al Porto che dovrà sistemare tutto il banchinamento lagunare, ma
per il resto i programmi non sono ancora definiti. L’anno sportivo non è stato parco di
soddisfazioni e, soprattutto di speranze per il
prossimo futuro. In particolare le trasferte di
Caldonazzo e Sabaudia hanno messo in luce
il valore degli allievi di Renzo Pietrogrande. A
Caldonazzo nella Canoagiovani2001 Alvise
Polesello ha stravinto la sua gara nel K1 Cadetti B, ma si sono distinti anche Luca Bellemo, Riccardo Vettorello e Niccolò Lazzari.
Questi quattro ragazzi hanno poi vinto a Sabaudia la staffetta K1 200 metri. Singolarmente hanno ottenuto i seguenti risultati: Alvise argento nel k1 2000 e bronzo nel k1
200, Luca e Riccardo bronzo nel k2 2000 e
argento nel k2 200.
2002
2002, siamo entrati nel centesimo anno
dalla fondazione della Spes e ci prepariamo a festeggiare degnamente l’anniversario nel prossimo anno con le nostre sezioni
di ginnastica, pesistica e canoa. L’attività
continua con alacrità su tutti i settori, ma
dobbiamo, prima di segnalare i risultati
sportivi, sottolineare l’ennesimo riconoscimento che ci viene
dal Coni e dalla Provincia di Venezia. In
una bellissima cerimonia a Mirano “Veneziani sul podio”,
tra i sei sportivi dell’anno viene premiata la nostra ginnasta
Eva Busatto, punto di
riferimento
della
squadra della Spes di
A1.
E proprio questa brava ginnasta con le
compagne
Daria
Sarkhosh, spesso inserita nel team azzurro, Veronica Mino e
la ritrovata Giovanna
Gatto, impegnate nel
duro confronto per
confermare la permanenza al massimo
livello nazionale, centrano agevolmente l’obiettivo. Il pubblico mestrino ha potuto ammirarle a Taliercio nella terza prova del
campionato organizzata con la consueta
perizia dalla nostra sezione ginnastica.
Di assoluto valore la partecipazione della
brava Daria Sarkhosh alla Como Cup (Italia
seconda dietro la Cina) e alle Gymnasiadi
(Italia prima).
La sezione femminile della ginnastica pone
speranze sulle più giovani Veronica Scavezzon, Samira Sarkhosh, Sara Collodel e su
un altro bel gruppetto di giovanissime.
La ginnastica maschile sta rinnovando
completamente i suoi giovani atleti e confida di aver trovato un bel numero di ragazzi
che potrebbero dare soddisfazioni in un
prossimo futuro.
I gruppi di ginnastica jazz e di spinbikeaerobic sono in grosso sviluppo e hanno vivificato la vita in palestra.
La sezione pesistica è anch’essa on fase di
ristrutturazione e conta sugli atleti esperti
per mantenere alto il nome della sezione.
Gli esempi che forniscono questi atleti sono
ottimi. Paolo Ballarin ha conquistato, nel
marzo scorso, il titolo italiano di sollevamento pesi Master B e Luca De Rossi, che si
è confermato nei giorni scorsi il più forte
atleta veneto, si appresta a partecipare ai
campionati nazionali.
Sempre molto forte il gruppo del biathlon
che continua a mietere successi. Vi rimandiamo al capitolo Campioni per avere una
idea concreta della loro supremazia.
La sezione canoa ha un gruppo di giovani
che si sta imponendo in regione e si fa notare in campo nazionale. I problemi logistici e finanziari che anche loro sentono co-
a sinistra:
Annalisa Zancanaro
con i canoisti Vettorello,
A.Polesello, Lazzari
stantemente si ripercuotono talvolta sui
giovani che, anche per la loro naturale esuberanza, avrebbero bisogno di un clima più
sereno. Nonostante ciò sono molti i titoli regionali conquistati sia nel fondo (k1 N. Polesello, k2 Lazzari-Vettorello) che nella velocità (k1 N. Polesello) e le presenze in campo
nazionale; ed è stato possibile organizzare,
in collaborazione col Circolo Canottieri Mestre, in Canal Salso, una gara di fondo con
la partecipazione di 150 equipaggi.
Della situazione attuale delle sezioni, di come sono strutturate, dei quadri tecnici e di
gran parte dei praticanti e degli atleti si dà
ampio spazio nel capitolo “La Spes oggi”.
Dobbiamo concludere questa sintetica cronaca scusandoci per le inevitabili omissioni
e per gli involontari errori in cui fossimo in-
97
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PERSONAGGI
Angelo Giuseppe Cecchinato
“Avevo ancora un compito da assolvere e
poiché non ho più tempo di aspettare la scadenza del centenario, mi sono dedicato in
questi ultimi mesi a raccogliere e collocare
nella Mestre del loro momento, gli avvenimenti più rimarchevoli della Spes dalla sua
fondazione ad oggi.” Così scriveva Angelo
Cecchinato, Presidente Onorario, nel presentare il suo libro sul 70° anniversario della Spes.
Per dare l’idea del temperamento e della
passione sua e dei suoi amici per questo nostro sport, ricordava spesso l’episodio dell’Assemblea del 1948 durata tanto a lungo,
ben dopo la mezzanotte, tanto da costringere Tito Tamburlini di farsela a piedi fino a
Mogliano e Alberto Heinz, presidente del
Comitato Regionale FGI, di arrivare a piedi
fino alla sua abitazione di Venezia dove
giunse a mattina inoltrata.
Non a caso quindi Angelo Cecchinato e Alberto Heinz furono presenti il 12 giugno
1951 al Ponte delle Vespe alla riunione costituente del Panathlon, il club che nacque
col nome di “Disnar Sport”. Un nome questo
che normalmente viene interpretato come la
sottolineatura dell’aspetto conviviale delle
riunioni degli amici dello sport. Ma, riflettendo, è più corretto sottolineare non il verbo “disnar” ma l’oggetto “sport”. Gli amici
che vogliono passare una serata insieme
usano dire: stasera andiamo a mangiar pesce, oppure, in quella trattoria fanno delle
ottime costicine alla brace, oppure ancora
zuppa di fagioli e radicchio. Si qualifica insomma il tipo di pietanza, la qualità del disnar. Valutando quindi con attenzione proprio il carattere ed il temperamento, la passione e la dedizione dei fondatori del club e
anche dei continuatori di quell’idea che si
sta affermando in tutto il mondo, “disnar
sport” sta a significare che lo sport è la pietanza, l’alimento che può o dovrebbe suscitare passioni e ideali disinteressati. Disnar
sport vale alimentarsi di sport.
Angelo Cecchinato certamente si è alimentato di sport e ha alimentato lo sport di
Mestre.
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Sandra Chillemi
Le cronache sportive mancano spesso degli
strumenti idonei a raccontare le attese, i sogni e le delusioni dei protagonisti dello
sport. La rincorsa ai risultati, alle medaglie,
ai record è implacabile e ingenerosa rispetto
ai tanti piccoli drammi, alle grandi delusioni
di chi dopo anni di sacrifici e di speranze
deve rinunciare a perseguire i traguardi,
che aveva programmato con tanta passione,
per un infortunio o altro banale impedimento. Parlando con Chiara Chillemi della sua
splendida attività sportiva, la prima cosa
che le viene alla memoria, e sono passati
più di trent’anni, è la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Città del Messico. Sa-
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rebbe stata la prima ginnasta della Spes a
partecipare ad un’Olimpiade, e non le avversarie ma un banale malanno le ha impedito di raggiungere il traguardo cui tutti gli
atleti puntano con passione. E che di passione si trattasse per Chiara è assolutamente
fuori dubbio. Erano tempi quelli che non lasciavano nulla agli atleti, nemmeno le tute e
le sacche della squadra nazionale che a fine
gara dovevano essere restituite alla Federazione. Chiara non ha avuto la soddisfazione
di gareggiare a Messico con la mitica Vera
Cavlavska, ma può in ogni modo essere fiera di essere stata la prima grande ginnasta
della Spes.
Valentina Spongia
Valentina torna dai Giochi del Mediterraneo
con tre medaglie al collo. Per la Spes Valentina e soprattutto i suoi genitori sono l’essenza
della dedizione allo sport. Trasferiti da Trieste a Valdobiadene per motivi di lavoro, nella
ridente cittadina pedemontana hanno trovato
ben poco di quanto lasciato.
Mancava tra l’altro quello che interessava
maggiormente a Valentina: una palestra attrezzata e validi istruttori.
L’occasione qualificata più vicina era la Spes
a 70 chilometri da casa. Niente paura, per
anni e anni, tre volte la settimana Valentina
e la mamma prendono il treno o l’auto e vengono a Mestre. Il sabato e la domenica poi ci
sono le gare, gli allenamenti collegiali, le trasferte e il padre e la madre riprendono l’auto,
il treno o l’aereo per seguire la ragazza che
diventa sempre più brava.
Poiché i ritorni dei tanti successi sono tutti di
natura simbolica, un Anonimo Mestrino si è
cimentato in una ballata su Valentina che torna dai giochi del Mediterraneo di Casablanca
1975.
Vedessi che splendida trave,
che ruote ti faccio, precise,
più brava dell’altre già brave
ho mani e gambe decise.
Stavolta l’uscita è perfetta,
per esser graziosa e carina
t’ho fatto anche qualche mossetta,
è certo che son Valentina.
Poi corro già verso il cavallo
veloce, per darmi la spinta
mi piego, m’avvito, non fallo,
ci ho messo la solita grinta.
La folla stupìta m’applaude
E torno felice in panchina.
Mi merito certo una laude
L’ho detto: io son Valentina.
Or sento dei colpi all’addome
lottando tra legni ineguali,
le braccia però non son dome
e i voli che sembran mortali
li eseguo con bella eleganza;
il giudice anch’esso s’inchina,
non sono soltanto speranza,
qualcosa di più: Valentina.
In pedana io sono gaiezza
flic flac e gran salto avvitato
li eseguo con pari destrezza.
e l’Arabo, l’ha tanto incantato
l’accordo tra musica e gesto,
mi vuol come sua ballerina.
al no! se ne va mesto mesto,
sarò ancora per lui Valentina?
Io corro sul podio veloce
a godere di giusta medaglia,
singhiozzo, mi manca la voce,
la gloria però non m’abbaglia,
il traguardo è sempre più in là
promesso l’ho ai miei stamattina
st’altr’anno nel gran Canadà
sarò più che mai Valentina.
101
Monica Nicolè
Nel novembre del 1973 Monica fa volare i
suoi bellissimi capelli rossi ben alti al disopra dell’ostacolo e atterra sul tappeto campionessa italiana al volteggio. È la conclusione di un’annata fenomenale che l’aveva
vista dominare al Trofeo Primavera di Verbania, una delle più importanti manifestazioni ginniche nazionali. Monica continua a
frequentare la palestra della Spes per altri
due anni sempre tenace, sempre carica
d’entusiasmo e sempre più graziosa, ma
non altrettanto fortunata. Infortuni non gravi, ma determinanti ne limitano la possibilità d’allenamento e conseguentemente i risultati non possono arrivare.
Monica si rende conto che la ginnastica artistica non potrà più annoverarla tra le protagoniste, ma la sua potenzialità e la sua grinta sono tali che non le consentono di stare
lontana dalla sport. Si guarda intorno. Il
gruppo atletico Coin ha aperto le porte alle
102
ragazze, vale la pena di provare ricominciando da capo. Ha lasciato la ginnastica da
campionessa, inizia la pratica di atletica leggera da allieva. Occorre modificare i termini. Per Monica non ci si può limitare a parlare di volontà e di grinta. Monica ha classe.
Fatica a cambiare ritmi di corsa, tecnica di
salto, ma quando comprende le tecniche
non mancano i traguardi. Pochi altri atleti,
donne o uomini, sono riusciti a ottenere la
maglia azzurra in due specialità così diverse
tra loro.
Monica sia nei 100 sia nei 400 ostacoli ottiene vittorie su vittorie, titoli regionali, nazionali e universitari.
Eppure c’è un titolo che Monica ha rifiutato.
Una sera invitata da un’emittente televisiva
per un’intervista sulla sua carriera, la bellissima rossa si è sentita proporre di lasciare
lo sport e fare la presentatrice. Il richiamo
delle palestre e delle piste era più forte.
Diego Lazzarich
Il 12 giugno 1986, praticamente alla fine dell’anno agonistico, la Spes concede il nulla
osta a Diego Lazzarich per il suo trasferimento alla Società di Ginnastica e Scherma
di Varese, era un atto dovuto verso una società che aveva ospitato per anni il nostro ragazzo e verso un atleta che aveva onorato il
nome della Spes in tutto il mondo sportivo.
Diego è stato senza dubbio il più grande ginnasta che sia nato agonisticamente nella
Spes, per 12 anni ha fatto parte della squadra nazionale con 68 presenze in maglia azzurra e con un numero di primi posti individuali in incontri internazionali secondo solo
al grande Menichelli. È stato un atleta ideale
che non trascura studio e divertimenti, che
in campo di gara dà il meglio di sé, senza
troppi calcoli o ragionamenti utilitaristici.
Ha perso molte occasioni per infortuni, per
decisioni politiche, per esuberanza; ha perso
gare che sembravano già vinte, ha vinto gare
in cui nessuno lo pronosticava vincente. Generoso in campo e fuori.
Nei Campionati mondiali del 1985 a Montreal, riserva per valutazioni forse affrettate,
è stato generosissimo di assistenza morale ai
compagni che si battevano con la maglia azzurra. Scrisse Marzolla in quell’occasione:
“Diego assolve il compito di riserva come
mai mi era capitato di vedere”.
Ogni volta che Diego torna a Mestre, oltre alla sua famiglia, trova ad accoglierlo tutti
quelli della Spes che per anni hanno gioito
delle sue tante vittorie e penato per i suoi
momenti di scoramento.
Per un caso forse programmato da un abile
sceneggiatore, l’ultima gara importante della
stagione Spessina di Diego si è svolta proprio
a Varese; in questo ideale passaggio di consegne Diego ha voluto regalarci un ultimo titolo nazionale, una medaglia d’oro aggiunta
alle altre tantissime offerte alla Spes.
103
Gian Matteo Centazzo
A chi desideri ripercorrere le date e le occasioni di successo di Matteo, dai quattro titoli
nazionali individuali, a quelli di squadra nazionali e internazionali, alle 34 presenze in
maglia azzurra, suggeriamo di rileggersi le
cronache degli ultimi vent’anni.
A chi desideri ricordare la limpida classe di
questo ginnasta suggeriamo di soffermarsi
sulle fotografie che lo ritraggono in alcuni dei
memorabili suoi passaggi alla sbarra o al cavallo con maniglie.
Qui diamo spazio ancora una volta all’Anonimo Mestrino che con più passione che ingegno, ha dedicato un sonetto a Matteo Centazzo vincitore del titolo di campione nazionale
al cavallo con maniglie nel 1992 a Rimini,
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La mano tesa stringe la maniglia,
Ansia e timor spariscono d’incanto,
Da questa prova ne verrà gran vanto
Se il braccio al cuor ben s’appariglia.
E allor, veloci ed ampi girotondi
Sull’uno e l’altro braccio che si sposta,
Un rotear del corpo senza sosta,
Movimenti leggeri infin giocondi,
È tutto un crepitar di mulinelli
Che trascina la folla all’ovazione.
E bravo Matteo, quale emozione.
Son pure questi i tuoi momenti belli
Quando disteso atterri sulla gloria
Le braccia al cielo in segno di vittoria.
Ernesto “Neno” Cecchinato
Nel 1992 tutta la Spes è raccolta intorno al
suo Presidente Onorario. Il Presidente Sergio
Colorio, i membri dei consigli direttivi di tutte
le sezioni, gli istruttori, gli atleti, gli allievi, i
genitori e le autorità comunali e federali vogliono festeggiare degnamente il loro “Neno”
che compie 90 anni. Neno è la memoria storica della società. Anche se i suoi primi passi
da atleta li ha mossi con la maglia della Libertas, ha poi percorso tutta una vita al servizio della Spes. Una vita dedicata allo sport:
atleta, istruttore, direttore tecnico, dirigente e
finalmente Presidente Onorario.
La sua presenza in palestra è stata sempre
accolta con stima e simpatia; i suoi suggerimenti sono stati sempre ascoltati con attenzione. Talvolta era burbero, mai rude.
Il solito Anonimo Mestrino colse l’occasione
della festa celebrativa, azzardò di magnificare il percorso sportivo del festeggiato con un
lungo strambotto di cui ci permettiamo di
trascrivere solo la parte centrale.
La ballata finiva con l’augurare al nostro Neno il traguardo centenario. Un traguardo che
il destino non gli ha fatto raggiungere. Ci rimane il rimpianto di non aver realizzato l’intento di intitolare la palestra di vicolo della
pineta al suo nome. Ma l’uomo, il maestro è
rimasto nei nostri cuori.
In quella Mestre antica s’andava ancor in
biga
Su strade disconnesse saltava anche il calesse.
Ma il nostro Neno è forte e in mezzo ad una
corte
S’appresta alla tenzone col cuore d’un leone.
La gloria non ha prezzo, lui vola sull’attrezzo
E ripiomba sul tappeto. “El xè un fià dureto”
Ma la passione è tanta e la vittoria è santa.
Dolor non lo spaventa doman sarde e polenta
Saran doppia razione. Che gran soddisfazione.
105
Formidabili coppie
Raramente due fratelli o due sorelle si distinguono nello stesso campo, hanno attitudini
simili o addirittura uguali. La Spes ha avuto
invece e continua ad avere occasione di apprezzare caratteristiche similari in sorelle e fratelli oltre
che tra padre e figli.
Tutti noi abbiamo letto della
famiglia Andreatta, elemento
fondamentale per la nascita
e per la vita della Spes cui ha
fornito atleti, istruttori, dirigenti e sostenitori appassionati. D’altro canto, nella Spes
come in tante altre associazioni sportive, le famiglie sono l’elemento fondamentale.
Quasi tutti i dirigenti sono genitori che inizialmente accompagnano i figli in palestra
e sui campi di gara e successivamente, attratti dall’ambiente, diventano soci e partecipi della vita
della società.
Torniamo alle coppie di fratelli. L’esempio più
clamoroso, almeno per la ginnastica e per la
Spes, è certamente quello delle bellissime ge-
106
melle Mancuso, Barbara e Maria Grazia, tutte e due provviste di classe e di eleganza, tutte e due determinate a scalare le classifiche e
a salire sul podio e a rinverdire gli allori della
mamma Ines Bressanello, campionessa di
atletica.
Indicativo è stato l’episodio, che resterà negli
annali della Spes e della Federazione di Ginnastica, della presenza di tutte e due le gemelle nella nazionale italiana che incontrò la
Francia nel 1971. In quella squadra composta da sei ginnaste, ben quattro erano ginnaste della Spes. Oltre alle gemelle erano presenti infatti anche Monica Nicolè e Maria
Grazia Toso.
Quando l’anno successivo la Maria Grazia
Mancuso partecipò all’Olimpiade di Monaco,
la grande gioia della ragazza fu attenuata dal
non poter avere vicino a sé, sul campo di gara, la sorella Barbara.
Sempre negli anni settanta, tra i tanti campioni che affollavano l’angusta sala pesi, i tre
fratelli Armani erano presenti su tutte le pedane d’Italia, Silvio tra i pesi leggeri, Maurizio tra i medi e Massimo tra i massimi, e con
loro c’era anche un cugino.
Tra i pesisti c’è anche una tradizione di coinvolgimento dei figli: Paolo Ballarin atleta di
ottimo livello, carattere determinato e fisico
d’acciaio ancora non molla, ancora compete
e s’impone nelle categorie master a livello europeo e mondiale mentre il figlio
diciottenne è una
bella promessa. Roberto Boato, stessa
tempra di Paolo Ballarin, angelo custode
della palestra e di
tutti i praticanti, si cimenta ancora nel
biathlon e nella resi-
stenza su panca e ha coinvolto nella
sua passione la graziosissima figlia
Claudia che non ancora diciottenne ha
già all’attivo più di un titolo nazionale
nelle due specialità.
Anche la canoa/kayak ha la sua splendida coppia di fratelli Niccolò e Alvise
Polesello, il primo negli anni novanta, il
secondo in questi anni sono stati i più
forti rappresentanti di un bel gruppo di
canoisti cresciuti a Punta San Giuliano,
stessa classe, stessa grinta. Due ragazzi
simpatici che affrontano le competizioni senza patemi e che riescono a ottenere risultati sorprendenti e, almeno
per quanto riguarda Alvise, ancora in
ascesa.
Continuano la teoria delle coppie le
graziose sorelle Sarkhosh, ginnaste
mestrine, padre
iraniano, mamma italiana. Daria è attualmente
leader
della
squadra di ginnastica artistica
che gareggia in
serie A1 e ha più
volte vestito la
maglia azzurra,
Samira, la più
piccola, è in attesa di seguire le
orme della sorella e già si intravedono ottime prospettive. La grinta e la classe non
mancano a tutte
e due.
Una sfida improbabile
Un pomeriggio di fine giugno 1973, Giacomo Bellinato e il suo piccolo seguito
formato da Gardoni, Andreatta e qualche
altro dirigente aspettano sotto le pensiline della Stazione di Mestre l’arrivo del
treno da Roma. Sono in attesa di una
squadra di ginnastica artistica femminile
della Romania. C’era ansia nel gruppo
per dei disguidi avvenuti nella stazione
romana, ma tutto sembrava risolto e si
apprestavano all’atto di cortesia e benvenuto dovuto agli ospiti.
L’attesa finalmente ha termine, dal treno
scende un gruppetto di persone. L’impressione è di delusione: i rumeni ci hanno snobbato e ci hanno mandato un po’ di
bambine in viaggio di istruzione. In verità
le componenti della squadra, oltre ad essere piccole e minute, non dimostravano
più di dieci anni, sembravano esserini affamati più che atlete in carriera. Erano
preoccupati per l’incontro triangolare
con le squadre rumena e jugoslava organizzato nell’ambito delle cerimonie per il
70° anniversario della Spes.
Dopo le presentazioni, il capo comitiva
rumeno esprime il desiderio di visitare
subito la palestra: le sue ragazze, dice,
dopo tante ore di viaggio hanno bisogno
di sgranchirsi le gambe e scaldarsi i muscoli.
Poiché gli ospiti vanno sempre accontentati, dopo un piccolo rinfresco al bar della
stazione, la comitiva si dirige verso la palestra. Appena lì, le facce dei nostri dirigenti cambiano espressione, quelle bam-
bine sono semplicemente super, incredibili, eseguono flic e salti con precisione
tecnica impressionante, certamente non
hanno snobbato l’incontro.
I nomi di quelle bambine sono annotati
dal segretario della Spes con qualche difficoltà, nessuno le conosceva: Ungureanu, Comaneci, ecc .. servivano solo per
stilare la classifica del confronto tra la
squadra della Spes (Diodati, Spongia, Nicolè, Dallari, Fabbris, Masi) e quelle del
Lyceum di Gheorki e del Partizan di Ljubljana.
Si trattò di una sfida improbabile e irreale tra le nostre belle ragazze, e le slave
non erano da meno, già toccate dalla
femminilità mediterranea con quelle minute e apparentemente gracili bambine
che parevano figlie di circensi. I loro gesti
atletici erano precisi, determinati, memorizzati da ogni parte del corpo.
L’impressione fu enorme sia in positivo
sia in negativo. Era chiaro che la ginnastica di quelle ragazzine prefigurava la
ginnastica del futuro, tecnologicamente e
fisiologicamente organizzata con largo
anticipo senza improvvisazioni e fantasie.
Fu subito chiaro che in Italia e nella Spes
si doveva cambiare qualcosa, non copiando l’inaccettabile, ma inventando dell’altro sviluppando le metodologie di allenamento e l’aggiornamento continuo della
tecnica.
Per fortuna l’incontro con Nadia Comaneci nel 1980 ci mostrò una ragazza ben
sviluppata e gradevolmente vivace.
TESTIMONIANZE
Aloha
Conosco gli amici della Spes fin dagli anni
80 e ricordo con piacere di aver partecipato
alla mia prima olimpiade (Los Angeles ‘84)
insieme ai rappresentanti di questo prestigioso sodalizio giunto a festeggiare un secolo di avvenimenti e attività sportive e culturali che hanno onorato lo sport italiano e
non solo.
Con l’apertura della sezione canoa/kayak e
attraverso il lavoro dell’infaticabile Adel
Zancanaro e famiglia, la Spes ha dimostrato di sapersi affermare anche in questa
nuova disciplina sportiva.
I risultati tecnici e le affermazioni dei pagaiatori della Spes, in particolare di Marco
Zancanaro, dei fratelli di Niccolò e Alvise
Polesello hanno aperto una strada per i giovani che si avvicinano alla canoa/kayak,
nella volontà di seguire le gesta di questi
atleti della Spes.
Come campione e mentore di questa disciplina sportiva, auguro a tutto il Direttivo
della Spes di proseguire in questo cammino
e mantenere sempre viva e forte la volontà
e il desiderio di lasciare ai giovani che verranno una Società dall’esperienza centenaria ma dallo spirito giovane e dinamico,
virtù dimostrate nel lavoro con chi si avvicina allo sport, alla Spes sezione canoa/kayak
e non solo.
Confidando in un sicuro impegno futuro e
in una volontà forte e dinamica, invito tutti
ad unirsi al ricordo di questo secolo di sport
e di festeggiare il centenario della Spes nel
migliore degli auspici per il futuro della società.
Arrivederci tra cent’anni...auspicando un
bicentenario ricco di successi come il secolo
trascorso.
A questo augurio si associano gli atleti dell’Associazione CanoaRepublic Outriger Club
e del presidente della stessa, la Campionessa Paraolimpica Sandra Truccolo.
Daniele Scarpa
Campione Olimpico e mondiale di kayak
109
Amarcord…
1949. La mia prima gara
individuale a Schio. Mi
regalarono una scatola di
cioccolatini perché ero il
più giovane.
Ginnastica un po’ diversa
in quegli anni. Oltre agli
esercizi agli attrezzi, bisognava salire la fune in
sette secondi e correre i
60 metri in nove secondi.
La salita alla fune non
presentava problemi, la
corsa invece costituiva
una seria difficoltà per
molti ginnasti: ogni secondo in più comportava
una penalizzazione di
due punti. Nonostante le
proteste di parecchie società, questi esercizi continuarono a far parte di tutte le gare individuali e di squadra per parecchi anni ancora.
Ricordo che quelle prove erano ancora inse-
110
rite nel trofeo Michelon nel 1953. Quando la
Federazione decise di toglierle fu una liberazione per tutti.
Le gare di squadra erano momenti di grande
entusiasmo e aggregazione ed erano seguite
e sostenute da tutti i dirigenti della Spes, dal
presidente Cecchinato, da Pio Martinuzzi,
uno dei suoi più assidui collaboratori, e da
mio padre Bruno De Lena, che la funzione di
tesoriere rendeva particolarmente interessato alla gestione delle tante trasferte. Ricordo
ancora l’impegno di Augusto Andreatta, uno
dei soci fondatori della Spes, dei coniugi Carretto, di Neno Cecchinato e tanti altri.
In quegli anni le gare di squadra maschili impegnavano 9 o 12 ginnasti su tre ordini di livelli o difficoltà, e ci si allenava soltanto tre
giorni la settimana, nella palestra della scuola Bandiera e Moro, sotto la guida instancabile e generosa di Luigi Paroletti.
Tra i miei compagni di quel periodo così vivace, ricordo il clan degli Andreatta, il futuro
pittore Gianni Bordin, Plinio Danieli, e tanti
altri che ancora oggi partecipano alle vicende
quotidiane della Spes come Sergio Colorio,
Giorgio Martinuzzi, Adel Zancanaro. Quante
competizioni e accademie ci hanno visti impegnati e spesso premiati.
Nel 1954 a Roma erano in programma i
Campionati Mondiali di Ginnastica: era la
prima volta nel dopoguerra che la nostra associazione aveva l’occasione di partecipare
ad un incontro di così alto livello; a noi tutti
interessava conseguire un buon risultato e
quindi accettammo con piacere di allenarci
anche la domenica mattina. Si diedero molto
da fare anche i dirigenti che trovarono i mezzi finanziari per la costosa trasferta romana.
Facevano parte di quella squadra, e spero di
non dimenticare qualcuno, oltre a me, Luigi,
Mario e Paolo Andreatta, Franco Basso,
Franco Bariviera, Gianni Bordin, Mario Danieli, Renzo e Renato Besazza, Ettore Cercato, Giulio Rossetto, Giancarlo Molon, Mario
Tanduo, Adel Zancanaro.
Furono giornate indimenticabili: nessuno di
noi aveva mai visto la Città Eterna, le sue
piazze, i suoi monumenti, le sue fontane. Lo
Stadio dei Marmi ci sembrò un teatro all’aperto: eravamo felici di esserci e ci sentivamo
importanti. Ottenemmo risultati splendidi:
noi maschi risultammo decimi su 104 squadre, le ragazze quindicesime su 75.
L’entusiasmo era alle stelle. Il premio, accordatoci dai nostri accompagnatori, fu una gita
a Frascati all’insegna dell’amicizia e del buonumore.
Al rientro banda cittadina e sfilata per le
strade di Mestre. Un entusiasmo che rinverdiva quello dell’anno prima in occasione dei
festeggiamenti per il cinquantenario della
Spes. Altri tempi.
Altro concorso che ricordo con nostalgia è
stato quello di Napoli nel 1957 e non solo
perché fu una delle ultime gare a squadre. I
nostri accompagnatori non contenti di aver
goduto del mare, dei colori e della vivacità
partenopea premiarono il nostro risultato
sportivo con una visita a Pompei. A farci apprezzare gli splendidi tesori di quella città
pensò il consigliere Tito Tamburlini che si rivelò un’ottima guida.
Come ho accennato molti di noi hanno festeggiato nelle piazze di Mestre il cinquantenario della Spes e con ancor maggior entu-
siasmo ci apprestiamo a celebrarne il centenario per ricordare insieme momenti ed
emozioni che hanno lasciato un’impronta indelebile nel nostro cuore.
Gianni De Lena
Vice Presidente della Spes
111
Ginnastica è …
C’ è il mondo dei rumori e c’è il mondo dei silenzi, dove gli sguardi sono domanda e risposta allo stesso tempo. È in questo spazio, la
palestra che si concentrano i movimenti delle
ragazzine minute e dei ragazzi dal fisico scolpito, un inno all’essenziale, quasi fosse sempre presente il timore di sciupare energie.
Scelta non superficiale, come chi, guardando
un vulcano a prima vista spento, decide di
costruire una casa a due passi dal cratere.
Errore grave, quasi quanto quello di non capire che gli atleti che volteggiano quotidianamente in palestra hanno dentro un fuoco che
divora e li spinge a decifrare il giorno con
una sensibilità rara.
Parlare di palestra, della palestra della Spes,
significa squarciare un fitto velo di ricordi
steso dal tempo, aprire una finestra su un
passato talmente lontano da sembrare quasi
una favola. Un secolo di attività sportiva che,
proprio come nelle favole, ha consentito ad
un buon numero di giovani mestrini di assurgere ai più eclatanti risultati agonistici e a tutti coloro che ne hanno varcato lo storico portone di acquisire una sana educazione fisica e
morale.
La storia della nostra società racchiude in sé
anni di successi e di affermazioni prestigiose
coronate da mille e più presenze in azzurro,
da numerosi titoli mondiali e europei, da diverse partecipazioni olimpiche. Sono risultati
che rispecchiano un modo di vedere e vivere
lo sport e le sue vicende. Si parla di forza, determinazione, equilibrio, formazione del carattere, sacrificio, passione. In una parola di
ginnastica.
È anche vero che non tutti possediamo quelle
qualità fisiche e mentali per distinguerci e
renderci campioni, ma spesso non importa
essere i più bravi o i più forti per sentirsi liberi, basta molto meno. In palestra si attua
un’attività non competitiva, una ginnastica
per tutte le età, dai giochi di movimento a
esercizi sempre più accurati con scopi anche
salutistici, in particolare per adulti ed anziani, o di divertimento per il semplice piacere
di crescere e stare insieme. Cose, per chi è
esorcizzato dal pallone, in parte ancora incomprensibili.
L’espressione libera del corpo attraverso la
ginnastica, guidata da tecnici specializzati
formati in palestra e spesso ex campioni, ci
permette di esprimerci secondo la nostra
propria creatività motoria. In palestra sport e
cultura sono legati all’essenza di purezza del
fine, unico ed autentico, che l’intero movimento persegue
pur con tutti i limiti dell’umana natura.
Pur essendo lieta e
fiera di aver contribuito alla promozione della ginnastica in tante
manifestazioni in
Italia e all’estero
con la maglia della
società e con quella azzurra, debbo
riconoscere che,
indipendentemente dal risultato e
dal livello, chi pratica questa attività
scopre un mondo
nuovo: un mondo
di rumori, un
mondo di silenzi.
Il mondo della
Spes.
Ketty Titon
112
Come dimenticare Monaco
Un simpatico bassotto, dai colori dell’arcobaleno, Valdo, la mascotte delle Olimpiadi di
Monaco, racchiudeva in sé l’aria festosa dell’evento sportivo che aveva ridipinto con i
colori dell’iride tutta la città. Agosto 1972.
Sembra impossibile, eppure sono passati
trent’anni. Doveva essere una fine estate
memorabile per me e per tutto il mondo
sportivo.
In quei giorni compivo sedici anni. Eccomi
ospite in una trasmissione televisiva tedesca. Io… in uno studio televisivo… incredibile. Tutto mi sembrava fantastico, finalmente
coronavo il mio sogno, dopo un anno di dure
selezioni e non poca fatica, avevo raggiunto
la massima aspirazione di un atleta: partecipare alle Olimpiadi.
Ero molto emozionata in quel turbinio di novità e agitata per la prova impegnativa che
mi attendeva, ero consapevole che anch’io
dopo tutto rappresentavo l’Italia sportiva.
Prese dai nostri problemi di concentrazione
e di preparazione alla gara, noi ragazze della squadra nazionale di ginnastica artistica
accettammo senza troppa attenzione tutte le
formalità imposte dall’organizzazione: foto
tessere, cartellini d’identificazione, regole di
comportamento. Ricordo però che la sorveglianza intorno al Villaggio Olimpico era
strettissima, ovunque mi voltassi potevo
scorgere guardie, uniforme blu e cappello
bianco,
La nostra gara si svolse regolarmente in un
clima entusiasmante per la grande attenzione del folto pubblico e l’incredibile numero
di giornalisti e di cineprese. Fra tutte le mie
avversarie, fui veramente impressionata
dalla classe e dall’eleganza di Olga Korbut. Il
risultato della nostra squadra fu in linea con
le previsioni.
Finito il nostro soggiorno al Villaggio Olimpico tornai a casa felice, accolta dall’abbraccio
caloroso degli amici della Spes.
Ovviamente continuai a seguire con grande
interesse le gare olimpiche in televisione. Il
5 settembre il dramma, lo sgomento, tutte le
sensazioni gioiose di giornate esaltanti impallidirono davanti a quelle immagini drammatiche. Pochi giorni prima io ero lì, in quei
luoghi, con quelle persone che ora stavano
vivendo una incredibile tragedia. Ormai a
Monaco si poteva soltanto respirare tensione, paura, disperazione per la sorte di atleti
che venivano immolati per finalità disperate
e strategie criminali.
Ancora adesso mi sento un poco defraudata
di un sogno lungamente rincorso con spirito
di amicizia anche nei confronti delle mie avversarie sportive. E questo triste ricordo è,
purtroppo, spesso riemerso in tutti questi
anni ogni volta che la violenza si è abbattuta
su uomini inermi e incolpevoli..
Non ci resta che sperare nei nostri figli.
Maria Grazia Mancuso
113
Un peso per Omaggio
Cent’anni della Spes. Esaltante traguardo. La
sezione pesi, comunque, ne compie meno
della metà, quaranta, ma vissuti intensamente, quasi a voler recuperare terreno, per appaiarsi nei valori ai “secolari” ginnasti.
Molti, moltissimi gli atleti che hanno indossato il body biancazzurro contribuendo, tassello su tassello, a
scrivere una storia
fatta d’innumerevoli sacrifici e contenute soddisfazioni, seppur appaganti.
Fra tutti, le insegne di ideale alfiere si possono assegnare senza meno
a Franco Omaggio
giunto alla soglia
dei sessant’anni e
tuttora in piena attività. La sua è, come s’usa definirla,
una vita per lo
sport, o meglio per
la Spes. Senza retorica. Nato pesista nel 1963 proprio con l’avvio
della
sezione,
Franco ha gareggiato per un ventennio raccogliendo innumerevoli titoli veneti ed una
decina di podi tricolori. Senza peraltro la soddisfazione dell’oro, preceduto immancabilmente dai “pro-
114
fessionisti” dei gruppi militari. Dilettante all’ennesima potenza, per allenarsi doveva fare i doppi salti mortali, visto il non certo leggero lavoro d’operaio turnista in fonderia e le
legittime incombenze familiari nei riguardi di
consorte e tre figli. Ma la passione, la passionaccia, mai s’affievolì, nemmeno quando nel
1982 smise di cimentarsi con il bilanciere.
Anzi. Passò ad allenare (ora è “maestro” il
massimo livello tecnico). Tuttavia, pur istruttore, il vezzo di competere non l’ha mai abbandonato. Eccolo perciò, negli ultimi anni
vincere a livello “master” un paio d’internazionali Alpe – Adria, poi quattro titoli italiani
nella nuova specialità del biathlon (3,2 km di
corsa e sollevamento da panca).
“Indubbiamente Franco Omaggio è la figura
più rappresentativa e carismatica della nostra pesistica” il giudizio di Bruno Gallo, responsabile di sezione da un quarto di secolo,
“passo passo – seguita – ha segnato la strada,
divenendo un simbolo per quella sua passione inesauribile, quasi commovente, che lo
porta ad ottenere stupefacenti risultati.”
Ma, in fatto di particolarità, alla Spes sembra
stia attestandosi la “sindrome famiglia”. Ha
iniziato Paolo Ballarin. Dopo un passato
niente male come senior, ora tra i master s’è
piazzato secondo e terzo nelle ultime due
edizioni dei campionati continentali. Questi
lusinghieri riscontri hanno destato lo spirito
di emulazione del figlio Mauro, arrivato ad
un paio di ““bronzi” agli italiani cadetti e junior.
Non è tutto. Pure Roberto Boato (svariati titoli regionali, ora allenatore) nel 2000 è giunto
a laurearsi campione italiano nel biathlon,
imitato con successo dalla figlia Claudia, allora diciassettenne. Buon sangue..
Francesco Marcuglia
Quando i figli si appassionano
Nel settembre del 1989 cercavo una palestra
per Niccolò, mio figlio di nove anni, un bambino iperattivo che aveva sempre tanta voglia di
fare acrobazie. Avevo anche Alvise di due anni
e un lavoro che m’impegnava, cercavo quindi
vicino a casa. Adel Zancanaro promotore e responsabile della nuova sezione Canoa della
Spes allenava i ragazzini nella vicina palestra
Leopardi di Viale San Marco. Fu quella l’occasione. Niccolò pareva contento della nuova attività e nella primavera del 1990 imparò ad
andare in canoa; gli riusciva bene e la partecipazione alle prime gare fu premiata da medaglie che lo resero entusiasta. Se in palestra poteva recarsi da solo, in occasione delle gare
noi genitori eravamo sempre presenti, soprattutto io mi appassionavo ed ero orgogliosa dei
suoi successi.
Ci rendemmo presto conto che Niccolò si allenava con ferrea costanza tutti i giorni possibili
dell’anno, senza preoccuparsi troppo delle
condizioni meteorologiche. Sapevamo che
Niccolò era cocciuto, ma fummo sorpresi nello
scoprire di avere un figlio determinato.
Tutto questo ebbe uno sviluppo positivo nelle
relazioni con i coetanei, che si fecero meno
competitive. Tuttavia lo stress dovuto ad una
vita divisa tra studi e allenamenti gli procurò
degli scompensi psicologici che abbiamo dovuto tenere sotto controllo. Inoltre lo minacciava una lieve scoliosi che rese necessario il
ricorso ad un medico dello sport per evitare
peggioramenti e migliorarne la situazione posturale. Difficoltà superate.
Nel corso degli anni le nostre vacanze sono
state piacevolmente condizionate dal calendario delle gare, abbiamo conosciuto laghi e fiumi di mezza Italia, dall’Adriatico al Tirreno.
Alvise è cresciuto tra le gare di Niccolò e le
brevi uscite in canoa, che io effettuavo talvolta
con lui. Ricordo ancora la prima uscita nelle
acque di San Giuliano con la canoa turistica
per bambini. Si stancò e non parve soddisfatto
dell’esperienza.
In casa Niccolò parlava spesso e volentieri della sua passione tanto che coinvolse il fratello.
Quando nel settembre del 1997 Alvise ci annunciò di volersi dedicare alla canoa, fu una
sorpresa per tutti, ma fu presto evidente che
anche lui aveva la stoffa del canoista, con la
costanza dello sportivo, la facilità d’apprendere la tecnica, senza timore nei confronti della
fatica e degli impegni.
Anche Alvise ha cominciato a collezionare
coppe e medaglie e noi abbiamo continuato i
nostri viaggio tra laghi e fiumi.
Oggi, 2002, mentre Alvise insegue appuntamenti agonistici sempre più impegnativi, Niccolò, fresco istruttore FICK, ha scoperto il piacere di trasmettere la sua passione ai ragazzini che si avvicinano alla canoa. Tra un esame
universitario e l’altro e con qualche modesto
rimborso spese.
Tuttora in famiglia l’argomento ricorrente tra
Niccolò e Alvise riguarda la canoa, allenamenti e gare, e a noi genitori non resta che ascoltare. Loro, come la maggior parte dei ragazzi
che gareggiano per la Spes Canoa, sia pure
con alti e bassi hanno gratificato il lavoro di
coloro che si sono impegnati nella preparazione tecnica e atletica; spesso sono saliti sul podio contribuendo al buon livello tecnico di tutta la squadra.
Per molti la canoa è un natante senza pretese
e l’andar in canoa è un piacevole passatempo
estivo. Per me, mamma, la canoa ha rappresentato la proposta ideale per incanalare le
esuberanze dei miei figli, la canoa è entrata
nella mia vita per caso, diventando parte integrante della vita familiare.
Laura Borgo Polesello
115
Un’altra maglia azzurra
Evviva si parte per Caen. Vestire la maglia azzurra è doppia soddisfazione, sportiva e turistica.
A Caen nella Bassa Normandia si sono svolte
le XII Gymnasiadi 2002, la bellissima manifestazione che vede la partecipazione di centinaia e centinaia di giovani provenienti da tanti paesi. La delegazione italiana era la più numerosa e ho avuto la possibilità di conoscere
atleti d’altre discipline, soprattutto nuoto, atletica e ritmica.
Durante la trasferta il nostro più grande amico
si è rivelato il pullman, tre
giorni di viaggio per arrivare a Caen, due giorni per
il ritorno, quaranta minuti
per ogni trasferimento dall’albergo alla palestra e viceversa. Il pullman ci serviva per ammirare il paesaggio, per chiacchierare,
per riposarci. Il nostro albergo a Caen era situato
vicino alla spiaggia, sulla
Manica, e sulla spiaggia
qualche volta andavamo a
correre e a fare potenziamento, ma anche a scattare qualche fotografia per
poter poi ricordare quei
bei momenti con la mia famiglia e i miei compagni
della Spes..
Una delle cose che mi ha
colpito è stato il menu,
quasi sempre patate bollite
e pollo. Ah! la fama della
cucina francese e della
Normandia patria delle
ostriche e dei più pregiati
frutti di mare.
Eppure la mascotte della
manifestazione era una
mucca; ovunque ti girassi
potevi osservare persone
vestite da mucca con patti-
116
ni a rotelle. Un modo per far divertire partecipanti e spettatori.
La gara si è svolta per noi, della squadra di
ginnastica artistica femminile, nel migliore dei
modi e potevamo contare sul tifo delle ginnaste italiane della ritmica che, per la verità, erano venute in palestra attirate in particolar modo dai ginnasti. È stato divertente sentirle gridare il nostro nome dalle scalinate del pubblico. Noi abbiamo ricambiato volentieri l’incoraggiamento quando è stato il loro turno di gara.
Sono ovviamente felicissima di aver contribuito alla conquista della medaglia d’oro della
squadra con una prestazione completa, la mia
prima volta in campo internazionale, e in netto miglioramento rispetto alle precedenti occasioni. I miei punteggi: volteggio 8,75 trave
8,35 parallele 8,275 corpo libero 7,95.
La serata più bella e divertente è stata quella
del Grand Gala che si è svolta nel Palazzo dello sport con la presenza degli atleti di tutte le
specialità. Si sono esibiti i ginnasti di artistica
e ritmica che avevano ottenuto i migliori punteggi; la serata era arricchita anche dalla partecipazione di atleti dell’aerobica e del trampolino elastico. Come in un teatro, un unico fascio di luce illuminava l’atleta che si stava esibendo, entusiasmante.
È stata una bellissima esperienza che mi ha
permesso di visitare nuovi posti e di conoscere
tanti miei coetanei di altri paesi e anche di aggiungere un “+1” alle mie presenze in maglia
azzurra.
Daria Sarkhosh
ARTISTI PER LA SPES
Io accosto, tu bocci. Gianni Bordin riesce a
distrarsi dal suo quotidiano solo con l’attività
fisica, col sano agonismo imposto anche da
una partita amichevole sui campi di bocce.
Del resto in gioventù Bordin è cresciuto nei
cortili e nelle palestre della Spes, ginnasta di
buon spessore, impegnato da individualista o
inserito nelle squadre ha sempre dato il meglio di sé ed ha ottenuto anche soddisfazioni
e titoli. Le sue forti braccia, la sua tecnica lo
facevano primeggiare soprattutto alle parallele e alla sbarra.
Ma questi sono ricordi, oggi Gianni Bordin
usa le mani per fissare emozioni e colori sulle tele. È conosciuto come pittore di figura, di
paesaggio, di barene e capanni. Ma, come
spiega il critico d’arte prof. Giulio Gasparotti,
Bordin è arrivato a ricombinare l’immagine
e ad estrarre dalla realtà situazioni diverse,
comunque reali, rivolte oggi ad una simbologia della contemporaneità confortata da pensieri e riflessioni che ritornano sui problemi
del fare e della vita e ne metabolizzano il mito, attraverso un linguaggio erompente, tensivo tra movimento e spazio, tra ritmi e modificazioni continue di luci. Bordin ora plasma non solo corpi e attrezzi, ma soprattutto
l’ambiente di coinvolgimento, continuando
ad analizzare l’azione della luce. Vi aggiunge
il gesto, crea uno spazio policentrico, rompe
all’occorrenza i piani spaziali, la cui costruzione coglie la genesi del processo che l’ha
generata.
Poiché dobbiamo smentire che sia inconsueto che un campione sportivo abbia una svolta
totale nel campo artistico, abbiamo chiesto a
Gianni Bordin di regalarci una nuova emozione ideando la copertina del nostro volume
commemorativo del centenario. Ha risposto
con la passione di sempre.
E del resto incontri con gli artisti la Spes ne
ha avuti spesso in passato e tutti di alto livello, grafici ottimi come Tapiro e Zorzetto, coreografe come Patrizia Spadon, disegnatori
come Ongaro hanno dato lustro alle nostre
manifestazioni più importanti. In particolare
Paolo Ongaro, geniale creatore della Storia
delle Olimpiadi a fumetti e di tantissimi altri
volumi dedicati allo sport, ci è stato molto vicino in tante occasioni impreziosendo i nostri mezzi di comunicazione col pubblico
(manifesti, gadgets, calendari). Le sue originali immagini si ritrovano spesso in questo
libro e gli danno un tocco di freschezza.
E come non ricordare la disponibilità di tutta
la famiglia dei pittori veneziani e mestrini nel
concorrere con grande generosità alla manifestazione di solidarietà per lo sfortunato
atleta toscano Federico Chiarugi. Quale miglior rapporto tra arte e sport.
Abbiamo la fortuna ed il piacere di poter
chiudere questa breve memoria con i versi
del poeta veneziano Maurizio Zanon, dedicati alla ginnastica artistica:
Eleganti,
si distendono le forme:
quasi un incantesimo!
Sinuose leggere
ovattate articolazioni
sospese per un attimo
fra spazio e attrezzo:
sembra impossibile che essere umano
possa arrivare a così tanto!
117
I PRESIDENTI
DELLA SOCIETÀ GINNICO-SPORTIVA
SPES
Ordinamento unitario:
Franco Riccato
Andrea Cavalieri
Andrea Cavalieri
Giuseppe Angelo Cecchinato
Luciano Preo
Giacomo Bellinato
Vittorio Gardoni
Adriano Moscati
Sergio Colorio
1903 - 1919
1919 - 1926
1945 - 1948
1948 - 1964
1964 - 1967
1967 - 1974
1974 - 1978
1978 - 1982
1982 - 1988
Ordinamento Polisportivo
Sergio Colorio
Giancarlo Centazzo - Ginnastica
Bruno Gallo - Pesistica
Adel Zancanaro - Canoa
1988 - 1992
Sergio Colorio
1992 - 1996
Dario Di Marcantonio - Ginnastica
Bruno Gallo - Pesistica
Adel Zancanaro - Canoa
Adriano Moscati
1996 - 2000
Dario Di Marcantonio - Ginnastica
Bruno Gallo - Pesistica
Adel Zancanaro - Canoa
Adriano Moscati
Mauro Scavezzon - Ginnastica
Bruno Gallo - Pesistica
Adel Zancanaro - Canoa
2000 - 2004
119
AZZURRI
Atleti che hanno gareggiato
in campo internazionale
Baldrocco Martina
Ballarin Paolo
Calabrò Bianca Maria
Centazzo Gianmatteo
Chillemi Sandra
Corrà Andrea
Farinea Giorgio
Federico Scaggiante
Finato Francesca
Gallo Nerina
Gambaro Federica
Gatto Giovanna
Iannuzzi Leonilde
Lazzarich Diego
Mancuso Barbara
Mancuso Maria Grazia
Masi Elisabetta
Meneguzzo Renzo
Miglioranza Caterina
Mozzicato Sandra
Nicolè Monica
Omaggio Franco
Pasio Caterina
Pistacchi Daniela
Sarkhosh Daria
Spongia Valentina
Titon Ketty
Toniolo Martina
Toso Maria Grazia
Turcato Dino
Zancanaro Marco
121
CAMPIONI
Atleti della Spes che hanno conseguito
un titolo di campione nazionale
122
Anno
Nominativo
Sport
1904
1947
1966
1966
1966
1969
1969
1970
1970
1971
1971
1972
1972
1972
1973
1974
1974
1974
1974
1975
1975
1976
1976
1976
1976
1976
1978
1978
1978
1979
1979
1979
1980
1980
1981
1981
1981
1982
1982
1982
1982
1982
1982
1983
1983
1983
1984
1984
1984
1984
1985
1986
squadra maschile
squadra maschile
D. Turcato
R. Miele
R. Maggio
S. Chillemi
R. Meneguzzo
R. Meneguzzo
squadra maschile
P. Bergamo
M.G. Toso
squadra femminile
M. Nicolé
R. Meneguzzo
M. Nicolé
C. Pasio
squadra femminile
squadra maschile
F. Franceschini
E. Masi
R. Salviato
E. Masi
E. Masi
E. Masi
C. Pasio
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
squadra maschile
squadra maschile
A. Corrà
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
D. Lazzarich
L. Iannuzzi
L. Iannuzzi
D. Lazzarich
D. Lazzarich
palla a sfratto
palla a sfratto
pesi
pesi
pesi
ginnastica artistica
pesi
pesi
pesi
pesi
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
pesi
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
pesi
ginnastica artistica
pesi
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
Specialità
medi
medio mass
mosca
trave
m/massimi
m/massimi
massimi
concorso
concorso
concorso
m/massimi
volteggio
concorso
concorso
concorso
m/leggeri
trave
concorso
parallele
trave
concorso
concorso
corpo libero
volteggio
parallele
corpo libero
volteggio
parallele
corpo libero
volteggio
corpo libero
sbarra
concorso
concorso
concorso
concorso
corpo libero
volteggio
parallele
concorso
volteggio
parallele
corpo libero
volteggio
trave
corpo libero
corpo libero
volteggio
Categoria
assoluti
assoluti
junior
allievi
esordienti
assoluti
allievi
allievi
assoluti
esordienti
junior
allieve
junior
junior
assoluti
allieve
allieve
giovanile
esordienti
assoluti
studenti
assoluti
assoluti
assoluti
junior
allievi
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
allievi
allievi
junior
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
assoluti
1989
1989
1989
1989
1990
1991
1992
1992
1992
1992
1992
1992
1993
1993
1993
1993
1994
1994
1996
1996
1997
1997
1997
1998
1998
1999
1999
2000
2000
2001
2001
2001
2002
2002
2002
K. Titon
G.M. Centazzo
F. Meggiato
M. Vannuzzo
F. Meggiato
F. Meggiato
K. Titon
K. Titon
K. Titon
S. Mozzicato
G.M.Centazzo
N. Polesello
S. Filippetto
G.M. Centazzo
G.M. Centazzo
N. Polesello
N. Polesello
F. Scaggiante
F. Omaggio
C. Contro
F. Omaggio
C. Contro
E. Giannini
F. Omaggio
C. Contro
F. Omaggio
C. Contro
R. Boato
C. Boato
Squadra maschile
C. Boato
C. Contro
Paolo Ballarin
F. Omaggio
C. Contro
ginnastica artistica
ginnastica artistica
pesi
pesi
pesi
pesi
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
canoa/kayak
ginnastica artistica
ginnastica artistica
ginnastica artistica
canoa/kayak
canoa/kayak
pesi
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon
biathlon femmininile
canoa/kayak
resistenza su panca
biathlon
pesi
biathlon
biathlon
concorso
sbarra
mass.
piuma
massimi
massimi
concorso
parallele
trave
corpo libero
cav.maniglie
k1 fondo
concorso
parallele
sbarra
k1 fondo
k1 velocità
medi
k1 staffetta 4x200
under 13 femm.
assoluti
speranze
seniores
junior
junior
individ.Serie A
individ.Serie A
individ.Serie A
individ.Serie A
assoluti
allievi
under 16 femm
assoluti
assoluti
cadetti
cadetti
seniores
master C
master B
master C
master B
master A
master C
master B
master C
master B
master C
junior
cadetti
junior
master B
master B
master C
master B
123
LA SPES OGGI
La Società Ginnico Sportiva SPES Mestre è una libera associazione di persone senza fime di lucro, apolitica e aconfessionale ed ha per scopo di promuovere e propagandare tutte le attività
sportive rivolte all’educazione morale e fisica dei propri associati.
I soci della Spes si suddividono in:
Soci benemeriti, designati dal Consiglio Direttivo per merito;
Soci attivi, che si dedicano all’attività sportiva in una delle sezioni;
Soci rappresentanti, un genitore del socio minorenne;
Soci sostenitori.
Tutti i soci maggiorenni hanno pari diritti, compresa l’eleggibilità attiva e passiva.
La Spes aderisce al CONI ed è affiliata alle Federazioni Sportive Nazionali per le discipline sportive praticate.
Attualmente la Spes si articola in tre sezioni:
Ginnastica - aderente alla FGI Federazione Ginnastica d’Italia - sede in Vicolo della Pineta 5
Pesistica - aderente alla FIPCF Fed. Italiana Pesistica e Cultura Fisica - sede in Via Olimpia 14
Canoa - aderente alla FICK Federazione Italiana Canoa Kayak - sede in Punta San Giuliano
Le sezioni hanno autonomia funzionale e sono gestite da un proprio consiglio direttivo.
Gli organi istituzionali della SPES sono:
Il Presidente, eletto dall’Assemblea Generale ogni quattro anni secondo il ciclo olimpico.
Il Consiglio Direttivo, composto da cinque soci eletti dall’Assemblea Generale e da due consiglieri indicati da ciascuna sezione.
Il Collegio dei revisori dei conti.
Il Collegio dei probiviri.
La vita dell’associazione è retta da uno statuto e da un regolamento e ogni sezione è tenuta anche a conformarsi alle normative della rispettiva federazione.
Consiglio direttivo in carica
Moscati Adriano - Presidente
De Lena Gianni - Vice Presidente
Martinuzzi Giorgio - Segretario
Sambugaro Giorgio - Tesoriere
Farina Ermes - Consigliere
Torresin Giuseppe - Consigliere
Scavezzon Mauro - Rappresentante Ginnastica
Busatto Bruno - Rappresentante Ginnastica
Gallo Bruno - Rappresentante Pesistica
Crimi Nicola - Rappresentante Pesistica
Zancanaro Adel - Rappresentante Canoa
Fuchs Angelo - Rappresentante Canoa
Collegio dei revisori dei conti
Berti Giuliano
Centazzo Giancarlo
Toniolo Sandro
Collegio dei Probiviri
Colorio Sergio
Di Bella Ignazio
Lazzarich Giuseppe
S.G.S. SPES - Vicolo della Pineta 5
30174 Mestre Venezia
C.F. 8201390271 - P. Iva 02626530279
SEZIONE GINNASTICA
Vicolo della pineta 5, Mestre · Tel e Fax 041.611722
e-mail [email protected] - orario segreteria 17-19
Consiglio direttivo in carica
Scavezzon Mauro - Presidente
Bianchi Carla - Vice Presidente
Righetto Agostino - Tesoriere
Busatto Bruno - Consigliere
Golinelli Serena - Consigliere
Palmieri Casotti Fiorenza - Consigliere
Parolari Bruno - Consigliere
Medico Sociale - dott. Arturo Brini
Fisioterapista - Franco Spada
Segretaria - Ida Bonso
Attività esercitate
Addestramento ginnico
Attività motoria per adulti
Ginnastica jazz
Ginnastica artistica
Spin bike aerobic
Ricerca del benessere. I bambini devono essere incoraggiati ad impegnarsi in una attività fisica
quasi giornaliera per sviluppare forza, mobilità, agilità e resistenza. L’età evolutiva merita la
massima attenzione e non si possono affidare i ragazzi a mani inesperte e non dotate delle nozioni, anche psicologiche, necessarie per seguirne il corretto sviluppo.
Poiché i benefici di una attività fisica non si mantengono per lungo tempo, un esercizio fisico
costante è necessario, o quanto meno consigliabile, anche per gli adulti e va seguito da istruttori qualificati.
Tutti i praticanti, di qualunque livello, sono tesserati alla Federazione Ginnastica d’Italia FGI,
previa visita medica, e sono conseguentemente assicurati con Sportass
Palestra Coni di Vicolo della Pineta 5 - Mestre
L’impianto, inaugurato nel 1969, è costituito da una palestra di oltre 1400 mq. coperti con ampi servizi, docce, spogliatoi, infermeria, massaggi, abbronzatura, segreteria e uffici e sala riunioni. E inoltre, spazi recintati per attività all’aperto e parcheggi.
La palestra è arredata con una completa serie di attrezzature:
Pedana olimpionica di 144 mq (12x12) per esercizi a corpo libero, con parete a specchio di 20 mq.
Fosse paracadute per esercizi di prova al volteggio, anelli, sbarra ecc.
Sala ginnica con specchio di oltre 20 mq
Sala per spin bike aerobic con venti bikes
Tappeto elastico (6x3 m.) e pedane di spinta
Parallele pari e parallele asimmetriche
Travi di equilibrio –castello per anelli – sbarre di varia altezza
Cavalli con maniglie e funghetti per allievi
Cavalli e nuova tavola per volteggio
Spalliere – funi e pertiche per potenziamento
Tappeti e tappetoni di vari spessori e misure
Piccoli attrezzi per ginnastica propedeutica
Impianti di diffusione per musica e altoparlanti.
La palestra è omologata dalla FGI per gare di ginnastica artistica a tutti i livelli, la capienza per
il pubblico è tuttavia limitata, ma sufficiente per lo svolgimento di manifestazione regionali e
125
interregionali
La sezione è divisa, operativamente, nei seguenti settori, il cui coordinamento tecnico è
affidato alla signora Fiorenza Palmieri, per anni istruttrice e giudice federale:
Addestramento
Agonismo femminile
Agonismo maschile
Ginnastica jazz
Spin bike aerobic
Per soddisfare le più diverse esigenze dei frequentatori della palestra, l’attività è suddivisa
in gruppi omogenei per età, preparazione e orari:
126
Gruppo giovanissime (ragazze da 4 anni in su)
Istruttori:
Anna Maria Pozzi, responsabile del gruppo e dei rapporti con le scuole elementari del Circolo
didattico di Carpenedo e Bissuola
Tania Festari, Diplomata ISEF, ex ginnasta, istruttrice e giudice federale
Lucia Favilli, Diplomata ISEF, istruttrice
Anita Traverso, istrruttrice societaria
Valentina Scavezzon, istruttruce societaria
127
Gruppo giovanissimi (ragazzi da 4 anni in su)
Istruttori:
Giorgio Tedeschi, istruttore societario
Francesco Barbaro, istruttore societario
Gruppo adulti (oltre 18 anni)
Istruttori
Enrico Minto
Anna Maria Pozzi
Gianmatteo Centazzo
Gruppo signore (qualsiasi età)
Istruttore
Palmieri Fiorenza, responsabile del gruppo
128
Gruppo palestra Istituto Berna
Istruttore
Francesca Di Bella ex ginnasta, istruttrice federale
Ginnastica artistica femminile (agonismo)
Staff tecnico:
Giorgio Citton, diplomato Isef, già ginnasta di livello nazionale, istruttore e giudice federale, nonostante la giovane età guida da oltre vent’anni il settore tecnico femminile e ha portato a livelli internazionali atlete come Leonilde Iannuzzi e Ketty Titon;
Paola Traverso, diplomata Isef, già ginnasta di buon livello, istruttrice e giudice federale, cura
in particolare l’aspetto coreografico degli esercizi;
Anna Maria Pozzi, già ginnasta di buon livello, istruttrice e giudice federale;
Emiliano Granzotto, già ginnasta di buon livello, istruttore federale.
Ginnaste:
Componenti Squadra di A1
Eva Busatto, 1984
Giovanna Gatto, 1987
Veronica Mino, 1985
Daria Sarkhosh, 1986
Squadra junior
Squadra allieve
Sara Collodel, 1989
Samira Sarkhosh, 1989
Veronica Scavezzon, 1989
Valentina Torcellan, 1992
Erica Borsetto, 1991
Elena Masiero, 1992
Ilaria Foscarini, 1990
Federica Milani, 1993
Francesca Samà, 1992
Ginnastica artistica maschile (agonismo)
Staff tecnico:
Sergio Fiorin, già atleta di ottimo livello internazionale, istruttore e
giudice internazionale, ha prodotto atleti di livello eccezionale quali Lazzarich, Centazzo, Rossato, Farinea, Corrà;
Enrico Minto, istruttore e giudice federale, particolarmente qualificato per la preparazione delle gare di squadra
con la quale ha conquistato parecchi titoli regionali e nazionali;
Gianmatteo Centazzo, ex olimpionico, già allievo di Fiorin,
ne segue le orme allenando con passione le più giovani
promesse della società, istruttore e giudice federale;
Andrea Corrà, già ginnasta di buon livello, istruttore societario.
Ginnasti:
Alberto Spada, 1993
Andrea Furlanetto, 1991
Christian Cestaro, 1994
Federico Santi, 1993
Federico Squarcina, 1991
Federico Tonon, 1992
Francesco Pellegatta, 1991
Ivan Zanella, 1989
Leonardo Castelli, 1992
Lorenzo Bastianello, 1992
Mattia Bison, 1993
Piero Trevisan, 1993
Riccardo Zillio, 1994
Sacha Maiorano, 1992
Tommaso Milani, 1991
Ginnastica Jazz
In una sala appositamente dotata di grandi specchi e di impianto di diffusione della musica, ci
si può cimentare in una attività che unisce grazia e movimento, benessere e coreografia.
I gruppi sono spesso chiamati ad esibizioni e confronti regionali e nazionali con risultati di simpatia e di prestigio anche in campo internazionale.
Istruttrice e responsabile del gruppo
Michela Pedrocco, istruttrice e giudice federale
Tra le ginnaste vanno segnalate:
Gloria Ancillotto
Giorgia Bianchi
Federica Di Marcantonio
Maira Ferrara,
Laura Galletta
Sara Filippetto
Veronica Juris
Elisa Masiero
Veronica Peruz
Sara Polito
Arianna Puja
Giorgia Satini
Monia Spizzottin
Angela Tagliapietra
Martina Toniolo
Spin bike aerobic
E’ il più recente settore di attività introdotto nella palestra di vicolo della pineta, ma immediatamente ha ottenuto una entusiastica accoglienza per la brillantezza dei ritmi e per i numerosi
esercizi che si possono ideare su queste speciali ciclette a tempo di musica
Responsabile del gruppo Nazzareno Marongiu
Istruttori: Silvia Menetto e Stefano Sembiante
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SEZIONE PESISTICA
Via Olimpia 14, 30174 Mestre - Tel. 041.971739 - Orario segreteria 17-19
Consiglio Direttivo in carica
Gallo Bruno - Presidente
Crimi Nicola - Vice presidente
Boato Roberto - Responsabile palestra
Ravagnin Stefano - Coordinamento tecnico
Omaggio Franco - Consigliere
De Rossi Luca - Consigliere
Scaggiante Federico - Consigliere
Medico sociale: Bruno De Piccoli
Attività esercitate
Attività motoria per giovani e adulti
Potenziamento muscolare per diversi sport
Biathlon (sollevamento su panca e corsa)
Resistenza su panca
Sollevamento pesi
L’allenamento con i pesi migliora la densità delle ossa negli adulti. Un’attività con carichi moderati, ripetuta e costante, può giovare anche a molti altri sport. Può giovare a tutti. Gli istruttori sono attenti alle capacità individuali ed ai traguardi che ciascuno può prefiggersi. E con il
biathlon non solo muscoli, ma fiato e velocità.
Tutti i praticanti, di qualunque livello, sono tesserati alla Federazione Italiana Pesistica e Cultura Fisica FIPCF, previa visita medica, e quindi assicurati con Sportass
Palestra Coni Via Olimpia 14 Mestre
La palestra pesi, rinnovata nel 1984, è adiacente al Palazzetto dello Sport di Via Olimpia a
Mestre ed è collegata alla palestra centrale,
dove di norma vengono organizzate tutte le
manifestazioni e le gare, tramite il magazzino
attrezzi. E’ composta da una sala attrezzata,
da servizi, docce, segreteria e parcheggio riservato.
La serie delle attrezzature è in continua evoluzione seguendo le novità tecniche espresse dal
mondo del fitness e wellness (benessere fisico):
Tre postazioni con bilancieri olimpici e relativi
dischi da 1,5 a 25 kg
Panche piane e inclinate con relativi bilancieri
e dischi
Poliercolina e Potenziometri
Estensori, leg estention, pectoral machine
Lat machine, Lat pulley, Larry Scott, Chest
press.
Steps, Ciclettes, parallele, spalliere
Manubri di varia conformazione da 3 a 30 kg
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L’attività è suddivisa nei seguenti
settori:
Potenziamento muscolare
Biathlon (con attività anche all’esterno per la corsa)
Pesistica
Settore fitness
(potenziamento muscolare)
Istruttore
Bruno Boato ex pesista di buon livello nazionale, campione di
biathlon nelle categorie master, istruttore federale
Settore pesistica
Istruttori:
Stefano Ravagnin - ex pesista di buon livello nazionale, istruttore federale
Atleti:
Luca De Rossi
Ruggero Coco
Paolo Ballarin
Mauro Ballarin
Davide Triolo
Francesco Triolo
Elvis Fosco
Settore biathlon e resistenza su panca
Istruttori:
Franco Omaggio - ex pesista di livello nazionale maestro dello sport
Atleti:
Roberto Boato
Claudia Boato
Claudio Contro
Mauro Canestro
Stefano Kogoi
Enrico Giannini
Mattia Marchi
Franco Omaggio
Luca Zampieri
Nicola Crimi
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SEZIONE CANOA
Punta San Giuliano, Mestre - Tel. 041972632 e-mail – [email protected]
orario segreteria 17-19
Consiglio Direttivo in carica
Zancanaro Adel - Presidente
Fuchs Angelo – vice presidente
Foccardi Graziella – segretario
Noè Marta – tesoriere
Pietrogrande Renzo – direttore tecnico
Borgo Laura - consigliere
Lobianco Giuseppe - consigliere
Attività esercitate
Attività motoria e diporto
Preatletica
Canoa/kayak
Punta San Giuliano - Mestre
L’attività della sezione Canoa si sviluppa in Punta San Giuliano nella zona riservata alle attività
nautiche e attualmente in fase di ristrutturazione nell’ambito del progetto Di Mambro che prevede di realizzare un parco e nuove strutture nautiche entro due tre anni.
In un ambiente in cui la natura è vista da vicino, la sezione canoa dispone di strutture che consentono il rimessaggio delle canoe, di gommoni e
barche di assistenza, di scivoli per la messa in acqua, di parcheggio, di palestrina per potenziamento,
di servizi e segreteria.
Le attrezzature per l’attività fisica
consistono in:
Canoe/kayak olimpiche
K1 – k2 – k4
Canoe da diporto
Pagaiergometri
Piccoli pesi – spin bike
Carrelli porta canoe
L’attività è suddivisa in due sezioni
Canoa olimpica
Diporto - addestramento
Fare sport a pochi centimetri dall’acqua è una delle
sensazioni più piacevoli che si possano provare. In
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canoa ogni pagaiata ti dà l’impressione di immergerti nella laguna. Anche le trasferte verso altri campi di regata sono all’insegna del vivere con la natura; si montano tende, si vive all’aperto.
A Punta San Giuliano ora si può giocare sull’erba e sotto i platani, si socializza alla grande.
Tutti i praticanti, di qualsiasi livello, sono tesserati alla Federazione Italiana Canoa Kayak FICK, previa visita medica, e conseguentemente assicurati con Sportass.
Canoa Olimpica (Agonismo)
Direttore tecnico : Renzo Pietrogrande, ex canoista, allenatore
federale
Istruttori:
Paolo Scopece, ex-canoista di buon livello, istruttore federale
Annalisa Zancanaro, diplomata Isef, istruttrice federale
Marco Zancanaro, ex-ginnasta ed ex-canoista, istruttore federale
atleti:
Polesello Alvise,
Bellemo Luca,
Vettorello Riccardo,
Finito di stampare
nel mese di novembre 2002
presso la MULTIGRAF - Industria Grafica Editrice - Spinea VE