Domande e risposte - No a una nuova tassa che colpisce i ticinesi

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Domande e risposte - No a una nuova tassa che colpisce i ticinesi
Domande e risposte – NO alla modifica della legge sui
trasporti pubblici (Tassa di collegamento)
AFFERMAZIONI
RISPOSTE
La tassa riduce il
traffico, in particolare
nelle ore di punta.
La tassa è prelevata su circa 30'000 posteggi in questo cantone, di
cui meno di 10'000 sono occupati da frontalieri (sugli oltre 60'000
che ogni giorno entrano nel nostro territorio). La gran parte sono
utilizzati da cittadini-automobilisti ticinesi che non hanno alternative
all’utilizzo della propria autovettura. Infatti in moltissimi casi il
trasporto pubblico non rappresenta un’opzione possibile. Una
buona parte dei posteggi colpiti si trova in zone particolarmente
irraggiungibili dal trasporto pubblico – zone industriali, al di fuori dei
contesti urbani. Per tutti coloro che abitano o lavorano o utilizzano
dei servizi in zone periferiche rispetto alla linea ferroviaria, la tassa
non avrà alcun effetto se non quello di costituire un ulteriore
balzello, un’imposta bella e buona. Un balzello sulle spalle dei
ticinesi e a beneficio delle casse del Canton Ticino ma non del
traffico che certamente non registrerà una diminuzione sensibile.
Il fatto che il Cantone abbia messo a preventivo entrate
supplementari per 18 mio di franchi indica come la stessa autorità
sia consapevole che il traffico non diminuirà, ma che invece
aumenteranno i ricavi fiscali. Se si paga la tassa, significa infatti
che gli automobilisti continuano a circolare.
Aumentando le tasse di
posteggio la gente
sceglierà il trasporto
pubblico
Numerosi studi dimostrano che solo altissimi costi di posteggio
disincentivano l’automobilista. Ma non tanto ad utilizzare il trasporto
pubblico ma a scegliere altre destinazioni (ad esempio per fare la
spesa). Questo creerebbe addirittura più traffico e non
aumenterebbe di certo la qualità di vita. In Ticino si aggiunge il
problema che molti posti semplicemente non sono raggiungibili con
il trasporto pubblico.
La tassa non grava sui
cittadini automobilisti
ma sui grandi generatori
di traffico.
La tassa è dovuta allo Stato dai proprietari di fondi con almeno 50
stalli oppure da proprietari di fondi con posteggi che, in
connessione spaziale o funzionale (termini che verranno specificati
solo con il regolamento di applicazione) con altri fondi, raggiungono
i 50 posteggi. Tuttavia la tassa – che in verità è un’imposta – viene
venduta come tassa di incentivazione per convincere gli
automobilisti ad utilizzare i mezzi pubblici, rispettivamente per
ridurre il traffico sulle strade. Al di là del fatto che questo obiettivo è
(purtroppo) irraggiungibile con la tassa di collegamento, il
messaggio è chiaro: i proprietari devono riversare questa tassa agli
utenti dei posteggi per poter aver perlomeno l’illusione di
intervenire sulle abitudini e le dinamiche che determinano il numero
degli utenti della strada. Dunque i promotori della tassa devono
decidersi: o grava sui grandi consumatori (e allora l’effetto sul
traffico è matematicamente nullo) o sul cittadino-automobilista
(l’effetto sul traffico è minimo se non nullo) e quindi la pagheremo
tutti noi.
È giusto che anche gli
automobilisti vengano
chiamati alla cassa.
Oggi gli automobilisti sono fortemente chiamati alla cassa. L’ironia
della sorte ha voluto che proprio il 5 giugno 2016 si voterà su
un’iniziativa popolare a livello federale intitolata “Per un
finanziamento dei trasporti equo”, che chiede che le tasse pagate
dagli utenti della strada vengano riutilizzate completamente per le
infrastrutture stradali. Infatti oggi ogni anno quasi 2 miliardi di
franchi di tasse provenienti dagli utenti della strada vengono
utilizzati per il finanziamento di sistemi e infrastrutture di trasporti
pubblici. L’iniziativa vuole cambiare questa dinamica. Ma al di là di
questo progetto – forse un po’ radicale – una cosa è certa.
Pagando dazi e sovradazi sui carburanti (che aumenteranno a
breve), tasse di circolazione, vignetta autostradale, tasse sul
traffico pesante, ecc., l’utente della strada è chiamato alla cassa in
modo importante. Una parte di queste somme vengono già oggi
riversate al trasporto pubblico che gode anche di molte sovvenzioni
dai Comuni e dalla Confederazione. In Ticino le tasse di
circolazione sono inoltre tra le più alte in Svizzera e proprio
recentemente il popolo ticinese si è opposto ad un ulteriore
aumento di queste. Gli automobilisti fanno dunque da tempo la loro
parte.
La tassa fa parte di una
strategia più ampia
La strategia è molto ampia e dura da diversi anni ed è quella di
continuare a demonizzare chi utilizza la macchina, anche se
spesso l’automobile è l’unica alternativa. Il cantone dovrebbe
prevedere una strategia che si spinge oltre alla semplice e
vessatoria tassazione di un bene – la mobilità – che è necessario
per il funzionamento della società e dell’economia. Tutto il resto
viene ampliato, dalle fibre ottiche, alle infrastrutture ferroviarie o
postali, solo le strade rimangono sempre le stesse malgrado la
popolazione cresca. Con questo non si vuole dire che bisogna
creare sempre nuove autostrade ma iniziare a trovare un modo che
vada un po’ oltre il “colpire” sempre chi deve utilizzare la macchina,
e che possa pragmaticamente offrire alternative al trasporto
individuale. Il mondo dell’economia non è mai stato chiamato al
tavolo per trovare soluzioni. Soluzioni che possono essere trovate
esaminando i comparti, chiamando anche alla cassa le imprese ma
offrendo loro una reale e effettiva controprestazione come ad
esempio un accesso comune facilitato a trasporti da e per i
comparti oggetto delle misure.
È un progetto
equilibrato che è stato
approvato a
Il Gran Consiglio ha scelto furbescamente una via discutibile per
sbolognare il finanziamento del trasporto pubblico senza procedere
formalmente ad un aumento delle imposte. Ma di fatto ha proprio
fatto questo: ha aggravato il carico fiscale soprattutto di famiglie,
maggioranza in Gran
Consiglio.
ceto medio e lavoratori. Il finanziamento dei trasporti pubblici
diventa ancor meno trasparente. In ogni altro Cantone svizzero il
trasporto pubblico è finanziato dalle imposte ordinarie.
La tassa colpisce i
frontalieri che per l’84%
dispongono di un
posteggio gratuito
presso il proprio datore
di lavoro
Dal momento che sono colpiti solo un certo tipo di posteggi – quelli
“grandi”, spesso in zone non raccordate dal trasporto pubblico e
per circa la metà destinati ai visitatori e clienti (che non sono certo i
frontalieri – i lavoratori di oltre confine vengono toccati solo in
minima parte da questa misura, ciò che non risolve minimamente il
problema relativo all’84% dei frontalieri che posteggia
gratuitamente. Questo è il problema della tassa: non risolve
nessuno degli obiettivi per la quale è stata venduta. Non riduce il
traffico, non chiama alla cassa i frontalieri. Chiama alla cassa noi
ticinesi a solo beneficio dei conti pubblici.
Ricordiamo inoltre che la tassa è prelevata su circa 30'000
posteggi in questo cantone, di cui meno di 10'000 sono occupati da
frontalieri (sugli oltre 60'000 che quotidianamente raggiungono il
Ticino).
Meglio una tassa sui
posteggi che un
aumento di imposte, in
questo modo, seppur
marginalmente,
partecipano ai costi
anche i frontalieri.
Innanzitutto anche senza tassa di collegamento le imposte non
devono essere aumentate. Il freno ai disavanzi permette
compensazioni sull’arco di diversi anni. Ma soprattutto la
grandissima fetta delle imposte la paga una parte piccolissima di
popolazione, la più abbiente. La tassa sui posteggi invece la
pagano anche persone con redditi molto modesti. Dunque la
soluzione non è equa e non è sociale. Il trasporto pubblico deve
essere finanziato, come finora e come negli altri Cantoni, con le
imposte che tutti già paghiamo.
I contrari alla tassa non
vogliono finanziare il
trasporto pubblico
No, al contrario. I contrari alla tassa considerano che il
finanziamento del trasporto pubblico sia un compito centrale dello
Stato e dunque debba essere finanziato dalle imposte come finora
e come succede negli altri Cantoni. Quello che il Consiglio di Stato
sta dicendo ai suoi cittadini è: “abbiamo già speso tutte le vostre
imposte per altre cose, se ora volete anche il trasporto pubblico
dovete pagarvelo attraverso una nuova imposta”. Questo
rappresenta un segnale negativo nei confronti del trasporto
pubblico.
Inoltre, se passasse il principio di introdurre una nuova tassa per
finanziare i comuni ed ordinari compiti dello Stato, non ci sarebbero
più limiti per il futuro. Correremmo il rischio di vederci piombare
addosso nuove tasse speciali ogni qual volta i conti del Cantone
presentassero buchi da coprire…
La tassa rincarerà la
spesa di 20 o 30
centesimi. Un buon
prezzo per un miglior
collegamento con il
trasporto pubblico. Un
prezzo equo e
sostenibile.
Oggi in Ticino paghiamo tasse di circolazione tra le più alte in
Svizzera. Perché dobbiamo pagare sempre di più e perché deve
farlo sempre l’automobilista? Ogni anno in Svizzera gli utenti della
strada “regalano” quasi 2 miliardi di franchi al trasporto pubblico.
Può bastare. Inoltre non vi saranno migliori raccordi con il trasporto
pubblico poiché si tratta di un imposta e non vi è una
controprestazione diretta. Il Cantone stesso, a pagina 22 del suo
messaggio scrive «Si tratta di un’imposta perché serve alla
copertura dei bisogni finanziari dello Stato, indipendentemente dal
fatto che le persone colpite traggano un beneficio dall’attività […] o
ricevano una controprestazione».
In altre parole ciò significa che chi paga la tassa non beneficerà in
alcun modo di un miglioramento diretto dei collegamenti dei quali
avrebbe invece bisogno.
I grandi distributori si
impegnano contro la
tassa solo perché
vogliono massimizzare i
loro profitti.
L’introduzione della tassa non colpisce direttamente i grandi
distributori o i loro utili poiché la tassa viene riversata ai clienti
(come auspicano i fautori che vogliono ridurre il traffico).
Rincarando però ulteriormente il prezzo di chi fa la spesa in Ticino,
tassando il posteggio, il rischio è che si rafforzi ancor di più il
turismo dell’acquisto e dunque aumenti il numero di gente che fa la
spesa in Italia, dove, oltre ai prezzi più bassi dei prodotti, non si
paga nemmeno il parcheggio.
Un buon funzionamento
dei trasporti pubblici è
nell’interesse anche
dell’economia
Assolutamente vero, ragione per la quale l’economia è ben
disposta a sedersi al tavolo (per altro è in attesa da tempo di
questo invito dopo aver fatto inequivocabili cenni di disponibilità) e
anche trovare soluzioni finanziarie. La tassa di collegamento
tuttavia è una tassa che mira a compensare i soldi delle imposte
già spesi per altri compiti dello Stato e che ora mancano per
finanziarie i trasporti pubblici.
In ogni Cantone svizzero i trasporti pubblici vengono finanziati dalle
imposte ordinarie che tutti i cittadini già pagano.
Le nostre strade
collassano, in
particolare negli orari di
punta. Quali soluzioni
propongono i contrari
alla tassa dal momento
che sono contro questa
soluzione che
disincentiva l’utilizzo
della macchina?
Il problema è che questa tassa non disincentiva proprio nessuno,
poiché nella gran parte dei casi il cittadino non ha alternative
all’utilizzo dell’auto. Si tratta di un misura puramente fiscale come
più volte ammesso dal Consiglio di Stato, volta a generare nuovi
introiti, non a diminuire il traffico. Sul sito (www.bastatasse.ch) e
sugli argomentari del nostro Comitato ci sono molte proposte su
come trovare soluzioni efficaci ad un problema reale: il traffico. Tra
queste il primo punto sarebbe quello di creare un tavolo
permanente integrando anche l’economia. Economia che non è
contraria a contribuire (anche finanziariamente) ad una soluzione
per il traffico, ad esempio finanziando direttamente una
prestazione, cioè un maggior raccordo alla rete di trasporti pubblici.
Ma la tassa di collegamento, come detto, essendo una mera
misura fiscale, non avrebbe un tale effetto.
Tutti possono andare al
lavoro con i trasporti
pubblici.
Assolutamente falso. Determinante infatti non è solo dove una
persona lavora – e molte zone industriali e commerciali sono
collegate veramente male con il trasporto pubblico – ma anche
dove le persone abitano. La topografia in Ticino ha fatto sì che
molti insediamenti residenziali si trovino in zone periferiche rispetto
alle città o nelle valli. Molti ticinesi trascorrerebbero diverse ore al
giorno sul bus se dovessero utilizzare i trasporti pubblici per andare
al lavoro, aumentando notevolmente i loro tempi di percorrenza.
Esempi
La tassa non è equa: colpisce solo i proprietari di almeno 50
posteggi. Dunque, se in una determinata località un’azienda ha 60
posteggi e altre due ne hanno ciascuna 40, i dipendenti della prima
si vedono affibbiare fino a 875.- franchi all’anno di posteggio
mentre i dipendenti delle altre due no, malgrado le altre due
imprese siano all’origine di almeno 80 spostamenti al giorno. Il
numero di “50” è arbitrario e soprattutto permette alla
stragrandissima parte di quell’84% dei frontalieri di continuare a
posteggiare gratuitamente. Insomma, la tassa è concepita male e
colpisce arbitrariamente il cittadino-automobilista.
La tassa reca un forte pregiudizio e apre un pericolosissimo varco.
Oggi, dopo aver speso tutti i soldi delle imposte per altre cose si
pone il popolo davanti alla questione: o la tassa o i trasporti
pubblici. Domani la domanda potrebbe porsi per altri oggetti da
finanziare e che una corretta gestione delle finanze pubbliche
permetterebbe di coprire con gli introiti delle imposte ordinarie,
come fanno tutti gli altri cantoni. Ad esempio, seguendo il
medesimo schema alla base della tassa di collegamento, un giorno
lo Stato potrebbe dirci che la riduzione del numero di allievi nelle
classi scolastiche deve essere finanziata con una tassa prelevata
su tutti gli appartamenti ubicati in Ticino con più di 4 locali.
Arbitrario vero? Sì, ma non più della tassa di collegamento.