Relazione prof.ssa Laurence Navalesi

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Relazione prof.ssa Laurence Navalesi
“La presenza femminile nella corporate governance e nei processi decisionali.
Esperienze tra Cuneo e Francia”, Cuneo, 5 ottobre 2015
Relazione di Laurence Navalesi
Consigliere Delegato alle Relazioni Transfrontaliere del Comune di Nizza
PRESENTAZIONE
Buongiorno, Prof. Tardivo, sono molto onorata di essere con voi oggi: con gran piacere rappresento
Christian Estrosi, Sindaco della città di Nizza e presidente della metropoli Nice Côte d’Azur, città lo
sapete, gemellata con Cuneo da più di 50 anni.
Mi chiamo Laurence Navalesi; dopo essere stata professore di storia, poi preside di collegio, sono
stata eletta sulla lista del mio sindaco, l’anno scorso. Essendo d’origine italiana, ho la delega delle
relazioni transfrontalieri e delle scuole private, in comune e nella metropoli, e sono anche vice
presidente dell’organismo nazionale la MOT. Sono dunque presente in questo incontro, non soltanto
in quanto donna ma anche in quanto eletta alla città di Nizza.
PICCOLO RICHIAMO STORICO
Le francesi votano per la prima volta il 29 aprile 1945, in occasione delle elezioni municipali poi,
alcuni mesi dopo, il 21 ottobre 1945 partecipano alle elezioni nazionale.
L'ordinanza del 21 aprile 1944 preso dal governo provvisorio del Generale de Gaulle ad Algeri stipulo
che " le donne sono elettori ed eleggibili nelle stesse condizioni che gli uomini." Due anni e mezzo
più tardi, il preambolo della costituzione del 27 ottobre 1946 ha iscritto questo principio nei principi
fondamentali della Repubblica: " la legge garantisce alla donna, in tutti i campi, diritti uguali a quelli
dell'uomo." Si è dovuto dunque aspettare la fine della seconda guerra mondiale per ottenere questo
diritto, allorché gli uomini l’ebbero conquistato con la rivoluzione francese.
Il diritto di voto fu in un primo tempo riservato ai proprietari di sesso maschile. Le donne ne furono
escluse perché, si stimava che la loro dipendenza economica li impediva di esercitare una scelta libera.
Le donne essendo considerate come "cittadine passive" e malgrado la richieste di Condorcet, furono
escluse del diritto di voto. Il codice civile del 1804 dava loro certo dei diritti civili ma rifiutava loro
la cittadinanza politica.
Al XIX ed all'inizio del XX secolo, gli argomenti avanzati cambiano: i doveri di madre e di sposa
sarebbero incompatibili con l'esercizio del diritto di voto ma, soprattutto, in un contesto di ostilità tra
i sostenitori di una Repubblica laica e la chiesa cattolica, le donne sono giudicate politicamente sotto
influenza clericale ed immature.
PRIMA PRESENZA DELLE DONNE NELLE ISTITUZIONI FRANCESI: dal 1936 in poi
1) Tra gli anni 1930 e gli anni 1990 la presenza delle donne nei governi francesi era pochissima. Sotto
la Terza Repubblica, nel 1936, nel primo governo di Léon Blum, all'epoca del Fronte popolare, si
conta tre donne sottosegretari di stato, senza diritto di voto.
2) La Quarta Repubblica (1946 -1958), vide tre donne nel governo e una quarta, ministro PoinsoChapuis Germaine, alla Salute, che durò nove mesi tra 1947 e 1948.
3) All'inizio della Quinta Repubblica e sotto le presidenza di Charles de Gaulle e di Georges
Pompidou, fra 1958 e 1974, tre donne ottengono dei ministeri pero come segretari di stato. Così,
durante ventisei anni, dal 1948 a 1974, il governo francese non conta nessuna donna ministro.
4) È il presidente della Repubblica Valéry Giscard d'Estaing che il primo, nel 1974, mostra una
volontà di apertura. Nella sua concezione della politica, che vuole moderna, e sulla quale ha fatto
campagna, risponderà alle rivendicazioni femminili. Sceglierà allora delle donne ministri, come
Simone Veil alla Salute (che darà il suo nome alla legge sull'IVG) o alla direzione delle istituzioni,
come Jacqueline Baudrier che diventa Presidente della Radio Francia. Questo donne hanno la
particolarità di appartenere alla società civile dunque non politiche.
È da notare che a quell’epoca, eccetto Gisèle Halimi ed Anne Zelensky, molto femministe non
difendono l'accesso alle donne nelle istituzioni, mettendosi volontariamente con l’estrema sinistra e
rifiutando di seguire le proposte della politica parlamentare e ministeriale.
Nel 1974, è creata una segreteria di stato alla condizione femminile che occuperà Françoise Giroud
tra luglio 1974 ed agosto 1976 in seno al primo governo Chirac, dove lancia " cento una misura" in
favore delle donne: diritti propri per le donne; lotta contro le discriminazioni; apertura dei mestieri
detti maschili; ecc.
5) Sebbene François Mitterrand, primo presidente socialista della Quinta Repubblica, nomino un
numero più importante di donne ai ministeri, rimarono molto minoritarie. In più, i ministeri proposti,
sono lontano dal primo cerchio del potere.
Nicole Questiaux fu ministro di stato nel 1981, ma per un portafoglio tipicamente " femminile", la
Solidarietà nazionale. Difatti, le donne ministri ebbero la Salute, gli Affari sociali, l’infanzia…
Édith Cresson fu la ministro che ebbe, per la prima volta, un ministero detto "maschile", l'agricoltura,
ma questa scelta fu male risentita nel mondo agricolo ed il suo passaggio alla direzione di questo
ministero andò piuttosto male.
Nel 1991, quest’ ultima divento Primo ministro, ma dovette sopportare la mancanza di sostegno dei
suoi colleghi socialisti e un'impopolarità ingiusta che la fecero rimanere nemmeno un anno.
Nel 1981, fu creato anche un ministero dei Diritti delle donne che occupo Yvette Roudy, risuscitando
la segreteria di stato alla Condizione femminile creato da Valéry Giscard d'Estaing.
Nel 1986, una legge pubblicata alla Gazzetta ufficiale raccomando di femminilizzare i nomi di
mestieri così come i gradi. Sotto l’epoca Mitterrand, mentre il governi erano formati di più di
cinquanta persone, non si conta mai più di dieci donne
PROGRESSO DELLA PRESENZA femminile (1995 -2007)
1) E col primo governo di Alain Juppé, nel 1995, che si nota una vera volontà di aprire il governo alle
donne. Difatti, su un totale di 43 portafogli, si conto quattro ministri ed otto segretari di stato di sesso
femminile sia il 15,4% di donne ministri, salendo al 27,9% se si prende in conto i segretari di stato.
La situazione era un progresso, ma le femministe criticarono il fatto che le donne avessero posti
subalterni. Il ministero il più importante fu quello di Elisabeth Hubert, col portafoglio della Salute,
ma era solamente il numero 14 nel protocollo ministeriale, e i cinque ultimi segretari di stato
nell'ordine protocollare erano delle donne.
2) È sotto il governo socialista di Lionel Jospin che una donna accede per la prima volta ad un
ministero «régalien», a sapere la Giustizia con la nomina nel 1997 di Elisabeth Guigou al posto di
«garde des sceaux».
Nel 1997, troveremo sei donne contro dieci uomini ministri.
Tuttavia, Lionel Jospin provo a mantenere un governo composto a circa un terzo di donne, per cercare
di essere in conformità col progetto di legge sulla parità nelle assemblee elette.
Per Janine Mossuz-Lavau, questa legge sulla parità, votata nel 2000, è il primo passo reale delle donne
al potere: “Si impose l'idea che occorreva più di donne al governo, ma non si parlava ancora di parità",
indica la politologa. A notare che alla differenza delle assemblee eletta, nessuna legge obbligava a
rispettare una parità nel governo, né nei ministeri.
Nel 2002, Michèle Alliot-Marie divento ministro della Difesa, un portafoglio storicamente maschile:
restò fino al 2007 e fu un ministro che resto il piu a lungo; fu molto apprezzata, nei governi di Raffarin
e di Villepin.
L'OBIETTIVO DI GOVERNI PARITARI (2007 -2012)
All'epoca del suo arrivo al potere nel 2007, il presidente Nicolas Sarkozy annuncia la nomina di un
governo paritario.
Si conta, nel primo governo di François Fillon otto uomini e sette donne di cui due ai portafogli
régaliens, Michèle Alliot-Marie all'interno e Rachida Dati alla Giustizia. Tuttavia, le nomine che
seguono, particolarmente nei segretari di stato, fanno dimenticare questo obiettivo paritario.
In seguito, parecchi "grossi" ministeri sono affidati alle donne, come l'economia e le Finanze a
Christine Lagarde, gli Affari stranieri a Michèle Alliot-Marie e l'ecologia, terzo per ordine
protocollare, a Nathalie Kosciusko-Morizet.
Ma gli anni 2010 furono quelli dove la parità governativa sarà rispettata rigorosamente per la prima
volta, vedendo così le donne ministri " conquistare" uno ad uno i differenti ministeri di primo ordine:
Difesa nel 2002, interno, economia e Finanze nel 2007, Affari straniere nel 2010, Educazione
nazionale nel 2014)
PARITÀ RISPETTATA DA MAGGIO 2012
Dopo l'elezione presidenziale del 2012 che ha visto il socialista Français Hollande diventare
presidente della Repubblica, Jean-Marc Ayrault, il suo Primo ministro, compose un governo
rispettando la parità. Su un totale di 34 ministri, 17 sono delle donne. Tuttavia, sebbene la proporzione
uomini donne sia rispettata, i ministeri più importanti di cui i ministeri régaliens, sono diretti in grande
maggioranza dagli uomini; eccetto la Giustizia. Gli Affari Sociali e della Salute, la famiglia, gli
anziani, sempre alle donne… Dunque, questo governo è paritario nel suo insieme, ma non a tutti i
livelli gerarchici. Pero, il cambiamento del governo di giugno 2012 rinforzo la parità, con, per la
prima volta della storia un numero più importante di donne ministre: undici / uomini, nove. Con la
dimissione del ministro delegato alle finanze, Jérome Cahuzac, il 19 marzo 2013, il governo conto
per la prima volta un più grande numero di donne (19), uomini (18). Ma l’ex ministro, Francesca di
Panafieu si congratula di questa avanzata ma punta un problema: «Abbiamo oramai un governo
paritario, disse, all'immagine della società. Ma, essere chiamati al governo, rimane ancora della
Decisione unica del presidente o il Primo ministro».
UNA PARITÀ ASPETTATA ALLA ASSEMBLEA NAZIONALE
Ciò che occorrerebbe adesso è che il Parlamento sia anche all'immagine della società, perché
rappresentante della nazione" Con quasi 27% di donne elette deputate all’ Assemblea nazionale,
questa cifra rimane troppo debole agli occhi delle organizzazioni femministe che chiedono delle
nuove decisioni in favore della parità.
Attualmente, 155 donne si trovano nell’Assemblea nazionale, o il 26,86% - cifra senza precedente.
-
Il governo attuale: 16 donne su 33 di cui 9 ministri donne su 16.
-
Consiglieri regionali: 62/123 in cui consiglieri regionali degli Alpi-marittimi: 12/25.
-
Consiglieri della provincia, parità perfetta: 27/54
-
Consiglieri della metropoli Nizza Costa Azzurra: 49/130
-
Nel consiglio comunale di Nizza: 10 assessori donne / 20
-
3 collaboratrici del territorio /6
-
14 consigliere municipali delegati / 26
-
3 consigliera municipali di opposizione/ 8
-
4 semplici consigliere municipali / 8
-
Un totale di 34 donne / 69
Bisogna sottolineare, la nuova particolarità all’assemblea della nuova provincia (2015).
Il governo ha deciso di più di una parità per la provincia: il sistema di binomi, uomo-donna. Avendo
ognuno un uomo e una donna supplenti.
Nel l’Assemblea della nostra provincia, «Alpes-Maritimes», otto donne sono state elette in più,
intorno al Presidente, il Signore Eric Ciotti.
Queste donne sono anche delle elette della città di Nizza e della Metropoli Nizza Costa Azzurra.
Nizza 1: Francoise Monier; Nizza 2: Marine Brunier; Nizza 4: Nicole Merlino; Nizza 5: Catherine
Moreau; Nizza 6: Martine Ouaknine; Nizza 7: Fatima Khaldi; Nizza 8: Anne Ramos; Nizza 9: Janine
Giletta
IL SENATO
Il Senato francese comprende 348 senatori. 91 senatrici su un totale di 348 senatori ossi il 26.1%.
Senatori (2 donne/5)
Nella nostra provincia: Daunis Marc; Estrosi Sassone Dominique (eletta da 28 settembre 2014)
Assessore Ville di Nizza e Metropoli; Giudicelli Colette; Leleux Jean-Pierre; Nègre Louis
Malgrado i binomi paritari, molto poche donne dirigeranno un dipartimento.
10 donne La prima elezione paritaria in Francia che imponeva obbligatoriamente dei binomi composti
di un uomo e di una donna, non è stata seguita da effetto al più alto livello degli esecutivi
dipartimentali. Sui 4 333 consiglieri dipartimentali, includendo Parigi, la Guyana e la Martinica, 2
145 sono delle donne, o il 49,5%. Ma sui 101 dipartimenti, solo 10 presidenti sono delle donne.
Donne elette al Senato dal 1959 al 2014 , valori assoluti
Donne elette al Senato dal 1959 al 2014, valori percentuali
LA REGIONE - LA RIFORMA TERRITORIALE
L'assemblea nazionale e il Senato hanno adottato il progetto di legge che porta nuova organizzazione
territoriale della Repubblica, dopo l'accordo sul testo all'epoca della riunione della commissione mista
paritaria il 16 luglio. Si tratta della terza anta della riforma dei territori, voluta dal presidente della
Repubblica, dopo la legge di ammodernamento dell'azione pubblica territoriale e di affermazione
delle metropoli e la legge relativa alla delimitazione delle regioni.
Il Governo ha esposto, il 22 aprile 2015, i principi ed il calendario permettendo l'adattamento
dell'organizzazione territoriale dello stato alla nuova carta delle 13 regioni. Sette prefetti sono
incaricati di coordinare questi cambiamenti nella prospettiva delle elezioni regionali che si
svolgeranno il 6 e 13 dicembre 2015 (il nostro sindaco, Christian ESTROSI, si presenterà alle
presidenza regione PACA).
LA NUOVA CARTA TERRITORIALE
In 6 regioni fuse, i capo-luoghi sono stati fissati provvisoriamente come segue:
- Regione Aquitania-Limousin-Poitou-Charentes: Bordeaux
- Regione Auvergne-Rodano-Alpi: Lione
- Regione Borgogna-sincero-contea: Digione
- Regione Linguadoca-Roussillon-Sud della Francia-Pirenei: Tolosa
- Regione Normandia: Rouen
- Regione Nord-non-di-Calais-Piccardia: Lilla
Il capoluogo per la regione Alsazia-Champagne-Ardenne-lorenese è stato fissato a Strasburgo.
Per le altri 6 regioni metropolitane i capo-luoghi attuali non saranno modificati:
- Collettività territoriale Corsica: Ajaccio
- Regione Provenza-Alpi-Costa-D'Azur: Marsiglia
- Regione Paese della Loira: Nantes
- Regione Centro-valle-di-Loira: Orléans
- Regione Isola della Francia: Parigi
- Regione Bretagna: Rennes
PER CONCLUDERE
La presenza della donna nelle istituzioni fu inesistente fino alla quinta repubblica. Incominciò
soprattutto col presidente V.G.d’Estaing, ma si accelerò coi presidenti Sarkosy e Hollande. La parità
uomo-donna non esiste dappertutto, ma tende a uniformarsi. Va comunque avanti, sempre più
velocemente. Forse perché gli uomini, dopo tanti secoli, hanno capito che la donna, nella vita come
in politica, ha adire la sua, e che forse e interessante ascoltarla!
PRESIDENT DE LA REPUBLIQUE
Charles de Gaulle
Georges Pompidou
Valéry Giscard
d'Estaing
François Mitterrand
Jacques Chirac
Nicolas Sarkozy
François Hollande
UNR
UNR
RI
PS
RPR
UMP
PS
PERIODE
PREMIER MINISTRE
NOTES
08/01/1959
14/04/1962
Michel Debré
UNR
14/04/1962
28/11/1962
Georges Pompidou I
UNR
28/11/1962
08/01/1966
Georges Pompidou II
UNR
08/01/1966
01/04/1967
Georges Pompidou III
UNR
06/04/1967
10/07/1968
Georges Pompidou IV
UNR
10/07/1968
20/06/1969
Maurice Couve de
Murville
UDR
20/06/1969
05/07/1972
Jacques Chaban-Delmas
UDR
05/07/1972
28/03/1973
Pierre Messmer I
UDR
02/04/1973
27/02/1974
Pierre Messmer II
UDR
27/02/1974
27/05/1974
Pierre Messmer III
UDR
27/05/1974
25/08/1976
Jacques Chirac
RPR
25/08/1976
29/03/1977
Raymond Barre I
-
29/03/1977
31/03/1978
Raymond Barre II
-
03/04/1978
13/05/1981
Raymond Barre III
-
21/05/1981
22/06/1981
Pierre Mauroy I
PS
22/06/1981
22/03/1983
Pierre Mauroy II
PS
22/03/1983
17/07/1984
Pierre Mauroy III
PS
17/07/1984
20/03/1986
Laurent Fabius
PS
20/03/1986
10/05/1988
Jacques Chirac
RPR
10/05/1988
22/06/1988
Michel Rocard I
PS
23/06/1988
15/05/1991
Michel Rocard II
PS
15/05/1991
02/04/1992
Edith Cresson
PS
03/04/1992
29/03/1993
Pierre Bérégovoy
PS
29/03/1993
11/05/1995
Édouard Balladur
RPR
07/05/1995
07/11/1995
Alain Juppé I
RPR
07/11/1995
02/06/1997
Alain Juppé II
RPR
02/06/1997
07/05/2002
Lionel Jospin
PS
07/05/2002
17/06/2002
Jean-Pierre Raffarin I
DL
17/06/2002
30/03/2004
Jean-Pierre Raffarin II
UMP
31/03/2004
30/05/2005
Jean-Pierre Raffarin III
UMP
30/05/2005
15/05/2007
Dominique de Villepin
UMP
18/05/2007
18/06/2007
François Fillon I
UMP
19/06/2007
13/11/2010
François Fillon II
UMP
14/11/2010
10/05/2012
François Fillon III
UMP
16/05/2012
en cours
Jean-Marc Ayrault
PS
cohabitation
cohabitation
cohabitation