Colpo di stato e Contro-golpe a Caracas

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Colpo di stato e Contro-golpe a Caracas
Colpo di stato e Contro-golpe a Caracas - Mumia Abu Jamal
Per il popolo del Venezuela, e di tutta l'America Latina, gli eventi dell'aprile passato sono di una
magnitudine così storica che non devono mai essere dimenticati.
In quel mese tumultuoso, il Venezuela sperimentò proteste di massa, repressione della polizia
alle proteste, la rimozione militare di uno presidente, l'installazione di un altro presidente da
parte di una coalizione dei grandi interessi commerciali ed élite militari, e l’auto-proclamarsi di
un altro candidato per il posto più alto della nazione.
Ciò che lo ha fatto essere più straordinario sono stati i ruoli pubblici e privati giocati dagli Stati
Uniti, l’unica superpotenza mondiale che predica la democrazia come una religione.
Pubblicamente, gli Stati Uniti, parlando attraverso il portavoce di stampa per il Presidente,
sembrò accettare la rimozione del presidente venezuelano, Hugo Chavez, come una risposta
corretta per il fatto che il suo governo stava sparando su dimostranti disarmati (Divertente, io
non ricordo la Casa Bianca, sotto Nixon, offrendo di dimettersi quando manifestanti disarmati
furono uccisi da truppe della Guardia Nazionale, nello Stato del Kent il 4 maggio 1970).
Confidenzialmente, rapporti dal Venezuela indicano che l’esercito statunitense era in stretto
contatto con l’opposizione al governo di Chavez. Perché, ditecelo per favore, l’”esercito”
statunitense ha bisogno di "contatti" con i dissidenti civili? Alcune settimane prima del colpo di
stato, l’allora ambasciatore americano, Donna Hrinak fece l’ insolito passo di chiedere all’
addetto dell’esercito americano di cessare i contatti coi dissidenti" (forse perché lei sapeva che
un colpo di stato stava arrivando?). [Vedi Los Angeles Time, 2/2/02].
Gli Stati Uniti hanno visto l’ascesa di Chavez con profonda inquietudine, temendo il populista
come un clone del più pericoloso, più temuto (dal capitale) Castro di Cuba.
La dimostrazione anti-Chavez svolta nella capitale e il successivo sparare di dimostranti, portò
alla rimozione dal suo ufficio del Presidente Chavez, imprigionato poi in una base militare.
I capi dell’esercito giurarono a Pedro Carmona pochi minuti dall'arresto di Chavez. Carmona
era il capo del gruppo commerciale della nazione, Fedecamaras (La Camera di Commercio). I
suoi primi atti come presidente provocarono uno shock alla nazione, ed erano un oscuro
preannuncio di cosa poteva avvenire in seguito: l’Assemblea Nazionale fu sciolta, le leggi di
riforma popolare furono abrogate, e tutti i giudici della Corte Suprema furono cacciati. Gli amanti
della democrazia di Washington che erano così critici verso Chavez, non condannarono gli atti
del loro appoggiato uomo d’affari successore illegittimo, Carmona.
Ma le persone, specialmente i poveri, del Venezuela non lo fecero. Il giorno dopo la rapida
auto-proclamazione di Carmona, le persone conversero, in un massa spontanea pro-Chavez in
dimostrazione davanti a Palazzo di Miraflores, la Casa Bianca venezuelana. Crebbe e crebbe, e
il quasi-governo di Carmona si sbriciolò sotto questo peso. Carmona dominò il Venezuela per
36 ore. Provvisoriamente, un'altra fazione tentò di insediare il vicepresidente di Chavez,
Diosdado Cabello. Per alcune ore, il Venezuela ebbe 3 presidenti, Chavez, Carmona e Cabello!
I grandi Interessi provarono un colpo di stato militare ad una democrazia latinoamericana, ma
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le persone non si lasciarono comprare. Di tutte le nazioni nella regione, solamente “uno” (gli
Stati Uniti!) ha osato sostenere la dittatura di Carmona.
Quando al loro prossimo tentativo di predicare la "democrazia" ai loro Vicini di casa
latinoamericani, questi ultimi sapranno, dall'esperienza amara, quello che "democrazia" vuole
dire = la dittatura dei grandi interessi.
Da: http://awol.objector.org/mumia/caracas.html
Traduzione a cura del Comitato “La Madrugada”
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