Le Manif Pour Tous in convegno

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Le Manif Pour Tous in convegno
NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
25 maggio 2014
Piazza del Seminario,13
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
Giovani,dieci
anni con
mons.Tardelli
DI
l’agenda del VESCOVO
omenica 25 maggio - ore 11,15: Cresime a Lazzeretto.
D
Lunedì 26 - ore 10: collegio dei consultori.
Martedì 27 - ore 19: incontro con il gruppo di preghiera della
«Stella Maris».
Giovedì 29 - ore 9,30: al Convegno sulla vita consacrta
presso il convitto la Calza, a Firenze.
Venerdì 30 - ore 21,30: in Cattedrale, celebrazione solenne
del dedcimo anniversario dell’ingresso in Diocesi.
Sabato 31 - ore 17,30: cresime a Sant’Angelo a Montorzo.
Le Manif PourTous in convegno
Raccontare la famiglia per educare alla diversità
EMANUELE SALASSA
ieci anni fa, quando Mons. Fausto
D
Tardelli fu nominato Vescovo della
Diocesi di San Miniato, io avevo poco
più di diciannove anni ed avevo
cominciato da poco l’università.
Posso quindi dire che Mons. Tardelli
ha accompagnato tutta la mia
gioventù.
Sin dai primi vagiti del suo
episcopato, vedemmo nel novello
pastore della Diocesi la figura di un
padre buono, di un pastore che con
grinta ed un bel sorriso si accingeva a
guidare, con pazienza e meticolosità,
le nostre terre.
Le strade da percorrere non sono
state sempre libere da ostacoli, anzi
molto spesso accidentate ed in salita
ma non è mai mancata, in noi
giovani, la certezza che tutta l’opera
fosse guidata dallo Spirito Santo.
Ricordo ancora come fosse ieri
quando, il 2 luglio 2009, fui
convocato dal nostro vescovo in
Curia, insieme a Gabriella,
Alessandra, Giovanni e Don Fabrizio.
Fino a quel momento avevamo
partecipato con assiduità agli
incontri della pastorale giovanile, si
era creato un bel clima tra noi
giovani e non avevamo la minima
idea del motivo della nostra
convocazione.
Ben presto Sua Eccellenza ci fece
comprendere il perché della Sua
chiamata: voleva affidare a noi
giovani, in prima linea, la guida della
Pastorale Giovanile Diocesana. Un
fulmine a ciel sereno!
Non sapevamo da che parte
cominciare, dove mettere le mani.
Il nostro Vescovo, da buon pastore, ci
tranquillizzò, ci spronò e ci promise
che non ci avrebbe lasciato soli.
Decise di scommettere su di noi. E
noi non ce la siamo proprio sentiti di
rifiutare!
Dal 13 ottobre di quello stesso anno
abbiamo cominciato insieme un
bellissimo cammino, fatto di tanti
momenti forti, profondi, a anche di
occasioni di convivialità e confronto.
Storica è stata sicuramente la
Giornata Mondiale della Gioventù a
Madrid nel 2011, che vide partire da
San Miniato e dintorni più di 110
giovani.
Rimarrà indelebile nei nostri cuori la
Santa Messa celebrata con il nostro
Vescovo nel luogo ove pernottavamo,
in quello che i nostri ragazzi avevano
chiamato "il campo profughi".
L’arrivo del nostro Vescovo rinfrancò
tutti i nostri cuori e ci ricaricò. Tanta
fu la gioia nel vederlo accanto a noi,
come fosse veramente il nostro padre
premuroso che non perde un istante
i suoi figli. Ci siamo sentiti amati.
Ringraziamo di cuore il nostro
Vescovo per tutto quello che ha
costruito per noi in questi dieci anni
e preghiamo per Lui affinchè la
SS.ma Trinità e la Mamma Celeste lo
custodiscano sempre e lo preservino
affinchè fioriscano, nella nostra
diocesi, tante sante famiglie e sante
vocazioni.
Primo Piano DELLA SETTIMANA
DI
FRANCESCO SARDI
na bella iniziativa
quella promossa dalla
Manif pour Tous
Empoli e voluta dal suo
coordinatore Daniele Nicotra.
Quest’ultimo è un genitore che
ha voluto dar vita a questa
associazione apolitica e
aconfessionale: essa fa
riferimento alla Manif pour
Tous Italia nata in correlazione
con l’omonima realtà francese
per difendere la libertà di
opinione, la famiglia basata sul
matrimonio fra uomo e donna,
il diritto dei bambini ad avere
un padre ed una madre e la
realtà contro la menzogna
dell’ideologia Gender. L’evento
in questione, “Raccontare la
famiglia. Educare alla diversità”
si è svolto il 16 maggio presso il
teatro “Il Momento” a Empoli.
Dopo i saluti del proposto Don
Guido Engels che ha ospitato
l’incontro e dello stesso Daniele
U
Nicotra è stato Alessandro Gori
dell’Agesc-associazione genitori
scuola cattolica- a moderare i tre
interventi.
Il primo a parlare è stato
l’avvocato Andrea Gasperini il
quale ha dato il suo apporto
giuridico alla serata. I dati di
fatto sono due: l’organizzazione
mondiale della sanità (OMS) ha
emanato un documento
sull’identità di genere. L’Europa
l’ha seguita adottando degli
standard per l’educazione
sessuale: riguardano la
suddivisione in fasce d’età e
l’attribuzione a queste di
pratiche di conoscenza del
proprio sesso da zero a 18 anni.
Ma la cosa è ancor più
scandalosa quando guardiamo
il nostro paese: il progetto di
legge Scalfarotto tanto
sbandierato in Italia e
approvato alla Camera ha tra i
suoi presupposti quello di
paragonare l’omofobia all’odio
razziale e a quello religioso con
un’ulteriore conseguenza: che
potrà essere accusato di
omofobia e rischiare la
reclusione chiunque esprima un
giudizio etico, educativo,
scientifico di certi orientamenti
sessuali.
La questione si fa ancor più
penetrante quando la seconda
intervenuta, Susanna Fontana,
psicologa, ci conferma
l’adozione da parte dell’ UNARufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali- del
cosiddetto “cassetto degli
attrezzi” per l’educazione
scolastica: un esempio del suo
contenuto? Un esercizio di
matematica per la terza
elementare: Rosa e “i suoi papà”
hanno comprato tre lattine di
coca cola. Quanto hanno speso?
Il fatto è ancor più sconcertante
se si considerano i dati
antropologici: “il corpo umano
è attraversato sin dalla vita
intrauterina da stati mentali ed
interazioni. Il corpo non è solo
un dato materiale ma esprime
un’identità biologica, spirituale
e psichica e relazionale”.
Il terzo intervenuto, Daniele
Mugnaini, psicologo dell’età
infantile, ci conferma un dato: i
suicidi omosessuali sono più
elevati in una zona lgbt (lesbian
gay bisexual trans) ad alta
tolleranza omosessuale invece
che in una zona a bassa
tolleranza omosessuale. Non si
tratta quindi di normalizzare
l’omosessualità ma “quel che
conta è riscoprire cosa significhi
avere un’identità sessuale: essere
maschi o femmine”. Secondo
l’ideologia gender, poi, la
religiosità sarebbe un sintomo
di antisocialità e violenza sugli
omosessuali. Cosa sbagliata: la
religiosità è sintomo di
promozione sociale e di salute
psichica. Il professore ha
affermato infine che «se non ci
fosse una legge naturale ognuno
sarebbe libero di fare ciò che gli
piace».
II
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
25 maggio 2014
SANTA MARIA A MONTE.........
PELLEGRINAGGIO
DELL’UNITÀ
PASTORALE AL
SANTUARIO
MARIANO DI
MONTENERO
DI
RENATO COLOMBAI
uando la processione introitale ha
risalito la navata del santuario di
Montenero, mentre l’assemblea
cantava «Spalancate le porte a Cristo /
Egli è Dio con noi. / Raddrizzate i sentieri del
mondo, / luce nel buIo sarà», tanti pellegrini
hanno avvertito la sensazione di essere lì non
solo per se stessi, ma anche per i fratelli
impossibilitati o quelli che il Signore ha
chiamato a Sé.
È stato infatti un pomeriggio indimenticabile
quello di sabato 17 maggio scorso che le
parrocchie di Santa Maria a Monte, San Donato
e Cerretti hanno dedicato alla venerazione della
Beata Vergine di Montenero. Anche il tempo
c’ha messo del
suo: giornata
davvero splendida
di estate
anticipata, uno
straordinario
colpo d’occhio su
Livorno, il suo
porto con la linea
dell’orizzonte
impeccabile.
All’ incirca
trecento i fedeli delle parrocchie del comune di
Santa Maria a Monte che hanno affollato il
santuario. Tra loro, sistemati sul presbiterio, i
bambini che hanno recentemente ricevuto la
Prima Comunione. Le loro vesti bianche a
cornice dell’altare. Ma anche la pattuglia di
fedeli (una dozzina) che hanno raggiunto il
santuario della Patrona della Toscana,
coprendo a piedi i circa cinquanta chilometri
che separano Santa Maria a Monte da
Montenero. Un’impresa che ha richiesto fede e
resistenza fisica. Sono partiti verso le quattro
del mattino, dosando le forze con la
suddivisione del tragitto in tappe di circa
cinque chilometri. Ce l’hanno fatta,
raggiungendo il santuario in un tempo
inferiore rispetto a quello stimato. Stanchi, ma
non sfiniti.
Il pellegrinaggio a piedi a Montenero non è una
novità. Nei primi anni ’60 un gruppo di donne
santamariammontesi affrontò l’impresa e ci
riuscì percorrendo quell’incognita che era l’
Arnaccio.
La riscoperta del pellegrinaggio a piedi che si è
verificata negli ultimi anni ha riproposto
l’iniziativa e ha trovato il consenso di un bel
gruppo.
La Santa Messa è stata concelebrata dai
sacerdoti delle parrocchie che hanno aderito al
pellegrinaggio e presieduta da don Luigi Solari,
priore di San Donato.
Nell’omelia don Solari ha ricordato le parole
con cui San Giovanni Paolo II qualificò la sua
visita al santuario di Montenero nel 1980.
"Vengo da pellegrino", specificò il grande Papa,
per sottolineare la condizione con cui ci si deve
presentare nei santuari.
Quella del pellegrino è una condizioni di
assoluta "democrazia". Infatti nell’itinerario che
deve affrontare conta l’essere, non l’avere. Infatti
la prima condizione qualifica la motivazione
che spinge a camminare con essenzialità,
mentre la seconda coincide con una situazione
in cui il superfluo appesantisce il percorso.
E’ proprio alla Madonna delle Grazie, cui il
santuario di Montenero si intitola, che ciascuno
di noi si deve rivolgere per ricevere conforto ed
ascolto rispetto alle necessità delle nostre
comunità parrocchiali e di ciascuno di noi.
Maria è Regina di tutte le Grazie. Intercedendo
per noi presso Dio, fa in modo che Egli ci
conceda qualsiasi grazia. La teologia ci assicura
come nulla Dio neghi alla Santissima Vergine.
Dunque Maria appare come una madre
premurosa che ottiene tutto ciò che gli uomini
necessitano per l’eterna salvezza. Ce lo attesta
l’episodio evangelico delle “Nozze di Cana”.
Maria fa in modo che Gesù compia il miracolo
e incoraggia i servi dicendo loro: «fate quello
che Lui vi dirà».
In virtù di questa prerogativa materna di Maria,
al termine della Santa Messa i fedeli hanno
recitato l’atto di affidamento alla Madonna, la
cui intercessione è costante.
Per questo Dante nel XXXIII Canto del Paradiso
affida a San Bernardo questa preghiera alla
Vergine:
«Donna, se’ tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz’ali.
La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fïate
liberamente al dimandar precorre».
Q
NOTIZIE
DALLA
DIOCESI
Più di 90 persone da Perignano a S.Pietro per la manifestazione nazionale delle scuole.
La scuola Santa Lucia «a
lezione» da Papa Francesco
DI
MATTEO LAMI
e care: questo il
titolo del raduno
nazionale
organizzato dal CEI
rivolto a tutte le scuole
d’Italia, religiose e laiche. «A
noi importa»: un grido di
gioia, un inno all’istruzione,
per manifestare insieme al
papa la voglia di continuare a
credere nel futuro dei nostri
giovani.
La scuola dell’infanzia S. Lucia
di Perignano, coordinata dalla
Coop. Il Cammino, ha
organizzato la giornata a
Roma per i propri alunni e le
loro famiglie. Cosi, sabato
mattina alle 6.00 due pullman
con 92 persone, famiglie e i
rispettivi parenti, sono partiti
alla volta del Vaticano.
300 MILA le persone in S.
Pietro, un’affluenza molto più
numerosa del previsto, che ha
provocato alcuni problemi
nell’organizzazione
dell’evento, ma non ne ha
assolutamente sminuita la
portata emozionale. Papa
Bergoglio ha percorso via della
Conciliazione sulla papa
mobile prima di dare avvio
alla manifestazione,
permettendo anche a chi era
rimasto fuori dalla piazza, di
percepire il clima di festa, che
ha caratterizzato l’intera
giornata.
LA SCUOLA - Un luogo
d’incontro, come palestra in
cui allenarsi alla vita, dove
"educare al vero, al bello e al
buono", queste le parole di
Papa Francesco, che ha voluto
W
sottolineare quanto sia
importante battersi per il
diritto allo studio, perché
l’istruzione come servizio di
offerta sopravviva alla crisi
economica. «Non dobbiamo
mai smettere di amarla - la
scuola -, mai pensare che sia
un parcheggio. L’educazione
non può mai essere neutra: o è
positiva o è negativa. O
arricchisce o impoverisce. O fa
crescere la persona o la
deprime, persino può
corromperla».
Inevitabile anche il pensiero
rivolto a Don Milani «un
grande educatore italiano, che
era un prete», del quale ha
ricordato l’importante
pensiero sulla necessità di
educare i giovani ad imparare,
a conoscere e ad istruirsi: «Se
uno ha imparato a imparare,
questo gli rimane per sempre,
rimane una persona aperta
alla realtà».
Nonostante il lungo viaggio, i
4 chilometri a piedi, la fatica
di tutti i partecipanti, ascoltare
le parole di papa Francesco,
fianco a fianco con ragazzi e
adulti provenienti da tutta
Italia, persone che
condividono una stessa idea
di istruzione, che
attribuiscono la stessa
importanza al ruolo educativo
degli insegnanti e dei genitori,
è stata un’esperienza unica.
«Mente, cuore e mani» sono i
concetti che ha richiamato il
papa in conclusione: studio,
passione e pratica, per una
scuola che creda in se stessa e
nei suoi giovani, a partire
dall’infanzia.
La Scala,celebrati tre anniversari d’eccezione
DI
RICCARDO CECCATELLI
omenica scorsa, 18
maggio, don
Roberto Pacini, don
Ernesto Testi e
Mons. Carlo Ciattini,
hanno ricordato il loro
25° anniversario di
ordinazione sacerdotale
con un solenne
concelebrazione nella
chiesa di San Pietro alle
Fonte a La Scala dove
Mons. Ciattini, oggi
Vescovo a Massa
Marittima-Piombino, è
stato parroco fino a 3 anni
fa. Le parrocchie di La
Scala e San Lorenzo a
Nocicchio hanno infatti
desiderato far festa al loro
ex-parroco, che ha
accettato molto volentieri
l’invito, a concelebrare una
Messa insieme a don
Ernesto e don Roberto che
con lui furono ordinati presbiteri in
Cattedrale il 14 maggio del 1989 da
Mons. Edoardo Ricci. Mons. Ciattini
nell’omelia ha ricordato con affetto il
sacerdoti defunti delle nostre parrocchie e
in particolare i Vescovi Ghizzoni e Ricci
D
che hanno curato e custodito la loro
vocazione.
Dopo la Santa Messa, la festa si è protratta
a lungo sulla terrazza della canonica della
Chiesa Parrocchiale per una aperi-cena
offerta a tutti i presenti. Una piacevole
occasione per un affettuoso saluto e per
una sana “rimpatriata”. A Mons. Ciattini
le parrocchie hanno donato un anello
episcopale con l’effige dei santi apostoli
Pietro e Paolo a ricordo di questo
anniversario.
TOSCANA OGGI
LA DOMENICA
25 maggio 2014
Una giornata diversa per costruire un nuovo senso di comunità
Festa dell’unità pastorale delle
Cerbaie al Santuario di Querce
DI
RACHELE MATTEONI
are insieme agli
altri la tua strada
verso Lui»: questi
versi riassumono la
Festa dell’Unità Pastorale di
Galleno - Pinete, Orentano,
Querce, Staffoli e Villa
Campanile. Il Santuario delle
Cerbaie ha accolto una
bellissima celebrazione
comunitaria durante la quale
le parole di Don Sergio hanno
lasciato un segno indelebile:
«Vogliamo ridare vita a questo
luogo insieme, riscoprendolo e
riscoprendo il nostro senso di
comunità. È bello ritrovarci
tutti qui oggi, con le coppie di
fidanzati, le famiglie ed i
bambini». La Santa Messa si è
conclusa, non a caso, con la
benedizione dei fanciulli
presenti. L’obiettivo della
nostra Unità Pastorale è dar
vita ad una fede ed una
religiosità a «misura di
famiglia», per questo la
celebrazione di inizio del mese
mariano è stata dedicata alle
coppie e per lo stesso motivo
abbiamo pensato di pranzare
insieme. Un pranzo di
condivisione, dove ognuno ha
portato qualcosa, dove
“dividendo” siamo riusciti a
“moltiplicare” il cibo. Sotto
l’ombra dei tigli ed un timido
«F
sole, c’era la
fotografia
della vera
comunità
cristiana: un
gruppo di
persone che
si vogliono
bene, che
sorridono,
che si
sostengono
l’uno con
l’altro perché
vogliono
costruire
insieme il
Regno di Dio.
«Dove due o
tre sono
riuniti nel
mio nome, io sono lì in mezzo
a loro».È stato davvero così.
Gesù era nascosto nei fratelli e
sorelle di Orentano, Staffoli,
Villa Campanile, Galleno,
Pinete, Querce e poi Spianate,
nei sorrisi dei bambini, nei
brindisi scherzosi, negli
abbracci, nei giochi di
squadra, nelle canzoni a ritmo
di chitarra, insomma Gesù era
ed è in ogni manifestazione di
amore fraterno. E’ stato bello
condividere un giorno interno
come una grande famiglia, con
la semplicità dei buoni
sentimenti e la voglia di
affidare i nostri progetti nelle
iovedì 15 Maggio presso la
Chiesa di Santa Cristina in
Santa Croce, in occasione del
decennale del suo episcopato, il
vescovo Fausto ha voluto pregare insieme
ai giovani della sua diocesi.
Una tranquilla serata di Maggio a
conclusione del ciclo di meditazioni
sull’Amore e sulle relazioni umane, ha
fatto da cornice all’evento. Il vescovo nella sua meditazione- raccontava
brevemente la storia della sua vocazione e
della bellezza del rinnovare il proprio sì al
Signore ogni giorno.
Dire «Ti amo» significa principalmente
lasciarsi amare, accogliere l’altro, fare
spazio; come Maria all’annuncio
dell’angelo, siamo inviati a dare il nostro
sì incondizionato al Signore.
Per valutare la nostra disponibilità verso il
Signore, ciascuno secondo i suoi doni e la
sua specifica vocazione, siamo invitati a
confrontarci con il brano (Gv 21, 15-17) :
«Gesù disse a Simon Pietro: »Simone di
Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli
rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti
amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli
disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi
ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo
sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie
G
mani di Dio. Ognuno nel suo
piccolo ha contribuito a
rendere questo giorno speciale,
mettendo un altro mattoncino
importantissimo per la
costruzione di una solida unità
pastorale. Un ringraziamento a
tutti i partecipanti, dal diacono
Roberto alla dolcissima
Azzurra, da Lorenzo a Donato,
da Don Raphael a Don
Christel e poi Antonio, Carla,
Carmen, Cinzia, Daniela,
Giovanna, Giuseppina, Maria,
Nadia e tutti gli altri.
Ricorderemo i momenti di
preghiera, i travestimenti per
gioco, i bambini sul camion, il
caffè nel termos e l’attesa dei
pellegrini di Spianate,
sperando che la pioggia non li
colpisse. Che emozione vederli
arrivare sotto un benevolo
ultimo raggio di sole e
chiudere la giornata con loro!
Accogliamo l’invito di Gesù e
del Papa ad uscire dal nostro
"campanilismo" per aprirci
totalmente agli altri: perché
solo con la vicinanza dei nostri
fratelli scopriremo il cielo che
è dentro di noi e lasceremo,
così, una magnifica scia di
Luce.
pecorelle». Gli
disse per la terza
volta: «Simone di
Giovanni, mi
ami?». Pietro
rimase addolorato
che per la terza
volta gli dicesse:
Mi ami?, e gli
disse: «Signore, tu
sai tutto; tu sai che
ti amo». Gli rispose
Gesù: «Pasci le mie
pecorelle».
L’adorazione
eucaristica,
accompagnata da
musica e canti, ha
permesso a tutti i
presenti di
meditare quanto
proposto nel cuore
e di rivolgere le proprie intenzioni,
preoccupazioni o riflessioni personali al
Signore, realmente presente
nell’Eucarestia.
Al termine della veglia le suore del
monastero hanno rivolto al vescovo e ai
giovani il loro ringraziamento per le belle
occasioni di incontro e preghiera di
questo anno auspicando per un crescendo
futuro.
I prossimi incontri saranno sabato 24
Maggio con la festa giovani a Santa Croce
sull’Arno alle 21,15 e il corso
fidànzati/fidanzati tenuto dai frati di
Assisi dal 13 al 15 Giugno.
Gabriella Guidi
Capanne, gita fuori porta per i ministranti
nche quest’anno si è svolta la
consueta Gita di fine anno dei
ministranti, un premio che il
nostro parroco fa a tutti i
Ministranti della nostra comunità che
svolgono le attività all’interno della
nostra comunità parrocchiale,
quest’anno insieme anche alla
parrocchia di Marti. Domenica 11
Maggio alle 5,00 del mattino in
pullman , con gli "Altar Boys" siamo
partiti tutti alla volta del Lago Maggiore
con 58 persone e una famiglia che è
partita il sabato con una macchina.
Verso le 10,30, come da programma,
siamo giunti all’Eremo di Leggiuno un
bellissimo Monastero aggrappato al
lago Maggiore, dove Don Fabrizio alle
11,00 a concelebrato la S.Messa. Come da
programma, terminata la messa, ad
attenderci c’era il traghetto che ci ha portato
all’Isola del Pescatore dove abbiamo
pranzato al sacco, e poi grazie anche a Vera
abbiamo gustato anche dei buoni liquori
IN
PELLEGRINAGGIO
AL SANTUARIO DI
SAN LUCA
abato 17 aprile, a conclusione dell’attività
Sparrocchie
dell’anno della nostra Unità Pastorale, le
di San Romano, Capanne, Marti e
Adorazione Eucaristica dei giovani con il Vescovo
«
III
A
dessert. Giro dell’isola e poi al pomeriggio
ci siamo diretti all’Isola Madre dove , con
una Guida abbiamo visitato la Villa dei
Borromeo con i curatissimi giardini e gli
splendidi pavoni che per la gioia di tutti
hanno esibito le loro magnifiche code. Alle
17,00 siamo tornati verso il pullman che ci
attendeva per ripartire alla volta delle
nostre case. Nonostante la stanchezza
avevamo ancora la forza di ridere e
scherzare così guidati dal nostro
Seminarista Simone i ragazzi e gli
adulti si sono cimentati in gare canore ,
con don Fabrizio vincitore anche se
Roberto non era tanto d’accordo. La
giornata, pur nella fatica degli orari , si
è svolta nel migliore dei modi con la
gioia e serenità di tutti. Un
ringraziamento a Simone Gronchi, uno
di noi genitori, che ha organizzato così
bene la gita, alla nostra fotografa Linda
di Marti e Simone il seminarista che ha
saputo intrattenere i nostri ragazzi
molto bene. Poi ad Alessandra per la
sua preziosa collaborazione e a Don
Fabrizio per il suo starci sempre accanto. Un
grande ringraziamento sopratutto al Signore
che ci ha fatto vivere una giornata bellissima
, all’insegna dell’amicizia,della fraternità e
della fede.
Alessandra Costagli Bianco
Montopoli Val d’Arno, si sono recate,
accompagnate dai rispettivi parroci, Padre
Roberto Beneamati, Don Fabrizio Orsini e Don
Matteo Punthempurakal, in pellegrinaggio
presso il Santuario della Beata Vergine delle
Grazie di Boccadirio che si trova in frazione
Baragazza, nel comune di Castiglione dei
Pepoli (BO), nella zona di confine con la
Toscana.
Questo santuario è, per importanza, il secondo
santuario della diocesi bolognese, dopo quello
della Madonna di San Luca, a Bologna, che tra
l’altro abbiamo visitato nel pomeriggio di
quello stesso giorno.
Dalle nostre parrocchie siamo con due
pullman: situato tra il verde delle montagne
dell’appennino tosco-emiliano, il Santuario di
Boccadirio è davvero una piccola oasi di
silenzio e di pace.
Al nostro arrivo siamo stati accolti da uno dei
Padri del Santuario che ci ha illustrato
brevemente la storia del Santuario stesso.
Secondo la tradizione popolare, il 16 luglio
1480, giorno della festa del Carmine, due
pastorelli della contea allora appartenente ai
Signori Pepoli di Bologna - Donato Nutini e
Cornelia Vangelisti, nativi del luogo - ebbero
una visione della Madonna, apparsa in
corrispondenza del rio Davena (punto di
confluenza dei due torrenti Tanone e Butrione,
da cui il nome della località Boccadirio), che
predisse loro una vita consacrata nella
religiosità.
Fu così che la popolazione di Baragazza decise
di costruire nel XVI secolo una piccola chiesa
con tabernacolo intitolata alla Beata Vergine
delle Grazie. La struttura attuale del santuario
rispetta abbastanza fedelmente quella
originaria cinquecentesca anche se nel corso dei
secoli numerose sono state le modifiche
apportate.
Sempre secondo la tradizione, è a Cornelia
Vangelisti, divenuta poi Suor Brigida, che si
deve l’acquisizione dell’immagine della Beata
Vergine delle Grazie, opera del 1505 di Andrea
Della Robbia, conservata sull’altare maggiore
del Santuario, che dal 1947 è gestito dalla
Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di
Gesù, comunemente detti Padri Dehoniani.
Visto che Suor Brigida è vissuta poi in un
monastero della città di Prato, il santuario è per
questo oggetto di una particolare venerazione
dai pratesi, che spesso organizzano
pellegrinaggi, anche a piedi, dalla loro città.
Numerosi ex voto conservati all’interno del
Santuario, testimoniano le grazie ricevute nei
secoli dalla gente: il padre ci ha detto che tutti i
miracoli sono eventi con i quali Dio manifesta
il suo grande amore nei nostri confronti.
Al termine della visita guidata, prima della
celebrazione eucaristica, diversi padri
Dehoniani si sono messi a disposizione per le
confessioni.
Nella Santa Messa, celebrata dai nostri parroci,
abbiamo affidato a Maria tutte le nostre
famiglie, i bambini, gli ammalati, mettendo
nelle mani della Madre di Dio tutte le nostre
necessità.
Dopo il pranzo al santuario, siamo ripartiti alla
volta di un altro Santuario: quello della
Madonna di San Luca che si eleva sul Colle
della Guardia, presso Bologna.
Questo è un importante santuario nella storia
della città è sempre stato, fin dalle sue origini,
meta di pellegrinaggi per venerare l’icona della
Vergine col Bambino detta "di San Luca"
(l’evangelista) una antichissima immagine
raffigurante una Madonna col Bambino
secondo la classica iconografia orientale di tipo
odighítria o hodigitria, cioè di «Colei che indica
la Via», considerata la «Madonna dei
viaggiatori».
Anche in questo luogo, abbiamo reso omaggio
alla Madonna e pregato tutti insieme per
implorare sulle nostre parrocchie la materna
protezione di Maria: Colei che in quel luogo è
appunto Madonna dei viaggiatori, possa
vegliare sempre sul cammino della nostra vita.
Rientrando poi in serata a casa, abbiamo
portato con noi tutte le emozioni di quella
bella giornata.
IV
TOSCANA OGGI
25 maggio 2014
LA DOMENICA