Le Manif Pour Tous in convegno
Transcript
Le Manif Pour Tous in convegno
NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI S. MINIATO 25 maggio 2014 Piazza del Seminario,13 56028 San Miniato (Pisa) tel. e fax 0571/400434 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile: Andrea Fagioli Coordinatore diocesano: Francesco Ricciarelli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 Giovani,dieci anni con mons.Tardelli DI l’agenda del VESCOVO omenica 25 maggio - ore 11,15: Cresime a Lazzeretto. D Lunedì 26 - ore 10: collegio dei consultori. Martedì 27 - ore 19: incontro con il gruppo di preghiera della «Stella Maris». Giovedì 29 - ore 9,30: al Convegno sulla vita consacrta presso il convitto la Calza, a Firenze. Venerdì 30 - ore 21,30: in Cattedrale, celebrazione solenne del dedcimo anniversario dell’ingresso in Diocesi. Sabato 31 - ore 17,30: cresime a Sant’Angelo a Montorzo. Le Manif PourTous in convegno Raccontare la famiglia per educare alla diversità EMANUELE SALASSA ieci anni fa, quando Mons. Fausto D Tardelli fu nominato Vescovo della Diocesi di San Miniato, io avevo poco più di diciannove anni ed avevo cominciato da poco l’università. Posso quindi dire che Mons. Tardelli ha accompagnato tutta la mia gioventù. Sin dai primi vagiti del suo episcopato, vedemmo nel novello pastore della Diocesi la figura di un padre buono, di un pastore che con grinta ed un bel sorriso si accingeva a guidare, con pazienza e meticolosità, le nostre terre. Le strade da percorrere non sono state sempre libere da ostacoli, anzi molto spesso accidentate ed in salita ma non è mai mancata, in noi giovani, la certezza che tutta l’opera fosse guidata dallo Spirito Santo. Ricordo ancora come fosse ieri quando, il 2 luglio 2009, fui convocato dal nostro vescovo in Curia, insieme a Gabriella, Alessandra, Giovanni e Don Fabrizio. Fino a quel momento avevamo partecipato con assiduità agli incontri della pastorale giovanile, si era creato un bel clima tra noi giovani e non avevamo la minima idea del motivo della nostra convocazione. Ben presto Sua Eccellenza ci fece comprendere il perché della Sua chiamata: voleva affidare a noi giovani, in prima linea, la guida della Pastorale Giovanile Diocesana. Un fulmine a ciel sereno! Non sapevamo da che parte cominciare, dove mettere le mani. Il nostro Vescovo, da buon pastore, ci tranquillizzò, ci spronò e ci promise che non ci avrebbe lasciato soli. Decise di scommettere su di noi. E noi non ce la siamo proprio sentiti di rifiutare! Dal 13 ottobre di quello stesso anno abbiamo cominciato insieme un bellissimo cammino, fatto di tanti momenti forti, profondi, a anche di occasioni di convivialità e confronto. Storica è stata sicuramente la Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid nel 2011, che vide partire da San Miniato e dintorni più di 110 giovani. Rimarrà indelebile nei nostri cuori la Santa Messa celebrata con il nostro Vescovo nel luogo ove pernottavamo, in quello che i nostri ragazzi avevano chiamato "il campo profughi". L’arrivo del nostro Vescovo rinfrancò tutti i nostri cuori e ci ricaricò. Tanta fu la gioia nel vederlo accanto a noi, come fosse veramente il nostro padre premuroso che non perde un istante i suoi figli. Ci siamo sentiti amati. Ringraziamo di cuore il nostro Vescovo per tutto quello che ha costruito per noi in questi dieci anni e preghiamo per Lui affinchè la SS.ma Trinità e la Mamma Celeste lo custodiscano sempre e lo preservino affinchè fioriscano, nella nostra diocesi, tante sante famiglie e sante vocazioni. Primo Piano DELLA SETTIMANA DI FRANCESCO SARDI na bella iniziativa quella promossa dalla Manif pour Tous Empoli e voluta dal suo coordinatore Daniele Nicotra. Quest’ultimo è un genitore che ha voluto dar vita a questa associazione apolitica e aconfessionale: essa fa riferimento alla Manif pour Tous Italia nata in correlazione con l’omonima realtà francese per difendere la libertà di opinione, la famiglia basata sul matrimonio fra uomo e donna, il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre e la realtà contro la menzogna dell’ideologia Gender. L’evento in questione, “Raccontare la famiglia. Educare alla diversità” si è svolto il 16 maggio presso il teatro “Il Momento” a Empoli. Dopo i saluti del proposto Don Guido Engels che ha ospitato l’incontro e dello stesso Daniele U Nicotra è stato Alessandro Gori dell’Agesc-associazione genitori scuola cattolica- a moderare i tre interventi. Il primo a parlare è stato l’avvocato Andrea Gasperini il quale ha dato il suo apporto giuridico alla serata. I dati di fatto sono due: l’organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha emanato un documento sull’identità di genere. L’Europa l’ha seguita adottando degli standard per l’educazione sessuale: riguardano la suddivisione in fasce d’età e l’attribuzione a queste di pratiche di conoscenza del proprio sesso da zero a 18 anni. Ma la cosa è ancor più scandalosa quando guardiamo il nostro paese: il progetto di legge Scalfarotto tanto sbandierato in Italia e approvato alla Camera ha tra i suoi presupposti quello di paragonare l’omofobia all’odio razziale e a quello religioso con un’ulteriore conseguenza: che potrà essere accusato di omofobia e rischiare la reclusione chiunque esprima un giudizio etico, educativo, scientifico di certi orientamenti sessuali. La questione si fa ancor più penetrante quando la seconda intervenuta, Susanna Fontana, psicologa, ci conferma l’adozione da parte dell’ UNARufficio nazionale antidiscriminazioni razziali- del cosiddetto “cassetto degli attrezzi” per l’educazione scolastica: un esempio del suo contenuto? Un esercizio di matematica per la terza elementare: Rosa e “i suoi papà” hanno comprato tre lattine di coca cola. Quanto hanno speso? Il fatto è ancor più sconcertante se si considerano i dati antropologici: “il corpo umano è attraversato sin dalla vita intrauterina da stati mentali ed interazioni. Il corpo non è solo un dato materiale ma esprime un’identità biologica, spirituale e psichica e relazionale”. Il terzo intervenuto, Daniele Mugnaini, psicologo dell’età infantile, ci conferma un dato: i suicidi omosessuali sono più elevati in una zona lgbt (lesbian gay bisexual trans) ad alta tolleranza omosessuale invece che in una zona a bassa tolleranza omosessuale. Non si tratta quindi di normalizzare l’omosessualità ma “quel che conta è riscoprire cosa significhi avere un’identità sessuale: essere maschi o femmine”. Secondo l’ideologia gender, poi, la religiosità sarebbe un sintomo di antisocialità e violenza sugli omosessuali. Cosa sbagliata: la religiosità è sintomo di promozione sociale e di salute psichica. Il professore ha affermato infine che «se non ci fosse una legge naturale ognuno sarebbe libero di fare ciò che gli piace». II TOSCANA OGGI LA DOMENICA 25 maggio 2014 SANTA MARIA A MONTE......... PELLEGRINAGGIO DELL’UNITÀ PASTORALE AL SANTUARIO MARIANO DI MONTENERO DI RENATO COLOMBAI uando la processione introitale ha risalito la navata del santuario di Montenero, mentre l’assemblea cantava «Spalancate le porte a Cristo / Egli è Dio con noi. / Raddrizzate i sentieri del mondo, / luce nel buIo sarà», tanti pellegrini hanno avvertito la sensazione di essere lì non solo per se stessi, ma anche per i fratelli impossibilitati o quelli che il Signore ha chiamato a Sé. È stato infatti un pomeriggio indimenticabile quello di sabato 17 maggio scorso che le parrocchie di Santa Maria a Monte, San Donato e Cerretti hanno dedicato alla venerazione della Beata Vergine di Montenero. Anche il tempo c’ha messo del suo: giornata davvero splendida di estate anticipata, uno straordinario colpo d’occhio su Livorno, il suo porto con la linea dell’orizzonte impeccabile. All’ incirca trecento i fedeli delle parrocchie del comune di Santa Maria a Monte che hanno affollato il santuario. Tra loro, sistemati sul presbiterio, i bambini che hanno recentemente ricevuto la Prima Comunione. Le loro vesti bianche a cornice dell’altare. Ma anche la pattuglia di fedeli (una dozzina) che hanno raggiunto il santuario della Patrona della Toscana, coprendo a piedi i circa cinquanta chilometri che separano Santa Maria a Monte da Montenero. Un’impresa che ha richiesto fede e resistenza fisica. Sono partiti verso le quattro del mattino, dosando le forze con la suddivisione del tragitto in tappe di circa cinque chilometri. Ce l’hanno fatta, raggiungendo il santuario in un tempo inferiore rispetto a quello stimato. Stanchi, ma non sfiniti. Il pellegrinaggio a piedi a Montenero non è una novità. Nei primi anni ’60 un gruppo di donne santamariammontesi affrontò l’impresa e ci riuscì percorrendo quell’incognita che era l’ Arnaccio. La riscoperta del pellegrinaggio a piedi che si è verificata negli ultimi anni ha riproposto l’iniziativa e ha trovato il consenso di un bel gruppo. La Santa Messa è stata concelebrata dai sacerdoti delle parrocchie che hanno aderito al pellegrinaggio e presieduta da don Luigi Solari, priore di San Donato. Nell’omelia don Solari ha ricordato le parole con cui San Giovanni Paolo II qualificò la sua visita al santuario di Montenero nel 1980. "Vengo da pellegrino", specificò il grande Papa, per sottolineare la condizione con cui ci si deve presentare nei santuari. Quella del pellegrino è una condizioni di assoluta "democrazia". Infatti nell’itinerario che deve affrontare conta l’essere, non l’avere. Infatti la prima condizione qualifica la motivazione che spinge a camminare con essenzialità, mentre la seconda coincide con una situazione in cui il superfluo appesantisce il percorso. E’ proprio alla Madonna delle Grazie, cui il santuario di Montenero si intitola, che ciascuno di noi si deve rivolgere per ricevere conforto ed ascolto rispetto alle necessità delle nostre comunità parrocchiali e di ciascuno di noi. Maria è Regina di tutte le Grazie. Intercedendo per noi presso Dio, fa in modo che Egli ci conceda qualsiasi grazia. La teologia ci assicura come nulla Dio neghi alla Santissima Vergine. Dunque Maria appare come una madre premurosa che ottiene tutto ciò che gli uomini necessitano per l’eterna salvezza. Ce lo attesta l’episodio evangelico delle “Nozze di Cana”. Maria fa in modo che Gesù compia il miracolo e incoraggia i servi dicendo loro: «fate quello che Lui vi dirà». In virtù di questa prerogativa materna di Maria, al termine della Santa Messa i fedeli hanno recitato l’atto di affidamento alla Madonna, la cui intercessione è costante. Per questo Dante nel XXXIII Canto del Paradiso affida a San Bernardo questa preghiera alla Vergine: «Donna, se’ tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia e a te non ricorre, sua disïanza vuol volar sanz’ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fïate liberamente al dimandar precorre». Q NOTIZIE DALLA DIOCESI Più di 90 persone da Perignano a S.Pietro per la manifestazione nazionale delle scuole. La scuola Santa Lucia «a lezione» da Papa Francesco DI MATTEO LAMI e care: questo il titolo del raduno nazionale organizzato dal CEI rivolto a tutte le scuole d’Italia, religiose e laiche. «A noi importa»: un grido di gioia, un inno all’istruzione, per manifestare insieme al papa la voglia di continuare a credere nel futuro dei nostri giovani. La scuola dell’infanzia S. Lucia di Perignano, coordinata dalla Coop. Il Cammino, ha organizzato la giornata a Roma per i propri alunni e le loro famiglie. Cosi, sabato mattina alle 6.00 due pullman con 92 persone, famiglie e i rispettivi parenti, sono partiti alla volta del Vaticano. 300 MILA le persone in S. Pietro, un’affluenza molto più numerosa del previsto, che ha provocato alcuni problemi nell’organizzazione dell’evento, ma non ne ha assolutamente sminuita la portata emozionale. Papa Bergoglio ha percorso via della Conciliazione sulla papa mobile prima di dare avvio alla manifestazione, permettendo anche a chi era rimasto fuori dalla piazza, di percepire il clima di festa, che ha caratterizzato l’intera giornata. LA SCUOLA - Un luogo d’incontro, come palestra in cui allenarsi alla vita, dove "educare al vero, al bello e al buono", queste le parole di Papa Francesco, che ha voluto W sottolineare quanto sia importante battersi per il diritto allo studio, perché l’istruzione come servizio di offerta sopravviva alla crisi economica. «Non dobbiamo mai smettere di amarla - la scuola -, mai pensare che sia un parcheggio. L’educazione non può mai essere neutra: o è positiva o è negativa. O arricchisce o impoverisce. O fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla». Inevitabile anche il pensiero rivolto a Don Milani «un grande educatore italiano, che era un prete», del quale ha ricordato l’importante pensiero sulla necessità di educare i giovani ad imparare, a conoscere e ad istruirsi: «Se uno ha imparato a imparare, questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà». Nonostante il lungo viaggio, i 4 chilometri a piedi, la fatica di tutti i partecipanti, ascoltare le parole di papa Francesco, fianco a fianco con ragazzi e adulti provenienti da tutta Italia, persone che condividono una stessa idea di istruzione, che attribuiscono la stessa importanza al ruolo educativo degli insegnanti e dei genitori, è stata un’esperienza unica. «Mente, cuore e mani» sono i concetti che ha richiamato il papa in conclusione: studio, passione e pratica, per una scuola che creda in se stessa e nei suoi giovani, a partire dall’infanzia. La Scala,celebrati tre anniversari d’eccezione DI RICCARDO CECCATELLI omenica scorsa, 18 maggio, don Roberto Pacini, don Ernesto Testi e Mons. Carlo Ciattini, hanno ricordato il loro 25° anniversario di ordinazione sacerdotale con un solenne concelebrazione nella chiesa di San Pietro alle Fonte a La Scala dove Mons. Ciattini, oggi Vescovo a Massa Marittima-Piombino, è stato parroco fino a 3 anni fa. Le parrocchie di La Scala e San Lorenzo a Nocicchio hanno infatti desiderato far festa al loro ex-parroco, che ha accettato molto volentieri l’invito, a concelebrare una Messa insieme a don Ernesto e don Roberto che con lui furono ordinati presbiteri in Cattedrale il 14 maggio del 1989 da Mons. Edoardo Ricci. Mons. Ciattini nell’omelia ha ricordato con affetto il sacerdoti defunti delle nostre parrocchie e in particolare i Vescovi Ghizzoni e Ricci D che hanno curato e custodito la loro vocazione. Dopo la Santa Messa, la festa si è protratta a lungo sulla terrazza della canonica della Chiesa Parrocchiale per una aperi-cena offerta a tutti i presenti. Una piacevole occasione per un affettuoso saluto e per una sana “rimpatriata”. A Mons. Ciattini le parrocchie hanno donato un anello episcopale con l’effige dei santi apostoli Pietro e Paolo a ricordo di questo anniversario. TOSCANA OGGI LA DOMENICA 25 maggio 2014 Una giornata diversa per costruire un nuovo senso di comunità Festa dell’unità pastorale delle Cerbaie al Santuario di Querce DI RACHELE MATTEONI are insieme agli altri la tua strada verso Lui»: questi versi riassumono la Festa dell’Unità Pastorale di Galleno - Pinete, Orentano, Querce, Staffoli e Villa Campanile. Il Santuario delle Cerbaie ha accolto una bellissima celebrazione comunitaria durante la quale le parole di Don Sergio hanno lasciato un segno indelebile: «Vogliamo ridare vita a questo luogo insieme, riscoprendolo e riscoprendo il nostro senso di comunità. È bello ritrovarci tutti qui oggi, con le coppie di fidanzati, le famiglie ed i bambini». La Santa Messa si è conclusa, non a caso, con la benedizione dei fanciulli presenti. L’obiettivo della nostra Unità Pastorale è dar vita ad una fede ed una religiosità a «misura di famiglia», per questo la celebrazione di inizio del mese mariano è stata dedicata alle coppie e per lo stesso motivo abbiamo pensato di pranzare insieme. Un pranzo di condivisione, dove ognuno ha portato qualcosa, dove “dividendo” siamo riusciti a “moltiplicare” il cibo. Sotto l’ombra dei tigli ed un timido «F sole, c’era la fotografia della vera comunità cristiana: un gruppo di persone che si vogliono bene, che sorridono, che si sostengono l’uno con l’altro perché vogliono costruire insieme il Regno di Dio. «Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, io sono lì in mezzo a loro».È stato davvero così. Gesù era nascosto nei fratelli e sorelle di Orentano, Staffoli, Villa Campanile, Galleno, Pinete, Querce e poi Spianate, nei sorrisi dei bambini, nei brindisi scherzosi, negli abbracci, nei giochi di squadra, nelle canzoni a ritmo di chitarra, insomma Gesù era ed è in ogni manifestazione di amore fraterno. E’ stato bello condividere un giorno interno come una grande famiglia, con la semplicità dei buoni sentimenti e la voglia di affidare i nostri progetti nelle iovedì 15 Maggio presso la Chiesa di Santa Cristina in Santa Croce, in occasione del decennale del suo episcopato, il vescovo Fausto ha voluto pregare insieme ai giovani della sua diocesi. Una tranquilla serata di Maggio a conclusione del ciclo di meditazioni sull’Amore e sulle relazioni umane, ha fatto da cornice all’evento. Il vescovo nella sua meditazione- raccontava brevemente la storia della sua vocazione e della bellezza del rinnovare il proprio sì al Signore ogni giorno. Dire «Ti amo» significa principalmente lasciarsi amare, accogliere l’altro, fare spazio; come Maria all’annuncio dell’angelo, siamo inviati a dare il nostro sì incondizionato al Signore. Per valutare la nostra disponibilità verso il Signore, ciascuno secondo i suoi doni e la sua specifica vocazione, siamo invitati a confrontarci con il brano (Gv 21, 15-17) : «Gesù disse a Simon Pietro: »Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie G mani di Dio. Ognuno nel suo piccolo ha contribuito a rendere questo giorno speciale, mettendo un altro mattoncino importantissimo per la costruzione di una solida unità pastorale. Un ringraziamento a tutti i partecipanti, dal diacono Roberto alla dolcissima Azzurra, da Lorenzo a Donato, da Don Raphael a Don Christel e poi Antonio, Carla, Carmen, Cinzia, Daniela, Giovanna, Giuseppina, Maria, Nadia e tutti gli altri. Ricorderemo i momenti di preghiera, i travestimenti per gioco, i bambini sul camion, il caffè nel termos e l’attesa dei pellegrini di Spianate, sperando che la pioggia non li colpisse. Che emozione vederli arrivare sotto un benevolo ultimo raggio di sole e chiudere la giornata con loro! Accogliamo l’invito di Gesù e del Papa ad uscire dal nostro "campanilismo" per aprirci totalmente agli altri: perché solo con la vicinanza dei nostri fratelli scopriremo il cielo che è dentro di noi e lasceremo, così, una magnifica scia di Luce. pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle». L’adorazione eucaristica, accompagnata da musica e canti, ha permesso a tutti i presenti di meditare quanto proposto nel cuore e di rivolgere le proprie intenzioni, preoccupazioni o riflessioni personali al Signore, realmente presente nell’Eucarestia. Al termine della veglia le suore del monastero hanno rivolto al vescovo e ai giovani il loro ringraziamento per le belle occasioni di incontro e preghiera di questo anno auspicando per un crescendo futuro. I prossimi incontri saranno sabato 24 Maggio con la festa giovani a Santa Croce sull’Arno alle 21,15 e il corso fidànzati/fidanzati tenuto dai frati di Assisi dal 13 al 15 Giugno. Gabriella Guidi Capanne, gita fuori porta per i ministranti nche quest’anno si è svolta la consueta Gita di fine anno dei ministranti, un premio che il nostro parroco fa a tutti i Ministranti della nostra comunità che svolgono le attività all’interno della nostra comunità parrocchiale, quest’anno insieme anche alla parrocchia di Marti. Domenica 11 Maggio alle 5,00 del mattino in pullman , con gli "Altar Boys" siamo partiti tutti alla volta del Lago Maggiore con 58 persone e una famiglia che è partita il sabato con una macchina. Verso le 10,30, come da programma, siamo giunti all’Eremo di Leggiuno un bellissimo Monastero aggrappato al lago Maggiore, dove Don Fabrizio alle 11,00 a concelebrato la S.Messa. Come da programma, terminata la messa, ad attenderci c’era il traghetto che ci ha portato all’Isola del Pescatore dove abbiamo pranzato al sacco, e poi grazie anche a Vera abbiamo gustato anche dei buoni liquori IN PELLEGRINAGGIO AL SANTUARIO DI SAN LUCA abato 17 aprile, a conclusione dell’attività Sparrocchie dell’anno della nostra Unità Pastorale, le di San Romano, Capanne, Marti e Adorazione Eucaristica dei giovani con il Vescovo « III A dessert. Giro dell’isola e poi al pomeriggio ci siamo diretti all’Isola Madre dove , con una Guida abbiamo visitato la Villa dei Borromeo con i curatissimi giardini e gli splendidi pavoni che per la gioia di tutti hanno esibito le loro magnifiche code. Alle 17,00 siamo tornati verso il pullman che ci attendeva per ripartire alla volta delle nostre case. Nonostante la stanchezza avevamo ancora la forza di ridere e scherzare così guidati dal nostro Seminarista Simone i ragazzi e gli adulti si sono cimentati in gare canore , con don Fabrizio vincitore anche se Roberto non era tanto d’accordo. La giornata, pur nella fatica degli orari , si è svolta nel migliore dei modi con la gioia e serenità di tutti. Un ringraziamento a Simone Gronchi, uno di noi genitori, che ha organizzato così bene la gita, alla nostra fotografa Linda di Marti e Simone il seminarista che ha saputo intrattenere i nostri ragazzi molto bene. Poi ad Alessandra per la sua preziosa collaborazione e a Don Fabrizio per il suo starci sempre accanto. Un grande ringraziamento sopratutto al Signore che ci ha fatto vivere una giornata bellissima , all’insegna dell’amicizia,della fraternità e della fede. Alessandra Costagli Bianco Montopoli Val d’Arno, si sono recate, accompagnate dai rispettivi parroci, Padre Roberto Beneamati, Don Fabrizio Orsini e Don Matteo Punthempurakal, in pellegrinaggio presso il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio che si trova in frazione Baragazza, nel comune di Castiglione dei Pepoli (BO), nella zona di confine con la Toscana. Questo santuario è, per importanza, il secondo santuario della diocesi bolognese, dopo quello della Madonna di San Luca, a Bologna, che tra l’altro abbiamo visitato nel pomeriggio di quello stesso giorno. Dalle nostre parrocchie siamo con due pullman: situato tra il verde delle montagne dell’appennino tosco-emiliano, il Santuario di Boccadirio è davvero una piccola oasi di silenzio e di pace. Al nostro arrivo siamo stati accolti da uno dei Padri del Santuario che ci ha illustrato brevemente la storia del Santuario stesso. Secondo la tradizione popolare, il 16 luglio 1480, giorno della festa del Carmine, due pastorelli della contea allora appartenente ai Signori Pepoli di Bologna - Donato Nutini e Cornelia Vangelisti, nativi del luogo - ebbero una visione della Madonna, apparsa in corrispondenza del rio Davena (punto di confluenza dei due torrenti Tanone e Butrione, da cui il nome della località Boccadirio), che predisse loro una vita consacrata nella religiosità. Fu così che la popolazione di Baragazza decise di costruire nel XVI secolo una piccola chiesa con tabernacolo intitolata alla Beata Vergine delle Grazie. La struttura attuale del santuario rispetta abbastanza fedelmente quella originaria cinquecentesca anche se nel corso dei secoli numerose sono state le modifiche apportate. Sempre secondo la tradizione, è a Cornelia Vangelisti, divenuta poi Suor Brigida, che si deve l’acquisizione dell’immagine della Beata Vergine delle Grazie, opera del 1505 di Andrea Della Robbia, conservata sull’altare maggiore del Santuario, che dal 1947 è gestito dalla Congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù, comunemente detti Padri Dehoniani. Visto che Suor Brigida è vissuta poi in un monastero della città di Prato, il santuario è per questo oggetto di una particolare venerazione dai pratesi, che spesso organizzano pellegrinaggi, anche a piedi, dalla loro città. Numerosi ex voto conservati all’interno del Santuario, testimoniano le grazie ricevute nei secoli dalla gente: il padre ci ha detto che tutti i miracoli sono eventi con i quali Dio manifesta il suo grande amore nei nostri confronti. Al termine della visita guidata, prima della celebrazione eucaristica, diversi padri Dehoniani si sono messi a disposizione per le confessioni. Nella Santa Messa, celebrata dai nostri parroci, abbiamo affidato a Maria tutte le nostre famiglie, i bambini, gli ammalati, mettendo nelle mani della Madre di Dio tutte le nostre necessità. Dopo il pranzo al santuario, siamo ripartiti alla volta di un altro Santuario: quello della Madonna di San Luca che si eleva sul Colle della Guardia, presso Bologna. Questo è un importante santuario nella storia della città è sempre stato, fin dalle sue origini, meta di pellegrinaggi per venerare l’icona della Vergine col Bambino detta "di San Luca" (l’evangelista) una antichissima immagine raffigurante una Madonna col Bambino secondo la classica iconografia orientale di tipo odighítria o hodigitria, cioè di «Colei che indica la Via», considerata la «Madonna dei viaggiatori». Anche in questo luogo, abbiamo reso omaggio alla Madonna e pregato tutti insieme per implorare sulle nostre parrocchie la materna protezione di Maria: Colei che in quel luogo è appunto Madonna dei viaggiatori, possa vegliare sempre sul cammino della nostra vita. Rientrando poi in serata a casa, abbiamo portato con noi tutte le emozioni di quella bella giornata. IV TOSCANA OGGI 25 maggio 2014 LA DOMENICA