MÄGO DE OZ - Altervista
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MÄGO DE OZ - Altervista
MÄGO DE OZ GAIA Traduzione a cura di Eduardo “Kurai-sama” Segura I. Obertura MDXX Fin dall'inizio dei tempi, i fiumi sono stati le arterie che trasportavano la vita. Le montagne e la terra furono la mia pelle. I boschi e le foreste, la mia pelliccia. Tutto viveva in perenne armonia, finché comparve l'essere più crudele e capriccioso mai esistito su questo pianeta : l'uomo. Una forma di vita apparentemente intelligente, ma corrosa dall'ingordigia, la violenza e l'ignoranza. Io sono Gaia, Madre Natura, e tutto quello che mi farai, ti sarà rivoltato contro. II. Gaia 7 di Gennaio 2002. Atlanta, Georgia (USA) Da sempre ho voluto che l'angoscia fosse la mia acqua; che tutto il dolore che produce la mancanza di ossigeno nell'allegria, invece di diventare sconforto, formasse piccole gocce così da poter dar nome e forma, a quel dolore che riveste le pareti dello stomaco quando sai che non c'è più via d'uscita. Ho sempre sognato, che l'alchimia della speranza, trasformasse questa paura in gocce di sudore, che, scivolando per la mia fronte, dissolvesse questa angoscia che mi ha già giustiziato. E ora, che so che la mia fine si avvicina, vorrei sentir evaporare questo male che detiene la mia libertà appena sequestrata, che evaporasse con il calore di un abbraccio o con il sospiro di un “ti voglio bene”. Quella libertà che sempre mi baciò dandomi del Lei e che mai mi promise amore eterno. Mentre Alma Echegaray stava per essere giustiziata sulla sedia elettrica, questi pensieri restavano impressi nella sala, dove venti testimoni e mezza dozzina di giornalisti stavano presenziando come la corrente di 2000 V. attraversava il suo corpo. Questa prima scarica lascia il reo incosciente, a seguire gli si applica un'altra scarica di 1000 V. con l'obiettivo di finirlo e poi più tardi una terza e ultima, di 2000 V. nel caso ci fosse il dubbio dell'efficienza di cotanto magnanimo braccio della giustizia. Esistono numerosi casi in cui il reo non muore immediatamente e giace sentendo un atroce dolore. Inoltre ci sono persone più resistenti all'elettricità rispetto ad altre, sia perché hanno una naturale resistenza alla corrente o perché sono state continuamente esposte a essa. Quando quella scarica di corrente percorse una seconda volta il corpo di Alma, questa smise con le convulsioni e un silenzio isterico piombo nella sala, Giustizia era stata fatta, lo stato aveva assassinato un'altra minaccia per lo stile di vita americano. Alma Echegaray non esisteva più! Joe Hamilton non gradiva le esecuzioni, ma pensava che la società dovesse ricorrere a questi mezzi per potersi difendere e conservare l'ordine nel paese. Lui fu sempre per le esecuzioni tramite Translated by Kurai-sama puntura letale, per la sua pulizia, per la sua modernità, ma forse questo metodo lo trovava troppo dolce e poco didattico. Fin dall'inizio della sua carica come governatore della Georgia, aveva sempre preferito le esecuzioni rapide ed esemplari. Il reo doveva soffrire come castigo dei suoi crimini, e per avvertire futuri delinquenti, la vecchia sedia, era il minore delle pene che conosceva. Mentre cercava di allontanare la sua mente dai fatti delle ultime 5 ore, nelle quali dovette anche respingere 2 volte consecutive un indulto per quella sudamericana, e nelle quali dovette anche convincere la stampa che gente di questo calibro sono dannose per la società, si versò una coppa del suo bourbon preferito e distrattamente accese il suo PC nel suo studio situato nell'ala destra della sua mansione. Doveva aggiornare la sua posta elettronica, prima di farsi una doccia ristoratrice e cercare di riposare. Era stato un giorno di morte! All'improvviso qualcosa di strano successe. Tutti i messaggi in arrivo cominciarono ad eliminarsi mentre, nello stesso istante, uno nuovo arrivava dal nulla e lampeggiava insistentemente, con una cadenza ritmica e frenetica... Incuriosito lo apri, e la sua sorpresa aumentò quando vide il mittente: Alma Echegaray. Era impossibile, dal corridoio della morte nessun reo aveva la possibilità di accedere a nessun PC e ancora meno poteva comunicare con l'esterno. In quel preciso istante le sue dita lasciarono cadere la coppa di whisky, che si frantumò contro la tastiera. Il rumore prodotto dal cristallo, lo risvegliò dalla sua fredda e ordinaria vita. La mail era appena stata inviata! Velocemente la cominciò ad esaminare parola per parola e, mentre i suoi occhi si posavano su quel testo, il suo cuore iniziò a battere freneticamente. Non poteva essere! Era impossibile! Ma... se sei morta! La mail diceva: “ Egregio Governatore, sì, non è un'allucinazione, è reale, le sto scrivendo da oltre il dolore, dove il suo potere e le sue leggi non hanno nessun effetto. Dove sono, finalmente, sono libera, e il mio corpo ha smesso di soffrire le torture alle quali Lei mi ha sottomesso, Ma, nonostante la mia anima sia finalmente libera, non sono riuscita a trovare ancora la pace, no, finché non riesca che Lei e tutta l'umanità che pensa come Lei, capiscano che quello che avete appena fatto con me non è giustizia, è un crimine. Prima che finisca questa notte, lei sarà giustiziato, ma prima vorrei che leggesse un racconto. Racconto che comincia nell'anno 1500. Legga attentamente, e si versi un'altra coppa, la vedo con la gola secca...” Ci sono volte in cui non so, se spremere il sole per riuscire a sentire calore e dubito che al nascere, sarei riuscita a credere che oggi sarei morta. Cerco di comprendere il perché di questa decisione se io mai ho odiato. Cerco di afferrarmi al coraggio, ma non so fingere solo voglio vivere. Dove vendono un po' di compassione? Per poter saziare la mia solitudine Dove trafficano con sogni di amore? Visto che voglio drogare questa angoscia Translated by Kurai-sama Ricordo il giorno in cui la mia libertà non aveva prezzo né fine In cambio oggi offriva perfino l'eternità solo per poter vedere il sole sorgere. Mi vendicherò e tutto il male che mi farai io te lo restituirò l'uomo non è mai stato padrone di Gaia è giustamente al contrario Sento dei passi, si spezza la mia voce so che mi vengono a prendere. E un sacerdote in nome di Dio chiede “Vuoi confessarti?” Confesso che ho amato ed ho creduto in un dio dei poveri, giusto e virtuoso confesso che in questa sedia in cui devo morire la mia anima rinascerà. Tutta la mia vita scorre davanti a me, tanti sogni ancora da realizzare Non avere paura, non piangere per me, rimarrò sempre accanto a te. Sento le preghiere, cerco di gridare, mi coprono per non vedere. Agli occhi di una crudele umanità la Morte si eccita, è la fine. Mi vendicherò e tutto il male che mi farai io te lo restituirò l'uomo non è mai stato padrone di Gaia è giustamente al contrario III. La Conquista Anno 1519, metà di febbraio Buongiorno Avventura! Pedro de Alcazar sussurrò alla brezza marina mentre ammainavano le vele. Era una mattina solare del mese di febbraio e finalmente, ai suoi vent'anni, stava per conoscere il mondo e, perché no, farsi una piccola fortuna. Como tanti altri uomini, 508 per essere precisi, Pedro de Alcazar faceva parte della spedizione che Cortès aveva finanziato di tasca sua per andare in cerca di glorie, onori e di El Dorado. Questa spedizione si completava con 12 navi, 10 cannoni di bronzo, 4 falconieri e polvere da sparo, quasi sufficiente. Tredici dei suoi uomini erano moschettieri, con buoni archibugi. Inoltre aveva al suo servizio una trentina di balestrieri. Sedici cavalli era tutta la forza animale di cui disponeva Translated by Kurai-sama questo piccolo gruppo di avventurieri spagnoli... E a me, Pedro de Alcazar, figlio di Simòn de Alcazar e di Isabel de Guzman, avevano dato il compito di nutrire a tutte le bestie della spedizione, cavalli inclusi. Nei giorni seguenti, costeggiammo la costa sud di Cuba per poter rafforzare il nostro armamento. Salpammo da Santiago de Cuba il 18 febbraio dell'anno di Nostro Signore 1519. Quelle settimane passarono con la sola compagnia dello scricchiolio delle assi della nave e del suono del forte vento che, oltre a spingere le vele, spingeva anche i nostri sogni di gloria. Finalmente avvistammo terra, precisamente, nell'istante in cui la notte sbadigliava e il pallido sole albeggiante faceva colazione con i primi odori del giorno. Davanti ai nostri occhi, un'infinità di colori si affacciarono come appena sorti da una favola. Mai avevo visto tante varietà di uccelli e di piante, perfino la sabbia di quella spiaggia, sembrava essere stata disegnata da una mano soprannaturale. Hernàn Cortès ordinò che tutta la ciurma si riassestasse a dovere e, di fronte agli attoniti di quei nativi, noi spagnoli ostentammo il nostro potere e orgoglio. La paura di quella gente, seminuda, era palpabile; osservavano i nostri cavalli con terrore e spaventati andavano a rifugiarsi. Più tardi, avrei scoperto che loro credevano che cavallo e destriero fossero un unico essere e che le nostre navi fossero montagne galleggianti. Erano convinti della nostra divinità, che eravamo la reincarnazione di Quetzalcoatl, un dio molto potente, la serpente piumata delle leggende messicane adorata in tutto l'impero azteca. I Maya lo conoscono come Kuculcan. In entrambi i casi, è il Dio della Sapienza, che miscela le forze della terra con quelle del cielo. La sua consorte è Tonantzin, dea della Terra. Racconta la profezia che Quetzalcoatl tornerà al regno degli uomini nell'anno azteca che coincide con il 1519 del nostro calendario romano. NO, non eravamo degli dei, ma solo un gruppo di incoscienti guerrieri avidi d'oro e di avventure. E io, Pedro de Alcazar, cominciavo a rendermi conto delle atrocità che avremmo compiuto per poter raggiungere il nostro scopo. Avremmo torturato, ammazzato, schiavizzato, tutto solo per la loro terra e sotto l'insufficiente pretesto di cristianizzare qualcuno che non lo necessitava. Era l'Orgia del Potere, il Banchetto dei Cristiani, era... La Conquista. Il vento si svegliò risvegliando il dio del mare Mentre sbadigliava il Sole l'orizzonte si schiarì Si denudavano con fare sensuale la costa e il litorale Lasciando cadere la nebbia ai suoi piedi Credetti di vedere il Giardino dell'Eden. E a mettere piede sulla terraferma mi accorsi che arrivavano persone che vedendo i nostri vestiti non capivano che fare. Siamo venuti a scambiare i vostri sogni con la Fede il vostro oro per avere un Dio e un Re a cui seguire. Translated by Kurai-sama Guerra, morte, distruzione... il nostro inno, quanto coraggio! Al soldato e al Signore la conquista li eccitò. E anche se mai avrei voluto essere come lui Chiederò che mai più si conquisti un altro popolo, giammai. Voglio chiedere perdono e conquistare il tuo cuore Voglio chiedere perdono in una battaglia, i primi caduti, sono la Giustizia e l'Amore E a te parlo oggi cura e ama la tua tradizione. Oggi voglio il tuo perdono se la tua terra ami, non smettere mai di averne cura per favore. IV. Alma (Anima) Azaak, coi suoi 18 anni, non arrivava ad immaginare che, più in là da dove nasce e muore il sole, esistesse una razza così potente quanto misteriosa. Nel villaggio correva voce che dei uomini dalla carnagione bianca come la farina e con peli su tutta la faccia, erano arrivati galleggiando su delle montagne ed erano vicini alla città, mostrando vestimenta impossibili e brandendo coltelli che sputavano fuoco e morte. Pur essendo la più piccola di 5 fratelli, Azaak già possedeva immensa conoscenza e un grande senso di responsabilità. Fin dall'infanzia aveva sviluppato la capacità di parlare con gli alberi e di leggere i messaggi che le nuvole le inviavano. Si sentiva in perfetta sintonia con la natura, alla quale chiamava Sorella. Quella mattina, il suo cuore le aveva avvertito che un pericolo sconosciuto si nascondeva tra la sua gente. Più tardi, ebbe notizie su quegli esseri con 2 teste e con zampe di bestia e dell'intenzione di questi di fare prigioniere tutte le femmine sane che fossero in età di poter fare figli. E fu in quell'istante, quando la vidi, che mi resi conto di non aver conosciuto la bellezza nella sua totalità, finché i suoi occhi mi penetrarono con un dolce ed inquisitorio sguardo. Mi trovavo di fronte a lei e, al mio fianco, Jeronimo de Aguilar, un naufrago spagnolo che arrivò nella costa maya otto anni prima dell'arrivo di Cortès e che, inoltre, parlava la lingua dei nativi con una certa disinvoltura. Insieme ad Aguilar e me, appresso a quella bellissima indigena, si trovavano delle anziane che emettevano urla strazianti e singhiozzavano sconsolatamente. Poco a poco, riuscii a farmi largo tra quella moltitudine di persone e riuscii a vedere il motivo di tanto dolore. Sdraiata su un piccolo giaciglio di foglie verdi, giaceva una creatura di massimo 4 anni. I suoi piccoli occhi mi guardarono come se volessero parlarmi, la sua carnagione scura e i suoi lunghi capelli erano ricoperti di sudore e la sua respirazione aveva ormai perso qualsiasi cadenza naturale. Con un rapido movimento, ma allo stesso tempo delicato, Azaak tirò su la sua testa e calmo un attimo la sua agonia, dandogli da bere dell'acqua dalla sua mano. Translated by Kurai-sama Ditegli il mio nome, e se in qualche modo posso essere utile, sarò felice di poter far qualcosa. E ditegli anche, Aguilar, di non aver paura, che non voglio far loro del male, commentai con umiltà. Jeronimo de Aguilar scambiò alcune parole con Azaak. Dopo una breve pausa, che a me parve un'eternità, Aguilar mi disse: “ Sta morendo, Pedro, ha una grave malattia, ma i loro cuori non piangono per la sua partenza, bensì perché ci hanno ordinato di catturarli e la bambina rimarrà senza “la canzone dell'Anima” – Cosa vuoi dire? - gli chiesi – Loro credono che dobbiamo essere pronti per l'ultimo viaggio, così come dobbiamo essere pronti per la vita. Se non permettiamo che queste persone facciano il loro rito, l'anima di questa bambina vagherà tra le Terre Tristi. – E quale sarebbe questo rito? - gli richiesi – È una canzone...La canzone dell'Anima. – Dì loro di cantarla. Lasceremo loro il tempo necessario. Dietro all'inquietudine, che tinge ogni pelle con delle sfumature di un finale. Lasciai volare il dolore, verso la mia libertà l'eternità mi diede appuntamento. Il mio corpo cedette alla stanchezza la mia vita sbadigliò ma la mia mente è ancora in piedi Non è un conto in sospeso è un ciclo in più è un inizio, non una fine. La mia anima oggi vuole volare essere acqua, essere la brezza del mare Ed essere quel fiore che nel tuo giardino arrampicandosi arrivi fino a te. E' molto duro sapere che anche il tuo corpo ha una data di scadenza. So bene che se mi libero di una battaglia domani ce ne sarà un'altra. Mi ha messo le corna la salute con il tuo Dio e ha dettato la mia sentenza. Nelle mie tenebre c'è una luce che alla fine cullerà il mio cuore. La mia anima oggi vuole volare essere acqua, essere la brezza del mare Ed essere quel fiore che nel tuo giardino arrampicandosi arrivi fino a te. Translated by Kurai-sama La mia anima oggi vuole volare spezzare catene e sognare e con la tua voce sentirti parlare Porto con me amore, mi porto la pace. V. La Costa del Silencio (La Costa del Silenzio) Passarono molte lune, ed io ogni giorno ero sempre più risucchiato dal magnetismo di quella donna così singolare. Nonostante fosse diffidente degli spagnoli, non dimostrò mai odio o rancore verso di noi, ma non abbracciò il cristianesimo come fecero altre. Lei non riusciva a capire l'affanno di Hernan Cortès di invadere e dominare Tenochtitlan, capitale dell'impero Azteca. Azaak era convinta che la terra, le nuvole e le montagne appartenessero solo a chi sapesse vivere in comunione con loro, e non utilizzandole come piattaforme di crescita personale, di vendetta o di abuso. Nelle molte notti che passai, incantato, ascoltando le bellissime storie che mi raccontava, cominciai a capire quello che mi voleva insegnare. Voi – mi disse – utilizzate il mare per alimentarvi e per viaggiare su di lui, ma non pensate mai a prendervi cura di lui. E il mare, quale essere vivente, ha bisogno di amore e di attenzioni, come il fiume o l'albero. Ieri ascoltai il vento e mi avvertì che fra moltissime lune, quando avrete navi che non avranno bisogno del fratello Vento per muoversi, il mare soffrirà di una malattia così grave che, se l'uomo bianco non farà qualcosa per curarla, esso morirà di angoscia e di sporcizia. E Madre Natura vi punirà per questo. Alle porte di Tenochtitlan, mentre la luna illuminava le nostre facce, Azaak illuminò la mia anima raccontandomi la profezia che, secondo lei, si sarebbe avverata nella nostra Galicia fra molti, molti anni.... Il Mare sputava un lamento così lieve che nessuno lo sentì era un dolore così profondo che tutta una costa morì. Piange singhiozzando la nuvola che si ammalò e scrive paure sulla sabbia il dolore La paura addormenta un delfino che bevve da una pozza di acqua nera, la sua sorte emigrò Vieni, voglio sentire la tua voce, e, se ci rimane un po' di amore, impediamo che tutto questo muoia. Vieni, poiché dentro di te c'è la soluzione di salvare tutta la bellezza che rimane. Dove alberga l'usura nascono l'ambizione e il potere, e questi fioriscono nella terra che agonizza per gli interessi. E raccontano che un gabbiano decise in un atto suicida immolarsi nel sole ride con disprezzo una nave che si arenò Translated by Kurai-sama e si dissangua nel suo letto il mare Facciamo una rivoluzione che il nostro leader sia il Sole e il nostro esercito siano delle farfalle Come bandiera una nuova alba e come conquista riuscire a comprendere che bisogna cambiare le spade con delle rose Finchè ti rimane fiato vai a cercare aiuto con il vento resta ormai poco tempo... VI. El Arbol de la noche triste (L'albero della notte triste) Nella notte del 30 giugno 1520, dopo aver convissuto con gli Aztechi in Tenochtitlan, approfittando del loro credo circa le nostre origini divine, Hernan Cortès ordinò di abbandonare la capitale, poiché la pazienza degli aztechi e l'appoggio del popolo di Monctezuma, erano arrivati al capolinea. Gli ordini era chiari, dovevamo trasportare tutto l'oro possibile e, con l'ausilio dell'oscurità della notte, saremmo scappati con la stessa clandestinità con cui un ladro deve abbandonare la scena del crimine. Io stesso fui tentato dall'ambizione. Tutti eravamo prede di una strana miscela di paura e di euforia di potere. C'erano alcuni, addirittura, che lasciavano le loro armi ed elmi, così da poter aumentare il proprio bottino. E, siccome le gambe del bugiardo e del ladro sono corte, non riuscimmo ad andare molto lontano. A causa della nostra poca accortezza, gli aztechi diedero l'allarme e vedendoci scappare vigliaccamente con le loro ricchezze, ci attaccarono con la forza con cui difendi la tua razza e la tua terra. I cavalli sprofondavano nell'acqua, a causa del sovrappeso e molti dei miei compagni morivano affogati. Fu una carneficina. Cortès fu ferito, e le perdite furono altissime. Io ebbi una ferita inguaribile, e fu quella che ricevette la mia anima alla vista di ciò in cui mi ero trasformato: ladro e vigliacco assassino. Azaak era riuscita a mettersi in salvo, ma era ancora nostra schiava e credo anche del mio cuore...tra lei e me era sorto qualcosa di più forte dell'odio o dell'ambizione, l'amore! Mi feci coraggio e approfittando che Cortès stava riposando ai piedi di un albero, mi decisi a fargli sapere il mio punto di vista su quella poco onerosa forma di procedere. Sorpresa fu trovare a Hernàn Cortès piangendo sotto quell'albero, fu una notte di tristezza, fu la notte triste... Oggi la superbia ha violentato il tuo valore e l'avarizia ha leccato il tuo disonore Quanto fa male sentire che sei perduto? Che l'ira si è fottuta il tuo destino? Togli l'intimo al dolore Denudati Cortès e dimmi Cosa vedi? Dimmi cosa vedi? Si eccita la vendetta alla vista dell'erezione che ti causa l'idea di un'altra invasione Translated by Kurai-sama Credesti di avere il mondo ai tuoi piedi e piangi la tua disfatta leccandoti. Ricorda ciò che un giorno hai perduto io sono l'Albero della Notte Triste So che il tuo pianto servirà prima o poi per non schiavizzare mai più gli essere umani Piange un quetzal e allo stesso tempo Ruggiscono i fiumi e il vento ordina a un colibri “Vai a cercare!” dove Gaia si nasconde Che ordini all'orizzonte che faccia eiaculare un volcano. VII. La Rosa de los Vientos (La Rosa dei Venti) Oggi ho la convinzione che parlai col cuore, che tutto quello che dissi a Cortès fu giusto e che dovevo farlo, ma in quel momento, dopo che la mia bocca finì di sputare tutte quelle parole, e dopo aver accusato Cortès, la paura mi abbracciò così forte che perfino lui decise di avere pietà di me e non strozzarmi per tradimento. Nonostante, fui arrestato e il processo posticipato fino al mio ritorno a Cuba, dove mi avrebbero trattato con disonore e mi avrebbero incarcerato. Ma Cortès aveva bisogno di uomini e io, sebbene così spavaldo e, secondo lui, vigliacco, ero utile per i suoi intenti. Si era deciso a ritornare a Tenochtitlan e conquistare l'impero Azteca una buona volta. Como al solito, la mia bella Azaak mi diede conforto mi rassicurò che nella vita c'è bisogno di reggersi su principi così semplici come questi... Se semini un'illusione y la innaffi con il tuo amore e l'acqua della costanza Germoglierà dentro di te un fiore e il suo aroma e calore ti avvolgeranno quando qualcosa andrà male Se semini un ideale nella terra del dubbio e lo concimi con l'invidia sarà difficile strappare la cattiveria dalla tua anima, se ha fatto radici E che la mia luce ti accompagni poiché la vita è un giardino dove la bontà e la cattiveria si confondono ed è umano non sempre riuscire a scegliere Translated by Kurai-sama E se ti senti perduto coi tuoi occhi non devi guardare fallo con quelli della tua anima e troverai la calma la tua Rosa dei Venti sarò Se semina un'amicizia con coccole piantala e concimala con la pazienza Potala con la verità e trapiantala con fede poiché ha bisogno di tempo per crescere Se ti ubriachi di passione e non raffreddi il tuo cuore Balbetteranno i tuoi sensi e chissà parlerà solo il calore e non la ragione è saggio contare fino a dieci. VIII. La Leyenda de la Llorona (La Leggenda de “La Piagnucolona”) Tra le tante donne che abbracciarono il cristianesimo, ci fu una la quale era la causa delle ire di Azaak. Il suo nome, Malinche e la sua condizione, amante di Cortès e traditrice del suo popolo e della Natura. Quella stessa notte vidi Azaak discutere con lei ferocemente e tra le tante minacce, Azaak le raccontò una leggenda che sopravviveva allo scorrere dei tempi. E', secondo quanto disse Azaak, una storia che si racconta nel Messico del futuro e parla de la Llorona... IX. Van a rodar cabezas (Salteranno alcune teste*) *van a rodar cabezas è un modo per dire che qualcuno verrà licenziato o fatto fuori (letteralmete sarebbe: stanno per rotolare delle teste) Con 400 spagnoli e appoggiati dai tlaxcaltecas, Cortès decise l'assedio a Tenochtitlan e così, durante 80 giorni e 80 notti, gli aztechi videro sotto i loro occhi come la loro resistenza diminuiva a causa della fame e di un'arma a cui nessuna delle parti aveva pensato: i virus. In effetti, senza volerlo, Cortès aveva portato malattie comuni in Europa che risultarono invece mortali per gli aztechi; una semplice influenza decimava le loro forze e addirittura uccideva centinaia di aztechi. Migliaia di loro perirono, ma prima che Tenochtitlan fosse del tutto conquistata, Azaak lanciò questo grido di rabbia e impotenza, vedendo tanta bellezza totalmente distrutta... Se devo morire, sarà combattendo per vedere crescere il mio popolo qui e perderò in un sospiro tutto quello che in una vita ho costruito Se devo vivere, non sarà mendicando per la mia cultura e per quello in cui credo Se devo cadere, sarà almeno lottando perché non sequestrino la mia libertà. Translated by Kurai-sama Se devo zittire, lo farò lasciando che parli per me, il vento della mia terra Non voglio vedere il mio popolo adorando a un Dio che non riesce ad ascoltare il Sole. Se devo gridare, il mio odio scatenerà tale tempesta che la mia ira vi raggelerà Se devo uccidere non sarà assassinando l'uomo bianco lo fa, ma non per sopravvivere. So che arriverà il giorno in cui pioverà la libertà e che scritto sulla luna con la tinta di un garofano si legga “Vive in pace” Non lasciare che la malinconia sia il retrovisore della tua memoria Non lasciare che una frontiera riesca a determinare il paese di un fiore Bacio la terra e in ginocchio mi congedo dal mare In un'altra vita ritornerò Oggi salteranno delle teste oggi salteranno X. El atrapasueños (L'acchiappa-sogni) − Dobbiamo dirigerci a sud – disse Azaak. - Lì ci sono più indigeni come me, che hanno bisogno del mio aiuto e io voglio che tu sia testimone dell'ingiustizia che sta facendo l'uomo bianco. Esiste un impero, quello Inca, che presto cadrà in mano di tuoi compatrioti e devi vederlo, per poi tornare al tuo mondo e raccontarlo. Come aveva ragione Azaak!! Il successo di Cortès non fece che aumentare l'invasione di europei, i quali videro nel continente americano una via d'uscita alla loro povertà e un'opportunità di accumulare terreni e fortune. − Ora dormi e metti questo sul tuo giaciglio. Azaak mi diede uno strano amuleto, che secondo lei arrivava da un popolo del nord, molto a nord. Tra tutte le sue caratteristiche aveva quella di catturare tutti i tuoi incubi così che non ti feriscano più. − Il suo autentico potere – mi disse – è quello di catturare tutte le tue speranze e se desideri qualcosa nella tua vita e lo sogni tutte le notti, si compirà. E ora dormi, dormi e sogna di essere.... Fortunato è colui che vede che il cielo e l'orizzonte sono condannati a doversi comprendere Translated by Kurai-sama Prudente è chi crede che non esiste partita in cui non bisogna correre rischi per vincere La felicità non consiste nell'avere tutto semmai nell'approfittare dei lati positivi che ti da Scorgi prima l'alba, un'aquila o un falcone che una legione di gufi in formazione Io ti mostrerò che tutto in questa vita lo puoi ottenere se in te stesso riesci a credere E ti insegnerò a vincere il tuo nemico che non sono gli altri sei tu! Sei tu! Si deve prima fallire e a volte il toccare il fondo per scorgere la luce e questa vita apprezzare La felicità non consiste nell'avere tutto semmai nell'approfittare dei lati positivi che ti dà Io ti canterò una ninna nanna e la mia voce ti avvolgerà e tra le tue lenzuola, il mio respiro gli incubi se ne andranno E un giorno si compiranno tutti i tuoi sogni diventeranno realtà e l'alba di domani arriverà io sono l'Acchiappa-sogni E un giorno si compiranno catturo sogni, ingabbio il dolore e l'alba di domani arriverà io sono l'Acchiappa-sogni. XI. Si te vas (Se te ne vai) Quando l'anima rimane ferita di solitudine, è in quel momento in cui impari che avere qualcuno cui ami, è un regalo da curare e coccolare. Azaak non riuscì a riprendersi da quella carneficina, gli spagnoli le avevamo tolto la sua identità, le sue usanze e, in cambio, lei solo aveva il mio amore. Quando quella notte mi disse di aiutarla a scappare, tutte le mie paure e dubbi sparirono. Amare qualcuno è compromettersi, è pensare in tre: tu, io e noi. Avevo trovato l'amore e non volevo perderlo. Certo che l'avrei aiutata!, anzi me ne sarei andato con lei, poiché se lei se ne va, io tornerei a rinchiudermi in vita. Translated by Kurai-sama Sono qui dopo aver perso tanto che ebbi paura ad avere qualcosa per cui aprire la mia anima e metterla ai tuoi piedi Sento gelosia del vento, perchè accarezza il volto ogni mattina e voglio litigare con lui E nonostante tutto è molto difficile che non mi faccia male stare senza te Io sarò la tua aria tu sarai la pelle che copre la mia solitudine Voglia stare insieme a te! Voglio smettere di morire in vita, tu mi fai vivere tutto quello che ho sognato e non ho mai potuto avere. Voglio dormire nei tuoi occhi e al mio risveglio bere dalla tua bocca ho ancora sete di te E nonostante tutto è molto difficile che non mi faccia male stare senza te Io sarò la tua aria tu sarai la pelle che copre la mia solitudine Voglia stare insieme a te! Se te vai amore mio, se te ne vai ritornerò a rinchiudermi in vita e non uscirò più Dove sei? Mia vita, dove sei? Ho bisogno del tuo amore per vivere. XII. La Venganza de Gaia (La vendetta di Gaia) 8 gennaio 2002. Atlanta (Georgia) Aveva ancora lo sguardo fisso sul monitor del computer, quando Joe Hamilton finì di leggere l'ultima riga. Lui già sapeva la storia degli spagnoli, di Monctezuma e tutto il resto; e poi, cosa c'entro io con tutto questo? - pensò- Anzi, gli pareva il tipico racconto anticolonialistico che molti Translated by Kurai-sama attivisti negli USA utilizzano per lottare contro gli interessi commerciali americani in Messico. Era molto tardi ed era sfinito, qualcuno gli aveva giocato un brutto tiro, e di pessimo gusto, facendosi passare per quella sciagurata che avevano appena giustiziato. Finì il suo bicchiere e andò a dormire. Aveva la bocca secca e non era riuscito a riposare, accese la luce del suo abat-jour , accanto a una pila di libri di diritto penale e di una biografia di Charlton Heston. Ad illuminarsi la stanza, notò con la coda dell'occhio un movimento fugace. Girò immediatamente la testa e la sua espressione cambiò così repentinamente, che una risatina contenuta scappò da chi stava al suo fianco. Cercò di urlare, ma la paura paralizzava tutte le sue funzioni primarie, persino respirare gli sembrava impossibile. Seduta, sul suo letto, c'era Alma Echegaray, guardandolo dritto negli occhi e con faccia di scherno, si presentò. – Buonanotte Governatore, spero che il sonno sia stato ristoratore. – Chi sei?- cercò di pronunciare. – Gliel'ho già detto, avevo qualcosa d'importante da raccontarle. Speravo che avesse capito il mio racconto, ma vedo che non è così. Io sono Azaak, ma anche Alma Echegaray. Ho avuto tanti nomi attraverso i secoli, ma sono sempre stata la stessa: Gaia. Sono Madre Natura, la Pachamama, sono il sole, la luna, sono tutto ciò che fa che questo pianeta viva. E se le ho raccontato questa storia, era semplicemente perché potesse accorgersi che i veri americani non siete voi, ma tutti quei popoli che furono colonizzati, e volevo che comprendesse anche che giustiziare qualcuno è contro natura...e sono io la Natura!! e questa è la tua sentenza... Si risvegliò bagnato in sudore e un freddo interno, lo fece rabbrividire Accese la luce e sul suo letto di fianco a lui... Vide quella donna! Fu come quel bacio che non dette mai Come quel “Ti voglio bene” che non disse Arrivò l'ora di far tornare i conti e lui pianse Tu rappresenti tutto quell'orrore che corrompe e uccide il pianeta Nel condannarmi facesti abortire il tuo perdono Io sono l'aria, la brezza e il mare e l'Amazzonia che, ferita... sanguina a causa della vostra ambizione io sono parte di lei Vide tutta la sua vita scorrere davanti a lui Vide la sua infanzia, non si riconobbe La sua innocenza perì a causa dell'ambizione La massacrò! Tutto il male che mi farai, a te ritornerà poiché la Terra è la tua casa e così come amo, so anche castigare la Vendetta di Gaia subirai Apparirono nella sua mansione un anziano cervo e un falcone, un bosco bruciato e un salice piangente Translated by Kurai-sama Questo è un processo e questo il tribunale che condannerà la tua usura l'ozono è il fiscale e una balena il giudice Un fiume inquinato in piedi fa passare la giuria formata dalla Giustizia, l'Amore e qualche pesce Tutto il male che mi farai, a te ritornerà poiché la Terra è la tua casa e così come amo, so anche castigare la Vendetta di Gaia subirai Cerca una lontra il suo amore e vede che l'hanno appena assassinata E' morta sotto colpi irrazionali solo volevano la sua pelle e non capisce il perché, se loro hanno già una pelle uccidono per averne un'altra Cerca di risvegliarla, sta per albeggiare ed avevano appuntamento per vedere uscire il sole. Devi pagare e questo tribunale ti condanna ad essere un albero E quando avrai sete, da bere solo pioggia acida tu avrai. E la lontra pianse, poiché vide che il suo amore aveva ancora la sua pelle E il sole si risvegliò e corsero a vedere una nuova alba... E IL MARE SORRISE! Raccontano che dopo una tempesta ieri il vento spezzò un albero e che il suo tronco, servì da casa a un castoro. Tutto il male che mi farai, a te ritornerà poiché la Terra è la tua casa e così come amo, so anche castigare la Vendetta di Gaia subirai! Che il sole del mattino e la brezza della notte, non tornino ad essere testimoni di ingiustizie su qualsiasi popolo o cultura. Che il canto di un uccello, non sia un requiem per il mare. E che tutto quanto ci circonda, ci alimenta e ci dà la vita, si meriti tutto il nostro rispetto e amore. Lo spirito della Terra, Gaia, continuò a sorvegliare e curare il pianeta dell'uomo. Ma questa è un'altra storia e in un altro momento sarà raccontata... Madrid, Agosto 2003 Jesus Maria Hernandez. Txus Translated by Kurai-sama GAIA II : LA VOZ DORMIDA Introduzione Spesso il successo e il fallimento -quei due maledetti impostori- affacciano la testa dalla crepa dell’ispirazione e, ti bisbigliano all’orecchio che cosa devi e che cosa non devi fare… Là comincia la battaglia di un compositore e quella di uno scrittore! Placando l’angoscia che lo riempie scrivendo su un foglio bianco, tacendo quelle voci interessate al successo e al fallimento, ascoltando soltanto, in modo lento ed onesto, il tuo cuore… In questo nuovo lavoro “La Voz Dormida”, con l’aiuto inestimabile dei miei compagni di viaggio, ai quali tanto devo in quanto così poco ricevono da me, abbiamo provato a far cantare il cuore, abbiamo provato a far suonare alle chitarre la nostra illusione e abbiamo fatto scrivere le parole alla penna più pura che conosco: la nostra anima… Sono soltanto un ladro di parole, un rapitore d’idee e di melodie e, come riscatto, chiedo solo il tuo sorriso. La Musica è la lingua dell’anima ed i romanzi sono i baci che l’immaginazione porge alla nostra vita. L’autore scrive soltanto la metà di un’opera, dell’altra metà deve interessarsi chi la riceve e, ora, tocca a te, non giudicare con leggerezza questo lavoro… è impregnato di sforzo duro e di rinnovata illusione. Speriamo di non defraudarti e farti sentire fiero di noi: il vecchio Mago è tornato! Ringraziamo la Musica per amarci e ringraziamo voi perché… senza… saremmo silenzio… We must be over the Rainbow!! Il Cairo, 25 settembre 2005, Txus di Fellatio I. Volaverunt Opus 666 Madrid, 25 maggio 1823 Non importa se hai successo o fallisci. Non importa se arrivi alla meta o semplicemente rimani alle sua porte. Quello che importa non è la meta, ma il cammino... Durante tutta la sua vita la forza motrice che aveva sgranchito la sua stanca immaginazione era stata la sua volontà. Ma questa era solo il combustibile, l'alimento che faceva sì che il suo corpo e la mente non si piegassero di fronte all'insuccesso, quella forza invisibile che lo faceva alzare ogni mattina e guardare negli occhi la sconfitta, e scansandola d'un colpo, affrontare i suoi sogni. Ogni volta che si fronteggiavano con un telo bianco lo studiava, addirittura si potrebbe dire che parlava con lui. Tu chi sei?- gli chiedeva. E prima di scegliere il colore dalla sua tavolozza, sapeva perfettamente in quale pigmentazione doveva immergere il suo pennello, la sua anima...in quello della passione. Qualunque cosa tu faccia nella vita, che trionfi o che tu venga sconfitto, sia solo per divertirti o per dovere, fallo con passione. Non importa se è buono o cattivo, mediocre o sublime. L'Arte senza passione è come baciare una pietra, è carente di calore, di Anima... Qualunque cosa tu faccia nella vita, falla con passione. Una perla è un'insignificante granello di sabbia, non è importante, nessuno gli presta attenzione. Ma, col tempo, la costanza e la passione fanno di lei qualcosa di prezioso, che persino gli oceani gli rendono omaggio. Tutti i sogni cominciano con l'essere qualcosa di piccolo. Mentre rifletteva, Goya dava gli ultimi ritocchi a una strana opera disegnata, come tante altre, sulle Translated by Kurai-sama pareti della sua isolata villa, sulle rive del fiume Manzanares, sulla riviera di Aluche. Le pareti di questa casa si riempirono di allucinanti scene di superstizione, stregonerie e possessioni. Lì c'è Saturno divorando i suoi figli con una vividezza che fa raggelare, là il Gran Buco convocando i suoi torvi credenti e lì la sua ultima pittura, il gran Aquelarre fantasmagorico di facce fatte a pezzi, di essere maligni...e a presidiare il tutto: Il Caprone demoniaco. Da quando la sordità su impossessò dei suoi silenzi, Goya si rifugiò dalla corte di Fernando VII in questa villa isolata, nei dintorni di Madrid. La si conosceva come “La Quinta del Sordo”. Lì, in compagnia di Leocadia, la quale badava alla casa, e il fedele Isidro, che gli faceva da interprete e curava l'orto, fu dove una strana visita ebbe luogo, che avrebbe cambiato il trascorrere degli eventi e, perché no, del mondo... A mezzanotte meno un minuto, immersa nella spessa oscurità, un'ombra agile e silenziosa chiama alla porta de La Quinta del Sordo: -Buonasera, vorrei parlare con Don Francisco de Goya, gli dica che vengo da molto lontano e che mi manda Volaverunt-. Quell'uomo aveva uno strano accento straniero ed era vestito di nero, totalmente di nero. Donna Leocadia, sorpresa per l'ora inusuale, invitò lo straniero ad aspettare il suo padrone su una piccola poltrona di pelle accanto al camino del salone al piano terra. Don Francisco era abituato a ricevere innumerevoli visite da anni ma, ultimamente, a causa della sordità, era diventato sfuggente, taciturno. -Francisco- scrisse su un foglio – hai una visita da parte di un uomo con accento straniero, vuole parlarti da solo alcuni minuti, porta con sé una lettera e dice di venire in nome di Volaverunt. -Volaverunt?- esclamò Goya -digli si salire per favore. Volaverunt! Finalmente era arrivata l'ora! Lui era l'uomo di uno dei suoi capricci, sigillato in acquaforte già da diversi anni, ed era anche il nome in codice che avrebbe fatto scattare il meccanismo... Il visitatore risultò essere un tedesco e gli diede una lettera firmata da un altro tedesco, nonché amico Goethe – pensatore e romanziere creatore, tra gli altri, del romanzo Fausto, e uno dei precursori di Darwin. In quella lettera veniva convocato nel giro di una settimana nella città francese di Bordeaux, lì gli avrebbe presentato una celebrità, che come lui, facevano parte della Società...Il sigillo della lettera aveva quello strano simbolo che aveva già visto la prima volta in casa di Goethe. Bordeaux, 1 giugno 1823 “Carissimo Francisco, il tempo è agli sgoccioli, e tanto tu come noi siamo sempre più vicini alla morte che alla vita, la nostra crescente ansietà ci preme a concludere la nostra opera. La Voce Sopita deve svegliarsi, e perché ciò accada, oggi ti presenterò qualcuno che vive illuminato dalla luce dell'arte, a un essere che vive nelle tenebre del silenzio, un essere che come te, mio vecchio amico, è sordo...” Quell'uomo robusto risultò essere colui di cui si parlava tanto nella Corte di Spagna, un musicista eccezionale, un compositore che, senza ascoltare nota alcuna, riusciva a riempirle di magia, armonia, forza ed eleganza. Lui diceva che chiudendo gli occhi riusciva a sentire la musica chiaramente dentro la sua testa. Era un essere unico, il suo nome era Ludwig van Beethoven. Convennero, dopo una lunga notte di conversazione -nella quale i traduttori si affannavano a far giungere all'altro quello che il suo interlocutore diceva – che la soluzione migliore sarebbe stata quella di criptare il messaggio, aspettando che un essere altamente sensibile, una purezza umana non corrotta, lo facesse suo. Translated by Kurai-sama Goya occultò il simbolo della Società segreta nel suo capriccio Volaverunt, mentre Beethoven fece lo stesso ma con la frase “Missit me Dominus”, nascondendolo in uno dei frammenti della sua Sinfonia in re minore n° 9. La Voce Sopita non avrebbe tardato a risvegliarsi... Gaia, Gaia, Gaia Libera me domine de morte aeterna Volaverunt, Missit me Dominus II. La Voz Dormida (La Voce Sopita) Toledo, 2 Aprile 2005 A Nacho lo calmava solo la musica, specialmente quella classica. Fin da piccolino, sua madre gli faceva ascoltare Chiaro di Luna per addormentarsi. In ospedale, dopo il parto, dovette assimilare di colpo che il suo bimbo appena nato era speciale, aveva la sindrome di Down. Nacho, tra le sue svariate abilità, aveva acquisito una sensibilità molto acuta verso l'Arte. Lo affascinava la Musica, il Cinema e l'arte pittorica. Soprattutto quest'ultima. Affermava di vedere nei quadri cose che a una semplice occhiata parevano nascondersi. Passava ore ed ore a contemplare lo stesso quadro e, ogni tanto, socchiudeva gli occhi, sorrideva divertito e annuiva. Oggi era un giorno speciale, Sara de Ladrada y Garcia, sua madre, lo avrebbe portato quella mattina alla Università di Toledo, dove si esponevano una moltitudine di quadri e capricci di Goya, uno dei preferiti di Nacho. L'esposizione era a cura dei governi di Castilla-La Mancha e di Aragòn. L'Università di Toledo era una cornice inimitabile. Sia nella Città Imperiale sia nell'università sono successi innumerevoli fatti incredibili. Stregoneria, spiritismo, negromanzia, cabala e altre arti occulte sono parti indissolubili della pelle di Toledo. Nella stessa Università di Toledo, pochi anni fa, morì d'infarto una guardia giurata che aveva il turno di notte. I suoi colleghi e molte donne delle pulizie assicuravano che, nel piano di sopra, si potevano sentire risate e gemiti, che, dopo aver pulito il pavimento di un'aula di più di 70 metri quadri, quando passavano alla seguente, udivano sedie strisciare...Era chiaro che erano da sole, ma al tornare indietro, trovarono tutte le sedie perfettamente collocate sopra i tavoli. Più di 200 sedie! L'ultimo fatto paranormale ebbe luogo una mattina di qualche mese fa. L'Università era chiusa per lavori, e una guardia giurata, durante il giro di controllo, udì alcuni rumori misteriosi provenire dal ripostiglio situato al piano di sopra. Per tutta la notte i gemiti e gli strani rumori terrorizzarono la guardia, che non ci penso due volte a non muoversi dal suo posto all'ingresso. Al mattino chiamò il bidello e gli chiese se qualcuno, qualche studiante con voglia di far casino, o qualche coppietta, avevano l'abitudine di frequentare quel ripostiglio di notte. La risposta fu inquietante. Solo lui aveva le chiavi dell'Università e il giorno prima, prima di chiudere e lasciare tutto in mano alla guardia, si era assicurato che non ci fosse più nessuno dentro. Immediatamente si recarono al ripostiglio e all'aprire la porta, che effettivamente era chiusa a chiave, la paura e il terrore si impadronirono dei loro volti...Sedie, tavoli, lavagne, armadi e altri mobili erano ammassati formando una piramide di più di due metri. Chi o cosa aveva fatto tutto ciò? Oggi non sarebbe stato diverso, qualcosa stava per accadere. Come sempre, Nacho portava con sé il suo lettore mp3, con cui alternava musica heavy con i suoi compositori preferiti di musica classica. Stava proprio osservando uno di quei piccoli quadri che Translated by Kurai-sama chiamavano Capricci. D'un tratto cominciò a suonare nel suo lettore la Sinfonia n° 9 in re minore, di Beethoven, il suo compositore preferito. In quell'istante i suoi occhi si fermarono su uno di quegli strani dipinti. Delle streghe levavano in aria una donna, volava, o così gli sembrava. Ma c'era qualcosa in più, un simbolo lo richiamava. La musica di Beethoven si faceva sempre più forte e il dipinto sembrava parlargli. Come un'eco, Nacho udiva delle urla, era sua madre, che, terrorizzata, indicava la sua faccia e chiedeva aiuto mentre cercava di prendere il suo braccio. Nacho girò lentamente il suo corpo e riuscì a guardarsi riflesso in una specchiera messa proprio dietro di lui...Il suo volto! Il suo volto stava cambiando, i suoi tratti stavano scomparendo... La nona sinfonia stava raggiungendo il suo culmine. Sotto il quadro di Volaverunt, Nacho lasciò cadere il suo lettore che teneva in mano. Tutti i tratti caratteristici di quel bambino con la sindrome di Down erano scomparsi. La sua pelle era liscia e una luminosità speciale si spargeva dal suo sguardo. – Sono la Voce Sopita, il Signore mi ha inviato, “Missit me Dominus”. Piombò il silenzio, nessuno aveva il coraggio di parlare. Sara, sua madre, si tappava la bocca cercando di spezzare un urlo, la gente lo osservava, un gruppo di monache carmelitane si avvicinarono a lui. - Com'è stata la scopata di ieri notte, sorella Pilar? - le chiese Nacho prendendo in mano un crocifisso e strappandolo dal petto di quella scioccata carmelitana. - Spero che il Vescovo la ricompensi – si burlò – Lui è sempre misericordioso con le sue puttanelle. E guardando il crocifisso glielo lanciò in faccia. – Oggi il vostro capo farà i conti con colui che tutto vede, il Signore mi ha inviato, Missit me Dominus. - Ma figlio mio, che cosa dici? Ti senti bene? Che qualcuno chiami un medico, per l'amore di Dio!Sara non riusciva a credere a ciò che udiva e vedeva. – Oggi il vostro Papa Giovanni Paolo II morirà alle 21:37. Io sono la Voce Sopita, il Signore mi ha inviato. Nacho cadde inerme appena finì di dire quella enigmatica profezia. Sono di un posto, di un luogo di un tempo che... chiamano eternità e al vento, la mia casa. Dove la realtà la puoi cambiare se sai indagare e non dai tutto per scontato. Che gusto ha il dolore? L'amore è eterno? La rabbia è donna? Di cosa sono fatti i sogni? Quanto pesa un addio? Perché è muta la Pace? Può dormire il tradimento? Chieditelo!! E ti accorgerai che la mia voce vive in te, sono la Voce Sopita Translated by Kurai-sama quella che il Sant'Uffizio riuscì a zittire Se mi vuoi seguire voleremo sopra l'arcobaleno dove muoiono le pene e nascono i baci nei fiori La mia voce vive in te! Ho visto Roma cadere e l'Egitto morire e a Gesù di Nazareth agonizzare senza sapere che a suo nome sarebbe nata una setta di potere trafficanti di illusioni mercanti di anime spezzate. Perché è sorda la fede? e cieco chi crede? Sa una preghiera baciare? Quanto chiede il celibato? E' in vendita l'altare? O l'affittate? Per uso di un dittatore In uno Hitler scopò!!! E ti accorgerai che la mia voce vive in te, sono la Voce Sopita quella che il Sant'Uffizio riuscì a zittire Se mi vuoi seguire voleremo sopra l'arcobaleno dove muoiono le pene e nascono i baci nei fiori La mia voce vive in te! Sono sceso fino al tuo inferno e alle tue paure chiesi "dove vivono le sconfitte?" e se accettano un assegno Sono salito fino al suo cielo il suo Dio non mi ricevette alla sua destra siede Franco e tra i due c'è un posto per Pinochet!! E vedrai che io sono la Voce Dormiente seguimi, la mia voce vive in te!!! Sono stato bruciato in migliaia di roghi mi violentarono in Perù Translated by Kurai-sama ho vissuto l'Olocausto l'Inquisizione, apartheid dittature, potere, pederastia il simbolo del Diavolo è la Croce!!! III. Hazme un sitio entre tu piel (Fammi posto nella tua pelle) Erano passati 3 anni dagli strani fatti avvenuti in Atlanta, dove un senatore ultraconservatore era morto in strane circostanze. Durante questi 3 anni l'ispettore Rafael Haro, di origine cubana, era stato scelto dalla CIA per fare chiarimento sui fatti che avvennero in Atlanta. Solo aveva una pista: Spagna. E una frase scritta nella mansione del senatore Joe Hamilton: “La Voce Sopita, il Signore mi ha inviato”. Aveva quasi data per persa la ricerca, quando ricevette una telefonata: - Buonasera ispettore! Abbiamo a un ragazzo con la sindrome di Down nel reparto di psichiatria dell'Ospedale Ramòn y Cajal di Madrid. Ha fatto un bordello assurdo a Toledo. Dice di essere la Voce Sopita...- e gli raccontò per filo e per segno gli avvenimenti. – D'accordo Miralles, tra 10 minuti ci vediamo all'ospedale. Non voglio giornalisti! Occupatene tu. Il reparto di psichiatria dell'Ospedale Ramòn y Cajal era un posto dantesco. Era come una officina umana dove i corpi erano parcheggiati mentre le menti erano medicate e addormentate. Volti burleschi, occhi senza vita, urla e raccapriccianti lamenti. I l dottor Garcia Pedraza, caporeparto di psichiatria, lo informò dello strano caso del paziente Nacho, un ragazzo di 16 anni che aveva la sindrome di Down e che, da quella stessa mattina entrava in trance, profetizzando l'ora esatta della morte del Papa... - E cosa c'è di strano?- chiese l'ispettore -Tutto il mondo sa che il Papa è in punto di morte, di fatto la Morte gli sta tirando la manica già da molto tempo. - Signor ispettore, la cosa inusuale è che ogni volta che entra in trance, spariscono tutti i tratti della sua malattia. Tutti i tipici sintomi della sindrome di Down evaporano, e mantiene conversazioni coerenti!! Quando Rafael Haro entrò nella stanza, quello che vide gli produsse un tale impatto che dovette afferrarsi alla sedia. Nacho giaceva guardandolo fisso, era stato legato e connesso a varie macchine. Il suo volto cominciò a stirarsi e poco a poco una luce brillante si impadronì del suo corpo. - Lo stavo aspettando signro Haro – disse con una voce flautata e asessuata - Abbiamo molto di cui parlare, si sieda, non c'è tempo. – Chi o cosa sei tu?- gli chiese Rafael Haro mentre accendeva il suo registratore... Nacho chiuse gli occhi, sospirò, e incominciò il suo racconto... Se mi vedi, baciami, fammi posto tra la tua pelle. Sto cercando qualche voce dentro di me che mi aiuti bene a discernere, poiché la mia mente è un vestito che mi sta male. Qual è stato, dov'è l'errore? Chi mi ha condannato al terrore di una mente in bianco e nero? Dov'è il mio posto? Non sono come gli altri, Translated by Kurai-sama io so pensare!! Sono solo ed ho paura. Se mi vedi, baciami, fammi posto tra la tua pelle, che i tratti del mio volto non t'impediscano di vedere la mia anima. Sentirai che il mio amore è assetato di una voce che mi sussurri una carezza o mi regali un'illusione. Dammi carezze, dammi il tuo calore, te li ridarò indietro sotto forma di fiore, riceverai per cento, moltiplicato quello che mi darai. Se mi scansi, no mi integrerò se mi abbandoni, io mi perderò. Il rifiuto è la mia condanna. Dov'è la mia libertà? Cercherò un futuro per me Mi costerà!! ma senza amore non riesco. Se mi vedi, baciami, fammi posto tra la tua pelle, che i tratti del mio volto non t'impediscano di vedere la mia anima. Sentirai che il mio amore è assetato di una voce che mi sussurri una carezza o mi regali un'illusione. E alla fine arriverò dove mi porteranno i miei piedi, e se vuoi conoscermi, non osservarmi, guardami. Dove sei, Libertà? La mia cella è la solitudine il silenzio che non tace è il vuoto della tua voce. Se mi vedi, baciami fammi posto tra la tua pelle... – E ora che sai già chi sono, ti racconterò una storia avvenuta più di 500 anni fa... Translated by Kurai-sama IV. El Poema de la lluvia triste (Il Poema della Pioggia Triste) Toledo, anno 1531. L'interno della cella era stretto e molto freddo. Così freddo che la speranza si congelava dentro l'anima, facendola a pezzi. Dov'erano l'aria, il sole? Perché l'avevano rinchiusa in quella prigione? Azaak non riuscì a raggiungere il sud e fu intercettata e fatta prigioniera dagli spagnoli. Data la sua straordinaria bellezza e dominio della lingua spagnola, fu portata in Spagna insieme a un carico d'oro proveniente dal popolo Inca. Era la prova di cui aveva bisogno un uomo, addirittura più crudele e ambizioso di Cortès, che il popolo Inca possedeva inestimabili tesori. Il suo nome era Francisco Pizarro. Insieme a lei c'è Sara, una bellissima ragazza ebrea accusata di fare patti con il Diavolo. La Santa Inquisizione non vede di buon occhio una indigena delle Indie che sappia parlare spagnolo fluidamente. In più assicura che il vero Dio è la Pachamama. Sara è impaurita e Azaak le racconta una bella storia del suo popolo... Si svegliò a mezzanotte a guardare se nel riflesso dell'acqua poteva trovare quella risata che un giorno ammutolì, e come seconda pelle, di solitudine si vestì. Cercò una risposta nell'aria, mentre il mare la coprì. Chiese aiuto alla sua stella, che l'abbandono perché ha dimenticato piangere. Piangere è purgare la pena, disidratare tutta la paura che hai dentro, è sudare l'angoscia che ti riempie, è piovere tristezza per poter essere felice. Chiudi gli occhi, apri il cuore, ed impara a vedere con gli occhi dell'anima -lei udìLe parlava il vento, le parlava un fiore, con quella cadenza che ha un sussurro d'amore. Lascia uscire i fantasmi che amareggiano baci e danno, in cambio dei tuoi silenzi, accumulo di ansietà, mutilata Pace. Piangere è purgare la pena, disidratare tutta la paura che hai dentro, è sudare l'angoscia che ti riempie, è piovere tristezza per poter essere felice. Piangere è purgare la pena, disidratare tutta la paura che hai dentro, è sudare l'angoscia che ti riempie. Translated by Kurai-sama Ascolta, sono Gaia! Non castrare la tua rabbia! Che la tua anima sputi il dolore! Che piova tristezza al piangere, e che la rabbia sazi la sua sete. Le lacrime sono il sapone che pulisce dalle pene la tua pelle. Piangere è purgare la pena, disidratare tutta la paura che hai dentro, è sudare l'angoscia che ti riempie, è piovere tristezza per poter essere felice. V. El Callejòn del Infierno (Il Vicolo dell'Inferno) Azaak racconta a Sara la sua incredibile storia con gli spagnoli e di come devastarono il suo popolo. Ormai non rimaneva quasi più nulla della civiltà Azteca. - E tu Sara? Qual è la tua storia?- le chiese Azaak mentre la guardava. Era stupenda! Aveva gli occhi del colore dei prati e la sua pelle era bianca, quasi trasparente... - Come avrai potuto osservare Toledo è una città insolita. Dove la magia, l'occulto e il mistero si danno appuntamento. Dicono che qui convivono le 3 culture: cristiana, ebrea e musulmana; ma tutto ciò non è vero, niente di più lontano dalla realtà. Comunque qui quelle culture si sopportano a vicenda, ma non si mischiano. Fin da quando si è instaurata l'Inquisizione, solo esiste una religione: la Cristiana, e le altre sono state spazzate o semplicemente occulte. Ma se c'è qualcosa che ancora vive latente a Toledo sono i numerosi maghi, astrologi, negromanti, studiosi della cabala e dell'alchimia, e qualche società segreta sparsa qua e là. Bene, a me sempre mi sono interessate queste arti. Io, come te, credo nella forza della Natura, e un giorno sono andata da una indovina chiamata “La Diavolessa”, per farmi dare un filtro d'amore, ma uno spaventoso incendio bruciò la casa dell'indovina con lei dentro. Molti vicini mi videro là. Da allora quella traversa è maledetta e la si conosce come “La Traversa del Diavolo” o “Il Vicolo dell'Inferno”. VI. El Paseo de los Tristes (Il Viale dei Tristi) Sara continuò il suo racconto mentre Azaak ascoltava perplessa le parole di quella straordinaria donna. - Fin da quando l'Inquisizione si è instaurata in Spagna nell'anno 1478, l'intolleranza, il fanatismo e la superstizione si sono impadronite del cuore di questa bella terra. Tutti eravamo sospetti; ebrei, musulmani e qualsiasi persona con una qualsiasi inquietudine culturale. Persino le vendette personali finivano con un'accusa di stregoneria o di arti oscure. Il Sant'Uffizio era una specie di polizia dell'Anima. Autodafé nei quali si bruciavano vivi a numerosi eretici, ebrei e tutti quelli sospettasi di essere “malvagi”. - E' orribile!- esclamò Azaak -si suppone che gli spagnoli sono arrivati nella terra dei miei antenati per insegnarci la religione dell'amore e del perdono, addirittura si scandalizzavano dei nostri sacrifici. E quella religione permette l'assassinio solo per essere diversi? Gli Dei ci hanno dotato di intelligenza per dubitare su tutto e per poter farci domande- Azaak non comprendeva quella supposta superiorità spirituale dell'uomo bianco. - In Europa le cose sono più lugubri di quanto no possa sembrare. La cultura è il rimedio contro il fanatismo e la paura. Guarda, ti racconterò una storia del luogo dove sono nata, Granada, la più bella città mai immaginata da alcun dio. Lì esiste un viale che ha una bella e triste leggenda. Translated by Kurai-sama Nel Viale dei Tristi c'è un'anima che piange nelle notti di San Giovanni. La Luna insiste nell'affermare che soffre per amore, che è frutto di una maledizione. La Alhambra ricorda che lì li contemplava sorridere, e all'alba si amavano, Granada si vergognava al vedere il loro amore. Continuarono così i giorni ma qualcosa successe, la religione li separò. Lei era figlia di un cristiano e lui di un musulmano, l'Inquisizione lo sentenziò. L'Albaicìn si commosse, e con il suo sogno lei morì. E ora si cercano ognuno nel proprio cielo e non si trovano. Dove sei? Amore mio, dove sei? Senza te non posso morire. Senza te vagabonderò. E da allora l'accompagna una stella che dal cielo si prende cura di lui. Se credi in Dio, credi anche in Allah, sii tollerante, e prega di meno. E accetta il credo e la sessualità di chi non è uguale a te. E' meglio lasciarti andare, Signore, dov'è il mio amore, ridammela. Signore, dov'è? Signore, dove sei? Signore!!! VII. La Posada de los Muertos (La Locanda dei Morti) Faceva freddo, molto freddo. Azaak si era addormentata ascoltando Sara. Quando aprì gli occhi cercò con lo sguardo la sua nuova amica. La trovò in un angolo canticchiando una allegra e orecchiabile melodia. - Cosa canti?- chiese - E' da ammirare la tua forza di volontà, sembri contenta. - Ma va!- sospirò Sara - E' solo che mi è tornata in mente una storia che mi raccontò la indovina di cui ti ho parlato. Si racconta che tra le mura di Toledo esiste una locanda nella quale, chi le fa visita con l'animo a pezzi e con voglia di finire con questa vita sofferta, gli appaiono le anime dei defunti e cantano questa melodia: Translated by Kurai-sama Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, e che il cielo ti aspetti poiché l'Inferno è in questo bar. Se hai perso la rotta ascoltami, arrivare alla meta non vuol dire vincere, quello che importa è il cammino e in questo cadere, rialzarsi, insistere ed imparare. Se hai perso un bacio in un addio, o fuggi da un destino che ti ha negato l'opportunità di essere felice, vieni con noi, siamo qui. In questa locanda i morti raccontano la loro vita e deridono quelli che in vita desiderano essere morti, nell'aldilà non servono mai da bere! Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, bevi e vieni a far festa, e alla morte ubriacala. Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, e che il cielo ti aspetti poiché l'Inferno è in questo bar. Se la notte è così buia che neanche le tue mani riesci a vedere, stai certo che un alba ci sarà, e nel mentre ti invito al mio bar. Nella mia taverna i defunti quando albeggia vanno ad infliggere dure penitenze e oscuri tormenti, a chi non ha voglia e non lascia vivere. Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, bevi e vieni a far festa, e alla morte ubriacala. Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, e che il cielo ti aspetti poiché l'Inferno è in questo bar. Leva il tuo boccale, bevi e brinda per la vita. Incrociamo i nostri calici, questa notte è per te. Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, bevi e vieni a far festa, e alla morte ubriacala. Leva il tuo boccale, brinda per la libertà, e che il cielo ti aspetti poiché l'Inferno è in questo bar. Translated by Kurai-sama VIII. Desde mi Cielo (Dal mio cielo) Raramente ai prigionieri viene concessa la visita dei familiari. Ma l'eccezione baciò Sara quella mattina. Ma il bacio era amaro, era un bacio di addio. Una sua cugina si presentò con una lettera e lo sguardo sfuggevole. Era evidente che qualcosa era successo. Non furono necessarie parole, ci sono volte in cui l'Anima ascolta le cattive notizie prima delle nostre orecchie: Il suo Amore era morto! I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre abbracciava al suo petto quella lettera. Lesse il mittente e riconobbe la sua firma. Allungò la mano verso Azaak e con un filo di voce disse: - Leggimela! Per favore, leggimela! E Azaak, prendendo la sua mano, cominciò a leggere... Adesso che tutto tace e la calma mi bacia il cuore, vi voglio dire addio. Perché è arrivata l'ora che proseguiate la via senza di me c'è ancora tanto da vivere! Non piangere cielo e innamorati di nuovo, mi piacerebbe vederti sorridere nuovamente. Ma Vita mia, io non potrò mai dimenticarti, e solo il vento sa quanto hai sofferto solo per amarmi. Ci sono tante cose che non ti ho mai detto mentre ero in vita, che sei tutto quello che amo, e ora che non sono più vicino a te ti proteggerò da qui! So che il senso di colpa vi perseguita e vi sussurra all'orecchio "Potevo fare di più" Non c'è niente di cui rammaricarsi. Non ci sono più demoni nel fondo del bicchiere e solo bevo tutti i baci che non ti ho dato. Ma Vita mia, io non potrò mai dimenticarti, e solo il vento sa quanto hai sofferto solo per amarmi. Ci sono tante cose che non ti ho mai detto mentre ero in vita, che sei tutto quello che amo, e ora che non sono più vicino a te ti proteggerò da qui! Rivivo ogni volta che parlate di me e muoio ancora se piangete Ho imparato finalmente a godere Translated by Kurai-sama e sono felice. Non piangere cielo e innamorati di nuovo. Non dimenticarmi mai, ora devo andare. Dal mio cielo vi riscalderò nella notte e vi cullerò nei sogni, e scaccerò tutte le paure. Dal mio cielo vi aspetterò scrivendo, non sono solo già che mi proteggono la Libertà e la Speranza. "Io non vi dimenticherò mai" IX. En Nombre de Dios (In nome di Dio) Finito di leggere, Azaak cadde in una profonda tristezza. Anche lei aveva un amore, Pedro de Alcazar, quell'intrepido cuoco che tanto le aveva insegnato. Chissà dov'era? - pensò -. Gli occhi verdi di Sara avevano una scintilla speciale e un accenno di sorriso comparve nel suo bianco volto... – Per te cos'è l'amore, Azaak?- chiese l'ebrea. – L'amore non si può definire, tutto ciò che è importante in questa vita, se gli dai definizione, diventa piccolo; l'amore è come la libertà bisogna sentirlo. E' come il sesso, parlarci è stimolante, ma praticarlo è totalmente diverso. – Ho notato che qui, il sesso, la Chiesa lo vede come qualcosa di sporco. – Si Azaak, ma è qualcosa che devo spiegarti. Dietro le porte chiuse tutti i membri della Chiesa si lasciano andare alle loro fantasie carnali. Come ti ho già detto io sono bisessuale Azaak, penso che la mi sessualità sia libera e matura, ma questo è quasi una mostruosità qui. Una delle mie amanti fu obbligata a raccontare tutti i nostri incontri amorosi al Sant'Uffizio e per quello adesso sono qui confinata... – Ti interrogarono su quello? - chiese interessata Azaak. – Fin nei minimi dettagli – Sara fissava il vuoto, mentre ricordava le grida, insulti e le torture... Se hai perduto la fede e hai fatto un patto con il Male metti la tua anima in pace che del tuo corpo me ne occuperò io. Attraverso il dolore vincerai a Lucifero, ma prima devi accettare che essere lesbica è una malattia. Non omettere alcun dettaglio, raccontami come vi ingroppavate voi due e allora io ti darò l'assoluzione nuda e nella mia stanza. Con la tortura otterrai il perdono accetta a Cristo e muori in nome di Dio. Translated by Kurai-sama Muori in nome di Dio!!! Se vuoi confessare la tua deviazione morale che sei omosessuale, che tra le tue gambe gira Satana. Nel rogo tu arderai il fuoco purificherà tutti i peccati che il tuo corpo ha commesso le fiamme ti faranno l'amore Con la lussuria sarai condannata. Solo noi scopiamo in nome di Dio. Se hai perduto la fede e hai fatto un patto con il Male, per essere gay o bisessuale il Sant'uffizio ti condannerà. Con un autodafé, che, sebbene sia crudele, è la cosa migliore come esempio per chi non segue la dottrina della Fede. Povertà, obbedienza e castità sei sempre obbligato a compiere a meno che tu non sia Papa o un Re Vescovo o dell'Opus Dei Fai quello che dico, non quello che faccio Abbiamo denaro, potere, sesso in nome di Dio. Sempre in nome di Dio!!! Vendiamo bolle, compriamo i tuoi sogni. Ammazziamo in nome di Dio. X. Incubos y Sucubos (Incubi e Succubi) Il mattino seguente, dopo la visita giornaliera della guardia carceraria, incaricato di dare un po' di pane raffermo e acqua, vennero a sapere della esecuzione di una giovane toledana di 19 anni accusata di stregoneria e di tenere messe nere. Secondo quello che seppero da Juanillo, la guardia, la povera ragazza era uscita fuori di senno. Proclamava, a chi voleva sentirla, che era la concubina del Diavolo e che ogni notte le appariva nella sua alcova sotto forma di Incubo. – Incubo? Cos'è?- chiese Azaak. – Incubi e Succubi sono materializzazioni di Satana in forma umana. L'Incubo ha l'aspetto di un uomo attraente e il Succubo di una ragazza avvenente. Tutti e due appaiono alle loro Translated by Kurai-sama vittime durante la notte, e di solito eccitano ai loro spaventati pretendenti, che cadono arresi ai loro incanti. XI. Diabulus in Musica Non sarebbe male avere un paio di Incubi in questo momento – scherzò Azaak. – Se avessi a disposizione di qualche strumento musicale, stai certa che esaudirei quel tuo desiderio. – Sul serio? Ogni volta mi sorprendi sempre più. – Esiste un'antica leggenda che racconta di un accordo maledetto, l'accordo del Diavolo. Chiunque lo suoni o lo ascolti mette in marcia le porte del male. E assicurano che lo stesso Satana si presenta. È come un'invocazione, ma in musica. – È la stessa cosa che confesso quella povera ragazza che hanno appena finito di friggere – disse Juanillo. Molte volte il carceriere rimaneva a far compagnia e raccontava tutti i pettegolezzi. Anche lui si sentiva solo. -Sul serio?- chiese Sara divertita. – Sul serio- disse Juanillo – Lei lo chiamava il “Diabulus in Musica” Dormo in un accordo magico e risveglio al sentirlo suonare, sono l'essenza dell'Umanità. Rappresento la promiscuità delle anime che si ammalano di pace, mi presento: sono la Libertà del tuo corpo e non chiedo in cambio fede. E adesso dimmi: quanto vale la tua anima? e adesso chiedi: denaro o piacere? Sogni con curare il cancro? L'Aids fu cosa di Yahvè. Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca, ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone. E so che morirò di un amore decadente, lugubri baci, Ardi in me! Il Principe della Dolce Pena sono e il mio sangue nutre il tuo essere. La lussuria delle mie ali accarezza il tuo petto e graffia la tua pelle. Bevi! Ubriaca i tuoi vizi. Decidi! Orgasmi o amore L'unica Chiesa che illumina è quella che brucia, il Nazareno dorme nella sua croce. Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca, ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone. Translated by Kurai-sama E so che morirò di un amore decadente, lugubri baci, Ardi in me! "Oh Signore, Re della Tristezza, Angelo del dolce dolore, bevi la bile della mia bocca blasfema, vieni, fammi l'amore". Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca, ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone. E so che morirò di un amore decadente, lugubri baci, Ardi in me! Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca, ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone Se suoni in mio onore, uscirò da questo inferno, dammi la tua anima, non voglio morire. XII. Mañana empieza hoy (Domani incomincia Oggi) Finito il racconto, Juanillo si intristì di colpo. Povera ragazza – pensò – Quanta pazzia e fanatismo c'è tra queste mura. Quella ragazza aveva solo bisogno di un medico e di un amore...e io che cosa ho? Niente. La mia vita è questa carcere buia e questi pazzi Dominicani... Azaak stava leggendo negli occhi di quel brav'uomo. Lui era l'incaricato di nutrirle, custodirle, ma anche di torturarle. Era il suo lavoro, il suo schifosissimo lavoro. - Cambia vita – gli disse Azaak - tutti abbiamo diritto a una seconda opportunità. - Ormai è tardi per me - sospirò il carceriere. - Non dire così – lo recriminò indignata Azaak – tutti i giorni sono buoni per cambiare il nostro destino. Domani incomincia Oggi! Non è mai tardi, non arrenderti mai. Sbarazzati della paura, domani incomincia oggi. Non è mai facile essere sé stessi, non abbandonare mai, domani incomincia oggi. Se la tua fortuna è fuggita, e a gambe levate se ne è andata a letto con le tue ferite e il tuo valore. Se lo specchio ti sputa addosso fallimenti e alcuna pena d'amore, e non trovi nessun angolo di Pace dentro di te. Translated by Kurai-sama Non è mai tardi, non arrenderti mai. Sbarazzati della paura, domani incomincia oggi. Non è mai facile essere sé stessi, non abbandonare mai, domani incomincia oggi. Se la tua anima ha dimenticato che la tristezza è ricordare la morte e la depressione, la tua direzione. Quando piange il cuore, si riempie di muco il valore, si irritano gli occhi della speranza, soffiateli. Non è mai tardi, non arrenderti mai. Sbarazzati della paura, domani incomincia oggi. Alzati, non lasciarti vincere e vola in alto!!! Non è mai tardi... XIII. El Principe de la Dulce Pena (Il Principe della Dolce Pena) Juanillo rianimato abbassò il tono della voce e continuò con il racconto della povera ragazza che assicurava di aver ricevuto la visita del Diavolo e di averlo chiamato lei stessa tutte le notti con quella oscura melodia. -Lei lo amava, almeno così diceva, lo amava perché era umano, aveva tutti i tratti spirituali carenti di ipocrisia. Era egoista, vendicativo e non seguiva le norme dettate da Dio. Per quello fu espulso dal Paradiso. Per tutta la storia dell'umanità lui è stato presente. Gli hanno appioppato innumerevoli soprannomi: Satana, Belial, Lucifero, Leviathan, Astaroth, l'Angelo Caduto, Luzbel, Mephistofeles, Belzebù... Ma lei lo chiamava sempre il suo principe. Il Principe della Dolce Pena. La tristezza è il mio sangue, e ai suoi bordi, la mia vena, dove vive piena di tristezza, dove muore di fame. Fame e melanconia di questa luna piena di amoreggiamenti e gioie, Translated by Kurai-sama sono il Principe della Dolce Pena. Un bacio si trova lì dove tu finisci, e un abbraccio tuo, è la mia coperta la tua bocca è dove fiorisce il mio delirio e la mia morte... se è con te. XIV. Aquelarre (Sabba) Nessuno sapeva per certo se quello che proclamava quella sfortunata in punto di morte fosse vero, sintomo di qualche malattia, o semplicemente un'invenzione sufficientemente poderosa per far sì che la lasciassero di torturarla – disse Juanillo – Il caso è che quello che confessò in seguito tra atroci dolori, fece rabbrividire di terrore tutto noi e chissà, più di uno fantasticò con essere partecipe di ciò, già che c'è di tutto nella vigna del Signore. Rebeca, così si chiamava l'ebrea, raccontò per filo e per segno come il suo demone la condusse in un bosco nei dintorni di Toledo. Era una notte di luna piena e migliaia di stelle brillavano così tanto che sembravano affacciarsi dal cielo per non perdere nessun dettaglio di cotanto spettacolo oscuro: una messa nera, un'orgia nella quale i corpi si intrecciavano dandosi piacere. Un Sabba dove tutto era permesso... E a presidiarlo: Lui. Il Principe della Dolce Pena. L'oblio ricordò e l'oscurità si illuminò il riso cadde in lacrime. Una pietra innamorò a una vergine che lasciò cadere la sua nudità. Comincia il rituale -socorpi nella penombra -dobevono da altre bocche -miae si eccitano Leccano la lussuria -soche bagnano le loro pelli -doe pure le stelle -miasi masturbano al guardare. Lasciati innamorare vieni e unisciti denuda il tuo pudore vieni e concediti al piacere Lasciati innamorare seducimi Dalla depravazione lasciati accarezzare. Il freddo si coprì e un albero ha cominciato a correre la croce è invertita. Il vizio è la virtù Translated by Kurai-sama la castità è bisessuale, la decadenza è alle porte. E' la messa al contrario -sosi consacra l'immorale -doè il Sabba del peccato -miaCorpi concessi -soin una lasciva comunione -dosanto baccanale nell'altare -miaLasciati innamorare vieni e unisciti denuda il tuo pudore vieni e concediti al piacere Lasciati innamorare seducimi Dalla depravazione lasciati accarezzare. Mostrami il tuo collo e lascia che i miei canini squarcino la pelle che impedisce che il tuo sangue sia solo per me, e la tua vita sarà eterna. Morirai ogni mattina e rinascerai al tramonto. Oh Signore delle menzogne mendicante di altre vite. Duca del vizio, principe del sesso e del dolore... La lascivia che in me entri, mi corrompa e mi faccia esplodere l'anima in pezzi di piacere. Il pentacolo è il mio letto lascia che ti lecchino e non saprai se ti accarezzano un uomo o una donna. Violenteremo la tua innocenza orgasmi e decadenza Qualcuno si eccita su una croce. E la brezza della morte farà marcire ciò che è decente vieni e lasciti sodomizzare. Sono Astaroth, sono Belial sono Lucifero, sono la tua puttana, sono il tuo pappone... Translated by Kurai-sama quello che vuoi tu. Sono Leviathan, feci sesso con Adamo mentre Eva si eccitava al vederci e si unì. Lasciati innamorare vieni e unisciti denuda il tuo pudore vieni e concediti al piacere Lasciati innamorare seducimi Dalla depravazione lasciati accarezzare. Seducimi, Principe della dolce pena XV. Hoy toca ser Feliz (Oggi tocca essere felici) Quito, ottobre del 1529 Inti Palla aveva la bellezza delle principesse inca dell'Impero di Cuzco. Era una delle figlie del re Huayna Capac, signore incontrastato dell'Impero delle Quattro Direzioni, l'inca di tutti gli inca, il Figlio del Sole. Ormai già da tante lune, l'Unico Signore, giaceva sotto le coperte di lama e vigogna. Stava morendo. Neanche tutto l'oro che indossava quel re e che rivestiva le pareti della sua stanza, brillavano come gli occhi di Inti Palla, piangeva. – Padre – chiese – Cosa ne sarà di noi? Si mormora che dopo la tua morte sarà il caos e che verrà un popolo a portarci via il nostro oro, il nostro popolo. – Niente figlia mia – disse con un filo di voce – Dopo di me ne verrà un altro, e poi un altro ancora, e la Pachamama ci proteggerà e ci sorveglierà. Tu nel frattempo cresci, vivi e fai che i tuoi sogni siano la tua guida nella vita. Il mattino, la brezza e il giorno verranno a cercarti. Oggi ti tocca essere felice figlia mia!! Quando un tuo sogno muoia o entri in coma un'illusione, non lo seppellire né rimpiangerlo, resuscitalo. E non dare mai per persa la partita, credi in te, e anche se fanno male, le ferite guariranno. Oggi il giorno è venuto a cercarti e la vita odora di baci di gelsomino, la mattina è appena umida, il Sole l'ha portata per invitarti a vivere. E vedrai che tu puoi volare, e tutto puoi ottenere. E vedrai che non esiste il dolore, oggi ti tocca essere felice. Translated by Kurai-sama Se le lacrime ti annebbiano la vista e il cuore, fai un travaso di acqua alla paura, sputala fuori. E se credi che dimenticando anestetizzi una pena d'amore, non c'è peggior rimedio della solitudine. Lascia che la brezza entri nella tua anima che spazzi i dubbi e allevi il tuo male. Che la tristezza muoia dal ridere, quando un sogno muore è solo perché è diventato reale. E vedrai che tu puoi volare, e tutto puoi ottenere. E vedrai che non esiste il dolore, oggi ti tocca essere felice. Le stelle nel cielo sono solo molliche di pane che ci lasciano i nostri sogni per poter trovare il cammino, e non perderci verso la Terra di Oz, dove abita l'illusione. E vedrai che tu puoi volare, e che il tuo corpo è il vento, perché oggi tu sorriderai, oggi ti tocca essere felice. XVI. Creo (La Voz Dormida parte II) [Credo (La Voce Sopita parte II)] Quella notte Azaak non riuscì a prendere sonno. Le immagini di tutta la sua vita si prendevano a gomitate nella sua mente. Qualcosa da dentro del suo essere le diceva che era arrivata l'ora. L'inquisitore Honorio, un domenicano vigliacco, bugiardo e abituato ad accumulare ricchezze grazie al lavoro altrui, giocava con il suo pizzetto rosso. Al suo fianco il segretario Josè, o Pepe come piaceva al suo padrone e superiore, prendeva appunti mentre assisteva all'interrogatorio al quale era sottoposta Azaak. Azaak, mentre era torturata con uno dei più crudeli strumenti mai ideati, non lasciò scappare neanche un mugolio, né nessuna supplica. Fissava freddamente il tribunale che l'accusava di eresia e stregoneria. La pera vaginale, così chiamavano quel crudele artefatto, consisteva in uno strumento metallico a forma di pera, che una volta introdotto nella vagina dell'accusata si apriva dentro il corpo della stessa provocandole immensi dolori. Nel momento di estrarlo, ancora aperto, provocava forti emorragie che molto poche riuscivano a sopravvivere. Sia padre Honorio sia il suo cane fedele Pepe godevano di quella scena. Juanillo piangeva e cercava di alleviare il dolore accarezzando, senza essere visto, il collo di Azaak. - Mi dispiace tanto – le sussurrò in un momento in cui gli sguardi degli inquisitori deviarono su una Translated by Kurai-sama pozza di sangue che si era formata ai piedi di Azaak. - Fai silenzio boia! - lo sguardo dell'inquisitore penetrò Juanillo – Continui ad affermare che il vero Dio è donna e che si chiama Gaia? - chiese – E addirittura hai il coraggio di affermare di essere la sua rappresentazione in Terra? Azaak fece uno sforzo sovrumano per poter parlare... - Voi sarete coloro che riceveranno il castigo più severo che mai si sia visto – sentenziò Azaak – Voi credete in un Dio malvagio e vendicativo, credete che chiunque non la pensi come voi siano solo degni di essere assassinati. E voi vi chiamate civilizzati? Con quale diritto colonizzate popoli che almeno rispettano la loro madre, la Pachamama? Voi fate sacrifici umani più crudeli di quelli che voi chiamate selvaggi. Lo fate per odio, vendetta, per ignoranza. Io non credo in un Dio così. – E in che cosa credi tu? - inquisì Padre Honorio avvicinando la sua bocca a quella di Azaak. Credo nell'amicizia che non chiede, dà. Credo nell'amore senza condizioni. Credo nell'umiltà di chi sa vincere, credo nell'onore senza uniformi né Dio. Non credo in un altare che salvi la mia fede, essere onesti è meglio di un cielo pieno di inni. Non credo in un leader che diriga i miei piedi, il mio re è la mia volontà, la mia patria la mia casa. So che esiste un luogo oltre le stelle dove nascono i versi che non sono mai riuscita a trovare, dove l'anima dia alla luce, e al partorire da lei nascano dei baci con labbra di speranza, io credo in te, credo in me. So che esiste un luogo dove trovare un bacio perduto, dove nascono i sogni e succhiano opportunità. Dove farti l'amore sia come morire dentro il tuo corpo, credo in una carezza, credo che esista quel luogo. Credo nella passione lei è la mia voce, credo che alla fine ti troverò. XVII. La Cantata del Diablo (Missit me Dominus – Cantata en La menor) Il casino era assordante. Una moltitudine di persone si accalcava da molte ore per trovare un posto privilegiato nel quemadero di Toledo. Questo era situato fuori le mura ed era il posto destinato agli autodafé. Azaak viaggiava sopra a un carretto in compagnia di mezza dozzina di persone spaventate che, come lei, indossavano il ridicolo vestito bianco con cappuccio chiamato “El Sanbenito”. In fondo, aspettando i loro inquilini, sei pali si elevavano come statue fatte di paura e violenza. Come in un sogno, Azaak venne trascinata giù e legata al palo. Il suo compagno di rogo non resistette un attimo di più e gli si allentarono gli sfinteri, svenendo... In nomine Diabulus et Belial, Satan, Lucifer, Astaroth et Yahve. Scende la notte, nebbia eterna. Si occulta la luce. Freddo prato, rompe e congela. Translated by Kurai-sama Lacrime del cuore. Sogna la vita che vedi morire in pezzi di paura è duro vivere. Sogni di morte, veglia su di te, Santa condanna, atto di fede. In nome della unica religione dettiamo sentenza e ti condanniamo alla pietosa purificazione del fuoco e del dolore. Nelle mani di Dio devi porre la tua anima, la tua azienda e tutti i tuoi peccati. Accetta Cristo e raccomandati, tra poco te la vedrai con Lui. Diabulus in Gaia Missit me Dominus Vorrei essere il vento per poter fuggire da me. Che zittisca il silenzio, ammutolisca il terrore vorrei non dover morire. M'inventerò un'altra vita, decorerò i miei sogni e li ricoprirò con i tuoi baci – pensòbruciate anche la mia Anima!! Rinneghi a Satana, le sue opere e i suoi vizi? Alla negromanzia, alla Magia e ai Tarot? Io sono la virtù della Chiesa e dei suoi principi. Se non ti penti, la tua anima sarà condannata. Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio. Oggi la Libertà ha chiuso per lutto. Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia. Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai. Vorrei essere oblio per non dover ricordare. Vorrei essere brezza e così accarezzare la vita ancora una volta. Che fredda è la promessa di un'altra vita insieme a Dio, se in questa non c'è mai stato, il rogo è la sua bara. Translated by Kurai-sama Prima di morire e che il fuoco compia il suo dovere, accettate a Cristo, alla sua Chiesa e il suo potere? Rinunciate al Dio chiamato Natura? Gaia è solo madre del peccato e del terrore. Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio. Oggi la Libertà ha chiuso per lutto. Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia. Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai. Gaia! Oggi la vita fa piovere tristezza, gocce di disperazione. Le mie lacrime sono fiumi, vene dissanguandomi il cuore. La memoria di una donna è fatta dei baci che ha ricevuto. Nelle tue labbra io vivrò e nel tuo oblio, io morirò. Oggi le mie lacrime si vogliono suicidare accoccolate, morire sulla tua pelle. Sono nate asciutte, hanno sete. Il mio pianto oggi vuole morire. Come un bacio promesso alla tua anima va la mia voce. Sono ciò che è morto, ciò che è vissuto sono la calma, sono il tuo Dio. Chiudi gli occhi e ti porterò dove i sogni diventano canzoni. La vita fa male, ti curerò. Addormentati e sogna, ti culla la mia voce. Oggi le mie lacrime si vogliono suicidare accoccolate, morire sulla tua pelle. Sono nate asciutte, hanno sete. Il mio pianto oggi vuole morire. Se le tue lacrime si vogliono suicidare, trattienile, stai per piangere. Piangerai oceani di Pace. Dormi, non c'è più dolore. “In nome della Libertà la fede in sé stessi e la Pace bruciate le bandiere!! No alla religione!! E che il tuo Dio sia canzone Translated by Kurai-sama composta con il cuore e che il tuo paese sia dove ti portino i piedi...” Missit me Dominus Missit me Diabulus Missit me Satanas Gaia Ora finalmente sono aria, e la mia maledizione piomberà. La fine della Chiesa molto presto arriverà, la mia voce si risveglierà. Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio. Oggi la Libertà ha chiuso per lutto. Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia. Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai. L'ultimo pensiero di Azaak fu per il suo amato Pedro de Alcazar. Sara era stata condannata all'esilio dalla Spagna e obbligata a marciare come schiava nelle Americhe. I “valorosi” soldatini spagnoli avevano bisogno di infermiere, balie, e se si stancavano di stuprare le indigene, anche di schiave sessuali. Raccontano che, mentre il fuoco divorava il corpo di Azaak, tutti i suoi tratti facciali si trasformarono poco a poco in un volto caratteristico di una persona con sindrome di Down – testa arrotondata, fronte alta e appianata, lingua e labbra screpolate. La gente, terrorizzata, non riusciva a crederci. E prima di espirare fissò i suoi inquisitori ed esclamò: – Presto o tardi mi vendicherò, e mai più la vostra Chiesa commetterà questi crimini. Ve lo giuro! Il Signore mi ha inviato, Missit me Dominus – ed esalando l'ultimo respiro, morì Quando Nacho finì di parlare, l'ispettore, pensieroso, si alzò dal letto e istintivamente accese il televisore della stanza. Quello che vide e sentì gli raggelò il sangue. – Oggi alle 21:37 il Papa Giovanni Paolo II è morto – Guardò incredulo Nacho e questi, sorridendo, fece un movimento con la testa. – Glielo avevo detto, ispettore – Di colpo i tratti di Nacho cominciarono a tornare alla normalità. Tornava ad essere un ragazzo con la sindrome di Down. E molto lentamente cominciò a recitare... Al termine, Nacho morì. Translated by Kurai-sama EL SALMO DE LOS DESHEREDADOS (El Dios de los Tristes) IL SALMO DEI DISEREDATI (Il Dio dei Tristi) Padre Nostro, di tutti noi, dei poveri, dei senzatetto, degli emarginati e degli inermi, dei diseredati e dei padroni della miseria, di chi ti segue e di chi, in te, non crediamo più. Scendi dai cieli, poiché qui c'è l'Inferno. Scendi dal tuo trono, giacché qui ci sono guerre, fame, ingiustizie. Non c'è bisogno che tu sia uno e trino, con uno solo che abbia voglia di aiutare, ci basterebbe. Qual è il tuo regno? Il Vaticano? La banca? L'alta politica? Il nostro regno è Nigeria, Etiopia Colombia, Hiroshima. Il nostro pane quotidiano sono gli stupri, la violenza di genere, la pederastia, le dittature, il cambio climatico. Nella tentazione cado ogni giorno, non c'è mattina in cui non sia tentato di creare a un Dio umile, a un Dio giusto. Un Dio che sia in terra, nelle valli, nei fiumi, un Dio che viva nella pioggia, che viaggi attraverso il vento ed accarezzi la nostra Anima. Un Dio dei tristi, degli omosessuali Un Dio più umano... Un Dio che non castighi, che insegni. Un Dio che non minacci, che protegga. Che, se cado, mi rialzi, che, se mi perdo, mi porga la sua mano. Un Dio che, se sbaglio, non mi colpevolizzi e che se dubito mi capisca. Per quello mi ha dotato di intelligenza, per dubitare di tutto. Translated by Kurai-sama Padre Nostro, di tutti noi, perché ci hai dimenticati? Padre Nostro, cieco, sordo e disoccupato, perché ci hai abbandonato? Il Segretario del Papa all'entrare nel capezzale del Santo Padre lanciò un urlo di terrore. Sua Santità giaceva morto con il volto totalmente deformato, aveva i tratti della sindrome di Down. Nell'impianto stereo suonava la Nona Sinfonia di Beethoven, sopra l'occhio destro qualcuno aveva lasciato una moneta con il simbolo che Francisco de Goya nascose nel quadro Volaverunt. E nello specchio, scritto in carminio la frase: “Il Signore mi ha inviato, Missit me Dominus” Gaia. Pochi giorni dopo tutte le notizie sul nome del nuovo Papa faceva a pezzi ogni previsione. Il Cardinale Joseph Ratzinger, Presidente della Congregazione per la Dottrina della Fede, (o, che è lo stesso, la moderna Santa Inquisizione) era stato eletto nuovo Papa... Tutto era rimasto come prima... Translated by Kurai-sama GAIA III – ATLANTIA Introduzione Il mondo ha bisogno di poesia e canzoni, ha bisogno di trasformare i missili in versi e lanciarli contro il cuore della miseria umana. Siccome la pace è troppo fiacca ci siamo costruiti una giacca antiproiettile fatta di sorrisi, e siccome la civilizzazione moderna ha l'Alzheimer abbiamo voluto ricordare ai fratelli del Sole, del cervo e della prateria con questa modesta opera. Lo spirito degli Inca, Maya e Aztechi nuota nel sangue di questi rocker spagnoli che, imbarazzati per i crimini che abbiamo commesso più di cinquecento anni fa, abbiamo voluto chiedere perdono ai nostri fratelli americani con questa trilogia. Il primo poema della storia nacque con il primo sorriso della prima donna che abitò la Terra e il primo poeta fu l'uomo che perse quella donna. La solitudine ha labbra di donna, Per noi l'America è quel sorriso e speriamo non perderla mai. “C'è gente che ti vuole bene e gente che ti U.S.A.” We must be over the Rainbow!! Barakaldo (Bizkaia), 27 gennaio 2010 Txus di Fellatio El Principe de la Dulce Pena I. El Latido de Gaia (Il Battito di Gaia) Egitto, 1922. Odiava sudare, odiava quella sensazione di umida incomodità che gli faceva rimpiangere il vento della sua fredda città in Inghilterra. Ma quello che lo faceva disperare era quella fanghiglia che si formava sulla sua pelle al posarsi della polvere su quelle detestabili gocce di sudore. Erano ormai cinque anni che graffiava alla terra vestigia del passato senza successo, rubando al deserto strati di polvere, misteri e sabbia – tonnellate di sabbia... Howard Carter aveva dedicato più di metà vita alla ricerca e conservazione di tesori e tombe reali in Egitto. Ma un'idea fissa lo persuadeva a continuare e a non gettare la spugna. Era convinto che la tomba del faraone adolescente giaceva in quella valle, la Valle dei Re. Fu quella mattina del ventidue di novembre quando finalmente la Terra decise di premiare lo sforzo di Carter e lasciò intravedere un'entrata semi arroccata dentro le viscere di quel deserto millenario. Sembrava come se quella valle avesse ingurgitato ogni traccia di quella porta ad un'altra forma di intendere la vita, ad un'altra forma di intendere la morte. Dopo due anni di duro lavoro per recuperare la tomba di Tutankhamon dalla sua carcere di sabbia, finalmente riuscirono a rubare alla Terra il favoloso tesoro che nascondeva al suo interno. I tesori che giacevano in quella tomba erano di una magnificenza inimmaginabile. Alla innumerevole quantità di pietre preziose, gioielli e utensili di ceramica fine, si doveva aggiungere più oro di quanto un qualsiasi essere mortale potesse immaginare. Lo splendore che produceva il riflesso di quel avido metallo era simile ai raggi di luce con i quali il Sole bagnava ogni mattina la valle. E tuttavia, il momento più emozionante rimunerativo sarebbe arrivato due anni più tardi, il 3 Translated by Kurai-sama febbraio del 1924, quando Carter e la sua squadra finalmente aprirono la porta dell'ultima stanza, quella dedicata al faraone. Un grido di ammirazione scappò dalla bocca dei pochi presenti. Erano di fronte a un enorme sarcofago di più di nove piedi di lunghezza. Dentro questo c'erano altre tre piccole bare che si guardavano tra di loro con estrema precisione. Le due esterne erano fatte di legno con incastonati pezzi d'oro e pietre preziose nella parte interna. La terza e ultima, contenente i resti del Faraone adolescente, era fatta di oro solido. Lì si trovava il corpo mummificato del faraone Tutankhamon. Il volto coperto da una maschera che ricalcava i suoi lineamenti da fanciullo era anch'essa di oro solido. Carter e i suoi uomini non erano i primi a violare quella tomba. Era chiaro che i predoni della Valle dei Re erano penetrati lì dentro. Persino quando nessuno di loro osò toccare il sarcofago reale. I sigilli delle porte erano stati rotti e riaggiustati di nuovo dai guardiani. Tutankhamon era stato disturbato dal suo riposo eterno da Carter. Questi storici e meravigliosi ritrovamenti attrassero subito l'attenzione internazionale. Centinaia di migliaia di turisti arrivarono nella Valle dei Re da tutte le parti del mondo. Camminavano in mezzo alla polvere del deserto scavando, calciando e spostando ogni pietra che si trovavano nel cammino con la speranza di ritrovare qualche oggetto prezioso.. Ciò costringeva Carter a vigilare sui suoi ritrovamenti continuamente ventiquattro ore al giorno. Ma ancor più dei tesori, c'era qualcosa che attraeva la morbosità della gente. Correva tra gli egiziani una leggenda. Si diceva che tutti coloro che avessero profanato la tomba del faraone Tutankhamon sarebbe andato incontro alla morte. Una maledizione ancestrale, mistica ed orrenda che scaturiva dalle gelide pareti della tomba sotterranea e che fermava colui che vi si avvicinava, con l'eccezione di Carter e la sua squadra. Ma qualcuno riuscì a infiltrarsi nel gruppo di Howard: un taciturno e misterioso uomo chiamato Otto Rahn – un tedesco appartenente a una oscura società segreta chiamata “La Società Thule”. Rahn era riuscito ad eludere la sicurezza che circondava la tomba e, lontano dagli occhi curiosi del resto della spedizione, ritrovò un medaglione a forma di piramide con uno stemma che accarezzava distrattamente mentre guardava dal finestrino dell'aereo che lo stava riportando in Germania. Otto Rhan sorrideva... Università di Emery (Atlanta), 2010. Anthony Dexter non riusciva a credere a quello che gli diceva la sua squadra nell'osservatorio astrologico dell'università di Emery. Sembrava impossibile, ma dopo aver controllato i dati tre volte consecutive non c'era nessun dubbio: un meteorite aveva modificato la sua rotta ed era entrato nell'orbita terrestre e non avrebbe tardato tanto tempo ad scontrarsi contro la Terra. Monte Uritorco (Argentina) Rafael Santa Cruz era ormai abituato alle leggende circa quelle misteriose luci che da molti anni sorvolavano la montagna che si trovava a pochi chilometri dalla sua umile fattoria. L'Uritorco è molto conosciuto attualmente per le frequenti pratiche esoteriche e nelle decadi passate per gli avvistamenti UFO da parte di gente del posto e turisti. Nel gennaio del 1986 il governo locale diffuse fotografie e articoli su una zona del Monte “El Pajarillo”, dove la vegetazione si ritrovò bruciata, sostenendo, basandosi su testimoni, che un UFO lo aveva provocato. Dagli anni 50, si crede che esista una città sotterranea sul Monte e nei suoi dintorni. Un gruppo di professionisti di La Plata esplorarono minuziosamente tutta la zona, tra questi c'era anche il defunto antropologo Guillermo Terrera, in cerca di questa città extraterrestre. Negli anni 80 giornali di cronaca come 9Diario e altri mezzi crearono la mitologia extraterrestre. Tuttavia, luci anomale sono state avvistate da testimoni qualificati (aviatori, geologi, ingegneri, fisici) in molte occasioni. Tuttavia a partire del 1993 le notizie di avvistamenti sembravano essere diminuite. Translated by Kurai-sama Ma quella notte qualcosa di inusuale successe. Insieme alle già conosciute luci che volavano con direzione incerta, la vecchia radio che sonnecchiava sul suo tavolino prese vita e cominciò a sputare lamenti sotto forma di notizie... “Si calcola che le formiche del pianeta hanno lo stesso peso dell'umanità. Se sparissero, si produrrebbe un fenomeno legato all'estinzione molto più drammatico del meteorite che fece sparire i dinosauri. Al contrario, se si estinguesse la specie umana, in termini ecologici non cambierebbe assolutamente niente. Le persone non apportiamo ormai niente agli ecosistemi. Solo consumiamo, siamo i più grandi consumatori e, nonostante, nessuno ci consuma. O si?...” Santa Cruz spaventato uscì la mattina seguente e si accorse, con grande sorpresa, che il terreno era totalmente bruciato, disegnando una enorme piramide con un simbolo. II. Dies Irae Estratto da “Civilization Lost – The conquest of Incas” di Marc J. Holsten. Non si ricalcherà mai sufficientemente che la conquista degli Inca da parte dei conquistadores spagnoli rappresenta, forse, il maggior scontro tra culture nella storia dell'evoluzione umana. La nazione più potente della Terra, con le ultime tecnologie belliche d'Europa a disposizione, contro l'impero più potente mai esistito in America. Per disgrazia per gli storici, e grazie in gran parte a la insaziabile ansia d'oro di Francisco Pizarro e dei suoi conquistadores assetati di sangue, il più grande impero del continente americano è anche quello di cui meno conosciamo. Il saccheggio dell'impero Inca da parte di Pizarro e il suo esercito di seguaci nel 1532 dovrebbe essere considerato come uno dei più brutali della storia. Armati con la più potente della armi coloniali, la polvere da sparo, gli spagnoli si fecero strada attraverso le città e i villaggi inca con, secondo un esperto del XX secolo, “una mancanza di principi che avrebbe scandalizzato perfino Machiavelli”. Le donne inca furono violentate nelle loro case o obbligate a prostituirsi in sudici bordelli improvvisati. Gli uomini furono sottoposti a continue torture; gli bruciavano gli occhi con carbone ardente e gli tagliavano i tendini. I bambini furono portati su nave alla costa per poi essere imbarcati su terrorizzanti galeoni di schiavi e inviati in Europa. Nelle città, i conquistadores saccheggiarono i templi. Fondevano le lastre e gli idoli sacri d'oro in lingotti senza neanche fermarsi a pensare nel loro significato. Probabilmente la più famosa ricerca di tesori inca sia quella di Hernando Pizarro, fratello di Francisco, e del suo viaggio erculeo fino alla città costiera di Pachacamac in cerca di un leggendario idolo Inca. Così come lo descrive Francisco de Jerez nella sua famosa opera “Vera relazione della conquista del Perù”, le ricchezze che saccheggiò nella sua marcia verso il tempio di Pachacamac (non lontano da Lima) raggiunsero proporzioni quasi mitiche. Di quel poco che rimane dell'impero Inca (edifici che gli spagnoli non distrussero, reliquie d'oro che gli inca riuscirono a portarsi con sé approfittando dell'oscurità della notte...), uno storico contemporaneo solo può percepire brevi barlumi di un'antica grandiosa civiltà. Quello che emerge da quei barlumi è un impero pieno di paradossi. Gli Inca non conoscevano la ruota e tuttavia, costruirono il sistema di strade più esteso mai visto nel continente americano. Non conoscevano il minerale del ferro e tuttavia, le lavorazioni con altri metalli, concretamente l'oro e l'argento, sono insuperabili. Non avevano un sistema di scrittura e tuttavia, il loro sistema di registro numerico, fatto di corde di lana o cotone di vari colori chiamati Quipu era incredibilmente preciso. Si racconta che i quipucamayocs, i temuti esattori delle tasse dell'impero sapevano addirittura quando si perdeva qualcosa di insignificante come una ciabatta. Translated by Kurai-sama Tuttavia, la maggior parte delle informazioni e dati sulla vita quotidiana degli inca che possediamo proviene, inevitabilmente dagli spagnoli. Così come, venti anni dopo, fece Hernan Cortés in Messico, i conquistadores portarono in Perù preti per diffondere il vangelo tra gli indigeni pagani. Molti di questi monaci e sacerdoti ritornarono poi in Spagna e scrissero nero su bianco ciò che videro. Di fatto, molti dei loro manoscritti possono ancora trovarsi attualmente in alcuni monasteri europei, datati e intatti. Estratto da “Vera relazione della conquista del Perù” di Francisco Jerez. (Sevilla, 1534) Il capitano Hernando Pizarro alloggiò con i suoi uomini in uno dei più grandi alloggiamenti in una zona del villaggio. Disse che era venuto per ordine del governatore (Francisco Pizarro, suo fratello) per l'oro di quel tempio e che erano lì per prenderlo e portarlo al governatore. Tutti i sacerdoti e i paggi dell'idolo dissero che glielo avrebbero dato e girarono simulando e prendendo tempo. In conclusione, portarono ben poco e dissero che non ce n'era più. Il capitano disse che voleva vedere quell'idolo che avevano e di portarlo lì. L'idolo era dentro una bella casa ben verniciata, decorata con il tipico stile indigeno; statue di pietra raffiguranti giaguari custodivano l'entrata, sculture di creature demoniache con aspetto felino si allineavano contro il muro. Dentro, il capitano trovò una stanza molto buia e puzzolente, in mezzo alla quale si innalzava un altare di pietra. Durante il nostro viaggio, ci parlarono di un leggendario idolo che si trovava all'interno del santuario di Pachacamac. Gli indegeni dicono che quello è il loro Dio, che li creò e li sostiene, la fonte di tutto il loro potere. Ma non trovammo nessun idolo in Pachacamac, solo un altare di pietra in una stanza puzzolente. Il capitano allora ordinò di demolire la volta dove si trovava quell'idolo pagano e di giustiziare i sacerdoti per averlo nascosto, includendo i paggi. Una volta finito, il capitano insegnò agli abitanti del posto molte cose della nostra fede cattolica e gli insegnò il segno della croce. Era arrivato da pochi mesi a Nuova Spagna come membro dell'equipaggio del governatore don Alonso de Ojeda. Alle spalle rimanevano vent'anni di devastazione, saccheggio e morte da quando il sadico di Hernan Cortés colonizzò l'Impero Azteca. Pedro Alcazar aveva un solo pensiero; vendicare la morte di Azaak e cercare con tutti i mezzi minimizzare i danni che senza dubbio, i suoi compatrioti avrebbero fatto anche all'Impero Inca. Ma ancora una volta, così come successe in terre azteche, la città sacra di Cuzco si coprì con lo stesso mantello di terrore, morte e avidità dell'impero azteca. I mangiaoro (nome con cui erano conosciuti gli spagnoli per la fame e avidità del prezioso metallo), ancora una volta, calpestarono tutto ciò che era sacro per il popolo inca. Pedro Alcazar, in lacrime, non riusciva a distinguere tra i corpi mutilati e bagnati in sangue quale di quei cumuli di carne informe appartenesse ad animali e quali erano stati delle persone con i loro sogni, i suoi affari e i suoi amori. Seduta in cima di un monte, una delle mogli di Atahualpa (ultimo re dell'Impero Inca assassinato da Pizarro) dedica un canto al cielo. Nascosto tra le sue mani potei indovinare la figura di una piccola statua con lineamenti di uomo bianco, il tutto rinchiuso da una piramide e un simbolo. Ho steso ad asciugare i ricordi sotto il sole ho appeso la nostalgia del passato e non piangerò ma so che non potrò dimenticare tutta la desolazione che gli dei portarono dal mare. Translated by Kurai-sama Dies Irae Malleus Maleficarum est. Quando piange il sole le sue lacrime sono oro e dolore sete di sangue l'uomo bianco si saziò e Gaia pianse. Muore la terra sudando terrore l'avidità del bianco in nome di Dio. Il cielo piange, forma pozzanghere ed io sento che mi sta scappando la vita davanti a me. Non dimenticarti di me ora vado verso un luogo dove non esiste la paura dove non vive l'addio. Me ne andrò cavalcando la brezza del mare io vivrò nella tua memoria e dormirò nel tuo cuore. Ora sono vulcano disastro naturale riscaldamento globale. Nessuno ormai può affogare le mie urla poiché ieri impararono dalla rabbia a nuotare. Non dimenticarti di me... E all'alba, al perire dell'oscurità io ritornerò, io sarò l'uragano. Ho steso ad asciugare la mia vendetta sotto il sole arriverà alla fine la vendetta finale. III. Für Immer Berlino, 1924. Otto Rahn era figlio di una famiglia benestante. Anche se frequentò la facoltà di diritto e filologia germanica, ciò che da sempre aveva richiamato la sua attenzione furono i grandi misteri storici. Il suo forte interesse per la cultura Catara lo portò a viaggiare in Francia, Italia, Spagna e Svizzera. Rahn era convinto che il simbolo trovato nella tomba del faraone Tutankhamon, in qualche modo, aveva una relazione con il Sacro Graal e con la ricerca degli antenati della razza ariana (o almeno era una delle credenze della oscura società di Thule, alla quale appartenevano molti dei padri della malattia che affliggerà Europa pochi anni più tardi: il nazismo). La società Thule fu una società occultista tedesca fondate nel 1912 dal nobile tedesco Rudolf von Sebottendorf. A lei appartenevano importanti personalità del III Reich come lo stesso Adolf Hitler e il suo luogotenente Rudolf Hess. Apparentemente, il partito nazionalsocialista (e pertanto il III Reich) ebbe origine in questa società esoterica, essendo il DAP (Deutsche Arbeiter-Partei), poi trasformato in NSDAP, il suo braccio politico. Come stemma della Società Thule si scelse una svastica (simbolo solare che dopo adottarono i nazi) Translated by Kurai-sama collocata dietro a una risplendete spada messa verticalmente. Il nome Thule fu scelto in ricordo del leggendario (e per loro esistente) regno di Thule, che è semplicemente un altro nome per chiamare la mitica Atlantide. Le loro deliranti idee sul fuoco e il ghiaccio, di un remoto passato di uomini-dei, introduceva nella mente di una nazione di altissimo livello scientifico-tecnologico, com'era la Germania, tutto un universo di profezie e leggende che colpì uomini come Hitler, ossessionato dal potere dei miti e dal destino dei popoli e che sosteneva che “c'è una scienza nordica e nazionalsocialista che si oppone alla scienza ebreo-liberale”. Tra i membri della Società Thule si trovavano, oltre ai pagani Heinrich Himmler e Alfred Rosemberg, anche sacerdoti (come il confessore di Hitler, Bernhard Stempfle), monaci cistercensi (come Guido von List) e membri dell'ordine dei Templari, insieme a nazionalisti, patrioti, antimarxisti e antisemiti. Montserrat, Barcellona, 1940. Nel pomeriggio del 23 di ottobre del 1940, un omuncolo pieno di complessi e con sogni di potere esoterici, visitava la montagna di Montserrat, convinto che sia Montsalvat, del ciclo arturiano; la montagna dove si trova il Sacro Graal. Quest'uomo di bassa statura, cicciottello e afflitto da miopia, non è altri che Heinrich Himmler (capo delle SS, amante dell'occultismo e assassino nel tempo libero). Himmler fondò la AHNENERBE – ufficio di occultismo con il fine di localizzare ed ottenere oggetti simbolici sacri -. Dopo aver ispezionato le grotte della montagna di Montserrat insieme ai suoi ufficiali delle SS, storici e scienziati del Reich, in una roccia seminascosta dalla vegetazione trovò quello che cercava; lo stesso simbolo che anni addietro rubò Otto Rahn in Egitto, e una frase in latino che lo inquietò perché non comprese il suo significato: Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris. Il cui significato è :”Ricorda uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”. Di ritorno a Berlino, Heinrich Himmler ricordava uno dei discorsi che il suo idolatrato Hitler disse una notte a Monaco. Quel discorso, fatto da uno dei peggiori criminali che abbia mai conosciuto l'umanità, era pieno d'odio, pazzia e magia. Himmler si commosse e una lacrima scivolò sul suo volto mentre stringeva forte la sua copia dedicata di “Mein Kampf” (La mia battaglia). Der Dämon lebt für immer Der Dämon lebt für immer für immer in dir. (x2) Sono il sangue dei caduti sono l'ordine nero, sono il terrore il mio volto è quello di un Dio. Sono la razza, sono i sacrifici sono purezza, rune su un altare “Il mio onore è la lealtà” Il mio sacro destino, il mio ordine morale estirpare l'impurità dell'umanità. “La mia battaglia” è la mia religione la paura la mia voce. Der Dämon lebt für immer... Translated by Kurai-sama Sono l'uomo che non ha ombra sono la morte annunciata di qualsiasi pace la “soluzione finale”. Sto cercando l'ordine divino magia nera, luce, cosmovisione “La lancia del destino”. Il messia di un nuovo ordine mondiale il guerriero del regno, la loggia del male purezza di razza per convinzione o per divertimento. Der Dämon lebt für immer... Piaghe di dolore segnano la pelle della ragione piaghe di terrore che graffiano il cuore. IV. Vodka'n'roll Russia, 1916. Rasputin era un uomo molto alto di statura, di abile ed eloquente potere oratorio, personalità travolgente, dall'aspetto un po' grezzo, rude a volte, violento, aveva uno sguardo molto penetrante e possedeva un profondo carisma. Amava e odiava ardentemente. Era un attore superbo e convincente, sapeva di possedere queste abilità e le usò intelligentemente a suo vantaggio. Nella sua epoca si diceva che era una persona licenziosa e che l'avevano visto numerose volte ubriaco e in compagnia di prostitute. Le sue relazioni con i suoi discepoli, le sue visite di alcova, nella maggior parte donne dell'alta società russa, anche quelle erano polemiche. Una delle sue massime era: “Si devono commettere i peccati più atroci, perché Dio sentirà maggior piacere al perdonare i grandi peccatori”. Entrò poco dopo in una setta cristiana condannata dalla chiesa ortodossa conosciuta come Khlysty (flagellanti). I Khlysty credevano che per arrivare alla vera fede si necessitava sentire dolore. Nelle riunioni di questa setta le feste e le orge erano frequenti e Grigori divenne un assiduo partecipante. L'ingresso in questa congregazione segnò il profeta siberiano a vita, e spiega la notoria vita sessuale che ebbe in anni passati e che finì per oscurare la sua reputazione di sant'uomo. Grazie a queste apparentemente miracolose guarigioni la zarina Alexandra si fidò ciecamente nel guaritore, visto che le prove di guarigione che dava a suo figlio era inspiegabili. Si fidò anche delle profezie del monaco circa il destino della santa Russia, alla quale vedeva Rasputin nelle sue visioni “ricoperta in una nube nera ed immersa in un profondo e doloroso mare di lacrime”. In una di queste orge alcoliche-esoteriche, racconta la leggenda, che “lo stregone dello Zar” profetizzò la nascita di un movimento socioculturale ribelle, libero e basato su una musica potente e polemica, che sarebbe arrivata in un futuro non molto lontano. Raccontano che tutte queste visioni le ebbe dopo aver ingerito ingenti quantità della sua bevanda favorita, la vodka, alla quale, davanti allo stupore di tutti, chiamava con un misterioso nome “Vodka'n'roll” (la bevanda degli atlanti). Rasputin fu assassinato nel 1916 e raccontano che giorni più tardi fu trovata una nota ai piedi della sua tomba scritta in aymara (la lingua degli antichi inca): “Ama usa, ama ulula, ama quella” (No rubare, non mentire, non poltrire). La nota era firmata da “La Atlantide che sta per arrivare”. Translated by Kurai-sama Andiamo a spassarcela faremo casino andiamo a curare la solitudine. Bevi le tue sconfitte uccidile con rock le tue paure affogheranno. Berremo senza sosta balleremo e alla fine non ci sarà Dio che si mantenga in piedi. A ritmo di rock'n'roll inviteremo a ballare allo sconforto con un tradimento. Vieni su, alzati una buona volta e bevi fino all'alba la tua anima oggi ha sete. Vieni, se il freddo penetra nella tua pelle copriti con un amore bagnato in Vodk'n'roll. Se ti ritrovi da sola se ti senti male la luna è cameriera del mio bar le stelle sono spogliarelliste ed escort al Sole non lasciano mai entrare. Berremo senza sosta spenderemo in champagne e poi faremo l'amore ascoltando come canzone la tua bella respirazione questi si che è rock'n'roll. Vieni su, alzati una buona volta e bevi fino all'alba la tua anima oggi ha sete. Vieni, se il freddo penetra nella tua pelle copriti con un amore bagnato in Vodk'n'roll. Il dottore della nostalgia per festaiolo mi ha prescritto per l'influenza dell'anima vodka, amici e rock'n'RON. Translated by Kurai-sama V. El Principe de la Dulce Pena IV (Il Principe della Dolce Pena IV) Madrid, 2010. Quando ebbe finito di leggere la prima parte della relazione che gli aveva preparato il laureato in storia e scrittore con una certa fama Jesus Castejo, Rafael Haro capì in modo evidente che c'era una connessione tra le diverse civilizzazioni in diversi periodi storici. Com'era possibile che imperi così lontani in distanza e tempo come quello egizio, maya e inca avessero nella costruzione della piramidi il loro centro nevralgico delle cerimonie spirituali? Chi costruì le piramidi? Ci fu una sola ed unica civilizzazione che insegnò al resto l'utilizzo e la costruzione di suddette piramidi...? Tutte queste domande si accalcavano dentro di lui mentre le risposte si ammucchiavano e barricavano nel suo già pieno cervello. – Dovresti vedere questo – esclamò Inés Santiesteban (sotto ispettrice del distretto centrale della Polizia Nazionale Spagnola). Inés Santiesteban era una attraente quarantenne di figura atletica e sguardo così duro e fibroso che, ogni volta che posava i suoi enormi occhi su di te, sembrava che ti denudasse e interrogasse l'anima. – Di che si tratta? - rispose distratto Rafael. – Al piano di sotto abbiamo una di quelle drogate che sembrano uscite dalla saga Crepuscolo, o come si chiami. Credo che si chiami, o si faccia chiamare, Suburbia o qualcosa del genere. Dice che è gotica e la verità fa pena guardarla. Sembra Morticia Adams quella della serie “The Munsters” della tv. – Tagli corto Inés – all'ispettore infastidirono gli aggettivi utilizzati dalla sotto ispettrice, poiché sua figlia maggiore Katty era esattamente identica a quella “drogata” della quale parlava in maniera così disprezzante. Katty era una fanatica dei romanzi di Anne Rice e di gruppi come HIM, To Die For, New Church o Depeche Mode. – Bene, il fatto è che ieri notte una volante l'ha trovata nel cimitero di San Isidro, completamente nuda e addormentata su una lapide. Assicura che un tale “Principe della Dolce non so cosa” le è apparso. Tutto questo è molto strano – concluse Inés – Per me è ubriaca fino al culo. Vieni, coricati nella mia solitudine l'amarezza di accarezzerà vieni, e dai un'altra opportunità alla fredda oscurità. Sinistra notte, amarezza e dolore e su una lapide fare l'amore infilzo i miei denti nella tua bianca pelle oggi ho sete. Che la paura bagni il tuo sguardo che il vento gema per noi due e il sangue cadrà prima che la luce del sole ci faccia ardere voglio morire in te. Camposanto, lugubre giardino croci gotiche tutte intorno tomba aperta, dolce è l'odore inebriati nel festino. Translated by Kurai-sama Piange la luna blasfemie in te piange tristezza sopra la mia bara corpi senza vita, soffice materasso fammi l'amore. Che la paura bagni il tuo sguardo... Che il male mi faccia oggi la sua schiava la morte mi faccia oggi fremere. Vieni, coricati su di me l'amarezza verrà assaggerai il sapore della morte al baciarla. Decadenza, amarezza depressivo amore. Vieni e bevi da me morirai insieme a me e questa tomba sarà la nostra alcova d'amore. Luna piena, luna morta depressivo amore... Quella strana ragazza che si faceva chiamare Suburbia era terrorizzata e non smetteva di ripetere, singhiozzando e con lo sguardo assente: “Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. Quella frase non aveva significato per lei, ma quell'essere demoniaco non fece altro che sussurrarglielo all'orecchio quella notte nel cimitero, mentre asseriva che la fine era vicina. VI. Mi hogar eres tu (La mia casa sei tu) Quella strana rivelazione fece ricordare a Rafael Haro alla sua bellissima moglie. Durante gli ultimi anni il caso di Alma Echegaray e del senatore Hamilton gli aveva sottratto troppi baci, gli aveva rubato troppe conversazioni insieme al fuoco complice di un camino... Vado segnando amore il mio cammino con i baci che ti ho dato per non dimenticare quello che ho quello che non ho mai perso. Vado lasciando qualche segnale con pezzi della tua voce per rimproverare l'ego e l'umiltà mi dia un calcio. Porto con me una mappa del tuo amore tracciata nel mio cuore e sulla mia pelle porto scritto con i tuoi baci le tracce di te. Translated by Kurai-sama Voglio ritornare poiché tu sei la mia casa vorrei cucirti sulla mia pelle al vento dirò che mi porti da te poiché dove tu starai ci sarà la mia casa. È sempre utile che qualcuno ti stia ad aspettare per poter continuare a essere te stesso per curare l'ubriachezza di elogi e tradimenti. Pianterò un “ti voglio bene” nel tuo corpo, il mio giardino poterò ogni nostalgia che mi allontani sempre più da te. Rammendata alla mia voce porto la tua respirazione e il tuo odore mi rammenta che una rosa si innamorò di me. VII. Fuerza y Honor “El Dorado” (Forza e Onore “El Dorado”) La mattina seguente, dopo aver risvegliato il suo animo bagnandolo con un generoso mare di caffè, l'ispettore continuò a leggere la relazione che lo storico Jesus Castejo aveva redatto confrontando dati storici con manoscritti di monaci spagnoli scritti nel 1548. Selva del Perù, 1532. Passarono mole settimane e molte lune accompagnarono Pedro Alcazar e Zara (ultima moglie dell'inca Atahualpa) in cerca della montagna dove, secondo dicerie sparse per tutto l'impero, i “sacerdoti”inca avevano nascosto lontano dall'avidità dell'uomo bianco tutto l'oro e i tesori dell'impero. Gli spagnoli credevano nell'esistenza di una città coperta d'oro con una ricchezza mai immaginata, alla quale chiamavano “El Dorado”. Quando finalmente arrivarono al lago Titicaca, una vecchietta, alla domanda sulla città d'oro, sorrise e misteriosamente disse: – Forza e Onore. – Scusi? - Chiese Pedro. – I tesori di tutti popoli non si trovano in una città, né riescono starci in un forziere, neanche questo lago è sufficientemente grande per contenerlo. Quello che cercate – continuò – si trova nella memoria, nel cuore di un popolo, ogni persona possedeva il tesoro del suo popolo. Il suo proprio “El Dorado”. Forza e Onore... “Quanto aveva ragione” pensò Rafael Haro e, mentre si accendeva una sigaretta, ricordò il poema che suo padre gli fece imparare: Translated by Kurai-sama SARAI UOMO, FIGLIO MIO Se riesci a conservare il controllo quando tutti Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa; Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio; Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare, O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne, O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio, E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio; Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone; Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo; Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina E trattare allo stesso modo quei due impostori; Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante, E piegarti a ricostruirle con strumenti logori; Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite E rischiarle in un colpo solo a testa e croce, E perdere e ricominciare di nuovo dal principio E non dire una parola sulla perdita; Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti, E a tener duro quando in te non resta altro Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!". Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù, E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente, Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro, Se tutti contano per te, ma nessuno troppo; Se riesci a occupare il minuto inesorabile Dando valore a ogni minuto che passa, Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa, E - quel che è di più – sarai Uomo, figlio mio! Rudyard Kipling VIII. El Violin del Diablo (Il Violino del Diavolo) Un pomeriggio, mentre Rafael si accingeva a lasciare la centrale, sentì il suono di un violino. Sembrava piangesse. Al dirigere i suoi passi verso l'origine di quella pietosa melodia, con sorpresa si ritrovò davanti Suburbia in una delle stanze d'interrogatorio, suonando un logorato violino. – Ti piace? - chiese divertita. – È... strano – rispose il poliziotto. – Questo violino ha una vecchi storia e, anche tu non riesca a crederci, nel mondo reale, vale a dire il tuo mondo, c'è più di una cosa inspiegabile... Racconta la leggenda che, in una notte del 1713 un maestro di violino, Giuseppe Tartini, ossessionato dalla composizione perfetta, ebbe un sogno con il Diavolo. In questo, il Diavolo gli Translated by Kurai-sama appariva con un abbigliamento bellissimo e perfetto, proponendogli un patto. Gli avrebbe dato un violino con il quale poter suonare la melodia perfetta, ma in cambio Giuseppe gli avrebbe offerto la sua anima. Giuseppe, ansioso e accecato dalla sua ambizione accettò il patto senza pensarci due volte. Allora il Diavolo cominciò a suonare una melodia affascinante. Gloriosa! Con una tale destrezza e facilità che lasciò il musicista impressionato al sentire una composizione così perfetta e meravigliosa da quell'essere così orrendo e malizioso, secondo gli altri, perché lui lo vedeva come un uomo di una bellezza abbagliante che godeva a suonare il violino, dal quale usciva una melodia placida e pacifica. Se così era il demonio, com'erano gli angeli? Sembrava più un angelo. Il giorno seguente, al suo risveglio, ricordò perfettamente la melodia che aveva sentito è cominciò a scriverla con una tale abilità che non riusciva a credere a ciò che stava sperimentando. Quando finì di completare la sonata si rese conto che c'era un nuovo oggetto nella sua stanza. Si trattava di un prezioso violino, color mogano che risplendeva. Era come se quel violino lo ipnotizzasse, aveva qualcosa che lo stregava, qualcosa di magico. Allora prese il violino e si mise a suonare, suonò ancora e ancora la sonata fino all'arrivo della notte. Ma qualcosa succedeva, non riusciva come lui desiderava, così come l'aveva sentita. Non smise di suonare tutto il giorno, dimenticandosi delle sue faccende. Ma non era uguale, non trasmetteva la bellezza e la bontà che trasmise il Diavolo suonandola. Alla fine Giuseppe impazzì e si suicidò al vedere che gli era impossibile ripetere la sonata. Il violino che gli diede il Diavolo fu ereditato dai famigliari di Giuseppe, e passò di mano in mano. Ancora continua a circolare in qualche posto di questo mondo. Si dice pure che se il violino cade in mano di giovane musicista, il Diavolo gli appare per offrirgli lo stesso patto che a Tartini. Giuseppe diede come titolo alla sonata “Il Trillo del Diavolo” e oggi siamo in pochi, tra i musicisti, che hanno il coraggio di suonarla. Suona la melodia di una canzone sogno senza temere qualcosa di nuovo intorno mi inonda nel suo piacere Oh! e mi spezza in due. Mi racconta la storia del mondo e dietro mi corica nel suo letto si spine mortale compie i miei desideri e la mia volontà è a punto di cedere. Preferisco nascondere la persona che sono stata, quanto più gli chiedo più posso esigere mi intrappola nel suo mondo e non voglio scappare da questo sogno e sentire il suo male... Non voglio dimenticare chi è lui! Lasciarmi intrappolare senza dubitare. Non voglio dimenticare e perdere, arrivare fino alla fine e tornare. Rimango in silenzio ascoltando la sua voce, il sogno è eterno, non so più chi sono sento un suono così dolce che appena posso respirare. Ricordo che il giorno finiva e non so, tenue melodia mi acchiappa un'altra volta. Non riesco a scappare, devo stare al suo fianco e risentire il suo male... Non voglio dimenticare chi è lui! Lasciarmi intrappolare senza dubitare... Non voglio ormai, smettere di sognare non riesco ormai, dimenticare la verità Translated by Kurai-sama rimanere con lui, arrivare fino alla fine e ritornare. Il violino del diavolo sonata del male canzoni occulte dall'aldilà Non voglio dimenticare e perdere, arrivare fino alla fine e ritornare. Como ho fatto a dimenticare, come posso tornare e suonare... IX. Siempre – Adios Dulcinea parte II (Sempre) Lago Titicaca, Quito, 1534. “Le poesie le scriviamo i perdenti”, pensò Pedro Alcazar, “ed è una forma di sfoderare parole per batterti in duello con la tristezza e la melanconia. È fare i conti con la vita, tanto mi ha dato, tanto mi deve. Sono le rughe dell'anima, ogni segno sul volto di un uomo racconta qualcosa di lui, e i poemi sono le rughe della pelle che ricopre l'anima di qualsiasi perdente. Molte ferite ancora aperte sanguinano sonetti in qualche foglio di carta”. Pedro lasciò scappare qualche lacrima mentre ricordava Azaak. Pedro si accorse che la solitudine aveva labbra di donna. Come ieri ti ho cercata nel doppio tetto del mio cuore e trovai nostalgia di te solitudine. Cominciai a piangere questi versi bagnati in canzone voglio tornare a dormire con il tuo odore. Sfrattai i tuoi baci dalla mia memoria e dico addio ti lascerò andare... Fa così male vivere fa sempre male senza te ho bisogno del tuo odore ho bisogno di calore. Voglio profumare la mia anima con gocce di te e archiviare il dolore nel doppio fondo che c'è nel mio materasso. Uguale a ieri, mi persi nel labirinto del cammino senza te gridai: “Amore mio, dove sei” e piansi. Translated by Kurai-sama Tu mi chiedevi quanto ti volevo bene “Ti voglio bene sempre amore”. Fa così male vivere... Coloro mattine senza sapere qual è il colore che ha ora la tua pelle canto addii su carta straccia del tuo amore. Fa così male vivere... … “Ti voglio bene sempre amore”. X. Mis Demonios (I miei Demoni) Rafael cercò di allontanare dalla sua mente il dolore che gli produceva la melanconia e la mancanza dei suoi. Prese una bottiglia di brandy che teneva nel terzo cassetto del suo tavolino ausiliare. Negli ultimi anni l'alcool e le droghe avevano agito come analgesici (gli doleva l'anima e in queste sostanze riusciva a dimenticare il dolore e trovava un po' di calma...) Ma in verità era prigioniero in un carcere pieno di demoni. Lei è l'amante che vive delle mie paure È la principessa della mia oscurità Scegli i vestiti con tessuti dei tuoi desideri e si traveste di calme e pace. Se devo cadere sarà senza te voglio azzardarmi a vivere se devo lottare sarà per me ho imparato a soffrire. Lei è la dama che sazia i miei demoni in cambio di giurarle fedeltà lei è l'amante che sempre arriva in ritardo nasconde sconfitte, debolezza. Se devo cadere sarà senza te... E sulle sue labbra dorme la mia libertà il suo veleno dorme insieme a me da te voglio scappare. Se devo cadere sarà senza te voglio azzardarmi a vivere se devo lottare sarà per me ho imparato a soffrire. Translated by Kurai-sama Ho imparato a soffrire e a scacciare i fantasmi che vivono in me I miei demoni si allontanano quando tu non sei dentro me. XI. Que el viento sople a tu favor (Che il vento soffi a tuo favore) Selva del Perù, 1532 Da qualche parte nella foresta amazzonica del Perù, sia Zara che Pedro Alcazar nella loro fuga dagli spagnoli, ritrovarono sempre più prove che gli antenati, sia europei sia precolombiani, non erano di questo mondo. Nelle vicinanze di un villaggio, videro un uomo legato e imbavagliato ad un albero, con le vesti più colorate, stravaganti e cenciose mai visti dagli occhi di Zara. – È un pirata inglese – disse Pedro e, dirigendosi verso l'albero dov'era legato quel personaggio, lo liberò e questo è quello che raccontò quel avventuriero e amico dell'ignoto: “Mi chiamo Bernardino de Talavera. Da molti anni tutte le nazioni europee, eccetto Spagna e Portogallo, ci siamo messi da parte dalla spartizione delle terre e dal commercio nelle colonie americane, che veniva decisa dalla casa di contrattazione con sede a Sevilla. Durante questi anni apparì una serie di avventurieri, come me, che riempimmo le coste americane in cerca di fortuna. Siamo mercanti, negrieri, banditi e contrabbandieri. Navighiamo per nostra iniziativa, ma con un permesso pubblico da parte del nostro governo. Ci siamo dedicati quasi esclusivamente al saccheggio delle ricchezze accumulate dagli spagnoli solo per il nostro tornaconto. Nonostante, per parecchi anni, i monarchi spagnoli abbiano cercato di mantenere segreta la scoperta dell'America, nel 1521 dei pirati francesi agli ordini di Juan Florìn, riuscirono ad appropriarsi del famoso tesoro di Montezuma, aprendo un canale agli assalti e agli abbordaggi in cerca di favolosi bottini. Tant'è che, al Capo di San Vicente, voi spagnoli l'avete cominciato a chiamare “Il Capo delle Sorprese”. Ma per noi i tesori più preziosi sono state sempre le donne che con la loro bellezza adornavano ogni porto arido e malconcio”. Ammainate le vele, timone a dritta come orizzonte il mare il nostro destino la gloria amore mio e il tuo letto abbordare. Siamo ladri di cuori come mansione saccheggiare ogni città e il porto che c'è nel tuo sguardo. Apriti a me “la mia sciabola” vuole addormentarsi e naufragare di passione nel mare che c'è in te. Vieni con noi e non guardarti indietro restiamo insieme fino alla fine siamo quello che facciamo non chiedere perdono che il vento soffi a tuo favore. Translated by Kurai-sama Portiamo toppe sul cuore pugnalate del nostro vivere i nostri cannoni sono una canzone per te. “Apriti” amore mio e dammi il meglio di te e la vela “isserai” “dell'albero maestro” che c'è in me. Vieni con noi e non guardarti indietro... Siamo della pelle del Diavolo Viva il ron! E uno scheletro fu il mio amore che ti siano propizi la sorte e l'amore che il vento soffi a tuo favore. Uno scheletro e una maledizione ne La taverna del Doblone la morte ti dà un bacio se non ti credi capace di bere e di lottare. XII. Sueños dormidos (Sogni addormentati) Casa di cura Miramar (Sevilla), 2010 Valentìn era un professore universitario ottantenne che da qualche anno soffriva di una delle malattie più crudeli, quella dell'oblio. Una malattie traditrice che ti ruba poco a poco i ricordi: l'Alzheimer. Nei pochi momenti di lucidità che aveva, Valentìn disegnava sulle pareti strani simboli e autonomamente ripeteva: Nazca, principio e fine. Ormai è tempo che i suoi ricordi dichiarino guerra contro l'oblio. Poiché si congelò il calendario e la sua memoria è fuggita con il passato. C'è da sentire come fa male! Frugare nel diario e sapere che ti mancano... che ti hanno sequestrato degli anni. Translated by Kurai-sama Anche se non ti ricordi più di me sempre mi prendo cura di te mi sono trasformata in luce per poterti guidare fino a me. Voglio trovare quei baci perduti tanti sogni che sono ancora addormentati e tornare a ricordare.. Voglio cercare con te un nuovo cammino perché mi sento perduto e non dover piangere al non riconoscerti. Vedere nascere i giorni è come vedere partorire silenzi ricevere baci da estranei. C'è da sentire quanto fa male! Che ti manchino pagine di diario. Anche se non ti ricordi più di me starò sempre insieme a te ora sono il fiore che aspetta di sbocciare in te. Voglio trovare... XIII. Aun amanece gratis (Ancora albeggia gratis) Impero Inca (attuale città di Cochabamba, Bolivia), 1534. La notte accorre al suo appuntamento diario con le ombre. Quando il giorno sbadiglia e chiude gli occhi è il momento di riflettere. Nonostante la miseria, fame e paura che potresti sentire, pensa che la vita ogni giorno ci regala una nuova opportunità. Ancora non costa nulla un nuovo giorno, ancora albeggia gratis. Pedro de Alcazar al calore di un falò, canta speranze. Quando cade la notte è ora di curare tutte le ferite del vivere e al riparo di un falò con una canzone fare un lavaggio al cuore. Quando muore il giorno è già ora di contare tutte le perdite che ha avuto la ragione e piastrellare con sussurri le pareti del passato per far risplendere il perdono. Translated by Kurai-sama Se il vento porta l'aroma di una pena strazio dell'anima per una condanna. Taglia a una stella cadente una ciocca di capelli... e potrai volare. Do sberleffi alla mia malasorte all'alba io avrò il suo favore e l'amore chissà mi sia propizio forse mi regalerà il suo perdono. Quando le lacrime lucidino il tuo volto e una sorgente bagni il tuo sguardo chiudi gli occhi dormi vedrai azzardati a vivere azzardati a perdere e a vincere. È probabile che oggi tu non sia felice ma un nuovo giorno verrà ancora albeggia gratis per te se cerchi un'altra opportunità. Cerco un angolino dove abbandonare ogni pena che c'è dentro di me dove la vita non faccia pagare tasse per voler vivere. È probabile che... Pulisco silenzi nelle lenzuola che ieri erano rifugio del dolore spaccatura di crepe tra te e me addii e una canzone. XIV. La Soga del muerto “Ayahuasca” (Il cappio del morto “Ayahuasca”) Selva del Perù, 1532 Mentre Pedro cantava, Zara cucinava qualcosa dall'odore orripilante. Misteriosamente, Zara si avvicinò a Pedro e lo avvertì... – Questa è “La Soga del Muerto”, la ayahuasca, l'erba sacra del mio popolo. Prima di berla, voglio raccontarti qualcosa su questa sostanza... Translated by Kurai-sama La ayahuasca, o bevanda sacra maestra, è originaria della cultura amazzonica. Si ottiene dalla miscuglio e dalla cottura della liana ayahuasca con un'altra pianta chiamata chacruna. Il risultato è una infusione dal sapore forte e amaro che, bevendola, ti permette connettere con una realtà che va oltre le parole. L'ingestione di questo miscuglio di piante sacre non ha effetti collaterali per l'organismo, e non provoca dipendenza. Normalmente si approcciano a lei sia uomini che donne, adulti, che vogliono avere una esperienza individuale di amore e conoscenza. La ayahuasca non è per tutti. Quando ti approcci a una esperienza con piante sacre devi renderti conto della fase della tua vita in cui ti trovi, ricapitolare la tua traiettoria vitale e avere chiaro che cosa ti piacerebbe essere in questo mondo e come vorresti vivere il resto della tua vita. L'esperienza con questa pianta ti farà vedere tutto ciò che hai fatto male finora e ti consiglierà cosa devi fared'ora in poi. La liana ti guarisce. Se sei principiante, è molto importante che tu non la beva da solo. È consigliabile che tu sia guidato da un maestro o sciamano con esperienza. Stai per addentrarti in una cerimonia che richiede compagnia e consiglio. La prima volta esperimenterai sensazioni, visioni ed emozioni alle quali non sei abituato. Ti farà bene essere assistito da qualcuno che l'abbia bevuta molte volte e sappia orientarti, se ti sentirai confuso. La pianta sacra è la maestra: lei ti guida. Ayahuasca con un sorso basta e ai confini perduti di te stesso. Viaggerai, volerai conoscerai molto più di te. Ayahuasca per tutta la gente che a poco prezzo vuole fare turismo. Viaggerai, volerai agli angoli che hai dentro di te. Sento delle voci esseri minuscoli che mi cambiano tutti i colori. Rosso il mare il prato azzurro e la giungla color carminio. Non avere paura a essere te stesso né a diverse forme di turismo Ammazzale, zittiscile c'è tanta gente dentro di me. Chi vuole mangiare dal mio menù? Translated by Kurai-sama Ayahuasca con un sorso basta e ai confini perduti di te stesso. Viaggerai, volerai conoscerai molto più di te. Ayahuasca per tutta la gente che a poco prezzo vuole fare turismo. Viaggerai, volerai agli angoli che hai dentro di te. “Stanza 206 il paziente ha ripreso a peggiorare”. XV. La Ira de Gaia (L'Ira di Gaia) Deserto di Nazca, 2010. Avvisato dall'osservatorio dell'Università di Emery, astrologi, scienziati e forze armate si dirigono verso il luogo esatto in cui credono cadrà il meteorite rilevato mesi addietro. Le linee di Nazca si trovano nelle Pampas de Jumana, nel deserto di Nazca. Furono tracciate dalla cultura Nazca. Sono costituite da oltre cento figure che includono semplici linee fino a complesse forme zoomorfe, fitomorfe e geometriche che appaiono tracciate in superficie. Lo stupefacente è che queste linee possono essere osservate nella loro integrità solo se si è in aria. Al mattino seguente e davanti allo spavento di centinaia di persone lì accorse, un oggetto amorfo e con una luminosità mai vista da un occhio umano discese lentamente... Una sagoma di donna scivolò dalla parte frontale di quel oggetto volante. Era Alma Echegaray! Con una voce molto dolce incominciò a parlare. Gradualmente cominciarono a circondarla esseri di luce dall'aspetto umano, ma molto più alti rispetto a noi. La loro morfologia era esattamente quella descritta da innumerevoli leggende circa il popolo atlante. Sul loro petto si poteva notare lo stesso simbolo che tante volte si è ripetuto nella storia. Sono il dio dei lamenti sono giudizio finale sono futuro, sono passato sono principio e fine. È la fine... la condanna del pianeta soffrirete... l'ira del vento e del mare. Quando il mare ricopra tutto di paura quando sputi annichilimento quando il bosco si tinga di ghiaccio si strozzerà di vergogna persino il sole. Translated by Kurai-sama Non esiste futuro... ammazza gli umani. Sono il prossimo diluvio un bacio nucleare la mia mail è “[email protected]” È la fine... pioggia acida per endovena. Morirete...ricoperti dal mare. Quando il mare ricopra tutto di paura quando sputi annichilimento quando il bosco si tinga di ghiaccio si strozzerà di vergogna persino il sole. Quando muoia di tristezza uno scherzo quando sanguinino gli scogli del mare quando muoia di freddo un falò quando muoia d'amore la malvagità L'ira de Gaia verrà! So che esiste un luogo dove seppellire tutte le lacrime che lasciai in debito. So che esiste un paese chiamato tu dove curare le ferite dentro di te. Voglio comprare a rate sorrisi ed ipotecare il vento e la brezza voglio issare pareti dell'anima per arredare la mia vita con calma. Voglio affittare lotti di tristezza e svuotare alla luna piena e predire domani il passato se devo morire che sia al tuo fianco. Sempre è meglio morire che perdere la vita è ora di tornare diretti verso il sole. Inventati un luogo per viaggiare in sella a un raggio di luce. Voglio affittare lotti di tristezza... Voglio comprare a rate sorrisi... Translated by Kurai-sama Non esiste futuro... ammazza gli umani. Quando il mare ricopra tutto di paura quando sputi annichilimento quando il bosco si tinga di ghiaccio si strozzerà di vergogna persino il sole. Quando muoia di tristezza uno scherzo quando sanguinino gli scogli del mare quando muoia di freddo un falò quando muoia d'amore la malvagità. Quando una preghiera trovi la sua meta quando la solitudine sia in due se il perdono fugge dal divino se la fede divorzia da Dio. Quando il freddo ripari una pena e un politico smetta di abbaiare quando i fiori faranno la guerra quando amare non sia proprietà. L'ira di Gaia verrà! XVI. Atlantia Madrid (agenzia di notizie E.F.E.), gennaio 2010. Il terremoto di Haiti fu registrato ieri, 12 gennaio, alle 16:53 ora locale. Con epicentro a 15 km da Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Secondo il servizio geologico degli Stati Uniti, il sisma avrebbe avuto una magnitudine pari a 7.0 e si sarebbe generato a una profondità di 10 km. Si sono registrati anche una serie di repliche, la più forte di 5.9, 5.5 e 5.1 gradi. La N.O.A.A. scartò il pericolo di tsunami nella zona. Questo terremoto è stato il più forte mai registrato da quello avvenuto nel 1770, essendo stato percepito in paesi vicini come Cuba, Giamaica e Repubblica Dominicana dove provocò timore ed evacuazioni preventive. Gli effeti causati al paese più povero di tutta l' America Latina sono stati devastanti. I morti superano finora i 150.000, calcolando che potrebbero superare i 200.000. Avrebbe provocato anche più di 250.000 feriti e lasciato senza casa a un milione di persone. Si considera come una delle catastrofi umanitarie più gravi della storia. Università di Emery, Atlanta, dipartimento meteorologico. Qualcosa andava storto. Nel sud della Spagna, precisamente nelle province di Jaén, Malaga e Tenerife, le inondazioni più gravi degli ultimi cinquant'anni tingevano il paesaggio di morte, desolazione e fango. A Bruxelles, Belgio, le distruzioni da parte delle inondazioni e le frequenti tempeste misero il paese in allarme rosso. Nell'isola di Madeira, Portogallo, il caos causato dall'acqua fu tale che l'isola passò da essere il giardino dell'Atlantico a essere il giardino del fango. A Concepcion, Cile, la terra tornò a ruggire, portandosi con sé più di settecento morti in un nuovo terremoto. Quella stessa notte, si poterono osservare luci non identificate che uscivano dallo stomaco della terra diretti versi l'infinito. Gli atlanti lasciavano questo pianeta condannato all'estinzione. Rafael Haro piange angosciato dalla fine che abbia potuto avere la sua famiglia... È LA FINE! Un gruppo Translated by Kurai-sama di cattolici pregano in una chiesa mentre l'acqua guadagna terreno. Nella sua fuga, Rafael osserva con orrore come nel cielo le nuvole stessero formando una frase: “Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. In un lussuoso ufficio, nella penombra, un primo ministro e un'alta carica militare ridono...(ma questa è un'altra storia e in un altro momento sarà raccontata). Memento Homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris. Se devo naufragare nella mia tempesta lasciami nuotare dentro di te tutto ciò che fui, si è messo in vendita tutto ciò che amai, ciò che appresi. Voglio morire nel tuo sguardo voglio addormentarsi in ciò che fui ci barricheremo dietro al tuo cuscino sempre se il destino tiene bene. Oggi la vita chiude la saracinesca si vendono sorrisi d'occasione chiuderà il mercato “del domani” “cessazione del pianeta per lutto” Piange il fiume, solitudine si dissangua d'acqua il mare tossisce il cielo tuoni e luce starnutisce una valanga. Nella fede in cui Cristo ci deve salvare nella fede in cui Lui ci ama ci dobbiamo afferrare No ai contraccettivi, è meglio l'AIDS che un preservativo essere gay è una malattia, violentare un bimbo no. Dio è amore, Dio è libertà Oh Gesù! Ti ci dai la pace Dio è la luce, tolleranza e fede è il tuo compagno, un amico per davvero. Dio distrusse la Torre di Babele per non credere chiese ad Abramo sacrificare suo figlio a prova della sua fede inondò la Terra, il diluvio di Dio mandò suo figlio a morire e l'inferno s'inventò. Translated by Kurai-sama Dio è amore, Dio è libertà Oh Gesù! Ti ci dai la pace Dio è la luce, tolleranza e fede è il tuo compagno, un amico per davvero. Ben avventurati i poveri ben avventurato chi è gay ben avventurato chi paga ben avventurato chi crede. Ben avventurato il cassaintegrato e chi non arriva a fine mese ben avventurata la moglie... Ben avventurati i poveri ben avventurato chi è gay ben avventurato chi paga ben avventurato chi crede. Ben avventurato il cassaintegrato e chi non arriva a fine mese ben avventurata la moglie che sopporta colpi di un porco che riceve mille pugnalate con un sorriso e una preghiera... Fischietta una canzone il saluto finale recita poesie l'addio si trucca la melanconia con nostalgia e polvere di dolore. Oltre il sole e le stelle o tra gli angoli del tuo amore forse troveremo un'altra terra poiché la profezia incomincia oggi. L'inferno si raffreddò e il cielo si coprì di una ragnatela grigia di nuvole e dolore. Vomitava un vulcano il bosco si bruciò si dissanguava un fiore ferito dal sole. Crocifiggersi decise al vedere quell'orrore. Piange il fiume, solitudine si dissangua d'acqua il mare Translated by Kurai-sama tossisce il cielo lampi e luce disegnando oscurità. Voglio morire nel tuo sguardo voglio morire e risvegliarmi e averti di fianco a me, amore senza te non so stare. Voglio riuscire a recuperare tutti i sogni che vendetti per manciate di progresso amore perdetti la mia libertà. El Dorado decise di andare al monte di pietà a vendere o impegnare tutto l'oro prima di fuggire. La Piramide del Sole si unse crema solare per proteggere la sua pelle dal fuoco nucleare. L'albero della notte triste non smette di ridere. Grida il vento “dove sei?” alla spiaggia che si è bevuta il mare si aprì la terra, bara “Costruzioni fossa comune” Voglio morire nel tuo sguardo... voglio morire e risvegliarmi... Chiusura del pianeta anime in liquidazione cambio di negozio fine della civilizzazione. Si è inondato l'Inferno è affogato l'Eden si incistò la Primavera e ai fiori prendeteli a calci. Non rimane nessun ricordo fotogrammi del passato chi incarcererà i tuoi baci nella cella del tuo amore. Non rimangono più sogni. Com'è difficile disegnare sorrisi nel cuore. Translated by Kurai-sama Non rimane più nessuno con cui naufragare Solo rimane il passato. Anime in comunione riunione dell'aldilà convocati da Satana che non smette di piangere. Gesù Cristo con Jahvè non smettono di discutere non c'è più niente con cui giocare né chi manipolare. L'Amazzonia si è sposato con la lava di un vulcano. Piange il fiume, solitudine si dissangua d'acqua il mare tossisce il cielo lampi e luce disegnando oscurità. Voglio morire nel tuo sguardo... voglio morire e risvegliarmi... Ci sono volte in cui non so, se spremere il sole per riuscire a sentire calore... Durante migliaia di anni gli esseri umani abbiamo potuto godere del più bel regalo che gli dei potessero dare a qualsiasi essere vivente: la brezza, il vento, il fratello Sole e la sorella Luna, campi e praterie su cui vedere crescere i nostri figli, albe bagnate con il profumo che starnutiscono i fiori in primavera, raggi di sole decorati con i sogni ancora da realizzare e, anche se sembra assurdo, intelligenza. Ma l'uomo bianco disprezzò quel tesoro, e di volta in volta in cui la vita gli sorrideva, lui le rispondeva prendendo a calci il suo destino. Se qualcuno legge questa lettera, non dimentichi che la fine di questa civilizzazione fu a causa dell'egoismo, ingordigia e incultura della razza umana. Gli uomini non siamo più mammiferi, l'essere umano non si trasformò in predatore; la razza umana siamo semplicemente un virus, ammazziamo, cresciamo e ci moltiplichiamo. Per questo ci estinguiamo, per questo le acque ingurgitarono la nostra civilizzazione: la vera Atlantide eravamo noi. E per questo lascio scritta questa nota, per forme di vita intelligenti venture. CUANDO GLI UOMINI SPUTANO PER TERRA, SPUTANO A SÈ STESSI. - FINE - Translated by Kurai-sama