MÄGO DE OZ - Altervista

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MÄGO DE OZ - Altervista
MÄGO DE OZ
GAIA
Traduzione a cura di Eduardo “Kurai-sama” Segura
I. Obertura MDXX
Fin dall'inizio dei tempi, i fiumi sono stati le arterie che trasportavano la vita.
Le montagne e la terra furono la mia pelle. I boschi e le foreste, la mia pelliccia.
Tutto viveva in perenne armonia, finché comparve l'essere più crudele e capriccioso mai esistito su
questo pianeta : l'uomo. Una forma di vita apparentemente intelligente, ma corrosa dall'ingordigia,
la violenza e l'ignoranza.
Io sono Gaia, Madre Natura, e tutto quello che mi farai, ti sarà rivoltato contro.
II. Gaia
7 di Gennaio 2002. Atlanta, Georgia (USA)
Da sempre ho voluto che l'angoscia fosse la mia acqua; che tutto il dolore che produce la mancanza
di ossigeno nell'allegria, invece di diventare sconforto, formasse piccole gocce così da poter dar
nome e forma, a quel dolore che riveste le pareti dello stomaco quando sai che non c'è più via
d'uscita. Ho sempre sognato, che l'alchimia della speranza, trasformasse questa paura in gocce di
sudore, che, scivolando per la mia fronte, dissolvesse questa angoscia che mi ha già giustiziato.
E ora, che so che la mia fine si avvicina, vorrei sentir evaporare questo male che detiene la mia
libertà appena sequestrata, che evaporasse con il calore di un abbraccio o con il sospiro di un “ti
voglio bene”. Quella libertà che sempre mi baciò dandomi del Lei e che mai mi promise amore
eterno.
Mentre Alma Echegaray stava per essere giustiziata sulla sedia elettrica, questi pensieri restavano
impressi nella sala, dove venti testimoni e mezza dozzina di giornalisti stavano presenziando come
la corrente di 2000 V. attraversava il suo corpo. Questa prima scarica lascia il reo incosciente, a
seguire gli si applica un'altra scarica di 1000 V. con l'obiettivo di finirlo e poi più tardi una terza e
ultima, di 2000 V. nel caso ci fosse il dubbio dell'efficienza di cotanto magnanimo braccio della
giustizia.
Esistono numerosi casi in cui il reo non muore immediatamente e giace sentendo un atroce dolore.
Inoltre ci sono persone più resistenti all'elettricità rispetto ad altre, sia perché hanno una naturale
resistenza alla corrente o perché sono state continuamente esposte a essa.
Quando quella scarica di corrente percorse una seconda volta il corpo di Alma, questa smise con le
convulsioni e un silenzio isterico piombo nella sala, Giustizia era stata fatta, lo stato aveva
assassinato un'altra minaccia per lo stile di vita americano. Alma Echegaray non esisteva più!
Joe Hamilton non gradiva le esecuzioni, ma pensava che la società dovesse ricorrere a questi mezzi
per potersi difendere e conservare l'ordine nel paese. Lui fu sempre per le esecuzioni tramite
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puntura letale, per la sua pulizia, per la sua modernità, ma forse questo metodo lo trovava troppo
dolce e poco didattico. Fin dall'inizio della sua carica come governatore della Georgia, aveva
sempre preferito le esecuzioni rapide ed esemplari. Il reo doveva soffrire come castigo dei suoi
crimini, e per avvertire futuri delinquenti, la vecchia sedia, era il minore delle pene che conosceva.
Mentre cercava di allontanare la sua mente dai fatti delle ultime 5 ore, nelle quali dovette anche
respingere 2 volte consecutive un indulto per quella sudamericana, e nelle quali dovette anche
convincere la stampa che gente di questo calibro sono dannose per la società, si versò una coppa del
suo bourbon preferito e distrattamente accese il suo PC nel suo studio situato nell'ala destra della
sua mansione.
Doveva aggiornare la sua posta elettronica, prima di farsi una doccia ristoratrice e cercare di
riposare. Era stato un giorno di morte!
All'improvviso qualcosa di strano successe. Tutti i messaggi in arrivo cominciarono ad eliminarsi
mentre, nello stesso istante, uno nuovo arrivava dal nulla e lampeggiava insistentemente, con una
cadenza ritmica e frenetica... Incuriosito lo apri, e la sua sorpresa aumentò quando vide il mittente:
Alma Echegaray. Era impossibile, dal corridoio della morte nessun reo aveva la possibilità di
accedere a nessun PC e ancora meno poteva comunicare con l'esterno. In quel preciso istante le sue
dita lasciarono cadere la coppa di whisky, che si frantumò contro la tastiera. Il rumore prodotto dal
cristallo, lo risvegliò dalla sua fredda e ordinaria vita. La mail era appena stata inviata!
Velocemente la cominciò ad esaminare parola per parola e, mentre i suoi occhi si posavano su quel
testo, il suo cuore iniziò a battere freneticamente. Non poteva essere! Era impossibile! Ma... se sei
morta!
La mail diceva:
“ Egregio Governatore, sì, non è un'allucinazione, è reale, le sto scrivendo da oltre il dolore, dove il
suo potere e le sue leggi non hanno nessun effetto. Dove sono, finalmente, sono libera, e il mio
corpo ha smesso di soffrire le torture alle quali Lei mi ha sottomesso, Ma, nonostante la mia anima
sia finalmente libera, non sono riuscita a trovare ancora la pace, no, finché non riesca che Lei e tutta
l'umanità che pensa come Lei, capiscano che quello che avete appena fatto con me non è giustizia, è
un crimine.
Prima che finisca questa notte, lei sarà giustiziato, ma prima vorrei che leggesse un racconto.
Racconto che comincia nell'anno 1500.
Legga attentamente, e si versi un'altra coppa, la vedo con la gola secca...”
Ci sono volte in cui non so, se spremere il sole
per riuscire a sentire calore
e dubito che al nascere, sarei riuscita a credere
che oggi sarei morta.
Cerco di comprendere il perché
di questa decisione
se io mai ho odiato.
Cerco di afferrarmi al coraggio, ma
non so fingere
solo voglio vivere.
Dove vendono un po' di compassione?
Per poter saziare la mia solitudine
Dove trafficano con sogni di amore?
Visto che voglio drogare questa angoscia
Translated by Kurai-sama
Ricordo il giorno in cui la mia libertà
non aveva prezzo né fine
In cambio oggi offriva perfino
l'eternità
solo per poter vedere il sole sorgere.
Mi vendicherò e tutto il male che mi farai
io te lo restituirò
l'uomo non è mai stato padrone di Gaia
è giustamente al contrario
Sento dei passi, si spezza la mia voce
so che mi vengono a prendere.
E un sacerdote in nome di Dio
chiede “Vuoi confessarti?”
Confesso che ho amato ed ho creduto in un dio
dei poveri, giusto e virtuoso
confesso che in questa sedia in cui
devo morire
la mia anima rinascerà.
Tutta la mia vita scorre davanti a me,
tanti sogni ancora da realizzare
Non avere paura, non piangere per me,
rimarrò sempre accanto a te.
Sento le preghiere, cerco di gridare,
mi coprono per non vedere.
Agli occhi di una crudele umanità
la Morte si eccita, è la fine.
Mi vendicherò e tutto il male che mi farai
io te lo restituirò
l'uomo non è mai stato padrone di Gaia
è giustamente al contrario
III. La Conquista
Anno 1519, metà di febbraio
Buongiorno Avventura! Pedro de Alcazar sussurrò alla brezza marina mentre ammainavano le vele.
Era una mattina solare del mese di febbraio e finalmente, ai suoi vent'anni, stava per conoscere il
mondo e, perché no, farsi una piccola fortuna.
Como tanti altri uomini, 508 per essere precisi, Pedro de Alcazar faceva parte della spedizione che
Cortès aveva finanziato di tasca sua per andare in cerca di glorie, onori e di El Dorado.
Questa spedizione si completava con 12 navi, 10 cannoni di bronzo, 4 falconieri e polvere da sparo,
quasi sufficiente. Tredici dei suoi uomini erano moschettieri, con buoni archibugi. Inoltre aveva al
suo servizio una trentina di balestrieri. Sedici cavalli era tutta la forza animale di cui disponeva
Translated by Kurai-sama
questo piccolo gruppo di avventurieri spagnoli... E a me, Pedro de Alcazar, figlio di Simòn de
Alcazar e di Isabel de Guzman, avevano dato il compito di nutrire a tutte le bestie della spedizione,
cavalli inclusi.
Nei giorni seguenti, costeggiammo la costa sud di Cuba per poter rafforzare il nostro armamento.
Salpammo da Santiago de Cuba il 18 febbraio dell'anno di Nostro Signore 1519. Quelle settimane
passarono con la sola compagnia dello scricchiolio delle assi della nave e del suono del forte vento
che, oltre a spingere le vele, spingeva anche i nostri sogni di gloria.
Finalmente avvistammo terra, precisamente, nell'istante in cui la notte sbadigliava e il pallido sole
albeggiante faceva colazione con i primi odori del giorno. Davanti ai nostri occhi, un'infinità di
colori si affacciarono come appena sorti da una favola. Mai avevo visto tante varietà di uccelli e di
piante, perfino la sabbia di quella spiaggia, sembrava essere stata disegnata da una mano
soprannaturale. Hernàn Cortès ordinò che tutta la ciurma si riassestasse a dovere e, di fronte agli
attoniti di quei nativi, noi spagnoli ostentammo il nostro potere e orgoglio.
La paura di quella gente, seminuda, era palpabile; osservavano i nostri cavalli con terrore e
spaventati andavano a rifugiarsi.
Più tardi, avrei scoperto che loro credevano che cavallo e destriero fossero un unico essere e che le
nostre navi fossero montagne galleggianti. Erano convinti della nostra divinità, che eravamo la
reincarnazione di Quetzalcoatl, un dio molto potente, la serpente piumata delle leggende messicane
adorata in tutto l'impero azteca. I Maya lo conoscono come Kuculcan. In entrambi i casi, è il Dio
della Sapienza, che miscela le forze della terra con quelle del cielo. La sua consorte è Tonantzin,
dea della Terra. Racconta la profezia che Quetzalcoatl tornerà al regno degli uomini nell'anno azteca
che coincide con il 1519 del nostro calendario romano.
NO, non eravamo degli dei, ma solo un gruppo di incoscienti guerrieri avidi d'oro e di avventure.
E io, Pedro de Alcazar, cominciavo a rendermi conto delle atrocità che avremmo compiuto per poter
raggiungere il nostro scopo. Avremmo torturato, ammazzato, schiavizzato, tutto solo per la loro
terra e sotto l'insufficiente pretesto di cristianizzare qualcuno che non lo necessitava.
Era l'Orgia del Potere, il Banchetto dei Cristiani, era... La Conquista.
Il vento si svegliò
risvegliando il dio del mare
Mentre sbadigliava il Sole
l'orizzonte si schiarì
Si denudavano con fare sensuale
la costa e il litorale
Lasciando cadere la nebbia ai suoi piedi
Credetti di vedere il Giardino dell'Eden.
E a mettere piede sulla terraferma mi accorsi
che arrivavano persone che vedendo
i nostri vestiti non capivano che fare.
Siamo venuti a scambiare
i vostri sogni con la Fede
il vostro oro per avere
un Dio e un Re a cui seguire.
Translated by Kurai-sama
Guerra, morte, distruzione...
il nostro inno, quanto coraggio!
Al soldato e al Signore
la conquista li eccitò.
E anche se mai avrei voluto essere come lui
Chiederò che mai più
si conquisti un altro popolo, giammai.
Voglio chiedere perdono
e conquistare il tuo cuore
Voglio chiedere perdono
in una battaglia, i primi caduti,
sono la Giustizia e l'Amore
E a te parlo oggi
cura e ama la tua tradizione.
Oggi voglio il tuo perdono
se la tua terra ami, non smettere mai
di averne cura per favore.
IV. Alma (Anima)
Azaak, coi suoi 18 anni, non arrivava ad immaginare che, più in là da dove nasce e muore il sole,
esistesse una razza così potente quanto misteriosa. Nel villaggio correva voce che dei uomini dalla
carnagione bianca come la farina e con peli su tutta la faccia, erano arrivati galleggiando su delle
montagne ed erano vicini alla città, mostrando vestimenta impossibili e brandendo coltelli che
sputavano fuoco e morte.
Pur essendo la più piccola di 5 fratelli, Azaak già possedeva immensa conoscenza e un grande senso
di responsabilità. Fin dall'infanzia aveva sviluppato la capacità di parlare con gli alberi e di leggere i
messaggi che le nuvole le inviavano. Si sentiva in perfetta sintonia con la natura, alla quale
chiamava Sorella.
Quella mattina, il suo cuore le aveva avvertito che un pericolo sconosciuto si nascondeva tra la sua
gente. Più tardi, ebbe notizie su quegli esseri con 2 teste e con zampe di bestia e dell'intenzione di
questi di fare prigioniere tutte le femmine sane che fossero in età di poter fare figli.
E fu in quell'istante, quando la vidi, che mi resi conto di non aver conosciuto la bellezza nella sua
totalità, finché i suoi occhi mi penetrarono con un dolce ed inquisitorio sguardo. Mi trovavo di
fronte a lei e, al mio fianco, Jeronimo de Aguilar, un naufrago spagnolo che arrivò nella costa maya
otto anni prima dell'arrivo di Cortès e che, inoltre, parlava la lingua dei nativi con una certa
disinvoltura.
Insieme ad Aguilar e me, appresso a quella bellissima indigena, si trovavano delle anziane che
emettevano urla strazianti e singhiozzavano sconsolatamente. Poco a poco, riuscii a farmi largo tra
quella moltitudine di persone e riuscii a vedere il motivo di tanto dolore. Sdraiata su un piccolo
giaciglio di foglie verdi, giaceva una creatura di massimo 4 anni. I suoi piccoli occhi mi guardarono
come se volessero parlarmi, la sua carnagione scura e i suoi lunghi capelli erano ricoperti di sudore
e la sua respirazione aveva ormai perso qualsiasi cadenza naturale. Con un rapido movimento, ma
allo stesso tempo delicato, Azaak tirò su la sua testa e calmo un attimo la sua agonia, dandogli da
bere dell'acqua dalla sua mano.
Translated by Kurai-sama
Ditegli il mio nome, e se in qualche modo posso essere utile, sarò felice di poter far qualcosa. E
ditegli anche, Aguilar, di non aver paura, che non voglio far loro del male, commentai con umiltà.
Jeronimo de Aguilar scambiò alcune parole con Azaak. Dopo una breve pausa, che a me parve
un'eternità, Aguilar mi disse: “ Sta morendo, Pedro, ha una grave malattia, ma i loro cuori non
piangono per la sua partenza, bensì perché ci hanno ordinato di catturarli e la bambina rimarrà senza
“la canzone dell'Anima”
– Cosa vuoi dire? - gli chiesi
– Loro credono che dobbiamo essere pronti per l'ultimo viaggio, così come dobbiamo essere
pronti per la vita. Se non permettiamo che queste persone facciano il loro rito, l'anima di
questa bambina vagherà tra le Terre Tristi.
– E quale sarebbe questo rito? - gli richiesi
– È una canzone...La canzone dell'Anima.
– Dì loro di cantarla. Lasceremo loro il tempo necessario.
Dietro all'inquietudine, che tinge ogni pelle
con delle sfumature di un finale.
Lasciai volare il dolore, verso la mia libertà
l'eternità mi diede appuntamento.
Il mio corpo cedette alla stanchezza
la mia vita sbadigliò
ma la mia mente è ancora in piedi
Non è un conto in sospeso
è un ciclo in più
è un inizio, non una fine.
La mia anima oggi vuole volare
essere acqua, essere la brezza del mare
Ed essere quel fiore che nel tuo giardino
arrampicandosi arrivi fino a te.
E' molto duro sapere
che anche il tuo corpo
ha una data di scadenza.
So bene che se mi libero
di una battaglia
domani ce ne sarà un'altra.
Mi ha messo le corna
la salute con il tuo Dio
e ha dettato la mia sentenza.
Nelle mie tenebre c'è
una luce che alla fine
cullerà il mio cuore.
La mia anima oggi vuole volare
essere acqua, essere la brezza del mare
Ed essere quel fiore che nel tuo giardino
arrampicandosi arrivi fino a te.
Translated by Kurai-sama
La mia anima oggi vuole volare
spezzare catene e sognare
e con la tua voce sentirti parlare
Porto con me amore, mi porto la pace.
V. La Costa del Silencio (La Costa del Silenzio)
Passarono molte lune, ed io ogni giorno ero sempre più risucchiato dal magnetismo di quella donna
così singolare. Nonostante fosse diffidente degli spagnoli, non dimostrò mai odio o rancore verso di
noi, ma non abbracciò il cristianesimo come fecero altre. Lei non riusciva a capire l'affanno di
Hernan Cortès di invadere e dominare Tenochtitlan, capitale dell'impero Azteca.
Azaak era convinta che la terra, le nuvole e le montagne appartenessero solo a chi sapesse vivere in
comunione con loro, e non utilizzandole come piattaforme di crescita personale, di vendetta o di
abuso. Nelle molte notti che passai, incantato, ascoltando le bellissime storie che mi raccontava,
cominciai a capire quello che mi voleva insegnare.
Voi – mi disse – utilizzate il mare per alimentarvi e per viaggiare su di lui, ma non pensate mai a
prendervi cura di lui. E il mare, quale essere vivente, ha bisogno di amore e di attenzioni, come il
fiume o l'albero. Ieri ascoltai il vento e mi avvertì che fra moltissime lune, quando avrete navi che
non avranno bisogno del fratello Vento per muoversi, il mare soffrirà di una malattia così grave che,
se l'uomo bianco non farà qualcosa per curarla, esso morirà di angoscia e di sporcizia. E Madre
Natura vi punirà per questo.
Alle porte di Tenochtitlan, mentre la luna illuminava le nostre facce, Azaak illuminò la mia anima
raccontandomi la profezia che, secondo lei, si sarebbe avverata nella nostra Galicia fra molti, molti
anni....
Il Mare sputava un lamento
così lieve che nessuno lo sentì
era un dolore così profondo
che tutta una costa morì.
Piange singhiozzando la nuvola che si ammalò
e scrive paure sulla sabbia il dolore
La paura addormenta un delfino che bevve
da una pozza di acqua nera, la sua sorte emigrò
Vieni, voglio sentire la tua voce,
e, se ci rimane un po' di amore,
impediamo che tutto questo muoia.
Vieni, poiché dentro di te
c'è la soluzione
di salvare tutta la bellezza che rimane.
Dove alberga l'usura
nascono l'ambizione e il potere,
e questi fioriscono nella terra
che agonizza per gli interessi.
E raccontano che un gabbiano decise
in un atto suicida immolarsi nel sole
ride con disprezzo una nave che si arenò
Translated by Kurai-sama
e si dissangua nel suo letto il mare
Facciamo una rivoluzione
che il nostro leader sia il Sole
e il nostro esercito
siano delle farfalle
Come bandiera una nuova alba
e come conquista riuscire a comprendere
che bisogna cambiare
le spade con delle rose
Finchè ti rimane fiato
vai a cercare aiuto con il vento
resta ormai poco tempo...
VI. El Arbol de la noche triste (L'albero della notte triste)
Nella notte del 30 giugno 1520, dopo aver convissuto con gli Aztechi in Tenochtitlan, approfittando
del loro credo circa le nostre origini divine, Hernan Cortès ordinò di abbandonare la capitale, poiché
la pazienza degli aztechi e l'appoggio del popolo di Monctezuma, erano arrivati al capolinea. Gli
ordini era chiari, dovevamo trasportare tutto l'oro possibile e, con l'ausilio dell'oscurità della notte,
saremmo scappati con la stessa clandestinità con cui un ladro deve abbandonare la scena del
crimine. Io stesso fui tentato dall'ambizione. Tutti eravamo prede di una strana miscela di paura e di
euforia di potere. C'erano alcuni, addirittura, che lasciavano le loro armi ed elmi, così da poter
aumentare il proprio bottino.
E, siccome le gambe del bugiardo e del ladro sono corte, non riuscimmo ad andare molto lontano.
A causa della nostra poca accortezza, gli aztechi diedero l'allarme e vedendoci scappare
vigliaccamente con le loro ricchezze, ci attaccarono con la forza con cui difendi la tua razza e la tua
terra. I cavalli sprofondavano nell'acqua, a causa del sovrappeso e molti dei miei compagni
morivano affogati. Fu una carneficina. Cortès fu ferito, e le perdite furono altissime. Io ebbi una
ferita inguaribile, e fu quella che ricevette la mia anima alla vista di ciò in cui mi ero trasformato:
ladro e vigliacco assassino. Azaak era riuscita a mettersi in salvo, ma era ancora nostra schiava e
credo anche del mio cuore...tra lei e me era sorto qualcosa di più forte dell'odio o dell'ambizione,
l'amore!
Mi feci coraggio e approfittando che Cortès stava riposando ai piedi di un albero, mi decisi a fargli
sapere il mio punto di vista su quella poco onerosa forma di procedere. Sorpresa fu trovare a Hernàn
Cortès piangendo sotto quell'albero, fu una notte di tristezza, fu la notte triste...
Oggi la superbia ha violentato il tuo valore
e l'avarizia ha leccato il tuo disonore
Quanto fa male sentire che sei perduto?
Che l'ira si è fottuta il tuo destino?
Togli l'intimo al dolore
Denudati Cortès e dimmi Cosa vedi?
Dimmi cosa vedi?
Si eccita la vendetta alla vista dell'erezione
che ti causa l'idea di un'altra invasione
Translated by Kurai-sama
Credesti di avere il mondo ai tuoi piedi
e piangi la tua disfatta leccandoti.
Ricorda ciò che un giorno hai perduto
io sono l'Albero della Notte Triste
So che il tuo pianto servirà
prima o poi
per non schiavizzare mai più
gli essere umani
Piange un quetzal e allo stesso tempo
Ruggiscono i fiumi e il vento
ordina a un colibri “Vai a cercare!”
dove Gaia si nasconde
Che ordini all'orizzonte
che faccia eiaculare un volcano.
VII.
La Rosa de los Vientos (La Rosa dei Venti)
Oggi ho la convinzione che parlai col cuore, che tutto quello che dissi a Cortès fu giusto e che
dovevo farlo, ma in quel momento, dopo che la mia bocca finì di sputare tutte quelle parole, e dopo
aver accusato Cortès, la paura mi abbracciò così forte che perfino lui decise di avere pietà di me e
non strozzarmi per tradimento. Nonostante, fui arrestato e il processo posticipato fino al mio ritorno
a Cuba, dove mi avrebbero trattato con disonore e mi avrebbero incarcerato.
Ma Cortès aveva bisogno di uomini e io, sebbene così spavaldo e, secondo lui, vigliacco, ero utile
per i suoi intenti. Si era deciso a ritornare a Tenochtitlan e conquistare l'impero Azteca una buona
volta.
Como al solito, la mia bella Azaak mi diede conforto mi rassicurò che nella vita c'è bisogno di
reggersi su principi così semplici come questi...
Se semini un'illusione
y la innaffi con il tuo amore
e l'acqua della costanza
Germoglierà dentro di te un fiore
e il suo aroma e calore
ti avvolgeranno quando qualcosa andrà male
Se semini un ideale
nella terra del dubbio
e lo concimi con l'invidia
sarà difficile strappare
la cattiveria
dalla tua anima, se ha fatto radici
E che la mia luce ti accompagni
poiché la vita è un giardino
dove la bontà e la cattiveria
si confondono ed è umano
non sempre riuscire a scegliere
Translated by Kurai-sama
E se ti senti perduto
coi tuoi occhi non devi guardare
fallo con quelli della tua anima
e troverai la calma
la tua Rosa dei Venti sarò
Se semina un'amicizia
con coccole piantala
e concimala con la pazienza
Potala con la verità
e trapiantala con fede
poiché ha bisogno di tempo per crescere
Se ti ubriachi di passione
e non raffreddi il tuo cuore
Balbetteranno i tuoi sensi e chissà
parlerà solo il calore e non la ragione
è saggio contare fino a dieci.
VIII.
La Leyenda de la Llorona (La Leggenda de “La Piagnucolona”)
Tra le tante donne che abbracciarono il cristianesimo, ci fu una la quale era la causa delle ire di
Azaak. Il suo nome, Malinche e la sua condizione, amante di Cortès e traditrice del suo popolo e
della Natura.
Quella stessa notte vidi Azaak discutere con lei ferocemente e tra le tante minacce, Azaak le
raccontò una leggenda che sopravviveva allo scorrere dei tempi. E', secondo quanto disse Azaak,
una storia che si racconta nel Messico del futuro e parla de la Llorona...
IX. Van a rodar cabezas (Salteranno alcune teste*)
*van a rodar cabezas è un modo per dire che qualcuno verrà licenziato o fatto fuori
(letteralmete sarebbe: stanno per rotolare delle teste)
Con 400 spagnoli e appoggiati dai tlaxcaltecas, Cortès decise l'assedio a Tenochtitlan e così, durante
80 giorni e 80 notti, gli aztechi videro sotto i loro occhi come la loro resistenza diminuiva a causa
della fame e di un'arma a cui nessuna delle parti aveva pensato: i virus. In effetti, senza volerlo,
Cortès aveva portato malattie comuni in Europa che risultarono invece mortali per gli aztechi; una
semplice influenza decimava le loro forze e addirittura uccideva centinaia di aztechi.
Migliaia di loro perirono, ma prima che Tenochtitlan fosse del tutto conquistata, Azaak lanciò
questo grido di rabbia e impotenza, vedendo tanta bellezza totalmente distrutta...
Se devo morire, sarà combattendo
per vedere crescere il mio popolo qui
e perderò in un sospiro
tutto quello che in una vita ho costruito
Se devo vivere, non sarà mendicando
per la mia cultura e per quello in cui credo
Se devo cadere, sarà almeno lottando
perché non sequestrino la mia libertà.
Translated by Kurai-sama
Se devo zittire, lo farò lasciando
che parli per me, il vento della mia terra
Non voglio vedere il mio popolo
adorando a un Dio che non riesce
ad ascoltare il Sole.
Se devo gridare, il mio odio scatenerà
tale tempesta che la mia ira vi raggelerà
Se devo uccidere non sarà assassinando
l'uomo bianco lo fa, ma non per sopravvivere.
So che arriverà il giorno
in cui pioverà la libertà
e che scritto sulla luna
con la tinta di un garofano
si legga “Vive in pace”
Non lasciare che la malinconia
sia il retrovisore della tua memoria
Non lasciare che una frontiera riesca
a determinare il paese di un fiore
Bacio la terra e in ginocchio
mi congedo dal mare
In un'altra vita ritornerò
Oggi salteranno delle teste
oggi salteranno
X. El atrapasueños (L'acchiappa-sogni)
− Dobbiamo dirigerci a sud – disse Azaak. - Lì ci sono più indigeni come me, che hanno
bisogno del mio aiuto e io voglio che tu sia testimone dell'ingiustizia che sta facendo l'uomo
bianco. Esiste un impero, quello Inca, che presto cadrà in mano di tuoi compatrioti e devi
vederlo, per poi tornare al tuo mondo e raccontarlo.
Come aveva ragione Azaak!! Il successo di Cortès non fece che aumentare l'invasione di europei, i
quali videro nel continente americano una via d'uscita alla loro povertà e un'opportunità di
accumulare terreni e fortune.
− Ora dormi e metti questo sul tuo giaciglio. Azaak mi diede uno strano amuleto, che secondo
lei arrivava da un popolo del nord, molto a nord. Tra tutte le sue caratteristiche aveva quella
di catturare tutti i tuoi incubi così che non ti feriscano più.
− Il suo autentico potere – mi disse – è quello di catturare tutte le tue speranze e se desideri
qualcosa nella tua vita e lo sogni tutte le notti, si compirà. E ora dormi, dormi e sogna di
essere....
Fortunato è colui che vede
che il cielo e l'orizzonte
sono condannati
a doversi comprendere
Translated by Kurai-sama
Prudente è chi crede
che non esiste partita
in cui non bisogna
correre rischi per vincere
La felicità non consiste nell'avere tutto
semmai nell'approfittare dei lati positivi che ti da
Scorgi prima l'alba, un'aquila o un falcone
che una legione di gufi in formazione
Io ti mostrerò
che tutto in questa vita
lo puoi ottenere
se in te stesso riesci a credere
E ti insegnerò a vincere il tuo nemico
che non sono gli altri
sei tu! Sei tu!
Si deve prima fallire
e a volte il toccare il fondo
per scorgere la luce
e questa vita apprezzare
La felicità non consiste nell'avere tutto
semmai nell'approfittare dei lati positivi che ti dà
Io ti canterò una ninna nanna
e la mia voce ti avvolgerà
e tra le tue lenzuola, il mio respiro
gli incubi se ne andranno
E un giorno si compiranno
tutti i tuoi sogni diventeranno realtà
e l'alba di domani arriverà
io sono l'Acchiappa-sogni
E un giorno si compiranno
catturo sogni, ingabbio il dolore
e l'alba di domani arriverà
io sono l'Acchiappa-sogni.
XI. Si te vas (Se te ne vai)
Quando l'anima rimane ferita di solitudine, è in quel momento in cui impari che avere qualcuno cui
ami, è un regalo da curare e coccolare. Azaak non riuscì a riprendersi da quella carneficina, gli
spagnoli le avevamo tolto la sua identità, le sue usanze e, in cambio, lei solo aveva il mio amore.
Quando quella notte mi disse di aiutarla a scappare, tutte le mie paure e dubbi sparirono. Amare
qualcuno è compromettersi, è pensare in tre: tu, io e noi.
Avevo trovato l'amore e non volevo perderlo. Certo che l'avrei aiutata!, anzi me ne sarei andato con
lei, poiché se lei se ne va, io tornerei a rinchiudermi in vita.
Translated by Kurai-sama
Sono qui dopo aver perso tanto
che ebbi paura ad avere
qualcosa per cui aprire
la mia anima e metterla ai tuoi piedi
Sento gelosia del vento,
perchè accarezza il volto
ogni mattina
e voglio litigare con lui
E nonostante tutto
è molto difficile che non mi faccia male
stare senza te
Io sarò la tua aria
tu sarai la pelle
che copre la mia solitudine
Voglia stare insieme a te!
Voglio smettere di morire in vita,
tu mi fai vivere
tutto quello che ho sognato
e non ho mai potuto avere.
Voglio dormire nei tuoi occhi
e al mio risveglio
bere dalla tua bocca
ho ancora sete di te
E nonostante tutto
è molto difficile che non mi faccia male
stare senza te
Io sarò la tua aria
tu sarai la pelle
che copre la mia solitudine
Voglia stare insieme a te!
Se te vai
amore mio, se te ne vai
ritornerò a rinchiudermi in vita
e non uscirò più
Dove sei?
Mia vita, dove sei?
Ho bisogno del tuo amore
per vivere.
XII.
La Venganza de Gaia (La vendetta di Gaia)
8 gennaio 2002. Atlanta (Georgia)
Aveva ancora lo sguardo fisso sul monitor del computer, quando Joe Hamilton finì di leggere
l'ultima riga. Lui già sapeva la storia degli spagnoli, di Monctezuma e tutto il resto; e poi, cosa
c'entro io con tutto questo? - pensò- Anzi, gli pareva il tipico racconto anticolonialistico che molti
Translated by Kurai-sama
attivisti negli USA utilizzano per lottare contro gli interessi commerciali americani in Messico. Era
molto tardi ed era sfinito, qualcuno gli aveva giocato un brutto tiro, e di pessimo gusto, facendosi
passare per quella sciagurata che avevano appena giustiziato. Finì il suo bicchiere e andò a dormire.
Aveva la bocca secca e non era riuscito a riposare, accese la luce del suo abat-jour , accanto a una
pila di libri di diritto penale e di una biografia di Charlton Heston. Ad illuminarsi la stanza, notò con
la coda dell'occhio un movimento fugace. Girò immediatamente la testa e la sua espressione cambiò
così repentinamente, che una risatina contenuta scappò da chi stava al suo fianco. Cercò di urlare,
ma la paura paralizzava tutte le sue funzioni primarie, persino respirare gli sembrava impossibile.
Seduta, sul suo letto, c'era Alma Echegaray, guardandolo dritto negli occhi e con faccia di scherno,
si presentò.
– Buonanotte Governatore, spero che il sonno sia stato ristoratore.
– Chi sei?- cercò di pronunciare.
– Gliel'ho già detto, avevo qualcosa d'importante da raccontarle. Speravo che avesse capito il
mio racconto, ma vedo che non è così. Io sono Azaak, ma anche Alma Echegaray. Ho avuto
tanti nomi attraverso i secoli, ma sono sempre stata la stessa: Gaia. Sono Madre Natura, la
Pachamama, sono il sole, la luna, sono tutto ciò che fa che questo pianeta viva. E se le ho
raccontato questa storia, era semplicemente perché potesse accorgersi che i veri americani
non siete voi, ma tutti quei popoli che furono colonizzati, e volevo che comprendesse anche
che giustiziare qualcuno è contro natura...e sono io la Natura!! e questa è la tua sentenza...
Si risvegliò bagnato in sudore
e un freddo interno, lo fece rabbrividire
Accese la luce e sul suo letto di fianco a lui...
Vide quella donna!
Fu come quel bacio che non dette mai
Come quel “Ti voglio bene” che non disse
Arrivò l'ora di far tornare i conti e lui pianse
Tu rappresenti tutto quell'orrore
che corrompe e uccide il pianeta
Nel condannarmi
facesti abortire il tuo perdono
Io sono l'aria, la brezza e il mare
e l'Amazzonia che, ferita...
sanguina a causa della vostra ambizione
io sono parte di lei
Vide tutta la sua vita scorrere davanti a lui
Vide la sua infanzia, non si riconobbe
La sua innocenza perì a causa dell'ambizione
La massacrò!
Tutto il male che mi farai, a te ritornerà
poiché la Terra è la tua casa
e così come amo, so anche castigare
la Vendetta di Gaia subirai
Apparirono nella sua mansione
un anziano cervo e un falcone,
un bosco bruciato e un salice piangente
Translated by Kurai-sama
Questo è un processo e questo il tribunale
che condannerà la tua usura
l'ozono è il fiscale e una balena il giudice
Un fiume inquinato in piedi
fa passare la giuria
formata dalla Giustizia, l'Amore
e qualche pesce
Tutto il male che mi farai, a te ritornerà
poiché la Terra è la tua casa
e così come amo, so anche castigare
la Vendetta di Gaia subirai
Cerca una lontra il suo amore e vede
che l'hanno appena assassinata
E' morta sotto colpi irrazionali
solo volevano la sua pelle
e non capisce il perché, se loro hanno già una pelle
uccidono per averne un'altra
Cerca di risvegliarla, sta per albeggiare
ed avevano appuntamento per vedere uscire il sole.
Devi pagare e questo tribunale
ti condanna ad essere un albero
E quando avrai sete, da bere
solo pioggia acida tu avrai.
E la lontra pianse, poiché vide che il suo amore
aveva ancora la sua pelle
E il sole si risvegliò e corsero a vedere
una nuova alba...
E IL MARE SORRISE!
Raccontano che dopo una tempesta ieri
il vento spezzò un albero
e che il suo tronco, servì da casa a un castoro.
Tutto il male che mi farai, a te ritornerà
poiché la Terra è la tua casa
e così come amo, so anche castigare
la Vendetta di Gaia subirai!
Che il sole del mattino e la brezza della notte, non tornino ad essere testimoni di ingiustizie su
qualsiasi popolo o cultura. Che il canto di un uccello, non sia un requiem per il mare. E che tutto
quanto ci circonda, ci alimenta e ci dà la vita, si meriti tutto il nostro rispetto e amore.
Lo spirito della Terra, Gaia, continuò a sorvegliare e curare il pianeta dell'uomo.
Ma questa è un'altra storia e in un altro momento sarà raccontata...
Madrid, Agosto 2003
Jesus Maria Hernandez. Txus
Translated by Kurai-sama
GAIA II : LA VOZ DORMIDA
Introduzione
Spesso il successo e il fallimento -quei due maledetti impostori- affacciano la testa dalla crepa
dell’ispirazione e, ti bisbigliano all’orecchio che cosa devi e che cosa non devi fare…
Là comincia la battaglia di un compositore e quella di uno scrittore! Placando l’angoscia che lo
riempie scrivendo su un foglio bianco, tacendo quelle voci interessate al successo e al fallimento,
ascoltando soltanto, in modo lento ed onesto, il tuo cuore…
In questo nuovo lavoro “La Voz Dormida”, con l’aiuto inestimabile dei miei compagni di viaggio, ai
quali tanto devo in quanto così poco ricevono da me, abbiamo provato a far cantare il cuore,
abbiamo provato a far suonare alle chitarre la nostra illusione e abbiamo fatto scrivere le parole alla
penna più pura che conosco: la nostra anima…
Sono soltanto un ladro di parole, un rapitore d’idee e di melodie e, come riscatto, chiedo solo il tuo
sorriso.
La Musica è la lingua dell’anima ed i romanzi sono i baci che l’immaginazione porge alla nostra
vita.
L’autore scrive soltanto la metà di un’opera, dell’altra metà deve interessarsi chi la riceve e, ora,
tocca a te, non giudicare con leggerezza questo lavoro… è impregnato di sforzo duro e di rinnovata
illusione.
Speriamo di non defraudarti e farti sentire fiero di noi: il vecchio Mago è tornato!
Ringraziamo la Musica per amarci e ringraziamo voi perché… senza… saremmo silenzio…
We must be over the Rainbow!!
Il Cairo, 25 settembre 2005, Txus di Fellatio
I. Volaverunt Opus 666
Madrid, 25 maggio 1823
Non importa se hai successo o fallisci. Non importa se arrivi alla meta o semplicemente rimani alle
sua porte. Quello che importa non è la meta, ma il cammino...
Durante tutta la sua vita la forza motrice che aveva sgranchito la sua stanca immaginazione era stata
la sua volontà. Ma questa era solo il combustibile, l'alimento che faceva sì che il suo corpo e la
mente non si piegassero di fronte all'insuccesso, quella forza invisibile che lo faceva alzare ogni
mattina e guardare negli occhi la sconfitta, e scansandola d'un colpo, affrontare i suoi sogni. Ogni
volta che si fronteggiavano con un telo bianco lo studiava, addirittura si potrebbe dire che parlava
con lui.
Tu chi sei?- gli chiedeva.
E prima di scegliere il colore dalla sua tavolozza, sapeva perfettamente in quale pigmentazione
doveva immergere il suo pennello, la sua anima...in quello della passione.
Qualunque cosa tu faccia nella vita, che trionfi o che tu venga sconfitto, sia solo per divertirti o per
dovere, fallo con passione. Non importa se è buono o cattivo, mediocre o sublime. L'Arte senza
passione è come baciare una pietra, è carente di calore, di Anima... Qualunque cosa tu faccia nella
vita, falla con passione.
Una perla è un'insignificante granello di sabbia, non è importante, nessuno gli presta attenzione.
Ma, col tempo, la costanza e la passione fanno di lei qualcosa di prezioso, che persino gli oceani gli
rendono omaggio. Tutti i sogni cominciano con l'essere qualcosa di piccolo.
Mentre rifletteva, Goya dava gli ultimi ritocchi a una strana opera disegnata, come tante altre, sulle
Translated by Kurai-sama
pareti della sua isolata villa, sulle rive del fiume Manzanares, sulla riviera di Aluche. Le pareti di
questa casa si riempirono di allucinanti scene di superstizione, stregonerie e possessioni. Lì c'è
Saturno divorando i suoi figli con una vividezza che fa raggelare, là il Gran Buco convocando i suoi
torvi credenti e lì la sua ultima pittura, il gran Aquelarre fantasmagorico di facce fatte a pezzi, di
essere maligni...e a presidiare il tutto: Il Caprone demoniaco.
Da quando la sordità su impossessò dei suoi silenzi, Goya si rifugiò dalla corte di Fernando VII in
questa villa isolata, nei dintorni di Madrid. La si conosceva come “La Quinta del Sordo”. Lì, in
compagnia di Leocadia, la quale badava alla casa, e il fedele Isidro, che gli faceva da interprete e
curava l'orto, fu dove una strana visita ebbe luogo, che avrebbe cambiato il trascorrere degli eventi
e, perché no, del mondo...
A mezzanotte meno un minuto, immersa nella spessa oscurità, un'ombra agile e silenziosa chiama
alla porta de La Quinta del Sordo:
-Buonasera, vorrei parlare con Don Francisco de Goya, gli dica che vengo da molto lontano e che
mi manda Volaverunt-. Quell'uomo aveva uno strano accento straniero ed era vestito di nero,
totalmente di nero.
Donna Leocadia, sorpresa per l'ora inusuale, invitò lo straniero ad aspettare il suo padrone su una
piccola poltrona di pelle accanto al camino del salone al piano terra. Don Francisco era abituato a
ricevere innumerevoli visite da anni ma, ultimamente, a causa della sordità, era diventato sfuggente,
taciturno.
-Francisco- scrisse su un foglio – hai una visita da parte di un uomo con accento straniero, vuole
parlarti da solo alcuni minuti, porta con sé una lettera e dice di venire in nome di Volaverunt.
-Volaverunt?- esclamò Goya -digli si salire per favore.
Volaverunt! Finalmente era arrivata l'ora! Lui era l'uomo di uno dei suoi capricci, sigillato in
acquaforte già da diversi anni, ed era anche il nome in codice che avrebbe fatto scattare il
meccanismo...
Il visitatore risultò essere un tedesco e gli diede una lettera firmata da un altro tedesco, nonché
amico Goethe – pensatore e romanziere creatore, tra gli altri, del romanzo Fausto, e uno dei
precursori di Darwin. In quella lettera veniva convocato nel giro di una settimana nella città
francese di Bordeaux, lì gli avrebbe presentato una celebrità, che come lui, facevano parte della
Società...Il sigillo della lettera aveva quello strano simbolo che aveva già visto la prima volta in
casa di Goethe.
Bordeaux, 1 giugno 1823
“Carissimo Francisco, il tempo è agli sgoccioli, e tanto tu come noi siamo sempre più vicini alla
morte che alla vita, la nostra crescente ansietà ci preme a concludere la nostra opera. La Voce
Sopita deve svegliarsi, e perché ciò accada, oggi ti presenterò qualcuno che vive illuminato dalla
luce dell'arte, a un essere che vive nelle tenebre del silenzio, un essere che come te, mio vecchio
amico, è sordo...”
Quell'uomo robusto risultò essere colui di cui si parlava tanto nella Corte di Spagna, un musicista
eccezionale, un compositore che, senza ascoltare nota alcuna, riusciva a riempirle di magia,
armonia, forza ed eleganza. Lui diceva che chiudendo gli occhi riusciva a sentire la musica
chiaramente dentro la sua testa. Era un essere unico, il suo nome era Ludwig van Beethoven.
Convennero, dopo una lunga notte di conversazione -nella quale i traduttori si affannavano a far
giungere all'altro quello che il suo interlocutore diceva – che la soluzione migliore sarebbe stata
quella di criptare il messaggio, aspettando che un essere altamente sensibile, una purezza umana
non corrotta, lo facesse suo.
Translated by Kurai-sama
Goya occultò il simbolo della Società segreta nel suo capriccio Volaverunt, mentre Beethoven fece
lo stesso ma con la frase “Missit me Dominus”, nascondendolo in uno dei frammenti della sua
Sinfonia in re minore n° 9.
La Voce Sopita non avrebbe tardato a risvegliarsi...
Gaia, Gaia, Gaia
Libera me domine de morte aeterna
Volaverunt, Missit me Dominus
II. La Voz Dormida (La Voce Sopita)
Toledo, 2 Aprile 2005
A Nacho lo calmava solo la musica, specialmente quella classica. Fin da piccolino, sua madre gli
faceva ascoltare Chiaro di Luna per addormentarsi. In ospedale, dopo il parto, dovette assimilare di
colpo che il suo bimbo appena nato era speciale, aveva la sindrome di Down.
Nacho, tra le sue svariate abilità, aveva acquisito una sensibilità molto acuta verso l'Arte. Lo
affascinava la Musica, il Cinema e l'arte pittorica. Soprattutto quest'ultima. Affermava di vedere nei
quadri cose che a una semplice occhiata parevano nascondersi. Passava ore ed ore a contemplare lo
stesso quadro e, ogni tanto, socchiudeva gli occhi, sorrideva divertito e annuiva.
Oggi era un giorno speciale, Sara de Ladrada y Garcia, sua madre, lo avrebbe portato quella mattina
alla Università di Toledo, dove si esponevano una moltitudine di quadri e capricci di Goya, uno dei
preferiti di Nacho.
L'esposizione era a cura dei governi di Castilla-La Mancha e di Aragòn.
L'Università di Toledo era una cornice inimitabile. Sia nella Città Imperiale sia nell'università sono
successi innumerevoli fatti incredibili. Stregoneria, spiritismo, negromanzia, cabala e altre arti
occulte sono parti indissolubili della pelle di Toledo.
Nella stessa Università di Toledo, pochi anni fa, morì d'infarto una guardia giurata che aveva il
turno di notte. I suoi colleghi e molte donne delle pulizie assicuravano che, nel piano di sopra, si
potevano sentire risate e gemiti, che, dopo aver pulito il pavimento di un'aula di più di 70 metri
quadri, quando passavano alla seguente, udivano sedie strisciare...Era chiaro che erano da sole, ma
al tornare indietro, trovarono tutte le sedie perfettamente collocate sopra i tavoli. Più di 200 sedie!
L'ultimo fatto paranormale ebbe luogo una mattina di qualche mese fa. L'Università era chiusa per
lavori, e una guardia giurata, durante il giro di controllo, udì alcuni rumori misteriosi provenire dal
ripostiglio situato al piano di sopra. Per tutta la notte i gemiti e gli strani rumori terrorizzarono la
guardia, che non ci penso due volte a non muoversi dal suo posto all'ingresso.
Al mattino chiamò il bidello e gli chiese se qualcuno, qualche studiante con voglia di far casino, o
qualche coppietta, avevano l'abitudine di frequentare quel ripostiglio di notte. La risposta fu
inquietante. Solo lui aveva le chiavi dell'Università e il giorno prima, prima di chiudere e lasciare
tutto in mano alla guardia, si era assicurato che non ci fosse più nessuno dentro.
Immediatamente si recarono al ripostiglio e all'aprire la porta, che effettivamente era chiusa a
chiave, la paura e il terrore si impadronirono dei loro volti...Sedie, tavoli, lavagne, armadi e altri
mobili erano ammassati formando una piramide di più di due metri. Chi o cosa aveva fatto tutto
ciò?
Oggi non sarebbe stato diverso, qualcosa stava per accadere.
Come sempre, Nacho portava con sé il suo lettore mp3, con cui alternava musica heavy con i suoi
compositori preferiti di musica classica. Stava proprio osservando uno di quei piccoli quadri che
Translated by Kurai-sama
chiamavano Capricci. D'un tratto cominciò a suonare nel suo lettore la Sinfonia n° 9 in re minore, di
Beethoven, il suo compositore preferito. In quell'istante i suoi occhi si fermarono su uno di quegli
strani dipinti. Delle streghe levavano in aria una donna, volava, o così gli sembrava. Ma c'era
qualcosa in più, un simbolo lo richiamava. La musica di Beethoven si faceva sempre più forte e il
dipinto sembrava parlargli. Come un'eco, Nacho udiva delle urla, era sua madre, che, terrorizzata,
indicava la sua faccia e chiedeva aiuto mentre cercava di prendere il suo braccio.
Nacho girò lentamente il suo corpo e riuscì a guardarsi riflesso in una specchiera messa proprio
dietro di lui...Il suo volto! Il suo volto stava cambiando, i suoi tratti stavano scomparendo...
La nona sinfonia stava raggiungendo il suo culmine.
Sotto il quadro di Volaverunt, Nacho lasciò cadere il suo lettore che teneva in mano. Tutti i tratti
caratteristici di quel bambino con la sindrome di Down erano scomparsi. La sua pelle era liscia e
una luminosità speciale si spargeva dal suo sguardo.
– Sono la Voce Sopita, il Signore mi ha inviato, “Missit me Dominus”.
Piombò il silenzio, nessuno aveva il coraggio di parlare. Sara, sua madre, si tappava la bocca
cercando di spezzare un urlo, la gente lo osservava, un gruppo di monache carmelitane si
avvicinarono a lui.
- Com'è stata la scopata di ieri notte, sorella Pilar? - le chiese Nacho prendendo in mano un
crocifisso e strappandolo dal petto di quella scioccata carmelitana.
- Spero che il Vescovo la ricompensi – si burlò – Lui è sempre misericordioso con le sue puttanelle.
E guardando il crocifisso glielo lanciò in faccia.
– Oggi il vostro capo farà i conti con colui che tutto vede, il Signore mi ha inviato, Missit me
Dominus.
- Ma figlio mio, che cosa dici? Ti senti bene? Che qualcuno chiami un medico, per l'amore di Dio!Sara non riusciva a credere a ciò che udiva e vedeva.
– Oggi il vostro Papa Giovanni Paolo II morirà alle 21:37. Io sono la Voce Sopita, il Signore
mi ha inviato.
Nacho cadde inerme appena finì di dire quella enigmatica profezia.
Sono di un posto, di un luogo
di un tempo che...
chiamano eternità
e al vento, la mia casa.
Dove la realtà
la puoi cambiare
se sai indagare
e non dai tutto per scontato.
Che gusto ha il dolore?
L'amore è eterno?
La rabbia è donna?
Di cosa sono fatti i sogni?
Quanto pesa un addio?
Perché è muta la Pace?
Può dormire il tradimento?
Chieditelo!!
E ti accorgerai che la mia voce
vive in te, sono la Voce Sopita
Translated by Kurai-sama
quella che il Sant'Uffizio
riuscì a zittire
Se mi vuoi seguire
voleremo sopra l'arcobaleno
dove muoiono le pene
e nascono i baci nei fiori
La mia voce vive in te!
Ho visto Roma cadere
e l'Egitto morire
e a Gesù di Nazareth
agonizzare senza sapere
che a suo nome sarebbe nata
una setta di potere
trafficanti di illusioni
mercanti di anime spezzate.
Perché è sorda la fede?
e cieco chi crede?
Sa una preghiera baciare?
Quanto chiede il celibato?
E' in vendita l'altare?
O l'affittate?
Per uso di un dittatore
In uno Hitler scopò!!!
E ti accorgerai che la mia voce
vive in te, sono la Voce Sopita
quella che il Sant'Uffizio
riuscì a zittire
Se mi vuoi seguire
voleremo sopra l'arcobaleno
dove muoiono le pene
e nascono i baci nei fiori
La mia voce vive in te!
Sono sceso fino al tuo inferno
e alle tue paure chiesi
"dove vivono le sconfitte?"
e se accettano un assegno
Sono salito fino al suo cielo
il suo Dio non mi ricevette
alla sua destra siede Franco
e tra i due c'è un posto per Pinochet!!
E vedrai che io sono la Voce Dormiente
seguimi, la mia voce vive in te!!!
Sono stato bruciato in migliaia di roghi
mi violentarono in Perù
Translated by Kurai-sama
ho vissuto l'Olocausto
l'Inquisizione, apartheid
dittature, potere, pederastia
il simbolo del Diavolo è la Croce!!!
III. Hazme un sitio entre tu piel (Fammi posto nella tua pelle)
Erano passati 3 anni dagli strani fatti avvenuti in Atlanta, dove un senatore ultraconservatore era
morto in strane circostanze. Durante questi 3 anni l'ispettore Rafael Haro, di origine cubana, era
stato scelto dalla CIA per fare chiarimento sui fatti che avvennero in Atlanta. Solo aveva una pista:
Spagna. E una frase scritta nella mansione del senatore Joe Hamilton: “La Voce Sopita, il Signore
mi ha inviato”.
Aveva quasi data per persa la ricerca, quando ricevette una telefonata:
- Buonasera ispettore! Abbiamo a un ragazzo con la sindrome di Down nel reparto di psichiatria
dell'Ospedale Ramòn y Cajal di Madrid. Ha fatto un bordello assurdo a Toledo. Dice di essere la
Voce Sopita...- e gli raccontò per filo e per segno gli avvenimenti.
– D'accordo Miralles, tra 10 minuti ci vediamo all'ospedale. Non voglio giornalisti!
Occupatene tu.
Il reparto di psichiatria dell'Ospedale Ramòn y Cajal era un posto dantesco. Era come una officina
umana dove i corpi erano parcheggiati mentre le menti erano medicate e addormentate. Volti
burleschi, occhi senza vita, urla e raccapriccianti lamenti. I
l dottor Garcia Pedraza, caporeparto di psichiatria, lo informò dello strano caso del paziente Nacho,
un ragazzo di 16 anni che aveva la sindrome di Down e che, da quella stessa mattina entrava in
trance, profetizzando l'ora esatta della morte del Papa...
- E cosa c'è di strano?- chiese l'ispettore -Tutto il mondo sa che il Papa è in punto di morte, di fatto
la Morte gli sta tirando la manica già da molto tempo.
- Signor ispettore, la cosa inusuale è che ogni volta che entra in trance, spariscono tutti i tratti della
sua malattia. Tutti i tipici sintomi della sindrome di Down evaporano, e mantiene conversazioni
coerenti!!
Quando Rafael Haro entrò nella stanza, quello che vide gli produsse un tale impatto che dovette
afferrarsi alla sedia. Nacho giaceva guardandolo fisso, era stato legato e connesso a varie macchine.
Il suo volto cominciò a stirarsi e poco a poco una luce brillante si impadronì del suo corpo.
- Lo stavo aspettando signro Haro – disse con una voce flautata e asessuata - Abbiamo molto di cui
parlare, si sieda, non c'è tempo.
– Chi o cosa sei tu?- gli chiese Rafael Haro mentre accendeva il suo registratore...
Nacho chiuse gli occhi, sospirò, e incominciò il suo racconto...
Se mi vedi, baciami,
fammi posto tra la tua pelle.
Sto cercando qualche voce dentro di me
che mi aiuti bene a discernere,
poiché la mia mente è un vestito
che mi sta male.
Qual è stato, dov'è l'errore?
Chi mi ha condannato al terrore
di una mente in bianco e nero?
Dov'è il mio posto?
Non sono come gli altri,
Translated by Kurai-sama
io so pensare!!
Sono solo ed ho paura.
Se mi vedi, baciami,
fammi posto tra la tua pelle,
che i tratti del mio volto
non t'impediscano di vedere la mia anima.
Sentirai che il mio amore
è assetato di una voce che
mi sussurri una carezza
o mi regali un'illusione.
Dammi carezze, dammi il tuo calore,
te li ridarò indietro sotto forma di fiore,
riceverai per cento, moltiplicato
quello che mi darai.
Se mi scansi, no mi integrerò
se mi abbandoni, io mi perderò.
Il rifiuto è la mia condanna.
Dov'è la mia libertà?
Cercherò un futuro per me
Mi costerà!!
ma senza amore non riesco.
Se mi vedi, baciami,
fammi posto tra la tua pelle,
che i tratti del mio volto
non t'impediscano di vedere la mia anima.
Sentirai che il mio amore
è assetato di una voce che
mi sussurri una carezza
o mi regali un'illusione.
E alla fine arriverò
dove mi porteranno i miei piedi,
e se vuoi conoscermi,
non osservarmi, guardami.
Dove sei, Libertà?
La mia cella è la solitudine
il silenzio che non tace
è il vuoto della tua voce.
Se mi vedi, baciami
fammi posto tra la tua pelle...
– E ora che sai già chi sono, ti racconterò una storia avvenuta più di 500 anni fa...
Translated by Kurai-sama
IV. El Poema de la lluvia triste (Il Poema della Pioggia Triste)
Toledo, anno 1531.
L'interno della cella era stretto e molto freddo. Così freddo che la speranza si congelava dentro
l'anima, facendola a pezzi.
Dov'erano l'aria, il sole? Perché l'avevano rinchiusa in quella prigione? Azaak non riuscì a
raggiungere il sud e fu intercettata e fatta prigioniera dagli spagnoli. Data la sua straordinaria
bellezza e dominio della lingua spagnola, fu portata in Spagna insieme a un carico d'oro proveniente
dal popolo Inca. Era la prova di cui aveva bisogno un uomo, addirittura più crudele e ambizioso di
Cortès, che il popolo Inca possedeva inestimabili tesori. Il suo nome era Francisco Pizarro.
Insieme a lei c'è Sara, una bellissima ragazza ebrea accusata di fare patti con il Diavolo. La Santa
Inquisizione non vede di buon occhio una indigena delle Indie che sappia parlare spagnolo
fluidamente. In più assicura che il vero Dio è la Pachamama. Sara è impaurita e Azaak le racconta
una bella storia del suo popolo...
Si svegliò a mezzanotte a guardare
se nel riflesso dell'acqua poteva trovare
quella risata che un giorno ammutolì,
e come seconda pelle, di solitudine si vestì.
Cercò una risposta nell'aria,
mentre il mare la coprì.
Chiese aiuto alla sua stella,
che l'abbandono
perché ha dimenticato piangere.
Piangere è purgare la pena,
disidratare tutta la paura che hai dentro,
è sudare l'angoscia che ti riempie,
è piovere tristezza per poter essere felice.
Chiudi gli occhi, apri il cuore,
ed impara a vedere con gli occhi dell'anima -lei udìLe parlava il vento, le parlava un fiore,
con quella cadenza che ha un sussurro d'amore.
Lascia uscire i fantasmi
che amareggiano baci e danno,
in cambio dei tuoi silenzi,
accumulo di ansietà,
mutilata Pace.
Piangere è purgare la pena,
disidratare tutta la paura che hai dentro,
è sudare l'angoscia che ti riempie,
è piovere tristezza per poter essere felice.
Piangere è purgare la pena,
disidratare tutta la paura che hai dentro,
è sudare l'angoscia che ti riempie.
Translated by Kurai-sama
Ascolta, sono Gaia!
Non castrare la tua rabbia!
Che la tua anima sputi il dolore!
Che piova tristezza al piangere,
e che la rabbia sazi la sua sete.
Le lacrime sono il sapone
che pulisce dalle pene la tua pelle.
Piangere è purgare la pena,
disidratare tutta la paura che hai dentro,
è sudare l'angoscia che ti riempie,
è piovere tristezza per poter essere felice.
V. El Callejòn del Infierno (Il Vicolo dell'Inferno)
Azaak racconta a Sara la sua incredibile storia con gli spagnoli e di come devastarono il suo popolo.
Ormai non rimaneva quasi più nulla della civiltà Azteca.
- E tu Sara? Qual è la tua storia?- le chiese Azaak mentre la guardava. Era stupenda! Aveva gli occhi
del colore dei prati e la sua pelle era bianca, quasi trasparente...
- Come avrai potuto osservare Toledo è una città insolita. Dove la magia, l'occulto e il mistero si
danno appuntamento. Dicono che qui convivono le 3 culture: cristiana, ebrea e musulmana; ma tutto
ciò non è vero, niente di più lontano dalla realtà. Comunque qui quelle culture si sopportano a
vicenda, ma non si mischiano. Fin da quando si è instaurata l'Inquisizione, solo esiste una religione:
la Cristiana, e le altre sono state spazzate o semplicemente occulte.
Ma se c'è qualcosa che ancora vive latente a Toledo sono i numerosi maghi, astrologi, negromanti,
studiosi della cabala e dell'alchimia, e qualche società segreta sparsa qua e là.
Bene, a me sempre mi sono interessate queste arti. Io, come te, credo nella forza della Natura, e un
giorno sono andata da una indovina chiamata “La Diavolessa”, per farmi dare un filtro d'amore, ma
uno spaventoso incendio bruciò la casa dell'indovina con lei dentro.
Molti vicini mi videro là. Da allora quella traversa è maledetta e la si conosce come “La Traversa
del Diavolo” o “Il Vicolo dell'Inferno”.
VI. El Paseo de los Tristes (Il Viale dei Tristi)
Sara continuò il suo racconto mentre Azaak ascoltava perplessa le parole di quella straordinaria
donna.
- Fin da quando l'Inquisizione si è instaurata in Spagna nell'anno 1478, l'intolleranza, il fanatismo e
la superstizione si sono impadronite del cuore di questa bella terra. Tutti eravamo sospetti; ebrei,
musulmani e qualsiasi persona con una qualsiasi inquietudine culturale. Persino le vendette
personali finivano con un'accusa di stregoneria o di arti oscure. Il Sant'Uffizio era una specie di
polizia dell'Anima. Autodafé nei quali si bruciavano vivi a numerosi eretici, ebrei e tutti quelli
sospettasi di essere “malvagi”.
- E' orribile!- esclamò Azaak -si suppone che gli spagnoli sono arrivati nella terra dei miei antenati
per insegnarci la religione dell'amore e del perdono, addirittura si scandalizzavano dei nostri
sacrifici. E quella religione permette l'assassinio solo per essere diversi? Gli Dei ci hanno dotato di
intelligenza per dubitare su tutto e per poter farci domande- Azaak non comprendeva quella
supposta superiorità spirituale dell'uomo bianco.
- In Europa le cose sono più lugubri di quanto no possa sembrare. La cultura è il rimedio contro il
fanatismo e la paura. Guarda, ti racconterò una storia del luogo dove sono nata, Granada, la più
bella città mai immaginata da alcun dio. Lì esiste un viale che ha una bella e triste leggenda.
Translated by Kurai-sama
Nel Viale dei Tristi
c'è un'anima che
piange nelle notti di San Giovanni.
La Luna insiste
nell'affermare che soffre per amore,
che è frutto di una maledizione.
La Alhambra ricorda che lì
li contemplava sorridere,
e all'alba si amavano,
Granada si vergognava al vedere il loro amore.
Continuarono così i giorni ma qualcosa successe,
la religione li separò.
Lei era figlia di un cristiano
e lui di un musulmano,
l'Inquisizione lo sentenziò.
L'Albaicìn si commosse,
e con il suo sogno lei morì.
E ora si cercano
ognuno nel proprio cielo e non si trovano.
Dove sei? Amore mio, dove sei?
Senza te non posso morire.
Senza te vagabonderò.
E da allora l'accompagna
una stella che
dal cielo si prende cura di lui.
Se credi in Dio, credi anche in Allah,
sii tollerante, e prega di meno.
E accetta il credo
e la sessualità di chi non è uguale a te.
E' meglio
lasciarti andare, Signore, dov'è
il mio amore, ridammela.
Signore, dov'è?
Signore, dove sei?
Signore!!!
VII.
La Posada de los Muertos (La Locanda dei Morti)
Faceva freddo, molto freddo. Azaak si era addormentata ascoltando Sara.
Quando aprì gli occhi cercò con lo sguardo la sua nuova amica. La trovò in un angolo canticchiando
una allegra e orecchiabile melodia.
- Cosa canti?- chiese - E' da ammirare la tua forza di volontà, sembri contenta.
- Ma va!- sospirò Sara - E' solo che mi è tornata in mente una storia che mi raccontò la indovina di
cui ti ho parlato. Si racconta che tra le mura di Toledo esiste una locanda nella quale, chi le fa visita
con l'animo a pezzi e con voglia di finire con questa vita sofferta, gli appaiono le anime dei defunti
e cantano questa melodia:
Translated by Kurai-sama
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
e che il cielo ti aspetti
poiché l'Inferno è in questo bar.
Se hai perso la rotta ascoltami,
arrivare alla meta non vuol dire vincere,
quello che importa è il cammino e in questo
cadere, rialzarsi, insistere ed imparare.
Se hai perso un bacio in un addio,
o fuggi da un destino che ti ha negato
l'opportunità di essere felice,
vieni con noi, siamo qui.
In questa locanda i morti
raccontano la loro vita e deridono quelli
che in vita desiderano essere morti,
nell'aldilà non servono mai da bere!
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
bevi e vieni a far festa,
e alla morte ubriacala.
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
e che il cielo ti aspetti
poiché l'Inferno è in questo bar.
Se la notte è così buia che
neanche le tue mani riesci a vedere,
stai certo che un alba ci sarà,
e nel mentre ti invito al mio bar.
Nella mia taverna i defunti
quando albeggia vanno ad infliggere
dure penitenze e oscuri tormenti,
a chi non ha voglia e non lascia vivere.
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
bevi e vieni a far festa,
e alla morte ubriacala.
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
e che il cielo ti aspetti
poiché l'Inferno è in questo bar.
Leva il tuo boccale, bevi e brinda per la vita.
Incrociamo i nostri calici,
questa notte è per te.
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
bevi e vieni a far festa,
e alla morte ubriacala.
Leva il tuo boccale, brinda per la libertà,
e che il cielo ti aspetti
poiché l'Inferno è in questo bar.
Translated by Kurai-sama
VIII.
Desde mi Cielo (Dal mio cielo)
Raramente ai prigionieri viene concessa la visita dei familiari. Ma l'eccezione baciò Sara quella
mattina. Ma il bacio era amaro, era un bacio di addio. Una sua cugina si presentò con una lettera e
lo sguardo sfuggevole. Era evidente che qualcosa era successo. Non furono necessarie parole, ci
sono volte in cui l'Anima ascolta le cattive notizie prima delle nostre orecchie: Il suo Amore era
morto!
I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre abbracciava al suo petto quella lettera. Lesse il mittente
e riconobbe la sua firma. Allungò la mano verso Azaak e con un filo di voce disse:
- Leggimela! Per favore, leggimela!
E Azaak, prendendo la sua mano, cominciò a leggere...
Adesso che tutto tace
e la calma mi bacia il cuore,
vi voglio dire addio.
Perché è arrivata l'ora
che proseguiate la via senza di me
c'è ancora tanto da vivere!
Non piangere cielo e innamorati di nuovo,
mi piacerebbe vederti sorridere nuovamente.
Ma Vita mia, io non potrò mai dimenticarti,
e solo il vento sa
quanto hai sofferto solo per amarmi.
Ci sono tante cose
che non ti ho mai detto mentre ero in vita,
che sei tutto quello che amo,
e ora che non sono più vicino a te
ti proteggerò da qui!
So che il senso di colpa vi perseguita
e vi sussurra all'orecchio "Potevo fare di più"
Non c'è niente di cui rammaricarsi.
Non ci sono più demoni
nel fondo del bicchiere e solo bevo
tutti i baci che non ti ho dato.
Ma Vita mia, io non potrò mai dimenticarti,
e solo il vento sa
quanto hai sofferto solo per amarmi.
Ci sono tante cose
che non ti ho mai detto mentre ero in vita,
che sei tutto quello che amo,
e ora che non sono più vicino a te
ti proteggerò da qui!
Rivivo ogni volta che parlate di me
e muoio ancora se piangete
Ho imparato finalmente a godere
Translated by Kurai-sama
e sono felice.
Non piangere cielo e innamorati di nuovo.
Non dimenticarmi mai,
ora devo andare.
Dal mio cielo vi riscalderò nella notte
e vi cullerò nei sogni,
e scaccerò tutte le paure.
Dal mio cielo vi aspetterò scrivendo,
non sono solo già che mi proteggono
la Libertà e la Speranza.
"Io non vi dimenticherò mai"
IX. En Nombre de Dios (In nome di Dio)
Finito di leggere, Azaak cadde in una profonda tristezza. Anche lei aveva un amore, Pedro de
Alcazar, quell'intrepido cuoco che tanto le aveva insegnato. Chissà dov'era? - pensò -. Gli occhi
verdi di Sara avevano una scintilla speciale e un accenno di sorriso comparve nel suo bianco volto...
– Per te cos'è l'amore, Azaak?- chiese l'ebrea.
– L'amore non si può definire, tutto ciò che è importante in questa vita, se gli dai definizione,
diventa piccolo; l'amore è come la libertà bisogna sentirlo. E' come il sesso, parlarci è
stimolante, ma praticarlo è totalmente diverso.
– Ho notato che qui, il sesso, la Chiesa lo vede come qualcosa di sporco.
– Si Azaak, ma è qualcosa che devo spiegarti. Dietro le porte chiuse tutti i membri della
Chiesa si lasciano andare alle loro fantasie carnali. Come ti ho già detto io sono bisessuale
Azaak, penso che la mi sessualità sia libera e matura, ma questo è quasi una mostruosità qui.
Una delle mie amanti fu obbligata a raccontare tutti i nostri incontri amorosi al Sant'Uffizio
e per quello adesso sono qui confinata...
– Ti interrogarono su quello? - chiese interessata Azaak.
– Fin nei minimi dettagli – Sara fissava il vuoto, mentre ricordava le grida, insulti e le
torture...
Se hai perduto la fede
e hai fatto un patto con il Male
metti la tua anima in pace
che del tuo corpo me ne occuperò io.
Attraverso il dolore
vincerai a Lucifero,
ma prima devi accettare
che essere lesbica è una malattia.
Non omettere alcun dettaglio, raccontami
come vi ingroppavate voi due
e allora io ti darò l'assoluzione
nuda e nella mia stanza.
Con la tortura otterrai il perdono
accetta a Cristo e muori in nome di Dio.
Translated by Kurai-sama
Muori in nome di Dio!!!
Se vuoi confessare
la tua deviazione morale
che sei omosessuale,
che tra le tue gambe gira Satana.
Nel rogo tu arderai
il fuoco purificherà
tutti i peccati che il tuo corpo ha commesso
le fiamme ti faranno l'amore
Con la lussuria sarai condannata.
Solo noi scopiamo in nome di Dio.
Se hai perduto la fede
e hai fatto un patto con il Male,
per essere gay o bisessuale
il Sant'uffizio ti condannerà.
Con un autodafé,
che, sebbene sia crudele, è la cosa migliore
come esempio per chi
non segue la dottrina della Fede.
Povertà, obbedienza e castità
sei sempre obbligato a compiere
a meno che tu non sia Papa o un Re
Vescovo o dell'Opus Dei
Fai quello che dico, non quello che faccio
Abbiamo denaro, potere, sesso in nome di Dio.
Sempre in nome di Dio!!!
Vendiamo bolle,
compriamo i tuoi sogni.
Ammazziamo in nome di Dio.
X. Incubos y Sucubos (Incubi e Succubi)
Il mattino seguente, dopo la visita giornaliera della guardia carceraria, incaricato di dare un po' di
pane raffermo e acqua, vennero a sapere della esecuzione di una giovane toledana di 19 anni
accusata di stregoneria e di tenere messe nere. Secondo quello che seppero da Juanillo, la guardia,
la povera ragazza era uscita fuori di senno.
Proclamava, a chi voleva sentirla, che era la concubina del Diavolo e che ogni notte le appariva
nella sua alcova sotto forma di Incubo.
– Incubo? Cos'è?- chiese Azaak.
– Incubi e Succubi sono materializzazioni di Satana in forma umana. L'Incubo ha l'aspetto di
un uomo attraente e il Succubo di una ragazza avvenente. Tutti e due appaiono alle loro
Translated by Kurai-sama
vittime durante la notte, e di solito eccitano ai loro spaventati pretendenti, che cadono arresi
ai loro incanti.
XI. Diabulus in Musica
Non sarebbe male avere un paio di Incubi in questo momento – scherzò Azaak.
– Se avessi a disposizione di qualche strumento musicale, stai certa che esaudirei quel tuo
desiderio.
– Sul serio? Ogni volta mi sorprendi sempre più.
– Esiste un'antica leggenda che racconta di un accordo maledetto, l'accordo del Diavolo.
Chiunque lo suoni o lo ascolti mette in marcia le porte del male. E assicurano che lo stesso
Satana si presenta. È come un'invocazione, ma in musica.
– È la stessa cosa che confesso quella povera ragazza che hanno appena finito di friggere –
disse Juanillo.
Molte volte il carceriere rimaneva a far compagnia e raccontava tutti i pettegolezzi. Anche lui si
sentiva solo.
-Sul serio?- chiese Sara divertita.
– Sul serio- disse Juanillo – Lei lo chiamava il “Diabulus in Musica”
Dormo in un accordo magico
e risveglio al sentirlo suonare,
sono l'essenza dell'Umanità.
Rappresento la promiscuità
delle anime che si ammalano di pace,
mi presento: sono la Libertà
del tuo corpo e non chiedo in cambio fede.
E adesso dimmi: quanto vale la tua anima?
e adesso chiedi: denaro o piacere?
Sogni con curare il cancro?
L'Aids fu cosa di Yahvè.
Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca,
ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone.
E so che morirò di un amore decadente,
lugubri baci, Ardi in me!
Il Principe della Dolce Pena sono
e il mio sangue nutre il tuo essere.
La lussuria delle mie ali
accarezza il tuo petto e graffia la tua pelle.
Bevi! Ubriaca i tuoi vizi.
Decidi! Orgasmi o amore
L'unica Chiesa che illumina è quella che brucia,
il Nazareno dorme nella sua croce.
Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca,
ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone.
Translated by Kurai-sama
E so che morirò di un amore decadente,
lugubri baci, Ardi in me!
"Oh Signore, Re della Tristezza,
Angelo del dolce dolore,
bevi la bile della mia bocca
blasfema, vieni, fammi l'amore".
Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca,
ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone.
E so che morirò di un amore decadente,
lugubri baci, Ardi in me!
Voglio stare insieme a te e nutrire la tua bocca,
ci sono volte in cui il dolore dorme in una canzone
Se suoni in mio onore, uscirò da questo inferno,
dammi la tua anima, non voglio morire.
XII.
Mañana empieza hoy (Domani incomincia Oggi)
Finito il racconto, Juanillo si intristì di colpo.
Povera ragazza – pensò – Quanta pazzia e fanatismo c'è tra queste mura. Quella ragazza aveva solo
bisogno di un medico e di un amore...e io che cosa ho? Niente. La mia vita è questa carcere buia e
questi pazzi Dominicani...
Azaak stava leggendo negli occhi di quel brav'uomo. Lui era l'incaricato di nutrirle, custodirle, ma
anche di torturarle. Era il suo lavoro, il suo schifosissimo lavoro.
- Cambia vita – gli disse Azaak - tutti abbiamo diritto a una seconda opportunità.
- Ormai è tardi per me - sospirò il carceriere.
- Non dire così – lo recriminò indignata Azaak – tutti i giorni sono buoni per cambiare il nostro
destino. Domani incomincia Oggi!
Non è mai tardi,
non arrenderti mai.
Sbarazzati della paura,
domani incomincia oggi.
Non è mai facile
essere sé stessi,
non abbandonare mai,
domani incomincia oggi.
Se la tua fortuna è fuggita,
e a gambe levate se ne è andata
a letto con le tue ferite
e il tuo valore.
Se lo specchio ti sputa addosso
fallimenti e alcuna pena d'amore,
e non trovi nessun angolo
di Pace dentro di te.
Translated by Kurai-sama
Non è mai tardi,
non arrenderti mai.
Sbarazzati della paura,
domani incomincia oggi.
Non è mai facile
essere sé stessi,
non abbandonare mai,
domani incomincia oggi.
Se la tua anima ha dimenticato
che la tristezza è ricordare
la morte e la depressione,
la tua direzione.
Quando piange il cuore,
si riempie di muco il valore,
si irritano gli occhi della speranza,
soffiateli.
Non è mai tardi,
non arrenderti mai.
Sbarazzati della paura,
domani incomincia oggi.
Alzati,
non lasciarti vincere
e vola in alto!!!
Non è mai tardi...
XIII.
El Principe de la Dulce Pena (Il Principe della Dolce Pena)
Juanillo rianimato abbassò il tono della voce e continuò con il racconto della povera ragazza che
assicurava di aver ricevuto la visita del Diavolo e di averlo chiamato lei stessa tutte le notti con
quella oscura melodia.
-Lei lo amava, almeno così diceva, lo amava perché era umano, aveva tutti i tratti spirituali carenti
di ipocrisia. Era egoista, vendicativo e non seguiva le norme dettate da Dio. Per quello fu espulso
dal Paradiso. Per tutta la storia dell'umanità lui è stato presente.
Gli hanno appioppato innumerevoli soprannomi: Satana, Belial, Lucifero, Leviathan, Astaroth,
l'Angelo Caduto, Luzbel, Mephistofeles, Belzebù... Ma lei lo chiamava sempre il suo principe. Il
Principe della Dolce Pena.
La tristezza è il mio sangue,
e ai suoi bordi, la mia vena,
dove vive piena di tristezza,
dove muore di fame.
Fame e melanconia
di questa luna piena
di amoreggiamenti e gioie,
Translated by Kurai-sama
sono il Principe della Dolce Pena.
Un bacio si trova lì dove tu finisci,
e un abbraccio tuo, è la mia coperta
la tua bocca è dove fiorisce
il mio delirio e la mia morte... se è con te.
XIV.
Aquelarre (Sabba)
Nessuno sapeva per certo se quello che proclamava quella sfortunata in punto di morte fosse vero,
sintomo di qualche malattia, o semplicemente un'invenzione sufficientemente poderosa per far sì
che la lasciassero di torturarla – disse Juanillo – Il caso è che quello che confessò in seguito tra
atroci dolori, fece rabbrividire di terrore tutto noi e chissà, più di uno fantasticò con essere partecipe
di ciò, già che c'è di tutto nella vigna del Signore. Rebeca, così si chiamava l'ebrea, raccontò per filo
e per segno come il suo demone la condusse in un bosco nei dintorni di Toledo. Era una notte di
luna piena e migliaia di stelle brillavano così tanto che sembravano affacciarsi dal cielo per non
perdere nessun dettaglio di cotanto spettacolo oscuro: una messa nera, un'orgia nella quale i corpi si
intrecciavano dandosi piacere. Un Sabba dove tutto era permesso...
E a presidiarlo: Lui. Il Principe della Dolce Pena.
L'oblio ricordò
e l'oscurità si illuminò
il riso cadde in lacrime.
Una pietra innamorò
a una vergine che lasciò cadere
la sua nudità.
Comincia il rituale -socorpi nella penombra -dobevono da altre bocche -miae si eccitano
Leccano la lussuria -soche bagnano le loro pelli -doe pure le stelle -miasi masturbano al guardare.
Lasciati innamorare
vieni e unisciti
denuda il tuo pudore
vieni e concediti al piacere
Lasciati innamorare
seducimi
Dalla depravazione lasciati accarezzare.
Il freddo si coprì
e un albero ha cominciato a correre
la croce è invertita.
Il vizio è la virtù
Translated by Kurai-sama
la castità è bisessuale,
la decadenza è alle porte.
E' la messa al contrario -sosi consacra l'immorale -doè il Sabba del peccato -miaCorpi concessi -soin una lasciva comunione -dosanto baccanale nell'altare -miaLasciati innamorare
vieni e unisciti
denuda il tuo pudore
vieni e concediti al piacere
Lasciati innamorare
seducimi
Dalla depravazione lasciati accarezzare.
Mostrami il tuo collo e lascia
che i miei canini squarcino
la pelle che impedisce
che il tuo sangue sia solo per me,
e la tua vita sarà eterna.
Morirai ogni mattina
e rinascerai al tramonto.
Oh Signore delle menzogne
mendicante di altre vite.
Duca del vizio, principe del sesso
e del dolore...
La lascivia che in me entri,
mi corrompa e mi faccia esplodere
l'anima in pezzi di piacere.
Il pentacolo è il mio letto
lascia che ti lecchino
e non saprai se ti accarezzano
un uomo o una donna.
Violenteremo la tua innocenza
orgasmi e decadenza
Qualcuno si eccita su una croce.
E la brezza della morte
farà marcire ciò che è decente
vieni e lasciti sodomizzare.
Sono Astaroth, sono Belial
sono Lucifero, sono la tua puttana,
sono il tuo pappone...
Translated by Kurai-sama
quello che vuoi tu.
Sono Leviathan, feci sesso con Adamo
mentre Eva si eccitava al vederci
e si unì.
Lasciati innamorare
vieni e unisciti
denuda il tuo pudore
vieni e concediti al piacere
Lasciati innamorare
seducimi
Dalla depravazione lasciati accarezzare.
Seducimi, Principe della dolce pena
XV.
Hoy toca ser Feliz (Oggi tocca essere felici)
Quito, ottobre del 1529
Inti Palla aveva la bellezza delle principesse inca dell'Impero di Cuzco. Era una delle figlie del re
Huayna Capac, signore incontrastato dell'Impero delle Quattro Direzioni, l'inca di tutti gli inca, il
Figlio del Sole. Ormai già da tante lune, l'Unico Signore, giaceva sotto le coperte di lama e vigogna.
Stava morendo. Neanche tutto l'oro che indossava quel re e che rivestiva le pareti della sua stanza,
brillavano come gli occhi di Inti Palla, piangeva.
– Padre – chiese – Cosa ne sarà di noi? Si mormora che dopo la tua morte sarà il caos e che
verrà un popolo a portarci via il nostro oro, il nostro popolo.
– Niente figlia mia – disse con un filo di voce – Dopo di me ne verrà un altro, e poi un altro
ancora, e la Pachamama ci proteggerà e ci sorveglierà. Tu nel frattempo cresci, vivi e fai che
i tuoi sogni siano la tua guida nella vita. Il mattino, la brezza e il giorno verranno a cercarti.
Oggi ti tocca essere felice figlia mia!!
Quando un tuo sogno muoia
o entri in coma un'illusione,
non lo seppellire né rimpiangerlo, resuscitalo.
E non dare mai per persa
la partita, credi in te,
e anche se fanno male, le ferite guariranno.
Oggi il giorno è venuto a cercarti
e la vita odora di baci di gelsomino,
la mattina è appena umida,
il Sole l'ha portata per invitarti a vivere.
E vedrai che tu puoi volare,
e tutto puoi ottenere.
E vedrai che non esiste il dolore,
oggi ti tocca essere felice.
Translated by Kurai-sama
Se le lacrime ti annebbiano
la vista e il cuore,
fai un travaso di acqua
alla paura, sputala fuori.
E se credi che dimenticando
anestetizzi una pena d'amore,
non c'è peggior rimedio
della solitudine.
Lascia che la brezza entri nella tua anima
che spazzi i dubbi e allevi il tuo male.
Che la tristezza muoia dal ridere,
quando un sogno muore
è solo perché è diventato reale.
E vedrai che tu puoi volare,
e tutto puoi ottenere.
E vedrai che non esiste il dolore,
oggi ti tocca essere felice.
Le stelle nel cielo
sono solo molliche di pane
che ci lasciano i nostri sogni
per poter trovare
il cammino, e non perderci
verso la Terra di Oz,
dove abita l'illusione.
E vedrai che tu puoi volare,
e che il tuo corpo è il vento,
perché oggi tu sorriderai,
oggi ti tocca essere felice.
XVI.
Creo (La Voz Dormida parte II) [Credo (La Voce Sopita parte II)]
Quella notte Azaak non riuscì a prendere sonno. Le immagini di tutta la sua vita si prendevano a
gomitate nella sua mente. Qualcosa da dentro del suo essere le diceva che era arrivata l'ora.
L'inquisitore Honorio, un domenicano vigliacco, bugiardo e abituato ad accumulare ricchezze
grazie al lavoro altrui, giocava con il suo pizzetto rosso. Al suo fianco il segretario Josè, o Pepe
come piaceva al suo padrone e superiore, prendeva appunti mentre assisteva all'interrogatorio al
quale era sottoposta Azaak.
Azaak, mentre era torturata con uno dei più crudeli strumenti mai ideati, non lasciò scappare
neanche un mugolio, né nessuna supplica.
Fissava freddamente il tribunale che l'accusava di eresia e stregoneria. La pera vaginale, così
chiamavano quel crudele artefatto, consisteva in uno strumento metallico a forma di pera, che una
volta introdotto nella vagina dell'accusata si apriva dentro il corpo della stessa provocandole
immensi dolori. Nel momento di estrarlo, ancora aperto, provocava forti emorragie che molto poche
riuscivano a sopravvivere. Sia padre Honorio sia il suo cane fedele Pepe godevano di quella scena.
Juanillo piangeva e cercava di alleviare il dolore accarezzando, senza essere visto, il collo di Azaak.
- Mi dispiace tanto – le sussurrò in un momento in cui gli sguardi degli inquisitori deviarono su una
Translated by Kurai-sama
pozza di sangue che si era formata ai piedi di Azaak.
- Fai silenzio boia! - lo sguardo dell'inquisitore penetrò Juanillo – Continui ad affermare che il vero
Dio è donna e che si chiama Gaia? - chiese – E addirittura hai il coraggio di affermare di essere la
sua rappresentazione in Terra?
Azaak fece uno sforzo sovrumano per poter parlare...
- Voi sarete coloro che riceveranno il castigo più severo che mai si sia visto – sentenziò Azaak – Voi
credete in un Dio malvagio e vendicativo, credete che chiunque non la pensi come voi siano solo
degni di essere assassinati. E voi vi chiamate civilizzati? Con quale diritto colonizzate popoli che
almeno rispettano la loro madre, la Pachamama? Voi fate sacrifici umani più crudeli di quelli che
voi chiamate selvaggi. Lo fate per odio, vendetta, per ignoranza. Io non credo in un Dio così.
– E in che cosa credi tu? - inquisì Padre Honorio avvicinando la sua bocca a quella di Azaak.
Credo nell'amicizia che non chiede, dà.
Credo nell'amore senza condizioni.
Credo nell'umiltà di chi sa vincere,
credo nell'onore senza uniformi né Dio.
Non credo in un altare che salvi la mia fede,
essere onesti è meglio di un cielo pieno di inni.
Non credo in un leader che diriga i miei piedi,
il mio re è la mia volontà, la mia patria la mia casa.
So che esiste un luogo oltre le stelle
dove nascono i versi che non sono mai riuscita a trovare,
dove l'anima dia alla luce, e al partorire da lei nascano dei baci
con labbra di speranza, io credo in te, credo in me.
So che esiste un luogo dove trovare un bacio perduto,
dove nascono i sogni e succhiano opportunità.
Dove farti l'amore sia come morire dentro il tuo corpo,
credo in una carezza, credo che esista quel luogo.
Credo nella passione lei è la mia voce,
credo che alla fine ti troverò.
XVII.
La Cantata del Diablo (Missit me Dominus – Cantata en La menor)
Il casino era assordante. Una moltitudine di persone si accalcava da molte ore per trovare un posto
privilegiato nel quemadero di Toledo. Questo era situato fuori le mura ed era il posto destinato agli
autodafé. Azaak viaggiava sopra a un carretto in compagnia di mezza dozzina di persone spaventate
che, come lei, indossavano il ridicolo vestito bianco con cappuccio chiamato “El Sanbenito”. In
fondo, aspettando i loro inquilini, sei pali si elevavano come statue fatte di paura e violenza. Come
in un sogno, Azaak venne trascinata giù e legata al palo. Il suo compagno di rogo non resistette un
attimo di più e gli si allentarono gli sfinteri, svenendo...
In nomine Diabulus et
Belial, Satan, Lucifer, Astaroth et Yahve.
Scende la notte, nebbia eterna.
Si occulta la luce.
Freddo prato, rompe e congela.
Translated by Kurai-sama
Lacrime del cuore.
Sogna la vita che vedi morire
in pezzi di paura è duro vivere.
Sogni di morte, veglia su di te,
Santa condanna, atto di fede.
In nome della unica religione
dettiamo sentenza e ti condanniamo
alla pietosa purificazione
del fuoco e del dolore.
Nelle mani di Dio devi porre
la tua anima, la tua azienda e tutti i tuoi peccati.
Accetta Cristo e raccomandati,
tra poco te la vedrai con Lui.
Diabulus in Gaia
Missit me Dominus
Vorrei essere il vento
per poter fuggire da me.
Che zittisca il silenzio, ammutolisca il terrore
vorrei non dover morire.
M'inventerò un'altra vita,
decorerò i miei sogni
e li ricoprirò con i tuoi baci – pensòbruciate anche la mia Anima!!
Rinneghi a Satana, le sue opere e i suoi vizi?
Alla negromanzia, alla Magia e ai Tarot?
Io sono la virtù della Chiesa e dei suoi principi.
Se non ti penti, la tua anima sarà condannata.
Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio.
Oggi la Libertà ha chiuso per lutto.
Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia.
Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai.
Vorrei essere oblio
per non dover ricordare.
Vorrei essere brezza e così accarezzare
la vita ancora una volta.
Che fredda è la promessa
di un'altra vita insieme a Dio,
se in questa non c'è mai stato,
il rogo è la sua bara.
Translated by Kurai-sama
Prima di morire e che il fuoco compia il suo dovere,
accettate a Cristo, alla sua Chiesa e il suo potere?
Rinunciate al Dio chiamato Natura?
Gaia è solo madre del peccato e del terrore.
Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio.
Oggi la Libertà ha chiuso per lutto.
Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia.
Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai.
Gaia!
Oggi la vita fa piovere tristezza,
gocce di disperazione.
Le mie lacrime sono fiumi, vene
dissanguandomi il cuore.
La memoria di una donna
è fatta dei baci che ha ricevuto.
Nelle tue labbra io vivrò
e nel tuo oblio, io morirò.
Oggi le mie lacrime si vogliono suicidare
accoccolate, morire sulla tua pelle.
Sono nate asciutte, hanno sete.
Il mio pianto oggi vuole morire.
Come un bacio promesso
alla tua anima va la mia voce.
Sono ciò che è morto, ciò che è vissuto
sono la calma, sono il tuo Dio.
Chiudi gli occhi e ti porterò
dove i sogni diventano canzoni.
La vita fa male, ti curerò.
Addormentati e sogna, ti culla la mia voce.
Oggi le mie lacrime si vogliono suicidare
accoccolate, morire sulla tua pelle.
Sono nate asciutte, hanno sete.
Il mio pianto oggi vuole morire.
Se le tue lacrime si vogliono suicidare,
trattienile, stai per piangere.
Piangerai oceani di Pace.
Dormi, non c'è più dolore.
“In nome della Libertà
la fede in sé stessi e la Pace
bruciate le bandiere!!
No alla religione!!
E che il tuo Dio sia canzone
Translated by Kurai-sama
composta con il cuore
e che il tuo paese sia dove ti portino i piedi...”
Missit me Dominus
Missit me Diabulus
Missit me Satanas
Gaia
Ora finalmente sono aria, e la mia maledizione piomberà.
La fine della Chiesa molto presto arriverà,
la mia voce si risveglierà.
Oggi la Libertà è rimasta assopita ed in silenzio.
Oggi la Libertà ha chiuso per lutto.
Oggi la Libertà è morta di tristezza e melanconia.
Oggi non c'è Libertà, oggi Dio non c'è e non verrà mai.
L'ultimo pensiero di Azaak fu per il suo amato Pedro de Alcazar. Sara era stata condannata all'esilio
dalla Spagna e obbligata a marciare come schiava nelle Americhe. I “valorosi” soldatini
spagnoli avevano bisogno di infermiere, balie, e se si stancavano di stuprare le indigene, anche di
schiave sessuali.
Raccontano che, mentre il fuoco divorava il corpo di Azaak, tutti i suoi tratti facciali si
trasformarono poco a poco in un volto caratteristico di una persona con sindrome di Down – testa
arrotondata, fronte alta e appianata, lingua e labbra screpolate. La gente, terrorizzata, non riusciva a
crederci. E prima di espirare fissò i suoi inquisitori ed esclamò:
– Presto o tardi mi vendicherò, e mai più la vostra Chiesa commetterà questi crimini. Ve lo
giuro! Il Signore mi ha inviato, Missit me Dominus – ed esalando l'ultimo respiro, morì
Quando Nacho finì di parlare, l'ispettore, pensieroso, si alzò dal letto e istintivamente accese il
televisore della stanza. Quello che vide e sentì gli raggelò il sangue.
– Oggi alle 21:37 il Papa Giovanni Paolo II è morto – Guardò incredulo Nacho e questi,
sorridendo, fece un movimento con la testa.
– Glielo avevo detto, ispettore – Di colpo i tratti di Nacho cominciarono a tornare alla
normalità. Tornava ad essere un ragazzo con la sindrome di Down.
E molto lentamente cominciò a recitare... Al termine, Nacho morì.
Translated by Kurai-sama
EL SALMO DE LOS DESHEREDADOS
(El Dios de los Tristes)
IL SALMO DEI DISEREDATI
(Il Dio dei Tristi)
Padre Nostro, di tutti noi,
dei poveri, dei senzatetto,
degli emarginati e degli inermi,
dei diseredati
e dei padroni della miseria,
di chi ti segue
e di chi, in te, non crediamo più.
Scendi dai cieli,
poiché qui c'è l'Inferno.
Scendi dal tuo trono,
giacché qui ci sono guerre, fame, ingiustizie.
Non c'è bisogno che tu sia uno e trino,
con uno solo che abbia voglia di aiutare,
ci basterebbe.
Qual è il tuo regno? Il Vaticano?
La banca? L'alta politica?
Il nostro regno è Nigeria, Etiopia
Colombia, Hiroshima.
Il nostro pane quotidiano
sono gli stupri, la violenza di genere,
la pederastia, le dittature,
il cambio climatico.
Nella tentazione cado ogni giorno,
non c'è mattina in cui non sia tentato
di creare a un Dio umile,
a un Dio giusto.
Un Dio che sia in terra,
nelle valli, nei fiumi,
un Dio che viva nella pioggia,
che viaggi attraverso il vento
ed accarezzi la nostra Anima.
Un Dio dei tristi, degli omosessuali
Un Dio più umano...
Un Dio che non castighi, che insegni.
Un Dio che non minacci, che protegga.
Che, se cado, mi rialzi,
che, se mi perdo, mi porga la sua mano.
Un Dio che, se sbaglio, non mi colpevolizzi
e che se dubito mi capisca.
Per quello mi ha dotato di intelligenza,
per dubitare di tutto.
Translated by Kurai-sama
Padre Nostro, di tutti noi,
perché ci hai dimenticati?
Padre Nostro, cieco, sordo e disoccupato,
perché ci hai abbandonato?
Il Segretario del Papa all'entrare nel capezzale del Santo Padre lanciò un urlo di terrore. Sua Santità
giaceva morto con il volto totalmente deformato, aveva i tratti della sindrome di Down.
Nell'impianto stereo suonava la Nona Sinfonia di Beethoven, sopra l'occhio destro qualcuno aveva
lasciato una moneta con il simbolo che Francisco de Goya nascose nel quadro Volaverunt.
E nello specchio, scritto in carminio la frase:
“Il Signore mi ha inviato, Missit me Dominus” Gaia.
Pochi giorni dopo tutte le notizie sul nome del nuovo Papa faceva a pezzi ogni previsione. Il
Cardinale Joseph Ratzinger, Presidente della Congregazione per la Dottrina della Fede, (o, che è lo
stesso, la moderna Santa Inquisizione) era stato eletto nuovo Papa...
Tutto era rimasto come prima...
Translated by Kurai-sama
GAIA III – ATLANTIA
Introduzione
Il mondo ha bisogno di poesia e canzoni, ha bisogno di trasformare i missili in versi e lanciarli
contro il cuore della miseria umana. Siccome la pace è troppo fiacca ci siamo costruiti una giacca
antiproiettile fatta di sorrisi, e siccome la civilizzazione moderna ha l'Alzheimer abbiamo voluto
ricordare ai fratelli del Sole, del cervo e della prateria con questa modesta opera.
Lo spirito degli Inca, Maya e Aztechi nuota nel sangue di questi rocker spagnoli che, imbarazzati
per i crimini che abbiamo commesso più di cinquecento anni fa, abbiamo voluto chiedere perdono
ai nostri fratelli americani con questa trilogia.
Il primo poema della storia nacque con il primo sorriso della prima donna che abitò la Terra e il
primo poeta fu l'uomo che perse quella donna. La solitudine ha labbra di donna, Per noi l'America è
quel sorriso e speriamo non perderla mai. “C'è gente che ti vuole bene e gente che ti U.S.A.”
We must be over the Rainbow!!
Barakaldo (Bizkaia), 27 gennaio 2010
Txus di Fellatio
El Principe de la Dulce Pena
I. El Latido de Gaia (Il Battito di Gaia)
Egitto, 1922.
Odiava sudare, odiava quella sensazione di umida incomodità che gli faceva rimpiangere il vento
della sua fredda città in Inghilterra. Ma quello che lo faceva disperare era quella fanghiglia che si
formava sulla sua pelle al posarsi della polvere su quelle detestabili gocce di sudore. Erano ormai
cinque anni che graffiava alla terra vestigia del passato senza successo, rubando al deserto strati di
polvere, misteri e sabbia – tonnellate di sabbia...
Howard Carter aveva dedicato più di metà vita alla ricerca e conservazione di tesori e tombe reali
in Egitto. Ma un'idea fissa lo persuadeva a continuare e a non gettare la spugna. Era convinto che la
tomba del faraone adolescente giaceva in quella valle, la Valle dei Re.
Fu quella mattina del ventidue di novembre quando finalmente la Terra decise di premiare lo sforzo
di Carter e lasciò intravedere un'entrata semi arroccata dentro le viscere di quel deserto millenario.
Sembrava come se quella valle avesse ingurgitato ogni traccia di quella porta ad un'altra forma di
intendere la vita, ad un'altra forma di intendere la morte.
Dopo due anni di duro lavoro per recuperare la tomba di Tutankhamon dalla sua carcere di sabbia,
finalmente riuscirono a rubare alla Terra il favoloso tesoro che nascondeva al suo interno.
I tesori che giacevano in quella tomba erano di una magnificenza inimmaginabile. Alla
innumerevole quantità di pietre preziose, gioielli e utensili di ceramica fine, si doveva aggiungere
più oro di quanto un qualsiasi essere mortale potesse immaginare. Lo splendore che produceva il
riflesso di quel avido metallo era simile ai raggi di luce con i quali il Sole bagnava ogni mattina la
valle.
E tuttavia, il momento più emozionante rimunerativo sarebbe arrivato due anni più tardi, il 3
Translated by Kurai-sama
febbraio del 1924, quando Carter e la sua squadra finalmente aprirono la porta dell'ultima stanza,
quella dedicata al faraone. Un grido di ammirazione scappò dalla bocca dei pochi presenti.
Erano di fronte a un enorme sarcofago di più di nove piedi di lunghezza. Dentro questo c'erano altre
tre piccole bare che si guardavano tra di loro con estrema precisione. Le due esterne erano fatte di
legno con incastonati pezzi d'oro e pietre preziose nella parte interna. La terza e ultima, contenente i
resti del Faraone adolescente, era fatta di oro solido. Lì si trovava il corpo mummificato del faraone
Tutankhamon. Il volto coperto da una maschera che ricalcava i suoi lineamenti da fanciullo era
anch'essa di oro solido. Carter e i suoi uomini non erano i primi a violare quella tomba. Era chiaro
che i predoni della Valle dei Re erano penetrati lì dentro. Persino quando nessuno di loro osò
toccare il sarcofago reale. I sigilli delle porte erano stati rotti e riaggiustati di nuovo dai guardiani.
Tutankhamon era stato disturbato dal suo riposo eterno da Carter. Questi storici e meravigliosi
ritrovamenti attrassero subito l'attenzione internazionale. Centinaia di migliaia di turisti arrivarono
nella Valle dei Re da tutte le parti del mondo. Camminavano in mezzo alla polvere del deserto
scavando, calciando e spostando ogni pietra che si trovavano nel cammino con la speranza di
ritrovare qualche oggetto prezioso..
Ciò costringeva Carter a vigilare sui suoi ritrovamenti continuamente ventiquattro ore al giorno. Ma
ancor più dei tesori, c'era qualcosa che attraeva la morbosità della gente. Correva tra gli egiziani una
leggenda. Si diceva che tutti coloro che avessero profanato la tomba del faraone Tutankhamon
sarebbe andato incontro alla morte. Una maledizione ancestrale, mistica ed orrenda che scaturiva
dalle gelide pareti della tomba sotterranea e che fermava colui che vi si avvicinava, con l'eccezione
di Carter e la sua squadra.
Ma qualcuno riuscì a infiltrarsi nel gruppo di Howard: un taciturno e misterioso uomo chiamato
Otto Rahn – un tedesco appartenente a una oscura società segreta chiamata “La Società Thule”.
Rahn era riuscito ad eludere la sicurezza che circondava la tomba e, lontano dagli occhi curiosi del
resto della spedizione, ritrovò un medaglione a forma di piramide con uno stemma che accarezzava
distrattamente mentre guardava dal finestrino dell'aereo che lo stava riportando in Germania. Otto
Rhan sorrideva...
Università di Emery (Atlanta), 2010.
Anthony Dexter non riusciva a credere a quello che gli diceva la sua squadra nell'osservatorio
astrologico dell'università di Emery. Sembrava impossibile, ma dopo aver controllato i dati tre volte
consecutive non c'era nessun dubbio: un meteorite aveva modificato la sua rotta ed era entrato
nell'orbita terrestre e non avrebbe tardato tanto tempo ad scontrarsi contro la Terra.
Monte Uritorco (Argentina)
Rafael Santa Cruz era ormai abituato alle leggende circa quelle misteriose luci che da molti anni
sorvolavano la montagna che si trovava a pochi chilometri dalla sua umile fattoria.
L'Uritorco è molto conosciuto attualmente per le frequenti pratiche esoteriche e nelle decadi passate
per gli avvistamenti UFO da parte di gente del posto e turisti. Nel gennaio del 1986 il governo
locale diffuse fotografie e articoli su una zona del Monte “El Pajarillo”, dove la vegetazione si
ritrovò bruciata, sostenendo, basandosi su testimoni, che un UFO lo aveva provocato. Dagli anni 50,
si crede che esista una città sotterranea sul Monte e nei suoi dintorni. Un gruppo di professionisti di
La Plata esplorarono minuziosamente tutta la zona, tra questi c'era anche il defunto antropologo
Guillermo Terrera, in cerca di questa città extraterrestre. Negli anni 80 giornali di cronaca come
9Diario e altri mezzi crearono la mitologia extraterrestre. Tuttavia, luci anomale sono state avvistate
da testimoni qualificati (aviatori, geologi, ingegneri, fisici) in molte occasioni. Tuttavia a partire del
1993 le notizie di avvistamenti sembravano essere diminuite.
Translated by Kurai-sama
Ma quella notte qualcosa di inusuale successe. Insieme alle già conosciute luci che volavano con
direzione incerta, la vecchia radio che sonnecchiava sul suo tavolino prese vita e cominciò a sputare
lamenti sotto forma di notizie...
“Si calcola che le formiche del pianeta hanno lo stesso peso dell'umanità. Se sparissero, si
produrrebbe un fenomeno legato all'estinzione molto più drammatico del meteorite che fece sparire
i dinosauri. Al contrario, se si estinguesse la specie umana, in termini ecologici non cambierebbe
assolutamente niente. Le persone non apportiamo ormai niente agli ecosistemi. Solo consumiamo,
siamo i più grandi consumatori e, nonostante, nessuno ci consuma. O si?...”
Santa Cruz spaventato uscì la mattina seguente e si accorse, con grande sorpresa, che il terreno era
totalmente bruciato, disegnando una enorme piramide con un simbolo.
II. Dies Irae
Estratto da “Civilization Lost – The conquest of Incas” di Marc J. Holsten.
Non si ricalcherà mai sufficientemente che la conquista degli Inca da parte dei conquistadores
spagnoli rappresenta, forse, il maggior scontro tra culture nella storia dell'evoluzione umana.
La nazione più potente della Terra, con le ultime tecnologie belliche d'Europa a disposizione, contro
l'impero più potente mai esistito in America.
Per disgrazia per gli storici, e grazie in gran parte a la insaziabile ansia d'oro di Francisco Pizarro e
dei suoi conquistadores assetati di sangue, il più grande impero del continente americano è anche
quello di cui meno conosciamo.
Il saccheggio dell'impero Inca da parte di Pizarro e il suo esercito di seguaci nel 1532 dovrebbe
essere considerato come uno dei più brutali della storia. Armati con la più potente della armi
coloniali, la polvere da sparo, gli spagnoli si fecero strada attraverso le città e i villaggi inca con,
secondo un esperto del XX secolo, “una mancanza di principi che avrebbe scandalizzato perfino
Machiavelli”.
Le donne inca furono violentate nelle loro case o obbligate a prostituirsi in sudici bordelli
improvvisati. Gli uomini furono sottoposti a continue torture; gli bruciavano gli occhi con carbone
ardente e gli tagliavano i tendini. I bambini furono portati su nave alla costa per poi essere imbarcati
su terrorizzanti galeoni di schiavi e inviati in Europa.
Nelle città, i conquistadores saccheggiarono i templi. Fondevano le lastre e gli idoli sacri d'oro in
lingotti senza neanche fermarsi a pensare nel loro significato.
Probabilmente la più famosa ricerca di tesori inca sia quella di Hernando Pizarro, fratello di
Francisco, e del suo viaggio erculeo fino alla città costiera di Pachacamac in cerca di un leggendario
idolo Inca. Così come lo descrive Francisco de Jerez nella sua famosa opera “Vera relazione della
conquista del Perù”, le ricchezze che saccheggiò nella sua marcia verso il tempio di Pachacamac
(non lontano da Lima) raggiunsero proporzioni quasi mitiche.
Di quel poco che rimane dell'impero Inca (edifici che gli spagnoli non distrussero, reliquie d'oro che
gli inca riuscirono a portarsi con sé approfittando dell'oscurità della notte...), uno storico
contemporaneo solo può percepire brevi barlumi di un'antica grandiosa civiltà.
Quello che emerge da quei barlumi è un impero pieno di paradossi.
Gli Inca non conoscevano la ruota e tuttavia, costruirono il sistema di strade più esteso mai visto nel
continente americano. Non conoscevano il minerale del ferro e tuttavia, le lavorazioni con altri
metalli, concretamente l'oro e l'argento, sono insuperabili. Non avevano un sistema di scrittura e
tuttavia, il loro sistema di registro numerico, fatto di corde di lana o cotone di vari colori chiamati
Quipu era incredibilmente preciso. Si racconta che i quipucamayocs, i temuti esattori delle tasse
dell'impero sapevano addirittura quando si perdeva qualcosa di insignificante come una ciabatta.
Translated by Kurai-sama
Tuttavia, la maggior parte delle informazioni e dati sulla vita quotidiana degli inca che possediamo
proviene, inevitabilmente dagli spagnoli. Così come, venti anni dopo, fece Hernan Cortés in
Messico, i conquistadores portarono in Perù preti per diffondere il vangelo tra gli indigeni pagani.
Molti di questi monaci e sacerdoti ritornarono poi in Spagna e scrissero nero su bianco ciò che
videro. Di fatto, molti dei loro manoscritti possono ancora trovarsi attualmente in alcuni monasteri
europei, datati e intatti.
Estratto da “Vera relazione della conquista del Perù” di Francisco Jerez. (Sevilla, 1534)
Il capitano Hernando Pizarro alloggiò con i suoi uomini in uno dei più grandi alloggiamenti in una
zona del villaggio. Disse che era venuto per ordine del governatore (Francisco Pizarro, suo fratello)
per l'oro di quel tempio e che erano lì per prenderlo e portarlo al governatore.
Tutti i sacerdoti e i paggi dell'idolo dissero che glielo avrebbero dato e girarono simulando e
prendendo tempo. In conclusione, portarono ben poco e dissero che non ce n'era più.
Il capitano disse che voleva vedere quell'idolo che avevano e di portarlo lì. L'idolo era dentro una
bella casa ben verniciata, decorata con il tipico stile indigeno; statue di pietra raffiguranti giaguari
custodivano l'entrata, sculture di creature demoniache con aspetto felino si allineavano contro il
muro. Dentro, il capitano trovò una stanza molto buia e puzzolente, in mezzo alla quale si innalzava
un altare di pietra. Durante il nostro viaggio, ci parlarono di un leggendario idolo che si trovava
all'interno del santuario di Pachacamac. Gli indegeni dicono che quello è il loro Dio, che li creò e li
sostiene, la fonte di tutto il loro potere.
Ma non trovammo nessun idolo in Pachacamac, solo un altare di pietra in una stanza puzzolente. Il
capitano allora ordinò di demolire la volta dove si trovava quell'idolo pagano e di giustiziare i
sacerdoti per averlo nascosto, includendo i paggi. Una volta finito, il capitano insegnò agli abitanti
del posto molte cose della nostra fede cattolica e gli insegnò il segno della croce.
Era arrivato da pochi mesi a Nuova Spagna come membro dell'equipaggio del governatore don
Alonso de Ojeda. Alle spalle rimanevano vent'anni di devastazione, saccheggio e morte da quando
il sadico di Hernan Cortés colonizzò l'Impero Azteca. Pedro Alcazar aveva un solo pensiero;
vendicare la morte di Azaak e cercare con tutti i mezzi minimizzare i danni che senza dubbio, i suoi
compatrioti avrebbero fatto anche all'Impero Inca.
Ma ancora una volta, così come successe in terre azteche, la città sacra di Cuzco si coprì con lo
stesso mantello di terrore, morte e avidità dell'impero azteca. I mangiaoro (nome con cui erano
conosciuti gli spagnoli per la fame e avidità del prezioso metallo), ancora una volta, calpestarono
tutto ciò che era sacro per il popolo inca.
Pedro Alcazar, in lacrime, non riusciva a distinguere tra i corpi mutilati e bagnati in sangue quale di
quei cumuli di carne informe appartenesse ad animali e quali erano stati delle persone con i loro
sogni, i suoi affari e i suoi amori.
Seduta in cima di un monte, una delle mogli di Atahualpa (ultimo re dell'Impero Inca assassinato da
Pizarro) dedica un canto al cielo. Nascosto tra le sue mani potei indovinare la figura di una piccola
statua con lineamenti di uomo bianco, il tutto rinchiuso da una piramide e un simbolo.
Ho steso ad asciugare
i ricordi sotto il sole
ho appeso
la nostalgia del passato
e non piangerò
ma so che non potrò dimenticare
tutta la desolazione
che gli dei portarono dal mare.
Translated by Kurai-sama
Dies Irae Malleus Maleficarum est.
Quando piange il sole
le sue lacrime sono oro e dolore
sete di sangue l'uomo bianco si saziò
e Gaia pianse.
Muore la terra sudando terrore
l'avidità del bianco
in nome di Dio.
Il cielo piange, forma pozzanghere ed io
sento che mi sta scappando la vita davanti a me.
Non dimenticarti di me
ora vado verso un luogo
dove non esiste la paura
dove non vive l'addio.
Me ne andrò cavalcando la brezza del mare
io vivrò nella tua memoria e dormirò nel tuo cuore.
Ora sono vulcano
disastro naturale
riscaldamento globale.
Nessuno ormai può affogare le mie urla
poiché ieri impararono dalla rabbia a nuotare.
Non dimenticarti di me...
E all'alba, al perire dell'oscurità
io ritornerò, io sarò l'uragano.
Ho steso ad asciugare la mia vendetta sotto il sole
arriverà alla fine la vendetta finale.
III. Für Immer
Berlino, 1924.
Otto Rahn era figlio di una famiglia benestante. Anche se frequentò la facoltà di diritto e filologia
germanica, ciò che da sempre aveva richiamato la sua attenzione furono i grandi misteri storici. Il
suo forte interesse per la cultura Catara lo portò a viaggiare in Francia, Italia, Spagna e Svizzera.
Rahn era convinto che il simbolo trovato nella tomba del faraone Tutankhamon, in qualche modo,
aveva una relazione con il Sacro Graal e con la ricerca degli antenati della razza ariana (o almeno
era una delle credenze della oscura società di Thule, alla quale appartenevano molti dei padri della
malattia che affliggerà Europa pochi anni più tardi: il nazismo).
La società Thule fu una società occultista tedesca fondate nel 1912 dal nobile tedesco Rudolf von
Sebottendorf. A lei appartenevano importanti personalità del III Reich come lo stesso Adolf Hitler e
il suo luogotenente Rudolf Hess. Apparentemente, il partito nazionalsocialista (e pertanto il III
Reich) ebbe origine in questa società esoterica, essendo il DAP (Deutsche Arbeiter-Partei), poi
trasformato in NSDAP, il suo braccio politico.
Come stemma della Società Thule si scelse una svastica (simbolo solare che dopo adottarono i nazi)
Translated by Kurai-sama
collocata dietro a una risplendete spada messa verticalmente. Il nome Thule fu scelto in ricordo del
leggendario (e per loro esistente) regno di Thule, che è semplicemente un altro nome per chiamare
la mitica Atlantide.
Le loro deliranti idee sul fuoco e il ghiaccio, di un remoto passato di uomini-dei, introduceva nella
mente di una nazione di altissimo livello scientifico-tecnologico, com'era la Germania, tutto un
universo di profezie e leggende che colpì uomini come Hitler, ossessionato dal potere dei miti e dal
destino dei popoli e che sosteneva che “c'è una scienza nordica e nazionalsocialista che si oppone
alla scienza ebreo-liberale”.
Tra i membri della Società Thule si trovavano, oltre ai pagani Heinrich Himmler e Alfred
Rosemberg, anche sacerdoti (come il confessore di Hitler, Bernhard Stempfle), monaci cistercensi
(come Guido von List) e membri dell'ordine dei Templari, insieme a nazionalisti, patrioti,
antimarxisti e antisemiti.
Montserrat, Barcellona, 1940.
Nel pomeriggio del 23 di ottobre del 1940, un omuncolo pieno di complessi e con sogni di potere
esoterici, visitava la montagna di Montserrat, convinto che sia Montsalvat, del ciclo arturiano; la
montagna dove si trova il Sacro Graal. Quest'uomo di bassa statura, cicciottello e afflitto da miopia,
non è altri che Heinrich Himmler (capo delle SS, amante dell'occultismo e assassino nel tempo
libero). Himmler fondò la AHNENERBE – ufficio di occultismo con il fine di localizzare ed
ottenere oggetti simbolici sacri -. Dopo aver ispezionato le grotte della montagna di Montserrat
insieme ai suoi ufficiali delle SS, storici e scienziati del Reich, in una roccia seminascosta dalla
vegetazione trovò quello che cercava; lo stesso simbolo che anni addietro rubò Otto Rahn in Egitto,
e una frase in latino che lo inquietò perché non comprese il suo significato:
Memento homo, quia pulvis es,
et in pulverem reverteris.
Il cui significato è :”Ricorda uomo, che polvere sei e polvere ritornerai”.
Di ritorno a Berlino, Heinrich Himmler ricordava uno dei discorsi che il suo idolatrato Hitler disse
una notte a Monaco. Quel discorso, fatto da uno dei peggiori criminali che abbia mai conosciuto
l'umanità, era pieno d'odio, pazzia e magia. Himmler si commosse e una lacrima scivolò sul suo
volto mentre stringeva forte la sua copia dedicata di “Mein Kampf” (La mia battaglia).
Der Dämon lebt für immer
Der Dämon lebt für immer
für immer in dir.
(x2)
Sono il sangue dei caduti
sono l'ordine nero, sono il terrore
il mio volto è quello di un Dio.
Sono la razza, sono i sacrifici
sono purezza, rune su un altare
“Il mio onore è la lealtà”
Il mio sacro destino, il mio ordine morale
estirpare l'impurità dell'umanità.
“La mia battaglia” è la mia religione
la paura la mia voce.
Der Dämon lebt für immer...
Translated by Kurai-sama
Sono l'uomo che non ha ombra
sono la morte annunciata di qualsiasi pace
la “soluzione finale”.
Sto cercando l'ordine divino
magia nera, luce, cosmovisione
“La lancia del destino”.
Il messia di un nuovo ordine mondiale
il guerriero del regno, la loggia del male
purezza di razza per convinzione
o per divertimento.
Der Dämon lebt für immer...
Piaghe di dolore segnano la pelle della ragione
piaghe di terrore che graffiano il cuore.
IV. Vodka'n'roll
Russia, 1916.
Rasputin era un uomo molto alto di statura, di abile ed eloquente potere oratorio, personalità
travolgente, dall'aspetto un po' grezzo, rude a volte, violento, aveva uno sguardo molto penetrante e
possedeva un profondo carisma. Amava e odiava ardentemente. Era un attore superbo e
convincente, sapeva di possedere queste abilità e le usò intelligentemente a suo vantaggio.
Nella sua epoca si diceva che era una persona licenziosa e che l'avevano visto numerose volte
ubriaco e in compagnia di prostitute. Le sue relazioni con i suoi discepoli, le sue visite di alcova,
nella maggior parte donne dell'alta società russa, anche quelle erano polemiche. Una delle sue
massime era: “Si devono commettere i peccati più atroci, perché Dio sentirà maggior piacere al
perdonare i grandi peccatori”.
Entrò poco dopo in una setta cristiana condannata dalla chiesa ortodossa conosciuta come Khlysty
(flagellanti). I Khlysty credevano che per arrivare alla vera fede si necessitava sentire dolore. Nelle
riunioni di questa setta le feste e le orge erano frequenti e Grigori divenne un assiduo partecipante.
L'ingresso in questa congregazione segnò il profeta siberiano a vita, e spiega la notoria vita sessuale
che ebbe in anni passati e che finì per oscurare la sua reputazione di sant'uomo.
Grazie a queste apparentemente miracolose guarigioni la zarina Alexandra si fidò ciecamente nel
guaritore, visto che le prove di guarigione che dava a suo figlio era inspiegabili. Si fidò anche delle
profezie del monaco circa il destino della santa Russia, alla quale vedeva Rasputin nelle sue visioni
“ricoperta in una nube nera ed immersa in un profondo e doloroso mare di lacrime”.
In una di queste orge alcoliche-esoteriche, racconta la leggenda, che “lo stregone dello Zar”
profetizzò la nascita di un movimento socioculturale ribelle, libero e basato su una musica potente e
polemica, che sarebbe arrivata in un futuro non molto lontano.
Raccontano che tutte queste visioni le ebbe dopo aver ingerito ingenti quantità della sua bevanda
favorita, la vodka, alla quale, davanti allo stupore di tutti, chiamava con un misterioso nome
“Vodka'n'roll” (la bevanda degli atlanti).
Rasputin fu assassinato nel 1916 e raccontano che giorni più tardi fu trovata una nota ai piedi della
sua tomba scritta in aymara (la lingua degli antichi inca): “Ama usa, ama ulula, ama quella” (No
rubare, non mentire, non poltrire). La nota era firmata da “La Atlantide che sta per arrivare”.
Translated by Kurai-sama
Andiamo a spassarcela
faremo casino
andiamo a curare la solitudine.
Bevi le tue sconfitte
uccidile con rock
le tue paure affogheranno.
Berremo senza sosta
balleremo e alla fine
non ci sarà Dio
che si mantenga in piedi.
A ritmo di rock'n'roll
inviteremo a ballare
allo sconforto con un tradimento.
Vieni su, alzati una buona volta
e bevi fino all'alba
la tua anima oggi ha sete.
Vieni, se il freddo penetra nella tua pelle
copriti con un amore
bagnato in Vodk'n'roll.
Se ti ritrovi da sola
se ti senti male
la luna è cameriera del mio bar
le stelle sono spogliarelliste ed escort
al Sole non lasciano mai entrare.
Berremo senza sosta
spenderemo in champagne
e poi faremo l'amore
ascoltando come canzone
la tua bella respirazione
questi si che è rock'n'roll.
Vieni su, alzati una buona volta
e bevi fino all'alba
la tua anima oggi ha sete.
Vieni, se il freddo penetra nella tua pelle
copriti con un amore
bagnato in Vodk'n'roll.
Il dottore della nostalgia
per festaiolo mi ha prescritto
per l'influenza dell'anima
vodka, amici e rock'n'RON.
Translated by Kurai-sama
V. El Principe de la Dulce Pena IV (Il Principe della Dolce Pena IV)
Madrid, 2010.
Quando ebbe finito di leggere la prima parte della relazione che gli aveva preparato il laureato in
storia e scrittore con una certa fama Jesus Castejo, Rafael Haro capì in modo evidente che c'era una
connessione tra le diverse civilizzazioni in diversi periodi storici. Com'era possibile che imperi così
lontani in distanza e tempo come quello egizio, maya e inca avessero nella costruzione della
piramidi il loro centro nevralgico delle cerimonie spirituali? Chi costruì le piramidi? Ci fu una sola
ed unica civilizzazione che insegnò al resto l'utilizzo e la costruzione di suddette piramidi...? Tutte
queste domande si accalcavano dentro di lui mentre le risposte si ammucchiavano e barricavano nel
suo già pieno cervello.
– Dovresti vedere questo – esclamò Inés Santiesteban (sotto ispettrice del distretto centrale
della Polizia Nazionale Spagnola). Inés Santiesteban era una attraente quarantenne di figura
atletica e sguardo così duro e fibroso che, ogni volta che posava i suoi enormi occhi su di te,
sembrava che ti denudasse e interrogasse l'anima.
– Di che si tratta? - rispose distratto Rafael.
– Al piano di sotto abbiamo una di quelle drogate che sembrano uscite dalla saga Crepuscolo,
o come si chiami. Credo che si chiami, o si faccia chiamare, Suburbia o qualcosa del genere.
Dice che è gotica e la verità fa pena guardarla. Sembra Morticia Adams quella della serie
“The Munsters” della tv.
– Tagli corto Inés – all'ispettore infastidirono gli aggettivi utilizzati dalla sotto ispettrice,
poiché sua figlia maggiore Katty era esattamente identica a quella “drogata” della quale
parlava in maniera così disprezzante. Katty era una fanatica dei romanzi di Anne Rice e di
gruppi come HIM, To Die For, New Church o Depeche Mode.
– Bene, il fatto è che ieri notte una volante l'ha trovata nel cimitero di San Isidro,
completamente nuda e addormentata su una lapide. Assicura che un tale “Principe della
Dolce non so cosa” le è apparso. Tutto questo è molto strano – concluse Inés – Per me è
ubriaca fino al culo.
Vieni, coricati nella mia solitudine
l'amarezza di accarezzerà
vieni, e dai un'altra opportunità
alla fredda oscurità.
Sinistra notte, amarezza e dolore
e su una lapide fare l'amore
infilzo i miei denti nella tua bianca pelle
oggi ho sete.
Che la paura bagni il tuo sguardo
che il vento gema per noi due
e il sangue cadrà
prima che la luce del sole
ci faccia ardere
voglio morire in te.
Camposanto, lugubre giardino
croci gotiche tutte intorno
tomba aperta, dolce è l'odore
inebriati nel festino.
Translated by Kurai-sama
Piange la luna blasfemie in te
piange tristezza sopra la mia bara
corpi senza vita, soffice materasso
fammi l'amore.
Che la paura bagni il tuo sguardo...
Che il male mi faccia oggi la sua schiava
la morte mi faccia oggi fremere.
Vieni, coricati su di me
l'amarezza verrà
assaggerai il sapore
della morte al baciarla.
Decadenza, amarezza
depressivo amore.
Vieni e bevi da me
morirai insieme a me
e questa tomba sarà
la nostra alcova d'amore.
Luna piena, luna morta
depressivo amore...
Quella strana ragazza che si faceva chiamare Suburbia era terrorizzata e non smetteva di ripetere,
singhiozzando e con lo sguardo assente: “Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”.
Quella frase non aveva significato per lei, ma quell'essere demoniaco non fece altro che
sussurrarglielo all'orecchio quella notte nel cimitero, mentre asseriva che la fine era vicina.
VI. Mi hogar eres tu (La mia casa sei tu)
Quella strana rivelazione fece ricordare a Rafael Haro alla sua bellissima moglie. Durante gli ultimi
anni il caso di Alma Echegaray e del senatore Hamilton gli aveva sottratto troppi baci, gli aveva
rubato troppe conversazioni insieme al fuoco complice di un camino...
Vado segnando amore il mio cammino
con i baci che ti ho dato
per non dimenticare quello che ho
quello che non ho mai perso.
Vado lasciando qualche segnale
con pezzi della tua voce
per rimproverare l'ego
e l'umiltà mi dia un calcio.
Porto con me una mappa del tuo amore
tracciata nel mio cuore
e sulla mia pelle
porto scritto con i tuoi baci
le tracce di te.
Translated by Kurai-sama
Voglio ritornare
poiché tu sei la mia casa
vorrei cucirti sulla mia pelle
al vento dirò
che mi porti da te
poiché dove tu starai
ci sarà la mia casa.
È sempre utile che qualcuno ti stia ad aspettare
per poter continuare a essere te stesso
per curare l'ubriachezza
di elogi e tradimenti.
Pianterò un “ti voglio bene”
nel tuo corpo, il mio giardino
poterò ogni nostalgia
che mi allontani sempre più da te.
Rammendata alla mia voce
porto la tua respirazione
e il tuo odore
mi rammenta che una rosa
si innamorò di me.
VII.
Fuerza y Honor “El Dorado” (Forza e Onore “El Dorado”)
La mattina seguente, dopo aver risvegliato il suo animo bagnandolo con un generoso mare di caffè,
l'ispettore continuò a leggere la relazione che lo storico Jesus Castejo aveva redatto confrontando
dati storici con manoscritti di monaci spagnoli scritti nel 1548.
Selva del Perù, 1532.
Passarono mole settimane e molte lune accompagnarono Pedro Alcazar e Zara (ultima moglie
dell'inca Atahualpa) in cerca della montagna dove, secondo dicerie sparse per tutto l'impero, i
“sacerdoti”inca avevano nascosto lontano dall'avidità dell'uomo bianco tutto l'oro e i tesori
dell'impero. Gli spagnoli credevano nell'esistenza di una città coperta d'oro con una ricchezza mai
immaginata, alla quale chiamavano “El Dorado”.
Quando finalmente arrivarono al lago Titicaca, una vecchietta, alla domanda sulla città d'oro, sorrise
e misteriosamente disse:
– Forza e Onore.
– Scusi? - Chiese Pedro.
– I tesori di tutti popoli non si trovano in una città, né riescono starci in un forziere, neanche
questo lago è sufficientemente grande per contenerlo. Quello che cercate – continuò – si
trova nella memoria, nel cuore di un popolo, ogni persona possedeva il tesoro del suo
popolo. Il suo proprio “El Dorado”. Forza e Onore...
“Quanto aveva ragione” pensò Rafael Haro e, mentre si accendeva una sigaretta, ricordò il poema
che suo padre gli fece imparare:
Translated by Kurai-sama
SARAI UOMO, FIGLIO MIO
Se riesci a conservare il controllo quando tutti
Intorno a te lo perdono e te ne fanno una colpa;
Se riesci ad aver fiducia in te quando tutti
Ne dubitano, ma anche a tener conto del dubbio;
Se riesci ad aspettare e non stancarti di aspettare,
O se mentono a tuo riguardo, a non ricambiare in menzogne,
O se ti odiano, a non lasciarti prendere dall'odio,
E tuttavia a non sembrare troppo buono e a non parlare troppo saggio;
Se riesci a sognare e a non fare del sogno il tuo padrone;
Se riesci a pensare e a non fare del pensiero il tuo scopo;
Se riesci a far fronte al Trionfo e alla Rovina
E trattare allo stesso modo quei due impostori;
Se riesci a sopportare di udire la verità che hai detto
Distorta da furfanti per ingannare gli sciocchi
O a contemplare le cose cui hai dedicato la vita, infrante,
E piegarti a ricostruirle con strumenti logori;
Se riesci a fare un mucchio di tutte le tue vincite
E rischiarle in un colpo solo a testa e croce,
E perdere e ricominciare di nuovo dal principio
E non dire una parola sulla perdita;
Se riesci a costringere cuore, tendini e nervi
A servire al tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tener duro quando in te non resta altro
Tranne la Volontà che dice loro: "Tieni duro!".
Se riesci a parlare con la folla e a conservare la tua virtù,
E a camminare con i Re senza perdere il contatto con la gente,
Se non riesce a ferirti il nemico né l'amico più caro,
Se tutti contano per te, ma nessuno troppo;
Se riesci a occupare il minuto inesorabile
Dando valore a ogni minuto che passa,
Tua è la Terra e tutto ciò che è in essa,
E - quel che è di più – sarai Uomo, figlio mio!
Rudyard Kipling
VIII.
El Violin del Diablo (Il Violino del Diavolo)
Un pomeriggio, mentre Rafael si accingeva a lasciare la centrale, sentì il suono di un violino.
Sembrava piangesse. Al dirigere i suoi passi verso l'origine di quella pietosa melodia, con sorpresa
si ritrovò davanti Suburbia in una delle stanze d'interrogatorio, suonando un logorato violino.
– Ti piace? - chiese divertita.
– È... strano – rispose il poliziotto.
– Questo violino ha una vecchi storia e, anche tu non riesca a crederci, nel mondo reale, vale a
dire il tuo mondo, c'è più di una cosa inspiegabile...
Racconta la leggenda che, in una notte del 1713 un maestro di violino, Giuseppe Tartini,
ossessionato dalla composizione perfetta, ebbe un sogno con il Diavolo. In questo, il Diavolo gli
Translated by Kurai-sama
appariva con un abbigliamento bellissimo e perfetto, proponendogli un patto. Gli avrebbe dato un
violino con il quale poter suonare la melodia perfetta, ma in cambio Giuseppe gli avrebbe offerto la
sua anima. Giuseppe, ansioso e accecato dalla sua ambizione accettò il patto senza pensarci due
volte. Allora il Diavolo cominciò a suonare una melodia affascinante. Gloriosa! Con una tale
destrezza e facilità che lasciò il musicista impressionato al sentire una composizione così perfetta e
meravigliosa da quell'essere così orrendo e malizioso, secondo gli altri, perché lui lo vedeva come
un uomo di una bellezza abbagliante che godeva a suonare il violino, dal quale usciva una melodia
placida e pacifica. Se così era il demonio, com'erano gli angeli? Sembrava più un angelo.
Il giorno seguente, al suo risveglio, ricordò perfettamente la melodia che aveva sentito è cominciò a
scriverla con una tale abilità che non riusciva a credere a ciò che stava sperimentando. Quando finì
di completare la sonata si rese conto che c'era un nuovo oggetto nella sua stanza. Si trattava di un
prezioso violino, color mogano che risplendeva. Era come se quel violino lo ipnotizzasse, aveva
qualcosa che lo stregava, qualcosa di magico. Allora prese il violino e si mise a suonare, suonò
ancora e ancora la sonata fino all'arrivo della notte. Ma qualcosa succedeva, non riusciva come lui
desiderava, così come l'aveva sentita. Non smise di suonare tutto il giorno, dimenticandosi delle sue
faccende. Ma non era uguale, non trasmetteva la bellezza e la bontà che trasmise il Diavolo
suonandola. Alla fine Giuseppe impazzì e si suicidò al vedere che gli era impossibile ripetere la
sonata.
Il violino che gli diede il Diavolo fu ereditato dai famigliari di Giuseppe, e passò di mano in mano.
Ancora continua a circolare in qualche posto di questo mondo. Si dice pure che se il violino cade in
mano di giovane musicista, il Diavolo gli appare per offrirgli lo stesso patto che a Tartini.
Giuseppe diede come titolo alla sonata “Il Trillo del Diavolo” e oggi siamo in pochi, tra i musicisti,
che hanno il coraggio di suonarla.
Suona la melodia di una canzone
sogno senza temere
qualcosa di nuovo intorno mi inonda nel suo piacere Oh!
e mi spezza in due.
Mi racconta la storia del mondo e dietro mi corica nel suo letto si spine mortale
compie i miei desideri e la mia volontà è a punto di cedere.
Preferisco nascondere la persona che sono stata, quanto più gli chiedo più posso esigere
mi intrappola nel suo mondo e non voglio scappare da questo sogno e sentire il suo male...
Non voglio dimenticare chi è lui!
Lasciarmi intrappolare senza dubitare.
Non voglio dimenticare e perdere,
arrivare fino alla fine e tornare.
Rimango in silenzio ascoltando la sua voce, il sogno è eterno, non so più chi sono
sento un suono così dolce che appena posso respirare.
Ricordo che il giorno finiva e non so, tenue melodia mi acchiappa un'altra volta.
Non riesco a scappare, devo stare al suo fianco e risentire il suo male...
Non voglio dimenticare chi è lui!
Lasciarmi intrappolare senza dubitare...
Non voglio ormai, smettere di sognare
non riesco ormai, dimenticare la verità
Translated by Kurai-sama
rimanere con lui, arrivare fino alla fine e ritornare.
Il violino del diavolo sonata del male
canzoni occulte dall'aldilà
Non voglio dimenticare e perdere,
arrivare fino alla fine e ritornare.
Como ho fatto a dimenticare, come posso tornare e suonare...
IX. Siempre – Adios Dulcinea parte II (Sempre)
Lago Titicaca, Quito, 1534.
“Le poesie le scriviamo i perdenti”, pensò Pedro Alcazar, “ed è una forma di sfoderare parole per
batterti in duello con la tristezza e la melanconia. È fare i conti con la vita, tanto mi ha dato, tanto
mi deve. Sono le rughe dell'anima, ogni segno sul volto di un uomo racconta qualcosa di lui, e i
poemi sono le rughe della pelle che ricopre l'anima di qualsiasi perdente. Molte ferite ancora aperte
sanguinano sonetti in qualche foglio di carta”.
Pedro lasciò scappare qualche lacrima mentre ricordava Azaak. Pedro si accorse che la solitudine
aveva labbra di donna.
Come ieri ti ho cercata
nel doppio tetto del mio cuore
e trovai nostalgia di te
solitudine.
Cominciai a piangere
questi versi bagnati in canzone
voglio tornare a dormire
con il tuo odore.
Sfrattai i tuoi baci
dalla mia memoria
e dico addio
ti lascerò andare...
Fa così male vivere
fa sempre male senza te
ho bisogno del tuo odore
ho bisogno di calore.
Voglio profumare
la mia anima con gocce di te
e archiviare il dolore
nel doppio fondo che c'è
nel mio materasso.
Uguale a ieri, mi persi
nel labirinto del cammino senza te
gridai: “Amore mio, dove sei”
e piansi.
Translated by Kurai-sama
Tu mi chiedevi
quanto ti volevo bene
“Ti voglio bene sempre amore”.
Fa così male vivere...
Coloro mattine senza sapere
qual è il colore che ha ora la tua pelle
canto addii su carta straccia
del tuo amore.
Fa così male vivere...
… “Ti voglio bene sempre amore”.
X. Mis Demonios (I miei Demoni)
Rafael cercò di allontanare dalla sua mente il dolore che gli produceva la melanconia e la mancanza
dei suoi. Prese una bottiglia di brandy che teneva nel terzo cassetto del suo tavolino ausiliare.
Negli ultimi anni l'alcool e le droghe avevano agito come analgesici (gli doleva l'anima e in queste
sostanze riusciva a dimenticare il dolore e trovava un po' di calma...) Ma in verità era prigioniero in
un carcere pieno di demoni.
Lei è l'amante che vive
delle mie paure
È la principessa della mia oscurità
Scegli i vestiti con tessuti dei tuoi desideri
e si traveste di calme e pace.
Se devo cadere sarà senza te
voglio azzardarmi a vivere
se devo lottare sarà per me
ho imparato a soffrire.
Lei è la dama che sazia i miei demoni
in cambio di giurarle fedeltà
lei è l'amante che sempre
arriva in ritardo
nasconde sconfitte, debolezza.
Se devo cadere sarà senza te...
E sulle sue labbra dorme la mia libertà
il suo veleno dorme insieme a me
da te voglio scappare.
Se devo cadere sarà senza te
voglio azzardarmi a vivere
se devo lottare sarà per me
ho imparato a soffrire.
Translated by Kurai-sama
Ho imparato a soffrire
e a scacciare i fantasmi
che vivono in me
I miei demoni si allontanano
quando tu non sei dentro me.
XI. Que el viento sople a tu favor (Che il vento soffi a tuo favore)
Selva del Perù, 1532
Da qualche parte nella foresta amazzonica del Perù, sia Zara che Pedro Alcazar nella loro fuga dagli
spagnoli, ritrovarono sempre più prove che gli antenati, sia europei sia precolombiani, non erano di
questo mondo. Nelle vicinanze di un villaggio, videro un uomo legato e imbavagliato ad un albero,
con le vesti più colorate, stravaganti e cenciose mai visti dagli occhi di Zara.
– È un pirata inglese – disse Pedro e, dirigendosi verso l'albero dov'era legato quel
personaggio, lo liberò e questo è quello che raccontò quel avventuriero e amico dell'ignoto:
“Mi chiamo Bernardino de Talavera. Da molti anni tutte le nazioni europee, eccetto Spagna e
Portogallo, ci siamo messi da parte dalla spartizione delle terre e dal commercio nelle colonie
americane, che veniva decisa dalla casa di contrattazione con sede a Sevilla.
Durante questi anni apparì una serie di avventurieri, come me, che riempimmo le coste americane in
cerca di fortuna. Siamo mercanti, negrieri, banditi e contrabbandieri. Navighiamo per nostra
iniziativa, ma con un permesso pubblico da parte del nostro governo. Ci siamo dedicati quasi
esclusivamente al saccheggio delle ricchezze accumulate dagli spagnoli solo per il nostro
tornaconto. Nonostante, per parecchi anni, i monarchi spagnoli abbiano cercato di mantenere
segreta la scoperta dell'America, nel 1521 dei pirati francesi agli ordini di Juan Florìn, riuscirono ad
appropriarsi del famoso tesoro di Montezuma, aprendo un canale agli assalti e agli abbordaggi in
cerca di favolosi bottini. Tant'è che, al Capo di San Vicente, voi spagnoli l'avete cominciato a
chiamare “Il Capo delle Sorprese”.
Ma per noi i tesori più preziosi sono state sempre le donne che con la loro bellezza adornavano ogni
porto arido e malconcio”.
Ammainate le vele, timone a dritta
come orizzonte il mare
il nostro destino la gloria amore mio
e il tuo letto abbordare.
Siamo ladri di cuori
come mansione saccheggiare
ogni città
e il porto che c'è nel tuo sguardo.
Apriti a me
“la mia sciabola” vuole addormentarsi
e naufragare di passione
nel mare che c'è in te.
Vieni con noi e non guardarti indietro
restiamo insieme fino alla fine
siamo quello che facciamo
non chiedere perdono
che il vento soffi a tuo favore.
Translated by Kurai-sama
Portiamo toppe sul cuore
pugnalate del nostro vivere
i nostri cannoni sono
una canzone per te.
“Apriti” amore mio
e dammi il meglio di te
e la vela “isserai”
“dell'albero maestro”
che c'è in me.
Vieni con noi e non guardarti indietro...
Siamo della pelle del Diavolo
Viva il ron!
E uno scheletro fu il mio amore
che ti siano propizi
la sorte e l'amore
che il vento soffi a tuo favore.
Uno scheletro e una maledizione
ne La taverna del Doblone
la morte ti dà un bacio
se non ti credi capace
di bere e di lottare.
XII.
Sueños dormidos (Sogni addormentati)
Casa di cura Miramar (Sevilla), 2010
Valentìn era un professore universitario ottantenne che da qualche anno soffriva di una delle
malattie più crudeli, quella dell'oblio. Una malattie traditrice che ti ruba poco a poco i ricordi:
l'Alzheimer.
Nei pochi momenti di lucidità che aveva, Valentìn disegnava sulle pareti strani simboli e
autonomamente ripeteva: Nazca, principio e fine.
Ormai è tempo
che i suoi ricordi dichiarino
guerra contro l'oblio.
Poiché si congelò il calendario
e la sua memoria è fuggita
con il passato.
C'è da sentire come fa male!
Frugare nel diario
e sapere che ti mancano...
che ti hanno sequestrato degli anni.
Translated by Kurai-sama
Anche se non ti ricordi più di me
sempre mi prendo cura di te
mi sono trasformata in luce
per poterti guidare fino a me.
Voglio trovare
quei baci perduti
tanti sogni che sono ancora addormentati
e tornare a ricordare..
Voglio cercare
con te un nuovo cammino
perché mi sento perduto
e non dover piangere al non riconoscerti.
Vedere nascere i giorni
è come vedere partorire silenzi
ricevere baci da estranei.
C'è da sentire quanto fa male!
Che ti manchino pagine di diario.
Anche se non ti ricordi più di me
starò sempre insieme a te
ora sono il fiore
che aspetta di sbocciare in te.
Voglio trovare...
XIII.
Aun amanece gratis (Ancora albeggia gratis)
Impero Inca (attuale città di Cochabamba, Bolivia), 1534.
La notte accorre al suo appuntamento diario con le ombre. Quando il giorno sbadiglia e chiude gli
occhi è il momento di riflettere. Nonostante la miseria, fame e paura che potresti sentire, pensa che
la vita ogni giorno ci regala una nuova opportunità. Ancora non costa nulla un nuovo giorno, ancora
albeggia gratis. Pedro de Alcazar al calore di un falò, canta speranze.
Quando cade la notte
è ora di curare
tutte le ferite del vivere
e al riparo di un falò
con una canzone
fare un lavaggio al cuore.
Quando muore il giorno
è già ora di contare
tutte le perdite che ha avuto la ragione
e piastrellare con sussurri le pareti del passato
per far risplendere il perdono.
Translated by Kurai-sama
Se il vento porta l'aroma
di una pena
strazio dell'anima
per una condanna.
Taglia a una stella cadente
una ciocca di capelli...
e potrai volare.
Do sberleffi alla mia malasorte
all'alba io avrò il suo favore
e l'amore chissà mi sia propizio
forse mi regalerà il suo perdono.
Quando le lacrime
lucidino il tuo volto
e una sorgente bagni il tuo sguardo
chiudi gli occhi dormi vedrai
azzardati a vivere
azzardati a perdere e a vincere.
È probabile che
oggi tu non sia felice
ma un nuovo giorno verrà
ancora albeggia gratis per te
se cerchi un'altra opportunità.
Cerco un angolino dove abbandonare
ogni pena che c'è dentro di me
dove la vita non faccia pagare
tasse per voler vivere.
È probabile che...
Pulisco silenzi
nelle lenzuola che ieri
erano rifugio del dolore
spaccatura di crepe
tra te e me
addii e una canzone.
XIV.
La Soga del muerto “Ayahuasca” (Il cappio del morto “Ayahuasca”)
Selva del Perù, 1532
Mentre Pedro cantava, Zara cucinava qualcosa dall'odore orripilante. Misteriosamente, Zara si
avvicinò a Pedro e lo avvertì...
– Questa è “La Soga del Muerto”, la ayahuasca, l'erba sacra del mio popolo. Prima di berla,
voglio raccontarti qualcosa su questa sostanza...
Translated by Kurai-sama
La ayahuasca, o bevanda sacra maestra, è originaria della cultura amazzonica. Si ottiene dalla
miscuglio e dalla cottura della liana ayahuasca con un'altra pianta chiamata chacruna. Il risultato è
una infusione dal sapore forte e amaro che, bevendola, ti permette connettere con una realtà che va
oltre le parole. L'ingestione di questo miscuglio di piante sacre non ha effetti collaterali per
l'organismo, e non provoca dipendenza. Normalmente si approcciano a lei sia uomini che donne,
adulti, che vogliono avere una esperienza individuale di amore e conoscenza.
La ayahuasca non è per tutti. Quando ti approcci a una esperienza con piante sacre devi renderti
conto della fase della tua vita in cui ti trovi, ricapitolare la tua traiettoria vitale e avere chiaro che
cosa ti piacerebbe essere in questo mondo e come vorresti vivere il resto della tua vita. L'esperienza
con questa pianta ti farà vedere tutto ciò che hai fatto male finora e ti consiglierà cosa devi fared'ora
in poi. La liana ti guarisce.
Se sei principiante, è molto importante che tu non la beva da solo. È consigliabile che tu sia guidato
da un maestro o sciamano con esperienza. Stai per addentrarti in una cerimonia che richiede
compagnia e consiglio. La prima volta esperimenterai sensazioni, visioni ed emozioni alle quali non
sei abituato. Ti farà bene essere assistito da qualcuno che l'abbia bevuta molte volte e sappia
orientarti, se ti sentirai confuso.
La pianta sacra è la maestra: lei ti guida.
Ayahuasca
con un sorso basta
e ai confini perduti
di te stesso.
Viaggerai, volerai
conoscerai molto più di te.
Ayahuasca
per tutta la gente
che a poco prezzo
vuole fare turismo.
Viaggerai, volerai
agli angoli che hai dentro di te.
Sento delle voci
esseri minuscoli
che mi cambiano
tutti i colori.
Rosso il mare
il prato azzurro
e la giungla color carminio.
Non avere paura a essere te stesso
né a diverse forme di turismo
Ammazzale, zittiscile
c'è tanta gente dentro di me.
Chi vuole mangiare dal mio menù?
Translated by Kurai-sama
Ayahuasca
con un sorso basta
e ai confini perduti
di te stesso.
Viaggerai, volerai
conoscerai molto più di te.
Ayahuasca
per tutta la gente
che a poco prezzo
vuole fare turismo.
Viaggerai, volerai
agli angoli che hai dentro di te.
“Stanza 206
il paziente ha ripreso a peggiorare”.
XV.
La Ira de Gaia (L'Ira di Gaia)
Deserto di Nazca, 2010.
Avvisato dall'osservatorio dell'Università di Emery, astrologi, scienziati e forze armate si dirigono
verso il luogo esatto in cui credono cadrà il meteorite rilevato mesi addietro.
Le linee di Nazca si trovano nelle Pampas de Jumana, nel deserto di Nazca. Furono tracciate dalla
cultura Nazca. Sono costituite da oltre cento figure che includono semplici linee fino a complesse
forme zoomorfe, fitomorfe e geometriche che appaiono tracciate in superficie.
Lo stupefacente è che queste linee possono essere osservate nella loro integrità solo se si è in aria.
Al mattino seguente e davanti allo spavento di centinaia di persone lì accorse, un oggetto amorfo e
con una luminosità mai vista da un occhio umano discese lentamente... Una sagoma di donna
scivolò dalla parte frontale di quel oggetto volante. Era Alma Echegaray! Con una voce molto dolce
incominciò a parlare.
Gradualmente cominciarono a circondarla esseri di luce dall'aspetto umano, ma molto più alti
rispetto a noi. La loro morfologia era esattamente quella descritta da innumerevoli leggende circa il
popolo atlante. Sul loro petto si poteva notare lo stesso simbolo che tante volte si è ripetuto nella
storia.
Sono il dio dei lamenti
sono giudizio finale
sono futuro, sono passato
sono principio e fine.
È la fine... la condanna del pianeta
soffrirete... l'ira del vento e del mare.
Quando il mare ricopra tutto di paura
quando sputi annichilimento
quando il bosco si tinga di ghiaccio
si strozzerà di vergogna persino il sole.
Translated by Kurai-sama
Non esiste futuro... ammazza gli umani.
Sono il prossimo diluvio
un bacio nucleare
la mia mail è “[email protected]”
È la fine... pioggia acida per endovena.
Morirete...ricoperti dal mare.
Quando il mare ricopra tutto di paura
quando sputi annichilimento
quando il bosco si tinga di ghiaccio
si strozzerà di vergogna persino il sole.
Quando muoia di tristezza uno scherzo
quando sanguinino gli scogli del mare
quando muoia di freddo un falò
quando muoia d'amore la malvagità
L'ira de Gaia verrà!
So che esiste un luogo
dove seppellire
tutte le lacrime
che lasciai in debito.
So che esiste un paese
chiamato tu
dove curare le ferite dentro di te.
Voglio comprare a rate sorrisi
ed ipotecare il vento e la brezza
voglio issare pareti dell'anima
per arredare la mia vita con calma.
Voglio affittare lotti di tristezza
e svuotare alla luna piena
e predire domani il passato
se devo morire che sia al tuo fianco.
Sempre è meglio morire
che perdere la vita
è ora di tornare
diretti verso il sole.
Inventati un luogo
per viaggiare
in sella a un raggio di luce.
Voglio affittare lotti di tristezza...
Voglio comprare a rate sorrisi...
Translated by Kurai-sama
Non esiste futuro... ammazza gli umani.
Quando il mare ricopra tutto di paura
quando sputi annichilimento
quando il bosco si tinga di ghiaccio
si strozzerà di vergogna persino il sole.
Quando muoia di tristezza uno scherzo
quando sanguinino gli scogli del mare
quando muoia di freddo un falò
quando muoia d'amore la malvagità.
Quando una preghiera trovi la sua meta
quando la solitudine sia in due
se il perdono fugge dal divino
se la fede divorzia da Dio.
Quando il freddo ripari una pena
e un politico smetta di abbaiare
quando i fiori faranno la guerra
quando amare non sia proprietà.
L'ira di Gaia verrà!
XVI.
Atlantia
Madrid (agenzia di notizie E.F.E.), gennaio 2010.
Il terremoto di Haiti fu registrato ieri, 12 gennaio, alle 16:53 ora locale. Con epicentro a 15 km da
Port-au-Prince, la capitale di Haiti. Secondo il servizio geologico degli Stati Uniti, il sisma avrebbe
avuto una magnitudine pari a 7.0 e si sarebbe generato a una profondità di 10 km. Si sono registrati
anche una serie di repliche, la più forte di 5.9, 5.5 e 5.1 gradi.
La N.O.A.A. scartò il pericolo di tsunami nella zona. Questo terremoto è stato il più forte mai
registrato da quello avvenuto nel 1770, essendo stato percepito in paesi vicini come Cuba, Giamaica
e Repubblica Dominicana dove provocò timore ed evacuazioni preventive.
Gli effeti causati al paese più povero di tutta l' America Latina sono stati devastanti. I morti
superano finora i 150.000, calcolando che potrebbero superare i 200.000. Avrebbe provocato anche
più di 250.000 feriti e lasciato senza casa a un milione di persone. Si considera come una delle
catastrofi umanitarie più gravi della storia.
Università di Emery, Atlanta, dipartimento meteorologico.
Qualcosa andava storto. Nel sud della Spagna, precisamente nelle province di Jaén, Malaga e
Tenerife, le inondazioni più gravi degli ultimi cinquant'anni tingevano il paesaggio di morte,
desolazione e fango. A Bruxelles, Belgio, le distruzioni da parte delle inondazioni e le frequenti
tempeste misero il paese in allarme rosso. Nell'isola di Madeira, Portogallo, il caos causato
dall'acqua fu tale che l'isola passò da essere il giardino dell'Atlantico a essere il giardino del fango.
A Concepcion, Cile, la terra tornò a ruggire, portandosi con sé più di settecento morti in un nuovo
terremoto.
Quella stessa notte, si poterono osservare luci non identificate che uscivano dallo stomaco della
terra diretti versi l'infinito. Gli atlanti lasciavano questo pianeta condannato all'estinzione. Rafael
Haro piange angosciato dalla fine che abbia potuto avere la sua famiglia... È LA FINE! Un gruppo
Translated by Kurai-sama
di cattolici pregano in una chiesa mentre l'acqua guadagna terreno. Nella sua fuga, Rafael osserva
con orrore come nel cielo le nuvole stessero formando una frase:
“Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”.
In un lussuoso ufficio, nella penombra, un primo ministro e un'alta carica militare ridono...(ma
questa è un'altra storia e in un altro momento sarà raccontata).
Memento Homo, quia pulvis es,
et in pulverem reverteris.
Se devo naufragare nella mia tempesta
lasciami nuotare dentro di te
tutto ciò che fui, si è messo in vendita
tutto ciò che amai, ciò che appresi.
Voglio morire nel tuo sguardo
voglio addormentarsi in ciò che fui
ci barricheremo dietro al tuo cuscino
sempre se il destino tiene bene.
Oggi la vita chiude la saracinesca
si vendono sorrisi d'occasione
chiuderà il mercato “del domani”
“cessazione del pianeta per lutto”
Piange il fiume, solitudine
si dissangua d'acqua il mare
tossisce il cielo tuoni e luce
starnutisce una valanga.
Nella fede in cui Cristo ci deve salvare
nella fede in cui Lui ci ama
ci dobbiamo afferrare
No ai contraccettivi,
è meglio l'AIDS che un preservativo
essere gay è una malattia,
violentare un bimbo no.
Dio è amore, Dio è libertà
Oh Gesù! Ti ci dai la pace
Dio è la luce, tolleranza e fede
è il tuo compagno, un amico per davvero.
Dio distrusse la Torre
di Babele per non credere
chiese ad Abramo sacrificare suo figlio
a prova della sua fede
inondò la Terra, il diluvio di Dio
mandò suo figlio a morire
e l'inferno s'inventò.
Translated by Kurai-sama
Dio è amore, Dio è libertà
Oh Gesù! Ti ci dai la pace
Dio è la luce, tolleranza e fede
è il tuo compagno, un amico per davvero.
Ben avventurati i poveri
ben avventurato chi è gay
ben avventurato chi paga
ben avventurato chi crede.
Ben avventurato il cassaintegrato
e chi non arriva a fine mese
ben avventurata la moglie...
Ben avventurati i poveri
ben avventurato chi è gay
ben avventurato chi paga
ben avventurato chi crede.
Ben avventurato il cassaintegrato
e chi non arriva a fine mese
ben avventurata la moglie
che sopporta colpi di un porco
che riceve mille pugnalate
con un sorriso e una preghiera...
Fischietta una canzone il saluto finale
recita poesie l'addio
si trucca la melanconia
con nostalgia e polvere di dolore.
Oltre il sole e le stelle
o tra gli angoli del tuo amore
forse troveremo un'altra terra
poiché la profezia incomincia oggi.
L'inferno si raffreddò
e il cielo si coprì
di una ragnatela grigia
di nuvole e dolore.
Vomitava un vulcano
il bosco si bruciò
si dissanguava un fiore
ferito dal sole.
Crocifiggersi decise
al vedere quell'orrore.
Piange il fiume, solitudine
si dissangua d'acqua il mare
Translated by Kurai-sama
tossisce il cielo lampi e luce
disegnando oscurità.
Voglio morire nel tuo sguardo
voglio morire e risvegliarmi
e averti di fianco a me, amore
senza te non so stare.
Voglio riuscire a recuperare
tutti i sogni che vendetti
per manciate di progresso amore
perdetti la mia libertà.
El Dorado decise
di andare al monte di pietà
a vendere o impegnare
tutto l'oro prima di fuggire.
La Piramide del Sole
si unse crema solare
per proteggere la sua pelle
dal fuoco nucleare.
L'albero della notte triste
non smette di ridere.
Grida il vento “dove sei?”
alla spiaggia che si è bevuta il mare
si aprì la terra, bara
“Costruzioni fossa comune”
Voglio morire nel tuo sguardo...
voglio morire e risvegliarmi...
Chiusura del pianeta
anime in liquidazione
cambio di negozio
fine della civilizzazione.
Si è inondato l'Inferno
è affogato l'Eden
si incistò la Primavera
e ai fiori prendeteli a calci.
Non rimane nessun ricordo
fotogrammi del passato
chi incarcererà i tuoi baci
nella cella del tuo amore.
Non rimangono più sogni.
Com'è difficile disegnare sorrisi nel cuore.
Translated by Kurai-sama
Non rimane più nessuno con cui naufragare
Solo rimane il passato.
Anime in comunione
riunione dell'aldilà
convocati da Satana
che non smette di piangere.
Gesù Cristo con Jahvè
non smettono di discutere
non c'è più niente con cui giocare
né chi manipolare.
L'Amazzonia si è sposato
con la lava di un vulcano.
Piange il fiume, solitudine
si dissangua d'acqua il mare
tossisce il cielo lampi e luce
disegnando oscurità.
Voglio morire nel tuo sguardo...
voglio morire e risvegliarmi...
Ci sono volte in cui non so, se spremere il sole
per riuscire a sentire calore...
Durante migliaia di anni gli esseri umani abbiamo potuto godere del più bel regalo che gli dei
potessero dare a qualsiasi essere vivente: la brezza, il vento, il fratello Sole e la sorella Luna,
campi e praterie su cui vedere crescere i nostri figli, albe bagnate con il profumo che starnutiscono
i fiori in primavera, raggi di sole decorati con i sogni ancora da realizzare e, anche se sembra
assurdo, intelligenza. Ma l'uomo bianco disprezzò quel tesoro, e di volta in volta in cui la vita gli
sorrideva, lui le rispondeva prendendo a calci il suo destino.
Se qualcuno legge questa lettera, non dimentichi che la fine di questa civilizzazione fu a causa
dell'egoismo, ingordigia e incultura della razza umana. Gli uomini non siamo più mammiferi,
l'essere umano non si trasformò in predatore; la razza umana siamo semplicemente un virus,
ammazziamo, cresciamo e ci moltiplichiamo.
Per questo ci estinguiamo, per questo le acque ingurgitarono la nostra civilizzazione: la vera
Atlantide eravamo noi. E per questo lascio scritta questa nota, per forme di vita intelligenti
venture.
CUANDO GLI UOMINI SPUTANO PER TERRA, SPUTANO A SÈ STESSI.
- FINE -
Translated by Kurai-sama