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ANNO XIII N.1 - MARZO 2009
Artisti
sommesi
nello spazio
O. Fallaci
Sped. in abb. post. 45%, art. 2, comma 20/b,
legge 662/96 Filiale di Varese
spazio
aperto
a pagina 7
Rivista civica a cura
dell’Amministrazione
comunale di Somma Lombardo
Dieci lustri
di città
La città dei “Tre Leoni rampanti” compie
50 anni e per celebrare
al meglio l’anniversario
si appresta a vivere un
2009 contrassegnato da
eventi e partecipazione.
Somma Lombardo ricevette il titolo di città il 16 giugno 1959
dal Presidente della
Repubblica Giovanni Gronchi e da allora
molte cose sono accadute.
Dapprima, la città ha
vissuto un boom economico e poi il successivo
periodo di crisi con la
chiusura della maggior
parte delle sue fabbriche
e l’ampliamento sul suo
territorio di una importante infrastruttura trasportistica come l’aeroporto della Malpensa.
Oggi Somma Lombardo è una città che ha
perso la sua vocazione
industriale, riuscendo
però, a essere protagonista di un’importante
trasformazione urbana
legata principalmente
al terziario alle piccole
realtà industriali e alla
produzione immateriale
basata sulla conoscenza.
I 50 anni sono diventati lo spunto per riflettere su quello che è
stato, ma soprattutto,
ragionare su quello
che sono le sfide future per la città e per
il suo territorio.
Per onorare la ricorrenza è stato creato un logo
accompagnato dal motto
“La città che vogliamo!”,
per aprire il più possibile
i confini di una città
che guarda verso il
mondo e contemporaneamente esprime
il senso di appartenenza alla sua terra
e alla sua storia.
Il logo è un cerchio,
espressione della tendenza espansiva e segno
dell’armonia.
Il cerchio è in campo
azzurro; l’azzurro simboleggia la fedeltà, la
giustizia, la nobiltà.
Il numero 50 è in oro, nel
colore dei due leoni rampanti; l’oro rappresenta
il simbolo del sole, la fede
e la sovranità.
I cinquant’anni, 1959/
2009 in rosso, nel colore
del terzo leone rampante; il rosso simboleggia
il coraggio, l’audacia,
l’amore ardente.
In nero la scritta Somma
Lombardo e il motto; il
nero rappresenta l’onestà e la fermezza.
Il motto “La città che
vogliamo!” è il titolo della relazione programmatica che ho letto in
occasione del dibattito
consigliare sul futuro
della Città.
Il titolo di Città fu concesso con decreto dall’allora Presidente della
Repubblica on. Giovanni Gronchi su proposta
dell’allora Presidente
del Consiglio dei Ministri on. Antonio Segni,
il 16 giugno 1959, vista la richiesta per il
conferimento del titolo di Città di Somma
Lombardo deliberata dal
Consiglio Comunale il 28
giugno 1958, richiesta
corredata da una monografia storica, egregiamente illustrata.
L’ambito riconoscimento
al titolo di Città fu ed
è la massima testimonianza della tenacia e
della esemplare operosità dei Sommesi i quali
in pochi decenni sulle
orme dei primi pionieri
dell’industria: i Visconti
di Modrone, i Mosterts,
i Dolci, i Maino, i Mona,
i Caproni ed i Bellini,
tramutarono una stentata economia rurale in
una robusta economia
industriale, facendo della nostra Somma, conosciuta come “Borgata del
Cipresso”, uno dei più
progrediti Comuni della
Provincia di Varese.
Una epigrafe marmorea,
murata sotto i portici di
Palazzo Viani Visconti
ricorda l’evento.
Il Sindaco
Guido Colombo
XXIII Agnesino
d’Argento conferito
al sig. Gian Paolo
Grossoni
L’Amministrazione Comunale e la Pro Loco della
nostra città hanno conferito il XIII Agnesino
d’Argento al sig. Gian Paolo Grossoni per “...
aver formato nella sua attività di Capo Scout le
persone nel rispetto dell’altro; per il suo senso
civico che si esprime sempre in azioni indirizzate
al bene comune attraverso il sostegno e il lavoro
nella Pro Loco, nelle Associazioni cittadine e nel
Volontariato sommese.
Grazie Gianpaolo per i Tuoi atti disinteressati
a favore della nostra comunità; gli atti disinteressati sono le stelle della terra (Montherlant.
Morse et Vita).
Il Sindaco
Guido Colombo
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 2
Il Giorno della Memoria
Al Museo di Linz una
stampa ottocentesca
mostra un’immagine di
Mauthausen.
Colline serene, case
accoglienti, barche sul
Danubio piene di gente
che saluta festosamente,
un’area idilliaca da gita
di campagna.
Dai piroscafi si alza, allegro, un filo di fumo.
Un muro di pietra, il tetto
è scuro, dentro è vuoto.
Sul pavimento sono appoggiate delle lapidi e
su ogni lapide è scritto
il nome di un campo di
concentramento.
Sempre arde una fiamma e il fumo esce da un
camino, come usciva dai
forni crematori.
Penso.
Noi siamo la generazione del dopoguerra; noi
siamo figli di quell’ine-
sorabile evento, di quel
diluvio universale.
Come è cambiato il racconto della SHOAH.
Dai documentari che
mostravano cumuli di
cadaveri, scheletri, treni
pieni di deportati o il
ghetto di Varsavia – ma
l’orrore non è in grado di
raccontare l’orrore – ai
volti che diventano parte
della memoria ed agli
stessi luoghi, che erano
solo luoghi non l’inferno,
perché l’inferno è stato
portato in quei luoghi.
Immagini di uomini nella loro semplice verità
umana, uomini di ogni
professione la cui vita
si sarebbe svolta con la
cadenza in cui si svolge una normale vita di
lavoro e di routine, e le
cui scelte personali non
li avrebbero chiamati a
vivere l’orrore, e invece,
improvvisamente quegli
uomini normali entrano
in una dimensione al di
la di ogni immaginabilità
e narrabilità.
Il giorno della memoria
compie dieci anni.
Come possibile data se
ne incominciò a parlare
sin primi anni dell’ultima decade del secolo
scorso.
Sono gli anni in cui non
esiste più la “guerra
fredda”, il bipolarismo
est/ovest; sono gli anni
in cui si fa strada l’idea
di costruire una grande
unione europea ed emerge la necessità di fare un
bilancio di tutto il ‘900.
Bisognava trovare una
data che partendo dalla
tragedia di un popolo
dicesse a tutti come
costruire un senso co-
mune, un sentimento
comune di appartenenza a un nuovo soggetto politico: l’Unione Europea.
La data poi venne da
se; non doveva apparte-
nere a nessun calendario nazionale degli stati
membri.
Mai più nel mondo deve
capitare un simile martirio, una simile e tremenda ferocia che arriva
a togliere la vita e la
dignità di una persona e
di un popolo intero.
Il ricordo non può mai
essere imposto, ma solo
trasmesso; e quello del
genocidio resta vivo.
Il Sindaco
Guido Colombo
La Giornata
del Ricordo.
Un augurio
Mi piacerebbe che questa ferita sia rimarginata. Lo so, si tratta di
un problema complicato e difficile. Italia e
Slovenia sono entrambi paesi dell’Unione
Europea.
Non ci sono confini che
le dividono; la Croazia
è ancora lontana da
questo traguardo.
La storia recente, nella
sua espressione “cortina di ferro” e nelle sue
“ideologie politiche” co-
sì distanti, non ha certamente aiutato e reso
possibile un processo
comune di rielaborazione di quei fatti che,
oggi ricordiamo.
Italia e Slovenia hanno
iniziato una riconciliazione interna nazionale; per noi ancora
difficile perché pesano
sessanta lunghi anni
di silenzio calato sul
dramma delle foibe.
Dobbiamo invece pensare a una riconciliazione transnazionale
sullo sfondo della Bandiera Europea; dobbiamo essere capaci di confrontarci con memorie
e rimorsi come quelle
dell’esodo e delle foibe
ed anche con le pagine
poco note della nostra
storia passata che riguardano la memoria
comune della Slovenia
e della Croazia.
Il Sindaco
Guido Colombo
Da Somma Lombardo un campione
italiano di pentathlon: Andrea Casolo
Campione italiano di
pentathlon indoor categoria allievi: Andrea
Casolo riempie di orgoglio la città, confermando le sue alte doti e
capacità sportive,come
già aveva fatto quando
era atleta dell’Unione
Sportiva Virtus.
Nella società sportiva
sommese Andrea, classe 1992, è cresciuto e si
è allenato da quando di
anni ne aveva 10 e fino
allo scorso anno: poi
era passato alla Cairatese, non avendo la
Virtus Somma la categoria Allievi. E lo scorso
gennaio ad Ancona, in
questa categoria ha ottenuto il più alto titolo
italiano.
Ma già due anni fa Andrea si era classificato
II ai campionati italiani
di pentathlon all’aperto
nella categoria Cadetti.
E con i colori dell’U.
S. Virtus si era distin-
Cresciuto con
la Virtus e oggi
alla cairatese,
ha ottenuto
il massimo
risultato
nazionale
nella categoria
allievi
to e aveva trionfato in
diversi trofei a livello
nazionale. Una gioia,
per il Presidente della
Virtus, Giulio Sicuro,
vederlo ancora oggi proseguire sulla strada dei
successi sportivi. Un orgoglio per aver coltivato
e compreso le grandi
capacità di Andrea. Che
ai risultati sportivi affianca eccezionali doti
morali.
“Un ragazzo molto impegnato - lo descrive
Giulio Sicuro - e molto
valido intellettualmente”. Il prossimo impegno
sportivo che attende
Andrea, e per il quale si
sta già allenando, sono i
mondiali indoor di pentathlon in programma
proprio in Italia.
E poco importa che i
colori con cui gareggerà saranno quelli della
Cairatese, società comunque legata per amicizia e professionalità
alla Virtus Somma.
Quello che resta nel
cuore di chi l’ha visto e
aiutato a crescere sportivamente è l’immagine e la forza atletica e
morale di un ragazzo
che oggi ha 17 anni. E
al quale tutta Somma
Lombardo augura di
continuare sulla strada
che ha iniziato con grandi e ripetuti successi. Di
sport e di vita.
Il Sindaco
Guido Colombo
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 3
Safety e Security.
Somma coordina il piano internazionale
Somma Lombardo partner di riferimento per le
problematiche territoriali in tema di Safety e
Security all’interno del
progetto che la SEA Aeroporti ha presentato
in questi giorni a Bruxelles nell’ambito del Programma Interreg IV C. Il
programma, totalmente
finanziato dalla Comunità Europea, è parte
dell’obiettivo di cooperazione territoriale per
il periodo 2007-2013 e
rappresenta il principale strumento comunitario per migliorare
l’efficacia delle politiche
di sviluppo regionale nei
campi dell’innovazione,
dell’economia della conoscenza, dell’ambiente
e della prevenzione del
rischio interno ed esterno all’aeroporto.
Il progetto al quale partecipa Somma Lombardo è stato presentato
alla fine di gennaio e ha
come obiettivo la costituzione, nella nostra
Città, di una commissione/gruppo di lavoro di coordinamento,
in grado di coinvolgere i comuni sia dell’intorno aeroportuale
di Malpensa che di
Linate interessati alla definizione delle
aree critiche legate
a potenziali rischi aeronautici e del controllo del territorio,
e nel contempo, luogo
del dialogo con le realtà Spagnole, Tedesche,
Ceche e Greche tutte
pronte a fare squadra
per imparare l’una dall’altra qualcosa in più
sul fronte della sicurezza delle operazioni aeroportuali e del controllo
del territorio.
“La giunta comunale
– spiega il sindaco Guido
Colombo – ha deliberato
a favore della partecipazione del Comune al progetto SEA Aeroporti, come partner di riferimento per le problematiche
di rischio aeroportuale.
L’iniziativa è un passaggio importante di
condivisione delle esperienze e di creazione di
partenariati sul tema
della Safety e Security
in ambito aeroportuale.
L’approvazione europea
del progetto, garantirebbe lo studio e la realizzazione di tutte le misure
di messa in sicurezza degli ambiti siti al di fuori
del sedime aeroportuale
potenzialmente soggetti
a rischio per la sicurezza. L’infrastruttura
aeroportuale c’è ed è
compito della mia amministrazione porre in
atto tutte le conoscenze
e le politiche di settore
per la salvaguardia dei
nostri concittadini e del
nostro territorio”.
Il Sindaco
Guido Colombo
San Sebastiano a Coarezza, Festa della Polizia Locale
San Sebastiano è nato a Milano e noi lo ricordiamo
il 20 gennaio e gli orientali il 18 agosto.
Chiamato a giudizio dall’imperatore fu condannato
a morte con il supplizio delle frecce, ma non morì.
Esiste una metafora della peste come “freccia
divina”, ed in molti polittici in cui appare San
Sebastiano al centro sta sempre la Madonna e da
qualche altra parte anche San Rocco; è la triade a
cui si chiede aiuto contro la peste.
San Sebastiano era un militare, e come tale è diventato patrono degli arceri e dei balestrieri e per
questa eredità, oggi, patrono della Polizia Locale.
Io ho in mente il “San Sebastiano” del Mantegna,
un catalogo di muscoli addominali, un uomo forte
e virile ... e poi guardando i nostri Agenti ... beh!
... qualche chilo di troppo c’è ... ma sono i nostri
angeli custodi e noi Li ringraziamo per il lavoro che quotidianamente svolgono.
Un ringraziamento a Don Michele, ai Cantori, alla
Pro Loco ed ai nostri concittadini di Coarezza, che
ci accolgono sempre con calore e simpatia.
Grazie a tutti Voi.
Il Sindaco
Guido Colombo
0331 259854
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 4
Novità sugli incentivi statali del 55%
Il 27 gennaio 2009 il
Senato ha accordato la
fiducia al Governo convertendo in legge il decreto n°185/08 (con Ddl
n°1315).
In attesa che la legge
di conversione sia pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale ed entri quindi
in vigore, segnaliamo le
novità in materia di detrazione fiscale introdotte dalla legge anti crisi
all’art. 29:
• Automaticità della
detrazione, senza tetti
di spesa;
• Per le spese sostenute
nel 2008 relative ad interventi di riqualificazione
energetica, è possibile
richiedere il bonus fiscale compilando, entro 90
giorni dalla conclusione
dei lavori, la richiesta
all’ENEA e presentando la documentazione
necessaria attraverso
il sito http://finanziaria2008.acs.enea.it che
resterà attivo fino al 31
marzo 2009. Inoltre, gli
utenti potranno scegliere se beneficiare della
detrazione in un arco di
tempo compreso tra 3 e
10 anni;
• Per interventi avviati
nel 2009 le procedure
sono ancora in via di definizione. Sarà possibile
Convertito
in Legge
il DL 185/08
richiedere il bonus fiscale compilando un modulo
per l’Agenzia delle Entrate con il quale comunicare all’ente l’avvio dei
lavori, la spesa sostenuta
e la cifra da portare in
detrazione. Al termine
dei lavori occorrerà inviare la documentazione
tecnica all’ENEA esclusivamente per via telematica attraverso il sito
http://finanziaria2009.
acs.enea.it, attualmente
in allestimento. Secondo
le direttive del coordinatore del gruppo di lavoro
dell’efficienza energetica
dell’ENEA sarà possibile
effettuare la richiesta
tramite raccomandata
soltanto se il nuovo sito
non sarà ultimato entro
il 1° aprile 2009.
A tale proposito sarà
L’Agenzia delle Entrate,
mediante un provvedimento del Direttore, a
stabilire,emanando un
provvedimento entro 30
giorni dalla entrata in
vigore della legge, le modalità di compilazione
dei moduli;
• Le spese del 2009 e
2010 potranno essere detratte in cinque
anni.
L’ENEA offre un servizio
informativo tramite il
quale è possibile ricevere ulteriori chiarimenti
sulla normativa relativa
alle detrazioni fiscali,
sui tempi e le modalità
di presentazione delle
domande. Sito internet:
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E-mail: finanziaria 2008
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anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 5
Il “Teatrino”... ultimo atto
Non era nelle mie intenzioni intervenire
ancora sulla questione
“Teatrino”, ma a fronte
dell’accanimento che il
PD dimostra ed in considerazione del fatto che
tutti i sommesi sentano
suonare tutte le campane, in modo pacato ma
fermo, sono qui a precisare ancora una volta
sperando sia l’ultima,
la scelta dell’Amministrazione in merito all’intervento che si farà
nelle Scuole Elementari
Rodari.
La situazione attuale è
la seguente:
a) c’è in refettorio di 80
mq. abilitato a tale scopo, che può accogliere al
massimo 80 alunni;
b) c’è un altro locale di 68
mq. utilizzato come refettorio e non abilitato a tale
scopo, che può accogliere
al massimo 68 alunni (in
totale alla mensa possono partecipare max
148/150 alunni).
Precisazioni
e risposte agli
articoli del PD
pubblicati a
pagina 15
Cosa intendiamo fare:
METTERE A NORMA
I RIFLETTORI E PREVEDERE UN AMPLIAMENTO
Come:
1) vogliamo mettere a
norma il refettorio non
abilitato a tale scopo (si
sarebbe dovuto fare già
da tempo poichè da oltre
una quindicina d’anni
entrambi gli spazi sono
utilizzati come refettori);
2) intervenire sul tetrino
portandolo allo stesso
piano del refettorio agibile, mettere a norma
l’uscita di sicurezza e
chiedere l’autorizzazione
perchè anch’esso possa,
se e quando sarà necessario, essere utilizzato
come refettorio;
3) intervenire sull’attuale refettorio agibile
per creare una nuova
uscita di sicurezza che
possa agevolare meglio
la fuga.
Perchè facciamo
l’intervento:
a)perchè gli attuali utenti
superano il limite massimo consentito arrivando
a punte di 175 presenze
giornaliere (siamo perciò doppiamente fuori
norma);
b) perchè la richiesta del
servizio mensa è esponenzialmente in aumento;
c) perchè si ritiene che fra
pochi anni gli utenti potrebbero essere intorno
se non oltre i 1200.
Cosa succederà
dopo gli inerventi:
1) Gli alunni potranno
continuare ad utilizzare refettori (però messi
a norma), come hanno
fatto fino ad oggi;
2) Potranno usare come
refettorio anche la parte
del teatrino necessaria
ad ospitare il numero
cresciente degli utenti
della mensa;
3) Il teatrino ristrutturato e messo anch’esso
a norma, potrà essere
utilizzato ancora, come
avviene oggi, per le attività per le quali è nato.
Quali passaggi
sono stati fatti:
A) la cifra da investire
nell’intervento fu prevista nel piano opere allegate al bilancio 2008,
discussa in Consiglio Comunale, senza richieste
particolari di approfondimento nel merito da
parte del PD;
B) la Dirigente scolastica ha condiviso tutti
gli interventi di edilizia
scolastica inseriti nel
Piani Opere Pubbliche
del 2008;
C) a seguito di espressa
richiesta di chiarimento
ed approfondimento sono
stati fatti anche:
1) incontro con le Insegnanti delle scuole Rodari;
2) incontro con i rappresentanti di classe delle
Rodari;
3) Incontro con la Commissione Consiliare Territorio richiesta dai Consiglieri di opposizione.
A fronte di tutto ciò, ri-
tenendo doveroso ricordare anche a noi della
Maggioranza che siamo
stati eletti e scelti per
amministrare e che a noi
spetta il diritto-dovere
di proporre, valutare,
scegliere, decidere ed
operare, considerate le
proposte, le osservazioni
e gli utili suggerimenti a
noi pervenuti anche dalle Insegnanti, riteniamo
di dover procedere con
l’attuazione del progetto di riorganizzzazione
degli spazi e di messa
a norma di cui stiamo
parlando.
Scuola Rodari e Scuola Milite Ignoto
La Scuola
elementare:
Milite Ignoto ha:
a) 10 aule per le normali
attività didattiche e 9
classi (la decima aula è
usata per il doposcuola)
b) 1 auletta di ca. 15mq.
per le attività dei portatori di handicap
c) 1 aula speciale di ca.
15mq. per l’iformatica,
nella quale possono lavorare al massimo 9/10
alunni per volta e non
classi intere
d) 1 refettorio da poco
ampliato che può accogliere max 150 allunni
alla mensa, perdipiù
molto frequentata e
già al limite della capienza.
La Scuola elementare
Rodari ha:
a) 14 aule per le normali
attività didattiche e 12
classi (la tredicesima è
usata come laboratorio di
inglese e la quattordicesi-
Situazione
degli stabili a
confronto
ma per il doposcuola)
b) 1 grande laboratorio
di informatica che può
accogliere più di una clas-
Onoranze Funebri
se intera
c) 1 grande laboratorio
di pittura che può accogliere anche una classe
intera
d) 2 locali della ex Direzione Didattica.
Ne deriva che la Scuola
Rodari ha spazi, sia aule
normali che aule speciali,
sufficienti a svolgere tutte le attività didattiche.
Ne deriva altresì che la
Scuola Milite Ignoto ha
bisogno di aule speciali
ed uno spazio mensa più
ampio.
Proprio per questo si
è deciso di costruire la
Direzione Didattica a
Mezzana e non alle Rodari, non una Direzione
su due piani, ma con un
ulteriore piano in più che
fosse adibito ad aule speciali indispensabili per
la Milite Ignoto. Inoltre
smantellando l’attuale
aula di informatica, si
potrà ampliare anche il
refettorio oggi appena
sufficiente.
Ma perché
una nuova
direzione didattica
Certamente perché una
Direzione non può essere
lontana dalla scuola e
certamente non è questa
INNOVAZIONE
la motivazione fondamentale.
Occorre invece dare spazi
ed opportunità diversi al
Centro di Formazione
Professionale (CFP) che
convive, nelle ex Martin
Luter King, con la Direzione Didattica e far si
che questo Istituto assuma una valenza di Scuola Superiore che offre
opportunità formative
migliori, anche attraverso spazi e strutture
adeguati e noi vogliamo
mettere a disposizione
del CFP l’intero stabile
delle già dette King.
Non voglio chiudere con
la polemica, ma a chi ha
innescato questa inutile
e strumentale bagarre,
vorrei suggerire di fare
un esame storico della
memoria perché si vada
a verificare se i passaggi di partecipazione e
condivisione delle scelte
e degli interventi nelle
scuole furono fatti, così
come richiesto dal PD,
anche in passato e faccio
solo alcuni esempi:
- adeguamento refettorio
Milite Ignoto;
- costruzione sesta aula
Asilo Galli;
- adeguamento Asilo
Buratti per l’istituzione della quinta e sesta
sezione;
- serramenti scuola
Macchi (costo dell’opera 400.000 euro di cui
circa 50.000 di parcella
per progetto e direzione
lavori).
Quando furono fatti questi interventi io ero sia insegnante che consigliere
comunale di opposizione,
ma non mi risulta che
furono fatti tutti quei
passaggi di grande partecipazione, anzi assicuro
che le scelte furono calate
dall’alto.
L’Assessore
all P.I. e Cultura
Gerardo Locurcio
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anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 6
Nasce a Somma Lombardo
“Il giardino dei talenti”
Grande entusiasmo e
partecipazione da parte
di ragazzi e giovani alla
serata del 31 gennaio
“il giardino dei talenti”
organizzata dalla Cooperativa Sociale LaFucina
grazie all’appoggio dell’Assessore alle Politiche
Giovanili Sig.Gerardo
Locurcio.
In apertura della serata
oltre ai saluti e doverosi
ringraziamenti c’è stato
il passaggio di consegna
ideale tra l’Assessore Gerardo Locurcio e Luigi
Mancini che subentra
alle Politiche Giovanili
per continuare ed intensificare le attività rivolte
ai giovani sommesi.
Oltre 200 ragazzi hanno
trascorso la serata alla
Sala Polivalente Giovanni Paolo II dove ha avuto
luogo un vero e proprio
evento multimediale
quale occasione per valorizzare il protagonismo
giovanile che ha visto il
coinvolgimento di 4 band
musicali del territorio
(Young Experience, Continual Drift, Skyhard,
Cotton Club Blues Band)
che si sono esibite alternandosi a video , esibizioni di free-style calcio
e basket , mentre sulla
terrazza adiacente alla
sala i writers creavano
il loro graffito.
Alla realizzazione dell’evento hanno collaborato la Proloco di Somma,
l’Associazione Commercianti, la Polisportiva
di Somma Lombardo,
Somma Giovani e lo
staff organizzativo di
“RockInnSomma” e gli
operatori del progetto
Discobus (coop. Co.l.c.e.,
che si occupa di prevenire
l’utilizzo di droghe e di
alcool)
“Il Giardino dei Talenti” rientra nel progetto
“in-Somma” dedicato
a ragazzi e giovani di
Somma Lombardo che
si propone di offrire occasioni di partecipazione
attiva realizzando da una
parte una vera e propria
community di giovani e
dall’altra una rete stabile
e significativa di agenzie
educative (enti pubblici,
associazioni, parrocchie,
scuole...) presenti sul territorio con l’obiettivo che
si incontrino intorno a
un’unica progettualità
culturale.
Le attività che si stanno
realizzando hanno inoltre lo scopo di offrire la
possibilità ai giovani di
esprimere se stessi nella loro totalità, con la
propria creatività, il proprio bagaglio culturale
ed il proprio talento. Il
progetto è partito dalla
necessità di rilevare gli
interessi, le passioni e i
desideri dei ragazzi attraverso una prima fase
d’indagine sul territorio
che si è conclusa nel maggio del 2008.
La scommessa è quella
di agganciare i gruppi
di giovani presenti sul
territorio e di crearne
nuovi con l’obiettivo di
rispondere ad un bisogno d’aggregazione e di
senso d’appartenenza,
stimolando rapporti di
cooperazione, in cui lo
spirito di squadra permetta a ogni componente
del gruppo di collaborare
per raggiungere un obiettivo comune.
La serata del 31 gennaio
è stata inoltre occasione
per lanciare le prossime
iniziative in programma
sino al prossimo giugno
che rispecchiano 3 aree di
interesse differenti:
musica (con un concorso
per band), sport (con un
torneo di calcio a 5) e
street-art (con un concorso per writers).
In particolare il concorso musicale prevede
il coinvolgimento delle
band presenti su tutto
il territorio, senza preclusione di generi e stili
musicali, i cui componenti siano ragazzi di
età compresa fra i 14 e i
21 anni. La sfida prevede
la presentazione di un
proprio testo inedito e
di una cover di un pezzo
a scelta tra il repertorio di musica italiana,
rivisitata e arrangiata
secondo lo stile musicale
che identifica il gruppo.
I vincitori avranno la
possibilità di esibirsi durante il consueto evento
estivo “RockInnSomma”
del prossimo luglio
Il torneo di calcio a 5
permetterà la partecipazione di gruppi informali
di ragazzi, con l’obbligo
di coinvolgere all’interno
di ogni squadra almeno
una componente di sesso
femminile. Le iscrizioni
prevedono l’ammissione fino a 7 ragazzi/e per
squadra e il premio della
vittoria sarà la possibilità
di progettare e realizzare
la maglia della propria
squadra.
Il concorso per writers
nasce da un’effettiva richiesta dei ragazzi che
abitualmente frequentano lo skate-park di
Somma Lombardo. Si
tratta di “regalare un
nuovo volto” ai pannelli
che scenograficamente
identificano lo spazio frequentato dagli skaters;
pertanto gli aspiranti
writers avranno il compito di ideare e progettare
un graffito che dovrà essere realizzato “in team”
(almeno 2 ragazzi per
ogni team). Ogni opera
dovrà trasmettere un
messaggio per la città,
che quest’anno festeggerà il 50° anniversario
ed avrà come titolo “Il
Giardino dei Talenti”.
Il premio corrisponderà
nella possibilità di realizzare “legalmente” la
loro opera.
È inoltre attivo un blog
(http://igdt.blogspot.
com) dedicato al progetto che dà la possibilità di
scambiare informazioni,
opinioni e, perché no, essere luogo in cui incontrare e conoscere nuove
persone. Nel blog sono
caricate le schede di iscrizione ai concorsi insieme
alla liberatoria per l’autorizzazione all’utilizzo
delle immagini che dovrà
necessariamente essere
compilata e consegnata
insieme alla scheda.
Le iscrizioni ai concorsi
potranno essere consegnate, entro i termini di
scadenza, ovvero il 15
e 20 febbraio, presso lo
sportello Informagiovani
del Comune di Somma
Lombardo, presso la Biblioteca in via Marconi
oppure inviando la scansione all’indirizzo mail :
[email protected]
Per info: Coop. LaFucina
- Elisa 389 5157908
http://igdt.blogspot.com
L’Assessore alla Cultura
Gerardo Locurcio
Una piccola Vienna
Da parte mia, forse, un
piccolo peccato di presunzione, definire così
il clima, lo spirito, l’entusiasmo e, soprattutto,
la magia che ha avvolto
i circa 800 cittadini sommesi il 1° gennaio 2009,
durante il concerto di
Capodanno che ha ammaliato tutti sul palco
del cinema Italia.
Intenso è stato il
coinvolgimento che ha
unito pubblico ed esecutori.
Emozionante è stato il
commento del Direttore
e dei professori d’orchestra, nel sentire dire loro
che il concerto di Somma
li esalta, li gratifica e
li coinvolge completamente, visto il calore,
la partecipazione e la
passione del pubblico
sommese.
Un altro applauso, dopo
i cinque minuti ininterrotti con pubblico in
piedi che hanno intervallato il programma
ufficiale ai bis e i quattro
a conclusione del concerto, all’Orchestra Mikrocosmos e al maestro Fabio Gallazzi, presenze
che sono una garanzia
di alta professionalità,
competenza e successo.
E un ringraziamento,
non ultimo, alla banca
di Credito Cooperativo
di Busto Garolfo e Buguggiate, che è stata al
fianco dell’Assessorato
alla Cultura di Somma
Lombardo nel sostenere,
come partner e sponsor,
l’evento.
Una tradizione, ormai,
quella del concerto di
Capodanno che accompagna la consegna dell’Agnesino d’Argento,
che questa Ammini-
strazione Comunale ha
proposto e nella quale
ha creduto. E i risultati
da parte della gente ci
stanno sostenendo in
questa scelta.
Le musiche di Johann
Strauss il 1° gennaio ci
hanno riempito il cuore
e l’anima e non sono
passate inosservate a
chi apprezza l’arte e la
qualità, rappresentando
quest’anno un valore
aggiunto perché il concerto di Capodanno ha di
fatto inaugurato l’anno
2009, che segna i 50 anni
dell’elevazione a Città di
Somma Lombardo.
Devo dire che se è vero
il detto “il buongiorno si
vede dal mattino”, allora
davvero quest’anno sarà una perla nel campo
culturale e artistico per
la nostra città.
Ai ringraziamenti che
di Visentin Zuillo & C. snc
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di Guido Catania
ho già fatto, voglio aggiungere quelli per tutti
coloro che hanno collaborato alla riuscita
della manifestazione:
la Pro Loco, gli uffici
comunali, il proprietario
del cinema Italia. Ma,
soprattutto, un pensiero
va a tutti i sommesi che,
sempre più numerosi,
partecipano a questo
appuntamento e scelgono di trascorrere il
pomeriggio del primo
giorno dell’anno in questo modo.
È un segno importante.
Un segno sempre più significativo all’interno di
un percorso nell’ambito
della cultura che abbiamo scelto di fare con voi
sommesi, condividendo
scelte e facendo della
presenza alle iniziative
un punto forte di crescita insieme.
Assessore alla Cultura
Gerardo Locurcio
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spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 7
Artisti sommesi nello spazio Oriana Fallaci
Mensilmente, nella galleria ormai nota ai Sommesi amanti dell’arte,
l’Assessore alla Cultura
Gerardo Locurcio patrocina interessanti esposizioni, come quella con
la quale gli amici della
SCUOLA D’ARTE di
Somma L. hanno voluto
ricordare il loro maestro
BERNARDO TAPELLINI: una bella e ricca
retrospettiva,che ci ha
rammentato la vigorosa
tecnica del pittore, la sua
capacità di modulare i
toni nella stesura degli
ampi paesaggi, di catturarne impressioni di luci
e atmosfere. L’esposizione ha presentato quadri
ad olio e una vastissima
scelta di acquerelli, opere
messe a disposizione dal
figlio del Pittore, che ne
ha rievocato la figura di
animatore culturale:Tappellini è stato non solo per
lunghi anni maestro della
Scuola d’ Arte, ma anche
fondatore e direttore del
coro Cipresso, incarico
ora passato al figlio.
EUGENIO SARTORIO e
MARIAROSA MARETTA sono stati presenti
nella galleria nell’ultimo scorcio dell’anno ed
hanno allietato le nostre
feste con una mostra ricca di emozioni.Bisogna
innanzi tutto dire, per
chi non li conoscesse, che
i due Artisti sono nella
vita marito e moglie, ma
anche maestro e allieva:
un’unione straordinaria
di esistenze e passione
artistica. Eugenio Sartorio ha presentato le sue
nature morte di fattura
finissima, accurata, ricche di rimandi alla tradizione ottocentesca se non
che rimandano alle culture precolombiane del
sud America.
addirittura fiamminga;
Mariarosa Maretta si
è cimentata nel difficile soggetto della figura
inserita in un ambiente, presentando lavori
di grande forza espressiva e di studiatissima
esecuzione.Un’attività
diuturna e instancabile,
uno studio appassionato
uniscono i due pittori,
che hanno saputo trasformare il loro legame
in un sodalizio d’amore
e di arte.
La farmacia
degli Artisti
Continuano
gli Incontri
con l’autore
L’art director Lorenzo Schievenin Boff ha
voluto concludere gli
ICONTRI CON L’AUTORE alla sala Oriana
Fallaci per l’anno 2008
con un avvenimento che
raramente si manifesta:
una personale del pittore
AUGUSTO SERASI, di
Cassinetta (No). L’Autore è noto a quanti amano
la pittura figurativa di
paesaggio, che affonda
le radici nella solida tradizione accademica della
pittura lombarda, che ha
in Brera il suo polo di
irradiazione.La pittura
di Serasi è figurativa,
ma ricca di atmosfera e
di impressioni ed affida
a un colore pastoso, tonale, a pennellate sicure e
vibranti la realizzazione
di quadri grandemente
suggestivi. Bisogna poi
sottolineare che il tema
della mostra, NEVE, era
particolarmente accattivante e... profetico! Visto
la grande nevicata che ha
poi imbiancato le nostre
contrade.
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Ma l’anno 2009 ha già
aperto la serie degli
INCONTRI CON L’AUTORE alla sala Oriana
Fallaci con l’ esposizione
di una giovane pittrice
tainese : GIOVANNA
REDI, che ha iniziato
il suo percorso artistico
con il pittore Arsenio De
Boni, ma ha continuato
la sua ricerca grazie all’iscrizione al DAMS di
Bologna. Il risultato è
una pittura modernissima, astratta, che sprigiona grande energia dalle
pennellate dinamiche,
ma esprime anche grazia e danza nei grafismi
del dripping. Il colore
sapiente compone poi
armonie ora profonde,
ora esplosive di vitalità.
Villa Bellini
apre all’arte
contemporanea
La Porta del Paradiso,
che dà accesso da via
Campana alla villa Bellini, ha aperto i suoi battenti ai visitatori che,
nelle splendide sale della
villa, hanno ammirato
due interessanti mostre
dedicate all’arte contemporanea, perchè tale
sembra essere l’indirizzo
dell’Arch. Sergio Cassani, proprietario dell’immobile: far conoscere
artisti che sperimentano
nuovi linguaggi, nuove
forme. Ed ecco MARCEL-
Estate
all’Opera
L’Assessorato alla Cultura amplia nel 2009 le
sue proposte , riprendendo una vecchia tradizione. Le trasferte
all’Arena di Verona
durante l’estate ritornano nel tentativo di
portare i Sommesi a
“gustare” l’opera in diretta nella splendida
cornice veronese.
Si spera una partecipazione numerosa.
L’Assessore
alla Cultura
Gerardo Locurcio
LO LO GIUDICE & HIS
FRIENDS ARTISTS con
grandi quadri astratti,
nei quali il colore materico viene lavorato, quasi
inciso; con quadri più meditati e figurativi, ricchi
di rimandi e citazioni,
ad esempio, a Picasso.
Di straordinaria abilità
tecnica le sculture, dove il marmo di Carrara
prende le sembianze di
una materia tenera e
malleabile come cera.
E dal Brasile GEOVANA CLEA ha portato i
suoi pannelli, creati con
i materiali naturali della
sua terra, impreziositi da
tocchi dorati, con forme
Se prendete il vostro
aereo a Malpensa 1 e
vi coglie un improvviso raffreddore, vi recate
velocemente in farmacia: qui vi accoglie una
mostra forse inaspettata, se non sapete che la
farmacia di Malpensa 1
offre parte del suo spazio
ad esposizioni personali
o collettive di artisti locali. Attualmente è in
corso una mostra di ventidue Artisti di Somma e
Gallarate per lo più, che
hanno attirato la curiosità dei passeggeri e l’interesse della stampa.
Qualcuno ha detto: l’arte guarisce! Autori di
questo prodigio sono il
Dottor Hazem Handam,
direttore della farmacia
e l’art director Lorenzo Schievenin Boff, che
hanno voluto creare un
nuovo spazio espositivo
nell’area della Malpensa,
che interessa i comuni limitrofi. Molti artisti che
hanno accesso alla sala
Oriana Fallci hanno così
anche la possibilità di
esporre a Malpensa 1.
Addio Arnaldo!
Per tutta l’estate, durante il fine settimana,
aveva collaborato con
gli amici pittori a tenere
aperto lo spazio Oriana
Fallaci e si può dire che
questa sala espositiva
era diventa anche per
lui un punto di ritrovo
e di incontro.
Arrivava con la sua graziella un po’ arrugginita,
si sedeva con gli amici
e raccontava con affabilità del suo passato,
delle sue esperienze, di
Somma, che conosceva
così bene.
Riservato, garbato, interloquiva con pacatezza e parlava talvolta del
suo lavoro, ma preferiva affidare alla pagina
scritta le sue riflessioni,
le sue meditazioni, che
sono raccolte in circa
cinquanta volumetti,
contenenti racconti, poesie, ricordi.Moltissimi
Sommesi hanno in casa
almeno un’opera di Arnaldo Caimi.
Tutti conserviamo in
cuore il ricordo affettuoso di quest’uomo gentile,
che ha avuto il coraggio
di scegliere un lavoro
tra i più difficili: quello
di pittore.
Silvana Ferrario
spazio
aperto
COME UNA
BIBLIOTECA
Ecco alcuni titoli :
Mi chiamo
Susina
(ci sono persone che
hanno speso ore della
loro vita a scrivere
elenchi di nomi da dare
ai figli...la mia mamma
mi ha chiamato con il
primo nome che le è
passato in mente!)
Il famiglione
di Brando
(la famiglia di Brando è
davvero speciale, tutti i
loro componenti hanno
un certo nonsochè che
li rende singolari)
Scheggia
(insieme agli uomini
più veloci del mondo
anche Scheggia schizzò
via dal pancione e
atterrò con un ultimo
fortissimo singhiozzo
della mamma)
Antikoi
(per incontrare
creature fantastiche,
uomini forti e
coraggiosi, imprese
impossibili portate
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 8
“Campanila”
L’ANGOLO
DI RODARI
Casa Editrice Toscana/new Entry
Una nuova
casa editrice
per bambini e
ragazzi tutta per
i nostri lettori
lettura ai naviganti
curiosi di tutte le età)
a termine da eroi
invincibili)
Nonni migratori
(personaggi emigranti
immaginari ma con
sofferenze e coraggio
reali)
Alice nel paese
delle lettere
(una gara di fantasia
di parole, vincerà il più
originale)
Il nonno
e Caterina
(un nonno speciale che
racconta alla nipotina
le sue storie..tristi e
liete)
Esaregnum
(per giovani silenziosi
e consapevoli, volontari
che dedicano tempo
ed energia per portare
conforto a chi ne ha
bisogno)
Paolo solo al mondo
(Paolo è un ragazzo
che nei suoi sogni vive
in un mondo dove è
completamente solo e
può fare qualsiasi cosa)
L’arcobaleno
Va per la strada una bambina
con un ombrello di sette colori,
sotto la pioggia grigia cammina
con quel piccolo arcobaleno:
e nel suo cuore c’è sempre il sereno
Rumble
(storie di wrestling per
i bambini)
Il Gigante
sotto la neve
(classico fantasy
inglese per la prima
volta in Italia)
Alice nel mondo
dei numeri
(ecco la scuola di Alice:
ci sono zero banchi,
zero quaderni, zero
compiti...)
La valle nebbiosa
(c’era una volta un
paese piccolo piccolo
popolato da ipponani)
Storie della natura
(anche la natura
ha una voce; se
solo ci fermassimo
ad ascoltare una
pozzanghera, un raggio
di sole...)
La vera storia
d’amore di Giacomo
Candulli
(qualche giorno fa mi
sono innamorato, non
una cosa tanto per fare,
ma un problema serio).
Nel blu di azzurra
(offre tanti viaggi di
L’ANGOLO
DELLA
POESIA
Il platano
della
rotonda
del Gigante
ovvero
un albero
per tutte le
stagioni
Nuvamente
sei fiorito,
vecchio platano cavo
della rotonda del
Gigante.
La tua corteccia
è ancora vitale
e troneggi
abbondante
nell’aiuola di rose.
Un dio benevolo
ti ha protetto,
vecchio titano,
e sei rimasto,
solo,
unico,
del lungo filare
che accompagnava
lo stradone del
Sempione;
forse da quando
Napoleone condottiero
decise di solcare
la solitaria campagna
con la diritta strada
e di fendere
con un colpo di spada
il borgo
e il fossato
del suo maniero.
Scendevano le armate
cantando
nel gallico idioma,
e il viandante,
bianco di polvere,
stupiva,
di lontano scorgendo
il campanile
di Somma
grande, armonioso
e, sovr’esso incombente,
il Rosa,
massiccio immenso.
Con la tua chioma
fluente grandiosa
hai accarezzato
le nostre
brezze estive,
albero amico,
e ora scuoti
le tue foglie
d’oro polveroso
alle prime insidie
ABBIGLIAMENTO
FEMMINILE
dell’autunno.
Tu ci rimani
dell’immensa
campagna
e brughiera
che si stendeva
padrona
tra Somma e Casorate,
ricettacolo di tombe
di povero corredo
di antenati Celti.
Chi di voi più ragiona,
ossa fragili e senza nome?
Che resta
degli antichi racconti?
La voce si è spezzata,
il canto interrotto,
forse,
per sempre....
Rabbrividisco
vedendoti
così nudo
nel gelo,
albero antico,
e prego che tu possa
ritrovare
il miracolo
delle tue verdi
foglioline,
in primavera.
Silvana Ferrario
Il Passero
Lo Scrivano
Un allegro cinguettio
come un richiamo
mi svegliò dal mio sonno
pomeridiano.
Guardai lentamente
dietro le tende,
un piccolo passerotto picchiettava
sul balcone,
come in cerca di piccole
briciole che non c’erano.
Mi fece tanta tenerezza,
poi accorgendosi
della mia presenza
mi guardò con dolcezza
mista a tristezza.
Sembrava chiedere aiuto mentre
le sue ali,
intirizzite dal freddo
scuotevano via
qualche fiocco di neve.
Schiusi la bocca per dirgli,
aspetta ora ti dò una briciola,
ma il piccolo passerotto impaurito
volò verso il cielo imbrunito
della sera.
Lo seguii con lo sguardo finchè divenne
un puntino nero,
si nascose fra le alte fronde
di un maestoso pino,
forse là c’era il suo nido.
Franca Naldi
Scrivere è un piacere
che non tutti possono concepire,
è una simbiosi che arriva
dal tuo io, un benessere,
una esaltazione che libera
il tuo spirito,
allevia ogni tua pena, ogni tuo
problema,
esalta la tua gioia di spirito
libero da pene e pensieri,
esalta la tua persona.
L’energia vitale che emana la
scrittura è vita per ogni essere,
che non riuscendo ad esprimere con
altri lo emula
e lo gratifica espandendo
la sua reale personalità.
Nello scritto è l’arte piu reale,
pura ed essenziale
per l’essere umano, ben venga
ancor l’intelletto dello scrivano.
Franca Naldi
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spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 9
“Diventiamo illustratori”
Singolare esperienza
quella vissuta dagli
alunni delle classi quinte, che per un’intera
giornata hanno lavorato alla realizzazione
di illustrazioni per un
libro.
Sì, proprio così!
Gli alunni di quinta
sono infatti stati coinvolti in una iniziativa
organizzata dall’Amministrazione Comunale
che, in occasione delle
celebrazioni per il cinquantesimo di “Somma
Città”, ha pensato di
far partecipare in modo
attivo anche gli scolari
delle scuole primarie
della città.
Di questa iniziativa
avevamo sentito parlare dalle nostre insegnanti, ma non avevamo ben compreso cosa
avremmo dovuto fare.
RACCONTO
Eccomi qui, fuori del
cancello di casa, impalato sul marciapiede,
con le mani in tasca e
la testa impastata di
pensieri e immagini; ad
aspettare mia moglie
che tra poco tornerà
dal lavoro.
Per me oggi è giorno
di festa, per lei invece
No.
Da quando (e non certo per scelta sua) ha
lasciato la fabbrica ed
è passata dal produttivo al terziario, che a
dirla così sembra una
pacchia, non c’è più
sabato, né domenica;
stesso destino per le festività, civili o religiose
che siano.
Adesso è nel sociale,
una galassia in cui c’è
di tutto: dal lavoro di
alta professionalità e
ben retribuito, a quello cosiddetto generico,
molto più faticoso e per
giunta mal pagato. Lei
è nel secondo gruppo
e quindi tra i privilegi
contrattuali che le spettano c’è anche quello
di lavorare quando gli
altri riposano.
Ecco spiegato perché
Alla Scuola
Rodari il 13-15
Ottobre 2008
Tutto ci è stato chiaro
nel momento in cui in
classe sono venuti l’autore Enzo Calandra
del libro “Nicola Cleo
e i tre leoni” un attore
Mario Bistoletti e due
illustratrici Cinzia Cavallaro e Valentina
Martegani.
Ci hanno spiegato che
avremmo collaborato
ad illustrare uno dei
quattro racconti che
costituiscono il libro,
utilizzando una tecnica particolare quella
del collage, in cui sono
esperte Cinzia e Valentina.
Subito Mario ha cominciato a leggerci il rac-
conto intitolato “Annibale e la Zanzara”.
Noi abbiamo ascoltato con molto
interesse
ed at-
tenzione,
sia perchè ci
piace ascoltare
quando ci leggono dei
racconti, sia perchè Mario era veramente bravo
e sapeva rendere quasi
vera la storia; non ve la
raccontiamo altrimenti non leggerete più il
libro.
Terminata la lettura,
abbiamo dapprima discusso sul significato
del racconto e sul messaggio in esso contenuto che, per noi è stato
quello dell’amicizia e
dell’aiuto reciproco.
Subito dopo, accompagnati da Cinzia e Valentina, ci siamo
spostati in laboratorio e qui
dopo aver
attentamente
mani paesaggi e personaggi strani che però
ricordavano i paesaggi e
le situazioni del libro.
Abbiamo lavorato anche nel pomeriggio, ma
non ci siamo accorti di
quanto tempo abbiamo impiegato perchè
quando si fa qualche cosa di piacevole il tempo passa
velocemente.
osservato le spiegazioni che ci davano le
due esperte, abbiamo
lasciato libero sfogo alla
nostra fantasia.
E’ stato divertente ritagliare, incollare, veder
nascere sotto le proprie
Alla
fine siamo rimasti soddisfatti dei nostri
capolavori e aspettiamo
di rivederli esposti nella mostra che ci hanno
detto verrà allestita in
occasione delle manifestazioni previste per
vecchio fabbricato che
sta di fronte; quando si
riprende, mi racconta
che una volta, lì dove
adesso sta il vetraio,
c’era una fabbrica di
sapone; lei ci aveva lavorato per diversi anni
e quel mestiere le piaceva.
Vorrei dirle, buttando lì
una battuta, che almeno era un lavoro pulito,
ma non lo faccio, cerco
invece di prolungare
il dialogo, giusto per
riempire l’attesa, e le
chiedo quali materiali
usavano per produrlo.
Lei temporeggia e
aprendo le mani come
si fa nell’atto di recitare il Padre nostro, mi
fa capire che non se lo
ricorda.
Forse non vuole dirmelo, penso, o forse è solo
un gioco della memoria,
che fa uscire tutto l’archivio di un’esistenza
da una porta larga e
poi fa rientrare da una
più stretta solo alcune
cose: dentro i ricordi
importanti, i momenti
buoni; fuori i dettagli,
le stronzate che fanno
solo volume, i passaggi
difficili e i dolori che
spaccano il cuore. Il discorrere si sposta poi
sul marito, morto diversi anni fa; ne parla in
un modo strano: come
se la sua assenza fosse
solo una parentesi.
Mi vengono in mente le
parole di una canzone di
Fabrizio De Andrè’:
“Amore che vieni da me
fuggirai... Amore che
fuggi da me tornerai”.
In quel discorrere gli
occhi le s’illuminano
e il volto si macchia di
rosa; con le braccia e le
mani esegue ampi e in
apparenza disarticolati
movimenti.
E’ un’immagine straordinaria: non sta semplicemente raccontando,
cerca soprattutto di ridare contorni e forme
ai ricordi; con tutto il
corpo mi parla di lui.
Sarei tentato di dirle
che anch’io, da quando
mia moglie ha cambiato
lavoro, certe volte mi
sento vedovo; alla fine
però mi trattengo, perché capisco che non è
la stessa cosa... proprio
non lo è.
sul
significato della lettura e ci
ha accompagnato nel
mondo della fantasia,
lasciandoci il desiderio
di ripetere altre iniziative simili.
Le classi quinte
delle scuole
elementari
2 giugno, ore 14 e 30
ora sono qui, fuori del
cancello a guardare ad
una ad una le macchine
che passano, sperando
finalmente d’intravedere la sua.
Oggi la giornata è un
bagno di luce: vien voglia d’immergersi; un
vero peccato rimanere
in casa e non godersi il
buon umore di queste
ore di sole.
Prima, quando entrambi eravamo occupati in
fabbrica, la vita era
un’altra cosa: identici
orari di lavoro e quindi
di riposo, stesse attese
per i fine settimana.
Il tempo, prigioniero
per cinque giorni, negli
altri due riconquistava
in parte la sua libertà; e
noi la nostra, che cercavamo di usare al meglio
con qualche fuga verso
il mare, ma bastava anche meno: una visita a
qualche paese vicino,
una camminata lungo
i navigli o la riva di un
fiume.
Sulla ghiaia del cortile sento i passi di una
persona e mi giro: è
Clorinda.
Io abito in questo cor-
tile, che chiamavano
“ Gli Stati Uniti”, da
pochi anni, lei invece
ci sta da sempre; nel
tempo lo ha visto riempirsi e svuotarsi, ha
visto gente nascere e
invecchiare, arrivare e
partire, alcune persone
care andarsene... per
sempre.
E’ vedova e spesso sola, quindi appena intravede l’occasione per
buttare lì due parole
le corre incontro, quasi
l’abbraccia; oggi l’occasione sono io.
Chiede se sto aspettando Anna e, per l’ennesima volta, mi domanda
dove lavora e cosa fa.
Di nuovo, diligentemente, le fornisco tutte le
informazioni richieste:
luogo, tempi, descrizione sommaria del mansionario lavorativo.
Lei ascolta fissandomi negli occhi, con una
mano sotto il gomito e
l’atra in volto, come a
tenere alta l’attenzione;
quando finisco di parlare costernata, dice: - Ah
poveretta!
Poi si azzittisce e intanto sposta lo sguardo sul
spazio aperto ... a scrittori provetti
La rivista civica è uno
strumento di libera comunicazione a disposizione dei cittadini
sommesi. Un mezzo per
esprimere opinioni, idee,
riflessioni, spunti per un
sano confronto; non è
necessario essere giornalisti professionisti, è
sufficiente avere buona
volontà e qualcosa di
il 50°.
E’ stata un’esperienza
piacevole e interessante che ci ha
fatto riflettere
interessante da raccontare. Prendete carta e
penna cari lettori, liberate la mente dagli affanni
quotidiani e raccontateci
qualcosa di interessante.
Un nuovo viaggio, un’iniziativa da proporre, il
vostro punto di vista su
temi d’attualità, siate
creativi.
La vostra collaborazione
è richiesta per mantenere in vita questa rivista e
l’unico modo è renderla
vostra.
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pubblicati basta mandare un’e-mail all’indirizzo biblioteca@comune.
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consultabili sull’ ultimo
numero pubblicato.
“Spazio aperto” ai vostri
scritti, abbiamo fame di
novità.
Andrea Vaccariello
Resp. Rivista Civica
per Forza Italia
Ad un tratto, quasi sorpresa, dice - Maa... - poi,
dopo una lunga pausa,
aggiunge - oggi non va
al lavoro?
- Oggi no, - rispondo - è
il 2 Giugno, Festa della
Repubblica, le fabbriche sono chiuse.
Lei di colpo alza il braccio e poi con voce argentina esclama:
- Quand’ero ragazza io
invece si lavorava!
Cerco di trattenere la
battuta, vorrei mordermi la lingua ma questa
volta non non ci riesco.
- Per forza Clorinda,
quando lei era giovane
c’era ancora il re!
- Esagerato! – risponde una signora che,
passando sull’altro
lato della strada, ha
seguito tutto il nostro
discorrere.
Ora siamo qui, come
due anime perse: io ad
aspettare mia moglie,
lei invece qualcun altro
con cui parlare... per
continuare a raccontare
e a vivere.
Ermanno
Bresciani
A Maggio 2009
il prossimo
numero di
Spazio Aperto
Il termine per la consegna
degli articoli da pubblicare sul prossimo numero
di Spazio Aperto è stato
fissato per il 18 aprile.
L’ufficio comunale preposto al ritiro è l’Ufficio
Cultura e Biblioteca.
spazio
aperto
DALLA
PARROCCHIA
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 10
La Festa Patronale 2009
Un anniversario,
un apostolo, un appello
Carissime sorelle e carissimi fratelli, rivolgo a tutti voi
il mio saluto più cordiale,
in particolare alle autorità
presenti, nel contesto della
festa patronale della nostra
parrocchia dedicata a S.
Agnese che è anche patrona
della città.
È il secondo anno che propongo questo discorso alla
città e perciò credo opportuno ribadire ancora la sua
intenzione: è una riflessione che rivolgo direttamente
alla comunità cristiana a
proposito della città, per
invitarla a tenere alto lo
sguardo sul contesto dove
essa vive e costante l’impegno a favore della città,
ma che offro anche a tutti
i cittadini con la speranza che possa contribuire a
mantenere vivace e aperto
il dibattito sulla nostra casa
comune.
Mi soffermo quest’anno su
tre parole: un anniversario,
un apostolo, un appello.
1. Il primo punto che intendo considerare - “un anniversario” - è quello relativo
alle prossime celebrazioni
che commemoreranno i 50
anni di Somma città.
Questa occasione mi ha fatto riflettere molto, facendo
sorgere in me molte domande che tento di riassumere
nelle seguenti.
Mi chiedo con estrema semplicità che cosa intendiamo
celebrare ricordando questa circostanza. E, come
ho già avuto occasione di
dire durante la visita del 24
dicembre scorso alla Casa
comunale, mi chiedo cosa
possa aver significato nel
passato e cosa possa significare oggi la chiamata di
Somma a essere città.
Per rispondere occorrerebbe - credo - poter indicare
gli elementi che definiscono
una città. E poi analizzare quelli che definiscono
la nostra città. In attesa
di apporti più completi e
illuminanti, continuo a lasciar emergere alcune delle
domande che mi sorgono
dall’incontro quotidiano
con la nostra città. Procedo
dall’esterno verso l’interno.
Mi chiedo se una città moderna non sia tale perché
organizza i suoi spazi urbani conservando e riqualificando l’antico, ma anche
progettando il nuovo con
coerenza e un certo ordine,
senza lasciarsi travolgere
da uno sviluppo edilizio
incontrollato, dettato da
logiche diverse dall’obiettivo di fornire abitazioni
idonee a consentire una
residenza stabile e quindi
a favorire l’appartenenza
alla comunità civile.
Mi chiedo se una città moderna non sia tale perché
cerca un nuovo equilibrio
tra lo spazio urbano e il
Riflessioni
sulla città in
occasione della
festa patronale
di Sant’Agnese
(24 gennaio
2009)
lavoro, senza accettare
troppo facilmente che le
fonti di reddito siano tutte
esterne, pur - almeno apparentemente - garantite,
ma anche troppo spesso
dequalificate rispetto al
potenziale intellettuale dei
cittadini. Mi chiedo se una
città moderna non abbia
bisogno di tessere relazioni intense con il territorio
circostante mediante vie di
comunicazione adeguate.
Mi chiedo se una città moderna non debba avere una
cura singolare per i luoghi
educativi e formativi, affrontando anche sacrifici
per poter avere, custodire e
promuovere al suo interno
istituzioni che fanno cultura alta. Mi chiedo se una
città moderna non debba
esplicitamente e continuamente mettere a tema il suo
compito di far diventare
i singoli cives appunto civitas, cioè di convocare, rispettando la singolarità di
tutti i soggetti, ogni particolarità - impresa gigantesca!
- nell’attuazione della casa
comune. Quanto cammino
per far maturare il senso di
appartenenza, la responsabilità di tutti nei confronti
della casa comune, il senso
dello stato come di realtà
davvero nostra...! Mi chiedo
se una città moderna non
debba riconoscere e tutelare l’esistenza dei più deboli
favorendo certo iniziative
di tipo assistenziale, ma
ancor più con l’attenzione
a far evolvere le condizioni
di vita di tutti o a dare reali
garanzie a chi fa più fatica.
Mi chiedo se una città moderna non debba, alla luce
di una identità posseduta
e attestata con scioltezza,
procedere con decisione
nel lavoro di integrazione
dei nuovi arrivati, senza
accettare troppo facilmente
che molte città rimangano
accostate e irrelate dentro
lo stesso territorio.
Le domande potrebbero
ovviamente continuare.
Anche solo quelle elencate
mi lasciano la forte impressione che la celebrazione di
questo anniversario metta
maggiormente di fronte al
compito di diventare città, piuttosto che dare la
tranquilla sicurezza di aver
centrato l’obiettivo. Credo
debba pertanto comportare
uno stringente esame di
coscienza, una rilettura
attenta della storia della
nostra città per arrivare
a una precisa disamina di
quanto si è positivamente
realizzato e di quanto ha
pesato e pesa sulla nostra
storia di città. Ritengo sarebbe auspicabile anche un
momento progettuale, una
sorta di grande confronto
tra tutta la cittadinanza
per indicare ciò che deve
ispirare il cammino della
città nei prossimi 50 anni.
Occorre riconoscere che
alcune cose - e le più importanti credo non siano di tipo
tecnico - vanno scelte oggi
per il 2059! Giorgio La Pira
amava affermare che anche
le città hanno un’anima.
Quale anima Somma ha
manifestato in questi 50
anni? Quale anima esprimerà nei prossimi 50?
2. Il secondo punto - “un
apostolo” - ci riporta a un
altro anniversario, quello
bimillenario della nascita
dell’apostolo Paolo, che Benedetto XVI ha voluto porre
al centro dell’attenzione
della comunità cristiana.
La personalità di Paolo è
senza dubbio complessa.
In questo nostro contesto
a lui possiamo chiedere
come è entrato in rapporto
con la città, in modo che ci
guidi a ricalibrare la nostra
relazione con il contesto
in cui viviamo. Mi limito
necessariamente solo a
qualche aspetto.
1) L’Apostolo ha scelto prevalentemente come luogo
della sua missione la città,
e il suo percorso a un certo
punto si è orientato verso
Roma, la città per eccellenza, dove ha trovato la
morte. Nonostante i rifiuti
ricevuti, la previsione di
ostilità e resistenze al suo
ministero, la sua decisione
di entrare nella città è ferma e irremovibile.
2) Il suo sguardo si estende
a considerare tutto nella luce originale che gli è
conferita dal Vangelo: in
particolare si fa indagatore delle mentalità che
“a monte” determinano
nel bene o nel male la vita
degli uomini, delle radici
spirituali delle loro scelte
e dei loro comportamenti.
Ad esempio, l’idolatria che
muove alla ricerca della
gloria umana, del possesso
spasmodico della realtà, del
potere..., lo ha senz’altro
fatto riflettere molto.
3) Paolo non manca di notare anche le indigenze
della città: quelle di tipo
spirituale, ma anche quelle
materiali, per cui si fa - ad
esempio - organizzatore di
una colletta per la povertà
della Chiesa di Gerusalemme.
4) Il suo atteggiamento nei
confronti di coloro che detengono il potere politico
è di lealtà, non si occupa
di ribaltare il potere più o
meno dispotico degli uni o
degli altri.
Al centro del suo operare
sta senza dubbio l’annuncio
della novità del Vangelo e
l’attesa che la promessa che
esso contiene si compia. Ma
questo non comporta una
fuga dal mondo, piuttosto
il contrario: in lui è netto
e preciso il desiderio che,
nell’attesa del compiersi del
tempo, esista una comunità
cristiana, che, pur nei suoi
limiti e con le sue fragilità,
possa vivere sì nella città,
ma come segno di qualcosa
di differente e nello stesso
tempo di promettente per
tutta la città: Paolo vuole
una comunità “alternativa”
alle logiche concorrenziali,
conflittuali, prive di forte
orientamento etico presenti
nella città, ma proprio per
questo posta decisamente
al suo servizio.
5) Nel suo comportamento
nei confronti delle persone è in ogni caso guidato
da una profonda onestà e
rettitudine. Scrive nella
prima lettera alla comunità
di Tessalonica che il suo
ministero (2,3-8):
«non è stato mosso da volontà di inganno, né da torbidi
motivi, né abbiano usato
frode alcuna; ma, come
Dio ci ha trovati degni di
affidarci il vangelo così lo
predichiamo, non cercando
di piacere agli uomini, ma
a Dio, che prova i nostri
cuori. Mai infatti abbiamo pronunziato parole di
adulazione, come sapete,
né avuto pensieri di cupidigia: Dio ne è testimone.
E neppure abbiamo cercato
la gloria umana, né da voi
né da altri, pur potendo far
valere la nostra autorità
di apostoli di Cristo. Invece siamo stati amorevoli
in mezzo a voi, come una
madre che ha cura delle
proprie creature. Così, affezionati a voi, avremmo
desiderato darvi non solo
il vangelo di Dio, ma la
nostra stessa vita, perché
ci siete diventati cari...». E
ancora, nella stessa Lettera
(2,9-11): «lavorando notte
e giorno per non essere di
peso ad alcuno vi abbiamo
annunziato il vangelo di
Dio. Voi siete testimoni,
e Dio stesso è testimone,
come è stato santo, giusto, irreprensibile il nostro
comportamento verso di
voi credenti; e sapete anche
che, come fa un padre verso
i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi». E, al
termine della sua presenza
a Efeso, così si esprime davanti ai presbiteri a Mileto
nel cap. 20 degli Atti degli
Apostoli (vv. 33-35):
«Non ho desiderato né argento, né oro, né la veste di
nessuno.Voi sapete che alle
necessità mie e di quelli che
erano con me hanno prov-
veduto queste mie mani.
In tutte le maniere vi ho
dimostrato che lavorando
così si devono soccorrere i
deboli, ricordandoci delle
parole del Signore Gesù,
che disse: Vi è più gioia nel
dare che nel ricevere!».
6) Un ultimo tratto mirabile dello stile dell’Apostolo è infine quello di saper
riconoscere i tempi in cui
è necessario rimanere al
servizio di una comunità
e quelli in cui è necessario
continuare il suo ministero in altro luogo. Paolo sa
farsi da parte, sa mettersi
al servizio quando è necessario e sa lasciare il suo
compito a tempo opportuno, anche quando tutti reclamerebbero la sua
presenza a continuare il
lavoro apostolico iniziato.
A conclusione di questo
secondo punto possiamo
soffermarci a considerare
almeno un attimo l’Apostolo che entra con totale
disinteresse nella città che
ha raggiunto, sapendo che
una benedizione avvolge
il suo destino, e si pone in
attenta lettura del contesto,
delle sue possibilità di accogliere il Vangelo. Quanto
amore per la città c’è in lui!
Quanta attenzione a raccogliere le voci della città per
poter rispondere ai bisogni
spirituali e materiali della
gente.
3. Nel terzo punto - lo definisco sinteticamente come
“un appello” - vorrei cercare
di ascoltare la voce della città, riconoscendo un appello
che la comunità cristiana
deve raccogliere.
1) La comunità cristiana
vive la sua vita con momenti formativi, celebrativi e
caritativi che hanno come
obiettivo quello di mettere
ogni persona di fronte al
mistero santo di Dio. Ma
tutto questo non la distoglie dalla città, anzi la fa
pienamente interessata al
destino della città.
2) Tra le urgenze presenti
nella città è chiamata a
riconoscerne una che ha il
primato su tutte: c’è un fortissimo bisogno di politica,
cioè di una considerazione
globale della pólis, c’è un
evidente necessità di una
convocazione delle energie
migliori e più nobili di Somma perché concorrano a
pensare il volto complessivo
della nostra città e a ridestare in tutti un motivato
sussulto di passione per la
“casa” in cui tutti viviamo.
Non è possibile ignorare
che su questa strada si incontrano e si incontreranno molti ostacoli e molte
difficoltà: l’abitudine alla
chiacchiera disimpegnata
e alla banalizzazione di
ogni cosa, il giudizio di chi
può dire tutto di tutti senza
mai sporcarsi le mani né
mai “scendere in campo”,
la delega disimpegnata agli
“addetti ai lavori”, il pessimismo di chi può trovare,
alla luce dell’esperienza, in
tutto questo solo qualcosa
di velleitario, il calcolo di
chi ammanta di parole altisonanti e di nobili ideali
solo interessi personali... e
tanto altro. La comunità
cristiana ama invece sperare, è portata per sua natura
a privilegiare la riflessione
pacata e costruttiva, crede giusto procedere lungo
i percorsi che conducono,
attraverso il dialogo, a formare l’opinione pubblica, si
allena al difficile esercizio
del pensare politicamente,
e in grande. In questo senso,
nella dimensione locale, che
rimane fortunatamente “a
misura d’uomo”, riconosce
una possibilità preziosa
perché si creino ambiti di
confronto di ogni tipo e si
sottragga con ogni sforzo
la vicenda propriamente
politica al rischio di isolarsi
e diventare ultimamente
autoreferenziale.
3) La comunità cristiana
apprezza l’impegno propriamente politico e riconosce in esso la chiamata
a un esigente cammino di
santità. Perciò si rivolge
in particolare ai giovani
e ai giovani adulti perché,
ponendosi di fronte alla
necessità di rendere questo
servizio ai fratelli, possano
dare la loro disponibilità
e prepararsi convenientemente, al di là di ogni improvvisazione, sia a livello
spirituale che con idonei
percorsi formativi.
A questo proposito, è ormai noto che nel prossimo autunno, a Varese, per
la nostra zona pastorale,
prenderà avvio una scuola
socio-politica sul modello di
quella recentemente proposta nella città di Milano.
4) Ovviamente si affollano
altre domande: si apriranno poi spazi per un reale
impegno politico? Come
potrà entrare in gioco la
fede? Ci sarà spazio per
esprimere la concezione
originale della vita che essa
propone? Quali aiuti e quali
strumenti consentiranno di
vivere l’impegno non come
un cammino solitario?La
diversità dello scenario
attuale rispetto a quello
passato è davanti a tutti
con i suoi lati postivi e i suoi
limiti... Certo non potrà
sfuggire l’importanza del
ruolo dei partiti in questo
ambito: se in reale ascolto
della città e liberi da altre logiche, se impegnati
nel formare e coagulare
con correttezza il consenso
della popolazione sui problemi fondamentali della
vita della città, se abituati
a rendere limpidamente
ragione del loro procedere
e delle loro scelte, se capaci
di identificare e sostenere persone responsabili in
prima persona del servizio
politico e non sottomesse ad
altri potentati... potranno
contribuire molto a una
ripresa di interesse per la
politica e al coinvolgimento
di giovani e nuove forze a
servizio della città.
4. Concludo con un augurio.
Sogno la Somma del 2059
che, celebrando il primo
centenario di elevazione a
città, ripensa ai Sommesi
del 2009. Che bello sarebbe
poterli sentir dire: “Hanno
lavorato bene...Hanno fatto
veramente tutto quanto
hanno potuto per il futuro
della città...”.
E ancora: “Hanno lavorato
davvero per i loro figli...”,
oppure - con maggior limpidezza, per evitare ogni
spiacevole fraintendimento
- “Hanno lavorato davvero
per tutti i figli della nostra
città”.
Don Franco
Gallivanone
Parroco
di Somma Lombardo
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 11
Adriano Negri,
un papà e un nonno
La nostra testimonianza assomiglia, per altri
versi, a quella che tanti
sommesi e non hanno dato su queste pagine personalmente e nell’ambito dell’amministrazione
cittadina. A tutti siamo
grati per questi sentimenti di affetto e riconoscenza a far si che lo si
ricordi per molti e molti
anni ancora.
“Ogni volta nelle nostre
passeggiate con papà incontravamo conoscenti,
colleghi e amici e faceva
bene al cuore poter salutare persone care che
avevano sempre parole
di sincero affetto e che lo
coinvolgevano in qualche
situazione o problema e
lo facevano sentire ancora utile. Tornava dalla
passeggiata sempre di
buonumore, anche perchè la vecchiaia, o meglio, la saggezza della
vecchiaia fa dimenticare
le cose tristi. Tornava
sempre carico di energia
positiva e sempre con
qualche idea per passare
il resto della giornata come qualche lavoretto di
utilità domestica, tenere
in ordine il giardino, leggere, scrivere e altri passatempi. Così le preoccupazioni per la salute,
che comunque andava
peggiorando, passavano
in secondo piano e poteva
affrontare la vita di tutti
giorni abbastanza attivo
e sereno.
La nostra casa in ogni
angolo riflette quello
che è stato come marito, papà, uomo politico,
uomo semplice, onesto e
costruttivo, tutto quello
che ha dato senso alla
sua vita.”
A me e a mio figlio ha
dato la possibilità di crescere con le nostre idee,
la nostre scelte i nostri
errori, ma sempre con la
consapevolezza di poter
contare su di lui nelle
incertezze e nei momenti
difficili. Possiamo dire
che non avremmo potuto avere un padre e un
nonno migliore.
Sonia e Giorgio
Tre amici al bar che dialogano su Alitalia e Malpensa
Dopo il solito ciao ed
aver ricevuto sul tavolo
il solito caffè arriva la
prima domanda: cosa
possiamo dirci su Alitalia e Malpensa? Di
chi è la colpa di questa
situazione? facile la risposta da colui che è il
più disposto a parlarne
perchè anche al bar esiste il principio del non
superare i confini della
cordialità!
La colpa è dei partiti e
dei sindacati! Le ragioni sono: per i partiti i
voti e per i sindacati le
tessere. Ed è tanto vero
che quanto ai due sia
Alitalia che Malpensa
era l’ufficio “sistemazione” per avere il supporto
di coloro che erano stati gratificanti. Questi
due “operatori” invece
di creare posti di lavoro
produttivi per la comunità avevano creato la
scorciatoia per accantonare i supporters del
futuro senza sviluppare
le iniziative adeguate a
creare posti di lavoro
utili alla comunità ed a
coloro i quali, solo in quel
momento, beneficiavano
della busta paga: più
facile collocare a spese
della comunità.
Ricordatevi, prosegue
il primo interventista,
che uno delle più alte
cariche della repubblica,
sebbene l’azienda fosse già in sopravvanzo
del personale obbligò la
compagnia ad assumere
circa duemila persone!
Alcuni sindacalisti,
come più volte pubblicato da un giornale
locale,riuscivano a fare
assumere persone ottenendo anche in cambio
una percentuale, a volte
anche di anni, sulla busta paga del raccomandato.
Inoltre al personale ae-
reomobile veniva assegnato, per la maggior
parte, la zona di Roma
quando tutti sapevano
che le necessità maggiori erano a Malpensa.
Ma, nè i sindacati nè i
politici, non si sono mai
preoccupati di intervenire su queste azioni
perchè l’accordo occulto
è stato: “per una cosa che
fai tu una la faccio io”.
Pensate che le sigle sindacali dei dipendenti
Alitalia sono circa 20
o 22!!!!
Quindi come si faceva a
trarre indirizzi e conclusioni con una assemblea
i cui interessi differivano gli uni dagli altri?
Ed inoltre, possibile che
non si chiedevano come
situazioni di questo genere potessero generare
positività?
Così come i politici ai
quali era demandato
l’onere e l’onore di nominare gli amministratori
di queste società non si
siano mai chiesti come
mai la British, la Lufthansa, l’Air France, etc.
generavano utili su utili
mentre la “Nostra” perdeva centinaia di miliardi annui ripianati dalle
tasse dei cittadini?
Il secondo sbotta e dice: figuratevi se non
lo sapevano solo che
se fossero intervenuti
avrebbero perso voti e
tessere... quindi meglio
fare finta di niente e
cambiare amministratori, peraltro pagati a
suon di migliardi annui
e liquidazioni favolose!
Volete che non sapessero
nemmeno questo? Ma
fate il piacere... lasciamo le accuse dove sono
perchè è impossibile occultarle.
Il terzo dice: secondo
mè, siccome la colpa è
tutta ed esclusivamente di queste due “Anime Italiane” sarebbe
bene che tutti i politici
rimborsassero i danni
causati: danni che oltretutto partono da circa
vent’anni fà! Inoltre ci
lasciano sprovvisti anche del cargo che a detta
degli operatori è un vero
dramma!
Orbene tutti i politici ed
i sindacalisti che evidenziano questo problema
dovrebbero provvedere
con la camera di commercio, gli artigiani,
il sindaco di Milano, i
APPARTAMENTO TIPO B
APPARTAMENTO TIPO A
PIANO TERRA CON
GIARDINO PRIVATO
PIANO PRIMO
CON BALCONI
PIANO INTERRATO
CON BOX AUTO
VENDE
villette e appartamenti con giardino
presidenti delle provincie di Milano, Bergamo,
Brescia, Novara, Varese
e Como, trovare le persone adatte a rilevare,
attraverso una società a
prevalenza privata, la
linea del cargo garantendo loro le necessità
finanziarie a costo corrente.
Invece tutti chiaccherano ma nessuno prende
iniziative perchè l’agire
richiede esperienza e
dedizione.
Il Parlamento, al fine di
fare perdonare le classi
politiche, dovrebbe votare una legge che congeli
il rimborso eletorale ai
partiti per almeno dieci
anni così come quello
concesso ai sindacati per
la assistenza a coloro che
si rivolgono per le pratiche assistenziali.
Queste somme siano
convogliate alla nuova
società del cargo!!!
Questa lettera, con tutte
le obiezioni che potrebbero nascere, vuole solo
essere un racconto su tre
amici al bar nel quale
questo ed altro viene
commentato: ioltre aiuta a riempire le pagine
di “Spazio Aperto”
Che tristezza questa povera Italia!?...
Albino Vaglietti
PER INFORMAZIONI
PIANO
MANSARDA
0331/23.40.49
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 12
Lettera aperta al direttore (con una glossa finale)
Caro direttore, pur se
da opposti versanti, da
alcuni anni collaboriamo per tenere in vita
e migliorare vieppiù
questa rivista cittadina,
cercando di dare voce a
tutte le realtà che in essa
si vogliono rispecchiare. Sono costretto, mio
malgrado, a chiederti
spazio per questo mio
ULTIMO (lo prometto)
intervento sul tema che
segue, una polemica che
io non ho voluto, e che
solo una mente piccina
vuole portare avanti,
evidentemente vedendo
in ciò una ragione per la
sua, altrimenti insulsa,
esistenza. Usando, da
parte di costui, che crede ancora di essere nel
ventennio fascista, non
tanto toni polemici, il che
non mi fa certo timore,
ma registri sgusciati e
termini insultanti. Insulto, dunque esisto, è
il suo credo. Poichè mi
resta ancora un pò di
raziocinio, onde evitare
polemiche dirette, e per
far si che il periodico non
divenga la cassa di risonanza di chi, rifiutato
dalla storia, si aggrappa
a tutti i mezzi per un
po’ di visibilità a basso
prezzo, dichiaro chiuse,
per quanto mi riguarda,
“le ostilità” (chiedo scusa
per il tono enfatico, che
l’argomento non meriterebbe). Tutto sommato,
bisogna sempre rapportarsi al valore dell’avversario che, in questo caso,
è di una inconsistenza
siderale (in fisica, si parla di ultravuoto quando
la pressione è inferiore a
10-7 mmHg. non saprei
sopportare questa misura alle capacità mentali).
Certo non cesserò di credere nel valore intrinseco
dell’antifascismo, base
della nostra Costituzione, e non farò mancare la
mia, seppur piccola, voce
di condanna contro ogni
forma di totalitarismo e
di oppressione, perchè
sono convinto, fortemente convinto, che anche
questo sia compito di una
rivista civica: guardare
al di là del mero con-
tingente, del fattarello
locale, della cronachetta
paesana o, peggio ancora,
strumento per allargare
il super-ego di qualcuno,
per aprirsi, e aprire le
menti, distratte e atrofizzate da un’informazione pavida e succube
del potere, al mondo e ai
problemi che dobbiamo
affrontare. Consapevoli
di quel che siamo, ovvio e,
per quanto mi riguarda,
da assertore della cultura del dubbio, e quindi
poco avvezzo alle verità
assolute, che sanno di
vecchio e stantio, e che
tanti danni hanno prodotto in passato,spesso
più per colpa di inadatti
e dogmatici seguaci, che
per il contenuto intrinseco delle stesse (va da sè
che, nel caso di fascismo
e nazismo, il male era
connaturato all’ideologia
stessa!).
A differenza del tedioso
e tristo personaggio, che
mi pregio di non conoscere personalmente (lo
ribadisco ancora), vivendo, forse anche a causa
di ciò, molto bene e serenamente, tra i miei libri
e i miei impegni sociali,
politici e culturali, non
invoco né da parte tua,
né da parte del “responsabile ultimo”, alcuna
forma di censura, perchè
la democrazia io la pratico quotidianamente,
non la enuncio soltanto,
come fanno certi neofiti.
Del resto, sarebbe inutile appellarsi al buon
senso: chi scrive certe
baggianate dimostra di
averne ben poco di buon
senso, e ancor meno di
responsabilità.
Seppelliamo tutto con
una risata, e lasciamolo
lì, novello don Chisciotte,
a scambiare mulini a
vento per mori. Un cordiale saluto, con lo spirito
di sempre.
Un ossimoro:
il camerata
democratico
Ho deciso, per rispetto
della mia intelligenza,
e di quella dei lettori,
di non rispondere più
alle provocazioni e alle
offese del “camerata” F.
Ingignoli, “uom dal multiforme ingegno”, insigne
“storico” del ventennio,
e suo acritico laudatore, mente sottile (fino al
punto di non scorgerne
traccia, a volte) e strenuo
volgarizzatore, come se
ce ne fosse bisogno, in un
contesto culturale (si fa
per dire)impregnato di
ogni tipo di volgarità, del
revisionismo di destra.
Autore di articoli tanto insultanti, e non solo
per l’intelligenza, quanto
sconclusionati, dove la
logica fa spesso a pugni
con la sintassi, evidente
sintomo di confusione
mentale, ci tormenta
con la sua dozzinale
apologia del fascismo,
prendendo a pretesto il
culto dei morti. Attività
ossessivo-compulsiva e
coazione a ripetere, credo che definiscano tutto
ciò gli psicologi, oppure,
più semplicemente, infatuazione ideologica? O
non sarà paranoia? Boh,
fatti suoi ma, purtroppo,
anche nostri, visto che ci
propina sempre la solita
solfa! Siccome ritengo
di essere una persona
ragionevolmente seria
ed equilibrata, lo lascio
delirare da solo.
Lo abbandono in compagnia dei suoi (neri)
fantasmi.
Quanto alla democrazia (quale, quella della
RSI?) e alle lezioni che
vorrebbero impartire a
coloro che la democrazia lottarono per conquistarla, combattendo
contro quelli che costui
tenta, invano, di giustificare e di onorare, mi sia
permesso parafrasare il
vangelo: “padre, perdonalo perché non sa quel
che fa e, soprattutto, quel
che dice”. E citiamo pure
l’Ecclesiaste: “stultorum
infinitus est numerus”
(il numero degli sciocchi
è infinito). Mai come in
questo caso vien da dire:
parole sante! Anche a noi
ne è toccato uno, e fosse
il solo! Faccio/facciamo
scendere su costui un silenzio tombale. Forse gli
farà piacere, essendogli
congeniale saltabeccare
tra tombe, cimiteri, mausolei, cadaveri più o meno
eccellenti, in un trionfo di bandiere, labari e
gagliardetti, circondato
da personaggi funerei
che vivono sepolti nel
passato, triste passato.
Il fluire del tempo genera, nelle persone
intelligenti e dotate di
spirito critico, una capacità di ripensamento, di superamento di
posizioni cristallizzate, di anchilosi ideologiche, di ossificazioni dogmatiche: in
poche parole, un’evoluzione del pensiero e
della prassi politica.
Nessuno crede più nel
marxismo del Diamat,
che andava bene, forse,
in un determinato periodo storico, cosiccome
lo stalinismo da oltre
cinquant’anni è stato
messo in soffitta; restano ancora, purtroppo, i
presupposti che hanno
portato alla nascita di
questo movimento che,
piaccia o no, ha rivoluzionato il XX secolo: la volontà di emancipazione
della classe lavoratrice,
l’abolizione di privilegi,
lo sfruttamento in patria
e fuori, dove lo scambio
ineguale ha sostituito
il vecchio colonialismo
e l’imperialismo, e il
mercato è servito solo
ad accrescere smisuratamente i profitti di sempre
più avide escrescenze
capitalistiche parassitarie, e ad aumentare il
divario tra i più ricchi e
lo sterminato esercito dei
più poveri.
Ma c’è chi, ahimè, resta ancorato a dottrine
ideologiche e/o misticoesoteriche che già hanno
rivinato il mondo in passato, e di cui ancora oggi
patiamo le conseguenze.
Lasciamo bollire costui,
(e quelli che la pensano
come lui) nel suo acido
brodo, tra i neri spettri
che costituiscono l’uni-
co interesse della sua
monomaniacale mente,
assieme all’anticomunismo senza se e senza
ma, ovviamente, altra
sua ragione di vita. Et
sepultum est! Ci affligga
pure ancora con le sue
pallose e chilometriche
citazioni ed clucubrazioni, visto che qualche appoggio in alto loco ce l’ha.
Da parte mia, faccio solo
notare l’incoerenza di chi
discetta di democrazia
e poi, cito le sue parole
sull’ultimo numero di
Spazio Aperto nei miei
confronti: (“l’assessore
non censura?), invoca
censura, strumento non
proprio quintessenza
della democrazia, direi
anzi agli antipodi. Che
volete, il democraticone
si rifà al periodo fascista, allora si usava così:
veline dal Minculpop e
censura! Io invece, che
democratico lo sono per
familiarità e per convinzione, pur senza farmi
eccessive illusioni su
certe pseudodemocrazie,
dico: “assessore, io mi
autocensuro, ma lui no,
non censurarlo. Ci vuole
una macchietta in ogni
paese, o città. Con cosa
rideremo, senza le sue
pedanti fumisterie pseudo-storiche”. Lunga vita
al “camerata democratico”, “rara avis in terris”
uccello raro sulla terra
(Giovenale, Satire).
Che cento fiori fioriscano, e che mille uccelli
volino.
Sta a noi, democratici
veri, tenere a debita distanza avvoltoi e corvacci
neri. Certo che, ormai, la
noia è tanta! E la tristezza, nel dover constatare come sia necessario
occuparsi di queste
fesserie, mentre il
mondo e l’Italia patiscono, e patiranno
sempre più, le conseguenze di duri tempi,
che non sono caduti
dal cielo, ma sono il
frutto di un sistema
capitalistico e di mercato che non solo non
sana le differenze, ma
acuisce i divari.
Mauro Picchetti
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aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 13
A proposito dell’area
tra via Giusti e via Vignazze
I sommesi che attorno
agli anni ’40 erano adolescenti o già adulti, ricorderanno che l’intera area
posta fra via Giusti e via
Vignazze, che in esecuzione dell’autorizzazione
n. 69 del 7/08/08 si sta
provvedendo a sbancare
per edificare, così si dice,
l’ennesimo supermercato (se ne sentiva proprio
la mancanza?) che creerà
inevitabilmente problemi di traffico in una zona
dove già ora, al mattino,
si formano code di automezzi lungo le strade che
confluiscono alla rotonda
di San Rocco, ricorderanno, dicevo, che da chissà
quanto tempo prima,
quest’area era una cava
di sabbia, ghiaia e sassi
chiamata cava del Rana
SALUTE
dal soprannome della
famiglia che ne aveva
la proprietà e l’uso, profonda quasi 15 metri,
dalla quale, con picconi
e badili perché allora
non esistevano macchine per l’escavazione e il
movimento terra, veniva
estratto il materiale che,
caricato su carri trainati da cavalli (ne ricordo
uno tutto nero che faceva
una gran pena vederlo,
sfiancato, arrancare più
volte al giorno lungo un
sassoso sentiero in salita) serviva a rifornire
tutta Somma.
In questa cava, abbandonata verso gli anni
’50 perché, essendo stata
raggiunta la falda freatica non era più possibile
scendere oltre, furono
poi convogliati i liquami
provenienti da una delle
due fognature allora esistenti nella parte bassa
di Somma (l’altra scaricava nei boschi all’incrocio dell’allora via Regina Margherita, oggi via
Briante, con l’attuale via
Pastrengo) e, contemporaneamente usata come
discarica, dove veniva
buttato di tutto e dove
vi era pure finito, annegando, anche un cavallo
col carro e il suo carico,
tanto il livello di quello
stagno si era alzato, arrivando fino alla sede stradale dove tracimava ogni
qualvolta capitava un
forte temporale, perché
la cava, che nelle intenzioni avrebbe dovuto fungere da pozzo perdente,
quell’acqua non riusciva
più a smaltirla e tutta
l’area era diventata un
pantano maleodorante
e vivaio di zanzare che
costringevano gli allora
pochi abitanti della zona
a stare in casa con le
finestre chiuse.
Perché le dico tutto questo? Perché trovo che sia
cosa alquanto insensata
permettere di edificare
su un suolo ottenuto gettando detriti e quant’altro in acque stagnanti,
pertanto, presumibilmente, privo della consistenza necessaria per un
sicuro ancoraggio delle
fondamenta.
Chi ha esaminato la richiesta e concesso il nulla-osta era stato informato di quello che c’era
lì e di cos’era stato fatto
lì negli anni 50/60?
Su questo suolo sono state fatte accurate analisi
e carotaggi di notevole
profondità? Voglio sperare di sì anche se ciò
non basta a fugare le mie
perplessità sulla futura
sicurezza di cose e persone, tanto più che noi tutti
ricordiamo lo sprofondamento di qualche anno fa
del tratto di Corso della
Repubblica che da Largo Alpini sale verso la
statale del Sempione e,
più recentemente, sempre nello stesso ratto,
il crollo di un’opera in
muratura.
Pertanto, pur con tutte
le assicurazioni possibili
che mi venissero date,
io in una casa costruita
soprattutto nei paesi
come il Giappone, che
hanno una grande linea
costiera. Notoriamente,
il pesce non di allevamento è meno ricco di
grassi ed in particolare
il pesce azzurro è ricco
di acidi grassi Omega
3 (*) e Omega 6 (**),
ormai da anni noti per
essere un fattore protettivo nei confronti del
rischio di malattie cardiovascolari.
Un’altra grande differenza tra l’alimentazione occidentale e quella
orientale è la presenza,
in quest’ultima, di un
alimento storicamente assente nella nostra
cultura del cibo: la soja,
alimento dalle molteplici caratteristiche, molto
importante per il nostro
fisico.
Anche se sembra improbabile poter importare
abitudini alimentari
così distanti da noi e
così poco radicate nella
nostra cultura, è possibile però mediare in
maniera intelligente,
cercando di utilizzare
una cucina universale
sana (la cucina orientale, ricordiamoci, non
è quella dei ristoranti
cinesi, modificata ad
uso e consumo di noi
occidentali), ad esempio integrando l’utilizzo
della soja sotto forma
di formaggio (tofu) o di
latte per chi è intollerante al latte vaccino,
oppure aumentando
l’uso di verdure bollite all’orientale e di riso
integrale, oppure ancora incrementando l’uso
di pesce al posto della
carne (se quello crudo
non ci è gradito è possibile usare quello bollito
al vapore, che mantiene
conservate gran parte
delle sue caratteristiche
nutrizionali).
Possiamo integrare tutto
questo con i fattori positivi della nostra alimentazione come il largo uso
su questa ex cava, ex fogna, ex discarica no n ci
abiterei proprio. Quando
succedono disgrazie come, ad esempio, quella
successa nella scuola del
torinese dove è crollato il soffitto, si cercano
responsabili che non si
trovano quasi mai, così
che si finisce col dire che
è solo fatalità. Ma può
essere solo fatalità se
una casa costruita sulle sabbie mobili poi va
a fondo? E se anche le
responsabilità venissero
individuate basterebbe
un risarcimento a ripagare vite che con maggiore prudenza e buon
senso si sarebbero potute
salvare?
Distinti saluti.
Adelmo Morniroli
Alimentazioni
a confronto
Alimentazione
Orientale ed Occidentale
Fare un paragone tra la
dieta “tipica” orientale e quella occidentale
è molto difficile perché
dovremmo decidere se
analizzare l’alimentazione di un norvegese,
molto ricca di grassi, o
quella di un italiano con
quella di un tibetano o
di un giapponese.
Sarebbe un grosso errore generalizzare l’alimentazione orientale ed
occidentale in tipologie
dietetiche.La fondamentale differenza fra queste diete è che la nostra è
molto più ricca di grassi
saturi (come burro e altri
grassi animali) o di carboidrati raffinati (come
dolciumi, pane bianco,
ecc.).
Il problema di un’alimentazione così strutturata (parliamo di quella
reale e non di quella
ideale) è che i carboidrati
raffinati non apportano
le stesse proprietà nutritive rispetto ai carboidrati “integrali” usati
nella cucina orientale.
Un’altra differenza è sicuramente il consumo di
pesce molto maggiore,
UNA GOLOSITA’ ...OCCIDENTALE
Crème Brulèe ai Lamponi
(Per 8 persone)
Gli Ingredienti
• 300 gr. di zucchero,
• 250 gr. di lamponi (*),
• 1 lt. di latte,
• 4 uova + 8 tuorli,
• 1 stecca di vaniglia,
• 20 gr di burro.
La Preparazione
Portare ad ebollizione il latte con 200 grammi
di zucchero e la stecca di vaniglia. Spegnere
il fuoco, mescolare e lasciare in infusione per
20/30 minuti. In una terrina, sbattere i tuorli
e le uova intere; quindi, incorporarvi il latte
filtrato e mescolare con energia.
Passare al setaccio il composto ottenuto e versarlo in uno stampo imburrato e aggiungervi i
lamponi interi. Cuocere la crema a bagnomaria
nel forno (non ventilato) già caldo a 180 °C per
circa un’ora. A cottura ultimata, cospargere la
crema con lo zucchero rimasto e farla dorare
con il grill per pochi minuti.
Servirla tiepida o a temperatura ambiente.
Buon dessert!
A cura di Alberto,
cuoco solo per diletto
(*) Se sono surgelati, i lamponi devono essere messi
in frigo (a scongelare lentamente) già dalla sera precedente il loro utilizzo.
di frutta, l’uso dell’olio
extravergine d’oliva
e di carni magre come
pollo e coniglio... Quindi, la contaminazione
culturale è benvenuta
senza dimenticare, però,
che la pasta non può
assolutamente essere
tolta dalla tavola Mediterranea.
A cura di
Alberto Bosio
(*) Fonti alimentari di
Omega 3 : Olio di pesce e oli
vegetali sono le principali
fonti di acidi grassi Omega
3. Inoltre, si trova soprattutto nel pesce azzurro che
vive nei mari più freddi
come il salmone, le sardine, l’aringa, il merluzzo e
lo sgombro, e nell’olio di
oliva, di soia, di vinaccioli,
di semi di lino, di semi di
girasole, di arachide e di
mais.
(**) Fonti alimentari di
Omega 6: Carni in genere.
In tutte le case
tutti lo leggono
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LA PAROLA
AI PARTITI
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 14
Forza Italia
Ed ecco il 2009
Per l’uomo sono gli anni
della definitiva maturità
e dei primi censimenti;
per la città è la constatazione di essere nella
storia di essere consapevole che con il tempo sono
passate generazioni e si
sono cullati sogni o si sono consumate delusioni.
E’ anche però il tempo di
pensare al futuro perché
solo chi pensa avanti è
vivo, sempre coraggioso e
consapevole che ieri, oggi
domani sono un tutt’uno
LA PAROLA
AI PARTITI
Il 2009 è l’anno
celebrativo dei
50 anni della
città
che ci lega alla storia ma
anche alle scelte verso
chi è giovane verso chi
verrà dopo di noi.
Non vorrei essere pervaso dalla sindrome di
Coblenza, quell’uomo che
non ha mai dimenticato
nulla perché nulla ha
mai imparato, ma vorrei
farmi dire dai giovani che
forse mi sono dimenticato di loro e che anch’io sono stato giovane magari
anche in una città immobile in un ambiente poco
incline al cambiamento e
che ora siamo nel futuro
nel mondo globalizzato
(ormai ce lo dicono tutti
i giorni) quindi la nostra
immagine non deve essere scontata, triste, rassegnata ma ricordami che
la vita mi ha insegnato
il sacrificio la dedizione
la volontà di guardare
alle cose migliori, proprio come l’imperativo
cui fa riferimento il gonfalone della nostra città
“Somma tende alle cose
migliori”.
Ecco che allora se tra di
noi le morti cancellano
alcuni nomi e già vengono riammessi nella
vita gli stessi nomi dalle
nascite e ritornano nei
nuovi apparsi, gli aspetti
del loro tempo, la politica è difficile, articolata,
spesso insidiosa ma è il
motore del mutamento
dei tempi dei criteri di
vivibilità dell’ambiente
in cui viviamo.
Celebrare un anniversario è un riconoscimento
che tante persone hanno
fatto del bene alla Nostra
Città ma è anche il censimento per chi è giovane
che da subito deve dare
la propria disponibilità
a scrivere il Nostro libro
del futuro: è un dovere.
Piero Cesare
Iametti
Consigliere
Forza Italia
partiti, impegnati in una
folle gara nel chiedere il
rilancio dell’aeroporto e
l’incremento del volume
di traffico.
Patologico e senza alcuna possibilità di rinsavimento è il caso del nostro
sindaco che, interpellato
sulla storica sentenza del
Tribunale di Milano, si
è dichiarato ottimista,
perché, a suo dire, gli
aerei più moderni praticamente non inquinano
più. Chissà come mai,
dato che secondo tutti
gli studi l’aria della Val
Padana è sempre tra le
peggiori del pianeta e
che, per quanto riguarda
il nostro circondario, gli
scarichi degli aerei sono
una delle maggiori fonti
di inquinamento. Più in
generale, negli ultimi tre
anni, gli ossidi prodotti
dalla combustione sono
sempre stati di molto superiori alla soglia di ammissibilità. E i boschi di
Somma, come pure i
nostri orti, innaffiati
di Kerosene sono la
conferma che viviamo in una camera a
gas, con dosi massicce
di vapori di idrocarburi
che finiscono nei nostri
polmoni.
Le conseguenze, grazie
anche all’irresponsabile
ottimismo di chi ci governa, non tarderanno
a farsi sentire: diversi
studi a livello mondiale hanno calcolato che,
nell’arco di alcuni decenni, la vita media di
chi vive sotto le rotte di
un aeroporto di grandi
dimensioni si riduce di
almeno 5 anni.
Ma di fronte alla grande
occasione di partecipare alla madre di tutte
le battaglie, cosa volete
che siano cinque anni
di vita?
Luigi Bollazzi
Insieme per Difendere
Somma
Insieme per
difendere Somma
Malpensa, i grandi
inquinatori condannati
a pagare un indennizzo
di 5 milioni di Euro
Ci sono più idrocarburi
nei nostri boschi che nei
terreni nei pressi del più
trafficato casello autostradale di Milano. Cinque volte tanto, a causa
delle emissioni inquinanti rilasciate dagli aerei in
decollo da Malpensa.
E’ quanto è stato rilevato
in un’area boschiva tra
Somma e Vizzola, dove
quasi tutta la vegetazione presenta un danno
compreso tra il 50% e il
99%.
Un disastro ambientale
annunciato, perpetrato nella più completa
indifferenza dei nostri
amministratori, impegnati soprattutto nella
delocalizzazione di Case
Nuove, per favorire la
crescita e l’espansione
dell’aeroporto.
Questa volta, però,
il Tribunale civile di
Milano ha condannato il Ministero dei
Trasporti e la Sea che
gestisce lo scalo della
brughiera a risarcire
la proprietà dell’area
boschiva con 5 milioni
di euro, dato che il valore commerciale dell’oasi
naturalistica, un’area di
circa due chilometri quadrati dichiarata “riserva
della biosfera” dall’Unesco, è stato praticamente
azzerato.
La sentenza, emessa
dei vecchi già sepolti, per
il principio immutabile
della vita, nello scorrere
del tempo sempre rinnovato uguale, non ci
dobbiamo fermare mai
ed avere fiducia in noi
stessi e per chi come me
in questo momento è preposto ad amministrare la
Nostra, maggiore dovrà
essere l’apertura e la saggezza di pensare a coloro
che dopo di noi verranno:
è un obbligo, non ci si può
sottrarre.
Altrettanto però le giovani generazioni dovranno impegnarsi da subito
affinché esse siano le
protagoniste delle scelte
La storica
sentenza
pronunciata dal
Tribunale Civile
di Milano
dal giudice della decima
sezione del Tribunale,
Bianca La Monica, è stata pubblicata lo scorso
ottobre, ma abbiamo
ritenuto opportuno riprendere l’argomento
perché tutti i mezzi
di informazione, dopo
aver dato sbrigativamente la notizia, hanno steso una coltre di
silenzio sullo storico
pronunciamento della
Magistratura ed hanno
ripreso la quotidiana,
martellante campagna
a favore della terza pista
e della crescita dell’aeroporto.
L’attuale momento di crisi economica e le disavventure di Alitalia non
devono trarre in inganno
coloro che hanno a cuore
le sorti dell’ambiente e
la salute dei cittadini.
L’obiettivo ei 50 milioni
di passeggeri annui viene
continuamente rilanciato con accanimento degno
di miglior causa perchè
l’appetito degli avvoltoi
è più forte che mai e i
fanatici della grande
Malpensa sono ben
rappresentati in tutti
i partiti di destra e
di sinistra. E’ di questi
giorni la proposta del
presidente della provincia di Milano, targato Pd,
al suo omonimo leghista
della provincia di Varese
per una “Marcia su Roma
per Malpensa”.
L’alibi o il movente è
sempre lo stesso, la
difesa dell’occupazione. Ma conoscono la
realtà questi imbonitori
delle coscienze? Provino
a fare un giro nell’area
a sud dell’aeroporto dove enormi capannoni
stanno sorgendo come
funghi: scoprirebbero
che la manovalanza,
ovviamente a buon
mercato e di scarse
pretese, è per la maggior parte costituita
da extracomunitari
e che le merci stoccate
e destinate ad invadere
il mercato italiano, sono
quasi esclusivamente di
provenienza orientale,
il tutto a beneficio delle
multinazionali estere.
Sarebbero queste le necessità del territorio tanto sbandierate soprattutto dalla Lega? Che
per difendere Malpensa
ha dichiarato di essere
pronta a combattere
la madre di tutte le
battaglie, m che, pur
essendo partito di governo, non ha avanzato
alcuna proposta di legge
per favorire l’assunzione
dei residenti di più lunga
data.
Ma è in ambito locale
che vanno ricercate le
maggiori responsabilità,
in primo luogo dei sindaci che, salvo qualche
rara eccezione, si sono
sempre dimostrati succubi delle segreterie dei
Nel numero di Spazio Aperto
di dicembre 2008...
...dal titolo “Somma, una città sempre invivibile” firmato dal Sig.Luigi Bollazzi (Insieme per difendere Somma) sono state riportate solo le iniziali dei
nomi dei cittadini che hanno rilasciato segnalazioni e critiche all’operato
della Giunta Colombo , perché la Direzione del Periodico non aveva avuto la
sicurezza che coloro i quali avevano rilasciato le dichiarazioni acconsentissero
al trattamento dei dati personali. Il Sig. Luigi Bollazzi ha confermato che
tutte le persone intervistate erano state informate del trattamento dei dati
personali che li riguardavano ancorchè pertinenti alla scopo della raccolta
ed hanno dato consenso .
Riportiamo quindi i nominativi:Roberto Baldini, Ercolino Vannucchi, Giuseppe Bianchi, Nadia Pastore, Romeo Facciolati, GiorgioVasta, Carlo Ruffini,
Stefano Dovello, Carla Facciolati, Daniela Guerriero, Silverio Colombo, Lorella
Aracne, Elisa Imperial, Giuseppina Uttone, Giuseppe, Santini, Alessandra
Bielli, Marco Sparacio, Vanda Gallivanone, Luisa Alpago Novello, Marzia
Crema, Regina Preti, Cittadino di Coarezza, Lorenzo Sturlesi, Ernesto
Borsari, Silvano Curto, Michela Dal Toè, Giuseppe Crotti, Maria Angela
Negri, Marina Dettoni, Roberto Cester, Sandro Bisella, Daniela Spinello,
Farinelli, Nicola Aggio, Marisa Dal Toso, Arianna Cossia, Alessia Auriemma,
Maura Besani, Lucio Fusini, Tonino Screti, Franca Naldi, Maria Palamara,
Vittorio Trevisan, Francesca Palamara, Fabrizio Lodi, Noemi Padovan, Luisa
Besnate, Piera Donata Bianchi.
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aperto
LA PAROLA
AI PARTITI
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 15
Partito Democratico
L’intervento è andato bene...
ma il paziente è morto
Negli stessi giorni in cui
i cittadini riceveranno
il Bilancio sociale della
Giunta Colombo, con cui
verranno informati che
in città tutto va bene e la
compagine governativa
locale procede verso un
“FUTURO LUMINOSO”, leggiamo su Varese
News che la Giunta comunale è stata completamente stravolta.
Della serie : L’intervento è andato bene, ma il
paziente è morto
Leggiamo perché naturalmente, come consuetudine, noi Consiglieri
comunali per sapere
cos’ha in testa l’allegra
(e spendacciona) brigata dobbiamo guardare
internet o i giornali locali.
E così veniamo a sapere di: Consiglieri
(rigorosamente di maggioranza s’intende) e
Assessori che passano alla Patrimoniale,
Assessori mandati a
casa perché non gradi-
ti dalle segreterie dei
propri partiti, persone escluse dal valzer
delle poltrone in Provincia risistemate a
Somma Lombardo.
Assessori che se n’erano andati sbattendo la
porta o cacciati (secondo i punti di vista), che
rientrano perché così
hanno deciso le segreterie provinciali dei partiti
di maggioranza.
Rimane al suo posto il
Sindaco perché probabilmente si sono accorti
che, con la legge elettorale in vigore, se lo
sostituivano andavano
a casa tutti.
Già il sindaco, che
ruolo ha ricoperto in
questa vicenda?
Nessuno! Altri hanno
deciso per lui.
Alla faccia dell’autonomia del primo cittadino:
gli hanno confezionato
un pacchetto di compagni di viaggio che
lui ha dovuto comprare, e senza diritto
di recesso, perché se
per caso dovesse, magari tra qualche mese,
decidere di mandare a
casa qualcuno, nel 2010
potrebbe vedere qualche
altro candidato al suo
posto.
In cambio del suo silenzioso assenso, sulla
rivista civica potrà continuare a scrivere tutti
gli articoli che vuole:
autonomia letteraria
in cambio di autonomia
politica e amministrativa.
Ecco tutto quello che le
segreterie provinciali
hanno voluto e che il
Sindaco ha ratificato:
Rientra Mancini
(UDC), cacciato nel
2007, non prima di una
furibonda e vergognosa lite. Mancini farà
l’assessore al personale, Protezione civile,
Politiche giovanili ( al
posto di Locurcio che lascia probabilmente per
raggiunti limiti di età) e
Politiche del lavoro.
Esce dalla Giunta Mario Bistoletti (FORZA
ITALIA) che aveva preso il posto di Mancini,
non resta però senza
incarichi essendo stato
“promosso” ”alla Presidenza della nuova Società patrimoniale sommese, in cui entra anche
Fernando Torreggiani
(capogruppo di Forza
Italia); Società che dicono farà risparmiare soldi
ai cittadini, ma che per
adesso costa più della
vecchia municipalizzata (vedi indennità
al Consiglio di amministrazione).
Entra in Giunta, come
Vicesindaco e Assessore ai servizi sociali
e sanità, Claudia Colombo (Lega) , ex Assessore a Samarate, ex
Sindaco di Ferno, ex
candidata ad entrare
in giunta a Busto ex Assessore provinciale nella seconda e breve giunta Reguzzoni, volato
a Roma per “salvare”
Malpensa. Claudia Colombo prende il posto
di Antonella Rossi che
quindi non ricoprirà più
la carica di Vicesindaco, ma diventa sceriffo
(Sicurezza e Polizia Locale) e dovrà anche
occuparsi della confusione viabilistica
ereditata dal suo predecessore.
Altro cambio: fuori
Marta Birigozzi (nessuno sa il perché) e dentro Claudio Colombo,
segretario cittadino di
Alleanza Nazionale.
Al sindaco, Architetto
Guido Colombo vanno
le deleghe al Bilancio
e Tributi (in precedenza attribuite al leghista
Claudio Scandroglio,
deleghe che, visti gli attuali chiari di luna, nessuno voleva pigliarsi).
Ci hanno detto che
Scandroglio ha lasciato per motivi di lavoro, ma qualche dubbio
rimane, anche perché
negli ultimi mesi del suo
mandato aveva chiesto
a tutti più rigore nello
spendere i soldi della
collettività.
Una gigantesca operazione di SPARTIZIONE di POLTRONE E
POTERE orchestrata
dalle segreterie pro-
vinciali dei partiti di
maggioranza, prima di
tutto Forza Italia e Lega,
con un contentino ad
Alleanza Nazionale e
all’ U.D.C..
I bisogni dei cittadini,
le esigenze della città
sono fuori dalla porta,
in fondo alle scale.
Pare di essere tornati indietro di vent’anni quanto le segreterie politiche
provinciali decidevano
chi doveva essere il
sindaco e chi doveva
essere il suo successore, quante poltrone
dare all’uno e all’altro
partito.
Non sappiamo se le cose
miglioreranno, o se tutto rimarrà come prima,
nemmeno loro parlano
più di tanto, perché se
dicessero di si, equivarrebbe ad ammettere che
in questi anni la Giunta
ha navigato a vista; se
invece affermassero che
tutto continuerà come
prima, non si comprenderebbe il perché di tutto
questo trambusto ad un
anno e poco più dalle
prossime elezioni comunali.
Ermanno Bresciani
Consigliere
comunale
Partito Democratico
Somma Lombardo
Dove si parla diffusamente del plesso Rodari
più brevemente del plesso Milite Ignoto
e fugacemente dei plessi Galli, Buratti e Secondo Mona
Negli stessi giorni in cui
il Partito Democratico chiedeva di sospendere momentaneamente
l’approvazione definitiva del progetto di allargamento della mensa
alla scuola primaria
Gianni Rodari,
Nei giorni in cui docenti e genitori chiedevano vanamente di poter
incontrare Sindaco o
Assessore per essere
portati a conoscenza e
comprendere la natura
dell’intervento, tenuto
nascosto per mesi, il
10 dicembre la Giunta
comunale, con un atto
di arroganza politica
e amministrativa approva il progetto definitivo d’intervento
alle scuole primarie
Gianni Rodari.
Della serie: dite quello che volete, tanto
noi facciano quello
che vogliamo.
IL FATTO
La Giunta Comunale, lo ribadiamo, senza
alcuna informazione in
ambito scolastico a genitori e docenti, e senza alcuna informazione
al consiglio comunale
e in commissione territorio, ha predisposto e
approvato il progetto
di ampliamento della
mensa “sacrificando” lo
spazio interno denominato “TEATRINO”.
Nessuna contrarietà, ci mancherebbe,
all’adeguamento degli
spazi destinati alla mensa, ma forte contrarietà a che ciò avvenga
eliminando uno spazio
nato con il plesso Rodari, che da decenni, da
più di una generazione
viene utilizzato per le
esigenze quotidiane della scuola.
SI POTEVA AGIRE
DIVERSAMENTE
Evidentemente è auspicabile un’intervento di ampliamento
del plesso, la mensa
può essere costruita
all’esterno dell’attuale perimetro scolastico,
esiste lo spazio adeguato e “finalizzato negli
strumenti urbanistici” alle esigenze di
espansione, del resto la
stessa amministrazione aveva in un primo
tempo previsto la rea-
lizzazione della Direzione Didattica in loco
per poi cambiare idea e
costruirla a Mezzana.
Quindi cambiare idea
si può, basta volerlo e
ascoltare qualche buon
consiglio. Del resto l’attuale Giunta ha dovuto
cambiare idea su più
argomenti
(vedi tangenziale acquafan, parcheggio
multipiano)
Le aree intorno alla
scuola Gianni Rodari sono interessate da
sviluppo urbanistico
con conseguente crescita della popolazione e
quindi prevedibilmente
nei prossimi anni anche
degli alunni, è necessario un intervento espansivo e non riduttivo su
questo plesso.
Ribadiamo, c’era il
tempo per costruire una
proposta diffusamente condivisa e invece si
è preferito chiudere ogni
spazio di confronto, di
Democrazia. Questo
è spiacevole.
DUE METODI
DIFFERENTI
Presso il plesso Gianni
Rodari verranno spesi
150.000,00 euro per
“sistemazione interna” (è proprio il caso
di dirlo)
Viceversa presso la
scuola Milite Ignoto di
Mezzana saranno spesi
750.000,00 euro per
“edificazione di nuova direzione didattica e aule speciali”.
Sgomberiamo il campo da equivoci e interessate malizie,
nessuna contrarietà
all’ampliamento del
plesso Milite Ignoto di
Mezzana.
Ma nessun membro
della giunta ha illustrato la necessità di dotare
di nuove aule il plesso, se
non attraverso i media
on line il 13 gennaio
2009.
Ma resta un dato, a
fronte di una comune
esigenza di spazi dei
due plessi in oggetto la
Giunta comunale agisce
in modo difforme: alla
Milite Ignoto si amplia
(bene) alla Gianni Rodari si restringe (male)
Per ciò che riguarda
le affermazioni dell’Assessore alla Cultura di
Somma Lombardo riportate dai media on
line il 13 Gennaio
2009 vorremmo precisare alcuni aspetti: effettivamente il Piano
Regolatore Generale
attualmente in vigore,
sottoposto a continue
Varianti dalla attuale
maggioranza, è stato
patrocinato dalla passata amministrazione
di centrosinistra. Egli
ricorderà certamente
che le critiche formulate
dal suo gruppo politico
erano volte non a un
contenimento, ma ad
una gigantesca espansione urbanistica da
rappresentare nel piano.
Lo stesso PRG permette all’attuale maggioranza di spendere
e spandere, e al suddetto Assessore di finanziare e realizzare
opere senza la necessità di “accendere”
mutui.
Il suddetto Assessore
dall’alto della sua più
che trentennale esperienza amministrativa
è certamente informato
che un PRG pianifica
lo sviluppo, il quale non
si attua in pochi giorni
ma nell’arco di un decennio almeno le scuole le opere pubbliche si
realizzano quando e se
nel caso se ne prevede
la necessità.
E se “l’asilo Buratti
ed il Galli erano già
insufficienti allora”
(al tempo della giunta
di centrosinistra) cosa
aspettano l’Assessore e
questa Giunta a rimediare al malfatto dei
passati amministratori,
se “erano già insufficienti allora” in quattro anni di maggioranza blindata perché non
hanno dato prova della propria efficienza
realizzando quello di
cui parlano e basta?
Per ciò che riguarda
l’asilo Secondo Mona
precisiamo che non vi
è stato da parte nostra
alcuna contrarietà se
non dettata unicamente
dalla totale assenza di
informazioni sulla realizzazione e necessità
dell’opera oltre che dall’
impatto visivo di un ecomostro.
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anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 16
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anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 17
Partito della Rifondazione
Comunista
LA PAROLA
AI PARTITI
Come intortare il proletario
sas? (Che cosa c’è che
non va con il Kansas?),
Thomas Frank traccia
la desolata immagine di
un elettorato proletario
raggirato senza sforzo
e ripetutamente con
eventi di secondaria importanza. Il trucco non
invecchia mai, l’illusione non perde smalto.
Votate contro l’aborto:
avrete la riduzione delle
imposte sui redditi di
capitale. Votate perchè
la nostra nazione torni
a essere forte: avrete la
deindustrializzazione.
Votate contro quei professoroni universitari
paladini del politicamente corretto: avrete la
deregolamentazione del
settore elettrico. Votate
per levarvi il governo
dalle scatole: avrete concentrazioni aziendali e
monopoli in ogni settore,
dai media al confezionamento della carne.
Votate per tenere testa
ai terroristi: avrete tentativi di privatizzare
la previdenza sociale.
Votate per dare una lezione alle èlites: avrete
un ordine sociale in cui
la concentrazione della
ricchezza ha raggiunto
livelli mai visti prima
nel corso della vostra
vita, in cui ai lavoratori
è stato tolto ogni potere e
gli amministratori delegati ricevono compensi
al di là dell’immaginabile”. Sorge un dubbio.
Stiamo parlando degli
USA o dell’Italia berlusconiana?
Un po’ di
cautela e
di fair-play,
please.
Avrete notato come nel
rimpiastro (pardon, rim-
in tutte le case
tutti lo leggono
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pasto) della nuova giunta, si sia fatto ricorso ad
un linguaggio bellico.
Il vicesindaco, signora
Colombo, ex-sindaco di
Ferno, è stata definita
dal sindaco, arch. Colombo (abbondano i colombi in questa giunta.
Sarà segno di pace?) “un
pezzo da 90”.
Personalmente me ne
rallegro: pensate se
l’avesse definita una
batteria costiera da
380! Ma, anche così, ci
sono da temere salve e
bordate preoccupanti.
Indossate l’elmetto.
Il commissario della
locale sezione della Lega (dev’essere piuttosto turbolenta questa
sezione, se così spesso
abbisogna di commissariamenti esterni!), rifacendosi alle parole del
suo commissario provinciale, dice testualmente:
“dalla trincea, Antonella Rossi è passata ora
in prima linea, da dove
saprà guadagnarsi i
meriti” (immagino con
assalti alla baionetta,
n.d.a.).
Ora, non v’è chi non
ALTE PRESTAZIONI = RISPARMIO ENERGETICO
Volevo rendere partecipi
i lettori di Spazio Aperto
delle seguenti riflessioni, che ho ricavato dalla
lettura del bel libro di
Paul Krugman, economista e premio Nobel
2008: “La coscienza di
un liberal” disponibile
anche presso la nostra
biblioteca civica. Fossero state dette da un
Cossutta o da un Bertinotti, sarebbero state
etichettate dal conservatorame nostrano, e
non solo, come “ le solite
cose dei comunisti”. Ma
sono cose dette da studiosi statunitensi che,
certo, per la destra religiosa e i neocon USA,
solo per essere liberal,
già sono in odore di comunismo. Così vede il
mondo chi viaggia coi
paraocchi, ma, quando ci
si spoglia delle ideologie
e si ragiona sui numeri
e sui fatti concreti, si
può vedere come molte
differenze scompaiano
e come molti fossati si
restringano.
Cito: “Nel suo celebre
libro del 2004, What’s
the Matter with Kan-
sappia che la trincea
E GIA’ prima linea, essendovi poi solo la “terra di nessuno”, dove
milioni di poveri cristi
hanno lasciato la loro
vita, spesso tra tormenti
inenarrabili, in stupide
guerre volute da stupidi
governanti e gestite da
stupidi generali.
Non si pretende che un
commissario sappia di
tecnica militare, tuttavia......Indelicata, infelice e poco fine appare poi
la chiosa “da dove dovrà
guadagnarsi i meriti”.
Che cosa vuol dire?
Che per tutto questo
tempo ha occupato un
spazio
aperto
Registrazione Tribunale
di Busto A. n. 8/97
Direttore responsabile:
Gerardo Locurcio
Comitato di Redazione:
Andrea Sari, Paolo Tatti,
Alberto Visco Gilardi,
Mauro Picchetti,
Andrea Vaccariello,
posto in fureria, per restare al linguaggio da
caserma?
Potrei capire se questa
frase fosse stata detta
da qualcuno dell’opposizione (ma noi siamo
troppo signori per abbassarci a tanto.
Mi consenta però un
consiglio, l’ex vicesindaco, senza malizia: i corsi
di galateo che impartì
a suo tempo, li dedichi
ai suoi “compagni” di
partito.
Ho l’impressione che lì le
regole del bon ton e del
savoir-faire avrebbero
bisogno di un ripasso!)
Mauro Picchetti
Cristiana Marzolo,
Saverio Fantacuzzi,
Luciano Lombardi
Consulenza editoriale,
impaginazione,
stampa e pubblicità:
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Via P. Picasso, 21/23
Corbetta (MI)
tel. 02.972111
[email protected]
Questa pubblicazione viene
stampata in 7.200 copie
su carta riciclata ed inviata
gratuitamente
a tutti i nuclei familiari
residenti nel Comune
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 18
Ma la cascina Malpensa esiste ancora?
Mi sono già occupato, su
questa rivista civica, di
Malpensa e dei suoi dintorni. Un lungo lavoro
di ricerca, poi sfociato in
una tesi di laurea in architettura presso la sede
storica nel “Campus Leonardo” del Politecnico di
Milano, tesi che ha avuto
per relatore chi scrive ora
questa nota, mi induce ad
esporre ai concittadini la
sintesi di quel lavoro, che
peraltro ha interessato
riviste specializzate italiane e straniere (si veda a
tal fine la bibliografia).
Ormai “Malpensa” è, in
tutto il mondo, sinonimo
dell’aeroporto intercontinentale che giace per
buona parte sul territorio sommese; aeroporto
discusso nel bene e nel
male, ultimamente anche
per le vicende che toccano la nostra malandata
compagnia di bandiera,
l’Alitalia, e per riflesso
l’economia stessa della
Regione Lombardia. Ma
non è di questo che voglio
qui dire: quanto segue
è invece un poco della
storia della cascina settecentesca, che al discusso
campo di aviazione, poi
detto “hub” (ma credo che
pochi Lettori conoscano
appieno il significato di
questo termine inglese,
che in origine indica il
mozzo di una ruota!) ha
dato il nome sin dai primordi del volo in Italia,
al tempo eroico dei fratelli Gianni e Federico
Caproni.
La vecchia cascina, sicuramente esistente anche
se di ben limitate dimensioni sin dalla prima metà
del Settecento (la fig. 1
mostra uno stralcio del
Catasto “Teresiano”, che
risale all’editto imperiale
di Carlo VI del 1718), ha
subito nel tempo modifi-
che ed ampliamenti.
Ai primi dell’Ottocento era già di maggiore
estensione, così come si
vede dalla fig. 2, stralcio
questa volta di una rara
carta militare austriaca
che illustra i dintorni di
Somma.
Ma pochi anni dopo, nel
catasto austro-ungarico
(detto “Nuovo Censo”,
per distinguerlo da quello Teresiano) aveva già
l’aspetto finale di grande
edificio chiuso sui quattro
lati a contorno del grande
cortile interno (fig. 3).
Non è qui possibile ricordare le molte e diverse
vicende che hanno seguito nel tempo l‘evolversi
sia della brughiera che
circondava la cascina, sia
della costruzione stessa: chi ne fosse curioso,
potrà rivolgersi alla bibliografia, in particolare
ai punti 1,2,3,4,5). Per
sommi capi, ricorderò che
la cascina ed il terreno circostante videro su di essi,
dal 1814 al 1849, il “dominio diretto” di Alessandro
Manzoni. Il gallaratese
Stefano Calcaterra, citato
in bibliografia, afferma
che: “...l’attuale notorietà
di Malpensa quale caserma, e campo di aviazione
militare... ha talmente
sopraffatta la modesta
origine del luogo... che
questa va scomparendo
anche negli anziani del
posto ...l’interesse è senza
dubbio accresciuto dal
sapere che Alessandro
Manzoni tenne il diretto
dominio di vasta porzione
del podere di Malpensa...
circostanza non nota od
affatto dimenticata”. E
pensate che l’attuale notorietà... era riferita al
Fig. 1: la cascina nel
catasto Teresiano
1940, quando Malpensa
era ben povera cosa rispetto ad oggi!
Altra nota di colore,
consiste nel fatto che al
tempo della sfortunata
battaglia di Novara, il
23 marzo 1849 durante
la prima guerra di indipendenza, la cascina
ospitò il quartier generale
del maresciallo Johann
Joseph Franz Karl Radetzky, Graf von Radetz,
comandante delle truppe
austriache nel milanese
dal 1831 al 1848, poi governatore generale del
regno Lombardo-Veneto
dal 1849 al 1857. Come
racconto nell’articolo citato in 6), anche dopo la
sconfitta di Novara, il
terreno della Malpensa
divenne luogo di manovre
militari dell’imperiale e
regio esercito austriaco,
così che i colpi di cannone
e le scariche di fucileria suonassero di ammonimento, a di là del
Ticino, ai piemontesi ed
ai patrioti lombardi colà
rifugiatisi.
1861: finalmente arriva l’unità d’Italia; pur
non essendo più linea di
confine, la brughiera di
Malpensa ospita ancora le manovre militari,
stavolta del Regio Esercito Italiano e la cascina diviene per un’altra
volta, sede di truppe e
addirittura diventa caserma del Reggimento
Savoia Cavalleria (fig. 4,
vecchia cartolina postale
di Somma dei primi anni
del Novecento).
Ma col nuovo secolo si avvera anche il volo “col più
pesante dell’aria”, e come
detto all’inizio i trentini
fratelli Caproni impiantano, a ridosso della cascina, il loro primo “hangar”
cui in poco tempo altri ne
seguiranno (fig. 5). E’ nata l’aviazione, coi leggeri
“velivoli” (il termine viene
Fig. 2: la cascina ai
primi del 1800
Fig. 3: la cascina nel
“Nuovo Censo”
coniato da Gabriele D’Annunzio, che sarà spesso a
Malpensa ed a Somma) di
legno e tela. La “Grande
Guerra” vede largo uso
della nuova arma, che
diverrà autonoma però
solo con Regio Decreto
del 20 marzo 1923.
Passa il tempo, passa la
campagna d’Etiopia che
vede usare in modo massiccio i “Caproni” come
bombardieri; passa anche
la seconda guerra mondiale, che vede Malpensa
dotarsi della prima pista
in calcestruzzo, dato che
il peso dei nuovi aerei
è ben diverso da quello
dei primi “velivoli”. Nell’ultima fase del tremendo conflitto, Malpensa è
la base del Gruppo da
Caccia “Asso di Bastoni”,
comandato da quell’intrepido aviatore che è il maggiore Adriano Visconti
(purtroppo ucciso il 29 di
Fig. 4: la cascina
diventa caserma
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 19
Bibliografia
1) A. Selvini,
D. Dell’Acqua, C. Parente
Dalla Cascina Malpensa
a Malpensa 2000,
Rivista del Dipartimento
del Territorio,
Roma, n° 2/1999.
La Cascina Malpensa, culla
dell’aviazione italiana,
Rivista dell’Agenzia
del Territorio,
Roma, n° 2/2006
Esiste ancora? L’idea di
una ricerca razionale è
partita dall’esame di un
volo aerofotogrammetrico
(It 2002) eseguito sull’intero territorio nazionale
dalla CGR, Compagnia
Generale Ripreseaeree
Fig. 6: la cascina
Malpensa, al centro
del fotogramma ed
a sinistra delle piste
aeroportuali
3) G. Bezoari, A. Selvini
D’une ferme du XVIII siécle
à l’aéroport intercontinental
de Malpensa.
Geomatik Schweiz,
Nr. 8/2006.
4) A. Selvini
L’antropizzazione della
brughiera di Malpensa
dal secondo dopoguerra
ad oggi, Spazio Aperto,
n° 4/ 2006.
Fig. 7: la targa a
ricordo del capitano
Luigi Bailo
di Parma; su uno dei fotogrammi si vede bene il
grande fabbricato chiuso
su tutti i lati (fig. 6), posto
appena a sinistra delle
piste di Malpensa 2000,
fig. 8: vista interna verso Nord
fig. 9: vista interna verso Est
Fig. 5: i primi
Hangar addossati
alla cascina
Malpensa
ed a ridosso dell’abitato di
Case Nuove. L’originale è
a colori e si vede bene il
rosso delle tegole di copertura dalla cascina.
Come già detto più so-
pra, l’indagine, da cui
è poi venuta la tesi di
laurea, voleva accertare
la situazione statica dello
storico immobile; è stato
necessario il permesso
del comandante del 2°
Deposito Centrale A.M.
di Gallarate, dato che la
El aeropuerto internacional
de Malpensa e el caserio
con el mismo nombre. Congreso
Internacional “Restaurar
la memoria”. Valladolid, 2008.
6) A. Selvini
2) G. Bezoari,
D. Dell’Acqua, A. Selvini
aprile del 1945, proprio
nella caserma milanese
di via Vincenzo Monti
del “Savoia Cavalleria”;
il suo ritratto è appeso
alle pareti dello Space
and Air Force Museum
di Washington, D.C., con
tutta la stima ed il “fair
play” dei suoi vecchi avversari statunitensi). Sul
campo di Malpensa aveva
già volato in prova, nel
1940, il primo aereo a reazione italiano, il “Campini
– Caproni”; negli ultimi
mesi di guerra, oltre ai
nostri gloriosi “Macchi
Castoldi 205” gli uomini di Visconti avevano
a disposizione anche i
Messerschmitt B109f ed
i primi turboreattori Messerschmitt 262.
E poi è la cronaca dei
nostri giorni; nasce sul
campo di Malpensa l’Aeroporto di Busto Arsizio
che diviene subito dopo
“Aeroporto Città di Milano”, poi nasce la SEA,
arrivano a Malpensa capi
di stato, accolti dai sindaci
di Somma con la fascia
tricolore: ne racconta anche Ignazio Vanelli (Ivan,
per la “Prealpina”) nei
suoi articoli e nei suoi
libricini (9).
Ma dove è finita la vecchia
cascina settecentesca?
5) G. Bezoari, A. Selvini
Eine österreichische
Militärkarte des Gebiets
zwischen dem Ticino- Fluss
und dem Flughafen Malpensa,
Geomatik Schweiz, Nr. 1/2008.
7) A. Bonini
La cascina Malpensa: dalla
brughiera grande a Malpensa
2000. Tesi di laurea in architettura,
Politecnico di Milano,
a.a.2004/2005.
8) S. Calcaterra
La Malpensa- Bonifica Tosi
e diretto dominio
di Alessandro Manzoni.
Rassegna Storica del
Seprio, Gallarate, vol.III, 1940.
9) I. Vanelli
A tiro di memoria,
Ed. Lativa. Varese, 1974.
cascina è oggi ancora di
proprietà demaniale e
assegnata all’Aeronautica Militare. Rilevamenti
topografici e fotografici
hanno constatato le discrete condizioni dell’immobile, in parte del quale
vivono le famiglie dei pochi militari di stanza a
Malpensa. Per i curiosi
che volessero conoscere
la posizione geografica
e cartografica del centro del cortile del grande
fabbricato, riporto qui
sotto sia le coordinate
geografiche nel sistema
italiano “Roma 40”, che in
quello cartografico Gauss
– Boaga:
coordinate geografiche:
latitudine φ =
45°38’40,037”,
longitudine λ =
-3°44’17,857”
coordinate
cartografiche:
E = 1 477 715 m;
N = 5 054 680 m
La longitudine è riferita a
Roma Monte Mario, non a
Greenwich; la coordinata
Est è convenzionale, dato
che la vera distanza dal
meridiano centrale del
fuso vede applicato un
valore di 1500 km, detto
“falsa origine”, mentre la
coordinata Nord indica
la distanza cartografica
dall’equatore.
La fig. 7 mostra la targa
posta all’interno della
Cascina Malpensa, in ricordo di Luigi Bailo, uno
dei pionieri dell’aviazione
italiana, morto in combattimento nel cielo di
Lubjana il 18 febbraio
1916; al capitano Bailo è tuttora dedicata la
modesta parte militare
dell’aeroporto.
Le figure 8, 9 e 10 mostrano (al solito in origine
sono a colori) tre delle
viste interne del vecchio
fabbricato.
Un po’ malinconica, la
Cascina Malpensa, così
come disse il Calcaterra
quasi settant’anni fa, ha
ceduto il proprio nome al
possente e discusso “hub”
e, se non completamente
abbandonata, si trova in
condizioni di manutenzione non certo eccellenti.
Speriamo che non la si
voglia demolire: invito,
per quanto la mia flebile
voce possa servire, sia il
Comune di Somma che
le varie Sovrintendenze non solo, ma anche il
ministro Sandro Bondi
del competente Dicastero, a studiare le misure
necessarie per farne un
monumento a ricordo di
quanto, in più di due secoli, è avvenuto nel suo
intorno.
Attilio Selvini
professore nella Facoltà
di Architettura e Società
del Politecnico di
Milano
fig. 10: vista interna verso Sud
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 20
La Banda c’è...
...i sommesi pure!
L’esperimento del raduno bandistico serale tentato lo scorso 18 Ottobre
ha avuto un esito al di là
delle iniziali aspettative.
Complice anche il clima
mite, per non parlare
della collaborazione della Protezione Civile, del
vin brulè preparato dall’Associazione Nazionale
Alpini e delle caldarroste
dello Sci Club Assi la serata è stata un successo:
i sommesi hanno risposto
numerosi all’invito presso Piazza Vittorio Veneto
ed hanno supportato con
calore le performance
offerte dal corpo musicale e da tutte le bande
intervenute.
Un grazie di cuore a tutti
coloro che hanno partecipato alla realizzazione della manifestazione,
all’amministrazione comunale, agli sponsor e
soprattutto ai sommesi
ai quali diamo appuntamento per l’8 dicembre
con il consueto concerto
presso la Basilica di Sant’Agnese.
Il sassofono
Lo strumento musicale
che vogliamo presentare
in questo numero è il
sassofono, lo strumento
più moderno e forse più
famoso degli strumenti
a fiato.
La famiglia dei sassofoni è composta da sette
elementi, i più diffusi sono: il soprano, il
contralto, il tenore ed il
baritono.
Nella nostra banda abbiamo: 3 sax contralti,
Roberto Bosio, Federico
Poli, che all’occorrenza
suona anche il sax baritono, Dario Mischio
(maestro del Corpo musicale Santa Cecilia di
Castiglione Olona che
abbiamo ospitato nel
nostro raduno) e Andrè Albini, 2 sax tenori,
Giovanni Montagner e
Franco Bellebono ed un
sax soprano affidato ad
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uno dei nostri giovani di
“maggiore esperienza”
Luigi Peruzzotti.
Un po’ di storia
Il sassofono, o “sax”, è lo
strumento più giovane
tra quelli presenti in orchestra, ed è uno dei pochi
ad essere stato “inventato” e non derivante
da evoluzioni di
altri strumenti.
Il belga Antoine Joseph Sax,
conosciuto come
Adolphe Sax, realizza
il primo saxofono nel
1840, e 4 anni dopo lo
inaugura con un concerto
a Parigi dove si trasferì.
La prima versione era
piuttosto simile all’attuale baritono, Sax continuò a perfezionare la sua
invenzione introducendo
una serie di varianti.
Adolphe Sax si proponeva di realizzare uno strumento metallico con le
qualità sonore e timbriche vicine agli strumenti
a corda. Sax dimostrò
che sono le proporzioni
della colonna d’aria che
si forma all’interno del
tubo e non il materiale
a determinare le qualità
timbriche dello strumento. Il sassofono, infatti,
è a metà strada tra il
clarinetto (strumento in
legno ad ancia semplice)
ed il flicorno (strumento
metallico) e pur essendo
uno strumento in metallo è classificato nella
famiglia dei legni e la sua
disposizione in orchestra
è accanto ai clarinetti.
Come tutte le grandi innovazioni conobbe critici feroci e appassionati
sostenitori tra i quali
Rossini e Berlioz.
Poco dopo la sua inven-
zione il sassofono soprano è accolto nelle bande
civili e militari senza
riuscire però a trovare
collocazione nelle orchestre.
Le prime lezioni di saxofono furono impartite
nel Ginnasio Militare di
Parigi nel 1847 e successivamente nel conserva-
torio parigino dove Sax
insegnò fino al 1870.
L’impegno di Sax non
conobbe soste e nel 1848
il suo laboratorio artigianale si trasformo in una
fabbrica che impiegava
più di 200 lavoratori.
Sax morì nel 1894 senza
poter vedere l’affermazione della sua invenzione, data la recente
creazione dello strumento non esisteva ancora
un repertorio classico
specifico e le orchestre
si mostravano reticenti
ad accoglierlo.
Fu solo nei primi decenni
del 1900 che il sassofono
fu incluso nell’opera di
compositori quali Stravinsky, Debussy, Bizet
e ancora Ravel con il
famoso bolero introducendolo definitivamente
nell’organico delle or-
Il Corso Allievi
Il Corpo musicale “La Cittadina” non avrebbe
resistito fino ad oggi e non avrebbe raggiunto
il livello artistico attuale senza l’apporto costante
di forze nuove.
Dal 1979 è stato attivato un corso di orientamento musicale rivolto sia a
ragazzi che adulti con il desiderio di apprendere o approfondire lo studio
di uno strumento musicale scegliendo tra:
Flauto
Clarinetto
Sassofono
Tromba
Trombone
Flicorno
Il percorso di studio, che prevede lezioni individuali e collettive AFFIDATE A MAESTRI DIPLOMATI, è costruito sulle esigenze dei partecipanti
e prevede:
• un livello di base per principianti
• un livello avanzato per i più esperti che possono accedere a corsi di approfondimento
Per chi intende affrontare un percorso professionale è possibile
creare un piano di studi finalizzato alle ammissioni ai corsi di
laurea di primo e secondo livello previsti dalle accademie di
alta formazione musicale dei conservatori. L’ottimo livello di
preparazione è testimoniato dai brillanti risultati raggiunti dagli
allievi che hanno proseguito gli studi in conservatorio dove, in
diversi casi, sono stati subito ammessi al secondo anno.
Per informazioni vi aspettiamo tutti i mercoledì dalle
21.00 alle 22.30 presso la sede di via Fuser, 5.
[email protected].
ch e stre
sinfoniche.
La prima guerra mondiale contribuì a
disperdere gli
strumenti esistenti
che venivano venduti
in Francia nei mercatini
e dai ferrivecchi per il
valore del rame o dell’ottone di cui erano fatti e
fu così che molti musicisti americani poterono
acquistare un sassofono
e portarlo negli Stati
Uniti.
In america il nuovo strumento fu accolto dapprima nelle orchestre da
ballo e più tardi nelle
formazioni jazz.
Negli anni Trenta dai
piccoli complessi di solisti si passò alle Big Band
e poi tra il 1940 e il ’50
si fece strada il Bebop il
cui interprete più famoso
è Charlie Parker.
A partire dall’ultimo
quarto del XX secolo la
versatilità dei sassofoni ha permesso di introdurli negli ambienti
musicali più diversi e
definitivamente adottati dal rock: impossibile
non pensare al sax di
Clarence “Big Man” Clamons che con la E Street
Band ha accompagnato
più volte Bruce Springsteen.
Il processo
di fabbricazione
Sono necessarie più di
800 operazioni meccaniche prima di poter
assemblare i circa 300
pezzi che costituiscono
un sassofono, un’autentica meraviglia di ingegno,
precisione e armonia.
Le parti metalliche del
sassofono sono lavorate
secondo le più disparate
tecniche della metallurgia.
Anticamente il lavoro veniva svolto interamente
a mano: le lastre metalliche piane venivano avvolte intorno ad appositi
stampi conici e saldate.
La forma svasata della
campana era ricavata
tramite martellatura
su apposite incudini in
legno.
I fori venivano praticati
con apposite frese e le
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taverna e box doppio.
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proiezioni cilindriche che
fungono da appoggio alla
chiave chiusa (detti caminetti) saldati sui fori.
Oggi si utilizzano moderne macchine a controllo,
presse ed una tecnica che
prevede l’introduzione di
acqua ad alta pressione all’interno dei fusti
grezzi, per far aderire il
metallo all’interno dello
stampo conico.
La lavorazione del fusto
del sassofono prevede
una cottura, una fase
di lavorazione in cui il
fusto viene portato ad
alte temperature per
favorirne la successiva
risposta alle vibrazioni
sonore.
L’occhio esperto dell’artigiano è fondamentale
per questo tipo di lavorazione.
Vengono poi saldate a
stagno tutte le colonnette su cui gireranno le
chiavi ed altri elementi.
Infine si cura la finitura
superficiale: lucidatura,
incisioni decorative, verniciatura o placcatura.
Infine, rimane insostituibile il lavoro manuale in
tutte le fasi di montaggio,
rifinitura e regolazione.
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Recente villa a schiera in perfette condizioni con caratteristica mansarda open-space,
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aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 21
La Fondazione Visconti di San Vito festeggia
in Castello la Santa Patrona di Somma
“Accoglienza e Solidarieta’” i messaggi che l’Avv.
Gaetano Galeone ha voluto condividere con la
nostra Città nel giorno
della festa patronale.
Accoglienza e solidarietà serbati concretamente ad una famiglia
tunisina che da qualche
anno vive nella nostra
comunità e segnalata
alla Fondazione dall’Ufficio Politiche Sociali e
dall’Amministrazione
Comunale per la sua
capacità d’inserimento
nella nostra cultura e
per avere sempre dimostrato nella legalità la
buona volontà per crescere con noi nel lavoro
e nella civile convivenza, assicurando dignità
all’intera famiglia con
l’istruzione dei figli e
soprattutto impegnandosi nell’affrontare le
quotidiane difficoltà
della vita.
Una Sant’Agnese “ecumenica” come ha sottolineato il presidente
Galeone nel suo saluto
rivolto al Prevosto ed al
Sindaco, attorniati dai
rappresentanti di diverse Associazioni sommesi e dalla nostra gente
che ospiti in Castello per
il tradizionale rinfresco
offerto dalla Fondazione Visconti di San Vito,
esprimevano festanti la
venerazione alla Santa
La famiglia tunisina
con i rappresentanti
delle autorità
L’Avv. Galeone premia
la signora Carla Bossi
Martire Romana da secoli patrona dei Visconti
e di Somma.
Nell’ottica di questo ecumenismo, significativo
riconoscimento non solo
a Sommesi venuti da
lontano, ma anche ad
una sommese DOC che
da tanti anni, nel silenzio quotidianamente accudisce amorevolmente
un giovane magrebino
che appena arrivato anni fa a Somma fu colpito
da menencite.
Oggi, ricoverato presso la nostra struttura ospedaliera, trova
assistenza materna e
disinteressata nella nostra concittadina Maria
Carla Bossi.
A lei l’Avv. Galeone ha
rivolto un elogio ed un
grazie, accompagnati
dal plauso del Sindaco
Arch. Colombo, e dalla
consegna della medaglia della Fondazione.
Due momenti di alto
contenuto che hanno
sottolineato il vero volto
della Fondazione che
vuole essere una realtà
viva della Città e che
cerca di promuovere
attraverso il suo operato, la cultura, l’arte, il
volontariato, le scuole e
la dignità umana.
Un valore che non ha
colori ma che si fonda sui
principi intramontabili
potranno sentirsi interpellati da valori quali il
rispetto della persona,
della vita, dell’ambiente,
l’impegno nello studio e
nel lavoro, la solidarietà, la disponibilità alla
partecipazione attiva,
l’amore per la propria
scuola, il proprio paese
e potranno poi essere
cittadini responsabili,
nel mondo”.
Questo bellissimo progetto arrivato alla sua
sesta edizione, non deve
della vita.
Concetto sentito e ribadito con grande sensibilità e garbo dall’Avv.
Galeone, non sommese di nascita ma che
ama Somma e che si
sente orgoglioso di “appartenere” alla nostra
comunità. Per questo,
mi auguro che la nostra
Città gli doni quel segno
di affetto ed amicizia che
merita.
Maurizio
Maria Rossi
Il presepe vivente delle “Macchi”
Oggi tornando dal lavoro, mi ha accolto, lungo
le strade della nostra
cittadina, una lunga
scia colorata, luminosa,
festosa, fatta di stelle,
angeli, pastori, antichi
mestieri, popoli lontani
e grandi personaggi di
un antico racconto! Ma,
soprattutto sono stata
accolta da luci, sorrisi,
bontà celestiali, umiltà,
generosità, diversità e
sempre attuale verità
evangelica.
Dall’annuncio a Maria
davanti la nostra scuola,
ripercorrendo il suo sì e
l’amore del suo sposo, attraverso le vie del paese
in silenziosa processione, come ad indicare il loro lungo cammino verso
Betlemme, per giungere
davanti al Castello, la
grande città, ove non
si trova un posto per il
nascituro; fino al compimento della nascita,
non senza qualche momento d’ilarità, grazie
ai due umili personaggi,
il bue e l’asino! Per poi
proseguire nel racconto
con l’arrivo dei Magi,
segno e simbolo della
potenza e della ricchezza
che si piega davanti al
re bambino. Infine la S.
Messa in Sant’Agnese,
con le letture antiche
e le preghiere semplici,
le offerte e i canti, le
benedizioni e i saluti.
Tutto mi è sembrato così
antico, remoto, tradizionale, cristiano, ma anche
reale, vero, presente e
vivo. Guardavo recitare i
ragazzi delle due quinte,
A e B, i volti assorti delle
comparse e riflettevo su
come questa esperienza
possa far crescere, maturare e comprendere a
tutti che il Natale, quello
autentico, è proprio lì:
in quel sì dell’accettare
tutti i giorni la fatica e
l’impegno del quotidiano, nel camminare, per
alcuni anche verso paesi e mondi sconosciuti,
nel trovare il proprio
posto nella società; ma,
anche, nella gioia, nella
festa, nello stare insieme, nel divertimento,
nel donare e ricevere, e
soprattutto nel seguire
la propria stella! Guardavo poi, tutti gli adulti
presenti: dai genitori ai
docenti, dai sacerdoti ai
Dirigenti, dai rappresentanti ai responsabili
della società; tutti adulti
che educano, pronti a
trasformare progetti,
in azioni, a condividere
una proposta educativa
chiara, semplice, antica, com’ è il Presepe
vivente e riflettevo che
questo è un vero esempio di “Patto educativo
di corresponsabilità
tra scuola e famiglia”,
proprio quello pensato
e proposto dall’Ufficio
Scolastico Regionale
per la Lombardia. Infatti, “solo di fronte ad
una proposta condivisa
dagli adulti, i ragazzi
quindi, essere solo riproposto, ma ampliato,
pubblicizzato e valorizzato, per dare più spazio
al “bello che vi è nella
nostra scuola”.
Gli alunni
delle “Macchi”
spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 22
L’anticipatore, il pacificatore
Almirante l’anticipatore,
Almirante il Pacificatore. Tra le tante possibili,
chiavi di lettura per ricordare il leader del MsiDn, credo siano queste le
più adatte oggi. Che cosa
ha anticipato? La crisi
del sistema della Prima
Repubblica. Che cosa ha
voluto pacificare? I cuori
e la memoria degli italiani oltre la pesante eredità
della guerra civile, la cui
ombra s’è allungata sui
decenni successivi avvelenando e alterando
il confronto politico in
Italia. Non sono in realtà due aspetti separati.
Perchè il bisogno di ritrovare la concordia tra
gli italiani è cresciuto con
forza proprio nel tempo in
cui il sistema è franato
nel discredito. I valori
condivisi con cui si cerca
a tutt’oggi di ricostruire la Repubblica fanno
tutt’uno con il recupero
di una storia altrettanto
condivisa.
La critica di Almirante al
sistema appare collegata
a una visione di “lunga
durata”. Credo che la crisi odierna, al di là delle
motivazioni legate al presente contesto storico, sia
una crisi che venga da
lontano, e che trovi i suoi
prodromi nella seconda
metà degli anni Settanta, quando gli italiani
cominciano a osservare
A vent’anni
dalla sua
scomparsa,
attualità
del messaggio
politico
di Giorgio
Almirante
l’occupazione massiccia,
asfissiante e sistematica
di ogni ambito pubblico
da parte dei partiti del
famoso arco costituzionale. Difficile stabilire
una data di inizio, dal
momento che i grandi
processi sociali partono
sempre silenziosamente. Certo è che il Msi è
estraneo al banchetto.
E Almirante sferza con
implacabile ironia i commensali degli anni ’70 e
’80, che mai come allora
s’erano rivelati tanto ingordi, nonostante la storia della Repubblica fosse
stata già punteggiata da
numerosi scandali.
Nel suo libro, “Processo
alla Repubblica”, troviamo pagine freschissime,
pagine capaci di parlarci
anche del nostro presente. Il senso di estraneità
verso il sistema di potere non è passione per
il ghetto ma percezione dell’esistenza di una
maggioranza morale nel
Paese, ancorchè questa
maggioranza non sia adeguamente rappresentata
politicamente. Ma è verso
quel mondo, ben al di là
dell’elettorato del Msi,
che Almirante indirizza
il suo messaggio. Quando
affronta i nodi dell’anima
italiana il leader missino parla un linguaggio
che può essere condiviso
anche da chi non vota
per lui. Ecco un passo
illuminante di quel libro
attualissimo:<La crisi
di vertice, cioè la crisi,
il fallimento della classe
dirigente del dopoguerra, mi preoccupa relativamente assai poco. Se
la crisi fosse di vertice,
avrebbero ragione coloro
che pensano di risolvere
tutti i problemi con una
qualsiasi riforma di leggi
elettorali, o con qualche
modesta operazione di
ingegneria costituzionale. La crisi è di base,
affonda le radici nella società, nel costume civile,
nell’alterato o capovolto
rapporto diritti-doveri;
la crisi è di credibilità,
la crisi è di sfiducia, la
crisi è di totale disorientamento. Ecco perchè
questa Repubblica non
è di nessuno, nessuno
la vuole, nessuno se ne
sente proprietario e quindi corresponsabile. La
tremenda verità è que-
sta: il cittadino italiano è
estraneo alla Repubblica,
la Repubblica è estranea
al cittadino italiano>. In
questa opposizione al
sistema c’era il grido di
rabbia per lo scollamento
morale degli italiani e
c’era lo stare dalla parte
della gente vera, per ricomporre, alla base della
società, quell’unità negata dal vertice politico.
Ecco perchè torna oggi
d’attualità la lezione di
Almirante. Non posso
però fare a meno di aggiungere, a questa punto,
una nota di speranza,
dal momento che l’Italia
uscita dalle elezioni del
13 e 14 aprile ha iniziato
a percorrere la strada
della propria ricomposizione morale. E la lezione
di Almirante si rivela
anche nella necessità non
più rimandabile, di fare le
riforme istituzionali per
ridare al Paese coesione
e restituire credibilità
ai centri della decisione
politica. E qui ritorniamo
alla pacificazione. Non
è solo riconquista della
memoria. E’ l’idea di un
nuovo patto tra italiani.
Vorrei citare, in conclusione, uno dei più struggenti passi di “Autobiografia di un fucilatore”.
Almirante si riferisce all’immediato dopoguerra ,
quando ai vinti di Salò si
pone il problema del “che
fare”. La risposta è che
lo <spirito di generosità nazionale> occorreva
dimostrarlo allora <continuando a interpretare l’Italia e a difendere
l’Italia nell’unico modo
giusto, cioè attraverso
la fine della guerra civile e la pacificazione>.
Il ritrovarsi tra italiani
senza più odi era innanzi
tutto un atto del cuore:
<Se ci eravamo gettati in
un’avventura di sangue.
Dovevamo adesso restituire in misura d’amore,
come ci aveva insegnato il
poeta cieco e assassinato
Carlo Borsani, quello che
era stato dato in misura
di sangue>.
Per la generazione di Almirante, la pacificazione
significò innanzi tutto
lottare per restituire agli
italiani il loro passato.
Oggi significa permettere alla nostra gente di
riconquuistare il futuro.
Per il Comitato
Naz. Ricerche ed
Onoranze Caduti
della R.S.I.
Direzione Nazionale
Somma Lombardo
On. Franco Servello
Errata corrige
Mi corre l’obbligo di rettificare alcune imprecisioni contenute nell’articolo a mia firma “Perchè
nascondere la verità” apparso su questo periodico a pagina 14 del numero di dicembre 2008.
Così era il testo originale, dove in neretto evidenzio gli errori di stampa: Conosco dei comunisti con
i quali è possibile parlare, discutere e confrontarsi.
Ne conosco altri con i quali è impossibile farlo.
Ce n’è ne uno che ho la fortuna di non conoscere
personalmente che ritengo davvero improponibile
anche per essere un comunista.
Inoltre, la cultura del soggetto in questione è
illimitata, non illuminata.
Vi sono altre piccole imprecisioni meno rilevanti,
ma queste sopra evidenziate rischiavano di far
fraintendere il significato di ciò che ho scritto.
Giampiero Ingignoli
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spazio
aperto
anno XIII n. 1 marzo 2009 • pagina 23
Iniziate l’anno con un gesto d’amore!
Il periodo del Natale e
delle feste ormai è solo un
lontano ricordo, e con lui
il solito rituale degli acquisti di cuccioli per sé e
per i propri figli. L’idea di
iniziare un percorso di vita insieme ad un cucciolo
di cane o di gatto certo fa
onore, responsabilizza e
non fa sentire più soli,
ma è bene ricordare che
i cuccioli crescono e possono cambiare carattere
man mano, rischiando di
impedire o rendere molto complicata, per vari
motivi, la prosecuzione
della convivenza col proprio padrone. Perciò vi
consiglio, da padrona di
un’adorabile cagnolina
presa al canile alla veneranda età di circa 12
anni, di provare l’esperienza meravigliosa di
condividere la propria
vita con un amico a quattro zampe che abbia già
un proprio carattere definito e conosciuto e che,
avendo conosciuto la sofferenza dell’abbandono,
sia pronto ad affiancarsi
a voi come compagno fidato e riconoscente per il
resto della sua esistenza.
I volontari dell’Associazione A.P.A.R., che da
anni gestisce con succes-
so il Canile di Gallarate,
vogliono farvi conoscere
alcuni degli ospiti che
necessitano, per vari motivi, di essere affidati in
adozione il più presto
possibile.
LINDA: è un cagnolina
di piccola taglia di circa 11 anni, da quattro
mesi al canile; bianca a
macchie, molto golosa,
ha un leggero soffio cardiaco sotto controllo; di
carattere buono e molto
allegro, ama uscire a fare
lunghe passeggiate e il
contatto con le persone
che si prendono cura di
lei.
DIDI’: è un maschietto
di media taglia, di circa
4 anni, di uno splendido
color nutella e dal carattere dolce come lei!
Per lui uscire è d’obbligo,
ama camminare accanto
al padrone e avere compagnia umana per non
abbaiare.
WILLIE: è un maschietto di piccola taglia, tipo
Linda
morbido che ricorda quello dei chow-chow; non
ama la compagnia degli
altri cani, con cui tende
a polemizzare, ma con le
persone è estremamente
buono e ubbidiente e si
lascia guidare ovunque
con docilità.
spinoncino, di circa 8 anni, di color marroncino
chiaro e champagne; di
carattere dolce e aristocratico, abita al canile
dall’abbandono dei suoi
padroni per “ragioni
oscure”. Ha sofferto molto, ora con la compagnia
di Linda e Didì “sopravvive”, ma ha bisogno di
una vera famiglia al più
presto.
TRUDI: è una splendida
lupa di circa due anni a
pelo lungo, tolta ad una
famiglia che la teneva
con il solo scopo della riproduzione, in condizioni
proibitive. Estremamente intelligente, dolce e
ubbidiente, segue attentamente con lo sguardo
chi ha accanto e lo segue
ovunque con affetto e
devozione.
BJRON: ultimo, ma non
per importanza, è questo
splendido esemplare di
lupo di circa 4/5 anni,
dall’aria nobile e maestosa; giocoso e vivace,
sa essere davvero docile
e ubbidiente; dopo varie
vicissitudini, è al canile
da circa due anni e mezzo, dove sta aspettando di
trovare una bella casa,
con giardino e soprattutto con un bel recinto
alto!
Edoardo
perché tende a soffrire
particolarmente la solitudine.
GIORGIO: è un cane
lupo di 7 anni, timido e
affettuoso; arrivato in
canile da pochissimi giorni, la famiglia ha dovuto
privarsene con dolore per
gravi motivi famigliari,
scegliendo di tenere con
sé l’altro amico a quattro
zampe, molto più anziano e bisognoso.
tutto da scoprire, facendo
passeggiate rilassanti
con un padrone attento
e fidato.
EDOARDO: è un maschio di circa 3 anni di
taglia media, bianco a
macchie marroncine, dal
bellissimo pelo lungo e
Questi sono solo alcuni
degli ospiti che potrete conoscere e imparare ad amare al Canile
di Gallarate (apar_
[email protected]),
se andate a trovarli vi
garantisco che capirete
anche voi perché ci sta
così a cuore il loro benessere e la loro felicità!
Elisa Guglielmo
AMELIA: giovane lupetta di 2 anni, di taglia
medio-piccola, di color
grigio e nocciola; ospite
del canile da venti giorni,
cerca un padrone dolce e premuroso con cui
scambiarsi tantissime
coccole.
MIKI: è un maschietto
di media taglia, di circa
5 anni, tipo spinone, di
colore focato; da più di
due anni in canile, è una
buona forchetta e ama
avere con sé una compagna a quattro zampe,
OLIVER: al canile da
vari anni, Oliver è un
incrocio con un Halaskan
Malamuth,di colore bianco e nero; leggermente
ipovedente, vorrebbe
passare gli ultimi anni
in un piccolo giardino
L’educazione inizia da piccoli:
una proposta per le scuole
Rispetto ad una decina d’anni fa, ho ravvisato con soddisfazione
un netto cambio di direzione nella visione
dell’animale in quanto tale: da oggetto privo di diritti, in balìa
dei capricci di padroni
incauti, incompetenti
o addirittura crudeli,
progressivamente ha
acquisito la status di
creatura vivente dotata
di sensazioni, emozioni e
pensieri propri. La legislazione stessa si è fatta,
e si fa tutt’ora portavoce
di tale mutamento di
veduta, sensibilizzando l’opinione pubblica
e ponendo un freno a
maltrattamenti e abusi
sulle bestiole, rappresentando a mio parere
un salto in avanti in termini di progresso della
nostra civiltà.
In quanto volontaria
A.P.A.R. e proprietaria di
cani, nonché insegnante,
sento la necessità di diffondere il mio messaggio
d’amore per gli animali
a chi, un giorno, avrà tra
le mani il destino della
nostra città, a chi potrà
fare la differenza nel
renderla più civile e vivibile, a chi avrà l’onore e
l’onere di prendersi cura
di altre persone e degli
stessi animali...insomma ai bambini, il nostro
futuro. Troppo spesso,
purtroppo, mi capita an-
cora di apprendere dai
media di sciocchi scherzi
compiuti ai danni di gatti, di maltrattamenti ai
cani attuati per anni tra
le mura domestiche, di
veri e propri atti di violenza inaudita (lanciarli
dai finestrini di auto in
corsa, tentare di avvelenarli...). Se gli adulti,
che dovrebbero comportarsi in modo educativo
e responsabile, mostrano il lato peggiore di
sé verso creature innocenti, mi chiedo quali
insegnamenti potranno
trasmettere ai propri
figli... Da quest’amara
riflessione nasce la mia
idea di proporre, utilizzando come tramite
Spazio Aperto, una collaborazione tra il Canile
di Gallarate, di cui faccio
parte, e le Direzioni didattiche sommesi.
Abbozzando un’ipotesi
di lavoro, gli alunni potrebbero, ad esempio,
prendersi cura (con adozioni a distanza) dei cani ospiti, ricevendo in
cambio informazioni e
insegnamenti positivi
dai volontari circa le cure necessarie per il loro
benessere e, ponendo
in essere un opportuno
progetto “ad hoc” con
l’aiuto di tutte le parti
interessate, si potrebbe
pensare di avvicinare ulteriormente queste due
realtà. Si favorirebbe, da
Bjron
un lato, il mantenimento
degli animali ospiti e,
dall’altro, si otterrebbe
certamente un arricchimento, in termini di sensibilità e responsabilità,
degli alunni, più consci
di un universo a loro
molto vicino, ma spesso
sconosciuto o ignorato. Saranno proprio i
bambini in seguito a ritrasmettere ai “grandi”
i valori sani acquisiti,
ad insegnare loro il rispetto del più debole,
l’amore e la tolleranza
verso il prossimo, bipede
o quadrupede che sia,
e l’importanza di dare
aiuto a chi si trovi in
difficoltà.
Mi auspico che tale collaborazione non resti semplicemente sulla carta,
ma anzi è mio grande desiderio che diventi presto un progetto concreto
e attuabile, un segno
tangibile di impegno per
la tutela degli animali
e la sensibilizzazione
della cittadinanza.
Elisa Guglielmo
La foto
del mese
8 marzo 2009
un augurio a
tutte le donne
Buon compleanno “A.S.D.”
Bocciofila Italia Nuova
Nel territorio di Somma
Lombardo esiste una società bocciofila che compie, il 15 maggio 2009,
settant’anni essendo
stata fondata da un
gruppo d’amici e amanti
del gioco delle bocce, nel
lontano 1939.
E’ l’ultima bocciofila
rimasta attiva nel nostro comune e prosegue
la sua attività con lo
stesso spirito goliardico sportivo e tenace
dei soci fondatori, che
l’hanno vista superare
indenne momenti storici
“complicati” degli anni
passati.
Attualmente la bocciofila è costituita da una
quarantina di atleti che
praticano gare a livello
nazionale – regionale
– provinciale, appartenenti a tutte le categorie (esordienti – ragazzi – allievi – senior
maschile e femminile) e
da tanti amici e appassionati che frequentano
il Bocciodromo, che si
trova a Mezzana in Piazza Santo Stefano 11,
presso il “Ristobar Italia
Nuova” di Carlo Crema,
attivo sostenitore della
società.
Il nuovo Consiglio formatosi il 10/11/2008,
così composto dal Presidente Claudio Marcelli, dal Vicepresidente
Gianfranco De Cunto,
dal DT Luigi Casalin,
dal Segr. Gaspare Mazzuchelli e dai ConsiglieRic.
1945
2009
Coordinamento donne ACLI
Somma Lombardo
Dalla parte
delle donne
ri Revisori Conti Bruno
Airoldi, Angelo Marcelli
e Fausto Nicolini, intende festeggiare questo anniversario storico
dello sport delle bocce,
con tutti gli onori che
merita.
D’accordo con l’Amministrazione Comunale,
organizzerà una gara
Regionale denomina-
n° 440
SMOKE TENCONI
ta “Primo Trofeo Città
di Somma Lombardo”,
che verrà inserita nella
locandina dei festeggiamenti per i 50 anni
della nostra società, che
si svolgerà dal 24/04 l
22/05/2009.
La Bocciofila Italia Nuova ringrazia tutti gli
sponsor che sostengono,
con il loro contributo, le
attività e le iniziative
della Società.
Per chiunque volesse
provare a comentarsi in
questo sport per tutti, i
soci della Bocciofila Italia Nuova vi aspettano
numerosi.
Il Consiglio Bocciofila
Italia Nuova
Claudio Marcelli
Presidente
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Da un anno circa e precisamente dall’8 Marzo del
2008 alle ACLI di Somma Lombardo è stato aperto
lo sportello “Coordinamento Donne”.
Non a caso è stata scelta questa data, si è voluto
riportare alla mente la celebrazione delle vittime
di quel terribile episodio che nel 1908 in un’industria tessile di New York, ha provocato la morte di
tante operaie che protestavano contro le disumane
condizioni di lavoro. Per questo è nato lo Sportello,
proprio a tutela delle donne, giovani e meno giovani
che potranno rivolgersi alle operatrici per qualsiasi
problema sia nell’ambito familiare che lavorativo e
sociale. E, poiché molti problemi sono comuni, visto
che oggi nella famiglia vi è molta collaborazione,
il nostro aiuto e la nostra disponibilità è estesa
anche agli uomini. Forse non molti sono informati
di quanto lo sportello può essere d’aiuto nel dare
un concreto contributo nel risolvere i problemi
relativi ai diritti della persona, alle relazioni, al
lavoro e alla famiglia, con la collaborazione, per
i casi più gravi, degli avvocati ed eventualmente
dello psicologo. Le problematiche che vengono affrontate sono molteplici: dalle separazioni e divorzi,
all’affidamento dei figli, ai problemi di convivenza,
di violenza, agli extracomunitari e non ultimo il
lavoro. Operiamo in collaborazione con gli altri
nostri servizi quali: lo Sportello, il Patronato, la
Lega Consumatori e il Consultorio Giuridico della
Famiglia, per cui i problemi meno gravi possono
essere risolti in sede e in breve tempo.
Dato che il lavoro è tanto le ACLI e in particolare
lo sportello “Coordinamento Donne” avrebbero bisogno di altri volontari da affiancare agli operatori
già presenti. Se qualcuno si rende disponibile, ad
aiutare gli altri saremo felicissimi di accoglierlo
nella grande famiglia ACLI. Lo sportello è a vostra
disposizione il lunedì e il mercoledì dalle 16,30 alle
18,30. Siamo in via Mameli 66/68. Tel. 0331/250047
e.mail [email protected]
Auguriamo a tutte le donne un Buon 8 marzo
Il Coordinamento Donne ACLI
Somma Lombardo