claves comprensión oral nivel avanzado

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claves comprensión oral nivel avanzado
Escuelas Oficiales de Idiomas
CONSEJERÍA DE EDUCACIÓN
Comunidad de Madrid
CLAVES COMPRENSIÓN ORAL NIVEL AVANZADO
PRIMO COMPITO: PASSEGGERI CHE NON PAGANO
ITEM
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SECONDO COMPITO: DONNE E IMMAGINE MEDIATICA
ITEM
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OPZIONE
A
A
A
C
A
B
C
C
B
A
TERZO COMPITO: L’ITALIA IN RASSEGNA
TESTO
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TITOLO
D
F
E
H
C
J
I
B
TRANSCRIPCIONES
PRIMO COMPITO – PASSEGGERI CHE NON PAGANO
Conduttore:
Allora parliamo, come detto, di chi non paga il biglietto sulle metropolitane
e sugli autobus e poi naturalmente anche delle conseguenze di questa
vera e propria evasione, di questo viaggio a scrocco sulle finanze di queste
aziende che già versano per la maggior parte dei casi in cattive condizioni.
Allora abbiamo in linea il professor Marcello Panettoni presidente di Astra,
l’Astra è l’associazione delle società enti del trasporto pubblico locale, (0)
un’associazione che riunisce praticamente la maggior parte delle
imprese del trasporto pubblico locale, di proprietà degli enti locali e
delle regioni, ma anche di imprese private. Professor Panettoni buona
sera.
M. Panettoni:
Buona sera a Lei e agli ascoltatori.
Conduttore:
Ecco, voi avete condotto questa indagine molto interessante, molto
approfondita perchè insomma finalmente (1) si è riusciti anche a
tracciare un po’ il profilo di chi sale sull’autobus o sulla
metropolitana rischiando la multa che poi (2) nella maggior parte
dei casi non viene neanche pagata, cioè, in gran parte dei casi non
viene neanche pagata, un caso su tre e comunque, diciamo, si può anche
capire chi è che tenta la sorte sperando di non essere colto in fallo
naturalmente.
M.Panettoni:
E’ così, è stato un lavoro di un anno che ha coinvolto quattordici delle
maggiori aziende del paese distribuite in maniera opportuna su tutto il
territorio nazionale, (3) quattordici aziende che però rappresentano
circa il 58% dei passeggeri trasportati, quindi molto attendibile come
campione e (4) ci è servito per comprendere con sufficiente
approssimazione l’entità del fenomeno sul quale c’era fino a qualche
tempo fa solo la percezione di un fatto che stava crescendo ma con
valutazioni molto diformi da una realtà all’altra, e poi anche una fotografia
di coloro che appunto abitualmente o saltuariamente non pagano il
biglietto.
Conduttore:
Ecco, io ho detto all’inizio che circa un utente su cinque viaggia gratis,
praticamente questo che danno comporta in termini finanziari per le
aziende?
M. Panettoni:
Guardi, una cifra stimata fra i 450 e i 500 milioni di euro all’anno.
Conduttore:
Addirittura.
M. Panettoni:
Una cifra impressionante con un danno che è economico per le aziende,
ma è anche un fatto sociale perchè lei sa molto bene, come ogni utente,
come ogni cliente dei nostri servizi che è in ordine avendo pagato il
biglietto o avendo l’abbonamento vede con fastidio come altri passeggeri
non annullano il biglietto, non lo convalidano e che magari sono potenziali
evasori o sono reali evasori, e quindi (5) abbiamo anche un’esigenza
di dare sicurezza e certezza a tutti coloro che utilizzano i nostri
mezzi, che tutti coloro che sono a bordo hanno effettivamente pagato,
perché i servizi costano e vanno pagati.
—2—
Conduttore:
Io però le volevo chiedere a questo punto, diciamo una riflessione, perchè
naturalmente parleremo anche del malcostume, nella terza parte avremo
con noi un sociologo, del malcostume purtroppo in gran parte italiano,
insomma ce lo dobbiamo anche dire di cercare sempre, no?, la scappatoia,
il farla franca ecc, ecco, però una parte di responsabilità in questo, e
questo è il senso della domanda, (6) una parte della responsabilità ce
l’hanno anche le aziende che non effettuano il sufficiente numero
di controlli, se uno, diciamo avesse la certezza di essere colto in fallo o
l’altissima probabilità di essere appunto sorpreso a non pagare, forse
pagherebbe, se non ha proprio paura.
M. Panettoni:
Sì, sì ma questo è il lavoro che ci compete però, vede, e anche credo di
qualche significato che siano le aziende stesse che unite nella loro
associazione hanno condotto questo studio approfondito perchè avvertono
il danno che ne ricevono e si sono interrogate su come si può fare. Ora, il
20 % è la media nazionale, (7) ci sono aziende come fortunatamente la
mia che hanno un’evasione, tra parte in acqua e parte a terra che è tra
l’uno e il quattro e mezzo per cento e ce ne sono altre che ne
hanno molta di più. Ma il fenomeno ci è servito, averlo studiato nella
sua complessità, anche per capire che abbiamo strumenti legislativi e
normativi inadeguati. I nostri controllori che salgono a bordo, perchè
una volta su tre non portano a buon fine la contravvenzione che fanno?
perchè (8) non sono in grado di accertare l’identità del passeggero
colto in flagrante, non hanno la possibilità di avere quindi la certezza
che il verbale che fanno vada a buon fine. Noi non po...
Conduttore:
Ma questo perché, cioè, perché il passeggero può fornire un documento
falso o può rifiutare semplicemente di esibirlo, cioè qual è la...
M. Panettoni:
Può rifiutarsi, perchè non essendo i nostri agenti, i nostri controllori agenti
di pubblica sicurezza, chi è abituale evasore, e lo zoccolo duro di questo
20% è un evasore abituale, sa che i nostri controllori non hanno la
potestà dell’identificazione obbligatoria. E noi ci siamo rivolti al ministro
Maroni perché possibilmente all’interno del decreto sulla sicurezza o con
provvedimento di qualche urgenza comunque sia inserita una norma che
consenta a noi aziende di (9) utilizzare anche i vigilantes, le guardie
private a bordo dei nostri mezzi, in funzione di aiuto e sostegno
al lavoro dei nostri controllori e di dare ai nostri controllori i poteri che
hanno gli steward degli stadi che come ben sa non sono agenti di pubblica
sicurezza però sono stati dotati di una facoltà particolare che è quella
dell’accertamento obbligatorio.
Conduttore:
Quindi una via di mezzo, diciamo.
M. Panettoni:
Una via di mezzo. Noi chiediamo strumenti adeguati per poter contrastare
questo fenomeno. Sappiamo di doverlo organizzare al meglio però
vogliamo avere anche strumenti che ci consentano di dare un senso pieno
al lavoro che con fatica e qualche volta anche con rischio e pericolo perchè
i nostri controllori più di una volta si trovano di fronte a reazioni inconsulte
e qualche volta...
Conduttore:
Sono stati anche malmenati, questo bisogna riconoscerlo.
—3—
SECONDO COMPITO – DONNE E IMMAGINE MEDIATICA
Conduttrice:
E quanto ha detto la Dottoressa Molfino ha suscitato delle perplessità alle
ospiti che sono qui in studio con noi. Quindi io darei la parola alla
dottoressa Elisa Manna, ricordiamo, (0) responsabile del Settore
Cultura del Censis, ma anche direttore scientifico di questa
ricerca che adesso andiamo presentando.
E. Manna:
Grazie, no in realtà più che perplessità è la sensazione che (1) gli studi di
cui abbiamo sentito parlare sono certamente interessanti ma
sono una cosa completamente diversa dal nostro libro, dal libro
di cui parliamo oggi “Women and Media in Europe”, e che ha
coinvolto appunto la Fondazione Adkins Chiti, la Fondazione
Censis e la Fondazione Risorsa Donna in particolare, più in
particolare le prime due. Perché dico che è una cosa molto diversa?
Perché l’intento con cui abbiamo voluto realizzare questo libro, (2) parte
in un certo senso da un’analisi degli stereotipi, ma per non fermarsi
lì, anzi per andare avanti, cioè assodato che - e abbiamo a questo
proposito realizzato un’indagine molto articolata sulle ventiquattro ore di
Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Canale Cinque, Italia Uno, Rete Quattro e la
Sette per quanto riguarda l’immagine femminile veicolata – assodato,
dicevo, che ci sono stereotipi, quali sono questi stereotipi? (3)
prevalentemente un’immagine forte di donna di spettacolo di cui
però si sottolinea soprattutto, diciamo la verità, la bellezza
estetica, l’avvenenza, non certo le competenze, le capacità artistiche,
oppure un’immagine molto forte che è quella della cronaca nera,
quindi la donna vittima, la donna qualche volta carnefice.
Ricordiamoci l’atroce catena di madri assassine con cui siamo stati
sommersi a tutte le ore del giorno e della notte. Assodato che ci sono
questi stereotipi molto forti, la nostra domanda è stata, che cosa si può
fare per andare avanti, per andare oltre, e soprattutto, che cosa succede
all’estero? Questa è stata la domanda principale del nostro lavoro.
Conduttrice:
Ecco, voi avete lavorato su dodici paesi, mi sembra.
E. Manna:
Noi abbiamo lavorato sulla totalità dei paesi europei, e in particolare
abbiamo fatto una rilevazione a tappeto sulle Authority e sulle principali
emittenti televisive e abbiamo ricavato così un quadro estremamente
interessante in cui (4) il tema dell’immagine della donna in altri
paesi europei è preso molto seriamente, non è considerato né un
discorso moralistico, né un discorso da femministe, ma è considerato un
discorso di affermazione dei diritti di cittadinanza di tutte le persone,
quindi anche delle donne, è un discorso di affermazione della democrazia,
quindi un discorso costituzionale. Io credo che sia molto importante
questo cambio di ottica perchè (5) fino a che si continua a parlare
degli stereotipi femminili, sembra che si sta facendo un discorso
un po’ di lamentazione sull’immagine della donna che è
stereotipata e schematica. Il problema non è tanto questo, il problema
è come si può affrontare questa tematica e che cosa si fa in altri paesi. Noi
ci aspettavamo che ci fossero dei codici di autoregolamentazione, delle
leggi, delle buone pratiche. Beh, (6) le nostre aspettative sono state
assolutamente
sopravanzate
dalla
massa
incredibile
d’informazioni, di leggi, di buone pratiche che sono... Vi faccio un
esempio: in Svezia per esempio, per..., come dire? Rimuovere gli stereotipi
di genere per quanto riguarda la cura della casa e dei bambini, hanno
—4—
varato delle campagne di comunicazioni nazionali, e in contemporanea,
(7) sono entrati nelle scuole delle venticinque principali città
svedesi con delle forme d’intervento sui ragazzi, sugli
adolescenti, per poterli sensibilizzare all’importanza di avere cura della
propria prole, della propria casa, quindi per valorizzare e rimuovere così, lo
stereotipo, appunto che attribuisce alla donna la cura della casa. Ci sono,
dunque, delle forme di intervento estremamente importanti, (8) la
Spagna, che per esempio condivide con noi una condizione
femminile piuttosto problematica, per esempio, ha varato una
quantità di campagne di comunicazione per sensibilizzare le
donne e indurle a denunciare la violenza domestica. Cioè, ci sono
moltissimi di questi tipi di interventi, anche più strutturati. Per esempio
clausole nei contratti di servizio delle televisioni pubbliche che richiamano
alla necessità di non indulgere in stereotipi di genere, o leggi regionali,
cioè abbiamo trovato veramente una quantità di interventi estremamente
importanti e da questa quantità che abbiamo esaminato insieme alla
Fondazione Adkins Chiti (9) abbiamo individuato alcune linee guida
rispetto alle quali abbiamo sollecitato nel nostro convegno i
responsabili politici e istituzionali di cose che si possono fare
concretamente nel nostro paese per promuovere una cultura diversa,
un’affermazione dei diritti democratici delle donne nella nostra società.
TERZO COMPITO – L’ITALIA IN RASSEGNA
TESTO 0
Conduttrice:
Poco più di 4 ore di libertà al giorno per le italiane tra i 20 e i 74 anni,
un’ora in meno degli uomini. Una forbice che ha origine nell’infanzia
colpa dell’usanza e, dura a morire, di insegnare solo lavori domestici solo
alle bambine e che resta, pur variando negli anni. L’età con meno tempo
libero per le donne è tra i 35 anni e i 44 anni solo 2 ore e 53 contro le 3
e 34 degli uomini. Ma per alcune che abbiamo incontrato il tempo libero
è ancora meno.
Intervistata 1:
Se ce la faccio un’ora.
Intervistata 2:
Una mezz’ora.
Intervistata 3:
Altri 3 quarti d’ora spunzecchiando un po’ di qua e di là.
Intervistata 4:
Quando dormo.
Conduttrice:
La televisione riempi tempo preferito e la lettura più che per gli uomini e
poi ...
Intervistata 5:
Shopping.
Intervistata 6:
Gioco a tennis 2 volte al mese.
Intervistata 7:
Divertimento di mio figlio.
Intervistata 8:
Dipingere.
Intervistata 9:
Parrucchiere.
—5—
Conduttrice:
A tutto ciò le italiane possono però dedicarsi per un’ora in meno rispetto
alle altre donne europee. In classifica sono, infatti, al penultimo posto
con le francesi. Più impegnate di loro soltanto le lituane. Infine, strano a
dirsi, le madri single hanno più tempo libero di quelle in coppia. A privare
le seconde di spazi propri oltre ai figli sarebbero anche i compagni.
TESTO 1
Conduttore:
Anche i vecchi cambiano. Il modello pipa e pantofole è tramontato
almeno secondo il rapporto dell’Osservatorio della Terza Età che
fotografa gli ultra sessantenni. In Italia 12 milioni. Roberto Messina,
segretario dell’Osservatorio.
Roberto Messina:
Ne nasce una foto in movimento, hanno tanta voglia di divertirsi ma
soprattutto ancora sono il fulcro centrale delle famiglie italiane.
Conduttore:
Lo restano anche sul fronte economico con aiuti a figli e nipoti
nonostante pensioni modeste: il 50% degli intervistati vive con meno di
600 euro al mese. Bene invece lo stato di salute, solo il 15% degli ultra
sessantenni non è autosufficiente.
Intervistato 1:
Mi sento forse più giovane di mia nonna.
Conduttore:
E in cima ai desideri?
Intervistato 2:
Conoscere quello che c’è di nuovo, e imparare perché anche alla mia età
c’è da imparare ancora molte cose.
Conduttore:
Insomma, attivi e curiosi con una gran voglia di sposarsi, risposarsi o
convivere, di tutto pur di non restar da soli.
TESTO 2
Conduttrice:
Mangiati dal cemento ad un ritmo vorticoso. Su 46 mila Km. di costa del
Mediterraneo 20 mila sono stati completamente cancellati. Il numero delle
città dalle quali è possibile guardare il mare, è quasi raddoppiato dalla
metà del secolo scorso. È stato sottratto alla natura il 40 % dei litorali e il
furto è destinato a crescere, spiega Paul Mitsu, coordinatore del
Programma Ambiente Mediterraneo delle Nazioni Unite.
Paul Mitsu:
Se non facciamo qualche cosa queste diventeranno il 50% tra 10 o 15
anni. Abbiamo l’intenzione di fare un nuovo protocollo per incoraggiare i
paesi del Mediterraneo, di controllare questo sviluppo sulle coste.
Conduttrice:
Cattiva la situazione in Italia anche se va peggio in Israele, Libano, Malta e
Slovenia, virtuosa invece L’Albania. A mettere in crisi gli ecosistemi,
sovraffollamento, l’inquinamento, la cementificazione, l’industria senza
regole. Lo scenario solleva la necessità di decisioni immediate puntando su
programmi regionali per la gestione sostenibile e sull’integrazione delle
politiche dei paesi rivieraschi.
TESTO 3
Conduttrice:
Crescono le associazioni di volontariato soprattutto nel Nord di Italia.
Aumentano anche i servizi offerti in particolare nei settori della sanità e
dell’assistenza sociale. Si conferma invece l’identikit del volontario tipo
—6—
soprattutto uomo, diplomato e di età compresa tra i 30 anni e i 55 anni.
È l’istantanea scattata in Italia tra il 2004 e il 2005 dall’Osservatorio
Nazionale che evidenza anche i servizi prestati in settori meno
tradizionali come ci spiega Renato Frisanco.
Renato Frisanco:
Conduttrice:
Giorgio Groppo:
Non solo nel sociale ma anche si fanno carico dei problemi dei beni
comuni: l’ambiente, la cultura, la protezione civile che si impegnano per
la solidarietà internazionale.
Ma non mancano i punti deboli nella mappa tracciata del volontariato
soprattutto a livello regionale come fa notare Giorgio Groppo,
rappresentate dell’Anci nell’Osservatorio Nazionale.
Ci sono sempre meno volontari, più associazioni e con meno fondi. Ecco
questo qui dovrebbe essere un dato rilevante, dovrebbe farci riflettere.
TESTO 4
Conduttore:
Saranno santi, navigatori e anche poeti gli italiani ma non si può dire che
siano lettori. Gli ultimi dati relativi al 2004 e presentati oggi a Roma negli
Stati Generali dell’Editoria mostrano una lieve crescita di chi nell’anno di
riferimento ha letto almeno un libro non scolastico. Oltre 23 milioni di
persone, il 53% della popolazione sopra i 6 anni, percentuale che lascia
l’Italia tra i paesi europei in cui si legge di meno. Il Presidente
dell’Associazione Italiana Editori, Federico Motta.
Federico Motta:
Il problema sì è cronico, ed è ovviamente legato agli investimenti che si
fanno, quindi aumentare biblioteche scolastiche, pubbliche e anche
familiari è uno dei punti del nostro programma.
Conduttore:
Quasi la metà dei lettori non arriva a più di 3 libri l’anno, mentre solo il
13,5 % ne legge uno al mese. La spesa pro capite per libri è di 65 euro, in
pratica, lamentano gli editori, in libreria si spende in un anno quanto per
una cena al ristorante.
TESTO 5
Conduttore:
“La sicurezza è il primo dei nostri impegni”, con questo slogan il Ministro
dei Trasporti, Bianchi ha dato il via ad una campagna di sensibilizzazione
per promuovere il rispetto del codice della strada: obiettivo veicolare un
nuovo tipo di messaggio.
Bianchi:
Non più quello del terrore verso l’utente ma ha un messaggio più
suadente, più convincente che dica:” Guardate che comportarsi meglio alla
guida può significare eliminare incidenti e rendere la vita più piacevole per
tutti quanti”.
Conduttore:
Tra le misure previste uno spot televisivo e il rilancio della patente a punti
che in questi anni ha ridotto il numero degli incidenti.
Bianchi:
La manterremo perché si è rivelato uno strumento efficacissimo, qualche
novità per rilanciarla nel senso che si sta un po’ affievolendo l’effetto della
patente a punti.
Conduttore:
Dall’analisi dei dati emerge un fattore preoccupante, il 90% degli incidenti
stradali è causato dall’errore umano.
—7—
TESTO 6
Conduttore:
Come... Specie se abitate ad Agrigento, con 445 euro all’anno, la città
siciliana vanta i prezzi più alti nel consumo idrico che presenta tariffe in
costante crescita in Italia secondo un’indagine di Cittadinanza Attiva. Del
4,6 % l’aumento tra il 2006 e il 2007. A cosa è dovuto? Lo spiega Teresa
Petrangolini, segretaria dell’associazione.
Teresa:
Da una cattiva gestione del servizio idrico. Non ci sono delle ragioni serie
per far aumentare questi prezzi.
Conduttore:
Milano, la città più economica, la Toscana, la regione più cara. Il 35%
dell’acqua nelle tubature va persa. Il Sud si distingue come l’area più
sprecona. Due dati preoccupanti che vanno a braccetto.
Teresa:
Servirebbe veramente un’autorità di regolazione che peraltro in Europa
c’è e noi non ce l’abbiamo.
Conduttore:
Il rimedio: il blocco delle tariffe.
Teresa:
Noi chiediamo che vengano bloccate fino al 2009. La cosa più urgente è
bloccare la escalation.
TESTO 7
Dopo un’estate all’insegna del risparmio, vacanze mordi e fuggi, pochi acquisti in saldo, anche
l’autunno vedrà gli italiani stringere la cinghia. I primi rincari con cui ci si troverà a fare i conti al
rientro dalle ferie, avvertono le associazioni dei consumatori, saranno quelli di libri e corredi
scolastici. Non smetteranno di salire i prezzi di generi alimentari, le polizze RC auto. Poi da
ottobre toccherà alle bollette: luce, gas, acqua, nettezza urbana. E così stimano Adus (...)
Federconsumatori che ogni italiano si troverà a pagare circa 600 euro in più rispetto allo scorso
anno. Gli aumenti maggiori dovrebbero riguardare il riscaldamento nell’ordine dei 180 euro e gli
alimentari per circa 120 euro. Interventi a tutela del potere d’acquisto delle famiglie chiedono le
associazioni al Governo. E il CODACONS propone di estendere i saldi fino a Natale.
—8—