Palau introduce la tassa di soggiorno
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Palau introduce la tassa di soggiorno
La Nuova Sardegna del 03-01-09 Palau introduce la tassa di soggiorno PALAU. Seguendo la strada tracciata da altri comuni sardi, il consiglio comunale di Palau ha approvato a maggioranza il varo dell’imposta di soggiorno. Entrerà in vigore il 15 giugno. Da quel giorno, e fino a metà settembre, i turisti dovranno versare un euro per il soggiorno in paese. L’assessore Antonio Deiana, di fronte alle possibili contestazioni, ha voluto rammentare le finalità ecologiste della tassa, destinata a opere per la tutela ambientale e a servizi riservati proprio ai vacanzieri. In aprile il consiglio aveva approvato il regolamento riguardante il contributo reso possibile dalle norme varate dalla giunta guidata da Renato Soru. «Abbiamo analizzato vantaggi e svantaggi - dice l’assessore -. Alla fine abbiamo fatto questa scelta perché il denaro che entrerà nelle casse permetterà di migliorare le iniziative di promozione. Sappiamo che una nuova tassa ha sempre un’accezione negativa, anche se in questo caso si parla di un solo euro a persona, esclusi i giovani fino a 18 anni, e di due euro per la permanenza negli hotel di alto livello». Deiana ricorda poi le valutazioni che hanno accompagnato la decisione della maggioranza capeggiata dal sindaco, Piero Cuccu, per la quale si calcola un introito di 500mila euro. «Il mio assessorato non ha un grande budget per migliorare la qualità dell’offerta turistica - precisa infatti -. L’imposta di soggiorno ci permetterà di racimolare qualche soldino da spendere nel settore. Abbiamo inoltre considerato che i vacanzieri proprietari di una seconda casa e che sfruttano il territorio pagano una quota al Comune attraverso l’ici. Ci è sembrato altrettanto corretto prevedere un piccolo obolo per chi viene nel nostro territorio e usa le spiagge per pochi giorni». (se.lu.) La Nuova Sardegna del 03-01-09 Palau scommette sull'imposta di soggiorno PALAU. Non sarà una tassa sul lusso il tributo che i turisti dovranno pagare da questa estate per la loro vacanza sotto l’orso. Il consiglio comunale ha approvato a maggioranza l’imposta di soggiorno che entrerà in vigore il 15 giugno. Fino a metà settembre i vacanzieri dovranno versare un euro per la permanenza in paese. L’assessore al Turismo, Antonio Deiana, prova a rendere meno nero il balzello ricordando le finalità verdi della tassa, tutela ambientale e servizi per i vacanzieri. Nell’aprile dello scorso anno il consiglio aveva approvato il regolamento sul contributo creato dal governatore Renato Soru. Un atto tecnico che aveva aperto la discussione nella maggioranza sull’ipotesi di istituire la tassa. «Abbiamo riflettuto e analizzato i vantaggi e gli svantaggi di questa scelta - spiega l’assessore Deiana -. Il denaro che entrerà nelle casse comunali permetterà di migliorare le iniziative di promozione turistica e i servizi per i vacanzieri. Sappiamo benissimo che l’istituzione di una nuova tassa ha sempre una accezione negativa, anche se in questo caso si parla di un solo euro a persona, esclusi i giovani fino a 18 anni, due per la permanenza negli hotel di livello superiore. È altrettanto vero che il maggiore investimento di promozione del territorio che stiamo portando avanti e l’onda lunga del G8 terranno in equilibrio la bilancia delle presenze questa estate». Deiana ricorda alcune valutazioni che hanno accompagnato la decisione della maggioranza guidata dal sindaco, Piero Cuccu. Si calcola un introito di 500 mila euro. «Il mio assessorato non ha un grande budget per migliorare la qualità dell’offerta turistica - precisa Deiana -. L’imposta di soggiorno ci permetterà di racimolare qualche soldino da spendere in questo settore. Abbiamo inoltre valutato che i vacanzieri che possiedono la seconda casa e che sfruttano il territorio pagano una quota al Comune attraverso l’ici. Ci è sembrato altrettanto corretto prevedere un piccolo obolo anche a chi viene nel nostro territorio e usa le nostre spiagge anche solo per pochi giorni». L’assessore, che ha chiesto alla sua maggioranza di accelerare i tempi dell’approvazione per consentire una adeguata pubblicità della nuova imposta anche sui cataloghi per turisti, riflette sulle fette del popolo delle vacanze che la tassa raggiungerà. «Toccherà agli operatori del settore ricettivo riscuotere l’imposta conclude Deiana -. I soldi verranno poi versati al Comune. Certo una parte di turisti sfuggirà a questa imposta, ma faremo molta attenzione perché venga raggiunto il maggior numero di utenti. Purtroppo non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci su questo tema con operatori e commercianti. Un passo doveroso che ci è stato però impossibile. Non appena rientreremo dalle ferie natalizie avvieremo una serie di incontri per analizzare insieme l’opportunità o meno di applicare l’imposta già a partire dal mese di giugno». La Nuova Sardegna del 08-01-09 «L'imposta di soggiorno? Rimandiamola» PALAU. Storcono il naso per il balzello sulle vacanze approvato dalla giunta Cuccu, ma non alzano le barricate in segno di protesta. Gli imprenditori turistici contestano l’imposta di soggiorno che scatterà dal 15 giugno al 15 settembre per chi sceglierà di stendere gli asciugamani all’ombra dell’orso. Sotto accusa i tempi scelti dall’amministrazione per applicare la tassa. Gli operatori temono che questa decisione, in un periodo di crisi del settore e recessione generale, possa danneggiare gravemente l’industria del turismo. Una valutazione negativa che non interrompe però il dialogo con il Comune. Il presidente del consorzio Orsus, Robertino Fresi, mostra doti da diplomatico nel commentare l’applicazione dell’imposta. «Avevamo manifestato perplessità all’inizio del 2008, quando il consiglio comunale aveva approvato il regolamento della tassa - spiega il presidente dell’organismo che conta 280 soci -. In quella occasione avevamo inviato una lettera al sindaco chiedendo un momento di riflessione per arrivare una decisione concertata. Ci dispiace che in questi mesi gli amministratori non abbiano trovato il tempo per discutere di questo balzello. A breve faremo una riunione con Federalberghi e Confcommercio e speriamo di avere un confronto almeno per tentare di rinviare l’applicazione dell’imposta». Fresi non critica la tassa in sè, ma il metodo di riscossione e la tempistica della sua istituzione. «La legge stabilisce che siano gli operatori a riscuotere la tassa - precisa -, gli attribuisce quasi il ruolo di esattori. La grande problematica dell’imposta è che andrà a colpire solo le strutture ricettive registrate, ma non quelle irregolari. Credo che in futuro dovremo far pagare ai vacanzieri una imposta di soggiorno, ma solo quando saremo in grado di offrire servizi turistici di qualità. Credo che sia questo il punto di incontro tra le posizioni degli operatori e quelle dell’amministrazione. Ci piacerebbe discuterne e non trovarci di fronte a decisioni già prese». Albergatori, commercianti e ristoratori guardano con preoccupazione alla prossima stagione e indossano i guantoni per affrontare la crisi. «Abbiamo raggiunto un importante traguardo - aggiunge Fresi -. La Regione ha finanziato il nostro progetto come centro commerciale naturale, 80 mila euro che ci permetteranno di realizzare un pacchetto di iniziative per rilanciare il settore». In lista ci sono: realizzazione di una brochure promozionale, creazione del sito istituzionale dell’Orsus, corso subacqueo per studenti fino a 13 anni, promozione della carta premia. «L’iniziativa della carta fedeltà è stata sposata dai consorzi di S. Teresa, La Maddalena, Tempio, Olbia e speriamo Arzachena - conclude -. L’obiettivo è creare una rete che permetta a residenti e turisti di muoversi e fare acquisti convenienti in tutta la Gallura». La Nuova Sardegna del 14-01-09 «Tassa di soggiorno? Un danno per il turismo» Serena Lullia PALAU. Confindustria chiede alla giunta guidata dal sindaco Piero Cuccu di mettere in freezer l’imposta di soggiorno per il 2009. L’associazione degli industriali del nord Sardegna teme che il balzello approvato dal consiglio comunale possa bloccare gli ingranaggi dell’industria delle vacanze. Il presidente, Stefano Lubrano, rinnova il no alla tassa e chiede un incontro con gli amministratori per ragionare insieme del futuro turistico sotto l’orso. La maggioranza aveva approvato l’imposta nell’ultimo consiglio del 2008. 500 mila gli euro che secondo i calcoli della giunta dovrebbero finire nei forzieri comunali. Fondi da reinvestire in servizi turistici e ambiente. Una scelta bocciata prima dagli operatori turistici del consorzio Orsus e ora dalla Confindustria. «La nostra organizzazione, che rappresenta le più importanti aziende turistico-alberghiere del nord Sardegna e di Palau è stata da sempre contraria all’introduzione di una tassa di soggiorno così come impostata dal legislatore regionale - spiega il presidente Lubrano -. In diverse occasioni abbiamo presentato osservazioni e proposte di modifica per evitare che la sua introduzione potesse avere ripercussioni negative sulle nostre aziende». Diverse le motivazioni a sostegno della sua tesi. A cominciare dalla crisi internazionale che tinge di nero il futuro dell’economia mondiale. «In un quadro economico pesantemente negativo come quello attuale - aggiunge Lubrano sarebbero necessarie azioni di promozione in Italia e all’estero per favorire il consolidamento e la crescita dei flussi turistici in arrivo in Sardegna. Al contrario, qualsiasi azione che provochi un incremento dei costi a carico del turista, anche di pochi euro al giorno, può favorire la scelta di destinazioni alternative. Una condizione che avrebbe come ulteriore conseguenza un decremento delle assunzioni». Il presidente Lubrano ricorda poi come la tassa non abbia avuto file di fan in Sardegna. Secondo Confindustria una conferma indiretta dello scarso gradimento dell’imposta tra i comuni. «I paesi europei che adottano una tassa di soggiorno come la Spagna e la Francia hanno ridotto la pressione fiscale sul turista, il 7 e il 5 per cento a fronte del 10 per cento in Italia - aggiunge il numero uno dell’associazione -. In alternativa a questa tassa, che dovrebbe essere riscossa dagli operatori, avevamo proposto una imposta di ingresso, da far pagare a tutti i vacanzieri in arrivo i Sardegna, quindi anche a quelli che usano le seconde case, da applicare direttamente sui biglietti aerei e marittimi. Invitiamo pertanto la giunta comunale a rinviare l’entrata in vigore della delibera comunale e a incontrarci per discutere e arrivare a una posizione comune e condivisa». La Nuova Sardegna del 15-01-09 «Con quell'imposta garantiamo i servizi» PALAU. Una strategia fiscale che sembra suggerita da Robin Hood. L’assessore al Bilancio, Giovanni Cucciari, spiega la bontà della scelta della giunta Cuccu di applicare l’imposta di soggiorno. Alla base della decisione di far pagare ai turisti un euro al giorno per la vacanza sotto l’orso c’è la necessità di raggranellare fondi senza pesare sulle tasche dei residenti. «Come amministrazione abbiamo scelto una strategia fiscale che mette al centro il cittadino residente e cerca di tutelarlo in ogni modo - spiega l’assessore -. Gli altri comuni della Sardegna per incrementare le risorse hanno scelto di applicare l’addizionale Irpef, cosa che a noi non è mai piaciuta in quanto pesa sui bilanci familiari. Come località turistica è necessario elevare la qualità dei servizi offerti. Per fare ciò la Regione ha istituito la tassa di soggiorno. Noi abbiamo deciso di usufruire di questa possibilità offerta dal legislatore». Il balzello è rivolto ai turisti che usufruiscono delle strutture ricettive. Un euro al giorno fino ai quattro stelle, due euro per gli hotel di livello superiore. «Allo stato attuale i servizi che il comune eroga sono pagati dai residenti e dai turisti stanziali, proprietari delle seconde case - precisa Cucciari -. Chi non versa neanche un euro nelle casse comunali, pur usufruendo dei servizi sul territorio, è il villeggiante che va in albergo. Far concorrere anche questa fetta di utenti alla crescita di Palau non è immorale, ma li mette sullo stesso piano, come contribuenti, dei turisti stanziali e dei residenti». L’assessore, calcolatrice alla mano, fa due conti in tasca alle famiglie in vacanza che dovranno pagare l’imposta. «Una coppia che viene in ferie a Palau per dieci giorni spende mediamente tra i 3 e i 5 mila euro - calcola Cucciari -. A questi vanno aggiunti quindi 20 euro. Mi viene difficile credere che queste persone rinunceranno alla vacanza, come ipotizza Confindustria, per un incremento della spesa pari allo 0,0050 per cento. L’associazione degli industriali insieme alla lettera in cui boccia l’imposta e chiede di rinviarne l’applicazione, ci ha inviato le osservazioni alla legge regionale e la proposta alternativa di una tassa di scopo. Confindustria forse dimentica che il Comune non è il legislatore, che la normativa non l’abbiamo fatta noi e che non abbiamo il potere di cambiarla». (se.lu.) La Nuova Sardegna del 17-01-09 Imposta di soggiorno, aperto il confronto tra Comune e operatori PALAU. Prove di dialogo tra amministratori e albergatori sull’imposta di soggiorno. Una delegazione della Confcommercio Sassari-Gallura ha incontrato il sindaco, Piero Cuccu e l’assessore al Turismo, Antonio Deiana. Al centro del mini vertice le politiche di sviluppo dell’industria delle vacanze e la tassa di soggiorno approvata dall’amministrazione a dicembre 2008. Una decisione che da subito non è piaciuta agli operatori del consorzio Orsus e alla Confindustria. «L’incontro ha evidenziato concordanza di vedute sulle principali tematiche di sviluppo - scrive in una nota la Confcommercio, presente alla riunione con il presidente interprovinciale di Confturismo Giorgio Maccioccu, il presidente territoriale di Tempio, Antonio Azzera e il presidente dell’Orsus, Robertino Fresi -. È emersa però una netta divergenza sulla opportunità di applicare l’imposta di soggiorno». Il sindaco Cuccu ha ricordato le finalità turistico-ambientali del balzello, un euro per ogni giorno di permanenza dal 15 giugno al 15 settembre. I fondi incassati verrebbero reinvestiti per migliorare i servizi turistici. I rappresentanti dell’associazione di categoria hanno ricordato che la tassazione andrebbe a colpire solo gli ospiti delle strutture ricettive regolari, ignorando il sommerso delle seconde case. Alla fine del vertice primo cittadino e assessore si sono detti disponibili a ulteriori riunioni per trovare soluzioni alternative all’applicazione della tassa e concordare iniziative di programmazione. (se.lu.)